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COMUNE DI FALCONARA
Numero
Numero Catalogo Sirpac
Titolo
Autore
CART - 36
“Reggiseno”
Claudio Cintoli
Anno di realizzazione
XX sec.
Riferimenti presenti
sull’opera
-
Collocazione nel Museo
Tipologia di opera
Sala gialla – piano inferiore
Opera fotografica
Tecnica
Fotomontaggio con applicazione materica
Misure
cm 26 x 29,1
Soggetto
Descrizione dell'opera
Busto femminile, accostato ad una mano maschile
L’opera esprime, attraverso una prospettiva assolutamente personale, le
molte suggestioni che Cintoli poté cogliere, durante il suo soggiorno a
New York, alla metà degli anni Sessanta.
Tra i movimenti che influenzarono maggiormente l’artista, si ritrova
indubbiamente la Pop-Art, che in quegli stessi anni si stava diffondendo
anche in Europa, ma anche una reinterpretazione di temi già affrontati
dal Dadaismo, che negli anni ’60, con il New Dada americano, si
caricano di una vena ancora più dissacratoria e irriverente.
Ed è sicuramente provocatoria l’immagine che Cintoli ci presenta,
intitolandola ironicamente Reggiseno, dove troviamo fotografato il
busto nudo di una donna, con il seno scoperto, il cui volto è però
tagliato fuori dall’inquadratura. Davanti al seno della donna è applicato,
attraverso la tecnica dell’assemblaggio, un cordino bianco, che sembra
incorniciare il seno, lasciandolo comunque scoperto.
A questo elemento si aggiunge poi un’altra componente che si richiama
invece a tendenze di matrice Surrealista: dal braccio della donna spunta
una mano che tiene una sigaretta, ma se si guarda con attenzione ci si
rende conto che si tratta di una mano maschile. L’espediente messo in
atto da Cintoli, punta infatti a spiazzare l’osservatore, giocando con
ironia, in linea con quanto sperimentato in passato da grandi
protagonisti del Surrealismo, come ad esempio René Magritte
nell’Impero delle Luci.
Informazioni sull'artista Claudio Cintoli nasce ad Imola nel 1935, ma presto si trasferisce con la
famiglia a Recanati, paese natale del nonno, il pittore Biagio Biagetti,
autore di cicli di affreschi a soggetto religioso e direttore, nel 1921, dei
Musei Vaticani.
Dal 1955 è a Roma per frequentare l'Accademia di Belle Arti e a soli
ventitre anni, nel 1958, è protagonista di due mostre personali, al
Palazzo Comunale di Recanati e alla Galleria La Medusa di Roma. In
queste prime opere egli orienta la sua ricerca ancora in ambito
figurativo, per poi spostarsi verso modelli di riferimento più vicini alla
tendenza Informale, riflettendo sull'opera di artisti come Alberto Burri,
Franz Kline e Hans Hartung, che egli avrà modo di conoscere durante i
viaggi che farà in questi anni, in alcune capitali europee, tra cui Berlino
e Londra.
Nel 1965 si trasferisce a New York, dove nel suo studio di Manhattan
elabora film di animazione a colori per la casa di produzione Lindeberg
e collabora con alcune riviste d'arte. Qui inoltre la sua ricerca si apre
alle sollecitazioni legate al clima della Pop-art, oltre ad approfondire le
teorie sulle problematiche della percezione visiva e sull'indagine
percettiva che lo porteranno a sperimentare tecniche di riproduzione
seriale per la spettacolarizzazione del prodotto artistico, come egli
stesso afferma nel 1967 in “Una lettera da New York”, pubblicata sulla
rivista “Vie Nuove”:
“Fin da quando mi sono indirizzato verso tali ricerche ho nutrito la
convinzione che l’operare creativo dovrebbe rispondere a caratteri di
serialità da un lato e di spettacolarità dall’altro, per poter coinvolgere
la più vasta parte possibile del pubblico”.
Al rientro in Italia, si apre per lui una fase molto ricca dal punto di vista
creativo, in cui prendono forma alcune importanti performance tra cui
Annodare del 1969, Rimbalzare, o Colare Colore, quest’ultima ispirata
alle esperienze dell'Action painting americana di Pollock e Kline.
Nel 1972 poi Cintoli deciderà di stupire il pubblico realizzando la
performance Crisalide, della quale lo stesso artista affermerà: “Sarò
chiuso in un sacco sospeso a un muro, muovendomi dentro in modo che
il sacco assuma posizioni sempre diverse; poi lo forerò pian piano per
uscirne, come in una rinascita”.
Nell'ultima fase della sua vita infine, l'artista darà vita al suo alter ego
“surrealista” Marcanciel Stuprò, attraverso il quale egli torna ad una
pittura dai richiami “iperrealisti” e, proprio come in una rinascita,
affronta temi che sembrano in bilico tra la vita e la morte: da questa
esperienza nascono opere come Uovo del 1976 o Nido del 1977.
Invitato alla Biennale di Venezia del 1978, Cintoli muore
improvvisamente a Roma per un’emorragia cerebrale prima di potervi
partecipare.
Proprietà
Bibliografia di
riferimento
Proprietà Privata. Collezione Eredi Cintoli
-
Note
Immagine n°
CART - 36
Miniatura immagine
Daniela Donninelli