Centonove numero 33-2014 in pdf

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Centonove numero 33-2014 in pdf
ANNO XXI Numero 33
5 SETTEMBRE 2014
SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO
POSTALE A REGIME
SOVVENZIONATO 45% (ME)
SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA
EURO 1,50
STRAPPI
I ribelli
NIna Lo Presti e Gino Sturniolo
IL COMUNE DI MESSINA VOTA IL PIANO DECENNALE DI RIENTRO. MA SULLE POLITICHE
DI AUSTERITA’ SI SPACCA IL MOVIMENTO NATO PER IL SINDACO ACCORINTI
5 Settembre 2014
il punto
EDITORIALE
Tra la falce
e l’incudine
E ALLA FINE la giunta Crocetta è
arrivata al Capolinea. Se a
sostenere il governatore oggi c’è il
Prs di Picciolo e Cardinale e
Articolo 4 di Lino Leanza, a
smontarlo c’è il partito dei
“renziani”, quello dei “Cuperliani”
e quello dei moderati del Pd: tre
partiti in uno, una falce, un
martello e una incudine visto che
il Megafono ora non si sa più se
sta con il presidente oppure
dentro un’altra sigla, a metà tra il
Socialismo e il territorio. Del resto
non è il solo movimento “bisex”:
anche per partiti cattolici, come
l’Udc, che esprime il presidente
dell’assemblea Giovanni
Ardizzone, si può dire che quella
data a Crocetta è un’adesione a
metà, dimezzata come l’identità
spezzata dello stesso partito,
diviso come un pollo: l’ala
orientale di D’Alia e quella
occidentale di Nino Dina: il petto
se lo è sbranato Mario Monti.
In questa situazione parlare di
nuove squadre, di nuovi assessori
alla Cataldo Salerno in quota
Crisafulli, rischia di fare saltare
ulteriormente il banco: il governo
Crocetta in un anno e mezzo non è
stato in grado di fare neppure un
bando per i tirocinanti. Una cosa,
però, sa fare bene: sfasciare. La
formazione professionale, il
mercato del lavoro. Altra stella al
merito: la denuncia facile. La
chiamata di correo politica è pronta
per i prossimi dieci anni. Ma oggi
sfasciata del tutto la Sicilia,
dobbiamo decidere se è il caso di
provare a governarla. O di farla
esplodere. Come una bombola a
gas, sembra la seconda ipotesi
quella che prende piede.
Parola d’ordine: ridistribuire
La grande crisi che attraversa il Paese rende ricole le dispute sul rinnovo del contratto agli statali che comunque non
perderanno lo stipendio e potranno continuare a far progetti. Mentre tanti giovani non sanno più perchè alzarsi la mattina
DI
DOMENICO BARRILÀ
NON CI SONO SOLDI PER gli statali, annuncia il governo.
Spiace, ma non fino al punto da abbandonarsi a crisi di pianto.
C’è di peggio, molto di peggio, non se ne abbiano a male gli
statali. Il sindacato incassa l’annuncio ed emette la sua risposta
standard. Siamo pronti alla mobilitazione. Ci mancherebbe, ma
si poteva anche evitare, tanto lo sapevamo. Il risultato sarà la
ripetizione di un film già visto, ma privo di colonna sonora.
Inutile, trattandosi di dialogo tra sordi. Forse le prime riforme
cui mettere mano riguardano la revisione del gioco delle parti,
quello attuale è diventato datato e nocivo, più della stessa crisi
economica. Nessuno, tra quelli che dovrebbero, perché ne
avrebbero il dovere, sembra davvero capire che cosa sta
accadendo all’Italia, quindi continua a usare arnesi fuori corso.
A pochi in questo momento importa se sarà rinnovato il
contratto degli unici lavoratori garantiti, in un Paese in cui di
garantito c’è solo l’incertezza. Quindi, detto col massimo del
rispetto, non saranno in molti a sbracciarsi se in questo
momento i soldi andranno da un’altra parte, anzi si spera ci
vadano e siano impiegati per creare opportunità per quei
milioni di giovani che da tempo non sanno più per quale
preciso motivo si debbono alzare la mattina. Gli osservatori più
attenti ricordano che il miracolo economico tedesco, al quale
guardiamo con una certa invidia, sia stato reso possibile
dall’evoluzione culturale del sindacato. Non è detto che quella
luna di miele duri in eterno, intanto, se vogliamo stare ai fatti,
lasciando perdere parole d’ordine e prese di posizione
preventive, non possiamo non rimarcare che la pace sindacale
sia stata da quelle parti motore di una lunghissima fase di
prosperità. L’economista Pierluigi Ciocca, per un decennio
vicedirettore generale della Banca d’Italia e almeno un paio di
volte tra i papabili alla poltrona di governatore della stessa,
scrive: “L’economia della Germania è tra le più produttive, e la
modernizzazione sindacale contribuisce alla competitività dei
Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco
Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208
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centonove
SETTIMANALE REGIONALE
DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA
Direttore responsabile
Enzo Basso
Garante del lettore: Attilio Raimondi
centonove pagina 2
suoi manufatti”. Più chiaro di così. Da qualche settimana la
figlia diciannovenne di una mia paziente e il suo fidanzato, si
sono trasferiti in terra tedesca. Il ragazzo si è sistemato in breve
come magazziniere, mentre la ragazza, che per un anno
studierà il tedesco, in pochi giorni si è assicurata un minilavoro, due/tre ore al giorno, che le renderà circa cinquecento
euro al mese, presto arriverà il resto. I nostri giovani possono
solo sognare scenari del genere in patria e, a differenza dei loro
coetanei tedeschi, consumano gli anni migliori della loro vita
nell’attesa dei tartari, che purtroppo non appaiono ancora
all’orizzonte. Inoltre, se i giovani delle regioni del Nord qualche
piccola breccia nella disperazione possono ancora aprirsela,
magari servendo pizze o consegnando pacchi per uno dei tanti
corrieri che solcano le strade tutti i giorni, quelli del Sud
corrono il rischio di passare alla storia come una generazione
fantasma. Un vero dramma nazionale che rende ridicole le
dispute sul rinnovo del contratto a centinaia di migliaia di
lavoratori, che comunque non perderanno lo stipendio e
potranno ancora fare progetti, chiedere mutui, pensare al
futuro. C’è un bisogno quasi struggente di ridistribuzione,
occorrono quindi governi capaci di violare i santuari di certi
diritti esagerati, concessi quando il rigore non era di moda e
forse nemmeno necessario, santuari in cui sono asserragliati
anche i politici con i non più giustificabili stipendi, che fanno
orecchie da mercante e difendono i loro privilegi con
insopportabile ostinazione, parlando d’altro. In questo processo
di redistribuzione, il sindacato non può limitarsi a dare lezioni
e a minacciare mobilitazioni, ma deve trovare il coraggio di
mettersi alla testa di un sovvertimento concettuale, senza il
quale non ci sarà più lavoro, non ci saranno tessere e neppure
sindacati, ma solo moltiplicazione di egoismi e di risentimento
sociale. La rivoluzione dei comportamenti non possono
cominciarla sempre gli altri.
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Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana
5 Settembre 2014
riservato
TOP SECRET
RIFIUTI. “Abbancamenti alti come un palazzo da dieci piani”. Ecco perchè la discarica dovrà chiudere entro settembre. E finirà in Procura
Mazzarrà, chiusura con disastro
MESSINA. Il destino dei rifiuti di
Messina si conoscerà il 29 settembre,
data in cui il dirigente regionale Marco
Lupo ha convocato la “conferenza
decisoria” che sancirà la chiusura della
discarica di Mazzarrà sant’Andrea. Una
settimana prima della scadenza,
TirrenoAmbiente, società che gestisce
l’impianto, dovrà presentare “un
progetto di chiusura della discarica
conforme alle prescrizioni già impartite
con diffida del 19 agosto”. Questo
perchè, si legge nel verbale della
conferenza dei servizi del 2 settembre,
“le cotrodeduzioni presentate dalla ditta
non sono tali da superare le criticità
evidenziate”. Di che criticità si parla?
Strutturali, come l’impermeabilizzazione
del primo fondo e delle successive
sopraelevazioni, e i fenomeni di
instabilità del lato sud della discarica.
Gestionali, vedi “la mancata esecuzione
delle verifiche sulla stabilità del corpo
rifiuti dell’insieme terreno/corpo rifiuti”,
come si legge nel verbale. E infine,
recita il documento, “sono emerse
ulteriori gravissime difformità
dell’impianto realizzato rispetto a quello
autorizzato. Pertanto - conclude
perentoriamente la commissione che ha
partecipato alla conferenza dei servizi -
MESSINA. Contro la Ata di Attanasio
Amam, diffida sull’incarico
per la lettura dei contatori
MESSINA. Un controllo incrociato
all’Agenzia delle Entrate di Catania per
dimostrare che la Ata, ditta individuale
di Giuseppe Atanasio che si è
aggiudicata la gara di appalto per la
lettura quadrimestrale dei contatori
idrici dell’Amam di Messina, non
possedeva il requisito principale, un
fatturato per servizi simili di 750mila
euro in tre anni.
E’ l’oggetto della diffida firmata
dall’avvocato Marco Vonella,
nell’interesse della Gsc di Messina,
capofila di un gruppo di coop di
servizio, arrivata terza nel bandi di
gara, indirizzata al presidente
dell’Amam, Alessandro Anastasi.
La nota del legale Vonella chiude,
chiedendo la rescissione del contratto
in autotutela, il risarcimento dei danni
patiti e ponendo poi un quesito
irrisolto: “Come ha fatto a vincere una
azienda che non aveva mai fatto lettura
di contatori?”
La discarica di Mazzarrà
non si ritiene vi siano i requisiti per il
rilascio del rinnovo dell’autorizzazione. Un
guaio, per Messina, che non scaricherà più a
mazzarrà sant’Andrea, e non può farlo
nemmeno a Motta sant’Anastasia, discarica
catanese gestita dalla Oikos e chiusa per lo
stesso motivo. I problemi, però, non li avrà
solo Messina. Perchè, dall’analisi dello stato
di fatto dell’impianto, è venuto fuori che,
come ha rilevato il sindaco di Furnari
(comune che confina con Mazzarrà)
Mario Foti, “sono stati abbancati circa
ventisette metri in più in altezza rispetto
al consentito”: praticamente un palazzo
da dieci piani. Non solo: nel verbale si
legge di incongruene tra i volumi di
abbancamento forniti dalla ditta, quelli
ricavati dal progetto e quelli rilevati
dall’Arpa, l’agenzia regionale di
protezione dell’ambiente. E non di
qualche centrimetro, dato che, si legge
nel documento, “sono state
abbondantemente superate le quote
massime di riferimento /145 metri sul
livello del mare invece dei 118 previsti
in progetto), raddoppiando di fatto
l’altezza raggiunta”. E anche la
morfologia è diversa da quella di
progetto, tanto da far scrivere nel
verbale che “è stato approvato un
progetto che non aveva i requisiti per
poter essere realizzato, ed è stata
realizzata un’opera ovviamente difforme
dal progetto approvato”. Il comune di
Furnari ha già preannunciato “ogni più
ampia azione nei confronti di chiunque
abbia posto in essere violazioni di legge
anche con azioni omissive”. Quindi non
solo i controllati, ma anche i controllori.
Che non hanno controllato. (A.C.)
SOMMARIO
PRIMO PIANO
6. Accorinti, come finisce un amore
Si sgretola il movimento Cambiamo Messina dal basso
POLITICA
11. Messina, gli orfani di Genovese
Il leader del Pd fuori gioco
12. Flop Day, risarcimento cercasi
Il Codacons annuncia un’azione a favore
delle migliaia di giovani rimasti “gabbati”
13. Mutui fantasma, c’è il bis
Le pratiche alla cassa depositi e prestiti
per opere mai realizzate al comune
di Brolo salgono a sei
14. Espropri nel Calderone
A San Pier Niceto case popolari al posto
di un palazzo ottocentesco
SICILIA
15. Rivoluzione Multiservizi
Inserita nel piano di riequilibrio la costituzione
della società che raggrupperà le attuali partecipate
16. Cas, si stringe il cerchio
A un giro di boa i controlli della magistratura
17. Querele? Siamo vigili
Sempre più acceso lo scontro alla Polizia
Municipale di Patti
18. In fuga dalla provincia
Da S.Stefano di Camastra a Mistretta tutti pronti
a sposare il libero consorzio di Enna
20. Corse clandestine, Giostra continua
Un video registrato all’alba del 31 agosto
squarcia il veto che copre il business
22. Sicily made in Australia
Il patrimonio archeologico dell’isola oggetto
di studio all’Istituto Italiano di Sidney
ECONOMIA
23. Irfis, misteri in procura
Il braccio di ferro sull’istituto della Regione
24. Porti, 90 giorni per decidere
Il governo blocca la riforma inserita nello
“Sblocca Italia”, rimettendo tutto in discussione
25. E l’Authority divide Milazzo
Gli operatori chiedono l’autonomia del porto
POSTER
27. Recitazione, lavori in...corso
Si moltiplicano a Messina i laboratori
per chi ha voglia di calcare la scena
RUBRICHE
4-5. Settegiorni
26. Consumatori / Consulenti/ Qui Europa
30-31. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture
32. Storie 33. Mostre
38-39. Lettere & Commenti
38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia
39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo
39. Antibuddaci
39. Animal House
centonove pagina 3
UDC IN FRANTUMI
La Rocca Ruvolo pronta
a passare con Articolo4
MESSINA. Sempre più in
frantumi l’Udc in Sicilia:
dopo le dimissioni del capogruppo Calogero Firetto,
che intende candidarsi alla
guida di Agrigento, potrebbe arrivare il passaggio
di Margherita la Rocca Ruvolo ad Articolo 4, il movimento “centrifugo” di Lino
Leanza. Un incontro è previsto settimana prossima
tra Leanza e Nino Dina,
presidente della commissione Bilancio, sempre più
critico sulla gestione del
partito in Sicilia.
IMMIGRATI
Scabbia al centro
di Fondachelli Fantina
BARCELLONA. Il servizio di
analisi e diagnosi delle malattie degli immigrati funziona:
il
centro
di
accoglienza di Fondachelli
Fantina, ha riscontrato la
presenza di un caso di
scabbia che ha colpito un
giovane somalo. L'immigrato è stato subito prelevato
e
portato
in
isolamento al reparto malattie infettive di Barcellona, dove si trova ora
sotto osservazione.
MESSINAMBIENTE
Per il liquidatore Ciacci
un assessorato a Viareggio
MESSINA. Il futuro dell’attuale commissario liquidatore di Messinambiente
potrebbe essere il ritorno
in politica. Ciacci, infatti, è
stato indicato da Sel quale
assessore nella giunta del
comune di Viareggio guidata dal sindaco Leonardo
Betti. Ciacci è stato già assessore nel comune di capannori, ed era stato
indicato quale candidato
nelle elezioni di maggio,
optando invece per il ruolo
a Messinambiente.
5 Settembre 2014
settegiorni
CHI SALE
SOCIETÀ
ANNUNCI CHOC. Parla il missionario dei poveri
Valentina Zafarana
MESSINA. Le stelle sono Cinque... e quella di Valentina, deputata Grillina all'Ars targata
Messina, varrà la carica di capogruppo fino a febbraio. Poi,
come è nella staffetta interna,
altro giro. Altra corsa. Intanto,
però, Zafarana non ha perso
tempo e, nelle sue nuove vesti,
ha chiesto la sfiducia dell’assessore alla Formazione Nelli Scilabra dopo il flop del click day.
Rosario Duca
MESSINA. Il presidente dell’Arcigay di Messina è stato riconfermato alla guida del sodalizio. A Duca è stato riconosciuto
il lavoro svolto negli ultimi anni
che ha dato maggiore visibilità all’associazione che tutela i
diritti di omosessuali, lesbiche e
transgender, a cominciare dall’approvazione in alcuni comuni
messinesi del Registro delle
unioni civili.
Turi Leonardi
MESSINA. "Bisogna intervenire
subito, c'è il pericolo che qualcuno si faccia male..." L'ex sindaco di Messina Turi Leonardi
è un cittadino modello: appena scoperto che il Ponte di
legno che porta alla spiaggia
di Capo Peloro ha molte doghe saltate, ha telefonato alla
Provincia, che ha la tutela del
luogo, per chiedere un immediato intervento.
Pasquale Andrea Calapso
MESSINA. Il giovane ed effervescente responsabile del Movimento Aut dà vita al mercatino del libro usato a Piazza
Municipio, dal 5 al 9 settembre. È la prima volta per il movimento che si accinge a anche
a costituire la sezione messinese dell’associazione Peppino
Impastato che debutterà l’11
settembre con una presentazione a Palazzo dei Leoni ed è
già in azione per il prossimo
rinnovo della Consulta studentesca.
Filippo Romano
VENEZIA. Il commissario della
Provincia di Messina si è presentato alla Mostra d'arte cinematografica internazionale di
Venezia nella sua duplice veste
di rappresentante di Palazzo
dei Leoni, provincia che ingobla il Comune di Taormina, e di
componente di Taoarte... a
corto di celluloiode.
Biagio Conte lascia Palermo:
«Sono stufo di lottare»
PALERMO. Dice di essere "stanco di lottare
contro i mulini a vento, l'eccessiva burocrazia
e l'indifferenza", “mi rendo conto adesso
che non si può fare niente di buono in
questa terra”. Ed è per queste ragioni che il
missionario laico Biagio Conte annuncia di
volere lasciare Palermo e abbandonare al
suo destino la Missione Speranza e Carità, da
lui fondata, dopo 25 anni di attività. Si
ritirerà "sulle montagne e nella madre terra,
sicuramente più generosa". E' duro il suo
atto di accusa verso le istituzioni: "Avete
lasciato soli i poveri, i più deboli, e adesso afferma come riportato da alcuni quotidiani
locali - in particolare mi sento lasciato solo
dai titolari delle tre strutture; Regione,
Comune, Demanio". Il sindaco Leoluca
Orlando ha chiesto al
prefetto Francesca
Cannizzo un incontro
per esaminare la
situazione. "Decido a
malincuore di
restituire le tre
strutture, tutte nella
Biagio Conte
zona della Stazione
Centrale di Palermo,
l'ex disinfettatoio, l'ex istituto Santa Caterina
e l'ex caserma aeronautica dove sono
alloggiati gli accolti", afferma Conte.
"Autorità, riprendetevele - aggiunge - e vi
prego anche tutti gli accolti; purtroppo non
riesco più a garantire loro la luce, il gas,
l'acqua, i viveri, le medicine e i tantissimi
bisogni, per poter portare avanti le
comunità".
Le confessioni di Luciano Moggi a Villa Piccolo
CAPO d’ORLANDO. Un tempo si andava a Villa Piccolo per respirare
l’atmosfera dei gattopardi. Ora si va per ascoltare le confessioni di un ex
“patron” del calcio italiano, lo juventino Luciano Moggi. Che è arrivato nella
sede di Calanovella per “Polically Incorrect”, l’iniziativa un po’ fuori dai binari
della Fondazione, per la presentazione del libro “Il pallone sono io”, la
descrizione del mondo rutilante del calcio, scritta da Luciano Moggi in
collaborazione con Andrea Ligabue. Moggi approfitta dell’occasione per dire
che lui non c’entra nulla con la compravendita dei calciatori…tanto il tempo è
passato, la sentenza è andata in giudicato e nel pallone gol e autogol fanno
sempre meno differenza.
Cassazione: cartella esattoriale nulla se la notifica è omessa
PALERMO. Cartelle esattoriali e avvisi di mora nulli se l'accertamento fiscale è
stato omesso o è stato notificato in modo irregolare. E il contribuente che
vuole contestare la pretesa tributaria, può farlo chiamando in causa anche
solo uno tra Ufficio delle Entrate e agente della riscossione. Lo ha sancito la
sesta sezione civile della Corte di Cassazione con l'ordinanza 18651/14
depositata ieri - spiega oggi Il Sole24Ore - che ha respinto il ricorso presentato
da Riscossione Sicilia contro la sentenza 235/12 della Commissione tributaria
provinciale di Siracusa.
Policlinico Messina, Volo nuovo direttore sanitario
MESSINA. Giovanna Volo, 59 anni, è il nuovo direttore sanitario del policlinico
universitario di Messina. Si insedierà lunedì prossimo. Dopo la direzione ricoperta
nel 97 presso l'Irccs Oasi Maria SS di Troina, Volo è stata direttore sanitario del
policlinico Paolo Giaccone di Palermo dove è rimasta per quattro anni.
SIRACUSA
Revoca del soprintendente, SiciliAntica dice no
SIRACUSA. Polemica a Siracusa dopo la notizia sulla possibile rimozione
dall’incarico di Soprintendente ai Beni culturali di Beatrice Basile. Secondo
SiciliAntica il provvedimento,«rappresenterebbe una gravissima minaccia al
patrimonio culturale della città aretusea, sopratutto in vista delle importanti
decisioni che, a breve, andranno prese su aspetti urbanistici e ambientalistici
determinanti per il futuro della città di Archimede». «Dopo avere superato
indenne il ricorso del suo predecessore - spiegano in una nota - , adesso deve
subire, immeritatamente, l'avvio dell'iter di revoca della sua nomina».
SiciliAntica auspica che il presidente della Regione Rosario Crocetta
intervenga per scongiurare il provvedimento.
MILAZZO. Il comune individua la nuova sede, ma poi blocca tutto. Non vuole pagare l’Iva
Ufficio collocamento, scontro sull’affitto dei locali
La ditta Chillemi Maria ha adeguato i locali con 150 mila euro. Ma il contratto non è mai stato firmato
Milazzo. Gli uffici della Sezione
circoscrizionale per l’impiego di Milazzo
presto lasceranno i locali di fortuna del
Paladiana. Dopo lo sfratto dalla sede
storica di contrada Grazia, l’ex ufficio
collocamento a cui fanno riferimento
anche i comuni della Valle del Mela,
dovrebbe trovare una sistemazione
definitiva in via Tremonti, nei locali che
oggi ospitano gli uffici del Giudice di
Pace. Un trasferimento che potrebbe
costare caro al Comune di Milazzo visto
che all’orizzonte si intravede una causa
di risarcimento danni. Tramite un avviso
di evidenza pubblica, Il 4^ settore
“Lavori pubblici” aveva individuato
locali idonei in via San Giovanni. Dopo
la comunicazione del Comune
sull’avvenuta scelta, la ditta Chillemi
Maria, proprietaria del’immobile, si è
impegnata ad adeguare i locali. Un
investimento da 150 mila euro (cablaggio,
servizi per i disabili, climatizzazione). Ma la
stipula del contratto non è mai giunta. Le
parti, infatti, hanno diversità di vedute sul
pagamento dell’iva: la ditta ritiene che al
canone di 8,40 eur per metro quadrato
bisogna applicare l’imposta; il dirigente
del 4^ settore “Lavori pubblici”, ingegnere
Natalia Famà, al contrario, in una nota,
Paladiana, sede dell’ufficio collocamento
centonove pagina 4
non prevede l’applicazione dell’iva
«poiché….rappresenta un costo
ulteriore». Sulla vicenda c’è una fitta
corrispondenza. «Essendo una
questione tecnica riguarda gli uffici –
precisa l’assessore comunale al
Patrimonio Pippo Midili – ma posso dire
che il trasferimento in via San Giovanni
non rientra più nei piani, la Sezione
circoscrizionale per l’impiego di
Milazzo si trasferirà negli uffici del
giudice di Pace di via Tremonti». Sul
piede di guerra Rossella Venuto,
delegata della ditta. «Ci siamo accollati
una spesa enorme per adeguare i locali
in base alle indicazioni dei tecnici del
centro per l’impiego – sostiene –
rischiano di mettere in ginocchio la
ditta. Su questa vicenda andremo fino
in fondo».
Gianfranco Cusumano
settegiorni
5 Settembre 2014
CHI SCENDE
Antonio Le Donne
INIZIATIVE. Mix di gusto, tradizioni e spettacolo in piazza Mercato a Santa Teresa di Riva
Emozioni rurali doc
Esaltazione delle prelibatezze e percorsi culturali
in cinque serate. E sabato 6 arrivano Toti e Totino
Santa Teresa di Riva. Lo start del 3 settembre ha inaugurato
cinque giorni intensi che fino al 7 settembre in piazza
Mercato regaleranno “Emozioni rurali”, una manifestazione
che esalta le prelibatezze gastronomiche locali, con percorsi
tra gusto, natura, cultura e tradizione dei Peloritani. Insieme
a diversi spettacoli serali che nella piazza dell’evento sabato
6, vedrà protagonista sul palco il duo comico “Toti e Totino”,
e nelle serate precedenti ha catturato l’attenzione con i
gruppi Sikilia, Charlie’S Angels e “Io mammeta e ttu”, Stile
Italiano con Mirko Casadei, mentre domenica 7 il gruppo “I
beddi” concluderà la kermesse. Il progetto “Emozioni rurali”
nasce da un’iniziativa di valorizzazione e sviluppo, di cui
l’Associazione “Amiamo Santa Teresa” si pone come
promotore. Con il prezioso contributo del “GAL Peloritani –
Terre dei miti e della bellezza”, l’Associazione, costituitasi nel
giugno 2012, ha modellato un prodotto volto al
miglioramento dello sviluppo economico, sociale e culturale
locale. Il punto di partenza del progetto è favorire la
fruizione e la valorizzazione dell’immenso patrimonio di
risorse che caratterizzano il territorio, prestando particolare
attenzione ad alcune perle rare affacciate sul Mar Jonio. Lo
sguardo sulla riviera viene proiettato a Pagliara, Fiumedinisi,
Antillo e Mandanici. Attraverso le risorse specifiche locali, in
Pasquale Amato
L’esibizione del gruppo “Sikilia”
particolar modo delle zone rurali, si è cercato di garantire
una valida partecipazione degli attori territoriali,
promuovendo dei percorsi che favoriscano l’importanza del
totale coinvolgimento del visitatore, condividendo esperienze
culturali significative. L’ideazione di specifici itinerari tematici
ha come scopo quello di far conoscere la bellezza ed il fascino
di paesaggi unici, ricolmi di cultura, tradizioni, usi e costumi
rurali, prodotti tipici locali di alta qualità, bellezze artistiche,
forte sentimento religioso e architettura di pregio. “Emozioni
rurali” si pone come un’attività a sostegno del turismo e dello
sviluppo sostenibile, a favore del potenziamento delle diverse
attività produttive e agroalimentari.
ROSA E NERO
Vincenzo Spadaro e Serena Crinò sposi
ALLUME. Vincenzo Spadaro e Serena Crinò convoleranno a nozze
sabato sei settembre alle 17 nella chiesa di Letojanni. Il
ricevimento si terrà al Borgo San Rocco di Savoca in compagia di
parenti ed amici. Ai genitori dello sposo, Angelo e Grazia e a quelli
della sposa e a tutta la famiglia allargata del "Conte d'Antares" gli
auguri della redazione di Centonove.
Nicosia, i cento anni di nonno Vito Lo Castro
MESSINA
Istituto Jaci, premiata fucina d’eccellenze
MESSINA. All'Istituto "A. M. Jaci" il Presidente
dell'Ars Giovanni Ardizzone e il Dirigente
Scolastico Rosario Abbate hanno premiato gli
studenti che hanno conseguito la votazione di 100
e 100 e lode agli esami di stato nell’anno scolastico
2013/2014. Premiati gli studenti Mauro Giorgianni,
Lilla Maria La Fauci, Tamara Lo Paro, Marialuisa
Oliveri, Antonino Vinci (100/100) e Antonino
Palano (100 e lode). Nell'ambito della stessa
iniziativa è stata presentata la pubblicazione degli
Atti del "Premio Jaci 2014" e del "Concorso
Internazionale di poesia Premio Jaci-Salvatore
Quasimodo", ed è stata apposta una targa
commemorativa nell'atrio d'ingresso della scuola
in ricordo di alunni, genitori, docenti e presidi che
nei 152 anni hanno operato nell'istituzione
scolastica. Salutati i docenti Antonino Arcidiaco,
Pietro Grasso, Celestina Martino e Agata Midiri,
che sono andati in pensione. Tra di essi il
collaboratore vicario del dirigente,il prof. Arcidiaco
che ha prestato servizio allo Jaci per trentasei anni.
MESSINA. Il tour de force compiuto da palazzo Zanca per l’approvazione del piano di riequilibrio non ha giovato alla lucidità
del direttore generale. Alle tre
di mattina, al termine della seduta, Le Donne è rimasto impietrito di fronte ad una giornalista
che aveva domandato “Adesso
possiamo coricarci?”. Così la risposta del confuso Le Donne?
“Si, ma... separati”.
NICOSIA. A Nicosia i 100 anni di nonno Vito Lo Casto. La festa, con
torta e rinfresco al termine della messa nella piazza antistante la
chiesa di San Michele insieme alla sua bella e numerosa famiglia e
gli abitanti del quartiere San Michele. Nato il 2 settembre del 1914
Vito Lo Casto 3 anni fa ha perso la moglie Francesca dopo 73 anni
di matrimonio coronato dai 4 figli, 10 nipoti, 15 pronipoti e
perfino il "tris nipote". Vito Lo Casto, che non ha frequentato la
scuola, si è preso cura della sua fattoria a Musa.
Primo sì tra due uomini a Taormina
TAORMINA. Nei locali del Palazzo dei Duchi di Santo Stefano di
Taormina, primo matrimonio tra due uomini. L’iscrizione al
"registro delle unioni civili" per la coppia di due giovanissimi
ragazzi, Mattia ed Antonio, che risiedono nel Messinese, a cui è
stato consegnato - dal consigliere Pina Raneri - proprio lo speciale
attestato di "unione civile basata sui vincoli affettivi".
Dalla Chiesa, commemorazione a Palermo
PALERMO. La deposizione di corone in via Isidoro Carini, luogo in cui
32 anni fa vennero assassinati, a Palermo, il generale Carlo Albero
Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e il poliziotto di scorta
Domenico Russo, ha ricordato l'eccidio. Erano presenti, anche il
presidente del senato Piero Grasso, il presidente della commissione
antimafia Rosi Bindi, il cardinale di Palermo Paolo Romeo, il sindaco
Leoluca Orlando e il figlio del generale, Nando.
centonove pagina 5
MESSINA. Il dirigente dei Lavori
Pubblici del Comune di Messina
sperava in un po’ di tolleranza
da parte della Prefettura. La
commissione di Vigilanza, dopo
una ispezione allo Stadio San
Filippo, si è accorta che Palazzo
Zanca non aveva ottemperato
alle prescrizioni, decretando
che Messina-Lupa Roma, si giocherà a porte chiuse.
Armando Di Maria
MESSINA. Ha preso troppo alla
lettera la necessità di dimagrimento di Messinambiente, di
cui è stato amministratore ed
oggi è consulente esterno. In
tempi di tagli, infatti, Di Maria
non utilizza più l’auto di servizio, ma sfreccia pericolosamente per le vie del centro su
una bicicletta da passeggio.
Ezechia Reale
PALERMO. Incurante del flop del
Piano Giovani, l’assessore alle
Politiche Agricole, inaugurando
il corso di formazione politica
della Libera Università della Politica, ha detto agli studenti, citando Don Milani: «Alla fine
della vita ha le mani veramente
pulite solo chi le ha tenute sempre in tasca. La Sicilia ha bisogno
che i suoi giovani migliori si sporchino le mani di lavoro...”.
Vito Signorello
MARSALA. L’imprenditore alberghiero di Mazara del Vallo, stato
condannato a due anni dper
bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. L'imputato ha patteggiato la pena che
è stata sospesa. A fine giugno
scorso, aveva subito una misura
cautelare, decidendo di scontarla
sul proprio yacht, ormeggiato
nel porticciolo turistico di Marsala. Signorello è il legale rappresentante della "Oasi Mare
srl", dichiarata fallita dal Tribunale di Marsala a marzo 2012. Il
buco economico è stato stimato
in oltre sette milioni di euro.
5 Settembre 2014
primopiano
Gino Sturniolo e Nina Lo Presti
PALAZZO ZANCA. Nina Lo Presti e Gino Sturniolo escono da Cambiamo Messina dal basso
Accorinti, come finisce un amore
Un “idillio” durato un anno. Alla vigilia del voto sul piano di riequilibrio, il partito che sostiene il sindaco
si divide a metà. Su austerità, “tecnocrazia”, mancata partecipazione, ideali traditi. Ma non solo
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Il piglio è quello solito,
barricadero, da intifada, come si è
spesso immaginata a combattere in aula,
ma nonostante la voce ferma e gli
argomenti ferrei, l’addio di Nina Lo
Presti non è stato di quelli facili. E non
lo è stato nemmeno quello di Gino
Sturniolo, il più accomodante e
riflessivo dei due consiglieri accorintiani
che hanno deciso di abbandonare
Cambiamo Messina dal basso, in un’aula
gremita e silenziosissima, davanti a
stampa, colleghi consiglieri e militanti di
Cmdb quasi increduli. Non è stato facile
perchè, se Sturniolo con Renato
Accorinti ha diviso megafoni, proteste
e anni di lotte comuni, al matrimonio di
Nina Lo Presti con l’ex consigliere
comunale Nino Urso, anni fa il sindaco
di Messina ha apposto il sigillo. Da
testimone di nozze.
LA FINE DI UN SOGNO. L’illusione di
poter scuotere Messina dalle
fondamenta, da basso, è durata due
estati. La prima, quella dell’idillio, un
mese dopo l’incoronazione di Accorinti a
sindaco di Messina. La seconda, quella
delle decisioni irrevocabili, dei voti da
dare in aula con i mal di pancia, dei
fraintendimenti tra movimento ed
amministratori, fino allo strappo finale,
quello sul piano di riequilibrio. Il piano
che vincola Messina al rientro
dall’immane mole di debiti in dieci anni,
ed in cambio esige sudore, lacrime e
sangue: lo stesso che Winston Churchill
chiese agli inglesi per sopportare la
guerra contro la Germania nazista.
Quello che nè Nina Lo Presti nè Gino
Sturniolo si sono sentiti di poter
chiedere ai loro concittadini.
CHI PAGA IL CONTO. “Pagheranno
sempre i soliti, i poveri, gli onesti”, ha
tuonato all’una di notte del tre
settembre Nina Lo Presti dal suo banco,
per l’ultima volta colorato d’arcobaleno
come da logo di Cmbd prima di passare
al grigio del gruppo misto. Lo ha gridato
all’indirizzo dell’assessore del Bilancio
Guido Signorino, col quale i rapporti
sono stati tesi sin dall’inizio, da quella
delibera sui debiti Ato alla quale la
consigliera aveva subito apposto uno
stigma, un anno fa. Talmente tesi che i
due, oggi, se si incrociano nei corridoi di
palazzo Zanca fanno finta di guardare il
cellulare per evitare l’imbarazzo di un
saluto.
PERCHE’ HO DETTO NO. “Non si
tratta, come ha detto Renato, di pagare
meno per pagare tutti, ma di pagare
tutti secondo le proprie possibilità.
Invece vedo che in questo piano sono
stati caricati debiti che pagherà anche
chi non ne ha possibilità o
responsabilità”. Nina Lo Presti è un
fiume in piena quando spiega così,
“tecnicamente”, il suo no al piano di
riequilibrio. Che non sia solo una
questione politica è chiaro
immediatamente dopo, quando imputa
ad Accorinti di “aver tradito il mandato.
La gente gli ha consegnato una
fiammella di speranza e lui la sta
spegnendo. Non si può “bunkerizzare”
l’attività amministrativa consegnandola
a Signorino e Antonio Le Donne (il
direttore generale che ha affiancato
Signorino nella redazione del piano,
ndr), restando da solo a portare “il
verbo”. Quello sul piano di riequilibrio aggiunge - lo vedevamo tutti come un
voto contro la vecchia classe dirigente e
tutte le sue malefatte. E invece è stato
sostenuto proprio dalla vecchia classe
dirigente”. Alla fine, in sei parole, il
motivo dell’uscita da cambiamo Messina
dal basso di Nina Lo Presti. “Pagheranno
i poveri e gli onesti”. Anche se.
SOTTO ACCUSA
Con la testa, non col cuore
GUIDO SIGNORINO, L’ASSESSORE AL BILANCIO. SUL BANCO DEGLI IMPUTATI
PER AVER FATTO QUADRARE I NUMERI. TRADENDO “LO SPIRITO DEGLI INIZI”
Guido Signorino
MESSINA. Sul banco degli imputati, da
parte di Cambiamo Messina dal Basso,
oggi c’è lui, Guido Signorino,
assessore al Bilancio, tecnico di numeri e
“teorico” dell’opportunità di evitare il
dissesto ad ogni costo. E’ lui che ha
messo in fila, una dietro l’altra, per
quattordici mesi, le 365 pagine del
piano di riequilibrio, sperando che in
qualche modo coincidessero e
riuscissero a convincere Ministero e
Corte dei Conti. “In tutta onestà, dopo
aver letto i primi numeri, non sono
sicuro che riusciremo ad evitare il
centonove pagina 6
dissesto”, aveva spiegato Signorino un
anno fa, un mese dopo l’insediamento.
Però ci ha provato. Maldestramente,
secondo metà del movimento.
Inevitabilmente, secondo l’altra metà.
Per giustificare il piano, Signorino ha
parlato, piegando l’italiano al
burocratese, di “efficientamento ed
efficientizzazione” della macchina
burocratica. Con gli stessi dirigenti che
hanno portato palazzo Zanca sull’orlo
del collasso. Ma come si potrà rendere
efficiente una macchina messa ancora
nelle mani di chi l’ha affossata? (A.C.)
primopiano
5 Settembre 2014
RI...EQUILIBRISMI
POVERI. OPPURE ONESTI. “Gli
onesti”, in realtà, è un’aggiunta apocrifa.
Perchè, in principio, erano solo i poveri.
Che però, a Messina, sono responsabili
dello sfascio tanto quanto i ricchi.
“Responsabile dello sfascio chi ha
venduto anima e voti per un’assunzione
in una delle cento cooperative che
hanno sbranato la carcassa di palazzo
Zanca, chi ha usurpato un posto in una
partecipata senza concorso, rubandolo a
chi ne avrebbe avuto competenze e
capacità, chi per anni non ha pagato
una lira di acqua e spazzatura e oggi
protesta per l’arrivo a casa di una
cartella esattoriale. Una su venti anni di
morosità. E quindi restano gli onesti”.
LA CALMA DEI FORTI. Gino
Sturniolo, di andare allo scontro diretto
non ne avrebbe avuto voglia. Ma quel
piano di riequilibrio che il consigliere è
riuscito a leggere solo quando lo ha letto
un qualsiasi collega del Pd, o dell’Udc, o
dei Dr o di qualunque altro partito,
stride troppo con il concetto di
partecipazione nei processi decisionali,
nell’agenda politica, nella costruzione di
comunità che era alla base del
programma da sindaco di Accorinti.
“Sono mancati i principi di democrazia e
partecipazione”, ha spiegato con fare
quieto, come da suo costume e
carattere, il consigliere. Che già da
tempo aveva mostrato insofferenza
verso la “tecnocrazia” che andava
sempre più connotando l’azione
amministrativa della giunta Accorinti. E
per Sturniolo, il più ideologizzato dei
due dissidenti, quello più legato all’ala
movimentista (Nina Lo Presti ha più
vicinanze con gli ex Pci e col tessuto
produttivo), il tradimento degli ideali
non poteva essere ignorato. E andava
risolto solo in un modo: con un passo
indietro. Una decisione che Gino
Sturniolo, e lo sottolinea sempre, non ha
preso da solo, rimettendola nelle mani
del “movimento” all’interno del
Movimento.
IN BUONA COMPAGNIA. L’esilio
volontario da cambiamo Messina dal
basso dei due consiglieri è stato il tappo
che ha fatto saltare la diga. Ad offrire
supporto è stata subito l’Orsa, sindacato
di base che dall’inizio ha mostrato
insofferenza verso le decisioni della
giunta. A strettissimo giro di posta si è
accodata Clelia Marano, esperta del
sindaco in materia di gestione dei
migranti e assistenza sociale, da tempo
inviperita verso l’inerzia della giunta su
temi nei quali, invece, avrebbe dovuto
fare la differenza. Solidarietà anche da
Maurizio Rella, primo dei non eletti
della lista Cambiamo Messina dal basso,
che ha sposato la volontà dei due.
Nonostante questo, chi ha invece chiesto
a Sturniolo di non gettare la spugna, pur
nel rispetto per la sua posizione, sono
stati parecchi di più. Cinquanta
sottoscrittori di un documento, tra i
quali Antonio Mazzeo, candidato alle
Europee con la lista L’Altra Europa e
amico fraterno di Sturniolo, ma anche
Daniele David, dirigente nazionale
Cgil, Carmelo Picciotto, ex segretario
del circolo Peppino Impastato Prc
Messina ed avvocato che ha difeso da
sempre gli anarchici messinesi nei
processi che li vedono imputati, ma
anche gli stessi Rella e Marano.
IL FUTURO. Nel frattempo, Sturniolo e
Lo Presti andranno a fare compagnia ad
Antonella Russo nel gruppo misto.
Non per molto, però. Perchè i due
stanno prendendo in considerazione
l’ipotesi di far entrare in consiglio
comunale messinese la lista L’altra
Europa di Alexis Tsipras: gruppo
parlamentare che non è presente nè alla
Regione nè in parlamento, ma che siede
a Strasburgo. L’operazione, comunque,
non è immediata. Indietro, però, non si
torna. L’idillio è terminato.
“Si, ma...”: via libera al “male minore”
CHI HA VOTATO FAVOREVOLMENTE AL DOCUMENTO. E PERCHÈ
Come se facesse alcuna differenza per i
funzionari ministeriali che saranno
chiamati ad esaminarlo ed approvarlo, il
piano di riequilibrio è stato approvato a
quattordici secondi dalla sua scadenza,
alle 23.59 e 46 secondi di martedi 2
settembre. A votarlo, tutta una serie di
consiglieri che fino a ieri l’altro hanno
massacrato quasi tutti i provvedimenti
proposti dalla giunta, costretti ad
ingoiare una pillola amarissima e fare le
facce dubbiose mentre l’assessore al
Bilancio Guido Signorino spiegava di
aver redatto un piano “equo,
sostenibile e soprattutto solido”, e
Renato Accorinti si affannava a
spiegare che il dissesto avrebbe
affossato l’autonomia dell’ente, non
solo in materia finanziaria. Alla fine
hanno votato a favore Udc, Ncd, Forza
Italia, Dr e metà Megafono, si è
astenuto quasi tutto il Pd, e soli quattro
voti contrari: Gino Sturniolo e Nina
Lo Presti, poi le Pd Simona
Contestabile ed Antonella Russo,
unica ad aver argomentato le
perplessità sul piano e aver votato poi
di conseguenza rispetto a chi,
Piero Adamo
Antonella Russo
praticamente tutti quelli che hanno
dato via libera, ne hanno prima detto
peste e corna prima di votare “sì”. I Dr,
per mano del deputato regionale
Giuseppe Picciolo hanno diramato un
comunicato in cui, dopo due pagine di
cazziatoni all’amministrazione,
tendevano la mano “per l’ultima volta”
(e tra meno di un mese ci sarà la
seconda mano tesa in occasione del
previsionale). Piero Adamo, di Fratelli
d’Italia, ha convocato una conferenza, il
giorno dopo il voto, per spiegare il “si,
ma...”. “Spero che adesso
l’amministrazione apra i cassetti e
individui i responsabili ai quali va
addebitato il disastro”, ha dichiarato.
Pippo Trischitta di Forza Italia, che
non perde occasione per massacrare
Accorinti, ha votato favorevole.
Giuseppe Santalco, i cui toni in aula
facevano presagire chissà quale
sconquasso, si è astenuto. Ad uscire dal
gioco delle parti, invece, sono stati i sei
quartieri, chiamati ad esprimere parere
obbligatorio ma non vincolante. “Non
siamo mai stati interpellati prima,
sbrigatevela voi”. (A.C.)
Pippo Trischitta
RESA DEI CONTI
Movimento in fermento
FERVE IL DIBATTITO INTERNO. ECCO LE POSIZIONI. DI CHI RESTA,
DI CHI VA, E DI CHI È DIVISA TRA DUE FUOCHI. E IN AULA...
MESSINA. E ora? Cosa rimane di cambiamo Messina dal basso?
Aveva ragione, un anno fa, Alfredo Crupi. Che, da
segretario di Rifondazione comunista (ed ex assessore della
giunta di Francantonio Genovese) aveva intuito l’esigenza
di dare una struttura ad un soggetto troppo eterogeneo
quale Cmdb. Anche solo per porsi come soggetto politico col
quale interloquire. E invece no, ha prevalso l’idea fluida di
un’agorà permanente. I quattro incontri precedenti al piano
di riequilibrio (Nina Lo Presti e Gino Sturniolo da una
parte, Guido Signorino e Renato Accorinti dall’altra, come
in un ring) ne sono testimonianza, con la polarizzazione sulle
posizioni del sì al piano contrapposte a quelle del default.
Ideologicamente, senza scendere nello specifico del perchè e
percome una soluzione fosse preferibile all’altra. E perchè?
Per “punire i colpevoli”, come se il dissesto ponesse
automaticamente fine alle carriere politiche di chi l’ha
provocato, e non ci volesse invece cause di anni per provare
“dolo o colpa grave”. Perchè l’ordinamento giuridico italiano,
purtroppo, non sanziona l’imperizia, l’incapacità o anche solo
la stupidità. Quello dovrebbe essere compito degli elettori. In
un mondo ideale. Sturniolo, in questo, è stato profetico: “il
movimento resti movimento, l’amministrazione faccia
l’amministrazione”. Le strade, oggi, sembrano dividersi
sull’agenda politica in cui l’ala movimentista avrebbe voluto
mettere in primo piano la lotta al Muos di Niscemi, la
solidarietà all’ex Colorificio di Pisa, occupazione ed
autogestione degli spazi comuni, mentre l’amministrazione
tenta di far quadrare i conti. E gli altri due consiglieri di
Cmdb? Ivana Risitano è presa tra due fuochi. La madre,
Teresa Frisone, è nel “direttivo” del Movimento ed ha
sposato la causa dei dissidenti Sturniolo e Lo Presti, il fratello
Claudio Risitano è legatissimo a Gino Sturniolo col quale da
anni condivide megafoni e battaglie. Resta Lucy Fenech. La
sua è una posizione “laica”: disaccordo politico ma rapporti
intatti. In attesa di vedere “come andrà a finire”. (A.C.)
centonove pagina 7
Alfredo Crupi
Giuseppe Santalco
5 Settembre 2014
politica
TOP TEN
Risarcimenti e grandi opere:
chi pretende. E quanto
INCHIESTA. Euro dopo euro, dipartimento per dipartimento, ecco il “rosso” del Comune di Messina
In un mare di debiti
Centonove milioni “fuori bilancio”, ma a far venire i brividi è il mezzo miliardo “potenziale”. Chi sono
i creditori a sei zeri, e perchè stadio san Filippo, svincoli e Regione Sicilia rischiano di far saltare il banco
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. Un mare. Nel quale palazzo
Zanca potrebbe definitivamente
affogare. Sommano mezzo miliardo,
infatti, i debiti fuori bilancio a carico del
comune di Messina. La buona notizia è
che quelli certi sono “solo” poco più di
cento. La pessima è che il mezzo
miliardo “potenziale” spesso di
potenziale ha solo la speranza. Eccoli,
nel dettaglio, dipartimento per
dipartimento, milione per milione.
SERVIZI SOCIALI. Due milioni e
226mila euro di debiti riconosciuti,
frutto perlopiù di fatture e creditori
dell’ex Istituzione, cancellata con
delibera di consiglio comunale un paio
d’anni fa. Spiccano i 383mila euro da
pagare ancora alla coop. Nuova
Presenza per fatture del 2007, ed i
241mila che un’altra coop, Azione
Sociale, attende come esito di un ricorso
favorevole. Micidiali, invece, i sei milioni
che potrebbero dover essere pagati dagli
oltre 150 “debiti potenziali”. Alcuni dei
quali di potenziale non hanno ormai più
nulla, tipo gli oltre seicentomila euro da
corrispondere alla casa d’accoglienza
Collereale che ha inoltrato decreto
ingiuntivo (con opposizione pendente).
Identica situazione per le richieste
avanzate dal Don Orione (624mila
euro) dalla coop Azione sociale, che in
totale “avanza” oltre un milione e
dall’Aias (mezzo milione di euro).
AVVOCATURA. Pochi debiti, ma
salatissimi, quelli in capo all’Avvocatura:
oltre ventidue milioni, che arrivano dai
sette milioni e rotti spesi per gli avvocati
esterni (quando quelli “interni” sono
costati appena 36mila euro), da quasi
quindici milioni per sentenze di
condanna e da mezzo milione di
patrocini legali per dipendenti ed
amministratori del Comune. Non
scherzano nemmeno quelli potenziali:
dieci milioni, sette dei quali derivano da
giudizi passivi pendenti, e tre da fatture
per l’arbitrato con l’impresa Torno mai
saldati ai legali Aldo Tigano (249mila
euro), Bonni Candido (379mila) e
Gregorio Falzea (645mila euro).
Potenziale, ma per modo di dire, è
anche il debito da oltre 15 milioni che il
comune di Messina si vedrà costretto a
pagare nella lite tra Ato3 e
Messinambiente: essendo azionista al
80 milioni MondoMessina Service,
per l’annullamento della delibera di
sfruttamento degli stadi san Filippo e
celeste
60 milioni Fc Messina per mancato
sfruttamento commerciale degli stadi
39,5 milioni Alfonso Schipani srl,
somme da contratto per la
manutenzione della pubblica
illuminazione
24 milioni Gepco Salc, riserve e
obblighi contrattuali per lavori agli
svincoli di Giostra
15,3 milioni Adroma impianti,
risarcimento danni per mancata
realizzazione di un centro commerciale
alle cave di sabbia
14,1 milioni Torno Internazionale
Spa Lodo arbitrale per lavori agli
svincoli di Giostra
12,4 milioni Ente Acquedotti
siciliani, costo erogazione idrica dal
1979 al 1998
10,4 milioni Agriverde,
risarcimento danni per mancata o
ritardata percezione di utile per un
complesso edilizio non realizzato
5,5 milioni Tirrenoambiente,
discarica Tripi 2002/03
5,4 milioni Astaldi Spa lodo
arbitrale per lavori di costruzione dello
stadio san Filippo
100% di entrambe le partecipate,
chiunque soccomba (o vinca), a pagare
sarà palazzo Zanca.
DEMANIO E PATRIMONIO. Sei
milioni di debiti certificati, il più grosso
dei quali è quello da tre milioni che il
Comune deve all Edilsud per la
costruzione della palestra di Gravitelli.
Lo sterminato elenco che fa lievitare i
debiti potenziali del dipartimento fino
alle soglie dei 13 milioni, invece, si
CURIOSITÀ
Toc Toc, chi batte cassa
DA TAORMINA ARTE AI CONSIGLIERI DI QUARTIERE FINO ALLA
FONDAZIONE ANTIUSURA “NINO PUGLISI” (SIC), I CASI PIÙ PARTICOLARI
MESSINA. Taormina Arte? Chiede al Comune quasi tre milioni
e mezzo di euro, attualmente fermi per un’ordinanza della
Corte d’Appello di Messina che ha bloccato l’esecutività
della sentenza.
Battono cassa anche i consiglieri di quartiere, che col
Comune hanno intrapreso da anni un contenzioso per
maggiori somme che ritengono gli spettino secondo una
norma regionale: centottantamila euro, che a palazzo Zanca
considerano “debito potenziale al 50%”.
E le spese di giudizio a seguito di sentenze emesse dal
giudice di Pace su ricorsi contro multe elevate dalla Polizia
Municipale? Valgono quasi quattro milioni certi. Quelli
“potenziali”, invece, sono i cinque milioni che chiede la
centonove pagina 8
Vecar, ditta che ha installato per conto dei Vigili urbani i
dispositivi photored, praticamente mai entrati in funzione (e
quando funzionanti oggetto di centinaia di ricorsi, sempre
persi dal Comune).
Oltre mezzo milione di euro di debiti potenziali, poi,
potrebbe essere il salatissimo conto che due cittadini hanno
presentato a palazzo Zanca per demilizione di immobili di
loro proprietà che il Comune ha buttato giù senza
evidentemente averne titolo.
Ad iscrivere crediti nei confronti del Comune, (debito ancora
potenziale), c’è anche la fondazione antiusura “Padre Nino
Puglisi” (sic) per le attività dello sportello antiracket del
2009.
E a “coltivare la serpe in seno”, nessuno batte il Comune:
sono due milioni e centomila euro, infatti, che un centinaio
di dipendenti chiedono a palazzo Zanca per i più svariati
motivi: da straordinari non pagati a salti di categoria negati,
da salario accessorio mai percepito (e risalente al 2004), da
liquidazioni di buoni pasto a ferie non godute, fino a
mansioni superiori non riconosciute. (A.C.)
5 Settembre 2014
politica
LA REPLICA
compone di cittadini, condomini e
costruttori. Particolarmente “accanito” è
il gruppo immobiliare 2r, che al Comune
chiede oltre tre milioni.
POLITICHE CULTURALI. Con la
cultura non si mangia? Improbabile,
dato che palazzo Zanca è esposto per
oltre 145 milioni di debiti potenziali
provenienti dai dipartimenti sport e
cultura. A far saltare il banco sono le
cifre richieste da MondoMessina service
e Fc Messina, epoca presidenza di
Pietro Franza: ottanta milioni per
l’annullamento della delibera che
concedeva alla società gli stadi san
Filippo e Celeste per il progetto di centro
sportivo bipolare da parte della
MondoMessina Service, sessanta non
meglio specificati da parte della società
di calcio. Fc Messina che per lavori tra
Celeste, san Filippo e ripristino del
manto erboso dopo il concerto di Vasco
Rossi, chiede inoltre al Comune la
bellezza di due milioni. Tutti debiti
potenziali, parte dei quali però corredati
da decreto ingiuntivo (opposto). Batte
cassa anche il Credito sportivo: tre
milioni e 220mila euro per una
fideiussione prestata dal Comune a
favore di un mutuo da erogare alla
Pallanuoto Messina.
PARTECIPATE. Vero e proprio buco
nero del Comune: diciannove milioni di
debiti certi (quasi tutti dovuti all’Ato3),
ben 33 milioni “potenziali”. Dodici dei
quali per acqua erogata dall’Ente
Acquedotti Siciliani dal 1979 al 1998
che palazzo Zanca non ha mai pagato.
LAVORI PUBBLICI. Se i due milioni e
mezzo di debiti certi sono tutto
sommato nella norma, a far venire i
capogiri sono i 111 milioni di debiti
potenziali: dagli oltre due milioni e
mezzo chiesti dalla famiglia Carità come
risarcimento per la morti dell’alluvione
del 1997, al mare di milioni “avanzati”
da chi a vario titolo ha lavorato per gli
svincoli (mostruosi i ventiquattro chiesti
dalla Gepco Salc), ai cinque e mezzo
che la Astaldi pretende per un lodo
arbitrale seguiti alla costruzione dello
stadio san Filippo (alla quale si è
accodata la Demoter: un milione e rotti
per lo stesso lodo). Davvero “rapace” la
Regione: l’Eas chiede 12 milioni e
mezzo, l’assessorato ai lavori pubblici ne
vuole due: sono i fondi che l’Europa
richiede indietro per la mancata
pedonalizzazione del villaggio di faro,
finanziata e mai realizzata. L’impresa
dell’attuale presidente di Confindustria
messina, Alfonso Schipani, per
trent’anni ha avuto il monopolio
dell’illuminazione pubblica a Messina.
Al termine dell’appalto, nel 2010, ha
presentato un conto da brividi: quasi
quaranta milioni.
POLITICHE DEL TERRITORIO.
Imperano le richieste di risarcimento per
mancata realizzazione: la Adroma
Impianti non riesce a mandar giù la
bocciatura del centro commerciale alle
cave di sabbia e chiede 15 milioni, poco
più in là il diniego alla Agriverde per un
complesso sulle colline potrebbe costare
più di dieci milioni.
Leonardi: «Così bocciai
le alchimie finanziarie»
MESSINA. La Dexia continua ad accreditare al Comune i “flussi differenziali positivi”
Follie Derivati
Uno dei due gruppi bancari con i quali Palazzo Zanca ha sottoscritto contratti
swap aggiorna sulle operazioni annullate quattro anni fa. Con questi rischi
MESSINA. Quattro anni di follie,
advisor che poi piazzavano i prodotti
finanziari, sette contratti, 24 milioni
da pagare che, se tutto va male,
potrebbero diventare 190. I numeri
dell’avventura di palazzo Zanca nel
campo minato della finanza derivata è
riassumibile in poche righe. E non
accenna a fermarsi. Perchè nonostante
tutto quell’enorme, scivolosissima
buccia di banana della finanza
derivata, sulla quale il comune di
Messina (e praticamente tutti gli enti
locali italiani) è maldestramente
inciampato, tentando oggi di capire
come, continua oggi a riservare
sorprese. Perchè Dexia, uno dei due
gruppi bancari con i quali palazzo
Zanca ha sottoscritto contratti swap,
continua come se niente fosse.
COME SE NIENTE FOSSE. La
banca franco-belga, infatti, continua a
comunicare sia il valore mensile del
“mark to market” (l’adeguamento in
funzione dei prezzi di mercato), che i
flussi differenziali su operazioni
finanziarie che il comune di Messina
ha provveduto sin dal 2011 ad
annullare. E infatti, come se in tre
anni e rotti non fosse successo nulla, a
luglio del 2013 Dexia Crediop ha
accreditato nelle casse di palazzo
Zanca 1623 euro quale flusso
differenziale positivo per il periodo di
giugno 2013: mese in cui le alchimie
finanziarie hanno evidentemente
sorriso all’operazione di swap da oltre
quattordici milioni sottoscritta nel 2007
ed annullata dal comune di Messina in
autotutela nel 2011. Stessa solfa un
anno dopo: a luglio, due mesi fa, sui
conti del comune di Messina sono
apparsi poco più di mille e cinquecento
euro: sempre Dexia, sempre per lo stesso
swap. Che si fa? Restituiamoli, dice
l’avvocatura.
QUEI SOLDI CHE SCOTTANO. Il
primo a lanciare l’allarme è stato Nino
Parisi, avvocato incaricato di seguire
palazzo Zanca nell’intricatissima
vicenda dall’allora assessore al Bilancio
Orazio Miloro. Legale che, riposta il
dirigente all’avvocatura Calogero
Ferlisi, “evidenzia la non opportunità
di trattenere i flussi differenziali positivi
versati dalla società Dexia Crediop”.
Perchè? “E’ di tutta evidenza - scrive
Parisi - che controparte (Dexia, ndr),
non ritenendo annullato il contratto
come da determina emessa dal comune
MESSINA. “Nessun contratto, clausola o
che altro è stato mai sottoscritto dalla mia
amministrazione in fatto di finanza
derivata…”. Tirato in ballo da alcuni
organi di stampa, l’ex sindaco Turi
Leonardi, che ha ricoperto l’incarico dal 28
maggio 1998 al maggio 2003,mette i
puntini sulle “i”. “Nel 2001 - rileva -i tagli
dei trasferimenti dello Stato verso gli enti
locali si sono fatti più consistenti. E alcuni
Comuni che avevano ottenuto
finanziamenti dalla Cassa Depositi e
Prestiti, come Messina che aveva
sottoscritto un mutuo da 40 miliardi per il
tram non coperto da finanziamento
comunitario, si sono trovate ad avere
difficoltà di bilancio, esposte come erano
a pagare interessi passivi. Fu in quella
circostanza, come accadeva in molte altre
città italiane, che si decise di chiedere alla
banca che curava la tesoreria, la Bnl, e alla
consociata Dexia Crediop, uno studio sulla
possibilità di fare ricorso a strumenti di
investimento, tagliati su misura per gli
enti locali. L’incarico, è bene precisarlo, fu
affidato “a titolo gratuito”.
Ma in sede di valutazione, mi resi contorileva ancora Turi Leonardi-che non
esistevano all’interno
dell’amministrazione le professionalità
utili a gestire meccanismi complessi, quale
i derivati. Così si decise in giunta di non
farne nulla…”.
di Messina, lo esegua nei termini
stabiliti e di conseguenza. Qualora ciò
venisse attuato anche dal comune di
Messina, controparte potrebbe sostenere
in giudizio che il contratto sia ancora
valido, con le ovvie conseguenze che ne
deriverebbero”.
ELDORADO MANCATO. Allʼinizio,
lʼaffare sembrava di quelli dʼoro. I primi
due contratti derivati, infatti, avevano
fatto guadagnare al comune di Messina
quattro milioni e mezzo
nei primi anni, e una ventina in totale.
Poi sono arrivate cedole e differenziali
negativi, sui quali la Corte dei Conti ha
puntato i fari, fornendo a palazzo
Zanca, come promemoria, una tabella
da “memento mori”. Ma cosa è il Mark
to Market? In sostanza, è il metodo di
valutazione in base al quale il valore
di un contratto finanziario è aggiornato
in funzione dei prezzi correnti di
mercato. Per il comune di Messina, nel
biennio 2010-2011, lʼaggiustamento ai
valori di mercato è stato negativo per un
totale di oltre
quaranta milioni di
euro. Il rischio,
molto concreto, se
non intervengono
novità giudiziarie, è
di dover sborsare
190 milioni di euro
fino al 2032, anno
della scadenza dei
contratti. (A.C.)
i risultati (negativi) dei derivati secondo la Corte dei Conti
centonove pagina 9
5 Settembre 2014
primopiano
LA TESTIMONIANZA. Alleanze, libertà e visioni messianiche di un sindaco tra le macerie
LATI OSCURI
Personale, fondi Tares
e partecipate...
ECCO LE CRITICITÀ CHE NON RENDONO
CREDIBILE IL PIANO DI STABILITÀ
MESSINA. Ma quali sono le criticità
che non rendono credibile il piano
di stabilità e rientro votato dal
consiglio comunale? Ad una rapida
analisi di tecnici e revisori dei conti
a rendere “poco attendibile” il
Piano sono tre elementi.
a) L’esodo del personale negli anni
viene stimato con un possibile
risparmio di 50 milioni di euro. Un
elemento enormemente
sovrastimato che non tiene in alcun
conto la dinamica di turn-over del
personale, svolta attraverso i report
di analisi: alcuni corpi, come quello
dei vigili urbani, sono già
sottodimensionati. Per i prossimi
dieci anni non si intende fare
nessun assunzione, o anche per
questo servizi ci si vuole rivolgere
alla holding della multi servizi allo
studio del segretario generale?
b) I fondi della Tares, la tassa sui
rifiuti. Già portata alla massima
pressione, si prevede un gettito che
supera i quaranta milioni annui,
senza tenere conto del “disastro”
strutturale della società
Messinambiente. Già
sovrastrutturata di personale
dipendente, oggi è in liquidazione,
ma per mantenere i servizi chiede
ancora investimenti, in cassonetti o
beni strumentali. Secondo
ottimistiche previsioni, prima di
fare decollare il porta a porta, la
selezione ponderata dei rifiuti e la
gestione oculata di una discarica in
loco, i prossimi dieci anni saranno
impegnati solo a recuperare il
tempo perduto.
c) Cifre sballate sulle partecipate: se
per l’Atm, società speciale non
ancora cancellata come prevede la
legge per essere trasformata in spa,
si prevede addirittura una gestione
in utile tra dieci anni, per altre
società meno critiche, come
l’Amam, l’azienda che gestisce i
servizi idrici, l’analisi dei numeri
cozza clamorosamente: si prevede
una gestione in utile che giri
dividendi per 35 milioni di euro al
Comune “esentasse”, come se gli
utili per il Comune di Messina non
vanno tassati. Peccato che la stessa
cifra nei bilanci della società risulti
da una parte come crediti incagliati
verso utenti morosi e che sulla
stessa società gravi il peso di
contenziosi aperti con l’Eas,
Siciliacque, Eni.
Governare a Hiroshima
DI
GIANFRANCO FERRARO
IL GIORNO DOPO la sua elezione
Renato Accorinti usò una metafora
chiave: sarebbe stato il "sindaco di
Hiroshima". Vi è in questo una idea
messianica della politica di cui gli
storici del futuro dovranno tenere
conto. Così, la partecipazione, ovvero
l'appello alle sue forze vive, sono stati i
leit motiv di questo sussulto quasi
disperato di una città fino ad allora
ripiegata in se stessa: il governo
diventava il governo dei superstiti.
Ma se a Hiroshima, per dire, non c'è
niente davvero, dove c'è ancora
qualcosa il rischio incombente è di non
cogliere il bisogno di una nuova
mappa, di nuove direzioni, di un
futuro molteplice, multipolare. Il patto
Accorinti-Signorino-rete No Ponte,
cuore della vittoria elettorale, e incerto
ancora nel gennaio 2013, avrebbe
potuto trovare nello slogan con cui fu
presentato il Segretario e Direttore
Generale Le Donne, "Governare il
cambiamento", il perno intorno al
quale far ruotare la trasformazione di
una esperienza elettorale in una
esperienza politica matura. Intorno al
quale, per esempio, in un deserto
politico inimmaginabile pochi mesi
prima, il sindaco avrebbe potuto
rinforzare e strutturare il proprio
movimento oppure, in maniera
altrettanto legittima, riconoscere la
piena autonomia politica della Giunta.
Cambiamo Messina del basso non è
stato in grado di conquistarsi fin qui
una presenza e una voce autonoma, e
la Giunta, di fronte alle convulsioni del
movimento da cui è stata sostenuta,
ma di cui non si sente in fondo
espressione, si è rintanata come in una
sorta di camera stagna, terrorizzata
all'idea di condividere le scelte con i
propri stessi consiglieri comunali, o di
poter contare, per dare forza e
legittimità pubblica alle proprie
decisioni, solo sulla partecipazione
Renato Accorinti
popolare. Salvo poi chiamare a sé la
propria parte di città ogni qual volta ci
fossero delle scelte da difendere.
Perché indietro non si torna, a
Hiroshima.
Abbandonata l'idea di un "governo dei
superstiti", Accorinti assume presto
quella di un "governo dei migliori". Ma
un governo di questa natura non può
che tradursi oggi in una forma di
supplenza democratica, in una
dittatura dolce dei tecnocrati, degli
esperti, dei "professionisti". Cacciola,
Le Donne, Ciacci, Foti, sono forse i
migliori tecnici che la città di Messina
abbia avuto al proprio servizio: ma con
una burocrazia comunale abituata a
vivacchiare, se non peggio, siamo sicuri
che bastino i migliori, per fare politica?
Con l'idea di essere il sindaco di una
città completamente annientata,
Accorinti ha ritenuto sufficiente una
delega in bianco ai più competenti.
Max Weber parlava invece di "etica
della responsabilità" come di una delle
caratteristiche principali della
vocazione e della professione del
"politico". L'etica che ci permette di
valutare, nel cuore delle azioni, nostre
e degli altri, tutte le possibili
conseguenze. Tutti possiamo fare
politica, insomma, ma bisogna sapere
che la politica ha le sue leggi e la sua
specifica formazione. In particolar
modo, in una città in cui a pagare la
distruzione del patrimonio produttivo
sono solo alcuni ceti, e in cui c'è chi
continua a resistere al cambiamento al
solo fine di poter continuare a fare i
propri comodi, in una città in cui
nonostante tutto si combatte una
battaglia all'ultimo sangue, i "migliori"
non possono certo vivere sottovetro.
L'utopia di una politica senza politica,
l'utopia di un bene comune senza
conflitto, non conduce da nessuna
parte.
Apparentemente oltre il suo default,
Messina vive in uno stato di eccezione
permanente, gravata com'è adesso da
un piano di riequilibrio i cui
discutibilissimi metodi di approvazione
lo hanno trasformato nell'ennesima
fabbrica di alibi: hanno tutti ragione, a
Hiroshima. Il Comune perde in ogni
caso la propria sovranità, come anche
in altre città sta avvenendo, per un
complessivo processo di
commissariamento dell'autonomia
economica delle democrazie locali. Ma
Accorinti e il suo movimento, così
come i consiglieri comunali, non sono
riusciti, in un anno, a discutere con i
messinesi su come e perché andasse
difesa la libertà dell'Ente. Contro chi e
rischiando cosa. Incontrando alcuni
esponenti dell'attuale "maggioranza"
all'inizio di quest'anno, Salvatore Settis
disse che il fallimento, così come il
successo, dell'esperienza messinese
avrebbe avuto ricadute anche al di là
dello Stretto. A Messina si potevano
sperimentare nuovi meccanismi di
costruzione delle scelte: stava tutta
qui, per l'intellettuale calabrese, la
possibilità di un'alternativa. Forse
perché la libertà non si difende da soli.
Ma non c'è libertà, a Hiroshima.
SUL SOCIAL
Smarrimento in rete
Nel gruppo ufficiale su Facebook, “Cambiamo Messina dal
Basso”, la notizia della fuoriuscita di Luigi Sturniolo e Nina Lo
Presti ha suscitato un dibattito da più di cinquanta commenti,
ma dove da dove si possono desumere le tensioni all’interno
del movimento che ha candidato Renato Accorinti è il post
scritto da Tonino Cafeo, Sel e vicino al primo cittadino, sulla
bacheca di Sturniolo: “Ribadisco che condivido le critiche di
metodo che il mio amico Gino rivolge alla giunta Accorinti.
Effettivamente l'assessore Signorino non ha chiamato il
nostro gruppo consiliare a condividere il lavoro di
elaborazione del piano di riequilibrio. Tuttavia dai consiglieri
centonove pagina 10
che ho votato mi sarei aspettato per tempo un’iniziativa
politica. Nulla di tutto ciò è stato fatto. Ora c' è stato
‘l’incidente’ e ci siamo fatti tutti male. Ma al mio paese
questo si chiama concorso di colpa”. Tanto è bastato per
scatenare il dibattito tra i sostenitori del Movimento. E così,
mentre il consigliere della IV Circoscrizione, Santino
Bonfiglio, commenta “Questa è confusione di ruoli”, Rocco
El Tehrun ammette: “Forse CMDB doveva fare queste linee
guida e in generale vivere autonomamente dalla giunta”. Sul
punto del default e del riequilibrio, scrive Corrado Speziale:
“Piano contro default è stato un errore epocale”. Cafeo,
quindi, tira le somme: “Una delle cause a mio avviso è anche
la mancanza di maturità politica di molti militanti della
sinistra radicale. Abituati da una vita ad essere minoranza
inifluente oggi sono smarriti...”.
5 Settembre 2014
politica
NEL LIMBO. La richiesta di carcerazione mette per lungo tempo fuori gioco il leader indiscusso del Pd
Messina, gli orfani di Genovese
Mentre renziani, civatiani e cuperliani affilano le armi, accogliendo anche alcuni vecchi avversari,
i fedelissimi rimangono senza una guida. E i democratici non riescono a trovare una linea per la città
MESSINA. Il sindaco Accorinti perde
pezzi, c’è un ricorso che potrebbe
cambiare la guida del Comune, ma i
democratici di Messina non riescono a
definire una linea politica per la città,
spaccandosi su fronti contrapposti
riguardo a temi “cari” al partito o agendo
in ordine sparso. Il perché? L’assenza di
Francantonio Genovese.
SENZA GENOVESE. A confermare la
fuoriuscita dalla governance dei
democratici messinesi di colui che ne è
stato leader indiscusso, è stato, pochi
giorni fa, il Tribunale del riesame di
Messina, che, accogliendo il ricorso della
Procura, ha disposto la custodia
cautelare in carcere di Francantonio
Genovese. I giudici hanno annullato
l'ordinanza del Gip che scarcerava il
parlamentare indagato per associazione
per delinquere truffa e frode fiscale sulla
formazione, disponendone i domiciliari.
L'ordinanza, comunque, non è esecutiva
fino al momento in cui lo diventerà per
termini o sentenza della Cassazione.
PD NEL LIMBO. La lunga estate dei
democratici messinesi senza Genovese
ha visto l’incancrenirsi delle posizioni
interne ed esterne al partito. Da una
renziani della prima ora (Alessandro
Russo e Francesco Palano Quero),
in sempre maggiore collaborazione con
le altre aree che richiedono
discontinuità, come i civatiani, i
cuperliani e alcuni segmenti del partito
provenienti dalle armate di Genovese,
sono pronti a dare battaglia nella fase
congressuale all’ala vicina all’ex leader.
Uno scontro che si è palesato sul fronte
della città, in alcuni specifici episodi,
dall’isola pedonale all’ordinanza anti-tir,
per passare al registro delle unioni civili
e, in ultimo, al Piano comunale di
riequilibrio. I genovesiani registrano
Francantonio Genovese
soprattutto l’assenza di una leadership,
che sarebbe toccata al candidato sindaco
Felice Calabrò, così in molti stanno
iniziando a giocare per conto proprio
(vedi la presidente del consiglio
comunale Emilia Barrile in occasione
dell’accorpamento dell’Autorità Portuale
con Gioia Tauro). Ma quando si aprirà la
stagione congressuale? È questo uno dei
misteri, visto che la precedenza tocca ai
problemi palermitani del partito. Tema
dello scontro sarà l'azzeramento del
residuo gruppo dirigente del Pd, a
partire dal segretario provinciale mai
entrato in servizio, Basilio Ridolfo. Su
chi dovrà gestire il partito, la linea non è
chiara: renziani della prima ora e
civatiani sono per un netto ricambio, più
tiepidi sono i cuperliani, da sempre
propensi alla mediazione. I genovesiani,
dal canto loro, forti dei voti, non
vogliono lasciare spazio ai ricambi,
essendo comunque detentori di titoli,
come ad esempio il capogruppo Paolo
David e Peppuccio Santalco.
APPUNTAMENTI A RISCHIO. Il
conflitto scoppierà tra breve tempo,
quando il gruppo consiliare dovrà
pronunciarsi sull’approvazione del
Registro delle Unioni Civili o la
rimodulazione dell'isola pedonale. Tutti
temi che programmaticamente sarebbero
congeniali al Pd, secondo renziani e
civatiani, ma che sono stati avversati dal
gruppo consiliare per motivi di contrasto
nei confronti del sindaco Accorinti.
PALERMO
Sel, festa al Castello
PALERMO. “Europa e Mediterraneo”
saranno il filo conduttore di #Adelante,
la festa nazionale di Sel che si terrà da
oggi (5 settembre, ndr) al 14 al Castello
a mare di Palermo. «Siamo convinti spiega Erasmo Palazzotto, deputato
nazionale di Sel - che buona parte del
futuro, anche economico, della Sicilia
si gioca sulla sua posizione naturale di
ponte tra popoli e culture. Questo è il
messaggio che vogliamo lanciare e lo
faremo anche attraverso i confronti
previsti con i governi locali, dal
presidente della Regione Crocetta ai
sindaci siciliani, con le forze politiche e
le parti sociali”. Mediterraneo ed
Europa saranno, anche, al centro dei
due appuntamenti previsti con la
presidente della Camera Laura Boldrini
e Nichi Vendola. «Nella nostra festa afferma il coordinatore regionale di Sel
Massimo Fundarò - confronteremo le
nostre proposte per il rilancio della
Sicilia con tutti coloro che hanno a
cuore il futuro della nostra terra».
Previsti momenti culturali oltre ad un
ricco cartellone di eventi musicali, tutti
gratuiti. Domani alle 18 l'apertura della
festa e alle 22 il concerto di Nicolò
Carnesi per la prima volta sullo stesso
palco con Dente.
E A PALERMO... Il blocco messinese
deriva dalle fratture palermitane, che si
prova a risolvere con due cuperliani in
giunta, Angelo Villari (vicino ad
Antonello Cracolici) e Cataldo
Salerno (vicino a Mirello Crisafulli)
e due riconferme per gli assessori Agnello
e Bruno (i renziani inseriti grazie alla
mediazione di Davide Faraone).
Questo, almeno, secondo la proposta che
il segretario regionale del Pd, il cuperliano
Fausto Raciti, intende fare al
vicesegretario nazionale, Lorenzo
Guerini, e, per suo tramite, al presidente
della Regione, Rosario Crocetta. Sulla
strategia, però, pesa un problema di
legittimità posto dal capogruppo all’Ars,
nonché renziano, Baldo Gucciardi.
SCUOLA
Verso le elezioni
L’ASSOCIAZIONE IMPASTATO E IL MOVIMENTO AUT
BOCCIANO IL PRESIDENTE DELLA CONSULTA
C’è aria di tempesta nel mondo studentesco in
previsione delle elezioni della Consulta giovanile, in
programma in autunno. Con un lungo comunicato,
infatti, l’associazione “Peppino Impastato” e il
Movimento Aut hanno “liquidato” l’attuale
presidente, Luigi Genovese junior, che avevano
concorso ad eleggere lo scorso anno, e non solo lui.
Ecco la nota a firma di Pasquale Andrea Calapso che
spiega le motivazioni: “A partire dal 29 Agosto
vengono revocati da ogni incarico l’ex coordinatore
del suddetto movimento, l’ex studente del
Maurolico Emanuele Paleologo, ed il portavoce
provvisorio dell’Associazione, Alessandro
Carcione . Si comunica inoltre la revoca di ogni
sostegno al Presidente della Consulta Provinciale e
Regionale Luigi Genovese, da noi conferitogli sino a
questo momento senza riserve. La scelta dolorosa si legge - scaturisce da alcune scelte di carattere
politico a nostro avviso discutibili, come il completo
disinteresse alla Legge Regionale stessa, e la quasi
totale inadempienza dei punti che egli stesso
presentò nel programma elettorale. Ne consegue
da parte sua l’obbligo di cessare immediatamente
ogni attività politica all’interno del suddetto
organo di rappresentanza studentesca utilizzando
nomi, simbologia e programmazione appartenenti
e prodotti dal Movimento Studentesco Aut.
centonove pagina 11
Queste decisioni nascono, inoltre, in seguito al
susseguirsi di eventi che ha caratterizzato la nostra
attività politica nei mesi di giugno, luglio e agosto,
mesi nei quali l’inattività degli ex associati si è
palesata nella loro totale assenza all’interno
dell’organizzazione della tre giorni per Paolo
Borsellino, organizzata a partire da giorno 17
Luglio con termine giorno 19, iniziando con un
concerto in memoria del giudice assassinato dalla
mafia svoltosi al Lido Legambiente, passando per la
mostra artistica Aut del giorno seguente a Palazzo
dei Leoni, nella sala ArtAut concessaci dal
Commissario Filippo Romano, sino alla presenza in
Via D’Amelio nel giorno dell’anniversario della
strage”. Nel mirino, anche il Movimento Donnaut,
da cui si dissociano “per incompatibilità politica
nonché programmatica”.
5 Settembre 2014
politica
FORMAZIONE. Il Codacons annuncia un’azione a favore delle migliaia di giovani rimasti “gabbati”
Flop Day, risarcimento cercasi
Sotto il fuoco della maggioranza e del 5 Stelle, che ne chiede la sfiducia, Nelli Scilabra si difende
in Commissione Lavoro con una relazione: «I tirocini saranno banditi di nuovo. Con lo stesso metodo»
PALERMO. Bando annullato, tirocini
da riassegnare, maggioranza in crisi e,
adesso, anche una mega azione
risarcitoria. È quella annunciata a favore
delle migliaia di giovani siciliani
“gabbati” in occasione del click day. A
lanciarla, sul suo sito web, è il
codacons.it. Seguendo le istruzioni sul
web, i giovani “danneggiati dalla
vicenda potranno far valere i propri
diritti e chiedere un adeguato
indennizzo in qualità di parti lese”.
L'Associazione ha inoltre reso noto di
aver presentato alla Procura della
Repubblica di Palermo una istanza per
l’ammissione come parte offesa e di
essersi rivolta alla Sezione
Giurisdizionale Sicilia della Corte dei
Conti chiedendo “la condanna al
completo risarcimento per danno
erariale a quanti si sono resi responsabili
delle condotte attive ed omissive”. Il
Codacons, nell'ambito delle due diverse
indagini per accertare le eventuali
responsabilità penali ed erariali, con due
dettagliate relazioni su quanto
avvenuto, ha anche chiesto di
partecipare ai procedimenti per
“rappresentare e tutelare gli interessi dei
cittadini siciliani e in particolare dei
giovani che, sino ad oggi, non hanno
potuto beneficiare di quanto annunciato
e promesso dalla Regione nell'ambito
del Piano Giovani”.
SCILABRA CONTRO TUTTI. Con una
esplicita mozione di sfiducia presentata
dal Movimento 5 Stelle e interi pezzi
della maggioranza contro di lei,
l’assessore alla Formazione Nelli
Scilabra ha provato a non affondare
dopo tutte le polemiche sul click day, ora
flop day. La pupilla del governatore
Rosario Crocetta, in audizione in
commissione lavoro, si è difesa con le
Nelli Scilabra
unghie e con i denti, replicando al dossier
presentato dalla ex dirigente alla
Formazione, Anna Rosa Corsello, con
un controrelazione: «Il ministero del
Lavoro ci ha chiesto di revocare il bando
su Piano e Garanzia giovani pubblicato il
18 agosto scorso. Non ho mai fatto
pressioni su chicchessia - ha detto figuriamoci nei confronti di una dirigente
come Anna Rosa Corsello. Non ho mai
costretto l'ex dirigente a firmare atti,
anche perché la gestione amministrativa
era di sua competenza. Non mi ha
scandalizzato il fatto che un portale
informatico potesse riscontrare dei
problemi, sarebbe bastato accertare la
responsabilità e risolvere il problema.
Coloro che hanno sostenuto via via i
diversi assessori alla formazione
professionale che mi hanno proceduto attacca - oggi chiedono la mia testa».
IL NUOVO BANDO. Il governo
Crocetta riproporrà il metodo del Click
day per la selezione dei tiricini: «È
l'unico strumento davvero trasparente»,
ha detto Scilabra. «Ovviamente stiamo
studiando il sistema per mettere in
sicurezza tutto». Su richiesta di
Valentina Zafarana, capogruppo del
M5S, «prima di votare qualsiasi atto è
necessario che il governo chiarisca
aspetti ancora insoluti: Da dove
prenderà le risorse il governo? Vogliamo
le risposte che il governo non è stato in
grado di fornire in audizione».
AFFIDAMENTI A ETT. Come già
LA LITE
Moderati contro Leanza
E sulla crisi del governo regionale, entra
in crisi l’alleanza tra Articolo 4 di Lino
Leanza e i Moderati Sicilia. Oggetto del
contendere una riunione che doveva
prendere posizione sugli ultimi
accadementi e che, invece, si è risolta
con un documento del solo gruppo del
partito dell’ex segretario del Mpa:
«Esprimiamo la nostra profonda
preoccupazione per la stasi nell'azione
di riforma necessaria ad affrontare i
problemi che affliggono la Sicilia - si
legge il documento - Siamo convinti che
sia indispensabile un coinvolgimento di
tutte le forze di governo in ogni
decisione. La riunione e il documento
hanno fatto andare su tutte le furie i
Moderati Sicilia, che, attraverso il loro
rappresentante, Adolfo Messina, spara
a zero: “Lino Leanza aveva
preannunciato una riunione dei quadri
dirigenti, degli amministratori e dei
parlamentari, invece è stata solamente
e miseramente una riunione del gruppo
parlamentare, non rappresentativa delle
varie istanze. “Malgrado le premesse
avvenute al momento dell’adesione dei
MdS a questo movimento, concordate
con Leanza registriamo per l’ennesima
volta una dissonanza di pensiero ed una
fuga in avanti inopportuna e fastidiosa”.
anticipato da Centonove nello scorso
numero, la gestione del software per la
selezione dei tirocini non è l'unico
affidamento fatto dalla Regione siciliana
alla società Ett Spa. Dalle carte
consegnate in commissione Lavoro
all'Ars dall'ex dirigente e dall’assessore
emerge che la società genovese ha
ricevuto la personalizzazione della
piattaforma informatica acquisita in
riuso dalla Campania e un contratto da
199 mila euro per la realizzazione di un
sistem touch a supporto degli uffici del
Lavoro della Regione, ma anche un
intesa per l'implementazione del sistema
informativo della Regione e la
realizzazione del progetto “Did on line”
per un importo di 169.400 euro.
TURISMO
“E io non ti pago!”
LA REGIONE NON VUOLE RIMBORSARE GLI SPETTACOLI
PER CUI È ANDATO PERDUTO IL FINANZIAMENTO UE
Milioni di euro da tenere in cassa. Sono quelli che
la Regione sta provando a non dare alle società
organizzatrici di spettacoli. Ecco come è andata.
L’assessorato turismo aveva in gestione la linea
po/fesr 2007/2013 per circa 90 milioni di euro.
Queste somme erano state utilizzate per finanziare
o cofinanziare manifestazioni ed eventi sportivi di
grande richiamo turistico. Il funzionamento era così
organizzato: all'inizio dell'anno si stilava un
calendario dove inserire gli eventi di grande
richiamo turistico, gli eventi potevano essere gestiti
direttamente dalla regione (vedi Circuito del Mito o
altre minori) o gestiti da terzi (regia), su progetto
preventivamente presentato in assessorato, e
cofinanziati con importi tra il 30 e il 50% del
bilancio consuntivo della manifestazione. Le somme
per i progetti a titolarità venivano anticipate dalla
Regione, mentre quelle per le manifestazioni a
regia venivano liquidate a consuntivo.
In fase di rendicontazione all’Unione Europea,
erano però state riscontrate una serie di criticità che
non consentivano al Turismo di avere certificati i
rendiconti dalla comunità con il conseguente blocco
di tutta la linea di credito, in particolar modo per le
manifestazioni a titolarità ammontanti
complessivamente a € 60 milioni circa. da qui, la
decisione, da parte dell’assessorato, di decertificare
centonove pagina 12
tutta la linea inserendo le manifestazioni per poter
continuare ad usufruire dei contributi futuri. Così,
le manifestazioni ancora da liquidare sono state
passate al setaccio per trovare dei motivi per non
pagare il cofinanziamento, richiedendo a distanza
di 4 anni integrazioni di documentazioni non
richieste nella precedente circolare (vedi
tracciabilità di tutti i pagamenti anche sotto la
soglia delle prescrizioni di legge) o ritardi nella
presentazione di alcuni documenti o altre piccole e
irrilevanti questioni sugli enti di gestione, il tutto
perché, non essendoci più i soldi comunitari sulla
linea, e dovendo comunque liquidare le
manifestazioni a regia, avrebbero dovuto iscrivere
le somme tra i debiti fuori bilancio. Da qui, la
decisione di appigliarsi a qualsiasi irregolarità per
potere revocare i cofinanziamenti. (D.D.J.)
politica
5 Settembre 2014
BROLO. Le pratiche alla Cassa depositi e prestiti per opere mai realizzate al comune salgono a sei
ZOOM
Mutui fantasma: c’è il bis
Pagamenti in contanti
Ma nessuno si stupiva
La procura di Patti apre nuovi filoni di indagine. Si indaga su altre tre opere finanziate nel 2007 e
2009. Dalle case popolari al metano. E sulla gestione di spettacoli e feste. Ecco tutti i dettagli
Il vice sindaco Gaetano Scaffidi
DI
Carmelo Arasi
GIANFRANCO CUSUMANO
Brolo. I “mutui fantasma” raddoppiano.
Non sarebbero solo tre i mutui accesi dal
comune di Brolo e che hanno portato ad
una inchiesta sfociata nell’esecuzione di
sette ordinanze di custodia cautelare tra
cui spiccano il ragioniere capo dell’ente,
Carmelo Arasi e l’ex sindaco Salvo
Messina (ai domiciliari). La procura di
Patti, infatti, sta continuando le indagini
tramite l’ausilio dei carabinieri e della
guardia di Finanza che quotidianamente
varcano l’ingresso del palazzo comunale
per acquisire nuovi atti. Chi pensava che
il terremoto politico dello scorso 18
agosto fosse stato l’apice, si sbagliava di
grosso. Non solo sarebbero comparsi
altri tre mutui per un totale di un
milione 200 mila euro (uno del 2007,
anno in cui l’ex sindaco Pippo Laccoto,
oggi deputato Pd, lasciò il testimone a
Salvo Messina, divenendone il vice), ma
addirittura tre nuovi filoni di inchiesta
che riguardano principalmente il settore
turistico, l’avanzamento di carriera dei
dipendenti, e il mancato versamento
contributivo degli impiegati per un
milione 300 mila euro. L’ordinanza
firmata dal gip Ines Rigoli basa il
teorema accusatorio principalmente su
tre “mutui fantasma” accesi alla Cassa e
depositi e prestiti nel 2011
(ammortamento a decorrere 2013) per
opere mai realizzate: un palazzetto dello
sport da un milione 700 mila euro;
l’area artigianale da 591 mila euro; una
scuola in via Roma da 918 mila euro. A
quanto pare nel mirino ci sarebbero altre
tre opere “fantasma” i cui fondi
sarebbero stati distratti per altri fini. Nel
2007 (ammortamento a decorrere dal
2009) è stato contratto un mutuo alla
Cassa depositi e prestiti di 291 mila per
LE ACCUSE
Un terremoto politico e sette ordinanze
Patti. Il Gip del Tribunale di Patti Ines Rigoli, ha firmato sette ordinanze di custodia
cautelare, eseguite all’alba del 18 agosto. In carcere è finito il ragioniere del Comune di
Brolo Carmelo Arasi, agli arresti domiciliari l’ex sindaco Salvo Messina, la figlia del
ragioniere, Rossella Arasi ed i dipendenti comunali, Costantino Maniaci, Santa Caranna ,
Antonella Campo e Giusy Di Leo. Tre provvedimenti di divieto di dimora a Brolo
riguardano invece l’ex assessore al Bilancio Carmelo Gentile (misura successivamente
revocata) ed altri due dipendenti comunali Mario Messina e Francesca Mondello. I reati
contestati a vario titolo ed in concorso fra loro sono il falso materiale ed ideologico in atto
pubblico, la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed il
peculato, per aver distratto somme di denaro dalle casse del Comune.
la sistemazione della palestra comunale;
nel 2009 il comune ha chiesto e ottenuto
633 mila euro per realizzare otto allogi
popolari in zona Piana (ammortamento
2011) e per un generico completamento
della rete metanifera realizzata con un
mutuo vero di 2 milioni e 400 mila del
2002). Di queste opere non vi sarebbe
traccia non solo materialmente, ma
anche nei bilanci, nelle deliberazioni del
consiglio comunale, o all’ufficio tecnico
dove avrebbero dovuto predisporre gli
atti progettuali a supporto delle richieste
di finanziamento.
Ma non finisce qui. I militari dell’arma e
le fiamme gialle avrebbero acquisito
faldoni con atti riguardanti una gestione
“allegra” del settore turismo e spettacoli.
Di certo è che alcuni operatori
commerciali si sono rivolti all’attuale
amministrazione guidata da Irene
Ricciardello sostenendo di avere diritto
al pagamento di prestazioni effettuate
“sulla parola”, ma privi di pezze
d’appoggio. Si tratta di 120 mila euro
per “service” (impianti necessari per la
realizzazione di spettacoli in piazza) e
150 mila per l’affitto di palchi e sedie. Su
queste indiscrezioni, tra gli addetti ai
lavori, si favoleggia, addirittura, di
cabaret organizzato in ville private ma
addebitate al comune come feste rionali.
In altri casi si parla di prestazioni
d’opera a titolo gratuito come
volontariato per la cura del verde
pubblico, ma poi risulterebbero
versamenti di circa 400 euro ad
operatore senza una causale chiara. In
una mensa scolastica, addirittura ci
sarebbe stato un momento in cui
centonove pagina 13
GLI UFFICI FINANZIARI SALDAVANO
CASH. COME UN BANCOMAT
Brolo. A leggere le 210 pagine
dell’ordinanza della Procura di Patti il
comune sembra uno sportello bancomat
dove una enorme mole di pagamenti
venivano effettuati in contanti. Senza
che nessuno si stupisse più di tanto.
Nell’ordinanza viene riportato anche un
pagamento di 4300 euro incassato in
contanti nel 2013 da Antonino Gatto,
marito del’attuale sindaco Irene
Ricciardello, all’epoca capo
dell’opposizione. Un mandato con la
causale “rimborso spese per diritti di
segreteria” che gli inquirenti,
sottolineano, «portano ad escludere la
sussistenza di gravi indizi di reato». Una
prassi, insomma, che non stupiva
proprio nessuno: società sportive,
aziende, fornitori del palazzo
comunale. La nuova amministrazione
comunale di Brolo ora sta lentamente
raccogliendo i cocci. L’incarico di
responsabile dell’ufficio ragioneria è
stato affidato al comandante dei vigili
urbani Damiano Passerelli.
avrebbero lavorato 23 persone, non si
capisce bene a che titolo. Fatti sulla cui
veridicità dovrà fare luce la
magistratura. A contribuire potrebbe
essere il ragioniere Arasi che dopo avere
cambiato legale (da Carmelo Occhiuto,
attuale difensore dell’ex sindaco
Messina, al penalista catanese Enzo
Trantino) ha chiesto di essere
nuovamente sentito dai magistrati di
Patti (inizialmente si sarebbe
giustificando sostenendo che le
operazioni erano state fatte
esclusivamente per evitare i dissesto
delle casse comunali e recuperare
liquidità). Il dissesto per il comune di
Brolo sembra ineludibile. Quindici i
milioni di euro di debiti fino ad oggi
conteggiati. A cui vanno ad aggiungersi
altri 4 milioni 200 mila euro per i sei
“mutui fantasma” e una mole infinita di
debiti fuori bilancio che stanno venendo
a galla di giorno in giorno. «Se
l’ufficializzazione del dissesto sarà una
strada obbligata non lo so - ammette il
vice sindaco e assessore al Bilancio
Gaetano Scaffidi - ci sono due ispettori
della Regione che indicheranno la strada
da seguire. E’ stato eletto anche il nuovo
revisore dei conti, Pietro Ferrante (già
vice sindaco di Torrenova, ndr). I numeri
sono impietosi. Quindici milioni di debiti
sono certi con tanto di decreti ingiuntivi.
Se c’è modo di rientrare in maniera
accettabile bene, se per evitare l’onta del
dissesto bisognerà affrontare manovre
“lacrime e sangue”, personalmente
ritengo sia meglio di no. A mio giudizio
dovremmo mettere un punto fermo e
ripartire».
5 Settembre 2014
politica
UNIONI DI COMUNI
Tirreno Ecosviluppo, De Marco presidente
IL SINDACO DI VILLAFRANCA A CAPO DELLA CENTRALE DI COMMITTENZA
Il sindaco Luigi Calderone
Francesco Ruggeri
SAN PIER NICETO. Case popolari al posto di un palazzo ottocentesco
Espropri nel Calderone
A contestare il progetto l’ex vice sindaco Francesco Ruggeri.
Al via anche una petizione. Calderone replica: «Strana protesta»
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
SAN PIER NICETO. Case popolari al
posto della casa appartenuta a Placido
Bruno, ex sindaco dei primi del 900,
ritenuta di grande valenza storica, e
quella della famiglia del vice sindaco
dimissionario Francesco Ruggeri. Il
progetto da 2 milioni di euro
dell’amministrazione guidata da Luigi
Calderone, ha portato lo stesso Ruggeri
a rivolgersi all’assessorato regionale ai
Beni Culturali e alla Soprintendenza, e
alcuni cittadini ad avviare una petizione
online. Secondo quanto sostiene
Ruggeri sull’area vi sarebbero due
progetti, entrambi a firma dell’architetto
Paolo Bucca: uno prevede l’esproprio di
quattro edifici per essere trasformati in
case popolari, l’altro - come scrive
Ruggeri - «facente parte del
Completamento del programma di
recupero del Pit 22 e del Contratto di
Quartiere II, nel quale veniva giudicato
come edificio “storico” da destinare a
centro di sviluppo e promozione delle
attività legate all’Infiorata del Corpus
Domini essendo “un palazzotto
signorile di particolare valenza
architettonica”». «All'epoca in cui ero
vice sindaco, ho espresso disappunto e
contrarietà sulla fattività delle case
popolari in quella zona - dichiara
l’avvocato Ruggeri - e posso assicurare
che l’abitazione di famiglia non c’entra
nulla in questa vicenda. Il comune di
San Pier Niceto ha iniziato l'iter
espropriativo senza che fosse stato
ancora emesso il relativo decreto di
finianziamento da parte della Regione
Sicilia. In più il Comune ha provveduto,
sempre con mio disappunto ed
opposizione, ad accendere un mutuo di
oltre 250 mila euro (quota parte del
10% sull'intero importo oggetto di
finanziamento a totale carico dell'Ente)
quando ancora il relativo decreto di
finanziamento non era stato emesso». Il
primo cittadino Luigi Calderone, in
risposta all’ex alleato Ruggeri, ha scritto
una lunga lettera in cui ribatte punto
per punto. «Dopo avere inviato l ’avviso
del procedimento alla ditta proprietaria
degli immobili interessati all’ esproprio
definitivo - scrive il sindaco stranamente l’unica osservazione
presentata e sulla quale non entro nel
merito, lasciando ad ogni cittadino le
opportune valutazioni del caso, sia stata
respinta dal responsabile tecnico in
quanto formulata “per tutelare un
interesse privato a discapito della
pubblica utilità”, non esistono invece
osservazione di altri Enti o Associazioni
che avrebbero avuto a disposizione anni
per manifestare ogni tipo di
opposizione». Calderone sostiene che
«l’attuale Amministrazione si è trovata
di fronte ad una progettazione già in
itinere e, pertanto, stupisce l’interesse
odierno di taluni che appaiono
scandalizzati di fronte ad un progetto
che ha finalità di recupero e
valorizzazione di immobili urbani che,
allo stato attuale, sono in condizioni
precarie di conservazione. Né, tanto
meno, alcuno dei proprietari degli
immobili interessati ha provveduto a
ristrutturare alcuno di essi. Anzi,
entrando nel merito della casa
appartenuta al dott. Placido Bruno si
specifica che, risalente all’Ottocento
come tante altre che insistono nel
territorio di San Pier Niceto, non è stata
sottoposta ad alcun vincolo della
Sovrintendenza ai Beni Culturali che ha
fatto pervenire parere favorevole sul
progetto»
VILLAFRANCA TIRRENA. Il
sindaco di Villafranca, Matteo De
Marco, è il nuovo presidente del
consorzio "Tirreno Ecosviluppo
2000", la società consortile
composta da 15 comuni del
litorale tirrenico tra Santa Lucia
del Mela e Villafranca Tirrena. Il
consiglio di amministrazione,
rinnovato recentemente, si
completa con le nomine a
vicepresidente di Giuseppe
Merlino, vicesindaco di Saponara
ed del consigliere Salvatore
Campagna, primo cittadino di
Condrò. La nuova squadra
capitanata da De Marco si è
messa subito al lavoro per
portare a compimento i
programmi già in in itinere e
Matteo De Marco
lanciare subito la nuova
progettazione insieme alle
figure del direttore generale Carmelo
gestendo i rapporti con gli Enti locali
Anastasi e dell'architetto Giuseppe
cui spetta l'aggiudicazione definitiva.
Cotruzzolà, responsabile tecnico della
Tra le varie iniziative in programma
società. “Nel ringraziare tutti i
anche quella di procedere
colleghi per avermi concesso la loro
all'acquisizione di un'area da adibire
fiducia - ha dichiarato De Marco –
alla creazione di un canile
voglio ribadire il nostro impegno a
comprensoriale, la partecipazione
perseguire progettualità utili ed
degli operatori locali all'Expo 2015 e
interessanti a tutto il nostro
la realizzazione un impianto di
comprensorio attraverso il consorzio.
discarica consortile per la raccolta di
In primo luogo, ad esempio, la
inerti allo scopo di rendere un servizio
formazione dell'organizzazione della
più rapido ed economico alle aziende
cosiddetta Centrale unica di
edili del territorio. Tra progetti già
committenza (Cuc), della quale
avviati, invece, sono stati già affidati
potrebbero usufruirne gli enti
alla società "Mandarin s.p.a" che fa
interessati”. La Centrale Unica di
capo al gruppo Franza, chee opera nel
Committenza, la cui istituzione è
campo delle reti “wi max”, i lavori del
obbligatoria per legge, curerà le
progetto "Litorale Sicuro" per la
procedure di gara di appalti di lavori,
realizzazione del servizio di
servizi e forniture, dalla
videosorveglianza che interesserà la
predisposizione del bando, fino
fascia costiera di sei comuni tra
all’aggiudicazione provvisoria,
Monforte e Milazzo.
SAN PIERO PATTI
Trovato cancella la Tasi
L’AMMINISTRAZIONE NON FARA’ PAGARE IL NUOVO BALZELLO
San Piero Patti. L’amministrazione comunale di San Piero
Patti cancella la Tasi. Nessun cittadino, detentore o
possessore di immobili pagherà dunque il nuovo balzello.
La giunta presieduta dal sindaco Ornella Trovato ha
proposto al Consiglio Comunale l’approvazione dei
regolamenti Tasi, Tari ed Imu e, contemporamente,
l’azzeramento della Tasi per l’anno 2014. «Ciò significa - si
Ornella Trovato
legge in una nota - che i cittadini non verranno gravati di
questa nuova tassa che se applicata pur al minimo avrebbe certamente pesato
sui cittadini già fortemente provati da una ormai lunga crisi economica».
L’amministrazione comunale coprirà i costi della Tasi, pari a circa 117 mila euro
con propri fondi comunali. L’amministrazione assicura che non verranno
intaccati i servizi comunali o aumentate le aliquote Imu e Tari, che resteranno
invariate. Si tratta di uno dei pocchissimi comuni italiani a fare questa scelta.
centonove pagina 14
sicilia
Antonio Le Donne e Renato Accorinti
MESSINA. Inserita nel piano di riequilibrio la costituzione della società che raggrupperà le attuali partecipate
Rivoluzione Multiservizi
Milleduecento dipendenti, fatturato da cento milioni, rami d’azienda per acqua, trasporti e rifiuti.
Entro la fine dell’anno sarà votata in aula. Il dilemma sullo statuto. Ed i precedenti
DI
ALESSIO CASPANELLO
MESSINA. La rivoluzione è nascosta
tra le pieghe del piano di riequilibrio, a
pagina 52 delle 365 che compongono
il documento. “Al fine di realizzare
efficienze nella gestione ed economie
di scopo nella produzione o erogazione
dei servizi, l’amministrazione persegue
il disegno strategico di istituire una
società multiservizi la quale,
concentrando funzioni e attività, potrà
consentire la realizzazione di
importanti economie di scala nei
rapporti con i fornitori, evitando anche
duplicazioni funzionali, oltre a
semplificare la gestione amministrativa
anche in vista del consolidamento dei
bilanci degli enti locali. L’idea frulla
nella testa del direttore generale
Antonio Le Donne sin dal suo arrivo
a Messina: colpo di spugna su tutte le
partecipate, e contenitore che le
inglobi tutte. Mu.Me., Multiservizi
Messina.
PAZZA IDEA MULTISERVIZI. Un
sogno? No, stando al piano di
riequilibrio. Nel quale si legge che di
una nuova società “ la cui istituzione
intende proporre al Consiglio
Comunale, ed al cui fine il competente
dipartimento ha già sostanzialmente
ultimato la relativa proposta di
delibera”. Sul tavolo del consiglio
arriverà la proposta di delibera di
costituzione di una commissione
tecnica che, in quattro mesi, partorirà
nei dettagli la vera e propria
multiservizi. Che, almeno all’inizio,
accorperà i rami d’azienda di acqua,
rifiuti e trasporti: le ex Amam,
Messinambiente e Atm. Cosa si sa
attualmente della Multiservizi?
SPA O SPE...CIALE? Il primo
dilemma da sciogliere, e se ne
occuperà la commissione tecnica
(composta da Le Donne, da dirigenti e
funzionari interni e si confronterà con
quella politica nella quale siederanno
esperti nominati dal sindaco Renato
Accorinti) è la forma statutaria.
L’unica previsione certa è che la nuova
società sarà interamente pubblica:
l’amministrazione Accorinti di partner
privati non vuole sentirne parlare. Le
soluzioni, quindi, sono due: Azienda
speciale sulla falsariga dell’Atm, o
5 Settembre 2014
società di capitali con unico azionista il
Comune. La seconda ipotesi garantisce
più “liberta di manovra” e “autonomia
patrimoniale perfetta”. Ciò significa
che il socio Comune avrebbe, dal punto
di vista patrimoniale, responsabilità
limitata poichè risponderebbe dei
debiti della società solamente nel
limite del capitale conferito. Viceversa,
un'azienda speciale è un ente pubblico
in tutto e per tutto.
PRO E CONTRO. Il vantaggio è che,
essendo le aziende speciali soggette al
diritto pubblico e non avendo scopo di
lucro, non sono soggette a tassazione
in quanto non producono profitti ma
forniscono un servizio al di fuori dei
meccanismi di mercato”. Per
un’azienda come la Multiservizi, da
1200 dipendenti e fatturato
che sfonderebbe abbondantemente i
cento milioni di euro, non sarebbe un
vantaggio da poco. Nello specifico, non
producendo “utili”, un’azienda speciale
non sarebbe soggetta ad Ires, che oggi
ammonta al 27,5% del reddito. Di
sicuro, poi, non pagherebbe Iva, il cui
costo oggi oscilla tra il 10% ed il 22%
a seconda del servizio.
I PRECEDENTI. Se i tempi tecnici e
politici saranno rispettati, a inizio 2015
la multiservizi dovrebbe essere
operativa. In Sicilia, però, operazioni
simili hanno fatto un flop catastrofico.
A Palermo, l’avventura Multiservizi
(partecipata regionale, non comunale)
si è conclusa con la liquidazione e
debiti a valanga e lavoratori transitati
nella Società a totale capitale regionale
SAS. Il rovescio della medaglia, invece,
è la APM (azienda pluriservizi
Macerata), multiservizi partecipata del
comune marchigiano che ha chiuso il
2013 con un utile di poco meno di un
milione di euro, versato nelle casse del
Comune. Del quale segretario
generale, prima del suo arrivo a
Messina, era proprio Le Donne.
MESSINAMBIENTE
Dipendenti, arriva la sforbiciata
“EVENTUALE RIDUZIONE DI PERSONALE”, SCRIVE IL LIQUIDATORE CIACCI.
MOSSA CHE “ANDREBBE CONCORDATA”. MA DI CUI SI PARLA CON INSISTENZA
Alessio Ciacci
MESSINA. L’ipotesi, terremotante e
assolutamente inedita, è che
l’inglobamento di Messinambiente nella
prossima Multiservizi, potrebbe
comportare il licenziamento di
personale. Parecchio. La circostanza la
riporta Alessio Ciacci, liquidatore di
Messinambiente, nella relazione ai
bilanci 2011 e 2012, approvati ad inizio
agosto. “Il numero dei dipendenti scrive Ciacci - circa 528 unità tra cui 30
invalidi e 50 con limitazioni di “non
idoneità” a mansioni operative, è
indubbiamente in eccesso rispetto agli
centonove pagina 15
importi incassati e dunque al canone
che il Comune stanzia ogni anno”. E sin
qui nulla di nuovo, anche se il primo a
parlare di esuberi di personale è stato
l’assessore Daniele Ialacqua, a
febbraio, in occasione della bocciatura
dei bilanci. Poi la rivelazione. “Una
eventuale riduzione di tale personale
andrebbe concordata tra il committente
e l’ente gestore”. Due righe, che
svelano un possibile futuro:
Messinambiente potrebbe fare a meno
di parecchi degli attuali dipendenti.
Quanti? Oltre un centinaio. (A.C.)
5 Settembre 2014
sicilia
CORTE DEI CONTI
INCHIESTE. A un giro di boa i controlli della magistratura
Cas, si stringe il cerchio
Occhi puntati su transazioni sospette e appalti-spezzatino.
Ma ora si complica la nomina del nuovo direttore generale
MESSINA. Si stringe il cerchio delle
indagini della magistratura in merito
alle verifiche in corso sulla contabilità
del Consorzio autostrade, transazioni
sospette e appalti assegnati “a
spezzatino” per aggirare le norme di
legge.
Ma sul capo del Consorzio autostrade
pende anche una multa da quasi otto
milioni di euro, frutto delle
contestazioni avanzate dall’Ufficio del
lavoro: abuso di straordinario e turni
senza sosta, espressamente vietate
dalle legge. Su questo punto i vertici
del consorzio hanno avviato una
interlocuzione con l’ufficio
provinciale degli ispettori del Lavoro.
Ma è anche sul fronte del
“managment” che l’ente soffre.
Non è stata formalizzata ancora la
nomina a direttore generale dell’ex
capo del genio civile di Caltanissetta
Antonio Castiglione, al posto
dell’ingegnere Maurizio Traianiti,
nomina in quota all’Mpa di Raffaele
Lombardo, partito per il quale il
professionista ha anche svolto il ruolo
di assessore a Catania. Se quella di
Traianiti è una nomina “anomala” in
considerazione dello stipendio
erogato che ne hanno fatto uno dei
dirigenti più pagati dalla Regione,
sono sorte perplessità in merito al
contratto da applicare ora
all’ingegnere Mario Pizzino, in
Francesco MInardo
Caso Pintabona, c’è il danno erariale
I vertici del Cas condannati a pagare oltre ottanta mila euro
per la mancata nomina del direttore generale. Ecco le motivazioni
Rosario Faraci
mobilità dal Comune, che ha già
svolto il ruolo di direttore generale,
quando era assessore alle
Infrastrutture, Piercamillo Russo. I
titoli di Pizzino sono maggiori di
quelli di Castiglione, dirigente di
terza fascia. E questo, crea
perplessità, in merito alle deleghe
operative che il presidente Rosario
Faraci è chiamato ad assegnare.
MESSINA. La Corte dei conti conferma
in appello la condanna dei vertici del
Consorzio autostrade siciliano al
risarcimento del danno subito dall’ente
per il ritardo nella nomina di Olivia
Pintabona a direttore generale.
La non immediata nomina del vincitore
del concorso ad un posto di funzione la
cui copertura era reputata indifferibile
– afferma il giudice contabile in 42
pagine - e la successiva ostinata
perseveranza nel non procedere a tale
adempimento integrano certamente
condotte gestionali palesemente non
animate dal desiderio di assicurare
l’imparzialità ed il buon andamento
dell’azione amministrativa.
Il danno era stato quantificato dal
Consorzio in una somma pari ad €
85.356,75 per le somma erogata
all’ingegnere Felice Siracusa, dirigente
VERTENZE
Contratto, mobilitazione a Roma
INCONTRO A PALERMO SENZA ESITO PER I SINDACATI
MESSINA. Non si ferma la vertenza che
vede impegnati Cub Trasporti, UGL
Trasporti e Sla – Cisal in una
prolungata azione di sciopero – al
momento il termine è del prossimo 15
settembre – contro i vertici del
Consorzio Autostrade Siciliane
continua. “Abbiamo rinnovato le
richieste ai vertici aziendali – dichiara
Filippo Sutera, della Cub – al fine di
sospendere lo sciopero e far rientrare i
lavoratori. Purtroppo nessuno dei tre
componenti il Cda ha inteso recepire il
tentativo di dialogo. Evidentemente
preferiscono rinunziare agli incassi
piuttosto che confrontarsi con i
lavoratori”. “Continuando così –
dichiara Angelo Passari, della Ugl –
non potremo che richiedere le
dimissioni dell’attuale Cda. A questo
punto la vertenza si sposta a Roma,
perché tutti hanno capito che né
contrada Scoppo né Palermo hanno
nulla da dire”. Nei giorni scorsi
l’incontro tra il segretario generale Fit
Cisl Sicilia Amedeo Benigno, il
segretario Responsabile del
Dipartimento viabilità Antonio Dei
Bardi e il Presidente del Consorzio
autostradale siciliano, proprio sulla
vicenda dell’applicazione del contratto
regionale. “Abbiamo ribadito il nostro
no al percorso intrapreso dal Cas ha
affermato Benigno, sulla vicenda del
contratto regionale, al posto di quello
nazionale di categoria , che prevarica
diritti fondamentali sanciti dalla
Costituzione e da leggi nazionali e
abbiamo denunciato un sistema di
decadenza di una certa politica e di
amministratori, che disconoscono i
principi fondamentali della
democrazia”. La riunione è terminata
con l’impegno da parte del Presidente
e del Cda ad avviare sulla vertenza una
riflessione più ampia. “L’unico
contratto di lavoro applicabile ai
lavoratori del Cas - hanno però
ribadito - è il contratto nazionale, per
il ‘personale dipendente da Società e
Consorzi Concessionari di Autostrade e
Trafori’ che è il contratto di lavoro
applicato su tutto il territorio
nazionale“.
centonove pagina 16
generale facente funzioni (€ 30.758,52),
per il risarcimento del danno in favore
dell’avvocato Olivia Pintabona in
esecuzione della sentenza del Tribunale
di Messina per la mancata nomina (€
20.349,97) ed, infine, per il compenso
corrisposto all’ingegnere Vincenzo
Pozzi per l’incarico di consulente
esterno (€ 34.248,26).
Benedetto Dragotta dovrà pagare la
somma di per € 28.754,98 e Francesco
Minardo quella di € 24.998,32; mentre è
stata lievemente ridotta ad € 6.154,73
la condanna per Carmelo Torre e
Angelo Paffumi in quanto, componenti
del consiglio di amministrazione,
rispondono solo per le somme relative
all’incarico all’ingegnere Pozzi.
Olivia Pintabona era prima nella
graduatoria per la nomina a direttore
generale dell’ente. Poi, pur di non
attribuirle l’incarico cui aveva diritto, il
commissario Dragotta assegnò le
funzioni di direttore generale all’ing.
Siracusa che si era classificato al
secondo posto, poi sospese la
graduatoria e finanche revocò in
autotutela la determina del
Commissario ad acta che l’aveva
pubblicata.
Subentrato successivamente Minardo
conferì all’ingegnere Pozzi l’incarico di
consulente esterno assegnandogli i dei
compiti del direttore generale.
Per questi fatti la Cassazione nel mese
di maggio ha confermato la condanna
di Minardo e Siracusa ad otto mesi di
reclusione in sede di rito abbreviato.
Assolti in primo grado i componenti del
consiglio di amministrazione (Torre,
Faraone e Paffumi) e Patrizia Valenti,
subentrata a Minardo nella presidenza
del Consorzio, saranno giudicati in
appello su ricorso del Pm e della
Procura Generale.
5 Settembre 2014
sicilia
PATTI. Sempre più acceso lo scontro alla Polizia municipale. Nuova querela per il neo comandante
Querele? Siamo vigili
Prima una vigilessa che si è sentita diffamata, oggi a prendere la carta bollata anche il revisore dei conti
Antonino Mastrantonio. Il dirigente Ganci: «Il mio impegno e dedizione non sono apprezzati»
DI
PAMELA ARENA
Patti. Sara ricordato per avere
inventato la “maxi multa” o per
collezionare querele? Ai posteri l’ardua
sentenza, di certo il nuovo
comandante della polizia municipale,
Castrense Ganci, famoso per aver
ideato la maxi multa finalizzata a “far
vergognare il trasgressore”, di recente
è stato destinatario di un’ulteriore
querela. Già a luglio il dirigente
comunale dei vigili urbani era stato
querelato da una sua sottoposta con la
quale avrebbe avuto uno spiacevole
diverbio, nella sede del comando,
culminato con il trasporto della
MESSINA.
I subbugli
delle due
vigilessa in ambulanza
all’ospedale
Barone Romeo. Episodio, questo, che
aveva indotto i consiglieri comunali di
opposizione Filippo Tripoli, Nino
Gigante, Pasqualino La Macchia e
Federico Impalà a chiedere dei
chiarimenti al sindaco Mauro Aquino.
In merito era intervenuto anche il
Èresponsabile
nuova televisione,
quindi,
territoriale della
Cgil
Funzione
Pubblica,
Nino
Cammaroto.
anche ciò che si contrappone
In attesa che venga definita la
questione, per il comandante
Castrense Ganci, arrivato a gennaio da
Monreale, si apre un’altra vicenda. A
“Tutta la vitaquesta
che c’è”:
Messina
denunciarlo
volta
è statoospita
la
campagna
Antonino
Mastrantonio, revisore del
che
dà voce
alle donne
con tumore
al
comune
e marito
di un’altra
vigilessa,
seno
che siavanzato
è ritenuto offeso da alcune
affermazioni. «Il signor comandante
Fa
tappa
in Sicilia
“Tutta –lasivita
che
della
polizia
Municipale
legge
c’è”,
campagna
nazionale
di
nellalaquerela
– mentre
si intratteneva
sensibilizzazione
con alcuni sottoposti, proferiva delle
che haingiuriose
l’obiettivosostenendo
di accendere
i
parole
anche
riflettori
sul tumore
al seno avanzato
che l’esponente
è incazzato
“picchi ci
eficiru
darel’esposto
voce a migliaia
di pazienti.
per i lavori
abusivi di
Martedì
8 luglioNella
il Centro
Oncologico
Patti Marina”».
sua querela
di
Eccellenza Peloritano
Messina
Mastrantonio
conferma di essere
stato
(AAOR Papardo-Piemonte),
fghjo
Il comandante Castrenze Ganci
qualità di vita.
destinatario
di una
segnalazione
A
loro è dedicata
“Tutta
la vita che c’è”,
anonima,
indirizzata
tra gli
altri
una
campagna
nazionale
itinerante
proprio al comandante
della
d’informazione,
realizzata
conpolizia
il
municipale,dicirca
un fabbricato
contributo
Novartis
e promossa dalle
oggetto di manutenzione
e specifica
Associazioni
pazienti Salute
Donna
che tale
lavoro «è conforme
alla
onlus
e A.N.D.O.S.,
Associazione
normativa Donne
vigente,
tant’è che
ad oggi,
Nazionale
Operate
al Seno,
che
nonostante
manufatto
sia statovoce e
ha
l’obiettivoil di
dare finalmente
sottoposto
verifica edaalle
parte
dei di
ascolto
alleaesigenze
speranze
tecnici comunali,
scriventecon
non è
migliaia
di donne lo
“invisibili”
tumore al seno avanzato.
Martedì 8 luglio, a partire dalle ore
stato destinatario
di alcun
16.00,
a Messina, presso
l’Auditorium
provvedimento
sanzionatorio,
né di
dell’Azienda
Ospedaliera
Ospedali
denuncePapardo-Piemonte,
per abusivismo, anzi,
a
Riuniti
Contrada
seguito disirichiesta
Papardo,
terrà un inoltrata
incontro lo
nelscorso
quale
maggio
2014,
è stataconfrontarsi
rilasciata una
le
pazienti
potranno
con
regolare
concessione
edilizia.
gli
specialisti
messinesi
su tuttiOra
gli –
continua
la querela
– è pacifico
che il
aspetti
della
vita quotidiana
coinvolti
significato
obiettivo
delle
espressioni
dalla
malattia,
parlare
apertamente
utilizzate
fortemente
lesivo della le
della
loro ècondizione
e condividere
onorabilità
delloNell’ambito
scrivente, nella più
loro
esperienze.
dell’incontro, che vedra' la
ampia accezione, e della reputazione
dello stesso, tanto più se si considera
che le stesse venivano manifestate alla
presenza di più persone, tutte
dipendenti comunali
nonché
colleghi
partecipazione
del dottor.
Michelle
della propria
moglie».
Intanto, sembra
Vullo,
neo Direttore
dell'AOOR
sia pronta una delibera
di giunta
che
Papardo-Piemonte,
si potrà
aggiungere
prevede
il trasferimento
di vita”
tre vigili
una
foglia
all’“Albero della
che
urbani fra ogni
cui anche
moglie
di
correderà
tappa la
della
campagna,
Mastrantonio.
A tutto questo
risponde
scrivendo
un pensiero
per manifestare
lo stesso comandante
Castrense
supporto
alle donne che
lottano. Ganci
cheCentro
dichiara
di non aver
ricevuto del
«Il
Oncologico
di Eccellenza
nessuna querela
da parte
del marito
Papardo,
è nato circa
due anni
fa in
della vigilessa:
«Non
mi è stato
convenzione
con
l’Università
degli
notificato
nulla - con
dichiara
– ma ormai
Studi
di Messina
l’obiettivo
di
non mi stupisco
più di nulla
visto che
rispondere
alle esigenze
di assistenza
l’autore della
querela
è
oncologica
delpresunta
territorio»,
afferma
marito di Adamo,
una dipendente
che,
quando
Vincenzo
Professore
ordinario
accadde
la “famosa”
lite nel luglio
di
Oncologia
Clinica Medica
scorso, si è agitata
da finire
all’Università
degli così
Studitanto
di Messina
e
sotto procedimento
disciplinare. A
Direttore
dell’Unità Operativa
questo punto
mi chiedo se
sono io ad
Complessa
di Oncologia
Medica
essere troppo
attaccato al mio «La
lavoro,
dell’AOOR
Papardo-Piemonte.
o sono i dipendenti
che mi
campagna
“Tutta la vita
checriticano
c’è” si
che non
vogliono svolgere
propria
sposa
perfettamente
con la la
mission
attività nello
perché che,
principale
delstesso
Centromodo
Oncologico
catapultati
in questa
realtà
percarico in
con
il “Progetto
Donna”,
si fa
trasferimenti
che di
rispondono
ad altre
modo
particolare
tutte le patologie
logiche. Quando
mi hanno affidato
il
oncologiche
che colpiscono
la
comando della
polizia municipale di
popolazione
femminile».
Patti - continua
– hoil creduto
“Tutta
la vita cheCastrense
c’è” è anche
titolo
di poter
svolgere
anche
qui un che
ottimo
del
Manifesto
della
campagna,
le
lavoro
così come hanno
ho fatto
a Monreale
due
Associazioni
messo
a punto
dove,
tutt’ora, mi
chiedono delle
di tornare,
per
richiamare
l’attenzione
ma in prossimità
dellae scadenza
del
istituzioni,
dei media
dell’opinione
contrattosui
nondiritti
possoe sulle
fare aesigenze
meno didi
pubblica
pensarepazienti.
che qui «Le
il mio
impegnoci
queste
statistiche
incondizionato
non è delle
apprezzato
in
dicono
che il numero
donne e,
che
secondo luogo,
noncon
è adeguatamente
convivono
a lungo
un tumore al
remunerato.
L’idea della
“mega multa”,
seno
in fase avanzata
è destinato
per
nata perasopperire
allaprossimi
mancanza
di
fortuna
crescere nei
anni»,
un carroAnnamaria
attrezzi perMancuso,
rimuovere le auto
afferma
del trasgressore,
inizialmente
è stata
Presidente
di Salute
Donna onlus.
«Le
criticata, mentre
è apprezzata.
prospettive
per leoggi
donne
colpite da
Purtroppo
– conclude
– tutti
sono
questa
patologia
stanno
cambiando,
pronti
quando siche
vuole
attaccarevedano
la
ma
è necessario
le pazienti
polizia municipale,
ma quando
poi e
seriamente
riconosciuti
i loro bisogni
i servizi nessuno
è
inon
loroarrivano
diritti. Vorremmo
che i media
e
pronto a farsi
un esame
di coscienza».
l’opinione
pubblica
cominciassero
a
Riguardo
trasferimento
delle unità
parlare
di al
tumore
al seno avanzato
lavorative,
senza
paurailecomandante
che le donneCastrense
evidenzia come
queste scelte
siano «di
affrontassero
la propria
condizione
competenza
sindaco
che,
senza
timoredel
di subire
emarginazione
probabilmente,
ha intenzione di
lavorativa
o sociale».
ottimizzare
la manodopera
e garantire
Messaggi
e obiettivi
della campagna
si
quanti più servizi
possibili».
ricollegano
al progetto
Her(e) and
Now, un’iniziativa di awareness
LA CURIOSITÀ
Aiuto, mi è cresciuto il verbale
fghjni in fumo
all’avanguardia nell’assistenza e cura
dei tumori femminili,
PATTI. Anche
nelle infrazioni
è questioni di misure. Almeno a Patti. Nel
ospiterà
un incontro
nel qualestradali
i
comune messinese infatti, con l’arrivo del FGHJFHGJ
comandante Castrenze Ganci i verbali
cittadini
sono raddoppiati.
Noncon
nelspecialisti
numero ma nella dimensione: dal classico formato a
potranno
confrontarsi
quello A3e (40x30
cm). Un
“lenzuolo” rosa (e non verde) per risaltare di più e
oncologi
Associazioni
pazienti.
Pensando
Satislolascivius
matrimonii
farlo notare anche ai passanti. L’idea di Ganci,
arrivato
scorso gennaio
dal vix
lucide iocari
apparatus bellis.
Adlaudabilis
comune di
Monreale,
di fare “vergognare”
il trasgressore,
inducendolo
Messina,
7 luglio
2014è-quella
In Sicilia
conubium
santet
agricolae,
ad essere
più30.000
disciplinato
ad ovviarezothecas
all’assenza
di un carro
attrezzi).
A iam
vivono
quasi
donne(oltre
che hanno
catelli Prima
agnascor
fiducias,lautmaxi
suis zothecas.
quanto pare
i risultatidiglicarcinoma
stanno dando ragione.
di adottare
multa
ricevuto
una diagnosi
Suis dieci
praemuniet
pretosius
catelli.
Ganci è stato
di un altra
iniziativa:
giorni senza
multe.
Sono
mammario;
trapromotore
loro sono molte
quelle
conubium
staticombattono
intensificaticon
i controlli
al posto delCathedras
verbale i frugaliter
vigili si sono
limitati santet
ad
che
la formama
avanzata
plane perspicax
utcunque
sensibilizzare
pattesichirographi,
al rispetto del
codice
euna
che“strigliata”,
oggi, grazie per
ai progressi
delle gli automobilisti
adlaudabilis ossifragi spinosus vocificat
della strada.
terapie,
convivono sempre più a lungo
La mega multa di Patti. E’ grande quanto un foglio A3
rures.
con la malattia, con una migliore
centonove pagina 17
5 Settembre 2014
sicilia
Da sinistra, Dario Cartabellotta, Patrizia Valenti, il commissario Filippo Romano, Nino Bartolotta e Rosario Crocetta
MESSINA. Da Santo Stefano di Camastra a Mistretta tutti d’accordo a sposare il libero consorzio di Enna
In fuga dalla Provincia
I comuni della Valle dell’Halesa rompono col capoluogo, Dubbi per Tusa che vorrebbe dialogare
con le Madonie. Taormina, invece, interrompe i rapporti con Giarre. Nuovo incontro a palazzo dei Leoni
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
MESSINA. L’area metropolitana di
Messina sembra un grand hotel. Gente
che va, gente che viene. In questo
caso si tratta di comuni. Entro il 28
settembre le amministrazioni
comunali dell’ex provincia di Messina
dovranno scegliere se aderire all’area
metropolitana o ai liberi consorzi.
Sembra rientrata la “pazza idea” di
Taormina di seguire i catanesi
dell’Etna Nord. Al contrario, Mistretta,
sembra decisa a “sposarsi” con la
vicina Enna. I tempi sono stretti.
Anche perchè, secondo quanto
disposto dalla Regione, la scelta di
entrare o uscire dall’area
metropolitana si può fare con una
semplice delibera di consiglio votata
da almeno 2/3 dei consiglieri. Per
entrare a far parte di un libero
consorzio, invece, si dovrebbe fare
prima una consultazione popolare
tramite referendum, a sua volta
normato da un regolamento
comunale. Ma nei prossimi giorni ci
potrebbero essere novità. Visto che
molti comuni ancora non hanno preso
una decisione e non hanno i tempi
tecnici per potere indire il
referendum, la Regione starebbe per
varare una proroga. In sostanza per
concedere ancora tempo agli indecisi
la data del 28 settembre sarebbe
trasformata nel termine ultimo per
l’indizione e non dello svolgimento
della consultazione popolare.
Addirittura alcune voci danno per
certa l’abolizione successiva del
referendum, dando l’esclusivo
mandato al consiglio comunale.
A Taormina - anche se non
ufficialmente - sembra tutto deciso.
Nelle scorse settimane era stato votato
all'unanimità un ordine del giorno
sull'ipotesi di costituire un nuovo
libero consorzio dei Comuni (Etna
Nord), ma la situazione politica su
questo argomento sarebbe mutata.
Dal Partito Democratico alle liste
civiche di maggioranza sembrano
decisi a restare con Messina. «Il libero
consorzio con i comuni etnei rimane
una buona idea - ammette Mario
D’Agostino, coordinatore politico della
civica “Intesa Democratica” - ma
oggettivamente, essendo la sede a
Giarre (il comune più popoloso) c’è il
rischio che le esigenze di Taormina
non vengano tenute nella giusta
considerazione». Tra i comuni del
comprensorio a propendere per l’area
metropolitana anche Giardini Naxos e
Letojanni. Le idee più chiare si
potranno avere lunedì 8 settembre,
alle 10. A Palazzo dei Leoni, sede
dell’ex provincia di Messina, si
incontreranno i sindaci del messinese
con il commissario Filippo Romano e
il vice presidente della Regione,
Patrizia Valenti. E’ stata invitata anche
la deputazione regionale e nazionale.
In realtà, i sindaci dei comuni
nebroidei che orbitano tra Mistretta e
Santo Stefano di Camastra, le idee
sembrano avercele chiare.
Complessivamente sono otto. Nel
corso dell' assemblea svoltasi
nell'auditorium dell' università Kore di
Enna a luglio avevano spiegato che
l'adesione al Consorzio “Enna Tirreno”
rappresentava una opportunità da non
perdere «per i benefici che sganciarsi
da una grossa provincia, come quella
messinese, comporta». «Il nostro
statuto prevede la possibilità di
referendum e non prevede quorum,
non credo avremmo problemi assicura Carmelo Re, sindaco di Santo
Stefano di Camastra - vogliamo
passare da parte terminale e
dimenticata della provincia di Messina
ad attore e protagonista di una nuova
ipotesi di rilancio e di sviluppo con
comuni della ex provincia di Enna.
Saremmo il loro sbocco sul mare».
LA POLEMICA
Gal diventa poco...Plus
DICIOTTO CENTRI NEBROIDEI ESCLUSI DAI FONDI
PER IL RILANCIO DELLE AREE DEPRESSE E MONTANE
Giuseppe lembo (Ucria) e Ciccino Calanna
CAPO D’ORLANDO. Aderire o meno ad un territorio è
una scelta che potrebbe influire anche sulle casse del
proprio comune. ne sano qualcosa i 18 comuni del Gal
Nebrodi Plus rimasti fuori dalla perimetrazione regionale
col rischio di perdere importanti finanziamenti. «Non
abbiamo intenzione di portare avanti guerre di campanile
ma chiedere al Dipartimento per lo sviluppo economico,
una riperimetrazione dell’area Nebrodi. E’ assurdo
pensare che alcuni comuni costieri, che ospitano già tanti
servizi siano inclusi e centri realmente periferici e di aree
depresse no». L’ex deputato Francesco Calanna,
centonove pagina 20
presidente del Gal Nebrodi Plus, per il momento usa il
fioretto. Ma molti comuni montani del messinese sono sul
piede di guerra. Si sono riuniti a Villa Piccolo, a Capo
d’Orlando. Si tratta di Capizzi, San Teodoro, Cesarò,
Sinagra, Ucria, Raccuja, Floresta, Santa Domenica Vittoria,
Sant’Angelo di Brolo, Ficarra, Novara di Sicilia, Basicò,
Tripi, Montalbano Elicona, San Piero Patti,
Montagnareale, Librizzi, Piraino. Allo stato non sono stati
inseriti tra i comuni che costituiscono l’Area Interna
Nebrodi e rischiano di perdere i fondi per rilanciare le
aree depresse e montane.
«La mappatura finale- spiega ancora Calanna- è
influenzata a nostro avviso da due fattori: i criteri con cui
selezionare i centri di offerta di servizi e la scelta delle
soglie di distanza per misurare il grado di perifericità
delle diverse aree. Inoltre le Aree Interne saranno
partners privilegiati per la definizione della strategia di
sviluppo e la realizzazione dei progetti in essa inclusi».
5 Settembre 2014
sicilia
Oltre a Santo Stefano di
Camastra decisione presa
anche a Mistretta, Capizzi,
Motta D’Affermo, Reitano e
Caronia. Qualche dubbio a
Castel di Lucio. Visto che
non vi sono certezze, il
presidente del consiglio
comunale Pippo Nobile,
non ha ancora convocato
la seduta. Punto
interrogativo invece per
Tusa. Le ipotesi sono due:
o il libero consorzio di
Enna o quello che
dovrebbe nascere sulle
Madonie con capofila
Termini Imerese (occorre la
contiguità territoriale).
Anche se fa capolino quello
Carmelo Re, sindaco di Santo Stefano di camastra
di Patti grazie ad una
maglia lasciata aperta dalla
si terrà dopo l’incontro di Messina per
normativa.
chiedere alla cittadinanza un
«Ancora non abbiamo deliberato
referendum preventivo». Se il comune
perchè è in corso un dibattito interno
non prenderà una decisione, in base
- spiega il sindaco Angelo Tudisca all’attuale norma, aderirà
queste non sono decisioni che si
automaticamente al “consorzio di
prendono d’imperio, voglio che
Messina” che comprende tutti i centri
l’intero territorio, rappresentato sia
esclusi dall’area metropolitana di
dalla maggioranza che
Messina che non hanno fatto una
dall’opposizione, faccia una scelta
condivisa. Il nostro sarà l’unico
comune della Valle dell’Halesa ad
accogliere l’invito alla riunione indetta
lunedì 8 settembre alla sede dell’ex
provincia di Messina». Tudisca non
vorrebbe “rompere” con i comuni
della Valle dell’Halesa, territorio
coeso, con cui ha fino ad oggi lavorato
ed ottenuto significativi risultati
politici ed economici (finanziamenti
comunitari). Ma su Enna i dubbi sono
tanti. «E’ la provincia più povera
d’Italia, è lontana dal nostro territorio.
Se nascesse il consorzio delle
Madonie, invece, il capofila sarebbe
Termini Imerese, ad un tiro di
schioppo dal nostro comune». Anche
l’opposizione ha dato carta bianca a
Tudisca. Si è già tenuta una prima
assemblea pubblica alla villa
comunale molto partecipata. Un’altra
LA SCHEDA
Carditello e Mauro
verso la pensione
IL DIRIGENTE ALL’EDILIZIA SCOLASTICA
E L’ADDETTO STAMPA NELLA LISTA
DEI DIPENDENTI CHE FANNO LE VALIGIE
Patrizia Valenti
scelta alternativa. Scontata l’adesione
all’area metropolitana per i comuni da
Barcellona a Villafranca Tirrena
(compreso Milazzo e la valle del
Mela). Nessun tentennamento
nemmeno nella zona jonica dove dove
c’era stato un timido tentativo di
Santa Teresa di Riva di fare scelta
alternativa, subito rientrato.
Angelo Tudisca
centonove pagina 21
Messina. Entro fine anno la
Provincia regionale di Messina (o
quello che ne rimane) perderà due
figure tra le più note: il dirigente
all’Edilizia Scolastica Vincenzo
Carditello e l’addetto stampa Gino
Mauro. Entrambi per decenni hanno
lavorato all’interno di Palazzo dei
Leoni con incarichi di rilievo. Ma non
sono gli unici. Complessivamente
dovrebbero essere una ventina ad
essere messi in pensionamento
d’ufficio, se non presenteranno
Enzo Carditello
spontaneamente domanda. A
disporlo all’ufficio del Personale
guidato dal dirigente Armando
Cappadonia è sato un atto
d’indirizzo
del
commissario
straordinario Filippo Romano. il
quale a sua volta ha recepito una
disposizione nazionale. «Nella
pubblica amministrazione non
possono più rimanere in servizio
tutti i dipendenti che hanno
compiuto i 67 anni di età. Carditello
e Mauro sono tra questi, ma nel
nostro ente non saranno gli unici».
Ancora non vi sono dati precisi. E’
in atto uno screening. I numeri esatti
giungeranno sulla scrivania del
dirigente Cappadonia la prossima
settimana con le relative date di
pensionamento.
5 Settembre 2014
sicilia
In attesa del passaggio su viale Giostra
MESSINA. Un video registrato all’alba del 31 agosto squarcia nuovamente il velo che copre il business
Corse clandestine, Giostra continua
In quarantatré secondi, la strada si trasforma in un ippodromo, popolato da uno sciame di motorini.
Un appuntamento settimanale che non si riesce a tenere a freno. Con questi percorsi e ruoli
MESSINA. Quarantatré secondi di
video che hanno fatto il giro della rete in
pochissime ore. Quarantatré secondi che
raccontano un’alba del 31 agosto a
Messina, in un viale Giostra inizialmente
deserto e poi invaso da uno sciame di
motorini che accompagnano il rush
finale di una corsa clandestina di cavalli.
Ad ammirare i puledri e i loro calessini,
una marea di spettatori a bordo strada.
Non solo semplici curiosi, ma anche
scommettitori. Già, perché, a Messina,
ogni settimana, nelle notti tra sabato e
domenica, la città diventa come
l’ippodromo delle Capanelle. Sotto gli
occhi di tutti e l’impotenza delle Forze
dell’Ordine. Il tutto, nello stesso mese
del nuovo rapporto Zoomafie 2014 della
Lav, presentato pochi giorni prima, che
snocciola di dati di un business.
QUALCHE DATO. Dal 1998 al 2013
compreso sono state denunciate 3321
persone, 1228 cavalli sequestrati e 107
corse e gare clandestine bloccate. I
traffici legati alla sfruttamento degli
animali rappresentano un'importante
fonte di guadagno per i vari gruppi
criminali che manifestano una spiccata
capacità di trarre vantaggio da qualsiasi
trasformazione del territorio e di
guadagnare il massimo rischiando poco.
Le inchieste che si sono susseguite nel
corso degli anni in tutta la Sicilia hanno
in parte squarciato il velo: dalle tre
principali, è venuto fuori che nelle
illegalità legate al mondo dell’ippica
sono coinvolti clan di spessore criminale
di primo livello i Santapaola, il clan
mafioso del rione Giostra di Messina, i
clan Spartà e “Mazzaroti” della
provincia di Messina, i Ferrera, i
Piacentini -“Ceusi” di Catania. Le corse
clandestine di cavalli permettono a
queste organizzazioni criminali un
fatturato pari ad 1 milione di euro.
VIDEO E DENUNCIE. A fare scalpore,
perché andato su “Striscia la notizia”
nel 2010, era stato il video a corredo di
un servizio di Edoardo Stoppa. Un
evento mediatico nazionale che era
bastato non certo a interrompere le
gare, ma a provare a dare una “stretta”,
avvenuta nell’aprile del 2011 con gli
esiti dell’inchiesta “Pista di Sabbia” del
2006 del Nucleo Operativo della
Compagnia Messina Centro. A finire
sotto custodia cautelare, 20 persone,
diciassette delle quali indiziate del reato
di associazione per delinquere
finalizzata al maltrattamento ed
all’organizzazione di competizioni non
autorizzate tra animali, mentre gli altri
tre sono veterinari ritenuti responsabili
di concorso esterno nella predetta
associazione. Nel corso delle indagini
erano state monitorate, ed in molti casi
interrotte, numerose corse disputate
lungo le principali strade cittadine.
Spesso le gare venivano riprese dai
partecipanti ed i relativi filmati diffusi
via internet. Tra gli arrestati, anche un
docente di Veterinaria e due veterinari
liberi professionisti, a dimostrazione del
regime di connivenze istaurato e da
monitorare. Tra i video, anche quello
girato dalla Polizia scientifica da una
terrazza del viale Giostra alle 7,05 del
23 gennaio 2005, che registrava le
identiche immagini di quello postato su
Facebook, con uno sciame di motorini e
auto che seguivano due cavalli correre
sull’asfalto. Video che fu determinante
per dare vita all’operazione “Staffetta”
della Squadra Mobile, che aveva
inchiodato l’organizzazione delle corse
gestite dal dal boss di Santa Lucia sopra
Contesse, Giacomo Spartà, i cui
stallieri si occupavano dei puledri tenuti
in una stalla a San Raineri, nella zona
falcata. Animali vittime di percosse,
cadute, collisioni e trattamenti dopanti
pericolosissimi.
LE DIFFICOLTÀ
O prevenzione o blitz
UNA SOLA VOLANTE NON PUÒ FERMARE LA GARA. L’UNICA
STRADA È TENTARE DI “STRONCARLA” ALLA PARTENZA
Giuseppe Cucchiara
Una brutta gatta da pelare, quella delle corse
clandestine, per il Questore di Messina Giuseppe
Cucchiara, ma non solo per lui. Infatti, l’appuntamento
gestito dalla malavita e reiterato settimanalmente è difficile
da tenere a bada da parte di tutti coloro che sono preposti
al controllo del territorio insieme alla Polizia, ovvero i
Carabinieri e la Guardia di Finanza, ad esempio. Il
problema? Per i grandi numeri delle persone coinvolte in
una gara, o si decide di intervenire in grande stile, con
azioni coordinate che comprendano dispiego di mezzi e di
centonove pagina 20
uomini, oppure si può solo provare a fare come Quinto
Fabio Massimo, il temporeggiatore. «Quando una volante si
“imbatte” in una corsa, può fare poco o niente», spiega un
tutore dell’ordine con amarezza. Ecco perché: «Nel
momento in cui si prova a intervenire, può capitare che la
vettura venga circondata dai motorini e costretta a
rallentare fino a fermarsi. Questo - continua - senza tenere
conto della superiorità numerica dei soggetti coinvolti
nell’illecito». Quindi, l’unica strada che si può percorrere
settimanalmente è quella dell’azione preventiva, ovvero
bloccare calessi, fantini e cavalli all’uscita dalla stalla, in
modo da bloccare la corsa sul nascere. Ma anche questa
operazione non è semplice. Chi interviene deve avere al suo
fianco anche un veterinario, perché i cavalli, saturi di
sostanze dopanti, senza sfogare la carica potrebbero anche
morire. Per loro, dal 2011, esiste a Castell’Umberto una
struttura di recupero: “Galoppo Libero”. (R.C.)
sicilia
I RUOLI. Ci sono gli organizzatori,
dediti all’acquisto dei cavalli, allo
svolgimento degli allenamenti,
all’approvvigionamento dei farmaci, al
reperimento dei locali per il ricovero
degli animali, in molti casi ricadenti in
aree demaniali o in quartieri cittadini
(particolarmente contestata da un boss
di Giostra fu una scerbatura che
scopriva le stalle a Villa Lina). A loro
tocca anche la pianificazione delle
singole competizioni, individuando i
tracciati e le relative caratteristiche
(rettilinei pianeggianti o tratti in salita)
e concordando le regole di gara. Altri,
invece, vengono utilizzati per le gare,
conducendo gli animali a bordo di
calessi. Poi, ci sono gli “occasionali”,
reclutati di volta in volta, con questi
scopi: cronometrare le corse, scortare gli
animali in formazione attraverso la
tecnica dello sciame di motorini e auto,
ma anche per isolare le aree prescelte,
presidiando gli incroci. IL loro numero?
Può raggiungere il centinaio.
I PERCORSI. Dagli esiti di “Pista di
sabbia”, è emerso ciò che i messinesi
più nottambuli vedono ogni fine
settimana. Le gare, infatti, si
disputano su tracciati ricorrenti,
individuati nella città di Messina,
denominati secondo codici
convenzionali: la Marina (che
identifica il primo tratto della via
Quasi al traguardo
Lo sciame di motorini
Consolare Pompea a partire dalla
Rotonda dell’Annunziata in direzione
Ganzirri); la Strada Larga (il tratto
della Statale 114 ricadente in località
Santa Margherita); Mare-Monti (lungo
il Viale Gazzi e il Viale Giostra). Poi, le
corse in “trasferta, come a Galati,
Giammoro, Fondachello e
Fiumefreddo, con gare interprovinciali
che coinvolgono i fantini catanesi.
IL GIRO DI DENARO. Dalle
documentazioni sequestrate, viene fuori
un sistema che ricalca quello “ufficiale”,
quotazioni dei cavalli incluse. C’è una
cerchia più ristretta che arriva a puntare
anche duemila o tremila euro. I
“picciotti” addetti alla scorta, come parte
degli astanti, invece, si può spingere
massimo entro i cento euro. In media,
una gara al top, comporta un giro di 10
mila euro.
I CAVALLI. In generale, non si tratta di
purosangue (da “Pista di Sabbia” ne
venne fuori uno solo, che in realtà era
un ¾ inglese incrociato irlandese), ma
di pony con caratteristiche dolicomorfe
(analoghe ai purosangue inglesi),
ovvero più idonei alle andature veloci e
allungate. Nel migliore dei casi, ma non
è il caso dei pony, un cavallo può valere
intorno ai 4-5000 euro ma in genere,
parlando sempre di prestazioni
superiori, il valore si aggira tra i
duemila, massimo duemilacinquecento
euro. In gergo, i pony, li chiamano mezzi
cavalli e potrebbero provenire da incroci
locali. Agli animali, vengono dati
farmaci dopanti come “Feramina Tre”,
“Isoram” o “Ammitoplasma al dieci per
cento”, somministrati spesso senza
alcuna competenza veterinaria. E sei il
cavallo muore? Non c’è problema,
perché va a finire nei circuiti
gastronomici. (R.C.)
centonove pagina 21
5 Settembre 2014
IL DOCUMENTO
Il rapporto Zoomafie
CORSE
CLANDESTINE
di
cavalli,
combattimenti tra cani, macellazioni
clandestine, pesca di frodo, traffico di fauna
selvatica, doping: sono alcuni dei crimini
contro gli animali gestiti dalla criminalità
in Sicilia che emergono dal Rapporto
Zoomafia 2014 redatto da Ciro Troiano,
criminologo
e
responsabile
dell’Osservatorio Zoomafia della LAV. La
nuova edizione del Rapporto, “Illegalità,
malaffare e crimini contro gli animali”, alla
sua quindicesima edizione, analizza lo
sfruttamento illegale di animali ad opera
della criminalità nel 2013. “I crimini a danno
degli animali si presentano in Sicilia sempre
di più come attività organizzate, portate
avanti da veri sodalizi dotati di strutture,
mezzi e con forte pericolosità sociale sostiene Troiano - Diverse inchieste hanno
messo in evidenza l’interesse della
criminalità organizzata per le corse di
cavalli, il controllo dei mercati ittici o del
comparto zootecnico. Sequestri e confische
di animali, allevamenti e punti vendita
confermano questo dato. I traffici legati
alla sfruttamento degli animali in Sicilia
rappresentano un’importante fetta del
business realizzato a livello nazionale”.
5 Settembre 2014
sicilia
PROGETTO SCALP. Il patrimonio archeologico dell’isola oggetto di studio all’Istituto italiano di Sidney
Sicily made in Australia
La testimonianza dell’archeologa di Messina Alba Mazza che da un anno fa parte dello staff
dell’Università con un progetto di dottorato sull’archeologia subacquea e costiera della Sicilia
DI
ALBA MAZZA
MESSINA. «Ma che ci vai a fare in
Australia?» Vado a studiare archeologia!
«Ma in Australia? Ma quelli sono nati
ieri!». Sì, lo so, infatti io vado a studiare
l’archeologia della Sicilia. «In Australia?
Mha! ……. Comu nn’i ridducemmu!».
Spiegare cosa faccio in Australia non è
semplice, in sostanza sì, vado a studiare
il patrimonio archeologico della Sicilia,
nello specifico la parte costiera,
marittima e subacquea.
Ho deciso di andare a svolgere la mia
ricerca al dipartimento di Archeologia
nel 2012, quando, grazie ad un ciclo di
conferenze organizzate in Australia
dall’Istituto Italiano di Cultura di
Sydney e l’Istituto di Cultura SiciliaAustralia con tema principale la Sicilia
ed il suo patrimonio archeologico, sono
andata a fare un giro di perlustrazione
per vedere quali opportunità di lavoro la
terra dei canguri potesse offrire.
Dopo un anno mi sono ritrovata a far
parte dello staff di ricerca del
dipartimento di Archeologia
dell’Università di Sydney, con un
progetto di dottorato sull’archeologia
subacquea e costiera della Sicilia. Nello
specifico Scalp, Sicilian Coastal
Archaeological Landscape Project, è un
progetto che si svolge in stretta
collaborazione con la Soprintendenza
del Mare e la supervisione del Prof.
Sebastiano Tusa e del Prof. Ted
Robinson, e prevede lo studio del
patrimonio archeologico marittimo,
costiero e sommerso con un approccio
olistico. In sostanza durante i 3 anni di
ricerca verranno analizzati
approfonditamente una serie di siti
archeologici costieri chiave quali
Messina, Lipari, Giardini Naxos, ma
anche Selinunte, Himera e Megara
Hyblaea non solo dal punto di vista
strettamente archeologico. Un fattore
chiave sarà l’apporto delle foto storiche
e degli schizzi degli esploratori
Alba Mazza a Sidney. Sotto una foto di Alba al lavoro
dell’Ottocento, ma soprattutto lo studio
della geomorfologia costiera.
Archeologia, storia e geomorfologia
saranno gli elementi per ricostruire i
cambiamenti ambientali, climatici e
paesaggistici della Sicilia costiera.
L’obiettivo iniziale della mia ricerca è
quello di ottenere un quadro più
accurato possibile del paesaggio costiero
antico e come questo sia cambiato
durante il corso del tempo fino ai giorni
nostri. In seguito mi concentrerò su
come gli antichi “siciliani” delle colonie
costiere greche e romane hanno
affrontato le sfide quotidiane di vivere in
un ambiente che cambia, e come sono
sopravvissuti a calamità naturali quali
alluvioni e terremoti. La mia indagine
ha come obiettivo finale quello di
utilizzare i dati raccolti nell’ambito di
una moderna, ragionata e sostenibile
gestione della costa.
L’innalzamento del livello del mare,
l’erosione costiera, l’arretramento e
l’avanzamento della linea di costa le
alluvioni ed i detriti apportati dai fiumi
ed in generale i cambiamenti climatici,
ambientali e paesaggistici sono
tematiche all’ordine del giorno,
soprattutto a causa dei continui disastri
ambientali nel nostro territorio. Si tratta
di fenomeni complessi e di varia natura
tutt’ora in corso di studio che da sempre
scandiscono la vita del nostro pianeta,
addirittura prima che l’uomo agisse nel
territorio modificandolo per asservire le
proprie esigenze di sostentamento e di
sviluppo. Fenomeni che possono essere
stati sì più o meno accelerati e/o
aggravati dall’intervento umano, ma che
hanno lasciato una traccia indelebile nel
nostro territorio, e che solo grazie
all’unione di archeologia e scienze della
terra possiamo indagare e comprendere.
Sono fermamente convinta che dal
passato abbiamo solo di che imparare. Il
modo in cui veniva impostato l’impianto
urbanistico di una città per evitare
inondazioni ed alluvioni, l’uso
intelligente ed ecosostenibile del
territorio, la progettazione e la gestione
della costa che costituiva una risorsa e
non un problema, sono tutti fattori che
hanno contraddistinto le comunità
costiere della Sicilia durante gli ultimi
4000 anni. Elementi che si rivelano di
importanza fondamentale per la
conoscenza del territorio, per la
ricostruzione del paesaggio costiero
antico, e per una riflessione su come
questo sia cambiato durante il corso del
tempo, e su come queste informazioni
siano utili nella vita delle comunità
costiere della Sicilia odierna.
Del resto, per esempio, come è stato
scoperto dalle ultime indagini in corso
di stampa della Soprintendenza del
Mare in collaborazione con l’Università
di Sassari e l’Università di Catania sul
sito sommerso di Lipari Sottomonastero,
le sfide che dovevano affrontare gli
abitanti della Lipari greca, sono le stesse
sfide che affrontano tutt’ora gli abitanti
della stessa frazione, che giornalmente
ma specialmente in inverno, si trovano
inondati letteralmente dal mare, che
oramai ha raggiunto un livello pari a
quello della soglia delle case.
Queste tematiche, insieme al patrimonio
archeologico subacqueo e costiero di
Messina ed in genere della Sicilia
saranno al centro degli interventi che
terrò nei prossimi mesi in Italia ed
all’estero. Il convegno internazionale di
archeologia del paesaggio LAC 2014 che
si terrà a Roma dal 17 al 20 Settembre
mi vedrà discutere insieme i maggiori
esperti mondiali di paesaggio antico. Dal
14 al 19 Ottobre a Cartagena in Spagna
si terrà il convegno internazionale di
archeologica subacquea IKUWA5 nel
quale è stata dedicata una sessione
speciale sull’archeologia costiera del
Mediterraneo ed sui cambiamenti
climatici. In entrambe le occasioni
presenterò degli interventi nei quali
spiegherò come Messina e la Sicilia non
sono solo il cuore culturale del
Mediterraneo, ma svolgono un ruolo
centrale nella comprensione dei
cambiamenti climatici ed ambientali del
paesaggio costiero Siciliano nel passato.
In occasione dei due incontri presenterò
inoltre i primissimi risultati delle
indagini archeologiche che si
svolgeranno a Lipari dal 7 al 21
settembre nell’ambito del programma
Archeolie2014, due settimane di scavo,
ricerca e studio del sito archeologico
sommerso di Lipari Sottomonastero.
Messina e la Sicilia posseggono un
patrimonio unico ed inestimabile di
informazioni per capire come sia
cambiato il clima, il paesaggio e
l’ambiente non solo nella stessa Sicilia
ma in tutto il Mediterraneo,
informazioni che, grazie all’innovativo
approccio multidisciplinare del progetto
Scalp potranno finalmente essere
raccolte, analizzate, e presentate alla
collettività.
Per ulteriori informazioni ed
aggiornamenti in tempo reale
http://albamazza.wordpress.com
Foto dell’archivio Crupi di Palermo del 1800 dove si vede la baia di Giardini Naxos di 200 anni fa
centonove pagina 22
economia
5 Settembre 2014
CREDITO SANITARIO
Igea, la nuova banca
di Francesco Maiolini
REGIONE. Il governatore porta in tribunale le carte dell’unica partecipata che chiude bilanci col segno +
Irfis, misteri in procura
54 dipendenti, l’istituto di Mediocredito trasformato in Finanziaria, gestisce alcune delle misure Por strategiche per il
finanziamento alla imprese, che hanno acceso molti appetiti. Rapporto su un braccio di ferro. Che parte da lontano...
MESSINA. Delle trentadue società
partecipate dalla Regione Sicilia,
insieme alla Italkali, l’Irfis è l’unica che
presenta bilanci in utile: “2 milioni nel
2012, e 3,01 nel 2013. Ma questo non
ha impedito al presidente della
Regione Rosario Crocetta di portare le
carte in procura, accompagnato dalla
vicepresidente dell’istituto Patrizia
Monterosso, che svolge anche la carica
di segretario generale della Presidenza.
Cosa ha trovato Crocetta di
“scandaloso” nella gestione dell’Irfis?
Più cose. Misteriose. Alle quali ha
chiesto di fare chiarezza al capo della
Procura facente funzioni, Leonardo
Agueci, che ha girato il fascicolo al
sostituto Dino Petralia. Ma cosa c’è
dietro questa mossa di Crocetta?
Sull’ex istituto di mediocredito
siciliano, spogliato dalla licenza
bancaria e trasformato in Finanziaria,
è in atto da un paio di anni un braccio
di ferro tra vari ambienti finanziari, al
fine di controllare l’unica struttura
finanziaria a capitale pubblico rimasta
in Sicilia.
54 dipendenti, l’Irfis gestisce infatti
alcune delle misure Por “strategiche”
per il finanziamento alle imprese: da
ultimo ha curato le pratiche per i
finanziamenti agevolati all’eolico in
Sicilia, in massima parte finiti a
imprenditori “stranieri” che hanno
fatto investimenti, deturpando
montagne e luoghi incantevoli
dell’Isola.
Nell’esposto curato dalla Monterosso e
da Crocetta, si ripercorrono le tappe
dell’istituto negli ultimi anni. Da
quando una ispezione della Banca
d’Italia bloccò la vendita, operata sotto
la giunta Cuffaro, dell’istituto a Banca
Nuova, l’istituto di credito guidato dal
direttore generale Francesco Maiolini
che aveva appena strappato la
tesoreria dell’Ars. Il “no” di Bankitalia,
riporta in auge la seconda concorrente,
Unicredit, che ha già fatto un boccone
solo del Banco di Sicilia, del quale
nell’Isola mantiene il marchio,
lasciando alla Regione, un posto nel
cda in rapprsentanza di un misero
0,60%: la quota superstite, dopo vari
round di aumenti di capitale cui la
Regione non riesce a fare fronte.
UniCredit rileva la maggioranza del
capitale Irfis, ma non sapendo cosa
farsene, in considerazione del fatto che
già controlla Mediocredito nazionale,
decide di trasformare l’istituto in
semplice “106”, la licenza di
finanziaria, togliendo la “107”,
l’autorizzazione alla licenza bancaria.
Una perdita di valore, funzionale a fare
gestire in “house” i bandi europei della
Regione?
Tutto questo si consuma mentre è
assessore alle finanze, per conto del
governo Lombardo, il professore
Gaetano Armao. Ma a un certo punto
si verifica uno strappo: alla presidenza
dell’Irfis Lombardo nomina Maiolini, al
posto di Armao che era pronto ad
assumerne la carica. E’ in questo
periodo che il professore Armao
predispone un dossier che invia alla
Corte dei Conti e alla Procura nel quale
segnala una serie di “anomalie”: il
trasferimento a patrimonio di 183
milioni di euro, destinati a finanziarie
le piccole imprese; l’acquisizione delle
quote di Sviluppo Italia Sicilia e della
Sgr Cape Live, di Simone Cimino, poi
finita sotto i riflettori degli ispettori di
Bankitalia.
Di Sviluppo Italia Sicilia, una
settantina di dipendenti, è direttore
generale Vincenzo Paradiso: lo zio
Vincenzo Emanuele, da ragioniere
generale della Regione viene nominato
direttore generale dell’Irfs. Le due
strutture sono un piano sopra l’altro
nella sede di via Bonanno a Palermo.
Ma cosa si contesta a Maiolini? In un
primo momento, il cinquantenne
Patrizia Monterosso
centonove pagina 23
MESSINA. Avrà una sede a Roma,
una a Palermo e una a Catania,
Igea, la nuova banca guidata da
Francesco Maiolini, che ricalca
l'esperienza di Farmanuova.
L'istituto sarà specializzato nella
gestione dei crediti sanitari, con
strumenti finanziari studiati per
cartolarizzazioni, factoring e
anticipo fatture.
Nel board degli azionisti della
Banca, oltre figure già presenti
nel settore farmaceutico come
l'ex presidnte di Confindustria
Catania Fabio Scaccia, figurano
aziende come Di Bernardo petroli
e il consorzio fidi capeggiato da
Confcommercio Catania di Pietro
Agen. Dopo una "due diligence"
per rilevare la banca popolare
dell'Etna, finirto sotto l'esame
degli ispettori di bankitalia, il
nascente istituto ha deciso di
procedere con passi felpati,
rinunciando all'operazione.
manager romano, mette a frutto i fondi
che trova in giacenza in banca: anziché
il misero 0,10% di interesse
riconosciuto da Unicerdit, sposta i
fondi in altri istituti e strappa un più
sostanzioso 4%. Ma la sua gestione
entra subito in crisi: il procuratore
aggiunto di Palermo Ingroia invia alla
procura di Caltanissetta un fascicolo
“compromettente” tra Maiolini e il
procuratore capo di Palermo Francesco
Messineo: il manager chiede notizie al
procuratore su una indagine di usura
nel quale è coinvolta Banca Nuova. Il
procuratore capo Sergio Lari apre un
fascicolo e si scoprono le assunzioni
incrociate di favore, fatte anche a figli
di magistrati, non solo in aziende
collegate o partecipate di Banca
Nuova. Un dossier ancora “criptato”
che in questi giorni si sta facendo
girare ad arte per condizionare la
nomina a procuratore capo di Palermo,
carica per la quale concorrono sia
Guido Lo Forte in servizio a Messina,
sia Sergio Lari, in servizio a
Caltanissetta. Messineo a Palermo è
andato in pensione. Ingroia, dopo il
“nulla-Aosta” del Csm, è andato a
presiedere Sicilia e-Servizi, azienda di
informatica sulla quale pesa un decreto
ingiuntivo di 70 milioni di euro dell’ex
socio Engeeniring. L’Irfis resta così un
terreno di scontro, finanziario e
giudiziario. A presiedere l’istituto oggi,
in quota Udc, è l’ imprenditore Rosario
Basile, lo stesso che si occupa di
vigilanza bancaria, attraverso la
società Ksm.
5 Settembre 2014
economia
TRATTATIVE. Il governo blocca la riforma inserita nello “Sblocca Italia”, rimettendo tutto in discussione
Porti, 90 giorni per decidere
Non si placa il dibattito sul futuro dell’Autorità di Messina, destinata a “sposarsi” con Gioia Tauro
anche per accordi politici. Ecco i favorevoli al nuovo distretto e chi invece sostiene l’asse con Catania
MESSINA. Un rinvio di novanta giorni
che potrebbe cambiare il destino di
Messina. Già, perché il mancato
inserimento della riforma del sistema
delle Autorità Portuali nel decreto
“Sblocca Italia”, determinato da un
mancato accordo politico nell’ambito
della partita sui porti maggiori della
penisola, più che un “dispetto” ai danni
del capoluogo dello Stretto potrebbe
rivelarsi come una via di uscita per
trovare una soluzione meno
condizionata dalla “paura” per Catania e
Augusta (con cui Messina avrebbe
dovuto essere accorpata in origine) e
dalla “fretta” di sposare Gioia Tauro
senza alcun accorgimento, se non
“politico”.
RETROSCENA. A monte
dell’inserimento di Messina come
componente dell’Autorità di Gioia Tauro
e Messina (con sede in Calabria e
nessuna garanzia riguardo alle
specificità peloritane e dello Stretto), ci
sarebbe stato un accordo politico legato
alla “fretta”. La “fretta” del Nuovo
Centro Destra, partito del ministro
Maurizio Lupi, di creare il nuovo
distretto per mettervi a capo o
Giuseppe Scopelliti (presidente della
Regione Calabria) o il suo assessore
Luigi Felede. Il motivo? Dare una
collocazione vista l’imminenza delle
elezioni regionali in terra calabrese. A
Messina, invece, la direzione generale
della sede portuale sarebbe andata in
quota Udc-D’Alia. Un accordo, quello tra
centristi e Ncd, che si sarebbe dovuto
spingere fino alle prossime
amministrative messinesi.
NEI 90 GIORNI. E adesso, che
soluzione si troverà? Per Giuseppe
Chiofalo, messinese, esperto del
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
(terza ciommissione, infrastrutture
portuali e porti), una soluzione potrebbe
essere legata a una presa di posizione del
presidente della Regione, Rosario
Crocetta: «Nel disegno in discussione,
il capofila dei nuovi distretti doveva
essere il porto core, ma se poi, come è
accaduto, non lo prevedi più allora lasci
tutto in mano alla politica. In tal senso, il
governatore, che ha titolo a intervenire
in Consiglio dei Ministri, potrebbe
perorare la causa di Messina come sede
del distretto, motivando in base
all’Autorità dello Stretto, alla specificità
dell’area metropolitana e alla sua
posizione». Ma quali sviluppi avrà
complessivamente la riforma? Spiega
Chiofalo: «Si sta ritornando alle ipotesi
previste nel disegno di legge che giace in
Parlamento e che prevede la
trasformazioni della autorità in spa.
Probabilmente, ci sarà un articolato del
Giovanni Grimaldi
Giuseppe Chiofalo
Governo che rilanci i distretti logistici e
portuali nel solco della normativa
coimunitaria, rimandando tutto a uno
step successivo. Riguardo alla questione
Messina - continua - il problema non è
l’accorpamento, ma la sua natura. Va
subito precisato che la normativa
comunitaria prevede i finanziamenti dei
porti Core, mentre quello dello Stretto è
im Comprensive. Quindi, i soldi
arriveranno prima altrove. A questo si
deve aggiungere che Messina non può
ignorare il neonato distretto del Sud-Est,
che è destinatario dei finanziamenti
dello “Sblocca italia” come
l’interramento della Stazione di Catania
e il suo collegamento con l’aeroporto, o
come la metroferrovia GiardiniFiumefreddo. Per non parlare, poi, dei 4
miliardi previsti per velocizzare i
movimenti tra Catania-Bicocca e
Palermo-Termini Imerese. Messina,
insomma, non può restare fuori dagli
sviluppi infrastrutturali della Sicilia
orientale, ma anzi dovrebbe far valere le
proprie spicificità», conclude.
COSI’ I PRESIDENTI. «La bozza
inserita nel decreto, ormai, non significa
nulla. Bisogna solo capire ciò che verrà
fuori in relazione agli input che
dall’esterno entrano nel dibattito»,
commenta laconicamente il presidente
dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro,
Giovanni Grimaldi. «Il decreto continua - non specificava nulla. Devo
dire che, da vicepresidente di Assoporti,
la notizia della nascita di una Autorità
con Gioia e Messina non mi aveva
sorpreso ma, ripeto, commenterò solo
quando leggerò l’articolato». E non
vorrebbe commentare, perché già si era
espresso, anche il presidente messinese
Antonino De Simone: «Il problema
non è con chi andare, ma far valere la
propria specificità. Per quanto mi
riguarda, ci si poteva confrontare anche
con Catania e Augusta. A prescindere da
questa valutazione, mi sono tirato fuori
da una discussione che è diventata di alto
livello. Io non sono di Messina e, per
questo, non capisco la paura nei
confronti di Catania e Augusta. L’unica
cosa che mi colpisce - conclude - e parlo
non della politica ma dei professori
universitari è questo: quando si propone
un matrimonio, come quello con Gioia
Tauro, si portano numeri e dati. Per il
resto, trovo che la riforma proposta fino
ad ora non sia assolutamente
soddisfacente, ovvero non risolve i reali
problemi della portualità italiana.
E L’ARMATORE. Con alcune lettere,
Vincenzo Franza (Caronte & Tourist)
aveva espresso perplessità
sull’accorpamento con Gioia. Perplessità
che ribadisce: «Non si può fare un
distretto per sommatoria di elementi,
ma va elaborato un progetto completo
senza rimandare a soluzioni successive.
A cominciare dalla governance».
L’ANALISI DI MACCARRONE. È stato
comandante della Capitaneria di Porto di
Messina, prima, e poi segretario generale
dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro,
dopo. Per questo il parere dell’ammiraglio
Carmelo Maccarrone può essere
rilevante rispetto a un accorpamento che,
«se è un male inevitabile, vista una
riduzione per scelta governativa, allora è
la scelta più congeniale». Maccarrone
parte da un assunto: «Mi viene i mente la
vecchia giurisdizione della marina
militare. Non tutti sanno che, sotto il
profilo degli interessi marittimi, il sud
tirreno, a partire da Maratea dipendeva
da Marisicilia, a Messina. E questo la dice
lunga sul ruolo della cittàm che deve
giocare la carta della sua unicità come
porto di sponda siciliana, anche
nell’ottica della continuità territoriale. La
governance? Non è il vero problema.
Sono le modalità operative, il punto
centrale. E chi dovrà decidere. Così come
va vigilato il retroterra di illegalità a
Gioia».
D.D.J.
CONSEGUENZE
Interporti, ore contate
LA NASCITA DELLE NUOVE STRUTTURE LOGISTICHE
AZZEREREBBE LA MISSION DELLA SOCIETÀ SIS, NATA NEL 2001
Si chiama “Società degli Interporti siciliani”, è guidata da
un uomo di Confindustria, Alessandro Albanese
(presidente dell’associazione di Palermo) e potrebbe venir
meno alle sue funzioni se dovessero nascere i nuovi distretti
logistici della Sicilia Occidentale e della Sicilia Orientale.
Già, perché la Sis, nata nel 2001 con il core business iniziale
riguardante l’Interporto di Catania-Bicocca, potrebbe
cessare di esistere visto che la logistica integrata verrà
demandata ai due distretti. In ballo, infatti, ci sono anche i
4 miliardi previsti dal decreto sblocca italia per velocizzare i
centonove pagina 24
collegamenti tra gli interporti di cui si deve occupare la spa,
composta da Regione Siciliana, Comune di Catania,
Provincia Regionale di Catania, Provincia Regionale di
Palermo, Comune di Termini Imerese, C.C.I.A.A. di Catania,
Azienda Siciliana Trasporti, Autorità Portuale di Palermo,
Consorzio ASI di Catania in Liquidazione, Consorzio ASI
Palermo in Liquidazione, C.C.I.A.A. di Palermo, .C.I.A.A. di
Siracusa, Consorzio ASI del Calatino in liquidazione.
Recentemente, la Società, che ha aggiudicato
definitivamente l’appalto per la costruzione e gestione
dell’interporto di Termini Imerese alla ati composta da
Tecnis SpA - Cogip SpA - Sintec. S.p.A, Notarimpresa S.p.A
(base d’asta 74.553.185,00), era stata al centro di una
bufera politica regionale quando, in sede di votazione della
Finanziaria ter, l’Ars aveva tagliato 8 milioni e mezzo. Una
mossa che il presidente della Regione ha visto come antiLumia, il senatore di Termini Imerese. (D.D.J.)
5 Settembre 2014
economia
SCONTRI. Gli operatori chiedono l’autonomia del porto e riappropriarsi del ricco bacino
E l’Authority divide Milazzo
Grazie al traffico delle petroliere vengono incamerati milioni di euro l’anno. Il sindaco Pino
si schiera contro la fusione con l’ente calabrese. E avvia la campagna elettorale per la riconferma
Stefano Mellina
mai avvenuta. Il sindaco Pino, in ogni
caso, si è schierato sin dal primo
momento contro l’ipotesi. «Si sbandiera
come una "conquista" un mero "cambio"
di asservimento di una realtà
economica-territoriale siciliana (Autorità
Portuale di Messina e Milazzo) ad
un'altra. Un mero passaggio di
collocazione in un contenitore anziché
un altro». Contraltare Giovanni Formica,
membro del direttivo regionale del Pd.
«La creazione dell'interfaccia con Gioia
Tauro nella zona di Giammoro, apre la
strada ad un porto che si estenda
sempre più verso il torrente Niceto,
sfruttando le infrastrutture già esistenti
nella zona industriale».
Carmelo Pino
DI
GIANFRANCO CUSUMANO
Milazzo. A Milazzo la creazione della
nuova Autorità portuale dello Stretto
divide la città. E la catapulta in
campagna elettorale. Lo scontro, infatti,
è principalmente politico e vede su
fronti opposto quelli che si
preannunciano i principali pretendenti
alla poltrona di sindaco alle
amministrative 2015: l’uscente Carmelo
Pino e Giovanni Formica. Gli addetti ai
lavori, dalla Compagna Garibaldi che si
occupa delle operazioni e scarico delle
merci, al Comitato “Porto di Milazzo”
hanno le idee ben chiare: preferirebbero
non solo non entrare a far parte della
nuova Authority dello Stretto con sede a
Gioia Tauro (come ipotizzato dal
Giovanni Formica
governo nazionale), ma, addirittura,
vorrebbero tagliare il cordone
ombelicale con Messina per ritornare ad
autogestirsi da solo. Sono otto i milioni
di euro che ogni anno Milazzo fa
incassare all’Autorità portuale
specialmente grazie al traffico delle
petroliere, somme che poi vengono
investiti altrove. «Se potessi scegliere
preferirei che Milazzo riacquistasse la
propria autonomia - ammette Stefano
Mellina della Compagnia Garibaldi - ma
alla fine quello che pensiamo noi
operatori conta poco». La Compagna
Garibaldi, tra la fine degli anni ‘80 e i
‘90 dava lavoro a 90 unità e il porto di
Milazzo era uno dei più attivi e redditizi
dela Sicilia. «Oggi - e siamo in netta
ripresa - lavorano in 45. Ormai a
movimentare merce sono rimaste solo le
Acciaierie Duferdofin di Giammoro che
scarica blumi ed esorta i semi lavorati
all’estero. Magari con Gioia Tauro si
potrebbero creare nuovi flussi, ma
rimangono solo ipotesi». Sulla stessa
linea il Comitato “Porto di Milazzo”. «Se
non contiamo nulla oggi che
dipendiamo dall’autorità portuale di
Messina, figuriamoci quando la sede
verrà spostata in Calabria» mastica
amaro Matteo Di Flavia, componente
del comitato e presidente
dell’Associazione “Stella Maris” che
presta assistenza ai marinai in transito
nel porto mamertino. Il consiglio
comunale, prima della decadenza per
non avere approvato il dissesto su
indicazione della Corte dei Conti, aveva
addirittura votato un atto di indirizzo in
cui chiedeva all’amministrazione
guidata dal sindaco Pino di
abbandonare l’autorità portuale. Cosa
centonove pagina 25
5 Settembre 2014
economia
UOMINI&BUSINESS
CALTANISSETTA
QUI EUROPA
Trasporti, la nuova politica infrastrutturale Ue
DI SALVATORE
CIFALÀ
LA NUOVA EUROPA dei
trasporti parlerà italiano. È
infatti significativa la
presenza dell'Italia
all'interno della nuova programmazione
delle reti TEN-T, i corridoi di trasporto
transeuropeo, che la Commissione
europea ha presentato di recente a Tallin,
in Estonia. Il nostro paese sarà
attraversato dal corridoio balticoadriatico, da quello mediterraneo, dallo
scandinavo-mediterraneo e da quello
alpino. Con il primo si collegherà Vienna
a Ravenna, mettendo in rete i porti di
Trieste, Venezia e Ravenna stessa. Con il
secondo si taglierà in orizzontale tutto il
Nord Italia, partendo da Torino fino a
Trieste, unendo così la Francia e i Balcani.
Il terzo è probabilmente quello più
strategico per lo sviluppo italiano, perché
partendo dal Brennero si scende fino a
Roma e poi a Napoli. A quel punto la rete
si biforca collegando Napoli a Palermo da
una parte e alla Puglia dall'altra. Infine, il
quarto corridoio prevede il collegamento
diretto di Genova e Milano con il confine
svizzero. Con una visione più ampia, le
nuove carte pubblicate dalla
Commissione riportano i nove corridoi
principali che formeranno le arterie dei
trasporti nel mercato unico europeo e
rivoluzioneranno le connessioni in
CONSUMATORI
MINISTREO INFRASTRUTTURE
La centrale rischi
Veicoli elettrici, via libera
per Messina e Catania
Secondo la Corte di Cassazione la
segnalazione di una posizione in
sofferenza, da parte di un istituto
di credito, non può scaturire dal
mero ritardo nel pagamento del
debito o dal volontario
inadempimento, ma deve essere determinata
dal riscontro di una situazione patrimoniale
deficitaria, caratterizzata da una grave e non
transitoria difficoltà economica. In ipotesi di
illegittima segnalazione del debitore alla
centrale rischi, precisa la Corte, spetta al
predetto, anche se si tratta di persona
giuridica (nel caso in esame si trattava di una
società a responsabilità limitata) sia il danno
non patrimoniale alla persona, con riguardo
ai valori della reputazione e dell'onore, sia il
danno al patrimonio, quale conseguenza per
l'imprenditore di un peggioramento della sua
affidabilità commerciale, essenziale anche per
l'ottenimento e la conservazione dei
finanziamenti, con lesione del diritto ad
operare sul mercato secondo le regole della
libera concorrenza. Entrambi tali danni
possono essere liquidati in via equitativa. Con
la sentenza in esame la Corte di Cassazione
ha confermato la decisione della Corte
d’Appello di Roma che ha condannato la
banca al risarcimento del danno in favore
della società ricorrente nella misura di Euro
100 mila euro, oltre interessi dal deposito
della sentenza al saldo, per illegittima
segnalazione del nominativo della società alla
centrale di rischi.
Francesco Suria, legale
MESSINA. Catania e Messina, sono le
due città della Regione Sicilia promosse
dal Ministero delle Infrastrutture per il
piano nazionale volto allo sviluppo delle
reti di ricarica per i veicoli alimentati ad
energia elettrica. “Il Ministero delle
Infrastrutture ha dato il via libera al
progetto relativo alle città di Catania e
Messina e aree metropolitane - ha detto
l’assessore
regionale alle
Infrastrutture,
Nico Torrisi- ma
siamo fiduciosi
che, non
appena
verranno
reperite
ulteriori risorse,
lo stesso
Ministero
L’assessore Nico Torrisi
inserirà anche i
progetti sia di
Palermo ed area metropolitana che
delle aree del barocco. Intantoprosegue Torrisi- con un finanziamento
di 240 mila euro, che arriverà nei
prossimi giorni, partirà la realizzazione e
l’installazione degli impianti a Catania,
Acireale, Misterbianco, Giarre, Belpasso
Aci Castello per la provincia di Catania, e
poi Messina Taormina, Milazzo,
Sant’Agata di Militello, Giardini Naxos e
Santa Teresa Riva”.
Europa. I finanziamenti dell’UE
diretti a creare una rete transeuropea
dei trasporti unificata triplicheranno
nel periodo dal 2014 al 2020 per
arrivare a 26 miliardi di euro. La
disponibilità di finanziamenti
dipenderà dal successo dei negoziati
in corso sul quadro finanziario
pluriennale per il periodo 20142020. La nuova rete centrale di
trasporto, incentrata sui nove
corridoi principali, sarà completata
da una vasta rete di linee che si
collegano alla rete centrale a livello
regionale e nazionale.
Complessivamente, la nuova rete di
trasporto garantirà spostamenti più
sicuri e meno congestionati e viaggi
più rapidi e confortevoli. Infatti,
collegherà 94 grandi porti europei con
linee ferroviarie e stradali, 38 grandi
aeroporti con linee ferroviarie che
portano alle città principali, 15 mila km
di linee ferroviarie convertite ad alta
velocità e 35 progetti transfrontalieri
destinati a ridurre le strozzature.
Cefpas, Mazzara
direttore amministrativo
CALTANISSETTA. Il direttore generale
del Cefpas (Centro di formazione professionale per operatori della sanità)
Angelo Lomaglio ha individuato, tra i
tre aspiranti ritenuti idonei, il nuovo direttore amministrativo dell' ente: si
tratta di Alessandro Mazzara, di 52
anni, che ha così avuto la meglio sugli
altri due aspiranti, e cioè Gianluigi
Amico (dirigente del Cefpas e che ha
svolto negli ultimi anni le mansioni di
direttore amministrativo) e Patrizia Cigna (dirigente dell' Asp di Caltanissetta).
DISTRETTI TURISTICI
Ruvolo vicepresidente
del “Valle dei Templi”
CALTANISSETTA. Il sindaco di Caltanissetta Giovanni Ruvolo è entrato nel
nuovo Consiglio direttivo del Distretto
turistico regionale Valle dei Templi e gli
è stata affidata la vicepresidenza. L' elezione è avvenuta martedì ad Agrigento,
nella sede del Parco archeologico.
Nuovo presidente era già stato nominato all'unanimità Lillo Firetto, sindaco
di Porto Empedocle.
NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO
Aessgni nucleo familiare, ecco come regolarsi
Prima di elaborare le paghe del mese di luglio i datori di lavoro
dovranno procedere, sulla base dell’apposito modello trasmesso
dai lavoratori aventi diritto, alla verifica della spettanza e al
ricalcolo dell’importo dell’assegno per il nucleo familiare. Il
reddito del nucleo familiare, da inserire nella richiesta che il
lavoratore deve annualmente presentare al datore di lavoro, ricomprende dunque
costituito i redditi complessivi assoggettabili all'IRPEF, compresi quelli a tassazione
separata, nonché i redditi esenti da imposta o assoggettati a ritenuta alla fonte o a
imposta sostitutiva se superiori, complessivamente, a euro 1.032,91 annue, conseguiti
dai componenti il nucleo nell'anno 2013 ed ha valore per la corresponsione
dell'assegno dal 1°luglio 2014 fino al 30 giugno 2015. Esistono alcune fattispecie
ricorrendo le quali è necessaria una e preventiva autorizzazione da parte dell’INPS:
• richiesta di inclusione di determinati familiari nel nucleo;
• coniuge che non sottoscriva la dichiarazione di responsabilità nel modello ANF/DIP;
• figli nati fuori dal matrimonio e riconosciuti da entrambi i genitori;
• figli del coniuge nati da precedente matrimonio;
• fratelli sorelle e nipoti orfani di entrambi i genitori e non aventi diritto a pensione
ai superstiti;
• familiari minorenni incapaci di compiere gli atti propri della loro età o maggiorenni
inabili;
• minori in accasamento eterofamiliare;
• familiari di cittadino italiano, comunitario, straniero di stato convenzionato, che
siano residenti all’estero;
• figli ed equiparati, studenti o apprendisti, di età superiore ai 18 anni compiuti ed
inferiore ai 21 anni compiuti, purché facenti parte di "nuclei numerosi";
In caso di affidamento condiviso entrambi i genitori affidatari hanno diritto all’ANF e
la scelta tra quale dei due genitori possa chiedere la prestazione è rimessa ad un
accordo tra le parti. In mancanza di accordo, l’autorizzazione alla percezione
dell’assegno viene concessa al genitore convivente con i figli, anche quando questi
non sia titolare in proprio di un diritto a richiedere la prestazione familiare, poiché
non lavoratore o non titolare di pensione, e viene esercitato in virtù della posizione
tutelata dell' ex coniuge, sempre che i requisiti di fatto, ossia i redditi del nucleo
dell’affidatario, ammettano il riconoscimento al diritto all’assegno per il nucleo
familiare.
centonove pagina 26
poster
5 Settembre 2014
MURALES DI UMANITÀ VARIA
Se il Giullare
torna a Taormina
INCARICHI
Il premio Nobel sostiene
i progetti culturali e di crescita
per i più piccoli
del Comune di Messina.
Ecco quali, dalla Biblioteca
alla terrazza del Palacultura
Dario Fo
DI PAOLO
Bambini, senti cosa Fo
MESSINA. Il sindaco, Renato Accorinti, e
il vicesindaco, Guido Signorino, hanno
illustrato, nel corso di una conferenza
stampa a Palazzo Zanca, l'iniziativa
dell'Amministrazione comunale
condivisa dal premio Nobel per la
letteratura, Dario Fo, che ha deciso di
sostenere concretamente i progetti
culturali della Giunta Accorinti.
All'incontro con i giornalisti hanno
partecipato anche Sergio Conti Nibali,
Carmen Puglisi e Luciano Marabello,
rappresentanti del progetto “La
biblioteca del bambini della città di
Messina”, Cecilia Caccamo e Giuseppe
Cardullo, organizzatori dell'iniziativa. “Il
cambio di una città – hanno dichiarato
Accorinti e Signorino – passa sempre da
una crescita culturale e simili idee
rappresentano una forma di sviluppo. Il
coinvolgimento e l'intervento di un
personaggio così illustre come Dario Fo
non può che renderci orgogliosi e farci
proseguire sulla linea tracciata. Abbiamo
anche previsto nella terrazza del
Palacultura uno spazio dedicato ad
attività educative dei bambini. I progetti
di crescita devono partire dai giovani per
avere cittadini consapevoli”. Dario Fo è
rimasto particolarmente attratto dall'idea
di realizzare a Messina la prima
biblioteca comunale per bambini e il suo
aiuto consiste nell'offrire alla
cittadinanza una parte dei biglietti del
suo spettacolo “Lu Santo jullare
Francesco”, in programma domenica 7,
alle ore 21,30, al Teatro Antico di
Taormina. Chi vorrà assistere allo
spettacolo e sostenere la biblioteca dei
bambini dovrà ritirare il coupon nei
punti aderenti all'iniziativa e recarsi
prima dello spettacolo al Teatro Antico di
Taormina, dove riceverà gratuitamente
da un incaricato del Comune di Messina
il biglietto d'ingresso. Contestualmente si
potrà fare un’offerta libera a favore della
nascente biblioteca, contribuendo
all’acquisto degli arredi e dei libri. Tutte
le donazioni verranno pubblicate sul sito
della giunta Accorinti
www.renatosindaco.it. I coupon
potranno essere ritirati a Palazzo Zanca
presso l'ufficio di gabinetto del Sindaco,
alla casa musicale “Sanfilippo” in via La
Farina, n° 69, alla libreria “Doralice” in
via Consolare Pompea, n° 429, ed alla
palestra DNA di via La Farina n° 265. Per
informazioni contattare Cecilia Caccamo
349-8764558 e Giuseppe Cardullo 3489261442.
ACCADDE OGGI A MESSINA
1911, le promesse del rettore
Il 5 settembre 1911 giunge la risposta alla lettera che il
soprintendente Antonino Salinas, su sollecitazione di Gaetano
La Corte Cailler, aveva indirizzato, oltre che al Commissario
Salvatori, a Giuseppe Oliva, rettore dell’Università, circa la
conservazione, dopo i danni provocati dal terremoto, della
porta dell’Università [oggi ricomposta al suo interno] e
dell’altra dell’ex chiesa di S. Giovanni Battista [ora al Museo
Regionale], che s’intendevano demolire. Il Rettore promette
che proporrà al Ministero la conservazione, ma il Genio Civile
continua a ritenere invece opportuna la demolizione della
porta della chiesa (cfr. Gaetano La Corte Cailler, Il mio diario,
LO SPETTACOLO
GBM, Messina 2003).
1863, addio Giuseppe La Farina
Giunge a Messina, il 5 settembre 1863, la notizia, via
telegrafo, della morte, per un micidiale attacco di tifo, del
suo deputato Giuseppe La Farina, a Torino, dove viene
sepolto assieme a Vincenzo Gioberti e Guglielmo Pepe.
Messina ne richiederà le ceneri, ma solo nel 1872 esse
saranno traslate nel Gran Camposanto della sua città.
Anche Firenze lo onorò, concedendo che in Santa Croce
fosse posto per lui un monumento.
centonove pagina 27
RANDAZZO
TAORMINA. Non è stata una estate
teatrale particolarmente intensa
quella appena trascorsa: tolta
l’emozione della retrospettiva di
Scimone e Sframeli a Taormina ed
escluso qualche spettacolo a
Gibellina, il teatro, al suono
dell’ormai celebre ritornello
assessoriale “non ci sono soldi”, è
restato senza voce e confinato al
ruolo di Cenerentola. Ma se questo è
vero appare dunque notevolissima la
possibilità di assistere, ancora nel
Teatro antico di Taormina, domenica
7 settembre, allo spettacolo di uno
dei classici viventi del teatro italiano
contemporaneo, ovvero a “Lu santo
jullare Francesco” di e con Dario Fo (il
contesto è il Festival Belliniano di
Enrico Castiglione). Un lavoro
memorabile che il grande artista e
premio Nobel, ha elaborato già 15
anni fa e che quest’anno ha
riproposto in Rai e oggi presenta in
data unica per il Sud Italia domenica.
Una versione nuova e inedita che,
data la sostanza eminentemente
politica della sua arte, pur
ripercorrendo le tradizionali tappe
della vita del santo si allontana
dall’agiografia e non può fare a meno
di tener conto della presenza di un
Papa che non solo ha voluto chiamarsi
Francesco ma che anche, proprio sulle
orme del grande santo medievale, sta
cercando di ritrovare la carica
rivoluzionaria dell’Evangelo. Spiega
Fo: «Avevo pensato di ristrutturare
l’opera dopo la scoperta di testi scritti
da seguaci di San Francesco che
mettevano in luce che molto di quello
che noi sappiamo di lui non è la
verità. Francesco era un uomo del suo
tempo, che viveva le situazioni, la
rivolta della sua città, la lotta contro
le prevaricazioni: tutto questo era
sparito. E con l’arrivo di Papa
Bergoglio ho voluto raccontare anche
questo grande personaggio, al quale
anche i non cattolici guardano per la
trasformazione del mondo». Del
resto, spiega ancora Fo: «Della
giullarata Francesco conosceva la
tecnica, il mestiere e le regole
assolute. Non teneva mai prediche
secondo la convenzione ecclesiastica,
anzi, rifiutava il codificato andamento
del sermone. Sappiamo pure che
cantava, recitava e di tutto “lo suo
corpo fasea parola” come testimonia
un cronista del suo tempo; nei suoi
sermoni suscitava divertimento ma
anche commozione fra i presenti che
lo ascoltavano.
5 Settembre 2014
posterscenari
MESSINA. Da settembre a maggio, si moltiplicano in città i laboratori per chi ha voglia di calcare la scena. Ecco le offerte
Recitazione, lavori in... corso
L’ultimo arrivato è “Nel Paese dei Balocchi” targato Campolo e Pavone. Un lavoro su Collodi che diventerà quattro spettacoli
MESSINA. L’ultimo arrivato è “Nel
Paese dei Balocchi”, che avrà come
base di partenza “Pinocchio” di Collodi
e si trasformerà in quattro spettacoli
alla Sala Laudamo di Messina, ma
sono tanti, ormai divenuti dei veri e
propri classici, i laboratori legati al
mondo dello spettacolo che, a Messina,
aprono puntualmente in autunno. Un
vero e proprio mondo per stimolare
talenti con, in prima linea, attori,
musicisti e registi che hanno
consegnato al sacro fuoco dello
spettacolo la loro vita.
L’ULTIMA NOVITA’. Il bando per
iscriversi a “Nel Paese dei Balocchi” è
online (www.associazionedaf.it e
www.teatrodimessina.it). Promosso
dalla compagnia Daf - Teatro dell’Esatta
Fantasia in collaborazione con il Teatro
Vittorio Emanuele di Messina,
nell’ambito del progetto “Laudamo in
Città”, è rivolto ad aspiranti attori e
registi under 30. Il laboratorio, ideato e
diretto da Angelo Campolo e
Annibale Pavone, “utilizzerà” il libro
di collodi per spingersi ad esplorare
alcuni temi del racconto incarnati dai
suoi personaggi principali. «Con i
partecipanti realizzeremo quattro
spettacoli alla Sala Laudamo», spiega
Campolo. Che aggiunge: «Il laboratorio
durerà da ottobre sino a maggio. L’idea è
di fare seguire al pubblico il viaggio di
due ‘asini’ attraverso le stanze segrete
del Paese dei Balocchi. Ognuna di
queste ‘stanze’ sarà uno spettacolo a sé,
con un diverso argomento centrale: ‘la
stanza del Burattino o dell’Istinto’;
quella di ‘Geppetto o della Solitudine’;
quella del ‘Gatto e la Volpe o
dell’Inganno’, e, infine, ‘la stanza della
Fata o dell’Amore». Per Pavone, si tratta
di «un’esperimento, mai tentato a
Messina, che consentirà ai ragazzi di
lavorare guidati da 4 insegnanti diversi,
ciascuno ‘regista’ di una stanza
Mariapia Rizzo
Paride Acacia
Giovanni Maria Currò (foto Paolo Galletta)
Nicola Calì
Zothecas amputat cathedras, quod saburre verecunde
specifica». Al progetto infatti
parteciperanno Paride Acacia, celebre
interprete del musical “Jesus Christ
Superstar”, Giacomo Ferraù, attore
fresco vincitore del premio “In Box” da
tempo legato al lavoro del regista
argentino Cesar Brie, e Saverio
Tavano, regista e autore di “Patres”,
spettacolo accolto da numerosi consensi
nazionali nel corso dell’ultima stagione.
Il laboratorio, che ha già avuto due fasi
preliminari nei mesi scorsi, avrà inizio il
1 ottobre 2014 e terminerà il 7 giugno
2015. Sarà diviso in quattro parti,
ognuna corrispondente a una “stanza”:
1 ottobre-30 novembre (stanza del
Burattino o dell’Istinto), diretta da
Angelo Campolo; 20 gennaio-1 marzo
(stanza di Geppetto o della Solitudine),
diretta da Annibale Pavone; 17 marzo26 aprile (stanza del Gatto e la Volpe o
dell’Inganno), diretta da Paride Acacia;
5 maggio-7 giugno ( stanza della Fata o
dell’Amore), diretta da Giacomo Ferraù.
Tra tutti coloro che invieranno domanda
di partecipazione saranno selezionati 15
allievi da affiancare a coloro che hanno
già partecipato alle fasi preliminari del
laboratorio. La selezione si svolgerà
presso la Sala Laudamo il 27 settembre
2014 a partire dalle ore 15. Le
domande di partecipazione dovranno
essere spedite via mail all’indirizzo
[email protected] entro e
non oltre le ore 13 del 22 settembre
2014.
centonove pagina 28
DA FINE SETTEMBRE. Il 26 e il 27 di
questo mese, invece, torna la due giorni
full immersion chiamata EsoStage.
Promosso da Sasà Neri e dagli artisti
di EsosTheatre come avvio della
nuova stagione de “Il Teatro degli
Esoscheletri”, proporrà un venerdì e un
sabato dedicati all'incontro tra chi
diventerà allievo del laboratorio
EsosTheatre e gli artisti di EsosTheatre.
L’inizio è il 26, alle ore 17,30, con lo
stage che durerà tre ore consecutive per
riprendere il giorno sopo alla stessa ora
e con la medesima durata. Il 27, però,
l'esperienza proseguirà: per la prima
volta, infatti, i partecipanti all'EsoStage
saranno gli special guest di un nuovo
EsoShowXOne (dalle 21 alle 22), un'ora
che si aggiunge alle sei ore di stage,
un'ora durante la quale gli artisti
EsosTheatre e i nuovi allievi daranno
vita ad una performance interamente
basata su quanto vissuto nel corso dello
stage (Informazioni
www.teatrodegliesoscheletri.it). Sempre
il 27, con proseguimento il 28, si terrà
alla sede di Studiodanza Metropol il
sesto stage di recitazione di Nicola
posterscenari
Calì (a cura di Iudor Making), attore,
regista e sceneggiatore con un già
corposa carriera alle spalle e fautore di
un approccio alla recitazione che
discende dagli insegnamenti del
palermitano Beppe Randazzo. In
preparazione, infine, anche i laboratori
nelle scuole, curati da diversi
protagonisti messinesi da Totò D’Urso
a Daniele Gonciaruk.
COSI’ A OTTOBRE. Inizieranno la
prima settimana di ottobre i corsi e i
laboratori organizzati dal Clan degli
Attori capitanato da Giovanni Maria
Currò. Queste le offerte: recitazione
(con Currò e Mauro Failla), recitazione
junior (7-11 anni), condotto da
Eleonora Bovo; recitazione
cinematografica (con Currò, Failla e
Fabio Schifilliti). Sempre a inizio
ottobre, giorno 1, riprenderanno le
attività di Actorgym di Vincenzo
Tripodo, concepito come uno spazio
teatrale “senza pareti”, una palestra dove
si allenano le emozioni, un luogo dove le
leggi sono rigorosamente studiate per
essere sovvertite. Spiega Tripodo: «I
nostri laboratori sono aperti a tutti.
Quello con gli adulti, l’ActorGym, è
giunto al settimo anno, anzi, come
diciamo noi, al settimo atto. Quello con i
bambini, l’ActorKids è invece al quarto.
Quest’anno faremo anche tecnica del
movimento e dizione». Al via anche le
attività di Vaudevìlle, scuola di
recitazione e musical. Con inizio il 3
ottobre, vede impegnati
nell’insegnameno Alessandro Alù
(direttore e insegnante di recitazione),
Paride Acacia (recitazione), Sarah
Lanza (danza), Mario Parlagreco
(dizione), Enza Fiumanò (canto).
Collaboratori esterni sono Maria Pia
Rizzo, Gianfranco Quero,
Donatella Venuti e Antonio Stella.
Il 13 ottobre, invece, aprirà i battenti il
laboratorio del Teatro dei Naviganti.
Diretto da Domenico Cucinotta , che
insegna insieme a Mariapia Rizzo, vede
quest’anno come novità le presenze di
Savario Tavano (scrittore) e di
Giovanni Scarcella (coreografo). Il
lavoro verterà sulla drammaturgia come
scrittura della parola e del corpo con due
incontri da quattro ore a settimana e un
lungo weekend al mese.
CUPido (da sinistra Rosamaria Conigliaro, Flavia Romeo, Flavio Vivoli, Celeste De Lisi). Accanto Flavio Vivoli all'esibizione di Castrocaro
PALERMO. Riparte l’accademia diretta dagli exconcorrenti di XFactor. Ecco le novità
Vokal Musik punta su Castrocaro
PALERMO. Una nuova stagione di
lavori, per consolidare quel che è
affermato, dare un nuovo slancio e
ripartire con la qualità di sempre,
capace di portare notevoli risultati.
Con questo clima riprendono le attività
della VokalMusik Academy & arts, il
centro professionale di formazione
artistica di via Antonino Palminteri 2
(traversa di via Leonardo Da Vinci),
diretta dagli ex concorrenti di X Factor
Elisa Smeriglio e Vincenzo Biondo.
Sono così aperte le iscrizioni ai corsi di
canto, pianoforte, chitarra, recitazione,
e danza, ai quali si sommano i
laboratori di hip hop, lingua inglese,
tecniche di comunicazione e
percussioni. Il fiore all’occhiello resta
sempre il canto moderno, con le lezioni
divise in più livelli (junior, tecnico
teorico, interpretativo e progettuale).
Su questo fronte Vokalmusik è anche
sede (unica in Sicilia occidentale) del
circuito nazionale “La Voce” di Fulvio
Tomaino, ovvero fa parte di un
franchising di scuole di canto moderno
con sedi sparse su tutto il territorio
nazionale. Una formula vincente quella
sul fronte del canto della Vokalmusik,
forte dei dati di questi anni. A parlare è
il successo di pubblico di format creati
dentro la scuola come “Beauty and the
Beatles” dedicato ai Fab Four,
“Dalla/Modugno” incentrato su
canzoni di Lucio Dalla e Domenico
Modugno e “We'll live forever” con
protagonisti brani dei Queen.
Vokalmusik, con la sua struttura, è
stata anche protagonista del primo
Vocal flash mob italiano, entrando così
di diritto nella storia del web
nazionale.
Fiore all’occhiello restano anche i
progetti Vokalmusik dedicati agli
allievi. Così, grazie al lavoro dei maestri
Vincenzo Biondo ed Elisa Smeriglio, qui
sono nati FL-I, pseudonimo del
cantante Flavio Vivoli, e Le Morgane,
ovvero il trio vocale formato da
Barbara Tutrone, Cinzia Gargano e
Alessandra Ponente (video cover “Che
coss’è l’amor” di Vinicio Capossela, che
quest’anno han raggiunto le semifinali
del Festival di Castrocaro, dove la
Vokalmusik è riuscita a piazzare ben
dodici allievi.
Un rapporto, quello col Festival di
Castrocaro, che continuerà anche nella
nuova stagione lavorativa 2014-2015,
che vede rinnovare anche la relazione
tra Vokamusik e Radio Time, il network
dove è nato il talent radiofonico per
cantanti Extra Time. In più dalla
Vokalusik sta partendo il progetto
CUPido, ovvero il quartetto vocale
specializzato un cup song formato da
Flavio Vivoli, Celeste De Lisi, Flavia
Romeo e Rosamaria Conigliaro. Inoltre
Flavio Vivoli e Celeste De Lisi,
lavoreranno in coppia formando il
duetto Ambiguo. Per ulteriori info:
www.vokalmusikacademy.com
MESSINA
E ai più piccoli ci pensa l’Actorkids
Sasà Neri
5 Settembre 2014
MESSINA. Comineranno ad ottobre anche i laboratori di “ActorKids”, uno dei pochi
pensati per i più piccoli, in collaborazione con Progetto Suono. Voluto e diretto da
Vincenzo Tripodo, ActorKids è una palestra teatrale per giovanissimi tra i 6 e i 13
anni, con lo scopo di far divenire il teatro un luogo fisico apprendere attraverso il
gioco vari strumenti della recitazione, quali: la voce, il corpo, il ritmo, le relazioni di
gruppo, lo studio del personaggio, l’esercizio della memoria, le letture dei testi che
saranno drammatizzati, la danza e il canto. L’ActorKids è un momento di
apprendimento attivo: le varie fasi del programma sono affrontate attraverso esercizi
teatrali, giochi, proposte operative. Le “ragioni educative” sono sempre privilegiate
rispetto alle “ragioni dello spettacolo”. «Non abbiamo interesse a formare attori spiegano gli organizzatori - quanto a fornire ai bambini la preziosa possibilità di
esprimersi, di conoscersi, di sperimentare forme di apprendimento che passano per il
corpo e il lavoro di gruppo”. Per tutte le informazioni chiamare il 327 6382030 o
all’indirizzo di posta elettronica [email protected]
centonove pagina 29
Vincenzo Tripodo
5 Settembre 2014
posterlibri
NOVITA’. In libreria “Voi non siete qui”» di Guglielmo Pispisa
L’avvocato dello Stretto
Una Messina come non si è mai vista fa da sfondo all’assurda «epopea
di un uomo banale». Fra nepotismo, consorterie, giustizia e finanza
MESSINA. E’ edito da Il
Saggiatore, ma non è un
saggio. Vi si parla di
consorterie e nepotismi,
giustizia e finanza, ma non è
cronaca. La voce protagonista,
come l’autore, è un avvocato
quarantenne, ma non è
“autofiction”.
Quinto romanzo di Guglielmo
Pispisa, messinese classe
1971, dopo “Multiplo” (2004,
Bacchilega), “Città perfetta” (2005,
Einaudi), “La terza metà” (2008,
Marsilio), “Il Cristo ricaricabile” (2012,
Meridiano zero), “Voi non siete qui” “assurda epopea di un uomo banale che
non stinge perché non ha colore,
esponente emblematico di una
generazione che si riteneva destinata
alla grandezza e si è invece ritrovata
nella morsa di un mondo crudelmente
beffardo, senza alcuna difesa contro le
sue insensatezze” - sarà in tutte le
librerie d’Italia da giovedì 4 settembre.
In questo romanzo – spiega l’autore –
“ho fatto tutto quello che, secondo le
‘regoline’ della scrittura creativa, non si
dovrebbe, quello che fin qui ho sempre
evitato. Per quale ragione? Sulle prime
pensavo di fare semplicemente uno
sberleffo, quasi fregandomene che fosse
un testo destinato ai lettori e a un
mercato. Poi mi sono accorto che non
era così, che era anzi vero il contrario.
Al lettore ho dato fiducia. Ho creduto in
lui, nella sua capacità di arrangiarsi,
nella sua intelligenza, nella furbizia che,
spero, lo inducano a non dare per buono
quel che gli racconta il narratore, a
LACERTI DI LETTURE
guardare un poco oltre, fino
a vedere quello che il
narratore non dice, perché
nemmeno lo sa”.
“Voi non siete qui” sarà
presentato al Monte di Pietà
di Messina giovedì 25
settembre alle ore 19:30
nell’incontro organizzato da
Daniela Bonazinga, con la
pagina critica curata da
Dario Tomasello e le letture
di Francesco Natoli. Guglielmo Pispisa
vi tratta l’attualità italiana partendo da
un misconosciuto e sottovalutato “punto
d’origine”, quello della periferia insulare
siciliana. “Voi non siete qui” è, dunque,
il primo libro di Pispisa ambientato nella
sua città, Messina.
Ma se l’ambientazione è, come afferma
il sociologo Pietro Saitta “una Messina
LA CLASSIFICA
NAXOSLEGGE
Booktrailer su giornalisti,
amori e precariato
CIAK PER IL LIBRO DI SIMONA MORACI
FIRMATO DAL REGISTA NICOTINA
Guglielmo Pispisa
come non si è mai vista”, “Voi non siete
qui” resta “un libro che parla dell’Italia”.
Non a caso, Guglielmo Pispisa è stato
invitato a partecipare lunedì 22
settembre alle ore 18:30 a Giardini
Naxos (terrazza dell’hotel Tysandros) al
dibattito “Per non morire di sicilitudine”,
coordinato da Massimo Maugeri
(Letteratitudine) nell’ambito del festival
delle narrazioni Naxoslegge diretto da
Fulvia Toscano. “Il dibattito – spiega
Fulvia Toscano – si inquadra come una
finestra su alcune delle espressioni più
significative e interessanti della
narrativa giovane in Sicilia, capace di
instaurare un dialogo con le espressioni
più vivaci e sperimentali del panorama
narrativo italiano e internazionale”.
Oltre a Pispisa, a Giardini Naxos
interverranno Daniele Zito, Angelo
Meloni, Rosario Palazzolo.
DI FELICE IRRERA
A più di sessant’anni dall’ultima pubblicazione si riedita quest’opera di uno scrittore
tipicamente popolare, ambientata a Palermo nel 1800, durante l’epidemia di colera.
Due famiglie che cercano di sfuggire al contagio si rifugiano in campagna e si ritrovano
a convivere nella stessa casa, dando vita ad un complicato intreccio amoroso: proprio
quando sembra che la verità venga fuori, si manifesta il colpo di scena.
Luigi Natoli, I morti tornano,
Dario Flaccovio 2014, pp. 288, € 15,00
Casati Modigliani
Dan Brown
1Sveva
La moglie magica - Sperling & Kupfer
4
Inferno - Mondadori
Markus Zusak
Stefano Benni
2Storia
di una ladra di libri - Frassinelli
5
Pantera - Feltrinelli
Tiziano Tersani
Massimo Gramellini - La magia di
3straordinaria
Un' idea di destino. Diari di una vita
6
un buongiorno - Longanesi
Longaneri
www.wuz.it
GIARDINI NAXOS. Sarà presentato
lunedì 15 settembre, alle 17,
nell’ambito di Sinestesie, la nuova
sezione del festival letterario
“Naxoslegge”, il booktrailer del
romanzo “Giornalisti… e vissero per
sempre precari e contenti” di
Simona Moraci (Armando Siciliano
Editore). Il video, firmato dal regista
messinese Gianmaria Nicotina, vede
in scena gli attori Christian Gravina,
Luca Fiorino, Vanessa Cento, e la
partecipazione della giornalista
Tiziana Caruso e dell’esordiente
Renato Scarcella. Il booktrailer,
girato nella redazione del
settimanale Centonove, racconta un
romanzo brillante che ha come
sfondo il mondo del precariato.
“Sinestesie - sentire e vedere libri”,
in programma dal 15 al 17
settembre, come anteprima del
festival, al corner Feltrinelli e al
Frontemare del lido di Naxos, è la
nuova sezione di Naxoslegge, il
festival delle narrazioni che con
Extramoenia, dal 18 al 26, proporrà
un "settembre di culture a Naxos", a
cura della associazione Le officine di
Hermes, col patrocinio del comune
di Giardini Naxos e la direzione
artistica di Fulvia Toscano. In tre
giorni, infatti, attraverso la presenza
di circa 40 scrittori ed altrettanti
editori, si proporrà un viaggio nel
mondo del booktrailer, nuova e
affascinante forma di comunicazione
e promozione editoriale che
coniuga il testo letterario con il
linguaggio del cinema. Il luogo è la
magica terrazza del lido di Naxos,
ora arricchita dalla presenza del
corner Feltrinelli, partner di
Naxoslegge.
FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA)
I scannapopulu
La mafia è una struttura imbattibile fin
quando è funzionale al potere.
“L’amici di la mafia su certuni ben
conosciuti e nobili persuni, devoti di la
fedi e di li santi cu funzioni e carichi
importanti. Amici e servi di li mafiosi si fannu
responsabili d’abusi, di angherii, di prepotenzi e
‘mbrogghi, pi fini elettorali e portafogghi.” Il
capitalismo infanga l’anima.
“Lu dinaru japri breccia, metti in vucca lu bavagghiu,
quannu tira la so freccia, trasi a centru di bersagghiu.
Lu dinaru non è vistu, e l’avemu nta lu
sangu,l’aduramu comu a Cristu e stricamu nta lu
fangu.” Il diritto ormai è sinonimo di favore.
“Vaju ed acchianu la scala di lu Palazzu, quannu haiu
bisognu i lavoru. Ci Vaju pe cridiri chi semu cristiani,
ci vaju pi cridiri chi nun semu cani. Acchianu pi non
moriri e mi nnì scinnu cadaveri.”
Quella perniciosa relazione tra alcuni preti e la
mafia.
“La mafia e li parrini – eterni sanguisuga – sella
supra li spaddhi e corda chi t’affuga! Unu jorge la
cruci e l’autru punta e spara. L’unu minaccia infernu
e l’autru la lupara!”
Per il potere ed i suoi apparati la lealtà di pensiero è
un inciampo per il sistema.
“La curpa e tutta mia, chi non mi stricu e chi chiddu
chi pensu in faccia dicu! Forsi è lu me carattiri, lu mè
parrari chiaru, chi non mi fa truvari amici
importanti, chi cumannunu.”
È tempo di sofismi dove la ragione dorme e la
finzione sfacciata diventa argomento fondato,
l’improbabile diviene probabile e l’inverosimile vero.
“Ora mi fazzu un cori di liuni, vogghiu turnari
‘mmenzu la furesta di la vita, unni lu tortu àvi la
ragiuni, e la giustizia è pupu di crita.”
Quell’angoscia del tempo che sfugge.
“Ca lu tempu e na minestra e mi scantu ca un nni
resta!”
centonove pagina 30
Il popolo siciliano è un popolo che la sua storia l’ha
fatta fare e continua a farla fare agli altri. Egli della
sua storia è sempre stato inquilino e mai padrone.
“L’avemu cca ancora cca chi stissi facci e u cori di
sarvaggi, i scannapopulu. Ci liccamu i pedi, ci damu
u votu, pi rumpirinni l’ossa. Unni passuni sicca
l’erba, sicca l’acqua, spuntunu spini e lacrimi per la
Sicilia. Cu camina calatu torci a schina, s’è un populu
torci a storia!”
L’odio è un sentimento che annienta chi lo coltiva.
“Io ti dirò: l’odiu è analfabeta e scrivi pagini di
sangu sgrammaticati.” Certi suggestivi esoterici
inglesismi usati dalla politica e dalla tecnocrazia
sono un attentato all’identità civile e all’integrità
sociale e culturale dei popoli. “Un populu diventa
poviru e servu, quannu ci arrubbunu a lingua.
Diventa poviru e servu, quannu i paroli non
figghiunu paroli e si manciunu ntra d’iddi.”
Lacerti tratti da:
“Poesie ” – 1923-1983- parte II
Ignazio Buttitta
posterlibri
SAGGI. Una nuova collana curata dal teorico della decrescita Serge Latouche
Crisi,meglio governare la modernità
Il primo volumetto con una casaceditrice milanese decicato al pensiero di Jacques Ellul. Che detta
in tre temi le regole per giungere alla felicità. Tirandosi fuori dal circolo infernale del consumo
DI
AUGUSTO CAVADI
PALERMO. Serge Latouche è noto in
Europa come il teorico della “decrescita”.
Raramente un vocabolo è stato tanto
incompreso ed equivocato: da qui il
ricorso ad aggettivi (in Italia Maurizio
Pallante si è fatto promotore della
“decrescita felice”) o a formule
equivalenti (“sobrietà felice” o
“abbondanza frugale”). Indubbiamente
fra gli esponenti di questa corrente di
pensiero filosofico ed economico non
mancano le differenze di accento (né qua
o là certi passaggi opinabili), ma il senso
complessivo è chiaro: non si tratta di
andare indietro verso il pre-moderno
quanto di governare la modernità in
modo da evitare che si capovolga,
dialetticamente, da opportunità per
l’umanità in boomerang disastroso. Che
questo implichi delle rinunzie è indubbio:
fondamentalmente la rinunzia a fare
tutto ciò che la tecnica ci mette in grado
di fare. La questione è – si potrebbe dire
con gli epicurei – se si tratta di rinunzie
sterili o, piuttosto, funzionali a guadagni
di lunga durata e per tutti quanti. Per
comprendere meglio la posta in gioco
Serge Latouche ha pensato di aprire, con
una nota casa editrice milanese, una
Collana di volumetti dedicati a “I
precursori della decrescita” ed egli stesso
ne ha curato il primo: Jacques Ellul.
Contro il totalitarismo tecnico (Jaca
Book, Milano 2014, pp. 95, euro 9,00).
Di Ellul (deceduto nel 1994) conoscevo,
grazie a testi occasionali, poco più del
nome: grazie a questa preziosa
monografia-antologia ne ho appreso
ATTUALITA’
alcune tematiche caratteristiche. Una
prima riguarda la critica della “crescita a
ogni costo”, della crescita demografica,
agricola, industriale in progressione
geometrica: “Conosciamo tutti, e in tutti i
campi, l’ossessione della crescita. La
crescita è buona in sé. Non ci si chiede
né: crescita di cosa? Né: la crescita è
utile? Né: a chi servirà la crescita? E
nemmeno: cosa faremo di tutte queste
eccedenze? Nessun tornaconto (ecco il
segno dell’assurdità), la crescita si
giustifica da sé”. Una seconda tematica
riguarda la “riduzione del tempo di
lavoro”. Al di là delle motivazioni socioeconomiche, Ellul è più attento ai risvolti
antropologici. Innanzitutto ai vantaggi di
una “riduzione massiccia del tempo di
lavoro” conseguente ad una “nuova
ripartizione del lavoro” (rispetto alla
situazione attuale in cui ci sono soggetti
oberati dalla fatica e soggetti languenti
nella inoccupazione): “Per appagare la
propria solitudine, l’uomo moderno ha
bisogno di relazioni umane autentiche, di
attività ludiche, di contatti personali al di
fuori del mondo del lavoro. Bisogna
uscire dal circolo infernale consumoproduzione, anche se ciò dovesse
sconvolgere le nostre abitudini
quotidiane e ridurre il nostro tenore di
vita”. In una società in cui, per scelta o
per necessità, si dedicherà meno tempo
al lavoro, alla produzione, al commercio,
saremo come denudati. Privi di molti
alibi ed orpelli,
“saremo obbligati a porre questioni
fondamentali: quelle del senso della vita
e di una nuova cultura, quella di
un’organizzazione che non sia né rigida
né anarchica, l’aprirsi di un campo di
nuova creatività”. Esposti alla noia, al
vuoto, allo spreco del proprio tempo
liberato, saremo però anche messi di
fronte alla verità essenziale del nostro
esistere: “L’essere umano ha bisogno di
interessarsi a qualcosa, ed è per
mancanza d’interesse che moriamo oggi”.
Una terza tematica la espone Ellul stesso
in poche, illuminanti righe: “L’ideologia
della felicità esige un crescente consumo
di benessere attraverso l’approntamento
del terreno favorevole allo sbocciare di
nuovi bisogni […]. Ma più aumenta il
consumo, più forte deve essere l’ideologia
della felicità per colmare in tale ciclo il
vuoto dell’assurdità. Senza benessere la
felicità sembra vana e illusoria, priva di
tutti gli strumenti di
realizzazione. La via
per giungere alla
felicità è quella del
benessere, e solo
quella. A poco a
poco, poi, il
benessere ha
assunto
un’importanza tale
che si è tentato di
minimizzare la
portata della
felicità;
5 Settembre 2014
concetto fluido, incerto, complesso e
comportante il permanere di un
inopportuno soggettivismo e di un
sentimento romantico. Sociologi ed
economisti attuali preferiscono di gran
lunga avere a che fare con il benessere
(livello di vita, stile di vita ecc.)
suscettibile di essere più agevolmente
delimitato, analizzato, calcolato
esattamente.
Con la formula “la colonizzazione
dell’immaginario da parte della tecnica e
la tossicodipendenza da consumo”
Latouche denota, e condensa, una quarta
tematica ricorrente negli scritti di Jacques
Ellul, “l’uomo che aveva previsto (quasi)
tutto” . Di che si tratta? Di denunziare,
ovviamente, non la tecnica né quei suoi
prodotti che effettivamente migliorano la
qualità della nostra vita, bensì la
superstizione fideistica sui benefici
automatici e inequivoci di qualsiasi
invenzione tecnica e la cecità di fronte
alle contropartite negative di certe
innovazioni: “Abbiamo così sempre più
possibilità di vivere, viviamo più a lungo,
ma viviamo una vita più limitata e non
abbiamo più la stessa forza vitale. Siamo
sempre obbligati a compensare nuove
deficienze”.
Su ogni questione affrontata da Ellul non
sono mancate, come è facile supporre,
riserve e critiche. Le sue posizioni,
come quelle di tanti altri studiosi e
operatori sociali dell’area, sono
soggette al rischio di forzature
unilaterali che - in un’altra sede –
sarebbe inevitabile esaminare. Essi
devono vincere una difficile
scommessa: per riprendere
parzialmente il titolo di un saggio di
Jean-Paul Besset, “salvarsi dal
progresso senza
essere
reazionari”.
di Giovanni Frazzica
Convivere con la deflazione
MESSINA. L’Italia, la Sicilia e Messina, tre ambiti di un
unico grande complesso che ha la stessa primaria
esigenza: sviluppo, lavoro. La gente soffre molto per
questa crisi economica che si trascina ormai da oltre dieci
anni e di cui non si riesce ad intravvedere la fine. Anzi si
allarga, ora è come se avessimo contagiato della nostra
stessa malattia la Germania, la locomotiva che doveva
trascinare l’economia europea, che come noi fa
registrare un tasso di crescita di -02% su base annua. Ma
c’è di peggio, la nostra malattia ha subito una mutazione
genetica, adesso siamo in deflazione, i prezzi scendono,
non per effetto del gioco della libera concorrenza, ma
per mancanza di domanda. Un fenomeno che non si
verificava in Italia da oltre cinquant’anni e che,
nell’immediato dà al consumatore il vantaggio di potersi
approviggionare di beni a prezzi scontati. A Messina
neanche questo accade, secondo quanto riportato dalla
stampa nazionale e poi ripreso da quella locale, la Città
dello Stretto è risultata essere la più cara
d’Italia, la piazza dove i prezzi invece che
diminuire sono aumentati dell’1,19%. E’
auspicabile che l’assessore al Commercio,
Patrizia Panarello, abbia avuto tempo e
modo di leggere questa notizia, di rifletterci sopra e di
vedere se c’è un modo per difendere i cittadini da
eventuali anomalie e ingiustificati aumenti di prezzi. O
forse è la Prefettura che, essendo emanazione del
Governo, ha più facilità ad intervenire operando anche
una comparazione di dati. A Catania, città ben
governata dal punto di vista amministrativo, il costo
della vita è più basso e le opportunità di lavoro sono più
alte. Quindi a soli cento chilometri da Messina c’è un
luogo dove si può sopportare meglio quel senso di
vuoto che produce il protagonismo, spesso inutile ed
eccessivo, di Crocetta e l’annuncite di Renzi. Modi di
operare che producono titoli di giornali e lunghe riprese
televisive, ma fin’ora non hanno portato nè un posto di
lavoro nè un’euro. O per meglio dire di euro Renzi ne
ha portati 80 al mese a 10 milioni di italiani, ma, a
centonove pagina 31
pensarci bene, con questa cifra ha finito col fare un
regalino a chi già lavorava, apparendo peraltro iniquo
verso i più bisognosi e senza peraltro dare quella scossa
all’economia che aveva annunciato con enfasi. E per
quanto riguarda i posti di lavoro, prima che si verificasse
il corto circuito Corsello-Scilabra, pare che qualche
centinaio di posti si stessero materializzando. Certo non
in base a regolare concorso, pratica assolutamente
desueta, a memoria di palermitano gli ultimi concorsi
nella città di Leoluca Orlando vennero fatti dai Fenici
prima della battaglia di Zama (202 a.c.). Ma Crocetta,
con una Regione finanziariamente disastrata e senza
idee per farla ripartire insiste, finchè può, per
mantenere il controllo su tutto, come quando era
sindaco di Gela. E infine i messinesi, che già
usufruiscono dei vantaggi della governance di Renzi e di
Crocetta, possono cumulare questi benefici con quelli
derivanti dall’avere un sindaco come Accorinti che ha il
vezzo della fotografite. A breve dovrebbe farsi
immortalare insieme alla Merkel e ad Hollande per
completare l’album Europa continentale.
5 Settembre 2014
posterstorie
Un momento della messa in scena
ROCCELLETTA DI BORGIA. L’idea originale e coraggiosa di Chiara Giordano fa rivivere la dinastia normanna
L’ultima notte di Scolacium
Il Gran Conte Ruggero I, la sua Adelasia e l’affascinante cavaliere Boemondo rivivono grazie
all’opera di parole, immagini e suoni e coreografie messe in scena nel parco archeologico
DI
ROBERTO MOTTA
Ruggero I , il Gran Conte, in carne ed
ossa. E poi Adelasia che dal Monferrato
era scesa al Sud per andare in sposa a
Ruggero e sigillare così l’intesa tra
normanni e lombardi. “Juvenculam
honestae faciei” come ci trasmette il
Malaterra; una giovane graziosa della
famiglia degli Aleramici del Vasto. Ed
infine Boemondo, Boamondus, come sta
scritto sul suo monumento funebre a
Canosa, quasi un' eco della sua terribile
imponenza. Boemondo, l'affascinante
cavaliere principe di Antiochia figlio di
Roberto il Guiscardo e di Alberada,
prima moglie del normanno il cui viso,
ancor oggi , ci guarda beffardo dalla
cornice della fontana di S. Marco
Argentano . Avrei visto finalmente “dal
vivo” questi personaggi della dinastia
normanna, dopo averne sempre sentito
la presenza nelle chiese medievali,
nelle torri ,nei donjoni, nei castelli o nei
dorati mosaici. Finalmente, grazie ad
un' idea originale e coraggiosa di
Chiara Giordano, i regali personaggi
della dinastia normanna, assolutamente
trascurati da cinema e teatro,
nonostante la loro straordinaria epopea
storica , diventavano protagonisti di
una opera. Ed ancora il sito: il parco
archeologico di Scolacium con resti dei
precedenti insediamenti greci e romani
al centro del quale, emerge in un vasto
uliveto la basilica medievale detta la
Roccelletta del Vescovo di Squillac, di
enigmatica interpretazione stilistica.
Ecco, questi alcuni intriganti stimoli che
spingevano verso “L’Ultima notte di
Scolacium” opera di parole, immagini e
suoni e coreografie realizzata con la
regia di Cristina Mazzavillani Muti.
Inizia bene, anzi benissimo. Alle 22 in
punto l’entrata nel parco. Immersi in
una atmosfera di luci che tagliavano gli
spazi interni della chiesa, avvolti da
musiche d’ispirazione medievale,
accompagnati da personaggi in
costume d’epoca, ci siamo spinti in
questa discesa nella Scolacium di circa
novecento anni prima.
Sulla scena, con sfondo la colorata
parete sud della Roccelletta, Cassiodoro
tiene le fila del dramma: racconta
dell’amore segreto tra il principe di
Antiochia Boemondo e la regina
Adelasia. Una storia probabilmente
fantastica anche se qualche pettegolezzo
c’era stato quando Adelaide aveva dato
alla luce Ruggero (il futuro Re di
Sicilia); quella pelle olivastra, gli occhi
scuri, i capelli neri, come ci racconta
Malaterra, erano caratteri fortemente
mediterranei e destavano insinuazioni e
sospetti sulla reale paternità di Ruggero
II; d’altronde il Gran Conte, alla nascita
del figlio , di anni ne aveva ben
sessantaquattro. Boemondo, il figlio di
Roberto il Guiscardo e di Alberada,
normanno di sangue e di indole era
invece “largo di spalle, massiccio di
torso, di carnagione chiara, capelli
biondissimi tagliati a zero e di immensa
statura”, come il padre Roberto il
Guiscardo (Norwich). “L’uomo piu’ sexy
del medioevo” secondo Cesare Brandi
che lo vedeva protagonista di un
L’area archeologica di Scolacium
centonove pagina 32
melodramma, in quattro atti e dieci
quadri. Il suo nome aveva terrorizzato i
balcani , ma il suon fascino aveva
ammaliato molte nobili donne tra le
quali la figlia dell’emiro che lo teneva
prigioniero, la bella Melaz .
E poi Adelasia, o Adelitia come è scritto
nel suo epitaffio , della casata degli
Aleramici del Monferrato. Come tanti
“lombardi” migrati dalle terre padane
nel più ricco regno del sole per fondare
paesi e colonie che sostenessero
l’elemento latino nel multiculturale
Regno di Ruggero. Terza moglie del
Conte dopo Eremberga e soprattutto
dopo l’amata Giuditta d’Evreux
anch'essa scesa in Calabria dalla
Normandia insieme al suo tutore
Roberto de Grantmesnil, fondatore dell’
Abbazia benedettina di S. Eufemia
(oggi al centro di un parco
archeologico, poco distate dal centro
lametino). Infine Ruggero, il Gran
Conte, che di anni ne aveva
cinquantotto quando sposò Adelaide
nella Chiesa della SS. Trinità di Mileto
la stessa che accolse, dopo qualche
anno, il suo sarcofago. Frammenti del
glorioso periodo normanno, quando
Mileto era la città prescelta dal Conte,
sono nel curatissimo Museo Statale
Diocesano di Mileto tra cui il sarcofago
di Eremburga, seconda moglie di
Ruggero I. Questi i personaggi della
riuscita “favola storica “, con le
suggestive musiche di Nicola Piovani , la
sceneggiatura di Francesco Brancatella,
le imponenti scenografie virtuali di
Gaetano Capasso, che ha proiettato
immagini della saga normanna, di
straordinaria efficacia, sulla parete della
Roccelletta che faceva da sfondo al
palcoscenico. Un evento emozionante,
originale, ben curato in tutti i suoi
elementi (il parco, le luci, la scenografia,
le musiche, i costumi). Un’opera che è
riuscita a mettere insieme la
rievocazione del passato e il fascino dei
luoghi; un evento-modello da proporre
per rivivere luoghi di rilevanza
archeologica e dare senso alla storia.
Ancora una sorpresa dalla Calabria.
postermostre
5 Settembre 2014
FURNARI. A Palazzo Marziani fino al 14 settembre
Sei artisti in cerca di Figurazione
In esposizione le opere di Adriano Bertazzoni, Antonio Bonanno Conti,
Michele D’Avenia, Sebastiano Messina, Sara Teresano e Togo
FURNARI. Fino al 14 settembre, la
prima rassegna Furnariarte, ospitata
nella cittadina del Messinese. Mostre
collettive e personali, abiti e gioielli
delle nobildonne siciliane, musica
popolare e jazz d’autore, lirica e
cantautorato, trovano spazio in un
antico palazzo nobiliare restaurato su
input del sindaco di Furnari, Mario
Foti.
Giovedì 4 settembre alle 19, alla
presenza dell’assessore regionale ai Beni
culturali e Identità siciliana, Giusi
Furnari, è stata inaugurata “Figurazione
Nuova”, un unico progetto artistico di
Saverio Pugliatti (che cura la direzione
artistica dell’intera rassegna), formato
dalle mostre personali di sei artisti,
Antonio Bonanno Conti, Sebastiano
Messina, Togo, Michele D’Avenia e Sara
Teresano, e l’esordiente Adriano
Bertazzone. Il riferimento di fondo è
l’attualizzazione del movimento
artistico degli anni ’60, Nuova
Figurazione, di cui fece parte anche
Renato Guttuso. Le sei mostre personali,
pensate nel rispetto dei percorsi di
ricerca individuali, intendono sollecitare
la riflessione sulla tendenza dell’arte
contemporanea che si muove nel segno
di una rinnovata sensibilità al
figurativo: i linguaggi personali, pur in
una variegata contaminazione di
memorie e di proposte interpretative,
condividono infatti la forza seduttiva di
una rappresentazione che non rinuncia
alla riconoscibilità del dato reale.
Un’indagine condotta con grande
padronanza del “mestiere” che esplora,
archetipi e visioni del
quotidiano. Dalle enormi
istallazioni che guardano
alla Transavanguardia di
Antonio Bonanno
Conti (la mostra di
intitola “RiEdizione”) alle
animazioni
mediterranee in
pietra calcarea di
Sara Teresano
(“Fragili
equilibri”), fino
alle spigolose
Sara
Teresano.
Ballerina
(tango)
terracotta
policroma
cm.70x27
x15
Togo, Castello saraceno 2014, olio e acrilico su tela
Michele D'Avenia, Il mondo fuori, olio su tela cm 93 x 78 anno 2007 collezione privata
metamorfosi di Sebastiano Messina
(“Tra sogni e ricordi”); su verso le tele
fortemente realistiche di Michele
D’Avenia (“Immagini dell’anima”), la
solarità tagliata dalla luce di Togo
(“Paesaggi mediterranei”) fino alle tele
sensibili alle tematiche sociali del
giovane Adriano Bertazzone (“ALC IXH
XAN”).
Stefania Petrillo, docente di Storia
dell’arte contemporanea presso
l’Università degli Studi di Perugia, ha
introdotto la mostra con una breve
presentazione-conferenza. Alle 21,
concerto del Trio Duende Sur
(Alejandra Bertolino Garcia a cante y
cajòn; Laura Bonfiglio, baile e Antonio
Livoti, chitarra) che affronta il flamenco
con spirito di innovazione,
arricchendolo di legami con altre
culture vicine per genesi e per
contaminazione.
FESTA DEL PATRONO
Arte per Tripi si fa in quattro
TRIPI. “Arte per Tripi”, è il titolo della
kermesse culturale che caratterizzerà
i festeggiamenti in onore del patrono
San Vincenzo Martire. Si tratta di
quattro mostre su temi diversi che da
venerdì 5 a domenica 7 settembre
consentiranno ai visitatori del piccolo
paese abacenino di vivere in maniera
“ diversa ” i festeggiamenti
organizzati per il santo. Si tratta della
mostra di scultura di Vittorio Basile,
della mostra di pittura interattiva di
Nino Gentile, della mostra di pittura
e cartoline d’epoca di Mimmo
Ciarrotta e della mostra etno antropologica di Angela Raccuia dal
titolo “Input dal passato: il frutto del
lavoro dell’uomo ”.
INIZIATIVE
Fotografi emergenti, Obiettivo Alibi
sensibilità degli autori protagonisti. In un allestimento minimale ma di forte
impatto visivo, confluiranno le varietà di stili, di punti di vista e delle tematiche
affrontate, componendo un mosaico variegato ed affascinante. L'inaugurazione
Oltre cento scatti in mostra a Palermo voluti dall’associazione “Non ho sonno”
della mostra si terrà venerdì 5 settembre alle ore 16.30 e la mostra resterà
visitabile, ad ingresso gratuito, fino alle 13 di domenica 7 settembre. L'Alibi Club è
un ente di formazione accreditato dalla
PALERMO. Nella prestigiosa cornice di Villa Niscemi a
Regione Sicilia, da più di trent'anni tra i
Palermo, l'Alibi Club (in collaborazione con l'associazione
protagonisti del panorama artistico e
culturale Non Ho Sonno) organizza la mostra fotografica
culturale siciliano, promotore di eventi
Obiettivo Alibi, una grande esposizione per presentare i
culturali e corsi di formazione professionale
lavori degli allievi dei corsi di fotografia appena
di alto profilo. L'associazione culturale Non
terminati nelle sedi di Palermo ed Agrigento.
Ho Sonno è una giovane realtà che lavora
Dal 5 al 7 settembre, la Sala delle Carrozze di Villa Niscemi
su progetti artistici ed editoriali, anche
ospiterà un campionario di oltre 100 scatti realizzati dai
legati ai nuovi media, occupandosi di
ragazzi durante il percorso formativo, uno spaccato
veicolare e promuovere attività di interesse
colorato ed eterogeneo in grado di raccontare la società, il
Una delle immagini dei fotografi emergenti in mostra a Palermo
culturale.
territorio e l'interiorità dell'individuo secondo le diverse
centonove pagina 33
5 Settembre 2014
posterprotagonisti
A TU PER TU. Si racconta lo scultore nato come Gesù, tra la paglia di una casupola di Misserio
L’odissea di Ucchino
L’artista che ha reso all’asino uno degli omaggi più belli, lavora per una via Crucis dell’uomo nella sua
Santa Teresa di Riva. Ecco come nasce un artista folgorato a vent’anni sulla via dell’acciaio inox
DI
GIGI GIACOBBE
SANTA TERESA DI RIVA. E’ nato quasi
come Gesù, Nino Ucchino. Tra la paglia
d’una casupola di Misserio (frazione
collinare che non supera i 500 abitanti
a 8 km del comune di Santa Teresa di
Riva) in mezzo a varie masserizie e
non con bue e asinello accanto ma con
un nugolo di pecore intorno. La madre
non era la Madonna ma Concetta
Allegra che non ebbe il tempo
d’arrivare a casa e partorì lì il bambino
in quella stalla l’11 agosto del 1952. Il
padre non si chiamava Giuseppe ma
soltanto Santi e di professione faceva il
commerciante di limone e dopo i suoi
trascorsi in Africa si permetteva pure di
fare il mago per hobby parlando
l’incomprensibile lingua swahili. Poi la
famiglia assieme ai due fratelli
Carmelo e Santina, il primo al
momento insegna a Roma italiano e
storia, la seconda matematica a Santa
Teresa, si trasferisce in quest’ultimo
paese e Nino Ucchino ragazzino
frequenta le elementari e medie. “ Era
una scuola in campagna, distante dal
paese, e i maestri mi avevano iscritto
nei corsi differenziati per bambini
andicappati e ritardati - ricorda
Ucchino - si andava a scuola non più di
due volte a settimana, a me non
piaceva andarci, preferivo frequentare
lo studio del pittore Silvio Timpanaro,
mi divertivo di più”.
E dopo la licenza media cosa fa?
« Mi sono iscritto alla Scuola D’Arte del
Dante Alighieri »
E come faceva da Santa Teresa ad
arrivare a Messina?
«Prendevo il treno delle 6,45, arrivavo
a Messina intorno alle 7,30 e poi a
piedi dalla stazione sino all’Istituto
d’Arte avevo il tempo di mangiare una
pagnottella che mi aveva preparato
mia madre ed entrare puntuale in
classe alle 8,30».
E poi dopo il diploma?
“Ho frequentato il liceo artistico
prendendo il relativo diploma e dopo
mi sono iscritto ai corsi di laurea in
Architettura senza completare gli studi,
perché la mia testa era già altrove, a
Milano in particolare dove a 22 anni
comincio ad esporre le mie prime
opere pittoriche diventando nel
contempo allievo di Luca Crippa».
Nino Ucchino con lo scrittore-regista Mimmo Trischitta
Dunque il suo primo amore è la
pittura?
«Sì è così, anche se da sempre sono
stato attratto dai volumi dei corpi
secondo gli stilemi di Michelangelo e
dalla drammaticità espressa nei dipinti
di Caravaggio».
Sino a che anno si dedica alla
pittura prima d’intraprendere il
percorso nella scultura?
«Diciamo sino al 1985-1986 quando
scopro che con le lastre di acciaio inox
posso realizzare ciò che mi frulla in
testa. Naturalmente nel frattempo il
mio nome era apparso in parecchie
personali fatte in Italia e qualcuna pure
in Germania».
Cos’è che l’attraeva maggiormente
dell’acciaio inox?
«Sicuramente la possibilità di
plasmarlo come fosse marmo, a colpi
di martello e di mazza e saldare i vari
pezzi senza dover ricorrere alle fusioni
metalliche con tutti i procedenti
relativi».
Perché ha abbandonato la pittura?
«Guardi che la pittura è illusoria, è
tutta mentale, la fatica è enorme,
esteticamente è bella ma nella pittura
è stato esplorato tutto e tutto quello
che fai ti riporta a qualche altra cosa.
Io personalmente non sono più in
grado di ricreare qualcosa di nuovo,
d’inventarmi col pennello nuove
figurazioni. Se dovessi riprendere a
dipingere ricomincerei con la pittura di
Lucio Fontana , cercare d’entrare
all’interno di quei tagli».
Mentre la scultura cosa le dà?
« La scultura mi viene incontro, io
posso toccarla, accarezzarla, tagliare la
lastra d’acciaio, traforarla, saldarne le
varie parti con gli elettrodi (bastoncini
centonove pagina 34
Ucchino nel suo studio in una foto di qualche anno fa
di 20 cm d’acciaio che servono per le
saldature, n.d.r.) modellarla a mio
piacimento come in un rapporto fisicoerotico».
A cosa sta lavorando al momento?
« Ad un progetto scultoreo che io ho
chiamato “Reflexa” in cui lo spazio
lucido a specchio su un fondo nero
opaco proviene da due fonti: una
storica, l’altra naturalistica. La prima,
attraverso un filo sentimentale, ci
arriva da Caravaggio, che come
sappiamo del fondo nero ha fatto il suo
impero pittorico, unitamente ai dipinti
di David i cui sfondi sono delle vere
pareti che confinano col nulla, quasi a
volerci dire che aldilà del buio non c’è
nulla, a differenza del Caravaggio i cui
squarci di luci raffigurano un varco
attraverso il quale si arriva nell’aldilà.
La fonte naturalistica invece è il
5 Settembre 2014
posterprotagonisti
Il CRisto di Nino Ucchino sul lungomare di Catania
Il monumento all’asino itinerante
realizzare nella propria vita da vivo. La
riconoscibilità, dire subito questo è
Ucchino, quello è Moore o
Michelangelo, è il premio maggiore che
la vita possa regalare ad ogni artista.
Gli altri premi non contano».
Se qualcuno volesse comprare una
paesaggio che mi porto dentro e che
mi lega a tutti quei paesini della costa
jonica che lambiscono financo il nero
della lava dell’Etna».
C’è un’opera pittorica del passato di
cui va fiero?
« Quella d’aver affrescato nel 1981, nel
mio luogo natio Messerio, sei lunette
della Chiesa madre di San Vito, al
tempo in cui a dirigerla c’era un
sacerdote illuminato che di nome
faceva Nunziato Mantarro, lo stesso
che alcuni anni dopo celebrerà le mie
fugaci nozze durate solo sei mesi.
Ricordo bene quel lavoro perché
l’arcivescovo di quei tempi, monsignor
Fasola, ritenendo scandalose alcune
immagini voleva che io le coprissi con
qualcosa. Dopo il mio rifiuto e l’invito
a eseguire lui stesso la copertura,
scrissi al papa di allora che era Woitila
allegando pure documentazione
fotografica e la velocissima risposta,
dopo cinque giorni, fu che il nuovo
corso della chiesa riteneva che non
dovessi apportare alcuna modifica agli
affreschi perché il nuovo corso della
chiesa era quello di avvicinarsi sempre
più a certe forme di cultura laica ».
Le sue opere merlettate e
bucherellate in vari punti, luccicanti
al sole di tante città del mondo non
solo marinare, si riconoscono subito
a prima vista, un po’ come avviene
per le sculture di Giò Pomodoro che
utilizza l’ottone o di Calder che
agghinda i suoi manufatti con
sottilissime lamelle metalliche in
equilibrio stabile. Le chiedo se è
contento di questa pronta
riconoscibilità.
«E’ quello che ogni artista cerca di
sua scultura quanto dovrebbe
spendere?
«Il più recente mercato stimato a Parigi
parla di 12 mila euro per un’opera
grande 1mt x 1 mt, sia a parete che a
tutto tondo».
Lei da qualche tempo ha il suo
studio-atelier a Savoca, un luogo che
lei ama particolarmente perché
accogliente e perché frequentato da
amici e da quanti vogliono
conoscerla e vedere le sue opere. Le
chiedo come ultima domanda quali
sono i suoi impegni più prossimi.
« Sto lavorando ad una sorta di
“Schermo mobile”, ovvero d’una
persona che diventa lei stessa schermo,
sul corpo della quale si proiettano
immagini di violenza varia, come gli
stupri o fotogrammi di film di vampiri
o del genere horror e in base alla
crudezza delle visioni, quella persona
chiuderà o allargherà lo schermo quasi
come un pipistrello. Mi piacerebbe poi
creare l’Odissea di Omero con una
ventina o più di bassorilievi che ne
descrivono il plot, situati tutti ad una
certa distanza sul lungo mare di Santa
Teresa: una sorta di “Via Crucis” o di
percorso dell’uomo che non smette mai
di viaggiare per il mondo e di chiedersi
chi sia veramente».
ZOOM
Quando u sciccareddu è un vero uomo
L'asino è l'animale simbolo della nostra terra a vocazione agricola. È stato lui
il fedele compagno di lavoro dei contadini siciliani, mite e cocciuto ad un
tempo. Un vero e proprio omaggio a questo animale è nella canzone
popolare "Avia nu sciccareddu". Ma l’omaggio più bello a questo animale è
arrivato proprio da Nino Ucchino. Il suo monumento all'asino itinerante in
acciaio inox è un ossimoro vivente. Lui è a dorso in giù con sulle zampe una
piramide di fatica, la fatica del suo lavoro, e abbaglia, sarà il materiale,
emana luce. A chi gli chiede perchè questa passione per gli sciccareddi
risponde con le parole dette dal premio Nobel per la letteratura del 1998,
Josè Saramago davanti a questo stesso asino: «Dopo tanti monumenti a certi
uomini che sono stati "asini" un monumento all'asino che è stato un vero
"uomo"».
centonove pagina 35
5 Settembre 2014
posterpaesechevai
L’area archeologica di Calacte
Il paese col castello
PATRIMONIO. Viaggio nel piccolo comune dai sapori antichi. A partire dall’affresco nella volta della chiesa madre
Paradiso a Caronia
Il castello normanno di Caronia
Tra i resti archeologici dell’antica Calacte, le bellezze artistiche e le meraviglie
naturalistiche di una delle “perle” più belle dei Nebrodi. Ma il turista non lo sa...
DI FELICE IRRERA
CARONIA. Si raggiunge il paese, che
ospita i suoi 3500 abitanti su un poggio
a trecento metri di altezza, salendo da
un bivio lungo la nazionale per Palermo:
al viaggiatore, dopo qualche chilometro,
si offre una splendida visione del mare.
Procedendo all’interno del borgo, attira
l’attenzione la chiesa Madre, dedicata a
S. Nicolò di Bari, ricostruita nel secolo
XVII: il portale (1716) è sormontato da
una statua marmorea barocca del Santo,
mentre l’interno reca sulla volta un
affresco (“Paradiso”) che nel Settecento
fu iniziato da Biagio Ferro e compiuto
un paio d’anni dopo da Antonio
Petringa.
Proseguendo, sempre in salita, si
raggiunge il Castello, di proprietà
privata (pertanto non facile da visitare)
e ben conservato, che, di origine
normanna (XII secolo), si presenta come
un complesso fortificato costituito da un
palazzo a due piani, con ampi saloni,
all’interno di un recinto irregolare
munito di torri sul quale s’inserisce
anche una piccola cappella: negli anni
Novanta sotto di esso, in contrada S.
Francesco, sono state ritrovate sette
tombe di età greca.
Spostatici in Piazza S. Francesco, eccoci
davanti al Palazzo Cangemi, dove ha
trovato collocazione il Museo del Bosco,
che raccoglie testimonianze
etnoantropologiche legate alla cultura
silvo-pastorale e contadina: si tratta di
un’autentica carrellata le produzioni, gli
strumenti artigianali e le diverse
tecniche di sfruttamento del territorio,
come l'antica arte della produzione del
carbone.
Attira poi il nostro sguardo l'antica
Abbazia Basiliana di San Pancrazio, oggi
inclusa nell’adiacente masseria, e la
"Casina di Pietratagliata", esempio di
architettura aristocratico-rurale,
destinata a residenza estiva.
Scendendo verso il mare, scorgiamo il
sito dell’antica Calacte. L’estensione
dell’originario abitato è indicata dalla
scoperta di tombe che s’incontrano a
Caronia lungo la strada che porta al
Castello e, verso il mare, sul colle di S.
Teodoro e nei pressi della chiesetta
dell’Annunziata. A Marina di Caronia,
poi (in contrada Nunziatella) alcuni
scavi hanno permesso negli anni scorsi
TRADIZIONI
Tra feste e prodotti tipici
San Biagio è il protettore del paese
e la sua festa si celebra il 3
febbraio e la seconda domenica
d’agosto: a lui in processione si
offrono “i cudduri”, a base di
mandorle. Altri prodotti tipici sono
i funghi, le provole, , salsicce di
maiale selvatico, biscotti e altri
dolci (i “varati”, a base di farina e
strutto).
di ritrovare alcune monete raffiguranti
Hermes, Athena ed Eracle, una macina
per il grano e frammenti di vasellame in
terracotta, ma anche selci e ossidiane.
Se, invece, da Caronia si segue a sud la
strada che sale al Pizzo di Luminaria
(1260 metri) e raggiunge dopo una
trentina di chilometri Capizzi, possiamo
immergerci nel verde dei Nebrodi
attraversando il bosco di Caronia, un
tempo il più vasto della Sicilia e assai
suggestivo per la bellezza della
vegetazione di querce, faggi, olmi,
frassini (d’interesse botanico particolare
il tasso, conifera sempreverde che
raggiunge i 5/6 metri d’altezza e può
vivere fino a duemila anni), per la fauna
(volpe, coniglio, lepre, riccio, istrice,
ghiro, donnola, vipera, ramarro,
tartaruga terrestre, corvo imperiale,
colombaccio; oltre alle specie protette
del gatto selvatico e della martora); e
per i panorami: proprio da questo bosco
deriva il nome di “Caronie” dato
impropriamente a questa straordinaria
sezione centrale della catena
settentrionale sicula.
È ossigeno puro quello che aspiriamo
dal verde che attraversiamo; il resto ci è
stato offerto dalla storia,
dall’archeologia e dall’arte. Peccato che
tutto ciò non sia adeguatamente
pubblicizzato, anche soltanto in
locandine distribuite agli alberghi e agli
agriturismo della costa, lungo la quale,
perciò, un altro viaggiatore può
tranquillamente passare senza
accorgersi di nulla.
centonove pagina 36
UN PO’ DI STORIA
Quando a Calacte
si batteva moneta
Calacte (Kalé acté, cioè “bella
costa”, che allude a Caronia
Marina), fu fondata, secondo
Diodoro Siculo, su un precedente
abitato siculo, sulla collina
adiacente, da re Ducezio alla metà
del V secolo a. C. e fu assai fiorente
in età ellenistica e poi romana. La
città ellenistica, sul sito
dell'odierna Caronia, fu distrutta,
verso la fine del I secolo d. C., da
un incendio o un terremoto e
sembra che gli abitanti dopo di ciò
si siano trasferiti nel più comodo
abitato sul mare, l'odierna Caronia
Marina. Calacte batteva persino
moneta, era ricca di templi e ville e
produceva per Roma molto grano e
anche vino e forse tonno.
Testimonianza dell’epoca romana è,
sul torrente Caronia, il ponte
Aureliano, di età tardo-imperiale.
Nel Medioevo fu feudo
dei Ventimiglia che lo usarono
come scalo commerciale, per poi
divenire sotto gli Spagnoli, nel
Seicento, marchesato con i
Pignatelli Aragona Cortez, la cui
presenza è ancora attestata dal
vessillo comunale che presenta,
appunto, tre pignatte in
campo senape.
posterrubriche
NUOVE VISIONI
5 Settembre 2014
MUSICA
DI MARCO OLIVIERI
Nuovo cinema italiano
Si conclude la 71esima
Mostra del Cinema di
Venezia e fa ben sperare
l’accoglienza nei confronti
di film italiani come “Il
giovane favoloso” (ovvero
Giacomo Leopardi) di Mario
Martone, “Anime nere” di Francesco
Munzi e “Hungry Hearts” di Saverio
Costanzo. Tra i titoli più interessanti, tra
gli altri, “The Cut” di Fatih Akin, “Nobi”
di Shinya Tsukamoto, “Ritorno a
L’Avana” di Laurent Cantet, “Pasolini” di
Abel Ferrara, il documentario “The look
of silence” di J. Oppenheimer, "Coeurs"
di Benoît Jacquot e “Birdman” di
Alejandro Gonzalez Inarritu. Riscuote
consensi pure “Belluscone. Una storia
siciliana” di Franco Maresco, con dieci
minuti di applausi veneziani. Tuttavia,
anche se i film italiani in concorso a
Venezia sono stati selezionati anche per
il Festival di Toronto, e si tratta
ovviamente di un ottimo segnale,
occorre non avviare il solito proclama
sulla rinascita del cinema italiano.
Dichiarazione già usurata dopo i successi
internazionali (da Cannes all’Oscar e a
Berlino) dei vari Roberto Benigni, Nanni
Moretti, Paolo Sorrentino, Matteo
Garrone, i fratelli Taviani e Alice
Rohrwacher. Gli autori di qualità, in
Italia, non mancano, ma per risalire
definitivamente la china bisogna che si
affermi una nuova politica culturale a
sostegno di un’innovativa industria
cinematografica, creando un circuito
virtuoso tra valorizzazione delle sale e
utilizzazione intelligente del web. Tutto il
resto è retorica.
INIZIATIVE
Cene e sapori a Palermo
PALERMO. Quattordici cene tematiche
accompagnate dalla musica live, per
conoscere il sapore da associare al jazz, al
pop e al blues. Venerdì 12 settembre alle 21
da Baciamolemani in corso Vittorio
Emanuele 176 a Palermo, primo
appuntamento con “Suoni e sapori” e lo
chef Saverio Greco. Venerdì 12 settembre
alle 21 si comincia con il concerto di
Alessandra Salerno e Umberto Porcaro. Si
continuerà ogni venerdì: 19 settembre Le
Morgane, 26 settembre Kate Worker, 3
ottobre Almanuda, 10 ottobre Alexandre
Vella duo, 17 ottobre Non dire no con
l’omaggio a Lucio Battisti, 24 ottobre
Chiara Minaldi, 31 ottobre Lizard’s band
con l’omaggio a Rino Gaetano e ai Doors, 7
novembre tornano le Morgane, 14
novembre Filippo Cannino e Filippo Verna
Cuticchio, 21 novembre Nancy Ferraro Trio,
28 novembre Stefano Basile jazz quartet, 5
dicembre Eleonora Tomasino e il 12
dicembre ancora con Alessandra Salerno e
Umberto Porcaro. Per prenotare tel 091
611 9781 o al 380 787 1913.
Orchestre a Plettro, Festival a Taormina
Dal 10 al 14 settembre
l’iniziativa per valorizzare
il patrimonio musicale
e le nuove generazioni
TAORMINA. Dopo il grande successo
registrato nella seconda edizione, che ha
avuto luogo lo scorso anno, torna, a
grande richiesta, il Festival Internazionale
delle Orchestre a Plettro che si svolgerà a
Taormina dal 10 al 14 settembre 2014 al
Teatro Antico (ore 18) e nella Chiesa di
Santa Caterina (ore 21). Si tratta di un
festival dedicato agli strumenti a plettro,
subito “sposato” da Taormina Arte con
l’intento di valorizzare non solo
l’esperienza culturale dell’Orchestra a
Plettro Città di Taormina ma anche di
altre realtà attive in Italia e all’estero, che
trova nella capitale siciliana del turismo
la sua più naturale collocazione, visto il
forte legame tra la città e la sua
centenaria Orchestra, custode e
testimone di un prezioso patrimonio
musicale ma anche e soprattutto maestra
delle nuove generazioni di musicisti.
Novità 2014 l’apertura nel territorio,
infatti, il Festival Internazionale delle
Orchestre a Plettro si arricchisce di due
incursioni a Castelmola tra i resti del
Castello normanno (15 e 16 settembre
ore 18). Le orchestre che hanno accolto
con entusiasmo l’invito a partecipare a
questa edizione provengono dalla
Francia, Ensemble a Plectre de Toulouse
di Banja Luka, dalla Bosnia-Herzegovina,
City Tamburica Orchestra, da Roma,
Orchestra Mandolinistica Romana, da
DE GUSTIBUS
MUSICA
DI CESARE NATOLI
Ashkenazy e il ragazzo
Brescia, Orchestra il Plettro di Gardone
Val Trompia, da Palermo, il Quintetto a
pizzico “Nomos” e inoltre l’orchestra
ospitante, Orchestra a Plettro Città di
Taormina. Il Festival s’inaugura mercoledì
10 settembre nello splendido giardino del
Palazzo Corvaja, con Alessandro Russo e
Alfredo D’Urso, Solisti dell’Orchestra a
Plettro Città di Taormina che saranno
seguiti dal duo Carmen Zangarà e
Carmelo Imbesi. Lo slogan del festival “A
settembre, al calar del sole, al Teatro
Antico di Taormina, la magia del
mandolino e degli strumenti a plettro”
descrive l’atmosfera unica che si respira
al Teatro Antico durante le esecuzioni:
solo la luce naturale in un panorama
unico e ai musicisti il compito di donare
un bellissimo pomeriggio musicale. A
esibirsi appunto nella storica cavea
taorminese saranno: l’Orchestra a Plettro
di Tolosa (11 settembre); l’Orchestra Il
Plettro di Brescia (12 settembre); la
Tamburika Orchestra di Baja Luca (13
settembre); l’Orchestra Mandolinistica
Romana e l’Orchestra a Plettro Città di
Taormina (14 settembre). Le Ensemble
delle Orchestre si alterneranno nei
concerti alle ore 21 nella meravigliosa
Chiesa barocca di Santa Caterina. Il
programma spazia musicalmente da
Calace a Sollima, da Rossini a Kuwahara
e ancora da Haendel a Morricone.
Una volta era lui ad
entusiasmare al
pianoforte gli
appassionati con il
Concerto n. 1 op. 23
di Ciajkovskij. Adesso,
il grande pianista
russo Vladimir Ashkenazy
preferisce guidare l’Orchestra
Filarmonica di San Pietroburgo e
accompagnare un ragazzo del
quale sentiremo parlare
sicuramente a lungo: Ingolf
Wunder. Ma andiamo per ordine.
Era il giugno di due anni fa
quando, nel contesto delle Notti
Bianche a San Pietroburgo, il
giovane pianista Ingolf Wunder
andava al suo appuntamento con
un'orchestra con la quale aveva
sempre sognato di suonare fin da
piccolo. Il ragazzo austriaco, nato
nel 1985 a Klagenfurt, riusciva a
farlo in un tempio specialissimo
della musica: nella sala dalle
grandi colonne nella quale Pëtr
Il'ic Ciajkovskij stesso si
presentava regolarmente. Di
quell’esecuzione, la Deutsche
Grammophon fa uscire oggi un cd
che terrà incollati gli appassionati
soprattutto e proprio per il celebre
primo concerto ciajkovskiano, con
i suoi accordi grandiosi e i suoi
temi fantastici che Ashkenazy e
Wunder propongono con
particolare impeto e adottando
spesso scelte metronomiche
originali ed estremamente veloci
(specie nel Finale). Nell’incisione è
presente anche il Concerto n. 2 in
Sol Maggiore, affrontato con
uguale perizia e maestria.
DI MASSIMO LANZA
Dolmen di Taormina, isola in tavola
SE ADESSO il Dolmen di Maria Luisa Leone è
considerato uno dei posti dove si mangia meglio a
Taormina, più che alle guide, mea culpa, che sinora
l’hanno bellamente ignorata, lo deve soprattutto al
passaparola tra clienti ed amici che in poco tempo
l’ha fatta finire sotto i riflettori degli amanti della
buona tavola in una località così ricca di ristoranti. Anche la scelta
della location, defilato dallo struscio e dai clamori del corso
Umberto e delle sue vicinanze è particolarmente indovinata. Al
locale si accede attraverso un terrazzino, dove si apparecchia
d’estate, proprio di fronte l’ingresso principale della bella Villa
Comunale. La grande sala, con i suoi tavoli ben distanziati è
arredata con gusto ed oggetti di design e tutto sommato risulta
molto accogliente. La mano delicata e precisa di Maria Luisa
centonove pagina 37
riesce bene nel compito di valorizzare il terroir e le sue materie
prime, grazie a cotture perfette, accostamenti indovinati e sapori
puliti. Pur guardando con occhio attento alla tradizione siciliana
la carta offre una buona selezione di piatti integrata
giornalmente da proposte nate da quello che offre il mercato. Gli
antipasti oltre a classici della cucina isolana come le sarde a
beccafico o allinguate, offre anche una versione modificata
dell’insalata di pescestocco con il peperone, ma anche il tonno
marinato al sale zucchero ed erbe aromatiche, il carpaccio di
spada, i gamberi marinati e infine la deliziosa insalata di arance,
ciliegino, cipolletta, pescespada e bottarga. Poi le fettuccine
tirate col sugo di ricciola, le busiate con tonno e pomodorini.
Buoni, quindi, la spigola in crosta di pane, e i classici involtini di
spada con insalata di arance e finocchio. Si chiude col semifreddo
al pistacchio cannolo o bianco mangiare. Carta dei vini da
migliorare che elenca poche etichette isolane.
Dolmen - Via Bagnoli Croce 88 - Taormina – tel 0942 625515
5 Settembre 2014
posterlettere
QUI SCUOLA
GUI
HERITAGE
DI ANDREA SMITH
DI SERGIO BERTOLAMI
Le disposizioni per le supplenze
Fare dei rifiuti un’arte
Davanti alle evidenti difficoltà,
il Miur ha comunicato agli
uffici scolastici provinciali la
possibilità di annullare la
prenotazione massiva delle
graduatorie definitive d’istituto dei
docenti, prevista per il 1° settembre. La
successiva prenotazione avverrà quando
tutte le scuole della provincia avranno
terminato l’esame dei reclami. Quindi, in
linea di massima, per le supplenze
d’istituto si procederà in via provvisoria
fino a nomina dell’avente diritto delle
nuove graduatorie. Si può, invece,
procedere con la stipula dei contratti a
tempo determinato annuali o fino al 30
giugno in quanto lo scorso 27 agosto il
Miur ha diramato le annuali disposizioni
operative. Le deleghe ad accettare la
nomina possono essere conferite a terzi
o direttamente all’amministrazione ed è
riconosciuto al supplente il diritto di
attivare il part-time. All’atto della
stipula del contratto a tempo
determinato, analogamente a quanto
avviene per le assunzioni a tempo
indeterminato, i lavoratori possono
immediatamente fruire degli istituti
giuridici contrattuali previsti dal CCNL,
senza assumere immediatamente
servizio (malattia, maternità, infortunio,
etc…). Come già previsto lo scorso anno,
la priorità nella scelta della sede (L. 104
Art. 21 e 33) si attiva solo all’interno dei
posti spettanti, come durata e quantità
di ore; quindi se si è in posizione utile
per un posto al fino al termine
dell’attività didattiche non si può
sceglierne prioritariamente uno annuale
fino al 31/8 e così via. Per le riserve della
Legge 68/99, la quota del 50% va
calcolata solo sui posti interi (sia al
30/06 che al 31/08) nei limiti della
capienza del contingente provinciale di
riserve. La ministeriale ricorda anche che
l’obbligo della certificazione sanitaria di
idoneità all’impiego è stato abolito dalla
legge 9 agosto 2013 n. 98.
La Tate Britain ci scuce
un baffo. Nel
monumentale museo
londinese di stile
neoclassico, dedicato a
consacrare l’arte
britannica, per tutto
agosto sono state esposte le spettacolari
opere di Phyllida Barlow e sabato scorso
l’artista ha illustrato le sue sette
installazioni, imponenti cataste di
materiali di rifiuto: carta, cartone,
legno, plastica. Ed ha aggiunto: «Where
do I store this stuff?». Dove conservare
questa roba? A Messina, altro che Tate.
Qui abbiamo discariche artistiche a cielo
aperto. Può scegliere il centro storico o
la periferia, a piacimento. Noi non
commetteremo l’errore di Palermo,
quando nel 2006 l’AMIA smaltì 50 metri
cubi di spazzatura, che costituiva in
realtà la “Cattedrale dei Rifiuti”, l’opera
che l’austriaco Uwe Jäntsch aveva
realizzato in cinque mesi di lavoro,
assemblando materiali non organici
recuperati in soli sei cassonetti. Ora in
piazza Garraffello, dove nell’antica
Loggia dei mercanti i catalani facevano i
loro affari, c’è solo il pattume
quotidiano. Impariamo a fare dei rifiuti
un’arte! Come a Genova, ad esempio,
dove nel quartiere del Molo sorgerà il
"Museo della Rumenta" (che, in
genovese, significa spazzatura).
Nell’area adiacente gli artisti
concorreranno per creare
“Immondiziosauro”, un monumento ai
rifiuti. È la versione italiana di un’idea
nata nel Connecticut (USA). Nel Museo
Garbage a Stratford, è stato rizzato
"Trash-O-Saurus", un grande dinosauro
fatto da una tonnellata di spazzatura,
corrispondente alla quantità che una
persona media getta via in un anno.
Sono progetti educativi, ideati non certo
per abituarci a convivere con
l’immondizia.
[email protected]
ECOLOGIA&AMBIENTE
LA LETTERA di Santo Trimarchi
Se vacilla il senso della comunità
IN QUESTO TEMPO si vive disordinatamente la fatica di diventare uomini proprio nei
luoghi di riferimento come la famiglia, la parrocchia, la scuola, la politica, il lavoro e la
ricreazione. La crescita umana resta impigliata nella rete di superficialità, di banalità,
di frenesia e di avidità che nascondono un vuoto pauroso ed inaridiscono la storia
della nostra società. Così pare oltremodo evidente che le fondamenta delle istituzioni
educative e sociali per antonomasia stiano perdendo la loro specificità e siano
destinate ad un declino incalzante sotto i colpi del relativismo, dell’individualismo e
dell’indifferenza dopo il crollo delle ideologie e la frantumazione dei bei sogni. Ormai
si vanno diffondendo sempre di più la noia, la freddezza, le relazioni sterili. Ogni tipo
di comunità così ridotta soffoca, soffre e si spegne. Negli ambiti sociali sta venendo
meno la capacità di tenere insieme gli opposti, di fare unità e superare le divergenze,
piuttosto prevale la tendenza a prevaricare ed avere successo a tutti i costi. Emerge il
desiderio di ottenere risultati da “protagonista”, ma si rimane succubi delle decisioni
altrui, sottomessi alla volontà del capo, del superiore, del dirigente di turno, della
struttura burocratica e gerarchica sopravvissuta e ben radicata, nonostante la forma
della democrazia illuda il popolo e disponga allo spirito di servizio ed alla
partecipazione. In questo modo viene esercitata una libertà apparente e si cade
prigionieri di un sistema che si autodetermina, centrato sugli interessi e sul segreto di
pochi intimi, i detentori delle sorti della comunità. E’ proprio vero che il senso della
comunità appare vacillante, in quanto le necessità di molti vengono trascurate e la
fedeltà ai principi viene abbandonata a discapito dei valori edificanti come la pace,
l’unità, l’ umiltà e la giustizia. La cultura di oggi sembra incline all’esaltazione ed
all’ostentazione di sé stessi, anche se talvolta in modo inconscio vige la presunzione di
mettersi al primo posto, di insegnare con superbia, di legiferare con arroganza, di
guidare con rigidezza e di imporre pesi insostenibili alla gente. Esiste l’attitudine
all’autocompiacimento, godendo di autorità e prestigio senza eliminare le distinzioni
di sesso, di colore, di età, di livello culturale, di posizione sociale, di idee differenti
ecc…che impediscono ad ogni tipo di comunità di crescere nella verità, di seguire la
via della riconciliazione, di operare nel segno della speranza e del bene comune!
DI ANNA GIORDANO
Zps e parole al vento
SARÀ CAPITATO a tutti di spiegare, di
dimostrare qualcosa a qualcuno (o più) che è
oggettivamente ciò che dite, (non opinione,
pensiero, elucubrazione, ma semplice dato di
fatto), magari supportato da carte/lettere
ecc. E sarà anche capitato che ciò che dite – oggettivo e non
pensiero – non venga recepito. E avrete sicuramente capito,
in questi frangenti più che mai, il famoso detto “non c’è
peggior sordo di chi non vuol sentire”. Ecco, è accaduto per
la discarica di Pace, e incontri con chi avrebbe dovuto
cogliere le, diciamo, irregolarità, carenze, con carte alla
mano. E ancora oggi, non ha invece recepito ciò che è stato
già detto e messo anche per iscritto, supportato da
documenti. E da qui, nonostante 4 incontri (anzi 3 più
lunga telefonata) con il sindaco di Messina, e altri con
soggetti importanti dell’amministrazione, a lui vicini
(nessuno dei quali ha fatto un passo indietro su questo
devastante progetto oltre che vietato in ZPS), sono io che
accoltello alle spalle e io che possiedo inspiegabile livore
(gazz. del sud 1 settembre). Non si è pensato, no, che ho
solo preso atto di aver per mesi, parlato inutilmente, che le
carte (numerose) fossero indiscutibilmente da attenzionare
ben bene invertendo una pericolosa rotta (per tutti,
nessuno escluso). No. Nulla di tutto ciò. Come se non avessi
mai parlato con lui e loro. Ed ecco che il mio saltare dalla
sedia nel leggere il virtuosismo dei rifiuti zero con annesso
bando di gara per Pace che si conclude ad ottobre, mi ha
portato a dire ciò che penso su questo e altre vicende
(opere compensative del ponte, in contrasto insanabile
anche con il programma che parla di tutela della ZPS). E il
mio dire frustrato di mesi inascoltata e opere compensative
che avevamo contestato (tutti) ai tempi invece resuscitate
centonove pagina 38
(in barba alla ZPS e cemento zero) si è trasformato in
tradimento (mio) verso l’amministrazione. Prendo atto,
insieme al resto: miscela tremenda quando ci aggiungi
l’amarezza di ormai 10 mesi di parole inutili. Sappi Renato,
che né livore né coltellate alle spalle sono. Ma solo semplice
presa d’atto che hai deciso di sentire solo chi vuoi tu e non
gli amici disinteressati di un tempo. Quando ho iniziato ad
inquietarvi con la vicenda, volevo anche tutelarvi, visto che
ero certa che nel mezzo delle carte avrei trovato l’inghippo
(cosa che è successa). Ora è troppo tardi, per tutti. Posso
capire che si restringa il campo dei fidati a pochi eletti, ma
fa male pensare che un giorno, forse, chissà, lo capirai, ma
sarà troppo tardi, per entrambi. Ti vorrò sempre bene, ma
per allora l’avere imparato anche questa amarissima lezione
sarà da monito per continuare ad avere fiducia in chi ha
dimostrato, inaspettatamente, di non averne. Le coltellate
e il livore, lasciale agli altri, non mi appartengono né come
DNA né come cultura.
postercommenti
5 Settembre 2014
DISCUTIAMONE
ELIODORO
La politica delle pernacchie
DI FRANCO
PUSTORINO*
MESSINA. Viviamo una stagione di
decadentismo davvero preoccupante;
una stagione nella quale l’unica regola
è quella di vivere fuori da ogni regola. Il
Parlamento è diventato il più becero
dei mercati. I parlamentari eletti per
governarci trascorrono buona parte del
loro tempo per insultarsi, esporre
striscioni, fare inutili chiacchiericci.
E per fare questo vengono lautamente
pagati con i nostri soldi.
Che squallore! Il Presidente del Senato
Grasso, abituato a ben altri scenari di
lavoro, è costretto, molto spesso, a fare
intervenire i commessi per portare via
striscioni ed altri oggetti portati in aula
dai rappresentanti del popolo ed a
sedare le loro risse. Ma quello che più
sconcerta è che questo pessimo sistema
di fare politica si è rivelato altamente
contagioso estendendosi alle assemblee
dei consigli regionali, provinciali e
comunali impendendo una seria
gestione dei lavori. Al Consiglio
Comunale di Napoli la situazione era
150 PAROLE DA PALERMO
L’uomo del sedile
accanto
DI
Emanuele, così si coltiva la legalità
MARIA D’ASARO
Domenica scorsa l’ho incontrato di
nuovo sull’autobus. Con la maglietta
a righe, i calzoni corti, i calzini grigi e
desueti mocassini marroni. Ogni
volta è il solito minestrone di
sensazioni: disgusto, paura, pietà.
Dalle occhiate oblique che riesco a
intercettare, credo che anche lui mi
riconosca. Lui è il padre di una mia
alunna. Che, all’improvviso, un
giorno sparì. Una telefonata ne
spiegò poi il motivo: la ragazzina era
stata trasferita in un luogo segreto
per essere protetta dagli abusi
sessuali del padre. Che, dopo
l’allontanamento della figlia, un
giorno si presentò nel mio studiolo
di psicopedagogista scolastica per
chiedermi, piangendo, di dirgli dove
fosse la sua bambina … Oggi
continuo a chiedermelo, dove sia e
come stia la ragazza. E mi chiedo se
gli incontri terapeutici che l’Asl
aveva previsto per il padre siano
serviti a qualcosa. Scendo
dall’autobus col mio bagaglio di
inquieto disagio. Troppe domande,
nessuna risposta.
PATERNO' - Cinque ettari sono suoi, cinquecento degli altri agricoltori, a
combattere le fiamme si è ritrovato solo lui e due amici. Emanuele Feltri,
giovane imprenditore agricolo catanese, ma da anni trasferito in contrada
Sciddicuni di Paternò, vicino la riserva di Ponte barca e alla strada romana del
grano, ha visto bruciare i suoi ulivi secolari e andare in cenere il raccolto.
Rabbia, dolore, ma non rassegnazione o paura. Ha già subito intimidazioni e
danneggiamenti. La mafia dei pascoli non gradisce i terreni coltivati e recintati,
meglio un rogo che produce nuova erba. E il vento impetuoso e caldo dei
giorni scorsi è stato un ottimo alleato per i piromani in fuoristrada. "Gli altri
agricoltori hanno paura, non sono neanche venuti a vedere che danni hanno
subito". Ma lui, cappello di paglia e guanti da lavoro, è già chino sulle zolle.
ANTIBUDDACI
divenuta così ingestibile da indurre la
dirigente del Palazzo Municipale
Enrichetta Barbati ad emettere il 25
Giugno scorso un ordine di servizio
inviato a tutti i centocinquanta
dipendenti del Consiglio Comunale di
Napoli. Nel citato ordine di servizio è
assolutamente vietato l’uso di “urla e
versacci” (pernacchie comprese) con cui
i dipendenti dei vari gruppi consiliari
sono soliti apostrofarsi.
La dottoressa Barbati, nel suo ordine di
servizio, non esclude sanzioni a carico
dei recidivi. In verità troppo poco per i
rappresentanti del popolo che si
comportano, ad ogni livello, in modo
assolutamente disdicevole e
inaccettabile. A questo punto l’unica
soluzione possibile e concreta non è
quella, troppo blanda, della sanzione,
ma una lunga sospensione dalle
funzioni e dello stipendio. Questo si che
potrebbe essere un efficace deterrente.
E se non bastasse si potrebbe instituire
un corso preventivo obbligatorio di
educazione civica ed etica parlamentare
per aspiranti parlamentari, e
componenti dei consigli comunali.
Certo non sarebbe una soluzione
esaltante ma, purtroppo, a mali
estremi, estremi rimedi!.
* Avvocato
ANIMAL HOUSE
DI DINO CALDERONE
Autorità portuale, i due professori
LA DISCUSSIONE sul ruolo
dell'autorità portuale
(accorpamento o meno
con Gioia Tauro) e
dell'Area dello Stretto, si fa sempre più
viva e interessante. I giudizi del rettore
prof. Pietro Navarra non possono
essere fatti passare come semplici
esternazioni momentanee, frutto di
uno sfogo agostano, da archiviare
rapidamente. Se da un lato, infatti, ci
sono le affermazioni critiche del rettore
dell'Università di Messina, dall'altro c'è
la proposta di un docente della stessa
Università, il prorettore Michele
Limosani, oggetto di queste critiche.
Entrambi sono valenti economisti di
formazione liberale, abituati allo studio
e al dialogo civile, contro ogni tipo di
fondamentalismo e dogmatismo tipici
di altre impostazioni culturali. In un
contesto socio-politico cittadino,
piuttosto povero di confronti sui
contenuti, ben vengano le diversità dei
punti di vista se stimolano al dibattito e
all'approfondimento. I problemi che
dobbiamo affrontare sono talmente
grandi e complessi che solo chi ha una
visione semplicistica e monolitica della
realtà può scandalizzarsi se dal mondo
universitario emergono prospettive
non solo diverse, ma persino
contrapposte. Questi sono i presupposti
di fondo perchè ci sia vera cultura e
libertà di ricerca, senza di cui non
esisterebbero società veramente
democratiche. Detto ciò è anche vero
che posizioni ritenute, in un primo
momento, molto distanti tra loro
possono trovare punti di convergenza
imprevedibili, ma è anche vero che se
ciò accade è soprattutto grazie alla
volontà dei “contendenti” di
continuare a dialogare senza stancarsi
ed alla disponibilità ad ascoltare e
capire (senza che questo significhi
comunque condivisione) il punto di
vista dell'altro. Il confronto
Navarra/Limosani può essere
l'occasione per rilanciare nel dibattito
pubblico cittadino il ruolo prezioso e
insostituibile dell'Università, non solo in
ordine alle competenze scientifiche, ma
anche per favorire una riflessione meno
ideologica e più lontana da tanti
luoghi comuni e pregiudizi.
DI ROBERTO SALZANO
Caccia, bagno di sangue autorizzato
LA CACCIA È UNA piaga che, in Sicilia,
sembra non conoscere crisi. L'assessore alle
Politiche agricole dell'Isola ha dato
ufficialmente il via al massacro di migliaia e
migliaia di specie animali. Come? In modo
molto semplice, dal momento che gli è
bastato firmare un decreto che ha anticipato
l’apertura della stagione venatoria di venti giorni.
L'ennesima deroga, che ha autorizzato quarantamila
cacciatori ad “aprire le danze” con netto anticipo rispetto
ai colleghi, senza dovere ulteriormente pazientare.
Bilancio previsto? Potranno abbattere fino a quindici
esemplari al giorno a testa. Un bagno di sangue
autorizzato. Un atto che costituisce un vero e proprio
attentato alla natura, un attacco deciso contro l’ambiente,
che ha certamente conosciuto tempi migliori. L’attuale
centonove pagina 39
situazione ambientale è, infatti, drammatica. Alle prese
con incendi, siccità, inquinamento, assottigliamento delle
popolazioni selvatiche, il paesaggio si sta gravemente
impoverendo. Nonostante questo, la Regione si rivela per
nulla interessata a limitare i danni, come confermato da
questo decreto che ha suscitato la reazione indignata del
Wwf. Nessun progresso, solo scelte spregiudicate. Con
buona pace di quanti, da anni, si sforzano di fare capire
che ormai c’è ben poco da cacciare, dati i numeri
allarmanti delle specie in via di estinzione. Un allarme a cui
le istituzioni hanno risposto in che modo? Ammettendo
che l'inizio della stagione venatoria venisse anticipato.
Norme troppo permissive che minano la strada verso la
civiltà: mentre si spara come, quando e dove si vuole, per
gli animali e l’ambiente nemmeno l’ombra del minimo
rispetto, senza l'ombra di una minima precauzione, del
minimo interesse alle richieste di coloro che continuano ad
amare la natura e gli animali.