di - Più Limbiate meno cemento

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di - Più Limbiate meno cemento
Avv. Claudio Colombo
V.Ie C Baltil'ti n. 77
20052 MONZA
ld
DRIGINALE
10 'otto",
nato a
039320720 Fax 0393670/2
I
!
/
/7]1.
Presidente d
.,. HICla l
Milano,
J/]
!l)f'ZZl
dell
delibera di Giunta Provincial
n.
MILANO
RICORSO
del1a Provincia
NeW interesse
del Presidente
pro tempore,
di Milano ( c.F. 02120090150
oonehe
del Cornune
) , in persona
di Cesano Maderno ( CF,
R3000130159
), del Comune
di Limbiate
( P.IV A 00986290963
) e del
Comune di Hovisio Maseiago
Sindaei pro tempore,
marglt1e,
( C,F, 03959350152
), in persona dei rispettivi
tutti aUInrizzati can deJibcrazioni
rappresentati
e difesi , giusta la medesima
o
C Iom bo cd e lett ivamente
domi e i Iiat i presso
indicate nel mandata
delega, daW A vv. Claudio
10 SI udio dell' A vv, Maree II0
contro
REG lONE LOMBARDIA
n,c,
B.T.F. s.r.I.
I'FR L' ANNULLAMENTO,
connessi.
con tutti gli atIi preordinati,
del decreto delia Regione
l'd !rbanistica,
struttura
valutazioni
Lombardia.
di impatto
Direzione
ambienta1c
conscquenziali
Generale
Territorio
.
del 23 ottobre
.:?006. con il quale
'""hienlale
e
stata espressa
del pmgetto di ampliamento
del
10 sottoscritto
Paolo Vagh
nato a Seregno iJ 19.06. 195c
nella mia qualita di Sindac
del
Comune
di
Cesan
Maderno,
In forza
dell
delibera di Giunta COl1lunal
n. 307 del 12 122(J06.
10
sottoscritto
;\ n ton i
Romeo, nato a l'v1elito Port,
Salvoil l3.12.1960,nellami
qua/ita
di
Sindaco
de
Comune di Limbiate, in forz
delia
delibera
di Giunt
Comunale
n.
2II
de
13.12.2006:
10 Sottoscritta
Criuseppin
Stella,
nata a rerl izzi I
30.06.1945, nella rnia qualit;
di Sindaco del Comune d
Bovisio Masciago.
in forz;
delia
delibera
di Giunt;
Comunale
n.
149
de
13.12.2006
Meoli in Milano, Via Adige n. 12
l'
a
1'\'10.
nelJa
la pronuncia
positiva
e
delego
a rappresentare
difendere
/' Amm in istrazion,
Provinciale
Comunale,
ir
ogni fase e grado del present<
giudizio, /' A vvocato Claudie
Colombo
con
studio
1/
Monza, Via C. Battisti, 77
conferendogli
ogni
e pit
ampia
facolta
di
legge
compresa
quella di
filrs
sostituire in udienza, e
d
propon'e
motivi
aggiunti
anche
avverso
atti
provvedimenti
sUccessivi
z
que/Ii
impugnati,
purchl
connessl.
elcggendc
domicilio presso 10 studic
deW Avv. Marcello MeoIi, if'
Milano via Adigc 12.
di compatibilita
di un impian!o di depurazione
di aeque
/1 Presi~te
della Pro vi nzTii 1TM ilal10
FiliPPo-~I'et)a9 ; •.. {
Cl111eindustriali
. mediante
la realizzazione
della sezione fisico-chi mica per il
U i} l~,.,_·
/,
II it) in d,fc()'i .
Paolo VZ!.&}'l ~
ltamento
di ritiuti
peri colosi
e non
peri colosi
in Com line di Cesano
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•.,J- ••••••••••••••• - •.•
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v
II Sindato
~Jl+onio JZomeo
~rno. Via Groane ( All. I ).
C~··· -\'~.::-~
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II Sindaco
Giuseppiqa.Stella
I '"
,
v\..",
Sono~u~entiche:r\
Avv. Cla~l~
l"'"
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,
~oloml~~)
v
7',
In data 26 scttembre
Ccsano
Maderno
] lJn la Snia Viscosa
una domanda
un .. impianto trattamento
La suddetta.
infatti,
prodotti
( All 14:
lrallwnen/o
di concessione
la necessita
gia a quell'
epoca,
Groane . da poco istituito ( L.R. 20 agosto
Comune di Ccsano Maderno
ove, tra I" altm motivava
legge 1() maggio
inqllinwnenlo"
ordinanza
I" iniziativa
del Sindaco
n novemorc
intcrvento.
come"
di
... " ).
all'
interno
del Parco
delle
con
ai lavori edilizi ( All. 15
un' articolata
il
).
istanza
di
sulla scorta dell" esigenza
di
nonche
•. ai disposli
del/a
norme per la IUlela delle acque dedi'
16 ).
A questo punto venne invcstita della tematica
in data
Cesano
per I' impianlo
serviranno
] 979, presento
1976 n. 319. recanle
(All.
III
. stante la presenza di un vincolo ambientale.
in data 23 aprile
a precedente
chimico
] 976 n. 3] ): per questa ragionc
atto del 26 marzo del 1979 nego I" autorizzazione
ottemperarc
di
di trattare gli scarichi liquidi ed i fanghi ivi
.. Le opere sopra indicate
si trovava,
La SocieUl Snia.
di
per la realizzazionc
di un grande stabilimento
degli scarichi liquidi del/o stahilimenlo
II sito prcscelto
riesame
edilizia
al Comunc
acque scarico e deposito fanghi ...
disponeva
Madcrno ed avvertiva
s.p,a. ha presentato
la Regione
Lomoardia
la qualc .
1979 ( All. ] 7 ) . cspresse pal'ere Hlvorevole . in quanto I"
interno al peri metro del Parco delle Groane.
dovcva
essere
inteso
lIdegullmento igienico di edifici esistenti " . ammcsso dall' art. 7 delia
r
rclativa leggc istitutiva
(
art. 7 delia L.R. 31/1971
sino all' approvazionc
del piano territoriale
lIlanlllel7::ione cd adegllwnento
. in etTetti . ammettcva
di coordinamento.
igienico di edifici esislenli"
).
interventj
.
di ..
Suiia base di tali presupposti, con atto del 23 luglio 1980 il Comune di Cesano
Maderno rilasciava la concessione edilizia per la realizzazione del predetto
impianto, avente , evidentemente, carattere di mera pertinenza rispetto al vicino
stabilimento industriale ( All. 18 ).
Attualmente l' area,
alla luce del P.R.G. di Cesano Maderno, si trova all'
interno dell' Ambito tipomorfologico n. 9 " Parco Regionale delle Groane e di
Salvaguardia Ambientale " ove non
e consentita
la realizzazione di impianti di
smaltimento dei rifiuti ( All. 4 ).
Oal punto di vista dell' azzonamento il compendio ricade in parte in zona F3 ,
standards comunale per insediamenti produttivi, ed in parte in zona F4 ,
standard sovracomunale per verde pubblico di interesse ambientale , oltre che
in zona per verde stradale.
II piano di zonizzazione acustica 10 include, prevalentemente in classe I ( area
particolarmente
protetta ), ove il limite diurno
e
pari a 50 decibel e quello
notturno a 40 decibel ( All. 11 ).
II vigente P.T.e. del Parco delle Groane inserisce il terreno de quo in zona per
servizi di interesse comunale, ove sono ammessi " servizi ed impianti annessi
all' industria,
compresi gli impianti di depurazione "; si noti che, in base all'
art. 16 lett g ) del P.T.C., in tutto il parco
e vietata
la realizzazione e I' esercizio
di nuovi impianti di gestione dei rifiuti urbani e/o speciali ( All. 5 ).
II complesso in questione
e
molto vicino a siti particolarmente pregiati , da un
punta di vista ambientale, culturale e del paesaggio .
Infatt i proprio accanto all' area delia controinteressata
e
ubicata un' oaSI
naturalistica , oggetto di convenzioni tra il Comune di Cesano Maderno e la
3
LIPU- Lega Italiana
Protezione
Uccelli-
(All.
8-10
), fonnalmente
riconosciuta dalla Provincia di Milano come Oasi di protezione delIa fauna
venatoria ( deliberazione delIa Giunta Provinciale n. 646/05 del 14 settembre
2005 - All. 2 ).
Le convenzioni tra il Comune di Cesano Mademo e la LIPU prevedono ,
appunto, che la suddetta associazione gestisca una vasta area, prevalentemente
di proprieta comunale,
al fine da un lato di valorizzare l' ambiente naturale ,
salvaguardandone la fauna, dall' altro di svolgere attivita educativa e didattica.
Sotto quest' ultimo profilo esse affennano che la LIPU "
la gestione di attivita didattico-divulgativa
e impegnata
a curare
, rivolte alla cittadinanza.
con
particolare attenzione a quella in eta scolare" ( v. All. 8 ) .
L' oasi naturalistica si caratterizza come centro didattico, provvisto di idonee
attrezzature,
ed ospita quotidianamente
Ie scolaresche provenienti da varie
parti delIa Lombardia ( circa 45.000 visitatori 10 scorso anno, dei quali 3.000
studenti delle varie scuole, accompagnati dagli insegnanti ).
Per il suo allestimento e miglioramento if Comune di Cesano Maderno ha
sostenuto investimenti per un totale di 2,048.857,49 Euro ( v. All. 20 ).
Inoltre I' insediamento produttivo sopra descritto
si trova a circa 900 metri di
distanza dal Sito di Importanza Comunitaria ( Sic ) Boschi delle Groanc ,
individuato dalla Regione Lombardia, con deliberazione G.R. 8 agosto 2003 n.
7/14106 ( All. 3 e 21 ) .
Dista, inoltre,
circa 200 metri dal torrente Garbogera, il quale costituiscc il
principale corso d' acqua che attraversa il parco delle Groane ( All. 21 ).
4
In data 14 luglio 2005 la societa B.T.E. s.r.l.- che ha acquistato dalla Nylstar
s.p.a. ( subentrata a Snia ) l' impianto di depurazione delle acque reflue
industriali - ha presentato una richiesta di valutazione di impatto ambientale
per un intervento volto alia realizzazione di un impianto per il trattamentosmaltimento e recupero - dei rifiuti peri colosi e non pericolosi , prodotti da
terzi.
Tale richiesta ed il successivo atto regionale qualificano I' intervento come
mero ampliamento
delia struttura
esistente, tramite I' introduzione di una
sezione chimico-fisica , in aggiunta a quella biologica esistente ; tuttavia, In
seguito all' ipotizzata trasformazione, I'
impianto sarebbe total mente diverso
dal precedente, non limitandosi a ricevere i reflui del vicino stabilimento,
accogliendo anche rifiuti
Cia del resto
e comprovato
ma
provenienti da terzi, pericolosi e non.
dal notevole incremento delia capacita di esercizio
del depuratore, che passerebbe da 5.500 abitanti equivalenti a 46.000 abitanti
equivalenti e Ie cui acque verrebbero searicate nel torrente Garbogera ( v. All.
19 pag. 54 ).
II Competente ufficio per la v.i.a. delia Regione Lombardia ha interpellato Ie
esponenti amministrazioni Ie quali, nella conferenza dei servizi del 10 marzo
2006, si sono espresse in modo recisamente negativo.
In particolare il Comune di Cesano Mademo ha fatto presente il contrasto con
il proprio strumento urbanistico e la vicinanza con
seriamente danneggiata .
5
r
oasi Lipu , che verrebbe
I Comuni
di Limbiate
e Bovisio
Masciago
si sono associati
a tali
preoccupazioni , rilevando altresi problemi di accessibilita legati ai mezzi di
conferimento all' impianto ed il potenziale impatto suI torrente Garbogera.
La Provincia di Milano ha evidenziato la carenza dello studio presentato, con
riguardo al monitoraggio del torrente Garbogera , alle emissioni in atmosfera
ed alia salvaguardia dell' attigua Oasi Lipu, secondo Ie attuali condizioni di
fruibilita (All. ] 2 ).
La Regione Lombardia, con atto del
23 Ottbre del 2006 , ha espresso la
pronuncia positiva di compatibilita ambientale , a condizione che vengano
ottemperate alcune prescrizioni di dettaglio, per 10 pili ripetitive dei disposti di
legge ( v. All. ] ).
II contenuto dell' atto - che viene impugnato tramite il presente ricorso per
tuziorismo
, dovendo
essere seguito , per sua espressa
successiva autorizzazione
indicazione,
da
ex D.L.vo ] 8 febbraio 2005 n. 59 - verra meglio
descritto nella parte in diritto.
Si puo
tuttavia
osservare
immediatamente
che
esso
muove
da
una
rappresentazione oltremodo riduttiva sia delle caratteristiche dell' intervento qualificato
come mero ampliamento
- che del suo impatto suI territorio
circostante e su siti di peculiare pregio.
Cio vale, in particolare, per la confinante Oasi Lipu, reaJizzata con notevoJe
investimenti pubblici, che costituisce a tutti gJi effetti centro didattico,
ove
sono ospitate quotidianamente scoJaresche, di ogni ordine e grado .
L' auspicio
delle Amministrazioni
ricorrenti
successive fasi del procedimento amministrativo
6
e,
naturalmente,
che nelle
tutti gJi attori istituzionali
assumano spontaneamente
adeguata consapevolezza delle gravl ripercussioni
che l'
intervento
attuazione
determinare;
dell'
proposto
dalla
controinteressata
tuttavia, propno aJ fine di evitare tali effetti.
puo
Ie esponenti
impugnano il Decreto del 23 ottobre 2006 , che merita di essere annullato per i
seguenti:
MOTIVI
Premessa:
Preliminarmente
e d'
uopo rimarcare la carretta qualificazione dell' intervento
proposto dalla BTE s.r.l. , che I' atto impugnato non delinea con la necessaria
preclslOne.
Esso, infatti, definisce iJ progetto come volto all'
impianto di depurazione
chimico jisica"
"ampliamento
di un
di acque reflue industriali , mediante la sezione
(All. 1 ).
Non viene colta la radicale differenza tra il depuratore esistente,
che
costituisce mera pertinenza dell' attiguo stabilimento industriale delia ex
Snia, e il nuovo insediamento , che sorgerebbe in seguito all' ipotizzata
trasformazione.
Infatti l' impianto esistente
adeguamento
e
stato autarizzato.
igienico " di stabilimento
SIn dall' inizio, come "
industriale preesistente,
sito nelle
vicinanze ( cosi il parere della Regione Lombardia del 23/11/1979- All. 17- e
cosi la relazione tecnica annessa alla domanda di concessione edilizia del
26/9/1978 - " Ie opere sopra indicate serviranno per I' impianto di trattamento
degli scarichi liquidi dello stabilimento "-
All. 14- si noti che la fabbrica ex
Snia si trova oltre la ferrovia Seregno-Saronno - v. All. 21 e 22 ).
7
Proprio in virtu di siffatta connotazione esso
e stato
ammesso all' interno del
peri metro del Parco delle Groane - si badi bene, dopo un primo diniego del
Comune e successiva istanza di riesame (All. 15 e 16 ) - ove, in linea generale
, vigeva e vige tuttora il divieto di introdurre nuovi impianti per il trattamento
dei rifiuti: ]' intervento
e
stato , infatti, considerato come"
adeguamento
igienico " di editicio esistente, ex art. 7 comma 1 della L.R. 31/1976.
In etfetti, come aveva rilevato 1a SNIA nelle proprie reiterate istanze all' epoca
avanzate , esso serviva a regolarizzare il preesistente stabilimento chimico ,
adeguandolo
ai disposti
delia L. 319/1976,
stante I' impossibilita
di
individuare altre soluzioni altrettanto sicure (v. All. 16 : " I' ubicazione dell'
impianto prevista dal progetto
e determinata
dall' esigenza tecnica di situare
Ie costruende opere immediatamente a valle del primo stadio di trattamento
equalizzazione e parziale ossidazione- gia esistente e da tempo in esercizio " ) .
L' opzione
eccezionale di allocarlo all' intemo del Parco delle Groane
dovuta, appunto ad obiettivi di salvaguardia
allo stabilimento
chimico
attiguo
e
ambientale strettamente correlati
, del quale il depuratore
costituisce
pertinenza.
Questo dato di fatto , ossia il rapporto di pertinenzialita dell' impianto con il
vicino insediamento industriale,
e stato
recepito dalla successiva pianificazione
territoriale ed urbanistica, che ha incl uso I' area in " standards per insediamenti
produtivi"
( sona F3 : " servizi per I' industria e I' artigianato ., del P.R.G. di
Cesano Maderno - All. 4 ) e " ambito per servizi " ( art. 38 delle N.T.A. del
PTC Valle Lambro " servizi ed impianti anessi all' industria , compresi gli
impianti di depurazione "- All. 5 )
8
La circostanza che, secondo 10 studio delIa BTE s.r.l. , l' impianto preesistente
fosse sottoutilizzato
non presenta alcunche di anomalo, essendo detenninata
dal cicIo produttivo dell' industria di cui smaltisce i residui e dalle relative
vicende imprenditoriali ( v. All. 19 pag. 55 ).
L' iniziativa oggetto di contestazione spezza , mvece, tale rapporto di
pertinenzialitil,
tendendo appunto a realizzare un nuovo insediamento
produttivo, dedito al trattamento di rifiuti, pericolosi e non,
prodotti da
terzi ( liquidi provenienti da processi produttivi, percolati di discarica,
fanghi da fosse settiche
Cia detennina
0
da pulizia di fognature ).
non solo una radicale modificazioni
della tipologia
dell'
impianto- che , come si vedra, si pone in radicale contrasto con Ie prescrizioni
di tutti gli strumenti di pianificazione applicabili - ma anche un notevole
potenziamento del suo impatto operativo.
Basti pensare, al riguardo, che , secondo 10 studio delIa B.T.E. s.r.l.
Sl
passa
dagli attuali effettivi 335 BOD5 ( biological oxygen demand) kg/ giorno ( pari
a 5584 abitanti equivalenti ) a quello di 2760 BOD5 kg/ giorno ( pari a 46.000
abitanti equivalenti ).
Inoltre la sua destinazione ad accogliere i liquami ed i fanghi provenienti da
terzi incrementera notevolmente il traffico di mezzi ivi diretti
0
dallo stesso
provenienti.
Tutto cia detennina un rilevante incremento del rumore, degli odori diffusi c
dei pericoli di dispersione nell' ambiente di sostanze altamente inquinanti.
Ne deriva
che
l'
intervento
deve essere
apprezzato
come
volto
alla
realizzazione di un nuovo impianto per il trattamento di industriali, peri colosi e
9
non pericolosi ( liquidi e fanghi ) , prodotti da terzi , all' intemo di un' area
soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico,
ed a ridosso di siti molto
pregiati e delicati sia sotto il profilo ambientale (v Sic e Oasi Lipu)
che per la
funzione didattica espletata (Oasi Lipu ).
Costante giurisprudenza
affem1a che " la sopravvenzenza di una variante
sostanziale ad una piattaforma produttiva non permette all' amministrazione
di rinnovare rebus sic stantibus l' autorizzazione " , essendo accomunata " l'
ipotesi dell' autorizzazione di nuovi impianti di smaltimento
0
di recupero dei
rif/uti, anche pericolosi, a quella della realizzazione di varianti sostanziali in
corso di esercizio "; in tal caso " l' impatto ambientale delIa modif/cazione di
un' opera esistente non pUG essere unicamente esaminato con rVerimento aile
innovazioni introdotte, considerate separatamente cia!!' opera complessiva. ma
occorre prendere in considerazione I' impatto potenziale che I' infrastruttura
produrra sui territorio in conseguenza delle modifiche " ( T.A.R. Lombardia,
Brescia 11 aprile 2005 n. 304 ).
Operata siffatta qualificazione
si articolano , a carico del decreto impugnato Ie
seguenti puntuali censure :
1) Violazione e falsa applicazione del D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152, delIa L.R.
12 dicembre 2003 n. 26, del D.L.vo 22 gennaio 2004 n. 42, del vigente
Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti.
Eccesso di potcre per carenza di motivazione, travisamento dei fatti, difctto di
istruttoria, contraddittorieta.
10
II provvedimento impugnato afferma che la localizzazione del progetto sarebbe
adeguata alla specifica programmazione
di settore in materia di gestione dei
rifiuti.
L' art. 178 del D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152 ( ma idem D.L.vo 22/1997 )
detinisce la gestione dei ritiuti come" attivita di pubblico interesse ", soggetta
a pianificazione e programmazione della pubblica autorita.
11successivo art. 199 disciplina i piani regionali demandando loro, tra l' altro,
l' introduzione degli " ambiti territoriali ottimali " ( v. comma 3 paragrafo e ) e
dei " criteri per I' individuazione , da parte delle province. delle aree non
idonee alia localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rUzuti
nonche per I' individuazione dei luoghi
'"I'f'lIt;
,
.
"1./'.1·
"
0
impianti adatti allo s'maltimento dei
•
II comma 7 prevede l' adeguamento dei piani esistenti, entro due anni , e, nell'
attesa, conferma la perdurante vigenza di quelli vigenti
L' art. 197 demanda alle Province , " sulla base delle previsioni del piano
territoriale di coordinamento di cui all' art. 20 comma 2 del D.L.vo 18 agosto
2000 n. 267 , " oltre che del citato piano regionale
individuazione
delle zone
idonee
alia localizzazione
dei rifiuti " , I'
degli
impianti
di
smaltimento dei rifzuti nonche delle zone non idonee alia localizzazione
di
impianti di recupero e di smaltimento dei rifzuti ".
La L.R. 12 dicembre 2003 n. 26 , artt. 14-24 conferma , nella sostanza , questa
impostazione, valorizzando, tuttavia, il molo delia Provincia, contemplando un
apposito piano provinciale di gestione dei rifiuti, il quale ha la funzione, tra l'
II
altro di individuare " Ie aree non idonee alia localizzazione degli impianti di
recupero e smaltimento dei rifluti urhani e ,speciali " ,
Al momenta
e
disponibile il Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti .
approvato con deliberazione delia Giunta Regionale 27 giugno 2005 n. 8/220 (
All. 7). mentre
e in corso
di istruttoria quello provinciale. previsto dalla L.R.
26/2003 .
II predetto
programma
region ale,
licenziato
in seguito
a Valutazione
Ambientale Strategica ( VAS ) ai sensi della Direttiva 200 I/42/CE , introduce
diversi criteri per la localizzazione
trattamento
chimico- fisico.
di vari impianti - tra i quali quelli di
intertizzazione
ed altri trattamenti
-. alcuni
escludenti ed altri penalizzanti ( v. il paragrafo 8.5.4 )
La presenza dei primi comporta l' csclusione totale dell' impianto .
11 decreto impugnato ha ravvisato nella collocazione
intemo
nel Parco delle Groane
dell' intervento
un fattore penalizzante
all'
il quale . tuttavia,
sarebbe compensato da un elemento preferenziale, ossia la contiguita " ad un
impianto esistente . cui quello in progetto efunzionalmente
collegato " ( v. All.
I ).
Richiamato quanto dedotto in premessa della presente parte in diritto . circa la
radicale innovazione che il progetto comporta rispetto alia situazione pregressa.
siffatta argomentazione non risulta neppure fondata nello specifico, in quanto il
Programma Regionale di Gestione dei Ritiuti , paragrafo 8.5.4 . reca un divieto
tassativo, costituito dalla soggezione dell' area a vincolo paesaggistico, ex art.
134lett b) del D.L.vo 22 gennaio 2004 n. 42.
12
E' vero che il suddetto paragrafo dispone chc Ie aree interessate dai vincoli
della L.R. 30 novembre 1983 n. 86 sono destinatarie di un criterio penalizzantc.
, tuttavia, come nota , la suddetta legge regionale
da un lato introduce un
regime di tutela naturale ed ambientale , distinto da quello paesaggistico, dall'
altro include territori non necessariamente
di interesse paesaggistico
( per
esempio non 10 sono i " monumenti naturali " e Ie " altre zone di particolare
rilevanza naturale e ambientale da sottoporre a regime di protezione " ex art. 1
lett d) ed e) delia L.R. 86/1983 ).
La tutela paesaggistica, di cui al D.L.vo 42/2004,
e distinta
rispetto a quella in
materia di tutela delle aree protette, ex L.R. 86/1983 , pili volte modificata ed
adeguata ai disposti della L. 6 dicembre 1991 n. 394 .
II programma regionale di gestione dei rifiuti preClsa che i beni paesaggistici
di cui al D.L. vo 42/2004, individuati ex art. 134 e 136. sono assoggettati a
criterio escludente .
Ebbene , il richiamato
afferma che rientrano
art. 134 lett b) del D.L.vo 22 gennaio 2004 n. 42 ,
a pieno titolo tra i beni paesaggistici " Ie aree indicate
neW art. 142 " , ove figurano " i parchi e Ie riserve nazionali
0
regionali,
nonche i lerrilori di prolezione esterna dei parchi ", ivi compreso quindi. il
Parco delle Groane
(si
noti che il paragrafo 8.5.4.
si sofferma su alcune
tipologie di beni ex art. 142 del D.L.vo 42/2004, sottoponendole, in alcuni casi,
a criterio penalizzante- v. Ie fascc attigue ai fiumi ).
Ne deriva che la qualificazione dell' area de qua come bene paesaggistico ai
sensi dell' art. 134 del D.L.vo 42/2004 ne comporta la soggezione a criterio
escludente, in base al vigente Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti .
13
Cia, del resto, non costituisce
scelta irrazionale poiche il godimento
pacsaggio, anche sotto il profilo estetico,
del
costituisce proiezione dei principi
generali di cui all' art. 9 delia Costituzione e dell' art. 2 comma 2 del D.L.vo
42/2004 ( per cui "sono beni paesaggistici gli immobili e Ie aree indicati dall'
art. 134 , costituenti espressione dei " valori storici, culturali,
morfologici ed estetici " ) ed applicazione
naturali
.
dalla norma di cui all' art. 6 del
medesimo D.L.vo ( per cui la valorizzazione del patrimonio culturale consiste
nell'
esercizio
delle funzioni
e nella disciplina
delle attivita
dirette
a
promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare Ie migliori
condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica ).
E' evidente che la collocazione di un impianto di trattamento dei rifiuti all'
interno
di aree costituenti
beni paesaggistici,
con I' alterazione
delle
caratteristiche morfologiche del territorio ma soprattutto con la diffusione di
rumori ed odori sgradevoli ( accertati dallo stesso atto impugnato - v. All. I
pagg. 9-10, 11-12
). ne compromette
irrimediabilmente
la valenza e Ie
possibilita di godimento .
In ogni caso il decreto impugnato - pur ravvisando la sussistenza di vincolo
paesaggistico. esteso aile aree circostanti (All. 1pag. 2 ) e la diffusione di
rumori ed esa1azioni maleodoranti che saranno irrimediabilmente arrecate dall'
impianto ( All. 1 pagg. 9 ss.)
-
e
illegittimo laddove non effettua una
sufficiente ponderazione delia lesione del bene paesaggistico arrecata non solo
tramite opere aventi un signiticativo impatto visivo- vengono edificati due silos
ben visibili nelle vicinanze- ma soprattutto da rumori ed esalazioni, suscettibili
di precluderne il godimento (cfr. Cons. Stato VI sezione 23 novembre 2004
14
7667 per cui " i heni aventi valore paesistico"
originariamente
costituiscono
una categoria
di interesse puhhlico, sia perche comunque la disciplina
costituzionale del paesaggio (art. 9 Cost.) erige il valore estetico-culturale
valore primario dell'ordinamento
a
"Cons. St. Sez.Vl 14.1.1993, n.29; Corte
Cost. 21.12.1985, n.359 e 27.6.1986, n.151).
Tutto cia si traduce in specifico fattore illegittimita, poiche la v.l.a. deve
garantire , tra I' altro, la corretta ponderazione delle conseguenze del progetto
sui" beni pubblici destinati alla fruizione collettiva " nonche su fattori come il
" paesaggio " ed i " beni culturali ed ambientali " ( v. art. 24 del D.L.vo
152/2006
).
2) Violazione e falsa applicazione del D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152 , del
P.T.c.P.
Provinciale
, del P.T.C. del Parco delle Groane, del P.R.G. del
Comune di Cesano Mademo.
Eccesso
di potere
per carenza
di motivazione,
difetto
di
istruttoria,
contraddittorieta.
II decreto
impugnato,
adeguatamente
In aggiunta
considerato
a quanto dedotto
il quadro
programmatico
sub 1,
non ha
che condiziona
la
localizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti speciali. costituito oltre
che dai richiamati piani regionali di gestione
coordinamento provinciale
, anche dal piano territoriale di
di cui all' art. 20 del D.L.vo 267/2000 ( v. art. 197
10 comma lett d) e 199 del D.L.vo 152/2006 - cfr. Cons. Stato sez. V 13 marzo
2002 n. 1501 per cui " If divieto, posto dal PTCP, all'eDettuazione, in quel sito,
dell'attivita di trasformazione in parola si configura, in defznitiva, ad avviso
del Collegio, come inibitorio dello svolgimento di un 'attivita che non pur)
15
ritenersi ammessa in quanto non compatihife - ai sensi del citato art. 28.
comma 7 - con la lutela dell'amhienle:
if Piano. in/alii, per Ie aree zn
queslione, non si pone quale mero strumenlo urhanislico, ma come elemenlo
piani(icalorio alto a rimuovere
0,
per quanlo qui inleressa, ad impedire che
nelle aree de quihus possano essere svolte atlivila non consenlile in quanlo
pericolose per I'ambiente (con conseguenze potenzialmenle
pregiudizievoli
anche per Ie locali popolazioni): e cia lantopiit in quanto correlate ad impianti
resi. in prevalenza, non agevolmente rimovibili. " )
L' art. 17 comma 2 del vigente P.T.c.P. della Provincia di Milano recepisce "
i contenuti
naturalistico
coordinamento
provinciale"
dei parchi
-
ambientali
regionali,
dei vigenti
ricadenti
all'
piani
intemo
territoriali
di
del territorio
( All. 6 ).
0' altro canto il Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti ( All. 7 ) dispone
( paragrafo 8.4.3 ) che " I' inserimento di impianli nei parchi regionali dovra
essere conforme al piano lerritoriale di coordinamenlo dei parchi " .
II Piano Territoriale di Coordinamento del parco si pone, pertanto, come
parametro
programmatico
di riferimento
per la localizzazione
dell'
impianto di smaltimento dei rifiuti , ex art. 197 lett d) del D.L.vo 152/2006.
Ebbene l' art. 16 del P.T.C. del Parco delle Groane , inserito nella sezione .•
norme generali di tutela " , pone il seguente
lerrilorio del parco
e
secco divieto : " in lullo il
vietata la realizzazione e l' esercizio di nuovi impianti
di gestione dei rifiuti urbani e/o speciali " , con Ie specifiche eccezioni
indicate nel medesimo articolo ( discariche di seconda categoria inerti etc. ) .
tra Ie quali non rientra il caso in esame (All. 5 ).
16
L' art. 38 , che disciplina I' " ambito per servizi " - ivi inclusa la " zona per
servizi di interesse comunale"
- vi ammette " servizi ed impianti annessi all'
industria, compresi gli impianti di depurazione e gli standard di legge " ( All.
5 )..
II disposto normativo e oltremodo chiaro e non presenta contraddizione: negli
ambiti destinati a servizi comunali sono consentiti impianti annessi
industria,
ivi compresi
i depuratori.
all'
Sono cioe ammessi quelli, come il
depuratore dell' ex Snia, accessori rispetto ad insediamenti industriali esistenti
( la ragione e presto detta: essi contribuiscono a salvaguardare I' ambiente,
limitando il rischio che tali stabilimenti industriali , preesistenti, riversino i loro
scarichi nel territorio protetto ).
Non
e invece
principio
consentita, in tutto iI territorio del parco, in base al tassativo
dell' art. 16 , la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei
rifiuti speciali , tra i quali rientra anche quello proposto dalla controinteressata
, che intende , appunto trasformare il depuratore annesso allo stabilimento ex
Snia in autonomo impianto per 10 smaltimento ed il recupero
dei rifiuti
industriali, pericolosi e non, prodotti da terzi ( e, guindi, avulso da qualsivoglia
industria ).
Si noti che, In base all' art. 18 comma 6 ter delia L.R. 86/1983, i pIam
territoriali di coordinamento
realizzazione
dei parchi possono essere derogati solo per la
di opere pubbliche
e mediante
deliberazione
delia Giunta
Regionale ( oltre che dai piani territoriali regionali indicati dall' art. 20 comma
4 L.R. 11 marzo 2005 n. 12 )
17
Del pari risulta oltremodo discutibile l' affermazione,
contenuta neW atto
impugnato, per cui il progetto sarebbe sostanzialmcnte
con forme al Piano
Regolatore Generale del Comune, il quale potrebbe, In ogm caso, essere
derogato.
Infatti il P.R.G. di Cesano Mademo , analogamente al P.T.C. del Parco delle
Groane, nella zona F3 ammette impianti tecnologici a servizio dell' industria,
confermando 10 status quo ante, consacrato dalla concessione edilizia del 23
luglio 1980.
L' art. 31 delle N. T.A. , vieta espressamente l' introduzione di nuovi impianti
per il trattamento dei rifiuti solidi urbani in tutto l' ambito 9 ( v. All. 4 ).
La possibilita di deroga al P.R.G. Comunale, pur essendo contemplata dall'
art. 208 comma 6 del D.L.vo 152/2006,
e
soggetta all' ulteriore condizione
delia pubblica utilita dell' opera, la quale, nel caso in esame, non
emersa ne
e stata motivata
e affatto
dall' atto impugnato ( Casso Penale 11 maggio 2005
37122 per cui " l'approvazione del progetto e l'autorizzazione alla costruzione
dell'impianto di recupero
0
smaltimento pUG costituire variante allo strumento
urbanistico solo se if provvedimento adottato ai sensi dell'art. 27 del D.Lf!.s.-'1,
12/122Z
sia adeguatamente
dell'opera.
discrezionale,
L 'amministrazione,
deve eflettuare
motivato
quindi,
in relazione
pur
alla pubblica
nell'esercizio
un' approf(mdita
valutazione
di
utilitc[
un potere
dell'interesse
pubblico alla realizzazione dell'impianto in variante allo strumento urbanistieo
sotto il profilo della pubbliea utilita, urgenza ed indifferibilita dell'opera e solo
la ricorrenza di tali esigenze pUrJ legittimare la compressione delle seelte
effettuate dai Comuni in sede di pianijieazione urbanistiea " ).
18
Infatti I' intervento in questione risponde a logiche imprenditoriali delIa societa
controinteressata
( v. il riferimento
alIa sottoutilizzazione
del precedente
depuratore delIa ex Snia ~ All. 1 pag, 3 e All. 19 pag. 55 ), piuttosto che ad
esigenze di pubblica utilita, insussistenti .
Tutto cia denota l' illegittimita del decreto impugnato, il quale, in sede di v.i.a,
non ha considerato adeguatamente gli accennati strumenti di pianificazione e
programmazione
localizzazione
, che
costituiscono
il quadro
onde
proposta : alcuni strumenti di pianificazione
apprezzare
la
non sono stati
affatto esaminati ( il P.T.C.P. provinciale), altri 10 sono stati in modo parziale e
distorto ( il P.T.C. del Parco Groane ed il P.R.G. Comunale)
eventual ita di deroghe
presupposti
e stata
ed anche I'
affermata in modo apodittico, senza indagame i
(cfr. Corte di Giustizia CE , sez. VI 1 aprile 2004 C- 53 e 217/02
per cui" In ogni caso, i piani di gestione, di per si, non possono determinare
sempre l'ubicazione precisa dei luoghi di smaltimento dei rifiuti, in quanto il
provvedimento
0
la decisione
definitiva
eventualmente,
dalle disposizioni
relativa
applicabili
all'ubicazione
dipende,
in materia di gestione
del
territorio e, segnatamente, dai procedimenti di consultazione e di decisione
attuati ai sensi delia direttiva del Consiglio 27 giugno /9;)5, 85:337/( 'EE.
concernente
la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti
pubhlici e privati (GV L 175, pag 40), come modijicata dalla direlfiva del
Consiglio 3 /7lar:;:o199 , 9.7// //CI,' (GU L 73, pag 5), ovvero delia direllil'o
del Consiglio 24 settemhre 1996. 96/61/CE, sulla prevenzione e la riduzione
inte;;rate
dell'inquinamento
19
In mancanza di una carta geografica che determini con precisione l'ubicazione
dei futuri luoghi di smaltimento dei rUiuti, tali criteri di ubicazione devono
essere individuati alia luce degli obiettivi perseguiti dalla direttiva e formulati
in modo sufficientemente preciso per com'entire, all'occorrenza,
all'autorita
cui sia stata presentata una richiesta di autorizzazione individuale ai semi
dell'art. 9 delia direttiva stessa di determinare chiaramente, con riguardo
segnatamente aile pdt aggiornate conoscenze tecniche e scientifiche nonche ai
procedimenti
tecnici di smaltimento concretamente applicati, il luogo meglio
ri5pondente
a
tali
obiettivi.
Tra tali ohiettivi ,figura, in primo luogo, la protezione della salute pubblica e
dell'ambiente,
la
quale
rappresenta
l'essenza
stessa
della
disciplina
comunitaria relativa ai rifiuti ").
3) Violazione e falsa applicazione degli artt. 4 ss. del D.L.vo 3 aprile 2006 n.
152 , del D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357, dell' art. art. 6 comma 2 della
direttiva comunitaria 92/43/CEE del 21/5/1992
Eccesso di potere per carenza di motivazione ed istruttoria.
11 decreto impugnato
e
gravemente viziato, sotto il profilo del difetto di
motivazione ed istruttoria, avendo completamente ignorato la vicinanza dell'
area di intervento al Sito di Importanza Comunitaria " Boschi delle Groane .. ,
distante soli 900 mt., riconosciuto dalla Giunta Regionale con deliberazione 8
agosto 2003 n. 7/14106 ( All. 3 e 21 ).
L' omissione risulta tanto piu grave considerando che, in sede di approvazione
dell' ultima variante al P.T.e. del Parco delle Groane ( delib. G.R. 30 luglio
2004 n. 7/18476 ) , la Regione Lombardia , recependo la valutazione di
20
incidenza
predisposta
dalla Direzione
Generale
qualita dell'
ambiente
,
evidenziava l' interrelazione del S.Le. " Boschi delle Groane ,- con l' area ex
Snia ( " Zone industriali
.' si dovra
ACNA-S'NIA
compiere
un attento
monitoraRRio e controllo deRli interventi di messa in sicurezza Ria in atto "All. 5 pag. 4 ).
In effetti la non coincidenza , sotto il profilo territoriale, del predetto Sito di
Importanza Comunitaria rispetto all' area di intervento del progetto proposto
dalla B.T.E. s.r.l., non depone nel senso di affermame la reciproca irrilevanza .
L' art. 5 comma 6 del D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357, infatti, impone la
valutazione ivi contemplata, per tutti i piani
0
progetti che possano avere
incidenza sui siti di importanza comunitaria.
In base ai precedenti
conservazione
specie rare
0
artt. 1 e 2 l' istituzione
di tali siti
e
volta alla
di particolari habitat naturali, caratterizzati dalla presenza di
a rischio di estinzione.
Ancor pill chiaro risulta I' art. 6 comma 2 della direttiva comunitaria
92/43/CEE
del 21/5/1992
per cui
c.
Qualsiasi pzano
0
progetto
non
direttamente connesso e necessario alia gestione del silo ma che possa avere
incidenze signUicative su tale sito, singolarmente
0
congiuntamente ad altri
piani e proRetti, forma oggetto di una opportuna valutazione dell'incidenza che
ha sui silo, tenendo conto degli ohiettivi di conservazione del medesimo " ( cfr.
Corte di Giustizia CE 17 settembre 2004 C-127/02 per cui" l'art. 6,
11.
3, delia
direttiva Habitat introduce un procedimento diretto a garantire, mediante un
controllo preventivo, che un piano
0
un progetto non direttamente connesso e
necessario alia gestione del sito interessato, ma idoneo ad avere incidenze
21
significative sullo stesso, pUG essere autorizzato solo se esso non pregiudichera
l'integrita di tale silo ")
L' incidenza suI sito - che innesca il particolare obbligo di valutazione di cui
all' art. 5 - puo derivare anche da progetti estemi al suo perimetro, allorche la
loro attuazione possa comportare conseguenze sull' habitat naturale protetto.
Nel caso in esame il torrente Garbogera , ove verrebbero versati gli scarichi
dell' impianto di trattamento dei rifiuti ( v. All. I pag. 3 e All. 19 pagg. 77 e
102 ss. ) , costituisce anche uno dei principali corsi d' acqua che lambisce il
S.LC " Boschi delle Groane ", ove stazionano specie rare, come I' airone rosso
(v.
All. 13 e 21 ).
E' pertanto evidente il rischio cui tale habitat viene sottoposto.
Lo studio della controinteressata
(All. 19 pagg. 77 ss. e 102 ss. )e 10 stesso
decreto impugnato ( v. All. 1 pag. 11 ) ipotizzano un impatto negativo
alto
sull' ambiente idrico ( e quindi , sostanzialmente , suI torrente Garbogera ), in
presenza di eventi detiniti anomali
,alcuni
del quali , tuttavia, privi dei
connotati dell' eccezionalita: sversamento accidentale di rifiuti. disservizio all'
unita
operativa
chimico
meteoclimatiche,
-
fisica
o biologica,
particolari
situazioni
come lunghi periodi a bassa temperatura oppure forti c/o
prolungate piogge .
Tutti questi fenomeni - che come noto si verificano periodicamente e non
presentano alcunche di eccezionale- possono comportare I' inquinamento
grave del torrente Garbogera , utilizzato dalle specie che caratterizzano I'
habitat dei" Boschi delle Groane"
.
22
Tutto cia non
e stato
minimamente apprezzato dal decreto impugnato: esso, al
riguardo, afferma che trattasi " degli elementi critici per ogni depuratore ,.
limitandosi a proporre un affinamento delle procedure , Ie quali , come noto,
possono contenere
gli effetti nOClVl ma non certo eliminare
il rischio
(interventi di emergenza etc. ).
Non
e
stato neppure valutato il rischio che tali inquinamenti possano essere
prodotti da incidenti stradali , nei quali possono essere coinvolti i veicoli diretti
all' impianto, con il loro carico di rifiuti: evento non certo remoto, visto che
esso dovrebbe ricevere anche quelli prodotti da terzi .
Tutto cia risulta
illegittimo
poiche,
in sede di valutazione
di impatto
ambientale, occorre una puntuale ponderazione proprio di questi rischi ( v. art.
24 del D.L.vo 152/2006 - v. Corte di Giustizia CE 17 settembre 2004 C-127/02
per cui " la nozione di piano
0
di progetto ai sensi delia direttiva Habitat che.
come emerge da quanto precede, come la direttiva 85/337, mira soprattutto ad
evitare che attivita che possa pregiudicare l'ambiente siano autorizzate senza
fJreventiva
valutazione
delle
loro
incidenze
sullo
stesso.
) ; nel caso di progetti incidenti sui SIC, inoltre, ex art. 5 6° e 7° comma del
D.P.R. 357/1997,
il rischio di pregiudizio all' habitat naturale
tollerabile, solo in presenza di
"motivi
e
reputato
imperativi di rilevante interesse
pubblico ", insussistenti nel caso in esame.
Nella fattispecie manca del tutto la valutazione di incidenza prescritta dall' art.
5 del D.P.R. 357/1997, nonostante il rischio arrecato dal progetto all' habitat,
il che implica palese illegittimita ( v. Cons. Stato VI sezione 4 aprile 2005 n.
1462 "La valutazione di impatto ambientale implica, infatti, una valutazione
23
anlicipala finalizzala,
nel quadro del principio comunitario di precauzione,
alla tutela preventiva dell'inleresse pubblico ambientale, Ne deriva che, in
presenza
di siluazione ambientale
documenlala
sensibilila,
caralterizzata
da profili di spec(fica e
anche la semplice possibilita
negativa del grado di inquinamento
di una alterazione
della falda acqu(fera costituisce
un
ragionevole molivo di opposizione alla realizzazione dell'allivila " nonche
Corte di Giustizia CE 7 settembre 2004 cit per cui" l'azionamenlo
del
meccanismo di tutela dell'ambiente previsto dall'art. 6, n. 3, della direlliva
Habital non presuppone, come emerge peraltro dal manuale di interprelazione
di tale articolo redalto dalla Commissione intitolato "La gestione dei sUi
Nalura 2000, Guida all'inlerprelazione
dell'arlicolo 6 della direltiva Habilal
92/43/C££",
0
la certezza che il piano
il progetto considerato pregiudica
significalivamente il silo inleressalo, ma risulla dalla semplice probabilita che
un
lale
42, Quanto
eife It 0
all'arl,
soslanzialmenle
derivi
2, n.
dal
delto
/, delia direlliva
pzano
85/337,
o
la
CUI
lellera
e
simile a quellel dell'l'art. 6, n. 3, della diretliva Habital,
prevede che "[gJ!i slali membri adotlano Ie di::,posizioni necessarie afjinchc',
prima del rilascio dell'aulorizzazione,
i progelli per i qua!i si prevede un
impatto ambienlale importanle formino oggetto di una valulazione del loro
impallo", la Corle ha consideralo che sono quc:',ti i progelli che rischiano di
avere incidenze nolevoli sull'ambienle
(v., in lal senso, senlenza 29 aprile
2004, causa C- / J7 /02, Commissione/Porlogallo,
.:/3. Ne consegue
Racc. pag 1-0000, punlo 85) .
che l'art. 6, n. 3, prima f;'ase, della direlliva Habilal
subordina il requisilo di un'opporluna valulazione delle incidenze di un piano
24
o di un progetto alia condizione che vi sia una probabilitu
0
un rischio ('he
quest'ultimo pregiudichi significativamente il sito interessato ., ).
Del resto, in materia vale il principio di precauzione, affermato dall' art. 174
del Trattato CE ed evocato sia dalla giurisprudenza comunitaria ( v . Corte di
Giustizia Ce 2 settembre 2004 cit per cui " Alia luce del principio
di
precauzione, tale rischio esiste ogni qual volta non puo essere escluso, sulla
base di elementi obiettivi, che if suddetto piano
signijicativamente
T.A.R.
Lombardia
precauzione
0
progetto pregiudichi
if sito interessato "), che da quella nazionale
Brescia
sent. 304/2005
(c.
sent.
cit percui " il principio
puo essere definito come un principio
generale
di
del diritto
comunitario che fa obbligo aile autoritu competenti di adottare provvedimenti
appropriati alfine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanita pubblica.
per la sicurezza e per l'ambiente. facendo prevalere Ie esigenze connesse alia
protezione di tali valori sugli interessi economici " ).
4) Violazione e falsa applicazione degli artt. 4 ss. del D.L.vo 3 aprile 2006 n.
152 dell' L' art. 216 del R.D. 27 luglio 1934 n. 1265 . dell' art. 17 delia
L.R. 16 agosto 1993 n. 26, del D.P.C.M. 14 novembre 1997, richiamato
dall' art. 2 delia L.R. 10 agosto 2001 n. 13
Eccesso di potere per difetto di motivazione e di istruttoria, travisamento dei
fatti.
II Decreto del 23 ottobre 2006
e , altresi
viziato per difetto di motivazione ed
istruttoria. laddove non considera adeguatamente I' impatto del progetto delia
B.T.E. s.r.l. sulla limitrofa oasi naturalistica , concessa in gestione alia LIPU.
25
Tale lacuna
sostanze
non riguarda
inquinanti,
eccezionali
solo
ipotizzata
i possibili
pregiudizi
come conseguenza
( v. All. 1 pag. 11 ), potrebbe
che la diffusione
di eventi anomali
di
ma non
arrecare a11a flora ed aHa fauna ivi
ospitata .
Sotto questo
precedente
profiJo valgono
terzo motivo,
considerazioni
conservazione
a queUe svolte
visto che tale sito costituisce
sensi de1\' art. 17 della L.R. 16 agosto
Giunta Provinciale
analoghe
con il
oasi di protezione
1993 n. 26 ( v. la deliberazione
ai
de11a
n. 646/05 del 14/9/2005 - All. 2 )., come tale destinato
a11a
delia fauna selvatica.
E' stata completamente trascurata, inoItre, la qualificazione del sito come
centro didattico, che ospita quotidianamente scolaresche di ogni ordine e
grado , per attivita di istruzione debitamente previste nelle convenzioni
stipulate tra il Comune di Cesano Maderno e la LIPU (All. 8-10 ).
In particolare
, per cia che attiene al rumore, non solo il decreto regionale
omesso di considerare
che gran parte de11' area di intervento
1, ., area patiicolarmente
del Comune
ricade ne11a zona
protetta " del vigente piano di zonizzazione
di Cesano Maderno
( ove Ie emissioni
ha
acustica
di rum ore sono consentite
entro il limite di 50 decibel diurni e 40 notturni - All. 11 ) , ma ha , del tutto
infondatamente
, affermato
che .. non vi sono receltori sensihili net raggio di
circa 700 mt " ( All. 1 pag. 12 ).
L' Oasi naturalistica
gestita
da11a LIPU
e
certamente
un ricettore
integrando
un parco pubblico urbano ed essendo altresi assimilabile
scolastica,
viste Ie attivita didattiche
sub All. A al D.P.C.M.
14 novembre
sensibile,
ad un' area
che vi si effettuano
(v. la classificazione
1997, richiamata
da11' art. 2 de11a L.R. 10
26
agosto 2001 n. 13 per cui costituiscono aree particolarrnente protette quelle "
nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione:
aree o5pedaliere, seolastiehe, aree destinate al riposo ed allo svago, .... , aree
di partieolare interesse urbanistico, parehi pubbliei " ).
Anche con riguardo all' inquinamento atmosferico ed all' esalazione di odori
molesti il decreto
motivazionali,
impugnato
manifesta tutte Ie sue lacune istruttorie
non avendo considerato Ie implicazioni
e
dell' impianto sulla
limitrofa OASI Lipu.
Giova osservare
esalazioni
che, In sede istruttoria
era stata puntualmente
la molestia
arrecata da siffatte
rilevata dal Competente
ufficio delia
Provincia di Milano ( All. 12) ..
In effetti non si vede come attivita ricreative e didattiche- previste nelle
menzionate convenzioni ( All. 8-10 ) ed effettivamente svolte, con la presenza
di alunni ed insegnanti - possano essere svolte in presenza di odori nauseabondi
, come quelli che verranno diffusi
dall' impianto di depurazione
, ove
previsto il recapito di sostanze come percolati di discarica nonche
e
fanghi da
fosse settiche e dalla pulizia di fognature.
L' art. 216 del R.D. 27 luglio 1934 n. 1265 esige che Ie manifatture
,che producono
esalazioni moleste
0
0
fabbriche
insalubri, siano ten ute lontane dalle
abitazioni, nell' ambito delle quali vanno inclusi tutti i siti destinati alia
perrnanenza di persone, ivi compresi i centri didattici (cfr.
"ll permesso di
abitabi/ita, previsto dall'art. 221 t.u. 27 luglio 1934 n. 1265, e riehiesto non
solo per gli immobili destinati ad abitazione, ma anehe per tutti i locali
soggetti afrequentazione
dell'uomo, cioe per i manufatti nei quali la presenza
27
e perf1/unenzu
di persone
ricorren/e
Sf({
Tutto cia senza contare che gli eventi accidentali.
pag. I 1 ). compOitando
pericolose.
dispersione
possono mettere a repentaglio
II decreto impugnato.
del progetto
colJettiva,
il rischio di
pertanto.
sulla fauna.
segnalati
neIr
la sicurezza
0
non ha adeguatamente
neIr atto ( v. All.
ambiente
di sostanze
la salute dei visitatori.
valutato Ie conseguenze
sulr uomo e su beni pubbJici,
destinati alia fruizione
in spregio all' art. 24 del D.L.vo 3 aprile 2006 n. l52.
5) Violazione
e falsa applicazione
degli articoli 26 e 29 del D.L-yo 3 aprile
2006 n. l52.
lnfine va eyidenziato
committente
che . alJa luce delle premesse
ha presentato
, successivamente
patte i rappresentanti
Cia costituisce
integrazioni
alia conferenza
impugnato.
cui hanno preso
amministrazioni.
ai canoni procedurali
posti dalJa normativa
in materia
di v.i.a. ( v. in part. art. 26 comma 4 e 29 comma 5 del D.L.vo l52/2006
cui. nel caso di modificazioni
il
al progetto in data 15/3/2006 e 5/7/2006
dei seryizi del 10/3/2006.
delle deducenti
infrazione
del decreto
al progetto iniziale. deve essere rinnovata
) per
la I~lse
paltecipativa.
******
Non pUt) essere messa in dubbio.
infine. la legittimazione
ad impugnare
enti locali ricorrenti.
delle rispettive
e titolari di precise
prerogative
esponenziali
in materia
messe a repentaglio
di tutela del territorio
comunita
e salvaguardia
daIr atto gravato ( cfr. in giurispr. Consiglio
20 febbraio 2006. n. 695 ,. II COf1/une. in quan/o en Ie preposfo
28
deIr
degli
amhiente.
Stato . sez. V.
al governo
del
lerrilorio
di sua per/inenza
interesse
qualijicalo
peric%si,
ad un corre/to
quali que/Ii di s/occaggio
/egil/imato
interesse
ed esponenzia/e
a ricorrere
con/ro
del/a re/aliva
insediamen/o
di impian/i
cOlfluni/(J, ha
WI
po/enzia/men/e
di rijiu/i .\pecia/i, e deve (juindi ri/enersi
gli al/i che assume
essere
/esivi
de/ del/o
).
SI CONCLUDE.
annullamento
pertanto,
per
r
accoglimento
degli atti e dei provvedimenti
del presente
ncorso
, con I"
impugnati,
Con vittoria di spese tutte, diritti ed onorari del giudizio.
soggetto
a contributo
in misura fissa di €, 500,00
SI PRODUCE:
I) Decreto del 23/1 0/2006 delia Regione Lombardia,
2) Deliberazione
delIa Giunta Provinciale
14/9/2005 n. 646
3) Deliberazione
delia Giunta Regionale
8/8/2003 n. 7/14106.
4)
Certiticato
di destinazione
urbanistica
con
N.T.A.
annesse
al P.R.G.
allegate
S)
Delib. (l,R, 30 luglio 2004 n, 7/18476 e relative N.T.A. annesse al PTC del
Parco Groane
6)
Estratto P.T.C. P delia Provincia di Milano
7) Estratto Delib. (j.R. 27 giugno 200S n. 8/220.
8)
Convenzione
tra il Comune
di Cesano Maderno.
delle Groane
e]a LIPU del II
il Consorzio
per il Parco
1999
9) Convenzione
tra il Comune di Cesano Maderno e la LIPU del
19/4/2004
10) Convenzione
tra il Comune di Cesano Madcrno e la LIPU del
lO/S/200S
11) Classiticazione
Acustica
29
12) Parere tecnico non favorevole della Provincia di Milano 9/5/2006
13) Relazione tecnica annessa a variante parziale al PTC del Parco delle
Groane ( estratto )
14) Domanda di concessione edilizia 26/9/1978 con relazione tecnica.
IS) Diniego di concessione edilizia del 26/3/1979.
16) Istanza di riesame del 23/4/1979 ..
17) Parere dell a Regione Lombardia del 23/11/1979.
18) Concessione edilizia 2317/1980
19) Estratto progetto della B.T.E. S.r.l.
20) Elenco
investimenti
sostenuti
dal Comune
di Cesano
Mademo
per
allestimento Oasi Naturalistica
21) Planimetria parco delle Groane con individuazione SIC
22) Planimetria Oasi Lipu annessa a delib. sub. 2
/
(.
~\I\(ll/
Monza/Milano
1..,)
I
RELAZIONE DI NOTIFICAZIONE:
io sottoscritto Avv. Claudio Colombo,
,
iscritto all' Albo degli Avvocati di Monza , autorizzato con deliberazione del
consiglio del 15/9/2003, nella mia qualita di procuratore di
Provincia di
Milano, Comune di Cesano Mademo, Comune di Limbiate, Comune
Bovisio Masciago
suesteso atto (
, ho notificato e reso copia conforme all' originale
ricorso al TAR Lombardia, Milano, composto da
compresa la presente e la successiva
di
del
31 pagine
), tramite il servizio postale, mediante
30
raccomandata spedita dall' Ufficio Postale di
dicembre 2006
Regione
Monza Centro
il giomo
27
,indirizzata a:
Lombardia,
in persona
del legale rappresentante
pro tempore,
domiciliato per la carica presso la Sede delIa Giunta Regionale in Milano, Via
F. Filzi n. 22 (20124 )
Monza 27/12/2006
Avv. Claudio Colomtlo
..
L--B.T.E. s.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, domiciliato per
la carica presso la Sede legale delIa societa stessa in Cesano Mademo. Via
delle Groane s.n.c. ( 20031 )
Monza 27/12/2006
Avv. Claudio Colombo
r-
L-l <S C1
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31
-
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RELAZIONE DI NOTIFICAZIONE:
notiticazione
stante
r
impossibilita di effettuare la
presso la Sede legale delia B.T.E. s.r.l., io sottoscritto Avv.
Claudio Colombo ,iscritto all' Albo degli Avvocati di Monza , autorizzato con
deliberazione del consiglio del 15/9/2003, nella mia qualita di procuratore di
Provincia di Milano, Comune di Cesano Maderno, Comune di Limbiate,
Comune di Bovisio Masciago
del suesteso atto (
,notificato e reso copia conforme all' originale
ricorso al TAR Lombardia, Milano,
pagine compresa la presente8-~
composto da
32
), tramite il servizio postale,
mediante raccomandata spedita dall' Ufficio Postale di
Monza Centro
iI
giorno 5 gennaio 2007 , indirizzata ex art. 145 3° comma c.p.c a :
Sig. Ferreri Francesco, legale_rappresentante
delia B.T.E. s.r.l. e per esso alia
suddetta societa, residente in Napoli, Via Bernini n. 88 ( Cap. 80100 )
Monza 5 gennaio 2007
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Regionelombardia
COMUNE DI CESANO MADERNO
Giunta Regionale
Direzione Generale Territorio e Urbanistica
U.O. Prograrnmazione
integrata e Valutazioni
Struttura Valutazioni di lmpatto Ambientale
1/111111111111/1111111111111111
di impatto
0050241-31/10/2006-CMNO-PG-A
Spett.le
RTE s.LL
Via delle Groane s n.c.
20031 CESANO MADERNO eMI)
All'Amministrazione
20100 MILANO
Provinciale di
RACCOMANDA TA A.R.
All' Amministrazione Comunale di
20031 CESANO MADERNO (MI)
Al Parco delle Groane
Via della Polveriera 2
20020 SOLARO eMI)
D.G. Reti e Servizi di pubblica utilita
Struttura Autorizzazione e Certificazioni
SEDE
Data:
2..5 ..-1..0.
Protocollo
06
2/1.,2...006.0..0
2, t;7-~
Ig
OGGETTO:
Progetto di ampliamento di un impianto di depurazione di refiui industriali, mediante
realizzazione di una sezione chimico fisica (rifiuti speciali liquidi pericolosi e non
_ pericolosi ~ opera~i,oni. D9 e D15· di cui all'~lIegato"B"
alIa parte )~ del d.lgs.
152/2006), III locahta VIa Groane, nel comune dl Cesano Mademo.
Pronuncia di compatibilita ambientale ai sensi dell' art. 1 e degli artt. 5, 6 e 7 del
d.p.r. 12/4/1996.(.
If/: ..
In allegata alIa presente si trasmette per competenza copia del decreta n. 11778 del 23 ottobre 2006
can il qua Ie 5i e determinato di esprimere giudizio positivo con prescrizioni circa la cornpatibilitii.
ambientale del progetto in oggetto specificato.
Distinti saluti
II dirigente delJa Stru .
Arch. Mauro .7ti
Referente: ing. Giuseppe Civati
Struttura V.IA - tel, 02-6765.5506
- e-mail [email protected]
D.O. Programmazione integrata e Valutazioni tli impatto
Struttura Valutazioni di impatto ambientale
Via Sassetti 32/2- 20124 Milano· Tel. 02-6765.4724
Fax 02_6765 ..5696
('
Regionelombardia
DECRETO
----
N°
7 "7
",
-
Del
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.._---------.'----Identificativo Atta N.
1360
DIREZIONE GENEK4LE
TERRITORlO
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I.U' Ur'b~
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E URBANISTTCA
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PROGETTO DI AMPLIAMENTO DI UN IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI
REFLUl INDUSTRIALI, MEDIAc"1\TTE REALIZZAZIONE DI UNA SEZ10NE
CHIMICO FISICA (RIFIUTI SPECIALI LIQUIDI PERICOLOSI E NON
PERICOLOSI
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I
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- OPERAZIONI
D9 E D15 DI CUI ALV ALLEGATO
PRONUNCIA DI COMPATIBILITA.
AMBIENTALE
DEGLI ARTT. 5, 6 E 7 DEL DPR 12.04.1996.
I
"B!! ALLA
,
PARTE IV·pEL D.LGS. 152/2006),IN Lac. VIA GROANE,NELCOMUNEDI
CESANOMADERNO ..
COMMITTENTE: B.T.E. SRL - CESANO MADERNO.
AI SENSI DELL'ART.
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Datto si compone di
di cui
pagine
parte integrante.
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-
I
-[...i
pagine
di allegati,
)
·7
/
Regionelombardia
IL DIRIGENTE DELLA STRUTTURA
VALUTAZIONI
DIIMPATTO
AMBIENTALE
VISTO il d.p.L 12 aprile 1996 "Atto d'indirizzo e coordinamento per I'attuazione dell'art. 40,
comma 1, delia legg~. D, 146/1994, concernente disposizioni in materia dL valutazlone
d'impatto ambientale", nel seguito richiamato come "atto d'indirizzo";
VISTI il d.p,c,m. 3 settembre
integrano I'atto d'indirizza;
1999 e iI d.p.c.m.
1 settembre
2000, che modificano
ed
VlSTE Ie deliberazioni delia Giunta Regianale in data 2 novembre 1998, nOVI/39305 e 27
novembre 1998, n, VI/39975, aventi ad aggetto "Approvazione del dacumento circa la
ricognizione delle procedure amministrative previste dal d.p.L 12 aprile 1996 e dalla Direttiva
del Consiglio del'27giugn01985,
'n° 337/85/C.EE': e l'Approvazionedelle."mo9alita
d'attuazione delia procedura di verifica e delia procedura di valutazione d'impatto ambientale
regionale, di cui alia d.g.r. 2 novembre 1998, nOVI/39305 - Istituzione di un apposito gruppa
di lavoro presso I'Ufficio V.l.A. del Servizio Sviluppo Sostenibile del Territoria delia Direzione
Generale Urbanistica e disciplina delle modalita d'acquisizione
dei pareri degli enti
interessati" ;
VISTA la legge regionale 3 settembre 1999, n. 20 avente ad oggetto "Norme in materia
d'impatto ambientale", come modificata dall'art 3 delia I.r. 24 marzo 2003 n. 3;
VISTA la legge regionale 23 luglio 1996, n, 16 e successive
nonche i provvedimenti organizzativi delia VIII legislatura;
modifiche
ed integrazioni,
PRESQ ATTO che:
a) il 14.07.2005
stata depositata presso la Struttura Valutazione di impatto ambientale
delia Direziane Generale Territorio e urbanistica - da parte delia B.T.E. S.r.L, con sede
legale in Cesana Maderno - la richiesta di pronuncia di compatibilita ambientale relativa al
"progettodi
a-mpliamento ·di unimpianto
di depurazione di acque 'reflue indLJstriali,
mediante realizzazione
delia sezione chimico fisica, nello stesso Comune di Cesana
Maderno;
b) in data 12,10.2005
avvenuta la pubblicazione dell'annuncio del deposito sui quotidiana
"II Giorno - edizione Monza e Brianza", ai sensi dell'art, 8 de/I'atto di indirizzo;
c) iI Committente ha depositato, ai sens! dell'art. 5,3 dell'atto di indirizzo, documentazione
integrativa e precisazioni in merito aile attivita di progetto, in data 23.12.2005, 15.03.2006
e 05,07.2006;
d) ra;'t'ijSO'fOgJa progettuale cui. ci 'Sl riferisce e prevista nell'alle9ato A, .Iett.i)all'atto
di
. Indirizio, in quanta attivita di smaltimento e recupefo 'di' rifiutf pericolosi e non pericolosi,
mediante Ie operazioni 09 e D15 di cui all'alle9ato B al d.lgs. 22/1997 (c1assificazione
confermata nell'allegato B alia parte IV del dJgs. 152/2006), pertanto, iI progetto
sottoposto aila procedura di Valutazione dell'impatto ambientale prevista dall'art, 1,
comma 3, e regolata dagli artt. 5, 6 e 7 dell'atto di indirizzo;
e) nel merito del progetta e delle sj.ao in esame nan sono pervenute osservazioni da parte
..' .....
dely_~b~ljco, ai sensi .d_ell'art. 9.1 dell'atto di Indir}zzo;
e
e
e
.
i\
~
)
I
RegioneLombcrdi01
VISTO iI complesso delia documentazione prodotta dal proponente, costituita da:
o studio d'impatto ambientale
(s.La.) e sintesi non tecnica [doc. 1+2],
o relazione ed elaborati di progetto [doc. 3+18];
D.docum~ntazioneintegrativa
[doc...19+21];
PRESO A TTO che:
••iI sito interessato dal progetto in esame sl trova lunge I'asse delia ferrovia Saronno Seregno, nel Comune di Cesano Maderno, nella parte settentrionale delia Provincia di
Milano (ovvero nel settore occidentale delia istituita Provincia di Monza e Brianza), ai
margini di un'area industriale consolidata, comunemente conosciuta come "area SNIA"; tale
sito ricade nel Parco regionale delia Groane e confina con I'ambito agricolo e boschivo
compreso tra il contesto urbanizzato di Cesano Maderno e I'abitato delia frazione Mombello
di Limbiate;
....
-- 'co'n riferimento al Piano territoria1e 'paesistico regionale (PTPR), esso 5i co11ocanell'ambito
geografico delia "Brianza", nell'unita tipologia del "paesaggi dei ripiani diluviali e dell'alta
pianura asciutta";
• segnatamente, I'impianto sl trova nel quadrante SE dell'incrocio formato dalla ferrovia e
dalla strada intercomunale [Via Groane] che, in direzione S-N, partendo dalla ex SS527
Monza-Saronno a Mombello, attraversa un lembo del Parco regionale, quindi I'area
industriale di cui sopra e si conclude sulla SP134 Seregno - Cesano M.- Ceriano Laghetto;
esso insiste su un lotto pianeggiante, a quota di 220 msm, di forma rettangolare, total mente
recintato, con dimensioni di 136 x 200 m (27200 m2), per la maggior parte a verde, sui
mapp. 137, 7 (parte), 43 (parte), 5 e 127 del foglio 21 di Cesano Maderno;
I'area e classificata dal vigente Piano territoriale di coordinamento (PTC) del Parco delle
Groane (il cui confine
posta lunge la ferrovia, a N del sito) come "zona per servizi di
interesse comunale", nella quale sono ammessi, tra I'altro, "servizi ed impianti annessi
all'industria, compresi gii impianti di depurazione"; in adiacenza si trovana zone "di parco
attrezzato" (ad E e a SO) e di "riqualificazione ambientale ad indirizza naturalistico" (ad 0 e
a SE);
in coerenza·con· iI PTC, il PRG Eli Cesano Madema classifica I~arsa come "zona per impiarlti
~tecnologici e servizi speciali";
a N dell'impianto, al di 18 delia ferrovia, insiste la succitata vasta zona industriale che si
estende - interrotta solo da una stretta fascia limitrofa al torrente Lombra - dalla periferia 0
di Cesano Maderno fino al quartiere Villaggia SNIA di Ceria no Laghetto, e comprende
aziende del comparto chimico e dei filati sintetici;
circa 200 m a SE si trova un'oasi naturalistica gestita dalla L1PU;
la superficie accupata dall'impianto, in quanta intern a al Parco regionale,
sottoposta a
vincolo paesaggistico ex .d.lgs,42/2004; non einvece sottoposta a vincolodidr:ogeologico. ai
sensi delr.d:
326'7/1923' e non rlcads in fasce fluvialicome'delimitate
dal Piano per
I'assetto idrogeologico (PAl) del bacino del Po;
nell'intorno sono presenti numerosi pozzi industriali a N, mentre una batteria di sei pozzi
"barriera" corre in direzione SO a partire dalla recinzione occidentale, attraversando il
torrente Garb6gera che scorre a 250 m dall'impianto;
B
e
fl
I;
e
2
Regionetombo~dii~
RILEVATO
che:
» relativamente al quadro proqettuale:
stato attuale
II'Azienda' committente etifOlare
dell'impianto didepurazione
delle acque reflu8 de'lle
stabilimento Nylstar S.p.a. (produzione del filo di nylon), insediato nell'area ex SNIA di
Cesano Maderno, con una potenzialita di targa - attualmente sottoutilizzata ~ di 46.000
abitanti equivalenti [a.e.]; I'impianto, del tipo biologico a fanghi attivi, e articolato in due
stadi, suddivisi in linee operanti in parallelo, cui si aggiungono i pretrattamenti; in sintesi,
l'impianto - di forma compatta e occupante un'area di circa 120 x 45 m - e costituito da:
l:Jvasca di emergenza,
con volume pari a 2.500 m3, per 10 stoccaggio di scarichi
accidentali 0 reflui particolarmente inquinati;
l:Joper~di presa edideviazione
verso la v?scadi emergenza;.
" trituratcrre 'di eventuali corpi solidi;
l:Jstadia di trattamento biologico "A", formato da due linee, ciascuna costituita da due
vasche di ossidazione con i relativi aeratori (turbine fisse e galleggianti e diffusori a bolle
grossolane), per un volume complessivo di 4.200 m3; segue un sedimentatore
rettangolare da 1.500 m3;
"stadia di trattamento biologico "B", formato da due vasche con volume complessivo di
2.700 m3, con diffusore a bolle medie, seguite da un sedimentarore analogo al primo;
" disinfezione finale, mediante contatto per 24 minuti con ipoclorito di sodio;
l:Jlinea fanghi costituita
da ispessitore,
comparto di stabilizzazione
aerobica
e
disidratazione meccanica con nastropressa;
l'effluente dell'impianto
immesso nel torrente Garb6gera, mediante una condotta
sotterranea delia lunghezza di circa 250 m;
e
• a cia si aggiungono Ie strutture complementari e di servizio: edificio servizi (100 m2)
comprendente laboratorio,
ufficio e sala quadri; sottoservizi ed impianti tecnologici
(fognatura interna, linea distribuzione acqua potabile); viabilita interna, per circa 2<000 m2;
aree a ",erdeper circa 20,000 m2;
. __
..
caratteristiche qenerali. dimensionamento
di proqetto, tipoloaia dei rifiuti
data la sottoutilizzazione
dell'impianto, il Committente si intende sfruttarne la capacita
residua per il trattamento di rifiuti speciali liquidi in conto terzi, inserendo nell'impianto
stesso una sezione chimico fisica ("unita operativa II", nel seguito indicata con "u.o2"),
preliminare al trattamento biologico ("u.o,1");
nel dimensionamento si tiene conto primariamente delia capacita residua del biologicD
non tanto in termini di portata, quanto delia potenzialita di rimozione del carichi organici e
dei nutrienti;
_
,
-Ia 'quantita di rifiuti specialiin ingressoaHa u.o.llinprogetto·~·in·termini
-di-BOD5,COD,azoto TKN (organico + ammoniacale) e fosfore totale - pertanto calcolata assumendo, in
via cautelativa, un abbattimento del 50% delle loro concentrazioni
in tale unita chimicD
fisica;
II
e
II
quanta sopra e schematizzato
nella seguente tabella, che riporta i dati dimensionali
dell'impianto
attuale (potenzialita e regime effettivo), la capacita residua e quella di
progetto dell'unita chimico fisica :
3
1
RegionelombclI"d§Ci]
------------------------------------__
,
--.-----".-.------.-,--
/--
I
parametro
I
j
I
\ u.d.m.
i
_----L------'
~.
,.._-~---._-~
potenzialifa
del bi%gieo
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dati di
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-_.-----.,-.---_
••-.-.--
potenzialita
,
residua __ i
i
--L-----------~-gg
J
, otenz ..in -;-bit'-~9.l:l~_j----§.:4---~j~.9.:QQ---+@---~-?~~----I------.1.Q_cii_~
BO~-----,
ico chimico
car
COO
----
I kg/gg
[i
!
i
!
(1)
2.760!
kg/gg
I
(2)
5.520
azoto com~JKN
:2gL9RJ-1~__
fos
!_~gifLg_~L
totale
i
335
(4):
2.424
j
j
-----r---------'-·--·--------·---------·
i'
.
·.m_·'._
paldi pragetto del
chlmlco fls~co (u.o.2)
,
~__
5L~_0..~/QJ1~co
.--;-----{~)------------'
------------1
~ingresso_-1..-':0-~(lg---L-----l:.9..9..9._-_-l----2-.~QQ-----1-----?..:9SJ~'co biologico
carl
~--~-
660
i
-- -..'
:
------~--~-~;
4.000
-.--.---.--------.,
(4)'
7.2.00
4·.849
I
---~------------~--,-------~-------_.
__ ._._----_.
690 __
92
!
I
15_.-!
3
__
'
675
8_9
540
~
roro
calcolato assumendo iI carico unitario di 60 glae*gg
(1) calco () asE1um~.ndoJI~a.n~ounitario di 120 g/ae*gg
.
1at
(2). :deterrninatiinbasedal caricoeffettivo diB005 registrato' {60 glae*gg)
---:: :(3)" deterrninati a partire dal residuo in a_e., con i carichi unitari di cui sopra
(4) calcolati in base ai valori standard per abitante equivalente: 15 g/ae*gg di TKN, 2 glae*gg di Ptot
(5) calco1ati considerando un rendimento di rimozione minima del 50% solo per B005 e COD
(6)
(7)
71
• i rifiuti che si intende ricevere e trattare sono costituiti da acque di lavaggio e pulizia,
soluzioni di sgrassaggio, acque madri, sali elora soluzioni, acidi, solventi e loro soluzioni,
derivanti da diversi processi produttivi, oltre a percolati di discarica, fanghi da fosse
settiche 0 da pulizia di fognature; I'elenco e la definizione completa dei cadici CER sana
ripartati nel dacumenta integrativa depositato iI 05.07.2006; un quadro riassuntiva viene
esposto nella tabella che segue:
tipoJogia rifiuto
da operazioni di lavaggio, pulizia e macinazione delia
materia prima, delia distillazione di bevande alcoliche,
scart! di tessuti animali
da processi chimici !norganici: acidi solforico, solforoso,
cloridrico, fosforico, fosforoso; idrossidi di calcio, sodio,
,
.
codle; CEB
: 020101 - 020102 - 020701 020702 - 020704
!
....:_cla~~Li
..
i
NP
i 060101
- 060102 - 0601041060201 - 060204
P
otasslo;
----1----------------'----_salLelomsoJuzioni.
__
.j 060314
-NP .
solventi organici, soluzioni di lavaggio e acque madri,
i 070101 - 070104 - 070201=---;----------'
derivanti da pJ.f.u. di prodotti chimici di base, plastiche,
070204 - 070401 - 070501 P
I gomme, fibre artificiali, fitosanitari, farmaceutici, grassi,
i 070601 - 070604 - 070701 IUbrificanti, disinrettanti, cosmetici
i 070704
~oluzioni contenenti inchios-tro, soluzioni chimiche per--T080308
- 080316
--------Incisione
i
_ NP-P .
soluzioni di sviluppo, fissative, per lastre --o-ffs-e-t-e---d-j-i-O-g-0-1-0-1---0-9-0·-1-0-2--·--0-g-O-1-04------------·----~--
!
I
Ilavaggio dell'indust~ia fotografica
i_0_9_0_1
__
0o_~
-ac.idi e basi di.d.8.c.apagg.io. e SOluzioni ..di lava9.gio, d.al
i110105-110106-110107-110112-:--p---,
-trattamento
ericopertura'dimetalli
. :.--_ .
J - 110113 lemulsicini
sofuzlcini non' cbntenenti alogerii, solutioni' tli --:! 1"20109 - -i20301'---~1-2-0'-3-02--------.--.n_
.
e
lavaggjo
e rifiuti da sgrossatura
a vapore, dalla
!
! P
lavorazione sup-8rficiale di meta IIi e I2lastica
i
~olventi e lore miscele ~on 07 e 08)
.
T140603
. ---'--1-p---l
lliqUidi antigelo, soluzioni
concentratiacquosi------------1160114
-161001-=-1'6100-2=-;1'6-1003 \-------1
Lj - 161004
i NP-P :
~acque di trattamento di fu'-m--i-,
-p-e-r-c-o-Ia-ti-d·-a-d-is-c-a·-ri-ca--------i
190106 - 190702 - 190703-----T--p----j
Il
I
.
e
!r~n:~I_delle fosse settiche e_~§J2ulizia
_9,Lfognatl:lre
i 200304
- 200306-----:--===--==I:=-NP::::-J
n
,
)}
\
4
Regicnelomlba;-dic
orqanizzazione
dell'impianto
e DrOCeSSodi trattamento:
• il progetto prevede la realizzazione delle seguenti strutture ed impianti:
o otto bacini di stoccaggio
per i rifiuti in ingresso, otten uti mediante ripartizione dell'attuale
vasca- .di-.emergenza
e rispettivamentededicati
ai refltJi biologiciedell'industrfa
3
agroalimentare (625 m ), a quelli derivanti dai trattamenti chimico fisici e gia pronti per
I'invio al biologico (625 m3) ed ai reflui industriali diversi (2 x 315 m3, di cui uno per gli
oleosi, e 4 x 155 m3);
tali bacini saranno coperti con solettain c.a., -8 ciascuna sezione dotata di passe d'uomo
e botola per la captazione dell'aria, dotata di filtro a carboni attivi;
Ie superfici interne saranno trattate con rivestirnenti protettivi antiocorrosione;
o in adiacenza al iato E dei bacini di stoccaggio:
v.:p(limpianto
digrigliatljrafinee
dissabbiatura peri reflui biologici;
. - una piazz:ola di starko delle autobotti-che conferiscono i rifiuti;
Din fregio allato S degli stoccaggi, su un'area di dimensioni pari a 7 x 7 m, la stazione di
trattamento chimico fisico, composta da quattro sezioni (ossidazione, neutralizzazione,
sedimentazione, flottazione);
vicino ad essa sara posto iI disidratatore dei fanghi
derivanti dal trattamento stesso;
o piu a N, sui
lato occidentale del reparto biologico, una stazione di deposito e
preparazione dei reagenti, su un'area di 6 x 25 m; essa sara costituita dall'impianto di
preparazione eda cinque serbatoi circolari da 30 m3, con diametro di 3,2 m e altezza di
5,25 m, destinati rispettivamente
a polielettrolita,
c1oruro ferroso FeCI2, acqua
ossigenata H20Z, acido solforico H2S04, latte di calce Ca(OH)2;
o opere e strutture
complementari:
pesa per autobotti (3 x 8 m) presso il lato N del
biologico; cabina elettrica prefabbricata (3 x 7 m) presso il cancello d'ingresso all'area
d'impianto, in sostituzione
dell'attuale in container;
rete di raccolta delia acque
meteoriche, con scarico nei bacini di accumulo; riqualificazione delia viabilita interna,
con struttura in misto stabilizzato e manto di usura in conglomerato bituminoso;
••la stazione chimico fisica, insieme alia grigliatura e alia dissabbiatura, configura tre linee
di trattamento, in funzione delia tipologia dei rifiLiti ammessi; in sintes1:
o linea 1
riguarda i reflui da fosse settiche ("bottini") e lavaggio fog nature, che subiscono la
grigliatura e la dissabbiatura, e successivamente possono essere staccati nel bacino di
accumulo prima del sollevamento al biologico, ovvero inviati direttamente a quest'ultimo;
la portata delia linea, determinata dalla microgriglia, e di 12 m3/h;
o linea 2
dedicata ai rifiuti con componente oleosa, sottoposti a flottazione previa aggiunta di
.sostanie-disemu.lsiorranti;
18 fase separata.riccajnoliQ,
vjel:le ioviata a"impianti terzi per
il successive recupero I smaltimento; la fase acquosa passa al trattamento chimico
fisico; la capacita di trattamento
di 10 m3/h;
o linea 3
dedicata agli altri rifiuti industrial! ed
suddivisa in due ulteriori linee di trattamento,
ciascuna con capacita di 10 m3/h
- chiariflocculazione:
articoiata nelle fasi di coagulazione con FeCI2, flocculazione con
Ca(OH)2..e,sedimentazione ..con polietlettr-olita;.
". __
,.,._.._ ,
'- ossidazione chjniica mediante 1Imetodo Fenton;
effettuata in serle nei tre ·comparti di
e
e
e
e
e
0._"
e
'f\
\
I
5
Regionelombcrdia
---ossidazione
(can H2S04 e H202+FeCI2), neutralizzazione
con latte di calce,
sedimentazione con polielettrolita;
i fanghi derivanti dalla linea 3 sana ispessiti e disidratati nell'apposito impianto, mantre il
.Iiquame einviatoalLa stazionedi sollevamento del biologico;
riguardo alia gestione dell'impianto in progetto:
c i rifiuti,
prima del conferimento, saranno sottoposti a verifiche di biodegradabilita,
mediante una prova di nitrificazione eseguita dopo pretrattamento chimico fisico, allo
scopo di evidenziare l'eventuale presenza di sostanze in grado di inibire iI successivo
processo biologico; a cia segue la caratterizzazione chimica;
note Ie caratteristiche dei rifiuti in ingresso, il programma di conferimento consente 18
definizione delle operazioni di trattamento;
o prima
dello scarico dagli C3utomezzi. e previstoPFesso}
labora~orio un . test di
miscelazione, per V8Fificare ·Ia presenta di.reazioni
aUe .agenerare
odori,fumi,
precipitati, sviluppo di calore od altro, ed evitare che tali reazioni avvengano nei bacini di
stoccaggio;
m i rifiuti in uscita dalf'impianto
so no rappresentati da: materiale solido trattenuto dalla
microgrilglia; sabbia e inerti separati in fase di dissabbiatura; fasi ricche in olio derivanti
dalla flottazione; fanghi risultanti dai trattamenti chimici; fanghi biologici delia u.o 1;
per tutti questi materiali
prevista una raccolta in specifici contenitori, per il successivo
invio ad implanti di smaltimento terzi;
c
e
• I'accesso all'impianto avviene dalla Via Groane, strada intercomunale che in direzione SN, collega la ex SS527 Monza-Saronno can la SP134 Seregno - Cesano M. - Ceriano
Laghetto, attraversando I'area industriale; la realizzazione dell'impianto chimico fisico
comporta un fiusso supplementare valutabile in 30 meui pesantilgg,
fase di costruzione
II
e
la durata delia fase di realizzazione dell'impianto
stimata in cinque mesi, di cui due per
la costruziane delle opere in cis (piattaforme destinate a sostenere gli impianti e setti
divisori dei bacini die.stoccagg.io), con un traffico di mezzi p~sa~tj pari cL 2~3'Jeicpli/gg, e
tre mesi per I'installazione degli impianti (circa 10 veicali camplessivamente);
infine, una
settimana sara impiegata per la sistemazione delia viabilita interna, con un movimento di
4 mezzi/gg;
gli scavi previsti sono limitati alia preparazione del terreno per la posa delle piattaforme ed
a quelli per la realizzazione delia fognatura interna (circa 300 m, per una profondita media
di 1,5 m); iI terreno sara provvisoriamente
accumulato in loco, e successivamente
utiiizzato per la sistemazione dell'area;
.DATOAJTO _ch.e..g.li .Enti territoriaU interessatidClI
pro.gettosonostat,i
:~c.6ovQcati~alla
Conferenza di concertazione dei pareri tenutasi presso la Sede delia Giunta Regionale il
10,03.2006, il cui verbale
agli atti dell'istruttoria, ed hanna espresso - in sede di
'··Conrerenza 0 mediante specifici aUi deliberativi - Ie posizioni di seguita riassunte:
e
I l
Comune di Cesano Mademo
i rappresentanti del Comune richiamano i contenuti delia relazione allegata come parte
integrante alia deliberazione delia Giunta Comunale n. 268 del 21,11.2005; in sintesi:
- ~ es£IirnQQQJtJ;!]2t§§§jt.@~}~~,EeTItu~Ei,~!~L§9Let§lJ15~.~1;;l[p'?,J:;i
~ngc::; i'j mp f?nt o. rica c;Ij3jrrZ.Q.na~"F" dl
PRG, destinata a "servizi aile attivita prod uttive" , dei quali attualmente tratta i reflui; poiche
6
iI progetto intende destinare I'impianto al trattamento di reflui provenienti da terzi, non
insediati in loco, esso contrasta con 10 strumento urbanistico;
- il Comune
intende
definire,
nell'intorno
dell'insediamento,
una vasta
area
dl
"compensazione. aml;>iental~J:;
...
- in ogni caso, per interventi in zona "F" prevista la cessione di aree al Comune, mediante
apposita convenzione;
- I'impianto si trova in vicinanza di un'oasi gestita dalla LlPU (lega italiana protezione uccelli),
per tali motivi esprimono p~Lere negativo;
e
Provincia di Milano
in sede di Conferenza permangono perplessita su alcuni aspetti, in seguito oggetto del
parere tecnico non favorevole espresso dalla Provincia con disposizione dirigenziale n. 20'7
del 09.05.2006, in merito:
- aHa~qti{:mtita e varieta delletipologie
dF rifiuti c:he 5i 10tende ricevere, nonche alia effettiva
capacita di trattamento dell'impianto;
- aile modalita di contrasto delle emissioni in atmosfera, alia prospettata copertura dei
serbatoi di stoccaggio mediante elementi galleggianti, ali'abbattimento degli odori ed alia
loro diffusione in direzione dell'oasi L1PU;
- agli effetti dello scarico finale sui torrente Garb6gera ed a quelli del traffico veicolare indotto
dall'impianto;
Comune di Limbiate
i rappresentanti, in sede di Conferenza,
si associano
aile preoccupazioni
Comune d'j Cesano
inoltre:
~----_
Maderno
l
evidenziando
espress~~,~al
....
,.~
...-.-,--",
.....
_~~
..---',.-,_._~
:""pro6IeriiT-ar'accessf5Hifi,flegati
al passaggio dei mezzi di conferimento all'impianto; che
interessa un quartiere residenziale posto lunge la ex 88527;
- i potenziali impatti sulle acque del torrente Garb6gera, che 5i presentano gia in condizioni
di bassa qualita;
esprimono pertanto un parere negativo, comunicand inoltre che e stato depositato un
progetto di piano di recupero -che interessa i tre Comuni present! alia Conferenza - di aree
pos.telungo. la Via Groane;
Ie considerazioni espresse sono sviluppate nella relazione allegata alia deliberazione delia
Giunta Comunale n. 62 del 29.032006;
Comune di Bovisio Masciaao
iI rappresentante del Comune condivide il parere espresso dai delegati di Cesano Maderno e
Limbiate;"
,
~,,_
•.
·_·o
••
,."· ...•
_.__.~.,.-.,."'
"'·"'.'
_,_,
__
..•
Parco delle Groane
il rappresentante dell'Ente gestore osserva .che la zona interessata dal progetto
destinata,
dafPTC del" Parco,aservizi
comunali,.e che 1'impianto inquestione non assume. particolare
rilevanza "esterna"; occorre tuttavia valutare con attenzione i potenzlaii effetti dell'intervento,
can particolare riferimento all'accessibilita dell'area, alia viabilita, alia presenza dell'Oasi
L1PU;
tali considerazioni sona confermate nella nota n. 2184 del 18.04.2006;
e
CON81DERA TO che, in merito all'intervento proposto, 10 sJa. descrive 10 stato delle
c.omponentLambientali
a livello territoriale,individua
Je .critJclta del progetto.edi
reCetlorL.(
serisibili, definisce e valuta gll impatti potenziali e prbpbnele'
ccinseguenti misure di
7
\
Re9ioneLomlbollrdi~
mitigazione; esaminato 10 studio, assunti i risultati dell'esame
espressi dagli Enti territoriali, si pUG osservare quanta segue:
sopralluogo
e visti
paren
" circa la localizza7ione e II quadro prooettuale e qestionale:
" I'insediamento- a; in linea s05tanziale, coerente can -10 strumento urbanist-ieo· comunale e
con il PTC del Parco regionale delle Groane, e non comporta la variazione delia
destinazione d' uso delia superficie pertinente all'impianto; in effetti il PRG, che destina
I'area a "zona F - servizi aile attivita produttive", appare escludere la possibilita di
destinare I'impianto al trattamento di reflui provenienti da terzi, non insediati in loco;
tuttavia I'approvazione del progetto "costituisce, ove occorra, variante allo strumento
urbanistico" [art. 208 comma 6 del d.lgs. 152/2006]; inoltre, date Ie caratteristiche e la
collocazione dell'impianto, II progetto non appare di per sa in contrasto can I'intenzione
del_Comune di "definire, nell'intorno dell'insediaITl_~n~~>,una. v~staoC3re;a_
~i 9qn"]pensazione
~~~e~a~;
.
B
riguardo alia localizzazione
dell'intervento
in rapporto alia pianificazione
di settore
funzionale:
o permane
I'evidente necessita di inquadrare il progetto nella scenario programmatico
provinciale, in coerenza can i principi delia I.r. 26/2003 e can iI "Programma regionale di
gestione dei rifiuti (PRGR)", approvata con la d.g.r. VIII/220 del 27.06.2005;
nel merito, va preliminarmente sottolineato che I'impianto in progetto si configura e si
giustifica come pretrattamento di rifiuti che - per Ie loro caratteristiche chimiche - non
sana immediatamente
conferibili
ad un depuratore
biologico;
esso va quindi
necessariamente allocato presso un impianto per iI trattamento finale, ovvero ad una
distanza tecnicamente adeguata al trasferimenta da uno stadia all'altro del processo
depurativo;
o valutando
il sita di progetto alia luce delle "linee guida per la revisione dei piani
provinciali di gestione rifiuti e localizzazione dei nuovi impianti" [cap. 8 dell'allegato
tecnico al citato Programma regionale] emerge la sussistenza di un criteria penalizzante,
ma non escludente, all'ubicazione dell'impianto nel sito prescelto, in quanto esso si trova
-all'interno di un Parco regionale; d:altro -canto,-dal-puntodivista.
stJ:ategico.funzionale,
tale area a da considerarsi preferenziale per la localizzazione, in quanta contigua ad un
impianto esistente, cui quella in progetto a funzionalmente collegato;
o appare
pertanta ragionevole - pur in assenza delia specifieD Piano provinciale di
gestione dei rifiuti, Tenuta canto delle caratteristiche e potenzialita del depuratore
esistente - I'utilizzo di parte delia potenzialita residua per il trattamento di rifiuti speciali
liquidi; in tal sensa - fatta ovviamente salva la specifica competenza delia Provincia risulta credibile e sostenibile anche a livello pianificatorio e programmatico un'eventuale
assunzione dell'impianto in esame nel Pfanoprovinciale, in luogodi una realizzazioneex
novo 'con relativoimpegnO e cons'um-a di SLJolo;·' .'.' .
e
• circa iI quadro progettuale, richiamato che iI progetta
sottoposto ad autorizzazione
integrata ambientale (a.i.a.), ai sensi del dJgs. 59/2005 all. I, p.to 5.3], Ie informazioni
integrative
hanna fomito
risposte aile perplessita
sollevate
in fase istruttoria:
segnatamente:
o la potenzialita
dell'impianto chimico fisico, basata su quella residua del biologico, e
_aSE?LJJJ1~ _ c:;autel.a.tivame.llte.,_in.Jif§3[imsm19 c p[i,m,ClrjclO}E?ntf3_alla~"G9n.cent(a~Lo()e_degU
inquinanti piuttosto-che
alia portata idraulica', anche-tenendo
canto -di una· certa
./
8
J
RegiiOll1elLomb~rdk:~
aleatorieta insita nell'utilizzo del parametro "abitanti equivalenti" quando si tratta di
impianti chimico fisici;
non
esplicitamente previsto II mantenimento di una capacita residua "di sicurezza"
nelle due unita operative in cui sara configuraJ9J'intero
complesso; tuttavla, i dati
dimensionali mostrano un sostanziale rispetto delia 50glia indicativa del '10% per I
parametri di qualita e, a maggior ragione, per la portata;
riguardo all'elevata diversificazione
delle tipologie di rifiuti in ingresso, sono stati
depennati in sede di integrazioni - rispetto al progetto iniziale - diversi codici CER, ,relativi in particolare ai rifiuti da attivita di conceria contenenti cromo, dalla lavorazione
del rame e delle zinco, e quelli provenienti dal settore sanitaria e veterinario; la struttura
dell'implanto consente comunque una flessibilita operativa delle Ilnee di trattamento, tale
da permetterne un adeguamento aile caratteristiche dei rifiuti in ingresso;
stata i_hbltre ihtrod6ttaTespIiCitaprevisidhedeHa'
copertLlradei ~bacini di stoccEJggio,
come evidenziato nella descrizione del progetto;
la principale criticita di un impianto del tipo in progetto rest a evidentemente legata
all'efficienza del trattamento chimico fisico, che 5i ripercuote sui successive stadio
biologico;
pertanto decisiva - oltre alia conduzione del trattamento a regola d'arte - 18
rigorosa e puntuale esecuzione delia sequenza di verifiche e controlli che precedono e
seguono il trattamento verso e proprio: caratterizzazione
del rifiuto, procedure di
accettazione, test di omologazione, verifica delia biodegradabilita del trattato prima del
passaggio al biologleO;
cia comporta la necessita di dettagliare - in sede di procedura a.i.a, - specifici e
vincolanti protocolli analitici, operativi e gestionali; a cia si potranno aggiungere la
verifica di dettaglio del volum! di stoccaggio ed eventuali specifiche e conseguenti
prescrizioni;
e
D
e
D
e
» circa il quadro ambientale:
• va preliminarmente richiamato che l'impianto in progetto si colloca all'interno del recinto di
un depuratore in esercizio, ai margini di una vasta zona industriale consolidata e servita
dalle retl tecnologiche; t'interJento noncomporta,dqufndi,
nuovosignificativo
consumo di
suolo;
data la tipologia
delle attivita previste, i potenziali
effetti negativi sono legati
essenzialmente ad un'eventuale non rigorosa conduzione delle operazioni di stoccaggio e
trattamento dei rifiuti
conferiti all'impianto, oltre che dell'impianto biologico, con la
conseguente emissione di sostanze liquide 0 gassose nell'ambiente, ovvero 10 scarico nel
corpo idrico ricettore di effluent! non conformi ai limiti normativi;
Ie componenti ed i fattori ambientali che possono essere significativamente interferiti dal
progett-o sono I'atmosfera, l'ambienteJdrico"ilsuoloeil
sottosuolo;il.rumore;
•••••
_.
".
'"
•.
'
_
••
n
•
_.
_.
" atmosfera e odori
010
s.i.a. descrive
Ie caratteristiche
meteoclimatiche
e anemologiche
(stazione
pluviometrica del Parco delle Groane) e fornisce informazioni sulla qualita dell'aria
nell'ambito delia Bassa Brianza; la stazione di riferimento (centralina ARPA di Meda)
registra - per iI parametro di riferimento NOz nel periodo 2001/2004 - valori di
concentrazione inferiori ai limite di legge per iI 98 percentile delle concentrazioni orane
-- __neII'CllJno;~_sQl1o.ir:lV~cs;s),JP.er:.atitUmitiJelalivLc:llJe medie Qrarie.aumentati _del margine di
tolleranza definito dal d.me 60/2002,limitatamente
agli anni 2001 e 2002; nei Que annl
0
r
~
9
(
Regiornelombardia
successivi tali concentrazioni hanno mostrato una leggera diminuziane;
" Ie sorgenti emissive dell'impianto, nel suo complesso, sono costituite dall'insieme delle
vasche di trattamento,
specialmente quelle nelle quali so no presenti Iiquami in
~.. agitazione (biologico, flocculatori,ecc.);
la direzione prevalente dei venti risulta nelle direzioni S e OSO, lunge Ie quali si
riscontrano insediamenti produttivi alia distanza di 300 m, e i primi residenziali a 750 m;
o Ie misure previste per la mitigazione
degli impatti sulla componente sona rife rite sia
all'unita biologica esistente sia alia nuova u.o2, e consistono:
- per I'unita biologica, nella realizzazione di una barriera in materiale plastico per
l'intercettazione degli schizzi generati dalle turbine di aerazione;
gia in essere il
confinamento in locale chiuso delia nastropressa dei fanghi e delle elettrosoffianti;
- per la u.o.2, nella copertura dei bacini di stoccaggio, come sopra descritto, e dei bacin!
di trattamento chimicafisic.Q dei refl"u1-:di orlgine 'industri~Te;[iejla
Chiusuracompleta
dell'unita di grigliatura fine; nel eonfinamento delia filtropressa dei fanghi;
tali misure si possono ritenere complessivamente adeguate a Iimitare Ie emissioni in
atmosfera; prescrizioni di dettaglio - relative aile caratteristiche, all'implementazione e/o
al posizionamento delle coperture e degli impianti per I'intercettazione e l'abbattimento
delle emissioni - potranno essere inserite negli atti abiiitativi alia costruzione ed
all'esercizio dell'impianto;
in tale sede 'potra eventualmente essere ulteriormente dettagliata la valutazione delle ,"
emissioni complessive dell'impianto;
o non sono state analizzate
nel dettaglio Ie emissioni prodoUe dal traffico veicolare legato
all'esercizio dell'impianto; tuttavia, il flusso generato rende non significativo I'impatto
dell'intervento sulla eomponente;
e
" ambiente idrico, suolo e sottosuolo
o 10 studio fornisce un inquadramento
geomorfologico, idrogeologico, idrografico, litologico
e pedologico delia zona, e prende in considerazione Ie capacita d'uso e protettiva dei
suoli nei confronti delle acque profonde;
,Ia litologia. superficiale
costituita da alluvioni fluvioglaciali ~COF strata di alterazione
superfieiale argilloso, con permeabilita medio-bassa; la falda giace ad una profondita
dell'ordine di 50 m dal piano campagna [dati Provincia di Milano - 2001]; la capacita
protettiva risulta elevata e la capacita d'uso subisce limitazioni dovute al mediocre
drenaggio [dati ERSAL - 1999]; nell'intorno, esclusa I'area produttiva a N, si trovano prati
permanenti, lembi di bosco di latifoglie e residue aree a seminativo;
o l'impianto, per sua stessa natura, non impiega acque nuove di processo, ne da pozzo ne
da acquedotto; riguardo agii scarichi, Ie acque meteoriche, quelle di lavaggio dei piazzali
,. e delle aree di manovra, i percolati da filtropres~atura e i surnatanti degli ispessitori, Ie
: - a:cquecivilfdell'edificio
servizi,sono convoglJate nellaJognatura interna ,che Ii adduceal
trattamento biologico;
I'impatto dell'impianto sull'ambiente idrico e quindi legato al corretto funzionamento a
caseata delia sezione chimico fisica (u.oo2) e del biologico (u.o.1), ed alia conseguente
accettabilita dello scarico nel torrente Garb6gera; in tal senso, Ie earatteristiche
dell'effluente delia u.o.2 sono determinanti ai fini dell'efficienza delia u.o.1 e delia quanta
dell'effluente immesso nel ricettore;
--o.il.-corpo -idr:icO-.ricettore ..presenta una portata ordinaria bassa; .unurllievQ.condotto rLel
. dicembre 2005, ai fini delrintegrazione allo sJ,a., ha rilevato 15 lis 'a monte del punto al
e
)
10
./
Regionell.ombo:rdic
immissione dell'effluente del depuratore e 165 I/s a valle; tuttavia tale incremento e solo
parzialmente dovuto al depuratore (-23 lis, can il regime attuale di 2,000 m3/gg), poiche
nella stessa condotta confluiscono acque di raffreddamento
provenienti dall'area
industriaJe" che, bypassano I'impianto; nC?lIasituaziqriedjp!qgetto
(0
2,500 m3/gg),
I'ulterrore incremento di portata delia. scarico e di 6+7 lis;
sui piano qualitativo, la stessa indagine rileva un miglioramento delle caratteristiche delle
acque del Garbogera da monte a valle dello scarico, con tutta evidenza per effetto delia
diluizione operata dalle acque di raffreddamento: ad es., per iI COD da 39,5 a 13 mg/l, il
BODsda 15 a 7 mg/l, I'ammoniaca da 0,98 a 0,36 mg/l;
la valutazione dell'impatto e stata eseguita seguendo la procedura per la determinazione
delle stato di rischio ambientale, di cui all'AII. 3 al d.lgs. 152/1999 e succ. mod.;
con Ie due u.o. funzionanti a regime, I'effluente rientra nei limiti di cui alia tab. 3, All. 5 al
decreto, e l'ilJlpatto - $econdoi criteri tnessodefiniti
--varia.da "positivo trascurabiJe" a
'J2.9sitivomedio";
..
'
..
---,
..,
.,
=
o
o
o
5
10 s.l.a esamina anche gli impatti legati a condizioni di esercizio anomale 0 eccezionali,
che sono individuate
in: disservizio
delia u.o.2, con sovraccarico
al biologico;
sversamento accidentale di rifiuti 0 reattivi, che attraverso la fognatura interna giungono
alia u.o.1; disservizio
del processo
biologico,
per motivi tecnici (guasti aile
apparecchiature) 0 meteoclimatici (Iunghi period! a bassa temperatura, oppure forti e/o
prolungate piogge); superamento dei Iimiti di legge dei reflui provenienti dalla zona
industriale; prolungata interruzione dell'alimentazione elettrica; gli impatti negativi che ne
conseguono possono variare da "trascurabili" ad "alti", in base aile caratteristiche ealla
durata dell'evento;
nella sostanza, si tratta degli elementi critici per ogni depuratore, che devono essere
affrontati con un particolare affinamento delle procedure; si rimanda percio ai protocolli
analitici, operativi e gestionali da dettagliare in sede di procedura a.La., i quali dovranno
pertanto contenere la previsione - al verificarsi degli eventi temuti - di azioni di
emergenza quali iI fermo della unita chimico fisica (ed eventualmente del ricevimento
stesso dei rifiuti); I'interruzione del conferimento dei reflui dalla zona industriale (can il
conseguente fermo degli impianti proEiuttivi); I'installazione di generator! elettriei di·
emergenza; la realizzazione di pozzetti di raccolta, isolabili dalla fog natura interna,
presso Ie zone di carico e scarico di reattivi e rifiuti, ecc.;
la protezione di acque sotterranee, suolo e sottosuolo, data ia situazione idrogeologica
locale, si puo considerare adeguatamente perseguita attraverso I'impermeabilizzazione
dei piazzali dell'impianto e i sistemi di contenimento previsti sia per i rifiuti che per i
reagenti;
rumore
De allegata allo s.La. la valutazione'dell'impatto
acustico, redattaaisensidellat
447/1995
secondo Ie disposlzioni dellei d.g.r:' VII/8313 -del 68.03.2002; Ie sorgentfdjU rumore
dell'impianto sono costituite essenzialmente
dalle ~e
per I'ossigenazione del
comparto biologico; i compressori dovranno essere alloggiati in locali insonorizzati;
la zonizzazione acustica del territorio comunale colloca I'impianto nella fascia acustica di
"cuscinetto" che decresce dalla zona VI ("area esclusivamente industriale"), in cui. si
trova 10 stabilimento Nylstar, alia zona I ("area particolarmente protetta") al!'interno del
Parco regionale; in tal modo, I'area del depuratore attraversa quattro different! zone (IV,
fll, ~: I); il Committentehaformalizzato
,afComuneosservazionf
volte all'insedmento
e
I]
Regionelomlbordia
dell'area del1'impianto nella c1asse IV ("area di intensa attivita umana"), non VI son a
recettori sensibili nel raggio di circa.2.Q.Om,
De stato caratterizzato iI clima acus~impianto
in funzione, mediante misure eseguite
ad 1 mdalla recinzionedi
confine; per la. valutazione del rurY}Cl~~ [e_siduo, I'impianto Eo
stato completamente fermata;
ne risulta che l'attivita dell'impianto rispetta, ai confini dell'impianto, i limiti delia c1asse III
("aree di tipo misto"), peraltro oggettivamente compatibile con la destinazione di PRG;
possibile pertanto assumere una previsione di non significativo aumento delia pressione
sonora a seguito delia reaiizzazione delia u.o.2 in progetto, tenendo conto delle
caratteristiche di tale impianto e del contesto territoriale;
comunque oppoliuno prevedere un monitoraggio acustico in fase di esercizio nella
nuova situazione, per verificare iI rispetto dei limiti normativi e provvedere,
se
. necessario,alla
·tempesti\l8
adozione."di 'misure~"'di,
-protezione
e/o ricalibrare
opportunamente Ie modalita gestionali;
e
e
• veqetazione, flora e fauna, ecosistemi. paesaqqio
o come gia evidenziato,
I'impianto in progetlo
previsto all'interno del Parco regionale
delle Groane, ma su un'area gia compromessa da attivita esistenti; all'interno delia
recinzione dell'impianto, la superficie libera dalle strutture presenta una copertura
erbacea e arborea, nella quale non si registrano particolari tipologie vegetazionali 0
faunistiche; la realizzazione delia u.o.2 comportera I'utilizzo di una superficie di 1.600
m2, senza peraltro interferire 0 sottrarre ecosistemi significativi; essendo previsto 10
spostamento delia recinzione verso I'esterno sullato 0, fino allimite di proprieta lung a la
Via Groane, la fascia corrispondente sara sistemata con essenze arbustive;
o sui piano paesaggistico,
Ie fasce alberate esistenti sui lati 0, S ed E, a tratti su !eggero
rilevato, unite al Iimitato sviluppo verticale delle strutture, rendono sostanzialmente non
percepibile I'impianto dall'esterno, tanto dalla strada quanto dalle aree a S verso I'Oas!
L1PU; nel complesso, si puo ritenere che la realizzazione del progetto non comporti un
aggravamento del quadro paesaggistico locale;
tuttavia,
necessaria che la realizzazione del comparto chimico fisico sia accompagnata
da una generale riqualifrcazicme estetico-architettonica ·defte strutture esistenti,t.lnitaad
una sistemazione delle superfici a verde all'interno dell'area dell'impianto, sulla base di
un progetto di dettaglio da concordare con l'Ente gestore del Parco; iI progetto, peraltro,
sottoposto ad autorizzazione paesistica, di competenza regionale ai sensi dell'art
80.2, lett. d) delia I.r. 12/2005, in quanta compreso tra quelli indicati all'art. 17.1, lett, c)
delia I.r. 26/2003 (impianti soggetti ad aJa.);
e
e
e
&
salute pubblica
o la componente
non e stata specificamente trattata nello s.La.; Ie connessioni con la
salute pubblica sonG .imp Iicita-rnente eviclen;Ziatenellep_artirelativea,d
altrecomponenti
(atmosfera e rumore);
o la presenza di sostanze pericolose contenute nei rifiuti, ovvero utilizzate per i trattamenti.
richiede che la lara gestione sia operata a regola d'arte, con iI rigoroso rispetto delle
disposizioni normative relative a trasporto, manipolazione, stoccaggio ed etichettatura;
non
previsto il ricevimento 0 trattamento di materiali radioattivi; non si rilevano
significativi effetti dell'attivita ell progetto in termini di emissioni elettromagnetiche;
e
"'fasedi8ostrLJz:ione""-'.'--'.".~ reiativamente al complesso degli fmpattidella-rase
.. ,.-.
di costruzione, partitolare
attenzione
12
R.egioll1elombarrdia
-------------,,...------------------------------dovra essere posta alia tutela delia vegetazione e degli ecosistemi presenti nel Parco
regionale; in sede di progetto esecutivo si dovra pertanto elaborare un piano dettagliato
delia cantierizzazione;
ole. emissioni di gasdi scarico, dovutc= all~_~.()vimentazione dei mezzi d'opera ne!la fase
di cantiere, possono ritenersi poco significative, considerato il limitato numero di
macchine operatrici in funzione e la durata dei lavori; si dovra provvedere alia Iimitazione
delle polveri attraverso gli usuali metodi (bag natura del terreno, protezione degli
eventual! sili, ecc.);
CONSIOERATO che, nel merito delle sJa., esaminato il complesso delia documentazione
depositata, acquisiti i contributi specialistici nell'ambito del Gruppo di lavoro istituito per
I'esame istruttorio e visti i pareri degli Enti territoriali, si puo evidenziare ed osservare quanto
segue;.'
.-. ,~
.
16 ·s.La. 'stato condotto secondo Ie linee indicate daWart. 6 dell'atto -di indirizzo; Ie . i
informazioni ..J9rnite dal Committente consentono una sufficiente c.?~2.~~nsio~~ -ctelle-t\
\Lcaratteristiche del progetto; so no indivlduatl Ie componentl ed I fatton ambientali coinvolti e
Ie linee fondamentali per la mitigazione degli impatti;
I'esercizio stesso delle attivita di recupero
volto a limitare Ie quantite di rifiuti da smaltire
ed evitare I'immissione - dovuta ad uno smaltimento incontrollato - di elementi in~uinanti sui
suolo, nel sottosuolo 0 nell'ambiente idrico; I'attivita di progetto, pertanto, e intrinsecamente
in grade ~ SjL.QQQ9C?tta
a regola d'arte - di enerare elementi positivi nel bilancio d.l.m.p.atl.o
ambiental~ Ie integrazioni progettuali deQositate_.J;l~_Qomml te.nte Jl.anflQ_o.c..onsentito-di
chiarire gli aspefffrondamentali
relativi alia tipolo~ia dei rifilJtidaJrattare;,.aJJQC9_Ql,Lantitativi,
e
!II
,~;\
e
Ii
alrecaraftel;rstTcfi·e··a~Imlij1jiI~jjfLacra:[i§JSteDiii..dLg.es.ti.one;
• aTctJYir-elemOentT-dei quadri progettuale ed ambientale, tuttavia, necessitano di una
definizione 0 valutazione di dettaglio, che"si ritiene e.~~Sc~L_~.Q.~b~~o~~sere
adeguatamente
affrontata nelle successive fasi dell'iter autorlizatlvo,
prima fra tutte-ra-procea'uora per il
rilas·e1o--ctetr;A;utDriz-za-z1one-lntegrata-Ambientale-icr.
i.a:)aWam pllamento et;L...es~r9i~jgT
del~anto
nel~a .nuova. conflgu~azione; i!,~:_~~~tto
relatlvamente agllelementl nel segUlto;espostI,on . '
dovra_ quindi
esser~~r~~~~~Qna.~oro
---";~::;c;"c:::="-
RITENUTO pertanto possibile, per quanta sopra evidenziato e considerato, esprimere una
pronuncia di compatibilita ambientale positiva, con Ie prescrizioni ed aile condizioni elencate
--""'-"
nella parte dispositiva del presente atto;
.·... n .. _.__.~
. ..__o_
.....-
--
DECRETA
·1. Oi-esprimere,
ai sensi deJl'art]
delq.p.r.,
12.04.1996, pronuncia positiva circa la
compatibilitaamb'ientale
delprogetto
di ampliamentodi
"Un impianto di depurazidne di
acque reflue industriali, mediante la realizzazione delia sezione chimico fisica per iI
trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi (operazioni D9 e 015 di cui all'allegato B
alia parte IV del d.lgs. 152/2006) in Comune di Cesano Maderno, Via Groane, nella
configurazione progettuale che emerge dagli elaborati depositati dal Committente BTE
S.r.i., a condizione che siano ottemperate Ie seguenti prescrizioni, che dovranno essere
espressamente recepite nei successivi provvedimenti abilitativi:
-
°
13
y
41-
Regionelomba rdia
------------------------------------------~-a in merito alia tipologia dell'impianto ed aile modalita di gestione:
a,1la sezione chimico fisica in progetto dovra operare in sinergia con I'esistente
comparto biologico;
da escludersi pertanto che I'effluente dal trattamento in
progetto pO$sa essen~,destinato
- senza, preyia procedura ," di Valutazione
dell'impatto ambientale - alia pubblica fog natura 0 ad un recapito diverse da quello
previsto dal progetto in esame;
a.2ai sensi dell'art, 187 del d.lgs. 152/2006, la miscelazione di rifiuti pericolosi can rifiuti
non pericolosi dovra -Dttenere - in fase di autorizzazione - specifica e motivata
deroga al generale divieto disposto dalla norma stessa;
a.3l'accettabilita dei rifiuti presso I'impianto dovra essere accertata prima delia
ricezione, mediante acquisizione
di idonea certificazione
che ne riporti Ie
caratteristiche chimico fisiche (formulario di identificazione e risultanze analitiche);
tale operazione dovr$ essereeseguita
per ognj conferimentodi
partite di rifiutLad
eccezione di qLfelliche provengono continuativamerite da un cicio tecnologi'co ben
definito; in tal caso, la verifica dovra essere almeno semestrale;
a.4il Committente dovra definire can i propri conferitori un idoneo protocollo relativo aile
modalita di ritiro dei rifiuti, per evitare la possibilita di trasporto di contenitori
danneggiati
e la promiscuita,
sullo stesso mezzo, di rifiuti e prodotti da
commercializzare;
qualora iI carico di rifiuti sia respinto, iI gestore dell'impianto
dovra dame
comunicazione alia Provincia entro Ie successive 24 ore, trasmettendo fotocopia del
formulario di identificazione;
a.5le operazioni di deposito preliminare dovranno essere effettuate in conformita a
quanta previsto dal decreto regionale n" 36 del 07.01.1998 [UDirettive e Iinee guida
in ordine al deposito temporaneo ed alia stoccaggio dei rifiuti speciali pericolosi e
non pericolosi"]; la quantita stoccata nei serbatoi non dovra superare iI 90% delia
capacita geometrica disponibile;
a.6dovranno essere adottate tutte Ie misure necessarie per garantire la carretta
gestione dell'impianto e la funzionalita dei presidi - esistenti e previsti - per la tutela
-- deJle componenti ambientali e de~la salute pubbliGa;·
in particolare, Ie operazioni di carico e scarico del rifiuti in arrivo ed in uscita
dall'insediamento
dovranno avvenire esclusivamente
nelle apposite piazzole,
escludendo rigorosamente I'utilizzo di aree non pavimentate per tali operazioni a per
il deposito, anche temporaneo, dei rifiuti;
e
b. nell'ambito delia procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale (d.lgs. 59/2005)
relativa alia realizzazione ed esercizio dell'impianto in progetto, iI Committente - can
riferimento all'applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili - dovra:
b,ldettagliare ulteriormente il quadro progettuale egestionale, conparticolare riguardo
a-j seg~ue'ntiereme-htL
-',- ...
',0
-
-,-
definizione di proto colli analitici, operativi e gestionali, relativi alia rigorosa e
puntuale esecuzione delia sequenza di verifiche e controlli che precedono e
seguono il trattamento: caratterizzazione del rifiuto, procedure di accettazione, test
di omologazione, verifica delia biodegradabilita del trattato prima del passaggio a!
biologico;
o 1J~~if.is:adi dettaglio
dei volumi dei serbatoi di. stoccaggio e dei . bacinl di
contenimsnto, in rapporto alia quantita massima dei riHLitl"giornalmente 'a"mmessi
o
e'
//
/ !
./
]4
Regionelomban:iia
trattati;
o caratteristiche
di dettaglio delle coperture dei serbatoi e dei comparti di
trattamento, e dei relativi sistemi di intercettazione e abbattimento delle emissioni;
b.2definire. ne! d~Jt§gli() Ie procedure operative dL emerg.enza incaso di condizioni di
esercizio anomale 0 eccezionali ne!l'impianto in progetto e/o nel comparto biologico,
prevedendo azioni quali iI fermo delia unita chimico fisica (ed eventualmente del
ricevimento stesso dei rifiuti), l'interruzione del conferimento del reflui dalla zona
industriale (con il conseguente fermo degli impianti produttivi), I'installazione di
generatori elettrici di emergenza, la realizzazione di pozzetti di raccolta, isolabili
dalla fognatura interna, presso Ie zone di carico e scarico di reattivi e rifiuti, ecc.;
c. iI Committente dovra adottare ed installare, prima dell'entrata in esercizio dell'impianto,
Ie misure e Ie dotazioni di sicurezza relative ai rischi conness; all'attivita in oggetto, aile
·····:tecn{che"dTpreven'zi'one
inc8hdi edinfortuni, al Hschio' eletttico -ed anet1ormed'igi§n~
dellavoro, nel rispetto delle prescrizioni del d.lgs 626/1994;
d. per la tutela delle risorse idriche - fermo restando il rigoroso rispetto delle disposizioni
di cui al d.lgs. 152/2006, parte III, nonche dei regolamenti regionali 3/2006 e 4/2006 in
materia di scarichi delle acque reflue e di prima pioggia - dovranno essere previste
periodiche verifiche dello stato di tenuta delle impermeabilizzazioni
delle strutture e
delle aree di stoccaggio e di trattamento dei rifiuti; la frequenza dei controlli sara
definita in sede di autorizzazione all'esercizio dell'impianto;
e. in fase di esercizio nella configurazione di progetto (comparto biologico e unita
operativa chimico fisica) dovranno essere attuate specifiche azioni di monitoraggio
ambientale, in ordine:
8.1 aile emissioni in atmosfera ed alia propagazione di odori;
e.2alla componente rumore, mediante almeno una campagna di misure, al fine di
verificare I'effettiva rispondenza alia situazione derivante dal calcolo previsionale;
e.3alle acque sotterranee
nell'iritorno dell'impianto; tale azione, qualora ritenuto
opportuno e possibile ai sensi del punto seguente, potra essere sostituita dalla
. -_.:. •:verifica.deLdati rilevati sui pozzi gia esistenti nell'intorno stesso; .
f. Ie modalita di realizzazione delle azioni di monitoraggio ambientale (parametri, stazioni
di misura, modalita di preiievo, ecc.) dovranno essere definite dal Committente in
af~orclQ can il Dipartimento ARPA di Monza e 18 PrOvin'Cia-'di'tVHf?ii-()~~aCqU'aliaovra-n-no
essere trasmessi i relativi risultati per la validazione eqTeventuale assunzione di
conseguenti provvedimenti;
spettera pertanto al Committente provvedere all'eventuale tempestiva installazione di
specifici presldi, nonche alia lara costante manutenzione, ovvero all'attuazione di
sFJecific-hemodifiche nell'assettogestionale;
'al
ia 'present'e 'pro6unda e' dferlta
progetto come modificato dalla 'documentazione
integrativa depositata dal Committente; in particolare, I'elenco dei codici CER dei rifiuti
ammessi all'impianto
quello contenuto nel documento depositato il 05.07.2006;
ulteriori modifiche dell'elenco dei codici, purche non in ampliamento, e/o prescrizioni
ulteriori e di dettaglio (ten uta dei registri di carico e scarico, misurazione e registrazione
delle quantita in ingresso e uscita, controlli periodici sui materiali inviati allo
_. _.. _..•..... '. _.,~Tl]~~ti'!1e~~~J"
..~c:~;l . Eotrc:l~Il<?...~s.~~~~.. gefir~ite in sede di Autorizzazione
Integrata
...
:Ambientale aisensi del d.lgs: 59/2005
.
g.
e
15
Regionelombcwdia
h. iI Committente dovra sviluppare, in acc..Qrdo q,Qi!JED.!~__g~~t(Jre del Parco regionale
d_~rreG(o.}!i'i~~'~JLpro~!(J_,~~.§_~~t}y(?,g.~Il?sist~rnc:gione e riquaTiricazione delle aree a
verde"all'interno dell'insediamento, nonche delia qualificazione estetica degli implanti e
delle strutture edilizie esistentie in progetto; ,
si richiama che il progetto
sottoposto ad autorizzazione paesistica, di competenza
regionale ai sensi dell'art. 80.2, lettd) delia l.r, 12/2005, in quanta ricompreso tra quelil
specificamente indicati dall'art 17.1, lett ) delia I.r. 26/2003 (impianti 80ggetti ad a.i.a.),
e
I.
rigtlardo alia fase di costruzione, in sede di progetto esecutivo dovra essere elaborato
un piano delia cantierizzazione che definisca la gestione dei lavor!, con particolare
attenzione alia tutela delia vegetazione e degli ecosistemi presenti nel Parco regionale;
in ogni caso, si adotteranno tutte Ie opportune misure di tipo organizzativo/gestionale
e
di schermatura dell' area di cantiere, per ridurre ogni possibile disagio nei confronti dei
ricettcirFsensibili; dovraprpWepe[si
aHalimitazione dell'emissionedi
p01yerimedlame
gli usuali metodi (bag natura del terreno, protezione degli eventuali sili, ecc.);
J. iI Committente dovra provvedere - in caso di chiusura dell'attivita - al ripristino integrc:lL~
ec(aTre'cUjYefOam6feritaledell'area,
secondo modalita dac;oncQrdare conil Comunee
~...
..
.. _,,~~--/'Ente gestore del Parco,Pfermi restando gli obblighi 9E3riY<3ntLd<3Jle
vigenti"normative in
materia di bonificaderterreni;
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2. Oi provvedere alia trasmissione di copia del presente decreto:
- al Committente B.T.E. S.LI. di Cesano Mademo;
- alia Provincia di Milano, al Comune di Cesano Mademo, all'Ente gestore del Parco
regionale delle Groane ed alia Struttura Autorizzazioni e certificazioni delia O.G. Reti e
servizi di pubblica utilita - Giunta Regionale.
3. Oi provvedere altres] alia pubblicazione
presente decreta.
sui B.U.R.L
delia sola parte dispositiva
del
" Qirigente delia Struttura Valutazioni di il1}pattq i3mlJientale
Arch. Mauro Visconti
~~
]6
Provincia
di Milano
DELIDERAZIONE N° ... ~~ ..~./.9.2.
REP. GEN.
Am nO 202726/1616/04
GIUNTA PROVINCIALE
Sed uta
del
1 4 SET ':".
?OO~:J
Presidente
FILIPPO LUIGI PENATI Assente
• presidenza del Vice Presidente: ALBERTO rl/1AHIOU
Vice Presidente
Assessori Provinciali
ALBERTO MATTIOLI
GIANSANDRO BARZAGHI
DANIELA BENELLI
BRUNA BREl'vfBILLA
GIORGIO CALO'
BRUNO CASATI
FRANCESCA CORSO
IRMA DOMEN1CA DIOLI
DANIELA GASPARINI
ALBERTO GRANCIN1
PAOLO MATTEUCCI
PIETRO :MEZZI
PIETRO LUIGI PONTI
ROSARIA ROTONDI
LUIGI VI:MERCATI Ass-ante
Con I' assistenza del Vice Segretario Generale dott.ssa Liana BA VARO
Su proposta dell 'Assess ore Alberto GRANCINI
Oggetto: Istituzione delle Oasi di protezione delIa fauna selvatica nel territorio delIa Provincia di Milano in
attuazione del Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2005/2009.
Direttore del Settore Sicurezza, Caccia Pesca, Lotta all 'Usura: dott. Sergio SALADINI
'atto si compone di _4_pagine
di cui_ =_ pagine di allegati, parte integrante.
LA GTTTNTA P1?nvnvCI4IE
• Richiamato il Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Milano per il quinquennio
2005/2009 approvato con deliberazione consiliare 12 luglio 2005 n. 149751/1616/04, con il
quale sono state previste n. 11 nuove Oasi di protezione delIa fauna selvatica;
• Considerato che, di queste 11 Oasi, si intende istimirne subito n. 2, poiche Ie rimanenti 9
necessitano dell'istruttoria
completa compresa l'individuazione di tutti i proprietari e/o
conduttori delle aziende agricole ricomprese nei territori delle Oasi stesse, mentre per Ie Oasi
"Alto Milanese"ubicata nel Comune di Legnano e "Cesano Mademo" ubicata nei Comuni di
Cesano Maderno, Limbiate e Bovisio Masciago, gia istituite can provvedimenti dei rispettivi
Parchi, si puo procedere da subito alIa loro istituzione;;
• Ritenuto, pertanto, di provvedere, con Ia presente deliberazione, alIa realizzazione di n. 2 Oasi di
protezione: Oasi di protezione di Legnano; Oasi di protezione di Cesano Mademo e di procedere
altresi alIa deterrninazione dei relativi confmi perimetrali e tabellature;
• Ricbiamate Ie finalita e le caratteristiche delle Oasi di protezione, che, ai sensi del1'art. 17 delia
L.R. 26/93, sono aree nelle quali e vietato l' esercizio venatorio in quanto "destinate alIa
conservazione dell a fauna selva tic a, col fine di favorire l'insediamento e l'irradiamento naturale
delle specie stanziali e la sosta delle specie migratorie, nonche di preservare il Busso delle
correnu migratorie";
• Attese Ie competenze amministrative delle Province in materia di caccia secondo quanto previsto
daI1'art. 19 lettera 1) del D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267 e dall' art. 4, comma 1, lett. a) delIa L.R.
11/98, nonche la legge regionaIe de116 agosto 1993 n.26 e succ. mod. e in particolare l'art. 20
che indica la proceduraper la costituzione degli istituti di cui trattasi;
• Preso atto delia Legge 241 del 7 agosto 1990 e del regolamento provinciale sui procedimenti
amministrativi e sul diritto di accesso ai documenti amministrativi, approvato con deliberazioni
consiliari n. 23352/1184/91 del 18.11.1997 en. 1034/1184/91 del 29.1.1998, in particolare I'art.
3, comma 3, per quanto riguarda la comunicazione agli interessati dell'avvio del procedimento
ammini strativo mediante l' affissione della presente deliberazione all' Albo Pretoria dei Comuni
interessati, nonche altre forme di pubblicita che comunque diano garanzia di diffusione
dell'iniziativa provinciale;
• Visto il parere favorevole in ordine alla regolarita tecnica/smministrativa espresso ai sensi
dell' art. 49 del D.Lgs. n., 267/00 dal Direttore del Settore Sicurezza, CaccIa Pesca, Lotta
all'Dsura in data 13 settembre 2005;
• Dato atto delia irrilevanza del preventive parere di regolarita contabile, in quanta i1 presente
provvedimento non comporta alcuna spesa a carico dell' Amministrazione;
• Ddito il Relatore, a voti unanimi, resi nei modi di legge:
DELIBERA
1. di istituire, per quanto esposto nelle premesse,ai
sensi dell' art. 20, comma 5, delia Legge
Regionale n. 26/93 e succ. mod., Ie seguenti n. 2 Oasi di protezione delIa fauna selvatica nel
territorio delia Provincia di Milano individuando i confmi come segue:
a) Oasi di protezione "Alto Milanese" di h'a 172 ubicata nel comune di Legnano - trattasi di
zona a divieto di caccia all'intemo del PUS dell' Alto Milanese, i cui confIni interamente
ricompresi nel territorio dell'AT.C. n. 2 NWOvest sana i seguenti:
Nord: dal confme del Comune di Legnano (Nil) can quello di Busto Arsizio (V A) in direzione
est, indi seguire sempre i confmi in direzione nord e successivamente a Est seguendo
sempre i corrfini :Era 1v1IIVA nel com-tine di Ca<;;tellanzR, seV11re i ('onfiTli fra
Castellanza e Legnano fino ali'abitato di Legnano;
Est:
dal confme di V AJMI :EraCastellanza e Le2Ilano in direzione Sud via delle Betulle indi
seguire l'a~itato di Legnano fino alIa via Pace, indi seguire in direzione Sud via Pace
fino alia Vla Novara;
Sud: da via Pace angolo via Novara seguire quest' ultima in direzione Ovest fino al confme
con il territorio di Busto Arsizio;
Ovest: dall'incrocio di Via Novara con il confine del Coroune di Busto Arsizio in direzione
Nord, fino al raggiungimento del confine a Nord sopra descritto;
b) "Oasi di protezione denominata "Cesano Maderno ", ubicata nei territori dei Comuni di
Cesano Mademo, Limbiate e Bovisio Masciago individuata dal Parco delle Groane, i cui
confilli interamente ricompresi nel territorio dell' AT.C. n. 2 MIlOvest sono i seguenti:
Nord:
dalla Stazione di Groane Ferrovie Nord in direzione est fino Via Julia, ,indi seguire il
centro abitato di Cesano Maderno sempre in direzione est sino all'incorcio con la Via
Gramsci sempre deli' abitato di Cesano Mademo;
Est:
da via Gramsci in direzione Sud seguendo I'abitato di Cesano Mademo fino
all'incrocio con corso Libertit, indi sempre in direzione Sud fino via Toscana, sempre
in direzione Sud fmo al confme del Comune di Limbiate fino in via Pusterla;
Sud: da via Pusterla in direzione Ovest fino all'intersezione con il confine del Comune di
Bovisio Masciago, indi seguire Villa Biffi fino al centro abitato di Bovisio Masciago
se2Uire quest' ultimo fino alIa rotonda di via Stelvio;
Ovest: dalla rotonda di via Stelvio in Bovisio Mascia~o in direzione Nord sulla via delle
Groane fino al termine del campo da cross, indi airezione Est poi seguire 1'indicazione
cartografica in direzione Nord fmo al raggiungimento dell a Stazione di Groane delIa
Ferrovia Nord in comune di Cesano Maderno sopra citato;
2. di provvedere, secondo quanto esposto nelle premesse, alla comunicazione dell'avvio del
procedjplento amministrativo rel~tivo alle Oasi dl protc:zion~ di cui aj punti n.1. e n. 2, ~ediante
l'affisslOne del presente provvedrmento all' Albo Pretono del Comum mteressatl nonche ad altra
forma di pubblicita che dia garanzia di diffusione dell'iniziativa in atti;,
3. di riservarsi l'adozione di apposito provvedimento di costituzione delle Oasi di protezione, cosi
come defInite dal presente provvedimento, salvo che per Ie zone per Ie quali nei successivi 60
giorni dlla comurucazione dell' avvio del procedimento amministrativo risultino pervenute
opposizioni motivate da parte dei conduttori 0 proprietari dei terreni interessati, per almeno il
40 YcJ per ciascuna zona della superficie che si intende vincolare;
4. di prendere atto delle allegate n.2 tavole, facenti parte integrante delia presente deliberazione,
riportanti Ie rappresentazioni cartografIche delle Oasi di protezione delle quali si propone la
costituzione.
Dopodiche l' Assessore al1a partita, ravvisata I'urgenza del provvedimento, prop one di dichiarare la
presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi e per gli effetti dell' art. 134 - comma 4 _
del D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267.
La proposta risulta approvata all 'unanimita.
Pareri espressi sulla proposta della presente deliberazione ed inseriti nel1'atto ai sensi dell'art. 49 del D.Lgs.
n. 267/00
Parere favorevole di regolarira contabile e di
Parere favorevole di regolarira tecnica/amm.va
cbpertura fmanziaria
IL Ri\GIONIERE
Data
CAPO
Giuseppe Cerri
.
Data
VISTO, IL DIRETTORE DI P
Lotta
D otto S /0
Data ... 13.9.2005
/f.
ETTO Sicurezza, Caccia e Pesca,
sura
SALADINI
Ll.::i
Letto, approvato e sottoscntto
~\c.6
IL PRESIDENTE
IL SEGRETARlO GENERALE
Eta iv1aUioli
........
f .'.
TO ... ~fJ:~~
(!P...
PUBBLICAZIOl'\"'E
n
sottoscritto Segretario Generale da disposizione per la pubblicazione delIa presente deliberazione,
mediante affissione all' Albo Pretorio, ai sensi del 10 comma dell'art. 124 del D.Lgs. n. 267/00 can
contestuale comunicazione ai Capi Gruppo Consiliari, ai sensi dell'art. 125 del D.Lgs. n. 267/00.
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1 4 SET. 2005
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IL SEGRETARlO GENERALE
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;,.~,._-------------------------------------La presente deliberazione e stata trasmessa alla Prefettura , ai sensi dell'art. 135 del D.Lgs. n. 267/00.
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ESTREMI DI ESECUTIVITA'
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presente deliberazione
e divenuta
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in quanto dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dd 4 comma den'art 134 del D.Lgs. n. 267/00.
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dei termini di cui a13° comma dell' art. 134 del D.Lgs. n. 267/00.
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REPUBBLICA ITALIANA
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RegioneLombardia
BOLLETTINO UFFICIALE
MILANO - VENERDI, 12 SETTEMBRE 2003
3° SUPPLEMENTO STRAORDINARIO
Sommario
C) GIUNTA
REGIONALE
E ASSESSORI
8 AGOSTO 2003 - N. 7114106
(5:3.1)
Elenco dei proposti siti di importanza comunitaria ai sensi delia direttiva 92/43/CEE
per la LomQardia, individuazione dei soggetti gestori e modalita procedurali per l'applicazione della valutazione d'incidenza. P.R.S. 9.5.7 - Obiettivo 9.5.7.2 .
DELIBERAZIONE
GIUNTA REGIONALE
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5.3.1 AMBIENTE
E TERRITORIO
/ Ambiente
/ Beni ambientali
e aree protette
3
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
C) GIUNTA REGIONALE
(8UR2003031 )
-3-
E ASSESSORI
(53 I)
D.g.r. 8 ogoslo 2003 - n. 7/14106
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Elenc() dei proposti siti di importanza cOl11unitaria ai sensi delIa direttiva 92/43/CEE per la Lombardia, individuazione. dei soggetti gestori e modalita procedurali per I'applicazione della valutazione d'incidenza. P.R.S. 9.5.7 - 0biettivo 9.5.7.2
LA GIUNTAREGIONALE
Visti:
- la Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992e
successive modificazioni (c.d. Direttiva Habitat), relativa
alIa conservazione degli habitat naturali e seminaturali
e delia flora e delIa fauna selvatiche, che rappresenta il
principale atto legislativo .comunitario a favore delIa biodiversita:.
- la Direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 e
successive modificazioni (c.d. Direttiva Vccelli), concernente la conservazione degli uccelli selvatici;
- il progetto nazionale «Bioltaly» che, in sede tecnica ha
individuato, anche in Lombardia, i siti proponibili Come
«Siti di Importanza Comunitaria» in base ai loro contenuti in terminidi habitat e specie di cui alle citate direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE;
- il d.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 «Regolarnento recante
attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alia conservazione degli habitat naturali e seminaturali nonche della
flora e delIa fauna selvatiche» e successive modificazioni;
- la nota prot. 78887 del 18 dicembre 1996, con la quale la
Regione Lombardia ha tnismesso al Ministero dell'Ambiente, Servizio Conser\iazione delIa Natura, 16 studio
conclusivo nel quale sono stati individuati n. 176 proposti Siti di Importanza Comunitaria;
- il Decreto Ministeriale 3 aprile 2000, con il quale il Ministero dell'Ambiente haresopubblica la lista dei proposti·
Siti di importanza comunit aria (pSIC);
.
- il Decreto Ministeriale3 settembre 2002, con ilquale il Ministero dell'Amblente e della Tutela del Territorio ha dettato ;<Lineeguida per la gestione dei siti Natura 2000»; .
Vista la lr. 27 luglio1977, n. 33 «Provvedimenti in materia
di tu,telaainbientale ed ecologica», cosl come modificata dalla
lettera a) del primo commadell'articolo 3 della l.r. 6 marzo
2002,n. 4 recante «Norme perl'attuazione della programmazione regio.nale e per la modifica e I'integrazione di,disposizioni legislative»;
.Richiamate:
. - la necessita di provvedere ad una immediata tutela delle
zone proposte come SIC, cosl come ricordato piu volte
da parte del Ministero dell'Ambiente e della Commissione Euiopea, inquanto la trasmissione dellalist<i del SIC
proposti cia parte delle regioni al Ministero e da questi
alla Comunita Europea e gill.produttiva di effetti immediati rispetto alia tutela esalvaguardia di tali siti;
- la
nota
del
Miriistero
dell'Ambiente
prot.
n. SCN/20/2000/1248 in data 2S gennaio 2000, con la
~uale viene ribadito che, in forza delle disposizioni delI art. 10 del Trattato CE, pur nelle more delia predisposi.zione delia lista definitiva da. parte delia Commissione
europea,le Regioni hanno la responsabilita, una yolta individuato un sito, di adottare «Ie opportune misure per
evitare il degrado degli Habitat naturali e degli habitat di
specie, nonche la perturbazione delle specie per cui Ie
zone sono state individuate»;
- varie procedure di infrazione a carico dei Paesi membri,
compresa l'Italia, attivate dalla Commissione Europea
per la mancata salvaguardia dei pSIC, alcune gill.conclusasi con la pronuncia delia Corte di Giustizia sfavorevole
allo Stato Membra che non ha attuato, secondo I'art. 10
del Trattato, la conservazione cautelativa di quei valori
naturalistici per i quali erano stati individuali i sill (es.
Sentenza 18 marzo 1999 causa C-166/97,Sentenza 1J luglio 1996 causa C-44/95 ecc.);
- diverse comunicazioni delia Commissione Europea, che
hanna ribadito l'importanza, affinehe non vi siano ripercussioni anche sull'erogazione dei fondi strutturali
2000/2006, digarantire nei Piani e Programmi afferenti
ai fondi stessi azioni idonee al recepimento delle direttive
comunitarie suddette;
3° Suppl. Straordinario al
TI.
37 - 12 settembre 2003
Rilevata l'opportunitadi affidare agIi enti gestori dei parchi
e delle riserve naturali regionali la gestione dei pSIC situati,
anche parzialmente, all'interno di aree protette, anche sulla
base di quanto previsto dalle «Linee Guida per la gestione dei
Siti Natura 2000» di cui al d.m. 3settembre 2002;
Preso atto:
- del parere dell'Avvocatura delia Regione Lombardia
(nota A1.2003.0001131 del 13 gennaio 2003) nel quale
viene ritenuto, nell'ottica di mantenere in uno stato di
conservazione buono gIi habitat naturali e Ie specie delia
flora e delia fauna selvatiche del territorio europeo, che
esista l'obbligo di effettuare la valutazione d'incidenza
prevista dal paragrafo 4 dell'articolo 6 delia direttiva Habitat, anche per i pSIC, come risulta anche dalla relazione del Parlamento Europeo, datata 17 gennaio 2001. sull'attuazione della direttiva citata;
- che, con Decreto del Direttore Generale Qualita dell'Ambiente 7 marzo 2003, n. 3864 e state costituito un Gruppo
di Lavoro Interdirezionale con 10 scopo di redigere Ie !inee guida sulle procedure da: adottare perla valutazione
d'incidenza;
- che, dagli esiti del suddetto Gruppo di Lavoro si eviden_
zia l'opportunita di attivare quanto prima un procedimento di «valutazione di incidenza», quale strumento
per garantire anche provvisoriamente la salvaguardia degli habitat e delle specie dei siti nell'appIicazione di piani
e interventi;
Ribadito che la Regione Lombardia siriservacomunque di
procedere ad una successiva rideterminazione piu puntuale
dei confinidei pSIC quale esito delle attivita di monitoraggio
tuttora in corso da parte delle Province;
Ritenuta pertanto lanecessita di:
. ,
- affidare agli enti gestori dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali regionali la gestione dei pSIC situati,
anche parzialmente, all'interno di aree protette;
- riservare a successive atto l'iridividuazione del soggetto
gestore dei pSIC non ricadenti aU'interno di aree protette
regionali;
.
- approvare Ie linee guida per i piani di gestione dei pSIC;
- approvare Ie procedure per la valutazione di incidenza;
- riservare a successivo atto, anche a seguito cliconfronto
con gli enti gestori dei pSIC, l'approvazionedi un documento recante Ie modalita tecniche per l'effettuazione
delia valutazione di incidenza;
- attribuire aldirigente competente la facolta.di costituire
un gruppo di lavoro interdirezionale regionale per l'esame di interventi e piani di particolare complessita da sottoporre aUa valutazione d'incidenza;
Vagliate e fatte proprie Ie predette determinazioni;
ad unanimita· di voti, espressi nelle-forme di legge
DELIBERA
1. di approvare l'allegato A, parte integrante e sostanziale
dellapresente deliberazione, contenentel'elimco dei pSIC
lombardi e Ie allegate tavole I e II, in scala 1:300.000,inerenti
I'individuazione cartografica dei pSIC;
2. di rend ere disponibili sui sito web delia Regione Lombardia i dati, in formato digitale, relativi ai penmetri e aile
schede «Natura 2000» dei pSIC;
,
3. di affidare agli enti gestori dei parchi, delle riserve e dei
monumenti naturali la gestione dei pSIC situati. anche parzialmente, all'interno di aree protette;
4. di riservare a successivo atto I'individuazione del soggetto gestore dei pSIC non ricadenti all'interno di aree protette;
5. di approvare I'allegato B, parte integrante e sostanziale
delia pr~sente deliberazione, contenentele «Linee guida per
la gestione dei SIC e pSIC in Lombardia»;
6. di approvare I'allegato C, parte integrante e sostanziale
delia presente deliberazione, contenente Ie «Modalita procedurali per l'applicazione delia valutazione di incidenza»;
7. di approvare l'allegato D, parte integrante e sostanziale
delia presente deliberazione, contenente «Contenuti minimi .
delia reJazione di incidenza»;
8. di pubblicare il presente atto sul Bollettino Ufficialedell" RegiQCH; LQmbardia e di dame massima diffusione.
II segretario: SaJa
I
--.--
~,~.
Bollettino
Uffzciale dellaRegione
CODICE
Lombardia
- 10-
NOME S/TO
30 SuppLStraordinario
COMUNIINTERESSA
TI
AREA PROTETTA
VILMINORE 01 SCALVE
IT2060006
C92
BOSCHI DEL GIOVETIO 01 PALLINE
AllONE
VALLE ASININA
CAMERATA CORNELLO
,
PARCO DELLE OROBIE BERGAMASCHE - 1.1.56115.09.89 I.r. 59/12.05.90
.....
CASSIGLIO
'.
SAN GIOVANNI BIANCO
.
INTERESSATA
PARCO DELLEOROBIE BERGAMASCHE -I.r. 56/15.09.89,I.r. 59/12.05.90
BORNO
IT2060007
'
.....
TALEGGIO
IT2060008
VALLE PARINA
.
"
.
.
VEDESETA
C94
2003
-
.
C93
al n. 37 " 12 settembre
....
DOSSENA
PARCO OELLEOROBIE BERGAMASCHE - 1.1.56115.09.89 1.1.59/12.05.90
LENNA
OLTRE IL COLLE
RONCOBELLO
SAN GIOVANNI BIANCO
SERINA
'.
C95
-
IT2060009
VAL NOSSANA - CIMA QlllFlEM - --
.
ARDESIO
.
.
>
PA8CO DELLE OROBIE-BERGAMASCHE -1.1.56/15.09.89L1.·59/12.05.90
GORNO
OLTRE IL COLI.E
ONETA
.
PARRE
.
PREMOLO _
C96
IT2060010
VALLE DEL FREDDO
.
!
.
ENOINE GAIANO
"
.
\
.
"
RISERVA NATURALE VALLE DEL FREDDO,- d.c.;'
2015/25.03.85
-
PIANICO
.
SOLTO COLLINA
.
.
.
SOVERE
C97
IT2060011
CANTO ALTO E VALLE DEL GIONGO
AlliNO
.
LOMBARDO
..
.
PARCO DEI COLLi 01 BERGAMO -1.1. 36/18.08.77
PONTERANICA
SEDRINA
SORISOLE
VILLA D'ALME
ZOGNO
.
C98
IT206oo12
BOSCHI DELL'ASTINO E DELL'ALLEGREZZA
BERGAMO
PARCO' DEI COLU 01 BERGAMO -1.1. 36/18.08.77
C99
IT2060013
FONTANILE BRANCALEONE
CARAVAGGIO
RISERVA NATURALE FONTANILE BRANCALEONE - d.c.1.
1894/5.02.85
C10D
IT2060014
BOSCHETIO DELLA CASCINA CAMPAGNA
PUMENENGO
PARCO DELL'OGUO NORD -1.1. 18/16.04.88
C101
IT206oo15
BOSCO DE' L'ISOLA
ORZINUOVI
PARCO DELL'OGUO NORD -1.1. 18/16.04.88
RoccAFRANCA
SONCINO
C102
IT2050001
'.
TORRE PALLAVICINA
'0
PINETA 01 CESATE·
CESATE
PARCO DELLE GROANE -1.1. 31/20.08.76
GARBAGNATE MILANESE
UMBIA TE
.
SOLARO
C103
IT2050002
BOSCHI DELLE GROANE
BARLASSINA
CERIANO LAGHETIO
CESANO MADERNO
COGUATE
LAZZATE
LENTATE SUL SEVESO
MISINTO
SEVESO
SOLARO
C104
IT2050003
VALLE DEL RIO PEGORINO
BESANA IN BRIANZA
PARCO DELLA VALLE DEL LAMBRO - 1.1.82/160983
CORREZZANA
LESMO
.
TRIUGGIO
.
C105
IT2050004
VALLE DEL RIO CANTALUPO
TRIUGGIO .
PARCO DELLA VALLE DEI. LAMBRO - 1.1.82/16.09.83
C106
IT2050005
BOSCHI DELLA FAGIANA
BOFFALORA SOPRA TICINO
PARCO LOMBARDO DELLA VALLE DEL TICINO -I.r.
219.01.74
'
••
-
I
Bollcttino
Uffieiale delia Regione
Lombardia
Allegato B
«Linee Guida per la gestione
dei SIC e pSIC in Lombardia»
- 14-
3° Supp!. Straordinario
al n. 37 - 12 settembre
2003
in particolar modo la materia urbanistica e il decentramento
in attuazione delia "riforma Bassanini» d.lgs. 112/98 ed alia
successiva modifica del Titolo V delia Costituzione). A questi
livelli il piano e 10 strumento che determina l'uso di tutte Ie
risorse presenti in un dato territorio e di conseguenza la pianificazione integrata e quella che puo maggiormente considerare I'insieme delle esigenze di tutela e ,valorizzazione dei sistemi ambientali.
Gli interventi e le attivita previsti, regolamentati dai piani
di gestione dei SIC e pSIC 0 dagli strumenti pianificatori territoriali vigenti rico,nosciuti sufficienti a realizzare Ie finalita
delia Direttiva 92/43/CEE, non richiedono la Valutazione
d'Incidenza prevista dall'art. 6 delia suddetta Direttiva.
Come indicato dal Decreto Ministeriale del 3 settembre
2002, scopo delia direttiva 92/43/CEE none solamente quello
di individuare iI modo migliore per gestire ciascun sito, ma
anche quello di costituire con I'insieme dei siti una «rete coerente», ossia funzionale alia conservazione dell'insieme di habitate di specie che Ii caratterizzano.
'
Di cOJ,1seguenzal'analisi di un sito, per il quale devono essere individuate misure di conservazione ed eventualmente elaborato un piano di gestione, deve comprendere la sua collocazione nel quadro delia rete. Quest'ultima infatti non deve essere unsemplice assemblaggio di siti, ma una selezione di
Iter logico-decisionale
per la scelta del piano di gestione
aree in cui sia possibile la conservazione delia specie e/o delAttivita conoscitive
preliminari
I'habitat di interesse comunitario.
Cia significache la rete Natura 2000 non intende sostituirsi
Occorre innanzitutto l'inventario delle previsioni normative
alia rete dei parchi, ma con questa integrarsi per garantire la
riferite ai SIC epSIC considerati (racccigliere tutti gli elemenpiena funzionalita, di un certo numero di habitat e l'esistenza
ti di natura legislativa, regolamentare, amministrativa;pianidi un determinato insieme di specie animali e vegetali.
ficatoria, programmatoria e contr'ilttualeche
riguardano Ie
aree, con riferimento alIa 10m disdplina d'uso).
Pertanto, una gestione dei siti delia rete coerente con gli
obiettivi che si prefigge la direttiva e legata, oltre che aile azioe
Se l'area del SIC 0 pSIC considerato e intern a aun'area
ni indirizzate sui singolo sito, ad una gestione integrata delnaturale protetta, occorre verificare se gli strumenti di prote"
I'intero sistema, la cui capacita di risposta puo attenuare 0
zione interni dell'area protetta siano sufficienti a mantenere
ampliare glieffetti di tali azioni ..
'in uno stato di conservazione soddisfacente gli habitat ele
,L'art,6,insieme
ali'art. 8 che prevede il cofim!nziamento ~ ,specie per il quale il sito e state individuato (strumenti di pianiiicazione vigenti per l'are'a ~proiei:ta,-regolamenti, piani di
delle misute essenzialiper
iI perseguimento degli obiettivi
gestione, discipline 0 zonizzazioni previste per Ie aree in quedelia direttiva, contiene iI quadro generaleper la tutela dei
stione).'
,
siti Natura 2000 e comprende disposizioni propositive, preventive e proeedurali ..
"
Se l'area del SIC 0 pSIC e esterna ad aree naturali protette
L'eventuale piano di gestione di un sito e strettamente coloccorre verificare Ie mis~e di conservazione obbligatorie elegato aliafunzionalita, dell'habitat e alla presenza delia speventualmente gia esistenti, (piani urbanistico-territoriali,
pia~
ni dibacino, piani per singole risorse (estrattive, acque, coste,
cieche ha dato origine al sito.stesso. Cia significa che se eventualmente l'attualeuso del suolo ela pianificazione ordinaria
fauna, foreste, ecc.), altri strumenti di pianifica.zione previsti
dalia legislazioJ:le vigente).
non compromettonotale
funzionalita, il piano di gestiqne si
identifica' unicamente nella necessaria azione di monitoragSe queste sono sufficienti al m<intenimento in uno s13to di
gio. La strategia gestionale da mettere in atto, dovra tenere
conservazione soddisfacente dell'habitat 0 deli'habitat di speconto delle esigenze di habitat e specie presenti nelsito preso
cie richiesto dalla direttiva, il sitonon richiede ulteriori misuin,considerazione, in riferimento anche aile relazioni esistenti
re specifiche di conservazione, ferme rest,mdo Ie atiivita. di
a scala territoriale. Lapeculiarita dei pi ani di gestione dei siti
monitoraggio e valutazione riferite aile specifiche aree di intee
Natura 2000 che «non sono sempre necessari, ,ma, se usati,
resse comunitario.
'
devono tenere conto delle particolarita di ciascun sito e di
Se, gli strumenti di pianificazione gia esistenti non sono
tutte Ie attivitapreviste. Essi possono essere d.ocumenti a se
sufficienti al mantenimento in uno state di conservazione
stanti oppure essere iricorporati in altri eventuali pi ani di svisoddisfacente dell'habitat odell'habitat
di specie richie:;to
luppo».
dalla direttiva occorrera innanzitutto prowedere ad integrarli
Attua1mente, gli strumenti di pianificazione urbanistica e
(sono predisposti ed inseriti una serie di elementi contenutiterritoriale con\(enzionali, a diversa scala, non sempre garansti,ci all'interno di altri strumenti di pianificazione esistenti 0
tiscono ,I'integrazione degli obiettivi ambien13li nella pianifiin itinere: ad esempio, piano del parco 0 delIa riserva; piano
cazione territoriale.
territoriale di coordinamentoo
paesistico; piano strutturale
Uno dei principali indirizzi proposti da questeLinee Guida
a regolatore; piano' di assestarnento forestale; ecc.) per poi
e la necessiffidi integrare l'insieme delle misure di conservaprendere in esame la possibilita di realizzare un piano di gezione con la pianificazione ai diversi livelli di governo del terstione del pSIC come strumento di pianificazione a se stante.
ritoria ,(intern,az,iO,nale" nazionale, locale) secondo quanto
Struttura del piano di gestione per un SIC 0 pSIC
previsto dail'art. 6, paragrafo 1, direttiva Habitat: per Ie zone
speciali di eonservazione, gli stati membri stabiliseono Ie misuL'art. 6 delIa direttiva Habitat evidenzia lapeculiarita
dei
re di conservazione
necessarie ehe implieano, all'oceorrenza,
piani di gestione dei siti Natura 2000 nel 'considerare in modo
appropriati piani di gestione, specifiei 0 integrati ad altri piani
comprensivo Ie caratteristiche ecologiche e socio-economiche
di ciascun sito ..
di sviluppo. La parola «all'occorrenza» indica che ipiani di
gestione non deb bono essere considerati obbligatori, ma mi_
I siti Natura 2000 compreJ:ldono una moltitudine di situasure da predispbrre se ritenute necessade per realizzare Ie
zioni sia dal punta di vista ecologico, sia da queUo socio-ecofinaliffi della direttiva. Nell'interpretazione'offerta dalla gllida
nomico, sia per quantoriguarda Ie condizioni attuali di pianidelia Commissione Europea, i piani di gestione, una volta
ficazione territoriale. A seconda di queste caratteristiche, gli
predisposti, hanna priorita logica rispetto aile altre misure di
enti preposti all'impJementazione del piano di gestione valuconservazione: se i piani di gestione sonoseelti
da uno state
teranno in che misura applicare 10 schema,redazionalequi
membro, sara logieo stabilirli prima di proeedere aile altre miproposto: in particolare, quali aspetti privilegiare e se inserirsure menzionate all'art. 6, paragrafo 1, in partieolare Ie misure
10 0 menD in esistenti strumenti di pianificazione territoriale.
eontrattuali .
L'obiettivo di Natura 2000 e di man tenere in uno state di
Perche possa esplicare il suo carattere di strumento territoconservazione soddisfacente, primariamente attraverso siti
riale da adottarsi per la gestione di tutti i siti appartenenti
«dedicati», il patrimonio di risorse di biodiversita rappresenalia rete Natura 2000, 0 per particolari categorie di questi, il
tate dagli habitat e dalle specie d'interesse comunitario. Nella
piano di gestione dovra avere un iter formativo e procedurale
maggior parte dei casi, i singoli siti contengono solo una picprevisto dalla legislazione urbanistica regionale 0 dai livelli
cola parte di tali risorse, che si trovano distribuite su un vasto
di pianificazione sovraordinata.
dominio territoriaJe (tanto nella rete Natura 2000 che nei terI livelli di governo del territorio con cui un piano di gestioritori esterni). Solamente una minoranza di habitat IE specie
ne deve integrarsi 0 a cui fare riferimento sono: la Provincia
si ritrova su un dominioterritoriale
poco esteso (centinaia/
e/o I'area metropolitana, laddove a questa e assegnato un ruomigliaia di ettari), spesso frammentato, all'interno di uno 0
10 pianificatorio; il bacino idrografico per quanto previsto nelpo chi siti. In ogni caso, la gestione di un sito, qualunque sia
la L 183/89;1a Regione per quanta riguarda Ie sue attribuzioni
il suo contributo nella rete, deve rispondere a un unieo obblidirette (piani di settore, programmazione finanziaria, uso dei
go di risultato: salvaguardare l'efficienza e la funzionalit~ ecofondi strutturali,normative
di settore e di carattere generale,
logica degli habitat e/o specie aile quali il sito e «dedicato»
e
Bollettino
Ufficiale, della Regione Lombardia
- 15-
contribuendo cos! a scala locale a realizzare Ie finalita generaIi delia direttiva.
A tale scopo e necessario tradurre il concetto di stato di
conservazione soddisfacente dell'habitat/specie a scala di rete
(vedi art. Ie-i, direttiva Habitat) in parametri rilevabili a scala
di sito, che forniscano indicazioni circa Ie condizioni di conservazione delia risorsa d'interesse (indicatori).
Metterein relazione gli indica tori proposti con un ambito
di. variazione di «condizioni favorevoli», ovvero identificare
soglie di criticita rispetto alle quali considerare accettabilile
variazioni degli indica tori per la conservazione' degli
habitat/specie nel sito, rappresenta il passo successivo. Cia al
fine di utilizzare, nel corso dei cieli di gestione, il monitoraggio degli' indicatori per verificare il successo delia gestione
stessa.
Gli indicatori relativi ai fattori ecologici devono essere individuati in base aile caratteristiche specifiche del sito. E~si,
modulati per tipologia di sito, sono proposti in un manuale
di orientainenti gestionali predisposto dalla Direzione Conservazione delia Natura del Ministero dell'Ambiente e delia
Tutela del Territorio.
I~Quadro conoscitivo
relativoalle
caratteristiche
del sito
La prima parte del piano consta del «quadro conoscitivo»
del sito e del paesaggio circostante, ove rilevante per Ie finalita del piano stesso. II «quadro conoscitivo» riguarda Ie seguenti componenti:
.
A) fzsica;
B) biologica;
C) socio-economica;
D) archeologica, architettonica e culturale;
E) paesaggistica.
Le cinque componenti sono descritte sulla base delle conoscenze pregresse e, ove Ie risorse finanziarie 10consentano, di
studi aggiuntivi. Le conoscenze pregresse sono costituite da
pubblicazioni scientifiche, rapporti tecnici e statistici ed elaborazioni cartografiche.
A) Descrizione fisica del sito
La descrizione fisica del sito consta di: - descrizione dei
contini; - clima regionale e locale; - geologia e geomorfologia;
- substrato pedogenetico e suolo; - idrologia.
B) Descrizionebiologica
del sito
La descrizione biologica del sito e incentrata sulle specie
e sugli habitat (0 quando cia sia sensato dal punto di vista
gestionale, s·u raggruppamenti di habitat) per i quali il sito e
stato individuato.
i) II priino passo e la verifica e l'aggiornamento dei dati di
presenzariportati nelle schedeNatura 2000.
Ii)Segue una ricerca bibliografica esaustiva delia letteratura scientifica rilevante suI sito.
-- .
iii) Seguono gli studi di dettaglio checonstano di un atlante
del territorio (del situ ed eventualmente del paesaggio circostante) composto da alcune mappe tematiche e delle liste delle specie vegetali e animali presenti. La scala dell'atlante e da
definirsi essenzialmente sulla base dell'estensione del sito.
L'atlante e compos to dai seguenti tematismi, la cui selezione e subordinata aile necessita ed opportunita di ciascun casu
in esame: '
* usa del territorio; questa carta e ottenutatramite interpretazione diimmagini telerilevate (preferibilmente ortofoto) e
validazione in campo ad opera di esperti. L'obiettivo e di
mappare tutti gli habitat presenti, come codificati nell'allegato alia direttiva Habitat, e l'uso del suolo (inelusi i valori archeologici e architettonici);
* distribuzioni reale e potenziale delle specie floristiche in
allegato II e IV alia direttiva Habitat e delle specie di interesse
nazionale, sulla base di rilievi di campo e, ove esistenti, di
riferimenti bibliografici;
* distribuzioni reale e potenziale delle, specie zoologiche elencate negli Allegati delle Direttive Comunitarie di riferimento, e delle specie di interesse nazionale; una particolare atten-'
zione dovra essere prestataalla localizzazione dei siti di riproduzione, di svernamento e di sosta delle specie di interesse, nonche aile aree ad elevata ricchezza di specie;
* fitosociologia (di tutto il sito 0 di alcune aree campione)
secondo l'approccio sinfitosociologico, capace di evidenziare
oltrealla·si tuaz·ione,realeanG:he,qlJleUa,potenziale.
3° Supp!. Straordinario
aln. 37 c 12 settembre 2003
Le liste delle specie botaniche e zoologiche sono messea
punto sulla base delia bibliografia esistente e di rilievi di campo ad hoc. Tali Iiste possono fornire informazioni quantitative 0 semiquantitative circa l'abbondanza delle singole.specie
o Iimitarsi a segnalarne la presenza. Sono evidenziate Ie specie degli allegatidelle Direttive Comunitarie di riferimento, Ie
specie prioritarie, Ie specie appartenenti alla lista rossa nazionale e quelle protette da convenzioni internazionali:
* lista delle specie botaniche in allegato alla direttiva Habitat e altre specie di interesse nazionale;
* Iista delle specie zoologiche in allegato alia direttiva Habitat e alla direttiva Uccelli e altre specie di interesse nazionale.
C) Descrizione socio-economica
del sito
La fase di inventario socio-economico identifica i fattori esistenti 0 potenziali che si suppone possano iDfluenzare (positivamente 0 negativamente) la conservazione degli habitat e
delle specie di interesse pre senti nel sito. Anche questa inventario e costituito dall'atlante (insieme di tematismi socio-economici) e da raccolte di informazioni specifiche.
Questa parte dell'atlante contiene i seguenti tematismi:
- aree protette, suddivise per tipologia come riportato nell'elenco ufficiale delle aree protette; - altri vincoli ambientali
(paesaggistico, idrogeologico, ecc.); ..
,
- uso del suolo (gia contenuta nell'inventario biologico);
- mappa catastale 0 almeno definizione di macrozone de-maniali, pubbliche 0 private ove possibile;
- aree di programma per l'adozione di· misure agro-ambientali(Piano
di sviluppo Rurale).
Le ulteriori informazioni ineludono: - inventario dei soggetti amministrativi e gestionali che hanno competenze suI
territorio nel quale ricade il sito;- inventario del piani, progetti, politiche settoriali,che interessano il territorio nel quale
ricade il situ; - inventario delle tipologie di fondi (comunitari
e di altrafonte) potenzialmente utilizzabili per il sito; -inventario e valutazione dell'intensita delle attivita umane presenti
all'inferno del sito: agricoltura, selvicoltura, ittiocoltura, allevamento, pascolo, caccia, pesca commerciale, pesca sportiva,
commercio, artigi;anato, turismo, servizi (in parte mapp'abili
nell'atlante dell'uso del territorio); - inventario delle regolamentazioni legate ai vincoli esistenti suI territorioein generaIe aile attivita ·antropiche (ad esempio, norme sta'tutarie, usi
civic!).
Per meglio comprendere Ie possibilita di accoglienza e di
successo delle misure di conservazione, e comunque necessario chiarire se Ilel sito esistao menu popolazione equal! sian9
idiversi gruppipresenti, in base aile loro condizioni economi, che, alia loroattitudine nei confronti delie azioni individuate
(attivamente positive, passive, negative per ignoranza, negative per scelta)' e aile loro motivazioni. Cio puo essere ratto anche tramite interviste presso gli uffici comunali e i soggetti
- -irrrormati.
.
Indicatori consigliati (rdativamente ai Comuni nel cui territorio ricade il sito considerato): - numero di persone impiegate e flussi economici per settore; - variazioni demografiche
(es. variazione delia popolazione residente); - tasso di attivita
totale delia popolazionein eta lavorativa (occupati/non occupati in eta lavorativa); - tasso di disoccupazione giovanile; _
tasso di scolarita (scuola dell'obbligo, scuola superiore, universita); - presenze turistiche per abitante e per lan'.
D) Descrizione dei valori archeologici, architettonici
e
culturali presenti nel situ
Questa parte di inventario identifica i valori archeologici,
architettonici e culturali, comprese Ie sistemazioni agrarie e
forestali tradizionali, la cui tutela si suppone possa interagire
con la conservazione degli habitat e delle specie di interesse
presenti nel sito.
Questa parte dell'atlante condene i seguenti tematismi: aree archeologiche;- beni architettonici e archeologici sottoposti a tutela e eventuali aree di rispetto. Le ulteriori informazioni includono Ie prescrizioni relative a tali aree 0 beni derivanti dalla normativa nazionale di riferimento e dagli strumenti di pianificazione esistenti.
E) Descrizione del paesaggio
II paesaggio assume una importanza del tutto particolare
in quanto, dopo la firma delia Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, ottobre 2000), la rete dei paesaggi europei
sara la prossima tappa per la conservazione delia cjiversita
,bioI0gica.ecculturale-.,ll,i*lewggie, nen-s-ara,quilildi,valutato, in
.•...•.
Bo/lettino
Ufficiale della Regione Lombardia
- 16-
termini esclusivamente percettivi, ma sara considerato come
sintesi delle caratteristiche e dei valori fisici, biologici, storid
e culturali.
Poiche Ie popolazioni animaJi e vegetali e gli habitat presenti all'intemo del sito rappresentano una unita gestionale
che non puo essere considerata isoJata rispetto ad un contesto
tenitoriale pili ampio, e necessario individuare un'area circostante in cui indagare determinate caratteristiche, funzionalmente collegate al sito. Data ]a molteplicita degli aspetti .ecologici e gestionali da considerare, risulta impossibile definire
a priori l'ambito spaziale da considerare sulla base di principi
ecologici: la scelta dell'estensione delia fascia da considerare
andra quindi calibrata sulla base della fattibilita (risorse finanziarie disponibili) e delle caratteristiche di ciascun sito e
dell'ambito tenitoriale in cui esso si colloca.
2) Analisi: valutazione
e specie
delle esigenze ecologiche di habitat
Realizzato il quadro conoscitivo del sito, occorre:
• a) mettere a fuocale esigenze ecologiche delle specie e delle
biacenosi degli habitat di interesse comunitario;
b) utilizzare gli indicatori che co~sentano di valutare se Ie
specie e gli habitat per i qua]i il sita e stato individuato versino in uno stata di conservazione favorevole e che cansentana
di valutarne l'evoluzione;
c) valutare l'influenza sui suddetti indica tori da parte dei
fattori bialdgici e sacia-ecflHomiciindividuati
nel. quadro co~
noscitivo del sita ..
3) Obiettivi
3° SuppJ. Straordinario
Questa fase cansiste nella messa a punta delle strategie gestionali di massima e delle specifiche azioni da intraprendere,
unitamente ad una va]utazione dei costi che devano suppor. tara tali azioni .edei tempi necessari' per 1a lora realizzaziane .
I risultati dowanna esseremonitorati periodicainente tramite
gli indicatari di cui ai paragrafi precedenti. Cio cansentira di
valutare l'efficacia della gestiane ed eventualmente modificare
la strategia ..
---
.
---
2003
Allegata C
Si individuano di seguita ]e modalita procedurali per l'applicazione della valutazione d'incidenza di cui alladirettiva
92/43/CEE e suce. mod. nonche del d.P.R. n. 357/1997 e succ.
mod.
Definiziani
Ai fini del presente atto con il termine di:
incidenza significativa si intende la probabilita che un
piano a un intervento ha di produrre effetti sull'integrita di
.un S}C 0 pSIC; la determinazione della significativita dipende
dalle particolarita e dalle condizioni ambientali del sito;
incidenza negativa si intende ]a possibilita di un piano 0
un intervento di incidere significativamente su un SIC 0 pSIC,
arrecando effetti negativi sull'integrita del sito, nel rispetta
degli obiettivi della rete Natura 2000;
incidenza positiva si intende la possibilita di un piano 0
un intervento di incidere significativamente su un SIC a pSIC,
nan arrecando effetti negativi sull'integrita del sito, nel rispetto. degli abiettivi della rete Natura 2000;
.
valutazione d'incidenza positiva si intende I'esito di una
procedura di valutazione di un piano 0 di un intervento che
abbia accertato l'assenza di effetti negativi sull'integritadel
SIC 0 pSIC (assenza di incidenza negativa);
valutazione d'incidenza negativa si intende l'esito di una
procedura di valutazione di un piano. 0 di un intervento che
abbiaaccertato.la presenza di effetti negativi sull'integrita del _
SIC 0 pSIC.
SezioniI
Una volta individuati i fattori di maggiar impatta, e quindi
i problemi, doyranno essere formulatigli obiettivi gestionali
generali .(ad eserupia; migliarare la qualita delle acque per
Ie specie acquatiche, impedire l'interramenta di zone umide,
allungare i cieli c!i utilizzazione delle risorse boschive) e gli
obiettivi df dettaglfa;
Vanna inoltre evidenziati eventuali obiettivi conflittuali (ad
esempio, esigenze canflittuali tra due specie animali a tra una
di queste e l'evoluzione delle componenti vegetali) e vanna
definite Ie priorita d'intervento sulla base di valutaziani strategiche .che rispettina Ie finalita istitutive del sito.
\
....
4) Strategia gestionale
a] n. 37 - 12 settembre
- Piani
Articolol
Contenuti dei piani inrelazione
ai SICa pSIC
1. I proponenti di piani terntoriali, urbanlstici e di settare,
ivi compresi fpianiagricolie
faunistico-venatori e Ie lorovarianti, predispangonouno
studio per individuare e valutare
gli effetti che iI piano pub avere suI sito, tenuto 'conto degli
obiettivi di conservazione del medesimo. Tale studio deve i1lustrare gli effetti diretti 0 indiretti che Ie previsiani pianfficatarie possono campartare sui .siti evidenziando Ie madalita
adattateper rend ere campatibiliJe previsianicon Ie esigenze
di salvaguardia. Lo studio. dovra camprendere Ie misure di
mitigaziane e di campensaziane che iI.piana adotta oprescrive di adottare da parte dei soggetti attuatori.
2. La studio., di cui al comma 1, dovra avere i cantenuti
minimi di cui all'Allegata D - sez. Piani della presente deliberazione redatti ai sensi dell'allegato G del d.P.R. 357/97.
. 3. Qualara i SICo pSIC ricadana all'interno di aree protette
ai sen~i deIla legge 394/91, si applicano Ie misure di canservaziane per queste previste dalla narmativavigente, come prevista dal d.P.R.357/97.
. Articolo 2
Procedure di valutazione di incidenza
1. Gli atti di pianificaziane, sona presentati, nel casa di piani di rilevanza regianale, provinciale e camunale, fatto salva
quanta previsto al comma 6, carredati di istanza e unitamente aIlo studio. di cui all'art. 1, pena l'inammissibilita, alla Regicine Lambardia - D.G: Qualita dell'Ainbiente, quale Autarita
Campetente che, mediante I'istruttoria, valuta gli effetti che iI
piano puo avere sui siti, tenuta cantadegli obiettivi di canservazione dei medesimi e farmalizza l'esito deIla valutaziane
d'incidenza. Gli elabarati di piano e 10. studio. davranno essere
consegnati in numera di quattro copie di cui una su supporta
informatica.
2. L'istruttaria per]a valiltazione d'incidenza, da effettuarsi
sulla base degli elementi cantenuti nell'atta di pianfficaziane,
unitamente aIla studio. di cui all'art. 1, e finalizzata ad evitare
che l'attuazione delle previsiani di piano. pregiudichi l'integrita dei siti, tenuta canto. degli obiettivi di canservaziane degli
habitat e delle specie presenti.
3. LaRegiane Lombardia - D.G. Qualita dell'Ambiente, si
esplime, nei termini previsti dal d.P.R. 357/97 e successive
modificazioni, mediante atto dirigenziale. La D.G. QU,alita
dell'Ambiente puo chiedere una sala volta integraziafli. Ne]
casa in cui siano richieste integraziani, i] terrnine per ]a valutazione d'incidenza decorre nuovamente dalla data in cui Ie
integrazioni pervengana alla D.G. Qualita Ambiente.
4. L'amministraziane competente all'appravazione dei piani di cui al comma 1 acquisisce preventivamente la valutazia-
!
I
Bollettino
Ufficiale della Regione
Lombardia
- 17-
ne d'incidenza espressa dalla D. G. Qualita dell'Ambiente ed
individua Ie modal ita piuoppor):une per la consultazione del
pubblico.
5. Qualora il PTC provinciale sia state approvato, secondo
Ie procedure previste dai commi precedenti can valutazione
d'incidenzapositiva,
la valutazione d'incidenza dei piani regolatoi-i generali comunali e effettuata dalla Provincia competente in sede di veri fica di compatibilita ai sensi dell' art. 3
commi 18 e 19 delia l.r. 5 gennaio 2000 n. 1.
6. In assenza di P.T.c.P. approvati can valutazione d'incidenza positiva, I'approvazione del P.R.G. comunale dovra tenere canto del parere in merito alla valutazione d'incidenza
espresso dalla D.G. Qualita dell'Ambiente.
7. Nel caso di piani che interessino siti di SIC a pSIC, rica~
denti in tutto 0 in parte all'interno di aree protette ai sensi
della l.r. 86/83, la valutazione d'incidenza di cui ai commi precedenti viene espressa previo parere obbligatorio dell'ente di
gestione dell'area protetta.
8. La valutazione dell'incidenza delle variimti a PRG comunali, ai sensi della !.r. 23 giugno 1997 n. 23., che interessino
SIC 0 pSIC,e effettuata dal comune. L'esito di tale valutazione dovra essere espressa nell'atto di approvazione della variante stessa, tenuto canto del comma precedente.
Articolo 3
Effetti della valutazione di incidimza sui piani
. 1. L'approvazione dei piani, per Ie parti contenenti Ie previsioni di cui all'art 1, e condizionata all'esito positivo delia va:
lutazione di incidenza espresso a seguito dell'applicazione
della procedura di cui all'art. 2, tranne nei casi e can Ie modalita previsti dall'art. 4.
2. La D.G, Qualita dell'Ambiente; nell'atto dirigenziale:
a) puo inipartire Ie opportune prescrizioni relative all~ modalita di progettazione e di realizzazione degli interventl, previsti dallo strumento di pianificazione, COS! ammessi;
b) specifica, anche sulia base dellivellodi approfondimento
degli atti di pianificazione e dello studio di cui all'art. 1, quali
interventi e/o previsioni del piano siano 0 menD soggetti a
valutazione di incidenza.
3. L'adeguamento dei P.R.G. ai piani sovracomunali, approvati can valutazione d'incidenza positiva, non e soggetto a
valutazione di incidenza.
,
Conclusioni
Articolo 4
negative della valutazione
di incidenza
Qualora, no no stante Ie conclusioninegative
della valutazione di incidenza sui sito ed in mancanza di soluzioni alternative possibili, il piano debba essere reaIizzato per motivi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale ed
economica, Ie amministrazioni competenti adottano ogni misura compemiativa necessaria per garantire la coerenza globale della rete «Natura 2000», coadiuvate dalla D.G. Qualita
dell'Ambiente che potra fornire indiCazioni.in tal senso,.e ne
danno comunicazione al Ministero dell'ambiente e delia tutela del territorio.
Articolo 5
Norme transitorie
1. I piani gia adottati all'entrata in vigore del presente provvedimento, devono essere integrati da parte del proponente
can 10 studio di cui all'art. 1, in modo che l'atto di approvazione del piano sia comprensivo delia procedura di valutazione
di incidenza.
2. I pi ani att~almente in vigore, approvati dopa la pubblicazione del d.m. 3 aprile 2000, devono essere verificati dalle Amministrazioni competenti per l'approvazione e, se ritenuti in
contrasto con gli obiettivi di conseI\iazione dei SIC a pSIC,
soggetti alia procedura di valutazione d'incidenza ai sensi dell'art. 1.
3. I criteri attuativi delia direttiva 2001/42/CE sulla valutazione ambientale di piani e programmi individueranno Ie modalita di integrazione can Ie procedure di cui all'~rt. 2.
Sezione II - Interventi
Articolo 6
Procedura di valulazione di incidenza degli inlervenli
1. I proponenti di interventi, non direttamente connessi e
necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat pre senti nei SIC 0 pSIC,
3° Supp!. Straordinario
al n. 37 - 12 settembre
2003
ma che possono avere incidenze significative sugli stessi, singol;:mnente 0 congiuntamente
ad altri interventi, predispongono uno studio per individuare e valutare i principali effetti,
diretti ed indiretti, che l'intervento pub avere sui siti, accertando che non si pregiudichi la loro integrita, relativamente
agli obiettivi di conser:vazione degli habitat e delle specie presenti. Lo studio dovra comprendere Ie misure di mitigazione
e di compensazione che il progetto dell'intervento adotta 0
prescrive di adottare da parte del soggetto proponente.
2. II progetto definitivo dell'intervento e presentato corredato d'istanzae unitamente allo studio di cui al comma 1, pena
I'inammissibilita, all'ente gestore del SIC 0 pSIC 0, nel caso
esso non sia ancora state individuato, alia Regione Lombardia - D.G. Qualita dell'Ambiente, quale Autorita Competente
che valuta gli effetti che l'intervento puo avere sui siti di Rete
Natura 2000, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei
medesimi e formalizza I'esito delia valutazione d'incidenza.
Gli elaborati progettuali e 10 studio dovranno essere consegnati in numero di quattro copie di cui una 5U supporto informatico.
3. La studio, di cui al comma 1, dovra avere i contenuti
minimi di cui all'allegato D - sez. Interventi della presente
deliberazione, redatto secondo gli indirizzi dell'allegato G del
d.P.R. 357/97.
4. L'istruttoria per la valutazione d'incidenza, da effettuarsi
sulla base degli elementi contenuti negli elaborati progettuali
e nella studio di cui ai commi precedenti, e finalizzata ad evitare che la realizzazione dell'intervento pregiudichi l'integrita
dei SIC o'psrc, tenuto conto degli obiettivi di conservazione
degli habitat edelle specie presenti.
5. L'ente gestore del sito 0, in attesa dell a loro individuazione, la Regione Lombardia -,D.G.Qualita
delI'Anibiente, si esprime in merito alla valutazione d'incidenza, mediante atto
nei termini previsti dal d.P.R. 357/97 e successive modificazioni e pub chiedere una sola volta integrazioni al proponente
delI'intervento. Nel caso in cui siano richieste integrazioni, il
tennine per l'espressione in merito alla valutazione d'inciliienza decorre nuovamente dalla data in cui Ie integrazioni' pervengono all'ente gestore del sito.
6. Gli interventi che contengono solo previsioni di: opere
interne, manutenzione· ordinaria, straordinaria,
di restauro,
di risanamento conservativo e di ristrutturazione
edilizia, che
noncomportino
aumento di volumetria e/o di sUJ?erficie e/o
modi fiche di sagoma, sono esclusi 'dallaprocedura
di cui al
comma 1 del presente arti-colo, a condizione che. il soggetto
proponente a il tecnico incaricato dichiarino, ai sensi degli
artt. 38 e 47 del d.P.R. 445/2000, che gli interventi proposti
non abbiano, ne singolarmente ne congiuntamente
ad altri
interventi, incidenze significative sui SIC a pSrc. Sono fatte
.salve specifiche e P;lrticolari necessita evidenziate dai piani
di gestione dei siti di Rete Natura 2000.
7. L'ente gestore del sito trasmette alia Regione Lombardia
- D.G. Qualita dell'Ambienfe Ie determinazioni, corredate di
il.p.eguata cartografia,assunte
in merito alla valutazione d'incidenza ed una relazione sintetica annuale.
Articolo 7
Procedura di valutazione di incidenza di inlervenli
sOlloposli a valulazione d'impallo ambienlale regionale
1. Per interventi che interessano SIC 0 pSIC rientranti nella
disciplina di cui al d.P.R. 12 aprile 1996 e alia l.r. n. 20/1999
e successive modificazionl, siapplica la seguente casistica:
a) in presenza di progetti sottoposti a screening ex d.P.R.
12 aprile 1996, la valutazione d'incidenza e di competenza
delia D.G. QuaJita dell'Ambiente ed e posticipata all'esito delIa procedura di verifica di esclusione dalla VIA. N.el caso di
esclusione dalla V.I.A. si rimanda ai disposti di cui all'articolo
6.
b) In presenza di progetti soggetti a V.LA. regionale la Valutazione d'incidenza e ricompressa nell'ambito delia procedura di V.LA. mediante apporto specialistico delia D.G. Qualita
dell'Ambiente nell'ambito del Gruppo di Lavoro regionale costituito per la V.LA. In tal senso la V.LA. considera anche gli
effetti diretti cd indiretti degli interventi sugli habitat e sullc
specie per i quali i siti sono stati individuati. A tal fine 10 studio di impatto ambientale deve fare riferimento ancheagli
indirizzi dell'allegato G del d.P.R. 357/97 e suce. mod. e comprendere gli elementi di cui all'allegato D sez. Interventi del
presente atto.
I prowe<;limenti emanati ai sensi delia l.r. n. 20/1999 e Slice.
Bollettino
Ufficiale della Regione
Lombardia
- 18-
mod. sono comprensivi delle determinazioni inerenti la valutazione di incidenza.
ArticoIo 8
Effetti della valutaz.ione
di incidenz.a sugli interventi
1. L'approvazione degli interventi di cui all'art. 6, e condizionata aU'esito positivo delia valutazione di incidenza espresso a seguito dell'esito delia procedura di cui agli articoli
precedenti, tranne nei casi e con Ie modalita previsti daIl'art.
9. Le Arnministrazioni competenti all'approvazione degli interventi possono impartire Ie opportune prescrizioni relative
aile modalita di progettazione e di realizzazione degli interventi cos! ammessi e individuano Ie modalita piu opportune
di consultazione del pubblico. L'esito delia valutazione di inddenzadeve essere esplidtato neIl'atto di approvazione degli
interventi.
Articolo 9
Conclusioni
negative della valutaz.ione di incidenz.a
>
1. In caso di conclusione negativa delia valutazione d'inci~
denza, di cuiagli artt. 6e 7, si rimanda a quanto previsto dai
commi 9 e 10 dell'art. 5 del d.P.R. 357/97 e successive modifiche ed integrazioni. Le comunicazioni di cui ai commi ge 10
dell'art. 5 del d.P.R. 357/97 dovranno essere trasmesse,_ per
conoscenza, anche alla RegioneLombardia D.G. Qualita dell'Ambiente ...
- Nell'eventuaiiUcche l'intervento venga comunque-apRfovato, I'entegestore del sito potrafornire Ie indicazioni affiriche
vengano adottate Ie misure compensative necessarie per garantire la coerenza globaledella Rete Natura 2000, dandone
contestuale c,omunicazione aJla D.G. Qualita. dell'Ambiente .
In attesa delIa pubblicazionedi l.ineeGuida per la formulazione dellaval~tazione diincidenza su SIC e.pSIC in Lombardia, il riferimento per giungere alla valutazione d'incidenza e
allafolTllulazione del relativogiudizio e costituiiodai seguentidocumenti:'
;
"
..
'-.
- «Guida all'interpretazione
dell'articolo 6 delia Direttiva Habitat 92J43/CEE», pubblicato nell'ottobre 2000 dalla
Commissione Europea DG Ambiente;
- ••Valutwone' ell. plani e progettiaventi
un'incldenza
30 Supp!. Straordinario
Allegato D
Contenuti minirni delIo studio
per la valutazione d'incidenza sui SIC e pSIC
Sezione piam
Lo studio deve fare riferimento ai contenuti dell'allegato G
del d.P.R. 357/97 e succ. mod. e possedere gli elementi necessari ad individuare e valuiare i possibili impatti sugli habitat
e sulle specie di cui aile Dir. 92/43/CEE e 79/409/CEE e loro
successive modifiche, per la cui tutela il sito e stato individuato, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Inoltre deve indicare Ie misure previste per la compatibilita delle soluzioni che il piano assume, comprese Ie mitigazioni e/o compensazioni.
'
Lo studio dovra in particolare:
_
1. contenere elaborati cartografid in scala minima 1:25.000
dell'area interessata dal 0 dai SIC 0 pSIC, con evidenziata la
sovrapposizione degli interventi previsti dal piano, 0 riportare
sugli elaborati la perimetrazione di tale area ..
2. descrivere qualitativamente gli habitat e Ie spedefaunistiche e floristiche per Ie quali i siti sono stati designati, evidenziando, anche tramite una analisi critica della situazione
ambientale delsito, se Ie previsioni di piano possano determinare effetti diretti ed indiretti anche in aree limitrofe.
3. esplicitare gli interventi di trasformazione previ~ti e Ie
relative ricadute in riferimento agli specifici aspetti naturalistid ..
4. illustrare Ie misure mitigative, in relazione agli impatti
stimati, che si intendono applicare ele modalita di attuazione
(es. tipo di strumenti ed interventi da realizzare, aree interessate, verifiche di efficienza ecc.)
.
. 5. indicare ]e~ventuali compensazioni,ove
applicabili a
fronte di impattiprevistii anche. di tipo temporaneo. Le compensazioni, perche possano essere valutateefficaci, devono di
norma essere. in atto al momento in cui il danno dovuto al
pianoe effettivosulsito
di .cui sitratta, trannesesi
possa
diniostrare che Cjuesta simultaneita none riecessaria per garantire il contributo del site alla Rete Natura 2000. Inoltre
dovranno essere funzionalm"nte. edecologicamente equivalenti alIa situazione iIl1pattata, nello statoantecedenteall'impatto.
La studio dovrA essere COMotato da unelevato livello qualitativo dal punto divista scientifico.
Sezione interventi
Lo studio deve fare riferimento ai contenuti dell'allegato G
del d.P.R. 357/97,e succ. mod.e deve possedere tutti quegli
elementi necessarl adindividuaree valutare i possibili impatti sugH habitat e sulle specie per 1a cui tutela il sito· () i siti
. sono stati individuati. tenuto canto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Inoltre deve in,Ucare ed evidenziare
Ie modaJita previste per la compatibilita delle soluzioni che
l'intervento assume, compresele mitigazioni e/o compensazioni.
Tale studio dam essere compos to da:
1) elementi descrittivi dell'intervento con particolare riferimento a tipologia, dimensioni, obiettivi, tempi e sue modalita
di attuazione,utilizzazione
delle risorse naturali,localizzazione e inquadramento teITitoriale, sovrapposizione teITitoriale con i siti di Rete Natura 2000 a scala Congrua.
'
2) descrizione quali-quantitativa e localizzativa degli habi. tat e delle specie faunistiche e floristiche per Ie quali i siti
sono stati designati, delIa zona interessata dalla realizzazione
dall'intervento e delle zone intorno ad essa (area vasta)che
potrebbero subire. effetti indotti, e del relativo stato di conservazione al "momento zero», inteso come condizione temporaIe di partenza, sulla qllale sJ innestano i successivi eventi di
trasformazione e gli effetti conseguenti alIa realizzazione dell'intervento ..
3) analisi degli impatti diretti ed indiretti che l'intervento
produce, sia in fuse di cantiere che a regime, nell'immediato
e nel medio - lunge termine, anche sui fattori che possono
essere considerati indicativi dello state di conservazione di
habitat e specie ..
L'analisi degli impatti deve fare riferimento al sistema ambien tale nel suo complesso; devono pertanto essere considerate:
• Ie componenti biologiche
e Ie componenti abiotiche
e Ie connessioni ecologiche
=~~ldt$~~st~~l~t:n,~~~ap~~~~'t~'4d:hO~
Direttiva9.2J43/CEEpubblicato
nel novembre 2001 dalla
Commissione Europea DG Ambiente.
Tali documenti sono disponibili su
http.!leuropa..eu.int/commlenvironmentlp14bslhome.htm
___
e __
al n. 37 - 12 settembre 2003
Bollettino
lJ{ficiaZe'deZla Regione Lombardia
- 19-
A tronte'(iegliirnpatti
quantificati devono essere illustrate
I,: misure mitigative ch~ si inten~ono ~ppli~are e ~em~dalita
dlattuazione (es. templ e date dl reahzzazlOne, tlpO dl strumenti ed interventi da realizzare, aree interessate, verifiche di
efficienza ecc.).
Analogamente devono essere indicate Ie eventuali compensazion.i previste, ove applicabili a £ronte di impatti prodotti,
ancfie cJj tipotemporaneo. Le compensazioni, perche possano
essere valutate efficaci, devono di norma essere in atto al momento in cui il danno dovuto all'intervento e effettivo suI sito
di cui si tratta, tranne se si possa dimostrare che questa simultaneita non e necessaria per garantire il contributo del
SIC 0 pSIC.
Lo studio dovra essere connotato da un elevato Iivello qualitativo cial punto di vista scientifico.
3° Suppl. Straordinario
al n. 37 - 12 settembre
2003
Citta di Cesano Maderno
Provincia
/
di Milano
!~?
/
IL RESPONSABILE UNITA' ORGANIZZATIVA URBANISTICA
Su richiesta d'Ufficio;
Visti gli atti d'Ufficio;
CERTIFICA
che nella variante generale al P.R.G. adottata in via definitiva con deliberazione df Consiglio Comunale n° 72
del 4/5.12.2001, approvata con deliberazione di Giunta Regionale n° 7/12662 del 7.4.2003 e pubblicata sui
B.U.R.L. n° 32 del 6.8.2003, cos] come modificata dalla variante parziale approvata, ai sensi delia L.R.
23/1997, con deliberazione di Consiglio Comunale n. 64 del 26.10.2005 e pubblicata sui B.U.R.L. n. 3 del
18.1.2006, illotto di terreno distinto nel Nuovo Catasto Terreni di questa Comune dagli attuali mappali 5-127137-183-188-191-192-196-197 -198 del foglio 21 ricade in ambito 9 (Parco Regionale delle Groane e di
salvaguardia ambientale), parte in "ZONA F3 STANDARD COMUNALE PER INSEDIAMENTI PRODUTTIVI",
parte
in
"ZONA
F4
STANDARD
SOVRACOMUNALE
PER
VERDE
PUBBLICO
01
INTERESSE
AMBIENTALE", parte in "ZONA PER VERDE STRADALE", parzialmente in area con previsione di intervento
di compensazione
ambientale, parzialmente entro il limite delia fascia di rispetto stradale e ferroviaria,
all'interno di area inserita nell'anagrafe dei siti da bonificare di cui all'art. 251 del D. Igs. n. 152/2006,
parzialmente entro il perimetro del parco industriale, entro il confine del Parco Regionale delle Groane, in
area attraversata da elettrodotti dai quali dovranno essere osservate Ie fasce di rispetto previste dalle
normative vigenti ed in classe 3 nella carta di fattibilita geologica per Ie azioni di Piano, con Ie prescrizioni
urbanistiche di cui agli allegati 9VAR - F3 - F4 - 1- L - P.
II presente certificato viene redatto ad uso fiscale.
Dalla Residenza Municipale, Ii
MG
IL RESPONSABILE
UNITA' ORGANIZZATIVA URBANISTICA
(Enrico Galeazzi)
,~
p.zza Arese, ] 2 - CAP 20031 - centralino
0362/513] - fax 0362/513541 - URL: www.cesanO.com
cod. fisc. 83000130159 - p. iva 00985710961
MG -settore tecnico - U.O. Urbanistica-
tel 0362/513540
- e-mail:
ALLEGA TO 9VAR
ART. 31 AMBITI TIPO-MORFOLOGICI
1. II PRG individua nell'apposita tavola cartografica i seguenti ambiti tipo-morfologici, ossia Ie
porzioni territoriali che, pur comprendendo al loro interno diverse zone omogenee, meritano di
essere inquadrate in una disciplina unitaria per quanta attiene all'identita dei caratteri connotativi
dello specifico ambiente urbano, fatti salvi i parametri urbanistico - edilizi definiti dalle rispettive
norme di zona. Sugli immobili ricadenti entro Ie zone omogenee D ed F prevalgono, quando
diversamente disposto, i parametri urbanistico-edilizi definiti dalle rispettive norme di zona.
1a.Ambito 9: Parco Regionale delle Groane e di Salvaguardia ambientale
L'ambito 9 "Parco Regionale delle Groane e di salvaguardia ambientale interessa Ie aree
ricadenti nel perimetro del Parco delle Groane e Ie aree oggetto di salvaguardia ambientale, in
relazione allo specifico interesse, che eccede quello delia comunita locale, alia lara tutela,
conservazione e riqualificazione.
All'interno delle aree di salvaguardia ambientale sono ricomprese quelle per Ie quali attivare Ie
proceduredi riconoscimento del" Parco Locale di interesse Sovracomunale" ai sensi delia L.R.
83/1986
Per gli edifici e gli spazi aperti di relazione ricadenti nel Parco Regionale delle Groane Ie norme
di carattere tipo-morfologicodovranno rispettare !e prescrizioni- contenute nel Piano Territoriale
di Coordinamento del Parco Regionale delle Groane che prevale sui PRG.
Gli obiettivi perseguiti contemplano:
- salvaguardia del territorio inedificato e di grandi aree per verde e attrezzaiure pubbliche
- riqualificazione di porzioni del ierritorio non edificato
- definizione dei bordi delia citta e delia sua forma, impedendo processi di saldatura con gli
agglomerati dei comuni contermini
- contributo ad una politica piu generale di salvaguardia di spazi verdi di grande scala
Prescrizioni per gli spazi aperti e di relazione:
- non sono consentiti:
I'occupazione di suolo mediante deposito di materiali ed esposlzloni di merci a cielo
aperto, fatti salvi gli ammassi temporanei per Ie esigenze di coltivazione
Ie opere di demolizione, reinterri e scavi
I'apertura e la coltivazione di cave, nel rispetto delia la vigente disciplina legislativa
regionale
I'alterazione delle condizioni naturali del terreno (fatte salve quelle determinate dalle
normali pratiche agricole)
la realizzazione di impianti di smaltimento (stoccaggio provvisorio, definitivo e trattamento)
dei rifiutit!;
I'abbattimento di alberature, di alberi isolati ad alto fusto 0 siepi arboree: tali attivita
passono essere eccezionalmente consentite, previa autorizzazione dell'amministrazione
comunale, allorche se ne ravvisi la necessita, in relazione ad esigenze di tutela e
valorizzazione dei territori ricadenti entro questa ambito
- e consentita la realizzazione di recinzioni mediante siepi a manufatti nel terreno di pertinenza
di edifici esistenti, con esclusione di cordoli continui in cemento, nonche la recinzione di fondi
inedificati mediante siepi
- Ie zone soggette a forestazione urbana, individuate con apposita simbologia nelle tavole di
azzonamento del PRG, devono essere oggetto di riqualificazione per Ie quali si prevedono
interventi di piantumazione attuati sulla base di studi eco-botanici specifici.
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ALLEGATO F3
ART. 38 - ZONA F - ATTREZZATURE DIINTERESSE GENERALE
1. La zona F comprende Ie parti del territorio comunale destinate ad accogliere Ie attrezzature
pubbliche e di interesse collettivo, distinte nelle seguenti sottozone:
- F1 - standard comunale per verde pubblico e attrezzature
- F2 - standard comunale per parcheggi
- F3 - standard comunale per insediamenti produttivi
- F4 - standard sovracomunale per attrezzature pubbliche e verde pubblico di interesse
ambientale
2. Per Ie aree comprese entro il perimetro del Parco delle Groane, Ie disposizioni del PTC del
Parco e dei relativi piani di settore prevalgono sulle disposizioni del PRG.
3. Le aree classificate nella zona F sono assoggettate a vincolo preordinato all'espropriazione, in
quanta destinate ad essere acquisite dall'amministrazione comunale, ad eccezione di quelle
indicate con la simbologia R (attrezzature religiose) che soddisfano la funzione di pubblico
interesse mediante I'attivita religiosa, culturale, socia Ie, ricreativa, sanitaria ed assistenziale
svolta dalle confessioni religiose proprietarie a favore delia comunita cittadina, con la possibilita
di realizzare edilici ed infrastrutture funzionali ataliaitivita,
nel rispetto degli indici e dei
parametri edificatori definiti nella sottozona F1 per attrezzature.
4. Mediante apposite convenzioni trascritte nei pubblici registri immobiliari, i soggetti proprietari di
aree comprese nella zona F possono cederne gratuitamente la proprieta all'amministrazione
comunale, ottenendo in cambio il diritto di superficie per un periodo non superiore a novanta
anni sulle stesse, per realizzarvi edifici ed infrastrutture di interesse collettivo aperti all'uso
pubblico, assumendo I'impegno a gestire i relativi servizi di interesse sociale. La convenzione
deve prevedere che alia scadenza del termine Ie aree, con i relativi edifici ed infrastrutture,
passino gratuitamente in proprieta all'amministrazione comunale.
5. Gli interventi sono ammessi mediante concessione edilizia, nel rispetto di quanta definito dall'art.
11, 0 previa piano attuativo, ove previsto.
6
II prospetto allegato aile presenti Norme Tecniche di Attuazione individua i piani attuativi previsti
sui territorio comunale, attribuendo lara il codice numerico identificativo riscontrabile nelle tavole
di azzonamento del PRG.
II prospetto definisce, la SLP edificabile, articolata per destinazione d'uso, il rapporto di
copertura e la quantita minima di standard da reperire obbligatoriamente all'interno del perimetro
del piano attuativo considerato.
7. Per gli immobili con destinazione incompatibile, esistenti al momenta dell'adozione del PRG,
sono sempre ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria,
restauro e risanamento conservativo.
8. E' consentito I'insediamento di ristoranti e trattorie destinati al turismo e all'agriturismo, sulla
base di progetti che prevedano il recupero di immobili esistenti, con I'adeguato inserimento
nell'ambiente circostante e la salvaguardia delle peculiari caratteristiche.
ii.Nelia sottozona F3 "standard comunale per insediamenti produttivi" gli interventi sono ammessi
nel rispetto dei seguenti parametri:
- IF
0,7 mq/mq
- rapporto di copertura
30%
- altezza massima
m 7,50
In tale sottozona F3 sono ammesse Ie seguenti destinazioni d'uso:
- servizi per I'industria e I'artigianato
- centri assistenza e svago
- mense, impianti sportivi e parcheggi al servizio degli addetti
Mediante apposito convenzionamento, possono essere collocati anche centri di ricerca
scientifica per progetti di interesse pubbllco e collettivo, nonche attrezzature general I di servizio
al comparto produttivo, laboratori di certificazione collaudo materiali e centri di formazione.
II PRG individua con apposito simbolo nelle tavole di azzonamento Ie aree di "compensazione
ambientale destinate al recupero dell'ambiente naturale attraverso interventi di bonifica, di
rinaturalizzazione e formazione delle aree verdi. In queste aree la manutenzione dovra essere
garantita dai privati e non potranno essere edificate se non per piccole costruzioni in precario,
finalizzate esclusivamente alia fruizione degli spazi naturali; sono ammessi parcheggi, se
compatibili con piste ciclo-pedonali.
ALLEGA TO F4
ART. 38 - ZONA F - ATTREZZATURE 01 INTERESSE GENERALE
1. La zona F comprende Ie parti del territorio comunale destinate ad accogliere Ie attrezzature
pubbliche e di interesse collettivo, distinte nelle seguenti sottozone:
- F1 - standard comunale per verde pubblico e attrezzature
- F2 - standard comunale per parcheggi
~ F3 - standard comunale per insediamenti produttivi .
- F4 - standard sovracomunale per attrezzature pubbliche e verde pubblico di interesse
ambientale
2. Per Ie aree comprese entro il perimetro del Parco delle Groane, Ie disposizioni del PTC del
Parco e dei relativi piani di settore prevalgono sulle disposizioni del PRG.
3. Le aree c1assificate nella zona F sono assoggettate a vincolo preordinato all'espropriazione, in
quanta destinate ad essere acquisite dall'amministrazione comunale, ad eccezione di quelle
indicate con la simbologia R (attrezzature religiose) che soddisfano la funzione di pubblico
interesse mediante I'attivita religiosa, culturale, sociale, ricreativa, sanitaria ed assistenziale
svolta dalle confessioni religiose proprietarie a favore delia comunita cittadina, con la possibilita
di realizzare edifici ed infrastrufture funzionali a tali attivita, nel rispetto degli indici e dei
parametri edificatori definiti nella sottozona F1 per attrezzature.
4. Mediante apposite convenzioni trascritte nei pubblici registri immobiliari, i soggetti proprietari di
aree comprese nella zona F possono cederne gratuitamente la proprieta all'amministrazione
comunale, ottenendo in cambio il diritto di superficie per un periodo non superiore a novanta
anni sulle stesse, per rea!izzarvi edifici ed infrastrutture di interesse coilettivo aperti all'uso
pubblico, assumendo I'impegno a gestire i relativi servizi di interesse sociale. La convenzione
deve prevedere che alia scadenza del termine Ie aree, con i relativi edifici ed infrastrutture,
passino gratuitamente in proprieta all'amministrazione cQmunale.
5. Gli interventi sono ammessi mediante concessione edilizia, nel rispetto di quanto definito dail'art.
11, 0 previa piano attuativo, ove previsto.
6. II prospetto allegato aile presenti Norme Tecniche di Attuazione individua·i piani attuativi previsti
sui territorio comunale, attribuendo lara il cod ice numerico identificativo riscontrabile nelle tavole
di azzonamento del PRG.
II prospetto definisce. la SLP edificabile, articolata per destinazione d'uso, il rapporto di
copertura e la quantita minima di standard da reperire obbligatoriamente all'interno del peri metro
del piano attuativo considerato.
7. Per gli immobili con destinazione incompatibile, esistenti al momenta dell'adozione del PRG,
sono sempre ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria,
restauro e risanamento conservativo.
8. E' consentito I'insediamento di ristoranti e trattorie destinati al turismo e all'agriturismo, sulla
base di progetti che prevedano il recupero di immobili esistenti, con I'adeguato inserimento
nell'ambiente circostante e la salvaguardia delle peculiari caratteristiche.
12. Nella sottozona F4 "standard sovracomunale per attrezzature pubbliche e verde pubblico di
interesse ambientale" sono comprese Ie aree pubbliche 0 private a uso pubblico destinate a:
-- impianti e attrezzature di interesse sovracomunale
- verde di interesse ambientale
I progetti devono essere estesi all'unita di azzonamento con destinazione funzionale omogenea,
ad esclusione degli interventi di cui all'art. 31 -Iett. a), b) e c) delia L. 457/1978.
Nelle aree destinate a impianti e attrezzature di interesse sovracomunale I'edificazione avviene
nel rispetto dei seguenti parametri
~ IT
1 mq/mq
~ RC
40%
~ altezza massima
m 10 (per impianti sportivi e ricreativi m 20)
~
-
Nelle aree destinate a verde di interesse ambientale e ammessa la realizzazione di edifici e
attrezzature di servizio (sosta, ristoro, spettacolo, igiene) nel rispetto dei seguenti parametri:
IT
0,03 mq/mq
RC
5%
altezza massima
1 piano, non superiore a m 4,50
13.Per Ie aree comprese entro il perimetro del Parco delle Groane, possono essere attivati gli
interventi previsti dal PTC del Parco e dei relativi piani di settore per Ie aziende agricole gia
insediate alia data di adozione del PRG. In tali aree sono stati individuati con apposita
simbologia sulla tavola di azzonamento del PRG i complessi cascinali per i quali gli interventi
sono regolamentati dal relativo piano di settore del PTC del Parco delle Groane.
ALLEGA TO I
ART. 43 - RETE VIA RIA E FASCIA 01 RISPETTO, SPAZI ACCESSORI E VERDE STRAoALE
1. Le aree di cui al presente articolo sono destinate alia realizzazione di nuove strade di interesse
comunale 0 sovracomunale, all'ampliamento e alia rettifica di quelle esistenti, alia realizzazione,
all'ampliamento 0 alia modifica di attrezzature accessorie alia viabilita, quali corsie di servizio,
marciapiedi, banchine, percorsi pedonali e ciclopedonali, parcheggi pubblici e spazi di manovra.
E' fatto obbligo di rispettare e conservare i percorsi ciclo-pedonali storici e caratteristici.
2. Nelle tavole di azzonamento del PRG vengono individuate con apposita simbologia Ie aree
private di verde stradale, ossia quelle porzioni limitrofe aile sedi viarie che meritano un attento
processo di riqualificazione e di forestazione urbana (ove specificatamente indicato), anche per
evitare fenomeni di abbandono ed uso improprio, nel rispetto delle indicazioni del PRG.
I soggetti proprietari di tali aree sono tenuti a effettuare interventi di riqualificazione attiva,
mediante opere di arredo urbano e di sistemazione a verde compatibili con Ie norme di
sicurezza stradale. I costi per la realizzazione di tali opere eseguite contestualmente ad
interventi edificatori realizzati dai privati, previa approvazione del Comune, saranno scomputati
dagli oneri di urbanizzazione primaria dovuti per I'intervento cui afferiscono.
3. Le aree ricadenti nelle fasce di rispetto stradale non possono essere edificate, ma possono
concorrere a determinare redificabilita complessiva realizzabile sui lotto, ove !e stesse siano
graficamente individuate come edificabili nel PRG.
4.
In mancanza di specifiche linee di arretramento individuate nelle tavole di PRG, il calibro
stradale di progetto si realizza nel rispetto delle prescrizioni dettate dall'ufficio tecnico comunale.
AII'interno del perimetro del centro edificato
imposto il rispetto dei fili stradali esistenti, salvo
diversa prescrizione contenuta negli strumenti attuativi per ragioni di tutela ambientale 0 per
sicurezza delia circoiazione.
e
5. Ove non diversamente indicato nelle tavole di azzonamento del PRG, la larghezza minima delle
nuove sedi stradali pubbliche e private aperte all'uso pubblico non pu6 risultare inferiore nelle
zone B, CeO a
m 10,00.
6. E' fatta salva la facolta dell'amministrazione comunale di rettificare 0 modificare in sede
esecutiva i calibri indicati, ove non diversamente disposto nelle tavole di azzonamento del PRG.
7. Nelle fasce di rispetto strada Ie e nelle aree a verde stradale risulta ammessa, ove non si venga
a determinare pregiudizio per la sicurezza delia circolazione e per I'incolumita pubblica e privata,
la realizzazione delle seguenti infrastrutture:
- impianti di erogazione di carburante con annesse stazioni di servizio e impianti di
autolavaggio
- distributori di GPL, solo all'esterno del perimetro del centro edificato, nel rispetto delia
specifica normativa
- depositi di olii minerali e derivati, solo nella zona 0
- impianti di autolavaggio
- impianti di soccorso e di assistenza stradale
- volumi tecnici per impianti e servizi pubblici e di interesse pubblico
- pensiline per i pubblici servizi di trasporto
- impianti tecnologici a servizio delia rete stradale
- percorsi ciclopedonali
Tali infrastrutture sono ammesse nel rispetto dei seguenti parametri:
- IF
0,2 mq/mq
- RC
20%
- altezza massima
1 piano, non superiore a m 4,50
8. Per gli edifici insediati all'interno delle fasce di rispetto sono sempre ammessl gli interventi di
manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo,
nonche ristrutturazione edilizia.
9_
ALLEGA TO L
ART 45 - RETE FERROVIARIA E FASCIA 01 RISPETTO
Lungo i tracciati delle linee ferroviarie e vietato costruire, ricostruire a ampliare edifici a manufatti
di qualsiasi specie a una distanza da misurarsi in proiezione orizzontale minore di m 30 dallimite
delle zone di occupazione delia piG vicina rotaia, salvo deroghe concesse dall'ente proprietario
delia linea ferroviaria.
2. Rimane fermo I'obbligo di rispettare Ie prescrizioni contenute nel OPR 11.7.1980, n. 753 e
successive modifiche e integrazioni. In particolare si rappresenta che la zona relativa aile
infrastrutture ferroviarie e destinata a dar sede a detti impianti che comprendono oltre alia linea
ferroviaria esistente a da modificare, Ie relative opere d'arte quali sovrappassi sottopassi sia
veicolari che pedonali, gli edifici, i manufatti e Ie attrezzature di stazione, di scalo merci e di
servizio dell'esercizio ferroviario ( centrali ed impianti elettrici, ecc.), eventuali opere di
mitigazione ambientali ( quali Ie barriere fonoassorbenti), recinzioni, strade di servizio, spazi di
parcheggio e di viabilita immediatamente connessi aile stazioni;
La fascia di rispetto ferroviario si estende, a prescindere da eventuali rappresentazioni sulla
tavola di azzonamento" per una profondita di metri 30 a partire dalla rotaia piGesterna;
Devono essere rispettate in ogni caso tutte Ie norme contenute nel O.P.R. N. 753/80 in coerenza
ai disposti delia iegislazione vigente.
ART. 46 - FASCE 01 RISPETTO DEI GASOOTTI, OEGLI ELETTROOOTTI E OEGLI IMPIANTI
RIPETITORI PER TELECOMUNICAZIONI (TELEFONO E TELEVISIONE)
1. Qualsiasi intervento edificatorio deve essere necessaria mente arretrato dai gasdotti e dagli
elettrodotti, secondo Ie fasce di rispetto definite dalla vigente normativa, anche se non
individuate graficamente nelle tavale di azzonamento del PRG.
2. Le aree asservite a servitG di gasdotto ed elettrodotto e Ie relative fasce di rispetto non possono
essere edificate, ma possono concorrere a determinare I'edificabilita complessiva realizzabile
sui lotto, ove Ie stesse siano graficamente individuate come edificabili nel PRG.
3. Fino alia approvazione dell'apposito regolamento con il quale il Comune definira, secondo gli
indirizzi determinati dalla Giunta Regionale Lombarda in attuazione delia L.R. 11/2001, i criteri e
Ie aree per la possibile localizzazione di impianti per Ie telecomunicazioni e la radiotelevisione,
vietato insediare sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi all'interno del perimetro del
centro abitato.
I sistemi fissi gia insediati e di nuovo insediamento debbono rispettare Ie disposizioni dettate dal
D.M. Ambiente 10.9.1998, n. 381 e dalle successive norme in materia.
e
ART. 47 - CORSI D'ACQUA E FASCE 01 RISPETTO.
1.
e
Lungo.i torrenti e gli altri corsi d'acqua imposta una fascia di rispetto inedificabile di m 10 dal
piede degli argini.
AII'interno di tali fasce di rispetto sono ammessi esclusivamente interventi di regolazione e
regimazione idraulica, di risanamento ambientale, nonche impianti di depurazione, ponti ciclopedonali, stradali e ferroviari.
La richiesta per gli interventi consentiti deve essere corredata, quando occorrente, dal nullaosta rilasciato dagli organismi sovracomunali preposti al controllo delle acque, nonche da una
relazione che consideri gli influssi che Ie opere realizzate apporteranno all'andamento delia
corrente e che dimostri, in caso di prelievo e scarico d'acqua, che non si producano
inquinamento e mutazioni ambientali.
2. Negli edifici esistenti ricadenti entro Ie fasce di rispetto dei corsi d"acqua sono ammessi
esclusivamente interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e
risanamento conservativo, nonche ristrutturazlone edilizia, secondo quanto previsto dal RD.
25.71904, n. 523.
Per gli edifici esistenti si intendono quelli indicati sulla planimetria allegata agli atti, regolarmente
assentiti dall'Amministrazione
Comunale mediante atti di concessione/autorizzazione
eddi
ovvero quelli esistenti prima dell'entrata in vigore delia L.1150/1 942
3. Dovra essere rispettato quanta previsto dal RD. 25.7 .1904, n.523, art. 96, letU) e g).
4. E' vietata la copertura dei corsi d'acqua.
ART. 48 - TUTELA IDROGEOLOGICA
1. Lo studio geologico redatto ai sensi delia L.R 41/1997 costituisce parteintegrante del PRG.
2. Ai fini delia tutela idrogeologica delle falde acquifere, Ie opere edilizie ed i manufatti debbono
rispettare una fascia di tutela assoluta dai pozzi artesiani, di captazione e di emungimento,
nonche dalle sorgenti, di almeno m 10, anche laddove non segnalati nelle tavole di
azzonamento del PRG.
3. Gli interventi di nuova edificazione dovranno essere conformi a quanta previsto per Ie rispettive
c1assi di fattibilita geologica, cos! come desumibili dalla carta di fattibilita e dalla relazione
geologica di supporto al PRG.
4. Rimane fermo I'obbligo di rispettare tutte Ie prescrizioni delia L. 319/1976, del DPR 236/1988 e
delia vigente normaiiva in materia:
5 Per quanta riguarda Ie zone di rispetto valgono Ie prescrizioni contenute nel comma 5 art. 5 del
D.Lgs. 258/2000.L'attuazione degli interventi 0 delle attivita elencate all'art. 5 comma 6 del citato
Decreto Legislativo ( tra Ie quali edilizia residenziale e relative opere di urbanizzazione ,
fognature, opere viarie, ferroviarie e in genere infrastrutture di servizio) entro Ie zone di rispetto
in assenza di diverse indicazioni formulate dalla Regione Lombardia ai sensi dell'art 5 comma 6
del D.lgs 258/2000,
subordinata all'effettuazione di un'indagine idrogeologica di dettaglio che
porti ad una riperimetrazione di tali zone secondo i criteri temporale 0 idrogeologico ( come da
D.G.R n. 6/15137 del 27.6.1996) 0 comunque accerti la compatibilita dell'intervento con 10 stato
di vulnerabilita delle risorse idriche sotterranee e di apposite prescrizioni sulle modalita di
attuazione degli interventi stessi.
e
ALLEGA TO P
ART. 4 - PARCO REGIONALE DELLE GROANE
1. II PRG disciplina la porzione del territorio comunale ricompresa nel perimetro del Parco
Regionale delle Groane in coerenza con Ie disposizioni contenute nella relativa legge istitutiva e
con Ie disposizioni del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco.
Nell'ambito del parco risultano ricomprese porzioni territoriali classificate di interesse comunale
e sovracomunale.
2. Per tali aree, ogni intervento edilizio e di trasformazione territoriale deve risultare conforme alia
disciplina del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale delle Groane, al quale Ie
presenti norme fanno espresso riferimento.
3. All'interno del perimetro del Parco delle Groane si applica, ed e prevalente su ogni difforme
norma, il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco approvato con legge regionale 25 agosto
1988, n. 43 e sue successive varianti" nonche i relativi piani di settore. II suddetto piano e parte
integrante del presente PRG.
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carta di fattibilita geologica
per Ie azioni di piano 1 : 5000
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2000
LEGENDA
(deliberazione G.R. 6/8/1998 n. 6/37918)
c1asse 1
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c1asse 2
~
classe 3
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c1asse 4
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zona di tutela assoluta pozzi pubblici (c1asse 4)
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II
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fascia di rispetto pozzi pubblici
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confine comunale
tav. 4
Azzonamento
tav. 7
LEGENDA
zona
zona
zona
zona
zona
zona
zona
zona
zona
zona
zona
zona
zona
zona
zona
zona
zona
zona
A di interesse storico ambientale
B1 residenziale di recupero
82 residenziale di ricomposizione
intensiva
B3 residenziale di completamento
estensiva
B4 residenziale a verde privato
B5 residenziale di rilevanza paesaggistica
e ambientale
86 residenziale di recupero degli alvei e delle sponde fluviali
C residenziale di espansione
01 produttiva
02 produttiva di interesse strategico
03 terziaria commercia Ie e direzionale
04 terziaria ricettiva
05 mista di riqualificazione urbana
E agricola
F1 standard comunale per verde pubblico e attrezzature
F2 standard comunale per parcheggi
F3 standard comunale per insediamenti
produttivi
F4 standard sovracomunaie
per attrezzature pubbliche
e verde pubblico di interesse ambientale
verde strada Ie
infrastrutture ferroviarie
area cimiteriale
corsi d'acqua
I.
IV
rete via ria esistente
rete viaria di progetto
/ \ / rete viaria interrata
[J] piani
/" ,/
attuativi
perimetro
aree di concentrazione
volumetrica
j~\/ allineamenti
/\/
IV
J/\"vl
..
(/\/
1 : 2000
consigliati
allineamenti
prescrittivi
percorsi carrabili indicativi
percorsi pedonali coperti
percorsi oedonali indicativ~
percorsl peelonal! prescrittivi
connessicmi
:J C sottopassi
pel- la fruiziol-le 21-llbierdale
e/o sovrappassi
COil
ublcazione
110nVillcolante
edificio di valore storico documentario
sopraelevazione lungo cortina
intervento di forestazione
intervento di compensazione ambientale
munICipiO
uffici pubblici
ufficio postale
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istituzioni sanitario-assistenziali
servizi aile imprese
asilo nido
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scuola materna
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centro di formazione universitaria
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attrezzature civico culturali
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istituzione religiosa, centro parrocchiale
scuola elementare
scuola media inferiore
scuola media superiore
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attrezzature
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punta didattico per la fruizione ambientale
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\ ./ confine comunale
REPUBBLICA ITALIANA
RegioneLombardia
BOLLETTINO UFFICIALE
MILANO - MARTEDI, 31 AGOSTO 2004
1° SUPPLEMENTO STRAORDINARIO
Sommario
(j)
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. C) GIUNTAREGIONALE
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E ASSESSORI
DELffiERAZIONE GIUNTA REGIONALE 30 LUGLIO 2004 - N. 71r8476
D
(5.3.1)
Variante generale al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco regionale delle
Groane approvato con l.r. 43/88 (ai sensi dell'art. 19, comma 2 dell a l.r. 30 novembre
1983, n. 86 e successive modificazioni).
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5.3.1 AMBIENTE E TERRITORIO'
Ambiente I Ben; ambientali e aree protette
3
Bollettino Uf/iciale della Regione Lonzbardia
C) GIUNTA REGIONAlE
IBUf!2004031)
-3-
E ASSESSORI
(5.31)
D.g.r. 3Q luglio 2004 - n. 7/18476
Varianle generale al Piano Tenilol"iaie di Coonlinamenlo
del Parco l-egionalc delle Groanc approvato con I.r. 43/88
(ai sensi dell'art. 19, comma 2 delia l.r. 30 novembrc
1983, n. 86 e successive modificazioni)
LA GIUNTA REGIONALE
Visto:
- la legge 6 dicembre 1991, n. 394 «Legge quadro sulle aree
protette" ed in particolare l'art. 22, comma a) che prevede
che l'istituzione dei parchi naturali regionali avvenga con la
partecipazione di tutti gli enti interessati attraverso apposita
conferenza;
- il d.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 «Codice dei beni culturali
e del paesaggio, ai sensi dell'art. 10 dell a legge 6 luglio 2002
n.137»;
- la Lr. 30 novembre 1983, n. 86 «Piano generale delle aree
regionali protette. Norme per l'istituzione e la gestione delle
riseI've, dei pa(chi e dei monumenti naturali nonche delle
aree di particolare rilevanza naturale e ambientale" e successive modificazioni ed integrazioni;
- la Lr. 27 maggio 1985, n. 57 «Esercizio delle funzioni regionali in materia di protezione delle bellezze naturali e subdelega ai Comuni", e in particolare gli artt. 4 e 5 in base ai
quali i P.T.C. assumono i contenuti di Piano territoriale paesistico;
- la Lr. 20 agosto 1976 n. 31 «Istituzione del Parco naturale
delle Groane,,;
- la l.r. 25 agosto1988 n. 43, «Approvazione Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Groane,,;
- la d.g.r. n. 6/49652 del 18 aprile 2000, «Approvazione dei
criteri applicativi delia LI'.28 febbraio 2000 n. 11 e disposizioni relative al procedimento di approvazione dei Piani Territoriali di Coordinamento dei Parchi regionali ai sensi delia legge 7 agosto 1990 n. 241,,;
- la d.g.I'. n. 7/5554 del 13 luglio 2001 «Approvazione dei
criteri applicativi relativi al procedimento di predisposizione
dei Piani Territoriali di Coordinamento dei Parchi regionali
di cui alia LI'. 86/83 e successive modifiche,,;
Preso atto:
- deJ]';idozione delia variante al PTC. del Parco delle
Groane con deliberazione dell'AssembleaConsortile del 17 dicembre 1994 n. 39 «Approvazione proposta di variante generale del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco LI'.
43/88», costiwita dai seguenti elaborati:
• Tav. 1 - II Parco delle Groane nel quadro del verde regionale (1:100.000);
• Tav. 2 - Corografia del perimetro del Parco Groane, proposte di ampliamento
e aree a regime speciale
(1:10.000);
• Tav. 3.0 - Terrazzo morfologico (1:25.000);
• Tav. 3 - Terrazzo morfologico e di giacimento argilloso
(1:10.000);
• Tav. 4 - Carta dei vincoli di legge esistenti (l: I0.0000);
• Tav. 5 - Carta del paesaggio (l: 10.000);
• Tav. 5a/5g - Stato di fatto (1:5.000);
• Tav. 6a/6p - Planimetria di Piano (1:5.000);
• Tav. 7 - Viabilita di progetto e ferrovie (1:25.000);
• Norme Tecnich.e di Attuazione con relative schede
(1-20);
• Relazione tecnica;
- dell'avvenuta pubblicazione delia deliberazione agli Albi
Pretori dei Comuni consorziati, delia Provincia di Milano e
del Consorzio del Parco;
- che a seguilo delia pubblicazione delia proposta di variante del Piano adottata dal Consorzio del Parco, sono state
presentale n. 208 osservazioni nei termini e n. II osservazioni fuori termine, tutte ammesse ad esame;
- che I'Assemblea Consortile ha approvalo Ie relative controdeduzioni e Ie modifiche ed inlegrazioni agli elaborati tecnici dell a proposta di variante al P.1.C., conseguenti all'accoa\imento delle osservazioni, con la deliberazione di Assemb\ea Consort\\e n. \ \ del 7 giugno \995 costltuita dai seguenti
allegati:
1 Supp1. Straordinario
0
al n. 36 - 31 agosto 2004
• A - Elenco osservazioni pervenute;
• B - Controdeduzioni dell'Assemblea Consortile aile osservazion i presentate;
- dell'avvenuta pubblicazione sui Bollettino Ufficiale delia
Regione Lombardia n. 36 Serie Ordinaria del 4 settembre
1995 dell'avviso di ricevimenlo delia proposta di varianle generale del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Groane;
- delia d.g.I'. n. 6/40833 del 29 dicembre 1998 «Approvazione delia verifica istruttoria delia proposta di variante generale
del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco regionale
delle Groane ai sensi dell'art. 19, secondo comma, delia LI'.
30 novembre 1983, n. 86 e successive modificazioni» costituita da:
• Relazione lecnica;
• Norme Tecniche di Attuazione con relative schede
(1-25);
• Tav. I - Corografia (1: I00.000);
• Tav. 2 - Peri metro del Parco (1:25.000);
• Tav. 3 - Area a Parco naturale (1: 10.000) fogli 1-2;
• Tav. 4 - Stato di fatto (1:10.000) fogli 1-2;
• Tav. 5 - Planimetria di Piano (1:10.000) fogli 1-2;
• Tav. 6 - Viabilita di progetto e ferrovie (1:25.000);
- che con la 1.1'.28 febbraio 2000 n. 11, «Nuove disposizioni in materia di aree protette» so no state modificate Ie procedure di approvazione dei P.T.C. dei Parchi regionali assegnandole alia Giunta regionale anziche al Consiglio regionale;
- che la d.g.I'. n. 6/40833 del 29 dicembre 1998 e stata trasmessa dalla Commissione consiliare alia Giunta regionale
per il completamento di istruttoria e 1a successiva approvazione;
- che sono pervenute direttamente in Regione Lombardia
n. 86 osservazioni alia proposta di variante at P.T.c.;
Visto che:
- l'approvazione
delia veri fica istruttoria
con d.g.I'.
n. 6/40833 del 29 dicembre 1998, ha ridotto l'indice dello
«standard naturalistico» prevista nella normativa adottata dal
Parco ma non ha annulIato il principio perequativo;
- il Consorzio di gestione del Parco delle Groane si e OppOsto alia suddetta decisione presentando ricorso al TAR di Milano - Sezione II, R.G. 1242/99 e chiedendo I'annullamento
delia d.g.I'. n. 6/40833 del 29 dicembre 1998 di approvazione
delia verifica istruttoria;
Preso atto:
- che al fine di procedere nelpieno rispetto dei ruoli e delle
competenze, attribuite dalla legge, preliminarmente all'avvio
dell'istruttoria, si e approfondito, dal punto di vista giuridico,
il sistema pcrequativo, cosi come proposto dal Parco, coinvolgendo i legali delle direzioni generali presidenza, territorio e
urbanistica e qualita dell'ambiente;
- che da tali incontri e emerso che il predetto sistema perequativo, che prevede l'assoggettamento di tutlo iI territorio
del Parco, e iIlegittimo in quanto:
• non e conforme agli indici di edificabilita stabiliti dalla
normativa regionale in materia di aree agricole (Ix.
93/80);
• rappresenta un'indebita invasione nella sfera delIa pianificazione comunale dato che la perequazione presuppone l'applicazione di uno standard ad una zona e non
ad un territorio d'area vasta;
- che con decreto del Direttore Generale delia Qualita delI'Ambiente, n. 24386 del 4 dicembre 2002 e stato istituito un
Gruppo di Lavoro interdirezionale per l'istruttoria relativa all'approvazione delia variante al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco regionale delle Groane. successivarnente
prorogato con decreto n. 16027 del 30 settembre 2003;
- che con decreto del Direttore Generale delia Qualita delI'Ambiente, n. 10379 del 21 giugno 2004 e stato ricostituito
il Gruppo di Lavoro interdirezionale per I'istruttoria r'elaliva
alI'approvazione delIa var"iante al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco regionale delle Groane in quanto il precedente e decaduto per decorrenza dei termini;
- che illavoro istruttorio svolto dal Gruppo di Lavoro ha
verincato la proposta rispello agli indirizzi di politic a ambien tale comunitari, nazionali e regionali, alle disposizioni di
legge in materia',
Bollettino
Uffzciale delia Regione Lombard/a
-4-
_ dei verbaJi delle riunioni del gruppo di lavoro del 5 diccmbre 2002, 28 gennaio 2003, 31 marzo 2003, 10 apriJc
2003, 16 aprile 2003, 5 novembre 2003, 20 novembre 2003,
14 gennaio 2004, 26 gennaio 2004, 23 giugno 2004 e 19 luglio
2004, depositati prcsso l'Unita Organizzativa Pianificazionc
Ambientale e Gestione Parchi;
Considerato che:
_ l'cventuale consenso al principio perequativo in un Parco
rcgionale, potrebbe avere ricadute sull'intero sistema delle
aree protette della Regionc Lombarclia con pcsanti conseguenze in particolare nei Parchi con caratteristiche diverse da
quelli adiacenti aile aree metropoli tane;
_ 10 stlllmento di attuazione del P.T.e. attraverso i Piani
c1'Area e inadeguato in quanto non previsto dalla l.r. 86/83;
_ l'individuazione del perimetro di Parco naturale proposto e riportato nell'istlllttoria approvata con d.g.r. n. 6/40833
del 29 dicembre 1998 non e stata preceduta dalla Conferenza
Programmatica come previsto dall'art. 22 della legge 394/91;
_ non si puo considerare conclusa la procedura per l'istituzione del Parco naturale fino a quando l'Ente gestore, peraltro
ripetutamente sollecitato, non svolga un'appositaConferenza
Programmatica con la partecipazione di tutti gJi Enti locali
interessati, volta a produrre un documento di indirizzo;
_ alcuni c1egli ampliamenti del peri metro del Parco non
sono pili condivisi dai Comuni interessati;
..::so no decadute Ie norme di salvaguardia del Piano sulle
aree proposte in ampliamento e, pertanto, potrebbero essere
avvenute trasformazioni territoriali a seguito della scadenza
delle norme di salvaguardia 0 per il rilascio di autorizzazioni
all'esercizio di attivita in contrasto con Ie finalita del Parco;
- la proposta di piano propone notevoli ampliamenti aile
zone di iniziativa comunale e quindi potenzialmente aree di
espansione senza risarcimenti ambientali;
Si e ritenuto quindi:
- di stralciare la perequazione urbanistica· dalla variante
generale al P.T.e. delle Groane;
- di eliminare il rimando ai Piani d'Area e di mantenere
per i Piani d'Area proposti Ie destinazioni urbanistiche previste clalla variante in quanto puntuali e dettagliate;
- di riconfermare il silenzio venatorio stabilito nell'allegato
n. 2 «Regolamento dell'attivita venatoria» del P.T.e. approvato con l.r. 43/88, in attesa che l'Ente gestore attivi la Conferenza Programmatica;
- di riconclurre il perimctro di Parco regionale a quello stabilito con l.r. 43/88;
- di ridurre gli ampliamenti delle Zone di Ie riportandone
i confini in coincidenza con Ie Zone di protezione e Zone edificate che sono individuate dal P.T.e. vigente approvato con
l.r. 43/88. Per Ie restanti aree si attribuisce la destinazione ad
Ambito per servizi di interesse comunale, laddove la destinazione nel P.T.e. vigente prevede Zona Parco Attrezzato, e ad
Ambito di riqualifzcazione ambientale ad indirizzo agricolo laddove vi sia una destinazione di tipo naturalistico 0 agricolo;
Preso atto:
- che l'Ente gestore del parco, con nota pervenuta ill0 giugno 2004 prot. n. Tl.2004.0013376, ha trasmesso 10 studio di
valutazione di incidenza e ha dichiarato che .Ie previsioni di
P.T.e. risultano compatibili con Ie final ita di rete natura 2000,
e non appaiono in contrasto coil Ie misure che regolamentano
i SIC;
- che la Stlllltura Azioni per la Gestione delle Aree protette
e difesa delia biodiversita delia D.G. Qualita dell'Ambiente,
con nota del 25 giugno 2004, ha espresso Valutazione di Incidenza positiva quale esito delia procedura di valutazione del
piano, condizionata al rispetto delle prescrizioni che qui di
seguito vengono testualmente riportate:
«Boschi delle Groane
II sito non subira incidenze significative a condizione che:
• z.OIleindustria Ii ACNA-SNIA: si dovra compiere un attento monitoraggio e controllo degli interventi di messa in sicurezza gia in atto;
• crassodromo eli Ceriano: questa attivita e da ritenersi incompatibile (efr. comma I, ari. 16 delle N.T.A.) e pertanto
disciplinata dall'art. 46 delle N.T.A. Fino alla dismissione del-
l'attivita, per cui rEnte gestore dovra attivarsi, dovranno essere rispettati i massimali di emissione di lllmori, COS! come
previsto nello Studio di Incidenza. Si richiede comunque un
1 SuPpl. Straorclinario
0
al n. 36 - 31 agosto 2004
costante monitoraggio del possibile disturbo sulle specie c1i
avifauna presenti alfine di verificare un'eventuale compromissione delle niclificazioni e ]a necessita di sospendere l'attivita
sportiva in questione;
• frutteto eli Ceriano: si ritengono indispensabili Ie inclagini
e gli approfondimenti proposti dallo Studio di Incidenza in
relazione all'uso c1ibiocidi. Saranno da preferire conversioni
a metodi meno nocivi;
• campo di lira al piattello e area eli aelclestramento cani con
10 sparo a Seveso: queste attivita sonG da ritenersi incompatibili (cfr. comma 1, art. 16 delle N.T.A.) e pert an to disciplinate
dall'art. 46 delle N.T.A. L'Ente gestore dovra convenire con Ie
parti interessate Ie modalita di cessazione di tali attivita. Nel
frattempo, si richiede la verifica che Ie atlivita non vengano
svolte al di fuori del peri metro destinato all'uso specifico.
Tutte Ie misure di mitigazione e compensazione previste
dallo Studio di Incidenza dovranno essere applicate.
Pin eta di Cesate
Le considerazioni pOI-tate dallo Studio di Incidenza sembrano soddisfare Ie esigenze di conservazione di habitat e
specie presenti nel sito e dovranno cssere rigorosamente rispettate.>';
Visto:
_ la relazione istlllttoria del Dirigente dell'Unita Organizzativa Pianificazione Ambientale e Gestione Parchi contenente gli accertamenti istruttori compiuti dagli uffici;
A voti unanimi, espressi nelle forme di legge
DELIBERA
Richiamate quali parti integranti e sostanziali del presente
provvedimento Ie prescrizioni relative alla Valutazione d'Incidenza ai sensi dell'art. 5 del d.P.R. 357/97 e successive modifiche ed integrazioni, relative ai S.LC. «Pineta di Cesate» e
«Boschi delle Groane»;
1. di approvare la variante generale al P.T.e. del Parco regionale delie Groane, composta dai seguenti elaborati, allegati quali parte integrante e sostanziale alla presente deliberazione:
A) Tavola 1: Planimetria diPiano - scala 1:10.000 [fogli
1-2];
B) Norme Tecniche di Attuazione.
Gli elaborati di cui al presente punta costituiscono variante
generale all'art. 1 del Piano TerTitoriaJe di Coordinamento,
approvato con l.r. 25 agosto ] 988, n. 43, pubblicato suI Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, Supplemento Ordinario al n. 34 del 25 agosto 1988;
2. di dare atto che il predetto Piano Territoriale di Coordinamento:
• ha effetti di Piano paesistico, ai sensi dell'art. 57 del
d.lgs. 31 marzo 1998, n. 1]2;
• assume i contenuti di Piano Territoriale Paesistico ai
sensi degli artt. 4 e 5 della l.r. 27 maggio ] 985 n. 57 e
successive modificazioni;
.
3. di dare atto, per quanta riguarda l'attivita venatoria, che
I'art. 2 «Esercizio attivita venatoria» della l.r. 25 agosto 1988,
n. 43 «Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle
Groane», rimane in vigore fIno all'approvazione delle legge
istitutiva del Parco naturale;
4. di demandare a succcssivi atti l'istituzione del Parco naturale;
5. di pubblicare il prcsente provvcdimcnto suI Bollettino
Ufficiale delia Regione Lombardia.
II segretario: Sala
-----
.
Ballet/ina
Ufficiale della Regione Lombardia
-5-
VARIANTE GENERALE
DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO
DEL PARCO REGIONALE DELLE GROANE
NORME TECN/CRE D/ ATTUAZ/ONE
INDJCE
TlTOLO I - DISPOSIZIONI
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
GENERAL!
1 - Ambito e contenuti del Piano territoriale del Parco delle
Groane
2 - Elaborati del Piano territoriale del Parco
3 - Effetti del Piano territoriale e rapporti con la pianificazione
comunale
4 Standard urbanistici dei piani comunali
5 - Indirizzi per la pianificazione urbanistica comunale per Ie
aree esterne al perimetro del parco
6 - Strumenti, provvedimenti e procedure di atluazione del
piano territoriale
7 - Programmazione negoziata
8 ~Piani di settore
9 - Piano di gestione
10- RegolamenH d'uso
11- Interventi esecutivi di iniziativa pubblica 0 convenzionati
12- Pareri obbligatori
13- Autorizzazioni
14- Termini
TlTOLO II - NORME GENERAL! DI TUTELA
Art. 15- Campo di applicazione
Art. 16 - Norme di tutela e prescrizioni
Art. 17 - Tutela delia vegetazione nelle zone boscate e di rinnovazione spontanea e di brughiera; vincolo idrogeologico
Art. 18- Norme di prevenzione incendi
Art. 19- Orti familiari
Art. 20 - Circolazione e divieti
Art. 20-bis - Usi civici
Art. 21 - Recinzioni
Art. 22 - Tutela e gestione delia fauna
Art. 23 - Tutela del paesaggio
Art. 24 - Situazioni di incompatibilita ambientale
Art. 25 - Edifici esistenti e insediamenti produttivi
Art. 26 - Procedura di verifica e valutazione di impatlo ambientale
TlTOLO III - AZZONAMENTO
Art. 27 - Azzonamento
Art. 28 - Zona di riserva naturale orientata - destinazione funzionale
Art. 29 - Zona di riserva naturale orientata - interventi consentiti e
norme di tutela
Art. 30 - Zona di riqualificazione ambientale ad indirizzo naturalistico
Art. 31 - Zona di riqualificazione ambientale ad indirizzo agricolo
Art. 32 - Zona per servizi all'agricoltura
Art. 33 - Zona a parco atlrezzato
Art. 34 - Zona a verde privata vincolato
Art. 35 - Zona edificata
Art. 36 - Zona fomaci
Art. 37 - Zona di interesse storico ambientale
Art. 38 - Ambito per servizi
Art. 39 - Zona di pianificazione comunale orientata
TlTOLO IV - NORME PARTICOLARI DI SETTORE
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
Art.
40 - Viabilita pubblica
41 - Parcheggi
42 - Viabilita minore
43 - lnfrastrutture e servizi pubblici
44 - Fasce di rispetto
45 - Esercizio dell'attivita estratliva
TlTOLO V - NORME FINAL! E TRANSITORIE
Art.
Art.
Art.
Art.
46 - Disciplina delle attivita incompatibili
47 - Sanzioni arruninistrative
48 - Poteri di deroga
49 - Norma di raccordo
1° Suppl. Straordinario
al n. 36 - 31 agosto 2004
TITOLO I
DISPOSIZIONI GENERAL!
Art. 1 - Ambito e contenuti
del Piano territonale delParco delle Groane
I. Il Piano territoriale del Parco delle Gmane e appmvato
ai sensi delrart. 19 delIa l.r. 30 novembre 1983 n. 86 e successive modificazioni ed integrazioni. Il Parco delle Groane Eo
classificato ai sensi dell'art. 16 della l.r. 86/83 e successive modificazioni ed integrazioni, come "Parco regionale forestale e
di cintura metropolitana».
2. Il piano ha effetti di Piano Paesistico ai sensi dell'art. 5
della l.r. 57/85 e dell'art. 17, comma 1, dell a l.r. 86/83.
Art. 2 - Elaborati del Piano Territonale del Parco
I. Il Piano territoriale del Parco e compos to dai seguenti
elaborati;
A. tavole di piano:
- Tavola 1: planimetria di piano - scala 1:10.000 [fogli
1-2];
B. Norme Tecniche di Attuazione.
Gli elaborati di cui al presente comma costituiscono variante generale all'art. 1 del Piano Territoriale di Coordinamento,
approvato con l.r. 25 agosto 1988, n. 43, pubblicato sui Bolletc
tino Ufficiale della Regione Lombardia, Supplemento Ordinario al n. 34 del 25 agosto 1988.
Art. 3 - Effetti del Piano territonale
e rapporti con la pianificazione comunale
1. I rapporti tra il P.T.e. e gli altri strumenti di pianificazione territoriale sO no disciplinati dall'art. 18 delia 1.1'.30 novembre 1983 n. 86 e successive modificazioni, e dall'art. 3,
comma 29, delia I.r. 5 gennaio 2000, n. I.
2. I Comuni adeguano i rispettivi strumenti urbanistici generali alle previsioni delia presente variante al P.T.e. del Parco nei termini e con Ie modalita previste dall'art. 18, comma
5, delia I.r. 30 novembre 1993, n. 86.
3. I Comuni medesimi devono, entro due anni dall'entrata
in vigore del presente piano, provvedere, con apposita variante, all'adeguamento dei propri strumenti urbanistici relativamente alle zone per Ie quali Ie presenti norme rinviano alla
pianificazione comunale 0 consentono alla pianificazione comunale di dettare disposizioni integrative 0 specificative.
4. In sede di adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al Piano Territoriale di Coordinamento, Ie delimitazioni delle zone individuate nelle tavole del P.T.e. devono
coincidere con suddivisioni reali rilevabili sui terreno, ovvero
su elaborati cartografici in scala maggiore.
Tali definizioni non costituendo difformita tra i P.R.G. e il
P.T.e., non costituiscono variante allo stesso.
Art. 4 ~ Standard. urbanistici dei piani t;omunali
1. Per Ie aree comprese nel territorio del Parco si applicano
Ie disposizioni contenute nella I.r. 15 gennaio 2001, n. 1.
Art. 5 - /ndinzzi per la pianificazione urbanistica comunale
per Ie aree esterne al penmetro del parco
1. Entro due anni dall'entrata in vigore delia variante generale al piano, i Comuni del parco devono provvedere, con apposita variante, all'adeguamento dei propri strumenti urbanistici generali. In tale occasione i Comuni, anche con riferimento alle aree esterne al perimetro del parco, dovranno tenere conto dei seguenti indirizzi:
• salvaguardare Ie aree verdi e Ie essenze arboree eli pregio;
• salvaguardare i corsi d'acqua e Ie relative sponele;
• tutelare con prescrizioni specific he it patrimonio storico
ed artistico;
• tutelare Ie aree boschive e Ie aree agricolo-boschive;
• inelividuare situazioni di elegrado ambientale da assoggettare a programmi cli intervento.
2. I Comuni di concerto con il Consorzio, dovranno organizzare gli accessi al Parco indicati nella planimetria di piano,
sia per quanto concerne gli aspetti funzionali - parcheggi e
viabilita eli penetrazione che per gli aspetti ambientali - spazi
verdi e cortine alberate. Gli strumenti urbanistici cOt1lunali
generali dovranno prevedere, lungo i confini esterni del parco, idonee fasce di protezione esterna, di profondita non inferiore a metri cinque, in cui e vietata la realizzazione eli ristrutturazioni urbanistiche e di nuove costrm:ioni ael eccezione
delle opere pubbliche e di pubblica utilitil.
Bollettino
Ufficiale della Regione Lombardia
-6-
Art. 6 - Strumenti, provvedimenti e procedure
di attuazione del piano territoriale
1. Sono strumenti e provvedimenti attuativi del piano territori ale:
1) i piani di settore;
2) i regolamenti d'uso;
3) gli interventi esecutivi di iniziativa pubblica del Consorzio e degli enti consorziati;
4) gli interventi esecutivi convenzionati;
5) i pareri;
6) Ie autorizzazioni;
7) Ie concessioni d'uso 0 di servizio.
2. Collaborano all'attuazione del piano, con propri atti e
progetti gli enti consorziati, gli enti pubblici, i privati singoli
e associati, Ie persone giuridiche private.
Art. 7 - Programmazione negoziata
1. L'attuazione delle finalita del Parco, previste dalle presenti norme ovvero dai relativi strumenti attuativi, puo comunque essere conseguita, in alternativa agli specifici istituti
e procedure disciplinati dal presente piano, tramite: accordi
di programma di cui all'art. 34 del d.lgs. 18 agosto 2000,
n. 267 e alle ll.rr. 14 marzo 2003 n. 2 e 23 febbraio 2004 n. 3;
programmi integrati di intervento di cui alia l.r. 12 aprile
1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni; conferenze
di servizi di cui all'art. 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e
successive modificazioni ed integrazioni, nonche tramite
qualsivoglia procedura di programmazione negoziata 0 di
concertazione prevista dalla normativa vigente; tali accordi,
programmi 0 conferenze sono promossi ad iniziativa dell'Ente gestore 0 delia Regione 0 dei Comuni interessati, nonche,
se ammesso, di altri soggetti pubblici 0 privati.
2. In sede di definizione degli accordi, programmi 0 conferenze di cui al comma 1, sono previste Ie opere di ripristino
o di recupero ambientale eventualmente necessarie oppure
forme di compensazione per danni ambientali non ripristinabili 0 recuperabili tra cui la realizzazione di corridoi ecologici, finalizzati ad integrare e completare il sistema del verde e
dei parchi nell'area metropolitana.
3. Gli obblighi relativi aile compensazioni potranno essere
soddisfatti mediante la cessione di detertninate aree a beneficio del Parco.
4. Qualora gli accordi 0 programma di cui al comma 1
comportino modifiche aile disposizioni del presente piano, la
procedura deve comunque prevedere la partecipazione dell'ente regionale che contestualmente approva Ie varianti connesse all'accordo 0 programma tramite propria delibera di
Giunta regionale, ai sensi dell'art. 19, comma 2 delia l.r. 86/83
e successive modifiche e integrazioni.
5. "L'Ente gestore puo promuovere attivita finalizzate alla
conservazione 0 al ripristino naturalistico anche mediante
convenzione con soggetti pubblici 0 privati.
Art ..8 - Piani di settore
1. II Consorzio predispone piani per settori funzionali.
I settori funzionali, per i quali viene predisposto tale piano,
sono:
• tutela e potenziamento dei boschi, rimboschimenti, vegetazione spontanea;
• agricoltura;
• sistemazione e manutenzione del reticolo Idrografico superficiale; corsi d'acqua, stagni e zone umide; qualita delle acque;
• tutela dell a fauna;
• fornaci;
• zona edificata e norme paesaggistiche per la edificazione
nel Parco;
• viabilita minore e ciclopedonale;
• zone naturalistiche;
• orti familiari;
• zona di interesse storieo ambientale.
2. La procedura di approvazione dei piani di settore e definita dal punto 1.2.1 della d.g.r. n. 7/5554 del 13 luglio 2001
«Approvazione dei criteri applicativi relativi al procedimento
di preqisposizione dei piani territoriali di coordinamento dei
parchi regionali di cui alia l.r. 86/83 e successive modiflchc»,
pubblicata su BolJettino Ufficiale della Regione Lombardia
n. 31, Serie Ordinaria, 30 luglio 2001.
1 Supp!. Straordinario
0
al n. 36 - 31 agosto 2004
3. I piani di settore vigenti, alla data di approvazione della
presente variante generale, laddove in contrasto, dovranno adeguarsi aile norme del presente piano.
Art. 9 - Piano di gestione
1. Per l'attuazione delle previsioni del piano territoriaJe, il
Consorzio propone all'approvazione della Giunta regionale
un piano di gestione come definito dall'art. 19, terzo comma,
della l.r. 30 novernbre 1983, n. 86. II piano di gestione indica
gli interventi che il Consorzio intende realizzare nel periodo
considerato, in ragione delle risorse conseguibili, in base a
dati certi 0 desunti dai prograrnmi dei ministeri, delia Regione, degli enti consorziati 0 di altri soggetti che possano contribuire alla realizzazione del Parco.
Art. 10 - Regolamenti d'uso
1. I regolamenti determinano ai sensi dell'art. 20 delia l.r.
30 'novernbre 1983, n. 86 la localizzazione e la graduazione
dei divieti e disciplinano Ie attivita consentite dalle destinazioni d'uso del territorio del Parco.
2. La procedura di approvazione dei regolamenti e definita
dal punto 1.2.1 della d.g.r. n. 7/5554 del 13 luglio 2001 «Approvazione dei criteri applicativi relativi al procedimento di
predisposizione dei piani territoriali di coordinamento dei
parchi regionali di cui alia l.r. 86/83 e successive modifiche»
pubblicata su Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
n. 31, Serie Ordinaria, 30 luglio 2001.
Art. 11- Interventi esecutivi
di inhiativa pubblica 0 convenzionati
1. Gli interventi esecutivi del Consorzio sono approvati dal
consiglio direttivosulla base del programma triennale delle
opere pubbliche, previsto dall'art. 14 delia legge 11 febbraio
1994 n. 109 e sue modifiche e integrazioni.
2. In ma~eria di espropriazione di aree si applica la normativa vigente.
Art. 12 - Pareri obbligatori
1. L'Ente gestore esprime parere obbligatorio nel casi in
cui Ie leggi nazionali e regionali 10 prevedano.
2. Nel caso in cui la localizzazione e/o Ie scelte del tracciato
dei progetti di opere pubbliche eli interesse statale, da realizzarsi da parte degli enti istituzionalmente competenti, siano
difformi dalle prescrizioni del presente piano e/o da quel!e
degli strumenti urbanistici dei Comuni del Parco, l'Ente gestore e i Comuni su cui ricadono gli interventi esprimono il
proprio parere nei termini e con Ie modalitapreviste dall'art.
81 del d.P.R. 616/77, come modificato ed integrato dal d.P.R.
383/94.
Art. 13 - AutoriZZ4zioni
di competenza delConsorzio, ai sensi
delle leggi, delle norme di piano, dei piani di settore, dei regolamenti, del piano di gestione, sono emesse dall'Ente gestore
del parco in conformita alia vigente legislazione e alle norme
statutarie del Consorzio, in conformita alla legge 267/.00 e alia
l.r. 18/00.
2. L'autorizzazione dell'Ente gestore ha, altresl, valore e
produce, altresl, gli effetti dell'autorizzazione prevista dall'art. 7 del r.d. 30 dicembre 1923, n. 3267.
)1. Le autorizzazioni
Art. 14 - Termini
1. Mediante regolamento consortile sono stabiliti i termini.
di cui all'art. 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241, per l'espressione degli atti del Consorzio, non disciplinati dalla normativa vigente.
TITOLO II
NORME GENERALI DI TUTELA
Art. 15 - Campo di applicazione
1. Ai fini delia salvaguardia ambientale e paesistica, si applicano in tutto il territorio del parco Ie disposizioni generali
di cui al presente titolo, nonche Ie norme relative a ciascull
settore di cui al successivo titolo IV, fatte salve Ie eventuali
specificazioni 0 eccezioni previste dalla disciplina delle zone
di cui al titolo III.
Art. 16 - Norme di tutela e prescrizioni
1. Si osservano Ie seguenti prescrizioni:
a) fatti salvi i casi previsti dall'art. 149 del d.Jgs 42/04 i
movimenti di terra sono soggetti ad autorizzazione paesistica
Bollettino
Ufficiale della Regione Lombardia
-7-
secondo quanto previsto dall'art 18 delia !.r. 18/97. Sono comunque vietati i movimenti di terra nelle zone di risel-va naturale orientata, negli ambiti di riqualificazione ambientale e
nelle zone ad indirizzo naturalistico. Sono comunque garantite k attivita agro-silvo-pastorali e gli interventi di gestione
naturalistica direttamente eseguiti dall'Ente gestore del Parco, ovvero dallo stesso autorizzati, allo scopo di tutelare ed
incrementare iI valore naturalistico delle aree;
b) gli interventi che costituiscono modificazioni dell'alveo
e delle sponde dei torrenti, rogge, canali, corsi d'acqua, stagni, zone umide, 0 che captano deviano 0 occultano acque 0
risorgive, salve Ie normali utilizzazioni agrarie, sono soggetti
ad autorizzazione paesistica;
c) la tutela e la raccolta dei funghi epigei, delIa flora e la
cattura delia fauna minore e disciplinata dalla l.r. 23 giugno
1997, n. 324 e dalla l.r. 27 luglio 1977, n. 33 e successive modificazioni. n piano di settore {(vegetazione spontanea» puo,
sulla base di valutazioni aggiomate sullo state del patrimonio
ecologico, prevedere un elenco di specie di flora non incluse
in quelli detta legge sopracitata, ma di importanza naturalistica per il parco. L'Ente gestore provvede, se necessario, con
specifiche iniziative, secondo criteli e modalita non invasive,
al contrallo ed alla eradicazione di specie vegetali esotiche
invasive negli ambienti naturali. Nella gestione del verde attrezzato, gli enti pubblici dovranno preferibilmente utilizzare
specie arbustive ed arboree autoctone;
d) salvoche nell'esercizio dell'attivita agricola, e ammessa
la sola introduzione di specie vegetali autoctone e di altre indicate nel piano di settore boschi; l'introduzione di specie esotiche e vietata, con esclusione delle pertinenze edilizie e
nella zona a verde privato vincolato. n direttore delConsorzio
puo ordinare la eliminazione di specie esotiche in qualsiasi
area del Parco, qualora sussista il pericolo di diffusione spontanea e alterazione degli ecosistemi da parte delle specie stesse.
Consorzio tenuto a riconoscere un contributo di miglioria forestale ai sensi dell'art. 3 delia l.r. 27 gennaio 1977,
n.9;
e) e vietato il .transito e il pascolo degli ovini e dei caprini
fuori da itinerari appositamente individuati con apposita cartellonistica;
f) e vietato l'abbandono di rifiuti di qualsiasi tipo il1.ogni
parte del Parco, comprese strade e pertinenze edilizie. E ammesso l'accantonamento organizzato dei rifiuti urbani lunge
Ie strade per la raccolta da parte del competente servizio;
g) in tuttoil territorio del parcoe vietata la realizzazione
e l'esercizio di nuovi impianti di gestione di rifiuti urbani e/o
speciali, sono invece ammesse: a. lediscariche di seconda categoria - tipo {(A»per inerti, secondo la classificazione di cui
alia deliberazione del comitato interministeriale del 27 luglio
1984, ai soli fini del recupero ambientale, in osservanza delle
nonne di zona e di settore, sulla base di un progetto di recupero approvalu dall'Ente gesture del parco, fatte salve Ie autorizzazioni previste dalla legislazione vigente; b. limitatamente
aile zone degli ambiti di riqualificazione urbanistica, per servizi e di pianificazione comunale orientata, in conformita alle
norme di zona, la realizzazione di piazzole e di piattaforme
per la raccolta differenziata dei rifiuti;
i) e vietato il campeggio, fatti salvi campeggi autorizzati in
zona edificata a parco attrezzato e i casi previsti dall'art. 14
delia l.r. 7/01;
j) e vietata l'apposizione di cartelloni pubblicitari lunge Ie
strade;le insegne per Ie attivita inteme al Parco sono soggette
a specifico regolamento consortile; il Consorzio cura lasegnaletica direzionale e informativa del Parco;
k) e vietato l'impianto di nuovi distributori di carburante;
I) e vietata la produzione di rumori superiori ai limiti di
legge e dei regolamenti comunali; l'attivita di autocross, motocross, aeromodellismo e tiro al piattello e vietata sull'intero
territorio del parco, fatte salve, fino a dismissione, Ie attivita
gia esistenti alIa data di entrata in vigore della presente variante generale.
Art. 17 - Tutela delIa vegetazione
neUe zone boscate e di rinnovazione spontanea
e di brughiera; vincolo idrogeologico
1. Si applicano Ie disposizioni delia l.r. 27 gennaio 1977,
n. 9 e dell'art. 4 della l.r. 86/83, e successive modi fiche e integrazioni. I complessi boscati e Ie aree di rinnovazione spontanea delle specie arboree e di brughiera devono cssere mantenuti a cura dei proprietari 0 dei possessori nel miglior state di
n
e
1° Supp!. Straordinario
al n. 36 - 31 agosto 2004
conservazione colturale. In particoIare gli interventi devono
tendere alia conservazione e alia ricostruzione delle vegetazioni tipiche locali favorendo Ja diffusione delle specie autoctone.
2. n Consorzio del Parco, ai sensi dell'art. 3 della 1.r. 27
gennaio 1977, n. 9, e dell'art. 15, primo comma delia l.r. 5
aprile 1976, n. 8, concede contributi a chi intende provvedere,
secondo Ie indicazioni del piano territoriale e dei piani di settore, al rimboschimento con specie arboree tipiche locali; alIa
ricostituzione di boschi degradati, diradati 0 incendiati; alla
riconversione dei cedui in boschi d'alto fusto; ai diradamenti
opportuni, aile opere manutentorie - cure colturali delle specie infestanti ed alia lotta ai parassiti delle piante, con esclusione delle colture arboree industriali a rapido accrescimento.
n Consorzio del Parco puo con convenzionamenti con i proprietari dei terreni, in coerenza con iI piano di settore {(boschi», garantire la miglior conservazione colturale dei complessi boscati.
3. Le utilizzazioni forestali sono autorizzate con Ie limitazioni e Ie procedure precisate negli artt. 4 e 5 della 1.r. 27
gennaio 1977, n. 9, e successive modifiche nonche conquanto
disposto dagli artt. 146, 149 e 159 del d.lgs. 42/04 e dall'art. 6
delia 1.1'.18/97; i tagli dovranno comunque essere di tipo colturale, volti al miglioramento del bosco e a favorire il conseguimento delle finalita precisate ai precedenticommi. Le medesime procedure si applicano anche per il taglio e l'abbattimento di piante singole ovunque ubicate all'intemo del Parco.
Le trasformazioni dei boschi, ove consentite, sono autorizzate con Ie limitazioni e Ie procedure precisate nell'art. 6 delia
1.r. 27 gennaio 1977, n. 9, e successive modifiche, nonche del
piano di settore boschi, ove vigente. Tutti gli interventi consentiti devono comunque essere subordinati alla finalita primaria di assicurare aile aree la conservazione ed il miglioramen to delloro carattere ambientale e di favorire il progressivo recupero dei sistemi boscati e di tutelare particolari aree
di brughiera.
4. Per gli interventi forestali indicati nell'art. 149 d.lgs. 22
gennaio 2004 n. 42, non e necessaria l'autorizzazione paesaggistica qualora detti interventi siano autorizzati sotto l'aspetto forestale.
5. n Consorzio rilascia !e autorizzazioni per i lavori e Ie
attivita in zona soggetta a vincolo idrogeologica e forestale ai
sensi del r.d. 30 dicembre 1923 n. 3267, secondo Ie procedure
stabilite dalla 1.r. 5 aprile 1976; n. 8, e sue successive modificazioni ed integrazioni.
Art. 18 - Nonne di prevenzione incendi
1. L'Ente' gestore concorre alla definizione del piano regio
nale di previsione, prevenzione e lotta attiva contra gli ·incendi boschivi ai sensi degli artt. 3 e 8 delia legge n. 353/2000.
2. L'Ente gestore svolge i compiti previsti dall'art. 10 delia
1.r. 9177~ Art. 19 - Orti familiari
1. Fino all'approvazione di un apposito piano di settore,
nelle aree agricole sono consentiti soltanto gli orti familiari
che sono finalizzati a soddisfare Ie esigenze alimentari del
coltivatore e dei suoi familiari e che non comportino un'alterazione permanente dello stato dei luoghi con costruzioni edilizie ed altre opere civili e/o un'alterazione dell'assetto idrogeologico del territorio.
Art. 20 - Circolazione e divieti
1. La circolazione dei veicoli a motore e consentita esc\usivamente sulle strade statali, regionali, provinciali e comunali,
nelle aree di parcheggio, di servizio e nell'ambito delle pertinenze degli edifici e delle attrezzature esistenti 0 in costruzione.
2. II Consorzio e gli enti proprietari adottano intese per limitare il traffico nelle strade indicate nella tav. 1 "Planimetria
di piano»; altresl adottano intese per eliminare quelle COSI indicate nella stessa tavola. Previa intesa fra Consorzio ed ente
proplietario delle strade, possono essere limitate al traffica
o eliminate ulteriori strade pubbliche secondarie interne al
Parco.
3. La circolazione e la sosta di veicoli a motore e vietata
fuori dalle fattispecie di cui ai precedenti commi.
I suddetti divieti e limiti non si applicano ai mezzi:
• di servizio, di vigilanza e pronto intel-vento dello Stato,
del Consorzio, di altri enti pubblici e enti di emgazionc
di pubblici seI-vizi;
c
Bollettil1o Ujjiciale della Regione
Lmnbardia
-8~
• di servizio delia agricoltura e di estrazione dell'argilla;
• di servizio alle attivita pre senti;
• per la esecuzione di opere 0 attivita temporanee, previa
specifica autorizzazione consortile.
Art. 20-bis - Usi civici
J. GJi usi civici continuano ad essere esercitati secondo Ie
norme e Ie consuetudini vigenti.
L'Ente gestore e/o i Comuni interessati possono richiedere
ai sensi degli artt. ] 2 e 29 della Iegge n. 1766/27 e dell'art. 4,
2° comma, 1.1. n. 52/85, e successive modifiche e integrazioni,
la liquidazione 0 il mutamento di destinazione degli usi civici
incompatibili con Ie norme del presente piano ..
Art. 21 - Recinzioni
]. La recinzione dei terreni e ammessa, comunque con esclusione delle zone di riserva naturale orientata e dell'ambito
di riquaJifieazione ambientale, indirizzo naturalistico, in base
a specifico regolamento. In assenza di regolamento, in zona
di riserva naturale orientata e in ambito di riquaJifieazione
ambientale - zona ad indirizzo naturalistieo - sono ammesse
Ie sole delimitazioni con pali in legno e filo metalHco a tutela
delle aree di rinnovazione spontanea e dei rimboschimenti;
nelle altre zone e altresi ammessa la delimitazione con siepe,
da realizzarsi con essenze autoctone. Sui fronti delle strade
pubbliche e sempre ammesso delimitare il terreno con parapetti in legno di altezza non superiore a em ]00, nel rispetto
delle norme di cireolazione stradale vigenti. Nelle zone di riserva nafurale orientata e possibile erigere reeinzioni, a protezione delle maeehie eli nuova vegetazione, anche spontanea,
o delle zone oggetto di intervento 0 delle aree che a giudizio
del Consorzio debbano essere temporaneamente escluse dalla
libera fruizione ai fini della loro salvaguardia 0 per scopi di
studio 0 ricerca scientifica, 0 per ragioni di pubblica incolumita. I prati pascolo possono essere delimitati con parapetto
in legno alto fino acm 150, escJusivamente per la tutela del
uestiame.
Art. 22 - Tutela e gestione delia fauna
1. Nel parco regionale I'attivita venatoria e regolamentata
dall'art. 2 della 1.1. 25 agosto 1988, n. 43 "Piano Territoriale
di Coordinamento del Parco delle Groane». Per quanto. non
espressamente indicato si rimanda alla 1.1. 26/93. Per dette
aree i piani provinciali di cui agli artt. 14 e 15 delia stessa
legge regionale sono approvati dalla provincia, in conformita
ai criteri per la difesa e la gestione faunistica stabiliti dal piano di settore di cui al successivo comma 5, ove formato, e
previo parere del Consorzio del Parco.
2. I1Consorzio del Parco pUG, in funzione del recupero 0
della riqualificazione faunistica di aree agricole, boschive 0
incolte, stabilire forme di collaborazione, anche attraverso
convenzioni, con Ie associazioni agricole, Ie associazioni venatorie e piscatorie, Ie associazioni di protezione ambientale,
i comitati di gestione degli ambiti territoriali di caccia interessa ti.
3. La tutela e !'incremento dell a fauna ittica, per la salvaguardia dell'equilibrio ambientale, e l'attivita di pesca sono
disciplinate nel parco ai sensi della 1.1. 26 maggio 1982, n. 25
e successive modificazioni; la pesea e comunque vietata nelle
acque ricomprese entro Ie riserve naturali orientate.
4. La tutela della fauna minore e disciplinata dalla 1.1. 27
luglio ] 977, n. 33, e successive modificazioni fatte salve norme pili restrittive introdotte dal piano di settore di cui al successivo comma 6 ovvero dai pi ani delle riserve naturali.
5. La programmazione degli interventi di gestione faunistica da attuarsi helle aree a parco regionale, rionche gli orientamenti gestionali in materia faunistica per Ie rimanenti aree
del parco regionale sono definite da apposito piano di settore
ehe, in particolare:
a) definisce Ie vocazioni del territorio, attraverso il eensimento del patrimonio faunistieo esistente e l'analisi finalizzata delle caratteristiche ambientali;
b) prevede l'acquisizione e l'organizzazione permanente,
d'intesa con la provincia, dei dati inerenti la gestione faunistica, Ie rcintroduzioni e i ripopolamenti effettuati nel Parco;
c) indica gli intcrventi di miglioramento ambientate, nonche Ie prescrizioni per la conduzione dei terreni agricoli e forestali, necessari per il mantenimento di condizioni ecologiche favorevoli per la fauna selvatica;
d) indica ulteriori operazioni tecnico-scientifiche per il potenziamento dell a consistenza del patrimonio faunistico, tramite interventi di reintroduzione e di ripopolamento;
1° Suppl. Straordinario
al n. 36 - 3] agosto 2004
e) stabilisce Ie metodologie per quantificare, mediante l'ausilio di tecnici esperti, i danni arrecati dalla se]vaggina.
Art. 23 - Tutela del paesaggio
] .Ogni intervento cleve essere effettuato nel massimo rispetto dell'ambiente del parco e dei caratteri specifici dell'area in cui si inserisce, sia nella scelta delle attrezzature e delle
attivita da insediare, sia nella scelta delle so]uzioni morfologiche e dei materiali da costruzione, sia nella progettazione ed
utilizzazione del verde e degli spazi aperti, nel rispetto delle
norme di cui al presente articolo, nonche di quelle previste
dalle particolari norme di zona e di settore in relazione all'intervento da effettuare.
2. I piani di settore, i regolamenti d'uso ed ogni intervento
che modifichi I'esteriore aspetto dello stato dei luoghi dovranno rispettare gli indirizzi previsti dal Piano Territoriale Paesistico Regionale della Lombardia,
approvato con d.c.r.
n. VlII197 del 6 marzo 2001 e pubblicato suI Bollettino Ufficiale dell a Regione Lombardia n. 32 edizione speciale del 6
agosto 2001.
3. II territorio del Parco e vincolato paesisticamente ai sensi dell'art. 142, comma primo, lettera f), del cI.lgs. 22 gennaio
2004, n. 42. Ogni intervento, ad eccezione delle opere interne
e di quelle indicate nell'art. 149 del sopraccitato d.lgs. 42/04,
e soggetto ad autorizzazione paesistica ai sensi dell'art. 146 e
159 delmeclesimo d.lgs. Per il rilascio di autorizzazioni paesaggistiche valgono'i disposti della 1.1. 9 giugno 1997, n. 18,
nelrispetto dei criteri di cui alla cI.g.r. 6/30194 del 25 luglio
1997 "Criteri per l'esercizio delle funzioni amministrative ai
sensi della 1.1. 8 giugno 1997, n. ] 8", pubbJicati suI Bollettino
U[iiciale della Regione Lombardia 3° Supplemento Straordimirio al n. 42 del 17 ottobre 1997.
4. La progettazione di qualsiasi nuova costruzione e delle
relative pertinenze deve acleguarsi in particolare al piano cli
settore "Zona edificata e norme paesaggistiche per la edifica'
zione nel Parco» di cui all 'art. 35.
Art. 24 - Situazioni di incompatibilita ambientale
1. Nel Parco non e ammesso il nuovo insediamento di industrie insalubri di prima classe; per quelleesistenti alia data
di adozione del presente piano, sono ammesse Ie opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonche gli interventi
atti a sostituire Ie attivita di prima classe con altre attivita.
2. Salvo diversa normativa di zona, sono inclividuati nella
tavola 1 con apposito asterisco impianti, attivita, edifici e cliscariche di materiale dismessi, particolarmente incompatibili
sot to il profilo igienico e ambientale, per iquali sono ammessi i soli interventi di bonifica ambientale approvati clalle competenti autorita. A termine bonifica, salvo diversa indicazione
nella norma relativa alla zona, l'area deve essere recuperata a
destinazione naturalistica.
Art. 25 - Edifici esistenti e insediamenti produttivi
1. In tutti gli edifici ed impianti esistenti, indipe~dentemente dalle singole norme di zona, e comunque sempre consentita la manutenzione ordinaria e straordinaria, il consolidamento statico e il restauro conservativo. Ad eceezione degli
edifici rieadenti in zona fornaci di cui al successivo art. 36 e
in zona cli interesse storico ambientale di cui al suecessivo
art. 37 delle presenti norme, e ammessa altresi la ristrutturazione edilizia, senza demolizione, che non comporti aumento
di volumetriao modifiche di superficie 0 di sagoma.
2. II mutamento di destinazione d'uso senza opere degli edifici e ammesso nei limiti stabiliti dal presente piano. In
assenza di disposizioni, contenute nel presente piano, valgono i limiti contenuti negli strumenti urbanistici comunali.
3. Al fine di evitare il trasferimento fuori da] terTitorio dei
Comuni consoniati, gli insediamenti produttivi di beni e servizi esistenti alla data di approvazione del piano territoriale
di coordinamento che si dotino di certificazione ambientale
e/o registrazione
ambientale, non dichiarati incompatibiJi
con i] P.T.C. e che dimostrino l'impossibilita ad espandersi
all'interno del lotto di pertinenza, possono ampliare, una tanturn e non oltre il 20%, la superfieie lorda di pavimento esistente.
L'ampliamento deve essere localizzato in area adiacente, purche non copena da boseo 0 brughicra, e situata all'esterno
delia zona di riserva naturale orientata.
L'intervento di ampliamento
subordinato alla slipula di apposita convenzione con il Comune e il Consorzio, nella quale
deve essere prevista la realizzazione delle opere di mitigazio-
e
Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia
-9-
ne ambientale e Ie idonee garanzie per la loro corretta realizzazione.
Gli insediamenti produttivi non muniti di certificazione ambientale potranno solo effettuare ampliamenti con aumento,
una tantum, del 5% della superficie lorda di pavimento esistente alla data di approvazione del presente P.T.C. per servizi
igienico-sanitari e tecnologici.
Art. 26 - Procedura di verifica
e valutazione dUmpatto ambientale
Per la procedura di veri fica e di valutazione di impatto ambien tale si applica quanto disposto dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale vigente.
TITOLO III
AZZONAMENTO
Art 27 - Azzonamento
1. n territorio del Parco, rappresentato graficamente in
scala 1:10.000 nellaplanimetria
di piano tavola n. 1 - fogli
1-2 e suddiviso nelle seguenti zone:
• Zone di riserva naturale:
- zone di riserve naturali orientate.
• Ambito di riqualificazione 'ambientale:
- zona ad indirizzo naturalistico;
- zona ad indirizzo agricolo.
• Ambito di riqualificazione urbanistica:
- zona per servizi alla agricoltura;
- zona a parco attrezzato;
- zona a verde privato vincolato;
- zona edificata;
- zona fomaci;
- zona di interesse storico-ambientale.
• Ambito per servizi:
- zona per servizi comprensoriali;
- zona per servizi di interesse comunale;
- zona per servizi del Parco delle Groane - SPG.
• Zone di iniziativa comunale.
. La disciplina di ogni singola zona e integrata dalle norme di
salvaguardia generale previste dal precedente titolo II nonche
dalle altre norme di carattere generale.
Art. 28 - Zona di riserva naturale orientata
destinazione funzionale
1. Nella planimetria di piano, tavola 1, sono individuate Ie
seguenti zone di riserva naturali orientate:
• Stagno di Lentate - Comune di Lentate;
• Boschi di Lazzate - Comune di Lazzate e Lentate;
• Boschi di S. Andrea - Comuni di Misinto, Lentate, Cogliate, Barlassina;
• Altopiano di Seveso e Bosco del Biule - Comuni di Seveso, Barlassina, Cogliate, Cesano Maderno;
• Boschi di Ceriano - Comuni di Cogliate, Ceriano;
• Ca' dei Re ed ex Polveriera - Comuni di Ceriano e Solaro;
• Boschi di Cesate - Comuni di Solaro, Cesate, Garbagnate
e Limbiate;
• Brughiera di Castellazzo - Comune di Bollate.
2. Le aree sono destinate alia conservazione dell'ambiente
naturale delle Groane, nella sua articolazione in boschi, brughiere, zone di rinnovazione spontanea, molinieti, zone umide anche di origine artificiale. Gli interventi, tesi ad orientare
scientificamente la evoluzione della natura, debbono, in particolare, essere diretti alla salvaguardia, al potenziamento del
patrimonio boschivo e delle zone umide; alla salvaguardia dci
fenomeni evolutivi delle brughiere e dei molinieti.
3. E ammessa la fruizione da parte clei cittaclini, a scopo
culturale ecl eclucativo, secondo gli usi e Ie consuetudini ecl
entro i limiti specificati clal successivo art. 29; utilizzazione
forestale dei boschi entro i limiti specificati in appresso, nonche clal precedente titolo II. Le zona di riserva naturale orientata sono amministrate mediante uno 0 pili piani di settore
redatti ai sensi clel titolo II, capo II, art. 20 della I.r. 30 novembre 1983 n. 86 e sue modifiche, con i limiti e i divieti stabiliti
dal prcscntc piano.
Art. 29 - Zona di riserva naturale orientata
interventi consentiti e norme di tutela
1. Gli intel-venti, attuati 0 autorizzati clal Consorzio, devo-
1 Suppl. Straordinario
0
a] n. 36 - 31 agosto 2004
no favorire e orientare I'evoluzione dell'ambiente naturale
verso il miglior equilibrio tra vegetazione e conclizioni ambientali-climax, anche in attuazione cli piani di settore. Per Ie
aree boscate e di rinnovazione spontanea delle specie arboree
deve in particolare essere favorita la diffusione delle specie
tipiche locali e la conversione clei cedui in cedui composti e
in boschi d'alto fusto. Gli interventi colturali sui boschi e Ie
utilizzazioni forestali sono regolate dal precedente art. 17. Per
Ie grandi aree di brughiera gli interventi ed i piani di settore
clevono tendere alla conservazione dell'ambiente naturale e
della vegetazione tipica di tale ambiente, favorendone la diffusione e il potenziamento e, se del caso, anche Iimltandone
l'evoluzione naturale. Nelle zone umide sono consentiti gli interventi di conservazione attiva 0 finalizzati a rendeme possibile la fruizione a scopo educativo 0 di stuclio e ricerca scientifica, attuati 0 autorizzati da] Consorzio.
2. Si applicano alle zone di riserve naturali orientate oltre
che Ie norme di sa]vaguardia genera]e di cui a] titoloII, ]e
seguenti· clisposizioni.
E vietato:
a) costruire opere edilizie 0 manufatti di qualsiasi genere
con Ie eccezioni di cui all'art. 25;
b) asportare minerali 0 teniccio vegetale, aprire 0 coltivare
cave;
c) esercitare l'agricoltura in qualsiasi forma, anche in orti
familiari, salvo Ie prescrizioni per Ie aree di rispetto all'ultimo
comma del presente articolo;
d) impiantare pioppeti e colture industriali di a1tre specie
arboree a rapido accrescimento;
e) danneggiare, disturbare, catturare 0 uccidere animali,
raccogliere 0 distruggere i lora nidi, danneggiare 0 distruggere, illora ambiente, appropriarsi di animali rinvenuti morti 0
di parte di essi;
f) introdurre specie animali 0 vegetali non caratteristiche
del tenitorio;
g) captare, deviare 0 occultare acque 0 risorgive.
3. Nelle aree di rispetto di cui all'ultimo comma del precedente articolo e ammesso I'esercizio dell'flgricoltura; fino all'approvazione del piano di settore delia zona di riserva si applica no Ie disposizioni per l'agricoltura previste dall'art. 30,
primo comma, lettera e).
Art. 30 - Zona di riqualificazione
ambientale
ad indirizzo naturalistico
1. Le aree comprese in questo ambito sono destinate alia
conservazione e al ripristino del paesaggio delle Groane, nei
suoi valori naturali e seminaturali tradizionali ad indirizzo
naturalistico. Gli interventi devono tendere al ripristino, aHa
valorizzazione delle potenzialita naturali ed estetiche nonche
alia prevenzione degli effetti nocivi di origine antwpica, in
funzione educativa, culturale, scientifica e ricreativa.
2. So no destinazioni consentite:
a) fruizione da parte del pubblico a scopo educativo e ricreativo:
• formazione di prati calpestabili,
• percorsi ciclopedonali ed equestri,
• aree da pic-nic, compresi barbecue e servizi igienici relativi,
• realizzazione di parcheggi pubblici
di uso pubblico
per non oltre 50 autoveicoli a flanco clella viabilita;
b) utilizzazioni forestali delle aree boscate, entro i limiti
precisati dal precedente art. 17 ed i seguenti:
• interventi di ricostruzione 0 riqualificazione del paesaggio,
• gli interventi sulle aree boscate e di rinnovazione spontanea devono in particolare favorire la diffusione delle
specie tipiche locali e la conversione dei cedui in cedui
composti e in boschi d'alto fusto, anche in altuazione
del piano di settore boschi,
• intel-venti di conser-vazione del suolo, ripristino e miglioramento dei sistemi drenaggio superficiale; formazione e recupero di specchi lacustri e zone umide;
c) intel"Vcnti esecutivi di iniziativa pubblica per la tutela in
ambiti delimitati di particolari ecosistemi 0 specie vegetali 0
animali;
d) e ammessa la edificazione da parte del Consorzio 0 dei
Comuni consorziati di ser-viziigienici, chioschi di informazio-
°
Hollettino
Ufficiale della Regione Lombardia
-11-
• bacini idrici destinati alIa pesca sportiva;
• servizi e parcheggi relativi alle attrezzature esistenti e di
progetto;
• resjdenza del personale di custodia per una SIp non superiore alSO mq.
Gli interventi suddetti so no soggetti a convenzionamento con
l'Ente gestore del Parco e con il Comune direttamente interessato.
2. Nella sottozona ad assetto definito sono ammessi:
• ristrutturazione edilizia per Ie funzioni di cui al primo
comma;
• ampliamento delIa superficie coperta 0 attrezzata in forma permanente pari a un massimo del 10% delIa SC esistente;
• superficie a verde permeabile non attrezzato di almeno
50% delle superfici libere, di cui almeno il relativo 40%
con impianto arboreo.
Le aree individuate con simbolo grafico L sono prioritariamente destinate alla formazione di bacini idrici destinati all'esercizio della pesca sportiva; in questi lotti e ammesso realizzare una edificazione di servizio, comprese destinazioni a circolo ricreativo e punto di ristoro, per un massimo di mq 250
di SIp, altezza mt. 7 all'intradosso.
3. Nella sottozona della trasformazione sono ammessi gli
interventi di ristrutturazione edilizia ed urbanistica per Ie
funzioni di cui al primo comma, anche mediante nuova edificazione, entro i seguenti limiti:
• SIp pari al 30% del lotto;
• Sc pari al 20% dellotto;
• superficie e verde permeabile non attrezzato 50% delle
superfici libere, di cui almeno il relativo 40% con impianto arboreo.
Gli interventi di ristrutturazione edilizia ed urbanistica che
comportano demolizione e ricostruzione deve essere predisposto un apposito piano attuativo.
4. Disposizioni comuni:
• altezza massima edifici mt 10 al colmo;
• altezza massima attrezzature per il gioco e 10 sport mt.
15;
• Ie attrezzature non comportanti volumi sono calcolate
per Sc = SIp; la Sc e quella risultante dalla proiezione in
pianta del perimetro esterno della attrezzature stessa;
• i parcheggi devono essere con pavimentazione drenante
e alberature fra Ie carreggiate; essi devono essere prioritariamente localizzati nelle eventuali aree a cia individuate in adiacenza, nella tavola 1 «Planimetria di piano»
0, in carenza, sia nella presente zona che in quella a verde privato vincolato.
5. Disposizioni particolari:
• nel caso di zone e parco attrezzato collocate in aree adiacenti 0 limitrofe a zone di interesse storico-ambientale
(art. 37)e a zone delle fornaci (art. 36) l'applicazione delle disposizioni dei precedenti commi deve essere attentamente valutata in funzione delle finalita di tutela degli
specifici contesti paesistici e dei rapporti anche visivi con
i manufatti di interesse storico-ambientale presenti all'intomo. Andranno in tal senso attentamente verificate Ie
funzioni da insediare, Ie dimensioni, i caratteri costruttivi e in particolare Ie altezze degli edifici e dei manufatti.
6. In assenza di convenzione sono ammessi:
• manutenzione ordinaria e straordinaria, adeguamento igienico, statico e tecnologico, restauro e risanamento
conservativo, ristrutturazione edilizia, senza demolizione, che non comporti au men to di volumetria e di superfi.cie0 modi fiche di sagoma; in sede di adeguamento igienico e tecnologico, nonche per il ricovero dei mezzi e delle dotazioni strumentali, sono consentiti incrementi della
Sc per un massimo di 100 mq per edificio;
• ammodernamento delle attrezzature, per adeguamento
alle necessita di mercato, nell'ambito delIa medesima Sc
e destinazione funzionale;
• sistemazione degli spazi esterni a verde, formazione di
viali e percorsi, nell'ambito degli indici succitati.
Le recinzioni non possono estendersi oltre !'insieme della presente zona, unitamente aile aree di parcheggio adiacenti. Le
recinzioni devono essere conformi al precedente art. 21.
1 Supp!. Straordinario
0
al n. 36 - 31 agosto 2004
Art. 34 - Zona a verde privato vincolato
1. La zona e destinata al mantenimento delle formazioni
arboree comprese in ambiti delimitati, ai fmi di preservare la
continuita del verde nel Parco. In essa sono inclusi parchi
privati, giardini e spazi aperti annessi a lotti edificati.
2. Nella zona c ammesso realizzare Ie seguenti attrenature:
a) entro il 30% della superficie del lotto, tennis scoperti,
piscine scoperte, altre attrezzature sportive all'aperto;
b) e ammesso mantenere piazzali di servizio aIle adiacenti
imprese, destinati allo stoccaggio e movimentazione dei materiali, dei prodotti, dei mezzi, purche vengano costituite cortine alberate su una superficie non inferiore al 10% del lotto;
c) esistenti campi di aeromodellismo;
d) orti familiari annessi alle residenze, allevamenti di animali di bassa corte per uso familiare, previa autorizzazione
dell'autorita sanitaria;
e) parcheggi scoperti, con superficie drenante, limitatamente alle superfici minime previste dalle vigenti leggi e regolamenti.
3. Nella scelta delle specie da mettere a dimora devono essere privilegiate Ie specie delle Groane, come individuate dal
piano di settore boschi. I piazzali di cui al punto b) devono
avere superficie drenante, fatte salve documentate ragioni di
carattere funzionale 0 igienico ambientale. II progetto relativo alia zona edificata, alla zona fornaci e di parco attrezzato
deve includere Ie aree adiacenti appartenenti alla medesima
proprieta, incluse nella presente zona.
4. Per ciascun lotto e ammesso realizzare un ricovero attrezzi secondo una tipologia approvata con regolamento esecutivo, entro l'indice massimo 0,03,mq/mq di Sc con un massimo di mq 30 per lotto fondiario. E ammesso recintare i lotti
fondiari con recinzione avente caratteristica di permeabilita
ottica, secondo i tipi approvati in base al precedente art. 21.
5. In questa zona, oltre aUe norme di cui al precedente tito10 II e fatto divieto di:
attivare e mantenere, anche all'aria aperta attivita .industriali, artigianali, commerciali salve Ie fattispecie di cui
al secondo comma lett. b);
- costruire manufatti edilizi anche precari, fuori dalle fattispecie di cui ai precedenti commi 2 e 4.
Art. 35 - Z01U1.edificata
1. Le aree comprese in questa zona sono destinate alla res idenza e aile attivita terziarie e produttive compatibili con il
Parco, nonche alle attrezzature pubbliche ed alle infrastrutture necessarie alla riorganizzazione urbanistica dei nuclei edific'!-tiesistenti. Il Consorzio di gestione del parco, predisporra
un piano di settore zone edificate, iridividuando Ie sottozone
ad assetto definito e Ie sottozone per la trasformazione. Il
Consorzio di gestione del Parco, predisporra un piano di settore zone edificate e norme paesaggistiche per l'edificazione
nel parco finalizzato a precisame la disciplina d'uso.
Con apposito simbolo grafico sonG individuate, nella tav. 1
Ie aree relative ad edifici ed impianti esistenti incompatibili
con Ie finalita del Par'co; tali immobili sono soggetti a interventi atti a rimuovere Ie cause di incompatibilita convenzionati con il Consorzio, 0 ad acquisizione, secondo Ie disposizioni previste dal successivo art. 46.
2. II piano di settore zone edificate e norme paesaggistiche
per l'edificazione nel parTO:
- analizza !'assetto degli insediamenti esistenti e i carattcri
architettonici degli edifici presenti in relazione ai caratteri dell'edilizia tradizionale e all'assetto paesistico dei luoghi;
.
- individua di conseguenza i criteri mor-fologici e costruttivi per gli intcr'Venti di ristrutturazione ed ampIiamento
degli edifici esistenti e delle nU0ve eclificazioni, inclicando
anche i valori cromatici cli riferimento;
- determina Ie funzioni ammissibili, !'assetto dellc aree Iibere e Ie tipologie pr-ivilegianclo Ie tradizionali utilizzazioni dei cortili e dcgIi spazi aperti, secondo gli usi 10caJi.
3. Nelle morc dell'approvazione del sudcletto piano di settorc sono ammcssi gli inter'Vcnti di cui al comma 1 dell'artico-
102.'5.
4. Nella sottozona ad assetto definito, iJ piano di settOl'e
zone edificate, oltrc al rispetto di quanto previsto clal comma
1 del!'art. 25 delle presenti NT.A. puo ammettere incrementi
Bollettino
Ufficiale della Regione Lombardia
13 -
0
1 Supp1. Straordinario
attrezzature culturaIi; a tal fine il Consorzio approva specifici
interventi esecutivi, secondo le modalita stabilite dal precedente art. II; fatto salvo quanto specificato per la sub-zona di
cui a1 successivo comma I-tel', i progetti di intervento debbono conformarsi agli inclici ecl aIle prescrizioni delia zona a
parco attrezzato, ambito della trasformazione, ed alle prescrizioni del titolo II, salvo esigenze funzionali non diversamente
organizzabili.
3. Nell'ambito delia ZOna per servizi del Parco e individuata, con apposito simbolo grafico, la sub-zona «Bosco dell'Ospedale», in Comune di Garbagnate e Senago, per la quale si
applicano le disposizioni di cui al presente comma; la subzona e destinata alia costituzione di un arboreto-ario botanico delle Groane, dove vengono rappresentate le specie tipiche
del Parco e degli ambienti planiziali; gli esistenti complessi
boscati devono essere mantenuti in modo da assicurare il relativo carattere rappresentativo, in conformita alle disposizioni del piano di settore per la tutela e potenziamento dei boschi, rimboschimenti, vegetazione spontanea. Nella sub-zona
sono ammessi:
- i percorsi di fruizione e la segnaletica didattica e informativa;
- le attrezzature di supporto, quali laboratori, serre, impianti, magazzini, centro visita, parcheggi, punto di ristoro, eritro un limite massimo per SC 1%, da localizzarsi
comunque all'esterno delle superfici boscate esistenti;
- gli interventi di miglioramento arboreo e forestale;
- la realizzazione di un orto botanico floreale.
4. Nella zona a servizi comprensoriali sono ammesse esclusivamente attrezzature sovracomunali pubbliche 0 di usa
pubblico, quaIi:
• parcheggi e aree di interscambio;
• esistenti attrezzature scolastiche e sportive;
• esistenti attrezzature ospedaliere;
All'interno delle succi tate attrezzature sovracomunali e ammessa la presenza di attivita commerciali di supporto per SIp
non superiori all'l % delia superficie dell'area di intervento. I
progetti di intervento deb bono conformarsi agli mdici e aile
prescrizioni della zona parcoattrezzato,
sottozona della trasformazione, e aIle prescrizioni del titolo II, salve esigenze
funzionali non diversamente organizzabili.
5. La zona per servizi di interesse comunale e destinata ad
accogliere servizi di interesse locale e comunale compresi
quelli costituenti standard urbanistico. Sono ammessi, nel rispeno delia 1.1'. J/Ol e,delle altre disposizioni vigenti in mate-,
ria:
a) standard residenziali;
Sportive comunali pubbliche
0
quali sono ammessi i soli interventi di bonifica ambientale
approvati dalle competenti autorita. A termine boniiica, l'area
deve essere reeuperata ad ambienti naturali.
Art. 39 - Zona di piani{icazione comunale orientata
L I comparii sono destinati al recupero urbanistico e ambien tale del territorio di ciascun Comune compreso nel Parco, in funzione delia tutela e delia realizzazione del Parco
stesso, nonche al fine di realizzare, all'occorrenza, collega_
menti e accessi al Parco forniti dei relativi servizi. L'azzona_
mento dei comparti e dettato dalla pianificazione generale e
attuativa del Comune, in conformita aUe prescrizioni e criter'i
stabiliti dal presente articolo.
2. In particolare 10 strnmento
nale:
urbanistico
generale,comu_
a) pianifica ciascun comparto mediante zonizzazione urbanistica e relativa normativa di attuazione; ad integrazione
degli indirizzi di cui al precedente art. 5, Ie aree esterne al
perimetro del parco so no disciplinate in modo organico e
coordinato con il comparto;
b) individua e tutela i beni culturali e coordina Ie previsioni urbanistiche con la tutela delle zone di interesse naturali_
stico;
c) prevede la realizzazione dei corridoi a verde e percorsi
ciclopedonali di continuita tra i settori del Parco interrotti
dall'edificazione;
d) prevede, all'occorrenza, servizi comunali e sovracomu_
nali, parcheggi e accessi al Parco dotati dei relativi servizi.
TITOLO IV
NORME PARTICOLARI DI SEITORE
• canale scolmatore e Villoresi e relative case cantoniere;
• parco.
altre attrezzature culturali e di supporto ai visitatori del
b) attrezzature
blico;
al n. 36 _ 31 agosto 2004
di uso pub-
c) servizi alia viabilita, esistenti distributori di carburante;
d) servizi ed impianti annessi all'industria, compresi gli
impianti di depurazione, e gli standard di legge;
e) cimiteri;
f) cabine di servizio agli impianti di erogazione energetica.
In particolare, alcuni lotti hanno Ie seguenti destinazioni
prioritarie:
- T servizitecnologici;
- P parcheggi.
Su richiesta del Comune, il Consorzio concede, a titolo gratuito, il diritto di superficie al Comune stesso delle sue proprieta comprese in questa Zona al fine di realizzarvi i succitati
servizi.
6. I cimiteri di nuova formazione, ferme restanclo Ie nor'me
igieniche, sono preferibilmente da progettarsi in forma estensiva con privilegio aile forme arboree e ai prati; gli impianti
lapidei e monumentali sono preferibilmente da disciplinarsi
all'essenziale, Con appositi regolamenti.
7. I progetti di intervento debbono conformarsi agli indici
e aile prescrizioni della ZOnaparco attrezzato, sottozona delia
trasformazione, e aile prescrizioni de] tito]o II, salve esigenze
funzionali non diversamente organizzabili. Sono compresi in
questa zona anche impianti dismessi e discariche di materiaIe, individuati con apposito asterisco di incompatibilita, per i
Art. 40 - Viabilita pubblica
I. La realizzazione di nuove strade pubbliche e soggetta
aIle competenze e procedure disposte dall'art. 43 fatte salve
Ie convenzioni gia stipulate alia data di approvazione dell a
presente
variante. Per Ie strade statali si applica l'art. 12, comma 2.
Art. 41 - Parcheggi
I. II Consorzio e i Comuni consorziati realizzano i parcheggi in corrispondenza delle zone di maggiore accessibilita
pubblica al Parco.
Secondo Ie specifiche norme di zona, essi deb bono essere 10calizzati in zona edificata, zona per servizi, zona parco attrezzato e nell'ambito delle pertinenze degli edifici esistenti 0 da
realizzare - anche se posti in altro azzonamento. Eccezionalmente, possono essere realizzati parcheggi fino a 50 posti
auto anche in altre zone, ad esclusione delle zone di riserva,
purche in adiacenza aIle strade e agli accessi e purche non ne
derivi danno ambientale, per iniziativa del Consorzio 0 di altri enti pubblici previa certificazione di conformita ai sensi
dell'art. 10 deUa 1.1'.18/97.
Nella definizione architettonica delle aree di parcheggio si dovra tener conto dell'inserimento ambientale nel Parco, soprattutto per quanto riguarda la pavimentazione, che deve essere
di tipo permeabile COS1da permettere il parziale mantenimen_
to del tappeto erboso, nonche Ie piantumazioni interne e Ie
cortine aJberate di contorno.
Tali parcheggi, al fine di limitare iI consumo di suolo, dovranno preferibilmente essere posti in fregio alle strade, evitando
la formazione di piazzali laddove non in contrasto con la normativa vigente.
Art. 42 - Viabilita minore
II Consorzio cura la redazione del piano di settore dell a viabilita minore; iI piano di settore, tenuto conto delle particolari
caratteristiche del terreno e dei luoghi e Con pariicolare riguardo aIle cautele necessarie per la salvaguar'dia delle aree
cli maggiore rilevanza naturalistica e storico-architettonica,
programma il completarnento delia rete dei percorsi di fruizione del parco, individuando diversi livelli di accessibilita e
percorrenza, i criter'i di realizzazione, il tipo.di manto di copertura, Ie modalita di inserimento ambientale, le relative attrenature, ivi compresi i punti di sosta, Ie aree da pic-nie, 1e
aree di fruizione dei valori ecologici e quant'altro necessario
per la fruizione pubblica delia natura e de! paesaggio, anche
in relazione alia individuazione di percorsi per disabili, curando, in particolare, la connessione dell a rete dei percorsi
ciclopedonali con Ie stazioni ferroviarie, con il sistema dei
Bollelt/l1o
Uflic/ale della Reg/one Lombard/a
- 14-
parcheggi, individuati ai sensi del precedente art. 41 e con i
confinanti parchi regionali. Per delega del Comune il Consorzio pUGmantenere e gestire Ie strade vicinali.
Art. 43 - lnfrastrutture e servizi pubblici
]. Le opere e Ie infrastrutture pubbliche, di nuova realizzazione, non diversamente localizzabili, non sottoposte alla valutazione di impatto ambientale 0 a verifica (di cui al d.P.R.
12 aprile 1996, art. 10), non ricadenti nelle zone di riserva
naturale, nei SIC e nelle zone ad indirizzo naturalistico, non
previste dalla normativadelle
singole zone, sono realizzabili
purche siano progettate e realizzate in conformita ai criteri
ed indirizzi di seguito indicati.
A tal fine, I'ente competente alla realizzazione dell'opera, di
intesa con il Parco ed il Comune tenitorialmente interessato,
definisce in apposito atto convenzionale Ie opportune iniziative di mitigazione, relativi termini e modalita nonche garanzie, anche fidejussorie di esecuzione. L'ente parco, in sede di
espressione del previsto parere puo richiedere la previsione
di interventi di mitigazione 0 di precauzioni ulteriori. La convenzione deve comunque garantire che Ie caratteristiche ambientati e paesistiche non siano inimediabilmente
compromesse.
2. La progettazione e la realizzazione di infrastrutture deve
tenere conto degli indirizzi specifici contenuti nei piani di sistema del Piano Tenitoriale Paesistico Regionale e perseguire
i seguenti obiettivi:
• ridune al mipimo l'occupazione di aree concentrando,
quando
possibile, Ie linee tecnologiche lungo i tracciati
gia esistenti;
e
• ripristinare e compensare, a cura e spese del titolare dell'opera e nei modi e nei tempi definiti dalle intese e dalle
convenzioni di cui al comma 1, ogni valore ambientale
coinvolto nella realizzazione dell'opera, mirando all'equiIibrio 0 al miglioramento del bilancio ambientale;
• recuperare eontestualmente, a cura e spese del titolare
delI'opera e nei modi e nei tempi definiti daIle intese e
dalle convenzioni di cui al comma 1, Ie aree gia occupate
da infrastrutture ed opere, 0 loro parti, dismesse;'
• in particolare Ie compensazioni ambientali dovranno
prevedere interventi che risarciscano, a seconda deIl'opera progettata e da attuarsi all'interno del parco, varie
componenti
dell'ambiente eventualmente
alterate sia
temporaneamente che definitivamente (flora. fauna, paesaggio). Si dovranno inoltre prevedere modalita di esecuzione delI'opera tali da ridune, per quanto possibi]e, il
disagio anecato ai cittadini dallo svolgimento dei Iavori.
3. Non sono soggette alIa procedura.di cui a] successivo
art. 481e terebrazioni dei pozzi per l'approvvigionamento idropotabile, nonche Ie relative opere accessorie e g]i allacciamenti, entro i seguenti Iimiti:
• i] sito prescelto sia privo di vegetazione naturale protetta
- bosco 0 brughiera, come individuata nel P.T.e. stesso
e ne] piano di settore boschi;
• i manufatti in elevazione non devono s.uperare i metri 3
dal piano di campagna ed essere realizzati in conform ita
alle norme paesaggistiche del presente P.T.e. e suoi piani
di settore;
• l'area eventualmente cintata sia limitata a non oltre 150
metri quadri di superficie e alberata con specie autoctone;
• gli allacciamenti siano posti sotto sedi di strade e piste
forestali 0 ciclabili.
r relativi lavori sono soggetti a parere consortile che indica Ie
opere di mitigazione e compensazione obbligatorie.
4. L'installazione di impianti per Ie telecomunicazioni e
per la telefonia mobile sono soggetti ad uno specifico regolamen to d'uso che individua Ie localizzazioni dei siti con riguardo alle esigenze di tutela ambi~ntale e paesaggistica nel rispetto dell a normativa vigente. E sempre vietata l'installazione in zona di riserva naturale 0 nei coni visuali delle ville
storiche. Sono ammessi esclusivamente impianti di interesse
pubblico gencrale da concentrare nei luoghi di minore disturbo paesaggistico e radiomagnetico.
Art. 44 - Fasce di rispetto
I. Nelle fasce di rispetto delle fenovie, delle strade, degli
elettrodotti e simili e dei canali, Ie disposizioni del presente
piano sonG osservate in quanta cornpatibili can Ie nonne e
servitu relative. L'ente proprietario 0 gestore delle opere stes-
0
1 Supp1. St,-aordinario
al n. 36 - 3] agosto 2004
se esercita i normali lavori di manutenzionc, anche in deroga
alle disposizioni del presente piano e dei regolamenti di esecuzione, per tutta I'estensione della proprieUl pubblica e delle
fascc gravate di servitu, solo se ammesso dalla normativa vigente. L'ente proprietario 0 gestore deve curare la pulizia delIa proprieta pubblica e delle fasce gravate da servitu.
Art. 45 - Esercizio della attivita estrattiva
Nel Parco e vietata I'attivita estrattiva con Ie eccezioni di
cui al presente articolo. E consentita la prosecuzione delia
coltivazione delle cave di sabbia e ghiaia previste da] piano
cave provinciale approvato ai sensi delia 1.r. 8 agosto ]998
n. 14.
E consentita ]a co]tivazione delle cave di argilla previste da!
piano cave provinciale; i relativi progetti di recupero devono
consentire la destinazione finale ad uso agricolo e/o naturalistico.
TITOLO V
NORME FINAL! E TRANSITORIE
Art. 46 - Disciplina delle attivita incompatibili
1. Per Ie attivita definite «incompatibiIi» individuate nella
tavola n. 1 «Planimetria di piano», il Parco c!efinisce con apposita convenzione sottoscritta dalle parti interessate i tempi
ed i metodi di gestione e Ie eventuali mitigazioni ambientali
da mettere in atto affinche I'attivita risulti tollerabile e si riduca I'incidenza sui siti di importanza comunitaria, nonche Ie
modifiehe c!cgli impianti consentibili e i temjJi e Ie modalita
di un'eventuale cessazione. L'Ente gestore, mediante piano di
settore, potra individuare nuove localizzazioni, per il trasferimento delle attivita economiche incompatibili. La rilocalizzazione puo essere effettuata anche fuori del perimetro del Parco in accordo con i! Comune 0 i Comuni interessati.
Art. 47 - Sanzioni amministrative
L'Ente gestore esercita Ie funzioni attribuite dal titolo III
delIa l.r. 86/83 e da altre disposizioni di Iegge vigenti.
Art. 48 - Pateri di deroga
1. Alle norme del presente piano territoriale e consentita
deroga soltanto per la realizzazione di opere pubbliche, che
non possono diversamente essere localizzate ai sensi dell'art.
18, comma 6-ter, 1.r. 30 novembre 1983, n. 86.
La procedura per Ie richieste di autorizzazione in deroga al
regime del parco e definita nella deliberazione di Giunta Regionale 16 maggio 1997, n. 6/28623, pubblicata su Bollettino
Ufficiale dell a Regione Lombardia S.O. n. 28 del 7 luglio
1997.
Art. 49 ,--Norma di raccordo
Gli eventuali piani di settore previsti dal P.T.e. di Parco
regionale, vigenti alla data di approvazione delle presenti norme, laddove in contrasto, dovranno adeguarsi aIle prescrizioni e indicazioni del presente piano.
Norme di Attuazione
PTCP - Provincia
TITOLO III -RAPPORTI
TRA
PTCP
E
PIANIFICAZIONE
STATALE,
REGIME DELLE INTESE
Art. 15 Recepimento
procedimenti
GU
AL TRI
REGIONALE
E
di Milano
STRUMENTI
PROVINCIALE
nel PTCP dei piani di settore statali
di intesa ex art. 57 del D.lgs. 112/98
01
e regionali:
1. II PTCPassume valore ed effetti dei piani di tutela nei settori delia protezione delia
natura, dell'ambiente, delle acque e difesa del suolo e delia tutela delle bellezze
naturali nonche dei piani stralcio 0 varianti dei piani territoriali regionali, a condizione
che la definizione delle relative disposizioni avvenga attraverso accordi ai sensi delia L.
241/1990 tra la Provincia,
statali competenti.
I'amministrazione
2. Nell'accordo sono disciplinati
cartografici e normativi.
Art. 16 Rapporti tra if PTCP
1. Con riferimento
i contenuti
regionale
dell'intesa
e Ie amministrazioni
con i relativi
anche
adeguamenti
e la pianificazione di Bacino
ai contenuti del piano, di cui all'art. 3, il PTCP:
a)
verifica, a scala di maggior dettaglio, i limiti delle fasce fluviali del PAl;
b)
integra la delimitazione
ambientale;
c)
promuove
delle suddette fasce con i contenuti di natura paesistico _
appositi studi per la delimitazione
d'acqua minori ai fini degli approfondimenti
Dicembre 2001 n. 7/7582.
delle fasce relativamente
ai corsi
di 2'" livello di cui alia D.G.R. 21
2. Gli approfondimenti
di cui al precedente comma
delimitazione
delle
fasce
fluviali
individuate
dal
costituiscono modifica
PAl successivamente
alia
al
perfezionamento delle intese con l'Autorita di bacino e la Regione Lombardia, ai sensi
dell'art. 57 del D.Lgs. 112/1998 e dell'art. 1 delia normativa del vigente PAL
Art. 17 Rapporti tra if PTCP e la pianificazione
e programmazione
1. II PTCP specifica e approfondisce i contenuti
programmazione e pianificazione regionale.
di cui ai vigenti
regionale
strumenti
delia
2. II PTCP recepisce ai sensi del comma 29 lettera a), dell'art. 3 delia L.R. 1/2000, i
contenuti naturalistico - ambientali dei vigenti piani territoriali di coordinamento dei
Parchi Regionali, ricadenti all'interno
del territorio
provinciale nonche dei lara
strumenti di programmazione e gestione approvati nonche i parchi naturali istituiti con
legge regionale, Ie riserve naturali e i monumenti naturali istituiti.
3. Ai sensi dell'art. 15 e, relativamente ai sistemi territoriali di cui all'art. 3, i
contenuti territoriali del PTCPe quelli dei PTC dei Parchi Regionali vengono disciplinati
in regime di Intesa. Nel caso in cui I'intesa comporti modifica al regime dei suoli
all'interno dei PTC di parco regionale, il Parco avvia apposita variante al PTC.
4. L'efficacia delia Variante Generale al PTCCdel Lodigiano, approvata con D.eR. 29
Luglio 1999, n. VI/1295, relativamente ai territori dei Comuni di Cerro al Lambro, San
Colombano al Lambro e San Zenone al Lambro, cessa alia data di entrata in vigore del
presente PTCP.
15
1
-l
REPUBBLICA 1TALIANA
RegioneLombardia
BOLLETTINO UFFICIALE
MILANO - GIOYEOT, 18 AGOSTO 2005
1° SUPPLEMENTO STRAORDINARIO
Sommario
(])
CD
is
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OJ
2
LL
DELIBERAZIONE GIUNTA REGIONALE 27 GIUGNO 2005 - N. 8/220
(5.35)
Approvazione del Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti (P.R.G.R) ai sensi degli ant.
19,20 e 55 della l.r. 26 del 23 dicembre 2001 e in applicazione de1Je diretrive 75/442/CEE,
91/689/CEE, 94/62/CEE nonche del rappOrlo ambientale di valutazione ambientale strategi.
2001
ca ai .sensi della direttiva 200 1/42/CE del ParIamento Europeo e del consiglio del 27 giugno
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5.3.5 AMBIENTE E TERRITORIO / Ambiente / Rifluti e dlscariche
Bollettino UIJiciale delia Regione romhardia
256
0
1 Suppl. Straordin<lrio <II n. 33 - 18 agosto :200S
Criteri generali per fa focafizzazione degfi impianti £Ii .l'maftimento e if recupero
£lei rifiuti
c
La procedura relativa aJrindividuazione
dei siti
un elemento fondamentale per la programmazione
e la realizzazione
degli
impianti
di trattamento/smaltimento/recupero
dei ritiuti solidi, pertanto in questo capitolo si intendc approf()f1dirc
I'aspctto
localizzativo j(mnulando una '"metodologia guida"' gcnerale utilc. a livello provinciale, nella pianitieazione di dettaglio.
Per la localizzazione dei nuovi impianti eli smaltimento dei rifiuti. i Piani di gestione Provinciali procedono
aree non idonee reeependo Ie indieazioni dcl Piano Regionale e individuano Ie zone potenzialmente idonee.
alia elelinizione
delle
La proeedura per I'individuazione
dei siti non idonei si tonda suJranalisi
integrata e sistematica di tutti gli strumenti di
pianificazione
vigenti, di programmazionc
ambientale/territoriale
e dei vincoli insistenti sui territorio.
I eriteri di localizzazione.
inkressano sia Ie aree escluse dalla realizzazionc eli qualunque impianto di smaltimento (aree inaccettabili)
sia i critcri limitativi
pcr
la realizzazione di specifiche tipologie impiantistiehc
in aree altrimenti giudieate idonee (aree con aleune eontroindicazioni),
nonchc'
Ie raeeomandazioni relative a quelle situazioni ehe non eonsentono deeisioni a priori e che riehiedono la dctinizione
di criteri di non
idoneita basati sulla mitigazione degli impatti.
Gli impianti che, in base ai eriteri di seguito esposti. si trovcranno ad essere localizzati in aree non idonee, vedranno nel tempo la
chiusura delia propria attivita 0 la rieonversione funzionale. meglio se gia individuata dal Piano stesso speciticando per ciascuno di
essi, tempi e modal ita per la ehiusura e per l'eventuale bonitiea/messa in sieurezza: si precisa che I'esercizio delle operazioni di
smaltimento e reeupero dei ritiuti gii autorizzate sani eonsentito limitatamente
alia durata dell'autorizzazione
stcssa, il cui rinnovo
sara possibile tino al termine delia vita tecnica dell'impianto 0 in easo di discarica ad esaurita possibilita di confcrimento.
La proeedura di gestionc - localizzazione purl csserc riassunta in quattro fasi:
FASI
FASE A
FASE B
FASE C
AlIONI
Formulazione dei criteri di localizzazione per I'individuazione
delle aree non idonee che hanno valenza di vincolo assoluto
(fattori escludenti) e identificazione dei fattori penalizzanti 0
preferenziali da utilizzare per I'identificazione delle aree non
idonee. I fattori escludenti sono determinati sulla base delia
normativa vigente e di obiettivi di tutela ambientale.
Sulla base dei fattori escludenti indicati preliminarmente dal
Piano superiore, si procede ad una prima selezione, che
individua Ie aree non idonee e i "macroambiti"
potenzialmente idonei.
Individuazione puntuale delle aree potenzialmente idonee,
"microambiti" applicando parametri di localizzazione e
informazioni piu dettagliate, considerando quelle che
tengono conto delle specifiche esigenze delle rea Ita locali
(particolari condizioni territoriali e ambientali, verifica dei
vincoli alia scala comunale) Infine si ottiene una rosa di siti
potenziali, rispondenti a tutti i criteri di piano, varie alternative
di localizzazione Ulteriormente dal confronto fra vincoli e
oPportunita di ogni area si puo selezionare il sito che
presenta Ie condizioni piu adatte per I'inserimento
dell'impianto.
COMPETENZE
ReQione: Piano Regionale di gestione dei Rifiuti
(i criteri indicati dal Piano riguardano I'intero territorio
regionale in modo di garantire omogeneita di
applicazione. A livello inferiore si possono comunque e
sempre introdurre ulteriori criteri da utilizzare nella
selezione ).
Provincia: Piano di gestione Provincia Ie:
applica i criteri di esclusione proposti dalla Regione e i
criteri disponibili a livello Provinciale
Provincia: Piano di gestione Provincia Ie
successivamente alia consulta preliminare
sui criteri.
dei Comuni
Progetto preliminare.
FASE 0
Si procede alia progettazione dell'impianto e alia stesura
dello studio di impatto ambientale ai sensi delia normativa
Regionale
Provincia: attuazione Piano di gestione Provincia Ie in
collaborazione con altri sOQQetti.
8.3 Prineipi guida per la see Ita del sito
L'inserimento
nel territorio
di impianti suseita sempre sull'opinione
pubblica eontlittualita
e rcsistcnzc per la tradizionalc
ditlidenza delia popolazione verso tutto cirl che riguarda la problematica dei riliuti. Tale diflidenza
dcl resto legata ael csempi
negativi e macroscopici del passato che hanno dato luogo al degrado di vaste aree in tutta Italia.
c
Ognuna per la propria earatteristica, Ie varie tipologie di impianti per il trattamento dei riliuti ela originc ad una scrie di disturbi al
territorio cd alia popolazione. Fra Ie ragioni che provocano il riliuto sociale degli impianti si purl osservare una propensione a credere
ehe la gestione dei riiiuti eostituisea una sorgente di rischi per la salute e per I'ambiente maggiore rispetto ad altre attivila antropiehe
ri
Icvante. a volte maggiormente inquinanti): si pensi ad esempio al tranico veicolare od aile attiviUi industriali a risehio di incidentc
(peraltro
c
In ogni caso la scala ottimale per iI trattamento dei residui urbani cd industriali (a/mcno nella situazione atlualc in cui
assai
ridotta la separazione del ritiuto alia fonte)
data da impianti di grandi dimensioni che trattano 0 accolgono riJiuti provenicnti da
bacini di utenza estesi, per cui si presenta il problema di fare accettare in un singolo sito, ad una sola comunita locale, gli impatti
connessi allc attivita di trattamento 0 smaltimento di rifiuti prodotti anche da altre cOlllunit,i
c
Dunque I'individuazione
selezioneeconomici
e stabilizzazione
soeiali,
e politici.
0
di aree idonee per irnpianti
inceneritori, deve atfrontare
di trattamento e smaltimento dei rdiuti. siano essi discariehe. illlpianti di
vincoli e limitazioni di natura diversa: fisici, tecniei, ambientali, ma anche
c
l.a normativa vigente, ai vari livelli,
sempre piu attenta aI/a sostenihilita delle attivit,i eli geslione dei riJiuti. Ad esempio it giil
citato decrc(o d. Igs. dcl 5 kbbraio 1997 n. 22, all'art. :2 riporta: "l.a gestionc dei rifiuti costituisce attivita di pubbl ico intercsse
al
linc di assieurare un'elevata prolezione dell'ambiente c control/i eflicaci, tenendo conto del/a speciticiul dci ritiuti pcricolosi".
I ritiuti pcrtanto devono essere recuperati 0 smaltiti senza perieolo per la salutc dcll'uomo c senza rieorrcre a procedimcnti
0
metodi che potrehbero recare pregiudizio all'amhiente e in particolare:
I
i
•
•
senza detcrminare risehi per I'acqua, I'aria, il suolo e per la fauna e la flora:
senza causare inconvcnicnti
cia rumoxi oodori:
•
senza danneggiare
iI paesaggio e isTti di particolare
interesse, lutelati
in base alia normativa
vigente.
Bol/etlino Utliciale delia ReRione Lomhardia
257
] 0
Supp!. Straordinario
al n. 33-
I X agosto 2005
Le possibili soluzioni delle problematiche connesse all'inserimento
territoriale degli impianti sono strettamente
collegate anche
con Ie procedure di V.l.A. e con il sistema delle certiticazioni ambientali comunitarie in via di applicazione
anche nel nostro Paese
(ISO 14.000. EMAS). approfondite nei Successivi paragrati.
La scelta dei siti. nel rispetto delle vigenti norme sulla VIA deve essere elTettuata Ira diverse ipotesi localizzative
possibilmentc
individuate durante la fase di pianificazionc territoriale tramite uno studio di impatto ambicntalc. In questa t)ISC si val uta. sia pure a
grandi linec. I'impatto sulle diverse componenti ambientali c paesaggistiche
di tali scelte. mentre agli elementi di pianiticazione
dcfiniti ai vari livelli e riportati ehiaramente in speci1ici elaborati. si fa rilhimento nelle successive tilSi progettuali.
L'inserimento
dell'impianto
non deve costituire elemento di degrado del territorio. Esso deve perseguirc i seguenti obbiettivi:
• buona integrazione
nel territorio:
•
•
•
•
•
essere accettato dai eittadini:
diventare occasione per ricomporre il paesaggio:
garantire un buon impatto ambientale nel medio _ lungo periodo:
manifcstare da subito elementi positivi sotto I'aspetto paesistico _ ambielltale:
trovarsi alia giusta distallza dai centri abitati e da funzioni sensibili:
• preselltare idonee misure di mitigazione, fasce di rispetto e vari interventi di compensazione
• promuovere la salvaguardia e la valorizzazione degl i aspetti bio _ natural istici:
• garantire la necessaria realizzazione di spazi di emergenza e di sicurezza.
attorno agli impianti:
8.4 Programmazione e Vincoli
L'analisi territoriale necessaria alIa programmazione
degli impianti per il trattamento ed il recupcro dei ritiuti
Iettura "integrata" ed interdisciplinare
del territorio che si fonda sulla dctinizione delio stato iniziale dell'ambiente.
evolutive in atto e sulle situazioni di rischio reale 0 potenziale, come degrado preesistente 0 instabilita dei suoli.
Questo approfondimento
ultime. impianti, delle strutture
degli
si basa su una
sulle tendenze
rappresenta infatti il punto di partenza per I'individuazionc
di possibili futuri "scenari" localizzativi
ad essi necessarie. delle aree di rispetto/eompensazione
e delle diverse modal ita di gestione di queste
L'area oggetto di analisi per I'inquadramento
territoriale viaggia in funzione del tipo di impianto e delle componenti ambientali
coinvolte daie piani
inoltrepaesistici
deve essere
compresa0 regionali.
nelle linee conoscitive di ampio ambito. ad esempio quello relativo aile unit,) di paesaggio
de1inite
provinciali
In quest'ottica.
vanno analizzati i documenti di pianificazione.
la normativa e gli eventuali vineoli che associano aIle varie
porzioni sui
di territorio
impatto
territorio. difterenti gradi di tutela, la loro eonoscenza permette infatti di acquisire informazioni utili pcr valutare il rclativo
A livello di Pianificazione
•
•
•
•
•
piani
piani
piani
piani
piani
i documenti
paesistici:
di settore:
di bacino:
territoriali di coordinamento:
regolatori generali:
da considerare
escludono a priori la possibilita
degliAlcuni
impatti vincoli
(raccomandazioni).
sono:
di realizzare certe tipologic
di impianto.
altri suggeriscono
mctodi di mitigazione
Di seguito si riportano alcuni vincoli ed clementi da rispettare e tenere in considerazione.
8.4./ Vinc% idroge%gico
La realizzazione di impianti appartenenti ad ogni tipologia e esclusa nelle seguenti aree soggette a vincolo: aree c1assifieale dalle
Province come "molto inSlabili". aree coperte da boschi di protezione R.D. 326711923. zone di tutela assolula e di rispetto delle
risorse idriche (DPR 152/(2). Per Ie "aree instabili" Ie Province. nei Piani Territoriali Provinciali. "de1iniscono Ie opere tecniche di
trasformazione
territoriale ammesse" e nel proeedere alIa individuazione delle opere tecniche di trasformazione
territoriale ammesse
nelle "aree instabili" e nella detinizione di direttive per i Comuni. considerano che tutti gli impianli di recupero 0 smaltimento riJiuti.
latta eccezione per gli sloccaggi provvisori. costiluiscono di latto un mutamento permanente di destinazione
d'uso del suolo. Nel
caso delle aree boschive vanno eonsiderati gli articoli inerenti alia tutela delia Iegge tiJreslale regionale (I.r. 271(4).
8.4.2 Vinc% storico I'd arche%gico
La realizzazione di impianti appartenenti ad ogni tipologia c esclusa nelle aree elassificate ai sensi del digs n. 42/2004 (nuovo
"Cod ice dei Beni Cullurali e del Paesaggio") come Beni culturali e beni paesaggistici. (art. 134. 136) laddove SUssisla I'interesse
culturale dichiarato dal Ministero e nelle aree lutelate per Iegge (art. 142). In prossimila del vincolo. intatti non possono essere
loeaJizzale attivita che rechino pregiudizio alia conservazione
dei siti cd in ogni caso sono soggette ad autorizzazione
delia
Soprintendenza
ed a parere delia Commissione per il Paesaggio istituita presso gli enli locali.
8.4.3 Vinc% ambienta/e
La realizzazione di impianti appartenenti ad ogni tipologia. ai sensi deWart. II comma 3 lettera b) Icgge 6 dicembre 1991. n. 394
non c eonsentita nellc aree naturali protette nazionaIi (Pareo delio Slelvio) nei Parchi naturali regiollali. nelle riserve e nei monumellti
naturali: inoltre ai sellsi delia Direttiva Habitat (92/43/CEE) e delia Dirctliva uceelli (79/409/CEI-:). non c possibile realizzare
impianti nei Siti di Importanza Comunitaria SIC e nelle Zone protezione speciale 71'S.
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L-,,,,,,; "'''''" d' ',"p'''''' ,,,' P'''c'' , "g'o",,,, d",-, """ CO"'0''", " F''"'' 'wit""'" d' C:"""" ",""",,, ",j ""," i ,,,'"~,
di deeaclenza
norme di salvaguardia
devono
essere delle
smantellati.
la realizzazione
di impianti
c
vietata2
In caso di dismissiolle
degli
impianli.
gli slessi
2 Coordinamcnto
Tali misure chcdello
in generc
stesso. hanno restano in vigore due anni. si applicano Ira I'istituzionc dcl Parco c I'adozionc del Piano Tcrritorialc di
8olletlino U{1iciale delia Regione Lomhardia
258
0
1 Supp!. Straordinario
al n. 33 - ! IS agosto 2()(J5
8.4.4 Piani regolatori comunali
Non sono idonee Ie zone omogenee di tipo A. B c C. mentre si dovni valutare I"ammissibilit,i
di stoccaggi provvisori
di riliuti
non putrescibili
0 di eco - centri. cosi corne I'opportunita
di individuarc corne non idonee alcune tipologie di impianti.
Sono da
escludere anche Ie zonc ricadenti in vincolo idrogeologico. I Comuni. nella redazione dei PRG, tengono conto dei Piani provinciali
di
gestione dei ritiuti delle aree non idonec dcgli impianti individuati al finc di assicurare illllantenimento
delia situazione esistente.
8.4.5 Altre indicazioni
da considerare
Le istico,
Province
possono
natural
corne:
prevedere
cd individuare
ulteriori
aree. non tutelate
•
•
zone intcressate presenza di specie rare da tutelare di avifauna nidificante
oasi di protezione. aree di ripopolamento 0 cattura:
•
•
presenza di endemisllli. ccosistemi rari. integri
pregio estctico 0 con potenzialita di recupero.
0
0 normate.
0
che presentano
elcmenti
cli interesse
di passo:
complessi:
8.4.6 Distanza minima dai centri abitati
Per tutte Ie tipologie di impianti esistenti all'entrata in vigore del presente Piano. la distanza degli stessi. dai centri urhani.
potrehhe risultare difforme dai nuovi lillliti di sicurezza espressi nella sottostante tahella: in particolare per Ie discariche la situazione
dovra essere valutata caso pcr caso in hase alia direttiva 1999/3 liCE. Per quanto riguarda i nuovi impianti. allo scopo di prcvenirc
situazioni di compromissione
delia sicurezza delle abitazioni 0 di grave disagio degli abitanti sia in fase di esercizio regolarc che in
caso di incidenti e fissata una distanza minima tra I'area dove vengono elTettivamente svolte Ie operazioni di smaitilllento
c/o
recupero.
dalla presenza di eventuali opere di Illitigazione previste in progetto e i vicini centri urhani.
Segue indipendentemente
tabella specitica:
TUTELA DELLA POPOLAZIONE
TIPOLOGIA
IMPIANTISTICA
DISTANZA OAL CENTRO ABITATO"
(come definito dal nuovo cod ice delia strada d. Igs ..
285/1992)
Discariche di inerti (cfr Tab.3D.M.13/03/2003)
DISTANZA
MINIMA
Discariche di inerti diversi dalla Tab.3
50m
Discariche rifiuti non pericolosi non putrescibili
100m
Discariche rifiuti non pericolosi putrescibili
200m
Discariche rifiuti pericolosi
500m
Impianti di compostaggio
--
400m
Inceneritori'
500m
•• Ie distanze si intendono misurate dalla recinzione dell'impianto;
variabile
• Individuata una "macroarea" potenzialmente idonea, la scelta dell'ubicazione finale dell'impianto avverra ad una distanza minima di
sicurezza dai vicini centri abitati; per poterla indicativamente stabilire si avvia uno studio di approfondimento sulle condizioni
climatologiche locali, considerando aspetti quali: la direzione e la velocita dei venti predominanti, Ie caratteristiche metereologiche
incidenti sulla zona, I'altezza del camino, infine il tipo e la quantita dell'emissione
La scelta finale ricadra sulle zone che garantiranno
Ln372/1999.
una ricaduta minima di sostanze nocive al suolo, stando ai parametri previsti dal D.m n60/2002, dalla Direttiva n61/1996 e dalla
DISTANZA DA FUNZIONI SENSIBILI
(strutture scolastiche, aSili, ospedali, case di riposo)
1000 metri potenzialmente
purche I'impiantoimpattanti.
non venga localizzato in aree industriali consolidate,
antropiche
dove potrebbero essere gia presenti attivita
DISTANZA DA CASE SPARSE
Nel caso di abitazioni sparse poste a distanza inferiore a quelle sopra indicate, dovra essere effettuata una specifica verifica degli
impatti aggiuntiva, che preveda la mess a in opera di eventuali misure di compensazione specifiche
8.4.7 Accessihilita
dell 'area
Una buona accessibilita sia per il personale addetto che per tutti i mcni impiegati nelle diverse lasi del cicio di vita dell'impianto
rappresenta il presupposto essenziale al funzionamento delIa struttura. Pertanto. qualora la localizzazione
non sia prevista in aree
funzionalmente
gia impostate. come per Ie aree industriali.
in genere gia dotate cli tutte Ie inlhlstrutture
necessarie. particolarL'
attenzione va posta ncllo studio delia viabilita:
inlatti opportuno valutare. per tutte Ic tipologie impiantistiche.
I"cventuale non
idoneita di un'area rapportandola alia vieinanza 0 menD ad inlrastrutture primarie e secondarie. considerando la distanza clai caselli
autostradali. dalle linee 1Crroviarie. dalle circonvallazioni
ed intine il possibile inquinamento acustico cd atl1losfCrico dcrivantc dal
traffico in entrata ed in uscita dall"impianto.
Nel caso non csistano sufficienti
infrastrutture
viarie tali da garantire una huon a
accessihilit,i all"area. I'eventuale giudizio di non idoneita delia stessa dovril tenere conto delle possibili consegucnzc ambientali c
territoriali attraversato.
conncsse aI/a realinazione
dclle nuove intrastrutture d'accesso ed al loro esercizio. in fllflzione delle caratteristiche
del
territorio
e
8.5 Tipologie di impianto e localizzazione
II Piano Regionale di Gestione dei Rifluti sllddivide i criteri loealiaativi
trattamcnto/reclipero/slllaitimento
applicata. Le tipologie prcse in considerazione
•
Stazioni di trasfcri11lento. piattaf<mne ed i11lpianti di compost vcrde:
•
Discarichc di rifiuti pericolosi e non pericolosi:
•
Impianti
di trattamento
ter11lico per ritiuti
urbani e speciali, pericolosi
per tipologia
sono:
e non pericolosi:
impiantistica
c in base alia J<lf11ladi
Hollettino l/fIleiale delia Regione romhardia
266
! 0 Slippi. Straordinario
al n. 33 - 18 agosto 2005
8,5.4 Criteri per la locafizzazione di impianti di trattamento chimico -fisico, impianti di inertizzaziol1e 0 altri frattamenfi
impianti di compostaggiolcdrlbio-stahilizzazione
e selezione/stahilizzaziol1e, impianfi di fraffamenfo degli inerti
Livelli
,\pecijici,
di preserizione:
ESCLUDENTE:
implica
I'ENALl//ANTE:
progellazione/realizzazione
PREFERENZIALE:
!'escilisione
totale dell'impianto:
eontempla
la
realizzazione
dell'impianto
dello stesso, in virtu delle sensibiliul ambientali
t()rnisee int()rmazioni
aggillntive
soltanto
rilevate;
di natura logistico/eeonomica
dietro
tinalizzate
partieolari
attenzioni
ad una scelta strategica del sito.
FATTORE AMBIENTALE
APPLICAZIONE
USI DEL SUOLO
CRITERIO
Le Province mediante i Piani di indirizzo forestale (PIF) individuano Ie
aree qualificate a bosco e Ie aree dove pOssono essere autorizzate Ie
trasformazioni. Le Province, Ie Comunita montane, gli Enti gestori dei
Aree interessate da foreste, boschi e selve (L. r.
n.27/2004, Digs n. 42/2004 Beni tutelati per legge Parchi e delle Riserve regionali rilasciano Ie relative autorizzazioni
art. 142)
coordinandole con Ie procedure inerenti i vincoli paesaggistici In
mancanza di PIF, e vietata la trasformazione dei boschi di alto fusto,
tranne per Ie opere di pubblica utilita che possono essere autorizzate
dalla Regione dietro interventi compensativi a carico del richiedente
(artA)
Categorie agricole
Categorie agricole
ESCLUDENTE
Colture orticole floricole tipiche di aziende specializzate e vivai di
essenze e legnose agrarie forestali a pieno campo 0 protette
PENALIZZANTE
ESCLUDENTE
PROTEZIONE DELLE RISORSE IDRICHE
Aree di protezione delia falda superficia/e
Aree inserite nel programma di tutela delle risorse
idriche (Lr.n26/2003)
fluttuazione delia falda da/ piano di campagna a - 5m sotto
PENALIZZANTE
aree di ricarica delia falda, di riserva e di protezione dell'acquifero
Distanza da opere di captazione di acqua
destinata al consumo umano ad uso potabi/e
mediante infrastrutture di pubblico interesse (D.g,r. entro 200 metri di fascia di rispetto
n 152/99)
Zone vulnerabili ai sensi dell'Aliegato 7 al D. Igs
152/99
ESCLUDENTE
CARATTERI FISICI DEL TERRITORIO
sopra gli 1200 metri di altezza (art. 142 nuovo codice del paesaggio e
del paesaggio)
Digs n. 42/2004 Beni tutelati per legge
Distanza dal corso d'acqua e dai laghi (Pulizia
idraulica Reg. deer. n523/1904)
PENALIZZANTE
Aree coltivate a risaie, seminativo semplice misto a risaie, frutteti,
vigneti, oliveti, castagneti da frutto, noce, ciliegio.
Aree di pregio agricolo: DOC, DOGC, OOP, IGP,
IGT e aree interessate da agricolture biologiche 0 Le Province con specifico strumento, indicano con perimetrazione di
agriturismo (ai sensi dell'art. 21 commi a), b) e c) dettaglio quali sono i macro/micro ambiti interessati da produzioni
d, Igs. n. 228/2001)
agricole di pregio, cosi come indicato nei disciplinari UE di controllo
locale.
Altimetria
PENALIZZANTE
ESCLUDENTE
entro 10 metri
ESCLUDENTE
vulnerabilita finale medio alta del sottosuolo
PENALIZZANTE
Aree soggette a rischio idrauliCo, aree esondabili
AeB
(art. 29, 30, 31) integrate dalle circolari
interpretative n. 3128 del14 maggio 2003 e n.
5101 del 24 luglio 2003
Aree caratterizzate dall'instabilita del suolo: frane,
esondazioni e dissesti morfologici di carattere
torrentizio lungo Ie aste dei corsi d'acqua, trasporti
di massa sui conoidi, valanghe (Art.9 PAl)
integrate dalle circo/ari interpretative n. 3128 del
14 maggio 2003 en. 5101 del 24 luglio 2003
Aree soggette a rischio idroge%gico molto
elevato in ambiente cOllinare, montana ed in
pianura (Art.48 PAl e ArtA PS267) integrate dalle
circo/ari interpretative n. 3128 del 14 maggie 2003
en. 5101 del 24 luglio 2003
nella
TUTELA DA DISSESTI E CALAMITA'
Nelle fasce A e B sono esclusi: nuovi impianti e ampliamenti Sono
consentiti: il deposito temporaneo e I'esercizio per quelli gia autorizzati,
Iimitatamente alia durata dell'autorizzazione I seguenti criteri vanno
ESCLUDENTE
integrati con Ie precisazioni e Ie estensioni contenute nelle circolari
interpretative dell'Autorita di Bacino del fiume PO in nota riportate.7
Nuovi impianti 0 ampliamenti sono vietati in: aree interessate da frane
attive e quiescenti, esondazioni a pericolosita elevata e molto elevata,
conoidi non protetti e parzialmente protetti e valanghe: I'esercizio di
operazioni di sma/timento gia autorizzate sono consentite fino alia
durata dell'autorizzazione stessa:
in aree interessate da frane quiescenti 0 esondazioni di pericolosita
elevata. I seguenti criteri vanna integrati can Ie precisazioni e Ie
estensioni contenute nelle circolari interpretative dell'Autorita di Bacino
del fiume PO in nota riportate. 8
ESCLUOENTE
Zona1aree instabili con un elevata probabilita di coinvolgimento in
tempi brevi. Zona2: aree potenzialmente interessate dal manifestarsi di
fenomeni di instabilita a modesta intensita coinvolgenti settori piu ampl
di quelli attualmente riconosciuti I seguenti criteri vanno integrati can Ie ESCLUDENTE
precisazioni e Ie estensioni contenute nelle circolari interpretative
del/'Autorita di Bacino del fiume PO in nota riportate 9
La eireo/are n. 510 I del 24 lugli02003 ha ritenuto opportuno estendere la possihilita di rinnovo dell'autorJzzazione a tutti gli impianti operanti prima
dell'entrata in vigore del PAl per evitare Ie diseeonomie introdolle dalle localizzazioni degli impianti medesimi. Per tutti gli impianti I'esercizio PlJ(l
comunque essereesteso, al di la delia scadenza dell'autorizzazione, tino a tullo i/ periodo di esaurimento delia vita tecniea de/l'impianto stesso, dictro
eftcttuazione di un SIA e delia veritica delia compatibilita idraulica contenente Ie proposte di mitigazione del rischio Idraulico.
x II divicto c derogato anche nelle aree interessatc da trane quiescenti (i\rce Fq), esondazioni a pericoloslta elcvata e molto eleval<l (Ie e Lb) dictro
presentazionc di un SIi\ e delia veri1ica delia compatibilita idraulica.
'I Nelle aree di pianura a rischio idrogeologico mol to elevato la deroga al divieto e permessa, dietro variante a/ PR(j vigente, solo se I'impianlo
rieade
all'interno di eentri edilicati. In tali easi occorre la Valutazione delle condizioni di rischio, a scguito delia quale provvedere a ITIoditicare 10strumellto
urbanistico. Per quelli estcrni non sono ammessc deroghe al divieto.
Contratto esente da imposta
di bollo e di registro ex art 8
L. n" 266/91"
" LCI
ORIGrNALE
r
ILSeaA~T: ~lPGftNERALE
Pie Pp ,sMi
COMUNE DI CESANO MADERNO
,
(Provincia di Milano)
Rep.
nO
:2055
~(/f-
I
del 11.5.1999
_
::~:oC:::ZJ:;LL~G::7~I:~~N:~;::N:i
~ ...
PROTEZlONE UCCELLI, PER LA GESTIONE DELL'OASI CESANO MADERNO
IgH~
*****
II giomo UNDICI
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del mese di MAGGIO
J;;!st .
_dell'amlO!
"millenovecentonovantaNOVE,
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I
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tra
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I
• il Comune di Cesano Mademo, con sede in Piazza Arese 12, rappresentato I
legalmentedal Sin~-
-ill --l.;:S-
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1
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~ro-temp~r~Pietro Luigi Ponti, nato-~Cesano MadeI11~
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26.04.1959, dorniciliato per"'.carica
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.P':.~~ ~C:Ornunal.::~int~en:inJ
-.§-J;4
questo atto in nome, per conto e nell'interesse esclusivo del Comune di Cesano! ~ ~
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--- ---.----------..-------------..
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Mademo (CF. 83000130159, P.I. 00985710961), di seguito denominato i
I
---.-----
"Comune";
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Q)
§
- - ----1- -§
IU
- J
• il Consorzio Parco delle Groane, con sede in Cesate, Via Piave 5, legalmente!
--~ -----------
--.-'--- __._. _
i
rappresentato dal Presidente pro-tempore Edgardo Sebastiano Zilioli, nata a!
Cesano Mademo, il 09.12.1946, domiciliato per Ia carica presso la sede del.
Consorzio Parco delle Groane (CF. 97003600]58), di seguito denominato
"Consorzio", munito dei necessari poten
-
dell'Assemblea Consortile n. 10
---
in forza della Deliberazione
--
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_u
del"'. 6. 1994;
~
• laLIPU, Lega ltaliana Protezi".": Uccelli, con sede legale e an~~~r}
.
Parma, Via Trento 49 - (CF.80032350482 PJ. 00558410346), legalmente:
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[
rappresentata dal Direttore Generale Dr Armando Gariboldi, nato a Pavia il
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1
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\'Zu 1
~
15.2.1958, domiciliato per la carica presso la Sede Nazionale LIPU;
PREMESSO
• che il Comune partecipa al Consorzio Parco delle Groane;
• che il Comune di Cesano Mademo
e proprietario
dei terreni nel comune di Cesano
Mademo, contraddistinti da:
Foglio 21 - Mapp.li 152 - 70 - 83 - 84 - 87 - 50 - 51 - 30 - 31 - 28 p. - 33 - 32 - 34 p.
- 171 (ex 35 p.) di metri quadrati 191.410, destinati a parco,
e comproprietario con il Comune di Bovisio Masciago del terreno nel Comune di
------ ... -------
Bovisio Masciago contraddistinto dal Foglio 3 - Mapp. 10, di metri quadrati 40.840
destinati a parco,
e altresi comproprietario con il Comune di Limbiate del terreno, nel Comune di
Limbiate, contraddistinto dal Foglio 1 - Mappali 34 - 41 - 53 (ex 33A) - 57 (ex 35A),
di metri quadrati 36.451
• che il Consorzio
------+-
e
proprietario dei terreni nel comune di Cesano Mademo,
contraddistinti dal Foglio 21, Mappali 57 - 58 - 61 - 77 - 104 - 105 - 106 - 112, di
.-------------
--------------
metri quadrati 54.964, destinati aRiseIVa naturale paesistica;
• che il Consorzio ha in comodato dalla SNlA IMMOBll.JARE
S.d. terreni nel
comune di Cesano Mademo, contraddistinti dal Foglio 21, Mappali 50 - 51 - 42 43 - 100 - 26 parte - 29 - 45 - 46 - 47, destinati a RiseIVa naturale paesistica e
zona agricola;
• che la LIPU
e
una Associazione Ambientalista che svolge Ie proprie attiviffi a
livello nazionale ed intemazionale;
• che la LIPU
e riconosciuta
Ente Morale dal Presidente delIa Repubblica con
D.P.R n. 151 del 06.02.1985, pubblicato sulla G1.J n. 99 del2T041985;
• che la LIPU
e riconosciuta
Q.N.L.U.S. (Organizzazione Non Lucrativa di Utiliffi
2
Sociale) ai sellSidel D. Lgs. n. 460 del 04.12.1997;
•
che la LIPU
e membro
deIl'IUCN (International Union for the Conservation of
Nature);
•
che la LIPU
e
partner
Italiano di BirdLife
International,
la pili grande
organizzazione del mondo impegnata nella conservazione degli uccelli e dei loro
habitat;
•
che la LIPU
e
membro
del Consiglio dell' Ambiente,
presso
i1 Ministero
dell' Ambiente;
•
che la LIPU ha come fine statutario la protezione della natura, con particolare
riferimento agli habitat naturali ed agli uccelli selvatici che ne sono i diretti
!JJ..;;;;;~
Ie proprie Mmna i~ve
de pmrimomo
ill oo~ore
naturale nazionale attraverso la gestione dei progetti specifici, la creazione e la
gestione di Oas~ la progettazione e la rea]iZ7a~one di interventi di miglioramento
ambientale, la realizzazione di studi e ricerche applicate, la realiz7azione e la
gestione di strutture deputate alla riabilitazione ed al rilascio di fauna selvatica, la
formazione di personale da impiegare per la gestione della fauna selvatica e del
territorio, I'attivazione di programmi didattici e di sensibilizzazione dell' opinione
pubblica;
•
che la LIPU, il Comune ed i1 Consorzio hanno sottoscritto in data 27, 10,97 la
Convenzione
Rep, n.
1694 (Allegato
n.
1) per la gestione
del terreno
contraddistinto al Foglio n. 26, Mappale 152, di metri quadrati 21.360 e dei terreni
contraddistinti al Foglio n. 21, Mappali 104,58, 106,61, 77, 57 di metri quadrati
70.000 circa, finalizzata alla realizzazione di un progetto
ambientale;
3
di riqualificazione
• che la LIPU, grazie ad un contributo del Comune, ha prodotto iJ progetto per il
recupero ambientale dell'area denominata "Ex Cava Aliberti" per la realizzazione
di una zona urnida finalizzata all'incremento della Biodiversitit, alla fruizione ed
all'educazione ambientale;
• che!a LIPU
e disponibile
ad assumere la gestione delle aree predette al fine di
ampliare e valorizzare il progetto
di riqualificazione e fruizione intrapreso,
attraverso la gestione di un pili vasto e complesso programma di miglioramento
ambientale, di fiuizione del territorio, di recupero di aree fortemente degradate, di
gestione
di attiviffi legate all'educazione ed alla sensibilizzazione dell'opinione
~
--
-
- -
-.
--.--
-
-
pubblica;
che i soggetti firmatari del presente atto convengono sulla necessiffi di recuperare
~
~ __ l~ _~~_
,1 :
-----
~
co~rv~~ne
dei terreni
_della _~~~
ill
preme~
indicati, in funzione della
~ell'uso sociale, educativo e didattico in modo
sosterubile per l' ambiente stesso e determinano di seguire di intesa e coofinanziare
-
I
-- ------
- -----------
interventi straordinari di riqualificazione, la gestione e la manutenzione ordinaria,
- __ -----+ ---------~-
-
~~i~e_
n
_
__
L _ secondo quanto indicato dalla presente Convenzione.
i
Richiamando I'aft. 24 dellaLegge 8 giugno 1990, n. 142;
TUTfO
ao' PREMESSO LE PARTI CONVENGONO
QUANTO SEGUE:
Art. 1 - 022etto delIa convenzione
II Consorzio ed il Comune affidano alla LIPU, in comodato gratuito per un periodo di
tempo cosi come determinato dall'art. 13 della presente convenzione
Ie rispettive
. proprieta e Ie aree in comodato individuate in premessa, che costituiscono !'Oasi ill
Cesano Mademo, all'interno del Parco Regionale delle Groane istituito con Legge
Regionale 20 agosto 1976, n. 31, salvo il Centro Visite contraddistinto in planimetria
con la lettera A
4
La presente COnVellZ10necostituisce
atto integrativo
e complementare
della
precedente convenzione stipulata in data 27010.97, Repo no 1694, registrata all'Ufficio
del Registro di Desio in data ] 4.11.97, aJ n. 1475 mod. 1.
, Vengono con la presente convenzione definiti cinque spe<.-mciambiti di gestione
dell'Oasi di Cesano Mademo:
')
a) Centro Visite di Via Don Orione;
b) Area Forestale;
c) Area Urni&;
d) Attivitil di carattere educativo, didattico, divulgativo, di programmazione
e di
ricerca;
~ _~~~~;;::F:lP:;:~
\~.-=~ .~,~~~ll~
i
atmve=~~ vIDmanone.
priorita conservazionistiche dell'area a svolgere Ie attivitil e attuare gli interventi
descritti negli articoli seguenti.
Art. 2 - Gestione Area Centro Visite
i
Presso l'Area centro visitatori - terreno contraddistinto dal Foglio 26 Mappale 152 di
mq. 21.360, suddiviso in area parcheggio, area picnic e prato selvatico secondo la
planimetria di cui all'allegato n. 2la LIPU si impegna a curare la rimozione dei rifiuti,
la manutenzione dei percors~ della segnaletica e delle umtil ecosisterniche didattiche,
delle attrezzature dell'area parcheggio e picnic assicurando per quest'ultima sei sfalci
per il periodo marzo-ottobre ed un taglio del prato selvatico una volta all'anno.
Art. 3 - Gestione Area Forestale
Presso l'Area Forestale la LIPU si impegna a curare la manutenzione ordinaria
(pulizia sentiero, rimozione dei rifiuti, manutenzione ordinaria dei manufatti, delle
attrezzature, dei percorsi e della segnaletica) dei terreni individuati quaJe area fore~ta1e
5
di cui a1Foglio 21 - Mappali
an 70 - 83 - 84 - 87 - 30 - 31 - 28 p. - 33 - 32
- 34 p. -
17] (ex 35 p.) - 57 - 58 - 61 -77 - 104 - 105 - 106 - 112 - 42 - 43 - 100 - 26 p. - 29i
45 - 46 - 47, come da planimetria Allegato n. 1
Art. 4 - Gestione Area Umida
Presso l' Area umida di cui all'Allegato 4 - cosi contraddistinta:
_ Comune di Cesano Mademo Foglio 21 - Mappali 50 e 51;
------r~
_ Comune di Bovisio Masciago Foglio 3 - Mapp. 10
Comunedi Limbiate Foglio 1- Mappa!i ~4_-.~~ - 53 (ex 33A) - 57 (ex 35A)
-T-- .---- ----- - ----i la LIPU si impegna _~ _~~(ll"ela manutenzione ordinaria (manutenzione ordinaria
------
------r-~--------
'f1
~
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,
I
dell'~l)i~to
~eIle
~_
_fo!estale, riIn0zi~ne dei rifiuti, manutenzione ordinari_a dei manufatti,
attrezzajure, ~
percorsi e deIla segnaletica, taglio prato~vatico
I all'anno,contenimeot~
~
una volta
canneto presso gJi specchi d' acqua,r"!jolazione fiusso
. _l~e~U:::;~~~O~~~~jda~~~~~
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•.•~~_
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..
La LIPU si impegna a:
H
---------
i a) curare la gestione di attivita didattico-divulgative
--------+-------------
rivolte alla cittadinanza con
-----------
particolare attenzione a quelle in eta scolare, attraverso la gestione dell' Area
Centro Visitatori, la re21iZ7Rzionedi materiale didattico e divulgativo, la redazione
di programmi didattici rivolti alle scuole, l' organizzazione e la gestione di momenti
di sensibilizzazione (es.: visite guidate, hberazioni pubbliche di fauna selvatica,
serate a tema, eventi locali ed eventi nazionali LIPU, ecc.), la collaborazione con il
periodico "In Comune",
il coinvolgimento
di associazioni e gruppi locali, la
gestione di rapporti con i mass-media locali e nazionali;
b) programmare e gestire direttamente, 0 in collaborazione con Istituti Universitari ed
------,
.. _ .....
_. _ ..
_._H __ ._ .... __
6
Enti riconosciuti con finaliti scienti£che, progetti di ricerca applicata (censimento
avifauna
svemante
e
nidificante,
censimento
erpetofauna,
censimento
lepidotterofauna, monitoraggio carabidofauna);
c) promuovere la fiuizione dell'Oasi e la conoscenza delle diverse attiviti in essa
condotte, attraverso la r(>}lJi77:lzionee la di:ffusione di materiale promozionale, la
gestione di rapporti con i mass-media, la partecipazione a convegni, l'utilizzo di
canali interni all' Associazione (rivista A1i notizie, bollettini locali, sezioni LIPU,
Consorzio ed il Comune, previa definizione di appositi
non previsti dalla presente convenzione, con particolare riferimento ai progetti di
reintroduzione faunistica nell'area (tra cui la testuggine palustre, nonche altri
vertebrati terrestri);
h) predisporre una proposta di collaborazione con i1Comune per la [(>}lJinazionee la
gestione di un "Centro di Educazione Ambientale" nei locali de11'ex casello
r~--_L __ferroviario di Via Groane;
I
i
i
i) collaborare con il Comune ed il Consorzio per l'individuazione di eventuali nuove
7
aree cia includere nell'Oasi e per la definizione di proposte di gestione;
j) redigere una relazione annuale delle attiviffi svolte, cia consegnare in supporto
infonnatico corrente agli Enti entro i130 gennaio dell'anno successivo.
Art. 6 - Gestione Stazione di Ambientamento Fauna Selvatica
La LlPU si impegna a gestire, in collaborazione con il Centro Recupero Fauna
Selvatica LlPU della Lombardia, la Stazione di Ambientarnento Fauna attraverso
progrannni di rilascio, fiuizione, didattica e ricerca (selezione delle specie e dei
soggetti coinvolti, gestione della fauna nelle fasi preliminari aJJ'inserimento in voliera,
aJimentazione ani:mali, assistenza veterinaria, monitoraggio
delle fasi di crescita ed
ambientamento, visite guiciate, rilascio, studio delle fasi di dispersione della fauna).
Si impegna inoltre ad allestire e gestire un servizio di prima accoglienza per la fauna
---------
selvatica rinvenuta debilitata
0
ferita nell'area settentrionale della Provincia di Milano,
in collaborazione con i1Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU della Lombardia.
Art. 7 - Completamento e sistemazione Area Centro Visite
La LlPU si impegna, inoltre, a prowedere
attrezzatura
per
audiovisivi,
aJ completamento del Centro Visite (con
espositori,
freezer,
computer,
stampante,
fax,
apparecchiatura radio), dell' area picnic (acquisto e messa in opera di tre tavoli con
. panche in legno, di cui uno per porta tori di handicap), delle attrezzature (tosasiep~
barchino per gestione del canneto, decespugliatore)
e del materiaJe divulgativo
(pieghevole a colori in 10.000 copie in formato A4 piegato in tre patti). La LlPU si
impegna anche a prowedere
alla sistemazione della scarpata esistente nei pressi del
parcheggio (Area Centro Visitatori) mediante taglio della vegetazione attualmente
esistente e piantumazione di una siepe alberata.
Art. 8 - Macchine ed attrezzature per attivitil 2estionali
Per 10 svolgimento delle attiviffi gestionali Ia LIPU si impegna ad acquistare un
8
piccolo trattore, corredato di trinciatutto e rimorchio omologato, per il taglio dei prati
a sfalcio, dei prati selvatici e per la gestione dei tagIi nelle aree interessate da nuovi
irnpianti di essenze arboree. Tale strumento sara, inoltre, utilizzato per il trasporto
;all'intemo dell'Oasi dei macchinari e delle attrezzature necessarie alIa manutenzione
dei sentieri, della pannellistica, della segnaletica e dei manufatti nonche per i1trasporto
i delia pannellistica,
--di manutenzione
i
della segnaIetica e dei manufutti oggetto di installazione
0
di opere
e per_~ trasporto del materiale necessario alla gestione dell'area.
Sara a carico della LIPU la manutenzione ordinaria e stmordinaria delle attrezzature.
Ii
---1----
..
_.
..
_
I in dotazione,
unitamente alle polizze assicurative contro :furti e danneggiamenti delle
......
-----, ..
__
1
i __
medesime-- 0
per danni causati daI 10m utilizzo, e per danni contro terzi (RCI.) la
------
[----
-
, ' i LJPU
si impegna ad applicare Ie Donne di prevenziooo e sicurezza di cui alia Legge
i-----f.----II'
I 626/94 nominando il responsabile.
t;' ,1=-_ .. ,
-.
i._.
_
~rt. 9~Caratte.; dell'attivitl\ 2estionale
"..
f Tutte Ie attivita previste dai precedenti articoli da 2 a 8 saranno condotte da1IaLIPU
-r--"-------,
I che si avvarra -------di personale retribuito (un Responsabile dell'Oas~ irnpegnato da1
~----t----------_·------
~ ',' .
~\f~-~-----
_u
I
:--------_L_ mercoledi
,
_
alla domenica nel periodo di apertura, e un operatore didattico impegnato
r-----------t-----------.--------; da1
mercoledi
aI sabato nel periodo di apertura) e volontario.
i dell'Area Centro Visitatori
I
-i----
e specificato
n
periodo di apertura
nell' Allegato n. 7 della presente convenzione.
•La LIPU ha I'esclusiva in merito alla gestione delle attiviti previste nei suddetti
articoli nell' area dell' Oas~ fatto salvo quanta disposto dall' art. 15 delia convenzione,
fenne restando Ie attiviti istituzionali del Comune e del Consorzio.
~--
__:__La LIPU si irnpegna ad organizzare e gestire il servizio di educazione ambientale
i
_Lpresso l'Oasi In particolare, 'per 11triennio 1999 - 2001, assicura attiviti educative alle
L __
~
I
I
t----------.-~---quaIi devono
i
l.. !
essere dedicate minimo trenta mezze giomate per ciascun anno, da
I ---------:-----destinare gratuiI
i
I
..
.
aile _scuole
dei sedici Connmi .venti lenitorio incIuso
001
I
;
1:L
9
I
1
f'>
Parco, secondo il programma
di massnna di cui all'allegato
n. 5 alla presente
convenzione; per tutti gli altri soggetti (scuole non ubicate nei Comuni del Consomo
Parco delle Groane, cornitive di privati cittadini ed Enti pubblici
0
privati diversi dalle
scuole) la LIPU avra la facoltil di espletare il servizio a titolo oneroso secondo il
programma di cui all'allegato n. 5 soggetto a revisione annuale.
n suddetto
impegno
triennale puo essere rinnovato alla scadenza.
Art. 10 - Contributi e modalitit di ero2azione
n Comtule
si impegna a:
1) riconoscere alla LIPU tul contributo annuale, per l'intera durata della presente
~ ._ l.
Convenzione, per la gestione ordinaria dell'Oasi secondo quanto indicato nei
1~l::::~;::':::~~::'::t;:t\8,
m sonuna
~>-
-
~
-c-----
, 2) riconoscere
-l------
alla LIPU
tul
contributo
straordinario
i
(sessantatremilionicinquecentomila)
_
di
£.
63.500.000.=
per la realizzazione di quanto indicato in
dettaglio nell' Allegato n. 9 della presente Convenzione.
n contributo
i
di cui al precedente ptulto 1) verra erogato in due soluzioni (costituite
ciasctula dal 50010 dell'importo previsto) entro sessanta giomi dalla presentazione
della documentazione
fiscale con scadenza semestrale, all'inizio ed a meta di ogni
anno di convenzione, a partire dalla data di stipulazione della stessa.
n contnbuto
di cui al precedente ptulto 2) verra erogato in due soluzioni (co~1ituite
ciasctula dal 50010 dell'importo previsto) ill cui la prima entro trenta giomi dalla data
di stipulazione della presente Convenzione e la seconda entro trenta giomi dalla
consegna della relazione sull' awenuto ~'Volgimento di quanto previ~io dai precedenti
artt 7 e 8 e della relativa documentazione fisca1e.
Art. 11 - AdemDimenti di comDetenza del Comune
;
l
10
n Comune dovni garantire, mediante il coinvolgimento della Polizia Municipale ed il
coordinamento con Ie altre autori1itdi vigilanza e di Pubblica Sicurezza suI rispetto
delle norme del Parco delle Groane ed in particolare il Regolamento di fiuizione
, dell'Oasi di Cesano Mademo di cui all'Ordinanza Sindacale dell'8.lOJ998, n. 3746
! (allegato
~----_.._--r----- .-
n. 6).
n
i Comune si impegna inoItre a:
- 1- ---
n
a) distaccare almeno un obiettore di coscienza presso il Centro Visitatori;
I
1
----
--
----
--
b) ~o~~~i_~n
_I
la LIPU in occasione di eventuali interventi da effettuarsinell'area
S------i----dell'Oasi·
,-,
,.
I
'
(=}r~)_~~~;~~i-~n
l
ii'
...•--._ --,
..
_
I __
,--r--
;
~aI"~titi,-attrav~r~ ~~~eguata
con p~~lare
ciclo-pedonale)di collegamento tI"~l'Oasie Ie
attenzione alle altre aree protette; promuovere i
servizi offertidall'Oasi;
I
i
"_
pianificazione_~anistica, __
corridoi_~aunisticie
~~ilisti~(de~_~llIla._~one
L__
altr~ areeverdi,
;
I
la-~IP~- e gli altri_Enti competenti per territorio -affinche siano
_
L~~_~[~~r~~~~e-ctlla~utenzi~~~straordinaria
.
t
dei manufatti e dei sentierldell'Oasi e
I
dei parcheggi;
_____1~~_!'~~':'tXier~__alla r~liz7<lzione ed alla messa in opera di segnaletica stradale
i
finalizzata al raggiungimento dell'Oasi dalla Superstrada Milano-Meda e dalla
Stazione FNM;
: f) prowedere alla re:lli77:lzione di un punto di prelievo dell'acqua nella parte
orientale dell'Area Centro Visitatori',
g) prowedere alla re:lliz7azioneed alla messa in opera nei punti principalidi accesso
di 5 (cinque) cartelli informativi relativiai divieti indicati dall'Ordinanza Sindacale
i
I------~-+--~---~------
n. 3682 del 11.11.97 ed aile norme di fiuizione dell'Oasi di cui all'Ordinanz,a
r~-r-------------------------.-----------I
!
~
I
I
1
I
I
Sindaca1edel 8.10.1998, n. 3746;
--+-----------,
I
I
11
h) proweelere alIa realizzazione eel alIa messa in opera di un magazzino di dimensioni
adatte a ospitare i macchinari e Ie attrezzature necessarie alla gestione dell'Oas~
nonche a provveelere alIa realizzazione del relativo impianto elettrico;
i) assegmre
in dotazione la macchina falciaerba RCS.
gia in uso presso il Centro
Servizi.
Art. 12 - Ademoimenti di competenza del Consorzio
11Consorzio si impegna a:
a) garantire,
medianteil
coinvolgimento
del propno
personale
dipendente
e
volontario deputato alIa vigilanza, i1controllo del rispetto delle norme del Parco e
.'_._...
L
"
C
",-.-
in particolare del Regolamento di fiuizione dell'Oas~ coordinandosi con Ie altre
,
.
forze di vigilanza e Pubblica Sicurezza competenti per territorio;
i
~.r--T~)
.:
~+.- coordinarsi
.----.•.••,.
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--
con I;L~U
in occasione di eventuali interventi da eff~si
-n
nell'area
..
den'Oas~
-----
..•
I
-
....
c) promuovere i servizi offerti daII'Oasi;
d) inserire i1programma delle attivitil di eelucazione ambientale relativo all'Oasi nella
propria programmazione, assicurando i1necessario coordinamento funzionale;
!
e) coordinarsi con la LIPU e gli altri Enti competenti per territorio affinche siano
----
garanti~
----
--
---
attraverso una adeguata pianificazione urbanistica, corridoi faunistici e
viabilistici (destinati ad una fiuizione cic1o-pedonale) di collegamento tra l'Oasi e Ie
altre aree verdi, con particolare attenzione alle altre aree protette;
f) erogare un contnbuto di £. 8.000.000.= (ottomi1ioni) annuale per tre anni (1999 _
2001) alI'Associazione LIPU di sostegno alIe attivitil poste in essere daIIa presente
convenzione;
L __
I
I,
----i--
,
~---
l'erogazione
a scadenza dei tre anni i1 contributo
del contributo avverra entro i131 ottobre di ogni anno.
Art. 13 - Durata deUa convenzione
Ii
I
"
. 'If
]
potra essere rinnovato;
12
e integrativa
La presente convenzione, che
e complementare delia convenzione Rep.
n 1694 in data 27.10.97, avra validitil sino alla data di scadenza delia stessa, ossia
cessera di avere efficacia decorsi anni 9 (nove) da127.10.97.
Art. 14 - ProDrieta delle attrezzature
. Alla scadenza delia Convenzione, qua10ra non fosse prorogata, tutte Ie attrezzature,
g1i impianti e quant'a1tro esistente sulla proprietil comtmale rimarranno di proprietil
del Comune di Cesano Mademo.
Art. 15 - InademDienze
I Qualora
.-1-
~
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gli interventi previsti dalla gestione ordinaria non venissero svolti dalla LIPU,
. __.__
I
c
-
_iil 9'mtme
.
ii__....
~.:.!"""""re:
pmwederil a segnalare Ia necessilll affidando un congruo tennine per _
Decorso inutilmente il leonine as5egnalo, gIi interventi verranno etfettuati
~
(d21 Conume che tratteml daI contnbuto annuo di gestione ordinaria l'importo
~ _On
On-I~~sP~~~~~alla
spesa sostenuta.
,L---~-'f------'
I
Art. 16 - SDese contrattuOO
I
;
i Oneri e spese derivanti dalla stipuIazione della presente Convenzione sono a carico i
t--'---t-------_o-,-
del Comune.
I
I
~--·_---t---·_-_·_----_···-- ------
.
-~
.. _--_. __
.
,
~--
Art. 17 - Controversie
.._----------
Tutte Ie controversie che potrebbero sorgere in relazione all'applicazione delIa
I
i
presente convenzione, e che non siano risolte in via amministrativa, saranno deferite a1
Giudice Ordinario.
Art. 18 - Disoosizioni fmOO
i
!
I soggetti finnatari della presente convenzione si impegnano a citarsi reciprocamente
-------1---
in
--t-----
...
.
ogni circostanza in cui venga coinvolta l'area dell'Oasi (pieghevoli, eventi,
comunicati
f--"-~-.n_"_._
[
I
__
i
U
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stampa, convegni, eccJ
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~--- __~~ __~~~_as~~il
I
"'On
,
.
libero accesso aJ terreni
L
comodato ed alla Stazione di
•
II
i'
ill
•
•
13
Ambientamento fauna selvatica secondo Ie modaIitit previste dalle norme di fruizione
dell'Oasi di cui all'Ordinanza SindacaJe del 8.10.1998, n. 3746.
Art. 19 - Alle2ati
. La presente convenzione
I
Allegato n. 1 - Copia Convenzione Rep. n. 1694 del 2710.97;
-
Allegato n. 2 - Planimetria con evidenziata l' Area Centro Visite;
[,"
Allegato n. 4 - Planimetria con evidenziata la Zona Dmida;
-
Allegato n. 5 - Programma di massima delle attivitit di educazione ambientale
..-
presso l'Oasi per i Comuni aderenti at Consorzio del Parco delle Groane;
!
j
.
Allegato n. 3 - Planimetria con evidenziata l' Area F orestale;
-
.
~-
dai seguenti allegati:
-
! -
---~-
e corredata
-t-~:::;~:::::::
-
:7:~liCO
Allegato n. 8 - Dettaglio delle modalitit di investimento del contnbuto relativo alla
gestione ordinaria;
- Allegato n. 9 - Dettaglio delle modalitil di investimento del contributo relativo alla
gestione straordinaria;
Letto, confermato e sottoscritto.
p. Consorzio Parco delle Groane
p. Lega Italiana Protezione Uccelli
n Direttore
Genemle
~r!J~,~A.
p. Comune di Cesano Mademo
SindaCO
(Pi
0 Luigi
~
~'
Ponti)
1w.CZ-
.-.•
0"
1
14
COMUNE DI CESANO MADERNO
••
Rep.n.1398
I E
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u.
...
.
•
(LEGA
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••
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5
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- .. --...--.-- ---del
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- CONVENZIONE
----------------
LA LIPU
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OGGETTO:
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(Provincia di Milano)
- -- -- -t-------
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'~-O~-loO~
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-
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·---i--i 0
-~
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§
- -- -- --- t-<r;g: 8:S2 ~ =---UCCELLI) PER LA! ~ J i
---- ---.---
TRA IL COMUNE DI CESANO MADERNOI
ITALIANA
~
PROTEZIONE
(!)
0
-~-=_I~;~~~i~~.
:~~~O~F'0R~~;:IONE
~E.Il-j~~~~;~~Ell§;
!
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~~~=~_~~-~
*~_~=~~=~~
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~]~~c3 ~
AMBIENT ALE "ALEX LANGER".
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._.__n~~_T~-~~~~_~~
T L'anno duemilaquattro
...------.--+.---------
i1 giomoL,-; -a",,,.o.JQdel
mese di .J.. P
r: l-e
..-.-----------------------_.
in Cesano
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0..
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._._----~_._--_._--_._-
-~- :~~~O:omune
Ce=oM.::S::~-denOmill:~~~-~~J=---=-ill
------I-~viluppare
la divulgazione e la c-onservazione dei ;alori n~~~~~-~~~bi:~~
-----,---
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I territorio e la promozione di iniziative per la valorizzazione culturale, l'educaziond
-----.--.-'
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1
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I e la formazione di una pili arnpia coscienza naturalistic a;
••
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_
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I - che il Comune intende sviluppare appieno i propri scopi istituzionali avvalend~
--
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co~abo~~o~~
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e consulenza di enti riconosc~uti, qualifi;~t~-;
..--...----------
~~-;o;at
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compatibile la protezione naturalistica con la fruizione ~~~cativa e prevedand ------------
-
----------------------
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...
_- ...
i possibilita agevolate di visita da parte del pubblico per sviluppare la conosce
-.-.--------T---- ..---~---------~-------.-------------~--~-.~----~------------.---.-.--..-----: della natura e del suo territorio;
--.---------------.-.-----------.------------..------
n_unn.----,- __ .
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INOLTRE
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associazione
~
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livello .nazionale
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[3 ~
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che la Lega Italiana Protezione Dccelli (di seguito denominata LlPD) ~
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I,
La pulizia dei locali del Centro saranno a canco alIa LIPU ad ecceZlOne della!
--~-------
- --------------------
-------
pulizia dell a Sala Conferenze che
-----;----------- ----------------
e--posta- ----------------a carico del Comune esclusivamente peri 0Z
-------n_j _N
I
Ie attivita organizzate da quest'ultimo_
-----
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I
------------------------------
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--
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-~8~C~~
~~Il.)
_ Le s~~se per_~__=_~al~en~o~~i rifi~~_saranno a carico del COIll1l11~~
------1---I ART. 8 Oneri assicurativi ed imposte
-----T---------- ----- -----------
--- - -------
Z~
Il.)
~
:5 ::l il ~ --
- ------------
---.::r-~--e--§
La copertura degli oneri assicurativi relativi all'immobile (responsabilid civile, ~
1 ------------------------------------------------------------------- -=-U--6
---Lfurto,
1
----
incendio) sono a carico del Comune. Gli oneri assicurativi delle attrezzature
- --- ------------------
-
-------------
1
e3 ~ ~
d::J
,::.c
J4.J_
degli allestimenti interni sono a carico delIa LIPU. Le imposte relative alIa proprieta
-----r------------------- ------------------- - -------- - - -- ~~
--
--
---
i
I
I
del Centro sono a carico del Comune.
~T.
I
0...
_
9 Legge 626/94 in ma~:ria di sicurezza sullavoro
~--------+------------------------------------------
I Sara cura del Comune la predisposizione
:
-'1r~;o----1- del1'~~~ile
. ~~
~
-~
in oggetto e del Pian~-~r:e~;e::-;:~~~~s~-~~e
l'attuazi~~~-d~l--
-
A
ehe ~.impegn;o_~~~tre
0
I
~ ~~
~
-
del Documento di valutazione del rischio
I piano Testa in_cariCOagli oc:upanti ~ll'iInmobile
_~
.
----------------
i
! mantenere Ie us cite di sicurezza sempre funzionanti.
---I------------------------~----------------------------------------------1-----------------
~
ART. 10 Variazioni di destinazione dei locali
i
I
~----_+__------------------------------------------------
-------1
__
m
i E' vietata qualsiasi variazione alIa destinazione d'uso dei locali. Eventuali richiestel
1
;----+----------------------I di
variazione
------"1-
---------------------------------------------
devono
~-------_I-------
essere
preventivamente
inoltrate
al
Comune
perl
---_L 0
i l'autorizzazione.
-,-------•
-
I'
----------- --------
-- -------
-------~--------.-----
------;----
----
!
- -----
-
....----------.-
W ~
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rinnovata per un ulteriore periodo di 5 anni. In caso di inadempienze da parte
-,-_---
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il
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al 3 L 12.2008 e potra essere!
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1
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La presente convenzione ha validita dal 01.01.2004
-
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ART. 11 Validita della convenzione
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soggetti~~~~~~~ti e ~~-~~esenza di- fatti-c~~-;~~~~il
~~~ato
ri~pe~o d;~u~~l-:.:
~_u_ --------------------------------------------------_n i ~-;g- 0 qui concordato, pliO essere prevista la revisione 0 revoca dell a presente convenzionel ~ ~ B
r------f--------- -----------------------------------------------------------------------------!
O--§
icon preavviso di almeno 6 (sei) mesi da comunicarsi in forma scritta.
u.g>
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Dopo il primo anno di sperimentazione
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relativamente alle spese di gestione di cui[
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duo
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dell'Ambiente e quindi nominata membro, con decreto ministeriale, del Consiglio]
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-- -- - - -
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d=ll'Amb~ente~ess~~Sllc"i~to~irustero;,-
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i - che la LIPU e aSSOCIaZlOneamblentahsta nconoscmta Ente Morale dal Presldente/
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agli habit~ naturali ~ agii u~el1i seivatici che ne sono i diretti indicatori
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naturale nazionale attraverso 1a gestione di progetti specifici, 1a creazione e lal
I gestione
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che 1a LIPU persegue Ie proprie finaliUl istitutive di conservazione del patrimoni0l
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naturali,
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l'organizzazione
di
campagne
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scnsibilizzaziooe;
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numer~siprog';;';;;"'tivi,<.
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<Iieons';;'.rio~e;;;';';;;;;'sti.;,.l'
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ambientalequalir~ntroduzionidi specieoSfute:campagnedi protezionedi ~';;'i~ -
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, rare e minacciate, creazione di Oasi naturali ed attualrnente gestisce 36 aree protette
------t--~-------------~------------I (Oasi e Riserve),
~
diversi Centri Tematici Didattici e di sensibilizzazione in tutto i~ 0
----------------+-z
- -- -----r------------------------------------------------
0
! territorio nazionale, realizzazione di studi e ricerche applicate, programmi didattici; I ~ ~
---,------------------------------ --------------------------i -Q-o...'
i
CONSIDERA TO
~
---------;-----------------------------------------------------------------+ - !
che il Comune unitamente al Consorzio del Parco delle Groane e alIa LIPU hannoi
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- ----+----------- ----------I
~---------------------------------
----------------------
----
<r::_<tI
sottoscritto in data 11.05.1999 una convenzione per Ia gestione dell'Oasi di Ces
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CONSIDERA TO INOL TRE
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unit~_~~~~:~::l_~~e
c~m~e~~nze ~~
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di collaborazione al fIne di rnigliorare l'efficacia degli Enti nel promuovere 1a tutel~
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I
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I
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! dell'ambiente naturale, la
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I
diffusione dell a cultura scientifica e naturalistica
ed in!
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--------------------------------------
particolare ne! miglioramento delle strutture e nella gestione dell' area;
I
--- -------t----- ------------------------------------------------------------- ---------------------------
- - --r-
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~~~m~~~~~~~~ih;
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CARIPLO, a cui i1 Comune ha aderito,
----
-
nell'ambito
del programma "promuovereJ
------------
::~:og:~~::~:eo~~
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-_che_il
progetto
~ ~ ] ~
--r-~--e--a_
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presentato,
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n_
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formazione: una via di accesso fisica ed interpretativa
----
-~------------~~~-~
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--
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n
~11-- _
-~-
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aIle aree protette",
-----
_
ha
0.,
-------
--
.. _-""----
~-
------._---
usufruito di un co-fmanziamento del Comune e dell a Pondazione CARIPLO;
------------------------------------------J----
_
- che i1 Comune ha realizzato il Centro di educazione ambientale citat~.:ito ~_~
Don Orione che insiste sui mappali n. 153 e 154 foglio 26;
-~-~~
;;O~~~SO~CONSIDERATO
_
I
·----1-~---------- --------
:::::::::er:~~:::a:::O~::.:d::o::;:~~-Oirigentedel Sellore Sernzi alIa Persona,la quale diehiar. ill agire ij
- -----
-----------------------------------r------------
!
I nome,
per conto e nell'interesse del Comune di Cesano Mademo, ai sensil
~ell'a~.
107 del TU.E.L. - D.Lgs. 18.08.2000 n. 267 (C.P. 8~00013~15~,P!J
<:l:l
0_
T~------------------------------------------t-z-g---
l
i
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-- ------------------------------ - -------1
, 00985710961)'
;
I
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L -,e-o..I ~.$
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~s~'
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------~-------~~--------~------------------- - --t
--
Parma
Via Trento
49
---------t-----~---~----I
rappresentata
nella
(C.P.
persona
80032350482,
Pol. 00558410346)
legahnente
~
~
l
del
suo
Presldente
pro-tempore
-----------------------------------------------------.-----------
GIULIANO!
domiciliato per la carica pres so la sed
-----~-------------~-_._-~---~-----,._----,-----------_._._-_._----_.~-----
della LIPU in Parma
-------_._----_.----_._-----_.~,~------------_._--------.-------------------
I'-
~
.-------:--------------------------l----~.g--:g-
TALLONE nato a Torino il 23.10.1965,
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SI STIPULA E CONV1ENE QUANTO SEGUE:
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~~t~om~e
m Ce=o
di~~;o~~~r~et~~~:~~o~e~o
M:;:no;)
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---__~~rV~la-IJon Orione,concedeinC<)inodatod'nso
~atnito_a1laYPlJ' cl>eaccetta,il:. ~
--
Centro
di
educazlOne amblentale
-----------
--
------
e formazlOne
---
"Alex
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--
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ART. 2 Utilizzo degli spazi
-
___
~----------------------.---.-----.--
~omune
-
affida l'util~~~~gli
>*-l3-
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rd~
---- ------------
--u-J~---- . _
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spazi del Centro alIa LIPU_=-~~~ evi_~~~at~_nell_al __
Pl"ri",~~~;illegata-(AIIegato
A) ed in particolare~
ingresso/~~n,uffi-"""
museo:~oratorio/aula
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.i ~ R~::
__-_-:_-_1d.;,o:,;"atoCentro)."he~vi.eneinoltreil~en-""Visitedel1'()asi[,jI'l)
I
::5:J i1 ~
(di segUltol
- -
salt'"
_
1
didattica, terrazzo esterno, piano interrato
:::::::::~~:~=:=~:~:c
-------------
--..~---~:
trasversalita
di tutti i progetti
divulgazione
delIa cultura ambientale. Tale eoordinam=~to~~vra
essere condiviso
in essere nell' ambito
territoriale
riferiti
~-
--
- --
alIal
ne~ess_ari~~~~
_
~tre_~he con la LIPU anehe con Ie al~~_~~~_~:,_~~~~~~~_~_e_se~l
_
I
sul territorio quali il Consorzio Parco delle Groane, Lega Ambiente,
------~----.---------------------------------.--
il WWF; 0
...m-~-Z-Q,
ART. 3 Utilizzo da parte di terzi
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-~.
---------r----~----.---------~~__:_-.--~ ------------------------------is--"O
didattica m essere con Ie scuole del temtono dl Cesano Maderno.
------------.---------.-----
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A tal :fine i1 Comune, tenuto conto del calendario di urilizzo delIa seuole ceSaneSi,!1
~-----~~--.
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I ~_ ..~
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Associazione_N_~~~~~_~~_:.
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predispone il calendano dl unlizzo delle mamfestazlOlli, convegru ece.
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IGH spazi non
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occupati dal Comune possono essere uti/izzati dalla LIPU per a1lYe!
---.-.-..-.--. ---w-
I attivim.
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r.SOgg~ti
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-- - ---che intendano
3 a(lrenta)giollli.prima
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_IUtilizzo verrannostabiIiti
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utilizzare la_ sala confer~e_d<:vono
scritta_~~om-""e'aIm"oo
-
dell~evento~L"rn0da1ita
aecordolY-"5:"munee
~mune
;nollYrn-erichiesta
I-g ,_,
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--
-----.----.--------------------------.--------------------
La LIPU si impegna comunqne,
-------1-
.
'iii'
El ~ '"
~
-----.---------- -. --- --- -.-..- - --.~ -U-
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con proprio person ale, a garantire I'apertura del
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servizio verra quantificato annualmen~=~~~~~:razlOne
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~1l
,---J~ g i~
L;Pl1__
etariffe saranno determinate con atto di Giunta Comunale,
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.--4.L
allanota spese relative
0..
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----._-.~--._---_.-
--
alle utenze di cui all' articolo 6
.-------.----
...
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-~------------
-------------------.------.,1---
ART. 4 Attrezzature
------------_._-_._------------------------------_._--~._------_
\l\
..
_-------~-------------
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_0",., _SlanlPlll1~'_vid.eo PfO;ettOri,. _.__..__.-.-
Le attrezzatrn-e teeno.IOglChe (compnter, fa",tele. f
;'Limp;anti
andio/video,
eee),
g". arredi
"g1~ aU.".stirnenti_;"terni aICenlYo sono diT
"
--j~~~~e~~~r~;;"an~;.;:~n~~r~;"ari;
e straordinari;
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relative aI CenlYo sono intestate aI Comune.
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_~_ART. 6 Ripartizinne delle spese relative aile utenze
- - ---- --- - ----
La LIeu
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aI Comune --secondo iI "-nteri~nnllesilllale_~allegato B) __i costi delle I ;;;;'iii _
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I utenze relativamente a1Centro con
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esc1usione delIa Sala Conferenze_
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.
.
_
Le spese telefoniche sona totaImente a carico delIa LIPU
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Le disposizioni
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inserite ne] presente
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actieolo e nell'a1legato
-
n._
-
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B hanno earattere,
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-s-p--~-rim·--:-_~·---t-~-·~--,-_-~--~~---_~-~--~-_c-_e-S:-l---~·--~-__-v-_e_--~--fi·-l-ca-.-~-~·-~-O--l2-_-~-~--~--_d-_l·-cy--_-_-~--:-~,per_apPurar:l'~etti~~!1
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congru;ta, aI fine di apportare eventual; ",odifiche.
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ART 7 Pulizia dei lacali, rifiuti
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degli allestimenti interni sono a carico dell a LIPU. Le imposte relative alla proprieta
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del Centro sono a carico del Comune.
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ART. 9 Legge 626/94 in materia di sicurezza sullavoro
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Sara cura del Comune la predisposizione
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dell'immobile
del Documento di valutazione del rischio
---------------------~--------~--
--~.-.
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in oggetto e del Piano di emergenza. Resta inteso che l'attuazione del
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piano resta in carico agli occupanti dell' immobile
_
che si impegnano
inoltre a
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ART. 11 Validita delIa convenzione
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La pres~t;
convenzio~; ~a ~~idita ~--~l~~;O~~-
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~-; ~2.2008
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--o:s--~
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rinnovata per un ulteriore periodo di 5 anni. In caso di inadempienze da parte de
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soggetti contraenti e in presenza di fatti che provino il mancato rispetto di quanto I 0
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I qui concordato,
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p~~~sser~ yre~ista_l::evisione
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icon preavviso di almeno 6 (sel) mesi da comunicarsi in forma scritta.
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Dopo il primo anno di sperimentazione relativamente alle spese di gestione di cuij
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ART. 11 Compel""•• legal;
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ART. 12 SPese ContrattuaJ;
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Tutre Ie spese del pres""te conlratto sOnoa carico della LlPU, ad esclns;one dell )
!as,. di registr" che -do:vr"_ e"ereS0stenUIa _ in ntisnra
I dall'Annninistrazione Conumale
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DI CESANO
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E LA LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) PER LA I
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ESTIONE DELL'OASI
NATURALISTICAE
DEL CENTRO
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'anno duemilacinque add} .~
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0
in Cesano
P_RE_._,ME_S_S_O
____________
~ che il Comune
di Cesano Mademo (di seguito denom_ina~o_Comune~
i~tende sviluppare la divulgazione e la conservazione dei valori naturali ed
del territorio e la promozione di ini7jativ"Jer ~all)f)zzazjone
jmbientali
---
-
ulturale, l'educazione e la formazione di una pili ampia coscienza
-
aturalistica;
- --
--~t:e~o~~m;
qualificati e di provata esperienza;
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l~ conoscenza della natura e del suo territorio;
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*evedano possibilita agevolate di visita da parte del pubblico per sviluppare
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PREMESSO INOL TRE
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Dccelli (di seguito d~~~-~~at~-LIPlJ)~I-----
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n 16.C./:..:L.
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S'oiv~ZiO Le~?yQ;
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IL SEGR~RMGENERALE
(Datt.
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i Spotti)
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I
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I
0-
associazione ambientalista di livello nazionale riconosciuta dal Ministero
dell'Ambiente
e quindi nominata membro, con decreto ministeriale,
del
Consiglio dell'Ambiente presso il succitato Ministero;
_ che la LIPll
e
associazione ambientalista
riconosciuta Ente Morale dal
Presidente delIa Repubblica (D.P.R. n. 151 del 06.02.1985 e pubblicato sulla
G.U. n. 99 del 27.04.1985) ed ONLUS (Organizzazione
non lucrativa di
utilita sociale - D.L.g.s. n. 460 del 04/12/1997);
_ che la LIPU ha come scopo statutario la protezione delIa natura, con
particolare riferimento agli habitat naturali e agli uccelli selvatici che ne
sono i diretti indicatori ecologici;
_ che la LIPll persegue Ie proprie fmalita istitutive di conservazione
del
'patrimonio naturale nazionale artraverso la gestione di progetti specifici, la
creazione e la gestione di Oasi naturali, l'organizzazione
di campagne
educative e di sensibilizzazione;
- che la LIPU gestisce numerosi
progetti
operativi
di conservazlOne
naturalistica e ambientale quali reintroduzioni di specie estinte, campagne di
protezione
attualmente
di specie rare e minacciate,
creazione
di Oasi naturali
gestisce 36 aree protette (Oasi e Riserve),
Tematici Didattici e di sensibilizzazione
ed
diversi Centri
in tutto il territorio nazionale, ,
realizzazione di studi e ricerche applicate, prograrnmi didattici;
CONSIDERA TO
! _
che il Comune unitamente al Consorzio del Parco delle Groane e alIa LIPU
,hanno sottoscritto
in data 11.05.1999 una convenzione
per la gestione
dell'Oasi di Cesano Mademo e in data 19.04.2004 una convenzione tra il
Comune e la LIPU per la gestione del Centro di Formazione e di Educazione
Ambientale Alex Langer;
CONSIDERA TO INOL TRE
_ che il Comune e la LIPU hanno unito Ie loro specifiche competenze in un
-
rapporto di collaborazione
al fine di migliorare l'efficacia degli Enti nel
-
promuovere
-
la tutela dell'ambiente
--
naturale, l~ ~~ff't1sione della cultura
.scientifica e naturalistica ed in particolare nel miglioramento delle strutture e
.-----
....
,,_
,----'-------
:nella gestione dell' area;
CONSIDERA TO INFINE
1-
che la LIPU ha partecipato con successo ad un bando della Fondazione
",---------_
i
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--
CARIPLO,
.. ---
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--
-- --
-
--
a cui il Comune
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--
-
--
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--
ha aderito,
._.
•
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---
nell' ambito del programma
•
•
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,"Promuovere forme di gestione delle aree verdi protette" facente parte dei
.E·"
• >11/>,
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iprogrammi prioritari di intervento per l'anno 2002;
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-'~\-:!~o:az~;~~~e;:~~:s~od~n~s~:7i:;::~;a:v-e:-~;~::;;~
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.• :-,0'/
L\--~---'---
!usufruito
---------------di un
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_u_
---~------------------------
co-finanziamento
-----------------
del
Comune
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----------------------
e della
Fondazione
------------- --------
!CARIPLO;
'- che il Comune ha realizzato il Centro di educazione ambientale citato sito
in Via Don Orione che insiste sui mappali n.153 e 154 foglio 26;
TUTTO CIO' PREMESSO E CONSIDERATO
L'Amministrazione Comunale di Cesano Mademo, con sede in Piazza Arese
1,12, rappresentata legalmente dal Sindaco pro-tempore Paolo Vaghi, nato a
Seregno il 19.06.] 956 domiciliato per la carica presso la sede comunale,
che interviene in questo atto in nome, per conto e nell' interesse esclusivo del
Comune (C.F. 83000130159, P.L 00985710961)
e
i
I
I
I
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1.
LIPU,LegaI~alianaPr0te~iOlle
U,,~~con sedelegalee annnini-'lr"tiva~
_
in Parma Via Trento 49 (C.F. 80032350482, P.I. 00558410346) legal mente
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~
--------- --~------
tappresentata
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.
•
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nella persona del suo Dire~ore
T--~--------------·-------·----·-~-------------
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Genera~~_Elena D' An~ea_r:at~_ I
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•. ~-----.-
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- l~ilan~_~~~L~?6~~~1_~~.~i(;ilia~~.~~!~~~_~~~~ press~_~a~~d_~ella L-~~J..!~t
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------------~--_._----------------------------~--------------
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bbiettivi di cui in premessa, nella sfera dell' educazione ambientale, si avvale
--------ielle
~egue~~i proprie strutt~re-servizi~--------------·----------------~--------_._-_
.•.~
I Foglio26mappalin.151-152-;53-1;;:- ---~-~~Z.f))~) ~r-- Centr~~iEducaz~nee Fo~neambient;d~Langer
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Sportello verde (n.9);
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5 .~_
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--~---
basi naturalistica costituita dalle aree comunali cosi contraddistinte:
Punto ristoro sostenibile (n.l 0);
..-.-------
Deposito attrezzature (n.8).
--
.._---------.
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I ---~_.~~----~~~-
---------~-_._--_._--------~--_._._----
i
pggetto
delIa presente
------rAmministrazi~me
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convenzione
Comunale
e
0
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la disciplina
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dei rapporti
e l'~~s;~iazio-~~-LIPU--;~-
I
-----.------r--~~----------.--~-------~~.--~-----~--------.-----~
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S2
tra
la ge-stio~~- __
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ART.2 - Oggetto
i
L_~
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n
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-T--'-'-----
1'-~--.--o-------1
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gestione del Centro di Formazione
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e di Educazione
Ambientale
"Alex
-.-.---------+--------------------- ----------.--------.--------------------
-+-------~----.------------Langer" nonche
la convenzione rep. N .2395 dell' 11.05.1999 relativa alla
~--------------·---------~---------t---
____
}--=:=ion--=_~_ell'O~SI,
~er quanto concerne la parte economica e ne integra e/o
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---.-------
---
comunalecontraddistinta
~a~fu-!!j::~
---f- _______
) presen~: atto ingloba la convenzione rep. N.l398 del 18.04.2004 per la
---------------------------
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Comunale di Cesano Maderno, al fine di rea1izzare gli
- ------~---~-j------------------~----
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t' Amministrazione
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kodifica
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L
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--~---ri;centro
---
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... _ ...
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Visite - reception ed annesso ufficio - (colore azzurro n.l);
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l'pU~~-~egiOnal~-~:~~:-~~~-~~i~!~-~-~!~~--~~~~re
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. _~_ic~_l?refucsia n.~~.
•••
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0... CI.l .-
spazio museale-blbhoteca
-~-~-------
-
.---.----.--------------------------
b~
\~.)
...-------~p::;------- ---------
- (colore aranclO n.3);
:::5
-----------
oltre alle parti comuni-definibili nei seguenti spazi:
~
0...
zona ingresso
servizi
et~::~~:: ~::~al~;g~iO
26 Mappali
e suddiviseinareaparcheggio(n:6),areaP",~nic(n.?),.;~~.~~ ~
=-=-----
151-15~m-~~=
54,
n.ll)
compres~~~~ttrezzature~~.1.l~~~~_
urate
dall' Amministrazione
.
pl~metria
(All. B)~_~~~~~_
Comunale. Rimarra in carico ana LIPU la
-----------------------------
1_
..
T ~
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..
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,·· =ET:::Ei~~0::::~~;e~~~~:(~r:)~ivlP:C~~J...~.
;
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~_..._..__lc::o~unesiilnpegna"riconoscere
~a gestioneordinaria
dell' allaj.. ~~~~
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OASI
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LIPU un contributo annuale per l'intera durata della presente convenzione
~-_----.------n-----.-------------.---------------------------------
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fari _a __~_~_:50~,??n~~~~
pres~~~_~~~_?!reg~~e~~evu~_~~~~t~_!:_y_~n_(~~~
~ase ad arti~~~~_~LLe_~~~~~/91 ~ cO~_~~_~_~~_ll.~l~~~~_~~~~~~
500/0 a maggio
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a noverr1bre
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~ ciascun anno
----k\ ---;artir~-~~~----~~~~2~~~---~~~:--~~~~~~~t~---~e:_~-::ualmente
e
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I
4utoma~~~=--~~eguato,
r---------- -r;T~~j
I
----
quanto al costa de}_E~rs_onal~,_~~~~~d5>
__
gl~_~!dici
pi u un punto percentuale (dato atto dell' accordo quadro sindacale),
-- -------------------~-----
----------------------------
on intesa di ulteriori adeguamenti ove dovessero aumentare i costi del
ersonale medesimo (INPS, ASSICURAZIONI ECC.) .
r
AHa scadenza della convenzione ed in caso di rinnovo in base alla facolta di
tUial successivo
art. 13) il contributo verra ridiscusso-~~~~andosi la L~~U
spressamente e sin d'ora la facolta di recedere _,=-'!~~~L~inon ri~~~~_ove
,adeguamento
del contributo non dovesse soddisfare Ie nuove condizioni
conomiche eventualmente subentrate.
ART. 3 - Sala Conferenze
a gestione
ervlzl
della sala conferenza del Centro (n.4)
alla
Persona
rogrammazione
- Servizio
Educazione
e
in capo al Settore
e Formazione
per la
e il coordinamento degli interventi, affinche vengano
o
arantite Ie sinergie, Ie collaborazioni e Ie trasversalita di tutti i progetti in
--~---
ssere nell' ambito
territoriale
riferiti
alla divulgazione
-----
---------
2§
della cultura
---------------------
bientale.
--
<::C.
Tale coordinamento dovd necessariamente essere condiviso
~
un
-
Itre_c~econ la LIPU anchecon Ie a1trere~lti,
Associative
£r~el1ti~~~lW-=-~
erritorio quali il Consorzio Parco delle Groane, Lega Ambiente, il WWF, i
a ;:::~ ,~~
=--=----=l=I-----~
ssociazione
Naturnl:~:~:.-Utiliuod~-~~rtedi te~-· ...
.---------~--
-
~----------._-------
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1 Camune puo concedere la sala conferenze a terzi per 10 svolgimento di I
i ttivita-~ttinenti
Ie finalita educative, di&~~h~-~~ul~;ili-d~i-c;~~t~-~:-dil---
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tomune accordo tra i1 Comune e la LIPU ed in modo che sia garantita 1a
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r~~~~ta ~el1'a~~~~t~_~idatt~~~
..in~~~~:~~con ~~~~~~l~~el territorio di Cesano
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Maderno.
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tal fine il Comune, tenuto conto del calendario di utilizzo della scuole
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¢esanesi, predispone il calendario di utilizzo delle manifestazioni, convegni
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-~-- ----~----------~----------~---------
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Gli spazi non occupati dal Comune possono essere utilizzati dalla LIPU per
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lItre attivita.
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I soggetti che intendano utilizzare la sala conferenze devono inoltrare
--:
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0..
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nehiesta scritta al Comune , almeno 30(trenta) giorni prima dell'evento. Le
]---------t~dalita
~--c------t-
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Le tariffe saranno determinate con atto di Giunta Comunale.
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--+-------------------------------~----
~-
FAmministrazione
re:=-~-~_--_I~pertura
-
di utilizzo verranno stabiliti di comu~ ac;o~do-~;; Comu~e e ~~;~~-
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Comunale solleva la LIPU dall'impegno
del Centro e la necessaria assistenza tecnic-;~~
di garantire
occasion~_~~_
~venti, impegnandosi direttamente, con proprio
personale.
_
-
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ART. 5 - Attivita didattica
~
ln riferimento_ all' art.
telativamente
9) della eonvenzione,
alla didattica,
rep. 2395 dell'11.05~~~9,
~_~
la LIPU si impegna a svolgere la propria
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~~_n _
_t--~~rmazione-
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0
1_
~~_~ervizi~~~uc~~~~~l
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ampliando tale inte~e_~to an:~~_~~~le_gio~~~e di~~nedi __=__f----
artedi. Tale attivita dovnl essere
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svolta pertanto
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per cinque
giomi
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settimanali (dallunedi al venerdi).
--.. - rp~ogetti destinati alle seuol e di·Ce~~~~-M~d~~~-do~~~-~~~re
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-~~~~~-tati-ru -- ..-:.-..
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~ntro e non oltre il 30 settembre di eiascun anno.
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_______~ ..~_frogetti condivi~i con il Sett...?re~~~~L_~ll~~sona
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~ttivita didattica con priorita delle scuole del territorio, con percorsi e/o
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ART. 6 - Attrezzature
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1-
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Le attrezzature di cui all'allegato 9) della precedente convenzione rep.2395 I
···1~~~:~:·:~·5:~:~:~~~i10:~::O~~~~~:A~;,;~~:~:~-~~.
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- ~estione
della
manutenzione
dell'OASI,
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proprieta .'\--
--------
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dell' Amministrazione Comunale.
E-< U
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---~~-e---'l~----
e attrezzature, gli arredi e gli allestimenti interni del nuovo Centro di
----+-------------- ----------------Educazione
==}ll.Dl
~
Ambientale "Alex Langer"
~ .0
cadenza
CARIPLO
della
presente
ART. 7 - Manutenzione
?:1:"
\, ~.
-J~~-
E-< Q
Comu~a!~_alla
diventeranno
di
------
-'' ' '
,
_
proprieta
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11'Amministrazione Comunale.
J?:
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di cui al verbale di consistenza
e _dell' Amministrazione
convenzione
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-----------------------------~~~~-:
acqui;1atidalla LIPU per mezzo dill~~~Ulfl1lZiame~to=d~iarte
~~ondazione
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- :::J ~ ~
ordinaria e straordinaria
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F::::tennone
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ordinaria e strao:==I~m1IDOblle
s:n:~:c~J
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ART.8 - Ripartizione dellespeserelativeailentenze
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~~-e-r-e-~-t-~-e-~--C-e-n-tr-o-s-o-n-o-~-t-e-~-a-k-~-~-m-rm-e-.-L-a--L-w-u-n-~~~-~--
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~uaIIl1ente.1 Comune - secondo i1criteriomillesima!•. ("\1110) ~i_c~ti~I-~_n~ __
-m----r .~
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______.pelle utenze relativamente agli spazi del Centro utilizzati.
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~pese lclefunichesono tota1m;';;tea c';;;co&11aLlPl;:--···
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smaltimento
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ART.tO - ODen assicurativi ed imposte
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La copertura
degli oneri assicurativi relativi all'immobile
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(responsabilita
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---_.__~atiVe
_al1al'f()prieta del~n~ro
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ART. 11 - Legge 626/94 in materia di sicurezza sullavoro
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ani cura del Cornune la predisposizione del Docurnento di valutazione del
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¥~_~~del1'i~~~l~
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~mpegn~o
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in carico agli occupanti dell'immobile.che
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del pian"..'esta
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uscite~i_:i_cur~zza sern'p-=~funzionanti.
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ART. 12 - Variazioni di destinazione dei locali
-----~------------_._------~-----
, vietata
---
qualsiasi variazione alla destinazione d'uso dei locali. Eventuali
---------------
·chieste
di variazione devono essere preventivarnente
--------
I
---------
----
inoltrate al Cornune
----------
------
---------
ART. 13 - Validita delIa convenzione
. ~-;;es_e_nte convenzion~a~alid;~
f,sere
rinnovata
a parte
-------------
dal 01/01/2005 al 3Ll2.2008~-po~=
per un ulteriore periodo di 5 anni. In caso di inadempienze
-----
~~tl.:,>~quanto
---
~uiconcordato,
preavvi_~~~
a~:_~
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puo e~sere.£.ft'.vi'"lalarevisi()!1~~ revo~
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dei soggetti contraenti e in presenza di fatti che provino il rnancato
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si danno sin d'or~ a~o che tulto ci~ che ~e~ "CqUi~t~ .~~ aCqUiStato~ ..•
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convenzione
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patrim.onio
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Comunale.
e/o a sodalizi futuri sara autornaticarnente consideratOj
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bye, pero, la LIPU decide sse di investire nelle suddette attivita fondi non
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~erivanti dalle attivita medesime, ma ottenuti con contributi di altra natura e
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_t!o\f~~~e~~,s~~~-~-~-~~CO!~~ell
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~inist~~~n!_~~~u~~l=_,i_relativi
~cquisti ed acquisizioni rimarranno di proprieta esclusiva dell' Associazione,
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------ ----------- ---------------------
-----~-- -------T~on facoltil della stessa di rimozione
I
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----------
- -------
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ART. 15 - Competenze
che non si possano dirimere in via amministrativa,
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~ompetente il foro di Monza
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---------.
---------------------.-------------------
pres~te~~~;;~tt;;~h~-sara
~eg~;~~~~-~~-l-~-~~~~s~-,-
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ART. 16 - Spese contrattuali
-- Jutt~-k;~~~-d~i-
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legali
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totale al fine di qualsivoglia rapporto.
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in caso di controversie
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II Sindaco
PROTEZIONE UCCELLI
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(Paolo Vaghi)
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II Direttore Generale
(EJenaD'Andrea)
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Citta di Cesano Maderno
Provincia
di Milano
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SETTORE TECNICO
Cesano Maderno, 29 novembre 2006
o 9 get
to:
Classificazione acustica depuratore Nylstar di Via Groane.
Si certifica con la presente che il depuratore di pro prieta delia Ditta Nylstar S.p.a. sito in Via
Groane, nel Piano di Zonizzazione Acustica del territorio comunale, approvato con Deliberazione
del Consiglio Comunale n. 5 in data 30 gennaio 2006, cos] come rilevabile dall'allegato
planimetrico, ricade prevalentemente
stralcio
in Cia sse I, interessando parte delle Classi II - III e IV.
Piazza Arese, 12 - CAP 20031 - Centralino 0362/5131 - Fax 0362500066 - Cod. Fisc 83000130159 - P.IV A 00985710961
www.comune.cesano-maderno.mi.it
- email: settore.tecnico@comune_cesano-mademo.mi.it
Classificazione
acustica.doc - Settore Tecnico-
!talo Vaghi - Tel. 0362/513475
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II
Consorzio Parco delle Groane
Sede Solaro (MI)
Piano Territoriale del Parco Groane
(APPRO VATO CON DEUBERAZIONE GIUNTA RIX;!ONALE 30 LUGLfO 2004 N°7/18476
_ BURL 3l/8/(4)
VARIANTE PARZIALE AL PIANO TERRITORIALE DI
COORDINAMENTO DEL PARCO DELLE GROANE
Relazione tecnica
Progettisti
o Arch. Fabio Lopez Nunes, coordinatore di progetto
o Dr. Luca Frezzini, responsabile dell 'area tecnica
o Arch. Maria Teresa Gosparini, urbanista, consulente estemo
o Dr.Claudio Febelli, agronomo, consulente estemo
o Dr. Mauro Belardi, zoologo, consulente estemo
o Dr. Stefano Scali, zoo logo, consulente estemo
o Dr. Luca Gariboldi, botanico, consulente estemo
consuIenza legale
Avv. Gian Maria Menzani
Conson:io Parco Groane
Relazione aHa variante parziale al PTC ~ 2005
___
pag.2
Relazione tecnica
1. Introduzione
La presente variante parziale e espressione di una volonta espressa dall' Amministrazione consorti Ie,
mediante il verbale dell' 8 ottobre 2004 delIa Conferenza programmatica costituita ai sensi dell a
legge 394/91 in materia d'aree naturali protette, nonche della deliberazione dell'Assemblea
consortile 28 febbraio 2005 n07 avente per oggetto uno specifico atto d'indirizzo. La conferenza
programmatica ha insediato una commissione di studio composta da Walter Cattaneo, Sindaco del
Comune di Cogliate, Antonio D. Romeo, Sindaco del Comune di Limbiate, Renzo Moretti, Sindaco
del Comune di Solaro, Roberto Della Rovere, Sindaco del Comune di Cesate, Fabrizio Sala,
Sindaco del Comune di Misinto, Gianni Rossetti, Assessore del Comune di Senago, assieme al
Consiglio d' Amministrazione.
E' stato costituito un gruppo di lavoro tecnico per la redazione del presente documento, composto
da:
o
o
o
o
o
o
o
Arch. Fabio Lopez Nunes, coordinatore di progetto
Dr. Luca Frezzini, responsabile dell 'area tecnica
Arch. Maria Teresa Gosparini, urbanista, consulente estemo
Dr. Claudio Febelli, agronomo, consulente estemo
Dr. Mauro Belardi, zoologo, consulente estemo
Dr. Stefano Scali, zoologo, consulente estemo
Dr. Luca Gariboldi, botanico, consulente estemo
Per gli aspetti legali ci si e avvalsi della consulenza dell' Avv. Gian Maria Menzani
Per gli aspetti geologici, sono stati confermati gli studi gia effettuati e allegati al PTC.
La presente variante prende origine dalla approvazione della variante generale al PTC da parte della
Regione Lombardia (BURL 31 agosto 2004), dopo quasi dieci anni dalla sua adozione da parte
della Assemblea consortile (deliberazione AC 39/94). Durante questa lunga gestazione da parte
della Giunta regionale il documento originale ha subito modificazioni talmente rilevanti, da
stravolgeme il significato originale. Inoltre, nel frattempo, numerose leggi approvate dal Parlamento
e dal Consiglio Regionale hanno modificato il contesto giuridico originario, obbligando a tortuose
revisioni, che hanno contribuito a creare un documento non sempre chiaro, e soprattutto privo di
quegli elementi attivi e propositi vi, sia in merito ai rapporti con I'urbano, sia agli ampliamenti, tali
per cui I' Assemblea consortile ha ritenuto di dover procedere ad un'immediata revisione. Le stesse
amministrazioni
comunali, che compongono l' Assemblea, hanno ritenuto di pronunciarsi
direttamente, chiedendo al Consorzio e alla Regione di adottare modi fiche attc a rendere il PTC del
parco maggiormente coerente con Ie politiche territoriali locali, nello spirito dell'integrazione fra i
diversi livelli di pianificazione che la legge auspica e prevede.
Dalle amministrazioni comunali sono pervenute Ie seguenti deliberazioni, che si conservano agli atti
del consorzio, senza obbligo d' allegazione alla presente variante:
LJ
o
o
Barlassina: deliberazione CC n° 14 del 8 marzo 2005
Garbagnate Milanese: deliberazione CC n° 64 del 29 novembre 2004
Salam: deliberazione CC nO 18 del 25 febbraio 2005
Consor/io
Parco Groanc
RcLvione alia variantc par/iale
ill
PTC - 2005
-------
o
o
l',~lg·_l
Senago: deliberazione CC n. 87 del 30 novembre 2004
Ceriano Laghetto: deliberazione CC n° 5 del 17 gennaio 2005-07-20
Sona inoltre pervenute:
o
o
Seveso: nota n. 12321 del 23 maggia 2005 a finna del Sindaco
Cesano Mademo: nota n. 24886 del 27 maggio 2005
dell 'Urbanistica
a fimla
del Responsabile
o
Cesano Mademo:
dell' Urbanistica
a finna
del Responsabile
o
Cesano Mademo: nota n. I 9645 del 28 aprile 2005 a firma del Sindaco
nota n. 24166
del 24 magglo
2005
Le proposte avanzate dai comuni sono state verificate e tradotte, per quanto compatibili,
documento unitario di cui trattasi.
nel
Esse sono riepilogate nelle schede puntuali, allegate alIa presente deliberazione, cui si fa rinvio,
dove Ie moditlche cartografiche richieste sono descritte e identificate in stralci delle tavole parte
integrante del PTC pubblicato il 3 I agosto 2004.
Da questo lavoro sono emerse questioni di carattere generale.
1. Conjini del parco: nella sostanza, tutti i Comuni, che avevano
territorio protetto, hanno confermato la volonta di estendere
aggiomando il confine nel dettaglio, come indicato pili avanti;
2. Perimetro del Parco naturale: deve essere reperito l'equilibrio
provinciale; in linea di massima, si dovra cercare di individuare
interessi i siti d'importanza comunitaria, il parco ospedale
Castellazzo e, a parte, ]' oasi di Cesano.
individuato ampliamenti del
il perimetro, eventualmente
con il piano agri-faunistico
un corridoio ambientale che
di Garbagnate, la zona di
3. Nuove normative: si rende necessario aggiomare il PTC aile nuove norme di recente
promulgazione, in particolare in materia di foreste (LR 27/04) e in coerenza con la nuova
legge 12/05 di govemo del territorio;
4. Adeguamento dell 'art.7 del PTC: occorre rendere piu chiaro e fluido il percorso stabilito per
i processi di pianificazione negoziata, affinche, in particolare, sia ineludibile ancorare ogni
intervento ad una rilevante opera di mitigazione ambientale, i cui benefici indotti ricadano
nella riqualificazione e nel conseguimento degli obiettivi del parco regionale, stabilito dal
PTC e dai piani di settore;
5. Applicazione normative: si rende necessario, pili in generale, rivedere alcuni passaggi delle
norme tecniche, che sono risultati di non facile applicazione e lettura;
6.Settore produttivo: si propone di riproporre maggiori agevolazioni (maggiore densita e
possibilita d'incrementi delle pertinenze) al settore produttivo, purche gli interventi
avvengano mediante adeguate mitigazioni ambientali e siano favorite Ie imprese che si
dotino di certiticazione 0 registrazione ambientale;
7. Programmazione negoziata: si propone di reinserire gli ambiti soggetti a programmazione
negoziata, con particolare riferimento aIle aree di trangia fra tessuto urbano e area protetta;
8. Attivita estrattiva: viene avanzata la richiesta (del comune di Ceriano Laghetto) di vietare
l' attivita estrattiva; la questione assume cogenza reale esclusivamente nelle aree che saranno
inteme al perimetro del Parco naturale, poiche per quelle esteme la tonte prevalente del
diritto e il piano provinciale cave;
9. Piano fornaci: per quanto attiene alle tomaci, viene espressa la volonta di attribuire al
relativo piano di settore Ia possibilita di detinire i carichi e Ie destinazioni d'uso ammissibili,
Consorzio Parco Groanc
Relazione alia variante parziale al PTC - 2005
pagA
di concerto con i comuDl mteressati, utilizzando i processi di pianificazione
previo Ie idonee mitigazioni suI parco;
negoziata e
10. Servizi di interesse pubb/ico: i Comuni chiedono la possibilita di detenninare indici piu
bassi rispetto a quelli indicati, per Ie arce destinate a servizi d'interesse pubblico locale;
J J. Mobilita sostenibile: viene proposto I'inserimento di un tracciato per una metrotranvia da
Milano Roserio ad Arese, lungo la "Varesina" e via Kennedy, atta al soddisfacimento della
domanda di mobilita pubblica sostenibile;
2. Confini del Parco regionale
La definizione del perimetro del Parco e stata integralmente ripresa, con la revisione del perimetro
del parco regionale e la individuazione, al suo interno, di un perimetro di parco naturale, nelle aree
di maggior pregio. Per quanto riguarda il parco regioonale, il perimetro attualmente vigente c stato
ampliato, sulla base anche delle proposte del J 994, tenendo conto di quanto gia identificato nel
vigente PTCP (Piano territoriale di coordinamento delia Provincia di Milano). Qua1che modesta
area marginale, totalmente edificata, e stata tolta dal parco, in quanto non pertinente all' area
protetta; si riporta a seguito un prospetto comparativo con la quantificazione dimensionale:
Comune
descrizione
N°
Arese
Barlassina
Bollate
inelusione
dell 'angolo di VIa Luraghi,
in fase d'acquisizione al
patrimonio comunale, per formare una cintura verde attorno all 'A!fa
Romeo
eselusione dal parco di una fascia introdotta nel 1994, injimzione di un
piano attuativo sujornace Ceppi
inelusione area Traversagna in linea con
il PTCP giG approvato e
vigente; trattasi del corridoio
ambientale verso Cascina del Sole e
Milano, da tutelare per evitare fiJture urbanizzazioni; nell'azzonamento
si prevede gran parte
destinata a riqualificazione
ambien/ale ad
indirizzo naturalistico e agricola, una zona per servizi, la tutela dell
Cavo Ruggerino di proprie/G provinciale (giG oggello di recupero da
parte del Consorzio) e il recupero del giacimento estrattivo di sabbieghiaie a verde ambientale, in coerenza con il PTCP
eselusione di un lotto edificato erroneamente
ineluso nella delibera
d'approvazione del PTC 2004, lungo la ex SS dei Giovi
inelusione area orto botanico e centro parco Alex Langer, per coerenza
di destinazione
inelusione area ex baracche SNIA, parle basco di la/ifoglie autoc/one,
parte da destinare a nuova jermata FNAI Cesano Snia, quale accesso
all'Oasi
inelusione quadrila/ero di
rispello indus/riale area
Bracco Fa via
Magenta e via Alarconato, in coerenza can il PTCP
Cesate
I
I
I
Cogliate
I
r
I
1
I
I
!
Garbagnate
Milanese
Ettari in
aumento
Are05
3,00
Bar02
1,37
BolO1
I
I
141,8
CSM01
0,1
Csm02
3,5
Csm03
3,8
Csm04
inelusione area del corridoio ambien/ale Biule, gia oggetto d'imerventi
}ji1anziati dafondazione Cariplo, in coerenza can il PTCP
eselusione di un lotto edificato a margine del parco fungo via Gramsci,
per pari condizioni con i lotti adiacenti
Csm08
inelusione del corridoio ambien/ale e agricolo fra Cesa/e e Sola1'O,in
coerenza can il PTCP
CesO1
eselusione di un lotto di terreno in via delle Dalie, erroneamente ineluso
nella tavola appro va/a nel 2004
CgIO]
inelusione di un lotto di /erreno comul/ale in via Robolotti, ajjinche ad
un sol corpo con la
rimanente propriet(1 sia des/ina/o
ad una
riqualzjicazione quale porta del parco, cemro sportivo
ine/usione dell 'area des/ina/a
dal PTC a jrJre,l/a di pial/ura, Cfllllie
eimum "erde nord dell Alfa Romeo
Inelusione area della "Bischl "
/ra la /errovia e Cesa/e, quale /il/ro
(~'ieolo allo ad ev!tare nel /empo la sald(J[uradell 'urbal/O
Inelusione del corridoio
an/hien/ale Villoresi i' delle
aree che
costi/uiscono cin/ura verde
attorno aII 'AIjil Romeo
sui lall) nord
orientale dello s/ahilimenlo
Ettari in
riduzione
scheda
!
17,2
Csm05
25,4
0,33
--1__~~I
0,31
CgI03
Gar 01
Gar 02
I
I
1
t-----L~~
I
1~
I
I
I
Gar 03
I
I
33.]01--'-----j
28,00
!
I
I
I
35,271
Consorzio
Parco Groanc
Rclazionc
Lazzate
Lentate s.
Seveso
Limbiate
Misinto
Senago
alia variantc
parziale
aIf)TC_'_-_2_(_J(_J5
eselusione dol parco di duc semi 101li e(hlicali,
lagliali diagonllimenle
dal pcrimclro
Inc!usione arCa agricola Ji'a CoprClIO
c la zon(/ inchlslriale, OIulc
IlIlelare il co rridoio amhicnlale
verso nord. anche 11/ visla
dclla
evenlllille rClllizzllzione delia "Pedemonillno "
I
Ese/usione dal parco di IIn 'aliquola
del piazzale inferno all 'ex
slahilimel1/O A Illex, a mon:;ine parco
I
ESc!lIsione dill pllrco di IIn 'arell oggi occllpala da sede
slmdllle delill
varianle Slid all 'ohillllO
ESc!lIslOnc dol parco di 11/1 10110 rilaglialo
dal/a llZlova varianle Slid
SP 119 IIl1golo via de Gmperi, con conlesiliale ampliamel1/o del coniine
lid oveSI delia slrada. in
demonio provinciale.
qllale jClscia di
iniligazione
I
Inc!lIsione del corridoio ambienlale verso Slid, in linea con il PTCP e il
PRG vigel1/e, alia a consolidare la IUlela lerriloriale delle aree lihcre di
cinillra melropolilana; parle dell 'ampliamenlo
verdi inleressalo da un
progello
d 'area a serVIZl induslriali,
per realizzarvi
un campo
sperimenlale di leSI per la sicurezza
pag.5
~
LazOI r
I
Len 01
I
I
I
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Lim 05 i
I
I
Seveso
Solam
T otale
modi fiche
40,81
0,44
I
--JI
Mis01
1,35
I
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I
I
1,9
Sen 05
I
1,2 I
~
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I
I
I
37,5/
Sev 01
I
Sev 04
~
')
fascia a confine con 10 zona residenziale del/'allopiano,
in quanto giG
deslinata a slandard per verde pubblico e carallerizzala da un bosco
avenle Ie sfesse carallerisfiche di queI/o inferno al parco
ine/usione del corridoio ambienfale e agricolo fra Cesale e So!aro,'
in
coerenza con if PTCP, nonchti del! 'area de! Parco
Vila, giG realizzafo
da! Comune e da! Consorzio
I
T----i
Sen 03
Sev 07
')
-',-'
],9
Sol01
52
sa/do
467,2
9,23
I
I
I
I
...-.
inc!lIsione area del corridoio ambientale Biule, giG oggello di il1/erventi
'}inanziali dafondazione Cariplo, in coerenza con il PTCP
Ese/usione di 10lli ormai gia integralmenle IIrbanizzali, sull 'allopiano di
Seveso, dove la presenza del parco regionale non assllme alclll1 valore
a.r:;giunto
---------,
0,14
i
---t-------!
476,~
Posto che il Parco regionale risultante dalla variante 2004 misura ha 3323,6 (poligono misurato al
CAD), a seguito di questa operazione, andra a misurare complessivamente ha 3790,8, con un saldo
positivo di 467,2, pari a1 14% d'incrcmento.
Consorzio Porco Groane
Relazione alla variante parziale al PTC - 2005
3. Differenza
provinciale
fra Parco naturale
e Parco regionale - coerenza
con il piano faunistico
venatorio
E' questo un adempimento previsto dalla Iegge regionale 32/96 nonche dalla Iegge regionalc
in ossequio ai dettati della legge statalc quadro sulle aree protette n. 394/91.
I 110 1,
II legislatore
regionale, con Ie citate norme, ha ritenuto di ripartirc Ie aree protette in parchi
d'interesse squisitamente regionale, non riferibili alla normativa statale, individuando all'intemo
di
essi Ie aliquote di maggiore pregio naturalistico, non in conflitto con la pianificazione
provinciale
nel settore agro-faunistico,
da assoggettare
a "parco naturale"
riconosciuto
dallo Stato. La
differenza fra Ie due istituzioni concentriche
nei livelli di vincolo e nelle gerarchie. In linea
generale si pOSsono affermare Ie seguenti distinzioni:
e
Finalita
.
-
Gerarchia del Piano:
Piano territoriale
provinciale - PTCP
di
coordinamento
Parco rf!KJonale
Prevalentemente urbanistica e di
riassetto territoriale _
paesaggistico
piano di settore prevalente solo
quanto a caratteri ambientali e
paesaggistici e prevalente sui
PCT comunali
Redatto d'intesa con I'ente
gestore del parco, recepisce i
contenuti ambientali dello
stesso, ma prevalente negli
altri settori
Sempre realizzabili d'intesa con
I 'ente gestore del parco, in
difetto decide la Regione
Decide la Regione
e
Opere pubbliche di livello provinciale
Opere pubbliche
I statale
di livello regionale e
Opere pubbliche 10cali
Governa il Piano del Parco _
Occorrefare una deroga in
difetto
Pubblico 0 privato
Patrimonio del Parco
Esercizio venatorio
Cave
Vincol0 ex Codice Beni
ambientali
42/04
I Inclusione nell'elenco nazionale delle
I aree protette
I
Ammesso secondo piano
provinciale agri j'aunistico
Ammesse in base al piano
.E!!0vh1cialedi settore
Vige
I
I
i
No
Parco naturale
Prevalentemente naturalistica
ambientale e paesaggistica
Piano territoriale prevalente su
ogni difforme pianificazione di
scala vasta (escluso il Piano
Territoriale R~ional~
Recepisce il Piano del Parco in
ogni sua parte; qual ora vi siano
scelte che confliggono fra i due
livelli di pianificazione, decide
la R~ione
realizzabili solo se previste nel
piano del parco
In caso di mancata intesa decide
la Re~one
Govema il Piano del Parco _
occorre fare una deroga in
difetto
Tendenzialmente deve essere
prevalentemente pubblico,
almeno nel teIIlQo
Vietato
I
Vietate
Vige
I
I
----1
Si
------------.J
Da questo prospetto si dimostra come Ie differenze siano assai significative, in ordine ai risultati che
si pOSsono ottenere suI territorio. La individuazione del perimetro del Parco naturale per Ie Groane
rimasta bloccata
sinora dall'accavallarsi
di modifiche
al quadro nonnativo
nel corso del
procedimento
e dalla difficoita di reperire una soluzione di compromesso
con il piano agrifaunistico
e
I
Consorzio Parco Groanc
Rclazionc alia variantc parziale al PTC -_2_()(_)5
__
.
_
provinciale, legato a preclsl vincoli dimensionali per coerenza con la legislazione
caCCla.
In materia di
Proprio questo aspetto govema jl dimensionamento massimo dell 'area destinabile a parco naturale.
Infatti, la legislazione vigente stabilisce che ciascuna provincia non possa precludere alia caccia una
superficie superiore al 30% del tenitorio agrosilvopastorale, e non inferiore al 20%. Posto che la
superficie complessiva provinciale e in progressiva riduzione, a causa dell'espansione urbana, si
crea un meccanismo perverso, in base al quale Ie aree riconoscibili a parco naturale pOssono solo
ridursi nel tempo, ma difficilmente ampliarsi.
Nel Parco delle Groane, fin dal 1984, e stata riconosciuta una zona di silenzio venatorio di circa
1.300 ettari. Ad una verifica con gli uffici provinciali preposti, si e pervenuti a ritenere possibile il
mantenimento di una dimensione simile, ma non superiore, onde non pone in discussione
I' equilibrio della programmazione di livello provinciale.
La proposta di perimetro non puo tuttavia rica1care I' area di silenzio venatorio, poiche essa non e
coerente con gli obiettivi del parco naturale e non corrisponde alle esigenze di tutela naturalistica. In
tale area, infatti, insisteva un intero campo di golf e numerose aree edificate, che non avrebbe senso
collocare nel parco naturale. Per contro, I'analisi territoriale ha evidenziato I' esigenza di tutelare i
seguenti ambiti ad alta valenza naturale e paesaggistica, partendo da nord:
o
o
o
o
o
o
o
Stagno di Lentate suI Seveso
Boschi di Lazzate e Lentate
Boschi di Sant' Andrea
Boschi di Ceriano, Polveriera e Ca del Re
Gasi di Cesano Mademo
Pineta di Cesate e parco ospedale di Garbagnate
Castellazzo
II perimetro del parco naturale e stato individuato raccordando il pili possibi1e ad un sol corpo tali
nuclei, al fine di recuperare una unitarieta ambientale in guisa di rete; solo 1'oasi di Cesano e
rimasta al momento isolata, in quanto non e stato possibile trovare un corridoio ambientale
compatibile con Ie quantificazioni assegnate dalla Provincia di Milano.
Si fomiscono di seguito a1cune caratteristiche
perimetro cosi come proposto.
ambientali che sostengono
I'individuazione
del
4. Quadro conoscitivo dell'area
4.1 Componente fisica
L'area oggetto del presente studio e rappresentata dal Parco Regionale delle Groane che e situato a
nord-ovest di Milano, in una delle aree pili urbanizzate e industrializzate del suo hinterland; si
estende infatti per circa 15 km in direzione sud-nord, da Bollate a Lentate suI Seveso.
Il territorio e ncl complesso pianeggiante e presenta una lieve escursione altitudinale che va ela circa
152 m s.l.m. del comune di Bollate a circa 262 m s.l.m. del comune di Lentate suI Seveso. II parco
ricade entro i limiti amministrativi dei comuni eli: Arese, Boll ate, Garbagnate Milanese, Senago,
Cesate, Limbiate, Solam, Bovisio Masciago, Ceriano Laghetto, Cesano Maelemo, Cogliate, Seveso,
Barlassina, Misinto, Lentate sui Seveso e Lazzate, tutti in provincia eli Milano.
Consorzio Parco Groane
Relazionc aJia variante parziale al PTC - 2005
pag.x
Il c1ima del tenitorio in base ai dati climatici cstratti dagli Annuari ISTA T, riferiti alla stazione di
Milano Malpensa (q. 22] m. s.l.m.) e di Milano (q.121 m. s.l.m.), in circa un ventennio di
osservazioni meteorologiche, dal 1959 al ] 982, puo essere definito "tendenzialmente suboceanico",
Si tratta cioe di un clima che, sia dal punto di vista termico sia della piovosita, risente notevolmente
dell'azione mitigatrice delle masse d'aria caldo-umida provenienti dall'area insubrica, limitando
cosi il grado di continentalita, generalmente piu elevato, tipico della bassa pianura padana e delle
Alpi interne. A differenza di quest'ultime, infatti, nel territorio si hanno inverni piu miti, estati
meno calde (di conseguenza Ie escursioni termiche sono piu basse) e piu elevate precipitazioni
medie mensili. Secondo la classificazione del c1ima di Koppen & Geiger (1954) la zona studiata
ricade nel clima di tipo "Cf' ossia nel clima temperato umido senza stagione seeca, dove "C" e la
cIasse, che riunisce i climi miti e umidi (mesotermici), in cui la temperatura del mese piu freddo e
compresa tra i -3°C e i 18°C, ed a]meno un mese ha una temperatura superiore ai ] 0 0C, ed "f' e il
sottogruppo che indica che Ie precipitazioni, abbondanti in tutti i mesi, nel mesc piu secco
(dicembre 0 gennaio) sono in media superiori a 30 mm (Casati, 1992).
II Parco delle Groane si estende in quell a zona della Pi anura Padana denominata "pianalto" 0 "aHa
pianura", costituita da un -sistema di terrazzi fluviog1aciali a lieve pendio che si dipartono dagli
anfiteatri morenici pedemontani degradando verso la pi anura con la quale si raccordano piu 0 meno
bruscamente. Studi effettuati sugli anfiteatri morenici e sui terrazzi fluvioglaciali, nel tenitorio che
si estende a nord di Milano tra i fiumi Adda e Olona, hanno evidenziato come i depositi
fluvioglaciali attribuiti ad una g]aciazione, prendono origine, a monte, nell' area delle fronti glaciali
di quella stessa glaciazione, ovvero tra Ie morene frontali della stessa eta (CastigIioni, 1991).
Si evince cosi che il Parco delle Groane si estende principalmente soprc i piu :1ntichi depositi
fluvioglaciaIi del Mindel e solo per qualche tratto comprende anche quelli piu 1 v <in del Riss e del
Wurm. Le vicissitudini geologiche nella formazione delIa Pianura Padana e in particolare dei
pianalti fluvioglaciali, rendono comprensibile la giacitura nei ripiani piu elevati dei depositi piu
antichi (mindel1iani e rissiani), con una evidente inversione dell' eta geologica in rapporto
all'altimetria. Una stratificazione cronologicamente piu rego]are si incontra invece in profondita,
nelle prospezioni oppure negli affioramenti sui fianchi dei solchi valli vi. Le principali formazioni
geologiche dei pianalti lombardi sono:
II "Ceppo" - cong]omerato poligenico a cemento calcareo. Costituisce ]a piu antica formazione
continentale del Quaternario che affiora ne] tenitorio e rappresenta il basamento su cui poggiano ]e
formazioni fluvioglaciali dei terrazzi.
Diluvium Antico (Fluvioglaciale del Mindel) - ghiaie poligeniche,
superficia]e argilloso-ocraceo (Ferretto).
Diluvium medio (Fluvioglaciale del Riss) - ghiaie poligeniche
(loess) superficiale di colore gial1o-arancio.
con strato di alterazione
con strato limoso-argilloso
Diluvium recente (Fluvioglaciale del Wurm) - e un deposito di materiale fluviog]aciale che
costituisce
il "livello principale delIa pi anura" (0 piano generale diluviale) su cui poggia anche la
citta di Milano.
Alluvium - costituisce i depositi delle valli (0 alvei) fluviali e torrentizie che incidono Ie unita
geologiche precedentemente descritte.
4.2. Componente fisica - Substrato pedogenetico e suolo
L'alta pianura lombarda, costituita da formazioni geologiche di eta diversa, anche da un punta di
vista pedo10gico risulta tutt'altro che uniforme. In generale, questi suoli sono tipologicamente
Consorzio
Parco Groanc
Rclazione
alia variantc
parziale
al PTC_-_2_0(_J_5
"__
-11u!,!')
inquadrabili nel complesso dei suoli bruni acidi, pili 0 meno Iiscivati ed oligotrofi (Ugolini ed
OrombelIi, 1968). L 'elemento forse pili tipico e per molti versi il carattere distintivo che ha
determinato la specificit't floristica e ambientalc del Parco delle Groane, e la presenza del "ferretto";
un suolo argillificato di notevole spessore, compatto, poco penneabile, fortemente acido e povero cli
nutrienti. Si tratta di un paleosuolo dal tipico colore giallo-rossastro rugginoso dovuto ad una
profonda pedogenesi, avvenuta suI terrazzo mindelliano durante pili fasi interglaciali caratterizzate
da un clima caldo-umido, consistente in processi di dilavamento dei carbonati, ossidazionc e di
idratazione dei sali ferrosi. Di qui appunto il nome di "ferretto" e di "ferrettizzazione" il processo
pedogenetico che I'ha generato. Tale processo ha portato alia formazione di un suolo nettamente di
tipo microporoso, da cui dipende la bassa capacita di infiltrazione, con la conseguenza che si satura
d' acqua in breve tempo e la difficolta nel rilasciarla, nei periodi asciutti, a causa dell' elevata
capacita di ritenzione igrica. Questi suo Ii risultano inoltre poveri di ossigeno, fattore che limita
l' attivita dei microrganismi, la mineralizzazione delIa sostanza organica, la formazione di
un'adeguata struttura e la presenza di elementi nutritivi facilmente assorbibili. Ricordiamo infine
che la notevole acidita di questi suo Ii (pH 3-5), limita la decomposizione della sostanza organica
con formazione di humus di tipo mol' 0 moder che mal s'incorpora al suolo. Nel parco si trovano
anche suoli pili addolciti 0 arricchiti, in corrispondenza dei settori a conduzione agricola, delle zone
prossime agli abitati, dei declivi presso i fondovalle e presso Ie boscaglie di robinia. Si trovano
inoltre suoli subacquei che si formano in corrispondenza degli stagni da cava.
4.3. Componente fisica - ldroiogia
Numerosi sono i corsi d'acqua a regime sostanzialmente torrentizio che attraversano il territorio
del parco, in direzione prevalente nord-sud, come: il Torrente Guisa, Nirone, Cisnara, Lombra,
Pudiga e Garbogera. Citiamo anche il Canale Villoresi, un corso d'acqua artificiale costruito nella
seconda meta del secolo scorso (1885) allo scopo di estcndere la rete irrigua ai pianalti asciutti a
nord di Milano, derivando e distribuendo Ie acque del Ticino lungo tutto il suo percorso fino
all' Adda. 11 suolo compatto ed impenneabile e Ie abbondanti precipitazioni soprattutto nel periodo
primaverile ed autunnale, hanno favorito nel territorio la presenza di numerosi stagni di origine
naturale 0 artificiale, alcuni dei quali piuttosto ampi, tra i quali ricordiamo: 10 stagno dell a Cava di
Lentate, 10 stagno Mirabello, la Foppa di San Dalmazio, 10 stagno della Ca' del Re, 10 stagno
Manue, gli stagni di Ceriano Laghetto e dell 'Oasi di Cesano. Altri stagni di minore dimensione
sono sparsi in depressioni del suolo su tutto il territorio del parco, talvolta ben nascosti da una
copertura vegetale quasi impenetrabile fonnata prevalentemente da rovi; ricordiamo ad esempio 10
stagno della Brescianella e 10 stagno in localita Brollo.
4.4.
Componente biologica - flora e vegetazione
II territorio del Parco Regionale delle Groane nonostante la marcata manipolazione dell' ambiente
naturale a cui e stato ed e tuttora soggetto ad opera dell 'uomo (a seguito prima di una plurisecolare
gestione agro-silvo-pastorale e paleoindustriale del territorio e poi della recentc urbanizzazione ed
industrializzazione dello stesso), mostra ancora notevoli valenze naturalistiche e paesaggisticoambientali. Persiste infatti in tutto il territorio una componente floristica-vegetazionale originale e
quindi di alto valore bio-ecologico, naturalistico e conservazionistico. Tra Ie specie individuate
alcune per motivi biosistematici, corologici, autoecologici e spesso, anche estetico-economici,
Consorzio Parco Groane
Relazione alia variante parziale al PTC-
2005
rappresentano punti di interesse particolare (emergenze) nei confronti del suddetto territorio. Fra
queste sono degne di nota:
-)a genziana mettimborsa (Gentiana pneunomanthe L.)
Pianta erbacea perenne con areale incentrato nelle zone fredde dell' Europa e dell' Asia
(eurosiberiana). In Italia e rara e presente sulle Alpi, nella Padania, sull' Appennino settentrionale ed
in Abruzzo al Piano delle Cinquemiglia (Pignatti,1982). La rarita delIa genziana mettimborsa e
dovuta alla quasi totale scomparsa, per la bonifica operata dall'uomo, degli ambienti palustri, prati e
pascoli igrofili (da umidi a bagnati), in cui la specie trova il suo optimum ecologico. Nel territorio
del parco si rinviene soprattutto nelle zolle umide di brughiera. La specie e protetta ai sensi della
L.R. n. 33 del 1977 ed e segnalata nella categoria lUCN per la Lombardia come specie vulnerabile
"VU" (Conti et AI, 1997).
-iJ salice rosmarinifoglio (SaiL\:rosmarinifolia L.)
Piccolo arbusto distribuito nelle zone temperate dell 'Europa e dell' Asia (eurasiatica). In Italia e
raro a causa delI'indiscriminata bonifica delle zone umide, particolarmente di quelle retrodunali,
che ne rappresentano uno degli habitat di elezione (Martini e Paiero, 1988). La diffusione in Italia
del salice rosmarinifoglio appare frammentata in nuclei isolati localizzati in Piemonte, Lombardia,
Veneto, Alto Adige e nel tratto costiero tra Ie foci dell'Adige e del Tagliamento. Nel parco si
rinviene nei siti piu umidi delle brughiere. La specIe e segnalata nella categoria IUCN per la
Lombardia come specie minacciata "EN" (Conti et Al,1997).
-Ia poracchia dei fossi (Ludwigia palustris (L.) Elliott)
Pianta erbacea annuale a larga distribuzione (subcosmopolita) ed in particolare diffusa in Europa,
America ed Africa. In Italia e quasi ovunque estinta, per la quasi totale scomparsa dei sui habitat
prediletti quali gli ambienti piu 0 meno umidi temporaneamente inondati 0 esondati, con
fluttuazione dell'umidita spesso ampie (stagni, fossi, rive, vicinanze dei corsi d'acqua, fanghi,
ghiaie e greti, anche in condizioni di maggiore nitrofilia del suolo). E' presente in Italia
settentrionale, Toscana, Umbria, Lazio, Calabria (Sila), in Sardegna e Corsica (Pignatti, op.cit.). La
poracchia dei fossi nel parco e presente nello stagno la Ca' del Re (Solaro). La specie e segnalata
nella categoria IUCN per la Lombardia come specie minacciata "EN" (Conti et AI, 1997).
-Ia listera maggiore (Listera ovata (L.) R.Br.)
Pianta erbacea perenne con areale incentrato nelle zone temperate dell 'Europa e dell' Asia
(eurasiatica). E' presente su tutto il territorio italiano, ma e rara suIla penisola, isole e nella Padania.
11 suo habitat preferito sono i boschi di latifoglie mesofile 0 meso-igrofile (pioppeti, ontaneti,
frassineti, saliceti arborei e faggeti) 0 gli arbusteti meso-termofili. La specie e protetta ai sensi deIla
L.R. n. 33 del 1977 e dalla Convenzione di Washington (CITES B).
Tra Ie altre peculiarita floristiche rinvenute nel territorio, protette come specie di importanza
comunitaria secondo la Direttiva 92/43/CEE "Habitat", Ie Convenzioni di Bema, Washington e
Barcellona, la 1.r. 33/1977 e/o appartenenti aIle liste rosse regionali, ricordiamo inoltre:
Ie specie di ambienti umidi piu 0 meno igrofili e palustri come Eleocharis palustris,
Eleocharis carniolica, Juncus bulbosus, Thypha latifolia, Nuphar luteum, Nymphaea alba,
Potamogeton crispus, Potamogeton natans, Utricularia vulgaris, Lindernia procumbens,
Ranunculus flammula, Rorippa palustris, Pilularia globulzlera (la cui presenza e da
verificare), Iris pseudacorus, Mentha acquatica, Lythrum portula e Selinum carv~lolia.
Ie specie nemorali e dei margini boschivi quali Anemone nemorosa, Cephalanthera
longifolia, Epipactis helleborine, Platanthera b~folia, Dactylorhiza fuchsii, flex aqu~(olium
e Rosa gallica (margini dei boschi).
Ie specie dei prati aridi 0 pingui come Narcissus radi~(lorus,Dianthus seguirei.
Altre specie ancora, vengono menzionate come degne rappresentanti di ambienti rari sui telTazzi
ferrettizzati su cui e impostato il parco, ma che, al di fuori di esso, sono comuni; oppure anche solo
per motivi estetico-economici.
Ricordiamo: Dryopteris(i!ix-mas,
Polygonatum mulllflorum,
Ornithogalum umbellatum, Pizegopteris polypodioides, Thelypteris limbosperma, Vinca mznor,
Consnr/io
Parco Groanc
RcL1/ionc alia variante par;:ialc al
pre
2005
!Jag.! )
Scilla hijalia, Prunlls padlls subsp.padus, /ovfalussylvestris, Calamintha svlvatica subsp.svlvatica,
Genista pilosa, Ajuga genevensis, Gnaphalililn uliginosllln, Hypericum mutilum e Galiu111palustre.
Interessante e anche la presenza di specie relitte (testimoni di periodi piu heddi, tardiglaciali)
quali Arnica montata, Polvgala chamaehuxus, Dryopteris carthusiana: 0 dealpinizzate (specie
discese al di fuori del loro ambicnte nonnale, in stazioni dal microclima favorcvole per la loro
sopravvivenza), quali ad esempio: Vaccinium myrtillus, Nardus stricta, Apilobiu111 angustijalium,
Senecio jilcllSii.
Molto suggestiva
e
inoltre la presenza nel territorio di alberi monumentali
(Quercus robur), la rovere (Quercus petraea) e il carpino bianco (Carpinus
bosehi del Curato, di S. Andrea e del Caste]]azzo.
quali la famia
osservati nei
betulus),
Per quanta riguarda Ie eomunita vegetali individuate ne]] 'area di studio (Banfi, 1983; AA.VV.,
1995; Del Favero, 2000) particolannente interessanti sana:
i boschi acidofili e Ie brughiere pili
terrazzi pili antiehi, mindelliani.
0
meno alberate; ultimi lembi di vegetazione tipiea dei
i bosehi mesofili; ultimi relitti della vegetazione naturale potenziale della pianura padana.
Ie praterie pili 0 meno igrofile ed i popolamenti palustri; ultimi relitti delIa vegetazione
igrofila, quasi seomparsa a seguito de]]e opere di bonifiea operate dall'uomo in tutta la
pianura pad ana.
4.4.1
Componente biologica - Boschi acidofili
Questi bosehi rappresentano la tipologia forestale dominante nel territorio del parco sui terrazzi pili
antichi mindelliani. Da un punto di vista fisionomico-strutturale si distinguono nei:
Querceti misti di rovere e farnia;
, . yueste formazioni oltre a]]a dominanza delle querce, troviamo secondariamente Castanea sativa,
Populus tremula, Betula pendula e Pinus sylvestris. Questi ultimi presenti come residui di
precedenti fasi evolutive, dove talora il pino era prevalente grazie agli impianti eseguiti fin dalla
fine del XVIII secolo. Si tratta di formazioni forestali evolute, impostate su un suolo in cui la
ferrettizzazione e meno spinta (quindi un suolo pili arricchito e con un humus migliore) e dove
mancano Ie zone a prolungato ristagno idrico, in cui e invece presente la tipica vegetazione di
brughiera. Peculiarita di questi boschi e la struttura semplice e la poverta di specie che si ritrovano;
scarsita ehe e ancora pili evidente nelle aree interessate dal fuoco dove, successivamente, si sviluppa
un fitto tappeto di Molinia arundinacea e Pteridium aquilinum e rovi. La presenza del carpino
bianco puo essere considerata I' elemento che mette questi boschi in collegamento con il quercocarpineto dell'alta pianura diluviale recente (wiinniana). 11 quereeto misto e presente un po'
ovunque nel Parco delle Groane: Cesate, Ceriano, Misinto, Lazzate, Lentate, Cogliate eec .. Dal
punto di vista fitosoeiologico i querceti misti di rovere e famia possono essere attribuiti all'alleanza
Quercion robori-petraeae. In base al progetto europeo denominato Natura 2000 Network, realizzato
in attuazione de]]a Direttiva UE 92/43 detta "Habitat", il querceto misto di rovere e famia del
pianalto corrisponderebbe all 'unita tipologica "HABITAT 9190".
Pinete;
Si tratta di formazioni quasi mai total mente pure dove, alla presenza di uno strata arboreo dominato
dal pino silvestre, in subordine troviamo Betula pendula e talora, Ie specie tipiche dei boschi a cui
sono in stretto contatto: 1a rovere (la cui penetrazione nella pineta e favorita nelle zone eli maggiore
elrenaggio del suo10), la famia (che entra nella pineta nelle aree a maggiore disponibi1ita idrica) e il
castagno. La composizione f10ristica dello strata arbustivo ed erbaceo e molto simile a que]]a dei
querceti acidofili troviamo ad esempio: Frangula alnus, Cornus sanguinea, Agrostis tenuis, Festuca
tenuifolia, Molinia arundinacea e Pteridium aquilinum. Nel territorio del parco, 1a pin eta di pino
Consorzio
P3rCO Gr03nC
Relazione
3113 variante
parziale
31 PTC - 2005
e
silvestre
principal mente legata a suoh meno fertih e meno evoluti rispetto ai boschi prima descritti
ed
favorita, nella sua genesi e nel suo mantenimento,
dai disturbi diretti 0 indiretti provocati
dall 'uomo (incendi, movimenti
del terreno, tagh su ampie superfici).
Per quanto riguarda la
naturahta
delle pinete,
innegabile
che in passato la loro diffusione
sia stata favorita dai
rimboschimenti,
nelle aree piu povere non destinabih alle colture agrarie (Sulli, 1939). 11 pi no
silvestre fu una delle specie considerate adatte per rimboschire
Ie aree di brughiera. Tuttavia
attualmente
la loro naturalita,
salvo impianti recenti,
altrettanto innegabile, poiche Ie pinctc
presenti oggi, derivano per diffusione spontanea (naturale) delIa specie e si possono considerare Ie
eredi natura1i di quelli che furono gh impianti eseguiti in passato. Non
detto poi che il pino
silvestre potesse gia essere presente nel territorio in modo spontaneo, magari con singoli soggetti
sparsi, come Susmel (1963), ha ipotizzato considerando le aree delle cerchie moreniche occidentali.
Dal punto di vista fitosociologico
Ie pinete del Parco delle Groane fanno capo ai boschi acidofili del
Quercion robori-petraeae. E' da verificare l'appartenenza
di queste formazioni all'associazione
Pino-Quercetum
roboris,
descritta
da
Pignatb
(1998),
per
i
terrazzi recenti (wiirmiani), dell' alta
pI anura.
e
e
e
e
4.4.2
Componente biologic a - Boschi mesofili
I boschi di latifog1ie mesofile
riconducibili ai querco-carpineti.
del parco,
da un punto
di vista
fisionomico-strutturale,
sono
Querco-Carpineti
In questi boschi la famia ed il carpino bianco dominanti, sono accompagnati
da Quercus petraea,
Prunus. avium, Fraxinus excelsior, Acer pseudoplatanus e nelle aree pili umide Ulmus minor e
Alnus glutinosa. Lo strato arbustivo e composto da Corylus avellana, Euonymus europaeus, Comus
sanguinea e Crataegus monogyna, mentre nello strato erbaceo troviamo diverse specie nemora1i
qua1i Polygonatum multiflorum, Vinca minor, Anemone nemorosa e Brachypodium sylvaticum. 11
querco-carpineto
e prevalentemente legato a suoli profondi e freschi con una buona concentrazione
di nutrienti; condizioni queste che sono comuni sui terrazzi del diluvium recente, mentre nel
territorio del parco si osservano solo negli impluvi oppure nei pressi delle aree agricole 0 degli
abitati. Dal punto di vista fitosociologico
questi boschi si collocano nell' ambito del Carpinion
betuli. Secondo il progetto "Natura 2000 Network", il querco-carpineto
corrisponderebbe
all 'unita
tipologica "HABITAT 9160".
4.4.3
Componente biologica -la Brughiera
e
La brughiera 0 landa a brugo (Calluna vulgaris)
una forma di vegetazione bassa con arbusti,
cespugli, erbe, muschi e licheni. Nelle brughiere del parco, oltre al brugo che ne impr6nta la
fisionomia, si rinvengono; Genista tinctoria, Genista germanica, Frangula alnus, Potentilla erecta,
Pteridium aquilinum e Molinia arundinacea. Talora sono presenti anche alberi sparsi come Betula
pendula, Populus tremula, Pinus sylvestris e altre specie (erbacee 0 arbustive) dei boschi acidofi1i
limitroti, ad indicare la loro tendenza evolutiva. A second a del prevalere dell 'una 0 dell'altra specie,
fermo restando la costante presenta del brugo, la brughiera assume diversi aspetti. Per questo
motivo la mig1iore definizione della brughiera viene data dall' espressione "Brughiere alberate 0
arbustate", che Ie definisce al tempo stesso dal punto di vista fisionomico e dinamico. La brughiera
si insedia su suo1i poco evoluti dei pianori a ferretto, sia nei tratti a forte drenaggio, in cui prevale il
brugo, sia nei tratti a maggiore ristagno idrico dove Ie specie meso-igrofile
(Molinia arundinacea e
talora Juncus conglomeratus), tendono a prendere if sopravvento. In condizioni di maggior umidita
edafica, nella brughiera si rinvengono specie di importanza comunitaria quali Salix rosmarinzfo/ia
(Seveso e Cesate) c Gentiana pneunomanthe
(Cesale e Solaro). Le brughiere del parco, ITa Ie pili
Consorzio
Parco Groanc
Rclazionc
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meridionali d'Europa, da un punto di vista fitosociologico sono attribuibili alia classc NardoCalilinetea. In base aI progctto Natura 2000 Network, Ie brughiere del parco appartengono all 'unita
tipologica "HABIT AT 4030".
4.4.4
Componente biologica - Praterie piu
0
meno igrofile
E' la vegetazione di prato umido pili diffusa nelle Groane, improntata fisionomicamente dai grossi
cespi di Molinia arundinacea (Molinieti) nei tennini pili asciutti e da Juncus conglomeratus (0
Juncus effusus) nei termini pili igrofili. SuI determinismo di queste formazioni giocano sicuramente
i caratteri del suolo, pesante, acido ed impenneabile, tale da trattenere pili a lungo I' acqua piovana
nelle depressioni del ten-eno. Troviamo inoltre Lysimachia vulgaris, Lycopus europaeus, Mentha
arvensis e Lythrum salicaria. Dal punto di vista fitosociologico, Ie praterie umide sono inquadrabili
nell' ordine dei Molinietalia caeruleae.
4.4.5 Componente bioIogica - PopoIamenti paIustri
Si tratta delia vegetazione igrofila presente nelle zone umide del parco (10 stagno delia Cava di
Lentate, 10 stagno Mirabello, Ia Foppa di San Dalmazio, 10 stagno la Ca' del Re, 10 stagno Manue,
gli stagni di Ceriano Laghetto e dell 'Oasi di Cesano), dove I'acqua piovana si mantiene
permanentemente 0 almeno per la maggior parte dell' anno. Le tipologie vegetali che si incontrano
seguono marcatamente il gradiente idrico, in particolare risulta determinante la durata del periodo di
sommersione. Si distinguono cosi dal punto di vista fisionomico-strutturale Ie seguenti fitocenosi:
A) Comunita vegetali legate a lunghi periodi di sommersione.
Tifeti; formazioni floristicamente povere a struttura piuttosto compatta e chiusa a dominanza
di Typha latifolia, quasi sempre accompagnata da Alisma plantago-acquatica. Si sviluppano
su suoli fangosi con acqua stagnante presente tutto I'anno 0 quasi. La loro presenza indica
una fase avanzata di interramento dello stagno.
Fragmiteti; formazioni pauciflore a struttura molto compatta e chi usa, improntate da
Phragmites australis. Si trova in prossimita delle bordure fangose delle ex-cave, su suoli
sommersi tutto I'anno 0 quasi. Come il tifeto anche il fragmiteto indica aree di contatto tra
terra e specchi d'acqua, piu 0 meno grandi, in fase di interramento. Con il procedere
dell'interramento il "canneto" si sposta verso il centro dello specchio d' acqua mentre aile
sue spalle cede il posto, in successione, a formazioni palustri via via meno legate all' acqua
quali il cariceto, 10 junceto ed il molinieto.
Formazioni a Glyceriafluitans; sono presenti nelle aree a maggiore profondita dell' acqua.
Le foglie di questa graminacea si riconoscono perche galleggianti sull' acqua, nei mesi di
piena delle cave (aprile, giugno).
Da un punto di vista fitosociologico queste formazioni sono inquadrabili nelle alleanze Phragmition
australis e Glycerio-Sparganion, dell' ordine Phragmitetalia.
B) Comunita vegetali periodicamente sommerse.
Aggruppamenti a Juncus bulbosus e Juncus gr. articulatus. Sono formazioni caratteristiche
delle acque torbose acide cd oligotrofc. In queste si osserva inoltre la scomparsa delle specie
che non tollerano la sommersione; quindi generalmente presenti nella fascia pili esterna
delle zone umide (specie dci Molinietalia).
Formazioni a Eleocharis acicularis. Rappresentano la vegetazione propria delle bordure
fangose sommerse, in particolare, durante i periodi piovosi. Presentano ecologia simile alIa
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al PTC
_ 2005
pag.l)
rendimento come Lolium multi/lorum ed i suoi ibridi. r prati sfaIciati si presentano dunque, come
una mcscolanza di piante introdotte e di piante originali; tra quest'ultime ricordiamo ancora Silcnc
vulgaris, Anthoxanthlln1 odoratllm, Poa trivialis, Poa pratcnsis, Silcne .IloS-cllculi, Centallrca
nigrescens. Da un punto di vista fitosociologico Ie pratcrie secondarie gravitano nell' alleanza
A rrhcnatherion elatioris.
Incolti erbacei
Sono Ie formazioni erbacee di specie perennanti e nitrofile dei margini boschivi disturbati, di
ambienti ruderali (alla base dei muri, margini stradali, su calcinacci) e dei tappeti erbosi calpestati.
Tali vegetazioni non forniscono alcun interesse in termini conservativi, ma sono un indice per
valutare il grado di antropizzazione del territorio. Un discorso a parte puo essere fatto per Ie
comunita a Juncus tenuis, presente sulle superfici denudate delle ex-cave, interpretabili come uno
degli stadi iniziali delIa successione dinamica della vegetazione sui terrazzi ferrettizzati. Da un
punto di vista fitosociologico gli incolti erbacei gravitano nelle classi Artemisietea vulgaris e
Plantaginetea
4.5
majoris.
Componente biologica - erpetofauna
Le conoscenze sull' erpetofauna del Parco Groane sono basate principalmente sugli studi effettuati a
partire dall'inizio degli anni '90 da Stefano Scali. Gli unici dati disponibili per il periodo precedente
sono quelli derivanti da una pubblicazione di Massa et a1. (1988) sui vertebrati del Parco, ma tale
lavoro riguardo principalmente I' ornitofauna, fornendo informazioni parziali ed incomplete sulle
altre classi.
In questa prima pubblicazione Ie specie citate sonG 13, di cui cinque anfibi e otto rettili; tra queste,
tuttavia, mancavano alcune specie molto comuni all'interno del Parco, come Rana dalmatina e
Triturus vulgaris. Gran parte dei dati allora riportati erano frutto di segnalazioni indirette 0 di
avvistamenti casuali.
Negli anni successivi fu effettuato un censimento biennale dell'erpetofauna nel Parco Groane
durante il quale furono individuate otto specie di anfibi e nove di rettili (Scali, 1993; Scali, 1995).
Tra questi ultimi si segnala la presenza di una testuggine alloctona, Trachemys scripta, mentre la
testuggine palustre europea, Emys orbicularis, allora indicata sulla base di vecchie segnalazioni e da
considerarsi attualmente estinta. AIcuni anni fa e stato avviato un progetto di reintroduzione della
specie nel Parco, all'interno dell'Oasi LIPU di Cesano Maderno, in collaborazione con il Centro
Carapax di Massa Marittima (Ballasina & Lopez-Nunes, 1999), il cui esito e pero da approfondire.
II prospetto sistematico completo delle specie finora accertate nel Parco Groane e riportato nella
tabella seguente.
Consorzio Parco Groane
ReJazionc alia variante parziale al PTC - 2005
pag.16
Classe
I
I
Ordine
I Urodela
FamigJia
Genere
i
I Triturus
I carnzlex-
I
I
I
Salamandridae
i
i
Bufonidae
I Amphibia
Specie
I
Hylidae
Bufo
Hyla
Anura
-~
vu Igarzs.
Rana
I
I
I
i
I
I
viridis
interm edia
dalmatina
Ranidae
I
.~--------:
I/atastei
I
I
I
I
synklepton esculenta
Testudines
Emydidae
orbicularis!
Emydidae
-Trachemys
scripta
Anguidae
Anguis
fragilis
Lacerta
bilineata
Podarcis
muralis
Hierophis
viridiflavus
Coronella
austriaca
Natrix
natrix
Lacertidae
Reptilia
Emys
Squamata
Colubridae
Viperidae
Vipera
I aspis
A questi lavori si sono aggiunte alcune ricerche sull'ecologia del biacco (Hierophis viridiflavus),
svolte grazie anche ad alcune tesi di laurea coordinate da Stefano Scali (Springolo, 1997; Bonardi,
1
200 ; Mangiacotti, 2001). Infine, la LIPU ha provveduto alIa redazione di un Atlante delIa
Biodiversita dell 'Oasi di Cesano Mademo, ancora non pubblicato (Be1ardi, 2002).
Per quanto riguarda i livelli di tutela delle specie presenti, nella tabella seguente sono riportati gli
allegati delIa Direttiva Habitat e delIa Convenzione di Bema in cui esse sono incluse ed i punteggi
di priorita riportati nella Deliberazione della Giunta Regionale n. 7/4345 del 20.4.2001 della
Regione Lombardia (Approvazione del programma regionale per gli interventi di conservazione e
gestione delIa fauna selvatica nelle aree protette e del protocollo di attivita per gli interventi di
reintroduzione di specie faunistiche nelle aree protette della Regione Lombardia). Secondo
quest' ultima normativa i punteggi di priorita van no da 1 a 14 e Ie specie con punteggi uguali 0
superiori a 8 devono essere considerate prioritarie per Ie strategie di conservazione.
I
lntroduzione all' oasi di Cesano Mademo
Consorzio Parco Groanc
Relazionc alia variante parziale 31 PTC - 2005
pag.18
Diverso appare 10 stato di conservazione degli habitat residuali importanti per l'avifauna, per i
quali, dopo anni di degrado c di gestione conservativa passiva, vi so no stati negli ultimi decenni
esempi
di miglioramenti grazie a gestione attiva e control1o, soprattutto delle aree boscate e delle
aree umide.
I primi dati omitologici strutturati per I'area sono quelli di Massa (1988), che sintetizza
osservazioni storiche, dati originali e alcuni risultati di una stazione di inanel1amento. In seguito, si
segnalano, per lungo tempo, solo molte osservazioni non pubblicate, se non per alcune aree parziali
(Belardi et a1., 2001). Al 2003 risalgono il primo tentativo di Atlante bibliografico-compilativo
(Biasioli et a1., 2003), che presenta tuttavia alcune imprecisioni e include alcune aree esteme al
Parco, e una pubblicazione con la sintesi di alcune nuove nidificazioni per il nord milanese (Belardi
e Biasioli, 2003). Contemporaneamente si assiste ad un certo interesse da parte di appassionati
omitologi e birdwatchers verso l'area. Un censimento, in seguito sospeso, sui Piciformi nel 2003
(Belardi et a1., 2004) rappresenta I'ultimo lavoro intrapreso nell' area, prima delIa revisione dei
formulari dei pSIC, seguita per l' Avifauna da Garibaldi e Belardi, nella stagione riproduttiva 2004.
Molti sono i dati non pubblicati relativi a omitologi, birdwatchers, GEV, piccoli gruppi locali,
WWF, che portano a molteplici osservazioni non standardizzate, che sono state in questa occasione
raccolte, riviste e riassunte per la compilazione del1a seguente check-list; in particolare, vi e una
conoscenza esaustiva relativamente all'area delI'Oasi LIPU di Cesano Mademo, che ha realizzato
un Resoconto omitologico 1997-2000 (Belardi, 2000) e un Atlante delIa biodiversita (Belardi,
2002).
Oltre a questo esistono Ie schede e Ie sintesi relative all' area delle indagini a spettro pili ampio
relative all' Atlante lombardo dei nidificanti (Brichetti e Fasola, 1990), a quello degli svemanti
(Fomasari et e1., 1992), al progetto Strigiformi regionale, coordinato da Galeotti nella seconda meta
degli anni '90 (dati non pubblicati), in alcuni casi consultabili, in altri i cui risultati sono deducibili
dai riassunti e, infine, alcune schede di censimento effettuate nel Parco relative a1 progetto MITO,
Monitoraggio Italiano Omitologico, relative all'anna 2000 (Fomasari et aI., 2002) e della stagione
in corso 2005 (Belardi, com. pel's.).
Di seguito, viene riportata una Check list del Parco (176 specie) riferita al periodo 1985-2004,
secondo 10 schema proposto da Brichetti e Massa (Brichetti e Massa, 1984 e successive modifiche).
In grassetto Ie specie in Allegato 1 delIa Direttiva 79/409 UE.
SPECIE
Tuffetto
Svasso ma iore
Svasso collorosso
Svasso iccolo
Cormorano
Tarabuso
Tarabusino
Nitticora
Garzetta
Airone bianco ma
Airone cenerino
Airone rosso
, Cicogna nera
FENOLOGIA
SB, M, Wirr.
Mirr., Wirr.
CONSISTENZA
5c .
Al
Al
M,W
M,W
B,M
r
M
M
M,W
M,W
Birr., Mirr.
A2
Max 4 indo \V
Max. 5 c .
---j
,
J
I
~
I
Consorzio
Pareo
Groane
Relazione
Cico~na bianca
Casarca
Fischione
Alzavola
Germano reale
Cod one
Marzaiola
Mestolone
Moriglione
Moretta
Falco ~ecchiaiolo
Nibbio bruno
Nibbio reale
Falco dipalude
AlbanelIa reale
AlbanelIa minore
Astore
Sparviere
Poiana
Poi ana calzata
Falco ~escatore
Gh~io
Falco cuculo
Smer!g!io
Lodolaio
PelI~rino
Stama
Qu~ia
FaEiano COllune
Porciglione
Voltolino
Schiribilla
GaIlineIla d'acqua
Folaga
Gru
Cavaliere d'ltalia
Corriere ~ccolo
Corriere uosso
Piviere dorato
Pavoncella
Piovanello 2ancianera
Frullino
Beccaccino
Croccolone
Beccaccia
Pett~ola
Albastrello
Pantana
Pira Era culbianco
alia variante
parziale
al P_T_C_'_
-20_0_5
Ciconia alba
Mirr.
Tadorn al!!rruj{jnea
Al
AnasJ}!?nclopc
Mirr.
Anas crccca
SBirr., M, W
Anasylatvrhynchos
'SB,M, W
Anas acuta
Mirr.
Anas JjJlcrr[uedula
Birr?, M
Anas c~ata
M
Avthya [erina
Mirr., Wirr.
Aythva jidigula
Mirr., Wirr.
Pernis apjvorus
B,M
Milvus mi/(rans
M
Milvus milvus
A1
Circus aerl!ginosus
M, Wirr.
Circus Cjlaneus
Mirr., Wirr.
Circus l!J!ga':Kus
Mirr.
A ccfpjtei"Kentilis
M,W
Accipiter nisus
SB,M,W
Buteo buteo
SB,M,W
Buteo Iqgc;~us
A2
Pandion haliaetus
M
Falco tinnunculus
SB,M,W
Falco vespertinus
A3
Falco columbarius
Mirr., Wirr.
Falco subbuteo
B'1,M
Falco perelJ!'inus
M,W
Perdix J}!?rdix
SB,M,W
Coturnix coturnix
B,M
Phasianus colchicus
SB
Raffus aguaticus
SBirr., Mirr., Wirr.
Porzana l!!Jrzana
M
Porzana ]2arva
A1
Gaffinula chloroyus
SB,M,W
Fulica atra
SB,M,W
Grus 1J!us
Mirr.
Himantopus himantopus A1
Charadrius dubius
B,M
Charadrius hiaticula
Al
Pluvialis apricaria
A1
Vaneflus vaneffus
Mirr.
Calidris alpina
Al
Lymnocryptes minimus
Al
Gallinago zallinago
M,W
Gallinllj{o media
A1
Scolopax rtlsticola
Birr., M, W
Tringa totanus
Mirr.
Tringa stagnatilis
Al
Tringa nebula ria
M
Tringp ochropus
M
_
________
I
I
I
-1x1g.19
I
i
j
-J
I
i
i
I
--!
r
--
I cpo ?
1-2 cpo
----
lntradotta
-~
---
u~~
I
-------j
--
Consorzio Parco Groanc
Relazione ana variante parziale al PTC-
2005
pag.20
I Piro piro boschereccio
TrinKagJareola
M
Piro piro piccolo
Actitis hvpoleucos
M, Wirr.
Gabbiano comune
Larus ridibundus
M,W
' Gabbiano reale
I Larus arf!:entatus
M,W
I Mignattino
I Chlidonias njg§r
Mirr.
IPiccione domestico
Columba livia dom.
SB
Colombella
Columba oenas
Mirr., Wirr.
Colombaccio
Columba palumbus
SB,M,W
Tortora dal collare
StrepJOJ!_eliadecaocto
SB,M
Tortora
StrepJopelia turtur
B,M
Parrocchetto dal collare
Psittacula krameri
SB?
Cuculo
Cuculus canorus
B,M
Barba~anni
TEo alba
A2
Assiolo
Otus scops
Min.
Civetta
Athene noctua
SB,M,W
Allocco
Strix aluco
SB,M
Gufo comune
Asia otus
SB,M.W
Gufo di 'palude
Asio flammeus
Al
Succiacajlre
C~rimu~useur~aeus
B,M
Rondone
4£...ust!lZ.us
B,M
Rondone pallido
Apus pallida
M
Rondone m~iore
Apus melba
B,M
Martin ..e.escatore
Alcedo atthis
SB,M
Gruccione
Merops apiaster
B?,M
U~l!2..a
UEupa qJoI!§
B,M
Torcicollo
.l.Y....nx
to'!l.uilla
B,M
Picchio verde
Picus viridis
SB
Picchio rosso m~iore
Picoides major
SB
Picchio rosso minore
Picoides minor
SB?,M
C'!Qpellaccia
Galerida cristata
Mirr.
Tottavilla
Lullula arborea
Mirr.
Allodola
Alauda arvensis
SB, M, wirr.
Te>pino
J?£oariarij7aria
Birr., M
Rondine montana
P!y'onoprogne ngzestris
Mirr.
Rondine
Hirundo rustica
B,M
Rondine rossiccia
Hirundo daurica
Al
Balestruccio
Delichon urbica
B,M
Calandro
Anthus ca"p"'estris
Min.
Pri~olone
Anthus trivia lis
M
Pi~ola
Anthusp!atensis
M,W
Spioncello
I Anthus spJnoletta
M
Cutrettola
Motacilla (lava
M
Ballerina .Kiana
A10tacilla cinerea
SB,M,W
Ballerina bianca
Motacilla alba
SB,M,W
! Scricciolo
Trof!:lodvtes trof!:lodvtes ISB
! Passcra scojJaiola
I Prunella modularis
M,W
I Pettirosso
Erithacus rubecula
SB,M, W
Usignolo
Luscinia megarhvncos
IB,M
Codirosso ~azzacamino
Phoenicurus ochruros
SB,M, W
i
I
i
I
---j
i
j
i
---I
!
i
JI
,
i
J
Min. 40 cpo
I
Min. 3 <:E.
Min. 8 92.
3-4 cpo
Min. 2 cpo
-.-r---I
I
!
~
I
I
---
--
Consorzio Parco Groane
Passera mattugia
Frif!guello
P~ola
Verzellino
Verdone
Cardellino
Lucherino
Fanello
Organetto
Croci ere
Ciuffolotto
Frosone
Zigolo giallo
Zigolo nero
Zigolo muciatto
Ortolano
Migliarino di palude
Strillozzo
-
Rclazione alIa variante parziale al PTC -- 2005
Passer montanus
Fringilla coelebs
Fringilla monti(ringilla
Serinus serinus
Carduelis chloris
Carduelis carduelis
Carduelis !pinus
Carduelis cannabina
Carduelisflammea
Loxia recurvirostra
Pyrrhula pyrrhula
Coccothraustes
coccothraustes
Emberiza citrinella
Emberiza cirlus
Emberiza cia
Emberiza hortulana
Emberiza schoenielus
Miliaria calandra
SB,M,W
SB,M,W
M,W
SB,M, W
SB,M,W
SB,M,W
M,W
M,W
Wirr.
Mirr.
M, Wirr.
SB?, M, W
I
---r
I
I
I
-~r---
u
J
~
~
=1
Tra queste, escludendo quelle accidentali e la Starna (introdotta), vi sono: Airone bianco maggiore,
Airone cenerino, Sparviere, Poi ana, Lodolaio, Porciglione, Beccaccia, Mignattino, Allocco, Gufo
comune, Rondone maggiore, Gruccione, Picchio verde, Picchio rosso maggiore, Picchio rosso
minore, Cappellaccia, Tottavil1a, Rondine montana, Codirosso, Stiaccino, Tordela, Forapaglie,
Cannaiola verdognola, Canapino, Bigiarella, LUI verde, Cincia bigia, Cincia dal ciuffo, Picchio
muratore, Rampichino, Organetto, Frosone, Zigolo giallo, Zigolo nero, Zigolo giallo, Ortolano.
In sintesi, sono da segnalare, in particolare:
•
La presenza di ] -2 coppie di Falco pecchiaiolo Perm's apivorus, specie decisamente poco
comune in ambienti di pianura, presente daIla fine degli anni '80 e certamente nidificante da
meta anni '90.
•
La presenza di altre specie "dealpinizzate", frutto di spostamenti invernali (Cincia da] ciuffo
Pants cristatus, Organetto Carduelis .flammea, Croci ere Loxia recun)irostra, Ciuffolotto
Pyrrhula pyrrhula), recenti colonizzazioni (Cincia mora Parus ateI', Rondone maggiore
Apus melba) 0, anche, probabilmente, eli popolazioni residuali (Frosone, Zigolo nero). Nel
I
---J
Le specie prioritarie per il Parco sono, oltre a quelle contenute nell' Allegato 1 della Direttiva
Uccelli (indicate in grassetto nella check-list), anche quelle considerate prioritarie dalle politiche
regionali, elencate nel "Programma regionale per gli Interventi di Conservazione e Gestione della
Fauna Selvatica nelle Aree Protette e del Protocollo di Attivita per gli Interventi di Reintroduzione
di Specie Faunistiche nelle Aree Protette della Regione Lombardia", pubblicato con DGR del 20
aprile 2001, n. 7/4345 e classificate in questo elenco con n punteggio superiore ad 8.
Altri riferimenti sono Ie categorie riferite aIle SPEC e allo stato di conservazione dell' avifauna su
scala globale ed europea (Tucker et aI., 1994; BirdLife International 2000 e 2004).
I
-----j
M, Wirr.
Birr., M, Wirr.
M,W
Mirr.
SBirr., M, W
SB?, Mirr.
Tra Ie specie citate, ve ne sono alcune la cui irregolarita puo essere spiegata con il recente ripristino
di alcune tipologia ambientali, in particolare zone umide, ma si tratta di presenze potenzialmente
regolari.
I
i
I
Consorzio
•
Parco Groane
Relazione
alia variante
parziale
ell PTC ::: 2()()5
pag.23
caso del Rondone maggiore si tratta dcllc uniche nidificazioni (min. 8 COppIC,1!1Palazzo
BOlTomeo Aresc a Cesano Mademo) delia provincia di Milano.
La nidificazione, nel 2002, di una coppia di Airone rosso Ardca purpurea in un'area umida
ripristinata in comune di Cesano Mademo, risultata I'unica coppia nidificante de!!a
prOVI!1Cla.
•
L'estivazione rcgolare di Marzaiola Anas qucrquedula, con tentativi di nidificazioni relativi
a pili anni, compresa la stagione riproduttiva in corso (2005) nell'area umida di Cesano
Mademo.
•
La presenza, dall 'anno 2000, di una piccola garzaia di Airone cenerino Ardea cinerea, nel
Bosco dell 'Ospedale di Garbagnate.
•
La presenza di una abbondante popolazione di Tortora Streptopelia turtur (min. 40 coppie
nidificanti) e di Codirosso Phoenicurus phoenicurus (non sono disponibili stime), specie in
declino demografico a livello europeo
•
La presenza di una buona popolazione di Piciformi, con una popolazione di Picchio rosso
maggiore Picoides major abbondante e stabile, una popolazione di Picchio verde Picus
viridis largamente aumentata negli ultimi 15 anni e probabilmente stabile, una presenza
recente e da quantificare di Picchio rosso minore Picoides minor e una popolazione
apparentemente in salute di Torcicollo .lynx torquilla.
•
La nidificazione regolare dell' Averla piccola Lanius collurio, anche se presumibilmente
larga diminuzione demografica nel Parco.
4.7
in
Componente bioIogica - mammaIofauna
I Mammiferi del Parco sono storicamente poco studiati, in particolare micromammiferi e Chirotteri.
Le fonti relative a studi specifici locali si Iimitano al lavoro di Massa (1988), ai lavori di Fomasari
(1997), ad alcuni lavori effettuati da gruppi locali (trappolaggi, analisi delle borre di Strigifom1i),
all'Atlante delia Biodiversita dell'Oasi LIPU di Cesano Mademo (2002) e, infine, aile uscite
effettuate durante l'anno 2004 per l'aggiomamento dei formulari dei pSIC da Farina e De Carli,
che rappresentano ad oggi I'unico lavoro standardizzato, sebbene non esaustivo.
Altri dati si riferiscono ad Atlanti e lavori su scala pili ampia (Fomasari e Villa, 2001; Prigioni et
aI., 2001).
Di seguito, una check-list (30 specie), che deve tuttavia essere considerata
esaustiva:
sicuramente
non
SPECIE
Volpe
Faina
Donnola
Tasso
Vespertilio maggiore
Pipistrello albolimbato
Pipistrello nano
Pipistrello di Savi
1
-l
Vulpes vulpes
l
Martes foina
Mustela nivalis
I
Meles meles
Myotis myotis
Pipistrellus khulii
Pipistrellus pipistrellus
Hypsugo savii
"-'--
l
j
Consorzio Parco Groane
Relazione alia variante parziale al PTC - 2005
pag.24
Riccio europeo
Crocidura ventrebianco
I Croci dura minore
--------------1 I
Erinaceus europae_u_s
Crocidura leucodon
i
I Crocidura
i Toporagno comune
i
r=
IToporagno
nano
I
Lepre comune
Coniglio selvatico
Nutria
Quercino
Moscardino
Ghiro
Scoiattolo rosso
Ratto delle chiaviche
Ratto nero
Topo selvatico
---.j
I
!j
suaveolens
I Sorcx
arancus
I Sorcx
minutus
I
------------1
Lepus europacus
~
O,yctolagus cuniculus
--..i
Myocastor coypus
I
---1
i
Eliomys qucrcinus
Muscardinus avcllanarius
.--
Myoxus glis
SClurus vulgaris
Rattus rattus
Apodemus sylvaticus
Topo collogiallo
Apodemus jlavicollis
Arvicola rossastra
Arvicola di Savi
Arvicola di Fatio
Arvicola terrestre
Topolino delle risaie
Topolino delle case
j
Rattus norvegicus
Clethrionomys
I
i
glareolus
Microtus savi
Microtus multiplex
Arvicola terrestris
Micromys minutus
Mus musculus
La situazione dello Scoiattolo rosso, a 15 anni dalla sua reintroduzione, appare soddisfacente, in
quanto la specie e ben distribuita cd ha colonizzato anche aree distanti dalle aree di rilascio c
biogeograficamente isolate (Oasi di Cesano Mademo). Preoccupante appare la probabile presenza
di Scoiattolo grigio. Certa e altrettanto preoccupante e invece la presenza di Nutria nell' area est del
Parco, preveniente, probabilmente, dal fiume Seveso.
La specie di maggiore interesse e sicuramente il Vespertilio maggiore, legata alle arce forestali e in
declino in tutto il suo areale (Farina e De Carli, 2004).
Esistono alcune segnalazioni di Tasso, rare, ma distribuite uniformemente dagli anni '80 ad oggi.
Interessante e apparentemente ben distribuito il Moscardino.
Composizione specifica, distribuzione e densita dei Mammiteri del Parco sono certamente aspetti
da approtondire meglio in futuro.
--j
Consol7io Parco Groane
Relazione alia variantc parziale al PIC - 2005
pag.25
4.8 Breve descrizione degli studi previsti
Entro la fine del 2005, il Parco ha previsto di effettuare i seguenti studi, finalizzati alIa redazione
dei un piano di gestione per i SIC e per Ie altre aree di maggior tutela del Parco.
•
•
Aggiomamento delIa situazione dell 'avifauna nidificante, migratrice e svemante, con
particolare riferimento alle specie di interesse comunitario e agli Strigifonni.
Aggiomamento delIa situazione delIa mammalofauna, attraverso la raccolta dei dati
pregressi finora non reperiti e alcune uscite a campionamento, per la redazione di una checklist
•
Aggiomamento delIa situazione dell' erpetofauna, con particolare riferimento alle specie di
interesse comunitario
•
Aggiomamento delle conoscenze vegetazionali e floristiche, con un'attenzione
specie e habitat di interesse comunitario
particolare a
4.9 Valutazione delle esigenze ecologiche di habitat e specie
Flora e vegetazione
II Parco delle Groane racchiude indubbi e1ementi floristici e paesaggistico-ambientali
di pregio e
quindi di alto valore bio-ecologico, naturalistico e conservazionistico; questo soprattutto per quanto
riguarda gli habitat principali individuati quali i boschi acidofili, i boschi mesofili, la brughiera, Ie
praterie pili 0 meno igrofile e i popolamenti palustri.
Tali ambienti tuttavia, ncl contesto altamente urbanizzato e industriaIizzato in cui sono insentl,
presentano delle vulnerabilita 0 dei disturbi, operati dall'azione passata e/o recente dall'uomo, che
potrebbero mettere a serio rischio il loro valore naturale e persino, in casi limite, la lora esistenza.
Un intervento antropico pesante, infatti, porterebbe alIa banalizzazione e alIa monotonizzazione del
paesaggio che diventerebbe esasperatamente unifonne e ridotto a praterie e lande con intercalati
radi brandelli di vegetazione arborea privi delia loro individualita (frammenti di bosco). Questi
disturbi sono evidenti daWarricchimento, nella composizione floristica delle tipologie vegetali
individuate, delle specie cosidette "banali"; ossia Ie sinantropiche, nitrofile e ruderali (Solanum
nigrum, Urtica dioica, Galium aparine, Artemisia vulgaris), quelle legate al calpestio (Poa annua,
Plantago major) ed in particolar modo Ie specie esotiche (Robinia pseudoacacia, Quercus rubra,
Prunus serotina, Spiraea japonica, Bidens frondosa, Phytolacca americana, Solidago gigantea,
Reynoutria japonica e Rosa mult(f/ora), alcune delle quali introdotte a scopo di coltura.
Tra i principali fattori "antropici" di disturbo (0 vulnerabiIita) individuati nel territorio i maggiori
sono:
la presenza di strade e di alcuni elettrodotti che attraversano i1 parco, interrompendo la
continuita delIa vegetazione. Questo sicuramente ha compromesso in parte la naturalita delle
delle fitocenosi del parco ed in particolar modo delle cenosi forestali pili evolute (boschi
mesofili ed acidofili), consentendo alle specie "banali" di aprirsi un varco in questi ambicnti,
favorite dalle migliori condizioni edafiche su cui queste vegetazioni sono impostate.
Ie piste ciclabiIi ed i numerosi sentieri e pcrcorsi equestri che attraversano I' area in oggetto
(si tratta di un elemento di vulnerabilita inevitabile per un sito il cui valore consiste anche
nella possibilita di una fruibilita pubblica). II disturbo in questo caso per Ie fitocenosi del
parco dovuto alia facilita di accesso dell'uomo in queste aree, che oltre a fungere da ignaro
e
Consorzio Parco Groanc
Relazione alia variante parziale al PTC - 2005
_Eag26
disseminatore, portando all'intemo del parco semi di qualsiasi ongme, provoca anche un
aumento del costipamento del suolo, gia di suo "ingrato", a causa del continuo afflusso e
quindi calpestio del territorio.
la presenza di abitazioni private all'intemo del parco. Queste contribuiscono ad aumentare il
disturbo antropico sia legato al calpestio sia all'introduzione di specie esotiche. Si e infatti
osservata nei pressi di alcune ville la spontaneizzazione di Magnolia sp. e Prunus
Iaurocerasus.
Ie discariche abusive, che degradano I'ambiente soprattutto da un punto di vista
paesaggistico. Il fenomeno e comunque in forte riduzione, grazie all'azione repressiva delia
vigilanza.
la presenza di impianti per Ie attivita amatoriali come: il motocross, un'area di
addestramento cani con sparo 0 "quagliodromo", una zona per l' aereomodellismo, impianti
per la pesca sportiva, maneggi, un impianto di tiro al piattello ecc .. Oltre al forte afflusso
dell'uomo, attirato da queste attivita, il disturbo all'ambiente in questo caso e dato anche dai
"rifiuti inerti" lasciati suI territorio come ad esempio, pezzi di piattelli e bossoli dei colpi
sparati. Per queste componenti, il piano di gestione del parco naturale e dei SIC dovra
prevedere Ie opportune attivita di mitigazione.
la presenza di un grande frutteto privato, che sottrae sicuramente spazio e continuita alle
fitocenosi del parco. Questo frutteto tuttavia costituisce un elemento storico che caratterizza
il territorio ed e ben accetto dalla popolazione locale. Non solo, ma non si puo escludere che
la presenza del pecchiaiolo sia fortemente legata all'abbondanza di insetti (api, vespe e
calabroni) di cui si nutre, che sonG attratti dalla fioritura del pero; resta da prevedere nei
piani di gestione Ie modalita di riduzione d'uso dei biocidi e pesticidi;
Altri fattori di disturbo che possono condizionare la struttura ed il tipo di vegetazione del
territorio sono quelli naturali quali:
gli eventi meteorologici eccezionali (al di fuori della normalita). Ad esempio lunghi periodi
di siccita metterebbero a rischio Ie biocenosi umide del parco.
la presenza di patologie nelle piante dovuta all' azione di funghi 0 virus; 0 I' attacco di insetti
parassiti come per esempio: il coleottero Anoplophora chinensis, importato dalla Cina,
dannoso per numerose piante arboree 0 arbustive tra cui la famia, il nocciolo, il carpino
bianco, gli aceri, i pioppi, i platani e Ie rose.
4.9.1 - valutazioni puntuali in materia vegetazionale e faunistica
Nella trattazione seguente, per ogni habitat principale del parco, vengono elencati qua1i sono i
"valori di pregio" (0 valori naturalistici) e quali g1i elementi di disturbo a cui sono soggetti,
ferme restando Ie vulnerabi1ita principa1i gia precedentemente elencate.
Prima di tutto Occorre pero evidenziare che un valore di pregio valido per tutti g1i habitat del
parco e il substrato stesso su cui essi sono impostati, formato dal "ferretto" che e un elemento
geologico di sicuro interesse conservazionistico e di tutela.
Boschi acidofiIi
Valori di pregio
Rappresentano gli ultimi lembi di vegetazione naturale tipica dei terrazzi mindelliani.
Presentano un buon grado di natura1ita, anche se si tratta di fitocenosi floristicamente
povere, poiche Ie specie che si trovano sono soprattutto autoctone.
Principali elementi di disturbo
G1i incendi; in particolar modo sono fortemente esposti a rischio d'incendio le pinete can
betulla. L'elevata infiammabilita e dovuta ai resiclui clissecati di ivfolinia arundinacca e
Pteridium aquilinum, nonche della presenza del pino silvestre.
Cotlsor/io
Parco Groatlc
Rclaziotlc
alia variatltc
parziale
al PTC - 2005
pag.27
Ditfusione di specie esotiche, soprattutto dell a quercia rossa che appare I'unica capacc di
insediarsi stabilmente in queste cenosi. L'invadenza di altre specie "banali" e limitata dalle
condizioni edafiche sfavorevoli.
Boschi mesofiJi (querco-carpineti)
Valori di pregio
Rappresentano gli ultimi relitti delia vegetazione climacica tipica delia pianura lombarda.
Sono cenosi floristicamente ricche e rappresentano dei buoni serbatoi di specie nemorali,
nonostante la presenza limitata di queste fitocenosi alle sale aree di impluvio 0 ne pressi di
aree agricole 0 degli abitati.
Principali elementi di disturbo
II degrado antropico; che consiste nella sostituzione di questi boschi con i robinieti.
La diffusione di specie esotiche.
La brughiera
Valori di pregio
Rappresenta gli ultimi lembi di vegetazione naturale tipica dei terrazzi del Mindel.
Ha un e1evato val ore estetico-paesaggistico. Fisionomicamente infatti, possiamo ritenerla la
vegetazione pili rappresentativa dei terrazzi mindelliani tanto da considerarla vegetazione
simbolo di questi territori.
E' formata da un buon contingente di specie autoctone, tra cui la rara Gentiana
pneunomanthe e i1raro Salix rosmarinifolia.
Principali elementi di disturbo
Gli incendi e i1 transito.
La diffusione di specie esotiche, in partico1are della quercia rossa.
I popolamenti palustri e Ie praterie igrofiJe
Valori di pregio
Rappresentano
comunitario.
ambienti di rifugio per numerose specie di particolare
interesse floristico
Diversificano la copertura vegetale del territorio in cui sono inseriti.
In tali ambienti si trova una flora specializzata e rara a causa delle opere di bonifica delle
zone umide operate dall 'uomo in tutta 1a Pianura Padana.
Principali elementi di disturbo
L'incendio e un fattore di disturbo che puo riguardare il molinieto.
II fattore idrico e invece I' elemento principa1e di disturbo per tutte Ie fitocenosi dipendenti
dall'acqua. In particolare quello che rende questi habitat vulnerabili sono: 1a qualita delle
acque (fenomeni di eutrofizzazione dell' acqua permettono I' insediarsi di cenosi di piante
sinantropiche, nitro file ed esotiche quali Bidens ssp e Solidago gigantea) e la quantita (ossia
il regime di umidita stagionale del suo10).
Un val ore di pregio, seppur scarso, puo essere attribuito anche aile vegetazioni
quali:
antropogene
i robinieti; perche interpretabili come una fase rigenerativa dei boschi originali, ed in cui
possiamo trovare Ie specie tipiche dei boschi mesotlli a acidofili di interesse comunitario.
Ie praterie e gli incolti erbacei, che contribuiscono a tenere alta la biodiversita del territorio.
Erpetofauna
Di seguito sono riportate Ie principali esigenze ecologiche delle specie incluse ncgli allegati
della Oirettiva Habitat.
rr
e IV
Consorzio Parco Groanc
Relazione alia variante parziale 31 PTC - 2005
Allegato II
Triturus camifex - Tritone crestato italiano
11Tritone crestato italiano frequenta zone umide can acque stagnanti, spesso ricche di vegetazione
acquatica, pur prediligendo le zone con acque relativamente prafonde. La vegetazione sommersa e
usata sia per travare rifugio dai predatori sia per ancorare 1c uova al momento della deposizione.
Utilizza acque non inquinate e prive di pesci. Questi ultimi sono la principale minaccia alIa
sopravvivenza delle sue popolazioni, in quanto l'immissione di specie predatrici, come salmonidi,
pesci gatto, persici sole 0 persici trata puo portare all' estinzione dei tritoni in pochi anni (Barbieri,
1992; Bressi & Dolce, 1992; Mazzotti, 1993; Aransson & Stenson, 1995; Brafia et al., 1996).
Dopo il periodo riproduttivo spesso abbandona Ie zone umide, frequentando i boschi maturi di
latifoglie ricchi di lettiera (Lanza, 1983).
Rana latastei - Rana di Lataste
E
una specie endemica della Pianura Padana. Appartiene al cosiddetto gruppo delle rane rosse,
anfibi prevalentemente legati ad ambienti forestali di latifoglie ben conservati, anche se puo
occasionalmente frequentare ambienti aperti come prati stabili e brughiere (Scali, 1993; Bernini et
al.,2004).
Utilizza per la deposizione zone umide medio-piccolecon acque stagnanti e pulite, come pozze e
canali, spes so situate all'intemo dei boschi. Necessita di vegetazione 0 di rami sommersi a cui
ancorare gli ammassi di uova. Dopo la deposizione si allontana di poche centinaia di metri dalle
zone di riproduzione, frequentando soprattutto i boschi di latifoglie e i margini dei prati stabili.
La sua scarsa mobilita rende prablematica Ia frammentazione degli habitat elettivi, interrompendo
Ie strutture di metapopolazioni e causando una ridotta variabilita genetica (Bernini et al., 2004).
Allegato IV
Buro viridis - Rospo smeraldino
E un anura colonizzatore di ambienti umidi effimeri, come pozze temporanee e prati allagati,
soprattutto se caldi e ben assolati. 1 rischi principali derivano dal prosciugamento di questi ambienti
a seguito delle attivita antropiche di modi fica ambientale, a causa dello scarso val ore paesaggistico
che spesso questi ambienti rivestono. Inoltre, la tendenza a trasformare Ie zone umide temporanee in
permanenti per scopi di conservazione di altre specie di anfibi rende spesso impossibile la sua
riproduzione (Bonini & Bressi, 2004). Dopo il periodo riproduttivo frequenta prati, campi coltivati,
orti e giardini.
Hvla intermedia - Raganella italiana
Come la specie precedente colonizza spesso ambienti umidi temporanei, dove si reca dopo i primi
temporali primaverili per deporre piccole masserelle di uova ancorate ai fili d'erba. Predilige Ie
zone calde e assolate a margine dei boschi e delle boscaglie, dove si reca dopo la deposizione in
virtu delle sue abitudini arboricole. E in grado di coprire grandi distanze spostandosi sulle chiome
degli alberi e degli arbusti.
Rana dalmatina - Rana agile
E una rana rassa molto simile nell'aspetto e nelle abitudini a R. latastei, con la quale condivide gran
parte degli habitat ripraduttivi e post-riproduttivi. Le due specie sono spesso sintopiche anche nel
Parco delle Groane (Scali, 1995). Pur apparendo meno minacciata rispetto alla rana di Lataste,
condivide i medesimi problemi di conservazione legati soprattutto alla scomparsa degli habitat
elettivi e alla lora frammentazione.
Lacerta bilineata - Ramarro occidentale
Questa specie, recentemente riconosciuta specie distinta rispetto a Lacerta viridis, e legata
prevalentemente agli ambienti ecotonali ricchi di siepi e arbusti, caldi e ben assolati. Questa sua
Consorzio Parco Groane
Rclazionc 311avariante parzi3le 31 PTC - 2005
pagJO
Tarabuso, Tarabusino, Airone rosso e altre specie legate ai canneti
Per la conservazione occorre sottoporre alia maggior tutela tutte Ie aree a canncto (fragmiteti e
tifeti) del Parco. Per esse sono da prevedere manutenzioni degli habitat attente alle esigenze delle
specie, una gestione delle acque molto attenta ai relativi periodi di riproduzione, Iimitazione del
disturbo (anche qucllo derivante da attivita venatoria in periodo invemale per il Tarabuso), elevata
disponibilita di prede (Antibi in particolare).
Garzaia di Airone cenerino
La specie non presenta esigenze particolari, se non I'inclusione dell' area in zona di maggior tutela e
la limitazione del disturbo al nido in periodo riproduttivo.
Falco pecchiaiolo
Per la specie e necessaria una gestione forestale attenta alia conservazione di boschi ad alto fusto
disetanei, la conservazione delle conifere, l' assenza completa di disturbo al nido, la conservazione
di grossi insetti, vespai e alberi da frutto, tra cui il frutteto di Ceriano Laghetto.
Succiacapre
Nel Parco la specie nidifica in brughiere, sia aperte, sia alberate. La conservazione di questa
tipologia ambientale e l'assenza di disturbo sono essenziali per questa specie, cosi come la
conservazione dei grossi insetti. Come per tutte Ie specie nidificanti a terra, la regolamentazione
delle aree a brughiera attraverso una fruizione limitata ai percorsi segnati e un divieto di accesso ai
cani e essenziale.
Martin pescatore
La presenza della specie e legata agli invasi di acqua e alla presenza di pesci 0 anfibi. La presenza
di pareti stabili in argilla e l' assenza di disturbo sono importanti per la nidificazione. La piccola
popolazione del Parco e parzialmente isolata e pertanto la creazione di altre aree umide (attrattive
per nuove colonizzazioni) e la conservazione di corridoi di collegamento tra aree umide e tra iI
Parco e Ie altre aree protette, saranno essenziali a lungo termine. Occorre privilegiare un equilibrio
della fauna ittica (da considerarsi completamente estranea alla fauna autoctona del Parco), evitando
almeno introduzioni sconsiderate e incontrollate di specie alloctone 0 comunque predatrici di grandi
dimensioni e, in ogni caso, non dove esistono popolazioni importanti di anfibi.
Piciformi
La conservazione di questo gruppo e garantita da un buona gestione forestale, che favorisca boschi
maturi, ma anche aree disetanee, la permanenza di legna morta in piedi e a terra, la conservazione
delle piante di maggiore dimensione, la conservazione dei formicai. E' necessario conservare e
favorire la continuita ambientale tra Ie aree boscate.
Averla piccola
Le specie e legata alla conservazione di aree aperte e agricole di qualita, con la presenza di incolti,
siepi, altra concentrazione di macroinvertebrati e bassa concentrazione di prodotti chimici in
agricoltura. Vista la sua situazione demografica nel Parco, la conoscenza e la conservazione diretta
dei siti di nidificazione appare prioritaria.
Avifauna migratrice e svcmante
L'importanza quantitativa del Parco come area di sosta, alimentazione c svemamento per
l'avifauna, in particolare di specie legate alla presenza di arec umidc, acque bassc e arce aperte, c
ancora da sondare. Tuttavia, la recente creazione di aree umide, ha portato ad un aumento
esponenziale della check-list del Parco e alla sosta regolare di molte specie interessanti, come
Consorzio
Parco
Groanc
Rclaziollc
alia varialltc
parziale
al PTC - :!005
Nitticora, Garzetta, Piro piro boschereccio, Voltolino, Prispolone, Spioncello, Pispola, Cutrettola,
Passcra scopaiola, Staccino, Forapaglie, Pendolino, Fanello, Zigolo muciatto, Luchcrino. Per
garantire questo ruolo, il Parco ha bisogno di tutelare al mcglio Ie aree umide, in particolare quclle
ad acquc basse, Ie brughiere e Ie aree apcrte incolte e, laddove e possibile, di aumentarne il numero
e la dimensione, regolalllentandone severalllente la tr-uizione in primavera e inizio autunno.
Vespertilio maggiore
La specie necessita di ampie aree di caccia aperte gestite in modo tradizionale, con bassa
concentrazione di pesticidi, la conservazione dei corpi idrici e una gestione forestale che privilegi
boschi maturi e disetanei, con presenza di fasce ecotonali. La tutela diretta delle colonie, se
conosciute, diventa ovviamente una priorita.
Moscardino
La specie e legata alla presenza di aree ecotonali cd arbusteti, di sottobosco. Essendo tipicamente
una specie poco mobile, e essenziale il mantenimento ed eventualmente la creazione di biocorridoi
di collegamento tra Ie aree idonee.
Scoiattolo rosso
Si ritiene che 1'intervento di reintroduzione abbia avuto successo. II mantenimento della
popolazione e possibile attraverso una corretta gestione forestale, che mantenga boschi disetanei,
privilegiando Ie pi ante di grandi dimensioni e i collegamenti tra Ie aree forestali limitrofe, interne ed
esteme al Parco, vista l' elevata sensibilita della specie rispetto alIa frammentazione ambientale.
5. Obiettivi delia nuova perimetrazione del Parco Naturale
5.1 Flora e vegetazione
Primo obiettivo e la tutela e conservazione delle specie floristiche di interesse comunitario 0
comunque rare, che puo avvenire solo tutelando e conservando i principali habitat individuati nel
territorio. Queste considerazioni giustificano la grandezza delIa superficie proposta come Parco
Naturale all'interno del Parco Regionale delle Groane. I conflni che delimitano Ie aree proposte a
parco naturale, infatti, non solo comprendono tutti gli habitat principali individuati suI territorio, ma
mostrano una soluzione di continuita, da sud a nord, evidenziando un continuum bio-ecologico che
favorira la conservazione e una ripresa delIa componente biologica (flora e fauna) autoctona, del
territorio. In queste aree rientrano anche diversi robinieti (soprattutto nella zona meridionale del
parco), che nonostante la loro origine antropica, mostrano tuttavia una tendenza a favorire la
ricostituzione spontanea della vegetazione forestale originaria. Non mancano anche Ie praterie
secondarie e gli incolti erbacei importanti per il mantenilllento di un'alta biodiversita del territorio.
Secondo obiettivo e la riqualificazione ambientale; intesa sia nel senso di una gestione degli habitat
principali del parco al fine di aumentarne il valore naturalistico (0 di pregio), sia nel senso di una
gestione piu ampia "territoriale", come ad esempio progettare la costituzione di nuove zone umide.
Terzo obiettivo e la gestione delia fruizione pubblica. Non si puo prescindere clal fatto che il Parco
clelle Groane sia un luogo ricreativo utilizzato clalla cittaclinanza: una sua corretta truizione
riclurrebbe il disturbo sull' ambiente naturale, contribuendo alia sua conservazione. Questo si puo
ottenere ottimizzando il controllo suI territorio e migliorando i sentieri pedonali, ciclabili ed equestri
Consorzio
Parco Groane
Relazione
alia variante
parziale
al P"C(.~·
_--_2_0(_)5
pag_3~
con la manutenzione periodica e numerose segnaletiche infonnative sui progetti Life in corso e sulle
peculiarita naturalistiche presenti.
5.2 Erpetofauna
Come gia detto, il fine pnmario del Parco deve essere la tutela delIa biodiversita, garantendo la
presenza di un mosaico ambientale ed evitando la banalizzazione degli habitat. Quest'obiettivo si
puo raggiungere con un'adeguata pianificazione degli interventi di tutela e con la difesa del
territono nei confronti di pratiche agricole, industriali ed edilizie troppo invasive.
Per quanto riguarda I' erpetofauna tali strategie di conservazione devono prendere in considerazione
tre aspetti principali: la conservazione delle zone umide, la conservazione dei boschi e la
diversificazione ambientale.
Conservazionedelle zone umide
Le zone umide del parco sono quasi esc1usivamente temporanee 0 derivanti da attivita antropiche
abbandonate (ad es. ex cave di argilla). La presenza di un suolo argilloso garantisce la rapida
formazione di pozze e canali naturali spes so utilizzati da anfibi e invertebrati acquatici; la
prossimita di queste piccole zone umide all'intemo dei boschi e delle brughiere e la migliore
garanzia di mantenimento delle metapopolazioni, per cui e necessario provvedere alla periodica
pulizia dalla lettiera e dalla vegetazione igrofila in eccesso per impedire il naturale interramento e
monitorare periodicamente i principali corpi d'acqua.
Nelle zone pili interessate dalla presenza umana e opportuno anche provvedere
sorveglianza per evitare 1'introduzione di rifiuti inerti e inquinanti negli invasi.
La natura temporanea di gran parte delle zone umide e la mancanza di
territorio del Parco rendono improbabile la presenza naturale dei
dell'ittiofauna attualmente presente e da ritenersi frutto di introduzioni
evitate e adeguatamente sanzionate, a causa dell' effetto devastante
possono avere sugli anfibi. Nel caso di introduzioni gia avvenute, e
pesci e il ripristino della situazione pre-esistente.
ad un'attenta
corsi d'acqua importanti nel
pesci, per cui gran parte
abusive che devono essere
che alcune specie ittiche
opportuna la rimozione dei
Conservazione dei boschi
I boschi presenti nelle porzioni centrali del parco sono di notevole interesse naturalistico e
paesaggistico, presentando arp.pie porzioni di fustaia matura. Questi boschi sono utilizzati da molte
specie di anfibi e garantiscono la presenza delle specie di rettili piu esigenti. E necessario
provvedere alla tutela di queste aree, in alcuni casi anche regolandone la fruizione mediante la
canalizzazione degli utenti per scopi turistici-ricreativi nelle porzioni meno interessate dalla
presenza delle specie piu sensibili.
Divers~ficazione amhientale
E tondamentale
che il Parco gestisca Ie aree protette creando un mosaico di habitat tipici dell' area
delle Groane, come la brughiera, i boschi di conifere, i boschi di latifoglie e Ie zone umide. Ci()
garantisce la presenza contemporanea in zone limitrofe di habitat idonei alla sopravvivenza di molte
Consorzio
Parco Groanc
Relaziollc
alI<I variante
parziale
specie che usano siti diversi per i diversi aspetti delia
rifugio, svemamcnto, ecc.).
al PTC-
]ora
200S
___________
bio]ogia (ripraduzione,
~__~lg.J3
foraggiamento,
In partico]are, e fondamenta]e i] mantenimento delle fasce ccotonali, cioe delle zone di transizione
tra un ambiente e un a]tra, perche questi ambienti sono utilizzati dalla maggior parte dei
rapprescntanti delia piccola fauna (anfibi, rcttili, uccelli e mammiferi, oltre a numerosi invertebrati).
In tal senso e necessario evitare ]a distruzionc delle fasce arbustive e, anzi, favorime la prcsenza con
adeguati progetti di rimboschimento e riqualificazione paesaggistica del territorio.
5.3 Avifauna
I confini del nuovo Parco Naturale devono tenere conto delle esigenze a lungo termine delle specie
prioritarie.
A questo proposito, si ritengono essenziali i seguenti punti:
• Conservazione delIa continuit~l territoriale del Parco, anche attraverso la tutela di corridoi
naturalistici di e]evato pregio all'intemo delle aree a Parco Regionale
• Inclusione sostanziale nelle aree a Parco Naturale di tutte Ie zone di maggior pregio
naturalistico (Riserve N aturali, brughiere, aree umide, aree forestali di maggior pregio, Oasi
di Cesano).
• Inclusioni nelle aree a Parco Naturale dei siti importanti per Ie specie prioritarie
(nidificazioni note, roost di svemamento, altre aree di svemamento regolare, aree
import anti di alimentazione)
• Eventuali esclusioni di aree ambienta]mente omogenee riguardanti zone che si intendono
concedere all'attivita venatoria possono essere valutate solo nell'ambito di un compromesso
che preveda accordi con il mondo venatorio e che porti, in bilanciamento, ad escludere la
caccia da aree faunisticamente pili delicate dove e attualmente permessa. Questo e
ipotizzabile dal momenta che la maggior parte delle specie prioritarie paiono escluse da
impatti significativi di questa attivita, esclusivamente se tale attivita non pregiudichera la
conservazione degli habitat e se saranno previste mitigazioni, compensazioni, percorsi che
evitino calpestio e costipazione dei suoli. Nel caso in cui queste aree coincidano in parte
con SIC, l' attivita venatoria dovra comunque essere regolamentata in tutti i suoi aspetti in
un Piano di Gestione e sottoposta a Valutazione di incidenza.
• Le aree a Parco Regionale dovranno essere gestite conservando una qualita e una continuita
tali da permettere un adeguato ruolo di connessione tra Ie aree a Parco Naturale, soprattutto
in quei siti dove la continuita di queste ultime e limitata a stretti biocorridoi 0 dove vi e
disgiunzione.
La presente proposta di confini del Parco Naturale tiene conto sostanzialmente delle eSlgenze e
degli obiettivi citati per habitat e specie.
Essa garantisce una continuita ambienta]e, pur se sottoposta a situazioni biogeograficamente
critiche, a] limite delia connettivita. Questi corrispondono ai punti in cui ]a connettivita e limitata a
stretti biocorridoi e alia disgiunzione dell 'Oasi di Cesano (vedi mappa).
I confini proposti contengono tutte Ie aree di maggior pregio e i] 100% dei siti fondamentali noti
delle specie animali prioritarie per ]e Oirettive Habitat e Ucce]1i (nidi, siti di rilevamento, ecc.), per
cia che riguarda Mammiferi e Uccelli, ]e aree pili importanti per ]a sosta migratoria (area umida
Oasi di Cesano e Brughiera di Castellazzo), per]' alimentazione (frutteto di Ceriano laghetto) e per
]a nidificazione dei Piciformi (aree boscate).
L'unica parte di brughiera esc]usa da] Parco Natura]e, si ritiene possa essere ugualmentc mantenuta
attraverso un buon piano di gestione del SIC che la comprende. L'inclusione nell'area a divieto di
Consorzio Parco Groanc
Rclazionc alla variante parziale al PTC - 2005
pag.34
caccia e di maggior tutela di tutta l'area del Castellazzo costituisce un bilancio positivo da un punto
di vista degli equilibri venatori e conservazionistici generali.
La redazione dei piani di gestione dei SIC e delle Riserve, sulla base di un'aggiomata indagine
conoscitiva, rappresenta attualmente un punto urgente e irrinunciabile per una corretta
conservazione della biodiversiU:1 del Parco e per una proficua messa a punto gestionale derivante
dalla nuova perimetrazione e dagli equilibri in essa rappresentati.
6 Aree di maggior
pregio per l'inclusione
nel perimetro
del parco naturale
Le valutazioni di carattere naturalistico succi tate portano ad individuare taluni luoghi quali prioritari
ai fini della tutela, la cui inc1usione nel peri metro del parco naturale diventa indispensabile.
o
Stagno di Lentate suI Seveso
o Stagno di proprieta del Consorzio, frutto della rinaturalizzazione di una vecchia
cava, con fragmiteto e angoli a tipha latifoglia; zona di nidificazione del tarabusino;
angoli di querceto a margine nord;
o Boschi di Lazzate e Lentate
o Due lembi separati fra loro da Cascina Vago, coperti da un bosco in gran parte
autoctono, con interessanti particelle a carpino bianco, in parte cosi pervenuti a noi,
per evoluzione spontanea di due roccoli abbandonati; presente anche una fra Ie poche
stazioni residuali di Prunus padus, ciliegio selvatico no strano minacciato dalla
avanzata esuberante del Prunus serotina alloctono nord americano; area di
nidificazione del picchio rosso maggiore e del picchio verde;
o Boschi di Sant' Andrea
o E la compresa forestale pili consistente del parco, di oltre 200 ettari, con i lembi
meglio conservati ed evoluti dell 'habitat "querco-stellario-carpineto",
ricompreso
nella direttiva DE "Habitat"; particolare menzione merita il bosco del Curato, con Ie
famie pili longeve del Parco; notevoli scorci di qual ita paesaggistica, in vicinanza
dell a cascina omonima; la presenza di due linee Enel ad alta tensione che tagliano in
diagonale il sito crea un rilevante impatto paesaggistico (ma non e ipotizzabile una
loro deviazione, per mancanza di alternative); sull' Altopiano di Seveso si osserva
una estesa brughiera e steppa a Salix rosmarinifolia, rara specie del suo genere,
presente ormai soltanto in pochissimi pianalti alto padani; i pantani sono popolati da
Triturus carnifex, specie d'interesse comunitaria.
o Boschi di Ceriano, Polveriera e Ca del Re
o Tratti di boschi circostanti un grande frutteto, di elevato interesse naturalistico,
caratterizzati da una notevole biodiversita. Oltre al querco carpineto, si osservano
lembi di pineta silvestre e anche una particella a frassino maggiore. Di grande
interesse scientifico Ie brughiere attomo alla Polveriera e in localita Ca del Re,
entrambe contrassegnate dalla presenza vivida della rara Gentiana pneumonathe, a
cui si associ a la an cor pili rara farfalla Maculinea alcon, la cui ecologia e del tutto
particolare e di nicchia. 11sito recintato della Polveriera e molto interessante sotto il
profilo paesaggistico, in quanto rappresenta un caso di rinaturalizzazione spontanea
di un'area gia soggetta ad una intensa attivita antropica (deposito di munizioni), nel
cuore di un'area metropolitana; la presenza in tale sito di un bosco a quercia rossa
americana deve essere tenuta sotto controllo, onde evitare la eccessiva propagazione
di tale specie alloctona, anche se paesaggisticamente notevole. Sotto il profilo
faunistico, si scgnala la nidificazione del falco pecchiaioJo Pemis apivorus, specie
comunitaria, probabilmente attratto dal frutteto, unitamente ad altre specie
comunitarie quale Rana latastei e Triturus camifex.
Cansor/io
Parco (Jroanc
Rch1/.ionc alia variantc par/ialc al PTC -- 2005
pag.3)
o
Oasi di Cesano Mademo
o Si tratta di un'area isolata dall'urbano, in parte coperta da boschi di latifoglic e cedui
di robinia, in parte a cava d'argilla, recentemente trasfonnata dai Comuni e dal
Consorzio in zona umida, con stagni a diversa connotazione ecologica. Si tratta di
uno fra i piu significativi esempi di rilevante investimento ambientale degIi enti
locali a recupero naturalistico di un sito, tra I' altro adiacente ad un' area molto
inquinata, quale quella ex ACNA-SNIA. Questi nuovi stagni stanno mostrando una
importante ripresta ecologica, can un sorprendente aumento di biodiversita; solo a
titolo d'esempio, nel sito e stato osservato, fra gli altri, I'airone bianco, I'airone
rosso, il tarabuso, il tarabusino, il fa1co di palude, il martin pescatore e altri ancora.
o Pineta di Cesate e parco ospedale di Garbagnate
o La pineta di Cesate e il sito d'importanza comunitaria piu prossimo alla citta di Milano, e rappresenta un bosco seminaturale di pino silvestre e famia, con ampie radure
a molinieto e brughiera; I'habitat prosegue anche all'intemo del parco che cingc
I' ospedale di Garbagnate, anche se con diverse presenze esotiche, frutto di attivita
florovivaistiche dei giardinieri intemi; la Pineta e stata in gran parte acquistata dal
Consorzio Parco Groane, mentre il parco ospedale e del Comune di Milano. In
questo habitat e regolarmente censita la Rana di Lataste e il Tritone crestato, mentre
di recente e statu reperito niditicante il succiacapre. Presente sia il picchio rosso
maggiore che il picchio verde. In questo luogo fu reintrodotto dal parco 10 scoiattolo
europeo, con ampio successo, tanto che oggi e distribuito in tutti boschi del parco.
o Castellazzo
o 11compendio di Castellazzo, alle porte di Milano nel territorio di Bollate, rappresenta
un unicum storico e paesaggistico di val ore eccezionale, poiche conserva una
straordinaria villa barocca con il suo giardino alia francese, villa Arconati, assieme al
borgo villaggio agricolo, alle sue campagne frammiste ai boschi, sostanzialmente
integro nella sua originaria conformazione vecchia di secoli. A sud della villa c'e
anche la brughiera piu meridionale delia pianura padana (forse quindi anche
d'Europa), ad immediato contatto con i palazzoni della periferia urbana. Villa
Arconati e stato il "luogo del cuore d' ltalia" maggiormente votato nel 2004 in base a
un sondaggio popolare promosso dal FAI - Fondo Ambiente Italiano. La sua
collocazione nel cuore delia metropoli, quale unico grande squarcio verde nel
grigiore cittadino, il suo paesaggio incredibilmente agreste, la qualita architettonica
del complesso, I'importanza storica dei suoi monumenti, ne fanno un luogo
irripetibile che urge fondamentali lavori di restauro e recupero nel rispetto
dell'ambiente. 11vincolo monumentale riguarda esclusivamente la villa e il viale dei
Leoni; la istituzione del parco naturale non potra che valorizzame Ie qual ita
ambientali e paesaggistiche. Per quanto riguarda la documentazione storica su villa
Arconati di Castellazzo, si fa rinvio in particolare allo studio compiuto dalla d.ssa
Patrizia.Ferrario "La Regia Villa Arconati di Castellazzo" edita dal Rotary Club
Garbagnate Groane, che, per qualita e accuratezza del lavoro, e sicuramcnte la
migliore fonte di informazioni suI complesso monumentale.
Questi ambiti sono stati raccordati insieme in un peri metro ad un solo corpo, salvo I'Oasi di Cesano,
che non e statu possibile, al momento, raccordare al resto del parco naturale, per la forte soluzione
di continuita naturalistica attualmente esistente: Ie attivita del parco regionale atte al rccupero
ambicntale suI corridoio potranno indurre a rivedere nel tempo tale situazione.
La proposta di perimetro esclude quasi tutti i lotti editicati, con la sola eccezione di qua1chc villa 0
cascina isolata, e soprattutto del Castellazzo, in quanta borgo e villa sono il polo attrattore di tutto il
sistema ambientale e paesaggistico unico nel suo genere per la provincia di Milano.
Consorzio Parco Groanc
Rclazionc al]a variantc parziale al PTC - 2005
La coerenza con gli altri strumenti di pianificazione urbanistica e stata verificata. Non sussistono
contrasti con i PRG comunali, non sussiste contrasto, anzi pieno completamento, con il Piano
territoriale di coordinamento provinciale. Non risultano agli atti previsioni di opere d'interesse
statale, regionale 0 provinciale che possano in qualche modo interagire con ii Parco naturale. Vi era
stata una proposta di itinerario per I' autostrada Pedemontana Lombarda attraverso Solaro; dopo
ampie discussioni che hanno coinvolto tutte Ie amministrazioni locali, il progetto preliminare e in
via di approvazione presso il ClPE su un tracciato a nord del parco, che lambisce esclusivamcntc il
territorio di Lentate suI Seveso, ma in area estema al parco naturale.
7. Procedimento di individuazione del perimetro del parco naturale
Per la determinazione del perimetro e stato redatto un documento d'inquadramento, che e stato
preliminarmente approvato dalla conferenza programmatica degli enti locali interessati, in altre
parole dal Presidente della Provincia di Milano e dai Sindaci dei 16 comuni del Parco 0 loro
delegati, che si e svolta presso il Centro Parco Polvenera in Solaro in data
, il cui verbale
e allegato parte integrante del presente atto.
8. Le regole del parco naturale
Per quanto riguarda Ie nuove regole collegate all'istituto del parco naturale, all'art. 22 sono stati
aggiunti taluni commi, che prevedono, fra I' altro:
a) II divieto d'esercizio venatorio e alieutico (la pesca), salvi i prelievi faunistici e gli
abbattimenti selettivi da autorizzarsi sulla base di indagini tecnico-scientifiche
approvate dal Consorzio e, ove occorrente, previo valutazione d'incidenza sui siti
comunitari; dal divieto d' attivita alieutica sono esclusi i laghetti destinati alla pesca
sportiva;
b) II divieto d' estrazione dell' argilla, salvo quella strettamente occorrente per
I'attuazione di progetti di riqualificazione ambientale, idrogeologica e naturalistica
approvati dal consorzio, ivi comprese Ie vasche di laminazione idraulica;
c) l'inedificabilita, salvo quanto ammesso dalle specifiche destinazioni di zona del
presente piano;
d) e vietata la realizzazione di nuove strade, ad esclusione di quelle di cui all 'art.42,
elettrodotti ad alta tensione ed altre reti di trasporto energetico di grande
distribuzione;
e) il divieto di sorvolo da parte di deltaplano a motore e altri velivoli a motore
superleggeri;
f) il divieto di qualsiasi attivita sportiva e edonistica con I'uso di motori a combustione
intema;
g) i cani devono essere tenuti al guinzaglio 0 all'intemo dei recinti attomo aIle
abitazioni;
Consorzio
9.
Rc]azionc
Parco Groanc
Aggiornamento
;)11;)v;)ri;)ntc parziale
a] PTC - 2005
pag.37
~-~--~-
giuridico
Le nonne tecniche d'attuazione sono state aggiomate aile nuove nomle regionali recentemente
promulgate, in particolare la L.R.27/04 in materia forcstale e la L.R.12/05, di govemo del territorio.
Per quello che riguarda la materia forestale, e stato introdotto 10 strumento del Piano
d'inquadramento forestale (PIF), che integra il piano di settore boschi, assumendo quindi i contenuti
previsti dalla nuova nonnativa.
L'aggiomamento alIa nuova legge di govemo del territorio ha comportato un intervento piu
rilevante, poiche numerose leggi richiamate dal PTC sono state abrogate e i contenuti ivi assorbiti.
Ma l'operazione non ha riguarda esclusivamente una operazione di doveroso raceordo, bensi e stata
l' occasione per meglio precisare alcuni passaggi nel profilo dei rapporti fra pianificazione locale e
PTC del Parco. Un aspetto chiave ha riguardato la rifonnulazione dell 'art.4 delle n.t.a., posto che al
concetto di standard urbanistico rigidamente definito (DM 1444/68 e L.R.51/75) il legislatore ha
sostituito il piano dei servizi, quale strumento d'identificazione del fabbisogno locale, avuto
riguardo del contesto territoriale in cui un comune s'inserisce.
L'art.9 delIa LR 12/05 riporta che i comuni redigono e approvano il piano dei servizi al fine di
assicurare una dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico 0
generale, Ie dotazioni a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio
rurale e quello edificato ed una loro razionale distribuzione suI territorio comunale, a supporto delle
funzioni insediate e previste. Per questo motivo la nuova nonna del PTC qualifica il parco quale
servizio a tale fine, nello spirito gia tracciato dal primo PTC del 1984 e da quello del 2004, nonche
dalla LR 1/2001 oggi abrogata. Non solo, ma Ie zone parco attrezzato, per servizi, edificata e di
irangia, possono essere utili anche per altre dotazioni di servizi, in annonia con Ie specifiche nonne
tecniche. Questa scelta apre orizzonti valutativi assai ampi, nel tentativo di legare inscindibilmente
il parco di cintura metropolitana al rinnovo del tessuto urbano. Chi operera, soprattutto nell' ambito
dei processi di pianificazione negoziata, non potra cosi prescindere dal considerare il parco
regionale quale risorsa per il reperimento dello standard qualitativo e quindi investire in esso.
L'obiettivo e di creare Ie condizioni giuridiche affinche possa il parco attrarre risorse economiche
anche dagli operatori privati, per attuare Ie finalita conservative previste dal PTC.
10.
Interventi
sui territorio
e mitigazione
ambientale
II territorio del Parco Groane e accerchiato dall'urbanizzazione,
che esercita una pressione
notevolissima sull'area protetta. Occorre mettere in campo politiche specifiche, atte ad evitare che i
fenomeni di accerchiamento insediativo provochino danni irreversibili. D'altra parte, il parco
rappresenta I'ultima e pressoche unica area non edificata di una certa rilevanza nel nord-ovest e
nella Brianza milanese. Per questo motivo essa e indispensabile per la conservazione di minimi
standard qualitativi di scala vasta e per evitare la totale impenneabilizzazione dei suoli, una delle
principali cause delle inondazioni delle zone poste a valle. Nello stesso tempo, in quanto area
apparentemente libera, c vistosamente appetibile per operazioni immobiliari, cosi come per la
localizzazione di inirastrutture che altrimenti non si saprebbe dove collocare.
Questa visione, tutt'altro che ipotetica, impone di govemare i processi di trasfonnazione del
territorio, soprattutto nelle aree marginali, affinche ad ogni azione che, in qualche modo, alteri 0
limiti la funzione ambientale del parco, corrisponda una reazione che compensi 0 almeno limiti gli
COllsorzio Parco Groanc
Rclaziollc alia variantc pclrzialc al PTC._-_2_()_05~~~~_.
~~
__ ~~pclg.39
a) pianifica clascuna zona mediante ]a propria strumentazione urbanistica e mediante i
procedimenti negoziali, avendo cura di raccordare gli intervcnti possibili con Ie aree
esteme al perimetro del parco e Ie aree urbane in modo organico e coordinato;
b) gli interventi devono essere accorpati preferibilmente in comparti attuativi, soggetti al
procedimento di cui all'articolo 7, al fine di costituire un idoneo fronte fra urbanizzato e
area protetta, che si caratterizzi per l'elevata qualita ambientale e paesaggistica; possono
derogare dalla pianificazione attuativa esclusivamente gli interventi di ristrutturazione
edilizia e di completamento di singoli fabbricati, giusto per agevolare talune situazioni
consolidate frammiste ai lotti Iiberi;
c) individua e tutela i beni culturali e coordina Ie previsioni urbanistiche con la tutela delle
zone di interesse naturalistico;
d) prevede la realizzazione dei corridoi a verde e percorsi ciclopedonali di continuita tra i
settori del Parco interrotti dall'edificazione;
e) prevede, all'occorrenza, servizi comunali e sovraccomunali, parcheggi e accessi a] Parco
dotati dei relativi servizi.
f) prevede Ie mitigazioni, compensazioni e recuperi ambientali, quale presupposto
essenziale qualitativo, in assenza del quale il progetto non avrebbe alcuna conform ita
con il parco.
I siti destinati alia zona di pianificazione comunale sono frutto di una concertazione con i Comuni e
indicati dagli stessi, in coerenza con Ie scelte gia operate nel 1994 e verificate nel corso di questi
ultimi anni. Si tratta in ogni caso di aree marginali e a ridosso dell 'urbano, spesso intercluse fra
barriere fisiche bene definite, se non anche gia urbanizzate, da lungo tempo (spesso prima
dell' entrata in vigore del Parco).
13.
Estrazione dell'argilla
I comuni del parco non ritengono opportuno e con forme alla concezione dell' area protetta la
possibilita di attivare nuovi giacimenti estrattivi d'argilla; tale scelta viene sollecitata soprattutto per
l'impatto che essi creerebbero, nella fase dell' esecuzione. SuI territorio risultano attive
esclusivamente due fomaci e pertanto il fabbisogno locale si e ridotto notevolmente rispetto al
passato; e ragionevole ritenere quindi che i tempi di estrazione possano dilatarsi, prolungando il
disagio a lungo. II divieto e assoluto all'intemo del parco naturale, mentre e atto d'indirizzo per
l'esprcssione di una incompatibilita, in sede di fonnazione del piano provinciale cave. Fa eccezione
esclusivamente l'attivita necessaria per i progetti di bonifica 0 riqualificazione ambientale
autorizzati 0 approvati dal Consorzio.
14.
Recupero delle fornaci
E stato rimodulato I' art.36, comma 2 relativo alle fomaci, in quanto risultato non aderente alle
necessita di recupero ambientale, urbanistico e edilizio emerse negli anni e nel dibattito fra p.a. e
soggetti interessati. La nuova fonnulazione confem1a che Ie funzioni ammesse siano quclle
residenziali, artigianali, agricole e terziarie, can la sola esclusione delle destinazioni commerciali di
grande distribuzione; I'intesa can i comuni potra escludere talune ulteriori funzioni non ritenute
compatibili con il contesto urbano. E' stata ammessa la prosecuzione dell'attivita produttiva e
commerciale del laterizio (facolta che il PTC 2004 non aveva espressamente citato, con
Consorzio
Parco Groane
Relazione
al]a variante
parziale
a] PTC - 2005
pag.40
comprensibile disagio degli imprenditori interessati), nonche altre attivita produttive e di
stoccaggio, che si dotinG di certificazione e/o registrazionc ambicntale. L'cdificabilita massima
ammissibile e individuata da] piano di settore, al fine di tutelare il contcsto paesaggistico e
ambientale, tenuto conto delia densitl cdilizia esistente e del contesto in cui si inserisce; questa
scelta demanda allivello attuativo la tODnulazione del corretto carico insediativo d'intesa fra parco
e comune e non a meccanismi di calcolo sulle volumetrie pili 0 menu esistenti, sovente oggetto di
disquisizioni anche davanti al giudice amministrativo. L'intervento deve prcvedere sempre Ie
idonee opere di mitigazione inserimento e compensazione ambientale, ai sensi dell'articolo 7. Il
piano di settore puo anche prevedere, d'intesa con i Comuni interessati, la traslazione di volumetric
esistenti nelle aree di pianificazione comunale e/o in localita esteme al parco. In assenza di piano
attuativo i soli interventi ammessi sono quelli di manutenzione ordinaria e straordinaria,
consolidamento statico e restauro conservativo, non la ristrutturazione edilizia, che potrebbe
precludere un attento govemo delle trasformazioni.
15.
Trasporto sostenibile e metrotranvia del parco
In attuazione dei principi di Rio de Janerio 1992 sulla sostenibilita e dell' accordo di Kioto sulla
riduzione dei gas serra, il parco si propone quale luogo dove offrire alternative al traffico privato.
Per questo motivo gia nella tavola di PTC viene avanzata un'ipotesi progettuale di prolungamento
delia tranvia ATM oggi attestata davanti all'ospedale Sacco, fino ad Arese e all'Alfa Romeo (futuro
polo della sostenibilita), possibilmente in sede propria e con automazione semaforica atta a gestirla
quale metropolitana leggera. Sono state ipotizzate fermate nel Parco a Ospiate via Verdi, Arese
Castellazzo, Garbagnate Siolo e Valera Alfa Romeo. Studi di settore potranno anche valutare
un'ipotesi alternativa che qui viene soltanto accennata, poiche merita approfondimenti tecnici
rilevanti, che prevedrebbe la realizzazione di un percorso ad anello, che, dopo la fermata Arese
Castellazzo, raggiungesse questi luoghi: Serenella FNM (con interscabio sulle linee del sistema
regional e), Ospedale di Garbagnate, Senago Mascagni, Citta Satellite, Villaggio del Sole,
MombeIlo. Da qui, potrebbe rientrare in citta sui vecchio tracciato limbiatese, gia previsto in
riqualificazione. L'ipotesi ad anello renderebbe il sistema pili efficace, su itinerari interamente in
sede propria, con una interrelazione funzionale su FNM nel punta di maggiore capacita (i quattro
binari delIa Bovisa - Saronno).
16.
Modifiche cartografiche.
Per quanto attiene aIle modi fiche cartografiche si fa riferimento alia planimetria di piano allegata
alla presente relazione e aIle schede cartografiche; non sono riportate nelle schede cartobJTafiche due
modiche: una riguardante il Comune di Lazzate di modifica di un'area azzonata in Zona di
riqualificazione ambientale ad indirizzo agricolo in area a Parco attrezzato ad assetto definito e una
riguardante il Comune di Cesano Mademo di modifica di un'area azionata in Zona di
riqualificazione ambientale ad indirizzo naturalistico in area a Yerde privato vincolato
17. Valutazione d'incidenza sui Siti d'importanza Comunitaria (SIC)
Una buona parte del perimetro del parco naturale ricade nei SIC "Pineta di Cesate" e "Boschi delle
Groane", come e evidenziato nella cartografia di supporto al prcsente documento. L'inclusione di
tali territori in un'arca soggetta al vincolo di parco naturalc non puo che rafforzame la
conservazione e la perpetuazione. Le nonnative gia vigenti, unitamente a quelle aggiuntive succi tate
Cansorzio
Parco (Jroanc
Relazione
alia variante
parziale
al PTC - 2005
pag.4 I
e ai combinati disposti delIa ]egge regiona]e ] I marzo 2005 n° 12 di go verno de] territorio, per
quanto attiene la prevalenza del parco naturale su altre t()[Jne di pianiticazione,
offrono buone
garanzie di regole rigorase circa la salvaguardia dei luoghi.
In aggiunta gli stessi SIC saranno soggetti a tempi brevi ad uno specitico piano di gestione, che
individuera Ie metodiche di governo e ]e forme di mitigazione degli etfetti nocivi eventualmente
incidenti sugli stessi, per attivita insistenti in zona da prima delIa ]ora istituzione.
Per quanto attiene aile a]tre modi fiche che vengono introdotte dalla variante parziale, esse non
incidono e non riguardano direttamente i SIC, con Ie eccezioni a seguito descritte. Per Ie modifiche
che riguardano
aliquote
esterne agli stessi, si puo evidenziare
come nessuna
interferisca
direttamente
0 indirettamente
con Ie componenti biotiche descritte nelle schede istitutive degli
stessi, riguardando
ampliamenti
del parco regionale, 0 i] riconoscimento
di talune situazioni
d'urbanizzazione
consoli data, che nulla hanno ache vedere con ]e esigenze di tutela. Va speciticato,
in aggiunta, che ciascuna opera che possa direttamente 0 indirettamente
interessare la tutela dei SIC,
sara soggetta, in base al PTC, a specifica valutazione d'incidenza.
Le modi fiche che attengono all 'azzonamento
con 10 studio degli effetti a fianco indicati
N°
Comune
Descrizione
modifica
di PTC interno del SIC
0
adiacente
sono Ie seguenti,
Analisi incidenza
scheda
MisO 1
Misinto
I
Mis02
Misinto
Mis03
Misinto
CglO6
Cogliate
CglO7
Cogliate
Sev07
Seveso
Ces02
Cesate
Riduzione
perimetro,
a
seguito di costruzione di
variante stradale, a margine
SIC
Modifica azzonamento area
S.Andrea per realizzazione
attrezzature sportive
Area per porta del parco in
localita via Pusterla
Previsione
di attrezzatura
pubblica di connessione con
il parco e I'area produttiva
esistente - opera prevista un
parcheggio
Recupero di un ex campo di
go-kart abbandonato per una
porta del parco di accesso al
SIC
Campo di tiro al piattello
esistente, da destinare
a
parco attrezzato ad assetto
definito
Presa d'atto dello stato di fatto, precedente
de] SIC - ininf1uente-
l'istituzione
I
L'intervento dguarda arec ,"cchillse fra gli insediamc~J
esistenti, senza intaccare a]cuna area natura]evi sara
specifica valutazione suI progetto
Presa d'atto attrezzatura consortile esistente, gia recupero
di una piccola cava abbandonata
Intervento su terreno privo di copertura arborea, estemo
al SIC - specifica valutazione suI progetto
Intervento per favorire una fruizione eguilibrata
specifica valutazione d'incidenza suI progetto
-
I
I
trattasi un campo di tira al piattelo esistente da decenni, c~
richiede un intervento di riqualificazione e di miglior I
inserimento nel contesto ambientale; poiche trattasi di una
attrezzatura di rilevante importanza sociale locale, se ne I
prapone la destinazione a parco attrezzato ad assetto dejinito,
affinche diventi obbligo redigere una convenzione Fa parco e
operatori per if migliore utilizzo, compatibifmente can la
presenza del SIC; il piano di gestione relativo indicherel Ie
attivilcl e Ie opere di mitigazione e c::ompensazione.
.---separata dal contesto Dovra essere redatto uno specifico
progeffo,
da
due
strade,
che assoggettare a valutazione d'incidenza
Area
I da
I'amminstrazione
comunale
chiede
di nnVlare
alia
pianificazione locale
- -
Consorzio
Parco
Groanc
Per questi motivi,
SIC.
Rclazionc
alia variante
si csprime una valutazione
parziale
al PTC - 2005
positiva d'incidenza
_____________
del provvcdimento
pag.-l~
in esame
SUl
Consor/io
Parco Groanc
Rela/ionc alia variantc par/iale al PTC - 2005
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Rclazione
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glaciali
e
·OTTENERE
ILPERMESSO
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Add't --
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J_9. __
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.Ai (-'signor ~Sindaco del Comune di
CESANO
REGISTRAZIONE
DI ARRIVO
OGGETTO: Oenuncia
EO'ILI
MADERN~
di opere edili
al protocollo
I sottoscritti
presentano
vigente -regolamento
per l'approvazione,
comunale
edilizio,
a sensi di legge e del
il progetto
di
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OPERE EDILI
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IX
DATI RELATIVI AllA
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COSTRUZIONE DA ESEGUIRE
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-_-. -..._-.-_._-.- -~-_.- __-_-_-~.-_-
NATURA
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Esecutore del favorl
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Disegni
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Via
In
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opere
in triplice
copia
- Favole
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N.
3
e relazione
Documenti
allegati alia presente
Frazionamenti
,------------------------
e Documentazione
••
Proprietd
----------------------------
N.
tecnica
_
La costruzione sara in __.__
a) Strutture
verticali __
b) Strutture
orizzontali
c) Natura e tipo delle scale
.
d) Tipo della copertura _
e) Materiali di gronda __
Pavimenti
f)
_
g) Pavimentazione cortile
h) Materiali e tinta delle fronti
RIPARTIZIONE DEI LOCAL!
La costruzione
..
domanda sara costruita
' TOTALE
N,
access.
Vanl
Vani utili (stanze)
N.
Appartamenti
N
PIANI
di cui alIa presente
N,
complessivamente
,.,
vahi- •.•
Altri
come segue:
N
TOTAlE GENERAlE
N.
0
T
E
.
Conllnala
."
T erreno
••
u
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_______
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__
•
da
non-
soicui
AlTRI VAN': Sl intendono quelll ehe
essendo compresi nel labbrlcato
non fa~~
no parte integrante dell. abltazlonl' (botteghe,
autorimesse,
cantina,
magl!lZzlnl,
stalle, lIenill, ecc.).
,
__________
vanl
luce
! v8nl
VANI ACCES~ORI: Sl intendcno
ecc .
de'stirfati al servlzi, ai disimpegnl,
(latrine, bagnl. anticamere, ripostlgll, corecc), nonehe
lngressl,
I. cuclna
rldol,
sopraquando manchl uno del requlsltl
stanza.
citat! per essere conslderata
...............................
_._h. ________
'. _
_______
o
________
._
-
.
--."
,
Totale
__
... -..-- .... -.-.----
-_ .._._.~---_ ... _-----_.
__
u~
n
_."--.----------
.... ..............
__
•••
_
--.-
••
n
.
_.u ___
._u_o
on
VAN) UTILI (Stanz. ): 5i Intendono I
compresi nel11abl tazione ehe abblano
ed ampiez:z;a sufficlente
ed aria diretta
un letto (camere
con tenere almena
letto, da pranzo studl, salotti, eee.)
dalle
ehe la eucina ed I vanl rlcavati
dl
i requisitJ
IItte quando abblano
sopra .
....
... -"--------------
--- .. ---- -------
---- --00--
-
---- .....
uo.
..... - ..----
......................
--- ......... -- ......
0
1
-.-_
----- ---------
n_
.~
-
INDICE DI FABBilICABILITA
Sup. abbandonata
a sede Bli-adale
mq:_
volume
Rllpporto
aBservimento
volumetdco
indice
Zona previllta
Superticie
dal P.R.G.
nelta
0
iudice
.Ii
P.F ...
mq,
m_m
.
..Iodice
vol.
area coperta
E = mq ....
area coperta
N
mq ....
. Volume
maBS.edificabile
Are.
)
fabbr.
E
mc .
)
N
mc . ..
................
Total ••
E=
V
,
mc.
LUNGHEZZA
del cortile
dei singoli Iati
- N
nuovo - A
A
8ullotto
m3 ..
= mq
are parcheggio mq ..
mq •................
V
mc ...
S
--VOI.1II1
INDICAZIONE
esialente
__
.
LV. -Tolale
m
A
I.C. -SVolume
__
cope;tur~
.
mq
=
IMPORTANTE
Per sopraizi. ampllamentl. 0 modlflche Indlcare
gll estreml dl costruzlime delfabbrlcllto esl8tente.
Nulla-osta N. __~
del
sup •. c'W.e,di6c,:,p,da
di Iluperficie
)
edificando
volume.trico
.
area
ALTEZZA
delle
pareti corrispondenti
total I comprllo IIlIlnternu
.C.
_
CONSISTENZA
VANI Dr ABITAZIONE
-.
Totale
AbitAZloni
I
Stanze
I
2
1
Accessori
3
I
I
Locall
destinati
ad aItro
uso
TOTALE
4=2+3
DELL'OPERA
ABITAZIONI
Totale
generale
van! e locall
5
1
7
6=4+5
2
I
I
[
I
8
COMPOSTE
I
3
I
4
I
10
I
9
I
I
DI STANZE
I
9
I ~~l;\~!;
15
I
I
5
II
6
11
I
12
I
7
I
8
I
13
I
14
!
I
I
16
17
I
I
I
Scarieo aeque chiare
e lorde e delle materie
nere
(indicare
I
I
I
I
Allegare
progetto
di fognatura
rete di distribuzione
1: 100 del piano
in pianta
dei dettagli
relativi
I
I
I
,
I
I
I
I
aile immissioni
I
terreno
nella
con
l'indicazione
I
!
I
I
I
I
della
fogna.
col1:!~si provvede)
Fornitura acqua potabile
(indicare
come
si provvede)
Demmcia presentata
al Genio Civile in data _
(oppllre dichiarazione
che non esistono opere
Opere
0
strllttura
Data di presentazione
di cemento
armato)
in cemento·armato
Quale materiale verra usato per 10 slato
appena affioranti
dal tareno ..
coibente
della umidita
da porsi
" ...
aIle fondamenta
,
Coibentazione
Denunda
ai Vigili del Fuoco
I sottoscritti'dichiarano
Data di presentazione
. __._.
che l'accluso progetto
e
._... __
c ••
..
u.
__
•
__
•
_
compilato in piena conformita aIle norme dei vigenti
regolamenti edilizio, d'igiene,di fognatura ecc., nei riguardi pure delle proprieta confinanti e do ad ogni effetto
auche di fronte, ai terzi e cioe con assoluto sollievo da ogni responsahilita del Comune.
II richiedente la licenza edilizia, il direttore dei lavori, il progettista nonche il costruttore,
sono corresponsa-
hili di ogni e qualslasi inosservanza aIle nonne general1 di legge e di regolamento comunale. Analogamente
sono responsahili, per quanto concerne l'osservanza degli elahorati grafici
e la corrispondenza
dl quanto dichia-
rata nella presente .domanda di costruzione.
Ogni comunicazione relativa alIa presente pratica va indirizzata al Sig...
___
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SNIA
CESANO
OffiCIO
VISCOSA
MADERNO
SNIA VISCOSA
Stabil. di C NO MADERNlJ
TECNIGO
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Parere motivato
dell'ufficiale
data
sanitario
.~..~?.~.~~1.~.~.ir&
Parere motivato
dell'ufficio
tecnico
comunale
data
8 HAR.1979
3-
Decisione
delia
..c()/Tl/Tlis'sione edilizia
Osservazioni
E
/
Predisporre~patti··per
AddiLB/5/1~8() ~
rilascio
:.;;.~:,~-l.,P.ii\.;r.. (? __
-......
n-
••
~.:
•••
::
_n
••
.+;~~
...
:~':'C:"-'"
con essioneedificatoria.
l~Edilili~..~,~r{J~~ta
ni Carlo)
NORME PER LA COMPILAZIONE
DI
I disegni si devono presentare in triplicc copia su carta bianca 0,. su tela di superficie non maggiore di 1 mq., piegati nelle
dimensioni di 0,20 x 0,30 in iscala metrica nel rapporto di almeno I : 100 per l'insieme e di almena 1 : 20 per i dettagli.
~ ldisegni
devono contenere tutte Ie pi ante dei va-Ii pia'ni, quando non siano ideritiche tra di loro; tutte ie facciate esteme,
nonche queUe interne, quando possono essere vedute in tutia ad in parte da1!a' pubblica via; una sezione trasver'sale fatta secondo un. piano che piu particolarmente
manifesti il sistema di costruzione; una planimetria generale delIa 1ocalita del rapporto
di r ;SOOoppure ill 1: 1000, ove siano identificate oItre.,aUe costrnzioni.d?
eseguirsi anch.~ quelIe&ia esistenti, con la illdica
r
zione.cmara. dei limiti dhproprieta,: del numero di mappa· del terreno che interessa, degli spazi liberi circostanti ant:he se 'di'
proptieta di terzi, e delle vie e piazze.
Con lel;;ifre n,l-!JTIerichesi dovranno indicare specialmente:
.4)le_al~ezze~:cJeL.singoli piani da.pavimento a pavimento, oltre alIe aItezze interne d~ ogni~sjngolo piano;
.,~d~J!';+~ll~~~eJ~~L~uJjf;r;:QI:lt~licljfabbrica e di cinta verso gli spazi scoperti sia pubbliciche<privati,
misurate in confonnita
al Regolamenh VIgentl;'
'
~
cl,.tu,tteJe·nimpn~i()ninl~nimp"'T';"''h,:a
"'.;~ ,",0';
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SNIA
VISGOSA
25/9/1978
Cesano Maderno
OPERE EDILI
PER IMPIANTO
])I
ST ABILIMEN'l'0
Elementi
componenti
1) Vasca
di emergenza
Vol.
profondita
pianta
=
utile
() .~l\
r-:----
2,2 m.
dimens/
='
alle pareti
bia,.e
ai bordi
ancorato
Il
I .~
15 m. x 30 m.
con scavo in terra compattata
bile appoggiato
(posiz.
GE~iANO M.
DI
•
rettangolare
ottenuta
LlqJIDI
:
1000 me.
=
'I'RAT:i'ANENTO SCARIGHI
e posato
superiori
e rivestita
con telo irnpennca==
suI fondo soprc un letto
della vas~a
di sab==
stessa.
2) Bacini
10 dis. ·10158/C)
di ossidazione
e chiarificazione
Vol •. = 1000 me/cad.
Dimensioni
in alzato
Profondita
Vasche
unitarie
sezione
superiore
l'acqua.
trapezia
rettangolare
come da dis.
40 m. x
8 m.
'10321.
== 4 m.
costruite
gi tudinali
: pianta
completamente
in c.a.,
in c.a. per incanalare
e
di ogni vasca
(posiz,
con setti di separazione
lon==
i1 flu:::sodel liqua;ne ; ad un bordo
sistemato
un ca.naletto per 10 sfioro
del==
2 dis. 10158/C)
3) Vasche per addensamento
Vol.
=
150 me/cad.
Dimensioni
h
==
sez. cilindrica
con diametro
¢ 6 m.,
cltezza
5 m.
parte
in
unitarie
inferiore
cO:1ica
CO:1
c. a.; 1Jordo superiore
al tezza cono h == 1m. costrui te intera;llcntc
con canaletta
di raccolta
aCC[Lladi sfioro •
./.
l
/
/
(
-
Nella parte centrale
]
e
2 -
sistemata una torretta di alimentazione
con fi
nestre di diffusione liquame (posiz. 4 e 6 dis. 10158/C).
!,
I,
1
I
4) Vasca di staoilizzazione fanghi
Vol. = 2000 me.
I
I
I
I
I
I
I
I
I
Pianta rettangolare dimens.
22
m. x
22
m.
Profondita = 4,2 m.
costruita in c.a., con pozzetto d'invaso sull'uscita per alimentazio=
•
ne stadio successivo.
(posiz. 5 dis. 10158/C).
5) Letti di essiccamento fanghi
N°.5
vasche in terra battuta con lati compattati, e fonda impermeaoi=
le in cemento can canaletti di raccolta acque di.scolo, sopra il quale
sono sistemati due strati di ghiaia a diversa pezzatura per drenaggio.
Vol. tot. vasche = 5000 me.
Profondita- = 1 m.
Dimensioni unitarie : pianta rettangolar€ 35 m. x 30 m.
(posiz. 8 dis. 10158/C).
6) Discarica fanghi
2
Area tot. = 35 m. x 60 m. = 2100 m
Zona di deposito costituita da area di piazzale spianata e comp2.ttata.
(posiz. 9 dis. 10158/C).
7) Locale quadri di controllo e apparecchiature
Pianta dimens.
12 m. x
altezza locale
4 m.
7 m. = 84 m
2
copertura con eternit
I
1
pareti
in mattoni forati.
,
(posiz. 7 dis. 1015S/C).
j
1
j
\
j
./.
-.3
f:
8) Vasca di sterilizzazione
Vol.
==
200 me.
profondita = 4 m.
10 m. x 5 m.
pianta rettangolare dimens.
costruita in c.a. con setti rompiflusso.
(posiz. 3 dis. 10158/C).
Le opere sopra indicate serviranno per l'impianto di trattamento degli
scarichi liquidi dello stabilimento·che funzionera con un sistema biolo=
'-.--
.
--
~::::-"
'---':
..•
gico a'fanghi attivi, secondo il seguente schema.
Dopo la neutraliz~azione chimica delle acque reflue gia esistente, i li=
quami verranno ossigenati per insufflaggio di aria al fine di consent ire
l'azione depuratrice dei batteri.
La fase successiva consistera nella decantazione delle acque depurate
in bacini di chiariflocculazione.
Da queste vqsche per sfioro uscira l'acqua bonificata, mentre dal fondo
si estrarranno i fanghi che, previa addens~lento, verranno stabilizzati
mediante ossigenazione in un altro bac±no a lungo tempo di permanenza.
La disidratazione dei fanghi avverra in letti di essiccamento tramite la
evaporazione naturale ed il drenaggio dei letti stessi con riciclo del
liquido percolato a fasi precedenti.
Quando il grado di secco dei fanghi biologici sara giunto ad un valore
taleda
pennetterne la movimentazione, si tra.•
sferira il fango al piazza=
Ie di deposito adibito a discarica.
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MADERNO
CESANO
PROVINCIA
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MILANO
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hannQ.-present~tG--i'~;:':9-aia4tt~1'1f
•••••·.-demanda:·per'·il· ri:l·d:.sc'io di
'concessione edificat~H-a~:,~redata
dai dati tecnici illustrati in
allegati alla domanda medesima.
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•
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•
•
pervenuta 11 •••••• 0.·••••..••••00•••·•• 0.prot.N ..•••••••o. ed lscr1tta
nel registro delle-Costruzioni
Edilizie al N ••
- Vista
la Pratica
- Visto
il parere
N'
•
'0
0
••••
Doe
•••
Edilizia
sopracitata;
...
26/9/1978
E d1l1 Z 1 a del •..••••·o~
della Commissione
•
0
6 •••••••••
0
,
0
- considerato che sussistono violazioni e/o difformita rispetto alii~i~ie,nti di~pos:i.zj.9n}che cosi ve/igaono motivateoo~~it~~~t
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0 0
Q
- ritenuto che la concessione edificatoria
trata non puo essere autorizzata;
••
0 ••
~:-.
e
090.0
••
0
o ••
0
di cui alla domanda
- Vista la Legge 17 Agosto
Agosto 1967 n.765;
1942, n.1150 modificata
- Vista
la Legge Regionale
n ..
51 del 15/4/1975;
- Vista
Ia Legge n.10 del 18/1/1977
dalla Legge
e_.
~
0
inol6
D E C IDE
di non autorizzare i
relativa concessione
CUl
alIa domanda diniegando
i motivi in narrativa.
po IL SINDACO
la
RELAZIONE
A r~eh:i,est'<? d~l Sig"
'
~critto
•....
'.,
I
die
. '.,
1lf-<5 (~~~
Addi,
"
••.•••.••.•
IL
Sindaco
di
sione"~~~n~.
.
DINOTIFICA
notificato
~,o
~nS~~'ila del
"".
_~,
~
4~
II
~/\~,
io.sotto
a,l 5ig •........
.~-
....
,
.'
..•.
_
'.C
!/ ~~.F:;
delIa., _."
?R~r. 5,7;nn}e
copia
lOH'a 1naniSl~ ..
!
?(:.3.:.?;f .....
RICEVENTE
di·. Ce5ano' Maderno,
c
cli ....
"
di
CESANO m:DERNO
Oggetto : Pratica edilizia nO 519/78 del 26/9/1978
Richiesta per un riesame delIa decisione di cui a nota Proto
nO "21104/6924-
26/3/1979 dell'Amministrazione Comunale.
Lasottoscri tta SNIAVISCOSA
S.p.A. (Societa Nazionale
IridustriaApplicazioni Viscosa - Sede in iulano, Via Montebel
10 nO 18 - Capitale £. 64.674.426.000
- Tribunale di~lano,
Registro Societa nO 40257), Stabilimento di Cesano ~derno,
PREMETTE:
1) In data 26 Settembre u.s. la scrivente inoltra a codesta
Amministrazione domanda per il rilascio di concessione edlizia per le opere relative ad un impianto di trattamento
scarichi idrici ed annesso deposito fanghi •
.2) Scopi di tale iniziativa erano sia l'ottemperanza al~e pr
scrizioni contenute nell'ordinanza nO 1092 - 2~ Luglio 78
del Sig. Sindaco di Cesano, sia l'adeguamento ai disposti
delIa legge 10 ~gio
1976 nO 319, recante norme per la
tutela delle acque dall'inquinamento.
3) A seguito dell'inoltro della citata domanda e dei relativ'
progetto e relazione tecnica, codesta Arnministrazione chi
deva - sentito il parere del Consorzio Provinciale di de=
__"__
I
purazione delle acque del Nord ~lano
~~---I
- ulteriori raggua=
gli in ordine alla qualita degli scarichi, al cicIo dei
-
--j
I
previsti
fanghi ed agli accorgimenti
2 -
per evi tare inquina=
-~---
--
.. -
--
(nota nO 27254 In
e dell'ambiente
menti del sottosuolo
--
---
---
--
data 12/12/1978) •
--
-
ragguagli
I predetti
ampiamente
venivano
forniti
-
-------
vente
- Dr.SC/vl
6081
con lettera Prot.
--.----
dall a s crli
!-
in data 20/12/19781-
-
.
4) Con la sua nota richiamata ci notificQ
i lavori
in questione,
l'Amministrazione
in oggetto,
--
la sua decisione
Comunale
------
diniegando
-
---_.----
ddi non
autorizzare
1
concessione
la relativa
- -
motivo
per il seguente
edificatoria,
terno della delimitazione
: "parztalmenteall'i
del Parco di interesse
~
regionale
delle Groane.
E S P ON
quanta
segue
Societa
la sottoscritta
'futto cia premesso,
-
E
:
1) Si ritiene
interventi
che le opere in questione
siano
assenti ti 1).ell'ambito del Parco.
conforrni agli
1nfatti
1 art ~
I
------_.-
3
- lettera
-
..--
___________
-1
(Deliberazione
del Consiglio
regionale
de:1
,
---------
20 Lug 1i 0 1978
sonia
- nO
11/812)
indica,
"promuovere, coordinare
schimento,
di pianturnazione,
ecologica,
di risanamento
_t_~_~tesso_.:ta~_~:~_stab~:_~:=~
!I
per il Parco
---------
delle Groane"
I
del Consorzio
c) delle "Statuto
iniziative
possono
essere
••••••
tra gli s copi del Con
-
interventi
di salvaguardia
igienico •••••.•
di rimb9.~
ambientale,
"
~:1'.:.~_~
-__
pO~__
attuate
comma ~)
anche da privati
-----------~--------------------------------------j------
li
0
-------
t------
1-!
che _~1
(singo i
I
I
associati).
i
I
./ .
._
I
j
_
I
Ii
- 3 -
Ii
I
j
9 _
!
Le
e
opere per cui
stata richiesta
autorizzazione
sono
--------.----~----------------------~-~--~~-
nalizzate
ad un ulteriore
rente Garbogera
miglioramento
che interessa
i
f"
delle acque del tOT
+
il comprensorio
------~--,._--
del Parco.
--------
--------
-
Per quanto
precisa
concerne
la discarica
che essa sarebbe
funzionali,
attrezzata
costituita,
da una serie di settori
che verrebbero
realizzati
dei fanghi,
si
anche per esigenze
di limitate
progressivamente.
dimensioni
Ad esaurimento
>
d.ias cun settore
piantumato,
I
!
verrebbe
ricoperto
come chiaramente
con terra di coltivo
indicato
nella gia citata
e
let
-
tera del 20/12/1978.
In conclusione;
infestata
1' area interessata
da sterpaglie,
diverrebbe
.
,:
formemente
.
dal deposito
fanghi,
una zona alberata,
or
con
-
agli scopi del Parco •
2) A te~ini
Art. 3
interventi
- comma
nell'ambito
7° del predetto
statuto,
tutti gl
dell' area delparco\Ldovrebbero
esse
- -
re autorizzati
strazione
(e quindi
eventualmente
negatijt-dall·"Ammini
-
--~
Consorziale.
I!
i
Come accennato
in premessa,
ne chiese a questa
Societa
nella scorso Dicembre
(e prontamente
ottenne)
il Comu=
pili am=
~---------+-l-------------------------------+-!
I
I
pi ragguagli
!
si deve presumere
1
di carattere
------------~-----
tecnico ed ecologico,
------
di modo ch
-----------+-----------------------------
che non sussistessero
motivi per il di=
----------------------+------
L__~:ego
~e_~la_~~_ncessione_ed~~_~=_:.t_~.:ia.
i
------------------~t-------tA-------!
!4) Si fa, infine, presente
che l'ubicazione
-~~~--+---------------~----------
vista dal progetto
e
situare le costruende
determinata
dell'impianto
pr~l
------~----------------+------4
dall'esigenza
opere immediatamente
tecnica
di
a valle del prl
!
r
1\
_
\
---~ __ ~
_
RegioneLombardia
2 B \-fQ\j. ,Sfi
Giunta RegionaIe
Assessorato all'Ecologia
e ai Beni Ambientali
Via Porlezza, 12
Milano
Tel. 875746/7/8/9
Pfc"-,,,c~\i~~:.
Ill.
-
i~
.u;'
-- ~
'M lano,
Comune
di
GE ANO MADERNO
(MI)
Servizio Tutela Ambiente
Naturale e Parchi
Ufficio Zone Protette
Prot.n.,Ss, LR/ma
Oggetto:
Impianto trattamento acque di scarico e deposito
di fanghi delIa Societa Snia Viscosa nel Parco
delle Groane.
Con riferimento alIa Vostra richiesta di parere dell'11-10-1979 n.22975 in merito alIa prati
ca di concessione edilizia di cui all'oggetto, si
richiama la Vostra attenzione suI disposto dello
art.6, 2° comma, e dell'art.7, punto 1b), delIa
L.R. 20 agosto 1976 n.31.
L'opera in oggetto, da quanto si puo dedurre
dalla documentazione in nostro possesso, e ubicata per Ie vasche n. 2-4-5-10 nel pre-parco,
zona
y ed·~ quindi subordinata al parere di questa Giu~
ta Regionale, ai sensi dell'art. 6 delIa citata
L.R.
L'intervento relativo aIle vasche n. 3-6-7-8
-9 ricade invece all' interno del Parco ed e consentito in quanto "adeguamento igienico" di edifi
ci esistenti, ai sensi dell'art. 7 delIa stessa
legge.
In considerazione di quanto disposto dalla
normativa regionale sopracitata, e prescindendo
da ogni considerazione s~lle disposizioni urbanistiche locali, che debbono comunque essere rispe!
tate, si ritiene che il progetto non contrasti
con Ie esigenze ditutela
ambientale del parco-e
2.
si
esprime
parere
Distinti
favorevole.
Saluti
..
.---------------------------------------------------Pratlca Ed""
N.
Concessione Edi!. N..
:S1!V'18. .
!.I.}Qle.9.. .
COMUNE
C ONC ES8
01
C ES.ANO
PROVINCIA
01
MILANO
E PER ESE CUll 0 N E L AV DR lED I L I
ION
IL
residente
0
.In d at a .
II 1ft,••.•
t8.ta.'HDta __
b.~_.lt.
SINDACO
""1.••
1
.1
Vista la domanda del"
~.
MAOERNO
con sede legale a .~
Via
If'"
~~
N
.
.
d'I esegUlre
.
con Ia qua 1e c h"Ied e. Ia concessIone
•••.•••••••••.
to •
..,ld. -
................................................................................................................................................................................................................................................................................................
.
.
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
n
inquesto Comune al mapp. N
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
u
1
Fg
•••
nn
~~
•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
_ ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
in via
n
~
~.~~
n
•••••••••••••••••••••••
Visti i disegni e il tipo allegati alia domanda stessa;
Sentito iI parers favo~ev~l~ delia ~ommissione ~diliZia in data
~.;~.';
•................
;
Sentito iI referto dell UfflCIO Teemco comunale In data
Sentito iI parere favorevole dell'Ufficiale
Visti i Regolamenti comunali di Edilizia,
;
sanitaria;
Igiene, Polizia locale e tutela delle strade comunali;
Visto iI Capo IV del Titolo II delia Legge 17 agosto 1942,N. 1150, e successive modiliche ed integrazlonl,
nonchil la Legge
6 agosto 1967, N. 765;
Vista la Legge comunale e provinciale;
Visto iI Cod. Civ. Libro Terzo, proprietA edilizia;
Visto II Regol~mento gen. per I'lglene del lavoro. apP(OvlltOcon D. 14 aprile 1927,N. 530;
Vista la legge 28 gennaio 1977,N. 10;
••
Visto che gli O.U. sono stati pagati con bollelta n.............•...... _
Vlsto che II C.C.
e
In data
slato pagato con bollella n
In data
.......•...............................................
m
••••••
mmm
••
nu_u.mmm.
••••
n
CONCEDE
al-m~ribL;I~:
~.~.~
~.~~~
••ltI~~~.SNIA
01 ESEGUIRE I LAVORI di cui sl tralla, 'sollo
~.~~~.~.~~!.!!.~~.~~~ .
FIBRE S.p.A. (02969220157)
I'osservazione delle vigenll dlsposlzionl in materia di edllizia, di iglene e dl pollzia locale
in conlormltA al progello presentato secondo Ie migllorl
norme dell'arte, pen;ha riesca solida, iglenlca, decorosa ed alia alia sua desll-
nazione tanto per I materiali usati quanta per il sistema costrullivo adottato, nonchil sotto I'osservanza delle prescrizloni.
II proprietario,
II direttore del lavori e I'assuntore del lavori sono responsablli
di ogni eventuale inosservanza aile
norme general I di
leggi e di regolamenll comunali come delle modal itA esecutive lissate nella presente concessione dl costruzione.
Alia presente sl allega in restituzione.
debitamente vislato, un esemplare di clascuno del dlsegnl presentatl che lanno parte
integrante e sostanzlale delia presente concessione.
"Volturato
come da provvedimento
2 3 LUG. 1980
Ii
del Sindaco nO 2185 del 10/2/81"
Ll As,s~S~~~
...~..cJ ~i8~Zia
.Privata
(Terr
i C rlo)
.....
1YV
Dott. ALBERTO VENEGONi
GEOLOC;C)
SOCIETA
BTEs.R.L.
IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI ACQUE REFLUE
INDUSTRIALI IN COMUNE DI CESANO MADERNO
AMPLIAMENTO
DELLA SEZIONE CHIMICQ-FISICA
- VERIFICA DI IJJPATTO AA1BIENTALE-
MAGGIO 2005
COMM. 15.05
Uff. Via P rv!icca, 11 ·20023 Cerro
ore (Mi)
tel. 03311421.978
fax. 0331/421.977
- Emall sWd,o@aibertovenegon:.19l:t
Don: Fisc. Via de! Chisso 18/4·21052
Busto ArslzlO
p lVii, 02047640129
C F. VrJG LRT 53P22 B300H
INDICE
pREMESSA, SCOPO DEL LAVORO E METODOLOGIA Dr INDAGINE
QUADRO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO
6
8
2.1.
2.2.
2.3.
9
10
11
INQUADRAMENTO
CARA TIERISTICHE
2.3.1.
2.3.2.
2.3.3.
2.3.4.
2.4.
CAPAC ITA D'USO
2.6.
CAPAClTA
2.7.
INQUADRAMENTO
GEOMORfOLOGICO
E GEOPEDOLOGICO
21
21
22
23
25
DEL SUOLO
PROTETIIVE
26
DEI SUOLI PER ACQUE PROFONDE..
IDROGEOLOGICO
27
27
28
29
30
30
32
33
34
ED IDROGRAfICO
Caratterizzazione idrogeologica
Censimento pozzi
Piezometria
Classificazione dei terreni in classi di permeabilita
Caratteristiche qualitative delle acque sotterranee
Vulnerabilita idrogeologica
Caratterizzazione idrografica
Fattori antropici
2.8. INQUADRAMENTO
2.8.1.
GEOLITOLOGICO,
12
13
14
16
Caratterizzazione geolitologica
Caratterizzazione geomorfologica
Caratterizzazione geopedologica
2.5.
2.7.1.
2.7.2.
2.7.3.
2.7.4.
2.7.5.
2.7.6.
2.7.7.
2.7.8.
METEOCLIMA TICHE
Precipitazioni
Temperatura
Caratteristiche anemologiche
Caratteristiche qualitative dell'aria
INQUADRAMENTO
2.4.1.
2.4.2.
2.4.3.
2.9.
TERRITORlALE
RETE VlABILISTICA
FLORlSTICO,
VEGETAZIONALE
35
E FAUNISTICO
Caratteristiche degli habitat naturali
ASPETII
38
40
STORlCO-CULTURALI..
2.9.1.
Presenza di beni Storico architettonici
2.10. RELAZIONI CON GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE TERRlTORlALE
2.10.1. Vincoli di natura Fisico- Ambientale - Piano Territoriale del parco delle Groane
2.10.2. Azzonamento P.R.G. vigente: destinazione urbanistica dell'area
ESCRIZIONE DEL PROGETTO
.1. PREMESSA
.2. UBICAZIONE
3.2.1.
.3.3.
J
" .~.
..
DELL'IMPlANTO
:
DI DIMENSIOI\AMENTO
STRUTIURE
50
51
ESISTENTE
Vasca di accumulo
Opera di presa e partizione della portata
Trituratore
Stadio di trattamento biologico A.
Sedimentazione
Linea di ossidazione B
Disinfezione finale
Ispessimento fanghi
Disidratazione meccanica
Linea di trattamento fanghi
VERIFICA
3.5.1.
3.5.2.
3.5.3.
3.5.4.
3.5.5.
49
50
- STATO DI FATIO DEL SlTO
Modalita di accesso all'area
DESCRlZIONE
3.3.1.
3.3.2.
3.3.3.
3.3.4.
3.3.5.
3.3.6.
3.3.7.
3.3.8.
3.3.9.
3.3.10.
DELL'IMPlANTO
42
44
44
47
48
DELL'IMPIANTO
,
,
52
52
52
52
52
53
53
53
53
53
54
56
56
56
56
56
56
ACCESSORlE
Viabilita intema strade e piazzali
Aree verdi
Edificio servizi
Recinzione
Sistemi di custodia dell'impianto
2
Dott. Aiberto Venegoni
Geologo
3.6.
DESCRIZIONE DELLE OPERE IN PROGETTO
3.6.1.
Carichi depurativi e dati assunti per il dimensionamento
delle opere
3.6.2.
Descrizione
dell' ampliamento di trattamento
3.6.3.
Scheda riassuntiva dei dati tecnici dell'impianto
3.6.4.
Ripristino ambienta1e a fine esercizio
3.7. DESCRIZIONE DEGLl INTERVENTI IN PROGETTO E TEMPISTICA DI RIFERIMENTO
ANALISI DELLE CRITICITA'
DEL PROGETTO
4.
5.
6.
7.
8.
·················
4.1. PREMESSA
······················································
4.2. F ASE DI CANTIERE
·························
4.3. FASE DI ESERCIZIO
······.············
INDIVIDUAZIONE
DEI RICETTORI
SENSlBILI.
IMPATTI POTENZIALI
CORRELABILI
CON LA REALIZZAZIONE
DELL'IMPIANTO
6.1. PREMESSA
·······················································
6.2. FASE D1CANTIERE
6.3. F ASE DI ESERCIZIO
INTERVENTI
Dl MITIGAZ10NE
7.1. PREMESSA
····
·········································
7.2. F ASE DI CANTIERE RELATIVA ALL' AMPLlAMENTO IN PROGETTO
7.3. FASE DI ESERCIZIO RELATIVA ALL' A,\1PLlAMENTOIN PROGETIO
VERIFICA
Dl IMPATTO
AMBIENT ALE ~ CONCLUSIONI
57
57
59
64
65
66
68
69
69
73
82
:87
.. 88
88
97
112
.. ···· .. 113
113
115
118
ALLEGA TI
1. Corografia e rete viabilistica (Scala 1:20.000)
2. Carta litologica e geomorfologica con elementi geopedologici
(Scala 1:10.000)
3. Carta idrogeologica con elementi idrografici (Scala 1:10.000)
4. a) Carta della capacita d'uso del suoli (Scala 1:10.000)
b) Carta della capacita protettiva dei suoh per acque profonde (Scala 1:10.000)
5. Carta d'uso dei suoh (Scala 1:10.000)
6. Vincoli Fisico - Ambientah (Scala 1:10.000)
7. Carta degli elementi antropici (Scala 1:10.000)
8. Planimetria catastale (Scala 1:2.000)
9. Azzonamento P.R.G. vigente (Scala 1:2.000)
10. Impianto esistente - Planimetria (Scala 1:500)
11. Impianto in progetto - Planimetria (Scala 1:500)
12. Impianto di progetto - Rete viabilistica e rete fognaria (Scala 1:500)
13. Indagine fonometrica della ditta B.T.E. S.d. - Studio Consulenza A. CATTANEO - MOZZO -Bg
3
Dott. Alberto Venegoni
Geologo
---_._---~---_
..._-------~._-~-~._----------_
.._._----------------------
3.4 Verifica di dimensionamento dell'impianto
-
Al fine di verificare i1 corretto dimensionamento dell'impianto nei confronti dei carichi da trattare,
vengono messi a confronto i seguenti parametri:
a) dati di progetto;
b) dati esercizio;
La comparazione tra i dati di progetto e quelli di esercizio effettivi consente di verificare l'esistenza
della potenzialita residua che, a sua volta, permette di quantificare i carichi di rifiuti speciali
trattabi1i.
I dati di progetto sono i seguenti:
~ portata media in ingresso:
7000 m3/giomo;
~ Abitanti Equivalenti:
46000;
.~ BODs: 2760 kglgiomo
(calcolati supponendo 60 glgiomo di BODs/A.E.);
~ COD: 5520 kglgiomo
(caicolati supponendo 120 glgiomo di COD/A.E.);
I dati effettivi di esercizio sono i seguenti:
~ portata media in ingresso:
2000 m3/ giomo
~ BODs:
335 kglgiomo;
~ COD:
660 kglgiomo;
~ Abitanti Equivalenti:
5584 (caicolati in base a1 carico effettivo di BODs)
Risulta quindi che l'impianto biologico asservito alla ditta Nylstar
residua pari a 40416 AE.
Sulla base di questi dati
e
e
dotato di una potenzialita
possibi1e calco1are la effettiva potenzialita
residua dell'impianto
bio1ogico, che risulta pari a:
3
~ portata media in ingresso: 5000 m /giomo;
~ abitanti equiva1enti: 40416;
~ BODs: 2424 kglgiomo
(calcolati supponendo 60 glgiomo di BODs/A.E.);
~ COD: 4849 kglgiomo
(calcolati supponendo 120 glgiomo di COD/A. E.);
Devono essere inoltre fatte alcune considerazioni anche in merito alla rimozione dei nutrienti
(Azoto, Fosforo). Infatti e necessario verificare la potenzialita residua anche per questi parametri.
54
--------
Dott. Alberto Venegoni
Geoiogo
I dati di progetto sono i seguenti:
>-
TKN:
690 kglgiomo (calcolati supponendo 15 glgiomo di TKN/A.E.);
92 kglgiomo (calcolati supponendo 2 glgiomo di Ptot/A.E.).
I dati effettivi di esercizio sono i seguenti:
>-
TKN:
15 kglgiomo;
3 kglgiomo.
Ne consegue che l'effettiva potenzialita residua
>-
TKN:
e:
675 kglgiomo;
89 kglgiomo.
Vista l'analisi dei dati si puo capire che questo impianto risulta oggi ampiamente
sovradimensionato per il t.rattamento delle acque provenienti dallo stabilimento produttivo Nylstar;
la gestione di un impianto cosi sovradimensionato risulta poco agevole e 10 mette a repentaglio di
possibili malfunzionamenti. Allo scopo di poter far funzionare questo impianto al meglio si
intende chiedere autorizzazione, ai sensi degli articoli 27 e 28 del decreto legislativo 22/97, alla
realizzazione e successiva gestione di un impianto di trattamento di rifiuti speciali non
pericolosi e pericolosi che nel proseguo chiameremo unita operativa II, questo permetterebbe di
poter far funzionare l'impianto alIa sua vera potenzialita di targa.
Nell'ottica dello smaltimento dei rifiuti speciali, non ha molta rilevanza la portata residua, bensi
principal mente Ie potenzialita residue di rimozione dei carichi organici e di nutrienti.
Partendo dai valori di potenzialita residua ca1colati e considerando i rendimenti di rimozione
conseguibili nell 'unita operativa II, e possibile stimare il quantitativo di rifiuti speciali trattabile
nell 'unita medesima.
Dai dati che si possono reperire in letteratura si e verificato che Ie concentrazioni di BODs, COD,
TKN, Ptot nei rifiuti grezzi subiscono, nell'Unita Operativa II, una riduzione che puo essere
quantificata mediamente ed in via cautelativa, pari almeno alSO %.
Conse entemente la iattaforma di trattamento rifiuti s eciali ha una otenzialita di ricezione ari
a:
>>-
BODs:
4858 kglgiomo;
COD:
9718 kglgiomo;
~
TKN:
1350 kglgiomo;
>-
Ptot:
178 kglgiomo.
Gli schemi e i flussi di processo sono riportati nei disegni allegati.
55
,
Dott. Alberto Venegoni
Geologo
•
In sede di gestione straordinaria sulla base delle espenenze
dall' Azienda, si possono verificarsi Ie seguenti situazioni:
gestionali
maturate
1. Disservizio delIa piattaforma di trattamento reflui speciali. In questa circostanza,
l'effluente dell'unita operativa II puo rappresentare un sovraccarico per la successiva Unita
Operativa 1.
2.
Sversamento accidentale di rifiuti e/o reattivi. Un evento di questo genere si puo
verificare solamente durante Ie operazioni di scarico degli automezzi che conferiscono i
rifiuti e/o i reattivi presso l'impianto. Infatti tutti i serbatoi di stoccaggio di rifiuti e reattivi
sono a perfetta tenuta idraulica e collocati negli appositi bacini di contenimento realizzati in
cementa armato impermeabilizzato. Durante 10 svuotamento degli automezzi invece si
possono verificare delle perdite di materiale, attribuibili sia ad errori di manovra sia a rotture
dei dispositivi di scarico. II materiale che si disperde sulla pavimentazione, realizzata in
cementa armato impermeabilizzato, confluisce nella rete di fognatura intema e giunge cosi
nel bacino di accumulo rifiuti biologici.
3. Disservizio del processo di depurazione biologic a, causato da problemi di natura
tecnica aIle apparecchiature elettromeccaniche installate (compressori soffianti, pompe
di sollevamento iniziale, etc.). In questo caso l'efficienza depurativa dell'impianto puo
subire un rapido decadimento che, nelle situazioni peggiori, conduce ad un progressivo
peggioramento delle caratteristiche qualitative dell'effluente finale. La non conformita dello
scarico puo perdurare per un periodo di tempo variabile in funzione dell'entita e della natura
del disservizio (guasto al sistema di ricircolo dei fanghi, all'insufflazione e distribuzione
dell' ossigeno, etc.).
4. Disservizio del processo di depurazione biologica causato dalla situazione meteoclimatica. La temperatura dell'ambiente estemo svolge un molo molto importante ai fini
delIa svolgimento dei processi biologici. Bassi valori (prossimi allo zero) di temperatura che
perdurano per periodi di tempo abbastanza lunghi (da qualche giomo a qualche decina di
giomi, in funzione del val ore di temperatura) possono causare un rapido decremento
ciell'attivita batterica can ripercussioni, anche significative, sui rendimenti depurativi. Un
altro fattore climatico che puo incidere sull'andamento
dei processi depurativi e
rappresentato dalle precipitazioni, Ie quali, se abbondanti intense e/o prolungate possono
eccessivamente "diluire" illiquame fognario in arrivo all'impianto.
5. Superamento dei limiti di legge in ingresso. 8i verifica nel momenta in cui Ie
caratteristiche qualitative del refluo in ingresso, proveniente dalla rete di fognatura
industriale, non sono conformi ai limiti di legge (tab. 3 - colonna relativa allo scarico in
pubblica fognatura - allegato 5 - D .Lgs. 152/99), situazione imputabile a sversamenti
accidentali e/o parassiti, comunque non autorizzati, di sostanze (rifiuti liquidi, etc.)
all'intemo dei collettori fognari. Poiche la rete di fognatura confluisce pres so 1'impianto di
depurazione, anche Ie sostanze trasportate dai liquami pervengono al depuratore medesimo
causando effetti pili 0 meno rilevanti. L'entita dell'impatto che si genera e funzione dei
seguenti parametri:
78
Dott. Alberto Venegoni
Geo!ogo
._-------~----------_._---_._--.-
It
_ .._-_."-_.--------------------_
..
_--~--------
--------------
a. tipologia delIa sostanza immessa nella rete di fognatura (ad esempio: solventi, acque
di lavorazione, etc.);
b. consistenza quantitativa dello scarico (m3 scaricati);
c. modalita di effettuazione dello scarico, con particolare riferimento al rapporto durata
dello scarico/portata scaricata, inteso come rapporto tra l'ampiezza dell'intervallo di
tempo lungo il quale avviene 10 scarico ed il volume scaricato nell 'unita di tempo.
Le situazioni anomale che si possono verificare sono pertanto Ie seguenti:
- liquame con concentrazioni molto elevate di sostanze nonnalmente presenti nel liquame
medesimo in quantitativi sensibilmente inferiori;
- liquame fognario con concentrazioni pili 0 meno elevate di sostanze che, in condizioni
ordinarie, non sono presenti, neppure a bassa concentrazione, nelliquame stesso.
-combinazioni tra i casi precedenti.
6.
Interruzione della fornitura di energia elettrica. Se l'interruzione di fomitura di energia
elettrica si protrae per un intervallo di tempo superiore a qualche ora, si possono avere
ripercussioni anche significative in tennini di rese depurative dell'impianto biologico di
depurazione.
ASPETTI IDRAULICI DELLE ACQUE REFLUE
L'altro aspetto da considerare nella valutazione delle criticita indotte dalle opere in progetto
relativamente al recettore AMBIENTE IDRICO ACQUE SUPERFICIALI, con particolare
riferimento al Torrente Garbogera, riguarda la modificazione dell' assetto idraulico indotto dal
potenziamento delIa linea di depurazione.
Sulla base delle indicazioni fomite dal Committente, si considera quanto segue:
•
il depurare nella configurazione attuale scarica in corso d'acqua (Torrente Garbogera)
circa 2000 mc/ gg.
•
I reflui dell'impianto di depurazione si uniscono a valle ad un ulteriore scarico
proveniente d(jJ comparto industriale Nylstar stimato in circa 10.000 mc/gg,
determinando una portata compiessiva di afflusso al Torrente Garbogera stimata in circa
12.000 mc/gg.
•
Al tennine degli interventi di ampliamento e di messa a regime dell'impianto, si
prevede che il depuratore scarichera circa 2500 mc/gg con un incremento pari al 25%
rispetto alIa portata di deflusso attuale e pari al 5% se si considerano anche gli scarichi
provenienti dal comparto Nyistar.
I;·~
Alla luce di quanto sopra, si ritiene che Peffetto dello scarico dei reflui di depurazione in corso
d'acqua superficiale in condizioni ordinarie risulti BASSO.
79
Dott. Alberto Venegoni
rI
l:JeOiogo
•
AMBIENTE mRlco
ACQUE SOTTERRANEE
Nello schema di seguito riportato vengono riassunti gli effetti collegati alla realizzazione del
progetto e i ricettori sensibili collegati al quadro ambientale di riferimento:
Relativamente agli effetti indotti dal cantiere sulla componente AMB/ENTE /DRlCO ACQUE
SOTTERRANEE
NON
SONO
STATI
Relativamente ai ricettori
SOTTERRANEE
INDIVIDUATI
EFFETTI
DI RILIEVO.
sensibili ascrivibili alla componente AMB/ENTE
/DRlCO ACQUE
si considera quanta segue:
si tratta del corpo idrico sviluppato in corrispondenza della Litozona A
_ Ghiaioso _ Sabbiosa Conglomeratica (cfr. Par. 2.7). L'acquifero e assimilabile ad un unico
acquifero monostrato in quanto i differenti livelli permeabili sono generalmente fra loro
FALDA
ACQUIFERA:
comunicanti.
Tenuto conto che tale acquifero e tradizionalmente utilizzato per l'approvvigionamento idrico
industriale e che non esistono pozzi ad uso idropotabile filtranti il medesimo acquifero posti a
valle dell' area di previsto insediamento, unitamente all'alto grado di protezione dei suoli
superficiali "ferrettizzati" in relazione alle acque profonde (cfr. All 4b - Carta dell a capacita
protettiva dei suoll per Ie acque profonde - Tratto da "I suoli della pianura milanese
settentrionale" Ersal1999), e stato attribuito un valore qualitativo BASSO.
Sulla base di quanto sopra, cosi come evidenziato nello schema riassuntivo di seguito
riportato,l'impatto
generato dalla fase di esercizio dell'impianto di depurazione sulla
componente AMBIENTE IDRICO ACQUE SOTTERRANEE e da considerarsi, NULLO.
EFFETTI
NULLO
• NESSUNO
AMBIENTE mRlco
I
I
I
I
I
RICETTORI
SENSIBILI
Valore
qualitativo
•
Falda
Valore
qualitativo
BASSO
IMPATTO
Valore
qualitativo
NULLO
ACQUE SUPERFICIALI
Nello schema di seguito riportato vengono riassunti gli effetti collegati alla realizzazione del
progetto e i ricettori sensibili collegati al quadro ambientale di riferimento:
Gli effetti indotti dall'esercizio del depuratore a seguito degli interventi di ampliamento sulla
componente AMB/ENTE /DR/CO ACQUE SUPERFIC/AL! sono stati messi in relazione allo scarico delle
acque depurate nel Torrente Garbogera presente a ovest dell'impianto oggetto di valutazione.
Relativamente ai ricettori
SUPERFICIAL!
sensibili ascrivibili alla componente AMB/ENTE
/DR/CO ACQUE
si considera quanta segue:
102
Datt. Alberto Venegoni
Geologo
TORRENTE GARBOGERA: Gli impatti suI corso d'acqua saranno variabili in relazione alle
condizioni di esercizio del depuratore e valutati TRASCURABILI in condizioni di ESERCIZIO
ORDINARIO dell'impianto, potranno assumere vari gradi di criticita in relazione a condizioni
di ESERCIZIO STRAORDINARIO.
In relazione alla rilevanza e specificita degli impatti per un impianto di depurazione sulle
caratteristiche qualitative dell'effluente depurato e restituito all'ambiente (recapito in corso d'acqua
superficiale - Torrente Garbogera) e relativamente a solo tale recettore, si e proceduto introducendo
dei parametri quantitativi per operare una valutazione d'impatto il pili oggettiva possibile.
Su tale base si e proceduta alla caratterizzazione quali - quantitativa degli impatti
c1assificandoli in positivi, negativi e nulli (assenza di scarico nel corpo idrico superficiale) come
indicato nella tabella di seguito riportata.
Impatti positivi
Acque superficiali
Impatti negativi
Alto
[1 ~ 6]
Medio
[1 - 5]
Trasc.
[1 - 4]
0
Trasc
Medio
Alto.
[1 ~ 0]
[1 - 1]
[1-2]
[1 - 3]
Per la determinazione dell'impatto viene adottata la metodologia di seguito riportata. I valori
limite dei vari parametri sono quelli indicati nella Tabella 3, allegato 5 del D.Lgs .. n0152/1999 con
Ie modifiche apportate dal D.Lgs. 18 agosto 2000 n0258. In allegato 3 e riportata la procedura di
riferimento per 1a determinazione dello stato di rischio ambientale.
Definizioni:
Allo scopo vengono introdotte Ie seguenti definizioni:
• Parametri del Gruppo I: BOD5, COD, SS
• Parametri del Gruppo II: tutti quei parametri, diversi da quelli appartenenti al gruppo I,
aventi valori limite per il recapito in corpo idrico superficiale inferiori ai valori limite per il
recapito in rete fognaria (esempio: NH4, olii e grassi, tensioattivi, etc.)
• Parametri del Gruppo III: parametri aventi gli stessi valori limite sia per il recapito in corpo
idrico superficiale sia in rete fognaria (esempio: Azoto nitroso, Cloruri, Pesticidi, etc.)
Quantificazione dell 'imoatto
[1 - 0] Imoatto nullo: assenza di scarico
[1 _ 1] Impatto negativo trascurabile: i parametri del Gruppo I sono superiori a 1,5 volte i
corrispettivi valori limite della tabella 3 - colonna relativa allo scarico in corso d' acqua, fermo
restando la conformita alia medesima tabella dei rimanenti altri parametri (gruppi II e III). In altri
termini, si ha un impatto negativo trascurabile se:
103
Dott. Alberto Veneaoni
""
Geologo
a) concentrazione rilevata di COD> 160 mg/l e S; 1,5 x 160 mg/l
b) concentrazione rilevata di BODS> 40 mg/l e S; 60 mg/l
c) concentrazione rilevata di SS > 80 mg/l e S; 120 mg/I.
(1 _ 2] Impatto negativo medio:
e verificata
=
240 mg/l
e/o
e/o
una sola delle due condizioni:
a) concentrazioni uno 0 pili parametri del Gruppo I compresi tra 1,5 volte i limiti delIa tabella 3
per il recapito in corso d'acqua ed i limiti per il recapito in rete fognaria (esempio:
concentrazione rilevata di COD> 140 mg/l e < 500 mg/l)
b) concentrazione uno 0 pili parametri del Gruppo II compresi tra i valori limite per 10 scarico in
corso d'acqua ed i valori limite per la rete fognaria (esempio: concentrazione rilevata di NH4 >
15 mg/l e < 30 mg/l)
(1 - 3] Impatto negativo alto: si verifica quando
a) sono verificate entrambe Ie condizioni a) e b) di cui al precedente punto (1 - 2]
b) concentrazioni uno
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
I
0
e/o
pili parametri Gruppo I ~ limiti per il recapito in rete fognaria
e/o
(esempio: concentrazione rilevata di COD ~ 500 mg/l)
c) concentrazione uno
0
pili parametri Gruppo II ~ limiti per il recapito in rete fognaria
e/o
(esempio: concentrazione rilevata di NH4 ~ 30 mg/l)
d) concentrazione uno 0 pili parametri Gruppo III ~ limite di tabella 3
(esempio: concentrazione rilavata di Azoto nitroso ~ 0,60 mg/l)
(1 _ 4] Imoatto positivo trascurabile: si verifica quando sussiste il rispetto dei limiti di tabella 3 da
parte di tutti i parametri (gruppo I, II, III).
(1 _ 5] : Impatto oositivo medio: si verifica quando sono verificate entrambe Ie condizioni:
• tutti i parametri, ad eccezione di quelli del gruppo I, sono pienamente confonni (minore
•
stretto) dei limiti di tabella 3;
i parametri del gruppo I sono inferiori del 20% rispetto ai limiti di tabella 3
(1 _ 6] : Impatto positivo alto: si verifica quando sono verificate entrambe le condizioni:
• tutti i parametri, ad eccezione di quelli del gruppo I, sono pienamente confonni (minore
•
stretto) dei limiti di tabella 3;
i parametri del gruppo I inferiori ai valori di cui al precedente punto (1 - 5]
Descrizione degli imoatti
L'impatto che assume maggiore rilevanza e specificita per un impianto di depurazione e costituito
dalle caratteristiche qualitative dell' effluente depurato e restituito all' ambiente (recapito in corso
d'acqua superficiale).
104
Dott. Alberto Venegoni
Geologo
e
are
Per questo motivo nel pres
paragrafo viene dedicata particol
attenzione sia alia descrizion
ente
dei vari imparti, generati dall'immissione dei refiui depurati nel corpo idrico ricettore, sia alle
misure di sa1vaguardia da adottare in sede di prevenzione e correzione.
I contributi allo scarico in corpo idrico superficia1e possono essere cost riassunti:
zali
a) acque meteoriche,
di prima pioggia e successive, provenienti dalle strade e dai piaz
intemi;
b)acque di process : perco1ati da filtropressatura, sum atanti da ispessitori, etc.
o
c)acque di 1avaggio piazzali, aree di manovra e scarico rifiuti, etc.;
d)acque reflue domestiche provenienti dall'edificio servizi (acque nere);
e)effluente in uscita dall'unita di trattamento rifiuti speciali (U.O. II);
ica
f)effluente depurato in uscita dall'unita di depurazione bio1og
(U .0. 1);
Per quanto i contributi di cui dal punto a) sino al punto d), questi conlluiseono tutte nella mOOesima
rete di foguatura che, a sua volta, adduce i liquami in testa all'unita operativa 1 (impianto
ssi
bio1ogico
[ rellui in). uscita dall'Unita !l (piattaforma rifiuti speejali) giungono anch'e
in testa all'impianto
biologico ove si mesco[ano con il liquame proveniente dalla rete di foguatura industriale
proveniente
dallo stabilimento
Le cararteristiche
qualitative Ny1star.
di questi refiui sono determinanti ai fini del rendimento globale
dell'impianto bio[ogico e quindi delia qualita delle aeque immesse nel corpo idrico rieettore; l'entita
rma
degli impatti che si generano dipendono dunque anehe dall'emissioni derivanti dalla piattafo
e
trattamento
rifiuti
speciali.
poiche i limiti
di legge
fanno riferimento aile acque in uscita dalla sezion terminale dell'impianto e
inviate a[ recapito finale, nella valutazione degli impatti viene tenuto conto delia conformita di tali
effluente ai limiti qualitativi previsti da1 decreto 1egislativo 152/99.
Per quanto eonceme invcee [a definizione degli interventi finalizzati alia mitigazione degli aimpatti,
e stata esaminata nel dettaglio anche la correlazione efficienza trattamento piattaform rifiuti
ico
specia1i _ efficienza trattamento depuratore bio1og .
Infatti:
• in condizioni di esereizio ordinario, con Ie unila operative I e !l funzionanti a regime,
etri
l'effluente depurato e tale da risultare pienamente conforme ai param
qualitativi indicati
nella tabella 3 _ colonna relativa al recapito in corpo idrieo superficia[e - allegato
8 5 D.Lgs.
[I maggio [ 999 nOIS 2 come modi fieato dal D .Lgs. I 8 agosto 2000 n025 . L' impatto
derivante in queste condizioni puo variare da positivo trascurabi1e a positivo medio .
•
In sede di gestio
straord inaria, gli impatti possono divenire, a seconda dei cast, da
ne
negativi trascurabili a negativi alti.
Sulla base delle esperienz
gestionali maturate dall' Azienda, Ie situazioni di gestione straordinaria
e
che possono verificarsi sono 1e seguenti:
1. Dlsservizlo dena pialtaforma
di traltamento
reflni speciali. In questa circostanza.
l'effluente dell'unita operativa !l puo rappresentare un sovraccarico per 1a suceessiva Unita
Operativa 1. L'impatto derivaote puo esscre ne~ativo ed assumer< valori anehe clevati
(impalto ne~ativo alto), ma solo in eventualita molto remote; in pratiea il disservizio
deve essere "grave" e perdurare nel tempo.
Dott. Alberto Venegoni
Geo\ogo
105
Legenda
Confine
r~.~,"~,lIi"'~
..~
It··· ..
~'
~.~~.,
,,·
del Parco reg:ionale delle Groane
Sito d'interesse
comunitario
7/
- rete l'iatura 2000
\
..
Pro posta perimetro
Zona di riserva
Parco naturale
naturale
"""-../
/
orientata
Zona di ri'lualificazione
ambientale
a indirillo
naturalistico
Zona di ri'lualificazione
ambientale
a indirizzo agricoJo
Zona per servizi alia agricoltura
Zona di parco attrezzato - asserto delinito
L - laghetti per la pe"casportiva
Zona di parco attrezzato
- ambito delia trasformazione
Zona a verde privato vincolato
Zon a edilicata
Zona fomad
Zona di interesse
storieo ambientale
Ambito per i .\'erviz;
Zona per servi:Li comprensoriali
SPG - .rtterviz; per il Parco Grollllc
Zona per servizi di intere-sse comunale
P - parch egg;
T - ,Ii;ervizi tecnoJogici
Zona di frangia
lmmobili
e aree incompatibili
Tracdato
collegamenti
con iI parco;
dcJopedonali
siti contaminati
da bonilicare
0
bonilicati
PIANO FAUNISTICO-VENATORIO 2004-2009
Proyi ncia
di Milano
Superficie (ha):
Perimetro (m):
Comuni inclusi:
Oasi di protezione
Servizio Gestione Attivitl
Venatoria e Piscatoria
Tavola numero:
28
Data di Progetto:
Maggio 2005
:artografia di ba.e: Scala di Restituzione:
C.T.R.
agg. 1994
1:10.000
Cesano Maderno
A. T. C. di appartenenza:
LEGENDA
Ism
ZONE Dl TUTELA
AD INIZIA TIV A PRIVATA
~'=';-dAree a parco nanrrale dei Parchi regionali
_
Riserve naturali
_
Oasi di prolezione
_
Grandi foresle di pianura
~~
Zone di ripopolamento e cattura
{;~="""'- Siti di Imponanza Comunitaria
~
FAUNlSl1CO-VENATORl
--
Aziende faunistico-venatorie
t~~:"KI Aziende agrituristico-venatorie
102
5179
Cesano Mademo, Limbiate,
Bovisio Masciago
2
SERVIZI COLLATERAL!
AlL'A TfIVIT A' FAUNISTICo-VENA TORIA
~
Osscrvatori ornitologici
•
Punti di inanellamento
Stazione di ricerca sull'avifauna
Zone addestramenlo cani tipo C
G
EB
lmpianti di cattura
Allevamenti di selvaggina di categoria A
@
Centro pubblico di produziolle selvaggio
Zone addesLramento cani tipo B
Zone di Protezione Speciale (esistenti)
Zone di Prolezione Speciale (in progetto)
~+~
o
o
.t
~'t.~Ratte
CACCIA PROGRAMMATA
CONFTNl AMMlNTSTRA 11VT
di migrazione
Fondi chiusi
Contini degli Ambiti Territoriali di Caccia
Confini provinciali
Centro di rccupcro tmma ,c1vatiea
Appostamenti fissi Sllterraterma
Contini eomunali
Zone militari
Apposramenti fissi agli acquatiei
Contini provincia di Monza e Brian,
Articolo
Dorrne teenicht'
Legend
Confine
del Parcn feginnalc
Sito d'intercsse
comunitario
Pro posta perimetro
Zona di riserva
delle Groane
~ rete Natura
"7 I
2000
\
Parco naturale
naturale
orient.ata
Zona di riqualificazione
ambientale
a indiriTlO naluralistico
Zona di riqualificazione
ambientale
a indirillo
agricolo
Zona per scrvizi alia agricoltura
Zona di parco attrezzato ~assetto definito
L ~ laghetti per la pe,ca'portiva
Zona di parco
attrenato
~ ambito delia trasformazione
Zona a verde privato vincolato
Zon a edificata
Zona fornaci
Zona di interesse
storico ambientale
Ambito per j ••ervizi
Zona per servi:Li comprensoriali
SPG - .\'erviti per iJ Parco GrOll/ii!
Zona per ser\'izi €Ii inter~se
p ~parcheggi
T - ~ervizj tecnoJogici
comunale
Zona di frangia
++++
r---~~/I
'.
-'
I
lmmobili
e aree incompatibili
Tracciato
collcgamenti
con iI parco;
ciclopedonali
siti contaminati
da bonificarc
0
bonificati