presS/Tmagazine n.22 anno 2008

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presS/Tmagazine n.22 anno 2008
presS/Tmagazine n.22 anno 2008
www.presstletter.com
presS/Tarchitecture
LuisaFONTANAtelier: La nuova Scuola di Infanzia a Torri di Arcugnano
presS/Tdesign
Richard Hutten. Intervista di Maria Elena Fauci
presS/Tcomix
Le vignette di Roberto Malfatti
presS/Tmostra
PEACEBUILDING: Identity and Architecture in [post]-Conflictual Areas
presS/Tcronache di Diego Barbarelli
Duilio Damilano: maison de la lumière
presS/Tarchitecture
LuisaFONTANAtelier: La nuova Scuola di Infanzia a Torri di Arcugnano
Conclusi i lavori della nuova scuola di infanzia di
Arcugnano in provincia di Vicenza. Innovativo per
l’organizzazione spaziale, le soluzioni costruttive e
l’adozione di fonti di energia rinnovabili, il progetto
è stato elaborato da Luisa Fontana in partnership
con Arup, che ne ha curato l’ingegnerizzazione.
Vero e proprio esempio di sostenibilità a 360°, la
nuova scuola d’infanzia di Arcugnano è il risultato
di un approccio multidisciplinare integrato, che
implica la messa in crisi dei modelli consolidati e
l’apertura alla sperimentazione. Il risultato è una
architettura
dinamica
che
si
plasma
in
configurazioni
architettoniche
nuove
che
armonizzano con l’ambiente esterno e interno. La
sostenibilità ad Arcugnano inizia dallo studio
dell’orientamento, delle condizioni meteorologiche
e geologiche dell’area per proseguire con la
definizione della pianta, dei materiali e degli
impianti fino al più piccolo dettaglio. L’edificio
utilizza l’energia geotermica per il riscaldamento
attingendo l’acqua di falda. Tutto concorre ad
ottimizzare le risorse disponibili, garantendo
risparmio energetico e comfort degli utenti. La
ventilazione naturale su due lati delle aule
consente, grazie all’”effetto camino”, il completo e
immediato ricambio dell’aria interna, allontanando
il rischio di patologie respiratorie da inquinamento
indoor. Tale soluzione ottimizza allo stesso tempo
l’illuminazione naturale, rendendo quasi superfluo
l’uso di luce artificiale a favore del comfort visivo.
Anche l’inverdimento della copertura concorre
all’aumento
del
comfort
interno,
grazie
all’abbattimento
delle
polveri,
all’isolamento
acustico ed elettromagnetico e all’isolamento
termico. Il lato sud della scuola è caratterizzato
dalla “ loggia termica” che ottimizza l’apporto
solare
nelle
diverse
stagioni:
d’inverno,
completamente chiusa, capta l’energia solare,
mentre d’estate, completamente aperta, elimina gli
effetti solari dovuti al surriscaldamento. E con la
sostenibilità il risparmio è garantito: infatti è
proprio grazie all’adozione di sistemi a pompa di
calore
che
utilizzano
il
calore
contenuto
nell’acquifero unitamente all’impiego per il
riscaldamento di pannelli radianti a pavimento a
bassa temperatura, che si ha un risparmio
d’energia di circa l’80% e un risparmio di emissioni
equivalenti di CO2 di circa 5,5 tonnellate all’anno. I
cittadini di Torri di Arcugnano potranno dunque
respirare a pieni polmoni, in attesa che altri
comuni prendano l’esempio.
BIOGRAFIA
Luisa Fontana è nata a Zurigo (Svizzera) e h
compiuto gli studi scientifici e artistici in Itali
Laureata in architettura con lode all’Istitu
Universitario di architettura di Venezia, ha fondato
studio FONTANAtelier a Schio (Vicenza, Italy) neg
anni ’90.
Concepisce l’architettura come ricerc
sperimentando una progettazione d’avanguardia ch
rifiuta qualunque pattern predeterminato. Le su
architetture
sono
frutto
di
una
ricer
multidisciplinare avanzata. Sviluppa progetti pilo
nel campo della sostenibilità e del risparm
energetico. Lo studio FONTANAtelier è una realtà
continuo sviluppo in grado di gestire progetti pubbl
e privati dall’ideazione alla direzione dei lavo
FONTANAtelier partecipa a concorsi di idee e pubbli
su numerose riviste nazionali e internazionali.
presS/Tmostra
Richard Hutten. Intervista di Maria Elena Fauci
R. Hutten foto di Arie Kievit
Sexy Relaxy acciaio specchiato
Richard Hutten (1967) e’ uno dei piu’ noti designer
olandesi nel mondo. Sperimentale e provocatorio,
ha catturato l’attenzione mondiale con il suo
“Concetto di tavolo”, nel quale i supporti di identica
forma, ma a scale diverse, vengono sovrapposti e
assemblati in maniera da assumere in casa
funzioni totalmente differenti da quelle originarie.
Philippe Starck arreda gli interni del Delano hotel a
Miami e del Paramount hotel a New York
utilizzando alcuni dei suoi oggetti.
Persino la
Regina Beatrice possiede una delle sue originali
scrivanie. Impegnato su diversi fronti, a partire da
grandi opere insieme allo studio olandese MVRDV
(Nuova Accademia del Design a Seoul, in Korea del
Sud) sino al design di oggetti di piccola scala,
come i cristalli di Christofle. Tutto questo intriso di
ironia, leggerezza e vivacita’, caratteristiche che gli
provengono dai suoi migliori ispiratori: i bambini.
MEF.: Sto svolgendo un’indagine sui giovani
designers olandesi e come abbiano conosciuto il
successo in brevissimo tempo, essendo presenti
con le loro originali creazioni in campo
internazionale. Tu sei uno tra questi e forse uno
dei primi.
Leggendo su di te, ho ritrovato in diverse
occasioni, il tuo slogan “No sign of design”. Cosa
intendi con “Nessun segno di design”? Perche’,
invece, i tuoi oggetti sono di grande impatto visivo.
R.H.: Tu sei italiana e sai che il design in Italia ha
una grandissima forza comunicativa legata alla
forma stessa. Il mio approccio invece e’ un po’
diverso.
Io non sono per la forma o per l’immagine
dell’oggetto, ma cio’ che realizzo proviene sempre
da un concetto che ho sull’oggetto stesso. La
forma e’ sempre il risultato di un concetto. Dieci
anni fa il prodotto di Design doveva identificarsi
come super moderno. Per quanto mi riguarda,
oggi, i miei oggetti non si adeguano a tale filosofia,
perche’ il risultato che ne proviene e’ che
sembrano normali, ma in realta’ non lo sono.
M.E.F.: Il tuo approccio nei progetti sembra
sempre diverso e leggo anche una certa
provocazione
nelle
tue
composizioni:
vuoi
trasmetterci un nuovo modo di vedere le cose che
usiamo tutti giorni?
R.H.: Si, e’ una nuova maniera di vedere le cose,
libera e radicale. Il mio modo di lavorare non e’ il
risultato di confronti o paragoni con altre cose.
Boijmans Tavolo
M.E.F.: Sei concettuale ma, al contempo, anche
divertente nei tuoi oggetti. Come possono due
attitudini cosi’ diverse coesistere nella stessa
persona?
R.H.:
Per me le due parole hanno lo stesso
spirito. Io sono una persona ottimista: mi piace
celebrare la vita, rendere le persone felici.
L’ottimismo fa parte del concetto. Con il mio
design non risolvo certo problemi, ma creo delle
possibilita’.
Booktable
Lloydbar a Maastricht
M.E.F.: Cosa c’e’ dietro al tuo tavolo-croce? Con
quali intenzioni lo hai pensato?
R.H.:
Ho preso come riferimento il logo della
Chiesa Cattolica e l’ho trasformato in una panchina
dove riunire le persone, attorno alla croce. Io sono
cattolico.
M.E.F.: Quanta importanza dai alla funzionalita’
nei tuoi lavori?
R.H.:
La funzione e’ per me di estrema
importanza: io sono un designer e non un artista!
Sebbene la stessa non rappresenta il mio punto di
arrivo o lo scopo per cui sto lavorando.
Ovviamente quando progetto una sedia, la sedia e’
sempre una sedia, e questo sta a significare che
non ho interesse a fare una cosa che gia’ esiste ed
e’ perfetta. La mia intenzione e’ quella di
sperimentare nuove cose raggiungendo risultati
originali.
M.E.F.:
Quali dei tuoi lavori ti rappresenta al
meglio?
R.H.: Tutto il design per i bambini: io ho due figli
e adoro stare con loro, condividere tante cose
insieme. Sono la mia forza e la mia migliore
ispirazione.
Tavolo-sedia
3 minus armadietto
M.E.F.:
Come puoi dare una spiegazione al tuo
successo? Sei presente nelle migliori gallerie d’arte
contemporanea del mondo, da Osaka a New York,
da Montreal a San Francisco? Hai un segreto?
R.H.:
Il futuro del Design, la visione delle
persone, le loro personali identita’. Forti identita’
sono in questo momento presenti nel campo del
design mondiale, e il mio lavoro ha una grande
forza identificativa.
M.E.F.: Molti tra questi giovani, famosi designers,
provengono dall’Accademia di Eindhoven.
R.H.: E’ un’ottima scuola nella quale si sono
formati diversi talenti ora presenti nel panorama
mondiale. Sono tutti miei colleghi. Quando vi
studiavo io, si chiamava Accademia per il Disegno
Industriale, e in quel momento era in grande
trasformazione. Stava crescendo e cambiando
sistemi, teorie, innovandosi costantemente per
raggiungere il risultato che e’ oggi.
M.E.F.:
Puoi dare una definizione con una sola
parola del tuo stile?
R.H.: In una parola? Beh, allora scelgo “Giocoso”
M.E.F.:
Il tuo oggetto di Design preferito?
R.H.: Tra le mie cose, non ne ho una che davvero
preferisco sulle altre e il mio oggetto migliore deve
ancora arrivare... Ma, d’altra parte, non saprei
nemmeno scegliere qualcosa di altri designers.
E’ come la mia collezione di cd. Ne ho comprato
uno per volta e, ognuno di loro, era allora il mio
preferito.
Davvero, non saprei scegliere!
presS/Tmostra
PEACEBUILDING: Identity and Architecture in [post]-Conflictual Area
Un’esposizione di architettura contemporanea, focalizzata su tre scenari specifici, tutti più o meno
direttamente legati agli equilibri e agli assetti di due aree geografiche, quella europea e quella
mediterranea, in cui si avverte la presenza politica ed economica dell’Italia, nello specifico le
nazioni del Medioriente, quelle Balcaniche e i paesi Baltici.
Questo è il primo evento della serie: “ARCHITETTURA LINGUAGGIO DI PACE”, un tema
fondamentale dell’attività della Casa dell’Architettura che sarà sviluppato e approfondito con una
sequenza di manifestazioni correlate.
La mostra intende indagare e documentare il ruolo dell’architettura nel complesso processo di ricostruzione dei territori che sono stati e sono ancora teatro di avvenimenti bellici. Negli ultimi due
decenni infatti, l’improvvisa recrudescenza dei conflitti civili ha provocato guerre, determinato
l’instabilità dei confini e l’evoluzione veloce della geo-politica. Un insieme di condizioni che ha
restituito agli architetti e a chi progetta il futuro delle città danneggiate, i compiti importantissimi
di disegnare l’identità nuova e creare speranze di convivenza, di restituire uno spazio di relazione e
allo stesso tempo identificare i nuovi simboli di nazioni giovani, o comunque attraversate da traumi
e cambiamenti epocali.
ENDURING CONFLICT / CONFLUENCES
Lebanon
Bernard Khoury / DW5
Maroun el-Daccache
Nadim Karam- Hapsitus
Israel
Plesner Architects
Moshe Safdie and Associates
Ada Karmi Melamede Architects
Palestinian Territories
Senan Abdelqader Architects
Sandi Hilal and Philipp Misselwitz
MINA 1338 BEIRUT CENTRAL DISTRICT
ARCH KHOURY
COLD WAR DAMAGE / CHANCES
Estonia
3+1 architects ;
KOKO architects
Zizi&Yoyo architecture&design
Arkkitehtitoimisto Vapaavuori Oy
Kavakava architects
TARTU ESTONIA Monument of Eduard
Tubin
Latvia
Sestais Stils Ltd
Martins Osans & Uldis Luksevics
SCARS' RANGE / CHOICES
Slovenia
Ofis Arhitekti
Benda, Hocevar, Zorc
Croatia
Helena Paver Njiric
Studio up - Lea Pelivan & Toma Plejic
Bosnia Herzegovina
Studio non stop sarajevo - sanja galic grozdanic,
igor grozdanic
Serbia
Aleksandar Jankovic ,
Studio RE:ACT (Dejan Milanovic, Grozdana
Sisovic),
Studio TRI (Bojana Puzic, Natalija Ristanovic)
Albania
Studio Sfera - Arten Shkreli
Kumo Art Museum
CREDITS
IDEA AND CONCEPT: Pippo Ciorra
ORGANIZED BY
Casa dell'Architettura
Acquario Romano srl
DESIGNED AND MANAGED BY
Alessandro D'Onofrio (Stalkagency)
Federica Morgia (Officina 5),
Donata Tchou
EXECUTION: Switch Allestimenti
PRESS OFFICE: Luca de Angelis
GRAPHIC DESIGN: Dario Curatolo
PEACEBUILDING – ARCHITETTURE E
IDENTITÀ NELLE AREE DI CONFLITTO
Mostra sull’architettura contemporanea dei
Balcani, dei Baltici e del Medioriente
Fahle Building Tallin Arch. Koko
3 Ottobre – 9 novembre alla Casa
dell'Architettura piazza Manfredo Fanti, 47 00185 Roma
presS/Tcronache di Diego Barbarelli
Duilio Damilano: maison de la lumière
una casa con un andamento orizzontale arricchita
da trasparenze e da soluzioni tecnologiche non
ostentate
il progetto
Il progetto di questa residenza privata bolognese
nasce dalla specifica richiesta di una giovane
coppia di imprenditori nel settore domotico di
creare una vetrina alla loro azienda la "VBR
SINERGIE" di Sant'Agata bolognese.
Scopo del progetto era inoltre coinvolgere
l'eleganza raffinata della proprietaria, facendola
vivere attraverso forme, materiali e trasparenze.
L'edificio nasce all'interno di un'area P.E.C., le
tipologie circostanti sono caratterizzate da edifici
realizzati su due piani f.t., tetti a due falde,
facciate in mattoni paramano. Il nostro intervento
quindi si chiude al contorno per mezzo di alte siepi
e si rende dialogante attraverso ampie vetrate con
il lotto di proprietà, negando la relazione con il
contesto.
(duilio damilano)
crediti
progetto: Studio Damilano - arch. Duilio Damilano
collaboratori: arch. Claudia Allinio, arch. Alberto
Pascale, arch. Elisa Peirone, geom. Fabio Atti
localizzazione: S.Giovanni in Persiceto (BO)
direzione lavori: Duilio Damilano - Fabio Atti
superficie lotto: 1180 mq.
superficie edificio: 256 mq.
cronologia progetto: 2006
cronologia realizzazione: 2007/08
foto: Andrea Martiradonna
nota biografica
Duilio Damilano (Cuneo, 1961) si laurea al
Politecnico di Torino. Il suo studio ha sede a
Cuneo.
presS/Tmagazine
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