Testo di accompagnamento concorso poesia 2016
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Testo di accompagnamento concorso poesia 2016
CPIA NAPOLI PROVINCIA N.1 CENTRO PROVINCIALE PER L’ISTRUZIONE DEGLI ADULTI Via San Pietro, 56 – 80020 CASAVATORE (NA) Cod. Min. NAMM0CR008 Tel. 081 19362301 Codice fisc.: 93062780635 Sede associata: CASA CIRCONDARIALE FEMMINILE DI POZZUOLI - Via Pergolesi, 141 - Pozzuoli Dirigente scolastica prof.ssa Francesca Napolitano I testi poetici presentati al Concorso sono stati prodotti all’interno dell’Officina Permanente di Scrittura “La Sacca Iriconda” , ideata e coordinata dalla prof. Angela Cicala e realizzata con la stretta intesa e cooperazione delle prof. Maria D’Emilio, Fausta Minale, Fausta Apa, Marialuisa Martorelli, le docenti di scuola primaria Olimpia Caccavale e Patrizia Schiavone. E’ attiva nella Casa Circondariale Femminile dal 1997 ininterrottamente, da quando con un piccolo gruppo di ardite e motivate allieve si cominciò “a giocare con le parole”, realizzando una serie di itinerari per scoprirne la forma, il suono, la potenza e solo dopo la poeticità. L’anagramma di “Casa Circondariale” ha dato vita al nome dell’Officina, all’idea di un luogo profondo come una sacca che, con un neologismo, raccogliesse sentimenti opposti: l’ira, la rabbia, la disperazione, insieme alla giocondità, la gioia dei sentimenti, la scoperta delle emozioni, dei battiti del cuore. La Sacca Iriconda nasce come uno spazio libero dove sperimentare la creatività attraverso l’acquisizione di tecniche compositive per smontare, manipolare, esplorare e combinare le parole; dove la visione di immagini, l’ascolto di suoni, il respiro di odori evocano suggestioni e permettono il recupero di ricordi ed esperienze che conducono le donne prima a comunicare con se stesse e poi con il mondo esterno. Nell’Officina ogni allieva, prima in maniera inconscia, poi gradualmente con giudizio, prova a dare voce alla sofferenza, al malessere, alla noia, a trovare spazi per la riflessione, la tenerezza, lo stupore, che generano confidenza, fiducia in sé e, alla fine, quella consapevolezza di genere che è l’inizio del cambiamento. Della ricostruzione. La scrittura, allora, si fa strumento per rileggere se stessi, penetrare più profondamente nella propria esistenza, ricercando quel patrimonio di emozioni spente, di ricordi confusi, di frammenti sparsi, ma anche di nuove motivazioni per ricominciare da capo. La scrittura adulta che prova ad andare più a fondo e più lontano, non è, quindi, solo l’occasione per fare bilanci o ridefinire i rapporti col passato, ma un viaggio che forma: nell’Officina si traccia una strada, guidando le donne a scoprire la propria scrittura capace di verbalizzare i lunghi silenzi dell’esistenza e gli assordanti rumori del passato. Obiettivo primario: far emergere lo stile che è l’ impronta personale e che nell’Officina prende corpo e prova a raggiungere efficacia, originalità, chiarezza. Il carcere sembra essere l’ultimo luogo nel quale, animosamente, circolano ancora fogli di carta bianchi e penne alla riscoperta dell’uso antico della comunicazione scritta. L’assenza dei mezzi di comunicazione digitali costringe in qualche modo a rivalutare la bellezza e la potenzialità della scrittura per esprimere sentimenti e non soltanto fredde domande burocratiche, in un mondo in cui l’uso di carta e penna diventa sempre più desueto. Nella Scuola in Carcere si riscopre il valore della scrittura a mano che ha il potere forte di collegare il “cuore” al foglio bianco, cui le donne affidano segreti e bugie, protette il più delle volte dall’indecifrabilità del tratto grafico personale. Insegnare l’arte della scrittura con le sue regole, tecniche e vincoli compositivi, disciplina l’espressività e, per contagio, anche le emozioni e l’interiorità: riuscire a raccontare se stesse con metodo e rigore, e non estemporaneamente, significa fare ordine nella memoria per affrontare in modo diverso la propria vita e le scelte future. La condivisione dei testi attraverso la lettura collettiva, fase culminante del percorso di scrittura creativa, realizza uno spazio aperto nel quale i mondi interiori si incontrano e si scoprono; è un tempo lento nel quale la tolleranza, la conoscenza, la relazione hanno la possibilità di crescere e arricchirsi anche attraverso il confronto o il conflitto, questa volta gestito. Partecipare al Concorso “Briciole di emozione” per la nostra scuola, ingoiata da alte ed invalicabili mura, è stata un’occasione importante per ricordare alle Istituzioni tutte che “noi ci siamo”, sul Territorio flegreo, oltre il silenzio e l’isolamento; che, prepotentemente e necessariamente, esistiamo come realtà scolastica istituzionale, aperta al confronto, alla sinergia con l’esterno, pronta a dare un contributo culturale “che conta”; che per le donne recluse la Scuola è occasione di rinascita in nome della quale chiedere ascolto e attenzione, se veramente si vuole dare senso e significato a rieducazione e reinserimento. Parole, troppo spesso solo parole. La Coordinatrice de La Sacca Iriconda Prof. ssa Angela Cicala La Dirigente Scolastica Prof.ssa Francesca Napolitano