Confronto fra l`evoluzione recente di due spiagge bioclastiche
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Confronto fra l`evoluzione recente di due spiagge bioclastiche
289 CONFRONTO FRA L’EVOLUZIONE RECENTE DI DUE SPIAGGE BIOCLASTI CHE: LA BAIA DI MONDELLO (PALERMO) E LA BAIA DI S. VITO LO CAPO (TRAPANI). Gaetano Ferruzza1, Lucia Fallo1, Gianfranco Scotti2, Fabrizio Vaccaro1 1 Dipartimento di Geologia e Geodesia, Università di Palermo 2 ICRAM, Palermo Non è facile capire se una spiaggia evolva in accordo con i processi naturali o sotto il controllo di una forzante esterna connessa con l’azione dell’uomo ed è ancora meno facile se l’evoluzione avviene sotto il controllo di entrambi i fattori, fenomeno che attualmente è sempre più frequente. La comprensione di questi fenomeni si complica ulteriormente quando il litorale in esame è una spiaggia ad apporto prevalente di tipo bioclastico. Questo tipo di litorale è sicuramente molto sensibile alle variazione di equilibrio che il sistema può subire sia che si tratti di variazioni naturali o indotte. L’unica sorgente di sedimenti è infatti connessa con la bioproduttività e la quantità di nuovi sedimenti che può essere introdotta nel sistema di spiaggia (alle nostre latitudini) è molto inferiore alla quantità di sedimenti che può essere introdotta annualmente in un sistema costiero controllato dall’apporto fluviale. In una spiaggia bioclastica lo stato di equilibrio dinamico del sistema può evolvere rapidamente verso uno stato di non equilibrio e una piccola perdita di sedimenti può essere drammaticamente pericolosa per la vita della spiaggia stessa. Nel Mediterraneo centro settentrionale le spiagge bioclastiche di una certa dimensione sono una rarità ma la baia di Mondello (Palermo, fig. 1) e la baia di San Vito Lo Capo (Trapani, fig. 2) ne sono un tipico esempio. Chiuse da due piccoli promontori e non alimentate dall’esterno catturano i sedimenti relativi solo dall’apporto bioclastico; la prima presenta un orientamento grossomodo Nord-Ovest Sud-Est mentre la seconda Nord Nord-Ovest Sud Sud-Est e sono entrambe esposte al moto ondoso proveniente dal quarto e dal primo quadrante. La loro bellezza, caratterizzata da una sabbia chiara e brillante e da una colonna d’acqua particolarmente trasparente, è comparabile con le spiagge tropicali e per questa ragione il loro valore economico connesso con gli elevati flussi turistici è decisamente elevato. 290 Convegno di Maratea Figura 1 - Carta sedimentologica marina della baia di Mondello Figura 2 - Carta sedimentologica marina della baia di san Vito Lo Capo Coste: Prevenire, Programmare, Pianificare La baia di Mondello era caratterizzata fino alla fine del XIX secolo da una zona umida ben sviluppata nella zona di retrospiaggia e da un sistema dunario. A partire dall’inizio del XX secolo fu trasformata in una zona residenziale, uno dei primi esempi di speculazione edilizia siciliana che si sviluppò a ridosso dell’originario borgo di pescatori presente nel settore occidentale della baia. Ma solo a partire dagli anni trenta e quaranta la pressione antropica, connessa con lo sviluppo del turismo, incominciò ad essere veramente forte raggiungendo l’apice nei decenni successivi. La baia di San Vito lo Capo era invece caratterizzata da una spiaggia profonda qualche decina di metri ben estesa nella parte centrale della baia e circondata da un sistema dunario piuttosto sviluppato. Il centro abitato, presente nella cartografia borbonica, era un borgo di poche case, situato nel settore sud occidentale della baia che basava la sua attività sulla pastorizia l’agricoltura e la piccola pesca. Nonostante la realizzazione di un piccolo porto nei primi del XX secolo l’economia e lo sviluppo di quest’area rimase abbastanza limitato fino agli anni settanta periodo in cui prese avvio l’espansione edilizia connessa con le attività turistiche locali e che trovò il suo apice negli anni ottanta e novanta. E di quegli anni l’ampliamento della zona portuale che si trasformò in porto turistico stagionale con una ricettività attuale di 400 posti barca. Probabilmente queste due piccole località non furono pronte a ricevere tutte le decine di migliaia di turisti che la invadevano e la invadono durante la stagione estiva, creando problemi specialmente nello smaltimento delle acque nere e delle acque bianche e nella ricezione e nel controllo dell’utilizzo delle piccole e medie imbarcazioni. Lo sviluppo della prateria a Posidonia oceanica, presente in entrambe le baie a cominciare probabilmente dagli anni settanta ed ottanta, in concomitanza con l’aumentata pressione antropica, manifestò i primi segni di sofferenza evidenziati da una distribuzione non più omogenea ma a chiazze intercale da aree sabbiose sempre più ampie. Il forte sversamento di acque nere, ricche di inquinanti di vario genere, e l’ancoraggio continuo ed incontrollato delle piccole imbarcazioni durante la stagione estiva ha contribuito all’arretramento del limite superiore della prateria, disturbata sicuramente anche dall’utilizzo delle tecniche di pesca più aggressive in uso fino a pochi decenni fa. L’arretramento della prateria ha ridotto quindi le difese naturali delle spiagge contro il moto ondoso che ha avuto modo di smorzarsi di meno ed ha raggiunto e raggiunge la linea di costa con un’elevata energia mettendo in difficoltà soprattutto le aree più esposte e cioè quelle del settore sud orientale di entrambe le baie. Queste durante il periodo invernale si restringono sempre di più ogni anno con un estensione attuale di pochi metri o addirittura mettendo a nudo il substrato roccioso. Inoltre sia lo sversamento di acque inquinate sia la pesca hanno contribuito probabilmente a mettere sotto pressione e ad indebolire lo sviluppo e la proliferazione del coralligeno di piattaforma, che si trova nelle aree antistanti le baie e che è sorgente di particelle sedimentarie. 291 292 Convegno di Maratea Infine nella baia di San Vito l’allungamento del braccio del porto ha creato uno squilibrio nelle dinamiche costiere, creando un’ampia zona di sovradeposizione nel settore occidentale nelle immediate vicinanze del braccio di sottoflutto e all’interno del porto e creando quindi un deficit sedimentario nel settore orientale della baia che ancora di più è entrato in sofferenza. Nella baia di Mondello si trova inoltre un’analoga zona di sovradeposizione nel settore nord occidentale ma tale area è di minore entità grazie alle minori dimensioni del braccio del porto.