Gongylus gongylodes (Linnaeus, 1758)

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Gongylus gongylodes (Linnaeus, 1758)
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Gongylus gongylodes (Linnaeus, 1758)
Difficoltà di allevamento: ***
(Facile=*, Media=**, Difficile=***)
Tassonomia: Famiglia Empusidae, Sottofamiglia: Empusinae
Provenienza: India del Sud e Sri Lanka, in praterie e zone semiaride.
Descrizione: Comunemente chiamata “Mantide violino” per la caratteristica forma del
corpo a riposo, è una delle specie che alleviamo e di cui vado maggiormente fiero. Il corpo
è verde-marrone più o meno chiaro, con capo triangolare alto e stretto, ornato da una
protuberanza tra le antenne, che nel complesso da all'animale un aspetto davvero regale.
Il pronoto è lungo e stretto nelle ninfe, mentre si dilata notevolmente nei sub adulti e negli
adulti a livello della prozona. Le zampe raptatorie hanno coxe strette e lunghe, ma femori
corti e molto tozzi; le zampe centrali e posteriori, invece, portano escrescenze lobiformi.
L'addome, corto e tozzo nelle ninfe, è affusolato nei maschi e fortemente dilatato nelle
femmine. Il sesso è distinguibile a partire dallo stadio L4, con maschi dotati di 6 appendici
sub addominali, contro i 5 della femmina. Entrambi i sessi sono alati, ma se nei maschi le
ali superano notevolmente la lunghezza dell'addome, nelle femmine non arrivano a coprire
la piastra genitale. Inoltre, i maschi adulti risultano più gracili e piccoli (7,5 cm) delle
femmine, che, d'altro canto, hanno dimensioni maggiori (fino a 10 cm). I maschi adulti,
infine, posseggono lunghe antenne pennate caratteristiche, con lo scopo di captare anche
a lunga distanza i feromoni emessi dalle consorti.
Ciclo vitale: Maschi 3,5 mesi da ninfa (6 mute totali!) e 4 da adulti. Le femmine 4,5 mesi
da ninfe (7 mute) e circa 11 mesi da adulte.
Allevamento: L'allevamento di questa bella specie non è consigliabile ai neofiti, in quanto
ha esigenze davvero particolari, ma vediamo quali. Prima di tutto, essendo originaria di
zone semiaride costantemente arse dal sole, richiede temperature torride, dai 30 ai 40
gradi, con un optimum di 33°C. Ovviamente non dovranno esserci 33 gradi in tutta la teca,
bensì sarà opportuno creare un gradiente: io personalmente uso una lampadina ad
incandescenza il cui calore diminuisce allontanandosi progressivamente da essa; è molto
gradita dalle mantidi, che scelgono dove appostarsi per cacciare. Di notte lascio che la
temperatura scenda a 23-25°C. Un (o forse l'unico?) punto a favore di questa specie è che
non esiste cannibalismo intraspecifico, in quanto si è evoluta per cacciare principalmente
prede volanti. Anzi, è stato dimostrato che esemplari riluttanti a nutrirsi, vedendo i
coinquilini nell'atto di divorarsi una preda, si sono messi a predare a loro volta o sono
andati a strappargliela dalle raptatorie. Per i miei 6 L3 ho predisposto un terrario da
40x30x30 (lunghezza x profondità x altezza), arredato con bark sul fondo e rametti di
hibiscus appoggiati l'uno sull'altro in modo tale da ricreare un intreccio, nonché fornire
superficie calpestabile alle mantidi. Ora che sono un po' più cresciutelle ho intenzione di
dedicarle un terrario da 80x30x30, arredato alla stessa maniera. Ma di cosa si nutrono?
Fino allo stadio L4 sono abili cacciatrici di Drosophila hydei: è impressionante osservare
come mantidi di 3 cm riescano ancora a cacciare abilmente moscerini; al contempo, fa
altrettanta impressione notare che le stesse riescono ad agguantare e divorare prede
Ilaria Porcu
William Di Pietro
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grandi come Sarcophaga carnaria, Lucilia caesar, etc. E gli adulti cosa mangiano? Come
già accennato, le Gongylus si sono specializzate nella caccia alle prede volanti a tal punto
che non attaccano per nessun motivo prede lente e terricole come camole. In più, gli
ortotteri (grilli, cavallette, etc...) contengono una sostanza che influisce in modo negativo
sull'ovodeposizione: sono state infatti osservate femmine nutrite a grilli che hanno
deposto ooteche deformi o con poco secreto colleterico. Ma allora come nutrire queste
mantidi? Le uniche prede accettate sono le blatte lateralis, ma non dovrebbero essere
scelte come prede principali. Si possono infatti somministrare ditteri come Sarcophaga
carnaria, Lucilia caesar, Musca domestica, Hermetia illucens o lepidotteri come Plodia
interpunctella o Galleria mellonella. Le migliori dal punto di vista nutrizionale, a mio avviso
sono le Hermetia, le Musca e le Galleria. Io sto temporaneamente somministrando
Sarcophaga carnaria ai miei neanidi, in attesa di trovare prede più nutritive (come le Plodia
o le Hermetia); ogni tanto do qualche blatta, ma grilli MAI. Occorre tuttavia seguire alcuni
accorgimenti. Il primo è quello di liberare poche prede alla volta, poiché troppi insetti
volanti nella teca disturbano/spaventano le mantidi, che smettono di nutrirsi. Secondo:
somministrate Lucilia caesar e Musca domestica SOLO in assenza di prede migliori, in
quanto poco salutari a lungo andare (le larve crescono sulla carne putrescente). Infine,
terza e ultima cosa, in caso compraste larve al caccia e pesca assicuratevi che non siano
state trattate con coloranti perchè dannosi per le mantidi. Un ultimo suggerimento che mi
sento di dare: per evitare di riempirvi la casa di prede volanti, una volta metamorfosate
tenetele al freddo: potrete prenderle senza che scappino e dureranno molto di più!
Riproduzione: Non esistendo cannibalismo, il problema di distrarre la femmina non si
pone. Se il maschio dovesse presentarsi riluttante ad accoppiarsi, è bene alzare la
temperatura a 40°C. Sia maschio che femmina sono pronti dopo circa 2 settimane
dall'ultima muta. Sinceramente non interverrò molto, vivendo tutti assieme lascerò fare
tutto a loro. Secondo alcuni siti, la copula dura dalle 3 alle 7 ore (quando la otterrò vi potrò
dare conferma o smentita). Sempre secondo il web, da 3 giorni a 3 settimane dopo
l'accoppiamento, la femmina deporrà la prima ooteca, di forma tipica della famiglia
Empusidae, ovvero marrone chiaro, allungata, e con l'estremità deposta per ultima
arricciata verso l'alto. La temperatura di incubazione dovrà essere di 30°C, e l'umidità
dell'80-90%. Dopo circa un mese usciranno una trentina di neanidi da mantenere ai
medesimi parametri dell'ooteca da cui sono usciti, per poi passare gradualmente alle
condizioni di stabulazione degli stadi più avanzati e degli adulti.
Curiosità: Come già detto, sono mantidi dalle esigenze particolari, cugine delle tanto
desiderate Idolomantis diabolica. Senza nulla togliere alle Gongylus, mi sento di affermare
che se riuscirete a far vivere degnamente queste, con le I.diabolica sarete notevolmente
avantaggiati, poiché molte barriere e difficoltà tipiche degli Empusidi le avrete già
abbattute. Il genere Gongylus conta due sole specie, Gongylus gongylodes e Gongylus
trachelophyllus, quest'ultima raramente presente in allevamento. Un'ultima riflessione sul
ciclo vitale: se le ooteche prediligono umidità molto alte, mentre i sub adulti e gli adulti
setup alquanto torridi, mi viene da pensare che il tutto sia calibrato con l'alternarsi della
stagione secca e di quella Monsonica.
Ilaria Porcu
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