utilizzo di una dieta a base di proteine di origine vegetale in cani
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utilizzo di una dieta a base di proteine di origine vegetale in cani
Alma Mater Studiorum – Università di Bologna Dipartimento Scienze Mediche Veterinarie Dottorato di ricerca in “Scienze Veterinarie” – XXIX Ciclo Studente: Dott.ssa Bresciani Francesca Tutor: Prof. Pietra Marco UTILIZZO DI UNA DIETA A BASE DI PROTEINE DI ORIGINE VEGETALE IN CANI PORTATORI DI ENTEROPATIA CRONICA: ANALISI CLINICO- LABORATORISTICA Introduzione: L’enteropatia cronica è una patologia diagnosticata sempre più frequentemente nel cane. L’intolleranza alimentare svolge un ruolo fondamentale nell’eziopatogenesi di questa malattia, pertanto parte del trattamento prevede l’utilizzo di diete ad eliminazione (commerciali o casalinghe). Obbiettivo L’obiettivo di questo studio è stato quello di valutare l’efficacia di un mangime secco a base di proteine di origine vegetale nel trattamento delle enteropatie croniche del cane Materiali e Metodi: A tal scopo è stato eseguito uno studio prospettico su cani di proprietà spontaneamente afferiti presso l’Ospedale Didattico Veterinario del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna. I pazienti coinvolti sono stati suddivisi in base alla risposta terapeutica, eseguita per step, in dieto responsivi (food responsive diarrhoea, FRD), antibiotico responsivi (antibiotic responsive diarrhoea, ARD) e steroido responsivi (steroid responsive diarrhoea, SRD). Tutti i pazienti sono stati alimentati con dieta secca vegetale e trattati con la sola dieta (FRD), tilosina (ARD), corticosteroidi e/o altri farmaci immunosoppressori (SRD). I pazienti sono stati valutati da un punto di vista clinico-laboratoristico prima di iniziare la terapia (T0); la condizione clinica è stata nuovamente controllata dopo due settimane (T15), un mese (T30) e due mesi (T60). I soggetti con IBD e PLE sono stati inoltre sottoposti ad esame endoscopico, al momento della diagnosi e dopo quattro mesi. Per oggettivare le variazioni cliniche, fecali ed endoscopiche sono stati utilizzati score validati come: body condition score (BCS), Canine IBD Activity Index (CIBDAI), il Faecal Score e IBD Endoscopic Activity Score. Risultati: 10 Nello studio sono stati inclusi 20 cani, di cui 7 con FRD, 6 con ARD e 7 con SRD. Alla diagnosi (T0) non c’è differenza significativa tra i gruppi a sulla base degli score clinici (BCS, CIBDAI, Faecal Score). Pazienti con SRD rispetto a FRD e ARD presentano una concentrazione piastrinica più alta (P= 0,041) ipocolesterolemia (P= 0,011), ipoalbuminemia (P= 0,0018), ipoprotidemia (P= 0,0025), ipocalcemia (P= 0,0057) e un incremento della concentrazione di AST (P= 0,0095). All’interno di ciascun gruppo, il miglioramento degli indici clinici (CIBDAI e Faecal Score) è significativo ed evidente già dopo 15 giorni (CIBDAI: FRD P=0,002 , SRD P=0,002; Faecal Score: FRD P<0,001 , ARD P=0,002 , SRD P=0,001)(Figura 1). Il BCS, invece, non si modifica nell’arco di tempo in esame. La valutazione endoscopica sui soggetti con SRD non ha fornito risultati significativi. Conclusioni: 9 8 7 6 5 4 In conclusione, come dimostrato in altri studi, valutando solamente gli aspetti clinici al momento della diagnosi non è possibile prevedere se si tratti di un paziente con FRD, ARD o SRD. Questo sottolinea l’importanza della terapia per “step”, in quanto soggetti con gravi segni clinici possono rispondere al solo cambio dietetico, mentre pazienti con una sintomatologia più lieve possono necessitare di un trattamento più aggressivo. Il profilo ematobiochimico invece può evidenziare segni di malassorbimento, che sono più frequenti in pazienti con SRD. Il miglioramento clinico evidenziato nelle prime 2 settimane (T15) ci fornisce importanti informazioni sull’efficacia della terapia dietetica. In più, la mancanza di una variabilità significativa tra i gruppi a T15, T30 e T60 implica un miglioramento uniforme e dunque la possibilità di utilizzare la dieta in esame per il trattamento di tutte e tre le forme di enteropatia, se associata alla terapia farmacologica adeguata. La dieta esaminata può essere dunque utilizzata per l’iter diagnostico e per la terapia delle enteropatie croniche, sia in pazienti con FRD, che, in pazienti con ARD o SRD in associazione al trattamento antibiotico e/o immunosoppressivo. In tutti i pazienti esaminati determina, infatti, un rapido e significativo miglioramento clinico. 3 2 1 CIBDAI T0 CIBDAI T15 CIBDAI T30 CIBDAI T60 Figura 1: Andamento del CIBDAI da T0 a T60 nel gruppo SRD EFFETTO DELLA DIETA, DELLA TERAPIA FARMACOLOGICA E CON PROBIOTICI SULLA MICROFLORA BATTERICA E SULLA MUCOSA INTESTINALE IN CANI AFFETTI DA ENTEROPATIA CRONICA CASON° Nome Razza Sesso Età Feno4po 1 PALLINA CHIUAUA F 9 FRD 2 LIA PASTORETEDESCO F 2 FRD 3 DYLAN CANECORSO M 3 FRD 4 TEX METICCIO M 2 FRD 5 MAYA METICCIO FS 9 FRD 6 CASSANDRA GOLDEN F 1 FRD 7 PEPE LABRAOR M 1 FRD 8 CESARE CANECORSO M 1 FRD 9 COLIN CANELUPOCECOSLOVACCO M 2 FRD 10 PONGO MALTESE M 1 FRD 11 FULLA BROHOLMER M 5 FRD 12 HOMER GRANDEBOVAROSVIZZERO M 2 FRD 13 LEONE BOXER M 2 FRD 14 KENYA DOGUEDEBORDEAUX FS 3 FRD 15 LUCY CKCS F 2 ARD 16 NERINO BASSOTTO M 6 ARD 17 MINNI PINCHER F 5 ARD 18 LUCKY BARBONENANO M 2 ARD 19 ERCOLE DOGUEDEBORDEAUX M 1 ARD 20 DUKE DOBERMAN M 3 ARD 21 ARTHUR CARLINO M 9 ARD/PLE 22 PLUTO BRACCOUNGHERESE M 5 SRDPLACEBO 23 KEVIN PASTOREAUSTRALIANO M 3 SRDPLACEBO 24 GASPARE DALMATA M 11 SRDPLACEBO 25 ARTURO ROTTWEILER M 6 SRDPLACEBO 26 HONDO PASTORETEDESCO M 4 SRDPLACEBO 27 NAOMI PINCHER FS 6 SRDPLACEBO 28 CORA METICCIO FS 8 SRDSACCHAROMYCES 29 PETER BASSOTTO M 1 SRDSACCHAROMYCES 30 BALù METICCIO M 4 SRDSACCHAROMYCES 31 DAMA JACKRUSSEL F 10M SRDSACCHAROMYCES 32 ENEA COCKERSPANIEL M 2 SRDSACCHAROMYCES 33 CARMELA BULLTERRIER F 4 SRDSACCHAROMYCES 34 LUCKY METICCIO M 8M incorso 35 DORIAN METICCIO M 1 incorso 36 THOR DOBERMAN M incorso 37 TEX METICCIO MC 4 incorso 38 BIRBA METICCIO FS 8 incorso Tabella1:Pazien4inclusinellostudio.FRD,ARDeSRDdiarrearesponsivaalladieta,an4bio4co esteroidirispe^vamente. Introduzione: L’eziopatogenesi dell’enteropatia cronica nel cane non è ancora del tutto chiara. La composizione e le alterazioni del microbiota svolgono sicuramente un ruolo fondamentale, insieme a fattori genetici, alimentari e alterazioni della risposta immunitaria. Sia la dieta che i trattamenti antibiotici o immunosoppressivi influenzano e modificano la composizione del microbiota, lo stesso vale per i probiotici. I probiotici sono organismi vivi, che assunti in quantità adeguata, determinano un effetto benefico nell’ospite. Il Saccharomyces boulardii è un lievito probiotico utilizzato in corso di enteropatie croniche nell’uomo e nel cane con buoni risultati. Obbiettivo L’obiettivo di questo studio è quello di valutare le modificazioni del microbiota durante il trattamento in cani con enteropatia cronica (CE) e valutare l’effetto delle terapie (dieta vegetale, antibiotico, e immunosoppressore) e con Saccharomyces boulardii o placebo. Materiali e Metodi: A tal scopo è stato eseguito uno studio prospettico su cani di proprietà spontaneamente afferiti presso l’Ospedale Didattico Veterinario del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università di Bologna. I pazienti coinvolti sono stati suddivisi in base alla risposta terapeutica, eseguita per step, in dieto responsivi (food responsive diarrhoea, FRD), antibiotico responsivi (antibiotic responsive diarrhoea, ARD) e steroido responsivi (steroid responsive diarroea, SRD). Tutti i pazienti sono stati alimentati con dieta secca vegetale e trattati con la sola dieta (FRD), tilosina (ARD), corticosteroidi e/o altri farmaci immunosoppressori e Saccharomyces boulardii o placebo (SRD) . I pazienti sono stati valutati da un punto di vista clinico-laboratoristico prima di iniziare la terapia (T0); la condizione clinica è stata nuovamente controllata dopo due settimane (T15), un mese (T30) e due mesi (T60). I soggetti con IBD e PLE sono stati inoltre sottoposti ad esame endoscopico, al momento della diagnosi e dopo quattro mesi. Per oggettivare le variazioni cliniche, fecali ed endoscopiche sono stati utilizzati score validati come: body condition score (BCS), Canine IBD Activity Index (CIBDAI), il Faecal Score e IBD Endoscopic Activity Score. Durante ogni controllo (T0, T15, T30, T60) sono stati raccolti campioni fecali (immediatamente congelati dopo la raccolta) e durante le due procedure endoscopiche sono stati eseguiti brush mucosali a livello di ileo e colon. I campioni fecali e su brush endoscopici vengono utilizzati per l’analisi del microbio ma tramite pyrosequencing del gene 16S dell’ rRNA. Risultati: Fino ad oggi sono stati inclusi 38 cani e 29 hanno completato il protocollo (Tabella 1). Nel gruppo SRD 6 cani sono stati trattati con Saccharomyces boulardii e 6 con placebo. Tra i cani con SRD 7 presentavano panipoprotidemia (albumina<2g/dl). Presentazioni orali, Febbraio 2015 – Febbraio 2016: Caso clinico – Cirrosi epatica e shunt portosistemico acquisito in un cane. Incontro SIMIV Cremona 3-4 Ottobre 2015.