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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 e 3, Aut. C/TE/042/2010
Dicembre 2015
L’INTEGRAZIONE
POSSIBILE
In questo numero:
• SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
• IL MIO AMICO PUNTATORE
• UN CORSO PER TRE IDEE SOLIDALI
• COLLETTA ALIMENTARE 2015
l’Editoriale
di Massimo Pichini, Presidente CSV Teramo
di Nicola Catenaro
PAURA
E INDIFFERENZA
Nei loro occhi, a volte, c’è solo la
paura. Nei nostri, invece, spesso regna la diffidenza. Davanti a questi
gruppi di uomini e donne spauriti,
fuggiti da guerre e miserie troppo
grandi per essere sopportati da mente e cuore umani, noi - che viviamo
alle prese con le nostre crisi che ci
paiono insuperabili - restiamo troppe volte impassibili. Distanti com’è
grande la distanza che ci separa dalle
loro terre e dal loro cuore.
I migranti che hanno paura, di cui tra
gli altri temi ci occupiamo in questo
numero, ci fanno paura. Possibile?
Sì, perché siamo abituati a vivere
nel recinto delle nostre ambizioni e
delle nostre difficoltà e l’altrui problema ci pare cosa proveniente da
un altro mondo. Un problema “extraterrestre”. Eppure è globale, cioè
appartenente all’intero nostro globo,
il dramma dei migranti. Un fenomeno che, dicono gli osservatori internazionali, è destinato a durare per
molti anni in attesa di una stabilizzazione e di una soluzione.
Noi al posto loro, avete mai provato
a pensarci? Come sarebbe? Ci accorgiamo dei nostri limiti quando persino le istituzioni locali o i rappresentanti locali del Governo (leggete
all’interno l’intervista al prefetto di
Teramo Valter Crudo) sono costretti
a rilanciare gli appelli alla solidarietà, appelli che evidentemente faticano a tramutarsi in messaggi condivisi da tutti.
Anche se c’è qualcuno che ancora fa
resistenza, non si può tuttavia dire
che la comunità teramana e abruzzese non stia rispondendo bene e
dimostrando giorno dopo giorno di
essere una comunità solidale e attenta ai temi dell’integrazione. Il caso
di Torricella Sicura, il Comune che
per primo ha provato a impegnare
gli immigrati in attività socialmente
utili, ne è una prova tangibile. Così
come la netta presa di posizione
dell’imam della Comunità Islamica
Abruzzese sui fatti di Parigi e sulla
necessità di vivere come «una unica
famiglia».
Buon Natale e buon 2016 ai nostri
volontari e a tutti i lettori!
«I muri sono da abbattere» ha dichiarato Papa Francesco ai giornalisti che
lo hanno seguito nel viaggio apostolico a Cuba, negli Stati Uniti e in Africa.
«Sapete come finiscono i muri: tutti i muri crollano …» ha aggiunto ancora
il Pontefice. Se Papa Wojtyla invitava ad aprire anzi a spalancare le porte
a Cristo, il suo successore italo-argentino, oltre alla difesa ambientale, alla
centralità dei poveri, alla revisione del capitalismo, sollecita in prossimità
del Giubileo l’accoglienza dei migranti, molti dei quali sono minori, e
rimprovera quanti nella Chiesa resistono ai suoi inviti.
Il termine migrante, in un’accezione generica, può confonderci. La “Carta
di Roma” ci invita a precisare che il migrante (o immigrato) è colui che
lascia volontariamente il proprio Paese d’origine per cercare lavoro e
condizioni di vita migliori. L’immigrato, inoltre, può essere regolare o
irregolare a seconda se risieda in un Stato munito o meno di permesso
di soggiorno. Da questa ultima categoria il nostro ordinamento giuridico
distingue il clandestino ossia chi ha ricevuto un ordine di espulsione. Al
contrario il rifugiato, ai sensi della Convenzione di Ginevra del 1951, è
colui che è costretto a fuggire dal proprio Paese d’origine nel quale teme di
essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza
ad un determinato gruppo sociale o politico. Lo status di rifugiato o altre
forme di protezione possono essere riconosciuti attraverso la richiesta di
asilo politico. Nonostante gli inviti della CEI - che ha messo a punto un
utile Vademecum per l’accoglienza -, del suo Presidente Bagnasco («ai
migranti diamo cibo e dignità») e delle più alte cariche dello Stato, non
tutti sono favorevoli, specie nell’area balcanica dove il flusso migranti
provoca timori e invoca, dall’Unione Europea, regole nuove per affrontare
il problema scongiurando pericoli d’infiltrazioni terroristiche.
Timori fondati? Forse. Tuttavia non dimentichiamo che quanti bussano
alle nostre frontiere non sono solo disperati senza controllo, ma spesso
persone oneste con un importante bagaglio umano e professionale: una dote
assai preziosa per il ripristino di equilibri compromessi dall’emigrazione
di nostri connazionali in cerca di studio o di un lavoro più adeguati alle
proprie aspettative. Come risolvere i problemi dei crescenti flussi? Investire
in politiche idonee a favorire l’acquisto della cittadinanza (il disegno di
legge sullo ius soli temperato, approvato il 13 ottobre dalla Camera, è un
buon passo), incoraggiando dinamiche inclusive, anche attraverso incontri
sportivi, potrebbe essere la risposta al quesito. Quanto sopra per attuare,
nel segno di un’evangelica fratellanza e senza ignorare i drammi di tante
famiglie italiane indigenti, quell’integrazione tra popoli idonea a favorire
il progresso di ognuno.
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pag. 4
SOMMARIO
SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
IL MIO AMICO
PUNTATORE
STORIE DI VITA
Pag. 22
Così si vince la sfida dell’integrazione
 «Noi, gli stranieri utili alla comunità»
4
L’INTERVENTO
 «Istruzione, cultura e dialogo
per combattere l’ignoranza»
10
ASSOCIAZIONI IN CAMPO
UN CORSO E TRE IDEE
PER LA SOLIDARIETÀ
 ANFE, da 14 anni un faro per chi fugge
dalla propria terra
12
 ANOLF, l’associazione che vuole andare
Pag. 24
oltre le frontiere
13
 IRIS, professionisti e volontari
al servizio dell’inclusione sociale
CERCANSI CUSTODI
PER MONUMENTI “SOLI”
Pag. 34
14
INTERVISTA AL PREFETTO
 «Siamo accoglienti e solidali,
l’integrazione è già una realtà»
15
LAVAGNA DELLE ASSOCIAZIONI
 Immigrazione, in sedici per dare conforto
a chi ha bisogno
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LA SOLIDARIETÀ TANGIBILE
CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO
DELLA PROVINCIA DI TERAMO
La Rivista del NON PROFIT
Aut. Trib. Teramo n. 624 del 08/03/2010
Associazione Pro Volontariato Abruzzo Onlus A.P.V.A.
Anno 6 n.2 Dicembre 2015
Direttore Responsabile Nicola CATENARO
 Parlo, creo, socializzo con il mio amico puntatore
 Dal corso sulla progettazione
tre idee per aiutare chi ha bisogno
24
 Diventare professionisti del terzo settore
25
CONTRO LA POVERTÀ
Redazione
Mauro ETTORRE, Catia DI LUIGI, Valerio PICHINI,
Armando DI ANTONIO (servizi fotografici)
 «La fame? Uno scandalo senza fine»
Indirizzo Via Salvo D’Acquisto, 9 Loc. Piano D’Accio · 64100 Teramo
Tel./Fax 0861.558677 · E-mail: [email protected]
 Io, volontario (felice) di EXPO 2015
Progetto grafico e stampa MASTERGRAFICA SRL - Teramo
Informativa art.13 Dlgs. 196/03 (T.U. privacy), ai sensi della presente norma si comunica che l’interessato può rifiutare
in tutto o parte il trattamento dei suoi dati personali. TuttaVia detto rifiuto potrà causare impossibilità di proseguire le
finalità dell’Ass.ne. I dati presenti nel ns. archivio sono tratti da pubblici elenchi o comunque comunicati dai lettori e
dagli aderenti alle nostre iniziative. I dati in ns,. possesso sono contenuti su supporto cartaceo o elettronico. Titolare del
trattamento è “Associazione pro Volontariato Abruzzo” - Teramo.
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FORMAZIONE
La colletta alimentare smuove le coscienze
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TESTIMONIANZE
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FISCALE E LEGALE
 5x1000, tutto quello che dovete sapere
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MONUMENTI DA ACCUDIRE
A.A.A. Cercansi “custodi” volontari
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La Rivista del NON PROFIT
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SPECIALE (IM)MIGRAZIONE / STORIE DI VITA
«Noi, gli stranieri utili
alla comunità»
Così si vince la sfida
dell’integrazione
di CATIA DI LUIGI
M
ali, Gana, Gambia, Nigeria, Senegal, Costa d’Avorio, Sierra Leone, Togo,
Burkina, Guinea, Pakistan,
Afghanistan e Bangladesh.
Nazioni ma non solo. Dietro ciascun nome si nasconde un’antologia di esistenze
umane, i cui volti si sono
incrociati casualmente nella
nostra provincia, dove sono
ospiti da qualche mese in diverse strutture dal mare alla
montagna. Sia in centro che
in periferia, i migranti in attesa di asilo politico cercano di integrarsi attraverso il
lavoro con il territorio in cui
vivono. E così che a Martinsicuro alcuni di loro,
grazie ad una convenzione
stipulata tra il Comune e il
Gruppo Solidarietà Umana,
una Onlus che gestisce la
struttura di Villa Rosa che
li ospita, sono impegnati in
lavori di piccola manutenzione come spazzamento,
taglio di erbe e pulizia di
fossi a supporto degli operai
comunali. Mentre a Torricella Sicura, grazie ad un
accordo siglato tra Comune,
Consorzio Solidarietà Aprutina, Caritas e Prefettura, i
migranti per lo più giovanissimi affiancano gli operai
comunali per eseguire la pu«Sia in centro
che in periferia,
i migranti in attesa
di asilo politico
cercano di integrarsi
attraverso il lavoro
con il territorio»
Nella pagina a fianco, Barbara Monaco, presidente dell’associazione “TruciolinArte”,
insieme a uno degli ospiti del centro di accoglienza“Villa Emmaus” di Torricella Sicura
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lizia e la manutenzione delle scuole, dei cimiteri, delle
strade e degli spazi pubblici.
Sempre qui sono stati protagonisti attivi partecipando
all’Infiorata del Corpus Domini e a quelle del Vaticano
e di Fano Adriano in collaborazione con l’associazione “TruciolinArte”, che ha
provveduto ad allestire alcune rappresentazioni dell’iconografia cattolica. Segno
che non c’è alcuna forma
di intolleranza religiosa. A
Castelli rifugiati dipingono la ceramica nella bottega
di Nino e Giantommaso Di
Simone, raffigurando alcuni
simboli del loro paese di origine, come elefanti e caucciù della Costa d’Avorio e
le montagne del Pakistan.
A Varano invece imparano
SPECIALE (IM)MIGRAZIONE / STORIE DI VITA
il mestiere di maniscalco in un agriturismo
in cui sono ospiti. Mentre a Teramo, dove
hanno collaborato la scorsa estate con gli organizzatori della Coppa Interamnia, sono ora
impegnati in un progetto che li vede protagonisti nel centro studi linguistico dell’ateneo
dove conversano con gli studenti offrendo
loro opportunità di scambi linguistici e di
carattere interculturale. Invece, nella sede
Caritas di via Veneto, danno una mano a scaricare le merci, apparecchiare e sparecchiare
la tavola della mensa dei poveri e qualcuno
anche a cucinare. Insomma un vero e proprio
scambio di accoglienza che, a breve, partirà
anche a Montorio al Vomano con i rifugiati ospiti che saranno impiegati, grazie ad un
accordo tra Consorzio Solidarietà Aprutina e
amministrazione comunale, in lavori di pulizia e manutenzione delle strade di giorno,
mentre di sera frequenteranno il corso di italiano presso il Centro Provinciale di Istruzione degli Adulti. Non poteva che esserci finale migliore con la squadra della Solidarietà
Aprutina, un gruppo di giocatori, formato
da 25 migranti ospitati nei vari centri della
provincia, che partecipano al campionato di
calcio Uisp.
Dall’alto, in senso orario: Barbara Monaco impartisce lezioni d’italiano ai
nuovi arrivati; alcuni sorrisi pieni di incertezze; operazioni di scarico merci
davanti alla sede della Caritas. Nella pagina accanto, Mamadou e la cuoca
Antonietta mentre preparano il pranzo
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CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO
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«Dietro ciascun nome
si nasconde un’antologia
di esistenze umane,
i cui volti
si sono incrociati
casualmente
nella nostra provincia»
STORIE DI VITA / SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
Mamadou,
il cuoco della Caritas
Mamadou, 30 anni, fuggito dalla Guinea
Bissau, uno dei più piccoli stati dell’Africa
continentale, si trovava in Libia per lavorare quando è stato costretto ad imbarcarsi per
l’Italia. «Ho fatto il cuoco per tredici mesi
in un ristorante libico, dove avevo uno stipendio buono. Poi un giorno sono venuti in
casa degli uomini che mi hanno picchiato
a sangue», racconta Mamadou mostrando il
braccio sinistro dove ancora sono visibili i
segni di quell’aggressione. «Sono andato a
finire in ospedale dove mi hanno ricoverato
per due giorni. Quando sono tornato al ristorante, il mio datore di lavoro mi ha detto
che avrei rischiato la vita se fossi rimasto e
così mi ha consigliato di lasciare il paese.
Ha fatto tutto lui. Mi ha messo in contatto
con un suo conoscente che mi ha ingannato. Mi aveva parlato di una barca magnifica,
grande, dove avrei viaggiato comodamente
alla modica cifra – vista l’amicizia con il
mio datore di lavoro – di 300 dinari (Mamadou ne guadagnava 600 per lavorare, ndr).
E invece mi sono imbarcato di notte in una
petit bateau con altre 104 persone. Eravamo stretti stretti tanto che ci hanno costretti
a togliere persino le giacche che avevamo
addosso, in modo da occupare meno spazio. Faceva molto freddo quella notte. Non
ci posso ripensare, avrei preferito morire
in Libia piuttosto che vivere un’esperienza così. Ho passato la notte a pregare Dio.
Pensavo davvero di morire. In quella notte
“
quattro barche sono state recuperate vicino
alle coste italiane, ma altre si sono rovesciate e 32 persone sono morte davanti ai miei
occhi. Dopo una notte trascorsa in mezzo al
mare, finalmente in Sicilia ci hanno tratto
in salvo. Il giorno seguente sono stato destinato a Villa Rosa, dove mi hanno accolto
Carlo e Danilo e da lì a Torricella».
Mamadou ha visto la morte in faccia ma
oggi è contento di stare in Italia e, soprattutto, di aver incontrato persone generose
come mamma Antonietta dalla quale sta apprendendo la cucina italiana. Ogni giorno,
infatti, il giovane parte a piedi da Torricella
per arrivare a Teramo e dare una mano ad
Antonietta e alla giovane Valeria nella preparazione del pranzo alla mensa della Caritas. Mamadou, che vorrebbe trovare lavoro
in Italia come cuoco, sogna di riabbracciare
presto la sua famiglia, che non vede da due
anni. «Se un giorno il Signore vorrà, verrà
qui con me». Il giovane africano ci confessa
che fa fatica a dormire la notte e che vorrebbe dimenticare presto i momenti difficili.
Nessun emigrato conosce alla partenza la portata del suo passo, il
suo sarà un cammino solitario, incontrerà difficoltà che nessuno gli
ha predetto, dolori e tristezze che pochi condivideranno. L’emigrazione gli mostrerà sempre la sua vera faccia, il peso immane del destino
individuale, il prezzo da pagare in termini di solitudine e di rinunce,
nonostante i vantaggi materiali che tanti ci troveranno. E a ogni ritorno in patria scoprirà quanto poco sappiano coloro che restano di ciò
che capita a coloro che sono partiti.
”
Marisa Fenoglio, Vivere altrove, Sellerio, 1999
SPECIALE (IM)MIGRAZIONE / STORIE DI VITA
Famakan (il saldatore) Samassi sogna
e Moussa (l’artista)
di giocare con il Milan
E spostandoci dalla Caritas al centro Villa Emmaus di Torricella, incrociamo altri
sguardi. Le nazionalità sono diverse, ma
tutti – proprio tutti – sono passati per la Libia. Famakan Nomoko, 21 anni, originario
del Mali, ha fatto per due anni il saldatore in
Libia. «Poi ad un certo punto sono dovuto
fuggire. Sono stato costretto a salire su di
un barcone dove eravamo in 400. Stretti e
stanchi abbiamo viaggiato tutta la notte prima di arrivare in Italia, dove io sogno di restare». Per il momento si è ricavato un posto
da difensore nella squadra della Solidarietà
Aprutina. Accanto a lui Moussa Camara, 21
anni anche lui, l’artista del gruppo di Villa
Emmaus che ha partecipato al laboratorio
dell’infiorata in Vaticano. Moussa, che è
convinto che ognuno di noi possa dare qualcosa alla nostra società, ha il colore che gli
scorre nelle vene.
A destra, alcuni degli ospiti del centro di Torricella. In alto, gli “artisti”
mostrano le loro opere
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Anche Samassi Traoré, 22 anni, è fuggito
dalla Libia dove lavorava come saldatore.
Partito dalla Costa d’Avorio, dopo aver perso la mamma e il padre, ha attraversato il
Burkina e il Niger prima di arrivare in Libia
a lavorare. «Ma lì la vita - racconta - non era
facile. È così ho pagato 250 dinari per salire su una barca con la speranza di trovare
una vita migliore in Italia». Il 22enne, preso ripetutamente a bastonate in Libia, vuole
dimenticare e oggi sogna di giocare con il
Milan. Intanto con la Solidarietà Aprutina
gioca sull’ala sinistra.
STORIE DI VITA / SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
Sanna e gli amici
su Facebook
Ibrahim
e la via della salvezza
Sanna Sanneh, 26 anni, dal Gambia ha attraversato Senegal, Mali e Niger prima di
arrivare in Libia dove è stato arrestato. «Io
ero arrivato fin là - racconta con le lacrime
agli occhi - per lavorare come elettricista.
Ma poco dopo sono stato arrestato. Prima
mi hanno chiesto 900 dinari per tirarmi
fuori. Ho pagato, ma a quel punto ne hanno voluti altri 800. Io non avevo quei soldi,
ma un arabo ha pagato per me. E così sono
uscito di prigione. Non avevo più nulla e
stavo molto male ma non potevo tornare in
Gambia. E così ho pensato di imbarcarmi
per l’Italia. Ora qui sto bene e mi tengo in
contatto con i miei amici su Facebook».
Viene dal Mali ed ha 21 anni Ibrahim Makadji. Anche il suo cammino è stato difficile
dopo la morte dei suoi genitori. Passando per
l’Algeria è arrivato in Libia dove caricava
merci nei container. «Io volevo restare in Libia, ma era rischioso e così sono salito su un
barcone». Ibrahim è forse uno dei pochi che
non ha pagato per imbarcarsi. Ci tiene a dire,
quando lo intervistiamo, che qui in Italia sta
facendo il ramadan. Una storia difficile e a
tratti disperata, come quelle di tante persone
che lasciano la propria terra con il sogno di
una vita migliore e con il cuore infranto per i
tanti affetti e ricordi di una vita che non sarà
più la stessa.
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SPECIALE (IM)MIGRAZIONE / L’INTERVENTO
«Istruzione, cultura
e dialogo
per combattere
l’ignoranza»
di MUSTAPHA BAZTAMI*
E
ssendo la pratica religiosa fondamentale
nella vita del musulmano, la nostra comunità
offre la possibilità, a chi
professa la fede islamica, di
condividere quei momenti
rituali collettivi sotto la guida di un imam.
Prima ancora dell’ondata dei migranti che la nostra provincia sta ospitando,
dalla casa famiglia sita a
San Nicolò a Tordino, venivano e vengono a tutt’oggi
nel nostro centro gli ospiti
musulmani minorenni per
le preghiere specie ogni venerdì, giorno della preghiera
solenne della settimana. La
frequenza costante si nota
soprattutto durante le notti
del sacro mese di Ramadan,
dove è richiesta maggiore
assiduità nelle preghiere.
Oggi con la presenza di di-
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versi fratelli migranti che,
in attesa che vengano accolte le loro richieste di asilo,
oltre alla ricerca di conforto
e di un supporto spirituale
per mantenere salda la loro
fede, frequentano i centri
di San Nicolò e Villa Camera anche alla ricerca di
un clima che ricorda quello
familiare. Ogniqualvolta ci
sia una occasione festosa,
i primi ad essere invitati
sono loro, cercando di farli
sentire ben accolti come lo
eravamo noi diversi anni orsono. Benché ci sia una difficoltà di comunicazione in
quanto la maggioranza non
parla né l’italiano né l’arabo, si cerca comunque di
ovviare ricorrendo all’uso
dell’inglese o del francese
ove si può soprattutto coi
fratelli africani. Proprio per
portare il nostro contributo
ad ovviare a questa carenza,
stiamo pensando di organizzare un corso gratuito di lingua italiana che si svolgerà
nel nostro centro. Nel mese
di settembre, ed in occasione della festa islamica del
sacrificio, siamo stati contattati da un centro di accoglienza a Torino di Sangro
nel Chietino, ci chiedevano
un aiuto perché gli ospiti richiedenti asilo di tale centro
volevano celebrare la festa
e non sapevano dove, abbiamo indicato loro le varie
e convenienti possibilità.
Inoltre grazie alla generosità
«La nostra comunità
prova disdegno,
sgomento
e profonda rabbia
per i crimini perpetrati
a Parigi»
L’INTERVENTO / SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
Mustapha Baztami (secondo da sinistra) con il vescovo della diocesi di Teramo-Atri, Michele Seccia (ultimo a destra), nel corso di un incontro
alla presenza dei migranti e di altri rappresentanti delle comunità islamiche e cattolica
di alcuni nostri iscritti, abbiamo procurato loro della
carne macellata secondo il
rito islamico. C’era persino
la possibilità di cucinare loro
piatti tipici dell’occasione,
solo che per un problema logistico e di tempo abbiamo
preferito che si cucinasse
localmente con la collaborazione di due centri islamici
locali. Mentre i migranti che
frequentano i nostri centri di
San Nicolò e Villa Camera
sono stati ospiti d’onore durante delle cene organizzate
appositamente.
Tuttavia la continua crescita del fenomeno migratorio continua a destare non
poche preoccupazioni, in
special modo dopo gli ultimi gravissimi fatti di Parigi
lo scorso 13 novembre. Dei
criminali privi di scrupo-
li, assetati di sangue umano, servi di poteri occulti si
sono permessi di spegnere
per sempre delle vite di innocenti. La comunità dei
musulmani, oltre ad esprimere piena solidarietà alle
vittime, alle loro famiglie e
a quanti subiscono violenza gratuita in tutto il mondo, prova anche disdegno,
sgomento e profonda rabbia per i crimini perpetrati
da inutili creature a nome
di una grande religione pacifica per natura. Non ci
siamo mai identificati nelle
azioni irresponsabili compiuti da chicchessia a nome
della nostra religione. Il sedicente stato islamico non
ha nulla a che spartire con
l’Islam, anzi riteniamo una
offesa l’uso dell’aggettivo
islamico per qualificare uno
stato che non è mai stato.
La comunità internazionale sbaglia a parlare di stato
islamico riferendosi a degli
inutili ignoranti, falliti che
si sono fissati come missione lo spargimento di sangue
iniziando proprio con quello
islamico in Iraq e Siria. La
grave forma di ignoranza
che ha afflitto quella gente
va combattuta con l’istruzione, con la cultura, con il
dialogo. Il piccolo villaggio
che il mondo è divenuto, ci
ricorda che dobbiamo vivere
come in un villaggio, dove
tutti conoscono tutti e si vogliono bene come i membri
di una unica famiglia. In fatti siamo una unica famiglia;
la famiglia umana.
*Imam segretario
Comunità Islamica Abruzzese
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SPECIALE (IM)MIGRAZIONE / ASSOCIAZIONI IN CAMPO
ANFE, da 14 anni
un faro per chi fugge
dalla propria terra
di RITA BRANCUCCI TOMASSI*
Ragazzi stranieri sui banchi dell’ A.N.F.E. Teramo
L
’A.N.F.E., associazione nazionale famiglie emigrati
ed Ente Morale, fu costituita nel 1947 grazie ad una intelligente e sensibile intuizione della
fondatrice Maria Federici, deputato della Costituente e docente di
italiano all’estero. Il progetto iniziale era quello di offrire assistenza e solidarietà ai nostri emigrati e
al loro nucleo familiare.
Già negli anni Novanta l’A.N.F.E.
ha ampliato la sua sfera di competenze per dare una risposta al fenomeno dei flussi migratori diventando un punto di riferimento per
l’orientamento e l’informazione
di coloro che sono costretti ad abbandonare la loro terra d’origine;
a riconoscimento delle attività e
dell’impegno profuso da tutti i volontari, il 17 aprile 2001 il Ministro
per la Solidarietà sociale, con proprio decreto, ha iscritto l’A.N.F.E.
nel Registro delle Associazioni e
degli Enti che svolgono attività a
favore degli immigrati.
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CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO
DELLA PROVINCIA DI TERAMO
La Rivista del NON PROFIT
Anche a Teramo e provincia, già
verso la fine degli anni Sessanta,
l’onorevole Alberto Aiardi sentì
la necessità di aprire una sede che
ancora oggi, con grande impegno
da parte dei volontari, è presente
sul territorio, sviluppandosi sia
sotto un profilo prettamente culturale che socio educativo e formativo, in una parola di promozione
umana.
Ecco allora, in estrema sintesi, alcune delle iniziative/manifestazioni degli ultimi tempi: corsi di I e II
livello di lingua e cultura italiane;
biblioteca – centro di lettura per
cittadini stranieri; sportello informativo con messaggeria del lavoro; mediazione interculturale nelle scuole dell’obbligo e presso la
propria sede; corsi di formazione
per colf e badanti; colonie marine
estive non residenziali per minori
italiani e stranieri in stato di disagio; convegni, concorsi e incontri
conviviali sul tema della multiculturalità e multietnicità; pubblica-
zioni tese a favorire il reperimento
di informazioni basilari da parte
degli stranieri che giungono nel
nostro territorio; progetti multietnici e multiculturali.
In questi anni di grandi incertezze
e angoscia mondiale, ancora più
forte e chiaro si afferma lo spirito
che ha animato la nostra grande
fondatrice: lo scopo di integrazione nella cultura di accoglienza, la
salvaguardia delle proprie radici
etniche e soprattutto il fondamentale supporto verso chi è in svantaggio caratterizzato da condivisione e solidarietà. Tutto ciò attraverso le molteplici sedi A.N.F.E.
in Italia e all’estero.
*Presidente A.N.F.E. Teramo
«Già negli anni ‘90
avevamo cercato
di dare una
risposta al fenomeno
dei flussi migratori»
ASSOCIAZIONI IN CAMPO / SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
ANOLF, l’associazione
che vuole andare
oltre le frontiere
di ELDA NAJDENI*
L
’Anolf (Associazione nazionale oltre le frontiere)
Teramo Onlus, è un’associazione di immigrati di varie
etnie a carattere volontario e democratico che ha come scopo la
crescita dell’amicizia e della fratellanza tra i popoli, nello spirito
della Costituzione italiana.
L’associazione non ha scopi di lucro e non è collaterale ad alcuna
formazione o movimento politico.
Essa è stata costituita nel dicembre del 1990.
Si fonda sul protagonismo degli
immigrati per la tutela delle loro
esigenze e la crescita della nostra
società.
È anche articolazione territoriale
dell’Anolf nazionale che è presente capillarmente su tutto il territorio italiano con le Anolf Regionali
(20), le Sezioni Provinciali (101) e
Territoriali (10).
L’Anolf Teramo Onlus, nell’ambito della propria esperienza sul
territorio, vanta una capillare presenza a servizio dei quasi 2.000
iscritti.
Lo statuto prevede la presenza di
due Co/Presidenti ricoperti attualmente dalla sottoscritta, Elda
Najdeni, e da Alberico Maccioni.
L’Anolf è nata per realizzare un
obiettivo ambizioso, difficile, ma
profondamente giusto: contribuire a creare una società aperta
verso le diversità in un mondo
sempre più multietnico, multiculturale, nel rispetto
e nella valorizzazione delle specificità etniche, culturali e religiose.
L’Anolf intende
combattere il razzismo e la xenofobia attraverso
l’interazione tra
gruppi sociali diversi, perseguendo la reciproca
conoscenza, il rispetto e le opportunità per tutti in
una società fondata sulla pacifica
convivenza, quale stimolo ad un
mondo più giusto Una delle iniziative dell’Anolf Teramo
e più rispettoso
anche degli equimaturo, indispensabile per l’intera
libri naturali.
società, in un Paese come il nostro
I punti di forza dell’impegno che può trarre, dalla risorsa immidell’associazione sono l’ugua- grati, una spinta a superare posiglianza nei diritti e nei doveri, zioni e comportamenti legati ad
quale espressione di un “civismo” una cultura spesso provinciale ed
asociale.
L’Anolf Teramo Onlus attua un
ampio ventaglio di interventi
«Combattiamo il razzismo
specifici sia in modo diretto che
e la xenofobia
con la collaborazione della proattraverso l’interazione
pria struttura nazionale.
tra gruppi sociali diversi
*Co/Presidente
e la reciproca conoscenza»
Anolf Teramo Onlus
DICEMBRE 2015
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CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO
DELLA PROVINCIA DI TERAMO
La Rivista del NON PROFIT
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SPECIALE (IM)MIGRAZIONE / ASSOCIAZIONI IN CAMPO
IRIS, professionisti
e volontari al servizio
dell’inclusione sociale
L
’associazione interculturale IRIS Onlus nasce
a Teramo nel ottobre del
2004 dall’impegno e dal coinvolgimento di un gruppo di
persone italiane e straniere, accomunate dalla sensibilità verso il mondo della migrazione e
dalla volontà di creare e implementare una società multietnica e multiculturale. Un’associazione “trasversale”, composta da culture e professionalità
diverse, che ha intercettato
l’esigenza del territorio e degli immigrati di una proficua
collaborazione tra le comunità
stesse e, quindi, tra queste ed il
territorio teramano.
In questi anni l’impegno della dottoressa Silvana Xheneti,
fondatrice ed attuale Presidente, e di un nutrito team di
persone di differenti etnie, si
profonde nell’impegno di dare
respiro e futuro ad una serie di
attività nella direzione di sostenere ed implementare una
società interculturale che ac-
«Per il flusso migratorio,
imprevisto e copioso,
si sono cercate risposte
in termini di offerta
d’informazione e altro»
compagni una
effettiva integrazione
tra
popoli. Un’associazione che
vuole favorire
l’inclusione sociale di tutte le
persone che si trovano in una situazione di difficoltà e disagio in virtù del principio delle pari opportunità.
Le azioni svolte nel tempo dimostrano il costante impegno
a dare risposte ad un fenomeno che in questi ultimi anni ha
investito un territorio che mai
aveva vissuto una simile esperienza. Al flusso migratorio,
quasi imprevisto e copioso, si
sono cercate risposte in termini di offerta di informazione
e servizi, spesso in maniera
squisitamente volontaristica.
Ci ha guidati, in questo lavoro,
un profondo senso civico, un
immenso profilo umano unitamente ad una grande capacità
di immaginare un mondo nuovo. Abbiamo cercato di dare
il nostro contributo per un
nuovo modello di società: allargata, civile, solidale e volta
al futuro. Stiamo partecipando con serietà e abnegazione
a tutte le opportunità che ci
vengono offerte per valoriz-
Nel tondo, la presidente dell’associazione interculturale IRIS Onlus, Silvana Xheneti
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CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO
DELLA PROVINCIA DI TERAMO
La Rivista del NON PROFIT
zare la pari dignità
di tutte le etnie
che popolano la
modernità della nostra nazione, sosteniamo la
scuola e i docenti
nel lungo e difficile
compito della integrazione tra studenti e il tortuoso percorso della dispersione
scolastica attraverso un’opera
integrata con le famiglie e le
istituzioni scolastiche. Tra le
altre, la IRIS abbraccia le comunità che vantano tra i primi
insediamenti migratori in terra
d’Abruzzo quali quella albanese, kosovara e macedone.
Per perseguire questo obiettivo, la nostra associazione
ha ampliato la propria visione acquisendo al suo interno
nuove professionalità, nuova
linfa vitale, nuovi contributi
umani appartenenti a diverse
etnie. Uno staff di professionisti è pronto a mettere a disposizione le proprie sapienze , i propri vissuti, le proprie
esperienze in gruppi di lavoro, a tavole di ricerca, a progetti fattivi e a servizi pubblici. Gli interventi effettuati
vanno dalla scuola alla sanità,
dai servizi sociali alle partecipazione strategiche.
INTERVISTA AL PREFETTO / SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
«Siamo accoglienti
e solidali, l’integrazione
è già una realtà»
di NICOLA CATENARO
A
nche in provincia di
Teramo la gestione
dei migranti ha avuto
inizio con i massici sbarchi
sulle coste siciliane avvenuti a fine marzo del 2014. Un
fenomeno che costrinse il
Governo a predisporre in via
d’urgenza servizi di prima
accoglienza distribuiti sull’intero territorio nazionale. Una
ripartizione basata sul numero
degli abitanti, che ancora oggi
prosegue. In Abruzzo la quota
viene assegnata alla prefettura dell’Aquila e poi ripartita
sulle quattro province che,
sempre tramite le prefetture, si preoccupano attraverso
bandi pubblici di affidare a
terzi la gestione di strutture
e tutto ciò che è connesso al
loro funzionamento: la presenza di un mediatore culturale; l’esistenza di un punto
di pronto soccorso medico;
la frequenza di corsi di alfabetizzazione; la fornitura di
abbigliamento e igiene personale; la corresponsione di un
pocket money di 2,50 euro al
giorno. In un anno e mezzo
la Prefettura di Teramo ha gestito circa 1.500 migranti richiedenti asilo politico. «C’è
da dire che la ripartizione avviene sulle quattro province
in maniera pressoché uguale
– sottolinea il prefetto di Teramo, Valter Crudo – ma fino
a pochi mesi fa riguardava tre
province in quanto L’Aquila,
colpita dal terremoto e alle
prese con i problemi legati
alla ricostruzione, non poteva
ospitare i migranti».
Prefetto, parliamo ancora
di emergenza o qualcosa è
cambiato?
«Di fatto l’emergenza ancora
continua. Tuttavia, da quando
il problema è stato posto anche a livello europeo e considerato che c’è anche la linea
della Grecia, l’afflusso sulle
coste siciliane si è un po’ ridotto e si presume che si ridurrà anche nell’immediato
futuro per questioni meteorologiche».
Il prefetto Valter Crudo sfoglia la nostra rivista
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CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO
DELLA PROVINCIA DI TERAMO
La Rivista del NON PROFIT
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SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
/ INTERVISTA AL PREFETTO
Come viene gestita la prima
accoglienza in provincia di
Teramo e quante persone riguarda?
«In provincia di Teramo, attualmente, la prima accoglienza riguarda 505 migranti. Poi
ci sono le strutture Sprar, che
sono gestite direttamente dal
Ministero d’intesa con i Comuni. In provincia di Teramo
sono presenti due di queste
strutture, una a Teramo per
un totale di 100 immigrati e
un’altra a Roseto degli Abruzzi destinata a circa 50 immigrati anche se attualmente ce
ne sono 35».
Avete avuto problemi di ordine pubblico?
«Stiamo gestendo questo fenomeno da un anno e mezzo
e non abbiamo mai avuto problemi di ordine pubblico salvo
qualche piccola dimostrazione
a Martinsicuro. Ma si tratta di
piccole problematiche, anzi vi
è da dire che c’è o comincia ad
esserci una certa integrazione
fra questi immigrati e i cittadini del territorio in cui sono
ospitati».
Si riferisce alle esperienze di
Torricella Sicura e degli altri Comuni che hanno stilato apposite convenzioni per
l’impiego degli immigrati in
attività socialmente utili?
«Gestiamo
questo fenomeno
da un anno e mezzo
ma non abbiamo
mai avuto seri problemi
di ordine pubblico»
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CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO
DELLA PROVINCIA DI TERAMO
La Rivista del NON PROFIT
«Sì, le convenzioni tramite
le quali i Comuni impiegano
queste persone per la pulizia
delle aree verdi o per altre attività. Sono convenzioni a costo
zero: i migranti non vengono
pagati ma per loro c’è un interesse alla integrazione e ad
essere utili. Così è avvenuto a
Torricella e proprio sulla base
di questa esperienza abbiamo
chiesto ad altri Comuni di avviare iniziative analoghe.
«Stiamo parlando
di persone che vengono
da condizioni disumane,
deve esserci
una predisposizione
alla solidarietà»
Le convenzioni di cui stiamo
parlando sono esempi isolati
nel panorama nazionale?
«No, stanno prendendo piede
anche in altre regioni. Vengono sollecitate dal Ministero
dell’Interno perché mirano
all’integrazione».
Ma questi strumenti da soli
riescono a promuovere l’integrazione?
«Naturalmente no, deve esserci solidarietà da parte dei cittadini e collaborazione spontanea da parte loro. Se non c’è
disponibilità da parte della comunità, è chiaro che potrebbero esserci problemi di ordine
L’impegno sociale, in que- pubblico».
sto caso, aiuta l’integrazione.
Penso ad esempio a Roseto, Come si deve porre la comudove inizialmente si è regi- nità teramana e abruzzese
strata qualche reazione nega- nei confronti dei migranti?
tiva e ora si assiste a una vera Qual è secondo lei il corretto
e propria collaborazione con i approccio?
cittadini dopo una conoscenza «C’è da dire che stiamo facendo bene e c’è già una integrareciproca».
zione tra migranti e territorio.
Conoscenza che implica la Ripeto, stiamo parlando di
presa d’atto di situazioni persone che vengono da condizioni disumane e deve esspesso drammatiche…
«Sì, in fondo sono persone che serci una predisposizione alla
scappano dalla guerra o da si- solidarietà. Noi abbiamo l’obtuazioni di povertà o comun- bligo di accoglierli mentre si
que da un sistema di vita non cercano soluzioni al problema.
proprio umano, non sono per- Peraltro l’80 per cento di loro è
sone che scappano per essere diretto al nord e quindi l’Italia
è solo un Paese di transito ».
dedite a reati».
NUMERI PER CAPIRE /
STRUTTURE DI PRIMA ACCOGLIENZA ATTIVATE
DALLA PREFETTURA DI TERAMO
GESTORE
COMUNE
PRESENZE 18.11.2015
28
TERAMO
CARITAS
TERAMO
(Soc. Coop.
Solidarietà
Aprutina)
15
43
ATRI
20
20
CASTELLALTO
19
19
160
SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
CITTADINI STRANIERI RICHIEDENTI
LA PROTEZIONE INTERNAZIONALE
OSPITATI A CURA
DELLA PREFETTURA DI TERAMO
ALLA DATA DEL 18 NOVEMBRE 2015
NAZIONALITÀ
TOTALE
Gambia
107
Pakistan
78
Nigeria
76
Senegal
51
CASTELLI
16
16
MONTORIO
AL VOMANO
29
29
Mali
46
ROCCA S.MARIA
8
8
Bangladesh
46
TORRICELLA
SICURA
25
25
Afganistan
45
Costa D’Avorio
22
CAMPLI
60
60
Guinea Bissau
14
Guinea Konakri
8
Ghana
6
Burkina Fasu
3
Somalia
2
Sierra Leone
2
Benin
1
DOMUS
CARITATIS
60
10
57
ALBA
ADRIATICA
GUS
(Gruppo
Umana
Solidarietà)
41
136
237
28
MARTINSICURO
32
32
TORTORETO
69
69
Intercoop
CAMPLI
9
9
9
Iraq
1
New Edil
Felicione
ROSETO
DEGLI ABRUZZI
43
43
43
Togo
1
TOTALI
509
TOTALE
509
STRUTTURE SPRAR
(SISTEMA DI PROTEZIONE
PER RICHIEDENTI ASILO E RIFUGIATI)
PRESENTI IN PROVINCIA DI TERAMO
TOTALE PRESENZE CITTADINI STRANIERI
RICHIEDENTI PROTEZIONE INTERNAZIONALE
IN PROVINCIA DI TERAMO
ALLA DATA DEL 18 NOVEMBRE 2015
(NUMERO POSTI)
PRESENZE
18.11.2015
Comune di Teramo
100
Comune di Roseto degli Abruzzi
TOTALE
DISPONIBILITÀ
TIPOLOGIA DI ACCOGLIENZA
PRESENZE
91
Prima accoglienza
a cura della Prefettura
509
50
34
SPRAR
125
150
125
TOTALE
634
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La Rivista del NON PROFIT
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SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
/ LAVAGNA DELLE ASSOCIAZIONI
In sedici per accogliere e da
In ciascuna provincia Il fenomeno dell’immigrazione è controllato dal “Consiglio Territoriale per
l’immigrazione”, organismo collegiale con il compito di monitorare la presenza di popolazione
straniera. Il C.T., presieduto dal Prefetto, opera con altri soggetti istituzionali ed è composto da
rappresentanti delle competenti amministrazioni pubbliche, attive nell’assistenza agli immigrati.
Inoltre, fanno parte del Consiglio territoriale le seguenti associazioni:
Associazione A.I.S.A.M. Onlus
Immigrati senegalesi residenti in Abruzzo e Marche
Via Roma, 59 - 64014 Martinsicuro (Teramo)
Cell. 333/367.64.33 • 320/962.40.20
Presidente: Cisse Baye Mbissanne
E-mail: [email protected] • segreteria [email protected]
Fondata nel 2003 da un gruppo di senegalesi residenti a Martinsicuro. L’integrazione della propria
comunità con quella locale, l’obiettivo del sodalizio. Presso la sede, ogni sabato, attività di mediazione
culturale.
Associazione Italo Maghrebina “Alhijra”
Via C. Colombo, 144 64014 Martinsicuro (Teramo)
Cell. 333/44.84.770 • 329/444.81.77
Presidente: Remchi El Mostafà
E-mail: [email protected][email protected]
Associazione generale di Commercio Italo Cinese dell’Abruzzo
Via Abruzzi, 91 - 64016 S. Egidio alla Vibrata (Teramo)
Presidente: Liu Weijung
Tel. 0861/714.931 • Fax 0861/718.807 • Cell. 393/47.63.576
E-mail: [email protected]
C.E.N.A. Comunità Eritrea nell’Abruzzo
Via C. Battisti, 31 - 64014 Martinsicuro (Teramo)
Presidente: Yosef Abrehet
Cell. 347/297.55.79 • 339/722.35.58
E-mail: [email protected]
Offre sostegno e consulenza agli immigrati affinché i medesimi diventino autonomi e capaci di organizzarsi favorendo la conoscenza dei propri diritti e doveri.
A.N.F.E. Associazione Nazionale Famiglie Emigrati • Presidente nazionale Paolo Genco
Sezione provinciale Teramo: Via Nazario Sauro, 50 - 64100 Teramo
Presidente: Rita Brancucci Tomassi
Tel. 0861/241.243 • 411.901 • Fax 0861/243.423
E-mail: [email protected]
Costituita nel 1947, in un periodo caratterizzato da importanti flussi migratori in uscita dall’Italia, A.N.F.E.
è presente, con 48 rappresentanze, in 16 Paesi. In Italia può contare su 44 strutture provinciali e 16
regionali. Attualmente l’ente svolge attività di promozione sociale in vari campi, attraverso iniziative tese
LAVAGNA DELLE ASSOCIAZIONI /
SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
are conforto a chi ha bisogno
a rinsaldare i legami tra l’Italia e i cittadini migranti. Nel 2013 la sezione teramana si è aggiudicata il primato con i suoi corsi (italianistica, educazione civica, corso badanti etc.), resi possibili da finanziamenti
pubblici e privati.
A.N.O.L.F. – Associazione nazionale oltre le frontiere Onlus
Sezione Teramo: Viale Crispi, 44 (c/o CISL) 64100 Teramo
CoPresidenti: Elda Najdeni • Alberico Maccioni
Tel. 0861/44.91• Fax 0861/44.92.17 • Cell. 347/35.73.263 • 320/48.36.166 – 347/777.86.71
E-mail: [email protected] - [email protected]
Web: www.anolf.it
Associazione di immigrati di varie etnie. Nasce, con il sostegno della CISL, nel 1989. Promuove, in 20
sezioni regionali, 101 provinciali e 10 territoriali, la sensibilizzazione contro razzismo e xenofobia e lo
scambio tra diversi gruppi sociali mediante attività di orientamento, segretariato sociale, consulenza,
assistenza e formazione.
AUSER Onlus
Sede Teramo: Viale Crucioli, 9 - 64100 Teramo
Presidente (nazionale): Enzo Costa
Tel. 0861/244.971 • Cell. 333/544.38.07
E-mail: [email protected]
Web: www.auserteramo.it
Onlus costituita nel 1989 (dalla CGIL SPI – CGIL). Auser conta 1500 sedi, 300 mila iscritti e 40 mila
volontari. Tante le numerose iniziative anche a favore di immigrati. Segnaliamo “Filo d’argento”, un servizio di Telefonia sociale nato per contrastare la condizione di solitudine ed emarginazione. Nella sede di
Teramo il numero verde 800 – 995 988 è attivo dal lunedì al venerdì dalle 16,00 alle 18,00.
Associazione di Assistenza sanitaria ed Opere sociali Onlus
Via Leopardi, 21 - 64012 Campli fraz. Villa Camera
Presidente: Bouazza Dakraoui
Cell. 349/214.17.55 • 329/278.90.24
E-mail: [email protected]
Costituitasi nel 2008, persegue finalità culturali e socio assistenziali, promuovendo campagne d’informazione sanitaria con particolare riguardo alle fasce sociali svantaggiate e agli immigrati.
Associazione socio-culturale Italo – Colombiana “Corazones Unidos”
Villa Falchini – 64100 San Nicolò a Tordino (Teramo)
Presidente: Maria Adiela Rengifo Castaneda
Tel. 0861/58.73.97
Cell. 349/43.55.525
E-mail: [email protected]
Associazione di recente costituzione (2014), Corazones si prefigge la solidarietà sociale, la promozione
culturale oltre ad attività di raccolta fondi da destinare alle popolazioni della Colombia; e ancora assistenza
per l’integrazione dei cittadini colombiani residenti in Italia e sostegno alle famiglie in stato di bisogno.
SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
/ LAVAGNA DELLE ASSOCIAZIONI
Caritas di Teramo–Atri
Via Vittorio Veneto, 11 - 64100 Teramo
Direttore: don Igor Di Diomede
Resp. Formazione: don Enzo Manes
Segreteria: Anna D’Eustacchio Barbieri
Tel. e Fax 0861/241.427
E-mail: [email protected][email protected]
Costituita, il 2 luglio 1971, per volontà di Papa Montini, la Caritas Italiana è presente anche nella nostra
Diocesi Questa importante organizzazione, pur operando principalmente sul fronte povertà, assiste
anche popolazioni immigrate e collabora, dal 2014, con la Cooperativa Solidarietà Aprutina per l’accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti asilo. Recentemente (giugno 2015), ha pubblicato la “Carta dei
servizi” allo scopo di fornire, a persone e famiglie immigrate nel nostro territorio, un utile strumento di
orientamento.
Comunità dei Musulmani d’Abruzzo Onlus
Via Salvo D’Acquisto, 9 - 64100 Piano D’Accio di Teramo (domicilio presso C.S.V. Teramo)
Presidente: Noureddine Dakraoui
Cell. 329/891.99.38 - 338 - 185.29.81 • 320/052.96.23
E-mail: [email protected][email protected]
L’associazione, costituita nel 2009, favorisce l’inserimento degli appartenenti alla comunità islamica
nella società italiana nel rispetto della propria identità culturale e religiosa. Promuove scambi culturali e
assistenza agli immigrati e a quanti si trovano in stato di bisogno.
Comunità Islamica Abruzzese Onlus
Via Cristoforo Colombo, 160 – 64100 San Nicolò a Tordino (Teramo)
Presidente: Imam Mustapha Baztami
Cell. 392/448.19.06
E-mail: [email protected]
Costituita per favorire l’integrazione, in Italia e in Abruzzo, della Comunità Islamica, salvaguardando la
fede, l’identità, la cultura e le tradizioni.
I.R.I.S. Onlus
Via Salvo D’Acquisto, 9 - 64100 Piano D’Accio di Teramo (domicilio presso C.S.V. Teramo)
Presidente: Silvana Xheneti
Tel. 0861/242.261
Cell. 348/00.371.64 • 347/65.22.801 • 339/23.80.829
E-mail: [email protected] ; [email protected] ;
L’Associazione interculturale “IRIS” Onlus si è costituita in data 16 ottobre 2004. Scopo dell’associazione è l’integrazione di cittadini stranieri in Italia. Si avvale di un team professionale multiculturale assai
qualificato per assistere gli immigrati e far valere i diritti dei medesimi.
On The Road Onlus
Via della Lancette, 27 - 64014 Martinsicuro (Teramo)
Presidente: Vincenzo Castelli
Tel. 0861/79.66.66 (sportello Antitratta)
Fax 0861/765.112
Numero Verde nazionale Anti-tratta 800 – 290 – 290 • Cell. 348/85.16.943
LAVAGNA DELLE ASSOCIAZIONI /
SPECIALE (IM)MIGRAZIONE
E-mail: [email protected]
E-mail: (addetto stampa) [email protected]
Web: www.ontheroadonlus.it
L’Associazione On the Road opera, dal 1990, nel contrasto alla tratta di esseri umani finalizzata allo
sfruttamento sessuale e lavorativo e per dare sostegno alle persone che ne sono vittime.
L’esperienza dell’esclusione sociale ha portato ad un ampliamento degli interventi sui problemi dell’immigrazione, dei rifugiati e richiedenti asilo politico, delle diverse forme di tratta di esseri umani, della
violenza sulle donne con la gestione per conto di Provincia Teramo (ancora provvisoria, al momento
di chiudere la rivista) del Centro “La Fenice”, dell’abuso di sostanze psicotrope e delle persone senza
dimora. On the Road eroga servizi rivolti alle persone che hanno bisogno di: assistenza legale; sostegno psicologico e sociale; accompagnamenti sanitari; accoglienza in strutture protette e inserimento
socio – lavorativo.
Centro antiviolenza “La Fenice”
Via Trento e Trieste, 8 - 64100 Teramo
Tel. 0861/02.90.09
E-mail: [email protected]
Web: www.ontheroadonlus.it
Opera Nomadi Nazionale
Via Bindi, 1 - 64029 Silvi Marina (c/o Nazzareno Guarnieri)
Presidente: Nazzareno Guarnieri
Tel. 085/935.13.34; 085/415.93.15
Fax 085/417.42.35
Cell. 339/64.08.501
E-mail: [email protected][email protected]
Web: www.coopofficina.blog.tiscali.it
L’Opera Nomadi nazionale nasce nel 1966 per salvaguardare e valorizzare, con ogni possibile forma
d’intervento, diretto o indiretto, il patrimonio sociale e culturale delle popolazioni rom, sinti e camminanti;
comunemente (spesso in senso spregiativo) denominate zingare, nomadi e viaggianti, nonché di fornire
concreti strumenti di sostegno a favore delle stesse popolazioni.
U.I.S.A. Unione Italiana Immigrazione e Solidarietà in Abruzzo
Piazza della Liberà, 12 - 64026 Roseto degli Abruzzi (Teramo)
Tel. e Fax 085/893.10.87
Cell. 347/144.99.67
Presidente: Jussa Dagmar Flauzino
E-mail: [email protected]
L’associazione U.I.S.A. si propone di promuovere e sviluppare la cultura della solidarietà, la
partecipazione ed integrazione sociale dei soggetti immigrati, svolgendo attività culturali, di
orientamento, di formazione ed ascolto.
a cura di VALERIO PICHINI
LA SOLIDARIETÀ TANGIBILE
Parlo, creo, socializzo
con il mio amico
puntatore
di UMBERTO BRACCILI
C
i sono esperienze,
ad esempio in Emilia, in cui è possibile
entrare in una casa virtuale
e vedere quello che riesce a
fare la tecnologia al tuo posto se tu non puoi. Il puntatore oculare è la sintesi
dell’oggi ancora poco recepito da chi decide strategie e
investimenti nel settore sanitario. Il puntatore oculare,
semplificando, è un normalissimo computer con qualche cosa in più. Quell’extra
costa tanto ma risolve problemi ad una nicchia di persone che non hanno l’uso
delle mani e delle braccia.
È tristemente famoso perché è abbinato ad una maledetta malattia: la Sla, abbreviazione di Sclerosi Laterale Amiotrofica. L’extra è un
cilindro che va posizionato
sotto il monitor, di fronte
alla persona che, una volta
appresa la tecnica, si sentirà
più libera nella sua “prigione”.
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| DICEMBRE 2015
CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO
DELLA PROVINCIA DI TERAMO
La Rivista del NON PROFIT
Il cilindretto ha dei sensori
che, una volta tarati, seguono il movimento delle pupille e queste, come d’incanto,
diventano un mouse che ti
permette di fare tante cose
con il computer. Dalle cose
più semplici, come cliccare
su una lavagna sul monitor e
riprodurre una voce elettronica che dice “ho sete”, alle
cose più complesse come ad
esempio creare con appositi
programmi una serie di animazioni, partecipare a una
discussione su Facebook postando le proprie considerazioni o anche aprire la porta
di casa se la porta è collegata
via wifi al puntatore oculare.
Insomma, l’era digitale che
regala un pezzetto di vita.
Le aziende sanitarie sono
molto rigide nell’elargire lo
strumento. Rigide e lente. I
malati di Sla hanno questa
possibilità ma ad esempio
un tetraplegico con problemi importanti di linguaggio
è impossibilitato ad ottener-
lo. Eppure cambierebbe la
vita anche a lui.
Da sempre il mondo del volontariato può essere considerato una scorciatoia anti
burocrazia. Certo, non succede spesso. Questo Mondo
non ha stanziamenti o denaro ma, se può, fa, e anche
velocemente. È la storia
dell’associazione Abilbyte
che, da poco, si è trasferita
da Pineto ad Atri. Il vanto
di chi ne fa parte è quello di
avere un’ausilioteca, l’unica
in Abruzzo, al passo con i
tempi. Possono far provare
tastiere, notebook, palmtop,
«Associazioni e cittadini
hanno raccolto
in favore di Abilbyte
tredicimila euro
per rendere migliore
la vita a chi soffre»
LA SOLIDARIETÀ TANGIBILE
telefoni adatti ai diversamente abili. Le loro competenze sono completamente
gratuite per gli utenti che
le chiedono e anche molto
vantaggiose dato che, in alcuni casi, indirizzano verso
vie che prevedono vantaggi
economici e sgravi fiscali
per l’acquisto di materiale
elettronico.
Mancava il pezzo forte: sua
maestà il puntatore oculare,
da offrire come servizio a
chi ne ha bisogno. Il sofisticato computer va prima
provato, non sempre è adatto al malato, quindi lo scopo primario del “sogno” era
quello di averne sempre uno
a disposizione di chi era disposto a fare una spesa importante ma aveva necessità
di sapere in anticipo se quella spesa poi non risultasse
inutile con il sopraggiungere dei problemi di utilizzo.
E allora ecco la bella storia
da Cuore volontario. Il volontariato ha aiutato altro
volontariato a realizzare il
sogno conto terzi, in questo
caso i malati di Sla.
Tutti hanno dato una mano.
C’è chi ha scritto un libro
i cui proventi (di editore
e scrittore) sono andati ad
Abilbyte, c’è chi per diversi anni ha organizzato una
gara di nuoto nello specchio
di mare antistante Pineto,
altri infine hanno ideato
una rivista di parole crociate e offerto l’incasso per il
puntatore oculare. Non sono
mancate cene di beneficienza organizzate da una associazione vicina alla Onlus.
Risultato? Il puntatore è
stato acquistato. È costato
tredicimila euro quello che
può essere definito il frutto
della cooperativa della solidarietà. «Abbiamo inizia-
to già con le consulenze in
zona - ci dice il presidente
di Abilbyte, Manolo Pelusi
-. Il passo successivo sarà
quello di metterlo a disposizione dell’intera regione e
per far questo siamo in contatto con il Centro Servizi
per il volontariato di Teramo che presto organizzerà
una serata per permetterci
di illustrare soprattutto alla
politica locale, mi riferisco
agli assessori alle politiche
sociali, che esiste la possibilità per i loro sfortunati
cittadini di provare questo
strumento importante per
socializzare. Ovviamente se
dopo ci saranno problemi
nell’acquisto da parte della
Asl competente, ben volentieri cederemo in comodato
d’uso il puntatore a chi non
può permetterselo». È proprio una bella storia di volontariato, questa.
Manolo Pelusi, presidente di Abilbyte, prova il puntatore. Nella pagina accanto, posa insieme all’autore dell’articolo
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CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO
DELLA PROVINCIA DI TERAMO
La Rivista del NON PROFIT
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FORMAZIONE
Dal corso
sulla progettazione
tre idee per aiutare
chi ha bisogno
D
otare le associazioni
di un bagaglio di informazioni e strumenti utili per rispondere a bandi
di carattere locale e nazionale
e alle linee di finanziamento
dell’Unione europea. È stata
la finalità principale del corso
“Progettare e crescere”, organizzato dal Centro Servizi per
il volontariato della provincia
di Teramo con il sostegno finanziario della Fondazione
Tercas, la collaborazione del
Consorzio Punto Europa Teramo e il patrocinio del Comune
di Teramo.
Trentasette i volontari, appartenenti a ventiquattro associazioni, che hanno seguito le lezioni e si sono poi impegnati a
studiare la fattibilità di alcune
proposte emerse dai tavoli di
lavoro attivati su immigrazione, protezione civile, povertà
ed esclusione sociale.
I progetti, che attendono di essere candidati a finanziamento,
hanno riguardato la realizzazione di una cucina da campo
per le situazioni di emergenza
gestite dalla protezione civile,
l’acquisto di un furgone coibentato per il trasporto e la
consegna di cibi freschi alle
famiglie bisognose e, infine,
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CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO
DELLA PROVINCIA DI TERAMO
La Rivista del NON PROFIT
l’attivazione di uno sportello
di ascolto per gli immigrati.
Quest’ultimo progetto sarà
definito nel dettaglio in occasione di un prossimo incontro. «Al di là dei risultati che
le associazioni riusciranno a
raggiungere – ha sottolineato
il presidente del CSV di Teramo, Massimo Pichini – siamo
felici di aver potuto fornire ai
volontari gli strumenti essenziali per avviare un progetto
in ambito comunitario. Questo
rende la solidarietà più competitiva e apre ai volontari nuove
prospettive. Un grazie va alla
Fondazione Tercas, al Cope e
al Comune di Teramo per il sostegno e la collaborazione».
Il corso, della durata di 96
ore, è stato svolto dai docenti
Alessandro Perfetti, Cesare Di
Martino, Matteo Ciabattoni,
Angela De Lauretis, presenti
alla consegna degli attestati insieme al direttore del CSV di
Teramo, Mauro Ettorre, all’assessore alle Politiche sociali
Le proposte nate
nell’ambito dell’iniziativa
“Progettare e crescere”
saranno candidate
a finanziamento
del Comune, Valeria Misticoni, e al vice Presidente della
Fondazione Tercas, Vincenzo
De Nardis.
A ricevere l’attestato sono
stati: Federica Serafini, Valentina Firmani (Associazione italiana sclerosi multipla),
Lorenza Nespeca, Monica
Cazzaro (Associazione nazionale Alpini Abruzzo – Nucleo
Protezione civile CorTe), Stefano Marcantonio, Virginia
Di Matteo (Assistenza e Soccorso Cortino Onlus), Lucia
Prosperi, Pina Paradisi (Associazione Informamentis),
Giuseppina Pelatti (Associazione cattolica diocesi di Teramo), Domenico Zuccarini,
Serafino De Sanctis (Banco di
solidarietà di Teramo), Franco
Cartone (Gruppo Radiocomunicazioni Emergenza Tortoreto), Gabriele Costantini
(Corpo volontari protezione
civile Tortoreto – sez. Matteo Vannucci), Gianfranco Di
Gennaro (Caritas Diocesana
Teramo Atri), Anna Farina,
Walter Santarelli (Pubblica
Assistenza Croce Bianca Teramo), Eloisa Pirri, Matteo Ga-
Diventare professionisti
del TERZO SETTORE
di ALESSANDRO PERFETTI *
sparroni (Croce Rossa
Giulianova), Francesco Rossi (Corpo volontari protezione civile Corropoli), Chiara
Mazzocchetti, Giovanna Colancecco (Corpo
volontari protezione civile Pineto), Angela Spinozzi (Fondazione
Piccola Opera Charitas), Monia Mattiucci, Roberto Di Odoardo (Gli Scriccioli
di Serafino), Anna Maria Di Berardino
(Lega italiana per la lotta contro i tumori), Daniela Mascitti, Manuela Candelori (L’Abruzzo dei Bambini), Mariangela
Passamonti (L’Elefante), Stefano Campanelli, Virginia Di Pietro (Madre Teresa
Onlus), Gianluca Vagnozzi (Protezione
civile Gran Sasso d’Italia Castelli), Giovanna Frastalli (Sodalizio dei cultori di
Ercole), Gloria Di Rocco (Studio Psikè),
Francesco Pietropaolo (Team Horse per
il sociale), Alessandro Lellii (Protezione
civile Gran Sasso d’Italia sez. Mosciano
Sant’Angelo), Sandro Galli (Protezione
civile Gran Sasso d’Italia sez. Alba Adriatica), Claudio Calisti (Wwf Teramo).
In alto: foto di gruppo al termine della cerimonia di consegna degli
attestati ai volontari partecipanti al corso “Progettare e crescere”.
Sotto, da sinistra: Alessandro Perfetti, Vincenzo De Nardis, Massimo Pichini e Valeria Misticoni
L’universo dell’associazionismo
è sempre più composito e variegato ed è addentellato con molteplici ed eterogenei settori della
cosiddetta società civile. Tale
circostanza tende a moltiplicare
in termini esponenziali le sfide –
quotidiane e strutturali – alle quali
i relativi operatori sono costantemente chiamati a dare una risposta, dal punto di vista vuoi della
progettualità vuoi delle risorse finanziarie. In tale quadro, le associazioni del Terzo Settore sentono
in maniera pressante l’esigenza di
dotarsi di professionalità, preferibilmente interne, in grado di intercettare le opportunità di finanziamento offerte a livello europeo,
nazionale e regionale.
Siffatta esigenza ha trovato un
importante riscontro nel corso
in progettazione europea e fundraising denominato “Progettare
e crescere”. La finalità principale
del corso è stata quella di dotare
le associazioni partecipanti di un
bagaglio di informazioni e conoscenze mirate alla ricerca, comprensione e stesura di progetti per
rispondere a bandi di carattere
locale e nazionale e alle linee di
finanziamento dell’Unione Europea.
Dal punto di vista dei contenuti
didattici, si è ritenuto indispensabile e propedeutico all’intero percorso formativo trasferire nozioni
di base sul contesto normativo
di riferimento, delineando i tratti
essenziali del quadro istituzionale
europeo e dei propri procedimenti
normativi.
Dopo un’accurata analisi su struttura e composizione del bilancio
dell’UE, è stata fornita una disamina su caratteristiche, principi
e meccanismi di funzionamento
della Politica di coesione economica e sociale e della Programmazione dei fondi strutturali per
l’attuale settennio 2014-2020, con
un focus sulle procedure di negoziazione tra Commissione Europea, Stato e Regioni. Ovviamente,
si è scelto di concentrare l’attenzione sull’esame della programmazione dei Programmi Operativi
della Regione Abruzzo relativi al
Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) a al Fondo Socia-
le Europeo (FSE). I partecipanti si
sono impegnati a simulare l’ideazione di una proposta progettuale
scegliendo degli ambiti di rispettivo interesse e ricollegandoli alle
finalità della Strategia “Europa
2020” e ai relativi Obiettivi Tematici per realizzare “una crescita
intelligente, sostenibile e inclusiva”. Inoltre, uno spazio è stato
dedicato alla distinzione tra fondi
europei diretti e indiretti: quanto
ai primi, l’attenzione è ricaduta
sui principali Programmi tematici di interesse per le associazioni
quali, tra gli altri, Horizon 2020,
Life, Erasmus+, EaSI – Programma europeo per l’occupazione e
l’innovazione sociale, Salute per
la crescita, Europa per i cittadini,
Giustizia, Europa Creativa, Strumento per la democrazia e i diritti
umani.
La seconda parte del corso è stata
dedicata alle tecniche di redazione di progetti regionali ed europei. Nello specifico, il docente di
riferimento ha sviluppato unità
didattiche sulle seguenti tematiche: la pianificazione di progetto
orientata ai risultati; la costituzione e la gestione della partnership;
la stesura del progetto alla luce
dei principi e tecniche del Project
Cycle Management e del Logical
Framework Approach; l’analisi finanziaria e il budget di progetto;
gli aspetti relativi alla comunicazione, diffusione dei risultati e
sostenibilità; i profili tecnici della presentazione di una proposta
progettuale.
L’ultima parte del corso ha trattato
le questioni concernenti la gestione amministrativa e contabile dei
progetti, con approfondimenti sulle procedure di rendicontazione,
nonché sui sistemi di management
finanziario, controllo e audit. Entrambi questi due ultimi blocchi
formativi hanno riservato ampio
spazio a sessioni di lavoro interattivo e partecipato. Il momento
finale del corso è consistito in un
Project Work in cui i partecipanti hanno avuto modo di restituire
una serie di feed-back sui risultati
del processo di apprendimento.
* Coordinatore didattico del corso
“Progettare e crescere”
CONTRO LA POVERTÀ
«La fame? Uno scandalo»
La Colletta Alimentare
smuove le coscienze
di PIERGIORGIO GRECO
«M
i sono sentito utile».
Così, a fine
giornata, un volontario che
per tutto il giorno è andato in giro con un furgone a
raccogliere pacchi da vari
supermercati, per portarli al
punto di raccolta: si è sentito utile, e questo gli ha dato
gioia. Lui era solo uno dei
circa quattromila volontari che sabato 28 novembre
scorso hanno partecipato
alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, l’ormai famosa spesa della solidarietà che si è svolta per il
diciannovesimo anno consecutivo anche in Abruzzo.
Promossa dalla Fondazione
Banco Alimentare, e coordinata a livello regionale dal
Banco Alimentare dell’Abruzzo, la Colletta ha visto
«In una sola giornata
sono state raccolte
198 tonnellate
di prodotti»
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CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO
DELLA PROVINCIA DI TERAMO
La Rivista del NON PROFIT
l’entusiastica partecipazione di tantissime associazioni
di volontariato locali: dagli
alpini agli scout, dai vincenziani alle parrocchie, passando per l’associazione nazionale carabinieri fino alle
varie realtà che gestiscono
mense per i poveri o che
portano i pacchi vivere nelle
famiglie disagiate. Una vera
e propria festa della solida-
rietà, colorata di giallo delle
pettorine che hanno invaso
centinaia di supermercati,
centri commerciali o piccoli
negozi.
Una festa dai numeri significativi: in una sola giornata
sono state raccolte 198 tonnellate di prodotti, tra omogeneizzati, olio, pasta, riso,
tonno, biscotti, legumi e altro, donate da tante famiglie
CONTRO LA POVERTÀ
che si sono recate a fare la
spesa. Ma non solo: colpisce come, tra i donatori,
sempre più spesso ci siano
extracomunitari o rifugiati,
a testimonianza di quanto coinvolgente sia il gesto
della Colletta. Nel dettaglio,
a Teramo e provincia sono
state donate 51 tonnellate, a
Pescara 64, a Chieti 56 e a
L’Aquila 27.
Le derrate raccolte sono
solo una parte del cibo che
quotidianamente il Banco
Alimentare
dell’Abruzzo
raccoglie da grande distribuzione, industria agroalimentare e Europa, e dona
agli enti convenzionati,
come mense per i poveri,
associazioni, parrocchie e
via dicendo: nel 2014, ad
esempio, in un solo anno il
Banco ha distribuito 1.235
tonnellate di prodotti. A beneficiarne, 38.575 poveri assistititi mediante una rete di
204 enti.
A Teramo e provincia, i poveri assistiti sono 6040 mediante trentacinque realtà
caritative tra cui, ad esempio, il Banco di Solidarietà
di Teramo, che ogni mese
dona un pacco viveri ad oltre
trecento famiglie della città,
grazie alla collaborazione di
un centinaio di volontari. O
l’Associazione Italiana Sordi, che ha partecipato alla
Colletta gestendo il magazzino. Numeri importanti, ma
che non dicono tutto dell’e-
«I donatori sono
sempre più spesso
extracomunitari
o rifugiati»
sperienza di carità del Banco Alimentare in generale, e
della giornata della Colletta
in particolare.
«Ringraziamo di cuore quanti hanno partecipato alla raccolta di sabato 28 novembre
- ha commentato Luigi Nigliato, presidente del Banco
Alimentare dell’Abruzzo -:
dai donatori ai volontari ai
vari partner, segno di grande partecipazione. Come ci
ha detto Papa Francesco, la
carità non è una questione
di numeri ma, in primo luogo, di persone, per cui l’esperienza vissuta in
questa giornata
rimane uno
spettacolo
di gratuità
che commuove il
cuore di chi
l’ha vissu-
ta». Nigliato ha citato Papa
Francesco non a caso: lo
scorso 3 ottobre, infatti, tutta la rete del Banco è stata
ricevuta in udienza dal pontefice, e migliaia di persone
dall’Abruzzo hanno partecipato all’evento. «La fame
oggi - ha detto Francesco ai
presenti - ha assunto le dimensioni di un vero “scandalo” che minaccia la vita e
la dignità di tante persone.
Ogni giorno dobbiamo confrontarci con questa ingiustizia, mi permetto di più, con
questo peccato. Non possiamo compiere un miracolo
come l’ha fatto Gesù; tuttavia possiamo fare qualcosa,
di fronte all’emergenza della fame, qualcosa di umile, e
che ha anche la forza di un
miracolo».
Nella pagina accanto, una volontaria sorridente mostra la locandina della Colletta Alimentare
2015. In alto, mons. Michele Seccia, vescovo della diocesi di Teramo-Atri, e Luigi Nigliato, presidente
del Banco Alimentare d’Abruzzo Onlus, alla presentazione dell’evento a Teramo
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La Rivista del NON PROFIT
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CONTRO LA POVERTÀ
COLLETTA A LI
Alcune immagini significative che ritraggono i volontari impegnati nella Colletta Alimentare
2015 presso punti vendita e supermercati a Teramo (fotoservizio di Armando Di Antonio)
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I M E N T A R E 2 01 5
CONTRO LA POVERTÀ
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TESTIMONIANZE
Io, volontario (felice)
di EXPO 2015
di DANIELE PALMARINI
T
ra i tanti argomenti
che ho trattato e pubblicato in relazione a
EXPO MILANO 2015, ne
manca uno: quello dedicato
ai volontari. Io, che di professione faccio l’architetto,
ho partecipato all’evento
mondiale in veste di volontario. E ne sono orgoglioso.
È stata un’esperienza bella
ed emozionante, che mi ha
dato la possibilità di rendermi utile e di sentirmi parte
di una comunità che lavorava per il bene collettivo.
Una sensazione che ho sempre immaginato di vivere
ma che non avevo mai toccato con mano. Vi racconto
com’è andata.
Ho chiesto di partecipare a
EXPO MILANO 2015 aderendo a un bando pubblico,
lo strumento attraverso il
«È stata un’esperienza
bella ed emozionante,
che mi ha dato
la possibilità di far parte
di una comunità
che lavorava
per il bene collettivo»
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CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO
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La Rivista del NON PROFIT
quale tutti, italiani e non,
potevano manifestare il proprio interesse a partecipare
come volontari. Dopo l’accettazione della domanda,
bisognava superare alcuni
test finalizzati a valutare
la conoscenza su vari argomenti (storia delle varie
esposizioni universali, modalità di comportamento,
sicurezza, conoscenza del
sito espositivo, conoscenza della lingua inglese etc).
Superati i test, a ciascuno
veniva assegnato il periodo
in cui svolgere l’attività di
volontario (due settimane)
tra il 1° maggio 2015 e il 31
ottobre 2015, date di inizio e
fine dell’evento. Il contesto
di EXPO è internazionale e
dunque il team dei volontari era caratterizzato da una
composizione internazionale (i giovani cinesi, detto
per inciso, sono stati quelli
più partecipativi).
Svolgevamo l’attività sul
Decumano e sul Cardo del
sito espositivo, attività che
era divisa in due turni da sei
ore ciascuno. Il nostro com-
pito
era
quello di
supportare
e facilitare
il visitatore durante
la sua permanenza
nel
sito
espositivo.
E questo
avveniva sin dal mattino
agli ingressi al fine di evitare intasamenti di pubblico
a ridosso dei tornelli di accesso. I volontari avevano
anche il compito di indirizzare i visitatori verso punti di informazione e totem
informativi e di fornire a
chi lo chiedesse indicazioni circa la programmazione
del giorno, comprese le altre
attrattive esistenti per i tanti visitatori in coda presso i
vari padiglioni.
Distribuivamo mappe del
sito in tre lingue (italiano,
inglese, francese) e, in base
alle necessità, guidavamo
anziani e diversamente abili verso le facilities esistenti
nell’area espositiva, colla-
TESTIMONIANZE
Daniele Palmarini (primo da sinistra)
insieme ad altri volontari a Milano.
Nelle altre foto, alcuni momenti vissuti
dall’autore dell’articolo come volontario
di Expo 2015
borando con le famiglie e
indicando loro dove potevano esaudire le varie esigenze
tra ambulatori, farmacie , librerie, bancomat, wc, punti
di ristoro e rifornimento di
acqua gratuita.
Qualche difficoltà è stata
riscontrata nell’area espositiva, dove purtroppo non
esistevano spazi dedicati ai
volontari (una lacuna che
avrebbe potuto essere evi-
tata, visto che l‘attività si
svolgeva per sei ore in piedi) così come sulle facilities
esterne dedicate sempre ai
volontari si è lesinato molto. Ciò a conferma che gli
organizzatori a mio modesto avviso non hanno dato la
giusta attenzione al grande
lavoro svolto dai volontari
o perlomeno non lo hanno
gratificato adeguatamente.
Concludo ribadendo la mia
personale
soddisfazione
nell’aver potuto manifestare
e contribuire a diffondere,
attraverso la mia attività di
volontario ad EXPO 2015,
quei comportamenti e quei
valori (consapevolezza, empatia, credibilità, relazionalità, comunicazione, energia, reattività, onestà) dai
quali la nostra vita di tutti i
giorni dovrebbe essere sempre pervasa.
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La Rivista del NON PROFIT
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FISCALE E LEGALE
5x1000, tutto quello
che dovete sapere
di FABRIZIO FERRATI*
Cinque per mille, tutto ciò
che le associazioni devono sapere
L’obbligo di predisporre un
rendiconto della destinazione
dei benefici ricevuti per tutte
le associazioni che ricevono il
5 per mille a partire dall’anno
2008 e seguenti è stato previsto nella Legge Finanziaria per
l’anno 2008.
Tutti i soggetti che percepiscono quote del “5 per mille
dell’Irpef”, indipendentemente
dall’ammontare del contributo
ricevuto, sono tenuti a redigere entro 12 mesi dalla ricezione
delle somme ad essi destinate
un apposito rendiconto, anche
accompagnato da una relazione illustrativa, dai quali risulti
in modo chiaro la destinazione
delle somme percepite per ciascuna delle annualità di riferimento.
Questo documento consuntivo
deve essere predisposto su appositi modelli e non possono
essere utilizzati format persoImporto contributo
32
Anno finanziario
Adempimento
tenuti all’invio della documentazione alla Direzione Generale del Terzo Settore per l’anno
finanziario 2008 se hanno percepito somme pari o superiori a
15 mila euro, a partire dall’anno finanziario 2009 per somme
pari o superiori a 20 mila euro.
La trasmissione. La trasmissione può avvenire tramite
raccomandata con ricevuta di
ritorno presso la sede del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’eventuale documentazione contabile (ricevute,
pezze giustificative, etc.) non
deve essere allegata ma conservata presso la sede ed esibita
qualora il Ministero ne faccia
richiesta. La trasmissione del
rendiconto e degli eventuali
allegati deve avvenire nei 30
giorni successivi al compimento dei 12 mesi di riscossione
dell’importo.
Il modello di rendiconto. Il
modello di rendiconto elaborato dal Ministero è composto di
due parti:
Periodo di custodia
Fino a € 14.999
2008
Redazione e conservazione
10 anni
Da € 15.000
2008
Redazione e trasmissione al Ministero
10 anni
Fino a € 19.999
2009
Redazione e conservazione
10 anni
Da € 20.000
2009
Redazione e trasmissione al Ministero
10 anni
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DELLA PROVINCIA DI TERAMO
nalizzati e non contenenti tutte
le informazioni richieste dal
modello ministeriale.
I soggetti beneficiari del 5 per
mille sono tenuti a dimostrare,
in modo chiaro e dettagliato,
l’impiego delle somme percepite redigendo un apposito
documento, di seguito chiamato “rendiconto” entro un anno
dalla loro percezione.
Il Ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali, che si occupa della gestione della rendicontazione e del versamento
delle somme alle associazioni,
ha pubblicato le istruzioni e i
modelli per adempiere a tale
onere, con un aggiornamento a
luglio 2013.
Chi deve predisporre il rendiconto. Tutti i soggetti del
volontariato beneficiari del cinque per mille sono tenuti alla
rendicontazione entro un anno
dalla percezione della somma e
alla custodia di tale documentazione presso la sede legale per
un periodo di dieci anni. Sono
La Rivista del NON PROFIT
FISCALE E LEGALE
• nella prima tabella intitolata
“Anagrafica” devono essere inserite le informazioni che
permettono l’individuazione
del soggetto beneficiario ed
ulteriori dati che rendono l’ente raggiungibile da parte delle
Amministrazioni competenti
(numero di telefono, indirizzo
di posta elettronica, numero di
fax), nonché gli scopi sociali;
• nella seconda parte, nella tabella intitolata “Rendiconto
delle spese sostenute” vanno
inseriti gli importi dei costi che
sono stati coperti con la quota
percepita, di cui va specificata
la data di percezione del contributo; in questa griglia sono già
riportate alcune voci di spesa a
titolo esemplificativo.
Il modello di rendiconto, inoltre, dovrà essere accompagnato
da una relazione descrittiva per
illustrare nel dettaglio gli interventi concretamente realizzati:
tale relazione è indispensabile
quando le uscite della quota del
cinque per mille riguardano le
erogazioni ai sensi delle proprie finalità istituzionali (punto
4 del Modello) e altre voci di
spesa riconducibili allo scopo
sociale (punto 5 del Modello).
Il rendiconto, debitamente firmato dal legale rappresentante
deve essere corredato in copia
(carta semplice) di un valido
documento di identità del medesimo rappresentante legale
e dalla relazione descrittiva.
L’ente, nel redigere il rendiconto, dovrà predisporre una relazione descrittiva per illustrare
nel dettaglio la destinazione
della quota ricevuta e gli interventi realizzati, indicandone il
costo per ciascuna delle princi-
pali voci di spesa.
In merito al possibile accantonamento di parte delle somme non spese nei 12 mesi, è
possibile per le associazioni
beneficiarie del contributo accantonare in tutto o in parte
l’importo percepito, fermo restando che l’Ente beneficiario
deve specificare nella relazione
allegata al rendiconto le finalità
dell’accantonamento effettuato
ed allegare il verbale dell’organo competente previsto dallo
Statuto in cui viene deliberato
l’accantonamento e specificata
la destinazione delle somme.
Inoltre, l’Ente beneficiario dovrà allegare tutta la documentazione relativa al futuro utilizzo
delle somme (es: in caso di accantonamento per costruzione
immobile o sua ristrutturazione
l’Ente dovrà allegare permessi
di costruzione, progetti e/o preventivi di spesa).
I documenti giustificativi devono essere annullati da apposita
dicitura attestante che la spesa è
stata sostenuta con la quota del
“5 per mille dell’Irpef” percepita per l’anno di riferimento.
Le somme percepite dovranno
essere restituite nei seguenti
casi:
- quando le somme erogate non
siano state oggetto di rendiconto nei termini prescritti;
- quando i soggetti tenuti ad inviare il rendiconto al Ministero
del Lavoro e delle Politiche Sociali non abbiano provveduto
nei termini prescritti;
- quando l’ente beneficiario, a
seguito di controlli, non sia risultato in possesso dei requisiti
che danno titolo all’ammissione del beneficio;
- quando gli enti che hanno percepito contributi di importo inferiore ad € 15.000,00 per l’anno finanziario 2008 ed inferiore
ad € 20.000,00 per le annualità
successive non ottemperino
alla richiesta di trasmettere, ai
fini del controllo, il rendiconto,
la relazione illustrativa o l’ulteriore documentazione richiesta;
- qualora l’ente, dopo l’erogazione delle somme ad esso
destinate, risulti, invece, aver
cessato l’attività o non svolgere più l’attività che dà diritto al
beneficio, prima dell’erogazione delle somme medesime;
- in caso di dichiarazioni mendaci.
Controlli. Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si
riserva la facoltà di:
- chiedere la trasmissione del
rendiconto e di eventuali allegati ai soggetti beneficiari
tenuti al solo obbligo di redazione del rendiconto (per importo inferiore ad € 15.000,00
per l’anno 2008; inferiore ad €
20.000,00 per le annualità successive);
- acquisire ulteriore documentazione da parte dei soggetti
tenuti all’invio del rendiconto e
degli eventuali allegati;
- compiere ispezioni sulla documentazione contabile in oggetto presso la sede dell’organizzazione in cui sia conservata
ovvero per verificare il rispetto
delle finalità istituzionali a cui
il contributo è destinato nel suo
impiego effettivo.
*Dottore commercialista
Consulente del CSV
di Teramo in materia
di raccolta fondi
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La Rivista del NON PROFIT
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MONUMENTI DA ACCUDIRE
A.A.A. Cercansi “c
di VALERIO PICHINI
L
’Italia vanta un ingente
patrimonio artistico e
culturale dal quale potrebbe riscuotere, con oculata
gestione, e vista la crescita di
un turismo più esigente, cospicue risorse, garantendo ad
un tempo posti di lavoro. Ma i
crolli di Pompei, lo stato di abbandono della “Domus Aurea”,
e la polemica sul Colosseo,
solo per citare alcuni esempi,
segnalano, nel sistema dei beni
culturali, imbarazzanti criticità.
Sul tema riprendiamo (Giornale.it 7 novembre 2010) il parere di Mario Resca, direttore generale, fino al 2012, del Ministero dei Beni culturali. Resca,
che vanta esperienze anche nel
mondo dell’impresa, non nega
la cronica mancanza di fondi,
ma sottolinea che lo Stato non
ha investito abbastanza nella
manutenzione dei siti. In altre
parole Pompei, che accoglie
un flusso di circa 3 milioni di
visitatori ogni anno, non ha bisogno solo di bravi archeologi,
ma chiede manager capaci di
garantire efficienza. «Lo Stato
non può gestire direttamente
tutti gli spazi museali», assicura Resca, che aggiunge: «Ci
sono due soluzioni. La prima,
affidare la gestione ad enti territoriali. La seconda, aprire ad
una partecipazione dei privati:
«All’estero - ribadisce l’alto
funzionario - la formula funziona benissimo». In ottobre
si apre uno spiraglio. Il ministro dei Beni culturali, Dario
Franceschini, in occasione della presentazione di eventi del
FAI, ha dichiarato: «I privati
potranno gestire i monumenti
statali». Non tutti i monumenti
sono proprietà dello Stato, ma
la scelta del Ministro, seppure
indirettamente, alimenta nuove
speranze per la sorte dell’immenso patrimonio di enti locali
ed ecclesiastici.
Anche la provincia teramana
reca in dote monumenti interessanti che andrebbero accuditi con la passione di chi
opera senza fini di lucro. Nel
capoluogo suggeriamo un bene
del Comune, il Castello Della
Monica. L’originale complesso, edificato in forme eclettiche
tra il 1889 e il 1917, dovrebbe
tornare a vivere, dopo l’approvazione in Giunta (15 ottobre
2015) del progetto definitivo
di restauro, quest’ultimo reso
possibile grazie a un finanziamento pubblico (Fondi PAR
FAS 2007-2013). In seguito,
castello e borgo potrebbero
essere affidati ad un ente non
profit come il FAI – Fondo Ambiente Italiano, o altro soggetto
MONUMENTI DA ACCUDIRE
custodi” volontari
in grado di gestire e valorizzare il sito. Proseguendo nella disanima, raggiungiamo
il territorio del Comune di
Castel Castagna dove, su un
colle con vista sulla valle del
Mavone, sorge Santa Maria
in Ronzano. La chiesa, raramente visitabile, appartiene
alla Diocesi Metropolitana
di Pescara-Penne - Parrocchia di Basciano, e potrebbe
essere adottata da una cooperativa di giovani forniti di
competenze storico-artistiche. Del monumento rurale,
incerta è l’epoca della fondazione. Ferdinando Bologna
(“Documenti dell’Abruzzo
teramano” ed. Tercas) ne colloca la fondazione tra il 1170
e il 1180. Un indizio, che
l’autorevole storico aquilano
ricava da un rescritto (risposta del pontefice Lucio III su
quesito) del 1184. Nell’antico documento, infatti, vengono menzionate le prepositure (avamposti di abazie)
di Santa Maria di Ronzano e
San Giovanni ad insulam di
cui ci occuperemo in seguito.
Il tempio, edificato secondo
i canoni del “romanico pugliese”, presenta un interno
ripartito in tre navate la cui
centrale è di maggiore altezza. Le navate sono coperte a
capriate mentre l’abside (di
modesta profondità) è chiuso
da volte a crociera. Nel catino
un ciclo di affreschi pregevoli, ma di datazione incerta. La
sequenza pittorica è dominata da un Cristo benedicente
mentre sotto, nel primo registro, sono rappresentati gli
apostoli, la Vergine Maria e
l’arcangelo Gabriele. Nel secondo registro scene dell’infanzia di Gesù e, al centro,
appena sopra la monofora
absidale, la Madonna in trono con il bambino e tracce
di un’adorazione dei Magi;
quindi Fuga in Egitto e Strage degli innocenti. Il ciclo si
conclude, al terzo registro,
con scene della Passione.
L’interno (a sinistra) e la facciata (in alto) della chiesa di S. Maria di Ronzano a Castel
Castagna. A destra, il Castello Della Monica a Teramo
DICEMBRE 2015
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