Gli Incidenti domestici si possono prevenire
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Gli Incidenti domestici si possono prevenire
Gli Incidenti domestici si possono prevenire Gli incidenti domestici sono la prima causa di morte per incidentalità: se ne calcolano circa 4 milioni all'anno (quelli sul lavoro sono poco più di 1 milione e quelli stradali sono pari circa a 300 mila). Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non risparmiano alcuna fascia d’età e sono la prima causa di morte per i bambini. Rappresentano un problema di grande interesse per la sanità pubblica per tutti gli eventi che inevitabilmente sono ad essi legati: disabilità, sofferenza, calo della produttività. Le conseguenze di salute, infatti, sono traumi di diversa gravità che possono comportare invalidità e, in molti casi, anche la morte. Le conseguenze economiche provocano oneri sempre più gravi per il Servizio sanitario nazionale. Da non sottovalutare, poi, l’aspetto sociale legato all’impatto psicologico che questo tipo di infortuni ha sulla popolazione che considera la casa il luogo sicuro per eccellenza. Il tema degli incidenti domestici è divenuto importante dal punto di vista epidemiologico solo negli ultimi anni ed è ancora poco indagato. Anche se è stato riconosciuto come un problema di sanità pubblica rilevante, non sono disponibili molte informazioni riguardo all’incidenza, in particolare a livello locale. Nel grafico che segue, tratto dai dati ISTAT relativi al 2002, è illustrata la percentuale di decessi per traumi accidentali e per classe di età, rispetto alla mortalità per tutte le cause. Si nota un aumento della percentuale, rispetto alle altre cause in età infantile-giovanile, con il raggiungimento del 50% nella fascia tra 15 e 24 anni. Cos’è un incidente domestico Secondo la definizione data dall’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) nelle indagini multiscopo, l’infortunio di tipo domestico è un incidente che presenta determinate caratteristiche: • compromissione temporanea o definitiva delle condizioni di salute a causa di ferite, fratture, contusioni, lussazioni, ustioni o altre lesioni; • accidentalità dell’evento, che deve essersi verificato indipendentemente dalla volontà umana; • l’evento deve essersi verificato in una abitazione, sia all’interno di essa sia in un eventuale balcone, giardino, garage, cantina, soffitta, pianerottolo o scala, indipendentemente dal fatto che l’abitazione sia della famiglia stessa o di altri parenti, amici o vicini. Questi infortuni non sono facilmente stimabili da un punto di vista statistico, ma risultano rilevanti a livello sanitario ed economico. Soggetti a rischio I soggetti più a rischio sono le donne (in particolare le casalinghe), gli anziani, i disabili e i bambini. L’incidenza del rischio, infatti, è legata direttamente alla quantità di tempo trascorsa in casa. Secondo gli studi fatti dall’Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro, tra le cause della genesi e della gravità degli incidenti domestici ci sono il cambiamento della struttura sociale, la scarsa informazione dei cittadini, le carenze assistenziali e quelle strutturali di case e accessori. I luoghi pericolosi in casa Stando a quanto riferisce il Centro studi investimenti sociali (Censis) nel Primo rapporto annuale sul valore della sicurezza in Italia, la classifica dei luoghi domestici più pericolosi è la seguente: il luogo in cui gli italiani si sentono meno sicuri è la cucina, in cui, a ragione, si pensa che avvengano maggiori incidenti; • il soggiorno e le altre camere, denunciate dai dati strutturali come luoghi molto a rischio, non sono affatto riconosciuti come tali; • mentre sono decisamente sopravalutati i rischi che si producono in bagno. Da cosa dipendono gli infortuni domestici? Almeno da tre dimensioni: • dalla qualità del sistema abitativo; • dalle caratteristiche dei prodotti che entrano in casa; • dai comportamenti individuali. La qualità del sistema abitativo è ancora molto bassa: i problemi più evidenti riguardano le infiltrazioni e le perdite d'acqua, soprattutto nelle regioni del Sud, dove un quarto delle case ha questo tipo di problemi. Ma sono soprattutto i comportamenti a produrre insicurezza. Il 46,1% degli italiani negli ultimi tre mesi (con punte del 50,3% tra i giovani con meno di 30 anni, e del 56,6% tra studenti e disoccupati) ha avuto almeno un comportamento a rischio per se stessi, per i familiari e persino per i coinquilini. Cosa fanno gli italiani di così rischioso? • Scordano pentole sul fuoco acceso (12,2%); • lasciano rubinetti aperti (11,9%); • utilizzano, quando sono bagnati, apparecchi elettrici (11,2%); • spengono gli elettrodomestici tirando il filo della presa (10,9%); • lasciano il gas aperto (9,1%). Si possono considerare, poi, anche i pericoli legati alla mancata manutenzione di alcuni impianti presenti in casa (come le caldaie, il tubo del gas, le condutture) e quelli connessi all’esposizione a tre tipi di rischi: • chimici: esposizione a monossido di carbonio, al fumo di tabacco, agli antiparassitari, ai detersivi, ai medicinali, ecc. • fisici: il microclima (temperatura, illuminazione, aerazione, rumore), esposizione a campi magnetici e al radon (gas radioattivo e cancerogeno presente nelle zone dove si usano materiali da costruzione di origine vulcanica). • biologici: gli allergeni (acari, animali domestici, funghi, batteri). Prevenzione Così come le malattie, anche gli incidenti possono essere prevenuti. Diverse sono le iniziative di prevenzione a livello istituzionale. Le più efficaci sembrano essere quelle che considerano approcci multipli: campagne di informazione e di educazione (verso anziani, bambini, genitori), formazione di operatori sanitari volta all’acquisizione di competenze per la rilevazione della sicurezza degli ambienti domestici, fornitura a basso costo di dispositivi di sicurezza (maniglie antiscivolo, spie antincendio), ecc. La prevenzione degli incidenti domestici è presente anche dal punto di vista più strettamente giuridico: • a livello internazionale: con il Programma europeo di azione per la prevenzione delle lesioni personali, decisione n. 372/1999/CE del Parlamento europeo; • a livello nazionale: con il Piano sanitario nazionale 2006-2008 e con la Legge n. 343 del 3 dicembre 1999 “Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici”, che attribuisce ai Dipartimenti di Prevenzione, in collaborazione con i servizi territoriali, i compiti di valutazione e prevenzione dei rischi e di educazione sanitaria in materia di incidenti domestici. La norma stabilisce anche che i Dipartimenti di Prevenzione, in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità e le Regioni devono attivare un sistema informativo sui dati relativi a questo tipo di infortuni. Come strumento di monitoraggio dei progetti regionali previsti dal Piano nazionale di prevenzione (Pnp) c’è, poi, il Sistema di sorveglianza Passi, che riguardo al problema degli incidenti domestici ha i seguenti obiettivi: valutazione della consapevolezza del rischio in ambito domestico, stima della quota di popolazione che ha ricevuto consigli sulla prevenzione degli incidenti domestici da parte di addetti ai lavori, stima della quota di popolazione che ha cambiato i propri comportamenti e ha adottato norme e dispositivi di sicurezza. ....una particolare attenzione ai bambini Nei quattro milioni di incidenti domestici che si verificano ogni anno secondo i dati ISTAT, sono compresi quelli che accadono tra i bambini: circa 68.000. Traumi ed assunzione accidentale di sostanze nocive sono prevalenti nell'età inferiore a 4 anni, ovvero quando il bambino comincia a muoversi in modo autonomo ed impara a conoscere gli oggetti che lo circondano “assaggiandoli”, cioè mettendoli in bocca. Decalogo per la prevenzione 1. controllate che l'altezza delle sponde della culla o del lettino sia sufficientemente elevata (almeno 75 cm) con distanza tra le sbarre inferiore a 8 cm, quando vostro figlio inizia ad alzarsi in piedi o a sedersi da solo. Il materasso deve essere aderente a tutto il perimetro del letto e nell'area giochi mettete sempre una coperta per terra. Non lasciate mai il bambino da solo su una superficie elevata (fasciatoio, tavolo da cucina, divani, letti senza sponde). 2. Se in casa ci sono scale, predisponete cancelletti in cima e in fondo. Le finestre e le porte devono avere chiusure di sicurezza interne. Accertatevi che le ringhiere dei balconi e dei davanzali delle finestre siano sufficientemente alte. Non sistemate vasi, sedie o mobili sotto i davanzali su cui i bambini potrebbero salire. 3. Regolate lo scaldabagno ad una temperatura inferiore a 50°C. Ricordatevi che non bisogna mai lasciare i bambini da soli accanto a vasche da bagno piene di acqua, anche se tiepida (oltre alle ustioni esiste il pericolo di annegamento). All'aperto controllate costantemente i bambini se giocano vicino a pozzi, laghetti, mare, piscine. Se il bambino è piccolo, ma già in grado di camminare, state attenti anche ai piccoli canotti riempiti con acqua per farli giocare. 4. Le prese di corrente vanno protette con dispositivi di sicurezza. Tenete lontano i bambini dai fili elettrici e dagli elettrodomestici in genere quando sono collegati alla rete elettrica. Gli oggetti che scottano (ferri da stiro, tostapane, forno) non devono essere alla portata dei piccoli. 5. Non lasciate mai soli i bambini in cucina: girate sempre il manico della pentola verso il muro e utilizzate i fornelli più interni. Fate attenzione ad oggetti incustoditi come fiammiferi ed accendini. 6. Conservate in luoghi inaccessibili ai bambini, possibilmente sotto chiave, medicinali, prodotti per la pulizia della casa, detersivi, insetticidi ed altre sostanze potenzialmente tossiche. Non scambiate mai i contenitori, travasando le sostanze in bottiglie non appropriate (acqua minerale, bevande, ecc.). 7. Attenzione agli oggetti e ai giocattoli con cui giocano i vostri figli. Gli oggetti con diametro inferiore a 4 cm sono facilmente ingeribili, specie dai bambini di età inferiore ai 4 anni (bottoni, spille, biglie, giochi smontabili, parti facilmente staccabili, monete). Molti oggetti vengono inalati entrando nei polmoni e provocano soffocamento. Acquistate giocattoli sicuri, certificati come conformi alla normativa CEE sulle etichette. Prestate attenzione agli oggetti taglienti (forbici, coltelli, lamette, vetri, porcellane), alle buste di plastica ed alle corde o lacci. I bambini, soprattutto quando dormono, non devono indossare catenelle, braccialetti, ciondoli. Non acquistate palloncini gonfiabili in lattice: a seguito della loro improvvisa rottura, pezzetti che si formano sono facilmente inalabili, se la rottura avviene in prossimità della bocca del bambino. 8. I bambini di età inferiore ai 10 anni devono viaggiare sul sedile posteriore dell'auto, sistemati sul loro seggiolino o supporto di sicurezza. Non bisogna mai far viaggiare un bambino sul sedile anteriore o sulle ginocchia di un adulto. 9. Illustrate ai bambini i pericoli della strada. Se possiedono un triciclo o una bicicletta accertatevi che vengano utilizzati in luoghi sicuri. Insegnate loro ad attraversare la strada e a rispettare la segnaletica stradale. 10. Tenete sempre a portata di mano il numero di telefono del vostro Pediatra e del Centro Antiveleni di riferimento della vostra regione. Consultateli anche se avete anche solo il dubbio che il vostro bambino abbia ingerito una sostanza potenzialmente tossica. Se conducete il vostro bambino al Pronto Soccorso portate con voi la confezione del medicinale o della sostanza che ha ingerito.