Per qualche grado in più

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Per qualche grado in più
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Nel fiume de
Massimo Ghirelli*
Quando non si sa
di cosa parlare,
si parla del tempo:
“Hai visto che
giornata?”; “Ma
quanto dura
questo freddo?”.
In passato, questo
è stato vero anche
per i grandi mezzi
di comunicazione
di massa, che
amavano parlare
del tempo
soprattutto quando
non avevano
alternative più
interessanti; per
esempio d’estate,
quando va in
vacanza il
campionato di
calcio e si
esaurisce perfino
il “teatrino” che
prediligono, quello
della politica del
Palazzo...
* Massimo Ghirelli, esperto di comunicazione collabora con l’UTC
della DGCS del Ministero degli
Affari Esteri. È Direttore dell’Archivio immigrazione di Roma.
Per qualche g
N
egli ultimi anni le cose spicciola quotidiana, tendosono un po’ cambiate, perché no ad oscillare tra il buontra i grandi scenari futuribili si senso dell’uomo della strada
è imposto quello di un radi- e il catastrofismo cosmico.
cale mutamento climatico.
Non soltanto gli approfondiIl tema ha trovato spazio e at- menti – magari un bel dossier
tenzione non soltanto per
televisivo come quelli che si
l’evidenza di certe circostan- facevano una volta, prima
ze (tutti ricordiamo la “bolla dell’era della Rai mediasettizafricana” della scorsa estate), zata – sono sempre più rari.
ma anche perché si ricon- C’è soprattutto l’impressione
nette, confermandolo con che sia mutato l’atteggiamentutta l’autorevolezza dei dati to dei media di fronte alla
scientifici, ad uno dei luoghi realtà: che non interessa per
comuni più universalmente e quello che è, o per gli effetti
anticamente diffusi: “non ci che produce, ma soltanto per
sono più le mezze stagioni”.
quello che produce in termini
Attenzione, non vogliamo af- di rapporto con il lettore o lo
fermare che l’effetto serra e spettatore. La notizia, in altre
altri simpatici effetti della no- parole, non serve perché è
stra proterva mancanza di ri- utile, importante, significativa:
spetto verso la natura siano ma perché può attirare l’atsoltanto luoghi comuni diffu- tenzione, alzare l’ascolto, consi e rafforzati dai
quistare consensi.
I giornali e la
mass media. La
Quindi è più imtelevisione
–
nostra diffidenza
portante che possa
verso gli stereotipi almeno al livello essere ben confeci impone di esse- dell’informazione zionata, piuttosto
spicciola
re prudenti, non
che rispondente ai
quotidiana
–
di chiudere gli ocfatti. L’arte del giortendono ad
chi. Quello che innalismo diventa
oscillare tra il
tendiamo dire è
quella di confeziobuonsenso
che i giornali e la
nare notizie atdell’uomo della
televisione – altraenti: e la seleziostrada e il
meno al livello
ne delle notizie,
catastrofismo
dell’informazione
nonché il grado di
cosmico.
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ei media
Nel fiume dei media
grado in più
nuncia a priori a qualsiasi intervento serio, preferendo
suggerire l’importanza del tema con il posizionamento
della notizia nel palinsesto,
amplificazione che viene loro poco significativa, purché non senza comici effetti di
riservata, è riferita più alla lo- dotata di certe caratteristiche accostamento dei servizi.
ro confezionabilità che al lo- “sexy” (come abbiamo impa- Più che la singola notizia,
ro valore intrinseco.
rato a dire dopo la battaglia sembra contare il “racconto”
Sia il common sense che il
fra Blair e la Bbc): intorno al- complessivo, che, almeno da
catastrofismo, nonla quale il giorna- noi, ha evidenti scopi politici.
ostante siano spesle, sempre più Comunque il tg non riesce a
Sia il common
so gli atteggiamenti
settimanalizzato proporre più che una settansense che il
meno utili per comdalla concorrenza tina di secondi, su circa quincatastrofismo,
prendere il mon- nonostante siano della televisione, dici o venti servizi veloci; e al
do, sono però mercostruisce una se- massimo ci torna su con un
spesso gli
ce molto ben venrie di riquadri con “approfondimento” di cinque
atteggiamenti
dibile.
interviste, “prece- o dieci minuti in tarda serata,
meno utili per
Naturalmente sapdenti”, brevi dati per l’élite degli addetti ai lacomprendere il
piamo anche noi
statistici, e possi- vori. La confezione più accumondo, sono
che giornali e tv debilmente una o rata è riservata invece ai talk
merce molto
vono vendere, per
più
immagini, show, che per effetto del deben vendibile.
sopravvivere.
non importa se at- grado della professione sono
diventati il vero “luogo” delMa siamo sicuri che la bella tuali o di repertorio.
confezione, alla lunga, si ven- Disegni, schemi e piccoli box l’informazione. Qui trionfa
da meglio del buon prodotto?
(come in un ipertesto bonsai) appunto la combinazione tra
Come si fa, comunque, una sostituiscono l’inchiesta seria confezionamento sexy e opibella confezione?
e originale, compensano la nionismo da autobus. Da una
L’approccio dei media al te- superficialità con accenni parte titoli allarmistici con
condimento di polima dei cambiamenti climatici sintetici di approtici di grido (purché
è interessante perché esem- fondimenti, offroLa fine
incompetenti dell’arplifica bene il modo di lavo- no in un quadro
del mondo
rare che si è andato diffon- vivace e accatti- è dietro l’angolo, gomento in questione) e attricette di acdendo negli ultimi anni, sugli vante l’intero teperché non
compagnamento;
argomenti più diversi.
ma, lo rendono
ci sono più le
Nella stampa quotidiana, per evento del giorno mezze stagioni. dall’altra interviste
all’uomo della strada
esempio, le pagine si costrui- (o almeno della
scono secondo uno schema pagina), e cercano così di su- e alle comparse dello studio.
abbastanza ripetitivo: si parte scitare interesse in un lettore La fine del mondo è dietro
l’angolo, perché non ci sono
quasi sempre da una notizia sempre più stanco e distratto.
!
di cronaca – anche piccola o Da parte sua il telegiornale ri- più le mezze stagioni.
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