La segnaletica stradale: la mancata indicazione dell`ordinanza sul

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La segnaletica stradale: la mancata indicazione dell`ordinanza sul
La prevenzione di fenomeni di violenza connessi a competizioni calcistiche:
la tessera del tifoso quale ultimo strumento di deterrenza.
di Rossella D’Andreano* e Michele Benincaso**
A Filippo Raciti, Ispettore Capo della Polizia di Stato, deceduto a Catania il 2 febbraio del
2007 in seguito ai disordini avvenuti in occasione della partita di calcio Catania - Palermo.
Sommario: 1. Premessa. - 2. Soggetti e organi deputati alla tutela dell’ordine e della
sicurezza pubblica. - 3. I morti di calcio e l’istituzione dell’Osservatorio Nazionale
sulle manifestazioni sportive. - 4. Il modello inglese: il rapporto Taylor. - 5. La
tessera del tifoso. - 5.1. Le direttive del Ministro dell’Interno ed il rinvio alla stagione
2010/2011.- 5.2. Le proteste dei tifosi: il no al calcio moderno - 6. Conclusioni.
1. Premessa.
Assistere a violenti scontri tra tifoserie opposte o a scene di guerriglia urbana tra tifoserie e
forze dell’ordine prima, durante o dopo una partita calcio, vale a dire una semplice
manifestazione sportiva in cui dovrebbe prevalere solo ed esclusivamente il senso dello
sport, dell’aggregazione e dello spettacolo, è ormai divenuto la triste normalità.
Nel corso degli ultimi venti anni nel nostro Paese sono state adottate molteplici norme che
hanno introdotto nel “mondo calcio” nuovi strumenti a garanzia della sicurezza di coloro
che si recano allo stadio unicamente per assistere alle prestazioni sportive della squadra
del cuore: il divieto di accedere alle manifestazioni sportive (D.A.SPO.), l’obbligo di
presentazione all’Autorità di Pubblica sicurezza, la predisposizione di impianti di video
ripresa, i tornelli automatici ed i metal-detector, la separazione delle tifoserie, i biglietti
numerati e nominativi, gli stewards, il regolamento d’uso e della sicurezza strutturale degli
impianti sportivi, il divieto di vendita degli alcolici.
Si è preso finalmente coscienza del fatto che lo svolgimento delle partite di calcio nella
giornata calcistica del rispettivo campionato non deve essere inteso come una
manifestazione sportiva isolata, con dei provvedimenti di polizia preventiva da adottare per
ciascuna città interessata, ma deve considerarsi come un “grande evento” dove prevedere
1
un piano nazionale di prevenzione lungo tutte le vie di trasporto finalizzato a garantire il
regolare svolgimento delle trasferte.
Con l’avvio della stagione calcistica 2009-2010 il Ministero dell’Interno1, su approvazione
in sede di Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive con direttiva n. 27 del 17
agosto 2009, introduceva il programma “tessera del tifoso”, rinviato poi alla stagione
calcistica 2010-20112.
2. Soggetti e organi deputati alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.
La convivenza civile e pacifica tra tutti i cittadini ed il riconoscimento delle diversità
dovrebbe essere il fondamento su cui basare i rapporti quotidiani di una società moderna
e progredita. Al fine di garantire e conservare questa coesistenza civile e pacifica, lo Stato
esercita, nell’ambito della pubblica sicurezza, azioni di polizia preventive e, se del caso,
repressive, consentendo ai cittadini di vivere serenamente nella comunità e di agire in
essa per la manifestazione della propria individualità e per l’appagamento dei propri
bisogni.
Con il termine ordine pubblico deve intendersi l’ordinato e pacifico svolgimento dei rapporti
sociali mentre con il termine sicurezza pubblica deve intendersi l’assenza di situazioni di
pericolo e di rischio per i cittadini nel corso dei quotidiani rapporti sociali.
Nel nostro Paese l'Autorità di pubblica sicurezza3 veglia al mantenimento dell'ordine
pubblico, alla sicurezza dei cittadini, alla loro incolumità e alla tutela della proprietà; essa è
Nazionale, Provinciale e Locale.
L’Autorità Nazionale di P.S. è il Ministro dell'Interno4 il quale espleta i propri compiti in
materia di tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica avvalendosi dell'Amministrazione
della pubblica sicurezza5; egli:

è responsabile della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica;

ha l'alta direzione dei servizi di ordine e sicurezza pubblica;

coordina in materia i compiti e le attività delle forze di polizia;
1
Cfr. Direttiva n. 555/OP/2448/2009/II/CNIMS del 14/08/2009
Cfr. Direttiva n. 555/OP/3485/2009/II/CNIMS del 16/12/2009
3
Cfr. art. 1 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza - Regio decreto 18 giugno 1931, n. 773
4
Cfr. art. 1 e 2 della Legge 1 Aprile 1981, n. 121
5
Cfr. art. 3 della Legge 1 Aprile 1981, n. 121
2
2

adotta i provvedimenti per la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica.
Le attribuzioni dell'Autorità Provinciale di pubblica sicurezza sono esercitate dal Prefetto
che rappresenta l’organo politico-amministrativo responsabile dell’ordine e della sicurezza
pubblica che sovrintende all’attuazione delle direttive in materia ed assicura il
coordinamento tra le forze di polizia, e dal Questore il quale ha la direzione, la
responsabilità ed il coordinamento a livello tecnico-operativo dei servizi di ordine e
sicurezza pubblica e dell’impiego a tal fine delle forze di polizia.
Le attribuzioni dell'Autorità Locale sono esercitate, nei capoluoghi di provincia, dal
Questore e, negli altri comuni, dai funzionari preposti ai commissariati di pubblica
sicurezza o, in mancanza di questi, dal Sindaco nella sua qualità di ufficiale di Governo.
Le Autorità di Pubblica Sicurezza si avvalgono di organi consultivi tra cui il Comitato per
l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, nazionale per il Ministro e provinciale per il Prefetto, con
cui affrontare, fra l’altro, la pianificazione dei servizi per il mantenimento dell’ordine e della
sicurezza pubblica ed il coordinamento delle diverse forze di polizia presenti nel nostro
Paese.
Nell'ambito
dell'Amministrazione
della
P.S.
vi
sono
cinque
Dipartimenti6,
che
rappresentano il segmento operativo della politica dell'Amministrazione e rispondono
funzionalmente al Ministro, fra cui il “Dipartimento della pubblica sicurezza”7, con a capo
un prefetto con le funzioni di Capo della Polizia di Stato, che provvede, secondo le
direttive e gli ordini del Ministro dell'Interno:

all'attuazione della politica dell'ordine e della sicurezza pubblica;

al coordinamento tecnico-operativo delle forze di polizia;

alla direzione e all’amministrazione della Polizia di Stato;

alla direzione e alla gestione dei supporti tecnici.
Con decreto del Ministro dell'Interno del 25 ottobre 2000, di concerto con il Ministro del
Tesoro, del Bilancio e della Programmazioni, e successive modifiche e integrazioni, è
stata istituita nel Dipartimento della pubblica sicurezza la “Segreteria del Dipartimento
della Pubblica Sicurezza”, quale ufficio a competenza generale per il coordinamento delle
6
7
Il Dipartimento per gli affari interni e territoriali, il Dipartimento della pubblica sicurezza, il Dipartimento per le libertà civili e
l'immigrazione, il Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, il Dipartimento delle politiche del
personale dell'amministrazione civile e risorse strumentali e finanziarie
Cfr. art. 4 della Legge 1 Aprile 1981, n. 121 e D.P.R. 7 settembre 2001, n. 398 - Regolamento recante l'organizzazione degli uffici
centrali di livello dirigenziale generale del Ministero dell'Interno
3
attività amministrative e tecniche svolte dai vari “Uffici Dipartimentali” e per l'attuazione
dell'azione di direzione e di indirizzo del Capo della Polizia - Direttore Generale della
Pubblica Sicurezza.
Nella Segreteria del Dipartimento della Pubblica Sicurezza vi è, fra gli altri8,
l’Ufficio
Ordine Pubblico che cura e stabilisce:

il raccordo con le strutture periferiche per la gestione dei servizi di ordine pubblico
in occasione di rilevanti manifestazioni di ogni genere;

le unità non territoriali delle Forze di Polizia da inviare per i servizi di ordine pubblico
e per gli interventi di soccorso in caso di pubbliche calamità;

l’esame dei fenomeni di turbativa dell’ordine pubblico;

la vigilanza degli obiettivi di interesse pubblico e delle sedi diplomatiche;

il servizio di sicurezza per personalità straniere in visita temporanea in Italia;

l’attività di raccolta, analisi ed elaborazione, attraverso il “Centro Nazionale di
Informazione
sulle
Manifestazioni
Sportive”
(incardinato
nell’Ufficio
Ordine
Pubblico), dei dati relativi al fenomeno della violenza negli stadi ed alle
manifestazioni sportive ed è, in materia, punto di contatto per lo scambio di
informazioni a livello internazionale.
Sintetizzando: per quanto attiene all’organizzazione del servizio di ordine e sicurezza
pubblica per una manifestazione sportiva, e, nella fattispecie, di una partita di calcio, il
Ministro dell’Interno, dopo aver operato la sintesi politica di quanto sottoposto all’esame
del Comitato Nazionale per l’ordine e la sicurezza pubblica, dà mandato per l’esecuzione
dei provvedimenti deliberati al Dipartimento della pubblica sicurezza che, a sua volta,
provvede ad attuare quanto disposto ed a coordinare a livello tecnico-operativo le Forze di
Polizia.
8
Ufficio Affari Generali e Personale, Ufficio Analisi Programmi e Documentazione, Ufficio Ordine Pubblico, Ufficio per i Servizi
Tecnico Gestionali, Ufficio delle Relazioni Esterne, Segreteria Tecnica del Programma Operativo Nazionale Sicurezza per lo
Sviluppo - Obiettivo Convergenza 2007/2013, Ufficio per gli interventi di sviluppo delle attività amministrative
4
3. I “morti di calcio” e l’istituzione dell’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni
sportive.
I gravi episodi di violenza con vittime9 da “morte di calcio” iniziano a verificarsi in Italia a
partire dal lontano 1920, nella città di Viareggio: Augusto Morganti, tifoso della squadra
del Viareggio (allora denominata Sporting Club Viareggio), è il primo caduto a seguito
degli scontri avvenuti durante e dopo la partita di calcio tra le squadre del Viareggio e del
Lucca (Unione Sportiva Lucchese) per mano di un appartenente alle forze di polizia.
Nel 1958 a Milano, durante la partita Milan-Fiorentina, muore Giordano Guarisco, di 17
anni, tifoso del Milan, vittima della folla, schiacciato dalla calca; nel 1963 a Salerno, per
l’incontro di calcio tra la Salernitana e il Potenza per la promozione in “Serie B”, muore
Giuseppe Plaitano, tifoso della Salernitana, a causa di un colpo vagante sparato in aria
da un appartenente alle forze di polizia a causa dei disordini scoppiati a seguito di alcune
decisioni arbitrali contrari alla squadra della Salernitana.
Proprio dopo questo episodio viene introdotta la responsabilità oggettiva delle società di
calcio le quali rispondono di tutte le persone che a vario titolo agiscono nell’interesse della
società o comunque svolgono attività rilevanti nell’ambito sportivo e trova fondamento
nell’esigenza di rendere effettivo e pregnante l’impegno delle stesse società nell’attività di
prevenzione nella commissione di fatti che compromettono l’ordine pubblico o la regolarità
nello svolgimento delle gare nonché nell’attività di stimolo del massimo rispetto delle
norme federali da parte dei soggetti legati alla società al fine di assicurare il corretto
svolgimento delle competizioni10.
Dal 1963 ad oggi molti altri nomi di tifosi e appartenenti alle forze di polizia hanno ampliato
il triste elenco a causa della ingiustificata rabbia negli ambienti più estremi delle curve, per
veri e propri agguati o aggressioni premeditate, per il lancio di razzi e bombe carta, per
l’inadeguata e inopportuna azione di polizia preventiva o repressiva, per i mancati o tardivi
soccorsi, per le inadeguate condizioni di sicurezza dei nostri stadi: il supporter laziale
Vincenzo Paparelli (1979), colpito da un razzo di tipo nautico lanciato dalla “Curva Sud”,
settore dello stadio occupato dalla tifoseria romanista; la morte di Maria Teresa
9
“Cuori Tifosi“ di Maurizio Martucci, Sperling & Kupfer Editori S.p.A. - 2010 Cfr. artt. 4, 11, 12, 13 e 14 del Codice di Giustizia Sportiva e l'art. 62 delle Nome Organizzative Interne della F.I.G.C.
10
5
Napoleoni e Carla Bissiri (1981), per le complicazioni sopraggiunte a seguito delle
ustioni riportate nell’incendio scoppiato nella curva dello stadio di San Benedetto del
Tronto; Andrea Vitone (1982), poco più che quattordicenne, per l’incendio del vagone
ferroviario con a bordo i tifosi romanisti di rientro dalla trasferta di Bologna; Stefano
Furlan (1984), tifoso della Triestina, morto a causa delle gravi lesioni cerebrali causate
probabilmente dai colpi subiti con lo sfollagente dopo gli scontri con le forze dell’ordine;
l’accoltellamento di un tifoso milanista Marco Fonghessi (1984) scambiato dagli stessi
milanisti per un tifoso della cremonese a causa della sua auto targata Cremona; il decesso
di 39
persone11, di cui 32 italiani, 4 belgi, 2 francesi e 1 irlandese nella
tragedia
dell’Heysel a Bruxelles in occasione della partita finale di Coppa Campioni tra Juventus e
Liverpool (1985).
E’ proprio dopo quest’ultimo tragico evento che viene istituita presso il
Ministero
dell’Interno una “Commissione mista e permanente” deputata ad intervenire per i casi
urgenti determinati dalle manifestazioni di violenza nel “mondo del calcio”, presieduta dal
Capo della Polizia, dal presidente del C.O.N.I.12, dal direttore della Lega Nazionale
Professionisti13, dal segretario della F.I.G.C.14 e da un rappresentante della serie C.
Continuano a susseguirsi vertici tra il Ministro dell’Interno ed il Presidente della F.I.G.C. in
seguito ad altri fatti di violenza (1986) in cui un altro giovane romanista, Paolo Siroli di
diciassette anni, muore a seguito del fuoco appiccato da alcuni tifosi “giallorossi”
all’interno di un vagone ferroviario ed un supporter della Sambenedettese, Giuseppe
Tommasetti, accoltellato da un tifoso dell’Ascoli al termine di una partita di Coppa Italia.
Dopo la morte di un tifoso dell’Ascoli, Nazareno Filippini (1988), al termine della partita
con l’Inter, viene istituita la “Commissione mista” del Ministero dell’Interno, del Ministero
del Turismo e della F.I.G.C. per la predisposizione della prima legge antiviolenza, legge n.
401 del 13 dicembre 1989, che verrà materialmente attuata solo dopo il decesso, causato
11
Rocco Acerra, Bruno Balli, Alfons Bos, Giancarlo Bruschera, Andrea Casula, Giovanni Casula, Nino Cerrullo, Willy Chielens,
Giuseppina Conti, Dirk Daenecky, Dionisio Fabbro, Jaques François, Eugenio Gagliano, Francesco Galli, Giancarlo Gonnelli, Alberto
Guarini, Giovacchino Landini, Roberto Lorentini, Barbara Lusci, Franco Martelli, Loris Messore, Gianni Mastrolaco, Sergio Bastino
Mazzino, Luciano Rocco Papaluca, Luigi Pidone, Benito Pistolato, Patrick Radcliffe, Domenico Ragazzi, Antonio Ragnanese, Claude
Robert, Mario Ronchi, Domenico Russo, Tarcisio Salvi, Gianfranco Sarto, Amedeo Giuseppe Spolaore, Mario Spanu, Tarcisio
Venturin, Jean Michel Walla, Claudio Zavaroni
12
Comitato Olimpico Nazionale Italiano: ente pubblico cui è demandata l'organizzazione e il potenziamento dello sport nazionale che
promuove la massima diffusione della pratica sportiva
13
Più comunemente detta Lega Calcio: è stata l'organo che ha gestito per sessantaquattro anni i più importanti tornei calcistici per club
in Italia, dalla stagione 1946-47 alla stagione 2009-10; ha cessato di esistere nel 2010, scindendosi in Lega Nazionale Professionisti
Serie A e Lega Nazionale Professionisti Serie B.
14
Federazione Italiana Giuoco Calcio: organizza e gestisce il gioco calcio in Italia, dai Club alle nazionali
6
dall’arresto cardiaco a fronte di un pestaggio da parte dei tifosi milanisti, del tifoso
romanista Antonio De Falchi (1989).
Successivamente ad altri gravi incidenti che provocano un morto a Bergamo per infarto,
Celestino Colombi (1993), uno ad Acireale, Salvatore Moschella (1994), gettatosi dal
finestrino del treno di ritorno da Ragusa nel tentativo di fuggire all’ira di cinque tifosi del
Messina, ed uno a Genova, prima della partita Genoa-Milan, dove viene accoltellato a
morte un giovane tifoso rossoblù, Vincenzo Spagnolo (1995), la legge 401/89 viene
nuovamente integrata con l’inasprimento del D.A.SPO.15.
A determinare l’istituzione di un gruppo di lavoro presso la Presidenza del Consiglio dei
Ministri per l’elaborazione di nuovi provvedimenti legislativi è una nuova esplosione di
violenza negli stadi che porta la morte a Salerno del tifoso del Brescia Roberto Bani
(1997), a Treviso, dopo una banale lite scoppiata sugli spalti nel dopopartita di TrevisoCagliari, muore il tifoso veneto Fabio Di Maio (1998) per un arresto cardiaco in seguito
all'intervento della polizia per sedare un accenno di rissa fra le opposte tifoserie, a La
Spezia il tifoso del Pisa Maurizio Alberti (1999), andato in coma a causa dell’arresto
cardiaco accusato durante la partita Spezia-Pisa e poi deceduto per le palesi inefficienze
dei soccorsi.
Solo l’incendio di un treno speciale di tifosi salernitani in cui muoiono 4 ragazzi, Ciro
Alfieri, Vincenzo Lioi, Giuseppe Diodato, Simone Vitale (1999), origina ufficialmente
l’istituzione, su proposta del Capo della Polizia, dell’Osservatorio Nazionale sulle
Manifestazioni Sportive cui vengono affidati compiti di coordinamento centrale delle
iniziative di prevenzione e contrasto della violenza da attuare in occasione di partite di
calcio ritenute particolarmente a rischio.
Dopo una breve tregua, la follia dei sostenitori del mondo del calcio colpisce di nuovo: a
Messina muore Antonio Currò (2001) durante l'acceso derby con il Catania, decisivo per
la promozione in “Serie B”, dopo un reciproco lancio di oggetti fra le due tifoserie tra cui
una bomba-carta che esplode in mezzo ai tifosi della Curva Nord; ad Avellino finisce in
tragedia il derby Avellino-Napoli dove muore Sergio Ercolano (2003), ventenne tifoso
partenopeo, precipitato nel vuoto durante gli scontri tra tifosi e polizia; a Luzzi, nel
cosentino, a seguito dei colpi ricevuti mentre cerca di sedare una rissa in campo nella
partita con la Cancellese, muore Ermanno Licursi (2007), un dirigente della
15
Cfr. legge n. 45 dell' 8 febbraio 1995, cd. legge “Maroni”
7
Sammartinese (terza categoria); ed ancora: a Catania muore l'Ispettore capo della Polizia
di Stato Filippo Raciti (2007), colpito durante gli scontri con i tifosi del Catania avvenuti
durante e dopo il derby di Sicilia con il Palermo; il tifoso laziale Gabriele Sandri (2007),
rimane ucciso, nell’area di servizio “Badia al Pino” sull'A1, nei pressi di Arezzo, da un
colpo di pistola esploso da un agente di polizia; Matteo Bagnaresi (2008), tifoso del
Parma investito da un pullman di tifosi juventini nell'area di servizio “Crocetta”, vicino ad
Asti: sull’autostrada Torino-Piacenza le due tifoserie erano entrate in contatto e l’autista
del veicolo, per evitare ulteriori scontri tra le parti, sarebbe ripartito rapidamente non
accorgendosi del ragazzo.
Dalla sua istituzione, l’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive ha eseguito:

attività di analisi (rivolte al monitoraggio ed allo studio del fenomeno della violenza
all’interno del mondo calcio e delle carenze strutturali degli impianti sportivi);

attività propositiva (normative, elaborazione di direttive, promozione di iniziative
sinergicamente coordinate con gli altri soggetti interessati);

attività documentali (rapporti annuali sull’andamento del fenomeno).
Incardinato nell’Ufficio Ordine Pubblico degli Uffici Dipartimentali della Segreteria del
Dipartimento di pubblica sicurezza, vi è anche il Centro Nazionale di informazione sulle
manifestazioni sportive, istituito nel 2002, in attuazione ad una decisione del Consiglio
dell’Unione Europea16, con i seguenti compiti:
 centralizzare la raccolta e l’analisi dei dati sul fenomeno della violenza a livello
nazionale (si inserisce in una rete europea di cooperazione internazionale di Polizia
per il contrasto dell'hooliganismo17);
 fornire valutazioni circa l'opportunità di inviare personale della Questura competente
al seguito della squadra all'estero, indicando le relative motivazioni, da fondare su
elementi oggettivamente riscontrabili;
 analizzare il fenomeno della violenza nello sport per lo sviluppo da parte delle
Autorità provinciali di P.S. e delle Forze di Polizia di iniziative, anche di natura
organizzativa, strumentali alla prevenzione dei fenomeni di violenza, intolleranza e
devianza nelle manifestazioni sportive;
16
17
Cfr. decisone 2002/348/GAI del 25 aprile 2002 del Consiglio dell'Unione europea e legge n. 210 del 17 ottobre 2005
Hooligan è un termine inglese con il quale si indica una persona dal comportamento violento, indisciplinato e ribelle
8
 effettuare studi e ricerche in specifici settori: cura i contributi, organizza e partecipa
a seminari, riunioni e gruppi di esperti con i Questori circa il governo e la gestione
delle misure di ordine e sicurezza.
Solo nel 200518 l’Osservatorio Nazionale è stato formalmente istituito in seno al Ministero
dell’Interno “…al fine di favorire la migliore attuazione delle disposizioni e delle misure in
materia di prevenzione e contrasto della violenza in occasione di manifestazioni
sportive…” con i seguenti compiti:

effettuare il monitoraggio dei fenomeni di violenza e intolleranza commessi in
occasione di manifestazioni sportive e dello stato di sicurezza degli impianti sportivi;

esaminare le problematiche connesse alle manifestazioni in programma ed
attribuire i livelli di rischio19 delle manifestazioni medesime;

approvare le linee guida del regolamento d'uso per la sicurezza degli impianti
sportivi;

promuovere iniziative coordinate per la prevenzione dei fenomeni di violenza e
intolleranza in ambito sportivo, anche in collaborazione con associazioni,
rappresentanze di tifosi organizzati e club di sostenitori, enti locali, enti statali e non
statali;

definire le misure che possono essere adottate dalle società sportive per garantire il
regolare svolgimento delle manifestazioni sportive e la pubblica incolumità;

pubblicare un rapporto annuale sull'andamento dei fenomeni di violenza ed
intolleranza in occasione di manifestazioni sportive.
Nel 2008 viene istituito, all’interno del Dipartimento di pubblica sicurezza, un ulteriore
strumento a supporto della prevenzione degli episodi di violenza: il “Comitato di analisi per
la sicurezza delle manifestazioni sportive20” con il compito di analizzare e valutare tutte le
notizie di particolare rilievo sul fenomeno della violenza in occasione delle manifestazioni
sportive pervenute al Dipartimento per consentire allo stesso l’adozione delle necessarie
misure a tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica.
18
Cfr. decreto legge n. 162 del 17 agosto 2005 convertito con la legge n. 210 del 17 ottobre 2005
L'Osservatorio ha introdotto una scala di rischi di valutazione delle partite in base a parametri quali l'impianto sportivo, i rapporti tra le
tifoserie, i precedenti, l'importanza sportiva della gara. La scala dei livelli di rischio prevede:
rischio 0: permesso partite in notturna;
rischio 1: partite monitorate;
rischio 2: partite pericolose;
rischio 3: partite a porte chiuse
20
Cfr. Decreto Ministero dell’Interno del 15 agosto 2008
19
9
4. Il modello inglese: il rapporto Taylor.
Ogni volta che le pagine dei quotidiani riservate alla cronaca hanno per oggetto l’ennesima
sciagura o fatto di violenza avvenuto in concomitanza di una partita di calcio, le
trasmissioni sportive, i cronisti specializzati e gli addetti ai lavori caldeggiano puntualmente
l’introduzione, o per meglio dire il raggiungimento, anche nel nostro Paese del cd. modello
inglese.
Il calcio inglese sino agli inizi degli anni 90 è stato fin troppo spesso palcoscenico di tragici
accadimenti di violenza a causa dei comportamenti dei propri tifosi (cd. hooligans) fuori e
dentro il territorio britannico.
L'evento che ha accelerato la revisione, l’ammodernamento del livello di sicurezza degli
impianti e la trasformazione del calcio inglese è da individuarsi nella tragedia del 15 aprile
1989 nello stadio di Hillsborough della città di Sheffield dove sono morte 96 persone e
oltre 200 hanno riportato ferite più o meno gravi, disastro analogo per le dinamiche a
quello avvenuto il 29 maggio del 1985 poco prima dell'inizio della partita finale di Coppa
dei Campioni tra la Juventus ed il Liverpool, allo stadio Heysel di Bruxelles, con 39 morti e
oltre 600 feriti, episodio che ha determinato l’esclusione delle squadre inglesi da tutte le
competizioni internazionali per 5 anni.
L'inchiesta seguita a tale evento ha permesso nel 1990 alla stesura del cd. "Rapporto
Taylor21", relazione che ha inoltre fornito lo stato di salute del calcio britannico e ha
segnato la svolta nella gestione della sicurezza e dell’ordine pubblico in occasione di
manifestazioni sportive.
A seguito del Rapporto Taylor sono stati trovati i giusti accorgimenti per trasformare lo
stadio in luogo di aggregazione dove tutto può essere spettacolo, e non solo i novanta
minuti della partita di calcio, soddisfacendo le esigenze dei tifosi, considerandoli dei veri e
propri clienti, introducendo una “carta di identità” per i frequentatori degli stadi. Nello
specifico, tra l’altro:

tutti gli impianti (delle prime due serie inglesi nonché quelli della prima divisione
scozzese) sono stati completamente ristrutturati; sono state eliminate le barriere tra
21
Peter Taylor di Gosforth, giudice Lord, incaricato su mandato del Governo Thatcher di far luce sulle cause della strage di Sheffield
nello stadio di Hillsborough
10
il campo di gioco ed i settori dello stadio; è stato imposto l’obbligo di installare
seggiolini per tutti gli spettatori entro la stagione calcistica 1994/95, telecamere a
circuito chiuso e tornelli automatici per il conteggio delle persone che accedono
all’impianto;

è stata affidata alle società calcistiche la sorveglianza all’interno degli impianti
attraverso la presenza degli stewards, privati
e pagati dai club, in continuo
collegamento radio con la polizia presente solo all’esterno degli impianti;

è stato indetto il divieto per le società sportive di intrattenere rapporti con i propri
tifosi se non quelli per la collaborazione finalizzata a prevenire possibili disordini;

è stata creata una squadra speciale di sorveglianza nazionale anti-hooligans (la
“National Football Intelligence Unit” costituita da Scotland Yard) in cui un agente è
affidato a ciascuna delle società calcistiche professionistiche con il compito di
“schedare” i tifosi violenti e seguire sempre la tifoseria;

è stato introdotto il sistema “Crimistoppers” con lo scopo di segnalare ad un numero
verde, anche in forma anonima, persone sospette e situazioni pericolose.
Al contrario però di quanto suggerito nel rapporto, si è registrato un notevole incremento
dei prezzi dei biglietti d’ingresso alle partite: forse tale circostanza, seppur non voluta, ha
ristretto il numero dei “clienti” dello stadio, limitando il godimento dello spettacolo ad una
fetta di pubblico meno ampia.
A livello normativo, invece, il Governo inglese ha introdotto nuove disposizioni di legge:

il divieto di introduzione degli alcoolici negli stadi;

l’introduzione del reato di “comportamento allarmante”;

il divieto di accesso agli stadi dei tifosi violenti e contestuale presentazione ai
comandi di polizia in occasione delle partite;

l’arresto, ed il processo per direttissima, dei tifosi anche solo per violenza verbale
(cori razzisti e linguaggio osceno);

il sequestro del passaporto cinque giorni prima della gara di un tifoso sospetto in
occasione delle trasferte all’estero.
I risultati positivi ottenuti sono da tutti riconosciuti: gli stadi in Inghilterra, che sono di
proprietà dei club, sono divenuti dei veri e propri gioielli strutturali, fornendo a tutti i Paesi
europei il vero modello da seguire; nell’area ove sono ubicati gli impianti sono state create
strutture ricettive, vere e proprie città dello sport, che permettono ai tifosi di visitare, ad
esempio, il museo della squadra, fare shopping nei negozi di merchandising e vivere in
11
ogni momento l’atmosfera calcistica con il risultato di sentirsi parte integrante di un
progetto.
In altre parole, lo stadio è divenuto un luogo di ritrovo trascorrere con tutta la famiglia
qualche ora della giornata, prima e dopo l’incontro oppure anche quando non vi è in
programma nessuna gara.
5. La tessera del tifoso.
L’istituzione della tessera del tifoso non è altro che l’ultimo tassello (a meno che non si
renda “obbligatoria” per le società di calcio la proprietà dello stadio attuando di
conseguenza il tanto agognato processo di privatizzazione e trasformazione in strutture
polifunzionali degli impianti sportivi) di un complesso mosaico che si prefigge come
obiettivo principale la creazione della categoria dei “tifosi ufficiali” per prevenire i fenomeni
di violenza in occasione di competizioni calcistiche e l’incremento della sicurezza negli
stadi italiani.
La tessera è una card del formato A8, con microchip e foto del possessore, che può
funzionare anche come carta prepagata, dedicata a tutti i tifosi di calcio; rappresenta il
segno dell’appartenenza ad una specifica società calcistica.
Fornisce al titolare la possibilità di:

sottoscrivere un abbonamento o di seguire in trasferta la propria squadra ed entrare
nei settori “ospiti” dello stadio (i “normali” spettatori possono entrare in altri settori
dello stadio acquistando un regolare biglietto nominativo senza dover possedere la
tessera);

fruire di vie di accesso preferenziali evitando i controlli ai varchi;

acquistare i biglietti anche in sostituzione del documento d’identità;

accedere allo stadio anche nei casi di partite soggette a restrizioni da parte
dell’Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive;

ottenere la concessione di facilitazioni, privilegi e/o benefici da parte delle società
sportive (accumulo di punti, diritto di prelazione per l'acquisto di biglietti,
convenzioni con altre società private come Ferrovie dello Stato, Autogrill, sponsor,
etc.).
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Valida in tutti gli stadi senza distinzione tra i vari campionati, la tessera del tifoso viene
rilasciata, a richiesta, dalla società sportiva scelta dal tifoso previo “nulla osta” della
Questura competente che comunica l’eventuale presenza di motivi ostativi: D.A.SPO. in
corso ovvero una delle misure previste dalla legge 27 dicembre 1956 n. 1423 (cd. misure
di prevenzione) e condanne per reati da stadio negli ultimi 5 anni.
5.1. Le direttive del Ministro dell’Interno ed il rinvio alla stagione 2010/2011.
Il programma “tessera del tifoso”, elaborato da uno speciale gruppo di lavoro allargato
anche all’Agenzia delle Entrate, viene approvato in sede di Osservatorio Nazionale sulle
manifestazioni sportive il 23 aprile 2008; inizialmente prevede una fase sperimentale con
scadenza il 31 dicembre 2008 con lo scopo di acquisire dati e informazioni utili al fine di
apportare tutti i correttivi necessari al fine di migliorarne l’efficacia.
Complici i rilevanti oneri organizzativi necessari a carico delle società di calcio e
l’avversione del mondo ultrà alla tessera del tifoso, con la Direttiva del 14 agosto 200922 il
Ministro dell’Interno ha rinviato l’obbligatorietà del programma al 1 gennaio 2010; nello
specifico:

a partire dalla stagione calcistica 2009-2010 le società di serie A, B e lega Pro
devono garantire il rilascio della tessera del tifoso a chiunque la richiederà,
contestualmente all'acquisto di un biglietto o all'esibizione dell'abbonamento;

entro il 31 dicembre dell’anno 2009, in ciascun settore degli impianti con capienza
superiore a 7.500 spettatori (o comunque a norma) devono essere previste corsie
dedicate ai possessori della tessera del tifoso e ai loro familiari o accompagnatori (i
varchi preferenziali devono essere strutturati in modo da essere immediatamente
individuabili e devono essere dotati di sistema di lettura elettronica in modo da
agevolare e velocizzare al massimo le operazioni di controllo all’accesso allo stadio
e consentire il più rapido e confortevole passaggio degli spettatori);

per l'identificazione dei possessori della tessera del tifoso può essere utilizzata la
card (ove rilasciata in maniera conforme al programma varato dall'Osservatorio),
22
Cfr. Direttiva n. 555/OP/2448/CNIMS del 14 agosto 2009
13
compresa la foto del titolare, ai soli fini dell'acquisto dei tagliandi e dell'accesso allo
stadio e salvo contingenti valutazioni degli ufficiali ed agenti di P.S.;

le società che adottano il programma tessera del tifoso devono consentire la
circolarità della tessera tra le tifoserie, favorendo così l’accesso allo stadio ai
possessori del titolo anche se rilasciato da altra società o organismi sportivi del
calcio;

i controlli presso i varchi dello stadio riservati ai tifosi sprovvisti della tessera del
tifoso devono essere improntati al massimo rigore, anche prescrivendo alle società
sportive l’obbligo di aumentare il numero degli stewards e di avviare campagne di
comunicazione tese ad anticipare l’arrivo dei tifosi allo stadio;

a decorrere dal 1° gennaio 2010 le società possono:
- vendere o cedere a qualsiasi titolo i tagliandi riservati ai settori ospiti
esclusivamente ai possessori della tessera del tifoso, questi saranno esenti
dalle prescrizioni per gli spettatori eventualmente indicate dal Comitato di
analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive ed adottate dalle
Autorità di P.S. competenti;
- accettare la sottoscrizione di un nuovo abbonamento solo da chi è in
possesso della tessera.
Il forte ritardo e le continue difficoltà incontrate da parte delle società di calcio nel rendere
operativo il programma ha obbligato il Ministro dell’Interno ad emanare il 16 dicembre
2009 una nuova Direttiva23 con la quale si rinvia all’inizio della stagione calcistica 20102011 l’entrata in vigore della tessera del tifoso.
5.2 . Le proteste dei tifosi: il no al calcio moderno.
Il mondo degli ultrà24 ha espresso in vario modo il sentimento di protesta per l’introduzione
della tessera del tifoso: scritte sui muri degli stadi e delle città, adesivi riportanti lo slogan
23
24
Cfr. Direttiva del Ministro dell’interno n. 555/O.P./3485/2009/II/CNIMS del 16 dicembre 2009
La parola deriva dal francese ultra-royaliste, cioè “ultra realista”, che stava a indicare la forza politica preponderante ai tempi della
Seconda Restaurazione (1815-1830). Gli “ultras” erano gli esponenti più radicali dell’estrema destra e ancora oggi, in Francia, questa
parola si usa per identificare chi promuove le proprie opinioni con eccessiva durezza di modi. Nel tifo calcistico, invece, gli ultras (o
ultrà) rappresentano lo zoccolo duro del tifo, sono organizzati in gruppi e sono spesso politicamente schierati; per questi motivi,
giornali e tv italiani a partire dagli anni ’60, col nascere del tifo organizzato, hanno iniziato a utilizzare questo termine. Si ritiene
erroneamente che la parola ultras sia l’equivalente dell’inglese hooligan: quest’ultimo termine, però, indica unicamente i tifosi che si
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“NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO” attaccati ovunque, striscioni e cori durante le partite,
curve vuote durante le partire, cortei di protesta sfociati in scontri con le forze di polizia che
hanno provocato agenti feriti ed auto date alle fiamme25.
L’accesa protesta dei tifosi nasce dal fatto che la tessera del tifoso:

corrisponde ad una schedatura di massa;

non può essere rilasciata, a norma dell’articolo 9 della legge 41/2007, nemmeno a
coloro i quali sono stati diffidati ma poi assolti in sede penale;

nasconde un’operazione di carattere commerciale, infatti ha la forma e tutte le
funzioni di un bancomat ricaricabile (cd. carta prepagata) e le società di calcio
hanno siglato delle intese con i principali istituti di credito italiani o imprese leader
nel settore dei servizi al fine di commercializzare il prodotto (il tifoso, anche se non
obbligato, avrà tutto l’interesse ad attivare la card in suo possesso, tramite la quale
potrà acquistare l’abbonamento, i biglietti per le trasferte e quelli per le partite di
coppa).
Al contrario di quanto si pensa negli ambienti dei tifosi, il rapporto che si instaura tra la
società sportiva ed il tifoso che sottoscrive la tessera è uguale a quello che si viene a
creare nel mondo commerciale con la richiesta, ad esempio, della tessera che ci viene
offerta presso un qualsiasi supermercato, dove i dati sensibili e personali vengono
conservati solo dalle società nel pieno rispetto della legge sulla privacy 26 ed utilizzati
esclusivamente per promuovere tutte le attività e le agevolazioni offerte ai propri clienti.
L’attività degli organi di polizia, nel progetto della tessera del tifoso, si limita all’esclusivo
accertamento di eventuali motivi ostativi.
6. Conclusioni.
Gli obiettivi sin qui conseguiti non devono far abbassare la guardia almeno fino a quando
le attuali carenti situazioni di sicurezza strutturale ed infrastrutturale degli impianti sportivi
non saranno colmate.
distinguono per un comportamento particolarmente aggressivo e violento dentro e fuori dagli stadi. Gli ultras, invece, sono in generale
tutti quei tifosi che seguono in modo costante la propria squadra del cuore, sono affiliati a un gruppo riconosciuto dalla società e
occupano il settore dello stadio comunemente detto “curva”.
25
26
Incidenti avvenuti alla "Berghem fest" di Alzano lombardo, nel Bergamasco, il 26 agosto 2010
Cfr. D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 - Codice in materia di protezione dei dati personali
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Se lo sport rappresenta parte integrante della cultura, del vivere sociale e, soprattutto,
della capacità delle persone di organizzarsi in gruppi per creare un’attività che rappresenta
a tutti gli effetti un linguaggio universale, che avvicina persone diverse e lontane tra loro,
allora è proprio il caso di pensare di rimodulare le regole di questa comunicazione che
evidentemente presenta qualche grave falla; se dunque questa rimodulazione potrà
passare attraverso una semplice e banale tessera, sarebbe il caso di non sentirsi
“violentati” da questa ma accettarla come un mezzo di risoluzione di un problema serio ed
innegabile.
In tanti vedono la tessera come una scusa per schedare intere tifoserie, non certo per
portare più gente allo stadio o provare a instaurare un dialogo proficuo tra le società e i
tifosi, come invece ha pensato chi la tessera l’ha ideata, l’imprenditore Anthony Weatherill,
artefice di uno strumento antesignano alla tessera e denominato “carta del tifoso”.
L’utilizzo prolungato dei mezzi e del personale delle forze di polizia attualmente impiegati
in occasione degli eventi calcistici per far fronte alle carenze organizzative delle società
sportive, potrebbe essere indirizzate, attraverso la scrematura fatta a monte sulla tifoseria
a mezzo della tessera del tifoso, verso i normali servizi di tutela del cittadino piuttosto che
nel tentare di placare le “ire domenicali” di sedicenti tifosi.
* Tenente in servizio presso la Compagnia di Corsico (MI)
** Maresciallo Aiutante in servizio presso il Gruppo Pronto Impiego Milano
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