Diario - Dal 4 novembre al 9 novembre

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Diario - Dal 4 novembre al 9 novembre
Diario - Dal 4 novembre al 9 novembre
Scritto da Gian
Domenica 10 Novembre 2013 00:00 - Ultimo aggiornamento Domenica 29 Novembre 2015 08:38
Diario del 4 novembre
Quest'anno lo Zecchino d'Oro compie cinquantanni. "Ebbè?", direte voi, "Cosa c'entra con
Disco Club?". Beh, a parte il fatto che nel corso degli anni qualche centinaio di dischi della
compilation li abbiamo venduti anche noi (qualche anno fa era un classico regalo natalizio per i
bambini), oggi è tornato di attualità. Entra una sessantenne e mi chiede "Avete i cd dello
Zecchino d'Oro? Sto cercando una canzone che mi piaceva tanto"; faccio rapidamente i conti,
la prima edizione era del 1963, questa signora dei primi anni '50, quindi sarà stata una canzone
delle primissime edizioni, a meno che lei non fosse un po' ritardata. "Guardi, mi ricordo che è
nell'edizione del 1994": ritardata, anzi ritardatissima.
Questo al mattino. Al pomeriggio altra signora, più giovane, sui quaranta, "Sto cercando un cd
dello Zecchino d'Oro"; ancora una volta ho l'impressione di essere finito dentro una candid
camera, possibile che all'improvviso due persone nello stesso giorno mi chiedano lo Zecchino,
cosa che, in genere, succede solo a Natale? Questa prosegue, "Me ne interessa uno in
particolare, perché c'è una bella canzone: è quello del 1997". La cliente più o meno è dei primi
anni '70, quindi nel 1997 aveva sui venticinque anni: un po' meno ritardata.
La chiusura della giornata è dominata da una lunga disquisizione sul pesciolino di gesso, come
lo chiama Francesco (non il Papa, a noi non ha ancora telefonato, ma un vecchio cliente dei
primi anni '80), più noto come pesciolino d'argento. Cos'è? Allora siete ignoranti come Filippo,
che sostiene di non averne mai visto, mentre io, Marco e Francesco (sempre lui, non il Papa)
diciamo che se ne trovano in ogni casa. Eccovi la definizione di wikipedia: "Il pesciolino
d'argento (Lepisma saccharina Linnaeus, 1758) è un insetto lucifugo, veloce e privo di ali; è
sinantropico, ovvero lo si trova nelle abitazioni umane, ed è molto diffuso. L'aspetto del corpo
dell'insetto, argenteo e oblungo, giustifica il suo nome comune. Il nome scientifico, invece, è
legato al fatto che questo insetto si nutre di carboidrati come lo zucchero o gli amidi. Appartiene
all'ordine Zygentoma o Thysanura". Non ve ne fregava niente, va be', io ve l'ho detto, e sono
sicuro che Filippo si sta passando la serata alla ricerca del pesciolino.
Sotto la canzone vincente dello Zecchino del 1994.
http://www.youtube.com/watch?v=uqC9oRx2a3I 1/5
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Diario del 5 novembre
Storie di ordinaria follia oggi a Disco Club.
Ivano: "Sai cosa mi ha detto la mamma? Che sono un malfante, perché vado dal fruttivendolo
che è un delinquente. Io allora mi sono innervosito, sono andato in camera e ho rotto l'abat jour,
così mi è toccato andare a comprare una penna, e la mamma ha potuto scrivere la lista della
spesa; mi ha mandato alla Coop, perché non vuole che vada dal fruttivendolo, la mamma dice
che è un malfante".
Lo psichiatrico: "Ehi, uegia!" - per i "foresti" traduco: orecchia in genovese -"A furia di sentire
musica ti verranno delle orecchie così" e indica qualcosa di simile a quelle di Pinocchio, quando
svegliandosi se le è trovate cresciute di più di un palmo. David (si dice Devid di Rapallo),
presente all'esibizione dello psichiatrico, quando usciamo alla chiusura del negozio, lo vede
seduto al bar Verdi e gli lancia un "Ciao uegia", "Uegia? Uegia a chi? E tu stronzo di un
compagno perché non mi dai un passaggio in macchina?", "Perché sono in treno" gli dice David
(che in quanto a cioccare, ciocca, ma in confronto a questi è un dilettante della sregolatezza),
lapalissiano, ma le urla dello psichiatrico, "Uegia" "Compagno" "Passaggio", c'inseguono fino in
fondo ai portici.
U megu: doppia esibizione, una mattutina e una pomeridiana; si è sentito al computer due
puntate intere (un'ora per volta) di Tutto il calcio minuto per minuto del 1968. Me lo dice e mi
chiede, "Era il 14 settembre e la partita principale era Sampdoria – Cagliari, ti ricordi com'è
finita?", lo sorprendo "Zero a zero e Sabadini ha annullato Gigi Riva", poi mi blocco: sarò mica
matto anch'io? La conferma me la da Maurizio, un giovane cliente, è all'inizio della strada e di lì
si sente ancora lo psichiatrico urlare, io indico verso il negozio e gli dico "Sono matti" e lui
"Siamo tutti matti ... anche tu".
http://www.youtube.com/watch?v=vtB9kbFwCgU
Diario del 6 novembre
La giornata incomincia con un anziano poco tecnologico, mi chiede, "Lo fate il passaggio da
nastro a cd?", "No, è proibito. Di che disco si tratta?", "No, non è un disco è un film", "Ah, allora
vuole passare una videocassetta su dvd?", "Dvd? No, io ho solo un videoregistratore a cassette
e quelle che ho le so a memoria. Dovrei comprarmi un lettore dvd, ma cosa vuole io non ho
nemmeno il telefonino".
Subito dopo un giovane un po' squinternato, "Mi manda Paola, vorrei la discografia completa
dei Megadeth", sì, ma chi è Paola? Forse legge la domanda nei miei occhi e continua, "Tra
l'altro l'ho persa di vista da un bel po'", e allora come ha fatto a mandarlo?
Poi tocca al telefono, "Discoocluuub", "Disco Club? Vendete dischi", "Si dice", "E' già uscito il
nuovo di Brutnei Spir", tiro a indovinare "No", "Ah, e allora quello degli U2?". Idee musicalmente
confuse?
Ancora il telefono, "Posso prenotare i biglietti per il concerto dei Red Wine?", "No, deve venire
di persona", "Dove siete?", "In via San Vincenzo", "All'inizio o alla fine?", "All'inizio", "Da che
parte?", "L'inizio è solo da una parte, dall'altra è la fine", "Ah".
Lady B, giovane non ancora ventenne, scandalizza i miei clienti con le sue idee anticonformiste
su sesso, corna, differenza di età tra partner, speranza di morte della vecchia nonna per
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ereditare e altre "bazzecole" del genere, quando entra una giovane suora; sono vicine, la suora
con la veste bianca e intimidita, B. con diciotto centimetri di tacco, minigonna, tutta vestita di
nero e sfrontata: insomma il diavolo e l'acquasanta. La suora cerca dei nastri vergini (è la
giornata delle cose in disuso), la indirizzano dalla Lidl, lei "Dov'è?", "In via Colombo", ma lei
"Non so dove sia", intervengo io, visto che si tratta di una suora le dico "Dietro la chiesa della
Consolazione". Sorpresa! Lei non sa dove sia, il diavoletto Lady B sì.
http://www.youtube.com/watch?v=vBecM3CQVD8
Diario del 7 novembre
Noi negozianti siamo senza difesa dall'assalto di quelli che entrano non per lasciarci i soldi, ma
per chiederli. Una volta erano solo i vu cumprà, che ci offrivano i loro prodotti, o qualche
disadattato italiano; tra questi il più particolare era un uomo di mezza età che negli anni '90,
quando entrava, chiedeva invariabilmente duemila lire, passati all'euro, si è allineato
perfettamente alla consuetudine italiana raddoppiando la richiesta: due euro.
Adesso la crisi e la globalizzazione ha ampliato il popolo dei questuanti: sono rappresentati i
paesi dell'est Europa, un po' tutta l'Africa, qualche parte dell'Asia; il Sud America no, per quanto
Genova sia la capitale europea degli equadoriani, mai uno di loro è entrato a chiedermi
l'elemosina. A questi aggiungete i rappresentanti degli enti e associazioni onlus più
improponibili e capirete che è una vera e propria processione quotidiana che trasforma Disco
Club (e tutti gli altri negozi del centro) in una novella Corte dei Miracoli (già come sapete
abbiamo tra i nostri "rompipalle" Quasimodo).
I più assidui rimangono i magrebini, hanno una costanza che manca agli altri. L'ultima ondata
l'ha capitanata un giovanissimo marocchino, Zakariyā, ci faceva tenerezza e a turno
compravamo le cose più inutili da lui; non l'avessimo mai fatto, in poco tempo soni arrivati lo zio,
il cugino, l'amico di Zakariyāʾ. Inevitabile un drastico taglio, evidentemente non solo nostro,
perché a un certo punto i quattro ci hanno detto "Torniamo al nostro paese, in Italia c'è troppa
crisi". Pochi mesi e a turno li vediamo ricomparire, soprattutto lo zio, "Ma non eri tornato in
Marocco?", "Sì, ma là è impossibile vivere, non c'è nemmeno da mangiare, ci sono già i nostri
fratelli che non riescono ad andare avanti, figurati ad aggiungere altre bocche". Il mio medico
Guspe finisce col quasi adottarlo, comprando continuamente accendini, deve averne una
collezione che quasi supera la sua principale, quella delle palle di vetro con neve (di queste ne
ha mai tante che la moglie lo ha costretto a portarne almeno metà nello studio, probabilmente
perché in casa tutta quella neve le faceva freddo).
Oggi vedo arrivare lo zio marocchino, ma non entra, si ferma davanti alla vetrina e fa la sua
solita richiesta al cliente che sta guardando i dischi esposti, riconosco la voce che gli nega
l'acquisto, è quella del Matematico (quello che sa sempre con precisione quanti
cd/lp/45"/video/libri ha in casa e quanti deve comprarne al mese per raggiungere la meta che si
è prefissato; quello che mette la sveglia alle quattro per mangiare, in maniera da avere tutto il
giorno per smaltire, e tornare a mangiare dopo ventiquattro ore). Il magrebino allora passa alla
seconda fase, "Mi dai qualcosa per mangiare?", ed ecco la sorprendente risposta del
Matematico, "Ho solo la carta di credito". Prendo il megafono per urlargli "Entra dentro, che ti
faccio una strisciata, così gli puoi dare i due euro", ma lo zio, perplesso, se ne è già andato.
Quando lo rivedrò gli consiglierò di dotarsi di un pos (per chi non lo sa, la macchinetta sulla
quale strisciamo le vostre carte di credito) portatile, così, quando qualcuno dirà che ha solo la
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carta di credito, potrà fare una strisciata e trasferire così i soldi magari su un suo conto in
Marocco, dove l'euro sicuramente vale di più.
http://www.youtube.com/watch?v=waSvVHYSyGA
Diario del 8 novembre
Tragedia sfiorata oggi. Non in negozio, ma a uno dei protagonisti quotidiani del negozio: U
Megu. Arriva trafelato "Mi è andata bene", "Cosa ti è successo?, "Quelli stronzi delle ferrovie
...", "Cosa ti hanno fatto? Hai mica insidiato di nuovo una capotreno?", "No, no, sono loro che
hanno insidiato me, quegli scalini di merda ...", "Ma vuoi dire che cavolo ti è successo?",
"Quegli scalini di merda sono viscidi per la pioggia, appena ho messo il piede sul primo sono
volato a piedi in avanti e testa indietro", "L'ombrello non ti è servito da paracadute? Sei atterrato
bene?", "Te l'ho detto, mi è andata bene, sono atterrato sul culo, mi fa male il coccige" e se lo
massaggia, "Chi ti ha tirato su? Hanno chiamato un paranco?", "No, quando ero steso, un
signore si è fermato. Mi ha guardato dall'alto e mi ha chiesto se andava tutto bene e se ne è
andato. Mi sono tirato su da solo", mi rimane difficile pensarlo, quando gli cade qualcosa, deve
fare i più strani movimenti ginnici (a dire il vero molto poco) per recuperarlo, ma forse il pensiero
di passare la notte coricato per terra davanti alla stazione gli ha dato la forza di tirarsi su. Va a
raccontare l'avventura a quelli del reparto usato, ma dopo due minuti ritorno allarmatissimo,
"Guarda qui" e mi mostra un segno rosso che gli attraversa la parte posteriore della testa fino al
collo, "E' una graffiatura, sarà stato l'ombrello", non è convinto, si tocca e guarda la mano in
cerca di tracce di sangue, nel mentre arriva il mio dottore, Guspe, gli dico "Controllalo un po',
secondo te sopravvive?", lo guarda "E' solo una graffiatura, ma ad ogni modo non ti
preoccupare, se ti viene la commozione cerebrale questa notte, te ne vai all'altro mondo senza
nemmeno accorgertene", io rincaro la dose, "Ou, mi raccomando, prima di andare a dormire,
scrivi che tutti i dischi li lasci a noi". Questa volta non la prende tanto bene, se ne va prima del
solito e adesso sicuramente sarà a casa in bagno a controllare con un sistema di specchi la
parte posteriore della testa per vedere se è una graffiatura, e con la mano controlla se esce del
sangue, o una contusione, e in questo caso controlla se sta uscendo un bitorzolo.
http://www.youtube.com/watch?v=uZCYK3PNCKI
Diario del 9 novembre
Tranquillizziamo subito tutti: U Megu sta bene. A dire il vero questa mattina non è passato
nonostante la presenza del suo amico Panzone e questo mi ha fatto preoccupare; nell'intervallo
quindi l'ho chiamato al telefonino, alla sua risposta "Pronto", "Come va? Dove sei?", "Al
cimitero", sa anche essere spiritoso U Megu. Al pomeriggio passa e constato che tutto è a
posto, solo due graffiature dovute all'ombrello di Mary Poppins, che non ha funzionato molto
bene nel suo volo e lo ha colpito al collo e su una mano; ma la botta in testa, se non ha
provocato danni, non ha nemmeno arrecato benefici: è ansioso di tornare alla Berio alla ricerca
di classifiche e risultati di campionati di calcio di infima categoria degli anni '50, spera sempre di
trovare sull'autobus un controllore femmina per farsi multare, ogni giorno tedia me e tutti i clienti
amici che entrano con un argomento assolutamente inutile (oggi è toccato "all'incredibile goal
su punizione del Cittadella", ma chi se ne frega!).
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Domenica 10 Novembre 2013 00:00 - Ultimo aggiornamento Domenica 29 Novembre 2015 08:38
Il tavolino numero 2 del Bar Verdi ha una particolarità, ci si siedono sempre i più rompipalle tra i
loro clienti. Tra l'altro questo tavolino è proprio quello più vicino alla mia porta e quindi ne
patisco le conseguenze più io che non loro. Al mattino un cliente abituale del bar viene per
leggere il Secolo XIX, si piazza al tavolino, tira fuori il sigaro e ci riempe di puzza; lo psichiatrico,
dopo le visite da noi, passa a quel tavolino, anche lui legge il giornale e commenta ad alta voce
"boh", "Ma chi è?" e sghignazza; quest'estate, ogni sabato la coppia lirica, lui che spara
sentenze sui cantanti, lei che alla fine chiede "Ma tu cosa sei? Un tenore o un baritono", e lui
(avrà quasi settanta anni) "Non si sa ancora". Adesso il numero 2 è appannaggio esclusivo,
soprattutto al sabato, di un telefonista di mezza età scatenato, che, purtroppo, incomincia già
dal mattino con Martini e Negroni e con la voce sempre più impastata e urlante ci tortura con
telefonate della durata che va da un'ora a due, il fatto è che dall'altra parte riescono raramente
ad intromettersi nel discorso (ci è venuto infatti il dubbio che le telefonate siano finte) e
dispensa pillole di saggezza, ecco quella di oggi più significativa: "Mio papà non ha capito una
cosa, che a me non me ne frega un cazzo di mio papà".
A proposito di sballati e avvinazzati, entra ogni tanto una ragazza, con un bel colorito color
vinaccia, e mi chiede invariabilmente se abbiamo qualcosa di Giacobbe, oggi si smentisce, "Hai
niente di Michael Jackson?", "No", ma si riprende subito "... e di Sandro Giacobbe?".
A rallegrarci ci pensano due ragazze, giovani e carine, entrano e si guardano intorno "Hai mica
visto due maschi che possano abbinarsi con noi?", il negozio è in quel momento vuoto, "Adesso
non c'è nessuno, prova nell'usato, magari qualcuno trovate", "Grazie" e, rivolta all'amica,
"Andiamo".
http://www.youtube.com/watch?v=FFNS7CV5n4c
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