Dedicata a santa Francesca Cabrini la stazione ferroviaria di Milano I
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Dedicata a santa Francesca Cabrini la stazione ferroviaria di Milano I
DOMENICA 14 NOVEMBRE 2010 L’INAUGURAZIONE 9 E una piramide rovesciata ideata dallo studio Botta è il nuovo «lampadario» della galleria delle Carrozze Accogliendo l’idea di intitolare la Centrale di Milano a santa Cabrini, Grandi Stazioni deciso d’inaugurare ieri anche l’installazione ideata dallo studio dell’architetto Mario Botta: a forma di tetraedro, è un sorta di piramide rovesciata vuota all’interno, composta di acciaio e segmenti luminosi che scende a un metro dal soffitto della galleria delle Carrozze. L’installazione è visibile non solo dalla piazza Duca d’Aosta, davanti alla Stazione, ma dalle vie vicine e, centralmente, anche in lontananza dal fondo di via Vittor Pisani. Un punto luminoso che «vuol fare da ponte tra la Stazione e la città», ha spiegato l’amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. I SIMBOLI E LA STORIA la cerimonia Il cardinale Tettamanzi durante l’intervento alla cerimonia di dedicazione della stazione Centrale a santa Francesca Cabrini Alla dedicazione il cardinale Bertone ha ribadito che «il vero progresso comprende in sé l’accoglienza generosa e disinteressata». Anche il cardinale Tettamanzi ha ricordato che la metropoli lombarda «ha fatto tanto ma deve continuare a fare». Il sindaco Moratti ha richiamato i «valori del rispetto e della legalità a favore dell’integrazione» La Centrale alla madre dei migranti Dedicata a santa Francesca Cabrini la stazione ferroviaria di Milano La riqualificazione Il progetto di recupero della Stazione Centrale di Milano 70 mila i metri quadri ristrutturati 120 milioni di euro la spesa totale o per i lombardi» per l’amministratore 30 mila metri quadri delegato delle Ferrovie dello Stato, gli esercizi commerciali Mauro Moretti, nel ribadire il signifil vero progresso comprende cato di «accostare il suo nome a quelin sé anche l’accoglienza gelo di santa Cabrini». nerosa e disinteressata»: por1.500 posti Dedicarle la Stazione Centrale di Milatando la benedizione del Papa, il cardi lavoro no equivale, come ha messo in evidinale Tarcisio Bertone è così interveto a successive modifiche che poco alla volta hanDI LEONARDO SERVADIO denza il cardinale Bertone «a ricordanuto a Milano alla cerimonia in cui, ieno scavata la stazione, come avrebbero fatto le 12 re a quanti si addentreranno tra queste ri, è stata dedicata a santa Francesca è chi dice sia in stile “Assiro-milanese”: termiti, e ingombrata in modi nuovi e non proMILANO mura e tra questi binari, che il vero proCabrini la Stazione Centrale. Per il seprio consoni all’architettura originaria. Questa, una definizione giustificata dall’imle scale mobili gresso verso cui dobbiamo tendere gretario di Stato vaticano, la santa napressione di pretenziosità imperiale senza essere cancellata, resta sempre più simile a comprende in sé anche l’accoglienza ta in Lombardia, da sessant’anni paun fantasma: la galleria delle carrozze è diventache sgorga dalla pluralità di ingombranti fregi, a8 generosa e disinteressata. Il cammino trona dei migranti, è «un’icona del nota un mercato coperto che si prolunga in altri amquile, chimere, teste di leone e leoni alati che si egli ascensori compiuto da chi ci ha preceduto e la stro tempo, spesso lacerato da conflitsibiscono sulle facciate della gigantesca stazione bienti commerciali ricavati con le modifiche del sofferenza vissuta da quanti sono stati sociali». centrale di Milano. La sua mole oblunga, interrotta 2008 al piano terra, mentre i tappeti mobili incliti costretti a trovare una nuova Patria – Da ieri, fra le mura e i binari storici delda alti fornici squadrati, domina P. Duca D’Aosta, nati allungano in modo sorprendente il percorso 550 ha aggiunto il Segretalo scalo milanese, una la principale “porta della città” quando, prima per salire alla quota dei binari, dove la confusiole telecamere rio di Stato citando antarga ricorda la fondane è massimizzata dall’introduzione di box-negozi della motorizzazione di massa, si viaggiava preTanti bambini che l’enciclica Caritas trice delle missionarie nell’ex galleria del transatlantico e in spazi contivalentemente in treno. Eppure la sua mastodondelle scuole in veritate di Papa Bedel Sacro cuore: «Santa tica architettura, progettata nel 1911 da Ulisse gui, a volta pensili. per la fede cattolica – reStacchini, era entrata nella logica della vita cittacabriniane hanno nedetto XVI – deve essere per tutti un monicita la stele – e apostola dina. Il fatto che ricordasse un’epoca di vuota refatto festa in di solidarietà per tutte to a considerare le nuotorica trionfalista (dopo diverse incertezze e l’inle genti in cammino». ve prospettive che si aterruzione dovuta alla prima guerra mondiale, la onore della Un simbolo che «ci prono nel futuro delle costruzione fu portata a termine in pieno fascifondatrice chiede di aprire cuore e smo, nel 1931), scivolava in secondo piano per relazioni internazionabraccia a coloro che archi si muoveva nel fluido, indaffarato andirivieni li». dell’opera rivano qui, da noi, in quotidiano di viaggiatori e passanti. E in fondo Un patrimonio che educativa, ora cerca di speranza» per il quell’architettura, pur fuori misura, aveva una «non va dimenticato» cardinale Dionigi Tettasua coerenza e la galleria delle carrozze aveva upresente in tutto il per monsignor Rino Fimanzi: per l’arcivescona sua funzionalità; per non dire dell’eleganza sichella. La targa che mondo vo di Milano, il tema del modello di transatlantico che fino agli anni campeggia all’ingresso dell’accoglienza è semSessanta è rimasto in bella vista nell’atrio che predella Stazione «è un sepre centrale. «Milano ha fatto tanto, ma cede l’accesso alla zona di arrivo dei binari, sogno che fa capire non soltanto a quandeve continuare a fare – ha rimarcato praelevato rispetto alla piazza per via dei terrati passeranno da qui, ma all’intero Paeieri –. Senza marce indietro: l’integrapieni su cui poggiano i binari nel loro giro attorse che il patrimonio di cultura, di solizione è una strada lunga e faticosa, ma no alla città, prima di confluire nel lungo edificio darietà, di ricchezza che è stato consono convinto che essa chieda di essedi sostegno forato da diversi tunnel che, dividenquistato nel passato non deve cadere re con saggezza e coraggio percorsa e do in due l’abitato, nasconde una serie intricata nell’oblio, ma contribuire alla formaripercorsa». di magazzini e altri binari un tempo usati escluzione delle giovani generazioni». Co«Integrazione» è stata la parola chiave sivamente per le merci, tutti chiusi in spazi scuri me i piccoli dell’istituto Cabrini che fadella vita della santa lodigiana, tante e misteriosi. Dopo Termini, è la più trafficata stacevano festa alla loro santa, mentre alvolte partita da quegli stessi binari che zione italiana e dai suoi 24 binari ogni giorno pasle 11.25 arrivava, da Venezia-Santa Luora le sono dedicati, per assistere ed esano centinaia di treni che sbarcano e imbarcacia, il primo treno a fare ingresso nella ducare gli italiani emigrati in America. no 320mila passeggeri. Come sa chiunque viva a stazione dedicata a una semplice maeA ripercorrere la vicenda umana e di Milano, l’imponenza dei flussi e il desiderio di austra che seppe essere vicina agli italiaUna famiglia attende il treno alla Centrale alla fine degli anni Settanta fede di santa Cabrini sono stati anche mentare la redditività economica, hanno portani quando nessuno li voleva. il vescovo di Lodi, monsignor Giuseppe Merisi, i due vescovi di origine lodigiana monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, monsignor Claudio Baggini, vescovo di Vigevano, e la superiora delle suore cabriniane, madre Patricia Spilquestione sociale e al disagio dagnavano la riconoscenza dei dove poté aprire diverse scuole. Al la madre furono le carceri dove gli lane. dei migranti italiani all’estero, connazionali, li aiutavano a inseritorno passò da New Orleans doitaliani, di umili origini e con scarA fare festa riempiendo la Stazione aveva aperto una scuola nei rirsi nel crogiolo delle etnie e delve la comunità italiana viveva in use conoscenze della lingua, erano Centrale di palloncini gialli c’erano i raquartieri più degradati di New le culture presenti in America, il fana situazione di tensione e disagio. impossibilitati a difendersi. Le suogazzi, le famiglie e le suore dell’istituYork. Terminate le lezioni, comoso melting pot, tutti insieme La madre la riorganizzò in 4 o 5 mere di madre Cabrini riuscirono a to cabriniano di Milano, uno dei tanti me già faceva nei paesi del loguadagnavano di prestigio nella si. Seguirono tre viaggi in Argentiriaprire alcuni processi ingiusti e a sparsi ormai in tutto il mondo. «Madre digiano, non rimaneva nella società. Per ottenere questi risulna e uno in Brasile sempre con lo ripristinare i rapporti dei detenuti Cabrini dedicò tutta la vita al suo sogno tranquillità del piccolo appartati erano importanti le scuole e uscopo di aprire delle case dell’isticon le famiglie. Santa Francesca Cabrini missionario», ha commentato il sindatamento che condivideva con na formazione adeguata. Queste tuto e delle scuole per l’integraOggi la stazione Centrale di Milaco di Milano, Letizia Moratti (presente le sue discepole, ma vagava per proposte erano avanzate con l’enzione degli emigranti italiani nella no viene dedicata a santa Franceanche il sindaco di Sant’Angelo Lodila città entrando senza paura tusiasmo di una trascinatrice. Ha società americana. sca Cabrini, patrona degli emigiano, paese natale della santa, Domein ambienti spaventosi per miseria testimoniato la moglie del consoAll’azione in campo scolastico, segranti. Un gesto simbolico che acDI ELIO GUERRIERO nico Crespi) ricordando «i valori del rie violenza. Poté allora constatare le italiano: dopo le prime fondaguì l’intervento in ambito sanitaquisterà pienezza di significato se spetto e della legalità a favore dell’inli italiani qui sono che le richieste erano enormi e le zioni, la madre «non chiedeva. Erio. L’ospedale Columbus di New accompagnato dalla strategia deltegrazione» e parlando dell’importantrattati come schiasue risorse misere. Non si perse rano gli ammiratori della sua opeYork, da poco fondato, correva il ril’accoglienza basata sui cardini inza dell’«accoglienza» in una metropovi». Diceva così mad’animo. Con spirito imprenditora che si sentivano spinti ad aiuschio di chiudere per fallimento. dividuati dal genio della santa: li sempre tesa sulla questione degli stradre Cabrini al primo impatto con riale mise a punto una tecnica che tarla». Poté fondare allora un gran Madre Cabrini lo rilevò e lo dotò di scuola dell’integrazione, ospedali nieri (un gruppo di immigrati protesta la realtà americana verso il 1890. presto diede risultati insperati. Si numero di scuole strategicamente attrezzature scientifiche all’avand’avanguardia, carceri a dimenda alcuni giorni in cima a una torre). Partita da Lodi su impulso del verecava dagli italiani che avevano sparse in tutti gli Stati Uniti. guardia. In pochi anni il Columbus sione umana. La carità immagina «La Stazione di Milano è, nell’immagiscovo di Piacenza, don Giovanni fatto fortuna e li convinceva a farNé l’opera della Cabrini si fermò al era diventato uno dei più impored edifica una città armoniosa in nario collettivo il luogo delle partenze Battista Scalabrini e di Leone XIII, si carico delle difficoltà dei più poNord. Già nel 1891 un viaggio avtanti istituti medici della metrocui possano convivere in pace uoe degli arrivi e non solo per i milanesi due tra gli spiriti più sensibili alla veri. Le sue argomentazioni: si guaventuroso la portò in Nicaragua poli. L’ultimo campo di azione delmini di razze e culture diverse. DA MILANO ANNALISA GUGLIELMINO Fregi, tunnel, terrapieni e anfratti misteriosi il trionfo dello smisurato stile assiro-milanese «I C’ La maestra che riscattò gli italiani d’America «G