Manuale d`uso

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Manuale d`uso
Manuale d’uso
Chirurgia e Protesi
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Editoriale
rappresenta il bilancio di 23 anni d’applicazioni cliniche e 27 anni di ricerca e sviluppo confermati grazie
all’aiuto prezioso di laboratori di ricerca riconosciuti a livello internazionale.
La concezione dei nostri impianti si basa sulla triplice competenza di un’efficace e esperto team di implantologia:
Competenza tecnica e biomeccanica dei nostri ingegneri che permette di garantire la resistenza dei componenti
ed il loro adeguamento alle sollecitazioni orali attraverso moderni sistemi di simulazione.
Competenza biologica e fisiologica dei laboratori associati che consente di convalidare la capacità di
osteointegrazione dei nostri impianti.
Competenza clinica e pratica dei nostri consulenti medici odontoiatri e odontotecnici che assicurano
l’ergonomia dei nostri prodotti, la razionalizzazione delle nostre procedure e la definizione delle linee per i diversi
casi clinici incontrati.
Gli impianti Uneva+ si avvalgono delle più recenti e avanzate conoscenze scientifiche in merito ai trattamenti
implantari. Questo conferisce loro una capacità di ancoraggio ottimale con un elevato contatto nella zona corticale
più sollecitata.
Per far sì che possiate utilizzare al meglio gli impianti Uneva+, abbiamo realizzato questo manuale cercando di
essere il più professionale possibile. Vi invitiamo a leggerlo prestando la massima attenzione. Il minimo dettaglio ha
la sua importanza, sottolineando ancora di più la differenza che c’è fra il medico generico e lo specialista.
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Sommario
Avvertenze
p. 6
Informazioni generali
p. 7 a 9
Studio pre-implantare
p. 11 a 14
La procedura chirurgica
p. 15 a 37
PREFAZIONE
L’IMPIANTO UNEVA+
IL KIT
IL PROTOCOLLO
secondo il diametro dell’impianto
protocollo step by step
LA FASE DI GUARIGIONE
P. 16
P. 18
P. 22
P. 24
P. 26
P. 36
La tecnica per prendere l’impronta
p. 39 a 43
CON TRANSFER PICK-UP
CON TRANSFER POP-IN
CON TRANSFER POP-UP
P. 41
P. 42
P. 43
La procedura protesica
p. 45 a 70
PREFAZIONE
LA PROTESI CEMENTATA
su moncone avvitato
su moncone Direct Clip
LA PROTESI IN ZIRCONIO
su intefaccia Esthetibase
LA PROTESI AVVITATA
su moncone Tetra unitario
su moncone Tetra
LA PROTESI RIMOVIBILE
su attacchi O’Ring
Per più informazioni sugli impianti
P. 46
P. 47
P. 51
P. 57
P. 62
P. 63
P. 65
,
vi invitiamo a visitare il nostro sito internet completo,
www.etk.dental
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Avvertenze
Gli impianti
devono essere inseriti da un medico che abbia ricevuto una formazione sulle tecniche
dell’implantologia orale, e in condizioni di asepsi adeguate a questo tipo d’intervento.
Le seguenti istruzioni vi guideranno nello sviluppo delle varie fasi da attuare per realizzare i vostri trattamenti.
Contengono i consigli più accurati, ma non possono essere utilizzati come ricette, poiché ogni caso clinico ha la
sua particolarità.
Un gran numero di fattori agiscono in modo indipendente per il successo di un trattamento implantare. Spetta
al medico conoscerne i più rilevanti ed applicare la sua esperienza clinica. Il medico rimane l’unico responsabile
delle scelte e delle decisioni in merito alla fattibilità del trattamento, agli impianti, alle parti protesiche e ai materiali
utilizzati, alle impostazioni... Le spiegazioni tecniche e i casi clinici contenuti in questo manuale sono puramente
indicative e non possono dare luogo ad alcun reclamo.
Abbiamo prestato un’attenzione particolare alla concezione e alla realizzazione dei nostri prodotti; ci riserviamo
tuttavia il diritto di apportare modifiche o miglioramenti risultanti dai sviluppi tecnici del nostro sistema implantare.
Tutte le modifi che che hanno un’incidenza sul modo operatorio vi saranno segnalate. Secondo l’importanza di
questi cambiamenti, un nuovo manuale vi sarà dato. Un indice sul retro mostra la data di pubblicazione del vostro
manuale di chirurgia e permette di verificare di essere sempre in possesso degli ultimi aggiornamenti. Potete anche
trovare sul nostro sito internet l’attuale versione del manuale.
E’ vietata la riproduzione integrale o parziale e la diffusione dei contenuti di questa pubblicazione senza la preventiva
.
autorizzazione della società
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INFORMAZIONI
GENERALI
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Informazioni GENERALI
Indicazioni DEGLI IMPIANTI
Mancanza di ritenzione di una protesi rimovibile
Instabilità di una protesi rimovibile
Disagio funzionale con protesi rimovibile
Rifiuto psicologico di avere una protesi rimovibile
Abitudini para-funzionali che compromettono la
stabilità di una protesi rimovibile
Posizione e insufficiente numero di pilastri residui
Assenza di pilastri dentali per realizzare una protesi
fissa
Edentulia singola con denti adiacenti sani conservati
Agenesia dentale
Richiesta di una terapepia conservativa (rifiuto di
mutilazione dei denti sani)
Progettato per essere posizionato in due tempi chirurgici, può tuttavia venire chiuso con una vite di guarigione
per procedere in 1 tempo chirurgico. Il protocollo standard di riferimento per tutte le graduazioni dei nostri strumenti
e indicatori di profondità corrisponde all’inserimento dell’impianto fino al collo (l’esagono va posizionato a livello
crestale), al fine di localizzare la giunzione protesica al di sopra della cresta ossea e di assicurarne un miglior
controllo.
Indicazione specifiche degli impianti DI 6 MM DI LUNGHEZZA
Essendo ridotta la superficie di ancoraggio di questi impianti, vanno utilizzati solo nei casi seguenti:
come impianti complementari ad impianti più lunghi per un restauro plurale,
per supportare protesi complete, in caso di mandibola molto atrofizzata,
in siti implantari con una qualità ossea superiore al D4 secondo la classifica di Misch.
Controindicazioni DEGLI IMPIANTI
Controindicazioni assolute
I problemi medici gravi
I disturbi del metabolismo osseo
I disturbi emorragici non controllati
I disturbi di guarigione
I disturbi psicologici
I disturbi funzionali
Le cardiopatie a rischio
Paziente in periodo di crescita
Le patologie sistemiche (malattie endocrine,
xerostomia, allergia al titanio)
Le patologie infettive, ematologiche, immunitarie
(collasso dell’immuno-resistenza)
La dipendenza da alcool o medicinali
Un paziente poco cooperativo o motivato
L’età del paziente (paziente giovane in periodo di
crescità)
Una scarsa igiene del paziente
Controindicazioni relative
Pazienti in terapia di anticoagulante / diatesi
emorragica
Un volume e/o una qualità ossea insufficienti
Un’ igiene orale insufficiente
Disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare
Una distanza interocclusale insufficiente
La necessità di realizzare un “sinus-lift” con
l’impianto
Un paziente a rischio (paziente irradiato, bruxomane,
con parodontite, fumatore)
Garanzia
In caso di mancata osteointegrazione, vi chiediamo di informarne il vostro consulente commerciale in modo che
possiamo analizzare le cause di questo fallimento e proporre le necessarie soluzioni.
Un cambio può avvenire in caso di prodotto difettoso; se il fallimento è causato da analisi cliniche sbagliate, da un
protocollo operatorio non adatto a questo caso, dall’utilizzazione di frese consumate o qualsiasi altro motivo
indipendente dalla qualità dei nostri prodotti, la garanzia non potrà essere presa in considerazione.
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Imballaggio DEI COMPONENTI
Sterilità e regole d’asepsi
La maggior parte dei nostri componenti sono
sterilizzati e quindi utilizzabili appena consegnati. Un
bollino rosso testimone indica la sterilità effettiva dei
componenti sul loro imballaggio. La sterilità è garantita
per 5 anni (a partire dalla data di sterilizzazione dopo
imballaggio completo dei nostri prodotti). Una data di
scadenza è indicata sull’imballaggio.
Solo una confezione intatta garantisce la sterilità
dei prodotti. Non utilizzare impianti con l’imballaggio
danneggiato o aperto prematuramente.
I nostri prodotti sono stati progettati in modo tale
che la loro manipolazione permetta di mantenerli sterili.
Quindi è importante manipolarli con precisione per
Impianti
x
Vite di copertura
(fornita con l’impianto)
x
Non sterile
x
Frese
Produzione
Conservare al riparo dei raggi solari
!
Attenzione vedere foglio illustrativo
Euroteknika
Made in France
Data di produzione
natea
!
ø
NATEA+ Implant ø 41 42 Lg 12 mm
X 12
Implant NATEA+Ø 06 41
42 Lg 12 mm
UHDP 06 62 120
(Titane)
Ref
Conservare in luogo asciutto
Conforme alle direttive europee relative
ai dispositivi medicali 93/42 CEE
Utilizzare entro il
NIDP 41 42 120
Non utilizzare in caso di imballaggio danneggiato
Ø 06 X 12
UHDP 06 62 120
Ø 06 X 12
UHDP 06 62 120
SB1210121863
2012.10
2017.10
Consultare il manuale d’uso
Sterilizzato con il metodo di irradiazone
0499
I nostri impianti sono forniti
con 2 etichette principali più
una che si possono scollare
e che indicano chiaramente
la marca, l’articolo e il
numero del lotto (quindi 3
etichette):
2 etichette per la cartella
clinica del chirurgo che ha
inserito gli impianti
1 etichetta per il paziente
Sterile
Un codice QR per un semplice e
rapido accesso al manuale d’utilizzo
Lot
Batch
Etichette
non compromettere le condizioni d’igiene nei protocolli
implantari.
I componenti e lo strumentario consegnati non sterili
utilizzati per il trattamento implantare devono essere
decontaminati secondo un processo convalidato, e
sterilizzati in studio.
Codice del prodotto
Non riutizzare
25kGy mini.
Numero di serie
Non risterilizzare
Stoccaggio DEI COMPONENTI
Gli impianti devono essere conservati in un luogo pulito, secco e fresco.
Precauzioni D’USO
Si raccomanda di disporre di certo numero di
impianti con i principali diametri e più lunghezze. È
essenziale poter modificare la scelta dell’impianto
durante l’intervento, o sostituire un impianto sporco per
qualsiasi motivo, in certi casi mettere un impianto in più
per garantire il trattamento sul lungo termine.
Consigliamo di utilizzare un filo sugli strumenti in
modo di evitare la caduta accidentale degli strumenti
nella gola del paziente.
È imperativo preparare il sito implantare con gli
strumenti
presentati in questo manuale.
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STUDIO
PRE-IMPLANTARE
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Studio PRE-IMPLANTARE
Necessario per valutare la fattibilità del trattamento implantare e determinare
il piano di trattamento.
Fattibilità del trattamento IMPLANTARE
Questo studio si basa su diversi elementi
Un questionario paziente per individuare eventuali
problemi di salute / farmaci, che potrebbero avere
un impatto sul successo del trattamento, il consumo
di alcool, tabacco o droghe, l’igiene generale della
bocca...
Un esame orale per valutare l’apertura della bocca,
il sorriso del paziente (è un sorriso gengivale?), le
altezze delle corone, il volume osseo disponibile, il tipo
d’occlusione...
Esami biologici (glicemia)
Una cartella radiologica completa per valutare i
volumi ossei disponibili.
Dei modelli di studio completi con le due arcate in
occlusione.
Un trattamento implantare non potrà essere avviato
prima del risanamento totale di tutti i focolai infettivi del
paziente.
Guida per la scelta DEGLI IMPIANTI
Volume osseo disponibile
Densità ossea
Nel senso mesio distale
Utilizzare impianti più larghi nell’osso di di scarsa
densità per compensare la perdita di superficie di
contatto osso/impianto.
Nel senso vestibolo-palatale-linguale
Lasciare, se possibile, da 1,5 a 2 mm di spessore di
osso attorno alle facce vestibolari, palatali e linguali.
Lunghezza minima
raccomandata
Qualità ossea
Prevedere 2 mm tra le spire di un impianto e i denti
naturali adiacenti.
Prevedere 3 mm tra le spire di due impianti adiacenti.
Prevedere lo spazio necessario per i colli degli
impianti.
D1
6 - 8 mm
D2
10 mm
D3
12 mm
D4
12 mm
Classificazione delle strutture ossee*
1: osso compatto di densità molto elevata
2: osso corticale spesso che circonda una spongiosa
densa
3: strato sottile d’osso corticale che include un’importante
quantità di trabecole (spongiosa densa)
4: strato sottile di osso corticale circondante un’ importante
quantità di trabecole lasse (scarsa densità)
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A: osso alveolare residuo sufficiente
B: riassorbimento moderato della cresta alveolare
C: riassorbimento importante della cresta
D: inizio di riassorbimento dell’osso basale
E: riassorbimento importante dell’osso basale
* Misch, (1998) Lekholm et Zarb (1985), Classification of partially
edentulous arches for implant dentistry.
Mascellare
Legenda
Impianto Ø 3,6
< Ø impianto
Impianto Ø 4,1
Impianto Ø 4,8
Impianto Ø 6
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8
8
5
9
5
5
5.5
5
5.5
5
7.5
4
3.5
Dimensione
mesio distale
< dei denti del
mascellare
Dimensione
< mesio distale
dei denti della
mandibola
< Ø impianto
Mandibola
Dimensioni della corona e carichi occlusali
SI
NO
SI
La piattaforma dell’impianto deve essere idealmente
leggermente inferiore rispetto al dente protesico per ottenere
un profilo svasato dei tessuti molli e l’emergenza della protesi. il
rapporto altezza corona clinica/lunghezza impianto sarà sempre a
favore dell’impianto.
La sostituzione di un molare può essere effettuata sia con
2 impianti di piccolo diametro, sia con un impianto di grosso
diametro in modo che le cuspidi si trovino lungo l’asse
implantare (migliore distribuzione delle forze sull’osso).
8
8
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8
Studio PRE-IMPLANTARE
Utilizzo DEI LUCIDI DI CHIRURGIA
Per aiutarvi nella scelta dell’impianto, in termini di lunghezza e di diametro,
ha sviluppato dei lucidi di chirurgia
che riproducono le varie dimensioni degli impianti. Gli impianti sono rappresentati in scala 1:1, 1.3:1 e 1.7:1 (questi
ingrandimenti corrispondono ai formati più utilizzati dai dispositivi di imaging medicale: radiografie endorali, OPT,
TC, cone beam).
Quando il professionista conosce il preciso ingrandimento della sua radiografia preoperatoria e se l’ingrandimento
è di 1:1, 1.3:1 o 1.7:1, può, mediante semplice sovrapposizione della lastra trasparente, determinare quale tipo di
impianto integrare nel volume che è disponibile (lucido con la scala 1:01 per un ingrandimento di 1:1, trasparente
con la scala di 1.3:1 per un ingrandimento di 1.3:1 lucido con scala di 1.7:1 per un ingrandimento di 1.7:1 della
radiografia).
Quando il fattore di scala non è conosciuto con precisione e per evitare errori di ingrandimento, si può inserire
nella bocca un oggetto di dimensioni note prima di eseguire la radiografia. Sarà più semplice fare il calcolo e quindi
determinare l’ingrandimento corretto.
ingrandimento =
dimensioni dell’oggetto di riferimento sulla radiografia
dimensioni reali del’oggetto di riferimento
La dimensione effettiva dell’oggetto deve essere conosciuta con una precisione di ± 15μm. L’oggetto di riferimento
deve essere messo in bocca sullo stesso piano del piano osseo di cui vogliamo determinare il volume. Si farà
particolare attenzione ad evitare che il paziente ingoi questo oggetto (si potrebbe ad esempio mettere questo
elemento nel materiale da impronta da far mordere al paziente o collegarlo ad un filo se la forma dell’oggetto lo
permette).
In ogni caso, se l’ingrandimento è diverso da 1:1, 1.3:1 o 1.7:1, non è possibile utilizzare i lucidi chirurgici
il volume di osso disponibile può essere determinato attraverso calcoli di proporzionalità.
<b>
, ma
In questa fase di studio pre implantare, il medico deve anche eseguire una pianificazione protesica. Infatti, la
pianificazione protesica e la pianificazione chirurgica sono strettamente collegate, qualsiasi variazione dell’una ha
un impatto sull’altra. Il numero, diametro, la lunghezza, la posizione e l’orientamento degli impianti devono essere
stabiliti in questa fase, a seconda della riabilitazione protesica desiderata.
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PROCEDURA
CHIRURGICA
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Procedura CHIRURGICA
Prefazione
Avvertenza
La pianificazione del trattamento e l’inserimento di impianti dentali richiedono valutazioni specifiche. Vi è consigliato
di seguire delle formazioni pratiche al fine di acquisire le tecniche idonee, incluso in materia di criteri bio-meccanici
e di valutazione radiografica.
Delle tecniche inadeguate, sia a livello dell’inserimento dell’impianto che del restauro protesico, possono indurre
un fallimento dell’impianto e una perdita sostanziale dell’osso circondante. Le procedure di foraggio per la posa
dell’impianto riferiscono ad un sistema specifico di misura di profondità di fresa e a dei punti di riferimento unici per
ogni sistema.
Il dottore deve consultare il manuale che corrisponde alla descrizione del sistema di misura proprio al prodotto
utilizzato prima di procedere alla sua attuazione sul paziente. Ad ogni sistema d’impianto corrispondono delle
caratteristiche di misura specifiche. Il chirurgo deve essere familiarizzato con il sistema di misura utilizzato al fine
di poter valutare i margini di sicurezza appropriate rispetto alle strutture anatomiche adiacenti. Il non rispetto delle
misure possono causare lesioni permanenti.
Ogni sistema implantare possiede delle caratteristiche di concezione specifiche. La combinazione di componenti
non compatibili può provocare dei problemi tecnici, dei danni tissulari o dei risultati non soddisfacenti sul piano
clinico e estetico.
Per tutti gli impianti
, la preparazione del sito implantare
viene effettuata in 3 fasi distinte:
1. Preparazione iniziale del sito implantare (marcatura dell’osso e fresatura iniziale)
2. Calibrazione del sito implantare (svasamenti, fresature e/o maschiature)
3. Inserimento dell’impianto (prensione, avvitamento, stabilizzazione e sutura)
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Precauzioni d’uso
Per ogni procedura chirurgica, le seguenti raccomandazioni verranno osservate e rispettate:
Accertatevi di avere a disposizione una quantità sufficiente di impianti e di strumenti di ricambio sterili
Tutti gli strumenti devono essere sterili, completi, verificati e funzionali, specie gli strumenti di misura (calibrati
e/o tarati secondo le raccomandazioni dei fabbricanti) e gli strumenti taglianti (con un basso livello di usura: non
più di 10 utilizzi).
Tutti i componenti riutilizzabili devono essere pre-disinfettati, sterilizzati, puliti, disinfettati e sterilizzati prima del
primo e dopo ogni intervento.
Tutti i componenti mono uso consegnati non sterili devono essere imperativamente puliti, disinfettati e sterilizzati
prima di essere utilizzati nella bocca del paziente. L’utilizzo di un termo-disinfettore e di un’autoclave di classe B è
possibile con tutti i componenti fuori dal loro imballaggio di origine in una busta adatta secondo le raccomandazioni
dei fabbricanti.
Nel caso di componenti di plastica o di ceramica, sempre disinfettare e sterilizzare a freddo con CLOREXIDINA.
I prodotti consegnati sterili (da radiazione gamma) non vanno essere ri-sterilizzati é per uso singolo.
Rispettare le parti sterili degli imballaggi al momento della loro apertura e mettere il contenuto su un telo sterile.
Rispettare la data di scadenza del prodotto.
Per gli acciai inossidabili, l’utilizzo di ipoclorito di sodio (candeggina) è assolutamente vietato: rischio elevato di
corrosione.
Rispettare le varie combinazioni di materiali trattati al momento della pulizia e della decontaminazione al fine di
non deteriorare o danneggiare i componenti.
Soluzioni detergenti e disinfettanti devono essere di ph neutro o debolmente alcalino.
Tutte le preparazioni del sito implantare con la strumentazione tagliante col manipolo deve avvenire con irrigazione
costante al siero fisiologico (NaCI) sterile.
Rispettare le velocità di rotazione e/o le coppie di serraggio indicate per limitare i rischi di lesione dei tessuti e
la deteriorazione dei dispositivi.
Rispettare le sequenze degli strumenti raccomandate con un controllo permanente delle profondità e degli assi
implantari secondo il restauro protesico.
Cercare di minimizzare i traumatismi termici e chirurgici e di eliminare ogni contaminante e fonte d’infezione che
potrebbe compromettere l’osteointegrazione o il risultato estetico.
Essere prudente con le manipolazioni dei componenti implantari e degli strumenti relativamente ai rischi di
caduta nella bocca o fuori dal telo sterile, a causa della loro dimensione ridotta. Verificare la loro corretta prensione
con gli strumenti di manipolazione.
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Procedura CHIRURGICA
L’IMPIANTO UNEVA+
Caratteristiche
Indicazioni
L’impianto Uneva+ è destinato al trattamento delle
edentulie parziali o totali sia a livello mandibolare che
mascellare.
Va posizionato a livello crestale.
Ø 4.1 - 4.2 - 4.9
Sovracrestale
0,4 a 0,6 mm
secondo i Ø
Lunghezza sabbiata e mordenzata
Microfilettatura
2,9 mm
Codici
Consegnati con una
vite di copertura.
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Lunghezza
6 mm
8 mm
10 mm
12 mm
14 mm
Ø 3.6
Ø 4.1
Passo
1,60 mm
Ø 4.8
UHDP 48 49 060
UHDP 36 41 080 UHDP 41 41 080 UHDP 48 49 080
UHDP 36 41 100 UHDP 41 41 100 UHDP 48 49 100
UHDP 36 41 120 UHDP 41 41 120 UHDP 48 49 120
UHDP 36 41 140 UHDP 41 41 140 UHDP 48 49 140
Presa diretta dell’impianto al mandrino
Permette di risparmiare tempo durante la chirurgia.
Facilita la visibilità del livello di inserimento.
Informa sull’altezza gengivale.
Facilita la visibilità sull’orientamento della
connessione.
Compatibilità Bränemark RP
Questa connessione è disponibile sugli impianti Ø 3.6 - Ø 4.1 e Ø 4.8.
La piattaforma A consente di utilizzare gli elementi prostetici delle piattaforme NP e RP per ottenere un
assemblaggio del tipo “platform switching”
Impianti ø 3.6 - 4.1
Impianti ø 4.8
A
B
2.7 mm
2.7 mm
0.7 mm
0.7 mm
0.4 mm
0.5 mm
Altezza totale
della
connessione
= 1.2 mm
Spalla protesica
Sugli impianti Ø 4.8, un bordo conico permette di aumentare
l’altezza della connessione del pilastro, conferendogli una
grande stabilità.
Migliore ripartizione degli sforzi.
Centratura della parte protesica.
Tenuta stagna del gap protesico garantita.
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Superficie
Emergenza switching
La connessione tra impianto e protesi non è lineare
ma presenta una concavità che agisce come una
camera di sviluppo del tessuto connettivo. Essa
conferisce vari vantaggi:
Stabilità dei tessuti molli
Protezione dei tessuti parodontali
La concavità aumenta la lunghezza dell’interfaccia
tra il moncone e il tessuto connettivo. Così, i tre
millimetri di spazio biologico necessari per proteggere
l’osso ed isolarlo dalla cavità buccale si ottengono
su una curva (A) anziché su una linea (B). Si ottiene
pertanto una barriera biologica più efficace nonostante
la ridotta distanza fra il margine della corona e l’osso
(B).
La concavità formata dalla giunzione protesica permette
di isolare i tessuti infiammati dalla cresta ossea (vedere
disegno 2). Richard J. Lazzara, Stephan S. Poter (PDR,
volume 26 n°1, 2006).
Assemblaggio del tipo
«piattaforma switching»
su protesi cementata
Assemblaggio
lineare classico
Procedura CHIRURGICA
A B
esposta
B
A>B
A
C
C = distanza
corona / osso
A / B = superficie
per attacco mucoso
Fig. 1
Zona infiammata
allontanata dall’osso
Gengiva sana a contatto con
l’osso
Fig. 2
Microfilettatura esclusiva
Ancoraggio meccanico dell’impianto che aumenta
la sua stabilità nella zona critica, rappresentata dal
collo endo-osseo, sottoposto alle forze masticatorie
maggiori,
Sovradimensionamento che conferisce una
resistenza maggiore alle forze di taglio,
Sincronicità con la filettatura principale in modo tale
di non danneggiare l’osso quando lo segue,
Concezione unica a sestupla entrata che
permette di garantire l’ancoraggio della microfilettatura
in un’impronta precisa, calibrata, omotetica e non
danneggiata,
Continuità tra la microfilettatura, le sporgenze e
la macrofilettatura per una migliore ripartizione delle
sollecitazioni lungo all’impianto.
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Inserzione
attiva della
microfilettatura
nella zona
corticale
Primo letto
osseo realizzato
dalla filettatura
principale
Un collo conico per una stabilità
primaria garantita con un appoggio
corticale
Stabilizzazione dell’impianto nonostante una scarsa
densità ossea apicale.
Controllo dell’inserimento dell’impianto per una
stabilita primaria garantita.
Doppia filettatura
Permette un avvitamento più rapido dell’impianto.
Permette di ridurre il riscaldamento dell’osso
durante l’avvitamento.
Una sporgenza centrale tra i filetti
Aumenta il contatto osso-impianto per favorire
l’osteogenesi. La ricostruzione cellulare è attivata da
questo cambio di geometria.
Una filettatura a V asimmetrica
La filettatura stimola direttamente « la superficie di
contatto » dell’impianto.
Permette una migliore ripartizione delle forze
occlusali.
Apice atraumatico e arrotondato
Un intaglio più vicino all’apice per migliorare l’effetto
auto-maschiante delle spire.
Una partenza delle spire dall’apice per un’elevata
capacità auto-maschiante dell’impianto e un miglior
ancoraggio apicale.
Un utilizzo in sicurezza nelle zone a rischio (seno,
nervo dentale...)
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Procedura CHIRURGICA
KIT CHIRURGICO
Nella realizzazione del sito impiantare bisogna
raggiungere due obbiettivi:
Un dimensionamento corretto del sito per ottenere
una buona stabilità primaria dell’impianto, condizione
essenziale per l’osteointegrazione.
Un riscaldamento minimo per evitare la necrosi
ossea irreversibile. La preparazione del sito sarà
realizzata con irrigazione esterna costante di cloruro di
sodio 0,9%. La soglia critica di riscaldamento è 47 ° C
per 1 min. A 50 ° C, la necrosi è irreversibile.
L’ottenimento di un sito perfettamente calibrato che
garantisce una buona tenuta stagna.
Gli strumenti sono inseriti nel kit chirurgico
secondo il loro ordine di utilizzo illustrato. I numeri
indicano gli step principali di ogni sequenza.
AVVERTENZE
Conviene scegliere le parti protesiche prima di fresare
i siti implantari, in modo che sia la scelta protesica a
guidare il posizionamento degli impianti.
ATTENZIONE
Al di là della qualità dell’irrigazione, conviene utilizzare
frese il cui potere di taglio non è stato alterato da una
serie eccessiva di passaggi.
Organizer DI CHIRURGIA
Permette di preparare e di posizionare
nell’ordine di utilizzo gli strumenti e gli
impianti necessari alla sua chirurgia.
Cod. CSC 7 20 - Consegnato vuoto
3. Presa dell’impianto
2. Apertura della
confezione con l’impianto
Prima sequenza di frese
Seconda sequenza di frese
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Kit di chirurgia
Cod. UCPT 00
Questo kit offre tutti gli strumenti necessari all’applicazione del protocollo e alla gestione di tutte le densità di osso.
Postazioni liberi supplementari per
poter inserire gli chiavi o mandrini
specifici necessari all’inserimento degli
impianti Uneva+.
Contenuto:
• Fresa puntale Ø 1.5 - 2.2
• Frese iniziali Ø 2.2 lunghezze:
6, 8, 10, 12, 14 mm
• Fresa graduata Ø 2.2 - 2.8 lunga & corta
• Fresa graduata Ø 2.8 - 3.3 lunga & corta
• Fresa graduata Ø 3.3 - 3.8 lunga & corta
• Fresa graduata Ø 3.8 - 4.3 lunga & corta
• Frese corticali:
Ø 3.6 / 4.1 / 4.8
• Maschiatori:
Ø 3.6 / 4.1 / 4.8
• Sonda di profondità Ø 2.2
• Sonda di parallelismo Ø 2.2
• Parallelizzatori di impianto
• Chiavi di presa diretta corta, media e lunga
• Mandrino di presa diretta corta e lunga
• Chiavi esagonali esterne corta, media e lunga
• Mandrini esagonali esterne corto e lungo
• Estensione del mandrino
• Chiave a cricchetto
• Semplice e compatto.
• Un formato ridotto per guadagnare posto sul telo sterile e nell’autoclave.
• Indicazioni intuitive delle sequenze grazie alla presentazione degli strumenti in ordine d’utilizzo.
• Codificazione colore sia dell’alloggio che delle frese secondo il diametro degli impianti.
23
Procedura CHIRURGICA
Fresa puntale Ø 1.5 - 2.2
PROTOCOLLO
1200 giri/min
1200 giri/min
Fresa Ø 2.2 con stop
SECONDO IL DIAMETRO DELL’IMPIANTO E LA DENSITÀ OSSEA
IMPIANTO Ø 3.6
IMPIANTO Ø 4.1
Lunghezza 8 - 10 - 12 - 14 mm
Lunghezza 6 - 8 - 10 - 12 - 14 mm
D4
Ø 2.2 / 2.8
D2/D3
Ø 2.8 / 3.3
D1
Ø 2.8 / 3.3
D4
Ø 2.8 / 3.3
*
FRESA
2
FRESA CORTICALE
1
D2/D3
Ø 3.3 / 3.8
D1
Ø 3.3 / 3.8
*
3
4
4
4
800 giri/min
800 giri/min
800 giri/min
Ø 3 / 3.6
Ø 3 / 3.6
Ø 3 / 3.6
7
7
7
400 giri/min
400 giri/min
400 giri/min
800 giri/min
Ø 3.5 / 4.1
7
400 giri/min
5
5
800 giri/min
800 giri/min
Ø 3.5 / 4.1 Ø 3.5 / 4.1
7
7
400 giri/min
400 giri/min
Ø 4.1
IN SOSTITUZIONE
MASCHIATORE
FRESA
PER D1
OPZIONALE
Ø 3.6
8
8
25 giri/min
Ø 3.6
Ø 3.6
Ø 3.6
25 giri/min
Ø 4.1
da 15 a 25 giri/min
Esempio di posizionamento
per
un
impianto
lungo
10 mm, applicabile sulle altre
lunghezze.
24
* : Fresatura parziale per adattare
la preparazione del letto implantare,
permette di ottimizzare la stabilità
primaria secondo la densità ossea.
Ø 4.1
Ø 4.1
IMPIANTO Ø 4.8
Lunghezza 6 - 8 - 10 - 12 - 14 mm
D4
Ø 3.8 / 4.3
D2/D3
D1
Ø 3.8 / 4.3 Ø 3.8 / 4.3
*
6
6
6
600 giri/min
600 giri/min
600 giri/min
Ø 4.2 / 4.8 Ø 4.2 / 4.8 Ø 4.2 / 4.8
7
7
400 giri/min
7
400 giri/min
400 giri/min
Ø 4.8
8
25 giri/min
Ø 4.8
Ø 4.8
Ø 4.8
25
Procedura CHIRURGICA
PROTOCOLLO STEP BY STEP
1
Preparazione DEL SITO IMPLANTARE
Preparazione del sito implantare attraverso un’incisione
crestale della gengiva. Sollevare il lembo mucoperiosteo
attaccato sul lato linguale.
Le incisioni di scarico nella mucosa sono realizzate su
uno spessore parziale. Lo scopo è quello di vedere le
radici adiacenti aggirando la papilla per conservarla.
Quando si lavora sull’arcata completa, realizzare
l’incisione in centro all’arcata.
L’incisione crestale è spesso spostata in direzione palatale
quando la quantità di gengiva attaccata vestibolare è
insufficiente.
ATTENZIONE
Lasciare uno spazio minimo intorno agli impianti
secondo le norme comunemente ammesse in
implantologia.
Nel senso vestibolo-linguale o palatale: lasciare 1,5
a 2 mm di spessore d’osso.
Nel senso mesio-distale: lasciare 2 mm fra le spire
dell’impianto e un dente naturale adiacente e 3 mm tra le
spire di 2 impianti.
Bisogna tenere conto della della testa per la distanza
tra gli impianti. Dei perni specifici permettono di
previsualizzare il collo dell’impianto.
Lasciare lo spazio necessario tra i colli d’impianti:
Ø impianto
Ø collo
Schema 1
3,6
3,7
4,1
4,2
4,8
4,9
La spalla di Ø 3,9 dei perni di parallelismo permette
in anteprima di previsualizzare lo spazio tra gli impianti
adiacenti, lasciando uno spazio sufficiente tra di loro.
Ø 1,8 mm
5
mm
Ø 2.2
2
Ø collo
3.9
Ø 1.5
angolo di
taglio 90°
Marcatura DELL’OSSO
Impostare la velocità del motore da 1000 a 1200 giri / min in
base alla qualità dell’osso, avviando contemporaneamente
l’irrigazione. Individuare visivamente il sito o i siti implantari.
La marcatura dell’osso è realizzata con una fresa puntale di
diametro 1.5 mm, più efficace di una fresa a pallina. Questa
è dotata di una punta a 90° che le permette di passare
agevolmente la corticale. La sua parte superiore, che
misura 2.2 millimetri di diametro, serve di pilota per la fresa
successiva.
Questo primo foro realizza un letto di 5 mm di
profondità, permettendo flessibilità nelle correzioni
assiali, se necessario.
Dopo l’utilizzo, mettere la fresa in un contenitore in acciaio
inox riempito con una soluzione fisiologica.
In caso di più impianti nello stesso settore, occorre
individuare i siti adiacenti rispettando le regole di
spazio elencate qui sopra.
26
Ø 2,2 mm
3
Controllo degli assi
DEI LETTI IMPLANTARI
Controllare l’asse del primo foro realizzato osservando
l’orientamento della fresa, o inserendo nel foro il perno
di parallelismo dal lato più sottile.
4
Prima FRESA
Scelta della lunghezza
della fresa Ø 2,2 mm
La fresa preparatoria permette
di determinare l’asse e la profondità del letto implantare.
2.2
ATTENZIONE
Le frese Ø 2,2 mm Uneva+
sono frese con stop.
Esistono 5 lunghezze:
6 – 8 – 10 – 12 – 14 mm.
L
L’estremità arrotondata dell’impianto
non si inserisce completamente nel
fondo del pozzo creato dalla fresa. Il letto
ottenuto è leggermente più profondo
della lunghezza dell’impianto. In questo
modo si evita una compressione
apicale e si garantisce la tenuta del sito
dall’appoggio del collo dell’impianto
nella zona corticale.
L: lunghezza
dell’impianto L
Eseguire la fresatura, con costante irrigazione esterna
di cloruro di sodio, ad una velocità compresa tra 1000
e 1200 giri / min secondo la qualità dell’osso. La
progressione della fresa deve avvenire senza forzare.
Se non è il caso, ciò significa che dei frammenti
di tessuto osseo non sono evacuati. Un semplice
movimento di vai e vieni ben controllato per non
ovalizzare il sito consentirà la progressione più agevole
delle frese. Questo movimento non richiede l’inversione
di rotazione del motore. Se la fresa si blocca, può
essere sbloccata invertendo il senso di rotazione del
motore.
!
10
L=10
Asse
Preferire una perforazione per quanto possibile
leggermente palatale o linguale perché il riassorbimento
osseo è più importante sul versante vestibolare. Questo
posizionamento permetterà inoltre di posizionare
l’emergenza dell’impianto senza ricorrere ad una
correzione dell’asse della protesi avvitata.
Ricordarsi di effettuare la correzione assiale a questa
fase, se necessario. Grazie alla fresa utilizzata in
precedenza, la fresa diam. 2.2 è perfettamente centrata e
guidata per l’ingresso del letto.
27
Procedura CHIRURGICA
Protocollo STEP BY STEP
5
Controllo PROFONDITÀ
Controllare la profondità del sito
utilizzando il misuratore di profondità
graduato di Ø 2,2 mm. L’indicatore di
profondità così posizionato può anche
consentire di controllare un flusso
emorragico.
6
La parte apicale del misuatore angolato consente
anche di verificare lo stato (fenestrazione) del pozzo
implantare
8 mm
Ø 2.2
10 mm
12 mm
14 mm
16 mm
Controllo degli assi DEI LETTI IMPLANTARI
Inserire la parte più fine del perno di parallelismo
nel sito implantare per verificare gli assi d’emergenza
degli impianti. I perni così posizionati possono anche
consentire di controllare una piccola emorragia ossea
7
Recupero DELL’OSSO
Vi consigliamo di recuperare i frammenti di osso di ogni
fresatura per potere rimediare ad eventuali difetti ossei,
o migliorare i contorni di una cresta irregolare. Il volume
di tessuto osseo così ricuperato è nella maggior parte
dei casi sufficiente per correggere lievi difetti. Ciò evita
eventuali
8
Fresature SUCCESSIVE
Utilizzare gli schemi in pagina 28 e 29 per determinare
la sequenza di passaggio delle frese per ogni diametro
d’impianto selezionato, e addatale il letto implantare
alla qualità ossea del sito (vedere pagina 34).
Durante la fresatura, accertarsi che l’osso sanguini.
In caso contrario, raschiare un pò l’osso per farlo
sanguinare. In assenza di vascolarizzazione, è preferibile
richiudere e aspettare una rivascolarizzazione. Eseguire
la fresatura ad una velocità compresa tra
600 e 800 giri / min.
28
innesti ossei e i frammenti non avranno bisogno di essere
stabilizzati se il difetto comporta più pareti. L’osso così
recuperato deve essere privo di contaminazione e
gestito nelle stesse condizioni asettiche dell’impianto.
Stops
Per una chirurgia sicura, si possono montare su queste frese degli stop rimovibili che corrispondono alla lunghezza
dell’impianto da inserire.
Degli stop sterilizzabili sono forniti nel kit. Per ogni diametro di fresa terminale (dia 3 - 3,5 - 4,2) corrisponde uno
stop specifico.
Gli stop vanno presi direttamente sulle frese già
montate sul contrangolo.
Controllare l’allineamento della fine dello stop con la
graduazione sulla fresa. Controllare che lo stop sia
fissato bene sulla fresa. Dopo molti passaggi, può
capitare che gli stop abbiano meno ritenzione sulle sulle
frese; basta serrare le lamelle degli stop per ritrovare la
qualità di clip di origine.
Per rimuovere lo stop, introdurre la chiave di montaggio
sugli stop nella scanalatura dello stop e spingere lo
stop verso l’estremità della fresa.
1 Montaggio dello stop
p
Sto
2 Stop in posizione
(Clic !)
Dopo utilizzo, le frese vanno messe in un contenitore in
acciaio inox riempito con soluzione fisiologica.
Se desiderate lavorare senza stop, potete aiutarvi delle
graduazioni sulla fresa.
3.5
In un osso D2 - D3, le frese vengono utilizzate ad una
velocità compresa tra 600 et 800 giri/min secondo il
loro diametro. La velocità piu lenta è riservata alle frese
più larghe. In osso D1, impostare una velocità più lenta
tra 300 e 800 giri/min. Le frese devono lavorare sotto
irrigazione costante.
Fig.1
Impianto
L = 12
L
Stop 12 mm
12
10
8
6
l = 12
29
Procedura CHIRURGICA
Protocollo STEP BY STEP
Maschiatura
Quest’operazione è necessaria per osseo tipo D1.
propone dei maschiatori la cui parte attiva è ridotta a
poche spire; così che man mano che sono formati,
i filetti realizzati nel pozzo osseo perdono subito il
contatto con la parte attiva del maschiatore e saranno
ri-percorsi solo al momento del ritiro del maschiatore.
I maschiatori devono essere utilizzati sia con un
contrangolo alla velocità di 15 a 20 giri / min.
10
Indicatori DI PROFONDITÀ
Photo: Dott. Marc Beaumont (Francia)
Calibrati al diametro finale 2.2, permettono un
controllo della profondità del pozzo. Sono graduati
come le frese, vale a dire da 2 mm in 2 mm,
da 6 a 18 mm.
11 Passaggio DELLA FRESA
CORTICALE
Passare la fresa corticale dopo la fresa cilindrica
rispettando il protocollo e la densità ossea (p. 28-29);
la velocità del motore deve essere da 300 a
400 giri/ min al massimo.
Utilizzare la fresa corticale dello stesso colore del
diametro dell’impianto.
Questo passaggio è obbligatorio in tutti i casi, qualunque sia
la durezza del tessuto osseo al fine di garantire l’appoggio
corticale in compressione del collo dell’impianto.
30
! Quando il misuratore è inserito nell’ osso, non si deve
vedere la tacca corrispondente alla lunghezza scelta.
12 Inserimento DELL’IMPIANTO
L’impianto può essere inserito manualmente o con il
contrangolo con la massima cura per evitare che tocchi
qualsiasi elemento non sterile prima dell’inserimento
nel sito osseo. Utilizzare la chiave o il mandrino portaimpianto. Dopo l’apertura del tubo, inserire l’estremità
della chiave o del mandrino direttamente nell’impianto
senza estrarlo dal tubo.
12.a Seguire le tappe seguenti per la prensione
dell’impianto:
Zona di
trasmissione della
coppia
Sistema di ritenzione
sull’esagono esterno
dell’impianto.
2.
1.
Tappa 1 - Allineare l’esagono del mandrino o della chiave
con l’esagono dell’impianto.
Tappa 2 - eseguire una rotazione del mandrino o della
chiave nel senso orario finché l’impianto non giri più nel
suo tubo (un dispositivo nel tubo consente di limitare la
rotazione dell’impianto quando viene preso).
Tappa 3 - Inserire il mandrino nell’impianto esercitando una
leggera pressione per catturare l’impianto (5N=500g).
a. La tacca di posizionamento sul mandrino non è
più visibile, il mandrino è posizionato correttamente.
a.
b. La tacca di posizionamento sul mandrino è
visibile, il mandrino non è orientato ne inserito. In
questo caso, tornare alla tappa 1.
ok
c. La tacca di posizionamento sul mandrino è
visibile, il mandrino non è orientato ne inserito. In
quel caso, tornare alla tappa 2.
Tappa 4 - Il mandrino è inserito correttamente
nell’impianto, esercitare una leggera rotazione nel senso
anti-orario e rimuovere delicatamente l’impianto dalla
confezione.
Tappa 5 - Portare l’impianto fino al sito ricevente e
posizionarlo all’imbocco del sito.
b.
c.
Nota: Prestare attenzione ai rischi di caduta dell’impianto
per terra o in bocca.
31
Procedura CHIRURGICA
Protocollo STEP BY STEP
12.b Per un inserimento al contrangolo, usare il
mandrino esagonale interno ad una velocità da 15 a
25 giri / min, in modo di controllare bene la discesa
dell’impianto.
L’inserimento al contrangolo consente di misurare la
coppia di inserimento dell’impianto e di apprezzare la
sua stabilità primaria. Consigliamo di inserire l’impianto
a 30N.cm per fare un carico posticipato e a 40N.cm
per fare un carico immediato o precoce. Non superare
i 60 N.cm di torque di inserimento.
Per non danneggiare la connessione dell’impianto,
è necessario verificare sistematicamente la corretta
inserzione dello strumento (vedere paragrafo 12.a –
pagina 36) ell’impianto prima di avvitare o di svitare.
In un osso D1 - D2
Per un osso D1 - D2, è raccomandato oltre l’avvitamento
dell’impianto con il contrangolo, completare con la
chiave a cricchetto o la chiave dinamometrica per
garantire un adeguato inserimento dell’impianto.
1
Avvitare con il
contrangolo
2
Finire il
avvitamento
con il cricchetto
32
12.c Nel caso di un inserimento manuale,
preavviamento dell’impianto è fatto con la chiave di
presa diretta. È fissato con la chiave a cricchetto, o
con la chiave dinamometrica. Si consiglia di testare la
stabilità primaria dell’impianto al fine dell’avvitamento
cercando di muoverlo. Se l’impianto è mobile, la
sua stabilità primaria è insufficiente e compromette
l’osteointegrazione; meglio toglierlo, e considerare
l’uso di un impianto con un diametro superiore, se
l’osso lo permette.
!
Evitare di applicare un torque di serraggio eccessivo
durante l’inserimento dell’impianto. Un serraggio
eccessivo può danneggiare la connessione dell’impianto
e produrre una compressione eccessiva dell’osso che
può compromettere l’osteointegrazione. In caso di elevata
resistenza, svitare leggermente l’impianto e poi proseguire
all’inserimento, o rimuovere l’impianto per rimetterlo nel
suo contenitore in titanio. Allargare poi il sito implantare in
base al protocollo.
12.d Posizionamento finale dell’impianto
- Per ottenere risultati estetici ottimali, posizionare
l’impianto sovracrestale al livello dell’osso vestibolare.
Utilizzare le marchiature di profondità sulla chiave o sul
mandrino, particolarmente utili se lavorate senza lembo.
L’indicatore angolato e i parallelizzatori possono anche
consentire di visualizzare l’altezza sovra-implantare.
2,5 mm
Ø 2,45
2 mm
3 mm
4 mm
5 mm
6 mm
7 mm
8 mm
9 mm
10 mm
- Al momento del posizionamento dell’impianto,
allineare una delle facce dell’esagono della chiave o del
mandrino parallelamente alla parete vestibolare, quello
che garantisce che uno dei lati piatti dell’esagono
dell’impianto sia parallelo al lato buccale, in maniera
da orientare gli elementi protesici dal lato vestibolare
in modo ottimale.
12.e Rimuovere il mandrino di presa diretta
- Per rimuovere il mandrino di presa diretta, ruotarlo
leggermente in senso antiorario prima di estrarlo
PIATTO VESTIBOLARE
33
Procedura CHIRURGICA
Protocollo STEP BY STEP
13 Protezione DELLA CONNESSIONE
È assicurata:
Sia da una vite di copertura in caso di una
chirurgia in 2 tempi.
La vite è fornita con l’impianto; si trova nel tappo e sarà
messa sull’impianto utilizzando la chiave esagonale
esterna a 10N.cm. In questo caso il sito sarà suturato
senza tensione sui lembi per evitare un’opercolizzazione.
Punti semplici ogni 2 mm saranno eseguiti stringendoli
bene. Se il paziente ha una protesi mobile, si consiglia
di svuotare l’interno della protesi e di riempirlo con una
resina morbida.
14
Osteointegrazione
Il periodo normale di attesa per ottenere una buona
osteointegrazione è:
- 3 mesi alla mandibola
- 6 mesi al mascellare superiore dovuto ad una qualità
ossea più morbida.
Il medico deve definire questo periodo tenendo conto
della qualità ossea, la stabilità primaria dell’impianto e
il piano protesico.
In certi casi, il medico può decidere di connettere
i
componenti
protesici
senza
aspettare
l’osteointegrazione dell’impianto.
!
Sia da un moncone di guarigione, se si vuole
lavorare in un tempo chirurgico.
Scegliere il moncone secondo la protesi che si prevede,
e il moncone protesico che si desidera utilizzare.
Avvitare dopo il moncone selezionato con la chiave
esagonale esterna (a 10N.cm) o con la chiave
dinamometrica (cod.CCC35) per più precisione.
Tuttavia, il medico deve essere in grado di analizzare
se le condizioni del caso clinico consentono un carico
immediato.
Gli studi e i dati scientifici dimostrano che il carico
immediato è possibile quando la protesi è costruita su
4 impianti collegati assieme.
Il carico immediato non è raccomandato su un impianto
singolo.
IN CASO DI FALLIMENTO
Per rimuovere un impianto,provate a svitarlo con i
connettore dell’impianto o la chiave di presa diretta.
Se questa soluzione è insufficiente, vorrete rinviare alla
nota del kit d’estrazione
.
Il sito sarà nuovamente re-impiantato*, se il paziente
è in grado di ricevere un nuovo impianto. Il diametro
dell’impianto sarà superiore, nel caso in cui la posa
chirurgica si svolga nello stesso tempo della rimozione.
Per reimpiantare il sito con un impianto di diametro più
piccolo si deve attendere la completa guarigione del
pozzo realizzato**.
* È importante analizzare le cause del fallimento prima di
prendere in considerazione un eventuale re-impianto.
** Il medico decide se è opportuno utilizzare un materiale
di riempimento.
34
KIT DI ESTRAZIONE
KDR U
35
Procedura CHIRURGICA
LA FASE
DI GUARIGIONE
Nel caso in cui l’impianto è stato sommerso
IL SITO È RIAPERTO DOPO 3 - 6 MESI
Utilizzare una sonda per localizzare la vite di copertura.
Aprire il sito con una trephine per gengiva se lo
spessore è sufficiente.
Se necessario, eliminare l’osso che è magari
cresciuto sulla vite con piccole forbici o una trephine
per osso.
Rimuovere la vite di copertura con una chiave o
un mandrino esagonale (inversione motore a bassa
velocità).
Pulire la parte superiore dell’impianto sciacquare
con soluzione fisiologica.
Misurare l’altezza della gengiva, inserendo una sonda
graduata nei tessuti molli fino alla base del cono liscio
in cima all’impianto.
Scegliere un moncone di guarigione in base alla
protesi scelta…
Scelta del MONCONE DI GUARIGIONE
Il moncone di guarigione permette di mettere in forma il futuro profilo di emergenza protesico in attesa della
stabilizzazione gengivale.
Bisogna definire prima la profondità d’inserimento
della connessione protesica e la svasatura desiderata
per potere scegliere il moncone di guarigione più
adatto.
36
La svasatura dipende dal profilo di emergenza
che si vuole realizzare. Il moncone dovrà avere la
stessa conicità. Questo profilo deve definire un
angolo sufficiente per il passaggio di scovolini. Deve
permettere anche di ottenere una distanza precisa tra
i punti di contatto delle corone (denti) e la cima della
cresta osseo interdentale (Prof. Tarnow); tale distanza
deve essere inferiore o pari a 5 mm. L’angolo così
definito dalla conicità deve esercitare una leggera
pressione sulla papilla per stimolare la guarigione
senza rischiare la necrosi.
propone 3 piattaforme prostetiche che permettono di ottenere svasature differenti, piuttosto che 3 altezze
gengivali per i suoi monconi di guarigione.
La seguente tabella permette di selezionare i monconi di cicatrizzazione.
Per le tappe protesiche, vi preghiamo di far riferimento al nostro catalogo.
Serraggio a 10N.cm con la chiave esagonale esterna o con la chiave dinamometrica (cod.CCC35) per più
precisione.
Per impianti
Ø 3.6 -
4.1 -
Per impianti
4.8
Ø 4.8
Ø 4,6
np
Ø 4.6
ht
Ø 5,1
rp
Ø 5.1
ht
Ø 5,8
wP
Ø 5.8
ht
Altezza 2,5 mm
Cod. UCI 37 46 25
Cod. UCI 37 51 25
Cod. UCI 37 58 25
Altezza 3,5 mm
Cod. UCI 37 46 35
Cod. UCI 37 51 35
Cod. UCI 37 58 35
Altezza 4,5 mm
Cod. UCI 37 46 45
Cod. UCI 37 51 45
Cod. UCI 37 58 45
37
38
TECNICHE PER
PRENDERE L’IMPRONTA
39
Tecniche per PRENDERE L’IMPRONTA
Secondo il caso clinico, potete scegliere 3 tecniche diverse per prendere l’impronta:
Tecnica CON TRANSFER PICK-UP
Materiale necessario
Transfer pick-up
Chiavi esagonali esterne
Analoghi
di impianto
Ø
corta
20 mm
8 mm
12 mm
CCL HE 12 18
media
CCL HE 12 22
Ø 4.6 mm
lunga
CCL HE 12 30
Ø 4.5
UPS TCF 50
Ø 3.6
Ø5
UPS TCF 60
Ø 4.1
Ø 6.5
UPS TCF 70
Ø 4.8 UPS H 47
Mandrini esagonali esterne
22 mm
corto
26 mm
CMA HE 12 22
Ø6
UPS H 37
UPS H 60
lungo
CMA HE 12 26
Tecnica CON TRANSFER POP-IN
Materiale necessario
Chiavi esagonali esterne
Transfer
pop-in
corta
Analoghi
di impianto
CCL HE 12 18
20 mm
8 mm
12 mm
Ø
media
CCL HE 12 22
lunga
CCL HE 12 30
Ø
UPS TCO 50
Mandrini esagonali esterne
22 mm
corto
26 mm
CMA HE 12 22
Ø 3.6
Ø 4.1
UPS H 37
lungo
Ø 4.8 UPS H 47
CMA HE 12 26
Ø6
UPS H 60
Tecnica CON TRANSFER POP-UP
Materiale necessario
Chiavi esagonali esterne
Transfer
pop-up
corta
20 mm
8 mm
12 mm
Analoghi
d’implant
CCL HE 12 18
Ø
media
Ø 4.1
mm
CCL HE 12 22
lunga
CCL HE 12 30
Ø 4.8 mm
UPS TCU 50
Mandrini esagonali esterne
corto
CMA HE 12 22
40
22 mm
26 mm
Ø 3.6
Ø 4.1
UPS H 37
lungo
Ø 4.8 UPS H 47
CMA HE 12 26
Ø6
UPS H 60
1
Tecnica con TRANSFER PICK-UP
PROTOCOLLO
Dopo aver svitato la vite di guarigione, avvitare a
mano il transfer pick-up nell’impianto con il cacciavite
ad esagono esterno. Non superate la coppia di
serraggio di 10 N.cm.
Vite
10 N.cm
Dopo aver verificato il buon posizionamento del
transfer, procedere con la presa dell’impronta con un
porta-impronte forato senza tralasciare di liberare la
testa della vite.
Passato il tempo di indurimento del materiale
d’impronta, svitare il transfer pick-up con il cacciavite
ad esagono esterno.
Transfer pick-up
Rimuovere il porta-impronte
Impianto
Avvitare l’analogo al transfer.
Attenzione, durante questa manovra, a tenere sempre
fermo l’analogo e non il porta impronte.
Informazioni aggiuntive
Vantaggi
Precisione
Divergenze meglio tollerate
Nessun errore di riposizionamento possibile (tranne
l’analogo)
Indicato sia per gli elementi singoli che per i ponti
Svantaggi
Tempi di svitamento lunghi con il porta impronte in
bocca = non confortevole per i pazienti soprattutto
quelli con problemi di deglutizione o con forte
riflesso del vomito
Impronta più complessa con la necessità di
ritrovare le teste dei transfer attraverso il portaimpronte e il materiale d’impronta
Controindicata per i pazienti con una ridotta
apertura della bocca specie per i siti implantari nei
settori posteriori
41
Tecniche per PRENDERE L’IMPRONTA
2
Tecnica con TRANSFER POP-IN
PROTOCOLLO
Dopo aver svitato la vite di guarigione, avvitare a
mano il transfer pop-in sull’impianto con il cacciavite
con l’esagono esterno. Rispettare la coppia massima
di serraggio di 10 N.cm.
Vite
10 N.cm
Dopo aver controllato il corretto posizionamento del
transfer, procedere alla realizzazione dell’impronta con
un porta-impronte chiuso.
Quando il materiale d’impronta è completamento
indurito, rimuovere il porta impronte, cercando di tirare
lungo l’asse del transfer.
Transfer pop-in
Svitare il transfer pop-in con il cacciavite con
l’esagono esterno.
Impianto
Avvitare l’analogo al transfer, orientare e riposizionare
quindi il transfer nell’impronta.
!
Verificate la corretta inserzione e posizione del
transfer nell’impronta.
Informazioni aggiuntive
Vantaggi
Utile per i pazienti con una ridotta apertura della
bocca
Si svita il transfer dopo aver tolto il porta-impronte
dalla bocca del paziente = maggior comfort per il
paziente
Indicato per gli elementi singoli
42
Svantaggi
Precisione molto influenzata dalla qualità dei
materiali d’impronta
Possibili errori nel riposizionamento
La divergenza fra gli impianti deve essere inferiore
a 20°
Non indicata per protesi di più elementi avvitati
3
Tecnica con TRANSFER POP-UP
PROTOCOLLO
Dopo aver svitato la vite di guarigione, avvitare a mano il
transfer pop-up sull’impianto con il cacciavite con l’esagono
esterno. Rispettare la coppia massima di serraggio di
10 N.cm.
Verificare che il transfer sia correttamente posizionato,
quindi, collocare la cuffia del transfer clipsabile.
• Orientare la superficie piatta della cuffia rosa con la
corrispondente superficie piatta del transfer
• Clipsare: Percepite il « clic » dell’inserzione
Procedere alla realizzazione dell’impronta con un portaimpronte chiuso.
Quando il materiale d’impronta è completamento indurito,
rimuovere il porta impronte, cercando di tirare lungo l’asse del
transfer.
Transfer
Vite
10 N.cm
Transfer pop-up
Impianto
Svitare il transfer pop-up con il cacciavite con l’esagono
esterno.
Avvitare l’analogo al transfer, orientare e riposizionare
l’insieme nell’impronta clipsandolo nella cuffia del transfer.
!
Verificate la corretta inserzione e posizione del
transfer nell’impronta.
Informazioni aggiuntive
Vantaggi
Precisione
Utile per i pazienti con una ridotta apertura della
bocca
Si svita il transfer dopo aver tolto il porta-impronte
dalla bocca del paziente = maggior comfort per il
paziente
Indicato per gli elementi singoli
Svantaggi
Possibili errori nel riposizionamento
La divergenza fra gli impianti deve essere inferiore
a 20°
43
44
LA PROCEDURA
PROTESICA
Prefazione protesica
Precauzioni d’uso
Rispettare le coppie di serraggio raccomandate dal fabbricante per limitare i rischi di danni, rotture e
malfunzionamenti dei dispositivi.
Verificare il corretto aggiustamento degli assemblaggi delle parti al fine di non compromettere la realizzazione
della protesi e di garantire le sue funzioni meccaniche.
Essere prudente con le manipolazioni dei componenti implantari e degli strumenti relativamente ai rischi di
caduta nella bocca o fuori dal telo sterile, a causa della loro dimensione ridotta. Verificare la loro corretta prensione
con gli strumenti di manipolazione.
Certi componenti protesici sono consegnati sterili per essere utilizzati durante le chirurgie: ATTENZIONE, non
ri-sterilizzare
Tutti i componenti mono uso consegnati non sterili devono essere imperativamente puliti, disinfettati e sterilizzati
prima di essere utilizzati in bocca al paziente. L’utilizzo di un termo-disinfettore e di un’autoclave di classe B è
possibile con tutti i componenti fuori dal loro imballaggio di origine in una busta adatta secondo le raccomandazioni
dei fabbricanti.
Rispettare le regole di decontaminazione e/o sterilizzazione (i componenti plastici e ceramici non vanno sterilizzati
nell’autoclave).
Nel caso di componenti di plastica o di ceramica, sempre disinfettare e sterilizzare a freddo con CLOREXIDINA.
I prodotti consegnati sterili (da radiazione gamma) non devono essere ri-sterilizzato.
Rispettare le parti sterili degli imballaggi al momento della loro apertura e mettere il contenuto su un campo
sterile.
Rispettare la data di scadenza del prodotto.
Verificare il corretto assemblaggio dei componenti interconnessi al fine di non compromettere la realizzazione
della protesi, le prestazioni meccaniche dei componenti e il risultato estetico in bocca.
45
Procedura PROTESICA
Protesi
Adattamento dei pezzi protesici Ø 3,6 / 4,1
E’ possibile applicare il concetto di «Platform
Switching“ sugli impianti Uneva+ di diametro 4,8 che
possono ricevere anche pilastri di diametro inferiore.
(piattaforma NP: 4,6 e RP: 5,1)
4,10
Creazione di
una concavità
Impianto Ø 4,8
La connessione tra impianto e protesi non è lineare ma
presenta una concavità che agisce come una camera
disviluppo di sviluppo del tessuto connettivo. Essa
conferisce vari vantaggi:
Una stabilità mécanique dei tessuti molli
Zona infiammata in la concavità
la protezione del “sigillo biologico” (maggiore
spessore dei tessuti molli) limitando il rischio di lesioni
La concavità aumenta la lunghezza dell’interfaccia
tra il moncone e il tessuto connettivo. Così, i tre
millimetri di spazio biologico necessari per proteggere
l’osso ed isolarlo dalla cavità buccale, si ottengono in
curvilineo (A) anziché lineare (B). Si ottiene pertanto
un barriera biologica più efficace nonostante la ridotta
distanza fra il margine della corona e l’osso (B).
Gengiva sana a contatto con l’osso
Assemblaggio del tipo
«piattaforma switching»
su protesi cementata
Assemblaggio
lineare classico
Superficie
A B
esposta
B
A>B
A
C = distanza
corona / osso
A / B = superficie
per attacco mucoso
46
C
LA PROTESI C E M E NTATA
S U M O N C O N E AV VITATO
47
Procedura PROTESICA
Per protesi fissa SINGOLA O MULTIPLA
Utilizzazione di un moncone titanio
1. Dopo aver ritirato la vite di guarigione, fare
l’impronta col transfer avvitato sull’impianto. (vedere
schema 1)
2. Connessione dell’analogo al transfer
realizzazione del modello. (vedere schema 2)
per
TAPPE DI LABORATORIO
3. Scelta del monocone (diritto o angolato) – il
moncone potrà essere ritoccato se necessario.
(vedere schema 3)
4. Sistemazione della capa calcinabile sul modello
per realizzare la cappa definitiva. (vedere schema 4)
5. Colata della capa e realizzazione del paramento
cosmetico.
6. Avvitamento definitivo del moncone sull’impianto a
35 N.cm con la chiave dinamometria (cod. CCC 35).
Se il moncone è già presente in bocca da tempo
risserare a 35 N.cm con la chiave dinamometrica
prima della cementazione della protesi.
7. Cementazione definitiva della protesi sul moncone.
Utilizzo di un moncone calcinabile
o di un moncone con base in oro
A. Dopo aver ritirato la vite di guarigione, presa
d’impronta sul transfer pick-up avvitato sull’impianto.
B. Connessione dell’analogo sul transfer per fusione
del modello maestro.
!
Allineare il piatto del moncone con il piatto
interno del transfer.
TAPPE DI LABORATORIO
C. Posa del moncone calcinabile o del moncone con
base in oro sull’analogo del modello. Realizzazione
del moncone con aggiuntar di cera.
D. Fusione del moncone.
E. Realizzazione del paramento cosmetico.
F. Fissazione du faux moignon in bocca a 35 N.cm
con la chiave dinamometria (cod. CCC 35).
G. Cementazione della protesi.
48
SCHEMA 1. FISSAGGIO TRANSFER
SCHEMA 3. SU MODELLO
Vite
10 N.cm
Moncone titanio
Vite
10 N.cm
Modello maestro
Transfer
Impianto
SCHEMA 2. FISSAGGIO ANALOGO
SCHEMA 4. IN BOCCA
Vite
35 N.cm
Moncone titanio
Fissaggio definitivo
35 N.cm
Vite
Impianto
Impronta
Analogo
49
Procedura PROTESICA
Protesi PROVVISORIA
Realizzazione immediata di una protesi provvisoria
Facilita la temporizzazione
Favorisce la cicatrizzazione dei tessuti molli
Permette di guidare la cicatrizzazione gengivale
durante la maturazione ossea => miglioramento
dell’estetica nella realizzazione protesica definitiva
Permette di valutare il trattamento finale (estetica,
fonetica, sorriso…)
1 unico pilastro per tutti i diametri d’impianti con la
possibilità di ritoccare l’altezza.
Protocollo
Vite trattata DLC
Realizzazione immediata della protesi in sottoocclusione
1. Fissazione del moncone in bocca direttamente
sull’impianto a 20 N.cm con la chiave dinamometrica
(cod CCC 35) con la vite in titanio TA6V fornita con
il moncone.
2. Ritocco eventuale del moncone.
3. Realizzazione del composito direttamente sul
moncone provvisorio.
Messa in carica immediata
1. Presa d’impronta grazie al transfer Pick-up (cod.
UPS TCO 50) avvitato sull’impianto.
2. Connessione dell’analogo al transfer per
realizzazione del modello.
3. Fissazione del moncone provvisorio sull’analogo e
ritocco eventuale per ottenere l’altezza desiderata.
4. Realizzazione del paramento cosmetico in
laboratorio.
5. Fissazione del pilastro in bocca direttamente
sull’impianto con la vite in titanio TA6V fornita con
il moncone e serraggio a 20 N.cm con la chiave
dinamometrica (cod CCC 35).
Vite fornita con il moncone
2 parti piane per
unigliorare la
ritenzione
del moncone
Elementi di
ritenzione del
provvisorio
Limite di ritocco
Alt 4,5
Spalla
Ø 4,90 mm
Alt 2
Moncone In titanio grado V
50
Alt 5,5
LA P R OTE S I C E M E NTATA
S U M O N C O N E D I R E CT C L I P
51
Procedura PROTESICA
UTILIZZO DI UN MONCONE DIRECT
CLIP
Le imprecisioni sulle impronte sono eliminate grazie
ad un protocollo standardizzato con dei transfer che
si incastrano, riproducendo perfettamente il moncone.
La zona del clip del transfer è situata al di sopra del
bordo prostesico del moncone (vedere le zone rosse
dell’imagine qua sotto).
I calcinabili non vanno montati sul moncone dal
medico per facilitare le manipolazioni in laboratorio,
e evitare ogni ritocco che potrebbe danneggiare la
tenuta stagna della connessione protesica.
Impronta
Facilità di inserimento del transfer
senza scartare il solco gengivale
Zona di
clippaggio
Transfer
!
Allineare il piatto del moncone con il piatto
interno del transfer.
Moncone Direct Clip
Impianto
52
SCHEMA 1.
IMPRONTA SU MONCONE NON RITOCCATO
Transfer
2 tipi di transfer esistono:
un transfer omotetico al moncone Direct Clip se
„ Clic
esso non viene ritoccato.
un transfer vuoto in caso di ritocco del moncone
„ Moncone
(vedere pagina 58).
Fissaggio sull’impianto con la
chiave esagonale esterna a
35 N.cm
Impianto
Protocollo SU MONCONE NON
RITOCCATO
SCHEMA 2. FISSAGGIO DELL’ANALOGO
1. Scelta dell’altezza del moncone (4 – 5.5 – 7 mm).
2. Avvitamento del moncone e serraggio definitivo a
35 N.cm con la chiave dinamometrica (cod. CCC35).
3. Impronta col transfer di stesso colore del moncone
Direct Clip. Il transfer si incastra sul moncone da
una semplice pressione (si avverte un clic). Il transfer
sarà poi preso nel materiale d’impronta. Questa
tecnica permette di registrare con precisione la spalla
dell’impianto e il limite moncone / impianto poiché
l’informazione è data da pezzi e non dal materiale
d’impronta di cui conosciamo i limiti. (vedere schema
1)
4. Rimozione
dell’impronta
e
posizionamento
dell’analogo di stesso colore nell’incavo nell’impronta.
La precisione del riposizionamento si verifica con un
«clic». (vedere schema 2)
5. Mettere un cappuccio di protezione sul moncone
Direct Clip (vedere schema 3)
Transfer
Clic
Analogo
SCHEMA 3. CAPPUCCIO DE PROTEZIONE
Cappuccio de
protezione
Moncone
Impianto
TAPPE DI LABORATORIO
6. Confezione del modello maestro.
7. Inserimento del calcinabile sull’analogo di moncone
e realizzazione dell’infrastruttura. (vedere schema 4)
8. Fusione.
9. Cottura della ceramica.
SCHEMA 4. SUL MODELLO
Calcinabile
Inserimento a frizione
(senza clippaggio)
Analogo
10. Cementazione della corona dopo aver rimosso
il cappuccio di protezione.
53
Procédure
ProceduraPROTHÉTIQUE
PROTESICA
Protocollo SU MONCONE RITOCCATO
I ritocchi effettuati sui monconi Direct Clip non
permettono di approfittare al 100% dei vantaggi
del sistema di impronta standardizzata, è pertanto
consigliato riservare questa tecnica per i casi di protesi
singola per cui un’adattamento protesico è meno
sensibile alle imprecisioni d’impronta, anche se sono
minime.
Photo: Dott J. BOUCHET (Francia)
SCHEMA 1. IMPRONTA SU MONCONE RITOCCATO
1. Scelta del moncone (4 - 5,5 - 7 mm) e ritocco.
2. Ritoccare il moncone (non andare oltre il limite di
ritocco).
Transfer
Clic
3. Avvitare il moncone definitivo e serrarlo a 35N.cm.
4. Presa dell’impronta con il transfer vuoto incastrato
sul moncone con una semplice pressione.
Dopo aver verificato l’adattamento del transfer sul
moncone, mettere del materiale d’impronta nel transfer,
e attorno per circondarlo totalmente (vedere schema 1).
Moncone
Fissaggio sull’impianto con la
chiave esagonale a 35 N.cm
Impianto
5. Mettere un cappuccio di protezione sul moncone
durante la fabbricazione del modello di lavoro. (vedere
schema 2)
SCHEMA 2. CAPPUCCIO DI PROTEZIONE
TAPPE DI LABORATORIO
6. Rimozione dell’impronta che è poi inviata al
laboratorio.
7. Colata del modello a partire dall’impronta senza
analogo. Utilizzare se possibile una resina epoxy.
8. Inserimento del calcinabile e realizzazione
del cappa definitiva. (vedere schema 3)
Cappuccio
de protezione
Impianto
9. Fusione.
10. Cottura della ceramica.
SCHEMA 3. SUL MODELLO
11. Cementazione della corona in bocca al paziente
dopo aver rimosso il cappuccio di protezione.
Caso di protesi multipla
Un adattamento molto preciso della protesi fissa è
necessario per evitare tensioni e fratture. Per questo
motivo è raccomandato utilizzare dei monconi Direct Clip
di altezza adatta (i più corti possibili per tollerare meglio
le divergenze assiali degli impianti) non ritoccati. Se
nessun moncone pieno è adatto alla situazione utilizzare
monconi avvitati, e realizzare l’impronta sugli impianti.
54
Calcinabile
Modello maestro
Protocollo PROTESI PROVVISORIA
Una corona provvisoria può essere confezionata sul cappuccio di protezione che sarà poi cementato
sul moncone.
1. Scegliere un cappuccio di protezione adatto al moncone.
2. Creare se necessario qualche ritenzione (scanalatura) sulle facce esterne per migliorare la
ritenzione del dente provvisorio.
3. Mettere un pò di cemento provvisorio all’interno del cappuccio e sui bordi del moncone Direct Clip.
4. Inserire il cappuccio di protezione finché si avverta un clip sul moncone Direct Clip.
5. Verificare l’adattamento e togliere l’eccesso eventuale di cemento.
6. Creare la corona provvisoria sul cappuccio.
Kit MONCONI DIRECT CLIP
Questi kit comprendono tutte le parti necessarie all’esecuzione di un restauro protesico sul moncone Direct Clip
dell’altezza selezionata.
L’individualizzazione dei componenti è resa più facile in modo da non dimenticare nessun componente il giorno
dell’intervento.
Il kit è venduto senza moncone Direct Clip.
Questo kit include:
il transfer omotetico per
l’impronta su moncone
non ritoccato
un cappuccio
di protezione
analogo
corrispondente
transfer vuoto per l’impronta
su moncone ritoccato
un calcinabile secondo
la protesi da realizzare
(singola o multipla)
55
56
LA PROTESI IN ZIRCONIO
SU INTERFACCIA ESTHETIBASE
57
Procedura PROTESICA
La corona in zirconio migliora significativamente il
risultato estetico delle protesi su impianti.
Tuttavia col tempo esiste un rischio di allentamento
della connessione a causa dello stress masticatorio.
Di qui l’idea di avere un’interfaccia in titanio tra la
connessione dell’impianto e la protesi, la più piccola
possibile, che servirà di base per la costruzione della
corona in zirconio.
Applicazioni
Casi singoli
Consente di realizzare elementi (monconi o cappe) in
zirconio o in ceramica pressata.
Discrezione
Dimensioni ridotte dell’interfaccia titanio
Base sottile e altezza ridotta
Invisibile nella riabilitazione finale
Ancora più discreto
Cappa
Moncone
Rivestimento biocompatibile di nitruro di titanio
colore giallo
Il colore si confonde meglio con i tessuti molli
35 N.cm
4.65 mm
Affidabilità
35 N.cm
Contatto titanio /su titanio
L’interfaccia evita il contatto tra titanio e zirconio
Stessa durezza di quella dell’impianto. Evita
le deformazioni della connessione e permette di
conservare una buona tenuta stagna
Scheletrati
Vite trattata (migliore affidabilità dell’avvitamento)
Limita il coefficiente di attrito
Permette di ottimizzare la coppia di serraggio
dei pezzi, e quindi
la connession
avvitata.
58
Protocollo
1. PROGETTAZIONE DELL’ELEMENTO PROTESICO
1. Progettazione dell’elemento protesico
- in ceramica pressata (cappa) secondo la solita tecnica
della cera persa
- in zirconio lavorato (moncone). Il modello da lavorare
sarà dato sia su un modello in gesso tradizionale, sia in
forma digitale (scanner o CAO)
© Laboratorio ALFONSI (Parigi -Francia)
2. Sabbiatura dell’interfaccia
Dopo aver protetto la connessione e i tessuti gengivali,
sabbiare la superficie che sarà a contatto col cemento
con microgranuli < 50 micron e una pressione di 2 bar.
2. SABBIATURA DELL’INTERFACCIA
3. Pulire l’interfaccia con etanolo.
4. Cementazione con un composito di incollaggio
autoadesivo universale.
Applicare il composito sull’interfaccia in titanio e il
moncone in zirconio o la cappa poi assemblare i 2
pezzi. Per ottenere la polimerizzazione completa del
materiale, seguire le istruzioni del fabbricante.
5. Avvitamento
© Laboratorio GARCZAREK (Sallanches - Francia)
3. PULIRE L’INTERFACCIA CON ETANOLO
A 35 N.cm. Non utilizzare la stessa vite che è stata
utilizzata per le prove e la lavorazione sul modello di
laboratorio. I monconi si avvitano con le chiavi esagonali
esterne:
Corta 8 mm: cod. CCL HE 12 18
Media 12 mm: cod. CCL HE 12 22
Lunga 20 mm: cod. CCL HE 12 30
© Laboratorio GARCZAREK (Sallanches - Francia)
59
60
LA P R OTE S I
AV VITATA
SU MONCONE
TETRA U N ITAR I O
SU MONCONI
TETRA
61
Procedura PROTESICA
PROTESI SINGOLA AVVITATA
su moncone Tetra
SCHEMA 1
Moncone
1. Rimozione della vite di guarigione e avvitamento del
moncone Tetra sull’impianto in bocca con la chiave
esagonale interna (cod. CCL HI 20 24) e la chiave
dinamometrica (cod. CCC 35) a 35 N.cm. (vedere
schema 1).
Impianto
2. Avvitamento manuale del transfer pick-up sul
moncone Tetra con la chiave esagonale esterna (cod.
CCL HE 12 22).
3. Presa dell’impronta.
SCHEMA 2
Cappa calcinabile
4. Svitamento del transfer, rimozione dell’impronta
e avvitamento dell’analogo nel transfer ancora in
posizione nell’impronta.
5. A questo punto si può mettere un cappuccio di
protezione per coprire il moncone durante il tempo di
realizzazione della protesi.
Impianto
6. Realizzazione del modello in gesso.
TAPPE DI LABORATORIO
7. Realizzazione della ceramica in laboratorio.
SCHEMA 3
8. Posizionamento del calcinabile con base in oro
sull’analogo del modello con una vite di laboratorio.
(vedere schema 2).
9. Realizzazione della protesi e pulizia dei pozzi di
accesso alle viti.
10. Prova sul paziente e verifica dell’occlusione.
11. Prova finale in bocca. (vedere schema 3).
12. Avvitamento della protesi sul moncone Tetra a
20 N.cm con la chiave dinamometrica (cod. CCC
35) e otturazione della testa della viti e del pozzo di
accesso alla vite di protesi.
!
Si devono utilizzare delle nuove viti per la
posa definitiva.Per le prove, si devono utilizzare altre
viti riservate a questo scopo. Per le manipolazioni in
laboratorio, si utilizzano delle viti guida di laboratorio.
62
Protesi completa
PROTESI PLURALE AVVITATA
su moncone Tetra
SCHEMA 1
Chiave esagonale esterna
Moncone e porta moncone
35 N.cm
1. Dopo aver ritirato le viti di guarigione o le viti nel
tappo, posa dei pilastri Tetra sugli impianti in bocca.
Impianto
2. Avvitamento
dei
monconi
angolati
con
la chiave esagonale esterna a 35 N.cm, e
i monconi dritti a 35 N.cm
con la chiave
esagonale interna (cod. CCL HI2024) (vedere
schema 1)
Vite
10 N.cm
3. Realizzare l’impronta con la tecnica pick-up
(descritta sull’imagine 2) o il transfer pop-in.
Transfer
4. Avvitamento delle cappe di protezione a
10 N.cm o dei monconi temporanei sui monconi Tetra
a 20 N.cm con la chiave dinamometrica (cod. CCC35).
Una protesi provvisoria potrà essere costruita sui
monconi temporanei o cappe di protezione. (vedere
schema 3)
SCHEMA 2
Moncone
Impianto
SCHEMA 3
TAPPE DI LABORATORIO
5. Realizzazione della protesi grazie a cappe calcinabili
e pulizia dei pozzi di accesso alle viti.
(vedere schema 4)
6. Prova dell’infrastruttura in bocca. L’inserimento
deve essere passivo (frizione dolce). Verifica e
aggiustamento dell’occlusione.
7. Prova finale della protesi completa.
8. Avvitamento della protesi sul pilastro Tetra in
bocca a 20 N.cm. con la chiave dinamometrica
(cod CCC 35) e otturazione delle viti e del pozzo di
accesso alla vite della protesi.
!
Utilizzare delle viti nuove per la fissazione
definitiva. Per le vostre prove, si devono utilizzare altre
viti riservate a questo scopo. Per le manipolazioni in
laboratorio, si utilizzano delle viti guida da laboratorio.
Chiave esagonale esterna
Cappuccio de
protezione
- 10 N.cm
Moncone
Impianto
SCHEMA 4
Cappa calcinabile
20 N.cm
Modello maestro
63
64
LA P R OTE S I R I M OVI B I LE
S U AT TAC C H I O’R I N G
65
Procedura PROTESICA
SCHEMA 1. FISSAGGIO TRANSFER
Protocollo PROTESI RIMOVIBILE
SU ATTACCHI O’RING
Vite
1. Avvitare a mano o con la chiave esagonale esterna
i transfer pick-up sugli impianti e prendere l’impronta.
Utilizzare i transfer corrispondenti al diametro degli
impianti (vedere schema 1).
2. Svitare i transfer e ritirare l’impronta.
Transfer
3. Avvitare gli analoghi sui transfer nell’impronta (vedere
schema 2).
4. Confezione del modello maestro dal laboratorio
odontotecnico.
Impianto
5. Avvitare i monconi a pallina sugli analoghi con la
chiave esagonale interna O’Ring (Cod. CCL HI 25 26)
(vedere schema 3).
6. Posizionare le parti femmine sugli attacchi a pallina.
7. Realizzazione dell’overdenture con denti in resina,
secondo lo stesso protocollo di una protesi totale con
appoggio mucoso.
SCHEMA 2. FISSAGGIO ANALOGO
Vite
8. Inserire gli anelli nell’incavo della protesi.
9. Prova, ribasatura e controllo dell’occlusione.
Impronta
10. Fissare i monconi a pallina sugli impianti con
la chiave dinamometrica (cod. CCC 35) a 35N.cm.
Posizionamento della protesi in bocca. Controllo
dell’appoggio mucoso.
Variante
Analogo
E possibile fare l’impronta sul moncone a pallina; in
questo caso non è necessario utilizzare un transfer ma
un analogo di moncone a pallina (Cod. OPS HOBI).
SCHEMA 4. IN BOCCA
Moncone O’Ring
Fissaggio definitivo
Impianto
66
SCHEMA 3. SUL MODELLO
Moncone O’Ring
35 N.cm
Modello maestro
67
Studi & PUBBLICAZIONI
Scaricate gli studi
completi
• Inserimento di impianti in una mandibola ricostruita con una porzione di fibula non vascolarizzata: comparazione di 2 casi con gli impianti Aesthetica+ –
Università di Cukurova (Turchia) – 2008
• Impianti di diametro ridotto geriatrici per i portatori di protesi totali: aspetti
clinici e prospettive dei mini-impianti OBI - Università dell’Auvergne (Clermont- Ferrand – Francia) – 2013
• Studio clinico degli impianti Naturactis inseriti in siti post-estrattivi – Università di Madrid (Spagna) – 2013
• Introduzione di un materiale sintetico ibrido innovativo nella chirurgia ossea e nel riempimento di difetti: Matri™ BONE in associazione agli impianti
Natea e Naturall - Università Henri Poincaré (Nancy-Francia) – 2012
• Soluzione protesica con supporto implantare nel caso di creste di spessore ridotto con l’utilizzo degli impianti Aesthetica+ - Polyclinic Kiev (Ucraina) – 2009
• Istologia e istomorfometria – Studio comparativo dell’impianto Universal Laboratorio d’istologia di Angers (Francia) – 1993
• Studio multicentrico sul comportamento di 3000 impianti euroteknika e
Nobel Biocare dal 1984 al 1997 – Comparazione dei risultati - Facoltà di
Medicina di Angers (Francia) – 1997
• Analisi quantitativa della rugosità della superficie degli impianti dentali
in titanio e della loro microstruttura – Università Henri Poincaré (Nancy Francia) – 2011
• Analisi della purezza della stato di superficie degli impianti euroteknika e
concorrenti – Università di Barcellona (Spagna) – 2006
• Valutazione della tenuta stagna delle connessioni degli impianti euroteknika - Università della Catalogna (Spagna) – 2008
• Comparazione fra la pianificazione digitale e la posizione finale degli impianti con il sistema teknika3D – Università di Bordeaux (Francia) – 2013
• Analisi della frequenza di risonanza, del torque d’inserzione e del contatto
osso-impianto eseguita su 4 superfici implantari: studio di comparazione e
di correlazione in vivo nella pecora – Università Saint Jospeh (Libano)
• Comparazione di due tipi di allo-innesto ossei liofilizzati nel trattamento
delle deiscenze ossee intorno agli impianti Natea nel cane – Università
dell’Iran – 2011
• Comparazione del torque di inserzione e di svitamento di due tipi di impianti dentali con disegno della filettatura differente inseriti in tre diversi materiali
- Università della Catalogna (Spagna) – 2008
Italia: Via Leone XIII,10 - 20145 Milano
Francia : euroteknika - 726 rue du Général De Gaulle - 74700 Sallanches
T : +33 (0)4 50 91 49 20 - [email protected] - www.etk.dental
MU_UNEA+.IT 1501