Il pericoloso gioco dei finanziatori sunniti_16072014

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Il pericoloso gioco dei finanziatori sunniti_16072014
Claudio Loiodice
Sociologist – Geopolitical Consultant
Il pericoloso gioco dei “finanziatori” sunniti
Si ritiene, anche se non sono state addotte prove, che le ricche monarchie sunnite del Golfo finanzino i
guerriglieri dell’ autoproclamato “Califfo” al-Baghdadi; se così fosse i finanziatori non si sarebbero resi
conto di aver “nutrito una serpe in seno”.
Il nuovo “Califfo”, in delirio di onnipotenza, ha dichiarato, tra l'altro, di essere divenuto il capo di tutti i
mussulmani; questo è ovvio, dal momento che il Califfato ha proprio come sua prerogativa, sia il potere
spirituale, sia quello temporale. Se ne deduce quindi che anche le vecchie e deteriorate monarchie arabe
dovrebbero assoggettarsi alla guida spirituale e temporale di al-Baghdadi.
Egli, il “Califfo”, presto morderà il seno del suo “salvatore-finanziatore”; allora sarà troppo tardi per le case
reali, sonnecchianti nel loro letargo dorato, per correre ai ripari.
Se gli Sceicchi credono che lo scellerato e sanguinario terrorista, nell’ improbabile ipotesi che riesca ad
acquisire il controllo dell’ intero Iraq, si possa fermare al confine meridionale, si sbagliano;
paradossalmente, per i sauditi i baluardi alle orde barbariche dell’ ISIS (Daash) potrebbero essere proprio i
loro acerrimi nemici sciiti.
Molto probabilmente però i calcoli dei monarchi con turbante prevedono il coinvolgimento e l’ aiuto del
partito Ba’th e del suo comandante in capo, l’ ex braccio destro di Saddam, il quale pare che, negli ultimi
dieci anni di latitanza, abbia trovato rifugio e accoglienza proprio tra i Sauditi.
Al momento pare che al-Baghdadi abbia stretto un’ alleanza strategica con i generali di quello che si
pensava il distrutto partito Ba’th Iracheno, che dal canto suo non vede l’ ora di regolare i conti con coloro
che ritiene i mandanti dell’ uccisione del loro leader Saddam Hussein e complici degli invasori americani.
Non a caso, una delle prime vittime della nuova ondata di violenza sunnita in Iraq è stato proprio il curdo
Rauf Abdul Rahman, il giudice che condannò a morte il dittatore di Tikrit.
Non si sa bene quali delle due fazioni di ribelli, i terroristi dell’ ISIS o gli ex militari iracheni, possegga la
supremazia sull’ altro, anche se le informazioni che giungono da Mosul portano a ridimensionare la capacità
di controllo del territorio delle milizie terroristiche dell'Isis, spostando il controllo del territorio sotto
l'influenza del partito Ba'th o, più probabilmente, sotto l'autorità del consiglio delle tribù, che proprio in
questi giorni si sarebbe riunito.
Sta di fatto che le strategie utilizzate per portare gli attacchi suggeriscono una guida militare delle
operazioni, mentre la crudeltà delle esecuzioni sommarie, disumane e spettacolari, fanno pensare ad
azioni condotte dai gruppi terroristici, alle bande di al-Baghdadi.
Non a caso, subito dopo la conquista di Mosul, l’ ex vice di Saddam Hussein, il fedelissimo e
chiacchieratissimo Izzat Ibrahim al-Douri, il “Re di Fiori” del mazzo dei ricercati dell’ ex regime, lasciata la
sua latitanza saudita, avrebbe preso il comando di Mosul e di tutta la regione di Ninawa.
L’ offensiva a Mosul è stata condotta da Ovest, quindi passando dal deserto occidentale iracheno dell’ alAnbar, feudo tribale saldamente in mano alle milizie dirette da al-Douri, senza trovare nessuna resistenza.
Ancora non a caso, il 14 Giugno scorso, durante un bombardamento delle truppe governative a Tikrit
sarebbe morto il figlio di al-Douri, Ahmed, impegnato ovviamente tra le file degli occupanti.
Member of the British Sociological Association – American Society of Criminology
UK Representative
Associazione Nazionale Sociologi – Fondazione Antonino Caponnetto
London
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Claudio Loiodice
Sociologist – Geopolitical Consultant
Tutto questo ci porta a pensare che potrebbe trattarsi di una messa in scena per sfruttare la fama del
“Califfo” , per far ricadere su di lui le colpe dei massacri, per usare la sua forza dirompente e sanguinaria
per lavori sporchi e per nascondere invece un vasto progetto finanziato dalle monarchie sunnite mirato a
contrastare la supremazia scellerata ed arrogante degli sciiti di al-Maliki, favorendo l’ ascesa del “Re di
Fiori”. Una volta terminato il lavoro sporco e riconquistati i territori del centro, il progetto potrebbe
prevedere l’ eliminazione o l’ emarginazione del gruppo che fa capo al “Califfo”.
Questo però non sarà molto facile: la propaganda del “Califfo” sta facendo affluire molti fanatici da tutto il
mondo e le fila delle sue bande si ingrossano di giorno in giorno.
In Medio Oriente nulla può essere dato per scontato: ne sanno qualcosa gli Americani, che, abbandonando
frettolosamente l’ Iraq, hanno consegnato di fatto il paese nelle mani di al-Maliki, despotico capo di
governo, chiaramente manovrato dagli Ayatollah; ovvero, chi mai avrebbe potuto immaginare che il
famigerato al-Douri sarebbe potuto riparare in casa saudita?
Ancora più incredibile è l’ alleanza tra ISIS e Ba’th: sunnismo integralista, ottuso fanatismo religioso il
primo, laico, multi confessionale, tribale, socialista, secolarista e nazionalista il secondo.
In questo scenario i più pragmatici sono risultati come sempre i Curdi, i quali, non solo si sono dimostrati
capaci di difendere le loro frontiere, organizzare campi di accoglienza per profughi arabi, che non molto
tempo prima avevano utilizzato i gas per sterminare interi villaggi curdi, ma hanno scacciato via gli uomini
di al-Baghdadi dal polo petrolifero di Kirkuk prendendone il controllo, senza nessuna intenzione di
riconsegnarlo ad al-Maliki.
Le alleanze nell’ area mutano repentinamente e pericolosamente, nessuno può prevedere quale sarà il
destino dell’ Iraq. Certo è che le deliranti pretese espansionistiche di al-Baghdadi molto probabilmente
resteranno nei suoi sogni e negli incubi dei governanti di molti paesi, a cominciare da quelli della regione,
come la Giordania.
16/07/2014
Claudio Loiodice
Member of the British Sociological Association – American Society of Criminology
UK Representative
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London
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