2007 menabo torre.p65 - Dipartimento di Musicologia

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2007 menabo torre.p65 - Dipartimento di Musicologia
Concerto
«Una musica grandiosa».
Musica sacra del Settecento napoletano
FRANCESCO MANCINI, Magnificat (manoscritto Vienna, Biblioteca Nazionale)
Il Coro della Facoltà di Musicologia con questo concerto prosegue la sua
attività di collaborazione e sostegno all’Ospedale di Cremona; altre volte
questa collaborazione si è concretizzata in una presenza musicale all’interno
della stessa azienda ospedaliera, e oggi invece il Coro accoglie l’invito della
Parrocchia e delle associazioni di volontariato di Torre de’ Picenardi per
contribuire alla raccolta di fondi a sostegno del centro diagnostico senologico
di medicina sperimentale presso la Breast Unit dell’ospedale cremonese diretta dal dott. A. Bottini. Il concerto si inserisce in una serie di iniziative
torrigiane previste durante il 2007 che affidano la propria possibilità di successo alla generosità e sensibilità di tutti.
Coro e Quartetto d’archi
della Facoltà di Musicologia
diretto da Ingrid Pustijanac
Musiche di
Francesco Mancini
Domenico Sarro
Domenico Scarlatti
Dietrich Buxtehude
Leonardo Leo
Si ringraziano per la collaborazione:
I Padri Barnabiti di Cremona
L’ISU - Istituto per il diritto allo studio dell’Università di Pavia
La professoressa Angela Romagnoli
Torre de’ Picenardi, 4 marzo 2007, Chiesa di Sant’Ambrogio, ore 20,30
Ingresso libero
Il Coro della Facoltà di Musicologia (Cremona) rappresenta il luogo in cui gli
studenti possono approfondire dal punto di vista pratico alcune splendide pagine
del repertorio vocale a cappella, in modo particolare quelle della polifonia
rinascimentale del Quattro-Cinquecento. Il nucleo principale dei programmi
concertistici è composto dalle messe di Josquin Desprez (Missa “Hercules Dux
Ferrariae”, Missa dei dadi) e da altri brani sacri del periodo come Domine Clamavi
di Clemens Non Papa, Vergene bella che di sol vestita di Guillaume Dufay, Tota
pulcra es di Heinrich Isaak, nonché alcuni mottetti di Palestrina.
All’interesse per la musica rinascimentale si aggiunge l’esperienza del repertorio
più recente, dai mottetti e chanson di Francis Poulenc, I tre pezzi sacri di Stravinskij,
O sacrum convivium di Olivier Messiaen, fino ad arrivare ai brani di compositori
viventi come il veronese Marco Crestani.
Particolarmente attento alle pagine rare del passato musicale, il Coro ha svolto
inoltre un importante ruolo nell’allestimento di Mulier fortis, dramma gesuitico
composto nel 1698 da Johann Bernhardt Staudt sul testo di J. B. Adolph messo in
scena a Cremona l’11 maggio 2004. Durante l’Anno Accademico 2005/2006, invece, è stato affrontato un programma di musiche inedite per coro e orchestra di
autori del Settecento napoletano come Domenico Sarro, Leonardo Leo e Francesco
Mancini.
Continua ormai da diversi anni inoltre il rapporto di gemellaggio con il Coro della
Facoltà di Saint-Etienne (Francia) che visto i due cori esibirsi insieme in concerti a
Cremona e a St. Victoir sur Loire.
FRANCESCO MANCINI, Magnificat (manoscritto Vienna, Biblioteca Nazionale)
La revisione dei manoscritti di Domnico Sarro, Leonardo Leo e Francesco
Mancini è a cura di Angela Romagnoli
INGRID PUSTIJANAC, direzione
Dal 2001 il Coro è diretto da Ingrid Pustijanac. Diplomata a pieni voti in Composizione, Musica corale e direzione di coro presso il Conservatorio di Mantova,
laureata in Musicologia, ha concluso il dottorato di ricerca presso l’Università di
Pavia. È stata docente a contratto presso la Scuola Interuniversitaria Lombarda di
Specializzazione per l’Insegnamento nelle Scuole Secondarie, indirizzo Musica e
Spettacolo. Attualmente studia direzione d’orchestra con il M° Emilio Pomarico
presso la Civica Scuola di Musica di Milano, ed è ricercatore a contratto presso la
Facoltà di Musicologia dell’Università di Pavia.
CORO E QUARTETTO D’ARCHI
DELLA
FACOLTÀ DI MUSICOLOGIA DI CREMONA
UNIVERSITÀ DI PAVIA
Programma
FRANCESCO MANCINI (1672-1737)
Sinfonia in Fa maggiore (1708)
archi e basso continuo
DOMENICO SARRO (1679–1744)
Miserere in sol minore
coro, archi e basso continuo
DOMENICO SCARLATTI (1685-1757)
Sonata in Sol maggiore K 328
organo
LEONARO LEO (1694-1744)
Introito pel dì delle Ceneri «Misereris omnium Domine»
coro e basso continuo
SOPRANI
Rossella Biagioni, Elisa Della Valle, Carlotta Michelato
Sara Vincenzi, Benedetta Zucconi
CONTRALTI
Valentina Bertolani, Giulia Matelli, Roberta Ocozia
Katalin-Maria Tanko, Katarzyna Wosinska
TENORI
Domenico Arenella, Pasquale De Seta, Emanuele Giarrusso, Simone Milesi
Francesco Saggio, Davide Viviani
BASSI
Guglielmo Buonsanti, Renato Dolcini, Roberto Maietta, Francesco Pezzi
QUARTETTO D’ARCHI DELLA FACOLTÀ DI MUSICOLOGIA
Violini: Lorenzo Brufatto, Alberto Napoli
Viola: Fabio Morabito
Violoncello: Paola Siragna
CLAVICEMBALO: Paolo Giorgi
ORGANO: Enrico Bissolo
DIETRICH BUXTEHUDE (1637-1707)
Toccata in Fa maggiore BuxWV 157
organo
FRANCESCO MANCINI (1672-1737)
Sinfonia in Re maggiore (1705)
archi e basso continuo
FRANCESCO MANCINI (1672-1737)
Magnificat in re minore
coro, archi e basso continuo
«Una musica grandiosa»
Musica sacra del Settecento napoletano
Magnificat
Sicuramente i nomi di Mancini, Leo e Sarro dicono poco o nulla al pubblico di oggi,
non abituato al repertorio del primo Settecento napoletano, che soltanto negli ultimi anni è
riuscito a conquistarsi spazio nelle sale da concerto e sui palcoscenici italiani. Esso rimane
tuttavia ancora un territorio in gran parte inesplorato, a causa della rarità della musica
(spesso conservata in esemplari unici) o della sua difficoltà di reperimento; l’esecuzione
di questo repertorio può aiutare ad una migliore comprensione di un momento della storia
della musica ancora poco frequentato. I brani napoletani che presentiamo sono in prima
esecuzione moderna: uno dei nostri intenti è quello di offrire al pubblico una musica sì
dimenticata, ma non per questo priva di interesse; il sapore speziato dell’armonia, lo stile
vocale ricercato, l’attenzione al dettaglio nella scrittura strumentale, sono tutti elementi
che concorrono a dare interesse a queste partiture finora sconosciute.
L’idea della nostra proposta esecutiva nasce in seno alla Facoltà di Musicologia di Cremona,
che da tempo ormai riserva sempre più attenzione alle attività musicali, sostenendole con
i risultati della ricerca scientifica e dello studio del fenomeno musicale, gettando in questo
modo un ponte tra la prassi esecutiva e lo studio musicologico, discipline considerate a
torto inconciliabili.
Il valore di questi brani non è esclusivamente musicale, ma investe anche la storia materiale: le musiche sono conservate tutte alla Biblioteca Nazionale di Vienna, curiosa dislocazione
per composizioni scritte a Napoli nel primissimo Settecento. Le ragioni di questo piccolo
enigma sono di ordine storico: nel 1707 gli Austriaci conquistarono Napoli, togliendola
alla dominazione spagnola, avvenimento che comportò grandi cambiamenti sociali e culturali. Una delle conseguenze fu quella di contribuire in maniera decisiva alla diffusione
della musica napoletana; tale interesse a livello europeo è testimoniato ancora oggi dalla
dispersione (soprattutto in biblioteche di area centroeuropea) di numerosi manoscritti
contenenti musica di autori napoletani: oltre alla già citata Vienna, ricordiamo ad esempio
i notevoli fondi musicali conservati presso le biblioteche della Repubblica Ceca. Per evitare che questa immensa ricchezza culturale vada perduta, con il nostro concerto speriamo
di compiere un piccolo passa in avanti verso la riscoperta di un repertorio per troppo
tempo ignorato.
FRANCESCO MANCINI (16 gennaio 1672-22 settembre 1737)
Figlio di Francesco (organista), inizia i suoi studi musicali nel 1688 sotto Francesco
Provenzale presso il Conservatorio di S. Maria della Pietà dei Turchini a Napoli; nei primi
anni del Settecento si guadagna posti di rilievo nelle istituzioni musicali: nel 1704 diventa
primo organista della Cappella Reale e nel 1707 (sfruttando il momento politico) viene
nominato primo maestro della Real Capella, anche se nel 1708 deve cedere il posto ad
Alessandro Scarlatti, passando al ruolo di vice maestro. Nelle lunghe e frequenti assenze
di Scarlatti da Napoli Mancini assume spesso le funzioni di primo maestro, ottenendo
anche una cedola che gli garantiva la successione Scarlatti.
Nel 1720 venne eletto direttore del Conservatorio di S. Maria di Loreto, diventando così
un punto di riferimento per l’educazione musicale napoletana; alla morte di Scarlatti nel
Magnificat anima mea Dominum
L’anima mia magnifica il Signore
Et exultavit spiritus meus in Deo salutari
meo.
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
Quia respexit humilitatem ancillæ suæ:
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
ecce enim ex hoc beatam me dicent omnes
generationes.
D’ora in poi tutte le generazioni mi
chiameranno beata.
Quia fecit mihi magna qui potens est, et
sanctum nomen eius.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome:
Et misericordia eius a progenie in
progenies timentibus eum.
di generazione in generazione la sua
misericordia si stende su quelli che lo
temono.
Fecit potentiam in bracchio suo, dispersit
superbos mente cordis sui.
Ha spiegato la potenza del suo braccio
ha disperso i superbi nei pensieri del loro
cuore;
Deposuit potentes de sede et exaltavit
humiles.
ha rovesciato i potenti dai troni, ha
innalzato gli umili;
Esurientes implevit bonis et divites dimisit
inanes,
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Suscepit Israel puerum suum recordatus
misericordiæ suæ,
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia,
Sicut locutus est ad patres nostros,
Abraham et semini eius in sæcula.
come aveva promesso ai nostri padri, ad
Abramo e alla sua discendenza, per sempre
14 Docebo iniquos vias tuas: * et impii
ad te convertentur.
in me un animo generoso.
Insegnerò agli erranti le tue vie e i
peccatori a te ritorneranno.
15 Libera me de sanguinibus, Deus,
Deus salutis meae: * et exultabit lingua
mea justitiam tuam.
Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia
salvezza, la mia lingua esalterà la tua
giustizia.
16 Domine labia mea aperies: * et os
meum annunziabit laudem tuam.
Signore, apri le mie labbra e la mia
bocca proclami la tua lode.
17 Quoniam si voluisses sacrificium,
dedissem utique: * olocaustis non
delectaberis.
Poiché non gradisci il sacrificio e, se
offro olocausti, non li accetti.
18 Sacrificium Deo spiritus
contribulatus: * cor contritum, et
humiliatum, Deus, non despicies.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio,
un cuore affranto e umiliato, Dio, tu
non disprezzi.
19 Benigne fac, Domine, in bona
voluntate tua Sion: * ut edificentur muri
Jerusalem.
Nel tuo amore fa grazia a Sion, rialza le
mura di Gerusalemme.
20 Tunc acceptabis sacrificium justitiae,
oblationes, et holocausta; * tunc
imponent super altare tuum vitulos.
Allora gradirai i sacrifici prescritti,
l’olocausto e l’intera oblazione, allora
immoleranno vittime sopra il tuo altare.
Misereris omnium Domine
Misereris omnium, Domine, et nihil odisti eorum quae fecisti, dissimulans peccata
hominum propter poenitentiam, et parcens illis: quia tu es Dominus Deus noster.
Miserere mei Deus, miserere mei: quoniam in te confidit anima mea.
Misit de coelo et liberavit me: dedit in opprobrium conculcantes me.
Adjuva nos, Deus salutaris noster: et propter gloria nominis tui, Domine, libera nos.
Et propitius esto peccatis nostris, propter nomen tuum.
1725 ne assume definitivamente il posto, mentre Sarro divenne uno dei suoi vice maestro
e Leo primo organista; Mancini manterrà l’incarico fino alla morte, superando indenne i
cambiamenti politici dovuti alla riconquista di Napoli da parte di Carlo di Borbone nel
1734. Colpito da apoplessia nel 1735 rimanendo semiparalizzato, Mancini morì due anni
dopo.
Mancini si concentrò soprattutto sulla composizione di drammi per musica e di musica
sacra (tra cui il nostro inedito Magnificat), attività che si diradarono con l’aumento degli
incarichi istituzionali; accanto a queste troviamo una vasta produzione di cantate, serenate
e di oratori. La musica strumentale rimase, come per tutti i compositori napoletani della
sua generazione, un interesse marginale, anche se ciò che ci rimane testimonia una scrittura peculiare e ricercata.
Dal punto di vista storico, Mancini segna tutte le tappe dello sviluppo dello stile durante il
primo Settecento, e rappresenta un ideale punto di osservazione; grazie ai suoi incarichi
istituzionali e alla sua presenza continua sulla scena napoletana, Mancini ha certamente
dato un contributo di rilievo al processo che vede consegnare alla generazione successiva
(quella di Pergolesi) la grande eredità scarlattiana, già però intrisa di elementi ‘galanti’ se
non preclassici.
DOMENICO SARRO (24 dicembre1679-25 gennaio 1744)
Poco si conosce della biografia di questo compositore prima del suo debutto operistico
napoletano, avvenuto nel 1702: originario della Puglia, nel suo contratto matrimoniale del
1705 si legge che si era trasferito a Napoli all’età di sei o sette anni per studiare presso il
Conservatorio di S.Onofrio.
Nel dicembre 1704 Sarro divenne vice maestro di cappella, ma a causa della conquista
austriaca di Napoli nel 1707 perse alcuni appoggi politici e (almeno stando alle testimonianze documentarie) dovette scomparire dalla scena napoletana; riapparve solo dieci anni
dopo, quando riuscì a lanciarsi in una promettente carriera operistica: tra le opere ricordiamo Didone abbandonata (1724), la prima intonazione del libretto metastasiano. Dopo
quest’opera la sua carriera cominciò a declinare, in favore della nuova generazione di
compositori (tra cui Vinci e Hasse). Nel 1725 divenne Vice Maestro della cappella di corte
napoletana, succedendo come maestro a Mancini nel 1737. Esattamente come Mancini,
con cui condivide gran parte dell’ambiente musicale in cui ricevette la propria educazione, Sarro si pone come uno dei punti di raccordo tra due generazioni di compositori napoletani; nella sua musica comincia a si vede sempre più la tendenza ad una polarizzazione
della composizione tra linea melodica del canto e accompagnamento strumentale, tipico di
un stile compositivo ‘galante’. Della produzione sacra di Sarro si conosce pochissimo,
anche se molte testimonianze dell’epoca ci riportano come fosse molto diffusa e apprezzata, persino in Germania; il Miserere che presentiamo in concerto rappresenta quindi una
vera e propria primizia musicale.
LEONARDO LEO (5 agosto 1694 - 31 ottobre 1744)
Altro compositore originario della Puglia emigrato a Napoli nei primissimi anni del Settecento, Leo cominciò i propri studi musicali presso il Conservatorio di S. Maria della Pietà
dei Turchini; ancora studente venne nominato maestro di cappella ed organista al servizio
di diverse istituzioni nobiliari. Il suo debutto teatrale avvenne nel 1714, e da lì inizio una
sfavillante carriera teatrale; negli anni Venti scrive anche alcune opere per i teatri veneziani, tentando di esportare il genere della commedia pe’ musica, tipicamente napoletano. Nel
1725 venne assunto come organista presso la cappella reale, e trascurò per alcuni anni il
palcoscenico. Dopo la partenza di Hasse da Napoli e la morte di Vinci nel 1730, Leo
divenne la principale figura della vita musicale napoletana, diventando anche vicemaestro
presso la cappella reale nel ’37 e ottenendo diverse commissioni da molti teatri esteri,
compresa la corte spagnola. Una parte consistente delle sua produzione drammatica è
formata da opere buffe, in cui dimostra una certa abilità nel trattamento della melodia e
delle sezione d’insieme. A partire dai tardi anni Trenta l’attività di Leo si concentra sull’insegnamento; il compositore assunse diversi incarichi presso i Conservatori di S. Onofrio e
di S. Maria della Pietà dei Turchini che mantenne fino alla sua morte; in tarda età scrisse
anche alcuni trattati di composizione.
In tutta la produzione di Leo, soprattutto quella sacra (cui appartiene l’Introito pel Dì delle
Ceneri Miserere), appare predominante una scrittura contrappuntistica molto accademica,
appresa durante i primi anni di educazione musicale e trasmessa poi ai suoi allievi, tra cui
ricordiamo Jommelli e Piccinni. L’importanza di Leo nel campo della musica sacra verrà
riconosciuta solo alla fine del Settecento, quando le sue composizione furono paragonate
ai lavori sacri di Palestrina, facendolo diventare uno dei ‘grandi compositori italiana di
musica da chiesa’.
Paolo Giorgi
T ESTI
Miserere mei Deus
1 Miserere mei, Deus, secundum magnam
misericordiam tuam.
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia.
2 Et secundum multitudinem miserationum
tuarum, * dele iniquitatem meam.
Nella tua grande bontà cancella il mio
peccato.
3 Amplius lava me ab iniquitate mea: * et a
peccato meo munda me.
4 Quoniam iniquitatem meam ego cognosco:
* et peccatum meum contra me est semper.
5 Tibi soli peccavi, et malum coram te fecit:
* ut iustificeris in sermonibus tuis, et vincas
cum judicaris.
6 Ecce enim, in iniquitatibus conceptus sum:
* et in peccatis concepit me mater mea.
7 Ecce enim, veritatem dilexisti: * incerta et
occulta sapientiae tuae manifestasti mihi.
8 Asperges me hyssopo et mundabor: *
lavabis me, et super nivem dealbabor.
9 Auditui meo dabis gaudium et laetitiam: *
et exultabunt ossa humiliata.
10 A verte faciem tuam a peccats meis; * et
omnes iniquitates meas dele.
11 Cor mundum crea in me, Deus: * et
spiritum rectum innova in visceribus meis.
12 Ne proicias me a facie tua: * et spiritum
sanctum tuum ne auferas a me.
13 Redde mihi laetitiam salutaris tui: * et
spiritu principali confirma me.
Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal
mio peccato.
Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta
sempre dinanzi.
Contro di te, contro te solo ho peccato,
quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto;
perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo
giudizio.
Ecco, nella colpa sono stato generato, nel
peccato mi ha concepito mia madre.
Ma tu vuoi la sincerità del cuore e nell’intimo m’insegni la sapienza.
Purificami con issopo e sarò mondo; lavami
e sarò più bianco della neve.
Fammi sentire gioia e letizia, esulteranno le
ossa che hai spezzato.
Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella
tutte le mie colpe.
Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in
me uno spirito saldo.
Non respingermi dalla tua presenza e non
privarmi del tuo santo spirito.
Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni