di - Più Limbiate meno cemento
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di - Più Limbiate meno cemento
Avv. Claudio Colombo V.Ie C Baltil'ti n. 77 20052 MONZA ld DRIGINALE 10 'otto", nato a 039320720 Fax 0393670/2 I ! / /7]1. Presidente d .,. HICla l Milano, J/] !l)f'ZZl dell delibera di Giunta Provincial n. MILANO RICORSO del1a Provincia NeW interesse del Presidente pro tempore, di Milano ( c.F. 02120090150 oonehe del Cornune ) , in persona di Cesano Maderno ( CF, R3000130159 ), del Comune di Limbiate ( P.IV A 00986290963 ) e del Comune di Hovisio Maseiago Sindaei pro tempore, marglt1e, ( C,F, 03959350152 ), in persona dei rispettivi tutti aUInrizzati can deJibcrazioni rappresentati e difesi , giusta la medesima o C Iom bo cd e lett ivamente domi e i Iiat i presso indicate nel mandata delega, daW A vv. Claudio 10 SI udio dell' A vv, Maree II0 contro REG lONE LOMBARDIA n,c, B.T.F. s.r.I. I'FR L' ANNULLAMENTO, connessi. con tutti gli atIi preordinati, del decreto delia Regione l'd !rbanistica, struttura valutazioni Lombardia. di impatto Direzione ambienta1c conscquenziali Generale Territorio . del 23 ottobre .:?006. con il quale '""hienlale e stata espressa del pmgetto di ampliamento del 10 sottoscritto Paolo Vagh nato a Seregno iJ 19.06. 195c nella mia qualita di Sindac del Comune di Cesan Maderno, In forza dell delibera di Giunta COl1lunal n. 307 del 12 122(J06. 10 sottoscritto ;\ n ton i Romeo, nato a l'v1elito Port, Salvoil l3.12.1960,nellami qua/ita di Sindaco de Comune di Limbiate, in forz delia delibera di Giunt Comunale n. 2II de 13.12.2006: 10 Sottoscritta Criuseppin Stella, nata a rerl izzi I 30.06.1945, nella rnia qualit; di Sindaco del Comune d Bovisio Masciago. in forz; delia delibera di Giunt; Comunale n. 149 de 13.12.2006 Meoli in Milano, Via Adige n. 12 l' a 1'\'10. nelJa la pronuncia positiva e delego a rappresentare difendere /' Amm in istrazion, Provinciale Comunale, ir ogni fase e grado del present< giudizio, /' A vvocato Claudie Colombo con studio 1/ Monza, Via C. Battisti, 77 conferendogli ogni e pit ampia facolta di legge compresa quella di filrs sostituire in udienza, e d propon'e motivi aggiunti anche avverso atti provvedimenti sUccessivi z que/Ii impugnati, purchl connessl. elcggendc domicilio presso 10 studic deW Avv. Marcello MeoIi, if' Milano via Adigc 12. di compatibilita di un impian!o di depurazione di aeque /1 Presi~te della Pro vi nzTii 1TM ilal10 FiliPPo-~I'et)a9 ; •.. { Cl111eindustriali . mediante la realizzazione della sezione fisico-chi mica per il U i} l~,.,_· /, II it) in d,fc()'i . Paolo VZ!.&}'l ~ ltamento di ritiuti peri colosi e non peri colosi in Com line di Cesano '\,_ •.,J- ••••••••••••••• - •.• , \ .. _ v II Sindato ~Jl+onio JZomeo ~rno. Via Groane ( All. I ). C~··· -\'~.::-~ ******* II Sindaco Giuseppiqa.Stella I '" , v\..", Sono~u~entiche:r\ Avv. Cla~l~ l"'" ;> , ~oloml~~) v 7', In data 26 scttembre Ccsano Maderno ] lJn la Snia Viscosa una domanda un .. impianto trattamento La suddetta. infatti, prodotti ( All 14: lrallwnen/o di concessione la necessita gia a quell' epoca, Groane . da poco istituito ( L.R. 20 agosto Comune di Ccsano Maderno ove, tra I" altm motivava legge 1() maggio inqllinwnenlo" ordinanza I" iniziativa del Sindaco n novemorc intcrvento. come" di ... " ). all' interno del Parco delle con ai lavori edilizi ( All. 15 un' articolata il ). istanza di sulla scorta dell" esigenza di nonche •. ai disposli del/a norme per la IUlela delle acque dedi' 16 ). A questo punto venne invcstita della tematica in data Cesano per I' impianlo serviranno ] 979, presento 1976 n. 319. recanle (All. III . stante la presenza di un vincolo ambientale. in data 23 aprile a precedente chimico ] 976 n. 3] ): per questa ragionc atto del 26 marzo del 1979 nego I" autorizzazione ottemperarc di di trattare gli scarichi liquidi ed i fanghi ivi .. Le opere sopra indicate si trovava, La SocieUl Snia. di per la realizzazionc di un grande stabilimento degli scarichi liquidi del/o stahilimenlo II sito prcscelto riesame edilizia al Comunc acque scarico e deposito fanghi ... disponeva Madcrno ed avvertiva s.p,a. ha presentato la Regione Lomoardia la qualc . 1979 ( All. ] 7 ) . cspresse pal'ere Hlvorevole . in quanto I" interno al peri metro del Parco delle Groane. dovcva essere inteso lIdegullmento igienico di edifici esistenti " . ammcsso dall' art. 7 delia r rclativa leggc istitutiva ( art. 7 delia L.R. 31/1971 sino all' approvazionc del piano territoriale lIlanlllel7::ione cd adegllwnento . in etTetti . ammettcva di coordinamento. igienico di edifici esislenli" ). interventj . di .. Suiia base di tali presupposti, con atto del 23 luglio 1980 il Comune di Cesano Maderno rilasciava la concessione edilizia per la realizzazione del predetto impianto, avente , evidentemente, carattere di mera pertinenza rispetto al vicino stabilimento industriale ( All. 18 ). Attualmente l' area, alla luce del P.R.G. di Cesano Maderno, si trova all' interno dell' Ambito tipomorfologico n. 9 " Parco Regionale delle Groane e di Salvaguardia Ambientale " ove non e consentita la realizzazione di impianti di smaltimento dei rifiuti ( All. 4 ). Oal punto di vista dell' azzonamento il compendio ricade in parte in zona F3 , standards comunale per insediamenti produttivi, ed in parte in zona F4 , standard sovracomunale per verde pubblico di interesse ambientale , oltre che in zona per verde stradale. II piano di zonizzazione acustica 10 include, prevalentemente in classe I ( area particolarmente protetta ), ove il limite diurno e pari a 50 decibel e quello notturno a 40 decibel ( All. 11 ). II vigente P.T.e. del Parco delle Groane inserisce il terreno de quo in zona per servizi di interesse comunale, ove sono ammessi " servizi ed impianti annessi all' industria, compresi gli impianti di depurazione "; si noti che, in base all' art. 16 lett g ) del P.T.C., in tutto il parco e vietata la realizzazione e I' esercizio di nuovi impianti di gestione dei rifiuti urbani e/o speciali ( All. 5 ). II complesso in questione e molto vicino a siti particolarmente pregiati , da un punta di vista ambientale, culturale e del paesaggio . Infatt i proprio accanto all' area delia controinteressata e ubicata un' oaSI naturalistica , oggetto di convenzioni tra il Comune di Cesano Maderno e la 3 LIPU- Lega Italiana Protezione Uccelli- (All. 8-10 ), fonnalmente riconosciuta dalla Provincia di Milano come Oasi di protezione delIa fauna venatoria ( deliberazione delIa Giunta Provinciale n. 646/05 del 14 settembre 2005 - All. 2 ). Le convenzioni tra il Comune di Cesano Mademo e la LIPU prevedono , appunto, che la suddetta associazione gestisca una vasta area, prevalentemente di proprieta comunale, al fine da un lato di valorizzare l' ambiente naturale , salvaguardandone la fauna, dall' altro di svolgere attivita educativa e didattica. Sotto quest' ultimo profilo esse affennano che la LIPU " la gestione di attivita didattico-divulgativa e impegnata a curare , rivolte alla cittadinanza. con particolare attenzione a quella in eta scolare" ( v. All. 8 ) . L' oasi naturalistica si caratterizza come centro didattico, provvisto di idonee attrezzature, ed ospita quotidianamente Ie scolaresche provenienti da varie parti delIa Lombardia ( circa 45.000 visitatori 10 scorso anno, dei quali 3.000 studenti delle varie scuole, accompagnati dagli insegnanti ). Per il suo allestimento e miglioramento if Comune di Cesano Maderno ha sostenuto investimenti per un totale di 2,048.857,49 Euro ( v. All. 20 ). Inoltre I' insediamento produttivo sopra descritto si trova a circa 900 metri di distanza dal Sito di Importanza Comunitaria ( Sic ) Boschi delle Groanc , individuato dalla Regione Lombardia, con deliberazione G.R. 8 agosto 2003 n. 7/14106 ( All. 3 e 21 ) . Dista, inoltre, circa 200 metri dal torrente Garbogera, il quale costituiscc il principale corso d' acqua che attraversa il parco delle Groane ( All. 21 ). 4 In data 14 luglio 2005 la societa B.T.E. s.r.l.- che ha acquistato dalla Nylstar s.p.a. ( subentrata a Snia ) l' impianto di depurazione delle acque reflue industriali - ha presentato una richiesta di valutazione di impatto ambientale per un intervento volto alia realizzazione di un impianto per il trattamentosmaltimento e recupero - dei rifiuti peri colosi e non pericolosi , prodotti da terzi. Tale richiesta ed il successivo atto regionale qualificano I' intervento come mero ampliamento delia struttura esistente, tramite I' introduzione di una sezione chimico-fisica , in aggiunta a quella biologica esistente ; tuttavia, In seguito all' ipotizzata trasformazione, I' impianto sarebbe total mente diverso dal precedente, non limitandosi a ricevere i reflui del vicino stabilimento, accogliendo anche rifiuti Cia del resto e comprovato ma provenienti da terzi, pericolosi e non. dal notevole incremento delia capacita di esercizio del depuratore, che passerebbe da 5.500 abitanti equivalenti a 46.000 abitanti equivalenti e Ie cui acque verrebbero searicate nel torrente Garbogera ( v. All. 19 pag. 54 ). II Competente ufficio per la v.i.a. delia Regione Lombardia ha interpellato Ie esponenti amministrazioni Ie quali, nella conferenza dei servizi del 10 marzo 2006, si sono espresse in modo recisamente negativo. In particolare il Comune di Cesano Mademo ha fatto presente il contrasto con il proprio strumento urbanistico e la vicinanza con seriamente danneggiata . 5 r oasi Lipu , che verrebbe I Comuni di Limbiate e Bovisio Masciago si sono associati a tali preoccupazioni , rilevando altresi problemi di accessibilita legati ai mezzi di conferimento all' impianto ed il potenziale impatto suI torrente Garbogera. La Provincia di Milano ha evidenziato la carenza dello studio presentato, con riguardo al monitoraggio del torrente Garbogera , alle emissioni in atmosfera ed alia salvaguardia dell' attigua Oasi Lipu, secondo Ie attuali condizioni di fruibilita (All. ] 2 ). La Regione Lombardia, con atto del 23 Ottbre del 2006 , ha espresso la pronuncia positiva di compatibilita ambientale , a condizione che vengano ottemperate alcune prescrizioni di dettaglio, per 10 pili ripetitive dei disposti di legge ( v. All. ] ). II contenuto dell' atto - che viene impugnato tramite il presente ricorso per tuziorismo , dovendo essere seguito , per sua espressa successiva autorizzazione indicazione, da ex D.L.vo ] 8 febbraio 2005 n. 59 - verra meglio descritto nella parte in diritto. Si puo tuttavia osservare immediatamente che esso muove da una rappresentazione oltremodo riduttiva sia delle caratteristiche dell' intervento qualificato come mero ampliamento - che del suo impatto suI territorio circostante e su siti di peculiare pregio. Cio vale, in particolare, per la confinante Oasi Lipu, reaJizzata con notevoJe investimenti pubblici, che costituisce a tutti gJi effetti centro didattico, ove sono ospitate quotidianamente scoJaresche, di ogni ordine e grado . L' auspicio delle Amministrazioni ricorrenti successive fasi del procedimento amministrativo 6 e, naturalmente, che nelle tutti gJi attori istituzionali assumano spontaneamente adeguata consapevolezza delle gravl ripercussioni che l' intervento attuazione determinare; dell' proposto dalla controinteressata tuttavia, propno aJ fine di evitare tali effetti. puo Ie esponenti impugnano il Decreto del 23 ottobre 2006 , che merita di essere annullato per i seguenti: MOTIVI Premessa: Preliminarmente e d' uopo rimarcare la carretta qualificazione dell' intervento proposto dalla BTE s.r.l. , che I' atto impugnato non delinea con la necessaria preclslOne. Esso, infatti, definisce iJ progetto come volto all' impianto di depurazione chimico jisica" "ampliamento di un di acque reflue industriali , mediante la sezione (All. 1 ). Non viene colta la radicale differenza tra il depuratore esistente, che costituisce mera pertinenza dell' attiguo stabilimento industriale delia ex Snia, e il nuovo insediamento , che sorgerebbe in seguito all' ipotizzata trasformazione. Infatti l' impianto esistente adeguamento e stato autarizzato. igienico " di stabilimento SIn dall' inizio, come " industriale preesistente, sito nelle vicinanze ( cosi il parere della Regione Lombardia del 23/11/1979- All. 17- e cosi la relazione tecnica annessa alla domanda di concessione edilizia del 26/9/1978 - " Ie opere sopra indicate serviranno per I' impianto di trattamento degli scarichi liquidi dello stabilimento "- All. 14- si noti che la fabbrica ex Snia si trova oltre la ferrovia Seregno-Saronno - v. All. 21 e 22 ). 7 Proprio in virtu di siffatta connotazione esso e stato ammesso all' interno del peri metro del Parco delle Groane - si badi bene, dopo un primo diniego del Comune e successiva istanza di riesame (All. 15 e 16 ) - ove, in linea generale , vigeva e vige tuttora il divieto di introdurre nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti: ]' intervento e stato , infatti, considerato come" adeguamento igienico " di editicio esistente, ex art. 7 comma 1 della L.R. 31/1976. In etfetti, come aveva rilevato 1a SNIA nelle proprie reiterate istanze all' epoca avanzate , esso serviva a regolarizzare il preesistente stabilimento chimico , adeguandolo ai disposti delia L. 319/1976, stante I' impossibilita di individuare altre soluzioni altrettanto sicure (v. All. 16 : " I' ubicazione dell' impianto prevista dal progetto e determinata dall' esigenza tecnica di situare Ie costruende opere immediatamente a valle del primo stadio di trattamento equalizzazione e parziale ossidazione- gia esistente e da tempo in esercizio " ) . L' opzione eccezionale di allocarlo all' intemo del Parco delle Groane dovuta, appunto ad obiettivi di salvaguardia allo stabilimento chimico attiguo e ambientale strettamente correlati , del quale il depuratore costituisce pertinenza. Questo dato di fatto , ossia il rapporto di pertinenzialita dell' impianto con il vicino insediamento industriale, e stato recepito dalla successiva pianificazione territoriale ed urbanistica, che ha incl uso I' area in " standards per insediamenti produtivi" ( sona F3 : " servizi per I' industria e I' artigianato ., del P.R.G. di Cesano Maderno - All. 4 ) e " ambito per servizi " ( art. 38 delle N.T.A. del PTC Valle Lambro " servizi ed impianti anessi all' industria , compresi gli impianti di depurazione "- All. 5 ) 8 La circostanza che, secondo 10 studio delIa BTE s.r.l. , l' impianto preesistente fosse sottoutilizzato non presenta alcunche di anomalo, essendo detenninata dal cicIo produttivo dell' industria di cui smaltisce i residui e dalle relative vicende imprenditoriali ( v. All. 19 pag. 55 ). L' iniziativa oggetto di contestazione spezza , mvece, tale rapporto di pertinenzialitil, tendendo appunto a realizzare un nuovo insediamento produttivo, dedito al trattamento di rifiuti, pericolosi e non, prodotti da terzi ( liquidi provenienti da processi produttivi, percolati di discarica, fanghi da fosse settiche Cia detennina 0 da pulizia di fognature ). non solo una radicale modificazioni della tipologia dell' impianto- che , come si vedra, si pone in radicale contrasto con Ie prescrizioni di tutti gli strumenti di pianificazione applicabili - ma anche un notevole potenziamento del suo impatto operativo. Basti pensare, al riguardo, che , secondo 10 studio delIa B.T.E. s.r.l. Sl passa dagli attuali effettivi 335 BOD5 ( biological oxygen demand) kg/ giorno ( pari a 5584 abitanti equivalenti ) a quello di 2760 BOD5 kg/ giorno ( pari a 46.000 abitanti equivalenti ). Inoltre la sua destinazione ad accogliere i liquami ed i fanghi provenienti da terzi incrementera notevolmente il traffico di mezzi ivi diretti 0 dallo stesso provenienti. Tutto cia detennina un rilevante incremento del rumore, degli odori diffusi c dei pericoli di dispersione nell' ambiente di sostanze altamente inquinanti. Ne deriva che l' intervento deve essere apprezzato come volto alla realizzazione di un nuovo impianto per il trattamento di industriali, peri colosi e 9 non pericolosi ( liquidi e fanghi ) , prodotti da terzi , all' intemo di un' area soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico, ed a ridosso di siti molto pregiati e delicati sia sotto il profilo ambientale (v Sic e Oasi Lipu) che per la funzione didattica espletata (Oasi Lipu ). Costante giurisprudenza affem1a che " la sopravvenzenza di una variante sostanziale ad una piattaforma produttiva non permette all' amministrazione di rinnovare rebus sic stantibus l' autorizzazione " , essendo accomunata " l' ipotesi dell' autorizzazione di nuovi impianti di smaltimento 0 di recupero dei rif/uti, anche pericolosi, a quella della realizzazione di varianti sostanziali in corso di esercizio "; in tal caso " l' impatto ambientale delIa modif/cazione di un' opera esistente non pUG essere unicamente esaminato con rVerimento aile innovazioni introdotte, considerate separatamente cia!!' opera complessiva. ma occorre prendere in considerazione I' impatto potenziale che I' infrastruttura produrra sui territorio in conseguenza delle modifiche " ( T.A.R. Lombardia, Brescia 11 aprile 2005 n. 304 ). Operata siffatta qualificazione si articolano , a carico del decreto impugnato Ie seguenti puntuali censure : 1) Violazione e falsa applicazione del D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152, delIa L.R. 12 dicembre 2003 n. 26, del D.L.vo 22 gennaio 2004 n. 42, del vigente Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti. Eccesso di potcre per carenza di motivazione, travisamento dei fatti, difctto di istruttoria, contraddittorieta. 10 II provvedimento impugnato afferma che la localizzazione del progetto sarebbe adeguata alla specifica programmazione di settore in materia di gestione dei rifiuti. L' art. 178 del D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152 ( ma idem D.L.vo 22/1997 ) detinisce la gestione dei ritiuti come" attivita di pubblico interesse ", soggetta a pianificazione e programmazione della pubblica autorita. 11successivo art. 199 disciplina i piani regionali demandando loro, tra l' altro, l' introduzione degli " ambiti territoriali ottimali " ( v. comma 3 paragrafo e ) e dei " criteri per I' individuazione , da parte delle province. delle aree non idonee alia localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rUzuti nonche per I' individuazione dei luoghi '"I'f'lIt; , . "1./'.1· " 0 impianti adatti allo s'maltimento dei • II comma 7 prevede l' adeguamento dei piani esistenti, entro due anni , e, nell' attesa, conferma la perdurante vigenza di quelli vigenti L' art. 197 demanda alle Province , " sulla base delle previsioni del piano territoriale di coordinamento di cui all' art. 20 comma 2 del D.L.vo 18 agosto 2000 n. 267 , " oltre che del citato piano regionale individuazione delle zone idonee alia localizzazione dei rifiuti " , I' degli impianti di smaltimento dei rifzuti nonche delle zone non idonee alia localizzazione di impianti di recupero e di smaltimento dei rifzuti ". La L.R. 12 dicembre 2003 n. 26 , artt. 14-24 conferma , nella sostanza , questa impostazione, valorizzando, tuttavia, il molo delia Provincia, contemplando un apposito piano provinciale di gestione dei rifiuti, il quale ha la funzione, tra l' II altro di individuare " Ie aree non idonee alia localizzazione degli impianti di recupero e smaltimento dei rifluti urhani e ,speciali " , Al momenta e disponibile il Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti . approvato con deliberazione delia Giunta Regionale 27 giugno 2005 n. 8/220 ( All. 7). mentre e in corso di istruttoria quello provinciale. previsto dalla L.R. 26/2003 . II predetto programma region ale, licenziato in seguito a Valutazione Ambientale Strategica ( VAS ) ai sensi della Direttiva 200 I/42/CE , introduce diversi criteri per la localizzazione trattamento chimico- fisico. di vari impianti - tra i quali quelli di intertizzazione ed altri trattamenti -. alcuni escludenti ed altri penalizzanti ( v. il paragrafo 8.5.4 ) La presenza dei primi comporta l' csclusione totale dell' impianto . 11 decreto impugnato ha ravvisato nella collocazione intemo nel Parco delle Groane dell' intervento un fattore penalizzante all' il quale . tuttavia, sarebbe compensato da un elemento preferenziale, ossia la contiguita " ad un impianto esistente . cui quello in progetto efunzionalmente collegato " ( v. All. I ). Richiamato quanto dedotto in premessa della presente parte in diritto . circa la radicale innovazione che il progetto comporta rispetto alia situazione pregressa. siffatta argomentazione non risulta neppure fondata nello specifico, in quanto il Programma Regionale di Gestione dei Ritiuti , paragrafo 8.5.4 . reca un divieto tassativo, costituito dalla soggezione dell' area a vincolo paesaggistico, ex art. 134lett b) del D.L.vo 22 gennaio 2004 n. 42. 12 E' vero che il suddetto paragrafo dispone chc Ie aree interessate dai vincoli della L.R. 30 novembre 1983 n. 86 sono destinatarie di un criterio penalizzantc. , tuttavia, come nota , la suddetta legge regionale da un lato introduce un regime di tutela naturale ed ambientale , distinto da quello paesaggistico, dall' altro include territori non necessariamente di interesse paesaggistico ( per esempio non 10 sono i " monumenti naturali " e Ie " altre zone di particolare rilevanza naturale e ambientale da sottoporre a regime di protezione " ex art. 1 lett d) ed e) delia L.R. 86/1983 ). La tutela paesaggistica, di cui al D.L.vo 42/2004, e distinta rispetto a quella in materia di tutela delle aree protette, ex L.R. 86/1983 , pili volte modificata ed adeguata ai disposti della L. 6 dicembre 1991 n. 394 . II programma regionale di gestione dei rifiuti preClsa che i beni paesaggistici di cui al D.L. vo 42/2004, individuati ex art. 134 e 136. sono assoggettati a criterio escludente . Ebbene , il richiamato afferma che rientrano art. 134 lett b) del D.L.vo 22 gennaio 2004 n. 42 , a pieno titolo tra i beni paesaggistici " Ie aree indicate neW art. 142 " , ove figurano " i parchi e Ie riserve nazionali 0 regionali, nonche i lerrilori di prolezione esterna dei parchi ", ivi compreso quindi. il Parco delle Groane (si noti che il paragrafo 8.5.4. si sofferma su alcune tipologie di beni ex art. 142 del D.L.vo 42/2004, sottoponendole, in alcuni casi, a criterio penalizzante- v. Ie fascc attigue ai fiumi ). Ne deriva che la qualificazione dell' area de qua come bene paesaggistico ai sensi dell' art. 134 del D.L.vo 42/2004 ne comporta la soggezione a criterio escludente, in base al vigente Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti . 13 Cia, del resto, non costituisce scelta irrazionale poiche il godimento pacsaggio, anche sotto il profilo estetico, del costituisce proiezione dei principi generali di cui all' art. 9 delia Costituzione e dell' art. 2 comma 2 del D.L.vo 42/2004 ( per cui "sono beni paesaggistici gli immobili e Ie aree indicati dall' art. 134 , costituenti espressione dei " valori storici, culturali, morfologici ed estetici " ) ed applicazione naturali . dalla norma di cui all' art. 6 del medesimo D.L.vo ( per cui la valorizzazione del patrimonio culturale consiste nell' esercizio delle funzioni e nella disciplina delle attivita dirette a promuovere la conoscenza del patrimonio culturale e ad assicurare Ie migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica ). E' evidente che la collocazione di un impianto di trattamento dei rifiuti all' interno di aree costituenti beni paesaggistici, con I' alterazione delle caratteristiche morfologiche del territorio ma soprattutto con la diffusione di rumori ed odori sgradevoli ( accertati dallo stesso atto impugnato - v. All. I pagg. 9-10, 11-12 ). ne compromette irrimediabilmente la valenza e Ie possibilita di godimento . In ogni caso il decreto impugnato - pur ravvisando la sussistenza di vincolo paesaggistico. esteso aile aree circostanti (All. 1pag. 2 ) e la diffusione di rumori ed esa1azioni maleodoranti che saranno irrimediabilmente arrecate dall' impianto ( All. 1 pagg. 9 ss.) - e illegittimo laddove non effettua una sufficiente ponderazione delia lesione del bene paesaggistico arrecata non solo tramite opere aventi un signiticativo impatto visivo- vengono edificati due silos ben visibili nelle vicinanze- ma soprattutto da rumori ed esalazioni, suscettibili di precluderne il godimento (cfr. Cons. Stato VI sezione 23 novembre 2004 14 7667 per cui " i heni aventi valore paesistico" originariamente costituiscono una categoria di interesse puhhlico, sia perche comunque la disciplina costituzionale del paesaggio (art. 9 Cost.) erige il valore estetico-culturale valore primario dell'ordinamento a "Cons. St. Sez.Vl 14.1.1993, n.29; Corte Cost. 21.12.1985, n.359 e 27.6.1986, n.151). Tutto cia si traduce in specifico fattore illegittimita, poiche la v.l.a. deve garantire , tra I' altro, la corretta ponderazione delle conseguenze del progetto sui" beni pubblici destinati alla fruizione collettiva " nonche su fattori come il " paesaggio " ed i " beni culturali ed ambientali " ( v. art. 24 del D.L.vo 152/2006 ). 2) Violazione e falsa applicazione del D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152 , del P.T.c.P. Provinciale , del P.T.C. del Parco delle Groane, del P.R.G. del Comune di Cesano Mademo. Eccesso di potere per carenza di motivazione, difetto di istruttoria, contraddittorieta. II decreto impugnato, adeguatamente In aggiunta considerato a quanto dedotto il quadro programmatico sub 1, non ha che condiziona la localizzazione degli impianti di trattamento dei rifiuti speciali. costituito oltre che dai richiamati piani regionali di gestione coordinamento provinciale , anche dal piano territoriale di di cui all' art. 20 del D.L.vo 267/2000 ( v. art. 197 10 comma lett d) e 199 del D.L.vo 152/2006 - cfr. Cons. Stato sez. V 13 marzo 2002 n. 1501 per cui " If divieto, posto dal PTCP, all'eDettuazione, in quel sito, dell'attivita di trasformazione in parola si configura, in defznitiva, ad avviso del Collegio, come inibitorio dello svolgimento di un 'attivita che non pur) 15 ritenersi ammessa in quanto non compatihife - ai sensi del citato art. 28. comma 7 - con la lutela dell'amhienle: if Piano. in/alii, per Ie aree zn queslione, non si pone quale mero strumenlo urhanislico, ma come elemenlo piani(icalorio alto a rimuovere 0, per quanlo qui inleressa, ad impedire che nelle aree de quihus possano essere svolte atlivila non consenlile in quanlo pericolose per I'ambiente (con conseguenze potenzialmenle pregiudizievoli anche per Ie locali popolazioni): e cia lantopiit in quanto correlate ad impianti resi. in prevalenza, non agevolmente rimovibili. " ) L' art. 17 comma 2 del vigente P.T.c.P. della Provincia di Milano recepisce " i contenuti naturalistico coordinamento provinciale" dei parchi - ambientali regionali, dei vigenti ricadenti all' piani intemo territoriali di del territorio ( All. 6 ). 0' altro canto il Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti ( All. 7 ) dispone ( paragrafo 8.4.3 ) che " I' inserimento di impianli nei parchi regionali dovra essere conforme al piano lerritoriale di coordinamenlo dei parchi " . II Piano Territoriale di Coordinamento del parco si pone, pertanto, come parametro programmatico di riferimento per la localizzazione dell' impianto di smaltimento dei rifiuti , ex art. 197 lett d) del D.L.vo 152/2006. Ebbene l' art. 16 del P.T.C. del Parco delle Groane , inserito nella sezione .• norme generali di tutela " , pone il seguente lerrilorio del parco e secco divieto : " in lullo il vietata la realizzazione e l' esercizio di nuovi impianti di gestione dei rifiuti urbani e/o speciali " , con Ie specifiche eccezioni indicate nel medesimo articolo ( discariche di seconda categoria inerti etc. ) . tra Ie quali non rientra il caso in esame (All. 5 ). 16 L' art. 38 , che disciplina I' " ambito per servizi " - ivi inclusa la " zona per servizi di interesse comunale" - vi ammette " servizi ed impianti annessi all' industria, compresi gli impianti di depurazione e gli standard di legge " ( All. 5 ).. II disposto normativo e oltremodo chiaro e non presenta contraddizione: negli ambiti destinati a servizi comunali sono consentiti impianti annessi industria, ivi compresi i depuratori. all' Sono cioe ammessi quelli, come il depuratore dell' ex Snia, accessori rispetto ad insediamenti industriali esistenti ( la ragione e presto detta: essi contribuiscono a salvaguardare I' ambiente, limitando il rischio che tali stabilimenti industriali , preesistenti, riversino i loro scarichi nel territorio protetto ). Non e invece principio consentita, in tutto iI territorio del parco, in base al tassativo dell' art. 16 , la realizzazione di nuovi impianti di gestione dei rifiuti speciali , tra i quali rientra anche quello proposto dalla controinteressata , che intende , appunto trasformare il depuratore annesso allo stabilimento ex Snia in autonomo impianto per 10 smaltimento ed il recupero dei rifiuti industriali, pericolosi e non, prodotti da terzi ( e, guindi, avulso da qualsivoglia industria ). Si noti che, In base all' art. 18 comma 6 ter delia L.R. 86/1983, i pIam territoriali di coordinamento realizzazione dei parchi possono essere derogati solo per la di opere pubbliche e mediante deliberazione delia Giunta Regionale ( oltre che dai piani territoriali regionali indicati dall' art. 20 comma 4 L.R. 11 marzo 2005 n. 12 ) 17 Del pari risulta oltremodo discutibile l' affermazione, contenuta neW atto impugnato, per cui il progetto sarebbe sostanzialmcnte con forme al Piano Regolatore Generale del Comune, il quale potrebbe, In ogm caso, essere derogato. Infatti il P.R.G. di Cesano Mademo , analogamente al P.T.C. del Parco delle Groane, nella zona F3 ammette impianti tecnologici a servizio dell' industria, confermando 10 status quo ante, consacrato dalla concessione edilizia del 23 luglio 1980. L' art. 31 delle N. T.A. , vieta espressamente l' introduzione di nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti solidi urbani in tutto l' ambito 9 ( v. All. 4 ). La possibilita di deroga al P.R.G. Comunale, pur essendo contemplata dall' art. 208 comma 6 del D.L.vo 152/2006, e soggetta all' ulteriore condizione delia pubblica utilita dell' opera, la quale, nel caso in esame, non emersa ne e stata motivata e affatto dall' atto impugnato ( Casso Penale 11 maggio 2005 37122 per cui " l'approvazione del progetto e l'autorizzazione alla costruzione dell'impianto di recupero 0 smaltimento pUG costituire variante allo strumento urbanistico solo se if provvedimento adottato ai sensi dell'art. 27 del D.Lf!.s.-'1, 12/122Z sia adeguatamente dell'opera. discrezionale, L 'amministrazione, deve eflettuare motivato quindi, in relazione pur alla pubblica nell'esercizio un' approf(mdita valutazione di utilitc[ un potere dell'interesse pubblico alla realizzazione dell'impianto in variante allo strumento urbanistieo sotto il profilo della pubbliea utilita, urgenza ed indifferibilita dell'opera e solo la ricorrenza di tali esigenze pUrJ legittimare la compressione delle seelte effettuate dai Comuni in sede di pianijieazione urbanistiea " ). 18 Infatti I' intervento in questione risponde a logiche imprenditoriali delIa societa controinteressata ( v. il riferimento alIa sottoutilizzazione del precedente depuratore delIa ex Snia ~ All. 1 pag, 3 e All. 19 pag. 55 ), piuttosto che ad esigenze di pubblica utilita, insussistenti . Tutto cia denota l' illegittimita del decreto impugnato, il quale, in sede di v.i.a, non ha considerato adeguatamente gli accennati strumenti di pianificazione e programmazione localizzazione , che costituiscono il quadro onde proposta : alcuni strumenti di pianificazione apprezzare la non sono stati affatto esaminati ( il P.T.C.P. provinciale), altri 10 sono stati in modo parziale e distorto ( il P.T.C. del Parco Groane ed il P.R.G. Comunale) eventual ita di deroghe presupposti e stata ed anche I' affermata in modo apodittico, senza indagame i (cfr. Corte di Giustizia CE , sez. VI 1 aprile 2004 C- 53 e 217/02 per cui" In ogni caso, i piani di gestione, di per si, non possono determinare sempre l'ubicazione precisa dei luoghi di smaltimento dei rifiuti, in quanto il provvedimento 0 la decisione definitiva eventualmente, dalle disposizioni relativa applicabili all'ubicazione dipende, in materia di gestione del territorio e, segnatamente, dai procedimenti di consultazione e di decisione attuati ai sensi delia direttiva del Consiglio 27 giugno /9;)5, 85:337/( 'EE. concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubhlici e privati (GV L 175, pag 40), come modijicata dalla direlfiva del Consiglio 3 /7lar:;:o199 , 9.7// //CI,' (GU L 73, pag 5), ovvero delia direllil'o del Consiglio 24 settemhre 1996. 96/61/CE, sulla prevenzione e la riduzione inte;;rate dell'inquinamento 19 In mancanza di una carta geografica che determini con precisione l'ubicazione dei futuri luoghi di smaltimento dei rUiuti, tali criteri di ubicazione devono essere individuati alia luce degli obiettivi perseguiti dalla direttiva e formulati in modo sufficientemente preciso per com'entire, all'occorrenza, all'autorita cui sia stata presentata una richiesta di autorizzazione individuale ai semi dell'art. 9 delia direttiva stessa di determinare chiaramente, con riguardo segnatamente aile pdt aggiornate conoscenze tecniche e scientifiche nonche ai procedimenti tecnici di smaltimento concretamente applicati, il luogo meglio ri5pondente a tali obiettivi. Tra tali ohiettivi ,figura, in primo luogo, la protezione della salute pubblica e dell'ambiente, la quale rappresenta l'essenza stessa della disciplina comunitaria relativa ai rifiuti "). 3) Violazione e falsa applicazione degli artt. 4 ss. del D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152 , del D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357, dell' art. art. 6 comma 2 della direttiva comunitaria 92/43/CEE del 21/5/1992 Eccesso di potere per carenza di motivazione ed istruttoria. 11 decreto impugnato e gravemente viziato, sotto il profilo del difetto di motivazione ed istruttoria, avendo completamente ignorato la vicinanza dell' area di intervento al Sito di Importanza Comunitaria " Boschi delle Groane .. , distante soli 900 mt., riconosciuto dalla Giunta Regionale con deliberazione 8 agosto 2003 n. 7/14106 ( All. 3 e 21 ). L' omissione risulta tanto piu grave considerando che, in sede di approvazione dell' ultima variante al P.T.e. del Parco delle Groane ( delib. G.R. 30 luglio 2004 n. 7/18476 ) , la Regione Lombardia , recependo la valutazione di 20 incidenza predisposta dalla Direzione Generale qualita dell' ambiente , evidenziava l' interrelazione del S.Le. " Boschi delle Groane ,- con l' area ex Snia ( " Zone industriali .' si dovra ACNA-S'NIA compiere un attento monitoraRRio e controllo deRli interventi di messa in sicurezza Ria in atto "All. 5 pag. 4 ). In effetti la non coincidenza , sotto il profilo territoriale, del predetto Sito di Importanza Comunitaria rispetto all' area di intervento del progetto proposto dalla B.T.E. s.r.l., non depone nel senso di affermame la reciproca irrilevanza . L' art. 5 comma 6 del D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357, infatti, impone la valutazione ivi contemplata, per tutti i piani 0 progetti che possano avere incidenza sui siti di importanza comunitaria. In base ai precedenti conservazione specie rare 0 artt. 1 e 2 l' istituzione di tali siti e volta alla di particolari habitat naturali, caratterizzati dalla presenza di a rischio di estinzione. Ancor pill chiaro risulta I' art. 6 comma 2 della direttiva comunitaria 92/43/CEE del 21/5/1992 per cui c. Qualsiasi pzano 0 progetto non direttamente connesso e necessario alia gestione del silo ma che possa avere incidenze signUicative su tale sito, singolarmente 0 congiuntamente ad altri piani e proRetti, forma oggetto di una opportuna valutazione dell'incidenza che ha sui silo, tenendo conto degli ohiettivi di conservazione del medesimo " ( cfr. Corte di Giustizia CE 17 settembre 2004 C-127/02 per cui" l'art. 6, 11. 3, delia direttiva Habitat introduce un procedimento diretto a garantire, mediante un controllo preventivo, che un piano 0 un progetto non direttamente connesso e necessario alia gestione del sito interessato, ma idoneo ad avere incidenze 21 significative sullo stesso, pUG essere autorizzato solo se esso non pregiudichera l'integrita di tale silo ") L' incidenza suI sito - che innesca il particolare obbligo di valutazione di cui all' art. 5 - puo derivare anche da progetti estemi al suo perimetro, allorche la loro attuazione possa comportare conseguenze sull' habitat naturale protetto. Nel caso in esame il torrente Garbogera , ove verrebbero versati gli scarichi dell' impianto di trattamento dei rifiuti ( v. All. I pag. 3 e All. 19 pagg. 77 e 102 ss. ) , costituisce anche uno dei principali corsi d' acqua che lambisce il S.LC " Boschi delle Groane ", ove stazionano specie rare, come I' airone rosso (v. All. 13 e 21 ). E' pertanto evidente il rischio cui tale habitat viene sottoposto. Lo studio della controinteressata (All. 19 pagg. 77 ss. e 102 ss. )e 10 stesso decreto impugnato ( v. All. 1 pag. 11 ) ipotizzano un impatto negativo alto sull' ambiente idrico ( e quindi , sostanzialmente , suI torrente Garbogera ), in presenza di eventi detiniti anomali ,alcuni del quali , tuttavia, privi dei connotati dell' eccezionalita: sversamento accidentale di rifiuti. disservizio all' unita operativa chimico meteoclimatiche, - fisica o biologica, particolari situazioni come lunghi periodi a bassa temperatura oppure forti c/o prolungate piogge . Tutti questi fenomeni - che come noto si verificano periodicamente e non presentano alcunche di eccezionale- possono comportare I' inquinamento grave del torrente Garbogera , utilizzato dalle specie che caratterizzano I' habitat dei" Boschi delle Groane" . 22 Tutto cia non e stato minimamente apprezzato dal decreto impugnato: esso, al riguardo, afferma che trattasi " degli elementi critici per ogni depuratore ,. limitandosi a proporre un affinamento delle procedure , Ie quali , come noto, possono contenere gli effetti nOClVl ma non certo eliminare il rischio (interventi di emergenza etc. ). Non e stato neppure valutato il rischio che tali inquinamenti possano essere prodotti da incidenti stradali , nei quali possono essere coinvolti i veicoli diretti all' impianto, con il loro carico di rifiuti: evento non certo remoto, visto che esso dovrebbe ricevere anche quelli prodotti da terzi . Tutto cia risulta illegittimo poiche, in sede di valutazione di impatto ambientale, occorre una puntuale ponderazione proprio di questi rischi ( v. art. 24 del D.L.vo 152/2006 - v. Corte di Giustizia CE 17 settembre 2004 C-127/02 per cui " la nozione di piano 0 di progetto ai sensi delia direttiva Habitat che. come emerge da quanto precede, come la direttiva 85/337, mira soprattutto ad evitare che attivita che possa pregiudicare l'ambiente siano autorizzate senza fJreventiva valutazione delle loro incidenze sullo stesso. ) ; nel caso di progetti incidenti sui SIC, inoltre, ex art. 5 6° e 7° comma del D.P.R. 357/1997, il rischio di pregiudizio all' habitat naturale tollerabile, solo in presenza di "motivi e reputato imperativi di rilevante interesse pubblico ", insussistenti nel caso in esame. Nella fattispecie manca del tutto la valutazione di incidenza prescritta dall' art. 5 del D.P.R. 357/1997, nonostante il rischio arrecato dal progetto all' habitat, il che implica palese illegittimita ( v. Cons. Stato VI sezione 4 aprile 2005 n. 1462 "La valutazione di impatto ambientale implica, infatti, una valutazione 23 anlicipala finalizzala, nel quadro del principio comunitario di precauzione, alla tutela preventiva dell'inleresse pubblico ambientale, Ne deriva che, in presenza di siluazione ambientale documenlala sensibilila, caralterizzata da profili di spec(fica e anche la semplice possibilita negativa del grado di inquinamento di una alterazione della falda acqu(fera costituisce un ragionevole molivo di opposizione alla realizzazione dell'allivila " nonche Corte di Giustizia CE 7 settembre 2004 cit per cui" l'azionamenlo del meccanismo di tutela dell'ambiente previsto dall'art. 6, n. 3, della direlliva Habital non presuppone, come emerge peraltro dal manuale di interprelazione di tale articolo redalto dalla Commissione intitolato "La gestione dei sUi Nalura 2000, Guida all'inlerprelazione dell'arlicolo 6 della direltiva Habilal 92/43/C££", 0 la certezza che il piano il progetto considerato pregiudica significalivamente il silo inleressalo, ma risulla dalla semplice probabilita che un lale 42, Quanto eife It 0 all'arl, soslanzialmenle derivi 2, n. dal delto /, delia direlliva pzano 85/337, o la CUI lellera e simile a quellel dell'l'art. 6, n. 3, della diretliva Habital, prevede che "[gJ!i slali membri adotlano Ie di::,posizioni necessarie afjinchc', prima del rilascio dell'aulorizzazione, i progelli per i qua!i si prevede un impatto ambienlale importanle formino oggetto di una valulazione del loro impallo", la Corle ha consideralo che sono quc:',ti i progelli che rischiano di avere incidenze nolevoli sull'ambienle (v., in lal senso, senlenza 29 aprile 2004, causa C- / J7 /02, Commissione/Porlogallo, .:/3. Ne consegue Racc. pag 1-0000, punlo 85) . che l'art. 6, n. 3, prima f;'ase, della direlliva Habilal subordina il requisilo di un'opporluna valulazione delle incidenze di un piano 24 o di un progetto alia condizione che vi sia una probabilitu 0 un rischio ('he quest'ultimo pregiudichi significativamente il sito interessato ., ). Del resto, in materia vale il principio di precauzione, affermato dall' art. 174 del Trattato CE ed evocato sia dalla giurisprudenza comunitaria ( v . Corte di Giustizia Ce 2 settembre 2004 cit per cui " Alia luce del principio di precauzione, tale rischio esiste ogni qual volta non puo essere escluso, sulla base di elementi obiettivi, che if suddetto piano signijicativamente T.A.R. Lombardia precauzione 0 progetto pregiudichi if sito interessato "), che da quella nazionale Brescia sent. 304/2005 (c. sent. cit percui " il principio puo essere definito come un principio generale di del diritto comunitario che fa obbligo aile autoritu competenti di adottare provvedimenti appropriati alfine di prevenire taluni rischi potenziali per la sanita pubblica. per la sicurezza e per l'ambiente. facendo prevalere Ie esigenze connesse alia protezione di tali valori sugli interessi economici " ). 4) Violazione e falsa applicazione degli artt. 4 ss. del D.L.vo 3 aprile 2006 n. 152 dell' L' art. 216 del R.D. 27 luglio 1934 n. 1265 . dell' art. 17 delia L.R. 16 agosto 1993 n. 26, del D.P.C.M. 14 novembre 1997, richiamato dall' art. 2 delia L.R. 10 agosto 2001 n. 13 Eccesso di potere per difetto di motivazione e di istruttoria, travisamento dei fatti. II Decreto del 23 ottobre 2006 e , altresi viziato per difetto di motivazione ed istruttoria. laddove non considera adeguatamente I' impatto del progetto delia B.T.E. s.r.l. sulla limitrofa oasi naturalistica , concessa in gestione alia LIPU. 25 Tale lacuna sostanze non riguarda inquinanti, eccezionali solo ipotizzata i possibili pregiudizi come conseguenza ( v. All. 1 pag. 11 ), potrebbe che la diffusione di eventi anomali di ma non arrecare a11a flora ed aHa fauna ivi ospitata . Sotto questo precedente profiJo valgono terzo motivo, considerazioni conservazione a queUe svolte visto che tale sito costituisce sensi de1\' art. 17 della L.R. 16 agosto Giunta Provinciale analoghe con il oasi di protezione 1993 n. 26 ( v. la deliberazione ai de11a n. 646/05 del 14/9/2005 - All. 2 )., come tale destinato a11a delia fauna selvatica. E' stata completamente trascurata, inoItre, la qualificazione del sito come centro didattico, che ospita quotidianamente scolaresche di ogni ordine e grado , per attivita di istruzione debitamente previste nelle convenzioni stipulate tra il Comune di Cesano Maderno e la LIPU (All. 8-10 ). In particolare , per cia che attiene al rumore, non solo il decreto regionale omesso di considerare che gran parte de11' area di intervento 1, ., area patiicolarmente del Comune ricade ne11a zona protetta " del vigente piano di zonizzazione di Cesano Maderno ( ove Ie emissioni ha acustica di rum ore sono consentite entro il limite di 50 decibel diurni e 40 notturni - All. 11 ) , ma ha , del tutto infondatamente , affermato che .. non vi sono receltori sensihili net raggio di circa 700 mt " ( All. 1 pag. 12 ). L' Oasi naturalistica gestita da11a LIPU e certamente un ricettore integrando un parco pubblico urbano ed essendo altresi assimilabile scolastica, viste Ie attivita didattiche sub All. A al D.P.C.M. 14 novembre sensibile, ad un' area che vi si effettuano (v. la classificazione 1997, richiamata da11' art. 2 de11a L.R. 10 26 agosto 2001 n. 13 per cui costituiscono aree particolarrnente protette quelle " nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree o5pedaliere, seolastiehe, aree destinate al riposo ed allo svago, .... , aree di partieolare interesse urbanistico, parehi pubbliei " ). Anche con riguardo all' inquinamento atmosferico ed all' esalazione di odori molesti il decreto motivazionali, impugnato manifesta tutte Ie sue lacune istruttorie non avendo considerato Ie implicazioni e dell' impianto sulla limitrofa OASI Lipu. Giova osservare esalazioni che, In sede istruttoria era stata puntualmente la molestia arrecata da siffatte rilevata dal Competente ufficio delia Provincia di Milano ( All. 12) .. In effetti non si vede come attivita ricreative e didattiche- previste nelle menzionate convenzioni ( All. 8-10 ) ed effettivamente svolte, con la presenza di alunni ed insegnanti - possano essere svolte in presenza di odori nauseabondi , come quelli che verranno diffusi dall' impianto di depurazione , ove previsto il recapito di sostanze come percolati di discarica nonche e fanghi da fosse settiche e dalla pulizia di fognature. L' art. 216 del R.D. 27 luglio 1934 n. 1265 esige che Ie manifatture ,che producono esalazioni moleste 0 0 fabbriche insalubri, siano ten ute lontane dalle abitazioni, nell' ambito delle quali vanno inclusi tutti i siti destinati alia perrnanenza di persone, ivi compresi i centri didattici (cfr. "ll permesso di abitabi/ita, previsto dall'art. 221 t.u. 27 luglio 1934 n. 1265, e riehiesto non solo per gli immobili destinati ad abitazione, ma anehe per tutti i locali soggetti afrequentazione dell'uomo, cioe per i manufatti nei quali la presenza 27 e perf1/unenzu di persone ricorren/e Sf({ Tutto cia senza contare che gli eventi accidentali. pag. I 1 ). compOitando pericolose. dispersione possono mettere a repentaglio II decreto impugnato. del progetto colJettiva, il rischio di pertanto. sulla fauna. segnalati neIr la sicurezza 0 non ha adeguatamente neIr atto ( v. All. ambiente di sostanze la salute dei visitatori. valutato Ie conseguenze sulr uomo e su beni pubbJici, destinati alia fruizione in spregio all' art. 24 del D.L.vo 3 aprile 2006 n. l52. 5) Violazione e falsa applicazione degli articoli 26 e 29 del D.L-yo 3 aprile 2006 n. l52. lnfine va eyidenziato committente che . alJa luce delle premesse ha presentato , successivamente patte i rappresentanti Cia costituisce integrazioni alia conferenza impugnato. cui hanno preso amministrazioni. ai canoni procedurali posti dalJa normativa in materia di v.i.a. ( v. in part. art. 26 comma 4 e 29 comma 5 del D.L.vo l52/2006 cui. nel caso di modificazioni il al progetto in data 15/3/2006 e 5/7/2006 dei seryizi del 10/3/2006. delle deducenti infrazione del decreto al progetto iniziale. deve essere rinnovata ) per la I~lse paltecipativa. ****** Non pUt) essere messa in dubbio. infine. la legittimazione ad impugnare enti locali ricorrenti. delle rispettive e titolari di precise prerogative esponenziali in materia messe a repentaglio di tutela del territorio comunita e salvaguardia daIr atto gravato ( cfr. in giurispr. Consiglio 20 febbraio 2006. n. 695 ,. II COf1/une. in quan/o en Ie preposfo 28 deIr degli amhiente. Stato . sez. V. al governo del lerrilorio di sua per/inenza interesse qualijicalo peric%si, ad un corre/to quali que/Ii di s/occaggio /egil/imato interesse ed esponenzia/e a ricorrere con/ro del/a re/aliva insediamen/o di impian/i cOlfluni/(J, ha WI po/enzia/men/e di rijiu/i .\pecia/i, e deve (juindi ri/enersi gli al/i che assume essere /esivi de/ del/o ). SI CONCLUDE. annullamento pertanto, per r accoglimento degli atti e dei provvedimenti del presente ncorso , con I" impugnati, Con vittoria di spese tutte, diritti ed onorari del giudizio. soggetto a contributo in misura fissa di €, 500,00 SI PRODUCE: I) Decreto del 23/1 0/2006 delia Regione Lombardia, 2) Deliberazione delIa Giunta Provinciale 14/9/2005 n. 646 3) Deliberazione delia Giunta Regionale 8/8/2003 n. 7/14106. 4) Certiticato di destinazione urbanistica con N.T.A. annesse al P.R.G. allegate S) Delib. (l,R, 30 luglio 2004 n, 7/18476 e relative N.T.A. annesse al PTC del Parco Groane 6) Estratto P.T.C. P delia Provincia di Milano 7) Estratto Delib. (j.R. 27 giugno 200S n. 8/220. 8) Convenzione tra il Comune di Cesano Maderno. delle Groane e]a LIPU del II il Consorzio per il Parco 1999 9) Convenzione tra il Comune di Cesano Maderno e la LIPU del 19/4/2004 10) Convenzione tra il Comune di Cesano Madcrno e la LIPU del lO/S/200S 11) Classiticazione Acustica 29 12) Parere tecnico non favorevole della Provincia di Milano 9/5/2006 13) Relazione tecnica annessa a variante parziale al PTC del Parco delle Groane ( estratto ) 14) Domanda di concessione edilizia 26/9/1978 con relazione tecnica. IS) Diniego di concessione edilizia del 26/3/1979. 16) Istanza di riesame del 23/4/1979 .. 17) Parere dell a Regione Lombardia del 23/11/1979. 18) Concessione edilizia 2317/1980 19) Estratto progetto della B.T.E. S.r.l. 20) Elenco investimenti sostenuti dal Comune di Cesano Mademo per allestimento Oasi Naturalistica 21) Planimetria parco delle Groane con individuazione SIC 22) Planimetria Oasi Lipu annessa a delib. sub. 2 / (. ~\I\(ll/ Monza/Milano 1..,) I RELAZIONE DI NOTIFICAZIONE: io sottoscritto Avv. Claudio Colombo, , iscritto all' Albo degli Avvocati di Monza , autorizzato con deliberazione del consiglio del 15/9/2003, nella mia qualita di procuratore di Provincia di Milano, Comune di Cesano Mademo, Comune di Limbiate, Comune Bovisio Masciago suesteso atto ( , ho notificato e reso copia conforme all' originale ricorso al TAR Lombardia, Milano, composto da compresa la presente e la successiva di del 31 pagine ), tramite il servizio postale, mediante 30 raccomandata spedita dall' Ufficio Postale di dicembre 2006 Regione Monza Centro il giomo 27 ,indirizzata a: Lombardia, in persona del legale rappresentante pro tempore, domiciliato per la carica presso la Sede delIa Giunta Regionale in Milano, Via F. Filzi n. 22 (20124 ) Monza 27/12/2006 Avv. Claudio Colomtlo .. L--B.T.E. s.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, domiciliato per la carica presso la Sede legale delIa societa stessa in Cesano Mademo. Via delle Groane s.n.c. ( 20031 ) Monza 27/12/2006 Avv. Claudio Colombo r- L-l <S C1 /-,\ / .' ! 31 - ~ RELAZIONE DI NOTIFICAZIONE: notiticazione stante r impossibilita di effettuare la presso la Sede legale delia B.T.E. s.r.l., io sottoscritto Avv. Claudio Colombo ,iscritto all' Albo degli Avvocati di Monza , autorizzato con deliberazione del consiglio del 15/9/2003, nella mia qualita di procuratore di Provincia di Milano, Comune di Cesano Maderno, Comune di Limbiate, Comune di Bovisio Masciago del suesteso atto ( ,notificato e reso copia conforme all' originale ricorso al TAR Lombardia, Milano, pagine compresa la presente8-~ composto da 32 ), tramite il servizio postale, mediante raccomandata spedita dall' Ufficio Postale di Monza Centro iI giorno 5 gennaio 2007 , indirizzata ex art. 145 3° comma c.p.c a : Sig. Ferreri Francesco, legale_rappresentante delia B.T.E. s.r.l. e per esso alia suddetta societa, residente in Napoli, Via Bernini n. 88 ( Cap. 80100 ) Monza 5 gennaio 2007 RI~(C i J / .j") }. V ,) ~ 0 I L, /! I .\ ~j J 0 r:) f j -) Avv. Claudio,Colombo (_ V ... L ,'; 32 J -V'\ OJ "'"'J »;: --N <-;> .-:="\ -' 9 (. j; :> i£ J' I , "- Regionelombardia COMUNE DI CESANO MADERNO Giunta Regionale Direzione Generale Territorio e Urbanistica U.O. Prograrnmazione integrata e Valutazioni Struttura Valutazioni di lmpatto Ambientale 1/111111111111/1111111111111111 di impatto 0050241-31/10/2006-CMNO-PG-A Spett.le RTE s.LL Via delle Groane s n.c. 20031 CESANO MADERNO eMI) All'Amministrazione 20100 MILANO Provinciale di RACCOMANDA TA A.R. All' Amministrazione Comunale di 20031 CESANO MADERNO (MI) Al Parco delle Groane Via della Polveriera 2 20020 SOLARO eMI) D.G. Reti e Servizi di pubblica utilita Struttura Autorizzazione e Certificazioni SEDE Data: 2..5 ..-1..0. Protocollo 06 2/1.,2...006.0..0 2, t;7-~ Ig OGGETTO: Progetto di ampliamento di un impianto di depurazione di refiui industriali, mediante realizzazione di una sezione chimico fisica (rifiuti speciali liquidi pericolosi e non _ pericolosi ~ opera~i,oni. D9 e D15· di cui all'~lIegato"B" alIa parte )~ del d.lgs. 152/2006), III locahta VIa Groane, nel comune dl Cesano Mademo. Pronuncia di compatibilita ambientale ai sensi dell' art. 1 e degli artt. 5, 6 e 7 del d.p.r. 12/4/1996.(. If/: .. In allegata alIa presente si trasmette per competenza copia del decreta n. 11778 del 23 ottobre 2006 can il qua Ie 5i e determinato di esprimere giudizio positivo con prescrizioni circa la cornpatibilitii. ambientale del progetto in oggetto specificato. Distinti saluti II dirigente delJa Stru . Arch. Mauro .7ti Referente: ing. Giuseppe Civati Struttura V.IA - tel, 02-6765.5506 - e-mail [email protected] D.O. Programmazione integrata e Valutazioni tli impatto Struttura Valutazioni di impatto ambientale Via Sassetti 32/2- 20124 Milano· Tel. 02-6765.4724 Fax 02_6765 ..5696 (' Regionelombardia DECRETO ---- N° 7 "7 ", - Del p ~ •• > ----------~----~_._-_ .. _-----_ .. ~--_._---~----_ .._---------.'----Identificativo Atta N. 1360 DIREZIONE GENEK4LE TERRITORlO - ~ . 2 7 -~..J n rr U I I.U' Ur'b~ _ ._----------------~_._---------,._--------- E URBANISTTCA ~r------- 1 I I, be PROGETTO DI AMPLIAMENTO DI UN IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI REFLUl INDUSTRIALI, MEDIAc"1\TTE REALIZZAZIONE DI UNA SEZ10NE CHIMICO FISICA (RIFIUTI SPECIALI LIQUIDI PERICOLOSI E NON PERICOLOSI t ir . I I - O aae tt 0 _ iI - OPERAZIONI D9 E D15 DI CUI ALV ALLEGATO PRONUNCIA DI COMPATIBILITA. AMBIENTALE DEGLI ARTT. 5, 6 E 7 DEL DPR 12.04.1996. I "B!! ALLA , PARTE IV·pEL D.LGS. 152/2006),IN Lac. VIA GROANE,NELCOMUNEDI CESANOMADERNO .. COMMITTENTE: B.T.E. SRL - CESANO MADERNO. AI SENSI DELL'ART. , . ·L t ,! 1E I i I ( i I i I i I I I! [ I i I i I __ . t •• ! ! I i I I !I I I iI !i i ! .1-1 I ! ! I I I I i ! ! I1- -, .,....'. -------------.---------------- Datto si compone di di cui pagine parte integrante. . _ .... - I -[...i pagine di allegati, ) ·7 / Regionelombardia IL DIRIGENTE DELLA STRUTTURA VALUTAZIONI DIIMPATTO AMBIENTALE VISTO il d.p.L 12 aprile 1996 "Atto d'indirizzo e coordinamento per I'attuazione dell'art. 40, comma 1, delia legg~. D, 146/1994, concernente disposizioni in materia dL valutazlone d'impatto ambientale", nel seguito richiamato come "atto d'indirizzo"; VISTI il d.p,c,m. 3 settembre integrano I'atto d'indirizza; 1999 e iI d.p.c.m. 1 settembre 2000, che modificano ed VlSTE Ie deliberazioni delia Giunta Regianale in data 2 novembre 1998, nOVI/39305 e 27 novembre 1998, n, VI/39975, aventi ad aggetto "Approvazione del dacumento circa la ricognizione delle procedure amministrative previste dal d.p.L 12 aprile 1996 e dalla Direttiva del Consiglio del'27giugn01985, 'n° 337/85/C.EE': e l'Approvazionedelle."mo9alita d'attuazione delia procedura di verifica e delia procedura di valutazione d'impatto ambientale regionale, di cui alia d.g.r. 2 novembre 1998, nOVI/39305 - Istituzione di un apposito gruppa di lavoro presso I'Ufficio V.l.A. del Servizio Sviluppo Sostenibile del Territoria delia Direzione Generale Urbanistica e disciplina delle modalita d'acquisizione dei pareri degli enti interessati" ; VISTA la legge regionale 3 settembre 1999, n. 20 avente ad oggetto "Norme in materia d'impatto ambientale", come modificata dall'art 3 delia I.r. 24 marzo 2003 n. 3; VISTA la legge regionale 23 luglio 1996, n, 16 e successive nonche i provvedimenti organizzativi delia VIII legislatura; modifiche ed integrazioni, PRESQ ATTO che: a) il 14.07.2005 stata depositata presso la Struttura Valutazione di impatto ambientale delia Direziane Generale Territorio e urbanistica - da parte delia B.T.E. S.r.L, con sede legale in Cesana Maderno - la richiesta di pronuncia di compatibilita ambientale relativa al "progettodi a-mpliamento ·di unimpianto di depurazione di acque 'reflue indLJstriali, mediante realizzazione delia sezione chimico fisica, nello stesso Comune di Cesana Maderno; b) in data 12,10.2005 avvenuta la pubblicazione dell'annuncio del deposito sui quotidiana "II Giorno - edizione Monza e Brianza", ai sensi dell'art, 8 de/I'atto di indirizzo; c) iI Committente ha depositato, ai sens! dell'art. 5,3 dell'atto di indirizzo, documentazione integrativa e precisazioni in merito aile attivita di progetto, in data 23.12.2005, 15.03.2006 e 05,07.2006; d) ra;'t'ijSO'fOgJa progettuale cui. ci 'Sl riferisce e prevista nell'alle9ato A, .Iett.i)all'atto di . Indirizio, in quanta attivita di smaltimento e recupefo 'di' rifiutf pericolosi e non pericolosi, mediante Ie operazioni 09 e D15 di cui all'alle9ato B al d.lgs. 22/1997 (c1assificazione confermata nell'allegato B alia parte IV del dJgs. 152/2006), pertanto, iI progetto sottoposto aila procedura di Valutazione dell'impatto ambientale prevista dall'art, 1, comma 3, e regolata dagli artt. 5, 6 e 7 dell'atto di indirizzo; e) nel merito del progetta e delle sj.ao in esame nan sono pervenute osservazioni da parte ..' ..... dely_~b~ljco, ai sensi .d_ell'art. 9.1 dell'atto di Indir}zzo; e e e . i\ ~ ) I RegioneLombcrdi01 VISTO iI complesso delia documentazione prodotta dal proponente, costituita da: o studio d'impatto ambientale (s.La.) e sintesi non tecnica [doc. 1+2], o relazione ed elaborati di progetto [doc. 3+18]; D.docum~ntazioneintegrativa [doc...19+21]; PRESO A TTO che: ••iI sito interessato dal progetto in esame sl trova lunge I'asse delia ferrovia Saronno Seregno, nel Comune di Cesano Maderno, nella parte settentrionale delia Provincia di Milano (ovvero nel settore occidentale delia istituita Provincia di Monza e Brianza), ai margini di un'area industriale consolidata, comunemente conosciuta come "area SNIA"; tale sito ricade nel Parco regionale delia Groane e confina con I'ambito agricolo e boschivo compreso tra il contesto urbanizzato di Cesano Maderno e I'abitato delia frazione Mombello di Limbiate; .... -- 'co'n riferimento al Piano territoria1e 'paesistico regionale (PTPR), esso 5i co11ocanell'ambito geografico delia "Brianza", nell'unita tipologia del "paesaggi dei ripiani diluviali e dell'alta pianura asciutta"; • segnatamente, I'impianto sl trova nel quadrante SE dell'incrocio formato dalla ferrovia e dalla strada intercomunale [Via Groane] che, in direzione S-N, partendo dalla ex SS527 Monza-Saronno a Mombello, attraversa un lembo del Parco regionale, quindi I'area industriale di cui sopra e si conclude sulla SP134 Seregno - Cesano M.- Ceriano Laghetto; esso insiste su un lotto pianeggiante, a quota di 220 msm, di forma rettangolare, total mente recintato, con dimensioni di 136 x 200 m (27200 m2), per la maggior parte a verde, sui mapp. 137, 7 (parte), 43 (parte), 5 e 127 del foglio 21 di Cesano Maderno; I'area e classificata dal vigente Piano territoriale di coordinamento (PTC) del Parco delle Groane (il cui confine posta lunge la ferrovia, a N del sito) come "zona per servizi di interesse comunale", nella quale sono ammessi, tra I'altro, "servizi ed impianti annessi all'industria, compresi gii impianti di depurazione"; in adiacenza si trovana zone "di parco attrezzato" (ad E e a SO) e di "riqualificazione ambientale ad indirizza naturalistico" (ad 0 e a SE); in coerenza·con· iI PTC, il PRG Eli Cesano Madema classifica I~arsa come "zona per impiarlti ~tecnologici e servizi speciali"; a N dell'impianto, al di 18 delia ferrovia, insiste la succitata vasta zona industriale che si estende - interrotta solo da una stretta fascia limitrofa al torrente Lombra - dalla periferia 0 di Cesano Maderno fino al quartiere Villaggia SNIA di Ceria no Laghetto, e comprende aziende del comparto chimico e dei filati sintetici; circa 200 m a SE si trova un'oasi naturalistica gestita dalla L1PU; la superficie accupata dall'impianto, in quanta intern a al Parco regionale, sottoposta a vincolo paesaggistico ex .d.lgs,42/2004; non einvece sottoposta a vincolodidr:ogeologico. ai sensi delr.d: 326'7/1923' e non rlcads in fasce fluvialicome'delimitate dal Piano per I'assetto idrogeologico (PAl) del bacino del Po; nell'intorno sono presenti numerosi pozzi industriali a N, mentre una batteria di sei pozzi "barriera" corre in direzione SO a partire dalla recinzione occidentale, attraversando il torrente Garb6gera che scorre a 250 m dall'impianto; B e fl I; e 2 Regionetombo~dii~ RILEVATO che: » relativamente al quadro proqettuale: stato attuale II'Azienda' committente etifOlare dell'impianto didepurazione delle acque reflu8 de'lle stabilimento Nylstar S.p.a. (produzione del filo di nylon), insediato nell'area ex SNIA di Cesano Maderno, con una potenzialita di targa - attualmente sottoutilizzata ~ di 46.000 abitanti equivalenti [a.e.]; I'impianto, del tipo biologico a fanghi attivi, e articolato in due stadi, suddivisi in linee operanti in parallelo, cui si aggiungono i pretrattamenti; in sintesi, l'impianto - di forma compatta e occupante un'area di circa 120 x 45 m - e costituito da: l:Jvasca di emergenza, con volume pari a 2.500 m3, per 10 stoccaggio di scarichi accidentali 0 reflui particolarmente inquinati; l:Joper~di presa edideviazione verso la v?scadi emergenza;. " trituratcrre 'di eventuali corpi solidi; l:Jstadia di trattamento biologico "A", formato da due linee, ciascuna costituita da due vasche di ossidazione con i relativi aeratori (turbine fisse e galleggianti e diffusori a bolle grossolane), per un volume complessivo di 4.200 m3; segue un sedimentatore rettangolare da 1.500 m3; "stadia di trattamento biologico "B", formato da due vasche con volume complessivo di 2.700 m3, con diffusore a bolle medie, seguite da un sedimentarore analogo al primo; " disinfezione finale, mediante contatto per 24 minuti con ipoclorito di sodio; l:Jlinea fanghi costituita da ispessitore, comparto di stabilizzazione aerobica e disidratazione meccanica con nastropressa; l'effluente dell'impianto immesso nel torrente Garb6gera, mediante una condotta sotterranea delia lunghezza di circa 250 m; e • a cia si aggiungono Ie strutture complementari e di servizio: edificio servizi (100 m2) comprendente laboratorio, ufficio e sala quadri; sottoservizi ed impianti tecnologici (fognatura interna, linea distribuzione acqua potabile); viabilita interna, per circa 2<000 m2; aree a ",erdeper circa 20,000 m2; . __ .. caratteristiche qenerali. dimensionamento di proqetto, tipoloaia dei rifiuti data la sottoutilizzazione dell'impianto, il Committente si intende sfruttarne la capacita residua per il trattamento di rifiuti speciali liquidi in conto terzi, inserendo nell'impianto stesso una sezione chimico fisica ("unita operativa II", nel seguito indicata con "u.o2"), preliminare al trattamento biologico ("u.o,1"); nel dimensionamento si tiene conto primariamente delia capacita residua del biologicD non tanto in termini di portata, quanto delia potenzialita di rimozione del carichi organici e dei nutrienti; _ , -Ia 'quantita di rifiuti specialiin ingressoaHa u.o.llinprogetto·~·in·termini -di-BOD5,COD,azoto TKN (organico + ammoniacale) e fosfore totale - pertanto calcolata assumendo, in via cautelativa, un abbattimento del 50% delle loro concentrazioni in tale unita chimicD fisica; II e II quanta sopra e schematizzato nella seguente tabella, che riporta i dati dimensionali dell'impianto attuale (potenzialita e regime effettivo), la capacita residua e quella di progetto dell'unita chimico fisica : 3 1 RegionelombclI"d§Ci] ------------------------------------__ , --.-----".-.------.-,-- /-- I parametro I j I \ u.d.m. i _----L------' ~. ,.._-~---._-~ potenzialifa del bi%gieo •.,..-_~ ..-__ dati di esereizia i . i - __ -_.-----.,-.---_ ••-.-.-- potenzialita , residua __ i i --L-----------~-gg J , otenz ..in -;-bit'-~9.l:l~_j----§.:4---~j~.9.:QQ---+@---~-?~~----I------.1.Q_cii_~ BO~-----, ico chimico car COO ---- I kg/gg [i ! i ! (1) 2.760! kg/gg I (2) 5.520 azoto com~JKN :2gL9RJ-1~__ fos !_~gifLg_~L totale i 335 (4): 2.424 j j -----r---------'-·--·--------·---------· i' . ·.m_·'._ paldi pragetto del chlmlco fls~co (u.o.2) , ~__ 5L~_0..~/QJ1~co .--;-----{~)------------' ------------1 ~ingresso_-1..-':0-~(lg---L-----l:.9..9..9._-_-l----2-.~QQ-----1-----?..:9SJ~'co biologico carl ~--~- 660 i -- -..' : ------~--~-~; 4.000 -.--.---.--------., (4)' 7.2.00 4·.849 I ---~------------~--,-------~-------_. __ ._._----_. 690 __ 92 ! I 15_.-! 3 __ ' 675 8_9 540 ~ roro calcolato assumendo iI carico unitario di 60 glae*gg (1) calco () asE1um~.ndoJI~a.n~ounitario di 120 g/ae*gg . 1at (2). :deterrninatiinbasedal caricoeffettivo diB005 registrato' {60 glae*gg) ---:: :(3)" deterrninati a partire dal residuo in a_e., con i carichi unitari di cui sopra (4) calcolati in base ai valori standard per abitante equivalente: 15 g/ae*gg di TKN, 2 glae*gg di Ptot (5) calco1ati considerando un rendimento di rimozione minima del 50% solo per B005 e COD (6) (7) 71 • i rifiuti che si intende ricevere e trattare sono costituiti da acque di lavaggio e pulizia, soluzioni di sgrassaggio, acque madri, sali elora soluzioni, acidi, solventi e loro soluzioni, derivanti da diversi processi produttivi, oltre a percolati di discarica, fanghi da fosse settiche 0 da pulizia di fognature; I'elenco e la definizione completa dei cadici CER sana ripartati nel dacumenta integrativa depositato iI 05.07.2006; un quadro riassuntiva viene esposto nella tabella che segue: tipoJogia rifiuto da operazioni di lavaggio, pulizia e macinazione delia materia prima, delia distillazione di bevande alcoliche, scart! di tessuti animali da processi chimici !norganici: acidi solforico, solforoso, cloridrico, fosforico, fosforoso; idrossidi di calcio, sodio, , . codle; CEB : 020101 - 020102 - 020701 020702 - 020704 ! ....:_cla~~Li .. i NP i 060101 - 060102 - 0601041060201 - 060204 P otasslo; ----1----------------'----_salLelomsoJuzioni. __ .j 060314 -NP . solventi organici, soluzioni di lavaggio e acque madri, i 070101 - 070104 - 070201=---;----------' derivanti da pJ.f.u. di prodotti chimici di base, plastiche, 070204 - 070401 - 070501 P I gomme, fibre artificiali, fitosanitari, farmaceutici, grassi, i 070601 - 070604 - 070701 IUbrificanti, disinrettanti, cosmetici i 070704 ~oluzioni contenenti inchios-tro, soluzioni chimiche per--T080308 - 080316 --------Incisione i _ NP-P . soluzioni di sviluppo, fissative, per lastre --o-ffs-e-t-e---d-j-i-O-g-0-1-0-1---0-9-0·-1-0-2--·--0-g-O-1-04------------·----~-- ! I Ilavaggio dell'indust~ia fotografica i_0_9_0_1 __ 0o_~ -ac.idi e basi di.d.8.c.apagg.io. e SOluzioni ..di lava9.gio, d.al i110105-110106-110107-110112-:--p---, -trattamento ericopertura'dimetalli . :.--_ . J - 110113 lemulsicini sofuzlcini non' cbntenenti alogerii, solutioni' tli --:! 1"20109 - -i20301'---~1-2-0'-3-02--------.--.n_ . e lavaggjo e rifiuti da sgrossatura a vapore, dalla ! ! P lavorazione sup-8rficiale di meta IIi e I2lastica i ~olventi e lore miscele ~on 07 e 08) . T140603 . ---'--1-p---l lliqUidi antigelo, soluzioni concentratiacquosi------------1160114 -161001-=-1'6100-2=-;1'6-1003 \-------1 Lj - 161004 i NP-P : ~acque di trattamento di fu'-m--i-, -p-e-r-c-o-Ia-ti-d·-a-d-is-c-a·-ri-ca--------i 190106 - 190702 - 190703-----T--p----j Il I . e !r~n:~I_delle fosse settiche e_~§J2ulizia _9,Lfognatl:lre i 200304 - 200306-----:--===--==I:=-NP::::-J n , )} \ 4 Regicnelomlba;-dic orqanizzazione dell'impianto e DrOCeSSodi trattamento: • il progetto prevede la realizzazione delle seguenti strutture ed impianti: o otto bacini di stoccaggio per i rifiuti in ingresso, otten uti mediante ripartizione dell'attuale vasca- .di-.emergenza e rispettivamentededicati ai refltJi biologiciedell'industrfa 3 agroalimentare (625 m ), a quelli derivanti dai trattamenti chimico fisici e gia pronti per I'invio al biologico (625 m3) ed ai reflui industriali diversi (2 x 315 m3, di cui uno per gli oleosi, e 4 x 155 m3); tali bacini saranno coperti con solettain c.a., -8 ciascuna sezione dotata di passe d'uomo e botola per la captazione dell'aria, dotata di filtro a carboni attivi; Ie superfici interne saranno trattate con rivestirnenti protettivi antiocorrosione; o in adiacenza al iato E dei bacini di stoccaggio: v.:p(limpianto digrigliatljrafinee dissabbiatura peri reflui biologici; . - una piazz:ola di starko delle autobotti-che conferiscono i rifiuti; Din fregio allato S degli stoccaggi, su un'area di dimensioni pari a 7 x 7 m, la stazione di trattamento chimico fisico, composta da quattro sezioni (ossidazione, neutralizzazione, sedimentazione, flottazione); vicino ad essa sara posto iI disidratatore dei fanghi derivanti dal trattamento stesso; o piu a N, sui lato occidentale del reparto biologico, una stazione di deposito e preparazione dei reagenti, su un'area di 6 x 25 m; essa sara costituita dall'impianto di preparazione eda cinque serbatoi circolari da 30 m3, con diametro di 3,2 m e altezza di 5,25 m, destinati rispettivamente a polielettrolita, c1oruro ferroso FeCI2, acqua ossigenata H20Z, acido solforico H2S04, latte di calce Ca(OH)2; o opere e strutture complementari: pesa per autobotti (3 x 8 m) presso il lato N del biologico; cabina elettrica prefabbricata (3 x 7 m) presso il cancello d'ingresso all'area d'impianto, in sostituzione dell'attuale in container; rete di raccolta delia acque meteoriche, con scarico nei bacini di accumulo; riqualificazione delia viabilita interna, con struttura in misto stabilizzato e manto di usura in conglomerato bituminoso; ••la stazione chimico fisica, insieme alia grigliatura e alia dissabbiatura, configura tre linee di trattamento, in funzione delia tipologia dei rifiLiti ammessi; in sintes1: o linea 1 riguarda i reflui da fosse settiche ("bottini") e lavaggio fog nature, che subiscono la grigliatura e la dissabbiatura, e successivamente possono essere staccati nel bacino di accumulo prima del sollevamento al biologico, ovvero inviati direttamente a quest'ultimo; la portata delia linea, determinata dalla microgriglia, e di 12 m3/h; o linea 2 dedicata ai rifiuti con componente oleosa, sottoposti a flottazione previa aggiunta di .sostanie-disemu.lsiorranti; 18 fase separata.riccajnoliQ, vjel:le ioviata a"impianti terzi per il successive recupero I smaltimento; la fase acquosa passa al trattamento chimico fisico; la capacita di trattamento di 10 m3/h; o linea 3 dedicata agli altri rifiuti industrial! ed suddivisa in due ulteriori linee di trattamento, ciascuna con capacita di 10 m3/h - chiariflocculazione: articoiata nelle fasi di coagulazione con FeCI2, flocculazione con Ca(OH)2..e,sedimentazione ..con polietlettr-olita;. ". __ ,.,._.._ , '- ossidazione chjniica mediante 1Imetodo Fenton; effettuata in serle nei tre ·comparti di e e e e e 0._" e 'f\ \ I 5 Regionelombcrdia ---ossidazione (can H2S04 e H202+FeCI2), neutralizzazione con latte di calce, sedimentazione con polielettrolita; i fanghi derivanti dalla linea 3 sana ispessiti e disidratati nell'apposito impianto, mantre il .Iiquame einviatoalLa stazionedi sollevamento del biologico; riguardo alia gestione dell'impianto in progetto: c i rifiuti, prima del conferimento, saranno sottoposti a verifiche di biodegradabilita, mediante una prova di nitrificazione eseguita dopo pretrattamento chimico fisico, allo scopo di evidenziare l'eventuale presenza di sostanze in grado di inibire iI successivo processo biologico; a cia segue la caratterizzazione chimica; note Ie caratteristiche dei rifiuti in ingresso, il programma di conferimento consente 18 definizione delle operazioni di trattamento; o prima dello scarico dagli C3utomezzi. e previstoPFesso} labora~orio un . test di miscelazione, per V8Fificare ·Ia presenta di.reazioni aUe .agenerare odori,fumi, precipitati, sviluppo di calore od altro, ed evitare che tali reazioni avvengano nei bacini di stoccaggio; m i rifiuti in uscita dalf'impianto so no rappresentati da: materiale solido trattenuto dalla microgrilglia; sabbia e inerti separati in fase di dissabbiatura; fasi ricche in olio derivanti dalla flottazione; fanghi risultanti dai trattamenti chimici; fanghi biologici delia u.o 1; per tutti questi materiali prevista una raccolta in specifici contenitori, per il successivo invio ad implanti di smaltimento terzi; c e • I'accesso all'impianto avviene dalla Via Groane, strada intercomunale che in direzione SN, collega la ex SS527 Monza-Saronno can la SP134 Seregno - Cesano M. - Ceriano Laghetto, attraversando I'area industriale; la realizzazione dell'impianto chimico fisico comporta un fiusso supplementare valutabile in 30 meui pesantilgg, fase di costruzione II e la durata delia fase di realizzazione dell'impianto stimata in cinque mesi, di cui due per la costruziane delle opere in cis (piattaforme destinate a sostenere gli impianti e setti divisori dei bacini die.stoccagg.io), con un traffico di mezzi p~sa~tj pari cL 2~3'Jeicpli/gg, e tre mesi per I'installazione degli impianti (circa 10 veicali camplessivamente); infine, una settimana sara impiegata per la sistemazione delia viabilita interna, con un movimento di 4 mezzi/gg; gli scavi previsti sono limitati alia preparazione del terreno per la posa delle piattaforme ed a quelli per la realizzazione delia fognatura interna (circa 300 m, per una profondita media di 1,5 m); iI terreno sara provvisoriamente accumulato in loco, e successivamente utiiizzato per la sistemazione dell'area; .DATOAJTO _ch.e..g.li .Enti territoriaU interessatidClI pro.gettosonostat,i :~c.6ovQcati~alla Conferenza di concertazione dei pareri tenutasi presso la Sede delia Giunta Regionale il 10,03.2006, il cui verbale agli atti dell'istruttoria, ed hanna espresso - in sede di '··Conrerenza 0 mediante specifici aUi deliberativi - Ie posizioni di seguita riassunte: e I l Comune di Cesano Mademo i rappresentanti del Comune richiamano i contenuti delia relazione allegata come parte integrante alia deliberazione delia Giunta Comunale n. 268 del 21,11.2005; in sintesi: - ~ es£IirnQQQJtJ;!]2t§§§jt.@~}~~,EeTItu~Ei,~!~L§9Let§lJ15~.~1;;l[p'?,J:;i ~ngc::; i'j mp f?nt o. rica c;Ij3jrrZ.Q.na~"F" dl PRG, destinata a "servizi aile attivita prod uttive" , dei quali attualmente tratta i reflui; poiche 6 iI progetto intende destinare I'impianto al trattamento di reflui provenienti da terzi, non insediati in loco, esso contrasta con 10 strumento urbanistico; - il Comune intende definire, nell'intorno dell'insediamento, una vasta area dl "compensazione. aml;>iental~J:; ... - in ogni caso, per interventi in zona "F" prevista la cessione di aree al Comune, mediante apposita convenzione; - I'impianto si trova in vicinanza di un'oasi gestita dalla LlPU (lega italiana protezione uccelli), per tali motivi esprimono p~Lere negativo; e Provincia di Milano in sede di Conferenza permangono perplessita su alcuni aspetti, in seguito oggetto del parere tecnico non favorevole espresso dalla Provincia con disposizione dirigenziale n. 20'7 del 09.05.2006, in merito: - aHa~qti{:mtita e varieta delletipologie dF rifiuti c:he 5i 10tende ricevere, nonche alia effettiva capacita di trattamento dell'impianto; - aile modalita di contrasto delle emissioni in atmosfera, alia prospettata copertura dei serbatoi di stoccaggio mediante elementi galleggianti, ali'abbattimento degli odori ed alia loro diffusione in direzione dell'oasi L1PU; - agli effetti dello scarico finale sui torrente Garb6gera ed a quelli del traffico veicolare indotto dall'impianto; Comune di Limbiate i rappresentanti, in sede di Conferenza, si associano aile preoccupazioni Comune d'j Cesano inoltre: ~----_ Maderno l evidenziando espress~~,~al .... ,.~ ...-.-,--", ..... _~~ ..---',.-,_._~ :""pro6IeriiT-ar'accessf5Hifi,flegati al passaggio dei mezzi di conferimento all'impianto; che interessa un quartiere residenziale posto lunge la ex 88527; - i potenziali impatti sulle acque del torrente Garb6gera, che 5i presentano gia in condizioni di bassa qualita; esprimono pertanto un parere negativo, comunicand inoltre che e stato depositato un progetto di piano di recupero -che interessa i tre Comuni present! alia Conferenza - di aree pos.telungo. la Via Groane; Ie considerazioni espresse sono sviluppate nella relazione allegata alia deliberazione delia Giunta Comunale n. 62 del 29.032006; Comune di Bovisio Masciaao iI rappresentante del Comune condivide il parere espresso dai delegati di Cesano Maderno e Limbiate;" , ~,,_ •. ·_·o •• ,."· ...• _.__.~.,.-.,."' "'·"'.' _,_, __ ..• Parco delle Groane il rappresentante dell'Ente gestore osserva .che la zona interessata dal progetto destinata, dafPTC del" Parco,aservizi comunali,.e che 1'impianto inquestione non assume. particolare rilevanza "esterna"; occorre tuttavia valutare con attenzione i potenzlaii effetti dell'intervento, can particolare riferimento all'accessibilita dell'area, alia viabilita, alia presenza dell'Oasi L1PU; tali considerazioni sona confermate nella nota n. 2184 del 18.04.2006; e CON81DERA TO che, in merito all'intervento proposto, 10 sJa. descrive 10 stato delle c.omponentLambientali a livello territoriale,individua Je .critJclta del progetto.edi reCetlorL.( serisibili, definisce e valuta gll impatti potenziali e prbpbnele' ccinseguenti misure di 7 \ Re9ioneLomlbollrdi~ mitigazione; esaminato 10 studio, assunti i risultati dell'esame espressi dagli Enti territoriali, si pUG osservare quanta segue: sopralluogo e visti paren " circa la localizza7ione e II quadro prooettuale e qestionale: " I'insediamento- a; in linea s05tanziale, coerente can -10 strumento urbanist-ieo· comunale e con il PTC del Parco regionale delle Groane, e non comporta la variazione delia destinazione d' uso delia superficie pertinente all'impianto; in effetti il PRG, che destina I'area a "zona F - servizi aile attivita produttive", appare escludere la possibilita di destinare I'impianto al trattamento di reflui provenienti da terzi, non insediati in loco; tuttavia I'approvazione del progetto "costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico" [art. 208 comma 6 del d.lgs. 152/2006]; inoltre, date Ie caratteristiche e la collocazione dell'impianto, II progetto non appare di per sa in contrasto can I'intenzione del_Comune di "definire, nell'intorno dell'insediaITl_~n~~>,una. v~staoC3re;a_ ~i 9qn"]pensazione ~~~e~a~; . B riguardo alia localizzazione dell'intervento in rapporto alia pianificazione di settore funzionale: o permane I'evidente necessita di inquadrare il progetto nella scenario programmatico provinciale, in coerenza can i principi delia I.r. 26/2003 e can iI "Programma regionale di gestione dei rifiuti (PRGR)", approvata con la d.g.r. VIII/220 del 27.06.2005; nel merito, va preliminarmente sottolineato che I'impianto in progetto si configura e si giustifica come pretrattamento di rifiuti che - per Ie loro caratteristiche chimiche - non sana immediatamente conferibili ad un depuratore biologico; esso va quindi necessariamente allocato presso un impianto per iI trattamento finale, ovvero ad una distanza tecnicamente adeguata al trasferimenta da uno stadia all'altro del processo depurativo; o valutando il sita di progetto alia luce delle "linee guida per la revisione dei piani provinciali di gestione rifiuti e localizzazione dei nuovi impianti" [cap. 8 dell'allegato tecnico al citato Programma regionale] emerge la sussistenza di un criteria penalizzante, ma non escludente, all'ubicazione dell'impianto nel sito prescelto, in quanto esso si trova -all'interno di un Parco regionale; d:altro -canto,-dal-puntodivista. stJ:ategico.funzionale, tale area a da considerarsi preferenziale per la localizzazione, in quanta contigua ad un impianto esistente, cui quella in progetto a funzionalmente collegato; o appare pertanta ragionevole - pur in assenza delia specifieD Piano provinciale di gestione dei rifiuti, Tenuta canto delle caratteristiche e potenzialita del depuratore esistente - I'utilizzo di parte delia potenzialita residua per il trattamento di rifiuti speciali liquidi; in tal sensa - fatta ovviamente salva la specifica competenza delia Provincia risulta credibile e sostenibile anche a livello pianificatorio e programmatico un'eventuale assunzione dell'impianto in esame nel Pfanoprovinciale, in luogodi una realizzazioneex novo 'con relativoimpegnO e cons'um-a di SLJolo;·' .'.' . e • circa iI quadro progettuale, richiamato che iI progetta sottoposto ad autorizzazione integrata ambientale (a.i.a.), ai sensi del dJgs. 59/2005 all. I, p.to 5.3], Ie informazioni integrative hanna fomito risposte aile perplessita sollevate in fase istruttoria: segnatamente: o la potenzialita dell'impianto chimico fisico, basata su quella residua del biologico, e _aSE?LJJJ1~ _ c:;autel.a.tivame.llte.,_in.Jif§3[imsm19 c p[i,m,ClrjclO}E?ntf3_alla~"G9n.cent(a~Lo()e_degU inquinanti piuttosto-che alia portata idraulica', anche-tenendo canto -di una· certa ./ 8 J RegiiOll1elLomb~rdk:~ aleatorieta insita nell'utilizzo del parametro "abitanti equivalenti" quando si tratta di impianti chimico fisici; non esplicitamente previsto II mantenimento di una capacita residua "di sicurezza" nelle due unita operative in cui sara configuraJ9J'intero complesso; tuttavla, i dati dimensionali mostrano un sostanziale rispetto delia 50glia indicativa del '10% per I parametri di qualita e, a maggior ragione, per la portata; riguardo all'elevata diversificazione delle tipologie di rifiuti in ingresso, sono stati depennati in sede di integrazioni - rispetto al progetto iniziale - diversi codici CER, ,relativi in particolare ai rifiuti da attivita di conceria contenenti cromo, dalla lavorazione del rame e delle zinco, e quelli provenienti dal settore sanitaria e veterinario; la struttura dell'implanto consente comunque una flessibilita operativa delle Ilnee di trattamento, tale da permetterne un adeguamento aile caratteristiche dei rifiuti in ingresso; stata i_hbltre ihtrod6ttaTespIiCitaprevisidhedeHa' copertLlradei ~bacini di stoccEJggio, come evidenziato nella descrizione del progetto; la principale criticita di un impianto del tipo in progetto rest a evidentemente legata all'efficienza del trattamento chimico fisico, che 5i ripercuote sui successive stadio biologico; pertanto decisiva - oltre alia conduzione del trattamento a regola d'arte - 18 rigorosa e puntuale esecuzione delia sequenza di verifiche e controlli che precedono e seguono il trattamento verso e proprio: caratterizzazione del rifiuto, procedure di accettazione, test di omologazione, verifica delia biodegradabilita del trattato prima del passaggio al biologleO; cia comporta la necessita di dettagliare - in sede di procedura a.i.a, - specifici e vincolanti protocolli analitici, operativi e gestionali; a cia si potranno aggiungere la verifica di dettaglio del volum! di stoccaggio ed eventuali specifiche e conseguenti prescrizioni; e D e D e » circa il quadro ambientale: • va preliminarmente richiamato che l'impianto in progetto si colloca all'interno del recinto di un depuratore in esercizio, ai margini di una vasta zona industriale consolidata e servita dalle retl tecnologiche; t'interJento noncomporta,dqufndi, nuovosignificativo consumo di suolo; data la tipologia delle attivita previste, i potenziali effetti negativi sono legati essenzialmente ad un'eventuale non rigorosa conduzione delle operazioni di stoccaggio e trattamento dei rifiuti conferiti all'impianto, oltre che dell'impianto biologico, con la conseguente emissione di sostanze liquide 0 gassose nell'ambiente, ovvero 10 scarico nel corpo idrico ricettore di effluent! non conformi ai limiti normativi; Ie componenti ed i fattori ambientali che possono essere significativamente interferiti dal progett-o sono I'atmosfera, l'ambienteJdrico"ilsuoloeil sottosuolo;il.rumore; ••••• _. ". '" •. ' _ •• n • _. _. " atmosfera e odori 010 s.i.a. descrive Ie caratteristiche meteoclimatiche e anemologiche (stazione pluviometrica del Parco delle Groane) e fornisce informazioni sulla qualita dell'aria nell'ambito delia Bassa Brianza; la stazione di riferimento (centralina ARPA di Meda) registra - per iI parametro di riferimento NOz nel periodo 2001/2004 - valori di concentrazione inferiori ai limite di legge per iI 98 percentile delle concentrazioni orane -- __neII'CllJno;~_sQl1o.ir:lV~cs;s),JP.er:.atitUmitiJelalivLc:llJe medie Qrarie.aumentati _del margine di tolleranza definito dal d.me 60/2002,limitatamente agli anni 2001 e 2002; nei Que annl 0 r ~ 9 ( Regiornelombardia successivi tali concentrazioni hanno mostrato una leggera diminuziane; " Ie sorgenti emissive dell'impianto, nel suo complesso, sono costituite dall'insieme delle vasche di trattamento, specialmente quelle nelle quali so no presenti Iiquami in ~.. agitazione (biologico, flocculatori,ecc.); la direzione prevalente dei venti risulta nelle direzioni S e OSO, lunge Ie quali si riscontrano insediamenti produttivi alia distanza di 300 m, e i primi residenziali a 750 m; o Ie misure previste per la mitigazione degli impatti sulla componente sona rife rite sia all'unita biologica esistente sia alia nuova u.o2, e consistono: - per I'unita biologica, nella realizzazione di una barriera in materiale plastico per l'intercettazione degli schizzi generati dalle turbine di aerazione; gia in essere il confinamento in locale chiuso delia nastropressa dei fanghi e delle elettrosoffianti; - per la u.o.2, nella copertura dei bacini di stoccaggio, come sopra descritto, e dei bacin! di trattamento chimicafisic.Q dei refl"u1-:di orlgine 'industri~Te;[iejla Chiusuracompleta dell'unita di grigliatura fine; nel eonfinamento delia filtropressa dei fanghi; tali misure si possono ritenere complessivamente adeguate a Iimitare Ie emissioni in atmosfera; prescrizioni di dettaglio - relative aile caratteristiche, all'implementazione e/o al posizionamento delle coperture e degli impianti per I'intercettazione e l'abbattimento delle emissioni - potranno essere inserite negli atti abiiitativi alia costruzione ed all'esercizio dell'impianto; in tale sede 'potra eventualmente essere ulteriormente dettagliata la valutazione delle ," emissioni complessive dell'impianto; o non sono state analizzate nel dettaglio Ie emissioni prodoUe dal traffico veicolare legato all'esercizio dell'impianto; tuttavia, il flusso generato rende non significativo I'impatto dell'intervento sulla eomponente; e " ambiente idrico, suolo e sottosuolo o 10 studio fornisce un inquadramento geomorfologico, idrogeologico, idrografico, litologico e pedologico delia zona, e prende in considerazione Ie capacita d'uso e protettiva dei suoli nei confronti delle acque profonde; ,Ia litologia. superficiale costituita da alluvioni fluvioglaciali ~COF strata di alterazione superfieiale argilloso, con permeabilita medio-bassa; la falda giace ad una profondita dell'ordine di 50 m dal piano campagna [dati Provincia di Milano - 2001]; la capacita protettiva risulta elevata e la capacita d'uso subisce limitazioni dovute al mediocre drenaggio [dati ERSAL - 1999]; nell'intorno, esclusa I'area produttiva a N, si trovano prati permanenti, lembi di bosco di latifoglie e residue aree a seminativo; o l'impianto, per sua stessa natura, non impiega acque nuove di processo, ne da pozzo ne da acquedotto; riguardo agii scarichi, Ie acque meteoriche, quelle di lavaggio dei piazzali ,. e delle aree di manovra, i percolati da filtropres~atura e i surnatanti degli ispessitori, Ie : - a:cquecivilfdell'edificio servizi,sono convoglJate nellaJognatura interna ,che Ii adduceal trattamento biologico; I'impatto dell'impianto sull'ambiente idrico e quindi legato al corretto funzionamento a caseata delia sezione chimico fisica (u.oo2) e del biologico (u.o.1), ed alia conseguente accettabilita dello scarico nel torrente Garb6gera; in tal senso, Ie earatteristiche dell'effluente delia u.o.2 sono determinanti ai fini dell'efficienza delia u.o.1 e delia quanta dell'effluente immesso nel ricettore; --o.il.-corpo -idr:icO-.ricettore ..presenta una portata ordinaria bassa; .unurllievQ.condotto rLel . dicembre 2005, ai fini delrintegrazione allo sJ,a., ha rilevato 15 lis 'a monte del punto al e ) 10 ./ Regionell.ombo:rdic immissione dell'effluente del depuratore e 165 I/s a valle; tuttavia tale incremento e solo parzialmente dovuto al depuratore (-23 lis, can il regime attuale di 2,000 m3/gg), poiche nella stessa condotta confluiscono acque di raffreddamento provenienti dall'area industriaJe" che, bypassano I'impianto; nC?lIasituaziqriedjp!qgetto (0 2,500 m3/gg), I'ulterrore incremento di portata delia. scarico e di 6+7 lis; sui piano qualitativo, la stessa indagine rileva un miglioramento delle caratteristiche delle acque del Garbogera da monte a valle dello scarico, con tutta evidenza per effetto delia diluizione operata dalle acque di raffreddamento: ad es., per iI COD da 39,5 a 13 mg/l, il BODsda 15 a 7 mg/l, I'ammoniaca da 0,98 a 0,36 mg/l; la valutazione dell'impatto e stata eseguita seguendo la procedura per la determinazione delle stato di rischio ambientale, di cui all'AII. 3 al d.lgs. 152/1999 e succ. mod.; con Ie due u.o. funzionanti a regime, I'effluente rientra nei limiti di cui alia tab. 3, All. 5 al decreto, e l'ilJlpatto - $econdoi criteri tnessodefiniti --varia.da "positivo trascurabiJe" a 'J2.9sitivomedio"; .. ' .. ---, .., ., = o o o 5 10 s.l.a esamina anche gli impatti legati a condizioni di esercizio anomale 0 eccezionali, che sono individuate in: disservizio delia u.o.2, con sovraccarico al biologico; sversamento accidentale di rifiuti 0 reattivi, che attraverso la fognatura interna giungono alia u.o.1; disservizio del processo biologico, per motivi tecnici (guasti aile apparecchiature) 0 meteoclimatici (Iunghi period! a bassa temperatura, oppure forti e/o prolungate piogge); superamento dei Iimiti di legge dei reflui provenienti dalla zona industriale; prolungata interruzione dell'alimentazione elettrica; gli impatti negativi che ne conseguono possono variare da "trascurabili" ad "alti", in base aile caratteristiche ealla durata dell'evento; nella sostanza, si tratta degli elementi critici per ogni depuratore, che devono essere affrontati con un particolare affinamento delle procedure; si rimanda percio ai protocolli analitici, operativi e gestionali da dettagliare in sede di procedura a.La., i quali dovranno pertanto contenere la previsione - al verificarsi degli eventi temuti - di azioni di emergenza quali iI fermo della unita chimico fisica (ed eventualmente del ricevimento stesso dei rifiuti); I'interruzione del conferimento dei reflui dalla zona industriale (can il conseguente fermo degli impianti proEiuttivi); I'installazione di generator! elettriei di· emergenza; la realizzazione di pozzetti di raccolta, isolabili dalla fog natura interna, presso Ie zone di carico e scarico di reattivi e rifiuti, ecc.; la protezione di acque sotterranee, suolo e sottosuolo, data ia situazione idrogeologica locale, si puo considerare adeguatamente perseguita attraverso I'impermeabilizzazione dei piazzali dell'impianto e i sistemi di contenimento previsti sia per i rifiuti che per i reagenti; rumore De allegata allo s.La. la valutazione'dell'impatto acustico, redattaaisensidellat 447/1995 secondo Ie disposlzioni dellei d.g.r:' VII/8313 -del 68.03.2002; Ie sorgentfdjU rumore dell'impianto sono costituite essenzialmente dalle ~e per I'ossigenazione del comparto biologico; i compressori dovranno essere alloggiati in locali insonorizzati; la zonizzazione acustica del territorio comunale colloca I'impianto nella fascia acustica di "cuscinetto" che decresce dalla zona VI ("area esclusivamente industriale"), in cui. si trova 10 stabilimento Nylstar, alia zona I ("area particolarmente protetta") al!'interno del Parco regionale; in tal modo, I'area del depuratore attraversa quattro different! zone (IV, fll, ~: I); il Committentehaformalizzato ,afComuneosservazionf volte all'insedmento e I] Regionelomlbordia dell'area del1'impianto nella c1asse IV ("area di intensa attivita umana"), non VI son a recettori sensibili nel raggio di circa.2.Q.Om, De stato caratterizzato iI clima acus~impianto in funzione, mediante misure eseguite ad 1 mdalla recinzionedi confine; per la. valutazione del rurY}Cl~~ [e_siduo, I'impianto Eo stato completamente fermata; ne risulta che l'attivita dell'impianto rispetta, ai confini dell'impianto, i limiti delia c1asse III ("aree di tipo misto"), peraltro oggettivamente compatibile con la destinazione di PRG; possibile pertanto assumere una previsione di non significativo aumento delia pressione sonora a seguito delia reaiizzazione delia u.o.2 in progetto, tenendo conto delle caratteristiche di tale impianto e del contesto territoriale; comunque oppoliuno prevedere un monitoraggio acustico in fase di esercizio nella nuova situazione, per verificare iI rispetto dei limiti normativi e provvedere, se . necessario,alla ·tempesti\l8 adozione."di 'misure~"'di, -protezione e/o ricalibrare opportunamente Ie modalita gestionali; e e • veqetazione, flora e fauna, ecosistemi. paesaqqio o come gia evidenziato, I'impianto in progetlo previsto all'interno del Parco regionale delle Groane, ma su un'area gia compromessa da attivita esistenti; all'interno delia recinzione dell'impianto, la superficie libera dalle strutture presenta una copertura erbacea e arborea, nella quale non si registrano particolari tipologie vegetazionali 0 faunistiche; la realizzazione delia u.o.2 comportera I'utilizzo di una superficie di 1.600 m2, senza peraltro interferire 0 sottrarre ecosistemi significativi; essendo previsto 10 spostamento delia recinzione verso I'esterno sullato 0, fino allimite di proprieta lung a la Via Groane, la fascia corrispondente sara sistemata con essenze arbustive; o sui piano paesaggistico, Ie fasce alberate esistenti sui lati 0, S ed E, a tratti su !eggero rilevato, unite al Iimitato sviluppo verticale delle strutture, rendono sostanzialmente non percepibile I'impianto dall'esterno, tanto dalla strada quanto dalle aree a S verso I'Oas! L1PU; nel complesso, si puo ritenere che la realizzazione del progetto non comporti un aggravamento del quadro paesaggistico locale; tuttavia, necessaria che la realizzazione del comparto chimico fisico sia accompagnata da una generale riqualifrcazicme estetico-architettonica ·defte strutture esistenti,t.lnitaad una sistemazione delle superfici a verde all'interno dell'area dell'impianto, sulla base di un progetto di dettaglio da concordare con l'Ente gestore del Parco; iI progetto, peraltro, sottoposto ad autorizzazione paesistica, di competenza regionale ai sensi dell'art 80.2, lett. d) delia I.r. 12/2005, in quanta compreso tra quelli indicati all'art. 17.1, lett, c) delia I.r. 26/2003 (impianti soggetti ad aJa.); e e e & salute pubblica o la componente non e stata specificamente trattata nello s.La.; Ie connessioni con la salute pubblica sonG .imp Iicita-rnente eviclen;Ziatenellep_artirelativea,d altrecomponenti (atmosfera e rumore); o la presenza di sostanze pericolose contenute nei rifiuti, ovvero utilizzate per i trattamenti. richiede che la lara gestione sia operata a regola d'arte, con iI rigoroso rispetto delle disposizioni normative relative a trasporto, manipolazione, stoccaggio ed etichettatura; non previsto il ricevimento 0 trattamento di materiali radioattivi; non si rilevano significativi effetti dell'attivita ell progetto in termini di emissioni elettromagnetiche; e "'fasedi8ostrLJz:ione""-'.'--'.".~ reiativamente al complesso degli fmpattidella-rase .. ,.-. di costruzione, partitolare attenzione 12 R.egioll1elombarrdia -------------,,...------------------------------dovra essere posta alia tutela delia vegetazione e degli ecosistemi presenti nel Parco regionale; in sede di progetto esecutivo si dovra pertanto elaborare un piano dettagliato delia cantierizzazione; ole. emissioni di gasdi scarico, dovutc= all~_~.()vimentazione dei mezzi d'opera ne!la fase di cantiere, possono ritenersi poco significative, considerato il limitato numero di macchine operatrici in funzione e la durata dei lavori; si dovra provvedere alia Iimitazione delle polveri attraverso gli usuali metodi (bag natura del terreno, protezione degli eventual! sili, ecc.); CONSIOERATO che, nel merito delle sJa., esaminato il complesso delia documentazione depositata, acquisiti i contributi specialistici nell'ambito del Gruppo di lavoro istituito per I'esame istruttorio e visti i pareri degli Enti territoriali, si puo evidenziare ed osservare quanto segue;.' .-. ,~ . 16 ·s.La. 'stato condotto secondo Ie linee indicate daWart. 6 dell'atto -di indirizzo; Ie . i informazioni ..J9rnite dal Committente consentono una sufficiente c.?~2.~~nsio~~ -ctelle-t\ \Lcaratteristiche del progetto; so no indivlduatl Ie componentl ed I fatton ambientali coinvolti e Ie linee fondamentali per la mitigazione degli impatti; I'esercizio stesso delle attivita di recupero volto a limitare Ie quantite di rifiuti da smaltire ed evitare I'immissione - dovuta ad uno smaltimento incontrollato - di elementi in~uinanti sui suolo, nel sottosuolo 0 nell'ambiente idrico; I'attivita di progetto, pertanto, e intrinsecamente in grade ~ SjL.QQQ9C?tta a regola d'arte - di enerare elementi positivi nel bilancio d.l.m.p.atl.o ambiental~ Ie integrazioni progettuali deQositate_.J;l~_Qomml te.nte Jl.anflQ_o.c..onsentito-di chiarire gli aspefffrondamentali relativi alia tipolo~ia dei rifilJtidaJrattare;,.aJJQC9_Ql,Lantitativi, e !II ,~;\ e Ii alrecaraftel;rstTcfi·e··a~Imlij1jiI~jjfLacra:[i§JSteDiii..dLg.es.ti.one; • aTctJYir-elemOentT-dei quadri progettuale ed ambientale, tuttavia, necessitano di una definizione 0 valutazione di dettaglio, che"si ritiene e.~~Sc~L_~.Q.~b~~o~~sere adeguatamente affrontata nelle successive fasi dell'iter autorlizatlvo, prima fra tutte-ra-procea'uora per il rilas·e1o--ctetr;A;utDriz-za-z1one-lntegrata-Ambientale-icr. i.a:)aWam pllamento et;L...es~r9i~jgT del~anto nel~a .nuova. conflgu~azione; i!,~:_~~~tto relatlvamente agllelementl nel segUlto;espostI,on . ' dovra_ quindi esser~~r~~~~~Qna.~oro ---";~::;c;"c:::="- RITENUTO pertanto possibile, per quanta sopra evidenziato e considerato, esprimere una pronuncia di compatibilita ambientale positiva, con Ie prescrizioni ed aile condizioni elencate --""'-" nella parte dispositiva del presente atto; .·... n .. _.__.~ . ..__o_ .....- -- DECRETA ·1. Oi-esprimere, ai sensi deJl'art] delq.p.r., 12.04.1996, pronuncia positiva circa la compatibilitaamb'ientale delprogetto di ampliamentodi "Un impianto di depurazidne di acque reflue industriali, mediante la realizzazione delia sezione chimico fisica per iI trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi (operazioni D9 e 015 di cui all'allegato B alia parte IV del d.lgs. 152/2006) in Comune di Cesano Maderno, Via Groane, nella configurazione progettuale che emerge dagli elaborati depositati dal Committente BTE S.r.i., a condizione che siano ottemperate Ie seguenti prescrizioni, che dovranno essere espressamente recepite nei successivi provvedimenti abilitativi: - ° 13 y 41- Regionelomba rdia ------------------------------------------~-a in merito alia tipologia dell'impianto ed aile modalita di gestione: a,1la sezione chimico fisica in progetto dovra operare in sinergia con I'esistente comparto biologico; da escludersi pertanto che I'effluente dal trattamento in progetto pO$sa essen~,destinato - senza, preyia procedura ," di Valutazione dell'impatto ambientale - alia pubblica fog natura 0 ad un recapito diverse da quello previsto dal progetto in esame; a.2ai sensi dell'art, 187 del d.lgs. 152/2006, la miscelazione di rifiuti pericolosi can rifiuti non pericolosi dovra -Dttenere - in fase di autorizzazione - specifica e motivata deroga al generale divieto disposto dalla norma stessa; a.3l'accettabilita dei rifiuti presso I'impianto dovra essere accertata prima delia ricezione, mediante acquisizione di idonea certificazione che ne riporti Ie caratteristiche chimico fisiche (formulario di identificazione e risultanze analitiche); tale operazione dovr$ essereeseguita per ognj conferimentodi partite di rifiutLad eccezione di qLfelliche provengono continuativamerite da un cicio tecnologi'co ben definito; in tal caso, la verifica dovra essere almeno semestrale; a.4il Committente dovra definire can i propri conferitori un idoneo protocollo relativo aile modalita di ritiro dei rifiuti, per evitare la possibilita di trasporto di contenitori danneggiati e la promiscuita, sullo stesso mezzo, di rifiuti e prodotti da commercializzare; qualora iI carico di rifiuti sia respinto, iI gestore dell'impianto dovra dame comunicazione alia Provincia entro Ie successive 24 ore, trasmettendo fotocopia del formulario di identificazione; a.5le operazioni di deposito preliminare dovranno essere effettuate in conformita a quanta previsto dal decreto regionale n" 36 del 07.01.1998 [UDirettive e Iinee guida in ordine al deposito temporaneo ed alia stoccaggio dei rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi"]; la quantita stoccata nei serbatoi non dovra superare iI 90% delia capacita geometrica disponibile; a.6dovranno essere adottate tutte Ie misure necessarie per garantire la carretta gestione dell'impianto e la funzionalita dei presidi - esistenti e previsti - per la tutela -- deJle componenti ambientali e de~la salute pubbliGa;· in particolare, Ie operazioni di carico e scarico del rifiuti in arrivo ed in uscita dall'insediamento dovranno avvenire esclusivamente nelle apposite piazzole, escludendo rigorosamente I'utilizzo di aree non pavimentate per tali operazioni a per il deposito, anche temporaneo, dei rifiuti; e b. nell'ambito delia procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale (d.lgs. 59/2005) relativa alia realizzazione ed esercizio dell'impianto in progetto, iI Committente - can riferimento all'applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili - dovra: b,ldettagliare ulteriormente il quadro progettuale egestionale, conparticolare riguardo a-j seg~ue'ntiereme-htL -',- ... ',0 - -,- definizione di proto colli analitici, operativi e gestionali, relativi alia rigorosa e puntuale esecuzione delia sequenza di verifiche e controlli che precedono e seguono il trattamento: caratterizzazione del rifiuto, procedure di accettazione, test di omologazione, verifica delia biodegradabilita del trattato prima del passaggio a! biologico; o 1J~~if.is:adi dettaglio dei volumi dei serbatoi di. stoccaggio e dei . bacinl di contenimsnto, in rapporto alia quantita massima dei riHLitl"giornalmente 'a"mmessi o e' // / ! ./ ]4 Regionelomban:iia trattati; o caratteristiche di dettaglio delle coperture dei serbatoi e dei comparti di trattamento, e dei relativi sistemi di intercettazione e abbattimento delle emissioni; b.2definire. ne! d~Jt§gli() Ie procedure operative dL emerg.enza incaso di condizioni di esercizio anomale 0 eccezionali ne!l'impianto in progetto e/o nel comparto biologico, prevedendo azioni quali iI fermo delia unita chimico fisica (ed eventualmente del ricevimento stesso dei rifiuti), l'interruzione del conferimento del reflui dalla zona industriale (con il conseguente fermo degli impianti produttivi), I'installazione di generatori elettrici di emergenza, la realizzazione di pozzetti di raccolta, isolabili dalla fognatura interna, presso Ie zone di carico e scarico di reattivi e rifiuti, ecc.; c. iI Committente dovra adottare ed installare, prima dell'entrata in esercizio dell'impianto, Ie misure e Ie dotazioni di sicurezza relative ai rischi conness; all'attivita in oggetto, aile ·····:tecn{che"dTpreven'zi'one inc8hdi edinfortuni, al Hschio' eletttico -ed anet1ormed'igi§n~ dellavoro, nel rispetto delle prescrizioni del d.lgs 626/1994; d. per la tutela delle risorse idriche - fermo restando il rigoroso rispetto delle disposizioni di cui al d.lgs. 152/2006, parte III, nonche dei regolamenti regionali 3/2006 e 4/2006 in materia di scarichi delle acque reflue e di prima pioggia - dovranno essere previste periodiche verifiche dello stato di tenuta delle impermeabilizzazioni delle strutture e delle aree di stoccaggio e di trattamento dei rifiuti; la frequenza dei controlli sara definita in sede di autorizzazione all'esercizio dell'impianto; e. in fase di esercizio nella configurazione di progetto (comparto biologico e unita operativa chimico fisica) dovranno essere attuate specifiche azioni di monitoraggio ambientale, in ordine: 8.1 aile emissioni in atmosfera ed alia propagazione di odori; e.2alla componente rumore, mediante almeno una campagna di misure, al fine di verificare I'effettiva rispondenza alia situazione derivante dal calcolo previsionale; e.3alle acque sotterranee nell'iritorno dell'impianto; tale azione, qualora ritenuto opportuno e possibile ai sensi del punto seguente, potra essere sostituita dalla . -_.:. •:verifica.deLdati rilevati sui pozzi gia esistenti nell'intorno stesso; . f. Ie modalita di realizzazione delle azioni di monitoraggio ambientale (parametri, stazioni di misura, modalita di preiievo, ecc.) dovranno essere definite dal Committente in af~orclQ can il Dipartimento ARPA di Monza e 18 PrOvin'Cia-'di'tVHf?ii-()~~aCqU'aliaovra-n-no essere trasmessi i relativi risultati per la validazione eqTeventuale assunzione di conseguenti provvedimenti; spettera pertanto al Committente provvedere all'eventuale tempestiva installazione di specifici presldi, nonche alia lara costante manutenzione, ovvero all'attuazione di sFJecific-hemodifiche nell'assettogestionale; 'al ia 'present'e 'pro6unda e' dferlta progetto come modificato dalla 'documentazione integrativa depositata dal Committente; in particolare, I'elenco dei codici CER dei rifiuti ammessi all'impianto quello contenuto nel documento depositato il 05.07.2006; ulteriori modifiche dell'elenco dei codici, purche non in ampliamento, e/o prescrizioni ulteriori e di dettaglio (ten uta dei registri di carico e scarico, misurazione e registrazione delle quantita in ingresso e uscita, controlli periodici sui materiali inviati allo _. _.. _..•..... '. _.,~Tl]~~ti'!1e~~~J" ..~c:~;l . Eotrc:l~Il<?...~s.~~~~.. gefir~ite in sede di Autorizzazione Integrata ... :Ambientale aisensi del d.lgs: 59/2005 . g. e 15 Regionelombcwdia h. iI Committente dovra sviluppare, in acc..Qrdo q,Qi!JED.!~__g~~t(Jre del Parco regionale d_~rreG(o.}!i'i~~'~JLpro~!(J_,~~.§_~~t}y(?,g.~Il?sist~rnc:gione e riquaTiricazione delle aree a verde"all'interno dell'insediamento, nonche delia qualificazione estetica degli implanti e delle strutture edilizie esistentie in progetto; , si richiama che il progetto sottoposto ad autorizzazione paesistica, di competenza regionale ai sensi dell'art. 80.2, lettd) delia l.r, 12/2005, in quanta ricompreso tra quelil specificamente indicati dall'art 17.1, lett ) delia I.r. 26/2003 (impianti 80ggetti ad a.i.a.), e I. rigtlardo alia fase di costruzione, in sede di progetto esecutivo dovra essere elaborato un piano delia cantierizzazione che definisca la gestione dei lavor!, con particolare attenzione alia tutela delia vegetazione e degli ecosistemi presenti nel Parco regionale; in ogni caso, si adotteranno tutte Ie opportune misure di tipo organizzativo/gestionale e di schermatura dell' area di cantiere, per ridurre ogni possibile disagio nei confronti dei ricettcirFsensibili; dovraprpWepe[si aHalimitazione dell'emissionedi p01yerimedlame gli usuali metodi (bag natura del terreno, protezione degli eventuali sili, ecc.); J. iI Committente dovra provvedere - in caso di chiusura dell'attivita - al ripristino integrc:lL~ ec(aTre'cUjYefOam6feritaledell'area, secondo modalita dac;oncQrdare conil Comunee ~... .. .. _,,~~--/'Ente gestore del Parco,Pfermi restando gli obblighi 9E3riY<3ntLd<3Jle vigenti"normative in materia di bonificaderterreni; ..... -~..... ..._-,."-_., .. -" ,",."" .... ~,, ,.,., ..,.~--.,""~'~"-"'-~ . '.",., "-,, , ....•.. "." ""' ....• --, '-' "'-". '-""- ..... ,-" ---, ." ,-" .. -, ,- 2. Oi provvedere alia trasmissione di copia del presente decreto: - al Committente B.T.E. S.LI. di Cesano Mademo; - alia Provincia di Milano, al Comune di Cesano Mademo, all'Ente gestore del Parco regionale delle Groane ed alia Struttura Autorizzazioni e certificazioni delia O.G. Reti e servizi di pubblica utilita - Giunta Regionale. 3. Oi provvedere altres] alia pubblicazione presente decreta. sui B.U.R.L delia sola parte dispositiva del " Qirigente delia Struttura Valutazioni di il1}pattq i3mlJientale Arch. Mauro Visconti ~~ ]6 Provincia di Milano DELIDERAZIONE N° ... ~~ ..~./.9.2. REP. GEN. Am nO 202726/1616/04 GIUNTA PROVINCIALE Sed uta del 1 4 SET ':". ?OO~:J Presidente FILIPPO LUIGI PENATI Assente • presidenza del Vice Presidente: ALBERTO rl/1AHIOU Vice Presidente Assessori Provinciali ALBERTO MATTIOLI GIANSANDRO BARZAGHI DANIELA BENELLI BRUNA BREl'vfBILLA GIORGIO CALO' BRUNO CASATI FRANCESCA CORSO IRMA DOMEN1CA DIOLI DANIELA GASPARINI ALBERTO GRANCIN1 PAOLO MATTEUCCI PIETRO :MEZZI PIETRO LUIGI PONTI ROSARIA ROTONDI LUIGI VI:MERCATI Ass-ante Con I' assistenza del Vice Segretario Generale dott.ssa Liana BA VARO Su proposta dell 'Assess ore Alberto GRANCINI Oggetto: Istituzione delle Oasi di protezione delIa fauna selvatica nel territorio delIa Provincia di Milano in attuazione del Piano Faunistico Venatorio Provinciale 2005/2009. Direttore del Settore Sicurezza, Caccia Pesca, Lotta all 'Usura: dott. Sergio SALADINI 'atto si compone di _4_pagine di cui_ =_ pagine di allegati, parte integrante. LA GTTTNTA P1?nvnvCI4IE • Richiamato il Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Milano per il quinquennio 2005/2009 approvato con deliberazione consiliare 12 luglio 2005 n. 149751/1616/04, con il quale sono state previste n. 11 nuove Oasi di protezione delIa fauna selvatica; • Considerato che, di queste 11 Oasi, si intende istimirne subito n. 2, poiche Ie rimanenti 9 necessitano dell'istruttoria completa compresa l'individuazione di tutti i proprietari e/o conduttori delle aziende agricole ricomprese nei territori delle Oasi stesse, mentre per Ie Oasi "Alto Milanese"ubicata nel Comune di Legnano e "Cesano Mademo" ubicata nei Comuni di Cesano Maderno, Limbiate e Bovisio Masciago, gia istituite can provvedimenti dei rispettivi Parchi, si puo procedere da subito alIa loro istituzione;; • Ritenuto, pertanto, di provvedere, con Ia presente deliberazione, alIa realizzazione di n. 2 Oasi di protezione: Oasi di protezione di Legnano; Oasi di protezione di Cesano Mademo e di procedere altresi alIa deterrninazione dei relativi confmi perimetrali e tabellature; • Ricbiamate Ie finalita e le caratteristiche delle Oasi di protezione, che, ai sensi del1'art. 17 delia L.R. 26/93, sono aree nelle quali e vietato l' esercizio venatorio in quanto "destinate alIa conservazione dell a fauna selva tic a, col fine di favorire l'insediamento e l'irradiamento naturale delle specie stanziali e la sosta delle specie migratorie, nonche di preservare il Busso delle correnu migratorie"; • Attese Ie competenze amministrative delle Province in materia di caccia secondo quanto previsto daI1'art. 19 lettera 1) del D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267 e dall' art. 4, comma 1, lett. a) delIa L.R. 11/98, nonche la legge regionaIe de116 agosto 1993 n.26 e succ. mod. e in particolare l'art. 20 che indica la proceduraper la costituzione degli istituti di cui trattasi; • Preso atto delia Legge 241 del 7 agosto 1990 e del regolamento provinciale sui procedimenti amministrativi e sul diritto di accesso ai documenti amministrativi, approvato con deliberazioni consiliari n. 23352/1184/91 del 18.11.1997 en. 1034/1184/91 del 29.1.1998, in particolare I'art. 3, comma 3, per quanto riguarda la comunicazione agli interessati dell'avvio del procedimento ammini strativo mediante l' affissione della presente deliberazione all' Albo Pretoria dei Comuni interessati, nonche altre forme di pubblicita che comunque diano garanzia di diffusione dell'iniziativa provinciale; • Visto il parere favorevole in ordine alla regolarita tecnica/smministrativa espresso ai sensi dell' art. 49 del D.Lgs. n., 267/00 dal Direttore del Settore Sicurezza, CaccIa Pesca, Lotta all'Dsura in data 13 settembre 2005; • Dato atto delia irrilevanza del preventive parere di regolarita contabile, in quanta i1 presente provvedimento non comporta alcuna spesa a carico dell' Amministrazione; • Ddito il Relatore, a voti unanimi, resi nei modi di legge: DELIBERA 1. di istituire, per quanto esposto nelle premesse,ai sensi dell' art. 20, comma 5, delia Legge Regionale n. 26/93 e succ. mod., Ie seguenti n. 2 Oasi di protezione delIa fauna selvatica nel territorio delia Provincia di Milano individuando i confmi come segue: a) Oasi di protezione "Alto Milanese" di h'a 172 ubicata nel comune di Legnano - trattasi di zona a divieto di caccia all'intemo del PUS dell' Alto Milanese, i cui confIni interamente ricompresi nel territorio dell'AT.C. n. 2 NWOvest sana i seguenti: Nord: dal confme del Comune di Legnano (Nil) can quello di Busto Arsizio (V A) in direzione est, indi seguire sempre i confmi in direzione nord e successivamente a Est seguendo sempre i corrfini :Era 1v1IIVA nel com-tine di Ca<;;tellanzR, seV11re i ('onfiTli fra Castellanza e Legnano fino ali'abitato di Legnano; Est: dal confme di V AJMI :EraCastellanza e Le2Ilano in direzione Sud via delle Betulle indi seguire l'a~itato di Legnano fino alIa via Pace, indi seguire in direzione Sud via Pace fino alia Vla Novara; Sud: da via Pace angolo via Novara seguire quest' ultima in direzione Ovest fino al confme con il territorio di Busto Arsizio; Ovest: dall'incrocio di Via Novara con il confine del Coroune di Busto Arsizio in direzione Nord, fino al raggiungimento del confine a Nord sopra descritto; b) "Oasi di protezione denominata "Cesano Maderno ", ubicata nei territori dei Comuni di Cesano Mademo, Limbiate e Bovisio Masciago individuata dal Parco delle Groane, i cui confilli interamente ricompresi nel territorio dell' AT.C. n. 2 MIlOvest sono i seguenti: Nord: dalla Stazione di Groane Ferrovie Nord in direzione est fino Via Julia, ,indi seguire il centro abitato di Cesano Maderno sempre in direzione est sino all'incorcio con la Via Gramsci sempre deli' abitato di Cesano Mademo; Est: da via Gramsci in direzione Sud seguendo I'abitato di Cesano Mademo fino all'incrocio con corso Libertit, indi sempre in direzione Sud fino via Toscana, sempre in direzione Sud fmo al confme del Comune di Limbiate fino in via Pusterla; Sud: da via Pusterla in direzione Ovest fino all'intersezione con il confine del Comune di Bovisio Masciago, indi seguire Villa Biffi fino al centro abitato di Bovisio Masciago se2Uire quest' ultimo fino alIa rotonda di via Stelvio; Ovest: dalla rotonda di via Stelvio in Bovisio Mascia~o in direzione Nord sulla via delle Groane fino al termine del campo da cross, indi airezione Est poi seguire 1'indicazione cartografica in direzione Nord fmo al raggiungimento dell a Stazione di Groane delIa Ferrovia Nord in comune di Cesano Maderno sopra citato; 2. di provvedere, secondo quanto esposto nelle premesse, alla comunicazione dell'avvio del procedjplento amministrativo rel~tivo alle Oasi dl protc:zion~ di cui aj punti n.1. e n. 2, ~ediante l'affisslOne del presente provvedrmento all' Albo Pretono del Comum mteressatl nonche ad altra forma di pubblicita che dia garanzia di diffusione dell'iniziativa in atti;, 3. di riservarsi l'adozione di apposito provvedimento di costituzione delle Oasi di protezione, cosi come defInite dal presente provvedimento, salvo che per Ie zone per Ie quali nei successivi 60 giorni dlla comurucazione dell' avvio del procedimento amministrativo risultino pervenute opposizioni motivate da parte dei conduttori 0 proprietari dei terreni interessati, per almeno il 40 YcJ per ciascuna zona della superficie che si intende vincolare; 4. di prendere atto delle allegate n.2 tavole, facenti parte integrante delia presente deliberazione, riportanti Ie rappresentazioni cartografIche delle Oasi di protezione delle quali si propone la costituzione. Dopodiche l' Assessore al1a partita, ravvisata I'urgenza del provvedimento, prop one di dichiarare la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai sensi e per gli effetti dell' art. 134 - comma 4 _ del D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267. La proposta risulta approvata all 'unanimita. Pareri espressi sulla proposta della presente deliberazione ed inseriti nel1'atto ai sensi dell'art. 49 del D.Lgs. n. 267/00 Parere favorevole di regolarira contabile e di Parere favorevole di regolarira tecnica/amm.va cbpertura fmanziaria IL Ri\GIONIERE Data CAPO Giuseppe Cerri . Data VISTO, IL DIRETTORE DI P Lotta D otto S /0 Data ... 13.9.2005 /f. ETTO Sicurezza, Caccia e Pesca, sura SALADINI Ll.::i Letto, approvato e sottoscntto ~\c.6 IL PRESIDENTE IL SEGRETARlO GENERALE Eta iv1aUioli ........ f .'. TO ... ~fJ:~~ (!P... PUBBLICAZIOl'\"'E n sottoscritto Segretario Generale da disposizione per la pubblicazione delIa presente deliberazione, mediante affissione all' Albo Pretorio, ai sensi del 10 comma dell'art. 124 del D.Lgs. n. 267/00 can contestuale comunicazione ai Capi Gruppo Consiliari, ai sensi dell'art. 125 del D.Lgs. n. 267/00. \Sl(£ 00' , ;W.J1ano, h 1 4 SET. 2005 ~ IL SEGRETARlO GENERALE ......f.,. w..... b.~.lJ.ft~W ... . ;,.~,._-------------------------------------La presente deliberazione e stata trasmessa alla Prefettura , ai sensi dell'art. 135 del D.Lgs. n. 267/00. ~:* 4 ~} . f~Y 1{;1'l 'l~ I~* "'' ESTREMI DI ESECUTIVITA' . presente deliberazione e divenuta esecutiva: . in quanto dichiarata immediatamente eseguibile ai sensi dd 4 comma den'art 134 del D.Lgs. n. 267/00. It* per decorrenza !«!. ~~. 0 dei termini di cui a13° comma dell' art. 134 del D.Lgs. n. 267/00. = ~ ~/ f,t~," ~~Bh i~ ~l r~~~ -, I I I iI jI 1 \ REPUBBLICA ITALIANA .~~",.-/' RegioneLombardia BOLLETTINO UFFICIALE MILANO - VENERDI, 12 SETTEMBRE 2003 3° SUPPLEMENTO STRAORDINARIO Sommario C) GIUNTA REGIONALE E ASSESSORI 8 AGOSTO 2003 - N. 7114106 (5:3.1) Elenco dei proposti siti di importanza comunitaria ai sensi delia direttiva 92/43/CEE per la LomQardia, individuazione dei soggetti gestori e modalita procedurali per l'applicazione della valutazione d'incidenza. P.R.S. 9.5.7 - Obiettivo 9.5.7.2 . DELIBERAZIONE GIUNTA REGIONALE --. N -0 -0 c' Q) (J) (J) Q) ......I .J) --. o N '0 E E o o N t o Q) 2 o Q. .J:i .J) o .£ Q) c o N D Q) Q. en N N Z x x x o c c <{ H~37". ;~~~~.•.., '",--. .. 5.3.1 AMBIENTE E TERRITORIO / Ambiente / Beni ambientali e aree protette 3 Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia C) GIUNTA REGIONALE (8UR2003031 ) -3- E ASSESSORI (53 I) D.g.r. 8 ogoslo 2003 - n. 7/14106 ., 'j Elenc() dei proposti siti di importanza cOl11unitaria ai sensi delIa direttiva 92/43/CEE per la Lombardia, individuazione. dei soggetti gestori e modalita procedurali per I'applicazione della valutazione d'incidenza. P.R.S. 9.5.7 - 0biettivo 9.5.7.2 LA GIUNTAREGIONALE Visti: - la Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992e successive modificazioni (c.d. Direttiva Habitat), relativa alIa conservazione degli habitat naturali e seminaturali e delia flora e delIa fauna selvatiche, che rappresenta il principale atto legislativo .comunitario a favore delIa biodiversita:. - la Direttiva 79/409/CEE del Consiglio del 2 aprile 1979 e successive modificazioni (c.d. Direttiva Vccelli), concernente la conservazione degli uccelli selvatici; - il progetto nazionale «Bioltaly» che, in sede tecnica ha individuato, anche in Lombardia, i siti proponibili Come «Siti di Importanza Comunitaria» in base ai loro contenuti in terminidi habitat e specie di cui alle citate direttive 92/43/CEE e 79/409/CEE; - il d.P.R. 8 settembre 1997, n. 357 «Regolarnento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alia conservazione degli habitat naturali e seminaturali nonche della flora e delIa fauna selvatiche» e successive modificazioni; - la nota prot. 78887 del 18 dicembre 1996, con la quale la Regione Lombardia ha tnismesso al Ministero dell'Ambiente, Servizio Conser\iazione delIa Natura, 16 studio conclusivo nel quale sono stati individuati n. 176 proposti Siti di Importanza Comunitaria; - il Decreto Ministeriale 3 aprile 2000, con il quale il Ministero dell'Ambiente haresopubblica la lista dei proposti· Siti di importanza comunit aria (pSIC); . - il Decreto Ministeriale3 settembre 2002, con ilquale il Ministero dell'Amblente e della Tutela del Territorio ha dettato ;<Lineeguida per la gestione dei siti Natura 2000»; . Vista la lr. 27 luglio1977, n. 33 «Provvedimenti in materia di tu,telaainbientale ed ecologica», cosl come modificata dalla lettera a) del primo commadell'articolo 3 della l.r. 6 marzo 2002,n. 4 recante «Norme perl'attuazione della programmazione regio.nale e per la modifica e I'integrazione di,disposizioni legislative»; .Richiamate: . - la necessita di provvedere ad una immediata tutela delle zone proposte come SIC, cosl come ricordato piu volte da parte del Ministero dell'Ambiente e della Commissione Euiopea, inquanto la trasmissione dellalist<i del SIC proposti cia parte delle regioni al Ministero e da questi alla Comunita Europea e gill.produttiva di effetti immediati rispetto alia tutela esalvaguardia di tali siti; - la nota del Miriistero dell'Ambiente prot. n. SCN/20/2000/1248 in data 2S gennaio 2000, con la ~uale viene ribadito che, in forza delle disposizioni delI art. 10 del Trattato CE, pur nelle more delia predisposi.zione delia lista definitiva da. parte delia Commissione europea,le Regioni hanno la responsabilita, una yolta individuato un sito, di adottare «Ie opportune misure per evitare il degrado degli Habitat naturali e degli habitat di specie, nonche la perturbazione delle specie per cui Ie zone sono state individuate»; - varie procedure di infrazione a carico dei Paesi membri, compresa l'Italia, attivate dalla Commissione Europea per la mancata salvaguardia dei pSIC, alcune gill.conclusasi con la pronuncia delia Corte di Giustizia sfavorevole allo Stato Membra che non ha attuato, secondo I'art. 10 del Trattato, la conservazione cautelativa di quei valori naturalistici per i quali erano stati individuali i sill (es. Sentenza 18 marzo 1999 causa C-166/97,Sentenza 1J luglio 1996 causa C-44/95 ecc.); - diverse comunicazioni delia Commissione Europea, che hanna ribadito l'importanza, affinehe non vi siano ripercussioni anche sull'erogazione dei fondi strutturali 2000/2006, digarantire nei Piani e Programmi afferenti ai fondi stessi azioni idonee al recepimento delle direttive comunitarie suddette; 3° Suppl. Straordinario al TI. 37 - 12 settembre 2003 Rilevata l'opportunitadi affidare agIi enti gestori dei parchi e delle riserve naturali regionali la gestione dei pSIC situati, anche parzialmente, all'interno di aree protette, anche sulla base di quanto previsto dalle «Linee Guida per la gestione dei Siti Natura 2000» di cui al d.m. 3settembre 2002; Preso atto: - del parere dell'Avvocatura delia Regione Lombardia (nota A1.2003.0001131 del 13 gennaio 2003) nel quale viene ritenuto, nell'ottica di mantenere in uno stato di conservazione buono gIi habitat naturali e Ie specie delia flora e delia fauna selvatiche del territorio europeo, che esista l'obbligo di effettuare la valutazione d'incidenza prevista dal paragrafo 4 dell'articolo 6 delia direttiva Habitat, anche per i pSIC, come risulta anche dalla relazione del Parlamento Europeo, datata 17 gennaio 2001. sull'attuazione della direttiva citata; - che, con Decreto del Direttore Generale Qualita dell'Ambiente 7 marzo 2003, n. 3864 e state costituito un Gruppo di Lavoro Interdirezionale con 10 scopo di redigere Ie !inee guida sulle procedure da: adottare perla valutazione d'incidenza; - che, dagli esiti del suddetto Gruppo di Lavoro si eviden_ zia l'opportunita di attivare quanto prima un procedimento di «valutazione di incidenza», quale strumento per garantire anche provvisoriamente la salvaguardia degli habitat e delle specie dei siti nell'appIicazione di piani e interventi; Ribadito che la Regione Lombardia siriservacomunque di procedere ad una successiva rideterminazione piu puntuale dei confinidei pSIC quale esito delle attivita di monitoraggio tuttora in corso da parte delle Province; Ritenuta pertanto lanecessita di: . , - affidare agli enti gestori dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali regionali la gestione dei pSIC situati, anche parzialmente, all'interno di aree protette; - riservare a successive atto l'iridividuazione del soggetto gestore dei pSIC non ricadenti aU'interno di aree protette regionali; . - approvare Ie linee guida per i piani di gestione dei pSIC; - approvare Ie procedure per la valutazione di incidenza; - riservare a successivo atto, anche a seguito cliconfronto con gli enti gestori dei pSIC, l'approvazionedi un documento recante Ie modalita tecniche per l'effettuazione delia valutazione di incidenza; - attribuire aldirigente competente la facolta.di costituire un gruppo di lavoro interdirezionale regionale per l'esame di interventi e piani di particolare complessita da sottoporre aUa valutazione d'incidenza; Vagliate e fatte proprie Ie predette determinazioni; ad unanimita· di voti, espressi nelle-forme di legge DELIBERA 1. di approvare l'allegato A, parte integrante e sostanziale dellapresente deliberazione, contenentel'elimco dei pSIC lombardi e Ie allegate tavole I e II, in scala 1:300.000,inerenti I'individuazione cartografica dei pSIC; 2. di rend ere disponibili sui sito web delia Regione Lombardia i dati, in formato digitale, relativi ai penmetri e aile schede «Natura 2000» dei pSIC; , 3. di affidare agli enti gestori dei parchi, delle riserve e dei monumenti naturali la gestione dei pSIC situati. anche parzialmente, all'interno di aree protette; 4. di riservare a successivo atto I'individuazione del soggetto gestore dei pSIC non ricadenti all'interno di aree protette; 5. di approvare I'allegato B, parte integrante e sostanziale delia pr~sente deliberazione, contenentele «Linee guida per la gestione dei SIC e pSIC in Lombardia»; 6. di approvare I'allegato C, parte integrante e sostanziale delia presente deliberazione, contenente Ie «Modalita procedurali per l'applicazione delia valutazione di incidenza»; 7. di approvare l'allegato D, parte integrante e sostanziale delia presente deliberazione, contenente «Contenuti minimi . delia reJazione di incidenza»; 8. di pubblicare il presente atto sul Bollettino Ufficialedell" RegiQCH; LQmbardia e di dame massima diffusione. II segretario: SaJa I --.-- ~,~. Bollettino Uffzciale dellaRegione CODICE Lombardia - 10- NOME S/TO 30 SuppLStraordinario COMUNIINTERESSA TI AREA PROTETTA VILMINORE 01 SCALVE IT2060006 C92 BOSCHI DEL GIOVETIO 01 PALLINE AllONE VALLE ASININA CAMERATA CORNELLO , PARCO DELLE OROBIE BERGAMASCHE - 1.1.56115.09.89 I.r. 59/12.05.90 ..... CASSIGLIO '. SAN GIOVANNI BIANCO . INTERESSATA PARCO DELLEOROBIE BERGAMASCHE -I.r. 56/15.09.89,I.r. 59/12.05.90 BORNO IT2060007 ' ..... TALEGGIO IT2060008 VALLE PARINA . " . . VEDESETA C94 2003 - . C93 al n. 37 " 12 settembre .... DOSSENA PARCO OELLEOROBIE BERGAMASCHE - 1.1.56115.09.89 1.1.59/12.05.90 LENNA OLTRE IL COLLE RONCOBELLO SAN GIOVANNI BIANCO SERINA '. C95 - IT2060009 VAL NOSSANA - CIMA QlllFlEM - -- . ARDESIO . . > PA8CO DELLE OROBIE-BERGAMASCHE -1.1.56/15.09.89L1.·59/12.05.90 GORNO OLTRE IL COLI.E ONETA . PARRE . PREMOLO _ C96 IT2060010 VALLE DEL FREDDO . ! . ENOINE GAIANO " . \ . " RISERVA NATURALE VALLE DEL FREDDO,- d.c.;' 2015/25.03.85 - PIANICO . SOLTO COLLINA . . . SOVERE C97 IT2060011 CANTO ALTO E VALLE DEL GIONGO AlliNO . LOMBARDO .. . PARCO DEI COLLi 01 BERGAMO -1.1. 36/18.08.77 PONTERANICA SEDRINA SORISOLE VILLA D'ALME ZOGNO . C98 IT206oo12 BOSCHI DELL'ASTINO E DELL'ALLEGREZZA BERGAMO PARCO' DEI COLU 01 BERGAMO -1.1. 36/18.08.77 C99 IT2060013 FONTANILE BRANCALEONE CARAVAGGIO RISERVA NATURALE FONTANILE BRANCALEONE - d.c.1. 1894/5.02.85 C10D IT2060014 BOSCHETIO DELLA CASCINA CAMPAGNA PUMENENGO PARCO DELL'OGUO NORD -1.1. 18/16.04.88 C101 IT206oo15 BOSCO DE' L'ISOLA ORZINUOVI PARCO DELL'OGUO NORD -1.1. 18/16.04.88 RoccAFRANCA SONCINO C102 IT2050001 '. TORRE PALLAVICINA '0 PINETA 01 CESATE· CESATE PARCO DELLE GROANE -1.1. 31/20.08.76 GARBAGNATE MILANESE UMBIA TE . SOLARO C103 IT2050002 BOSCHI DELLE GROANE BARLASSINA CERIANO LAGHETIO CESANO MADERNO COGUATE LAZZATE LENTATE SUL SEVESO MISINTO SEVESO SOLARO C104 IT2050003 VALLE DEL RIO PEGORINO BESANA IN BRIANZA PARCO DELLA VALLE DEL LAMBRO - 1.1.82/160983 CORREZZANA LESMO . TRIUGGIO . C105 IT2050004 VALLE DEL RIO CANTALUPO TRIUGGIO . PARCO DELLA VALLE DEI. LAMBRO - 1.1.82/16.09.83 C106 IT2050005 BOSCHI DELLA FAGIANA BOFFALORA SOPRA TICINO PARCO LOMBARDO DELLA VALLE DEL TICINO -I.r. 219.01.74 ' •• - I Bollcttino Uffieiale delia Regione Lombardia Allegato B «Linee Guida per la gestione dei SIC e pSIC in Lombardia» - 14- 3° Supp!. Straordinario al n. 37 - 12 settembre 2003 in particolar modo la materia urbanistica e il decentramento in attuazione delia "riforma Bassanini» d.lgs. 112/98 ed alia successiva modifica del Titolo V delia Costituzione). A questi livelli il piano e 10 strumento che determina l'uso di tutte Ie risorse presenti in un dato territorio e di conseguenza la pianificazione integrata e quella che puo maggiormente considerare I'insieme delle esigenze di tutela e ,valorizzazione dei sistemi ambientali. Gli interventi e le attivita previsti, regolamentati dai piani di gestione dei SIC e pSIC 0 dagli strumenti pianificatori territoriali vigenti rico,nosciuti sufficienti a realizzare Ie finalita delia Direttiva 92/43/CEE, non richiedono la Valutazione d'Incidenza prevista dall'art. 6 delia suddetta Direttiva. Come indicato dal Decreto Ministeriale del 3 settembre 2002, scopo delia direttiva 92/43/CEE none solamente quello di individuare iI modo migliore per gestire ciascun sito, ma anche quello di costituire con I'insieme dei siti una «rete coerente», ossia funzionale alia conservazione dell'insieme di habitate di specie che Ii caratterizzano. ' Di cOJ,1seguenzal'analisi di un sito, per il quale devono essere individuate misure di conservazione ed eventualmente elaborato un piano di gestione, deve comprendere la sua collocazione nel quadro delia rete. Quest'ultima infatti non deve essere unsemplice assemblaggio di siti, ma una selezione di Iter logico-decisionale per la scelta del piano di gestione aree in cui sia possibile la conservazione delia specie e/o delAttivita conoscitive preliminari I'habitat di interesse comunitario. Cia significache la rete Natura 2000 non intende sostituirsi Occorre innanzitutto l'inventario delle previsioni normative alia rete dei parchi, ma con questa integrarsi per garantire la riferite ai SIC epSIC considerati (racccigliere tutti gli elemenpiena funzionalita, di un certo numero di habitat e l'esistenza ti di natura legislativa, regolamentare, amministrativa;pianidi un determinato insieme di specie animali e vegetali. ficatoria, programmatoria e contr'ilttualeche riguardano Ie aree, con riferimento alIa 10m disdplina d'uso). Pertanto, una gestione dei siti delia rete coerente con gli obiettivi che si prefigge la direttiva e legata, oltre che aile azioe Se l'area del SIC 0 pSIC considerato e intern a aun'area ni indirizzate sui singolo sito, ad una gestione integrata delnaturale protetta, occorre verificare se gli strumenti di prote" I'intero sistema, la cui capacita di risposta puo attenuare 0 zione interni dell'area protetta siano sufficienti a mantenere ampliare glieffetti di tali azioni .. 'in uno stato di conservazione soddisfacente gli habitat ele ,L'art,6,insieme ali'art. 8 che prevede il cofim!nziamento ~ ,specie per il quale il sito e state individuato (strumenti di pianiiicazione vigenti per l'are'a ~proiei:ta,-regolamenti, piani di delle misute essenzialiper iI perseguimento degli obiettivi gestione, discipline 0 zonizzazioni previste per Ie aree in quedelia direttiva, contiene iI quadro generaleper la tutela dei stione).' , siti Natura 2000 e comprende disposizioni propositive, preventive e proeedurali .. " Se l'area del SIC 0 pSIC e esterna ad aree naturali protette L'eventuale piano di gestione di un sito e strettamente coloccorre verificare Ie mis~e di conservazione obbligatorie elegato aliafunzionalita, dell'habitat e alla presenza delia speventualmente gia esistenti, (piani urbanistico-territoriali, pia~ ni dibacino, piani per singole risorse (estrattive, acque, coste, cieche ha dato origine al sito.stesso. Cia significa che se eventualmente l'attualeuso del suolo ela pianificazione ordinaria fauna, foreste, ecc.), altri strumenti di pianifica.zione previsti dalia legislazioJ:le vigente). non compromettonotale funzionalita, il piano di gestiqne si identifica' unicamente nella necessaria azione di monitoragSe queste sono sufficienti al m<intenimento in uno s13to di gio. La strategia gestionale da mettere in atto, dovra tenere conservazione soddisfacente dell'habitat 0 deli'habitat di speconto delle esigenze di habitat e specie presenti nelsito preso cie richiesto dalla direttiva, il sitonon richiede ulteriori misuin,considerazione, in riferimento anche aile relazioni esistenti re specifiche di conservazione, ferme rest,mdo Ie atiivita. di a scala territoriale. Lapeculiarita dei pi ani di gestione dei siti monitoraggio e valutazione riferite aile specifiche aree di intee Natura 2000 che «non sono sempre necessari, ,ma, se usati, resse comunitario. ' devono tenere conto delle particolarita di ciascun sito e di Se, gli strumenti di pianificazione gia esistenti non sono tutte Ie attivitapreviste. Essi possono essere d.ocumenti a se sufficienti al mantenimento in uno state di conservazione stanti oppure essere iricorporati in altri eventuali pi ani di svisoddisfacente dell'habitat odell'habitat di specie richie:;to luppo». dalla direttiva occorrera innanzitutto prowedere ad integrarli Attua1mente, gli strumenti di pianificazione urbanistica e (sono predisposti ed inseriti una serie di elementi contenutiterritoriale con\(enzionali, a diversa scala, non sempre garansti,ci all'interno di altri strumenti di pianificazione esistenti 0 tiscono ,I'integrazione degli obiettivi ambien13li nella pianifiin itinere: ad esempio, piano del parco 0 delIa riserva; piano cazione territoriale. territoriale di coordinamentoo paesistico; piano strutturale Uno dei principali indirizzi proposti da questeLinee Guida a regolatore; piano' di assestarnento forestale; ecc.) per poi e la necessiffidi integrare l'insieme delle misure di conservaprendere in esame la possibilita di realizzare un piano di gezione con la pianificazione ai diversi livelli di governo del terstione del pSIC come strumento di pianificazione a se stante. ritoria ,(intern,az,iO,nale" nazionale, locale) secondo quanto Struttura del piano di gestione per un SIC 0 pSIC previsto dail'art. 6, paragrafo 1, direttiva Habitat: per Ie zone speciali di eonservazione, gli stati membri stabiliseono Ie misuL'art. 6 delIa direttiva Habitat evidenzia lapeculiarita dei re di conservazione necessarie ehe implieano, all'oceorrenza, piani di gestione dei siti Natura 2000 nel 'considerare in modo appropriati piani di gestione, specifiei 0 integrati ad altri piani comprensivo Ie caratteristiche ecologiche e socio-economiche di ciascun sito .. di sviluppo. La parola «all'occorrenza» indica che ipiani di gestione non deb bono essere considerati obbligatori, ma mi_ I siti Natura 2000 compreJ:ldono una moltitudine di situasure da predispbrre se ritenute necessade per realizzare Ie zioni sia dal punta di vista ecologico, sia da queUo socio-ecofinaliffi della direttiva. Nell'interpretazione'offerta dalla gllida nomico, sia per quantoriguarda Ie condizioni attuali di pianidelia Commissione Europea, i piani di gestione, una volta ficazione territoriale. A seconda di queste caratteristiche, gli predisposti, hanna priorita logica rispetto aile altre misure di enti preposti all'impJementazione del piano di gestione valuconservazione: se i piani di gestione sonoseelti da uno state teranno in che misura applicare 10 schema,redazionalequi membro, sara logieo stabilirli prima di proeedere aile altre miproposto: in particolare, quali aspetti privilegiare e se inserirsure menzionate all'art. 6, paragrafo 1, in partieolare Ie misure 10 0 menD in esistenti strumenti di pianificazione territoriale. eontrattuali . L'obiettivo di Natura 2000 e di man tenere in uno state di Perche possa esplicare il suo carattere di strumento territoconservazione soddisfacente, primariamente attraverso siti riale da adottarsi per la gestione di tutti i siti appartenenti «dedicati», il patrimonio di risorse di biodiversita rappresenalia rete Natura 2000, 0 per particolari categorie di questi, il tate dagli habitat e dalle specie d'interesse comunitario. Nella piano di gestione dovra avere un iter formativo e procedurale maggior parte dei casi, i singoli siti contengono solo una picprevisto dalla legislazione urbanistica regionale 0 dai livelli cola parte di tali risorse, che si trovano distribuite su un vasto di pianificazione sovraordinata. dominio territoriaJe (tanto nella rete Natura 2000 che nei terI livelli di governo del territorio con cui un piano di gestioritori esterni). Solamente una minoranza di habitat IE specie ne deve integrarsi 0 a cui fare riferimento sono: la Provincia si ritrova su un dominioterritoriale poco esteso (centinaia/ e/o I'area metropolitana, laddove a questa e assegnato un ruomigliaia di ettari), spesso frammentato, all'interno di uno 0 10 pianificatorio; il bacino idrografico per quanto previsto nelpo chi siti. In ogni caso, la gestione di un sito, qualunque sia la L 183/89;1a Regione per quanta riguarda Ie sue attribuzioni il suo contributo nella rete, deve rispondere a un unieo obblidirette (piani di settore, programmazione finanziaria, uso dei go di risultato: salvaguardare l'efficienza e la funzionalit~ ecofondi strutturali,normative di settore e di carattere generale, logica degli habitat e/o specie aile quali il sito e «dedicato» e Bollettino Ufficiale, della Regione Lombardia - 15- contribuendo cos! a scala locale a realizzare Ie finalita generaIi delia direttiva. A tale scopo e necessario tradurre il concetto di stato di conservazione soddisfacente dell'habitat/specie a scala di rete (vedi art. Ie-i, direttiva Habitat) in parametri rilevabili a scala di sito, che forniscano indicazioni circa Ie condizioni di conservazione delia risorsa d'interesse (indicatori). Metterein relazione gli indica tori proposti con un ambito di. variazione di «condizioni favorevoli», ovvero identificare soglie di criticita rispetto alle quali considerare accettabilile variazioni degli indica tori per la conservazione' degli habitat/specie nel sito, rappresenta il passo successivo. Cia al fine di utilizzare, nel corso dei cieli di gestione, il monitoraggio degli' indicatori per verificare il successo delia gestione stessa. Gli indicatori relativi ai fattori ecologici devono essere individuati in base aile caratteristiche specifiche del sito. E~si, modulati per tipologia di sito, sono proposti in un manuale di orientainenti gestionali predisposto dalla Direzione Conservazione delia Natura del Ministero dell'Ambiente e delia Tutela del Territorio. I~Quadro conoscitivo relativoalle caratteristiche del sito La prima parte del piano consta del «quadro conoscitivo» del sito e del paesaggio circostante, ove rilevante per Ie finalita del piano stesso. II «quadro conoscitivo» riguarda Ie seguenti componenti: . A) fzsica; B) biologica; C) socio-economica; D) archeologica, architettonica e culturale; E) paesaggistica. Le cinque componenti sono descritte sulla base delle conoscenze pregresse e, ove Ie risorse finanziarie 10consentano, di studi aggiuntivi. Le conoscenze pregresse sono costituite da pubblicazioni scientifiche, rapporti tecnici e statistici ed elaborazioni cartografiche. A) Descrizione fisica del sito La descrizione fisica del sito consta di: - descrizione dei contini; - clima regionale e locale; - geologia e geomorfologia; - substrato pedogenetico e suolo; - idrologia. B) Descrizionebiologica del sito La descrizione biologica del sito e incentrata sulle specie e sugli habitat (0 quando cia sia sensato dal punto di vista gestionale, s·u raggruppamenti di habitat) per i quali il sito e stato individuato. i) II priino passo e la verifica e l'aggiornamento dei dati di presenzariportati nelle schedeNatura 2000. Ii)Segue una ricerca bibliografica esaustiva delia letteratura scientifica rilevante suI sito. -- . iii) Seguono gli studi di dettaglio checonstano di un atlante del territorio (del situ ed eventualmente del paesaggio circostante) composto da alcune mappe tematiche e delle liste delle specie vegetali e animali presenti. La scala dell'atlante e da definirsi essenzialmente sulla base dell'estensione del sito. L'atlante e compos to dai seguenti tematismi, la cui selezione e subordinata aile necessita ed opportunita di ciascun casu in esame: ' * usa del territorio; questa carta e ottenutatramite interpretazione diimmagini telerilevate (preferibilmente ortofoto) e validazione in campo ad opera di esperti. L'obiettivo e di mappare tutti gli habitat presenti, come codificati nell'allegato alia direttiva Habitat, e l'uso del suolo (inelusi i valori archeologici e architettonici); * distribuzioni reale e potenziale delle specie floristiche in allegato II e IV alia direttiva Habitat e delle specie di interesse nazionale, sulla base di rilievi di campo e, ove esistenti, di riferimenti bibliografici; * distribuzioni reale e potenziale delle, specie zoologiche elencate negli Allegati delle Direttive Comunitarie di riferimento, e delle specie di interesse nazionale; una particolare atten-' zione dovra essere prestataalla localizzazione dei siti di riproduzione, di svernamento e di sosta delle specie di interesse, nonche aile aree ad elevata ricchezza di specie; * fitosociologia (di tutto il sito 0 di alcune aree campione) secondo l'approccio sinfitosociologico, capace di evidenziare oltrealla·si tuaz·ione,realeanG:he,qlJleUa,potenziale. 3° Supp!. Straordinario aln. 37 c 12 settembre 2003 Le liste delle specie botaniche e zoologiche sono messea punto sulla base delia bibliografia esistente e di rilievi di campo ad hoc. Tali Iiste possono fornire informazioni quantitative 0 semiquantitative circa l'abbondanza delle singole.specie o Iimitarsi a segnalarne la presenza. Sono evidenziate Ie specie degli allegatidelle Direttive Comunitarie di riferimento, Ie specie prioritarie, Ie specie appartenenti alla lista rossa nazionale e quelle protette da convenzioni internazionali: * lista delle specie botaniche in allegato alla direttiva Habitat e altre specie di interesse nazionale; * Iista delle specie zoologiche in allegato alia direttiva Habitat e alla direttiva Uccelli e altre specie di interesse nazionale. C) Descrizione socio-economica del sito La fase di inventario socio-economico identifica i fattori esistenti 0 potenziali che si suppone possano iDfluenzare (positivamente 0 negativamente) la conservazione degli habitat e delle specie di interesse pre senti nel sito. Anche questa inventario e costituito dall'atlante (insieme di tematismi socio-economici) e da raccolte di informazioni specifiche. Questa parte dell'atlante contiene i seguenti tematismi: - aree protette, suddivise per tipologia come riportato nell'elenco ufficiale delle aree protette; - altri vincoli ambientali (paesaggistico, idrogeologico, ecc.); .. , - uso del suolo (gia contenuta nell'inventario biologico); - mappa catastale 0 almeno definizione di macrozone de-maniali, pubbliche 0 private ove possibile; - aree di programma per l'adozione di· misure agro-ambientali(Piano di sviluppo Rurale). Le ulteriori informazioni ineludono: - inventario dei soggetti amministrativi e gestionali che hanno competenze suI territorio nel quale ricade il sito;- inventario del piani, progetti, politiche settoriali,che interessano il territorio nel quale ricade il situ; - inventario delle tipologie di fondi (comunitari e di altrafonte) potenzialmente utilizzabili per il sito; -inventario e valutazione dell'intensita delle attivita umane presenti all'inferno del sito: agricoltura, selvicoltura, ittiocoltura, allevamento, pascolo, caccia, pesca commerciale, pesca sportiva, commercio, artigi;anato, turismo, servizi (in parte mapp'abili nell'atlante dell'uso del territorio); - inventario delle regolamentazioni legate ai vincoli esistenti suI territorioein generaIe aile attivita ·antropiche (ad esempio, norme sta'tutarie, usi civic!). Per meglio comprendere Ie possibilita di accoglienza e di successo delle misure di conservazione, e comunque necessario chiarire se Ilel sito esistao menu popolazione equal! sian9 idiversi gruppipresenti, in base aile loro condizioni economi, che, alia loroattitudine nei confronti delie azioni individuate (attivamente positive, passive, negative per ignoranza, negative per scelta)' e aile loro motivazioni. Cio puo essere ratto anche tramite interviste presso gli uffici comunali e i soggetti - -irrrormati. . Indicatori consigliati (rdativamente ai Comuni nel cui territorio ricade il sito considerato): - numero di persone impiegate e flussi economici per settore; - variazioni demografiche (es. variazione delia popolazione residente); - tasso di attivita totale delia popolazionein eta lavorativa (occupati/non occupati in eta lavorativa); - tasso di disoccupazione giovanile; _ tasso di scolarita (scuola dell'obbligo, scuola superiore, universita); - presenze turistiche per abitante e per lan'. D) Descrizione dei valori archeologici, architettonici e culturali presenti nel situ Questa parte di inventario identifica i valori archeologici, architettonici e culturali, comprese Ie sistemazioni agrarie e forestali tradizionali, la cui tutela si suppone possa interagire con la conservazione degli habitat e delle specie di interesse presenti nel sito. Questa parte dell'atlante condene i seguenti tematismi: aree archeologiche;- beni architettonici e archeologici sottoposti a tutela e eventuali aree di rispetto. Le ulteriori informazioni includono Ie prescrizioni relative a tali aree 0 beni derivanti dalla normativa nazionale di riferimento e dagli strumenti di pianificazione esistenti. E) Descrizione del paesaggio II paesaggio assume una importanza del tutto particolare in quanto, dopo la firma delia Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, ottobre 2000), la rete dei paesaggi europei sara la prossima tappa per la conservazione delia cjiversita ,bioI0gica.ecculturale-.,ll,i*lewggie, nen-s-ara,quilildi,valutato, in .•...•. Bo/lettino Ufficiale della Regione Lombardia - 16- termini esclusivamente percettivi, ma sara considerato come sintesi delle caratteristiche e dei valori fisici, biologici, storid e culturali. Poiche Ie popolazioni animaJi e vegetali e gli habitat presenti all'intemo del sito rappresentano una unita gestionale che non puo essere considerata isoJata rispetto ad un contesto tenitoriale pili ampio, e necessario individuare un'area circostante in cui indagare determinate caratteristiche, funzionalmente collegate al sito. Data ]a molteplicita degli aspetti .ecologici e gestionali da considerare, risulta impossibile definire a priori l'ambito spaziale da considerare sulla base di principi ecologici: la scelta dell'estensione delia fascia da considerare andra quindi calibrata sulla base della fattibilita (risorse finanziarie disponibili) e delle caratteristiche di ciascun sito e dell'ambito tenitoriale in cui esso si colloca. 2) Analisi: valutazione e specie delle esigenze ecologiche di habitat Realizzato il quadro conoscitivo del sito, occorre: • a) mettere a fuocale esigenze ecologiche delle specie e delle biacenosi degli habitat di interesse comunitario; b) utilizzare gli indicatori che co~sentano di valutare se Ie specie e gli habitat per i qua]i il sita e stato individuato versino in uno stata di conservazione favorevole e che cansentana di valutarne l'evoluzione; c) valutare l'influenza sui suddetti indica tori da parte dei fattori bialdgici e sacia-ecflHomiciindividuati nel. quadro co~ noscitivo del sita .. 3) Obiettivi 3° SuppJ. Straordinario Questa fase cansiste nella messa a punta delle strategie gestionali di massima e delle specifiche azioni da intraprendere, unitamente ad una va]utazione dei costi che devano suppor. tara tali azioni .edei tempi necessari' per 1a lora realizzaziane . I risultati dowanna esseremonitorati periodicainente tramite gli indicatari di cui ai paragrafi precedenti. Cio cansentira di valutare l'efficacia della gestiane ed eventualmente modificare la strategia .. --- . --- 2003 Allegata C Si individuano di seguita ]e modalita procedurali per l'applicazione della valutazione d'incidenza di cui alladirettiva 92/43/CEE e suce. mod. nonche del d.P.R. n. 357/1997 e succ. mod. Definiziani Ai fini del presente atto con il termine di: incidenza significativa si intende la probabilita che un piano a un intervento ha di produrre effetti sull'integrita di .un S}C 0 pSIC; la determinazione della significativita dipende dalle particolarita e dalle condizioni ambientali del sito; incidenza negativa si intende ]a possibilita di un piano 0 un intervento di incidere significativamente su un SIC 0 pSIC, arrecando effetti negativi sull'integrita del sito, nel rispetta degli obiettivi della rete Natura 2000; incidenza positiva si intende la possibilita di un piano 0 un intervento di incidere significativamente su un SIC a pSIC, nan arrecando effetti negativi sull'integrita del sito, nel rispetto. degli abiettivi della rete Natura 2000; . valutazione d'incidenza positiva si intende I'esito di una procedura di valutazione di un piano 0 di un intervento che abbia accertato l'assenza di effetti negativi sull'integritadel SIC 0 pSIC (assenza di incidenza negativa); valutazione d'incidenza negativa si intende l'esito di una procedura di valutazione di un piano. 0 di un intervento che abbiaaccertato.la presenza di effetti negativi sull'integrita del _ SIC 0 pSIC. SezioniI Una volta individuati i fattori di maggiar impatta, e quindi i problemi, doyranno essere formulatigli obiettivi gestionali generali .(ad eserupia; migliarare la qualita delle acque per Ie specie acquatiche, impedire l'interramenta di zone umide, allungare i cieli c!i utilizzazione delle risorse boschive) e gli obiettivi df dettaglfa; Vanna inoltre evidenziati eventuali obiettivi conflittuali (ad esempio, esigenze canflittuali tra due specie animali a tra una di queste e l'evoluzione delle componenti vegetali) e vanna definite Ie priorita d'intervento sulla base di valutaziani strategiche .che rispettina Ie finalita istitutive del sito. \ .... 4) Strategia gestionale a] n. 37 - 12 settembre - Piani Articolol Contenuti dei piani inrelazione ai SICa pSIC 1. I proponenti di piani terntoriali, urbanlstici e di settare, ivi compresi fpianiagricolie faunistico-venatori e Ie lorovarianti, predispangonouno studio per individuare e valutare gli effetti che iI piano pub avere suI sito, tenuto 'conto degli obiettivi di conservazione del medesimo. Tale studio deve i1lustrare gli effetti diretti 0 indiretti che Ie previsiani pianfficatarie possono campartare sui .siti evidenziando Ie madalita adattateper rend ere campatibiliJe previsianicon Ie esigenze di salvaguardia. Lo studio. dovra camprendere Ie misure di mitigaziane e di campensaziane che iI.piana adotta oprescrive di adottare da parte dei soggetti attuatori. 2. La studio., di cui al comma 1, dovra avere i cantenuti minimi di cui all'Allegata D - sez. Piani della presente deliberazione redatti ai sensi dell'allegato G del d.P.R. 357/97. . 3. Qualara i SICo pSIC ricadana all'interno di aree protette ai sen~i deIla legge 394/91, si applicano Ie misure di canservaziane per queste previste dalla narmativavigente, come prevista dal d.P.R.357/97. . Articolo 2 Procedure di valutazione di incidenza 1. Gli atti di pianificaziane, sona presentati, nel casa di piani di rilevanza regianale, provinciale e camunale, fatto salva quanta previsto al comma 6, carredati di istanza e unitamente aIlo studio. di cui all'art. 1, pena l'inammissibilita, alla Regicine Lambardia - D.G: Qualita dell'Ainbiente, quale Autarita Campetente che, mediante I'istruttoria, valuta gli effetti che iI piano puo avere sui siti, tenuta cantadegli obiettivi di canservazione dei medesimi e farmalizza l'esito deIla valutaziane d'incidenza. Gli elabarati di piano e 10. studio. davranno essere consegnati in numera di quattro copie di cui una su supporta informatica. 2. L'istruttaria per]a valiltazione d'incidenza, da effettuarsi sulla base degli elementi cantenuti nell'atta di pianfficaziane, unitamente aIla studio. di cui all'art. 1, e finalizzata ad evitare che l'attuazione delle previsiani di piano. pregiudichi l'integrita dei siti, tenuta canto. degli obiettivi di canservaziane degli habitat e delle specie presenti. 3. LaRegiane Lombardia - D.G. Qualita dell'Ambiente, si esplime, nei termini previsti dal d.P.R. 357/97 e successive modificazioni, mediante atto dirigenziale. La D.G. QU,alita dell'Ambiente puo chiedere una sala volta integraziafli. Ne] casa in cui siano richieste integraziani, i] terrnine per ]a valutazione d'incidenza decorre nuovamente dalla data in cui Ie integrazioni pervengana alla D.G. Qualita Ambiente. 4. L'amministraziane competente all'appravazione dei piani di cui al comma 1 acquisisce preventivamente la valutazia- ! I Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia - 17- ne d'incidenza espressa dalla D. G. Qualita dell'Ambiente ed individua Ie modal ita piuoppor):une per la consultazione del pubblico. 5. Qualora il PTC provinciale sia state approvato, secondo Ie procedure previste dai commi precedenti can valutazione d'incidenzapositiva, la valutazione d'incidenza dei piani regolatoi-i generali comunali e effettuata dalla Provincia competente in sede di veri fica di compatibilita ai sensi dell' art. 3 commi 18 e 19 delia l.r. 5 gennaio 2000 n. 1. 6. In assenza di P.T.c.P. approvati can valutazione d'incidenza positiva, I'approvazione del P.R.G. comunale dovra tenere canto del parere in merito alla valutazione d'incidenza espresso dalla D.G. Qualita dell'Ambiente. 7. Nel caso di piani che interessino siti di SIC a pSIC, rica~ denti in tutto 0 in parte all'interno di aree protette ai sensi della l.r. 86/83, la valutazione d'incidenza di cui ai commi precedenti viene espressa previo parere obbligatorio dell'ente di gestione dell'area protetta. 8. La valutazione dell'incidenza delle variimti a PRG comunali, ai sensi della !.r. 23 giugno 1997 n. 23., che interessino SIC 0 pSIC,e effettuata dal comune. L'esito di tale valutazione dovra essere espressa nell'atto di approvazione della variante stessa, tenuto canto del comma precedente. Articolo 3 Effetti della valutazione di incidimza sui piani . 1. L'approvazione dei piani, per Ie parti contenenti Ie previsioni di cui all'art 1, e condizionata all'esito positivo delia va: lutazione di incidenza espresso a seguito dell'applicazione della procedura di cui all'art. 2, tranne nei casi e can Ie modalita previsti dall'art. 4. 2. La D.G, Qualita dell'Ambiente; nell'atto dirigenziale: a) puo inipartire Ie opportune prescrizioni relative all~ modalita di progettazione e di realizzazione degli interventl, previsti dallo strumento di pianificazione, COS! ammessi; b) specifica, anche sulia base dellivellodi approfondimento degli atti di pianificazione e dello studio di cui all'art. 1, quali interventi e/o previsioni del piano siano 0 menD soggetti a valutazione di incidenza. 3. L'adeguamento dei P.R.G. ai piani sovracomunali, approvati can valutazione d'incidenza positiva, non e soggetto a valutazione di incidenza. , Conclusioni Articolo 4 negative della valutazione di incidenza Qualora, no no stante Ie conclusioninegative della valutazione di incidenza sui sito ed in mancanza di soluzioni alternative possibili, il piano debba essere reaIizzato per motivi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale ed economica, Ie amministrazioni competenti adottano ogni misura compemiativa necessaria per garantire la coerenza globale della rete «Natura 2000», coadiuvate dalla D.G. Qualita dell'Ambiente che potra fornire indiCazioni.in tal senso,.e ne danno comunicazione al Ministero dell'ambiente e delia tutela del territorio. Articolo 5 Norme transitorie 1. I piani gia adottati all'entrata in vigore del presente provvedimento, devono essere integrati da parte del proponente can 10 studio di cui all'art. 1, in modo che l'atto di approvazione del piano sia comprensivo delia procedura di valutazione di incidenza. 2. I pi ani att~almente in vigore, approvati dopa la pubblicazione del d.m. 3 aprile 2000, devono essere verificati dalle Amministrazioni competenti per l'approvazione e, se ritenuti in contrasto con gli obiettivi di conseI\iazione dei SIC a pSIC, soggetti alia procedura di valutazione d'incidenza ai sensi dell'art. 1. 3. I criteri attuativi delia direttiva 2001/42/CE sulla valutazione ambientale di piani e programmi individueranno Ie modalita di integrazione can Ie procedure di cui all'~rt. 2. Sezione II - Interventi Articolo 6 Procedura di valulazione di incidenza degli inlervenli 1. I proponenti di interventi, non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat pre senti nei SIC 0 pSIC, 3° Supp!. Straordinario al n. 37 - 12 settembre 2003 ma che possono avere incidenze significative sugli stessi, singol;:mnente 0 congiuntamente ad altri interventi, predispongono uno studio per individuare e valutare i principali effetti, diretti ed indiretti, che l'intervento pub avere sui siti, accertando che non si pregiudichi la loro integrita, relativamente agli obiettivi di conser:vazione degli habitat e delle specie presenti. Lo studio dovra comprendere Ie misure di mitigazione e di compensazione che il progetto dell'intervento adotta 0 prescrive di adottare da parte del soggetto proponente. 2. II progetto definitivo dell'intervento e presentato corredato d'istanzae unitamente allo studio di cui al comma 1, pena I'inammissibilita, all'ente gestore del SIC 0 pSIC 0, nel caso esso non sia ancora state individuato, alia Regione Lombardia - D.G. Qualita dell'Ambiente, quale Autorita Competente che valuta gli effetti che l'intervento puo avere sui siti di Rete Natura 2000, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi e formalizza I'esito delia valutazione d'incidenza. Gli elaborati progettuali e 10 studio dovranno essere consegnati in numero di quattro copie di cui una 5U supporto informatico. 3. La studio, di cui al comma 1, dovra avere i contenuti minimi di cui all'allegato D - sez. Interventi della presente deliberazione, redatto secondo gli indirizzi dell'allegato G del d.P.R. 357/97. 4. L'istruttoria per la valutazione d'incidenza, da effettuarsi sulla base degli elementi contenuti negli elaborati progettuali e nella studio di cui ai commi precedenti, e finalizzata ad evitare che la realizzazione dell'intervento pregiudichi l'integrita dei SIC o'psrc, tenuto conto degli obiettivi di conservazione degli habitat edelle specie presenti. 5. L'ente gestore del sito 0, in attesa dell a loro individuazione, la Regione Lombardia -,D.G.Qualita delI'Anibiente, si esprime in merito alla valutazione d'incidenza, mediante atto nei termini previsti dal d.P.R. 357/97 e successive modificazioni e pub chiedere una sola volta integrazioni al proponente delI'intervento. Nel caso in cui siano richieste integrazioni, il tennine per l'espressione in merito alla valutazione d'inciliienza decorre nuovamente dalla data in cui Ie integrazioni' pervengono all'ente gestore del sito. 6. Gli interventi che contengono solo previsioni di: opere interne, manutenzione· ordinaria, straordinaria, di restauro, di risanamento conservativo e di ristrutturazione edilizia, che noncomportino aumento di volumetria e/o di sUJ?erficie e/o modi fiche di sagoma, sono esclusi 'dallaprocedura di cui al comma 1 del presente arti-colo, a condizione che. il soggetto proponente a il tecnico incaricato dichiarino, ai sensi degli artt. 38 e 47 del d.P.R. 445/2000, che gli interventi proposti non abbiano, ne singolarmente ne congiuntamente ad altri interventi, incidenze significative sui SIC a pSrc. Sono fatte .salve specifiche e P;lrticolari necessita evidenziate dai piani di gestione dei siti di Rete Natura 2000. 7. L'ente gestore del sito trasmette alia Regione Lombardia - D.G. Qualita dell'Ambienfe Ie determinazioni, corredate di il.p.eguata cartografia,assunte in merito alla valutazione d'incidenza ed una relazione sintetica annuale. Articolo 7 Procedura di valutazione di incidenza di inlervenli sOlloposli a valulazione d'impallo ambienlale regionale 1. Per interventi che interessano SIC 0 pSIC rientranti nella disciplina di cui al d.P.R. 12 aprile 1996 e alia l.r. n. 20/1999 e successive modificazionl, siapplica la seguente casistica: a) in presenza di progetti sottoposti a screening ex d.P.R. 12 aprile 1996, la valutazione d'incidenza e di competenza delia D.G. QuaJita dell'Ambiente ed e posticipata all'esito delIa procedura di verifica di esclusione dalla VIA. N.el caso di esclusione dalla V.I.A. si rimanda ai disposti di cui all'articolo 6. b) In presenza di progetti soggetti a V.LA. regionale la Valutazione d'incidenza e ricompressa nell'ambito delia procedura di V.LA. mediante apporto specialistico delia D.G. Qualita dell'Ambiente nell'ambito del Gruppo di Lavoro regionale costituito per la V.LA. In tal senso la V.LA. considera anche gli effetti diretti cd indiretti degli interventi sugli habitat e sullc specie per i quali i siti sono stati individuati. A tal fine 10 studio di impatto ambientale deve fare riferimento ancheagli indirizzi dell'allegato G del d.P.R. 357/97 e suce. mod. e comprendere gli elementi di cui all'allegato D sez. Interventi del presente atto. I prowe<;limenti emanati ai sensi delia l.r. n. 20/1999 e Slice. Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia - 18- mod. sono comprensivi delle determinazioni inerenti la valutazione di incidenza. ArticoIo 8 Effetti della valutaz.ione di incidenz.a sugli interventi 1. L'approvazione degli interventi di cui all'art. 6, e condizionata aU'esito positivo delia valutazione di incidenza espresso a seguito dell'esito delia procedura di cui agli articoli precedenti, tranne nei casi e con Ie modalita previsti daIl'art. 9. Le Arnministrazioni competenti all'approvazione degli interventi possono impartire Ie opportune prescrizioni relative aile modalita di progettazione e di realizzazione degli interventi cos! ammessi e individuano Ie modalita piu opportune di consultazione del pubblico. L'esito delia valutazione di inddenzadeve essere esplidtato neIl'atto di approvazione degli interventi. Articolo 9 Conclusioni negative della valutaz.ione di incidenz.a > 1. In caso di conclusione negativa delia valutazione d'inci~ denza, di cuiagli artt. 6e 7, si rimanda a quanto previsto dai commi 9 e 10 dell'art. 5 del d.P.R. 357/97 e successive modifiche ed integrazioni. Le comunicazioni di cui ai commi ge 10 dell'art. 5 del d.P.R. 357/97 dovranno essere trasmesse,_ per conoscenza, anche alla RegioneLombardia D.G. Qualita dell'Ambiente ... - Nell'eventuaiiUcche l'intervento venga comunque-apRfovato, I'entegestore del sito potrafornire Ie indicazioni affiriche vengano adottate Ie misure compensative necessarie per garantire la coerenza globaledella Rete Natura 2000, dandone contestuale c,omunicazione aJla D.G. Qualita. dell'Ambiente . In attesa delIa pubblicazionedi l.ineeGuida per la formulazione dellaval~tazione diincidenza su SIC e.pSIC in Lombardia, il riferimento per giungere alla valutazione d'incidenza e allafolTllulazione del relativogiudizio e costituiiodai seguentidocumenti:' ; " .. '-. - «Guida all'interpretazione dell'articolo 6 delia Direttiva Habitat 92J43/CEE», pubblicato nell'ottobre 2000 dalla Commissione Europea DG Ambiente; - ••Valutwone' ell. plani e progettiaventi un'incldenza 30 Supp!. Straordinario Allegato D Contenuti minirni delIo studio per la valutazione d'incidenza sui SIC e pSIC Sezione piam Lo studio deve fare riferimento ai contenuti dell'allegato G del d.P.R. 357/97 e succ. mod. e possedere gli elementi necessari ad individuare e valuiare i possibili impatti sugli habitat e sulle specie di cui aile Dir. 92/43/CEE e 79/409/CEE e loro successive modifiche, per la cui tutela il sito e stato individuato, tenuto conto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Inoltre deve indicare Ie misure previste per la compatibilita delle soluzioni che il piano assume, comprese Ie mitigazioni e/o compensazioni. ' Lo studio dovra in particolare: _ 1. contenere elaborati cartografid in scala minima 1:25.000 dell'area interessata dal 0 dai SIC 0 pSIC, con evidenziata la sovrapposizione degli interventi previsti dal piano, 0 riportare sugli elaborati la perimetrazione di tale area .. 2. descrivere qualitativamente gli habitat e Ie spedefaunistiche e floristiche per Ie quali i siti sono stati designati, evidenziando, anche tramite una analisi critica della situazione ambientale delsito, se Ie previsioni di piano possano determinare effetti diretti ed indiretti anche in aree limitrofe. 3. esplicitare gli interventi di trasformazione previ~ti e Ie relative ricadute in riferimento agli specifici aspetti naturalistid .. 4. illustrare Ie misure mitigative, in relazione agli impatti stimati, che si intendono applicare ele modalita di attuazione (es. tipo di strumenti ed interventi da realizzare, aree interessate, verifiche di efficienza ecc.) . . 5. indicare ]e~ventuali compensazioni,ove applicabili a fronte di impattiprevistii anche. di tipo temporaneo. Le compensazioni, perche possano essere valutateefficaci, devono di norma essere. in atto al momento in cui il danno dovuto al pianoe effettivosulsito di .cui sitratta, trannesesi possa diniostrare che Cjuesta simultaneita none riecessaria per garantire il contributo del site alla Rete Natura 2000. Inoltre dovranno essere funzionalm"nte. edecologicamente equivalenti alIa situazione iIl1pattata, nello statoantecedenteall'impatto. La studio dovrA essere COMotato da unelevato livello qualitativo dal punto divista scientifico. Sezione interventi Lo studio deve fare riferimento ai contenuti dell'allegato G del d.P.R. 357/97,e succ. mod.e deve possedere tutti quegli elementi necessarl adindividuaree valutare i possibili impatti sugH habitat e sulle specie per 1a cui tutela il sito· () i siti . sono stati individuati. tenuto canto degli obiettivi di conservazione dei medesimi. Inoltre deve in,Ucare ed evidenziare Ie modaJita previste per la compatibilita delle soluzioni che l'intervento assume, compresele mitigazioni e/o compensazioni. Tale studio dam essere compos to da: 1) elementi descrittivi dell'intervento con particolare riferimento a tipologia, dimensioni, obiettivi, tempi e sue modalita di attuazione,utilizzazione delle risorse naturali,localizzazione e inquadramento teITitoriale, sovrapposizione teITitoriale con i siti di Rete Natura 2000 a scala Congrua. ' 2) descrizione quali-quantitativa e localizzativa degli habi. tat e delle specie faunistiche e floristiche per Ie quali i siti sono stati designati, delIa zona interessata dalla realizzazione dall'intervento e delle zone intorno ad essa (area vasta)che potrebbero subire. effetti indotti, e del relativo stato di conservazione al "momento zero», inteso come condizione temporaIe di partenza, sulla qllale sJ innestano i successivi eventi di trasformazione e gli effetti conseguenti alIa realizzazione dell'intervento .. 3) analisi degli impatti diretti ed indiretti che l'intervento produce, sia in fuse di cantiere che a regime, nell'immediato e nel medio - lunge termine, anche sui fattori che possono essere considerati indicativi dello state di conservazione di habitat e specie .. L'analisi degli impatti deve fare riferimento al sistema ambien tale nel suo complesso; devono pertanto essere considerate: • Ie componenti biologiche e Ie componenti abiotiche e Ie connessioni ecologiche =~~ldt$~~st~~l~t:n,~~~ap~~~~'t~'4d:hO~ Direttiva9.2J43/CEEpubblicato nel novembre 2001 dalla Commissione Europea DG Ambiente. Tali documenti sono disponibili su http.!leuropa..eu.int/commlenvironmentlp14bslhome.htm ___ e __ al n. 37 - 12 settembre 2003 Bollettino lJ{ficiaZe'deZla Regione Lombardia - 19- A tronte'(iegliirnpatti quantificati devono essere illustrate I,: misure mitigative ch~ si inten~ono ~ppli~are e ~em~dalita dlattuazione (es. templ e date dl reahzzazlOne, tlpO dl strumenti ed interventi da realizzare, aree interessate, verifiche di efficienza ecc.). Analogamente devono essere indicate Ie eventuali compensazion.i previste, ove applicabili a £ronte di impatti prodotti, ancfie cJj tipotemporaneo. Le compensazioni, perche possano essere valutate efficaci, devono di norma essere in atto al momento in cui il danno dovuto all'intervento e effettivo suI sito di cui si tratta, tranne se si possa dimostrare che questa simultaneita non e necessaria per garantire il contributo del SIC 0 pSIC. Lo studio dovra essere connotato da un elevato Iivello qualitativo cial punto di vista scientifico. 3° Suppl. Straordinario al n. 37 - 12 settembre 2003 Citta di Cesano Maderno Provincia / di Milano !~? / IL RESPONSABILE UNITA' ORGANIZZATIVA URBANISTICA Su richiesta d'Ufficio; Visti gli atti d'Ufficio; CERTIFICA che nella variante generale al P.R.G. adottata in via definitiva con deliberazione df Consiglio Comunale n° 72 del 4/5.12.2001, approvata con deliberazione di Giunta Regionale n° 7/12662 del 7.4.2003 e pubblicata sui B.U.R.L. n° 32 del 6.8.2003, cos] come modificata dalla variante parziale approvata, ai sensi delia L.R. 23/1997, con deliberazione di Consiglio Comunale n. 64 del 26.10.2005 e pubblicata sui B.U.R.L. n. 3 del 18.1.2006, illotto di terreno distinto nel Nuovo Catasto Terreni di questa Comune dagli attuali mappali 5-127137-183-188-191-192-196-197 -198 del foglio 21 ricade in ambito 9 (Parco Regionale delle Groane e di salvaguardia ambientale), parte in "ZONA F3 STANDARD COMUNALE PER INSEDIAMENTI PRODUTTIVI", parte in "ZONA F4 STANDARD SOVRACOMUNALE PER VERDE PUBBLICO 01 INTERESSE AMBIENTALE", parte in "ZONA PER VERDE STRADALE", parzialmente in area con previsione di intervento di compensazione ambientale, parzialmente entro il limite delia fascia di rispetto stradale e ferroviaria, all'interno di area inserita nell'anagrafe dei siti da bonificare di cui all'art. 251 del D. Igs. n. 152/2006, parzialmente entro il perimetro del parco industriale, entro il confine del Parco Regionale delle Groane, in area attraversata da elettrodotti dai quali dovranno essere osservate Ie fasce di rispetto previste dalle normative vigenti ed in classe 3 nella carta di fattibilita geologica per Ie azioni di Piano, con Ie prescrizioni urbanistiche di cui agli allegati 9VAR - F3 - F4 - 1- L - P. II presente certificato viene redatto ad uso fiscale. Dalla Residenza Municipale, Ii MG IL RESPONSABILE UNITA' ORGANIZZATIVA URBANISTICA (Enrico Galeazzi) ,~ p.zza Arese, ] 2 - CAP 20031 - centralino 0362/513] - fax 0362/513541 - URL: www.cesanO.com cod. fisc. 83000130159 - p. iva 00985710961 MG -settore tecnico - U.O. Urbanistica- tel 0362/513540 - e-mail: ALLEGA TO 9VAR ART. 31 AMBITI TIPO-MORFOLOGICI 1. II PRG individua nell'apposita tavola cartografica i seguenti ambiti tipo-morfologici, ossia Ie porzioni territoriali che, pur comprendendo al loro interno diverse zone omogenee, meritano di essere inquadrate in una disciplina unitaria per quanta attiene all'identita dei caratteri connotativi dello specifico ambiente urbano, fatti salvi i parametri urbanistico - edilizi definiti dalle rispettive norme di zona. Sugli immobili ricadenti entro Ie zone omogenee D ed F prevalgono, quando diversamente disposto, i parametri urbanistico-edilizi definiti dalle rispettive norme di zona. 1a.Ambito 9: Parco Regionale delle Groane e di Salvaguardia ambientale L'ambito 9 "Parco Regionale delle Groane e di salvaguardia ambientale interessa Ie aree ricadenti nel perimetro del Parco delle Groane e Ie aree oggetto di salvaguardia ambientale, in relazione allo specifico interesse, che eccede quello delia comunita locale, alia lara tutela, conservazione e riqualificazione. All'interno delle aree di salvaguardia ambientale sono ricomprese quelle per Ie quali attivare Ie proceduredi riconoscimento del" Parco Locale di interesse Sovracomunale" ai sensi delia L.R. 83/1986 Per gli edifici e gli spazi aperti di relazione ricadenti nel Parco Regionale delle Groane Ie norme di carattere tipo-morfologicodovranno rispettare !e prescrizioni- contenute nel Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale delle Groane che prevale sui PRG. Gli obiettivi perseguiti contemplano: - salvaguardia del territorio inedificato e di grandi aree per verde e attrezzaiure pubbliche - riqualificazione di porzioni del ierritorio non edificato - definizione dei bordi delia citta e delia sua forma, impedendo processi di saldatura con gli agglomerati dei comuni contermini - contributo ad una politica piu generale di salvaguardia di spazi verdi di grande scala Prescrizioni per gli spazi aperti e di relazione: - non sono consentiti: I'occupazione di suolo mediante deposito di materiali ed esposlzloni di merci a cielo aperto, fatti salvi gli ammassi temporanei per Ie esigenze di coltivazione Ie opere di demolizione, reinterri e scavi I'apertura e la coltivazione di cave, nel rispetto delia la vigente disciplina legislativa regionale I'alterazione delle condizioni naturali del terreno (fatte salve quelle determinate dalle normali pratiche agricole) la realizzazione di impianti di smaltimento (stoccaggio provvisorio, definitivo e trattamento) dei rifiutit!; I'abbattimento di alberature, di alberi isolati ad alto fusto 0 siepi arboree: tali attivita passono essere eccezionalmente consentite, previa autorizzazione dell'amministrazione comunale, allorche se ne ravvisi la necessita, in relazione ad esigenze di tutela e valorizzazione dei territori ricadenti entro questa ambito - e consentita la realizzazione di recinzioni mediante siepi a manufatti nel terreno di pertinenza di edifici esistenti, con esclusione di cordoli continui in cemento, nonche la recinzione di fondi inedificati mediante siepi - Ie zone soggette a forestazione urbana, individuate con apposita simbologia nelle tavole di azzonamento del PRG, devono essere oggetto di riqualificazione per Ie quali si prevedono interventi di piantumazione attuati sulla base di studi eco-botanici specifici. \!,\ ,< ALLEGATO F3 ART. 38 - ZONA F - ATTREZZATURE DIINTERESSE GENERALE 1. La zona F comprende Ie parti del territorio comunale destinate ad accogliere Ie attrezzature pubbliche e di interesse collettivo, distinte nelle seguenti sottozone: - F1 - standard comunale per verde pubblico e attrezzature - F2 - standard comunale per parcheggi - F3 - standard comunale per insediamenti produttivi - F4 - standard sovracomunale per attrezzature pubbliche e verde pubblico di interesse ambientale 2. Per Ie aree comprese entro il perimetro del Parco delle Groane, Ie disposizioni del PTC del Parco e dei relativi piani di settore prevalgono sulle disposizioni del PRG. 3. Le aree classificate nella zona F sono assoggettate a vincolo preordinato all'espropriazione, in quanta destinate ad essere acquisite dall'amministrazione comunale, ad eccezione di quelle indicate con la simbologia R (attrezzature religiose) che soddisfano la funzione di pubblico interesse mediante I'attivita religiosa, culturale, socia Ie, ricreativa, sanitaria ed assistenziale svolta dalle confessioni religiose proprietarie a favore delia comunita cittadina, con la possibilita di realizzare edilici ed infrastrutture funzionali ataliaitivita, nel rispetto degli indici e dei parametri edificatori definiti nella sottozona F1 per attrezzature. 4. Mediante apposite convenzioni trascritte nei pubblici registri immobiliari, i soggetti proprietari di aree comprese nella zona F possono cederne gratuitamente la proprieta all'amministrazione comunale, ottenendo in cambio il diritto di superficie per un periodo non superiore a novanta anni sulle stesse, per realizzarvi edifici ed infrastrutture di interesse collettivo aperti all'uso pubblico, assumendo I'impegno a gestire i relativi servizi di interesse sociale. La convenzione deve prevedere che alia scadenza del termine Ie aree, con i relativi edifici ed infrastrutture, passino gratuitamente in proprieta all'amministrazione comunale. 5. Gli interventi sono ammessi mediante concessione edilizia, nel rispetto di quanta definito dall'art. 11, 0 previa piano attuativo, ove previsto. 6 II prospetto allegato aile presenti Norme Tecniche di Attuazione individua i piani attuativi previsti sui territorio comunale, attribuendo lara il codice numerico identificativo riscontrabile nelle tavole di azzonamento del PRG. II prospetto definisce, la SLP edificabile, articolata per destinazione d'uso, il rapporto di copertura e la quantita minima di standard da reperire obbligatoriamente all'interno del perimetro del piano attuativo considerato. 7. Per gli immobili con destinazione incompatibile, esistenti al momenta dell'adozione del PRG, sono sempre ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo. 8. E' consentito I'insediamento di ristoranti e trattorie destinati al turismo e all'agriturismo, sulla base di progetti che prevedano il recupero di immobili esistenti, con I'adeguato inserimento nell'ambiente circostante e la salvaguardia delle peculiari caratteristiche. ii.Nelia sottozona F3 "standard comunale per insediamenti produttivi" gli interventi sono ammessi nel rispetto dei seguenti parametri: - IF 0,7 mq/mq - rapporto di copertura 30% - altezza massima m 7,50 In tale sottozona F3 sono ammesse Ie seguenti destinazioni d'uso: - servizi per I'industria e I'artigianato - centri assistenza e svago - mense, impianti sportivi e parcheggi al servizio degli addetti Mediante apposito convenzionamento, possono essere collocati anche centri di ricerca scientifica per progetti di interesse pubbllco e collettivo, nonche attrezzature general I di servizio al comparto produttivo, laboratori di certificazione collaudo materiali e centri di formazione. II PRG individua con apposito simbolo nelle tavole di azzonamento Ie aree di "compensazione ambientale destinate al recupero dell'ambiente naturale attraverso interventi di bonifica, di rinaturalizzazione e formazione delle aree verdi. In queste aree la manutenzione dovra essere garantita dai privati e non potranno essere edificate se non per piccole costruzioni in precario, finalizzate esclusivamente alia fruizione degli spazi naturali; sono ammessi parcheggi, se compatibili con piste ciclo-pedonali. ALLEGA TO F4 ART. 38 - ZONA F - ATTREZZATURE 01 INTERESSE GENERALE 1. La zona F comprende Ie parti del territorio comunale destinate ad accogliere Ie attrezzature pubbliche e di interesse collettivo, distinte nelle seguenti sottozone: - F1 - standard comunale per verde pubblico e attrezzature - F2 - standard comunale per parcheggi ~ F3 - standard comunale per insediamenti produttivi . - F4 - standard sovracomunale per attrezzature pubbliche e verde pubblico di interesse ambientale 2. Per Ie aree comprese entro il perimetro del Parco delle Groane, Ie disposizioni del PTC del Parco e dei relativi piani di settore prevalgono sulle disposizioni del PRG. 3. Le aree c1assificate nella zona F sono assoggettate a vincolo preordinato all'espropriazione, in quanta destinate ad essere acquisite dall'amministrazione comunale, ad eccezione di quelle indicate con la simbologia R (attrezzature religiose) che soddisfano la funzione di pubblico interesse mediante I'attivita religiosa, culturale, sociale, ricreativa, sanitaria ed assistenziale svolta dalle confessioni religiose proprietarie a favore delia comunita cittadina, con la possibilita di realizzare edifici ed infrastrufture funzionali a tali attivita, nel rispetto degli indici e dei parametri edificatori definiti nella sottozona F1 per attrezzature. 4. Mediante apposite convenzioni trascritte nei pubblici registri immobiliari, i soggetti proprietari di aree comprese nella zona F possono cederne gratuitamente la proprieta all'amministrazione comunale, ottenendo in cambio il diritto di superficie per un periodo non superiore a novanta anni sulle stesse, per rea!izzarvi edifici ed infrastrutture di interesse coilettivo aperti all'uso pubblico, assumendo I'impegno a gestire i relativi servizi di interesse sociale. La convenzione deve prevedere che alia scadenza del termine Ie aree, con i relativi edifici ed infrastrutture, passino gratuitamente in proprieta all'amministrazione cQmunale. 5. Gli interventi sono ammessi mediante concessione edilizia, nel rispetto di quanto definito dail'art. 11, 0 previa piano attuativo, ove previsto. 6. II prospetto allegato aile presenti Norme Tecniche di Attuazione individua·i piani attuativi previsti sui territorio comunale, attribuendo lara il cod ice numerico identificativo riscontrabile nelle tavole di azzonamento del PRG. II prospetto definisce. la SLP edificabile, articolata per destinazione d'uso, il rapporto di copertura e la quantita minima di standard da reperire obbligatoriamente all'interno del peri metro del piano attuativo considerato. 7. Per gli immobili con destinazione incompatibile, esistenti al momenta dell'adozione del PRG, sono sempre ammessi gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo. 8. E' consentito I'insediamento di ristoranti e trattorie destinati al turismo e all'agriturismo, sulla base di progetti che prevedano il recupero di immobili esistenti, con I'adeguato inserimento nell'ambiente circostante e la salvaguardia delle peculiari caratteristiche. 12. Nella sottozona F4 "standard sovracomunale per attrezzature pubbliche e verde pubblico di interesse ambientale" sono comprese Ie aree pubbliche 0 private a uso pubblico destinate a: -- impianti e attrezzature di interesse sovracomunale - verde di interesse ambientale I progetti devono essere estesi all'unita di azzonamento con destinazione funzionale omogenea, ad esclusione degli interventi di cui all'art. 31 -Iett. a), b) e c) delia L. 457/1978. Nelle aree destinate a impianti e attrezzature di interesse sovracomunale I'edificazione avviene nel rispetto dei seguenti parametri ~ IT 1 mq/mq ~ RC 40% ~ altezza massima m 10 (per impianti sportivi e ricreativi m 20) ~ - Nelle aree destinate a verde di interesse ambientale e ammessa la realizzazione di edifici e attrezzature di servizio (sosta, ristoro, spettacolo, igiene) nel rispetto dei seguenti parametri: IT 0,03 mq/mq RC 5% altezza massima 1 piano, non superiore a m 4,50 13.Per Ie aree comprese entro il perimetro del Parco delle Groane, possono essere attivati gli interventi previsti dal PTC del Parco e dei relativi piani di settore per Ie aziende agricole gia insediate alia data di adozione del PRG. In tali aree sono stati individuati con apposita simbologia sulla tavola di azzonamento del PRG i complessi cascinali per i quali gli interventi sono regolamentati dal relativo piano di settore del PTC del Parco delle Groane. ALLEGA TO I ART. 43 - RETE VIA RIA E FASCIA 01 RISPETTO, SPAZI ACCESSORI E VERDE STRAoALE 1. Le aree di cui al presente articolo sono destinate alia realizzazione di nuove strade di interesse comunale 0 sovracomunale, all'ampliamento e alia rettifica di quelle esistenti, alia realizzazione, all'ampliamento 0 alia modifica di attrezzature accessorie alia viabilita, quali corsie di servizio, marciapiedi, banchine, percorsi pedonali e ciclopedonali, parcheggi pubblici e spazi di manovra. E' fatto obbligo di rispettare e conservare i percorsi ciclo-pedonali storici e caratteristici. 2. Nelle tavole di azzonamento del PRG vengono individuate con apposita simbologia Ie aree private di verde stradale, ossia quelle porzioni limitrofe aile sedi viarie che meritano un attento processo di riqualificazione e di forestazione urbana (ove specificatamente indicato), anche per evitare fenomeni di abbandono ed uso improprio, nel rispetto delle indicazioni del PRG. I soggetti proprietari di tali aree sono tenuti a effettuare interventi di riqualificazione attiva, mediante opere di arredo urbano e di sistemazione a verde compatibili con Ie norme di sicurezza stradale. I costi per la realizzazione di tali opere eseguite contestualmente ad interventi edificatori realizzati dai privati, previa approvazione del Comune, saranno scomputati dagli oneri di urbanizzazione primaria dovuti per I'intervento cui afferiscono. 3. Le aree ricadenti nelle fasce di rispetto stradale non possono essere edificate, ma possono concorrere a determinare redificabilita complessiva realizzabile sui lotto, ove !e stesse siano graficamente individuate come edificabili nel PRG. 4. In mancanza di specifiche linee di arretramento individuate nelle tavole di PRG, il calibro stradale di progetto si realizza nel rispetto delle prescrizioni dettate dall'ufficio tecnico comunale. AII'interno del perimetro del centro edificato imposto il rispetto dei fili stradali esistenti, salvo diversa prescrizione contenuta negli strumenti attuativi per ragioni di tutela ambientale 0 per sicurezza delia circoiazione. e 5. Ove non diversamente indicato nelle tavole di azzonamento del PRG, la larghezza minima delle nuove sedi stradali pubbliche e private aperte all'uso pubblico non pu6 risultare inferiore nelle zone B, CeO a m 10,00. 6. E' fatta salva la facolta dell'amministrazione comunale di rettificare 0 modificare in sede esecutiva i calibri indicati, ove non diversamente disposto nelle tavole di azzonamento del PRG. 7. Nelle fasce di rispetto strada Ie e nelle aree a verde stradale risulta ammessa, ove non si venga a determinare pregiudizio per la sicurezza delia circolazione e per I'incolumita pubblica e privata, la realizzazione delle seguenti infrastrutture: - impianti di erogazione di carburante con annesse stazioni di servizio e impianti di autolavaggio - distributori di GPL, solo all'esterno del perimetro del centro edificato, nel rispetto delia specifica normativa - depositi di olii minerali e derivati, solo nella zona 0 - impianti di autolavaggio - impianti di soccorso e di assistenza stradale - volumi tecnici per impianti e servizi pubblici e di interesse pubblico - pensiline per i pubblici servizi di trasporto - impianti tecnologici a servizio delia rete stradale - percorsi ciclopedonali Tali infrastrutture sono ammesse nel rispetto dei seguenti parametri: - IF 0,2 mq/mq - RC 20% - altezza massima 1 piano, non superiore a m 4,50 8. Per gli edifici insediati all'interno delle fasce di rispetto sono sempre ammessl gli interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, nonche ristrutturazione edilizia. 9_ ALLEGA TO L ART 45 - RETE FERROVIARIA E FASCIA 01 RISPETTO Lungo i tracciati delle linee ferroviarie e vietato costruire, ricostruire a ampliare edifici a manufatti di qualsiasi specie a una distanza da misurarsi in proiezione orizzontale minore di m 30 dallimite delle zone di occupazione delia piG vicina rotaia, salvo deroghe concesse dall'ente proprietario delia linea ferroviaria. 2. Rimane fermo I'obbligo di rispettare Ie prescrizioni contenute nel OPR 11.7.1980, n. 753 e successive modifiche e integrazioni. In particolare si rappresenta che la zona relativa aile infrastrutture ferroviarie e destinata a dar sede a detti impianti che comprendono oltre alia linea ferroviaria esistente a da modificare, Ie relative opere d'arte quali sovrappassi sottopassi sia veicolari che pedonali, gli edifici, i manufatti e Ie attrezzature di stazione, di scalo merci e di servizio dell'esercizio ferroviario ( centrali ed impianti elettrici, ecc.), eventuali opere di mitigazione ambientali ( quali Ie barriere fonoassorbenti), recinzioni, strade di servizio, spazi di parcheggio e di viabilita immediatamente connessi aile stazioni; La fascia di rispetto ferroviario si estende, a prescindere da eventuali rappresentazioni sulla tavola di azzonamento" per una profondita di metri 30 a partire dalla rotaia piGesterna; Devono essere rispettate in ogni caso tutte Ie norme contenute nel O.P.R. N. 753/80 in coerenza ai disposti delia iegislazione vigente. ART. 46 - FASCE 01 RISPETTO DEI GASOOTTI, OEGLI ELETTROOOTTI E OEGLI IMPIANTI RIPETITORI PER TELECOMUNICAZIONI (TELEFONO E TELEVISIONE) 1. Qualsiasi intervento edificatorio deve essere necessaria mente arretrato dai gasdotti e dagli elettrodotti, secondo Ie fasce di rispetto definite dalla vigente normativa, anche se non individuate graficamente nelle tavale di azzonamento del PRG. 2. Le aree asservite a servitG di gasdotto ed elettrodotto e Ie relative fasce di rispetto non possono essere edificate, ma possono concorrere a determinare I'edificabilita complessiva realizzabile sui lotto, ove Ie stesse siano graficamente individuate come edificabili nel PRG. 3. Fino alia approvazione dell'apposito regolamento con il quale il Comune definira, secondo gli indirizzi determinati dalla Giunta Regionale Lombarda in attuazione delia L.R. 11/2001, i criteri e Ie aree per la possibile localizzazione di impianti per Ie telecomunicazioni e la radiotelevisione, vietato insediare sistemi fissi delle telecomunicazioni e radiotelevisivi all'interno del perimetro del centro abitato. I sistemi fissi gia insediati e di nuovo insediamento debbono rispettare Ie disposizioni dettate dal D.M. Ambiente 10.9.1998, n. 381 e dalle successive norme in materia. e ART. 47 - CORSI D'ACQUA E FASCE 01 RISPETTO. 1. e Lungo.i torrenti e gli altri corsi d'acqua imposta una fascia di rispetto inedificabile di m 10 dal piede degli argini. AII'interno di tali fasce di rispetto sono ammessi esclusivamente interventi di regolazione e regimazione idraulica, di risanamento ambientale, nonche impianti di depurazione, ponti ciclopedonali, stradali e ferroviari. La richiesta per gli interventi consentiti deve essere corredata, quando occorrente, dal nullaosta rilasciato dagli organismi sovracomunali preposti al controllo delle acque, nonche da una relazione che consideri gli influssi che Ie opere realizzate apporteranno all'andamento delia corrente e che dimostri, in caso di prelievo e scarico d'acqua, che non si producano inquinamento e mutazioni ambientali. 2. Negli edifici esistenti ricadenti entro Ie fasce di rispetto dei corsi d"acqua sono ammessi esclusivamente interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo, nonche ristrutturazlone edilizia, secondo quanto previsto dal RD. 25.71904, n. 523. Per gli edifici esistenti si intendono quelli indicati sulla planimetria allegata agli atti, regolarmente assentiti dall'Amministrazione Comunale mediante atti di concessione/autorizzazione eddi ovvero quelli esistenti prima dell'entrata in vigore delia L.1150/1 942 3. Dovra essere rispettato quanta previsto dal RD. 25.7 .1904, n.523, art. 96, letU) e g). 4. E' vietata la copertura dei corsi d'acqua. ART. 48 - TUTELA IDROGEOLOGICA 1. Lo studio geologico redatto ai sensi delia L.R 41/1997 costituisce parteintegrante del PRG. 2. Ai fini delia tutela idrogeologica delle falde acquifere, Ie opere edilizie ed i manufatti debbono rispettare una fascia di tutela assoluta dai pozzi artesiani, di captazione e di emungimento, nonche dalle sorgenti, di almeno m 10, anche laddove non segnalati nelle tavole di azzonamento del PRG. 3. Gli interventi di nuova edificazione dovranno essere conformi a quanta previsto per Ie rispettive c1assi di fattibilita geologica, cos! come desumibili dalla carta di fattibilita e dalla relazione geologica di supporto al PRG. 4. Rimane fermo I'obbligo di rispettare tutte Ie prescrizioni delia L. 319/1976, del DPR 236/1988 e delia vigente normaiiva in materia: 5 Per quanta riguarda Ie zone di rispetto valgono Ie prescrizioni contenute nel comma 5 art. 5 del D.Lgs. 258/2000.L'attuazione degli interventi 0 delle attivita elencate all'art. 5 comma 6 del citato Decreto Legislativo ( tra Ie quali edilizia residenziale e relative opere di urbanizzazione , fognature, opere viarie, ferroviarie e in genere infrastrutture di servizio) entro Ie zone di rispetto in assenza di diverse indicazioni formulate dalla Regione Lombardia ai sensi dell'art 5 comma 6 del D.lgs 258/2000, subordinata all'effettuazione di un'indagine idrogeologica di dettaglio che porti ad una riperimetrazione di tali zone secondo i criteri temporale 0 idrogeologico ( come da D.G.R n. 6/15137 del 27.6.1996) 0 comunque accerti la compatibilita dell'intervento con 10 stato di vulnerabilita delle risorse idriche sotterranee e di apposite prescrizioni sulle modalita di attuazione degli interventi stessi. e ALLEGA TO P ART. 4 - PARCO REGIONALE DELLE GROANE 1. II PRG disciplina la porzione del territorio comunale ricompresa nel perimetro del Parco Regionale delle Groane in coerenza con Ie disposizioni contenute nella relativa legge istitutiva e con Ie disposizioni del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco. Nell'ambito del parco risultano ricomprese porzioni territoriali classificate di interesse comunale e sovracomunale. 2. Per tali aree, ogni intervento edilizio e di trasformazione territoriale deve risultare conforme alia disciplina del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale delle Groane, al quale Ie presenti norme fanno espresso riferimento. 3. All'interno del perimetro del Parco delle Groane si applica, ed e prevalente su ogni difforme norma, il Piano Territoriale di Coordinamento del Parco approvato con legge regionale 25 agosto 1988, n. 43 e sue successive varianti" nonche i relativi piani di settore. II suddetto piano e parte integrante del presente PRG. [ .r 1 r)!l I aoo R,Lr: x 000 ;J 1 {? u-T.5: 000e: 1 H;c; o 1 •,) 1-.) 1 'JUOT<'-:':~ "r<31!lT(] TI ,10,:) "'j>?:'C: i ' . 12O NVSJ,) i~ i (\1 '~ :..> i ~ '"" )------ -------- __ ----.1--I I I I 1\ \ - ~- - - _\ 1-------- ------' \ II _ - \ \ \ - --,\ \ \ ---J I //J o I ------ (j) \ ~~~~ _~~~_~ _~~~_~~_~~_~~_~~_~_~-~--~~"' '~- ~/~~-~~~\ :~~~~~~~ ~_~~-~~_~~~_~~_ " --~ ~~_~~~_~~ _~~_~~~_~~_~ ~_-~- ~~~/ '- ' \ ,\1\ \ " ~ ~~/ '-\ ~~CT' ' 1 1 I \ \ 1 1 :\' , , ,, , 1 'I' ','I', 1 I I [ i + o I I \ I m CO ,i~ '" Ni c \ -----I-----.~ LL vanante Generale I ~4 I \1-0\)1 PRG crT 6 5 i _~, : I Cesano ~12 Maderno carta di fattibilita geologica per Ie azioni di piano 1 : 5000 ~-j 2000 LEGENDA (deliberazione G.R. 6/8/1998 n. 6/37918) c1asse 1 t/ ~ c1asse 2 ~ classe 3 ~_ c1asse 4 ~~ .j ~ zona di tutela assoluta pozzi pubblici (c1asse 4) ,,\ '.\ II \\/ i fascia di rispetto pozzi pubblici / /\. / / \. v / confine comunale tav. 4 Azzonamento tav. 7 LEGENDA zona zona zona zona zona zona zona zona zona zona zona zona zona zona zona zona zona zona A di interesse storico ambientale B1 residenziale di recupero 82 residenziale di ricomposizione intensiva B3 residenziale di completamento estensiva B4 residenziale a verde privato B5 residenziale di rilevanza paesaggistica e ambientale 86 residenziale di recupero degli alvei e delle sponde fluviali C residenziale di espansione 01 produttiva 02 produttiva di interesse strategico 03 terziaria commercia Ie e direzionale 04 terziaria ricettiva 05 mista di riqualificazione urbana E agricola F1 standard comunale per verde pubblico e attrezzature F2 standard comunale per parcheggi F3 standard comunale per insediamenti produttivi F4 standard sovracomunaie per attrezzature pubbliche e verde pubblico di interesse ambientale verde strada Ie infrastrutture ferroviarie area cimiteriale corsi d'acqua I. IV rete via ria esistente rete viaria di progetto / \ / rete viaria interrata [J] piani /" ,/ attuativi perimetro aree di concentrazione volumetrica j~\/ allineamenti /\/ IV J/\"vl .. (/\/ 1 : 2000 consigliati allineamenti prescrittivi percorsi carrabili indicativi percorsi pedonali coperti percorsi oedonali indicativ~ percorsl peelonal! prescrittivi connessicmi :J C sottopassi pel- la fruiziol-le 21-llbierdale e/o sovrappassi COil ublcazione 110nVillcolante edificio di valore storico documentario sopraelevazione lungo cortina intervento di forestazione intervento di compensazione ambientale munICipiO uffici pubblici ufficio postale @ @ [2] o istituzioni sanitario-assistenziali servizi aile imprese asilo nido lXJ © scuola materna @ @ @) @ centro di formazione universitaria ~ attrezzature civico culturali ,® istituzione religiosa, centro parrocchiale scuola elementare scuola media inferiore scuola media superiore i attrezzature @ punta didattico per la fruizione ambientale oasi Lipu parcheggio mercato comunale stazione ferroviaria fermata ferroviaria piattaforma ecologica area trattamento inerti pozzo pubblico attrezzature tecnologiche azienda agricola cD [EJ 1\ ~ D ® o @ f ~ ,/'\,// /\ " , 'Ii per il verde e 10 sport limite fascia di rispetto pozzi pubblici / limite fascia di rispetto stradale, ferroviaria, cimiteriale ,". '* ,/ area di bonifica ambientale .••. -~J!~Ssiti da bonlficare" ,11:\1 perimetro del Parco I ndustriale ,'···... ·confine Parco Regionale delle Groane ,/ " I \ ./ confine comunale REPUBBLICA ITALIANA RegioneLombardia BOLLETTINO UFFICIALE MILANO - MARTEDI, 31 AGOSTO 2004 1° SUPPLEMENTO STRAORDINARIO Sommario (j) <D . C) GIUNTAREGIONALE o > E ASSESSORI DELffiERAZIONE GIUNTA REGIONALE 30 LUGLIO 2004 - N. 71r8476 D (5.3.1) Variante generale al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco regionale delle Groane approvato con l.r. 43/88 (ai sensi dell'art. 19, comma 2 dell a l.r. 30 novembre 1983, n. 86 e successive modificazioni). (j) £ u:: --- N -0 -0 C (j) OJ OJ (j) ---' --..0 o N o E E o o N too (j) c .12 g 22U> o Q -0 o N Z > X X X o C c « , ," - 36 -".; 5.3.1 AMBIENTE E TERRITORIO' Ambiente I Ben; ambientali e aree protette 3 Bollettino Uf/iciale della Regione Lonzbardia C) GIUNTA REGIONAlE IBUf!2004031) -3- E ASSESSORI (5.31) D.g.r. 3Q luglio 2004 - n. 7/18476 Varianle generale al Piano Tenilol"iaie di Coonlinamenlo del Parco l-egionalc delle Groanc approvato con I.r. 43/88 (ai sensi dell'art. 19, comma 2 delia l.r. 30 novembrc 1983, n. 86 e successive modificazioni) LA GIUNTA REGIONALE Visto: - la legge 6 dicembre 1991, n. 394 «Legge quadro sulle aree protette" ed in particolare l'art. 22, comma a) che prevede che l'istituzione dei parchi naturali regionali avvenga con la partecipazione di tutti gli enti interessati attraverso apposita conferenza; - il d.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42 «Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'art. 10 dell a legge 6 luglio 2002 n.137»; - la Lr. 30 novembre 1983, n. 86 «Piano generale delle aree regionali protette. Norme per l'istituzione e la gestione delle riseI've, dei pa(chi e dei monumenti naturali nonche delle aree di particolare rilevanza naturale e ambientale" e successive modificazioni ed integrazioni; - la Lr. 27 maggio 1985, n. 57 «Esercizio delle funzioni regionali in materia di protezione delle bellezze naturali e subdelega ai Comuni", e in particolare gli artt. 4 e 5 in base ai quali i P.T.C. assumono i contenuti di Piano territoriale paesistico; - la Lr. 20 agosto 1976 n. 31 «Istituzione del Parco naturale delle Groane,,; - la l.r. 25 agosto1988 n. 43, «Approvazione Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Groane,,; - la d.g.r. n. 6/49652 del 18 aprile 2000, «Approvazione dei criteri applicativi delia LI'.28 febbraio 2000 n. 11 e disposizioni relative al procedimento di approvazione dei Piani Territoriali di Coordinamento dei Parchi regionali ai sensi delia legge 7 agosto 1990 n. 241,,; - la d.g.I'. n. 7/5554 del 13 luglio 2001 «Approvazione dei criteri applicativi relativi al procedimento di predisposizione dei Piani Territoriali di Coordinamento dei Parchi regionali di cui alia LI'. 86/83 e successive modifiche,,; Preso atto: - deJ]';idozione delia variante al PTC. del Parco delle Groane con deliberazione dell'AssembleaConsortile del 17 dicembre 1994 n. 39 «Approvazione proposta di variante generale del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco LI'. 43/88», costiwita dai seguenti elaborati: • Tav. 1 - II Parco delle Groane nel quadro del verde regionale (1:100.000); • Tav. 2 - Corografia del perimetro del Parco Groane, proposte di ampliamento e aree a regime speciale (1:10.000); • Tav. 3.0 - Terrazzo morfologico (1:25.000); • Tav. 3 - Terrazzo morfologico e di giacimento argilloso (1:10.000); • Tav. 4 - Carta dei vincoli di legge esistenti (l: I0.0000); • Tav. 5 - Carta del paesaggio (l: 10.000); • Tav. 5a/5g - Stato di fatto (1:5.000); • Tav. 6a/6p - Planimetria di Piano (1:5.000); • Tav. 7 - Viabilita di progetto e ferrovie (1:25.000); • Norme Tecnich.e di Attuazione con relative schede (1-20); • Relazione tecnica; - dell'avvenuta pubblicazione delia deliberazione agli Albi Pretori dei Comuni consorziati, delia Provincia di Milano e del Consorzio del Parco; - che a seguilo delia pubblicazione delia proposta di variante del Piano adottata dal Consorzio del Parco, sono state presentale n. 208 osservazioni nei termini e n. II osservazioni fuori termine, tutte ammesse ad esame; - che I'Assemblea Consortile ha approvalo Ie relative controdeduzioni e Ie modifiche ed inlegrazioni agli elaborati tecnici dell a proposta di variante al P.1.C., conseguenti all'accoa\imento delle osservazioni, con la deliberazione di Assemb\ea Consort\\e n. \ \ del 7 giugno \995 costltuita dai seguenti allegati: 1 Supp1. Straordinario 0 al n. 36 - 31 agosto 2004 • A - Elenco osservazioni pervenute; • B - Controdeduzioni dell'Assemblea Consortile aile osservazion i presentate; - dell'avvenuta pubblicazione sui Bollettino Ufficiale delia Regione Lombardia n. 36 Serie Ordinaria del 4 settembre 1995 dell'avviso di ricevimenlo delia proposta di varianle generale del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Groane; - delia d.g.I'. n. 6/40833 del 29 dicembre 1998 «Approvazione delia verifica istruttoria delia proposta di variante generale del Piano Territoriale di Coordinamento del Parco regionale delle Groane ai sensi dell'art. 19, secondo comma, delia LI'. 30 novembre 1983, n. 86 e successive modificazioni» costituita da: • Relazione lecnica; • Norme Tecniche di Attuazione con relative schede (1-25); • Tav. I - Corografia (1: I00.000); • Tav. 2 - Peri metro del Parco (1:25.000); • Tav. 3 - Area a Parco naturale (1: 10.000) fogli 1-2; • Tav. 4 - Stato di fatto (1:10.000) fogli 1-2; • Tav. 5 - Planimetria di Piano (1:10.000) fogli 1-2; • Tav. 6 - Viabilita di progetto e ferrovie (1:25.000); - che con la 1.1'.28 febbraio 2000 n. 11, «Nuove disposizioni in materia di aree protette» so no state modificate Ie procedure di approvazione dei P.T.C. dei Parchi regionali assegnandole alia Giunta regionale anziche al Consiglio regionale; - che la d.g.I'. n. 6/40833 del 29 dicembre 1998 e stata trasmessa dalla Commissione consiliare alia Giunta regionale per il completamento di istruttoria e 1a successiva approvazione; - che sono pervenute direttamente in Regione Lombardia n. 86 osservazioni alia proposta di variante at P.T.c.; Visto che: - l'approvazione delia veri fica istruttoria con d.g.I'. n. 6/40833 del 29 dicembre 1998, ha ridotto l'indice dello «standard naturalistico» prevista nella normativa adottata dal Parco ma non ha annulIato il principio perequativo; - il Consorzio di gestione del Parco delle Groane si e OppOsto alia suddetta decisione presentando ricorso al TAR di Milano - Sezione II, R.G. 1242/99 e chiedendo I'annullamento delia d.g.I'. n. 6/40833 del 29 dicembre 1998 di approvazione delia verifica istruttoria; Preso atto: - che al fine di procedere nelpieno rispetto dei ruoli e delle competenze, attribuite dalla legge, preliminarmente all'avvio dell'istruttoria, si e approfondito, dal punto di vista giuridico, il sistema pcrequativo, cosi come proposto dal Parco, coinvolgendo i legali delle direzioni generali presidenza, territorio e urbanistica e qualita dell'ambiente; - che da tali incontri e emerso che il predetto sistema perequativo, che prevede l'assoggettamento di tutlo iI territorio del Parco, e iIlegittimo in quanto: • non e conforme agli indici di edificabilita stabiliti dalla normativa regionale in materia di aree agricole (Ix. 93/80); • rappresenta un'indebita invasione nella sfera delIa pianificazione comunale dato che la perequazione presuppone l'applicazione di uno standard ad una zona e non ad un territorio d'area vasta; - che con decreto del Direttore Generale delia Qualita delI'Ambiente, n. 24386 del 4 dicembre 2002 e stato istituito un Gruppo di Lavoro interdirezionale per l'istruttoria relativa all'approvazione delia variante al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco regionale delle Groane. successivarnente prorogato con decreto n. 16027 del 30 settembre 2003; - che con decreto del Direttore Generale delia Qualita delI'Ambiente, n. 10379 del 21 giugno 2004 e stato ricostituito il Gruppo di Lavoro interdirezionale per I'istruttoria r'elaliva alI'approvazione delIa var"iante al Piano Territoriale di Coordinamento del Parco regionale delle Groane in quanto il precedente e decaduto per decorrenza dei termini; - che illavoro istruttorio svolto dal Gruppo di Lavoro ha verincato la proposta rispello agli indirizzi di politic a ambien tale comunitari, nazionali e regionali, alle disposizioni di legge in materia', Bollettino Uffzciale delia Regione Lombard/a -4- _ dei verbaJi delle riunioni del gruppo di lavoro del 5 diccmbre 2002, 28 gennaio 2003, 31 marzo 2003, 10 apriJc 2003, 16 aprile 2003, 5 novembre 2003, 20 novembre 2003, 14 gennaio 2004, 26 gennaio 2004, 23 giugno 2004 e 19 luglio 2004, depositati prcsso l'Unita Organizzativa Pianificazionc Ambientale e Gestione Parchi; Considerato che: _ l'cventuale consenso al principio perequativo in un Parco rcgionale, potrebbe avere ricadute sull'intero sistema delle aree protette della Regionc Lombarclia con pcsanti conseguenze in particolare nei Parchi con caratteristiche diverse da quelli adiacenti aile aree metropoli tane; _ 10 stlllmento di attuazione del P.T.e. attraverso i Piani c1'Area e inadeguato in quanto non previsto dalla l.r. 86/83; _ l'individuazione del perimetro di Parco naturale proposto e riportato nell'istlllttoria approvata con d.g.r. n. 6/40833 del 29 dicembre 1998 non e stata preceduta dalla Conferenza Programmatica come previsto dall'art. 22 della legge 394/91; _ non si puo considerare conclusa la procedura per l'istituzione del Parco naturale fino a quando l'Ente gestore, peraltro ripetutamente sollecitato, non svolga un'appositaConferenza Programmatica con la partecipazione di tutti gJi Enti locali interessati, volta a produrre un documento di indirizzo; _ alcuni c1egli ampliamenti del peri metro del Parco non sono pili condivisi dai Comuni interessati; ..::so no decadute Ie norme di salvaguardia del Piano sulle aree proposte in ampliamento e, pertanto, potrebbero essere avvenute trasformazioni territoriali a seguito della scadenza delle norme di salvaguardia 0 per il rilascio di autorizzazioni all'esercizio di attivita in contrasto con Ie finalita del Parco; - la proposta di piano propone notevoli ampliamenti aile zone di iniziativa comunale e quindi potenzialmente aree di espansione senza risarcimenti ambientali; Si e ritenuto quindi: - di stralciare la perequazione urbanistica· dalla variante generale al P.T.e. delle Groane; - di eliminare il rimando ai Piani d'Area e di mantenere per i Piani d'Area proposti Ie destinazioni urbanistiche previste clalla variante in quanto puntuali e dettagliate; - di riconfermare il silenzio venatorio stabilito nell'allegato n. 2 «Regolamento dell'attivita venatoria» del P.T.e. approvato con l.r. 43/88, in attesa che l'Ente gestore attivi la Conferenza Programmatica; - di riconclurre il perimctro di Parco regionale a quello stabilito con l.r. 43/88; - di ridurre gli ampliamenti delle Zone di Ie riportandone i confini in coincidenza con Ie Zone di protezione e Zone edificate che sono individuate dal P.T.e. vigente approvato con l.r. 43/88. Per Ie restanti aree si attribuisce la destinazione ad Ambito per servizi di interesse comunale, laddove la destinazione nel P.T.e. vigente prevede Zona Parco Attrezzato, e ad Ambito di riqualifzcazione ambientale ad indirizzo agricolo laddove vi sia una destinazione di tipo naturalistico 0 agricolo; Preso atto: - che l'Ente gestore del parco, con nota pervenuta ill0 giugno 2004 prot. n. Tl.2004.0013376, ha trasmesso 10 studio di valutazione di incidenza e ha dichiarato che .Ie previsioni di P.T.e. risultano compatibili con Ie final ita di rete natura 2000, e non appaiono in contrasto coil Ie misure che regolamentano i SIC; - che la Stlllltura Azioni per la Gestione delle Aree protette e difesa delia biodiversita delia D.G. Qualita dell'Ambiente, con nota del 25 giugno 2004, ha espresso Valutazione di Incidenza positiva quale esito delia procedura di valutazione del piano, condizionata al rispetto delle prescrizioni che qui di seguito vengono testualmente riportate: «Boschi delle Groane II sito non subira incidenze significative a condizione che: • z.OIleindustria Ii ACNA-SNIA: si dovra compiere un attento monitoraggio e controllo degli interventi di messa in sicurezza gia in atto; • crassodromo eli Ceriano: questa attivita e da ritenersi incompatibile (efr. comma I, ari. 16 delle N.T.A.) e pertanto disciplinata dall'art. 46 delle N.T.A. Fino alla dismissione del- l'attivita, per cui rEnte gestore dovra attivarsi, dovranno essere rispettati i massimali di emissione di lllmori, COS! come previsto nello Studio di Incidenza. Si richiede comunque un 1 SuPpl. Straorclinario 0 al n. 36 - 31 agosto 2004 costante monitoraggio del possibile disturbo sulle specie c1i avifauna presenti alfine di verificare un'eventuale compromissione delle niclificazioni e ]a necessita di sospendere l'attivita sportiva in questione; • frutteto eli Ceriano: si ritengono indispensabili Ie inclagini e gli approfondimenti proposti dallo Studio di Incidenza in relazione all'uso c1ibiocidi. Saranno da preferire conversioni a metodi meno nocivi; • campo di lira al piattello e area eli aelclestramento cani con 10 sparo a Seveso: queste attivita sonG da ritenersi incompatibili (cfr. comma 1, art. 16 delle N.T.A.) e pert an to disciplinate dall'art. 46 delle N.T.A. L'Ente gestore dovra convenire con Ie parti interessate Ie modalita di cessazione di tali attivita. Nel frattempo, si richiede la verifica che Ie atlivita non vengano svolte al di fuori del peri metro destinato all'uso specifico. Tutte Ie misure di mitigazione e compensazione previste dallo Studio di Incidenza dovranno essere applicate. Pin eta di Cesate Le considerazioni pOI-tate dallo Studio di Incidenza sembrano soddisfare Ie esigenze di conservazione di habitat e specie presenti nel sito e dovranno cssere rigorosamente rispettate.>'; Visto: _ la relazione istlllttoria del Dirigente dell'Unita Organizzativa Pianificazione Ambientale e Gestione Parchi contenente gli accertamenti istruttori compiuti dagli uffici; A voti unanimi, espressi nelle forme di legge DELIBERA Richiamate quali parti integranti e sostanziali del presente provvedimento Ie prescrizioni relative alla Valutazione d'Incidenza ai sensi dell'art. 5 del d.P.R. 357/97 e successive modifiche ed integrazioni, relative ai S.LC. «Pineta di Cesate» e «Boschi delle Groane»; 1. di approvare la variante generale al P.T.e. del Parco regionale delie Groane, composta dai seguenti elaborati, allegati quali parte integrante e sostanziale alla presente deliberazione: A) Tavola 1: Planimetria diPiano - scala 1:10.000 [fogli 1-2]; B) Norme Tecniche di Attuazione. Gli elaborati di cui al presente punta costituiscono variante generale all'art. 1 del Piano TerTitoriaJe di Coordinamento, approvato con l.r. 25 agosto ] 988, n. 43, pubblicato suI Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia, Supplemento Ordinario al n. 34 del 25 agosto 1988; 2. di dare atto che il predetto Piano Territoriale di Coordinamento: • ha effetti di Piano paesistico, ai sensi dell'art. 57 del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 1]2; • assume i contenuti di Piano Territoriale Paesistico ai sensi degli artt. 4 e 5 della l.r. 27 maggio ] 985 n. 57 e successive modificazioni; . 3. di dare atto, per quanta riguarda l'attivita venatoria, che I'art. 2 «Esercizio attivita venatoria» della l.r. 25 agosto 1988, n. 43 «Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Groane», rimane in vigore fIno all'approvazione delle legge istitutiva del Parco naturale; 4. di demandare a succcssivi atti l'istituzione del Parco naturale; 5. di pubblicare il prcsente provvcdimcnto suI Bollettino Ufficiale delia Regione Lombardia. II segretario: Sala ----- . Ballet/ina Ufficiale della Regione Lombardia -5- VARIANTE GENERALE DEL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DEL PARCO REGIONALE DELLE GROANE NORME TECN/CRE D/ ATTUAZ/ONE INDJCE TlTOLO I - DISPOSIZIONI Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. Art. GENERAL! 1 - Ambito e contenuti del Piano territoriale del Parco delle Groane 2 - Elaborati del Piano territoriale del Parco 3 - Effetti del Piano territoriale e rapporti con la pianificazione comunale 4 Standard urbanistici dei piani comunali 5 - Indirizzi per la pianificazione urbanistica comunale per Ie aree esterne al perimetro del parco 6 - Strumenti, provvedimenti e procedure di atluazione del piano territoriale 7 - Programmazione negoziata 8 ~Piani di settore 9 - Piano di gestione 10- RegolamenH d'uso 11- Interventi esecutivi di iniziativa pubblica 0 convenzionati 12- Pareri obbligatori 13- Autorizzazioni 14- Termini TlTOLO II - NORME GENERAL! DI TUTELA Art. 15- Campo di applicazione Art. 16 - Norme di tutela e prescrizioni Art. 17 - Tutela delia vegetazione nelle zone boscate e di rinnovazione spontanea e di brughiera; vincolo idrogeologico Art. 18- Norme di prevenzione incendi Art. 19- Orti familiari Art. 20 - Circolazione e divieti Art. 20-bis - Usi civici Art. 21 - Recinzioni Art. 22 - Tutela e gestione delia fauna Art. 23 - Tutela del paesaggio Art. 24 - Situazioni di incompatibilita ambientale Art. 25 - Edifici esistenti e insediamenti produttivi Art. 26 - Procedura di verifica e valutazione di impatlo ambientale TlTOLO III - AZZONAMENTO Art. 27 - Azzonamento Art. 28 - Zona di riserva naturale orientata - destinazione funzionale Art. 29 - Zona di riserva naturale orientata - interventi consentiti e norme di tutela Art. 30 - Zona di riqualificazione ambientale ad indirizzo naturalistico Art. 31 - Zona di riqualificazione ambientale ad indirizzo agricolo Art. 32 - Zona per servizi all'agricoltura Art. 33 - Zona a parco atlrezzato Art. 34 - Zona a verde privata vincolato Art. 35 - Zona edificata Art. 36 - Zona fomaci Art. 37 - Zona di interesse storico ambientale Art. 38 - Ambito per servizi Art. 39 - Zona di pianificazione comunale orientata TlTOLO IV - NORME PARTICOLARI DI SETTORE Art. Art. Art. Art. Art. Art. 40 - Viabilita pubblica 41 - Parcheggi 42 - Viabilita minore 43 - lnfrastrutture e servizi pubblici 44 - Fasce di rispetto 45 - Esercizio dell'attivita estratliva TlTOLO V - NORME FINAL! E TRANSITORIE Art. Art. Art. Art. 46 - Disciplina delle attivita incompatibili 47 - Sanzioni arruninistrative 48 - Poteri di deroga 49 - Norma di raccordo 1° Suppl. Straordinario al n. 36 - 31 agosto 2004 TITOLO I DISPOSIZIONI GENERAL! Art. 1 - Ambito e contenuti del Piano territonale delParco delle Groane I. Il Piano territoriale del Parco delle Gmane e appmvato ai sensi delrart. 19 delIa l.r. 30 novembre 1983 n. 86 e successive modificazioni ed integrazioni. Il Parco delle Groane Eo classificato ai sensi dell'art. 16 della l.r. 86/83 e successive modificazioni ed integrazioni, come "Parco regionale forestale e di cintura metropolitana». 2. Il piano ha effetti di Piano Paesistico ai sensi dell'art. 5 della l.r. 57/85 e dell'art. 17, comma 1, dell a l.r. 86/83. Art. 2 - Elaborati del Piano Territonale del Parco I. Il Piano territoriale del Parco e compos to dai seguenti elaborati; A. tavole di piano: - Tavola 1: planimetria di piano - scala 1:10.000 [fogli 1-2]; B. Norme Tecniche di Attuazione. Gli elaborati di cui al presente comma costituiscono variante generale all'art. 1 del Piano Territoriale di Coordinamento, approvato con l.r. 25 agosto 1988, n. 43, pubblicato sui Bolletc tino Ufficiale della Regione Lombardia, Supplemento Ordinario al n. 34 del 25 agosto 1988. Art. 3 - Effetti del Piano territonale e rapporti con la pianificazione comunale 1. I rapporti tra il P.T.e. e gli altri strumenti di pianificazione territoriale sO no disciplinati dall'art. 18 delia 1.1'.30 novembre 1983 n. 86 e successive modificazioni, e dall'art. 3, comma 29, delia I.r. 5 gennaio 2000, n. I. 2. I Comuni adeguano i rispettivi strumenti urbanistici generali alle previsioni delia presente variante al P.T.e. del Parco nei termini e con Ie modalita previste dall'art. 18, comma 5, delia I.r. 30 novembre 1993, n. 86. 3. I Comuni medesimi devono, entro due anni dall'entrata in vigore del presente piano, provvedere, con apposita variante, all'adeguamento dei propri strumenti urbanistici relativamente alle zone per Ie quali Ie presenti norme rinviano alla pianificazione comunale 0 consentono alla pianificazione comunale di dettare disposizioni integrative 0 specificative. 4. In sede di adeguamento degli strumenti urbanistici comunali al Piano Territoriale di Coordinamento, Ie delimitazioni delle zone individuate nelle tavole del P.T.e. devono coincidere con suddivisioni reali rilevabili sui terreno, ovvero su elaborati cartografici in scala maggiore. Tali definizioni non costituendo difformita tra i P.R.G. e il P.T.e., non costituiscono variante allo stesso. Art. 4 ~ Standard. urbanistici dei piani t;omunali 1. Per Ie aree comprese nel territorio del Parco si applicano Ie disposizioni contenute nella I.r. 15 gennaio 2001, n. 1. Art. 5 - /ndinzzi per la pianificazione urbanistica comunale per Ie aree esterne al penmetro del parco 1. Entro due anni dall'entrata in vigore delia variante generale al piano, i Comuni del parco devono provvedere, con apposita variante, all'adeguamento dei propri strumenti urbanistici generali. In tale occasione i Comuni, anche con riferimento alle aree esterne al perimetro del parco, dovranno tenere conto dei seguenti indirizzi: • salvaguardare Ie aree verdi e Ie essenze arboree eli pregio; • salvaguardare i corsi d'acqua e Ie relative sponele; • tutelare con prescrizioni specific he it patrimonio storico ed artistico; • tutelare Ie aree boschive e Ie aree agricolo-boschive; • inelividuare situazioni di elegrado ambientale da assoggettare a programmi cli intervento. 2. I Comuni di concerto con il Consorzio, dovranno organizzare gli accessi al Parco indicati nella planimetria di piano, sia per quanto concerne gli aspetti funzionali - parcheggi e viabilita eli penetrazione che per gli aspetti ambientali - spazi verdi e cortine alberate. Gli strumenti urbanistici cOt1lunali generali dovranno prevedere, lungo i confini esterni del parco, idonee fasce di protezione esterna, di profondita non inferiore a metri cinque, in cui e vietata la realizzazione eli ristrutturazioni urbanistiche e di nuove costrm:ioni ael eccezione delle opere pubbliche e di pubblica utilitil. Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia -6- Art. 6 - Strumenti, provvedimenti e procedure di attuazione del piano territoriale 1. Sono strumenti e provvedimenti attuativi del piano territori ale: 1) i piani di settore; 2) i regolamenti d'uso; 3) gli interventi esecutivi di iniziativa pubblica del Consorzio e degli enti consorziati; 4) gli interventi esecutivi convenzionati; 5) i pareri; 6) Ie autorizzazioni; 7) Ie concessioni d'uso 0 di servizio. 2. Collaborano all'attuazione del piano, con propri atti e progetti gli enti consorziati, gli enti pubblici, i privati singoli e associati, Ie persone giuridiche private. Art. 7 - Programmazione negoziata 1. L'attuazione delle finalita del Parco, previste dalle presenti norme ovvero dai relativi strumenti attuativi, puo comunque essere conseguita, in alternativa agli specifici istituti e procedure disciplinati dal presente piano, tramite: accordi di programma di cui all'art. 34 del d.lgs. 18 agosto 2000, n. 267 e alle ll.rr. 14 marzo 2003 n. 2 e 23 febbraio 2004 n. 3; programmi integrati di intervento di cui alia l.r. 12 aprile 1999, n. 9 e successive modifiche ed integrazioni; conferenze di servizi di cui all'art. 14 della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni ed integrazioni, nonche tramite qualsivoglia procedura di programmazione negoziata 0 di concertazione prevista dalla normativa vigente; tali accordi, programmi 0 conferenze sono promossi ad iniziativa dell'Ente gestore 0 delia Regione 0 dei Comuni interessati, nonche, se ammesso, di altri soggetti pubblici 0 privati. 2. In sede di definizione degli accordi, programmi 0 conferenze di cui al comma 1, sono previste Ie opere di ripristino o di recupero ambientale eventualmente necessarie oppure forme di compensazione per danni ambientali non ripristinabili 0 recuperabili tra cui la realizzazione di corridoi ecologici, finalizzati ad integrare e completare il sistema del verde e dei parchi nell'area metropolitana. 3. Gli obblighi relativi aile compensazioni potranno essere soddisfatti mediante la cessione di detertninate aree a beneficio del Parco. 4. Qualora gli accordi 0 programma di cui al comma 1 comportino modifiche aile disposizioni del presente piano, la procedura deve comunque prevedere la partecipazione dell'ente regionale che contestualmente approva Ie varianti connesse all'accordo 0 programma tramite propria delibera di Giunta regionale, ai sensi dell'art. 19, comma 2 delia l.r. 86/83 e successive modifiche e integrazioni. 5. "L'Ente gestore puo promuovere attivita finalizzate alla conservazione 0 al ripristino naturalistico anche mediante convenzione con soggetti pubblici 0 privati. Art ..8 - Piani di settore 1. II Consorzio predispone piani per settori funzionali. I settori funzionali, per i quali viene predisposto tale piano, sono: • tutela e potenziamento dei boschi, rimboschimenti, vegetazione spontanea; • agricoltura; • sistemazione e manutenzione del reticolo Idrografico superficiale; corsi d'acqua, stagni e zone umide; qualita delle acque; • tutela dell a fauna; • fornaci; • zona edificata e norme paesaggistiche per la edificazione nel Parco; • viabilita minore e ciclopedonale; • zone naturalistiche; • orti familiari; • zona di interesse storieo ambientale. 2. La procedura di approvazione dei piani di settore e definita dal punto 1.2.1 della d.g.r. n. 7/5554 del 13 luglio 2001 «Approvazione dei criteri applicativi relativi al procedimento di preqisposizione dei piani territoriali di coordinamento dei parchi regionali di cui alia l.r. 86/83 e successive modiflchc», pubblicata su BolJettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 31, Serie Ordinaria, 30 luglio 2001. 1 Supp!. Straordinario 0 al n. 36 - 31 agosto 2004 3. I piani di settore vigenti, alla data di approvazione della presente variante generale, laddove in contrasto, dovranno adeguarsi aile norme del presente piano. Art. 9 - Piano di gestione 1. Per l'attuazione delle previsioni del piano territoriaJe, il Consorzio propone all'approvazione della Giunta regionale un piano di gestione come definito dall'art. 19, terzo comma, della l.r. 30 novernbre 1983, n. 86. II piano di gestione indica gli interventi che il Consorzio intende realizzare nel periodo considerato, in ragione delle risorse conseguibili, in base a dati certi 0 desunti dai prograrnmi dei ministeri, delia Regione, degli enti consorziati 0 di altri soggetti che possano contribuire alla realizzazione del Parco. Art. 10 - Regolamenti d'uso 1. I regolamenti determinano ai sensi dell'art. 20 delia l.r. 30 'novernbre 1983, n. 86 la localizzazione e la graduazione dei divieti e disciplinano Ie attivita consentite dalle destinazioni d'uso del territorio del Parco. 2. La procedura di approvazione dei regolamenti e definita dal punto 1.2.1 della d.g.r. n. 7/5554 del 13 luglio 2001 «Approvazione dei criteri applicativi relativi al procedimento di predisposizione dei piani territoriali di coordinamento dei parchi regionali di cui alia l.r. 86/83 e successive modifiche» pubblicata su Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 31, Serie Ordinaria, 30 luglio 2001. Art. 11- Interventi esecutivi di inhiativa pubblica 0 convenzionati 1. Gli interventi esecutivi del Consorzio sono approvati dal consiglio direttivosulla base del programma triennale delle opere pubbliche, previsto dall'art. 14 delia legge 11 febbraio 1994 n. 109 e sue modifiche e integrazioni. 2. In ma~eria di espropriazione di aree si applica la normativa vigente. Art. 12 - Pareri obbligatori 1. L'Ente gestore esprime parere obbligatorio nel casi in cui Ie leggi nazionali e regionali 10 prevedano. 2. Nel caso in cui la localizzazione e/o Ie scelte del tracciato dei progetti di opere pubbliche eli interesse statale, da realizzarsi da parte degli enti istituzionalmente competenti, siano difformi dalle prescrizioni del presente piano e/o da quel!e degli strumenti urbanistici dei Comuni del Parco, l'Ente gestore e i Comuni su cui ricadono gli interventi esprimono il proprio parere nei termini e con Ie modalitapreviste dall'art. 81 del d.P.R. 616/77, come modificato ed integrato dal d.P.R. 383/94. Art. 13 - AutoriZZ4zioni di competenza delConsorzio, ai sensi delle leggi, delle norme di piano, dei piani di settore, dei regolamenti, del piano di gestione, sono emesse dall'Ente gestore del parco in conformita alia vigente legislazione e alle norme statutarie del Consorzio, in conformita alla legge 267/.00 e alia l.r. 18/00. 2. L'autorizzazione dell'Ente gestore ha, altresl, valore e produce, altresl, gli effetti dell'autorizzazione prevista dall'art. 7 del r.d. 30 dicembre 1923, n. 3267. )1. Le autorizzazioni Art. 14 - Termini 1. Mediante regolamento consortile sono stabiliti i termini. di cui all'art. 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241, per l'espressione degli atti del Consorzio, non disciplinati dalla normativa vigente. TITOLO II NORME GENERALI DI TUTELA Art. 15 - Campo di applicazione 1. Ai fini delia salvaguardia ambientale e paesistica, si applicano in tutto il territorio del parco Ie disposizioni generali di cui al presente titolo, nonche Ie norme relative a ciascull settore di cui al successivo titolo IV, fatte salve Ie eventuali specificazioni 0 eccezioni previste dalla disciplina delle zone di cui al titolo III. Art. 16 - Norme di tutela e prescrizioni 1. Si osservano Ie seguenti prescrizioni: a) fatti salvi i casi previsti dall'art. 149 del d.Jgs 42/04 i movimenti di terra sono soggetti ad autorizzazione paesistica Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia -7- secondo quanto previsto dall'art 18 delia !.r. 18/97. Sono comunque vietati i movimenti di terra nelle zone di risel-va naturale orientata, negli ambiti di riqualificazione ambientale e nelle zone ad indirizzo naturalistico. Sono comunque garantite k attivita agro-silvo-pastorali e gli interventi di gestione naturalistica direttamente eseguiti dall'Ente gestore del Parco, ovvero dallo stesso autorizzati, allo scopo di tutelare ed incrementare iI valore naturalistico delle aree; b) gli interventi che costituiscono modificazioni dell'alveo e delle sponde dei torrenti, rogge, canali, corsi d'acqua, stagni, zone umide, 0 che captano deviano 0 occultano acque 0 risorgive, salve Ie normali utilizzazioni agrarie, sono soggetti ad autorizzazione paesistica; c) la tutela e la raccolta dei funghi epigei, delIa flora e la cattura delia fauna minore e disciplinata dalla l.r. 23 giugno 1997, n. 324 e dalla l.r. 27 luglio 1977, n. 33 e successive modificazioni. n piano di settore {(vegetazione spontanea» puo, sulla base di valutazioni aggiomate sullo state del patrimonio ecologico, prevedere un elenco di specie di flora non incluse in quelli detta legge sopracitata, ma di importanza naturalistica per il parco. L'Ente gestore provvede, se necessario, con specifiche iniziative, secondo criteli e modalita non invasive, al contrallo ed alla eradicazione di specie vegetali esotiche invasive negli ambienti naturali. Nella gestione del verde attrezzato, gli enti pubblici dovranno preferibilmente utilizzare specie arbustive ed arboree autoctone; d) salvoche nell'esercizio dell'attivita agricola, e ammessa la sola introduzione di specie vegetali autoctone e di altre indicate nel piano di settore boschi; l'introduzione di specie esotiche e vietata, con esclusione delle pertinenze edilizie e nella zona a verde privato vincolato. n direttore delConsorzio puo ordinare la eliminazione di specie esotiche in qualsiasi area del Parco, qualora sussista il pericolo di diffusione spontanea e alterazione degli ecosistemi da parte delle specie stesse. Consorzio tenuto a riconoscere un contributo di miglioria forestale ai sensi dell'art. 3 delia l.r. 27 gennaio 1977, n.9; e) e vietato il .transito e il pascolo degli ovini e dei caprini fuori da itinerari appositamente individuati con apposita cartellonistica; f) e vietato l'abbandono di rifiuti di qualsiasi tipo il1.ogni parte del Parco, comprese strade e pertinenze edilizie. E ammesso l'accantonamento organizzato dei rifiuti urbani lunge Ie strade per la raccolta da parte del competente servizio; g) in tuttoil territorio del parcoe vietata la realizzazione e l'esercizio di nuovi impianti di gestione di rifiuti urbani e/o speciali, sono invece ammesse: a. lediscariche di seconda categoria - tipo {(A»per inerti, secondo la classificazione di cui alia deliberazione del comitato interministeriale del 27 luglio 1984, ai soli fini del recupero ambientale, in osservanza delle nonne di zona e di settore, sulla base di un progetto di recupero approvalu dall'Ente gesture del parco, fatte salve Ie autorizzazioni previste dalla legislazione vigente; b. limitatamente aile zone degli ambiti di riqualificazione urbanistica, per servizi e di pianificazione comunale orientata, in conformita alle norme di zona, la realizzazione di piazzole e di piattaforme per la raccolta differenziata dei rifiuti; i) e vietato il campeggio, fatti salvi campeggi autorizzati in zona edificata a parco attrezzato e i casi previsti dall'art. 14 delia l.r. 7/01; j) e vietata l'apposizione di cartelloni pubblicitari lunge Ie strade;le insegne per Ie attivita inteme al Parco sono soggette a specifico regolamento consortile; il Consorzio cura lasegnaletica direzionale e informativa del Parco; k) e vietato l'impianto di nuovi distributori di carburante; I) e vietata la produzione di rumori superiori ai limiti di legge e dei regolamenti comunali; l'attivita di autocross, motocross, aeromodellismo e tiro al piattello e vietata sull'intero territorio del parco, fatte salve, fino a dismissione, Ie attivita gia esistenti alIa data di entrata in vigore della presente variante generale. Art. 17 - Tutela delIa vegetazione neUe zone boscate e di rinnovazione spontanea e di brughiera; vincolo idrogeologico 1. Si applicano Ie disposizioni delia l.r. 27 gennaio 1977, n. 9 e dell'art. 4 della l.r. 86/83, e successive modi fiche e integrazioni. I complessi boscati e Ie aree di rinnovazione spontanea delle specie arboree e di brughiera devono cssere mantenuti a cura dei proprietari 0 dei possessori nel miglior state di n e 1° Supp!. Straordinario al n. 36 - 31 agosto 2004 conservazione colturale. In particoIare gli interventi devono tendere alia conservazione e alia ricostruzione delle vegetazioni tipiche locali favorendo Ja diffusione delle specie autoctone. 2. n Consorzio del Parco, ai sensi dell'art. 3 della 1.r. 27 gennaio 1977, n. 9, e dell'art. 15, primo comma delia l.r. 5 aprile 1976, n. 8, concede contributi a chi intende provvedere, secondo Ie indicazioni del piano territoriale e dei piani di settore, al rimboschimento con specie arboree tipiche locali; alIa ricostituzione di boschi degradati, diradati 0 incendiati; alla riconversione dei cedui in boschi d'alto fusto; ai diradamenti opportuni, aile opere manutentorie - cure colturali delle specie infestanti ed alia lotta ai parassiti delle piante, con esclusione delle colture arboree industriali a rapido accrescimento. n Consorzio del Parco puo con convenzionamenti con i proprietari dei terreni, in coerenza con iI piano di settore {(boschi», garantire la miglior conservazione colturale dei complessi boscati. 3. Le utilizzazioni forestali sono autorizzate con Ie limitazioni e Ie procedure precisate negli artt. 4 e 5 della 1.r. 27 gennaio 1977, n. 9, e successive modifiche nonche conquanto disposto dagli artt. 146, 149 e 159 del d.lgs. 42/04 e dall'art. 6 delia 1.1'.18/97; i tagli dovranno comunque essere di tipo colturale, volti al miglioramento del bosco e a favorire il conseguimento delle finalita precisate ai precedenticommi. Le medesime procedure si applicano anche per il taglio e l'abbattimento di piante singole ovunque ubicate all'intemo del Parco. Le trasformazioni dei boschi, ove consentite, sono autorizzate con Ie limitazioni e Ie procedure precisate nell'art. 6 delia 1.r. 27 gennaio 1977, n. 9, e successive modifiche, nonche del piano di settore boschi, ove vigente. Tutti gli interventi consentiti devono comunque essere subordinati alla finalita primaria di assicurare aile aree la conservazione ed il miglioramen to delloro carattere ambientale e di favorire il progressivo recupero dei sistemi boscati e di tutelare particolari aree di brughiera. 4. Per gli interventi forestali indicati nell'art. 149 d.lgs. 22 gennaio 2004 n. 42, non e necessaria l'autorizzazione paesaggistica qualora detti interventi siano autorizzati sotto l'aspetto forestale. 5. n Consorzio rilascia !e autorizzazioni per i lavori e Ie attivita in zona soggetta a vincolo idrogeologica e forestale ai sensi del r.d. 30 dicembre 1923 n. 3267, secondo Ie procedure stabilite dalla 1.r. 5 aprile 1976; n. 8, e sue successive modificazioni ed integrazioni. Art. 18 - Nonne di prevenzione incendi 1. L'Ente' gestore concorre alla definizione del piano regio nale di previsione, prevenzione e lotta attiva contra gli ·incendi boschivi ai sensi degli artt. 3 e 8 delia legge n. 353/2000. 2. L'Ente gestore svolge i compiti previsti dall'art. 10 delia 1.r. 9177~ Art. 19 - Orti familiari 1. Fino all'approvazione di un apposito piano di settore, nelle aree agricole sono consentiti soltanto gli orti familiari che sono finalizzati a soddisfare Ie esigenze alimentari del coltivatore e dei suoi familiari e che non comportino un'alterazione permanente dello stato dei luoghi con costruzioni edilizie ed altre opere civili e/o un'alterazione dell'assetto idrogeologico del territorio. Art. 20 - Circolazione e divieti 1. La circolazione dei veicoli a motore e consentita esc\usivamente sulle strade statali, regionali, provinciali e comunali, nelle aree di parcheggio, di servizio e nell'ambito delle pertinenze degli edifici e delle attrezzature esistenti 0 in costruzione. 2. II Consorzio e gli enti proprietari adottano intese per limitare il traffico nelle strade indicate nella tav. 1 "Planimetria di piano»; altresl adottano intese per eliminare quelle COSI indicate nella stessa tavola. Previa intesa fra Consorzio ed ente proplietario delle strade, possono essere limitate al traffica o eliminate ulteriori strade pubbliche secondarie interne al Parco. 3. La circolazione e la sosta di veicoli a motore e vietata fuori dalle fattispecie di cui ai precedenti commi. I suddetti divieti e limiti non si applicano ai mezzi: • di servizio, di vigilanza e pronto intel-vento dello Stato, del Consorzio, di altri enti pubblici e enti di emgazionc di pubblici seI-vizi; c Bollettil1o Ujjiciale della Regione Lmnbardia -8~ • di servizio delia agricoltura e di estrazione dell'argilla; • di servizio alle attivita pre senti; • per la esecuzione di opere 0 attivita temporanee, previa specifica autorizzazione consortile. Art. 20-bis - Usi civici J. GJi usi civici continuano ad essere esercitati secondo Ie norme e Ie consuetudini vigenti. L'Ente gestore e/o i Comuni interessati possono richiedere ai sensi degli artt. ] 2 e 29 della Iegge n. 1766/27 e dell'art. 4, 2° comma, 1.1. n. 52/85, e successive modifiche e integrazioni, la liquidazione 0 il mutamento di destinazione degli usi civici incompatibili con Ie norme del presente piano .. Art. 21 - Recinzioni ]. La recinzione dei terreni e ammessa, comunque con esclusione delle zone di riserva naturale orientata e dell'ambito di riquaJifieazione ambientale, indirizzo naturalistico, in base a specifico regolamento. In assenza di regolamento, in zona di riserva naturale orientata e in ambito di riquaJifieazione ambientale - zona ad indirizzo naturalistieo - sono ammesse Ie sole delimitazioni con pali in legno e filo metalHco a tutela delle aree di rinnovazione spontanea e dei rimboschimenti; nelle altre zone e altresi ammessa la delimitazione con siepe, da realizzarsi con essenze autoctone. Sui fronti delle strade pubbliche e sempre ammesso delimitare il terreno con parapetti in legno di altezza non superiore a em ]00, nel rispetto delle norme di cireolazione stradale vigenti. Nelle zone di riserva nafurale orientata e possibile erigere reeinzioni, a protezione delle maeehie eli nuova vegetazione, anche spontanea, o delle zone oggetto di intervento 0 delle aree che a giudizio del Consorzio debbano essere temporaneamente escluse dalla libera fruizione ai fini della loro salvaguardia 0 per scopi di studio 0 ricerca scientifica, 0 per ragioni di pubblica incolumita. I prati pascolo possono essere delimitati con parapetto in legno alto fino acm 150, escJusivamente per la tutela del uestiame. Art. 22 - Tutela e gestione delia fauna 1. Nel parco regionale I'attivita venatoria e regolamentata dall'art. 2 della 1.1. 25 agosto 1988, n. 43 "Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Groane». Per quanto. non espressamente indicato si rimanda alla 1.1. 26/93. Per dette aree i piani provinciali di cui agli artt. 14 e 15 delia stessa legge regionale sono approvati dalla provincia, in conformita ai criteri per la difesa e la gestione faunistica stabiliti dal piano di settore di cui al successivo comma 5, ove formato, e previo parere del Consorzio del Parco. 2. I1Consorzio del Parco pUG, in funzione del recupero 0 della riqualificazione faunistica di aree agricole, boschive 0 incolte, stabilire forme di collaborazione, anche attraverso convenzioni, con Ie associazioni agricole, Ie associazioni venatorie e piscatorie, Ie associazioni di protezione ambientale, i comitati di gestione degli ambiti territoriali di caccia interessa ti. 3. La tutela e !'incremento dell a fauna ittica, per la salvaguardia dell'equilibrio ambientale, e l'attivita di pesca sono disciplinate nel parco ai sensi della 1.1. 26 maggio 1982, n. 25 e successive modificazioni; la pesea e comunque vietata nelle acque ricomprese entro Ie riserve naturali orientate. 4. La tutela della fauna minore e disciplinata dalla 1.1. 27 luglio ] 977, n. 33, e successive modificazioni fatte salve norme pili restrittive introdotte dal piano di settore di cui al successivo comma 6 ovvero dai pi ani delle riserve naturali. 5. La programmazione degli interventi di gestione faunistica da attuarsi helle aree a parco regionale, rionche gli orientamenti gestionali in materia faunistica per Ie rimanenti aree del parco regionale sono definite da apposito piano di settore ehe, in particolare: a) definisce Ie vocazioni del territorio, attraverso il eensimento del patrimonio faunistieo esistente e l'analisi finalizzata delle caratteristiche ambientali; b) prevede l'acquisizione e l'organizzazione permanente, d'intesa con la provincia, dei dati inerenti la gestione faunistica, Ie rcintroduzioni e i ripopolamenti effettuati nel Parco; c) indica gli intcrventi di miglioramento ambientate, nonche Ie prescrizioni per la conduzione dei terreni agricoli e forestali, necessari per il mantenimento di condizioni ecologiche favorevoli per la fauna selvatica; d) indica ulteriori operazioni tecnico-scientifiche per il potenziamento dell a consistenza del patrimonio faunistico, tramite interventi di reintroduzione e di ripopolamento; 1° Suppl. Straordinario al n. 36 - 3] agosto 2004 e) stabilisce Ie metodologie per quantificare, mediante l'ausilio di tecnici esperti, i danni arrecati dalla se]vaggina. Art. 23 - Tutela del paesaggio ] .Ogni intervento cleve essere effettuato nel massimo rispetto dell'ambiente del parco e dei caratteri specifici dell'area in cui si inserisce, sia nella scelta delle attrezzature e delle attivita da insediare, sia nella scelta delle so]uzioni morfologiche e dei materiali da costruzione, sia nella progettazione ed utilizzazione del verde e degli spazi aperti, nel rispetto delle norme di cui al presente articolo, nonche di quelle previste dalle particolari norme di zona e di settore in relazione all'intervento da effettuare. 2. I piani di settore, i regolamenti d'uso ed ogni intervento che modifichi I'esteriore aspetto dello stato dei luoghi dovranno rispettare gli indirizzi previsti dal Piano Territoriale Paesistico Regionale della Lombardia, approvato con d.c.r. n. VlII197 del 6 marzo 2001 e pubblicato suI Bollettino Ufficiale dell a Regione Lombardia n. 32 edizione speciale del 6 agosto 2001. 3. II territorio del Parco e vincolato paesisticamente ai sensi dell'art. 142, comma primo, lettera f), del cI.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42. Ogni intervento, ad eccezione delle opere interne e di quelle indicate nell'art. 149 del sopraccitato d.lgs. 42/04, e soggetto ad autorizzazione paesistica ai sensi dell'art. 146 e 159 delmeclesimo d.lgs. Per il rilascio di autorizzazioni paesaggistiche valgono'i disposti della 1.1. 9 giugno 1997, n. 18, nelrispetto dei criteri di cui alla cI.g.r. 6/30194 del 25 luglio 1997 "Criteri per l'esercizio delle funzioni amministrative ai sensi della 1.1. 8 giugno 1997, n. ] 8", pubbJicati suI Bollettino U[iiciale della Regione Lombardia 3° Supplemento Straordimirio al n. 42 del 17 ottobre 1997. 4. La progettazione di qualsiasi nuova costruzione e delle relative pertinenze deve acleguarsi in particolare al piano cli settore "Zona edificata e norme paesaggistiche per la edifica' zione nel Parco» di cui all 'art. 35. Art. 24 - Situazioni di incompatibilita ambientale 1. Nel Parco non e ammesso il nuovo insediamento di industrie insalubri di prima classe; per quelleesistenti alia data di adozione del presente piano, sono ammesse Ie opere di manutenzione ordinaria e straordinaria, nonche gli interventi atti a sostituire Ie attivita di prima classe con altre attivita. 2. Salvo diversa normativa di zona, sono inclividuati nella tavola 1 con apposito asterisco impianti, attivita, edifici e cliscariche di materiale dismessi, particolarmente incompatibili sot to il profilo igienico e ambientale, per iquali sono ammessi i soli interventi di bonifica ambientale approvati clalle competenti autorita. A termine bonifica, salvo diversa indicazione nella norma relativa alla zona, l'area deve essere recuperata a destinazione naturalistica. Art. 25 - Edifici esistenti e insediamenti produttivi 1. In tutti gli edifici ed impianti esistenti, indipe~dentemente dalle singole norme di zona, e comunque sempre consentita la manutenzione ordinaria e straordinaria, il consolidamento statico e il restauro conservativo. Ad eceezione degli edifici rieadenti in zona fornaci di cui al successivo art. 36 e in zona cli interesse storico ambientale di cui al suecessivo art. 37 delle presenti norme, e ammessa altresi la ristrutturazione edilizia, senza demolizione, che non comporti aumento di volumetriao modifiche di superficie 0 di sagoma. 2. II mutamento di destinazione d'uso senza opere degli edifici e ammesso nei limiti stabiliti dal presente piano. In assenza di disposizioni, contenute nel presente piano, valgono i limiti contenuti negli strumenti urbanistici comunali. 3. Al fine di evitare il trasferimento fuori da] terTitorio dei Comuni consoniati, gli insediamenti produttivi di beni e servizi esistenti alla data di approvazione del piano territoriale di coordinamento che si dotino di certificazione ambientale e/o registrazione ambientale, non dichiarati incompatibiJi con i] P.T.C. e che dimostrino l'impossibilita ad espandersi all'interno del lotto di pertinenza, possono ampliare, una tanturn e non oltre il 20%, la superfieie lorda di pavimento esistente. L'ampliamento deve essere localizzato in area adiacente, purche non copena da boseo 0 brughicra, e situata all'esterno delia zona di riserva naturale orientata. L'intervento di ampliamento subordinato alla slipula di apposita convenzione con il Comune e il Consorzio, nella quale deve essere prevista la realizzazione delle opere di mitigazio- e Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia -9- ne ambientale e Ie idonee garanzie per la loro corretta realizzazione. Gli insediamenti produttivi non muniti di certificazione ambientale potranno solo effettuare ampliamenti con aumento, una tantum, del 5% della superficie lorda di pavimento esistente alla data di approvazione del presente P.T.C. per servizi igienico-sanitari e tecnologici. Art. 26 - Procedura di verifica e valutazione dUmpatto ambientale Per la procedura di veri fica e di valutazione di impatto ambien tale si applica quanto disposto dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale vigente. TITOLO III AZZONAMENTO Art 27 - Azzonamento 1. n territorio del Parco, rappresentato graficamente in scala 1:10.000 nellaplanimetria di piano tavola n. 1 - fogli 1-2 e suddiviso nelle seguenti zone: • Zone di riserva naturale: - zone di riserve naturali orientate. • Ambito di riqualificazione 'ambientale: - zona ad indirizzo naturalistico; - zona ad indirizzo agricolo. • Ambito di riqualificazione urbanistica: - zona per servizi alla agricoltura; - zona a parco attrezzato; - zona a verde privato vincolato; - zona edificata; - zona fomaci; - zona di interesse storico-ambientale. • Ambito per servizi: - zona per servizi comprensoriali; - zona per servizi di interesse comunale; - zona per servizi del Parco delle Groane - SPG. • Zone di iniziativa comunale. . La disciplina di ogni singola zona e integrata dalle norme di salvaguardia generale previste dal precedente titolo II nonche dalle altre norme di carattere generale. Art. 28 - Zona di riserva naturale orientata destinazione funzionale 1. Nella planimetria di piano, tavola 1, sono individuate Ie seguenti zone di riserva naturali orientate: • Stagno di Lentate - Comune di Lentate; • Boschi di Lazzate - Comune di Lazzate e Lentate; • Boschi di S. Andrea - Comuni di Misinto, Lentate, Cogliate, Barlassina; • Altopiano di Seveso e Bosco del Biule - Comuni di Seveso, Barlassina, Cogliate, Cesano Maderno; • Boschi di Ceriano - Comuni di Cogliate, Ceriano; • Ca' dei Re ed ex Polveriera - Comuni di Ceriano e Solaro; • Boschi di Cesate - Comuni di Solaro, Cesate, Garbagnate e Limbiate; • Brughiera di Castellazzo - Comune di Bollate. 2. Le aree sono destinate alia conservazione dell'ambiente naturale delle Groane, nella sua articolazione in boschi, brughiere, zone di rinnovazione spontanea, molinieti, zone umide anche di origine artificiale. Gli interventi, tesi ad orientare scientificamente la evoluzione della natura, debbono, in particolare, essere diretti alla salvaguardia, al potenziamento del patrimonio boschivo e delle zone umide; alla salvaguardia dci fenomeni evolutivi delle brughiere e dei molinieti. 3. E ammessa la fruizione da parte clei cittaclini, a scopo culturale ecl eclucativo, secondo gli usi e Ie consuetudini ecl entro i limiti specificati clal successivo art. 29; utilizzazione forestale dei boschi entro i limiti specificati in appresso, nonche clal precedente titolo II. Le zona di riserva naturale orientata sono amministrate mediante uno 0 pili piani di settore redatti ai sensi clel titolo II, capo II, art. 20 della I.r. 30 novembre 1983 n. 86 e sue modifiche, con i limiti e i divieti stabiliti dal prcscntc piano. Art. 29 - Zona di riserva naturale orientata interventi consentiti e norme di tutela 1. Gli intel-venti, attuati 0 autorizzati clal Consorzio, devo- 1 Suppl. Straordinario 0 a] n. 36 - 31 agosto 2004 no favorire e orientare I'evoluzione dell'ambiente naturale verso il miglior equilibrio tra vegetazione e conclizioni ambientali-climax, anche in attuazione cli piani di settore. Per Ie aree boscate e di rinnovazione spontanea delle specie arboree deve in particolare essere favorita la diffusione delle specie tipiche locali e la conversione clei cedui in cedui composti e in boschi d'alto fusto. Gli interventi colturali sui boschi e Ie utilizzazioni forestali sono regolate dal precedente art. 17. Per Ie grandi aree di brughiera gli interventi ed i piani di settore clevono tendere alla conservazione dell'ambiente naturale e della vegetazione tipica di tale ambiente, favorendone la diffusione e il potenziamento e, se del caso, anche Iimltandone l'evoluzione naturale. Nelle zone umide sono consentiti gli interventi di conservazione attiva 0 finalizzati a rendeme possibile la fruizione a scopo educativo 0 di stuclio e ricerca scientifica, attuati 0 autorizzati da] Consorzio. 2. Si applicano alle zone di riserve naturali orientate oltre che Ie norme di sa]vaguardia genera]e di cui a] titoloII, ]e seguenti· clisposizioni. E vietato: a) costruire opere edilizie 0 manufatti di qualsiasi genere con Ie eccezioni di cui all'art. 25; b) asportare minerali 0 teniccio vegetale, aprire 0 coltivare cave; c) esercitare l'agricoltura in qualsiasi forma, anche in orti familiari, salvo Ie prescrizioni per Ie aree di rispetto all'ultimo comma del presente articolo; d) impiantare pioppeti e colture industriali di a1tre specie arboree a rapido accrescimento; e) danneggiare, disturbare, catturare 0 uccidere animali, raccogliere 0 distruggere i lora nidi, danneggiare 0 distruggere, illora ambiente, appropriarsi di animali rinvenuti morti 0 di parte di essi; f) introdurre specie animali 0 vegetali non caratteristiche del tenitorio; g) captare, deviare 0 occultare acque 0 risorgive. 3. Nelle aree di rispetto di cui all'ultimo comma del precedente articolo e ammesso I'esercizio dell'flgricoltura; fino all'approvazione del piano di settore delia zona di riserva si applica no Ie disposizioni per l'agricoltura previste dall'art. 30, primo comma, lettera e). Art. 30 - Zona di riqualificazione ambientale ad indirizzo naturalistico 1. Le aree comprese in questo ambito sono destinate alia conservazione e al ripristino del paesaggio delle Groane, nei suoi valori naturali e seminaturali tradizionali ad indirizzo naturalistico. Gli interventi devono tendere al ripristino, aHa valorizzazione delle potenzialita naturali ed estetiche nonche alia prevenzione degli effetti nocivi di origine antwpica, in funzione educativa, culturale, scientifica e ricreativa. 2. So no destinazioni consentite: a) fruizione da parte del pubblico a scopo educativo e ricreativo: • formazione di prati calpestabili, • percorsi ciclopedonali ed equestri, • aree da pic-nic, compresi barbecue e servizi igienici relativi, • realizzazione di parcheggi pubblici di uso pubblico per non oltre 50 autoveicoli a flanco clella viabilita; b) utilizzazioni forestali delle aree boscate, entro i limiti precisati dal precedente art. 17 ed i seguenti: • interventi di ricostruzione 0 riqualificazione del paesaggio, • gli interventi sulle aree boscate e di rinnovazione spontanea devono in particolare favorire la diffusione delle specie tipiche locali e la conversione dei cedui in cedui composti e in boschi d'alto fusto, anche in altuazione del piano di settore boschi, • intel-venti di conser-vazione del suolo, ripristino e miglioramento dei sistemi drenaggio superficiale; formazione e recupero di specchi lacustri e zone umide; c) intel"Vcnti esecutivi di iniziativa pubblica per la tutela in ambiti delimitati di particolari ecosistemi 0 specie vegetali 0 animali; d) e ammessa la edificazione da parte del Consorzio 0 dei Comuni consorziati di ser-viziigienici, chioschi di informazio- ° Hollettino Ufficiale della Regione Lombardia -11- • bacini idrici destinati alIa pesca sportiva; • servizi e parcheggi relativi alle attrezzature esistenti e di progetto; • resjdenza del personale di custodia per una SIp non superiore alSO mq. Gli interventi suddetti so no soggetti a convenzionamento con l'Ente gestore del Parco e con il Comune direttamente interessato. 2. Nella sottozona ad assetto definito sono ammessi: • ristrutturazione edilizia per Ie funzioni di cui al primo comma; • ampliamento delIa superficie coperta 0 attrezzata in forma permanente pari a un massimo del 10% delIa SC esistente; • superficie a verde permeabile non attrezzato di almeno 50% delle superfici libere, di cui almeno il relativo 40% con impianto arboreo. Le aree individuate con simbolo grafico L sono prioritariamente destinate alla formazione di bacini idrici destinati all'esercizio della pesca sportiva; in questi lotti e ammesso realizzare una edificazione di servizio, comprese destinazioni a circolo ricreativo e punto di ristoro, per un massimo di mq 250 di SIp, altezza mt. 7 all'intradosso. 3. Nella sottozona della trasformazione sono ammessi gli interventi di ristrutturazione edilizia ed urbanistica per Ie funzioni di cui al primo comma, anche mediante nuova edificazione, entro i seguenti limiti: • SIp pari al 30% del lotto; • Sc pari al 20% dellotto; • superficie e verde permeabile non attrezzato 50% delle superfici libere, di cui almeno il relativo 40% con impianto arboreo. Gli interventi di ristrutturazione edilizia ed urbanistica che comportano demolizione e ricostruzione deve essere predisposto un apposito piano attuativo. 4. Disposizioni comuni: • altezza massima edifici mt 10 al colmo; • altezza massima attrezzature per il gioco e 10 sport mt. 15; • Ie attrezzature non comportanti volumi sono calcolate per Sc = SIp; la Sc e quella risultante dalla proiezione in pianta del perimetro esterno della attrezzature stessa; • i parcheggi devono essere con pavimentazione drenante e alberature fra Ie carreggiate; essi devono essere prioritariamente localizzati nelle eventuali aree a cia individuate in adiacenza, nella tavola 1 «Planimetria di piano» 0, in carenza, sia nella presente zona che in quella a verde privato vincolato. 5. Disposizioni particolari: • nel caso di zone e parco attrezzato collocate in aree adiacenti 0 limitrofe a zone di interesse storico-ambientale (art. 37)e a zone delle fornaci (art. 36) l'applicazione delle disposizioni dei precedenti commi deve essere attentamente valutata in funzione delle finalita di tutela degli specifici contesti paesistici e dei rapporti anche visivi con i manufatti di interesse storico-ambientale presenti all'intomo. Andranno in tal senso attentamente verificate Ie funzioni da insediare, Ie dimensioni, i caratteri costruttivi e in particolare Ie altezze degli edifici e dei manufatti. 6. In assenza di convenzione sono ammessi: • manutenzione ordinaria e straordinaria, adeguamento igienico, statico e tecnologico, restauro e risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia, senza demolizione, che non comporti au men to di volumetria e di superfi.cie0 modi fiche di sagoma; in sede di adeguamento igienico e tecnologico, nonche per il ricovero dei mezzi e delle dotazioni strumentali, sono consentiti incrementi della Sc per un massimo di 100 mq per edificio; • ammodernamento delle attrezzature, per adeguamento alle necessita di mercato, nell'ambito delIa medesima Sc e destinazione funzionale; • sistemazione degli spazi esterni a verde, formazione di viali e percorsi, nell'ambito degli indici succitati. Le recinzioni non possono estendersi oltre !'insieme della presente zona, unitamente aile aree di parcheggio adiacenti. Le recinzioni devono essere conformi al precedente art. 21. 1 Supp!. Straordinario 0 al n. 36 - 31 agosto 2004 Art. 34 - Zona a verde privato vincolato 1. La zona e destinata al mantenimento delle formazioni arboree comprese in ambiti delimitati, ai fmi di preservare la continuita del verde nel Parco. In essa sono inclusi parchi privati, giardini e spazi aperti annessi a lotti edificati. 2. Nella zona c ammesso realizzare Ie seguenti attrenature: a) entro il 30% della superficie del lotto, tennis scoperti, piscine scoperte, altre attrezzature sportive all'aperto; b) e ammesso mantenere piazzali di servizio aIle adiacenti imprese, destinati allo stoccaggio e movimentazione dei materiali, dei prodotti, dei mezzi, purche vengano costituite cortine alberate su una superficie non inferiore al 10% del lotto; c) esistenti campi di aeromodellismo; d) orti familiari annessi alle residenze, allevamenti di animali di bassa corte per uso familiare, previa autorizzazione dell'autorita sanitaria; e) parcheggi scoperti, con superficie drenante, limitatamente alle superfici minime previste dalle vigenti leggi e regolamenti. 3. Nella scelta delle specie da mettere a dimora devono essere privilegiate Ie specie delle Groane, come individuate dal piano di settore boschi. I piazzali di cui al punto b) devono avere superficie drenante, fatte salve documentate ragioni di carattere funzionale 0 igienico ambientale. II progetto relativo alia zona edificata, alla zona fornaci e di parco attrezzato deve includere Ie aree adiacenti appartenenti alla medesima proprieta, incluse nella presente zona. 4. Per ciascun lotto e ammesso realizzare un ricovero attrezzi secondo una tipologia approvata con regolamento esecutivo, entro l'indice massimo 0,03,mq/mq di Sc con un massimo di mq 30 per lotto fondiario. E ammesso recintare i lotti fondiari con recinzione avente caratteristica di permeabilita ottica, secondo i tipi approvati in base al precedente art. 21. 5. In questa zona, oltre aUe norme di cui al precedente tito10 II e fatto divieto di: attivare e mantenere, anche all'aria aperta attivita .industriali, artigianali, commerciali salve Ie fattispecie di cui al secondo comma lett. b); - costruire manufatti edilizi anche precari, fuori dalle fattispecie di cui ai precedenti commi 2 e 4. Art. 35 - Z01U1.edificata 1. Le aree comprese in questa zona sono destinate alla res idenza e aile attivita terziarie e produttive compatibili con il Parco, nonche alle attrezzature pubbliche ed alle infrastrutture necessarie alla riorganizzazione urbanistica dei nuclei edific'!-tiesistenti. Il Consorzio di gestione del parco, predisporra un piano di settore zone edificate, iridividuando Ie sottozone ad assetto definito e Ie sottozone per la trasformazione. Il Consorzio di gestione del Parco, predisporra un piano di settore zone edificate e norme paesaggistiche per l'edificazione nel parco finalizzato a precisame la disciplina d'uso. Con apposito simbolo grafico sonG individuate, nella tav. 1 Ie aree relative ad edifici ed impianti esistenti incompatibili con Ie finalita del Par'co; tali immobili sono soggetti a interventi atti a rimuovere Ie cause di incompatibilita convenzionati con il Consorzio, 0 ad acquisizione, secondo Ie disposizioni previste dal successivo art. 46. 2. II piano di settore zone edificate e norme paesaggistiche per l'edificazione nel parTO: - analizza !'assetto degli insediamenti esistenti e i carattcri architettonici degli edifici presenti in relazione ai caratteri dell'edilizia tradizionale e all'assetto paesistico dei luoghi; . - individua di conseguenza i criteri mor-fologici e costruttivi per gli intcr'Venti di ristrutturazione ed ampIiamento degli edifici esistenti e delle nU0ve eclificazioni, inclicando anche i valori cromatici cli riferimento; - determina Ie funzioni ammissibili, !'assetto dellc aree Iibere e Ie tipologie pr-ivilegianclo Ie tradizionali utilizzazioni dei cortili e dcgIi spazi aperti, secondo gli usi 10caJi. 3. Nelle morc dell'approvazione del sudcletto piano di settorc sono ammcssi gli inter'Vcnti di cui al comma 1 dell'artico- 102.'5. 4. Nella sottozona ad assetto definito, iJ piano di settOl'e zone edificate, oltrc al rispetto di quanto previsto clal comma 1 del!'art. 25 delle presenti NT.A. puo ammettere incrementi Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia 13 - 0 1 Supp1. Straordinario attrezzature culturaIi; a tal fine il Consorzio approva specifici interventi esecutivi, secondo le modalita stabilite dal precedente art. II; fatto salvo quanto specificato per la sub-zona di cui a1 successivo comma I-tel', i progetti di intervento debbono conformarsi agli inclici ecl aIle prescrizioni delia zona a parco attrezzato, ambito della trasformazione, ed alle prescrizioni del titolo II, salvo esigenze funzionali non diversamente organizzabili. 3. Nell'ambito delia ZOna per servizi del Parco e individuata, con apposito simbolo grafico, la sub-zona «Bosco dell'Ospedale», in Comune di Garbagnate e Senago, per la quale si applicano le disposizioni di cui al presente comma; la subzona e destinata alia costituzione di un arboreto-ario botanico delle Groane, dove vengono rappresentate le specie tipiche del Parco e degli ambienti planiziali; gli esistenti complessi boscati devono essere mantenuti in modo da assicurare il relativo carattere rappresentativo, in conformita alle disposizioni del piano di settore per la tutela e potenziamento dei boschi, rimboschimenti, vegetazione spontanea. Nella sub-zona sono ammessi: - i percorsi di fruizione e la segnaletica didattica e informativa; - le attrezzature di supporto, quali laboratori, serre, impianti, magazzini, centro visita, parcheggi, punto di ristoro, eritro un limite massimo per SC 1%, da localizzarsi comunque all'esterno delle superfici boscate esistenti; - gli interventi di miglioramento arboreo e forestale; - la realizzazione di un orto botanico floreale. 4. Nella zona a servizi comprensoriali sono ammesse esclusivamente attrezzature sovracomunali pubbliche 0 di usa pubblico, quaIi: • parcheggi e aree di interscambio; • esistenti attrezzature scolastiche e sportive; • esistenti attrezzature ospedaliere; All'interno delle succi tate attrezzature sovracomunali e ammessa la presenza di attivita commerciali di supporto per SIp non superiori all'l % delia superficie dell'area di intervento. I progetti di intervento deb bono conformarsi agli mdici e aile prescrizioni della zona parcoattrezzato, sottozona della trasformazione, e aIle prescrizioni del titolo II, salve esigenze funzionali non diversamente organizzabili. 5. La zona per servizi di interesse comunale e destinata ad accogliere servizi di interesse locale e comunale compresi quelli costituenti standard urbanistico. Sono ammessi, nel rispeno delia 1.1'. J/Ol e,delle altre disposizioni vigenti in mate-, ria: a) standard residenziali; Sportive comunali pubbliche 0 quali sono ammessi i soli interventi di bonifica ambientale approvati dalle competenti autorita. A termine boniiica, l'area deve essere reeuperata ad ambienti naturali. Art. 39 - Zona di piani{icazione comunale orientata L I comparii sono destinati al recupero urbanistico e ambien tale del territorio di ciascun Comune compreso nel Parco, in funzione delia tutela e delia realizzazione del Parco stesso, nonche al fine di realizzare, all'occorrenza, collega_ menti e accessi al Parco forniti dei relativi servizi. L'azzona_ mento dei comparti e dettato dalla pianificazione generale e attuativa del Comune, in conformita aUe prescrizioni e criter'i stabiliti dal presente articolo. 2. In particolare 10 strnmento nale: urbanistico generale,comu_ a) pianifica ciascun comparto mediante zonizzazione urbanistica e relativa normativa di attuazione; ad integrazione degli indirizzi di cui al precedente art. 5, Ie aree esterne al perimetro del parco so no disciplinate in modo organico e coordinato con il comparto; b) individua e tutela i beni culturali e coordina Ie previsioni urbanistiche con la tutela delle zone di interesse naturali_ stico; c) prevede la realizzazione dei corridoi a verde e percorsi ciclopedonali di continuita tra i settori del Parco interrotti dall'edificazione; d) prevede, all'occorrenza, servizi comunali e sovracomu_ nali, parcheggi e accessi al Parco dotati dei relativi servizi. TITOLO IV NORME PARTICOLARI DI SEITORE • canale scolmatore e Villoresi e relative case cantoniere; • parco. altre attrezzature culturali e di supporto ai visitatori del b) attrezzature blico; al n. 36 _ 31 agosto 2004 di uso pub- c) servizi alia viabilita, esistenti distributori di carburante; d) servizi ed impianti annessi all'industria, compresi gli impianti di depurazione, e gli standard di legge; e) cimiteri; f) cabine di servizio agli impianti di erogazione energetica. In particolare, alcuni lotti hanno Ie seguenti destinazioni prioritarie: - T servizitecnologici; - P parcheggi. Su richiesta del Comune, il Consorzio concede, a titolo gratuito, il diritto di superficie al Comune stesso delle sue proprieta comprese in questa Zona al fine di realizzarvi i succitati servizi. 6. I cimiteri di nuova formazione, ferme restanclo Ie nor'me igieniche, sono preferibilmente da progettarsi in forma estensiva con privilegio aile forme arboree e ai prati; gli impianti lapidei e monumentali sono preferibilmente da disciplinarsi all'essenziale, Con appositi regolamenti. 7. I progetti di intervento debbono conformarsi agli indici e aile prescrizioni della ZOnaparco attrezzato, sottozona delia trasformazione, e aile prescrizioni de] tito]o II, salve esigenze funzionali non diversamente organizzabili. Sono compresi in questa zona anche impianti dismessi e discariche di materiaIe, individuati con apposito asterisco di incompatibilita, per i Art. 40 - Viabilita pubblica I. La realizzazione di nuove strade pubbliche e soggetta aIle competenze e procedure disposte dall'art. 43 fatte salve Ie convenzioni gia stipulate alia data di approvazione dell a presente variante. Per Ie strade statali si applica l'art. 12, comma 2. Art. 41 - Parcheggi I. II Consorzio e i Comuni consorziati realizzano i parcheggi in corrispondenza delle zone di maggiore accessibilita pubblica al Parco. Secondo Ie specifiche norme di zona, essi deb bono essere 10calizzati in zona edificata, zona per servizi, zona parco attrezzato e nell'ambito delle pertinenze degli edifici esistenti 0 da realizzare - anche se posti in altro azzonamento. Eccezionalmente, possono essere realizzati parcheggi fino a 50 posti auto anche in altre zone, ad esclusione delle zone di riserva, purche in adiacenza aIle strade e agli accessi e purche non ne derivi danno ambientale, per iniziativa del Consorzio 0 di altri enti pubblici previa certificazione di conformita ai sensi dell'art. 10 deUa 1.1'.18/97. Nella definizione architettonica delle aree di parcheggio si dovra tener conto dell'inserimento ambientale nel Parco, soprattutto per quanto riguarda la pavimentazione, che deve essere di tipo permeabile COS1da permettere il parziale mantenimen_ to del tappeto erboso, nonche Ie piantumazioni interne e Ie cortine aJberate di contorno. Tali parcheggi, al fine di limitare iI consumo di suolo, dovranno preferibilmente essere posti in fregio alle strade, evitando la formazione di piazzali laddove non in contrasto con la normativa vigente. Art. 42 - Viabilita minore II Consorzio cura la redazione del piano di settore dell a viabilita minore; iI piano di settore, tenuto conto delle particolari caratteristiche del terreno e dei luoghi e Con pariicolare riguardo aIle cautele necessarie per la salvaguar'dia delle aree cli maggiore rilevanza naturalistica e storico-architettonica, programma il completarnento delia rete dei percorsi di fruizione del parco, individuando diversi livelli di accessibilita e percorrenza, i criter'i di realizzazione, il tipo.di manto di copertura, Ie modalita di inserimento ambientale, le relative attrenature, ivi compresi i punti di sosta, Ie aree da pic-nie, 1e aree di fruizione dei valori ecologici e quant'altro necessario per la fruizione pubblica delia natura e de! paesaggio, anche in relazione alia individuazione di percorsi per disabili, curando, in particolare, la connessione dell a rete dei percorsi ciclopedonali con Ie stazioni ferroviarie, con il sistema dei Bollelt/l1o Uflic/ale della Reg/one Lombard/a - 14- parcheggi, individuati ai sensi del precedente art. 41 e con i confinanti parchi regionali. Per delega del Comune il Consorzio pUGmantenere e gestire Ie strade vicinali. Art. 43 - lnfrastrutture e servizi pubblici ]. Le opere e Ie infrastrutture pubbliche, di nuova realizzazione, non diversamente localizzabili, non sottoposte alla valutazione di impatto ambientale 0 a verifica (di cui al d.P.R. 12 aprile 1996, art. 10), non ricadenti nelle zone di riserva naturale, nei SIC e nelle zone ad indirizzo naturalistico, non previste dalla normativadelle singole zone, sono realizzabili purche siano progettate e realizzate in conformita ai criteri ed indirizzi di seguito indicati. A tal fine, I'ente competente alla realizzazione dell'opera, di intesa con il Parco ed il Comune tenitorialmente interessato, definisce in apposito atto convenzionale Ie opportune iniziative di mitigazione, relativi termini e modalita nonche garanzie, anche fidejussorie di esecuzione. L'ente parco, in sede di espressione del previsto parere puo richiedere la previsione di interventi di mitigazione 0 di precauzioni ulteriori. La convenzione deve comunque garantire che Ie caratteristiche ambientati e paesistiche non siano inimediabilmente compromesse. 2. La progettazione e la realizzazione di infrastrutture deve tenere conto degli indirizzi specifici contenuti nei piani di sistema del Piano Tenitoriale Paesistico Regionale e perseguire i seguenti obiettivi: • ridune al mipimo l'occupazione di aree concentrando, quando possibile, Ie linee tecnologiche lungo i tracciati gia esistenti; e • ripristinare e compensare, a cura e spese del titolare dell'opera e nei modi e nei tempi definiti dalle intese e dalle convenzioni di cui al comma 1, ogni valore ambientale coinvolto nella realizzazione dell'opera, mirando all'equiIibrio 0 al miglioramento del bilancio ambientale; • recuperare eontestualmente, a cura e spese del titolare delI'opera e nei modi e nei tempi definiti daIle intese e dalle convenzioni di cui al comma 1, Ie aree gia occupate da infrastrutture ed opere, 0 loro parti, dismesse;' • in particolare Ie compensazioni ambientali dovranno prevedere interventi che risarciscano, a seconda deIl'opera progettata e da attuarsi all'interno del parco, varie componenti dell'ambiente eventualmente alterate sia temporaneamente che definitivamente (flora. fauna, paesaggio). Si dovranno inoltre prevedere modalita di esecuzione delI'opera tali da ridune, per quanto possibi]e, il disagio anecato ai cittadini dallo svolgimento dei Iavori. 3. Non sono soggette alIa procedura.di cui a] successivo art. 481e terebrazioni dei pozzi per l'approvvigionamento idropotabile, nonche Ie relative opere accessorie e g]i allacciamenti, entro i seguenti Iimiti: • i] sito prescelto sia privo di vegetazione naturale protetta - bosco 0 brughiera, come individuata nel P.T.e. stesso e ne] piano di settore boschi; • i manufatti in elevazione non devono s.uperare i metri 3 dal piano di campagna ed essere realizzati in conform ita alle norme paesaggistiche del presente P.T.e. e suoi piani di settore; • l'area eventualmente cintata sia limitata a non oltre 150 metri quadri di superficie e alberata con specie autoctone; • gli allacciamenti siano posti sotto sedi di strade e piste forestali 0 ciclabili. r relativi lavori sono soggetti a parere consortile che indica Ie opere di mitigazione e compensazione obbligatorie. 4. L'installazione di impianti per Ie telecomunicazioni e per la telefonia mobile sono soggetti ad uno specifico regolamen to d'uso che individua Ie localizzazioni dei siti con riguardo alle esigenze di tutela ambi~ntale e paesaggistica nel rispetto dell a normativa vigente. E sempre vietata l'installazione in zona di riserva naturale 0 nei coni visuali delle ville storiche. Sono ammessi esclusivamente impianti di interesse pubblico gencrale da concentrare nei luoghi di minore disturbo paesaggistico e radiomagnetico. Art. 44 - Fasce di rispetto I. Nelle fasce di rispetto delle fenovie, delle strade, degli elettrodotti e simili e dei canali, Ie disposizioni del presente piano sonG osservate in quanta cornpatibili can Ie nonne e servitu relative. L'ente proprietario 0 gestore delle opere stes- 0 1 Supp1. St,-aordinario al n. 36 - 3] agosto 2004 se esercita i normali lavori di manutenzionc, anche in deroga alle disposizioni del presente piano e dei regolamenti di esecuzione, per tutta I'estensione della proprieUl pubblica e delle fascc gravate di servitu, solo se ammesso dalla normativa vigente. L'ente proprietario 0 gestore deve curare la pulizia delIa proprieta pubblica e delle fasce gravate da servitu. Art. 45 - Esercizio della attivita estrattiva Nel Parco e vietata I'attivita estrattiva con Ie eccezioni di cui al presente articolo. E consentita la prosecuzione delia coltivazione delle cave di sabbia e ghiaia previste da] piano cave provinciale approvato ai sensi delia 1.r. 8 agosto ]998 n. 14. E consentita ]a co]tivazione delle cave di argilla previste da! piano cave provinciale; i relativi progetti di recupero devono consentire la destinazione finale ad uso agricolo e/o naturalistico. TITOLO V NORME FINAL! E TRANSITORIE Art. 46 - Disciplina delle attivita incompatibili 1. Per Ie attivita definite «incompatibiIi» individuate nella tavola n. 1 «Planimetria di piano», il Parco c!efinisce con apposita convenzione sottoscritta dalle parti interessate i tempi ed i metodi di gestione e Ie eventuali mitigazioni ambientali da mettere in atto affinche I'attivita risulti tollerabile e si riduca I'incidenza sui siti di importanza comunitaria, nonche Ie modifiehe c!cgli impianti consentibili e i temjJi e Ie modalita di un'eventuale cessazione. L'Ente gestore, mediante piano di settore, potra individuare nuove localizzazioni, per il trasferimento delle attivita economiche incompatibili. La rilocalizzazione puo essere effettuata anche fuori del perimetro del Parco in accordo con i! Comune 0 i Comuni interessati. Art. 47 - Sanzioni amministrative L'Ente gestore esercita Ie funzioni attribuite dal titolo III delIa l.r. 86/83 e da altre disposizioni di Iegge vigenti. Art. 48 - Pateri di deroga 1. Alle norme del presente piano territoriale e consentita deroga soltanto per la realizzazione di opere pubbliche, che non possono diversamente essere localizzate ai sensi dell'art. 18, comma 6-ter, 1.r. 30 novembre 1983, n. 86. La procedura per Ie richieste di autorizzazione in deroga al regime del parco e definita nella deliberazione di Giunta Regionale 16 maggio 1997, n. 6/28623, pubblicata su Bollettino Ufficiale dell a Regione Lombardia S.O. n. 28 del 7 luglio 1997. Art. 49 ,--Norma di raccordo Gli eventuali piani di settore previsti dal P.T.e. di Parco regionale, vigenti alla data di approvazione delle presenti norme, laddove in contrasto, dovranno adeguarsi aIle prescrizioni e indicazioni del presente piano. Norme di Attuazione PTCP - Provincia TITOLO III -RAPPORTI TRA PTCP E PIANIFICAZIONE STATALE, REGIME DELLE INTESE Art. 15 Recepimento procedimenti GU AL TRI REGIONALE E di Milano STRUMENTI PROVINCIALE nel PTCP dei piani di settore statali di intesa ex art. 57 del D.lgs. 112/98 01 e regionali: 1. II PTCPassume valore ed effetti dei piani di tutela nei settori delia protezione delia natura, dell'ambiente, delle acque e difesa del suolo e delia tutela delle bellezze naturali nonche dei piani stralcio 0 varianti dei piani territoriali regionali, a condizione che la definizione delle relative disposizioni avvenga attraverso accordi ai sensi delia L. 241/1990 tra la Provincia, statali competenti. I'amministrazione 2. Nell'accordo sono disciplinati cartografici e normativi. Art. 16 Rapporti tra if PTCP 1. Con riferimento i contenuti regionale dell'intesa e Ie amministrazioni con i relativi anche adeguamenti e la pianificazione di Bacino ai contenuti del piano, di cui all'art. 3, il PTCP: a) verifica, a scala di maggior dettaglio, i limiti delle fasce fluviali del PAl; b) integra la delimitazione ambientale; c) promuove delle suddette fasce con i contenuti di natura paesistico _ appositi studi per la delimitazione d'acqua minori ai fini degli approfondimenti Dicembre 2001 n. 7/7582. delle fasce relativamente ai corsi di 2'" livello di cui alia D.G.R. 21 2. Gli approfondimenti di cui al precedente comma delimitazione delle fasce fluviali individuate dal costituiscono modifica PAl successivamente alia al perfezionamento delle intese con l'Autorita di bacino e la Regione Lombardia, ai sensi dell'art. 57 del D.Lgs. 112/1998 e dell'art. 1 delia normativa del vigente PAL Art. 17 Rapporti tra if PTCP e la pianificazione e programmazione 1. II PTCP specifica e approfondisce i contenuti programmazione e pianificazione regionale. di cui ai vigenti regionale strumenti delia 2. II PTCP recepisce ai sensi del comma 29 lettera a), dell'art. 3 delia L.R. 1/2000, i contenuti naturalistico - ambientali dei vigenti piani territoriali di coordinamento dei Parchi Regionali, ricadenti all'interno del territorio provinciale nonche dei lara strumenti di programmazione e gestione approvati nonche i parchi naturali istituiti con legge regionale, Ie riserve naturali e i monumenti naturali istituiti. 3. Ai sensi dell'art. 15 e, relativamente ai sistemi territoriali di cui all'art. 3, i contenuti territoriali del PTCPe quelli dei PTC dei Parchi Regionali vengono disciplinati in regime di Intesa. Nel caso in cui I'intesa comporti modifica al regime dei suoli all'interno dei PTC di parco regionale, il Parco avvia apposita variante al PTC. 4. L'efficacia delia Variante Generale al PTCCdel Lodigiano, approvata con D.eR. 29 Luglio 1999, n. VI/1295, relativamente ai territori dei Comuni di Cerro al Lambro, San Colombano al Lambro e San Zenone al Lambro, cessa alia data di entrata in vigore del presente PTCP. 15 1 -l REPUBBLICA 1TALIANA RegioneLombardia BOLLETTINO UFFICIALE MILANO - GIOYEOT, 18 AGOSTO 2005 1° SUPPLEMENTO STRAORDINARIO Sommario (]) CD is > D OJ 2 LL DELIBERAZIONE GIUNTA REGIONALE 27 GIUGNO 2005 - N. 8/220 (5.35) Approvazione del Programma Regionale di Gestione dei Rifiuti (P.R.G.R) ai sensi degli ant. 19,20 e 55 della l.r. 26 del 23 dicembre 2001 e in applicazione de1Je diretrive 75/442/CEE, 91/689/CEE, 94/62/CEE nonche del rappOrlo ambientale di valutazione ambientale strategi. 2001 ca ai .sensi della direttiva 200 1/42/CE del ParIamento Europeo e del consiglio del 27 giugno .Q 'a "J o E E o U "J too (]) :2 o Q .Q .Q o .<; (]) c o n D (]) Q U) (]) c Q g 2 o Q. z > >< >< >< o c c <{ 5.3.5 AMBIENTE E TERRITORIO / Ambiente / Rifluti e dlscariche Bollettino UIJiciale delia Regione romhardia 256 0 1 Suppl. Straordin<lrio <II n. 33 - 18 agosto :200S Criteri generali per fa focafizzazione degfi impianti £Ii .l'maftimento e if recupero £lei rifiuti c La procedura relativa aJrindividuazione dei siti un elemento fondamentale per la programmazione e la realizzazione degli impianti di trattamento/smaltimento/recupero dei ritiuti solidi, pertanto in questo capitolo si intendc approf()f1dirc I'aspctto localizzativo j(mnulando una '"metodologia guida"' gcnerale utilc. a livello provinciale, nella pianitieazione di dettaglio. Per la localizzazione dei nuovi impianti eli smaltimento dei rifiuti. i Piani di gestione Provinciali procedono aree non idonee reeependo Ie indieazioni dcl Piano Regionale e individuano Ie zone potenzialmente idonee. alia elelinizione delle La proeedura per I'individuazione dei siti non idonei si tonda suJranalisi integrata e sistematica di tutti gli strumenti di pianificazione vigenti, di programmazionc ambientale/territoriale e dei vincoli insistenti sui territorio. I eriteri di localizzazione. inkressano sia Ie aree escluse dalla realizzazionc eli qualunque impianto di smaltimento (aree inaccettabili) sia i critcri limitativi pcr la realizzazione di specifiche tipologie impiantistiehc in aree altrimenti giudieate idonee (aree con aleune eontroindicazioni), nonchc' Ie raeeomandazioni relative a quelle situazioni ehe non eonsentono deeisioni a priori e che riehiedono la dctinizione di criteri di non idoneita basati sulla mitigazione degli impatti. Gli impianti che, in base ai eriteri di seguito esposti. si trovcranno ad essere localizzati in aree non idonee, vedranno nel tempo la chiusura delia propria attivita 0 la rieonversione funzionale. meglio se gia individuata dal Piano stesso speciticando per ciascuno di essi, tempi e modal ita per la ehiusura e per l'eventuale bonitiea/messa in sieurezza: si precisa che I'esercizio delle operazioni di smaltimento e reeupero dei ritiuti gii autorizzate sani eonsentito limitatamente alia durata dell'autorizzazione stcssa, il cui rinnovo sara possibile tino al termine delia vita tecnica dell'impianto 0 in easo di discarica ad esaurita possibilita di confcrimento. La proeedura di gestionc - localizzazione purl csserc riassunta in quattro fasi: FASI FASE A FASE B FASE C AlIONI Formulazione dei criteri di localizzazione per I'individuazione delle aree non idonee che hanno valenza di vincolo assoluto (fattori escludenti) e identificazione dei fattori penalizzanti 0 preferenziali da utilizzare per I'identificazione delle aree non idonee. I fattori escludenti sono determinati sulla base delia normativa vigente e di obiettivi di tutela ambientale. Sulla base dei fattori escludenti indicati preliminarmente dal Piano superiore, si procede ad una prima selezione, che individua Ie aree non idonee e i "macroambiti" potenzialmente idonei. Individuazione puntuale delle aree potenzialmente idonee, "microambiti" applicando parametri di localizzazione e informazioni piu dettagliate, considerando quelle che tengono conto delle specifiche esigenze delle rea Ita locali (particolari condizioni territoriali e ambientali, verifica dei vincoli alia scala comunale) Infine si ottiene una rosa di siti potenziali, rispondenti a tutti i criteri di piano, varie alternative di localizzazione Ulteriormente dal confronto fra vincoli e oPportunita di ogni area si puo selezionare il sito che presenta Ie condizioni piu adatte per I'inserimento dell'impianto. COMPETENZE ReQione: Piano Regionale di gestione dei Rifiuti (i criteri indicati dal Piano riguardano I'intero territorio regionale in modo di garantire omogeneita di applicazione. A livello inferiore si possono comunque e sempre introdurre ulteriori criteri da utilizzare nella selezione ). Provincia: Piano di gestione Provincia Ie: applica i criteri di esclusione proposti dalla Regione e i criteri disponibili a livello Provinciale Provincia: Piano di gestione Provincia Ie successivamente alia consulta preliminare sui criteri. dei Comuni Progetto preliminare. FASE 0 Si procede alia progettazione dell'impianto e alia stesura dello studio di impatto ambientale ai sensi delia normativa Regionale Provincia: attuazione Piano di gestione Provincia Ie in collaborazione con altri sOQQetti. 8.3 Prineipi guida per la see Ita del sito L'inserimento nel territorio di impianti suseita sempre sull'opinione pubblica eontlittualita e rcsistcnzc per la tradizionalc ditlidenza delia popolazione verso tutto cirl che riguarda la problematica dei riliuti. Tale diflidenza dcl resto legata ael csempi negativi e macroscopici del passato che hanno dato luogo al degrado di vaste aree in tutta Italia. c Ognuna per la propria earatteristica, Ie varie tipologie di impianti per il trattamento dei riliuti ela originc ad una scrie di disturbi al territorio cd alia popolazione. Fra Ie ragioni che provocano il riliuto sociale degli impianti si purl osservare una propensione a credere ehe la gestione dei riiiuti eostituisea una sorgente di rischi per la salute e per I'ambiente maggiore rispetto ad altre attivila antropiehe ri Icvante. a volte maggiormente inquinanti): si pensi ad esempio al tranico veicolare od aile attiviUi industriali a risehio di incidentc (peraltro c In ogni caso la scala ottimale per iI trattamento dei residui urbani cd industriali (a/mcno nella situazione atlualc in cui assai ridotta la separazione del ritiuto alia fonte) data da impianti di grandi dimensioni che trattano 0 accolgono riJiuti provenicnti da bacini di utenza estesi, per cui si presenta il problema di fare accettare in un singolo sito, ad una sola comunita locale, gli impatti connessi allc attivita di trattamento 0 smaltimento di rifiuti prodotti anche da altre cOlllunit,i c Dunque I'individuazione selezioneeconomici e stabilizzazione soeiali, e politici. 0 di aree idonee per irnpianti inceneritori, deve atfrontare di trattamento e smaltimento dei rdiuti. siano essi discariehe. illlpianti di vincoli e limitazioni di natura diversa: fisici, tecniei, ambientali, ma anche c l.a normativa vigente, ai vari livelli, sempre piu attenta aI/a sostenihilita delle attivit,i eli geslione dei riJiuti. Ad esempio it giil citato decrc(o d. Igs. dcl 5 kbbraio 1997 n. 22, all'art. :2 riporta: "l.a gestionc dei rifiuti costituisce attivita di pubbl ico intercsse al linc di assieurare un'elevata prolezione dell'ambiente c control/i eflicaci, tenendo conto del/a speciticiul dci ritiuti pcricolosi". I ritiuti pcrtanto devono essere recuperati 0 smaltiti senza perieolo per la salutc dcll'uomo c senza rieorrcre a procedimcnti 0 metodi che potrehbero recare pregiudizio all'amhiente e in particolare: I i • • senza detcrminare risehi per I'acqua, I'aria, il suolo e per la fauna e la flora: senza causare inconvcnicnti cia rumoxi oodori: • senza danneggiare iI paesaggio e isTti di particolare interesse, lutelati in base alia normativa vigente. Bol/etlino Utliciale delia ReRione Lomhardia 257 ] 0 Supp!. Straordinario al n. 33- I X agosto 2005 Le possibili soluzioni delle problematiche connesse all'inserimento territoriale degli impianti sono strettamente collegate anche con Ie procedure di V.l.A. e con il sistema delle certiticazioni ambientali comunitarie in via di applicazione anche nel nostro Paese (ISO 14.000. EMAS). approfondite nei Successivi paragrati. La scelta dei siti. nel rispetto delle vigenti norme sulla VIA deve essere elTettuata Ira diverse ipotesi localizzative possibilmentc individuate durante la fase di pianificazionc territoriale tramite uno studio di impatto ambicntalc. In questa t)ISC si val uta. sia pure a grandi linec. I'impatto sulle diverse componenti ambientali c paesaggistiche di tali scelte. mentre agli elementi di pianiticazione dcfiniti ai vari livelli e riportati ehiaramente in speci1ici elaborati. si fa rilhimento nelle successive tilSi progettuali. L'inserimento dell'impianto non deve costituire elemento di degrado del territorio. Esso deve perseguirc i seguenti obbiettivi: • buona integrazione nel territorio: • • • • • essere accettato dai eittadini: diventare occasione per ricomporre il paesaggio: garantire un buon impatto ambientale nel medio _ lungo periodo: manifcstare da subito elementi positivi sotto I'aspetto paesistico _ ambielltale: trovarsi alia giusta distallza dai centri abitati e da funzioni sensibili: • preselltare idonee misure di mitigazione, fasce di rispetto e vari interventi di compensazione • promuovere la salvaguardia e la valorizzazione degl i aspetti bio _ natural istici: • garantire la necessaria realizzazione di spazi di emergenza e di sicurezza. attorno agli impianti: 8.4 Programmazione e Vincoli L'analisi territoriale necessaria alIa programmazione degli impianti per il trattamento ed il recupcro dei ritiuti Iettura "integrata" ed interdisciplinare del territorio che si fonda sulla dctinizione delio stato iniziale dell'ambiente. evolutive in atto e sulle situazioni di rischio reale 0 potenziale, come degrado preesistente 0 instabilita dei suoli. Questo approfondimento ultime. impianti, delle strutture degli si basa su una sulle tendenze rappresenta infatti il punto di partenza per I'individuazionc di possibili futuri "scenari" localizzativi ad essi necessarie. delle aree di rispetto/eompensazione e delle diverse modal ita di gestione di queste L'area oggetto di analisi per I'inquadramento territoriale viaggia in funzione del tipo di impianto e delle componenti ambientali coinvolte daie piani inoltrepaesistici deve essere compresa0 regionali. nelle linee conoscitive di ampio ambito. ad esempio quello relativo aile unit,) di paesaggio de1inite provinciali In quest'ottica. vanno analizzati i documenti di pianificazione. la normativa e gli eventuali vineoli che associano aIle varie porzioni sui di territorio impatto territorio. difterenti gradi di tutela, la loro eonoscenza permette infatti di acquisire informazioni utili pcr valutare il rclativo A livello di Pianificazione • • • • • piani piani piani piani piani i documenti paesistici: di settore: di bacino: territoriali di coordinamento: regolatori generali: da considerare escludono a priori la possibilita degliAlcuni impatti vincoli (raccomandazioni). sono: di realizzare certe tipologic di impianto. altri suggeriscono mctodi di mitigazione Di seguito si riportano alcuni vincoli ed clementi da rispettare e tenere in considerazione. 8.4./ Vinc% idroge%gico La realizzazione di impianti appartenenti ad ogni tipologia e esclusa nelle seguenti aree soggette a vincolo: aree c1assifieale dalle Province come "molto inSlabili". aree coperte da boschi di protezione R.D. 326711923. zone di tutela assolula e di rispetto delle risorse idriche (DPR 152/(2). Per Ie "aree instabili" Ie Province. nei Piani Territoriali Provinciali. "de1iniscono Ie opere tecniche di trasformazione territoriale ammesse" e nel proeedere alIa individuazione delle opere tecniche di trasformazione territoriale ammesse nelle "aree instabili" e nella detinizione di direttive per i Comuni. considerano che tutti gli impianli di recupero 0 smaltimento riJiuti. latta eccezione per gli sloccaggi provvisori. costiluiscono di latto un mutamento permanente di destinazione d'uso del suolo. Nel caso delle aree boschive vanno eonsiderati gli articoli inerenti alia tutela delia Iegge tiJreslale regionale (I.r. 271(4). 8.4.2 Vinc% storico I'd arche%gico La realizzazione di impianti appartenenti ad ogni tipologia c esclusa nelle aree elassificate ai sensi del digs n. 42/2004 (nuovo "Cod ice dei Beni Cullurali e del Paesaggio") come Beni culturali e beni paesaggistici. (art. 134. 136) laddove SUssisla I'interesse culturale dichiarato dal Ministero e nelle aree lutelate per Iegge (art. 142). In prossimila del vincolo. intatti non possono essere loeaJizzale attivita che rechino pregiudizio alia conservazione dei siti cd in ogni caso sono soggette ad autorizzazione delia Soprintendenza ed a parere delia Commissione per il Paesaggio istituita presso gli enli locali. 8.4.3 Vinc% ambienta/e La realizzazione di impianti appartenenti ad ogni tipologia. ai sensi deWart. II comma 3 lettera b) Icgge 6 dicembre 1991. n. 394 non c eonsentita nellc aree naturali protette nazionaIi (Pareo delio Slelvio) nei Parchi naturali regiollali. nelle riserve e nei monumellti naturali: inoltre ai sellsi delia Direttiva Habitat (92/43/CEE) e delia Dirctliva uceelli (79/409/CEI-:). non c possibile realizzare impianti nei Siti di Importanza Comunitaria SIC e nelle Zone protezione speciale 71'S. --j!> L-,,,,,,; "'''''" d' ',"p'''''' ,,,' P'''c'' , "g'o",,,, d",-, """ CO"'0''", " F''"'' 'wit""'" d' C:"""" ",""",,, ",j ""," i ,,,'"~, di deeaclenza norme di salvaguardia devono essere delle smantellati. la realizzazione di impianti c vietata2 In caso di dismissiolle degli impianli. gli slessi 2 Coordinamcnto Tali misure chcdello in generc stesso. hanno restano in vigore due anni. si applicano Ira I'istituzionc dcl Parco c I'adozionc del Piano Tcrritorialc di 8olletlino U{1iciale delia Regione Lomhardia 258 0 1 Supp!. Straordinario al n. 33 - ! IS agosto 2()(J5 8.4.4 Piani regolatori comunali Non sono idonee Ie zone omogenee di tipo A. B c C. mentre si dovni valutare I"ammissibilit,i di stoccaggi provvisori di riliuti non putrescibili 0 di eco - centri. cosi corne I'opportunita di individuarc corne non idonee alcune tipologie di impianti. Sono da escludere anche Ie zonc ricadenti in vincolo idrogeologico. I Comuni. nella redazione dei PRG, tengono conto dei Piani provinciali di gestione dei ritiuti delle aree non idonec dcgli impianti individuati al finc di assicurare illllantenimento delia situazione esistente. 8.4.5 Altre indicazioni da considerare Le istico, Province possono natural corne: prevedere cd individuare ulteriori aree. non tutelate • • zone intcressate presenza di specie rare da tutelare di avifauna nidificante oasi di protezione. aree di ripopolamento 0 cattura: • • presenza di endemisllli. ccosistemi rari. integri pregio estctico 0 con potenzialita di recupero. 0 0 normate. 0 che presentano elcmenti cli interesse di passo: complessi: 8.4.6 Distanza minima dai centri abitati Per tutte Ie tipologie di impianti esistenti all'entrata in vigore del presente Piano. la distanza degli stessi. dai centri urhani. potrehhe risultare difforme dai nuovi lillliti di sicurezza espressi nella sottostante tahella: in particolare per Ie discariche la situazione dovra essere valutata caso pcr caso in hase alia direttiva 1999/3 liCE. Per quanto riguarda i nuovi impianti. allo scopo di prcvenirc situazioni di compromissione delia sicurezza delle abitazioni 0 di grave disagio degli abitanti sia in fase di esercizio regolarc che in caso di incidenti e fissata una distanza minima tra I'area dove vengono elTettivamente svolte Ie operazioni di smaitilllento c/o recupero. dalla presenza di eventuali opere di Illitigazione previste in progetto e i vicini centri urhani. Segue indipendentemente tabella specitica: TUTELA DELLA POPOLAZIONE TIPOLOGIA IMPIANTISTICA DISTANZA OAL CENTRO ABITATO" (come definito dal nuovo cod ice delia strada d. Igs .. 285/1992) Discariche di inerti (cfr Tab.3D.M.13/03/2003) DISTANZA MINIMA Discariche di inerti diversi dalla Tab.3 50m Discariche rifiuti non pericolosi non putrescibili 100m Discariche rifiuti non pericolosi putrescibili 200m Discariche rifiuti pericolosi 500m Impianti di compostaggio -- 400m Inceneritori' 500m •• Ie distanze si intendono misurate dalla recinzione dell'impianto; variabile • Individuata una "macroarea" potenzialmente idonea, la scelta dell'ubicazione finale dell'impianto avverra ad una distanza minima di sicurezza dai vicini centri abitati; per poterla indicativamente stabilire si avvia uno studio di approfondimento sulle condizioni climatologiche locali, considerando aspetti quali: la direzione e la velocita dei venti predominanti, Ie caratteristiche metereologiche incidenti sulla zona, I'altezza del camino, infine il tipo e la quantita dell'emissione La scelta finale ricadra sulle zone che garantiranno Ln372/1999. una ricaduta minima di sostanze nocive al suolo, stando ai parametri previsti dal D.m n60/2002, dalla Direttiva n61/1996 e dalla DISTANZA DA FUNZIONI SENSIBILI (strutture scolastiche, aSili, ospedali, case di riposo) 1000 metri potenzialmente purche I'impiantoimpattanti. non venga localizzato in aree industriali consolidate, antropiche dove potrebbero essere gia presenti attivita DISTANZA DA CASE SPARSE Nel caso di abitazioni sparse poste a distanza inferiore a quelle sopra indicate, dovra essere effettuata una specifica verifica degli impatti aggiuntiva, che preveda la mess a in opera di eventuali misure di compensazione specifiche 8.4.7 Accessihilita dell 'area Una buona accessibilita sia per il personale addetto che per tutti i mcni impiegati nelle diverse lasi del cicio di vita dell'impianto rappresenta il presupposto essenziale al funzionamento delIa struttura. Pertanto. qualora la localizzazione non sia prevista in aree funzionalmente gia impostate. come per Ie aree industriali. in genere gia dotate cli tutte Ie inlhlstrutture necessarie. particolarL' attenzione va posta ncllo studio delia viabilita: inlatti opportuno valutare. per tutte Ic tipologie impiantistiche. I"cventuale non idoneita di un'area rapportandola alia vieinanza 0 menD ad inlrastrutture primarie e secondarie. considerando la distanza clai caselli autostradali. dalle linee 1Crroviarie. dalle circonvallazioni ed intine il possibile inquinamento acustico cd atl1losfCrico dcrivantc dal traffico in entrata ed in uscita dall"impianto. Nel caso non csistano sufficienti infrastrutture viarie tali da garantire una huon a accessihilit,i all"area. I'eventuale giudizio di non idoneita delia stessa dovril tenere conto delle possibili consegucnzc ambientali c territoriali attraversato. conncsse aI/a realinazione dclle nuove intrastrutture d'accesso ed al loro esercizio. in fllflzione delle caratteristiche del territorio e 8.5 Tipologie di impianto e localizzazione II Piano Regionale di Gestione dei Rifluti sllddivide i criteri loealiaativi trattamcnto/reclipero/slllaitimento applicata. Le tipologie prcse in considerazione • Stazioni di trasfcri11lento. piattaf<mne ed i11lpianti di compost vcrde: • Discarichc di rifiuti pericolosi e non pericolosi: • Impianti di trattamento ter11lico per ritiuti urbani e speciali, pericolosi per tipologia sono: e non pericolosi: impiantistica c in base alia J<lf11ladi Hollettino l/fIleiale delia Regione romhardia 266 ! 0 Slippi. Straordinario al n. 33 - 18 agosto 2005 8,5.4 Criteri per la locafizzazione di impianti di trattamento chimico -fisico, impianti di inertizzaziol1e 0 altri frattamenfi impianti di compostaggiolcdrlbio-stahilizzazione e selezione/stahilizzaziol1e, impianfi di fraffamenfo degli inerti Livelli ,\pecijici, di preserizione: ESCLUDENTE: implica I'ENALl//ANTE: progellazione/realizzazione PREFERENZIALE: !'escilisione totale dell'impianto: eontempla la realizzazione dell'impianto dello stesso, in virtu delle sensibiliul ambientali t()rnisee int()rmazioni aggillntive soltanto rilevate; di natura logistico/eeonomica dietro tinalizzate partieolari attenzioni ad una scelta strategica del sito. FATTORE AMBIENTALE APPLICAZIONE USI DEL SUOLO CRITERIO Le Province mediante i Piani di indirizzo forestale (PIF) individuano Ie aree qualificate a bosco e Ie aree dove pOssono essere autorizzate Ie trasformazioni. Le Province, Ie Comunita montane, gli Enti gestori dei Aree interessate da foreste, boschi e selve (L. r. n.27/2004, Digs n. 42/2004 Beni tutelati per legge Parchi e delle Riserve regionali rilasciano Ie relative autorizzazioni art. 142) coordinandole con Ie procedure inerenti i vincoli paesaggistici In mancanza di PIF, e vietata la trasformazione dei boschi di alto fusto, tranne per Ie opere di pubblica utilita che possono essere autorizzate dalla Regione dietro interventi compensativi a carico del richiedente (artA) Categorie agricole Categorie agricole ESCLUDENTE Colture orticole floricole tipiche di aziende specializzate e vivai di essenze e legnose agrarie forestali a pieno campo 0 protette PENALIZZANTE ESCLUDENTE PROTEZIONE DELLE RISORSE IDRICHE Aree di protezione delia falda superficia/e Aree inserite nel programma di tutela delle risorse idriche (Lr.n26/2003) fluttuazione delia falda da/ piano di campagna a - 5m sotto PENALIZZANTE aree di ricarica delia falda, di riserva e di protezione dell'acquifero Distanza da opere di captazione di acqua destinata al consumo umano ad uso potabi/e mediante infrastrutture di pubblico interesse (D.g,r. entro 200 metri di fascia di rispetto n 152/99) Zone vulnerabili ai sensi dell'Aliegato 7 al D. Igs 152/99 ESCLUDENTE CARATTERI FISICI DEL TERRITORIO sopra gli 1200 metri di altezza (art. 142 nuovo codice del paesaggio e del paesaggio) Digs n. 42/2004 Beni tutelati per legge Distanza dal corso d'acqua e dai laghi (Pulizia idraulica Reg. deer. n523/1904) PENALIZZANTE Aree coltivate a risaie, seminativo semplice misto a risaie, frutteti, vigneti, oliveti, castagneti da frutto, noce, ciliegio. Aree di pregio agricolo: DOC, DOGC, OOP, IGP, IGT e aree interessate da agricolture biologiche 0 Le Province con specifico strumento, indicano con perimetrazione di agriturismo (ai sensi dell'art. 21 commi a), b) e c) dettaglio quali sono i macro/micro ambiti interessati da produzioni d, Igs. n. 228/2001) agricole di pregio, cosi come indicato nei disciplinari UE di controllo locale. Altimetria PENALIZZANTE ESCLUDENTE entro 10 metri ESCLUDENTE vulnerabilita finale medio alta del sottosuolo PENALIZZANTE Aree soggette a rischio idrauliCo, aree esondabili AeB (art. 29, 30, 31) integrate dalle circolari interpretative n. 3128 del14 maggio 2003 e n. 5101 del 24 luglio 2003 Aree caratterizzate dall'instabilita del suolo: frane, esondazioni e dissesti morfologici di carattere torrentizio lungo Ie aste dei corsi d'acqua, trasporti di massa sui conoidi, valanghe (Art.9 PAl) integrate dalle circo/ari interpretative n. 3128 del 14 maggio 2003 en. 5101 del 24 luglio 2003 Aree soggette a rischio idroge%gico molto elevato in ambiente cOllinare, montana ed in pianura (Art.48 PAl e ArtA PS267) integrate dalle circo/ari interpretative n. 3128 del 14 maggie 2003 en. 5101 del 24 luglio 2003 nella TUTELA DA DISSESTI E CALAMITA' Nelle fasce A e B sono esclusi: nuovi impianti e ampliamenti Sono consentiti: il deposito temporaneo e I'esercizio per quelli gia autorizzati, Iimitatamente alia durata dell'autorizzazione I seguenti criteri vanno ESCLUDENTE integrati con Ie precisazioni e Ie estensioni contenute nelle circolari interpretative dell'Autorita di Bacino del fiume PO in nota riportate.7 Nuovi impianti 0 ampliamenti sono vietati in: aree interessate da frane attive e quiescenti, esondazioni a pericolosita elevata e molto elevata, conoidi non protetti e parzialmente protetti e valanghe: I'esercizio di operazioni di sma/timento gia autorizzate sono consentite fino alia durata dell'autorizzazione stessa: in aree interessate da frane quiescenti 0 esondazioni di pericolosita elevata. I seguenti criteri vanna integrati can Ie precisazioni e Ie estensioni contenute nelle circolari interpretative dell'Autorita di Bacino del fiume PO in nota riportate. 8 ESCLUOENTE Zona1aree instabili con un elevata probabilita di coinvolgimento in tempi brevi. Zona2: aree potenzialmente interessate dal manifestarsi di fenomeni di instabilita a modesta intensita coinvolgenti settori piu ampl di quelli attualmente riconosciuti I seguenti criteri vanno integrati can Ie ESCLUDENTE precisazioni e Ie estensioni contenute nelle circolari interpretative del/'Autorita di Bacino del fiume PO in nota riportate 9 La eireo/are n. 510 I del 24 lugli02003 ha ritenuto opportuno estendere la possihilita di rinnovo dell'autorJzzazione a tutti gli impianti operanti prima dell'entrata in vigore del PAl per evitare Ie diseeonomie introdolle dalle localizzazioni degli impianti medesimi. Per tutti gli impianti I'esercizio PlJ(l comunque essereesteso, al di la delia scadenza dell'autorizzazione, tino a tullo i/ periodo di esaurimento delia vita tecniea de/l'impianto stesso, dictro eftcttuazione di un SIA e delia veritica delia compatibilita idraulica contenente Ie proposte di mitigazione del rischio Idraulico. x II divicto c derogato anche nelle aree interessatc da trane quiescenti (i\rce Fq), esondazioni a pericoloslta elcvata e molto eleval<l (Ie e Lb) dictro presentazionc di un SIi\ e delia veri1ica delia compatibilita idraulica. 'I Nelle aree di pianura a rischio idrogeologico mol to elevato la deroga al divieto e permessa, dietro variante a/ PR(j vigente, solo se I'impianlo rieade all'interno di eentri edilicati. In tali easi occorre la Valutazione delle condizioni di rischio, a scguito delia quale provvedere a ITIoditicare 10strumellto urbanistico. Per quelli estcrni non sono ammessc deroghe al divieto. Contratto esente da imposta di bollo e di registro ex art 8 L. n" 266/91" " LCI ORIGrNALE r ILSeaA~T: ~lPGftNERALE Pie Pp ,sMi COMUNE DI CESANO MADERNO , (Provincia di Milano) Rep. nO :2055 ~(/f- I del 11.5.1999 _ ::~:oC:::ZJ:;LL~G::7~I:~~N:~;::N:i ~ ... PROTEZlONE UCCELLI, PER LA GESTIONE DELL'OASI CESANO MADERNO IgH~ ***** II giomo UNDICI rt ~ ~ I del mese di MAGGIO J;;!st . _dell'amlO! "millenovecentonovantaNOVE, i I I L I tra I -. - -------- 1_ I • il Comune di Cesano Mademo, con sede in Piazza Arese 12, rappresentato I legalmentedal Sin~- -ill --l.;:S- --------- 1 i j -U~* ~ro-temp~r~Pietro Luigi Ponti, nato-~Cesano MadeI11~ ----- 26.04.1959, dorniciliato per"'.carica n ----- - ---------t*-- .P':.~~ ~C:Ornunal.::~int~en:inJ -.§-J;4 questo atto in nome, per conto e nell'interesse esclusivo del Comune di Cesano! ~ ~ t - -------~~--. --- ---.----------..-------------.. ---J.... _~"~ ---b- _. ...._ Mademo (CF. 83000130159, P.I. 00985710961), di seguito denominato i I ---.----- "Comune"; - --- tU ~ Q) § - - ----1- -§ IU - J • il Consorzio Parco delle Groane, con sede in Cesate, Via Piave 5, legalmente! --~ ----------- --.-'--- __._. _ i rappresentato dal Presidente pro-tempore Edgardo Sebastiano Zilioli, nata a! Cesano Mademo, il 09.12.1946, domiciliato per Ia carica presso la sede del. Consorzio Parco delle Groane (CF. 97003600]58), di seguito denominato "Consorzio", munito dei necessari poten - dell'Assemblea Consortile n. 10 --- in forza della Deliberazione -- o ._ -.-_g ~ _u del"'. 6. 1994; ~ • laLIPU, Lega ltaliana Protezi".": Uccelli, con sede legale e an~~~r} . Parma, Via Trento 49 - (CF.80032350482 PJ. 00558410346), legalmente: _.u [ rappresentata dal Direttore Generale Dr Armando Gariboldi, nato a Pavia il \ 1 U \'Zu 1 ~ 15.2.1958, domiciliato per la carica presso la Sede Nazionale LIPU; PREMESSO • che il Comune partecipa al Consorzio Parco delle Groane; • che il Comune di Cesano Mademo e proprietario dei terreni nel comune di Cesano Mademo, contraddistinti da: Foglio 21 - Mapp.li 152 - 70 - 83 - 84 - 87 - 50 - 51 - 30 - 31 - 28 p. - 33 - 32 - 34 p. - 171 (ex 35 p.) di metri quadrati 191.410, destinati a parco, e comproprietario con il Comune di Bovisio Masciago del terreno nel Comune di ------ ... ------- Bovisio Masciago contraddistinto dal Foglio 3 - Mapp. 10, di metri quadrati 40.840 destinati a parco, e altresi comproprietario con il Comune di Limbiate del terreno, nel Comune di Limbiate, contraddistinto dal Foglio 1 - Mappali 34 - 41 - 53 (ex 33A) - 57 (ex 35A), di metri quadrati 36.451 • che il Consorzio ------+- e proprietario dei terreni nel comune di Cesano Mademo, contraddistinti dal Foglio 21, Mappali 57 - 58 - 61 - 77 - 104 - 105 - 106 - 112, di .------------- -------------- metri quadrati 54.964, destinati aRiseIVa naturale paesistica; • che il Consorzio ha in comodato dalla SNlA IMMOBll.JARE S.d. terreni nel comune di Cesano Mademo, contraddistinti dal Foglio 21, Mappali 50 - 51 - 42 43 - 100 - 26 parte - 29 - 45 - 46 - 47, destinati a RiseIVa naturale paesistica e zona agricola; • che la LIPU e una Associazione Ambientalista che svolge Ie proprie attiviffi a livello nazionale ed intemazionale; • che la LIPU e riconosciuta Ente Morale dal Presidente delIa Repubblica con D.P.R n. 151 del 06.02.1985, pubblicato sulla G1.J n. 99 del2T041985; • che la LIPU e riconosciuta Q.N.L.U.S. (Organizzazione Non Lucrativa di Utiliffi 2 Sociale) ai sellSidel D. Lgs. n. 460 del 04.12.1997; • che la LIPU e membro deIl'IUCN (International Union for the Conservation of Nature); • che la LIPU e partner Italiano di BirdLife International, la pili grande organizzazione del mondo impegnata nella conservazione degli uccelli e dei loro habitat; • che la LIPU e membro del Consiglio dell' Ambiente, presso i1 Ministero dell' Ambiente; • che la LIPU ha come fine statutario la protezione della natura, con particolare riferimento agli habitat naturali ed agli uccelli selvatici che ne sono i diretti !JJ..;;;;;~ Ie proprie Mmna i~ve de pmrimomo ill oo~ore naturale nazionale attraverso la gestione dei progetti specifici, la creazione e la gestione di Oas~ la progettazione e la rea]iZ7a~one di interventi di miglioramento ambientale, la realizzazione di studi e ricerche applicate, la realiz7azione e la gestione di strutture deputate alla riabilitazione ed al rilascio di fauna selvatica, la formazione di personale da impiegare per la gestione della fauna selvatica e del territorio, I'attivazione di programmi didattici e di sensibilizzazione dell' opinione pubblica; • che la LIPU, il Comune ed i1 Consorzio hanno sottoscritto in data 27, 10,97 la Convenzione Rep, n. 1694 (Allegato n. 1) per la gestione del terreno contraddistinto al Foglio n. 26, Mappale 152, di metri quadrati 21.360 e dei terreni contraddistinti al Foglio n. 21, Mappali 104,58, 106,61, 77, 57 di metri quadrati 70.000 circa, finalizzata alla realizzazione di un progetto ambientale; 3 di riqualificazione • che la LIPU, grazie ad un contributo del Comune, ha prodotto iJ progetto per il recupero ambientale dell'area denominata "Ex Cava Aliberti" per la realizzazione di una zona urnida finalizzata all'incremento della Biodiversitit, alla fruizione ed all'educazione ambientale; • che!a LIPU e disponibile ad assumere la gestione delle aree predette al fine di ampliare e valorizzare il progetto di riqualificazione e fruizione intrapreso, attraverso la gestione di un pili vasto e complesso programma di miglioramento ambientale, di fiuizione del territorio, di recupero di aree fortemente degradate, di gestione di attiviffi legate all'educazione ed alla sensibilizzazione dell'opinione ~ -- - - - -. --.-- - - pubblica; che i soggetti firmatari del presente atto convengono sulla necessiffi di recuperare ~ ~ __ l~ _~~_ ,1 : ----- ~ co~rv~~ne dei terreni _della _~~~ ill preme~ indicati, in funzione della ~ell'uso sociale, educativo e didattico in modo sosterubile per l' ambiente stesso e determinano di seguire di intesa e coofinanziare - I -- ------ - ----------- interventi straordinari di riqualificazione, la gestione e la manutenzione ordinaria, - __ -----+ ---------~- - ~~i~e_ n _ __ L _ secondo quanto indicato dalla presente Convenzione. i Richiamando I'aft. 24 dellaLegge 8 giugno 1990, n. 142; TUTfO ao' PREMESSO LE PARTI CONVENGONO QUANTO SEGUE: Art. 1 - 022etto delIa convenzione II Consorzio ed il Comune affidano alla LIPU, in comodato gratuito per un periodo di tempo cosi come determinato dall'art. 13 della presente convenzione Ie rispettive . proprieta e Ie aree in comodato individuate in premessa, che costituiscono !'Oasi ill Cesano Mademo, all'interno del Parco Regionale delle Groane istituito con Legge Regionale 20 agosto 1976, n. 31, salvo il Centro Visite contraddistinto in planimetria con la lettera A 4 La presente COnVellZ10necostituisce atto integrativo e complementare della precedente convenzione stipulata in data 27010.97, Repo no 1694, registrata all'Ufficio del Registro di Desio in data ] 4.11.97, aJ n. 1475 mod. 1. , Vengono con la presente convenzione definiti cinque spe<.-mciambiti di gestione dell'Oasi di Cesano Mademo: ') a) Centro Visite di Via Don Orione; b) Area Forestale; c) Area Urni&; d) Attivitil di carattere educativo, didattico, divulgativo, di programmazione e di ricerca; ~ _~~~~;;::F:lP:;:~ \~.-=~ .~,~~~ll~ i atmve=~~ vIDmanone. priorita conservazionistiche dell'area a svolgere Ie attivitil e attuare gli interventi descritti negli articoli seguenti. Art. 2 - Gestione Area Centro Visite i Presso l'Area centro visitatori - terreno contraddistinto dal Foglio 26 Mappale 152 di mq. 21.360, suddiviso in area parcheggio, area picnic e prato selvatico secondo la planimetria di cui all'allegato n. 2la LIPU si impegna a curare la rimozione dei rifiuti, la manutenzione dei percors~ della segnaletica e delle umtil ecosisterniche didattiche, delle attrezzature dell'area parcheggio e picnic assicurando per quest'ultima sei sfalci per il periodo marzo-ottobre ed un taglio del prato selvatico una volta all'anno. Art. 3 - Gestione Area Forestale Presso l'Area Forestale la LIPU si impegna a curare la manutenzione ordinaria (pulizia sentiero, rimozione dei rifiuti, manutenzione ordinaria dei manufatti, delle attrezzature, dei percorsi e della segnaletica) dei terreni individuati quaJe area fore~ta1e 5 di cui a1Foglio 21 - Mappali an 70 - 83 - 84 - 87 - 30 - 31 - 28 p. - 33 - 32 - 34 p. - 17] (ex 35 p.) - 57 - 58 - 61 -77 - 104 - 105 - 106 - 112 - 42 - 43 - 100 - 26 p. - 29i 45 - 46 - 47, come da planimetria Allegato n. 1 Art. 4 - Gestione Area Umida Presso l' Area umida di cui all'Allegato 4 - cosi contraddistinta: _ Comune di Cesano Mademo Foglio 21 - Mappali 50 e 51; ------r~ _ Comune di Bovisio Masciago Foglio 3 - Mapp. 10 Comunedi Limbiate Foglio 1- Mappa!i ~4_-.~~ - 53 (ex 33A) - 57 (ex 35A) -T-- .---- ----- - ----i la LIPU si impegna _~ _~~(ll"ela manutenzione ordinaria (manutenzione ordinaria ------ ------r-~-------- 'f1 ~ __ , I dell'~l)i~to ~eIle ~_ _fo!estale, riIn0zi~ne dei rifiuti, manutenzione ordinari_a dei manufatti, attrezzajure, ~ percorsi e deIla segnaletica, taglio prato~vatico I all'anno,contenimeot~ ~ una volta canneto presso gJi specchi d' acqua,r"!jolazione fiusso . _l~e~U:::;~~~O~~~~jda~~~~~ I i~----L------- ; + I ..._. ... di .. ~~~_~~~~e_ •.•~~_ .. .. La LIPU si impegna a: H --------- i a) curare la gestione di attivita didattico-divulgative --------+------------- rivolte alla cittadinanza con ----------- particolare attenzione a quelle in eta scolare, attraverso la gestione dell' Area Centro Visitatori, la re21iZ7Rzionedi materiale didattico e divulgativo, la redazione di programmi didattici rivolti alle scuole, l' organizzazione e la gestione di momenti di sensibilizzazione (es.: visite guidate, hberazioni pubbliche di fauna selvatica, serate a tema, eventi locali ed eventi nazionali LIPU, ecc.), la collaborazione con il periodico "In Comune", il coinvolgimento di associazioni e gruppi locali, la gestione di rapporti con i mass-media locali e nazionali; b) programmare e gestire direttamente, 0 in collaborazione con Istituti Universitari ed ------, .. _ ..... _. _ .. _._H __ ._ .... __ 6 Enti riconosciuti con finaliti scienti£che, progetti di ricerca applicata (censimento avifauna svemante e nidificante, censimento erpetofauna, censimento lepidotterofauna, monitoraggio carabidofauna); c) promuovere la fiuizione dell'Oasi e la conoscenza delle diverse attiviti in essa condotte, attraverso la r(>}lJi77:lzionee la di:ffusione di materiale promozionale, la gestione di rapporti con i mass-media, la partecipazione a convegni, l'utilizzo di canali interni all' Associazione (rivista A1i notizie, bollettini locali, sezioni LIPU, Consorzio ed il Comune, previa definizione di appositi non previsti dalla presente convenzione, con particolare riferimento ai progetti di reintroduzione faunistica nell'area (tra cui la testuggine palustre, nonche altri vertebrati terrestri); h) predisporre una proposta di collaborazione con i1Comune per la [(>}lJinazionee la gestione di un "Centro di Educazione Ambientale" nei locali de11'ex casello r~--_L __ferroviario di Via Groane; I i i i) collaborare con il Comune ed il Consorzio per l'individuazione di eventuali nuove 7 aree cia includere nell'Oasi e per la definizione di proposte di gestione; j) redigere una relazione annuale delle attiviffi svolte, cia consegnare in supporto infonnatico corrente agli Enti entro i130 gennaio dell'anno successivo. Art. 6 - Gestione Stazione di Ambientamento Fauna Selvatica La LlPU si impegna a gestire, in collaborazione con il Centro Recupero Fauna Selvatica LlPU della Lombardia, la Stazione di Ambientarnento Fauna attraverso progrannni di rilascio, fiuizione, didattica e ricerca (selezione delle specie e dei soggetti coinvolti, gestione della fauna nelle fasi preliminari aJJ'inserimento in voliera, aJimentazione ani:mali, assistenza veterinaria, monitoraggio delle fasi di crescita ed ambientamento, visite guiciate, rilascio, studio delle fasi di dispersione della fauna). Si impegna inoltre ad allestire e gestire un servizio di prima accoglienza per la fauna --------- selvatica rinvenuta debilitata 0 ferita nell'area settentrionale della Provincia di Milano, in collaborazione con i1Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU della Lombardia. Art. 7 - Completamento e sistemazione Area Centro Visite La LlPU si impegna, inoltre, a prowedere attrezzatura per audiovisivi, aJ completamento del Centro Visite (con espositori, freezer, computer, stampante, fax, apparecchiatura radio), dell' area picnic (acquisto e messa in opera di tre tavoli con . panche in legno, di cui uno per porta tori di handicap), delle attrezzature (tosasiep~ barchino per gestione del canneto, decespugliatore) e del materiaJe divulgativo (pieghevole a colori in 10.000 copie in formato A4 piegato in tre patti). La LlPU si impegna anche a prowedere alla sistemazione della scarpata esistente nei pressi del parcheggio (Area Centro Visitatori) mediante taglio della vegetazione attualmente esistente e piantumazione di una siepe alberata. Art. 8 - Macchine ed attrezzature per attivitil 2estionali Per 10 svolgimento delle attiviffi gestionali Ia LIPU si impegna ad acquistare un 8 piccolo trattore, corredato di trinciatutto e rimorchio omologato, per il taglio dei prati a sfalcio, dei prati selvatici e per la gestione dei tagIi nelle aree interessate da nuovi irnpianti di essenze arboree. Tale strumento sara, inoltre, utilizzato per il trasporto ;all'intemo dell'Oasi dei macchinari e delle attrezzature necessarie alIa manutenzione dei sentieri, della pannellistica, della segnaletica e dei manufatti nonche per i1trasporto i delia pannellistica, --di manutenzione i della segnaIetica e dei manufutti oggetto di installazione 0 di opere e per_~ trasporto del materiale necessario alla gestione dell'area. Sara a carico della LIPU la manutenzione ordinaria e stmordinaria delle attrezzature. Ii ---1---- .. _. .. _ I in dotazione, unitamente alle polizze assicurative contro :furti e danneggiamenti delle ...... -----, .. __ 1 i __ medesime-- 0 per danni causati daI 10m utilizzo, e per danni contro terzi (RCI.) la ------ [---- - , ' i LJPU si impegna ad applicare Ie Donne di prevenziooo e sicurezza di cui alia Legge i-----f.----II' I 626/94 nominando il responsabile. t;' ,1=-_ .. , -. i._. _ ~rt. 9~Caratte.; dell'attivitl\ 2estionale ".. f Tutte Ie attivita previste dai precedenti articoli da 2 a 8 saranno condotte da1IaLIPU -r--"-------, I che si avvarra -------di personale retribuito (un Responsabile dell'Oas~ irnpegnato da1 ~----t----------_·------ ~ ',' . ~\f~-~----- _u I :--------_L_ mercoledi , _ alla domenica nel periodo di apertura, e un operatore didattico impegnato r-----------t-----------.--------; da1 mercoledi aI sabato nel periodo di apertura) e volontario. i dell'Area Centro Visitatori I -i---- e specificato n periodo di apertura nell' Allegato n. 7 della presente convenzione. •La LIPU ha I'esclusiva in merito alla gestione delle attiviti previste nei suddetti articoli nell' area dell' Oas~ fatto salvo quanta disposto dall' art. 15 delia convenzione, fenne restando Ie attiviti istituzionali del Comune e del Consorzio. ~-- __:__La LIPU si irnpegna ad organizzare e gestire il servizio di educazione ambientale i _Lpresso l'Oasi In particolare, 'per 11triennio 1999 - 2001, assicura attiviti educative alle L __ ~ I I t----------.-~---quaIi devono i l.. ! essere dedicate minimo trenta mezze giomate per ciascun anno, da I ---------:-----destinare gratuiI i I .. . aile _scuole dei sedici Connmi .venti lenitorio incIuso 001 I ; 1:L 9 I 1 f'> Parco, secondo il programma di massnna di cui all'allegato n. 5 alla presente convenzione; per tutti gli altri soggetti (scuole non ubicate nei Comuni del Consomo Parco delle Groane, cornitive di privati cittadini ed Enti pubblici 0 privati diversi dalle scuole) la LIPU avra la facoltil di espletare il servizio a titolo oneroso secondo il programma di cui all'allegato n. 5 soggetto a revisione annuale. n suddetto impegno triennale puo essere rinnovato alla scadenza. Art. 10 - Contributi e modalitit di ero2azione n Comtule si impegna a: 1) riconoscere alla LIPU tul contributo annuale, per l'intera durata della presente ~ ._ l. Convenzione, per la gestione ordinaria dell'Oasi secondo quanto indicato nei 1~l::::~;::':::~~::'::t;:t\8, m sonuna ~>- - ~ -c----- , 2) riconoscere -l------ alla LIPU tul contributo straordinario i (sessantatremilionicinquecentomila) _ di £. 63.500.000.= per la realizzazione di quanto indicato in dettaglio nell' Allegato n. 9 della presente Convenzione. n contributo i di cui al precedente ptulto 1) verra erogato in due soluzioni (costituite ciasctula dal 50010 dell'importo previsto) entro sessanta giomi dalla presentazione della documentazione fiscale con scadenza semestrale, all'inizio ed a meta di ogni anno di convenzione, a partire dalla data di stipulazione della stessa. n contnbuto di cui al precedente ptulto 2) verra erogato in due soluzioni (co~1ituite ciasctula dal 50010 dell'importo previsto) ill cui la prima entro trenta giomi dalla data di stipulazione della presente Convenzione e la seconda entro trenta giomi dalla consegna della relazione sull' awenuto ~'Volgimento di quanto previ~io dai precedenti artt 7 e 8 e della relativa documentazione fisca1e. Art. 11 - AdemDimenti di comDetenza del Comune ; l 10 n Comune dovni garantire, mediante il coinvolgimento della Polizia Municipale ed il coordinamento con Ie altre autori1itdi vigilanza e di Pubblica Sicurezza suI rispetto delle norme del Parco delle Groane ed in particolare il Regolamento di fiuizione , dell'Oasi di Cesano Mademo di cui all'Ordinanza Sindacale dell'8.lOJ998, n. 3746 ! (allegato ~----_.._--r----- .- n. 6). n i Comune si impegna inoItre a: - 1- --- n a) distaccare almeno un obiettore di coscienza presso il Centro Visitatori; I 1 ---- -- ---- -- b) ~o~~~i_~n _I la LIPU in occasione di eventuali interventi da effettuarsinell'area S------i----dell'Oasi· ,-, ,. I ' (=}r~)_~~~;~~i-~n l ii' ...•--._ --, .. _ I __ ,--r-- ; ~aI"~titi,-attrav~r~ ~~~eguata con p~~lare ciclo-pedonale)di collegamento tI"~l'Oasie Ie attenzione alle altre aree protette; promuovere i servizi offertidall'Oasi; I i "_ pianificazione_~anistica, __ corridoi_~aunisticie ~~ilisti~(de~_~llIla._~one L__ altr~ areeverdi, ; I la-~IP~- e gli altri_Enti competenti per territorio -affinche siano _ L~~_~[~~r~~~~e-ctlla~utenzi~~~straordinaria . t dei manufatti e dei sentierldell'Oasi e I dei parcheggi; _____1~~_!'~~':'tXier~__alla r~liz7<lzione ed alla messa in opera di segnaletica stradale i finalizzata al raggiungimento dell'Oasi dalla Superstrada Milano-Meda e dalla Stazione FNM; : f) prowedere alla re:lli77:lzione di un punto di prelievo dell'acqua nella parte orientale dell'Area Centro Visitatori', g) prowedere alla re:lliz7azioneed alla messa in opera nei punti principalidi accesso di 5 (cinque) cartelli informativi relativiai divieti indicati dall'Ordinanza Sindacale i I------~-+--~---~------ n. 3682 del 11.11.97 ed aile norme di fiuizione dell'Oasi di cui all'Ordinanz,a r~-r-------------------------.-----------I ! ~ I I 1 I I Sindaca1edel 8.10.1998, n. 3746; --+-----------, I I 11 h) proweelere alIa realizzazione eel alIa messa in opera di un magazzino di dimensioni adatte a ospitare i macchinari e Ie attrezzature necessarie alla gestione dell'Oas~ nonche a provveelere alIa realizzazione del relativo impianto elettrico; i) assegmre in dotazione la macchina falciaerba RCS. gia in uso presso il Centro Servizi. Art. 12 - Ademoimenti di competenza del Consorzio 11Consorzio si impegna a: a) garantire, medianteil coinvolgimento del propno personale dipendente e volontario deputato alIa vigilanza, i1controllo del rispetto delle norme del Parco e .'_._... L " C ",-.- in particolare del Regolamento di fiuizione dell'Oas~ coordinandosi con Ie altre , . forze di vigilanza e Pubblica Sicurezza competenti per territorio; i ~.r--T~) .: ~+.- coordinarsi .----.•.••,. < ~ -- con I;L~U in occasione di eventuali interventi da eff~si -n nell'area .. den'Oas~ ----- ..• I - .... c) promuovere i servizi offerti daII'Oasi; d) inserire i1programma delle attivitil di eelucazione ambientale relativo all'Oasi nella propria programmazione, assicurando i1necessario coordinamento funzionale; ! e) coordinarsi con la LIPU e gli altri Enti competenti per territorio affinche siano ---- garanti~ ---- -- --- attraverso una adeguata pianificazione urbanistica, corridoi faunistici e viabilistici (destinati ad una fiuizione cic1o-pedonale) di collegamento tra l'Oasi e Ie altre aree verdi, con particolare attenzione alle altre aree protette; f) erogare un contnbuto di £. 8.000.000.= (ottomi1ioni) annuale per tre anni (1999 _ 2001) alI'Associazione LIPU di sostegno alIe attivitil poste in essere daIIa presente convenzione; L __ I I, ----i-- , ~--- l'erogazione a scadenza dei tre anni i1 contributo del contributo avverra entro i131 ottobre di ogni anno. Art. 13 - Durata deUa convenzione Ii I " . 'If ] potra essere rinnovato; 12 e integrativa La presente convenzione, che e complementare delia convenzione Rep. n 1694 in data 27.10.97, avra validitil sino alla data di scadenza delia stessa, ossia cessera di avere efficacia decorsi anni 9 (nove) da127.10.97. Art. 14 - ProDrieta delle attrezzature . Alla scadenza delia Convenzione, qua10ra non fosse prorogata, tutte Ie attrezzature, g1i impianti e quant'a1tro esistente sulla proprietil comtmale rimarranno di proprietil del Comune di Cesano Mademo. Art. 15 - InademDienze I Qualora .-1- ~ ;f gli interventi previsti dalla gestione ordinaria non venissero svolti dalla LIPU, . __.__ I c - _iil 9'mtme . ii__.... ~.:.!"""""re: pmwederil a segnalare Ia necessilll affidando un congruo tennine per _ Decorso inutilmente il leonine as5egnalo, gIi interventi verranno etfettuati ~ (d21 Conume che tratteml daI contnbuto annuo di gestione ordinaria l'importo ~ _On On-I~~sP~~~~~alla spesa sostenuta. ,L---~-'f------' I Art. 16 - SDese contrattuOO I ; i Oneri e spese derivanti dalla stipuIazione della presente Convenzione sono a carico i t--'---t-------_o-,- del Comune. I I ~--·_---t---·_-_·_----_···-- ------ . -~ .. _--_. __ . , ~-- Art. 17 - Controversie .._---------- Tutte Ie controversie che potrebbero sorgere in relazione all'applicazione delIa I i presente convenzione, e che non siano risolte in via amministrativa, saranno deferite a1 Giudice Ordinario. Art. 18 - Disoosizioni fmOO i ! I soggetti finnatari della presente convenzione si impegnano a citarsi reciprocamente -------1--- in --t----- ... . ogni circostanza in cui venga coinvolta l'area dell'Oasi (pieghevoli, eventi, comunicati f--"-~-.n_"_._ [ I __ i U '" '- stampa, convegni, eccJ "-"n ~--- __~~ __~~~_as~~il I "'On , . libero accesso aJ terreni L comodato ed alla Stazione di • II i' ill • • 13 Ambientamento fauna selvatica secondo Ie modaIitit previste dalle norme di fruizione dell'Oasi di cui all'Ordinanza SindacaJe del 8.10.1998, n. 3746. Art. 19 - Alle2ati . La presente convenzione I Allegato n. 1 - Copia Convenzione Rep. n. 1694 del 2710.97; - Allegato n. 2 - Planimetria con evidenziata l' Area Centro Visite; [," Allegato n. 4 - Planimetria con evidenziata la Zona Dmida; - Allegato n. 5 - Programma di massima delle attivitit di educazione ambientale ..- presso l'Oasi per i Comuni aderenti at Consorzio del Parco delle Groane; ! j . Allegato n. 3 - Planimetria con evidenziata l' Area F orestale; - . ~- dai seguenti allegati: - ! - ---~- e corredata -t-~:::;~::::::: - :7:~liCO Allegato n. 8 - Dettaglio delle modalitit di investimento del contnbuto relativo alla gestione ordinaria; - Allegato n. 9 - Dettaglio delle modalitil di investimento del contributo relativo alla gestione straordinaria; Letto, confermato e sottoscritto. p. Consorzio Parco delle Groane p. Lega Italiana Protezione Uccelli n Direttore Genemle ~r!J~,~A. p. Comune di Cesano Mademo SindaCO (Pi 0 Luigi ~ ~' Ponti) 1w.CZ- .-.• 0" 1 14 COMUNE DI CESANO MADERNO •• Rep.n.1398 I E -.--.----w--- u. ... . • (LEGA •• __ •• n .....• - .. --- ---- -- 5 ! --.-j. --N·---- - .. --...--.-- ---del m - CONVENZIONE ---------------- LA LIPU •. - -.--.- ..---.- . _._. OGGETTO: __ (Provincia di Milano) - -- -- -t------- ·• '~-O~-loO~ -.-.- - ~ ·---i--i 0 -~ . § - -- -- --- t-<r;g: 8:S2 ~ =---UCCELLI) PER LA! ~ J i ---- ---.--- TRA IL COMUNE DI CESANO MADERNOI ITALIANA ~ PROTEZIONE (!) 0 -~-=_I~;~~~i~~. :~~~O~F'0R~~;:IONE ~E.Il-j~~~~;~~Ell§; ! I ~~~=~_~~-~ *~_~=~~=~~ _~~~~~~~~ ._~~-~~~~~~~ ~]~~c3 ~ AMBIENT ALE "ALEX LANGER". ___ ._.__n~~_T~-~~~~_~~ T L'anno duemilaquattro ...------.--+.--------- i1 giomoL,-; -a",,,.o.JQdel mese di .J.. P r: l-e ..-.-----------------------_. in Cesano .--- 0.. -----_._ .._... __. __ ._._----~_._--_._--_._- -~- :~~~O:omune Ce=oM.::S::~-denOmill:~~~-~~J=---=-ill ------I-~viluppare la divulgazione e la c-onservazione dei ;alori n~~~~~-~~~bi:~~ -----,--- • .. .m d~t---- ••• - ._~---.---- .~_ I territorio e la promozione di iniziative per la valorizzazione culturale, l'educaziond -----.--.-' -----.--~- _un •• . . 1 ._._ ... I ------t 1 --z - ------.-.--- __ i I e la formazione di una pili arnpia coscienza naturalistic a; •• __ _ ._ I - che il Comune intende sviluppare appieno i propri scopi istituzionali avvalend~ -- -- ----T~~lla co~abo~~o~~ .-------,.-----------.------.---- e consulenza di enti riconosc~uti, qualifi;~t~-; ..--...---------- ~~-;o;at -oro i esperienza; -- -~he I ~ -~~~~e-- ~ ~ ~o inte~~e -in-c-r-e-m-e-n-tar-e--in-·i·-z-i~~~~ che-~~~~~~e~~--~--;~~~--~- -----T----·-----·---·---·------------------·-·------· --------- ----------------1·· ---- - ---- §-------- ·-·----·-------··--·-----------1 .. ...--§ -~-:-E's ----l._.~__ ._. compatibile la protezione naturalistica con la fruizione ~~~cativa e prevedand ------------ - ---------------------- ------ n-----.---.-.-.--.-_ ... _- ... i possibilita agevolate di visita da parte del pubblico per sviluppare la conosce -.-.--------T---- ..---~---------~-------.-------------~--~-.~----~------------.---.-.--..-----: della natura e del suo territorio; --.---------------.-.-----------.------------..------ n_unn.----,- __ . i I I - INOLTRE .__ . u._._. _nn.-- _· associazione ~ arnbientalista .. . di .__._.._-------------- livello .nazionale ------·-l------·-n----u-.-.---------------r1ffl:~"';"~ n riconosciuta DELLE ENTRATE - DESIO 2 I il ....~._4.·~·J·!t·~,," .. ('j f· .,) I 'or;~4al n... ,.;t.~!..;1~....f I ~./ 4..,...fl.d:I.•.•..• esatti Euro " .... ~~SE~~ .~ g PI - .. ARlO GENERAlE A~h . ena) -'+_...r8.8\ i 71!I . ;------.------" . \ ~ --ti-- I ~ ~ Q I ...,:, - --- ..... -...n -t -.Onn§. u·ff n__n__ un__.__.._] d~n dal Minister! TO ALL'UFriCIO----------- I i n ro 0 -.-A+-- ...---..----~---.-.-.-.--.---.-- ---m--T-5- Cl n.._. ..----.---- __ .PREMESSO n_._ ..~ ..n [3 ~ !- -~_. che la Lega Italiana Protezione Dccelli (di seguito denominata LlPD) ~ . ·-----I- __ I ~ ..-f 0.. = _ I, La pulizia dei locali del Centro saranno a canco alIa LIPU ad ecceZlOne della! --~------- - -------------------- ------- pulizia dell a Sala Conferenze che -----;----------- ---------------- e--posta- ----------------a carico del Comune esclusivamente peri 0Z -------n_j _N I Ie attivita organizzate da quest'ultimo_ ----- t:.tl 4 I ------------------------------ - -- - --------- _LI ~ -9-" -~8~C~~ ~~Il.) _ Le s~~se per_~__=_~al~en~o~~i rifi~~_saranno a carico del COIll1l11~~ ------1---I ART. 8 Oneri assicurativi ed imposte -----T---------- ----- ----------- --- - ------- Z~ Il.) ~ :5 ::l il ~ -- - ------------ ---.::r-~--e--§ La copertura degli oneri assicurativi relativi all'immobile (responsabilid civile, ~ 1 ------------------------------------------------------------------- -=-U--6 ---Lfurto, 1 ---- incendio) sono a carico del Comune. Gli oneri assicurativi delle attrezzature - --- ------------------ - ------------- 1 e3 ~ ~ d::J ,::.c J4.J_ degli allestimenti interni sono a carico delIa LIPU. Le imposte relative alIa proprieta -----r------------------- ------------------- - -------- - - -- ~~ -- -- --- i I I del Centro sono a carico del Comune. ~T. I 0... _ 9 Legge 626/94 in ma~:ria di sicurezza sullavoro ~--------+------------------------------------------ I Sara cura del Comune la predisposizione : -'1r~;o----1- del1'~~~ile . ~~ ~ -~ in oggetto e del Pian~-~r:e~;e::-;:~~~~s~-~~e l'attuazi~~~-d~l-- - A ehe ~.impegn;o_~~~tre 0 I ~ ~~ ~ - del Documento di valutazione del rischio I piano Testa in_cariCOagli oc:upanti ~ll'iInmobile _~ . ---------------- i ! mantenere Ie us cite di sicurezza sempre funzionanti. ---I------------------------~----------------------------------------------1----------------- ~ ART. 10 Variazioni di destinazione dei locali i I ~----_+__------------------------------------------------ -------1 __ m i E' vietata qualsiasi variazione alIa destinazione d'uso dei locali. Eventuali richiestel 1 ;----+----------------------I di variazione ------"1- --------------------------------------------- devono ~-------_I------- essere preventivamente inoltrate al Comune perl ---_L 0 i l'autorizzazione. -,-------• - I' ----------- -------- -- ------- -------~--------.----- ------;---- ---- ! - ----- - ....----------.- W ~ "" rinnovata per un ulteriore periodo di 5 anni. In caso di inadempienze da parte -,-_--- +~ il ~--- ~::a al 3 L 12.2008 e potra essere! u ~ 1 , --------------------------- _= ~ -~ I ----.~----.- La presente convenzione ha validita dal 01.01.2004 - ------ ----------------------- ART. 11 Validita della convenzione i ---·~-·T----"··- ,- _ r N. . t/j __ ~ 0 ~~ 11 soggetti~~~~~~~ti e ~~-~~esenza di- fatti-c~~-;~~~~il ~~~ato ri~pe~o d;~u~~l-:.: ~_u_ --------------------------------------------------_n i ~-;g- 0 qui concordato, pliO essere prevista la revisione 0 revoca dell a presente convenzionel ~ ~ B r------f--------- -----------------------------------------------------------------------------! O--§ icon preavviso di almeno 6 (sei) mesi da comunicarsi in forma scritta. u.g> i I I! 1-------~--- ----------------------------- l---_ -------r----- ----j I 1 I II ! Dopo il primo anno di sperimentazione on -- ---------- - u ---------------------------------- ----------------------- relativamente alle spese di gestione di cui[ - ----------- _ duo 0., ;:::: dell'Ambiente e quindi nominata membro, con decreto ministeriale, del Consiglio] , - -I ------ - - - -- -- - - - ---------- d=ll'Amb~ente~ess~~Sllc"i~to~irustero;,- -- - -- - ----n_nL~ ~ __ i - che la LIPU e aSSOCIaZlOneamblentahsta nconoscmta Ente Morale dal Presldente/ ---------------- --- ------ __ --------t- --r---------- ----- ------------------ m l della_~~ub~~~~~~-P.~~~~!_5l_~:1~~:0_~,_19_8:_e ,I.~~: :;~4~7;~:~7~ --r I ch~la-L;;;-;; ~-.; ------ __ -- - I~~e~ento -------- - -- __ -- -- :'0 _ -------- _ ------ ---- --- agli habit~ naturali ~ agii u~el1i seivatici che ne sono i diretti indicatori --_l I- I -----_ - -- no _ _ _ __ I ---------1'--- -------- naturale nazionale attraverso 1a gestione di progetti specifici, 1a creazione e lal I gestione Cl ~1 J-=c--- "...l che 1a LIPU persegue Ie proprie finaliUl istitutive di conservazione del patrimoni0l -------r----- ~;SANo g- ci. -----t------------------------------------------------ I i-~..: _- ~ -_ ecoiogici; ~ ~artic~~~el~ ------------------------------------------ I ~ t~! i-J f~,,~ I~---'--~ luc~"ti,,"!i util seo~o-statu~-.,-I;;~t;~~oe de~';-~a, n _j --e-~--- _ ;-;;__ " _ pub~~~~to_s~la G.U~_~.9~_?~Il----~ im ~Ciale=-~Lg~j (Org~-"-ne-"on -w--- di - Oasi naturali, , --------~----------t------ l'organizzazione di campagne educativee dil --------------------------- 1 ---------- -- scnsibilizzaziooe; ~ ~ .~. ~ I -ehe l~ LIP0-~estisc<> numer~siprog';;';;;"'tivi,<. , -I <Iieons';;'.rio~e;;;';';;;;;'sti.;,.l' ---- ambientalequalir~ntroduzionidi specieoSfute:campagnedi protezionedi ~';;'i~ - ---- ---- -------- --------- ------- ----- '-- ------J--- - - -3- --- , rare e minacciate, creazione di Oasi naturali ed attualrnente gestisce 36 aree protette ------t--~-------------~------------I (Oasi e Riserve), ~ diversi Centri Tematici Didattici e di sensibilizzazione in tutto i~ 0 ----------------+-z - -- -----r------------------------------------------------ 0 ! territorio nazionale, realizzazione di studi e ricerche applicate, programmi didattici; I ~ ~ ---,------------------------------ --------------------------i -Q-o...' i CONSIDERA TO ~ ---------;-----------------------------------------------------------------+ - ! che il Comune unitamente al Consorzio del Parco delle Groane e alIa LIPU hannoi - - ----+----------- ----------I ~--------------------------------- ---------------------- ---- <r::_<tI sottoscritto in data 11.05.1999 una convenzione per Ia gestione dell'Oasi di Ces - ------------1---------------------------------- ----- j ------------- I Mademo; __ ._-------_ I - _ .._-------..~---_. , I .. _---_._------ --------------------------- - -- - ------------------- "----,- CONSIDERA TO INOL TRE -----~-------------- --------- -------------- --------------------------- ______ L=_c~_~_Co~une~~~~~~~~o -- - -------------------- unit~_~~~~:~::l_~~e c~m~e~~nze ~~ -------1' --- ; - --i- r~p~~~ di collaborazione al fIne di rnigliorare l'efficacia degli Enti nel promuovere 1a tutel~ --------i---- - -------------------------- ------------------------- ~. C; --------------- ----------rI I I I ! ::J _ --- I I I I I ! I I i ! dell'ambiente naturale, la -----r---------------------~----------- --- I diffusione dell a cultura scientifica e naturalistica ed in! j __~ __ -------------------------------------- particolare ne! miglioramento delle strutture e nella gestione dell' area; I --- -------t----- ------------------------------------------------------------- --------------------------- - - --r- § < ~ - - - __) ~~~m~~~~~~~~ih; J~ CARIPLO, a cui i1 Comune ha aderito, ---- - nell'ambito del programma "promuovereJ ------------ ::~:og:~~::~:eo~~ ---- ----~--- -_che_il progetto ~ ~ ] ~ --r-~--e--a_ -- --"='~protette"facentepartedeiprogrammi_prioritari -diJj.~ ~ ;k ---------------------------------------- - - -- -- presentato, - ----- ---- de~omina~ --- n_ ---- -- - -- -- ------- -- "c:..entro ~ducazi~~_~bi_e~~~e formazione: una via di accesso fisica ed interpretativa ---- -~------------~~~-~ ---- ---- -- ----- n ~11-- _ -~- - -- ~--------- __ aIle aree protette", ----- _ ha 0., ------- -- .. _-""---- ~- ------._--- usufruito di un co-fmanziamento del Comune e dell a Pondazione CARIPLO; ------------------------------------------J---- _ - che i1 Comune ha realizzato il Centro di educazione ambientale citat~.:ito ~_~ Don Orione che insiste sui mappali n. 153 e 154 foglio 26; -~-~~ ;;O~~~SO~CONSIDERATO _ I ·----1-~---------- -------- :::::::::er:~~:::a:::O~::.:d::o::;:~~-Oirigentedel Sellore Sernzi alIa Persona,la quale diehiar. ill agire ij - ----- -----------------------------------r------------ ! I nome, per conto e nell'interesse del Comune di Cesano Mademo, ai sensil ~ell'a~. 107 del TU.E.L. - D.Lgs. 18.08.2000 n. 267 (C.P. 8~00013~15~,P!J <:l:l 0_ T~------------------------------------------t-z-g--- l i · -- ------------------------------ - -------1 , 00985710961)' ; I ' r---------r------------------------------------- ffi E -- L -,e-o..I ~.$ ~··~-~k·~ ~ i ~';lo L __ l ~.~ LIPU,C,gaiw;;"' a -;;' o tezion~UCC:li,C{)~ ~ ;";el~a1e~ ~s~' ; ;v: i ------~-------~~--------~------------------- - --t -- Parma Via Trento 49 ---------t-----~---~----I rappresentata nella (C.P. persona 80032350482, Pol. 00558410346) legahnente ~ ~ l del suo Presldente pro-tempore -----------------------------------------------------.----------- GIULIANO! domiciliato per la carica pres so la sed -----~-------------~-_._-~---~-----,._----,-----------_._._-_._----_.~----- della LIPU in Parma -------_._----_.----_._-----_.~,~------------_._--------.------------------- I'- ~ .-------:--------------------------l----~.g--:g- TALLONE nato a Torino il 23.10.1965, '-'-- ----- ------ ~ -E5 ~-o-- U .~ ~ 0 8- (!) -- ••••• ----Q-0.,;:::; .. I I i i I I i I SI STIPULA E CONV1ENE QUANTO SEGUE: i n - ~~t~om~e m Ce=o di~~;o~~~r~et~~~:~~o~e~o M:;:no;) " ~~ i~ ---__~~rV~la-IJon Orione,concedeinC<)inodatod'nso ~atnito_a1laYPlJ' cl>eaccetta,il:. ~ -- Centro di educazlOne amblentale ----------- -- ------ e formazlOne --- "Alex ---- -- Langer" -- - -- - - ART. 2 Utilizzo degli spazi - ___ ~----------------------.---.-----.-- ~omune - affida l'util~~~~gli >*-l3- a-- -- rd~ ---- ------------ --u-J~---- . _ :i _ spazi del Centro alIa LIPU_=-~~~ evi_~~~at~_nell_al __ Pl"ri",~~~;illegata-(AIIegato A) ed in particolare~ ingresso/~~n,uffi-""" museo:~oratorio/aula >::1 .i ~ R~:: __-_-:_-_1d.;,o:,;"atoCentro)."he~vi.eneinoltreil~en-""Visitedel1'()asi[,jI'l) I ::5:J i1 ~ (di segUltol - - salt'" _ 1 didattica, terrazzo esterno, piano interrato :::::::::~~:~=:=~:~:c ------------- --..~---~: trasversalita di tutti i progetti divulgazione delIa cultura ambientale. Tale eoordinam=~to~~vra essere condiviso in essere nell' ambito territoriale riferiti ~- -- - -- alIal ne~ess_ari~~~~ _ ~tre_~he con la LIPU anehe con Ie al~~_~~~_~:,_~~~~~~~_~_e_se~l _ I sul territorio quali il Consorzio Parco delle Groane, Lega Ambiente, ------~----.---------------------------------.-- il WWF; 0 ...m-~-Z-Q, ART. 3 Utilizzo da parte di terzi -=t -~. ---------r----~----.---------~~__:_-.--~ ------------------------------is--"O didattica m essere con Ie scuole del temtono dl Cesano Maderno. ------------.---------.----- ----------.---.----------. ------- .. -- -. --------+ I ,,=:,.s Cl , .c.::: '-" -0-(1)'--- A tal :fine i1 Comune, tenuto conto del calendario di urilizzo delIa seuole ceSaneSi,!1 ~-----~~--. 55 I ~_ ..~ -<~ , ;E"@o Associazione_N_~~~~~_~~_:. I ~ C':I --.-.---~---~~-----.-._-------~--n-~--un---- 0 predispone il calendano dl unlizzo delle mamfestazlOlli, convegru ece. u.ff -l ....• -:-e- 0.. •••.• I I I I I I I I I 1 . - I I I I ,I I I i I , IGH spazi non ---.-J--. ' I occupati dal Comune possono essere uti/izzati dalla LIPU per a1lYe! ---.-.-..-.--. ---w- I attivim. - -..! i_ r.SOgg~ti - I -- - ---che intendano 3 a(lrenta)giollli.prima h _IUtilizzo verrannostabiIiti I'zf:l' -- utilizzare la_ sala confer~e_d<:vono scritta_~~om-""e'aIm"oo - dell~evento~L"rn0da1ita aecordolY-"5:"munee ~mune ;nollYrn-erichiesta I-g ,_, dil -- -----.----.--------------------------.-------------------- La LIPU si impegna comunqne, -------1- . 'iii' El ~ '" ~ -----.---------- -. --- --- -.-..- - --.~ -U- 6;:0 con proprio person ale, a garantire I'apertura del . . servizio verra quantificato annualmen~=~~~~~:razlOne i --->-------------------------------- ~1l ,---J~ g i~ L;Pl1__ etariffe saranno determinate con atto di Giunta Comunale, - c I -- -- . .--4.L allanota spese relative 0.. --.. ---------.-----.-.------------ . ._ ~ ----._-.~--._---_.- -- alle utenze di cui all' articolo 6 .-------.---- ... ----- -~------------ -------------------.------.,1--- ART. 4 Attrezzature ------------_._-_._------------------------------_._--~._------_ \l\ .. _-------~------------- -.- _0",., _SlanlPlll1~'_vid.eo PfO;ettOri,. _.__..__.-.- Le attrezzatrn-e teeno.IOglChe (compnter, fa",tele. f ;'Limp;anti andio/video, eee), g". arredi "g1~ aU.".stirnenti_;"terni aICenlYo sono diT " --j~~~~e~~~r~;;"an~;.;:~n~~r~;"ari; e straordinari; ---r------- d;ll-;-~~;;ile . ~~n~~~~~-;;e~ . . .-- __ un_no I Le uteme relative aI CenlYo sono intestate aI Comune. j- --------- - - -- -------- -- - _ ,----I _~_ART. 6 Ripartizinne delle spese relative aile utenze - - ---- --- - ---- La LIeu @ rimhorsera! '" ------ ---------1 ~ ~ aI Comune --secondo iI "-nteri~nnllesilllale_~allegato B) __i costi delle I ;;;;'iii _ !'annuahnente---.-------.-----------.-------... ---.------------------. --·---1 I utenze relativamente a1Centro con f-----~ ~ . , , -O:E esc1usione delIa Sala Conferenze_ ~ . . . _ Le spese telefoniche sona totaImente a carico delIa LIPU ---~.---.---------------------------------- Le disposizioni ----- inserite ne] presente - - - ------ actieolo e nell'a1legato - n._ - -----·-·------1_ , - B hanno earattere, ~ - t:Cl '" ~ -s-p--~-rim·--:-_~·---t-~-·~--,-_-~--~~---_~-~--~-_c-_e-S:-l---~·--~-__-v-_e_--~--fi·-l-ca-.-~-~·-~-O--l2-_-~-~--~--_d-_l·-cy--_-_-~--:-~,per_apPurar:l'~etti~~!1 ~ congru;ta, aI fine di apportare eventual; ",odifiche. I -------------------- -·--------~-~--~-- ~----~ ART 7 Pulizia dei lacali, rifiuti --- ----~-- ------- ------- n_ ---- ------- .-n----- U.1f -l _~O I ci.;::: --.--------------------i-- ---.--i I I I I I .- --. ----. ;;;,;;",~J-- -------.------._1.. - - -- --- ------------------ II I~. l ~ g I .• i LapulizIad.ei.localiciel.Centr"sarannO ,,_"""co."'Ia adecceZlOnedeliai ~PU -m I l:~~.~.l::::~~:::g:~~~~:~ Pl·I~·I i~'i-i ~=~: ~t~A~_:~=~~lus~~ente -~-- ---------.----------.---~---------------Oneriassicurativied~oste_ - ----. - .. i-- o~~ ... -_ni-~i~ ART~ <r:: degli allestimenti interni sono a carico dell a LIPU. Le imposte relative alla proprieta ------------------------~-----------.--------~------.--.---------~------- ,."J del Centro sono a carico del Comune. -----~~ _---_._---_._--_._--------_. __ .... r _ 0. ... _--~. ----------------,,---- ART. 9 Legge 626/94 in materia di sicurezza sullavoro I Sara cura del Comune la predisposizione ----- dell'immobile del Documento di valutazione del rischio ---------------------~--------~-- --~.-. __ ._---- --.------- in oggetto e del Piano di emergenza. Resta inteso che l'attuazione del -----·----~ n __ ~ . piano resta in carico agli occupanti dell' immobile _ che si impegnano inoltre a ~,~:: :~~~~1~:::E:=::.~:ez:~~~ve~ru~nc:~-~_, .v~~~~~~~o~~~~~L ~- l' au~~~azion=-.--~~-- ~ ~_ . ~ jl~- -~- I ::;E:a ART. 11 Validita delIa convenzione L La pres~t; convenzio~; ~a ~~idita ~--~l~~;O~~- -l----------.----.--~---------------- ~-; ~2.2008 ~_~ e p~tr~-~~~~~ ------~~-- ---~ --o:s--~ +-~ en- rinnovata per un ulteriore periodo di 5 anni. In caso di inadempienze da parte de _______ . ------------+--I ~ __... . ~. ... . .__ ~ . U 0 soggetti contraenti e in presenza di fatti che provino il mancato rispetto di quanto I 0 ----~--- --------- I qui concordato, --- ------~----------- -- p~~~sser~ yre~ista_l::evisione 0 - - -~-- - -- -- --t ~~~ca ~:l1a ~rese~!~ ~~venzi~n~1 icon preavviso di almeno 6 (sel) mesi da comunicarsi in forma scritta. ----- - ---------- - --- ----- - -- ------------------- - -- -- i~ ~ l u.~ --.J--d Q I Dopo il primo anno di sperimentazione relativamente alle spese di gestione di cuij ---------~---~ f/l r.LI -< ~-4)-.;j: 0. ::=: -----t-I I I u ---- ' I ne all'an.6, conv""zio - .. - .. -/'Ii nella ..... gestione - .. la '.--.... potr" - .. -., ..e"ere - ..... lOodiflcata - - - ..... a --seguito .. ' .. de; - .. risu/Iati - ... Consegu;ti -" econontica. i ii .-c-- .. _ - -- i I I I ART. 11 Compel""•• legal; I .- ~t~·~~~~n~~~~:le~:h:no;· - ./COlUpelenteil for0d,l\1o"':" .-.- - -. --. - Sl;OS~;~~~llrJe~e~;_via_aItunini~a~~;{_ .. ' •.. __ . ART. 12 SPese ContrattuaJ; --- - - ...........•........ ...... -- - .....•. - '.' - - I-_ ..", I •.. ··L -.--.-.--. -.-.-- - , r', Tutre Ie spese del pres""te conlratto sOnoa carico della LlPU, ad esclns;one dell ) !as,. di registr" che -do:vr"_ e"ereS0stenUIa _ in ntisnra I dall'Annninistrazione Conumale ICesano Mademo, 1i -.--j.-..-.- - -.-.'.- i C;.. 04 -..- ' 7. 0 0 -.- ~ Lotto, apprOValoe sotioscotio. ..- - ' - - --- ")a del 50% .en I I I ----------. -~------------~---I· - -------.._ Ch T -..- -- - - ----------------------~---~------------------------------------~-----I ---- " I p. IL COil1VNE 01 CESANO iI1ADERNO ente -.- ..• - ~~, 7/11 Ding .- ...• p. LA LEGA IT ALlANA ;/ -- - .~---- -.-----PROTEzlONE UCCELLl 'LlPU" j ....•...... "- del Settore Serviz; alla Persona , . T - - .. - _ , .. _ _ _ _ _ (Dott.s~aPoo a Suriano) I .L _ _, --.- - -- .. - ...•... - .. - ' - - - ! ..•. ----.- - - _ '.......• 1_ li~eJfEDJ j,~-\ '- ,' 11Presid""te , I __ - ~----- ------ -"'--- --~ .. -. --~ I ..•... -- .. - ...••.... -- ... -- ... - .... - .•...............• - .--'., ---. , .••.. - ..-. -.- - ••.. - '",' - .• ---. .. -J ---- -------- --- ---I ~-- I . I . '. .. ' .•. - ... - .. - - -. -'. - ... .....•... -. '- .-- .. .. -- ........• - -. '.-. ' - -. .......•.•... -- .- -. -.-- - -, .. "--, 1 ...... -., - ............ -.- .... -- -.- -., -.-'- - - - I -. '.' - - -.. - ---. - ! i '.- -- .. , --- .•. !i , , . .i - -- -.'-I" I I i I I I I I i . -- -------- ----- \ ) I l------- . -'r- ----.-.:------ '---(~~o;i~ci~~l-' M-i~~~o )- -- - -- .. ------. '_"' 'n" ' __ .. ---- -------------.---.--. f~.n__~:_")t _. "--'--"'-i' ----.------. . ~_~l·~_- I - I OGGETTO: .--.----- --10:- ·~-~""A- .L ---- CONVENZIONE .------------.-.---- ------- TRA IL COMUNE ---------------- ..----- --'-'-l--I ------z DI CESANO .---.-------.-.---- <:t: E LA LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) PER LA I ~ ~ -" 'if -- ---------------------.. -------------------·--------·----l--·<--c:re---'---[-uaJ] ESTIONE DELL'OASI NATURALISTICAE DEL CENTRO '""' <:t: ~\ <:t: ~ ~ OJ)~ -----.---.-------------------------------------------- -- -o-i±l--~-\-----wz ....p:s \, SITE DI VIA DON ORIONE. ~ Q g ~ _rERNO ----. --- ______ ----- ------:=Tfj .~ lli. ----------------------------------------------------.------- **** ;::[-0"-' ~o;:::: ._-------~--------------_._--_._------- 'anno duemilacinque add} .~ ~~' . 0 in Cesano P_RE_._,ME_S_S_O ____________ ~ che il Comune di Cesano Mademo (di seguito denom_ina~o_Comune~ i~tende sviluppare la divulgazione e la conservazione dei valori naturali ed del territorio e la promozione di ini7jativ"Jer ~all)f)zzazjone jmbientali --- - ulturale, l'educazione e la formazione di una pili ampia coscienza - aturalistica; - -- --~t:e~o~~m; qualificati e di provata esperienza; t.------Ll------ - ---------------~._------------- t::::i:i:~:e ~~~::o:~~:3:t;:zi:::e ::e 0 ~:;~::;~L~~::;: 1- --f!~~....ffJ_--'>-L._ ··--------·-----------------l'----- .----- --.----"-------.---------------.--.- Z i ~ ------.----.----------------t---- l~ conoscenza della natura e del suo territorio; L · _ ------------i----~~- *evedano possibilita agevolate di visita da parte del pubblico per sviluppare .. --.------ i -------- ----------t-----------'---' , .. __. . _ m::;-~-~--:---:-~--~~-~-Pn-:-ar--~-e-a-:-:--:-:-:-l':.-:n!:--~-~-O~~~:f ~~:~;:~ -. ---t-----------.----.-.---~------------ - -- - - -- ci.. _ ---------- :-----------r----.-.----.----.-____ _.------- ~o... ~~~-_=_~___~_~~~-~~~~~~-.-_-- _-_=lade~;;-n_-- _ ..__ ~ __ . _________ - -~ -- del mese di ~11 '.~-'J'1! i' -;.;...:~~ ----~~- --" ---- I .. -------------------+-- I --0" ~ . • ________I I PREMESSO INOL TRE - ··t-h--e-l-a-L-e-----~----p~ote~i~n~ <;) " ~ ~ Jl!!1. 3 ~., ::J 0, ~ ~ Dccelli (di seguito d~~~-~~at~-LIPlJ)~I----- -?() ' ,r. HClO-----------------r-- ,,' ELLE ENTRA TE - DES.10 2 Gr '},~ QC /' 61 12.- ;:.. ~..~.i,..gP..,)al n 16.C./:..:L. ~ " S'oiv~ZiO Le~?yQ; satti Euro ~~..?..Q IL SEGR~RMGENERALE (Datt. i tr ,J i Spotti) I ' I I I 0- associazione ambientalista di livello nazionale riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente e quindi nominata membro, con decreto ministeriale, del Consiglio dell'Ambiente presso il succitato Ministero; _ che la LIPll e associazione ambientalista riconosciuta Ente Morale dal Presidente delIa Repubblica (D.P.R. n. 151 del 06.02.1985 e pubblicato sulla G.U. n. 99 del 27.04.1985) ed ONLUS (Organizzazione non lucrativa di utilita sociale - D.L.g.s. n. 460 del 04/12/1997); _ che la LIPU ha come scopo statutario la protezione delIa natura, con particolare riferimento agli habitat naturali e agli uccelli selvatici che ne sono i diretti indicatori ecologici; _ che la LIPll persegue Ie proprie fmalita istitutive di conservazione del 'patrimonio naturale nazionale artraverso la gestione di progetti specifici, la creazione e la gestione di Oasi naturali, l'organizzazione di campagne educative e di sensibilizzazione; - che la LIPU gestisce numerosi progetti operativi di conservazlOne naturalistica e ambientale quali reintroduzioni di specie estinte, campagne di protezione attualmente di specie rare e minacciate, creazione di Oasi naturali gestisce 36 aree protette (Oasi e Riserve), Tematici Didattici e di sensibilizzazione ed diversi Centri in tutto il territorio nazionale, , realizzazione di studi e ricerche applicate, prograrnmi didattici; CONSIDERA TO ! _ che il Comune unitamente al Consorzio del Parco delle Groane e alIa LIPU ,hanno sottoscritto in data 11.05.1999 una convenzione per la gestione dell'Oasi di Cesano Mademo e in data 19.04.2004 una convenzione tra il Comune e la LIPU per la gestione del Centro di Formazione e di Educazione Ambientale Alex Langer; CONSIDERA TO INOL TRE _ che il Comune e la LIPU hanno unito Ie loro specifiche competenze in un - rapporto di collaborazione al fine di migliorare l'efficacia degli Enti nel - promuovere - la tutela dell'ambiente -- naturale, l~ ~~ff't1sione della cultura .scientifica e naturalistica ed in particolare nel miglioramento delle strutture e .----- .... ,,_ ,----'------- :nella gestione dell' area; CONSIDERA TO INFINE 1- che la LIPU ha partecipato con successo ad un bando della Fondazione ",---------_ i .. -- CARIPLO, .. --- .-----'--,------ ------ -- -- -- - -- a cui il Comune ____________ .'. .. n • -- - -- - ---- -- ha aderito, ._. • •• --- nell' ambito del programma • • -------------' ----- ,"Promuovere forme di gestione delle aree verdi protette" facente parte dei .E·" • >11/>, rf~~\-- iprogrammi prioritari di intervento per l'anno 2002; .-.---------.--------- ... ------- ----- ----- ---- -----------~-- ---- t-~~ -'~\-:!~o:az~;~~~e;:~~:s~od~n~s~:7i:;::~;a:v-e:-~;~::;;~ t~- 0-/ +------- .• :-,0'/ L\--~---'--- !usufruito ---------------di un -i---- -------------- _u_ ---~------------------------ co-finanziamento ----------------- del Comune ----------- ---------- ---------------------- e della Fondazione ------------- -------- !CARIPLO; '- che il Comune ha realizzato il Centro di educazione ambientale citato sito in Via Don Orione che insiste sui mappali n.153 e 154 foglio 26; TUTTO CIO' PREMESSO E CONSIDERATO L'Amministrazione Comunale di Cesano Mademo, con sede in Piazza Arese 1,12, rappresentata legalmente dal Sindaco pro-tempore Paolo Vaghi, nato a Seregno il 19.06.] 956 domiciliato per la carica presso la sede comunale, che interviene in questo atto in nome, per conto e nell' interesse esclusivo del Comune (C.F. 83000130159, P.L 00985710961) e i I I I i 1. LIPU,LegaI~alianaPr0te~iOlle U,,~~con sedelegalee annnini-'lr"tiva~ _ in Parma Via Trento 49 (C.F. 80032350482, P.I. 00558410346) legal mente _.J ~ --------- --~------ tappresentata u __ . • -- ---------.--------~.---------- nella persona del suo Dire~ore T--~--------------·-------·----·-~------------- I -t------__ Genera~~_Elena D' An~ea_r:at~_ I 1------ .._ •. ~-----.- --~---. ------- - .... - l~ilan~_~~~L~?6~~~1_~~.~i(;ilia~~.~~!~~~_~~~~ press~_~a~~d_~ella L-~~J..!~t ~ , Parma i _~_u ~~u~ -- ------- ----!-----_.~----- ------------~--_._----------------------------~-------------- . - ~ ma Ita --.-- ~--~~ --~- bbiettivi di cui in premessa, nella sfera dell' educazione ambientale, si avvale --------ielle ~egue~~i proprie strutt~re-servizi~--------------·----------------~--------_._-_ .•.~ I Foglio26mappalin.151-152-;53-1;;:- ---~-~~Z.f))~) ~r-- Centr~~iEducaz~nee Fo~neambient;d~Langer r -----l _.,~, t5; -'< .' I m ~ __ ~ _ ._-----. ~---- -~-----~---- -.-------~-- -_---= __-=-~-= (n~O)-~ ---~~-~------~--------------------- Sportello verde (n.9); / _§}~/ 5 .~_ -----'---- 0.. --~--- basi naturalistica costituita dalle aree comunali cosi contraddistinte: Punto ristoro sostenibile (n.l 0); ..-.------- Deposito attrezzature (n.8). -- .._---------. -- ----.----- I ---~_.~~----~~~- ---------~-_._--_._--------~--_._._---- i pggetto delIa presente ------rAmministrazi~me _. convenzione Comunale e 0 ~ la disciplina - -- ------ dei rapporti e l'~~s;~iazio-~~-LIPU--;~- I -----.------r--~~----------.--~-------~~.--~-----~--------.-----~ ~ S2 tra la ge-stio~~- __ H --------- ----·---------t~e~~:::7.::~~t:::-~::ni~:ld:~:i:r::nelli - -_.__ ._-~_._----- ART.2 - Oggetto i L_~ -~-. ...--- ... -.-;e----- ~'-:::', n ~ ~ __ -T--'-'----- 1'-~--.--o-------1 -+ _n - ----------- •• gestione del Centro di Formazione ----~----------~---~- e di Educazione Ambientale "Alex -.-.---------+--------------------- ----------.--------.-------------------- -+-------~----.------------Langer" nonche la convenzione rep. N .2395 dell' 11.05.1999 relativa alla ~--------------·---------~---------t--- ____ }--=:=ion--=_~_ell'O~SI, ~er quanto concerne la parte economica e ne integra e/o r . ---- ---.------- --- comunalecontraddistinta ~a~fu-!!j::~ ---f- _______ ) presen~: atto ingloba la convenzione rep. N.l398 del 18.04.2004 per la --------------------------- ------------------------------- ...------------ • .-.----.--------.-- ~ .. ~~~~-- 1::: __ :3 ~ ~ "-' . '\ Comunale di Cesano Maderno, al fine di rea1izzare gli - ------~---~-j------------------~---- 9 .....:l -+--~~~---------~-_._----------~_._---- ---------- _u ~ --------------------_._---------_._~------------~~~----~-- t' Amministrazione H~cJ-.. --------- ._._---~~~- --ri---------------~~-~~~~L~A E CARO-~T----l-~~~F:~-91.~~~T~~~-?UE:----- ------ _ ~J u I + ~ n __ ---=-_ ci. i JI-------_ . n I I I I I ..•..•..• tc:~~~~; ~o~de.. i;C::;datod~~S:.~U;~O~;I~ ;azi del.1==_ ......." "r;::;~:;~~~:~;~~n~l111>~tale in<lic~i.nellat_: i seguen~ipunti: ART. 1 lettera a) kodifica _ L n :11~LIPU, .. "A~~J~~er" ]J --.__._...._._n --~---ri;centro --- . ... _ ... -- ..... nn ------~--.---__z - .. 1----~_v_e_..a_ j ~~~ Visite - reception ed annesso ufficio - (colore azzurro n.l); -----f-=---------.--------.-- ..--...-..--.------------------ _yJ; l'pU~~-~egiOnal~-~:~~:-~~~-~~i~!~-~-~!~~--~~~~re _ il~~~O didatti~~ ----- u - - ---- azzurro_~~}; ~~~---- -----~i~j- \.L: . _~_ic~_l?refucsia n.~~. ••• f:S 0... CI.l .- spazio museale-blbhoteca -~-~------- - .---.----.-------------------------- b~ \~.) ...-------~p::;------- --------- - (colore aranclO n.3); :::5 ----------- oltre alle parti comuni-definibili nei seguenti spazi: ~ 0... zona ingresso servizi et~::~~:: ~::~al~;g~iO 26 Mappali e suddiviseinareaparcheggio(n:6),areaP",~nic(n.?),.;~~.~~ ~ =-=----- 151-15~m-~~= 54, n.ll) compres~~~~ttrezzature~~.1.l~~~~_ urate dall' Amministrazione . pl~metria (All. B)~_~~~~~_ Comunale. Rimarra in carico ana LIPU la ----------------------------- 1_ .. T ~ ---+-~_ .. .._-- ,·· =ET:::Ei~~0::::~~;e~~~~:(~r:)~ivlP:C~~J...~. ; +__ . ~_..._..__lc::o~unesiilnpegna"riconoscere ~a gestioneordinaria dell' allaj.. ~~~~ .J. ._ OASI t t LIPU un contributo annuale per l'intera durata della presente convenzione ~-_----.------n-----.-------------.--------------------------------- i fari _a __~_~_:50~,??n~~~~ pres~~~_~~~_?!reg~~e~~evu~_~~~~t~_!:_y_~n_(~~~ ~ase ad arti~~~~_~LLe_~~~~~/91 ~ cO~_~~_~_~~_ll.~l~~~~_~~~~~~ 500/0 a maggio I ~ --+----0 .. ..... ~ ~_ -------------------------------------------lI I I I I i i I I I I I ci. __ L~oo/~ a noverr1bre /n _ ~ ciascun anno ----k\ ---;artir~-~~~----~~~~2~~~---~~~:--~~~~~~~t~---~e:_~-::ualmente e L------- [------------------------------------------------------------------------------------ I 4utoma~~~=--~~eguato, r---------- -r;T~~j I ---- quanto al costa de}_E~rs_onal~,_~~~~~d5> __ gl~_~!dici pi u un punto percentuale (dato atto dell' accordo quadro sindacale), -- -------------------~----- ---------------------------- on intesa di ulteriori adeguamenti ove dovessero aumentare i costi del ersonale medesimo (INPS, ASSICURAZIONI ECC.) . r AHa scadenza della convenzione ed in caso di rinnovo in base alla facolta di tUial successivo art. 13) il contributo verra ridiscusso-~~~~andosi la L~~U spressamente e sin d'ora la facolta di recedere _,=-'!~~~L~inon ri~~~~_ove ,adeguamento del contributo non dovesse soddisfare Ie nuove condizioni conomiche eventualmente subentrate. ART. 3 - Sala Conferenze a gestione ervlzl della sala conferenza del Centro (n.4) alla Persona rogrammazione - Servizio Educazione e in capo al Settore e Formazione per la e il coordinamento degli interventi, affinche vengano o arantite Ie sinergie, Ie collaborazioni e Ie trasversalita di tutti i progetti in --~--- ssere nell' ambito territoriale riferiti alla divulgazione ----- --------- 2§ della cultura --------------------- bientale. -- <::C. Tale coordinamento dovd necessariamente essere condiviso ~ un - Itre_c~econ la LIPU anchecon Ie a1trere~lti, Associative £r~el1ti~~~lW-=-~ erritorio quali il Consorzio Parco delle Groane, Lega Ambiente, il WWF, i a ;:::~ ,~~ =--=----=l=I-----~ ssociazione Naturnl:~:~:.-Utiliuod~-~~rtedi te~-· ... .---------~-- - ~----------._------- ..----~--- -l ..--..-.~--__r___----------------I 1 Camune puo concedere la sala conferenze a terzi per 10 svolgimento di I i ttivita-~ttinenti Ie finalita educative, di&~~h~-~~ul~;ili-d~i-c;~~t~-~:-dil--- ------------- _.0- ci. -- ---- ---- - - un 1 I ~ n _ _ i tomune accordo tra i1 Comune e la LIPU ed in modo che sia garantita 1a _i .. _---_.,~--"~~"----._ ... _----------- - - -- - . --------------------- .. _-------------- ------._- -._--- r~~~~ta ~el1'a~~~~t~_~idatt~~~ ..in~~~~:~~con ~~~~~~l~~el territorio di Cesano i Maderno. L -..~~---~------- u ~ _ I A tal fine il Comune, tenuto conto del calendario di utilizzo della scuole _L ~ __ ~ ~_~ ---~--------------------------~------------------------ ---- ---;:2 _-----j ~~~ ¢esanesi, predispone il calendario di utilizzo delle manifestazioni, convegni ----T'-- -~-- ----~----------~----------~--------- ------- ------- -----~-~--~-<v~e-~E-<U - -~-" --------------~-~---------------------- oz<u ::J 9 g § i;;\'~; Gli spazi non occupati dal Comune possono essere utilizzati dalla LIPU per ~--- t:: <U --------~---------n--~---~----~~~~_6_~-b:~ -t--------~---~----~-------~----~------~~ .. -------------~~-._gm-7C7-- u lItre attivita. ill _--~I-- ~ ~ -----------------~-~--------- _.. Q '-' ,....10;::: -------~~----------~--------- I soggetti che intendano utilizzare la sala conferenze devono inoltrare --: --~------~t_-~~----~---------~-------~~----~-------~0.., 0.. _ nehiesta scritta al Comune , almeno 30(trenta) giorni prima dell'evento. Le ]---------t~dalita ~--c------t- i: - ---------- Le tariffe saranno determinate con atto di Giunta Comunale. ~~---- --+-------------------------------~---- ~- FAmministrazione re:=-~-~_--_I~pertura - di utilizzo verranno stabiliti di comu~ ac;o~do-~;; Comu~e e ~~;~~- -- --~- Comunale solleva la LIPU dall'impegno del Centro e la necessaria assistenza tecnic-;~~ di garantire occasion~_~~_ ~venti, impegnandosi direttamente, con proprio personale. _ - ~I ART. 5 - Attivita didattica ~ ln riferimento_ all' art. telativamente 9) della eonvenzione, alla didattica, rep. 2395 dell'11.05~~~9, ~_~ la LIPU si impegna a svolgere la propria ..-----!-------------~~--~~----------- ~ u ~ ~~_n _ _t--~~rmazione- r 0 1_ ~~_~ervizi~~~uc~~~~~l ~~,- ampliando tale inte~e_~to an:~~_~~~le_gio~~~e di~~nedi __=__f---- artedi. Tale attivita dovnl essere 1" svolta pertanto ----------------- per cinque giomi --------------------~------~------~-- _ . __~. ~~ t 1 _n_ -0- u settimanali (dallunedi al venerdi). --.. - rp~ogetti destinati alle seuol e di·Ce~~~~-M~d~~~-do~~~-~~~re .-.-t---~-------- - u __ -~~~~~-tati-ru -- ..-:.-.. ---------------------------------------------------------t ~ntro e non oltre il 30 settembre di eiascun anno. u ! ----~-------~-~-- I .-.---t--~-------------------------~-----------~--~---I ~ ;E-~ -------------~-------~----~-~-----+---- _______~ ..~_frogetti condivi~i con il Sett...?re~~~~L_~ll~~sona ____ ~ --L----~~--- ~ttivita didattica con priorita delle scuole del territorio, con percorsi e/o -+------------------------ ~ _ nu ------- ---- ------------t- -------, i --- _u_~ - I ART. 6 - Attrezzature __ 1- n • • ._ • --- --.--------.--.--- ------- ••• ----- ---------- --- -.- - u __ 1- • _ Le attrezzature di cui all'allegato 9) della precedente convenzione rep.2395 I ···1~~~:~:·:~·5:~:~:~~~i10:~::O~~~~~:A~;,;~~:~:~-~~. -_L ---- ~· t ----------- ----------------.-----.-------------------- - ~estione della manutenzione dell'OASI, sono ~----.-+---------------------------.------------- ~-----t- ._n -- di - --- -< ~nj_:; _ -e-2.- proprieta .'\-- -------- - -- - _n ~ ~ ..--.-------~---..--------------------- I, dell' Amministrazione Comunale. E-< U \' ---~~-e---'l~---- e attrezzature, gli arredi e gli allestimenti interni del nuovo Centro di ----+-------------- ----------------Educazione ==}ll.Dl ~ Ambientale "Alex Langer" ~ .0 cadenza CARIPLO della presente ART. 7 - Manutenzione ?:1:" \, ~. -J~~- E-< Q Comu~a!~_alla diventeranno di ------ -'' ' ' , _ proprieta ~- ---- 11'Amministrazione Comunale. J?: •.. di cui al verbale di consistenza e _dell' Amministrazione convenzione ~ ~ ~ ~ -----------------------------~~~~-: acqui;1atidalla LIPU per mezzo dill~~~Ulfl1lZiame~to=d~iarte ~~ondazione V '""0 - :::J ~ ~ ordinaria e straordinaria .------------------------------- ~ -------- li ~~~ F::::tennone , ordinaria e strao:==I~m1IDOblle s:n:~:c~J u_~ ART.8 - Ripartizione dellespeserelativeailentenze _ ~ ~~-e-r-e-~-t-~-e-~--C-e-n-tr-o-s-o-n-o-~-t-e-~-a-k-~-~-m-rm-e-.-L-a--L-w-u-n-~~~-~-- ___ ~uaIIl1ente.1 Comune - secondo i1criteriomillesima!•. ("\1110) ~i_c~ti~I-~_n~ __ -m----r .~ ___ ______.pelle utenze relativamente agli spazi del Centro utilizzati. _~_} I ~pese lclefunichesono tota1m;';;tea c';;;co&11aLlPl;:--··· ------- -----_.- -~,-----~----------- --_._--,--------_ _----------"-----_._-----"---_.~ .. .. ~ u _ ~ _------,'-- ~~~L~~e~~.~~________________________________ . ~pe~-=-~~~ smaltimento ~ I . .__ L dei rifiuti saranno a carico d~~Comune, 2 -J- - 0. _ ART.tO - ODen assicurativi ed imposte I I ------ ------ -- - -- i i I I I I I I - - --- - --- -..... - i I I .______-- La copertura degli oneri assicurativi relativi all'immobile f---------------------------- ------I m ----------- ------------ -- (responsabilita ----------- -------- ------- ==~~~~~~t--------i ---_.__~atiVe _al1al'f()prieta del~n~ro SOIlOa "-aric(j(\el Comune~_. __ ------ -, t --------- --~--- ---~--------------- ----- --- . ~ _ .. ~ j ART. 11 - Legge 626/94 in materia di sicurezza sullavoro ________ - --- ------ ------- --- ~~<l) ani cura del Cornune la predisposizione del Docurnento di valutazione del -- ___ --------~- --------- ¥~_~~del1'i~~~l~ _ ---- -fatluazion" ----------~-------------- -- ~mpegn~o -- ~o1t~~ in carico agli occupanti dell'immobile.che n:~nt~~er:!: si ~ - - t: g ~ ~ ' -~~~\--, ---- .i !-\'~Jf- _ .I~ ~~_ " in_og~etto e del Piano di ernergenza. ~est~_int~~o c~~~ del pian"..'esta <l) - - --<--v-e-~ ~ ~ uscite~i_:i_cur~zza sern'p-=~funzionanti. ~~ _ --------~---- ART. 12 - Variazioni di destinazione dei locali -----~------------_._------~----- , vietata --- qualsiasi variazione alla destinazione d'uso dei locali. Eventuali --------------- ·chieste di variazione devono essere preventivarnente -------- I --------- ---- inoltrate al Cornune ---------- ------ --------- ART. 13 - Validita delIa convenzione . ~-;;es_e_nte convenzion~a~alid;~ f,sere rinnovata a parte ------------- dal 01/01/2005 al 3Ll2.2008~-po~= per un ulteriore periodo di 5 anni. In caso di inadempienze ----- ~~tl.:,>~quanto --- ~uiconcordato, preavvi_~~~ a~:_~ - - ---- -- =~- n _ ---- ~ ---i _.. -- puo e~sere.£.ft'.vi'"lalarevisi()!1~~ revo~ ________ ~~~~-E~~~~~~--co~~~-~~~~~-~~~ r =_ =-_ •. l dei soggetti contraenti e in presenza di fatti che provino il rnancato -------------------------- _____ I -------~----------------------- - ----------- I er I' autori~azione. -------------------------------t----------------------------I ... - ..--------. -~ - - - ~__(s~~~u~esi~~_1. + ·--~=~-=~=~~-~!~l~-=No~~a ~~nsi;~~ia~~~~~=~~~~_ fomunicarsi -=f in forma scritta. i ~~ p~~i si danno sin d'or~ a~o che tulto ci~ che ~e~ "CqUi~t~ .~~ aCqUiStato~ ..• _ tn dirett~ -,.----- - -. __~~_~sclus]~-~-~c-~~-=eguenzadelle attlvlta ~~~~ta legate alla I -------~-------+----:---- r--- ---..----- ---------~-------------~--------.--------------~resente convenzione -.L . patrim.onio I \ I Comunale. e/o a sodalizi futuri sara autornaticarnente consideratOj ._~ . . ----.---~".--~-.-----.--.---.---- --.-----... -~- ..- bye, pero, la LIPU decide sse di investire nelle suddette attivita fondi non +-- --- ------------- --- ~erivanti dalle attivita medesime, ma ottenuti con contributi di altra natura e ___ +--- u _t!o\f~~~e~~,s~~~-~-~-~~CO!~~ell _ ~inist~~~n!_~~~u~~l=_,i_relativi ~cquisti ed acquisizioni rimarranno di proprieta esclusiva dell' Associazione, L_ - ------ ----------- --------------------- -----~-- -------T~on facoltil della stessa di rimozione I ----- ---------- - ------- u ART. 15 - Competenze che non si possano dirimere in via amministrativa, - ~ompetente il foro di Monza --i----------------------------- ----tesano - ------ e m _ ---------. ---------------------.------------------- pres~te~~~;;~tt;;~h~-sara ~eg~;~~~~-~~-l-~-~~~~s~-,- ----------------------------------- Zh _ ART. 16 - Spese contrattuali -- Jutt~-k;~~~-d~i- ::;, u legali ------1--------------------------------------------------- + _ totale al fine di qualsivoglia rapporto. ----------------------~--- in caso di controversie - ---- ~ademo~li----------- i t~ ------------------------------------------------- -------------------------------- ------------------- ------------------------------------------------------- ----------- C<?MUNE DI CESANO ~E~~_~A --- -- ----- L~~~!'EGA_~T AL~~ _ i i ------- ----r-! ---t------- --- ---j------------ ---------C" --------------------------T~1 II Sindaco PROTEZIONE UCCELLI ----------------------------------- ! I - ~ ----- (Paolo Vaghi) \ . ---------- II Direttore Generale (EJenaD'Andrea) -=" \ --;-, -- ' ----------~------------- ' - ---- ------ - ------~ ~ ~-'-~ ----- --~------j I I \ ==~-i---_~_~__=__=-~== T----- u __ ..-/ ./" / / t,.. J _ -I ' j I «.>... - =~~ -_~~-=_ =_1=_ i ~-~n-=.=-=__.~~=-----==~==-__-==_=__=J , I --.~___t----------------~-------~---~-----.---.--------------- I i I --~'--."--.--.~---------.---~------------.---------------.-+----- - -- --- -- ----- ~lli . .... . ............•..•. " , Citta di Cesano Maderno Provincia di Milano ---------------------------- SETTORE TECNICO Cesano Maderno, 29 novembre 2006 o 9 get to: Classificazione acustica depuratore Nylstar di Via Groane. Si certifica con la presente che il depuratore di pro prieta delia Ditta Nylstar S.p.a. sito in Via Groane, nel Piano di Zonizzazione Acustica del territorio comunale, approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 5 in data 30 gennaio 2006, cos] come rilevabile dall'allegato planimetrico, ricade prevalentemente stralcio in Cia sse I, interessando parte delle Classi II - III e IV. Piazza Arese, 12 - CAP 20031 - Centralino 0362/5131 - Fax 0362500066 - Cod. Fisc 83000130159 - P.IV A 00985710961 www.comune.cesano-maderno.mi.it - email: settore.tecnico@comune_cesano-mademo.mi.it Classificazione acustica.doc - Settore Tecnico- !talo Vaghi - Tel. 0362/513475 Pag. IiI -e Rl w .S! 0?M ...J ~ <t.- C. ~-- Ql Ql ~ ~ It: It: W en III ..!!:! 0 eu (J ~ m '0 0 It) 0 W ••en~ .2 0 eu Ql u. z (J N Rl .f; N c: 0 c: L'0 ::: E :::i ~ ea '0 0 ~ 0 c: -L- :::::l 0 c: ~ E :::i f:2o'ie llJ"=:: c: Ql fI E ::::! L"0 Rl (J :e U) 0 0 N eu 0 Rl (") .•...• .•... .•... N C. ~ ~ 0 ,... IX) eu c. Cii (J i:: tIl en• Rl Rl n ~ (> I'~ ,~i >~~J )-, I,rl'h'''''~' \"<1 \:J .-' \,-,,' '\ ,c) _;'-' 0 1 A /.-' ·~'.~~i~:?/ ,\ ';'O;~ . '~ () , ,j 1 \ i \ ~! Disposizione Dirigcn7iaJ e 2006 del (jCi!OS/200c; ;\+265/2006 "\ ",:, B.TE. sTl, a\'cnt~ secle Icg81e ncl Conmnc dl CC5a~lo i :;1 ;)1';' cmaw CDn nota del S'i I' 2005 (Studiu di ImpattCI Arrl:J]C(]:;l!:.- i Li n''IIF'',Li if P:lltO Ambicnblc del progetto di ;mln112r:tlC:lltn delia SCZWl)C C ifni"il T1;l(;] ,ii 'I !i[,J':(;n~,~<Ii acquc ,dlue IndusiJ1J.Ji, ul)icato nt~l CO'1mne di ('c:i.m,' \:;VL!Tlii J :1 'j F: 'c>neLomhardia, Struttura VL'\. fax del 24i02/:00{; pr'lt ,<"I,03:2i)('6, pro! ~en,75700 cL'12"7 \!3/20CI6. relative aHa TIC !nj:i:tal," del progClto in oggclLo ,ki:;, k • ( ;;::p)n,' teCIJJCO :~ Tllag&':lo 200(), i1 :!, !'inJ ',,;:r :tfferri1c~ L:.! Ii; '.! 1 ! f iJ'il i,j\: 21)Ub, COIl lei uua1e c;talo ;:C'1i'I~JJl1Cllu alia P.t·,~\(Hi:; "ScgLlir~j un p;:rre;-:;>artlcoLuo CO~lle cIa dccordi " i • Socift,l '!'C Il! ;. ; del ,)') J B.T. E. srl.P~rerc in mcrito alia compaiibiIiU! arnbicntale de! progctto di un impianto di tt'attameuto rifJuti speciaU Hquidi da n':lli7,zare neI Corollne (Ii Cesano;Uaderllo ('\iU), via del/\' (Troane :;[1. tin' ~: Prot. n 106', F'asc ,I S, ] l' 20li,t del O')/05/?006 'I fl-! ("In' ,i("';t"n . i,l :R r .. unitn lntegrc.drnCrH'~ 81 tJ1e.<:cnk l'ci;cr slI)FOI)Ol-t.f?r)(!,·s-rf.. 0/ 5'.r·{ o'c?l competcnza", J.r/ iU"1 .. non e S1·{(;(_\/:..~ssn·I} Tl?CI"://\ /(~:rn i' i ,J Ii '.:\J_nbJt'!linlc prt_"SCl1!_at(} dct./1a S~'-"ciet3 J3 1"r.-. ':rn _;i:.nl1c~tc:) dl T"rfiufi ,c1IY~·c.Ldl!tq;Jldl ?ltLJ,\;t:T':;U '>,-;1 ~:L iC )':r-] , :; lmpidnto ,-j ,l ;-.',jj(: d: ,h depUr<171011(' :CiCque rc:i1Lk' itidu-;'in!i C;rOt1Ite s.n.. _/se;=:U~nt1 >dJ i.lc;Il lllCoiltro U' dt~I ),.d-gel').naJU con 1;:1 Siici:;'I,1 atl\'f" a11 j\.-iIegatc· t1: 7 II. DIRFTTORE !}J1;L Sr:TTORI: RlFTUTJ r: BONIFT (' HE lng. Giovanni SahadOJ j n ','j i,·ID27fe,t, I r:·:r;.'fW,l8 CJ2-!14C 3(;;3(. f-'~,'';2 ·7:'LO S~9f, Dlre7,lon€' (~~ntrj] Ie ri;:>orse ambir:?n~~n (li~}~('tt(;: ::·ocjd:l Prov H: cio di ~~1if((no B.T.E.srJ. je~':alc via. delle Gr(larc ~;n , COf"lJ'une (11Cc::;anu :'yladuj',: F'nF'eC;IJra di v,11utazione dclJ'J1llpatLO dlubicntale Ida:;\:! <r! pre' I! <rtr,ll:un::~nto cU Un impiaIllo di tralrdrnento al rifiun ;;111),1: ;:', ,:ul11unc ell Ces;mo Mademo (lVIII, VE~ deJk (:;1021.11(' SDC ['rormllcia di compaL1bilita ambientaJe '<'de \, 1":' 'iJ! - delLl Regionc Lombardia, SmJtlllTa VIA, f.u del ric11iesta di parcre di ('OIDpatibl1lLa CJrnbicntaJe d:,.l Ie :)C,j'(' ;";:(:c;,(' Iii b:;:lpattoAmbientak ii' ,: I ;1 ,klia ,':':OCleta R.T.f T': Li71cne c;ulJo stz'tCI 1,~,",;i' ,'" I.' j';'11! l. cn:nunenti !,Lkl!~ CLmbJ(':rLL2l.li ililiJDO,;wntl , i:11P,Tli.l ;-; j-~-ll-~'i t:~nt ~~, - ;)1'01. 11 TTllJr\:tor2.,g[f!C1 d;~J jnmi,sce ," .";SOI1I,! deri\3re '1. 7 i1 .'.3/12/2(105. Carbogcra<'; gcn ll, 2721 (, del irl SCgultn ;j;'ontaJti Inte:corSl i fl1'C'mt:mm'1ClAIJegato B; "J !..' 1 .l ,o;d, pel\'enura del toncnte de) 1/02/20(6), Jr:\'wtui't'cclsa?:iom d:l ( 1_1 (STA) de] si ntlcnc l.C'I1'cnt~~Gad)!)),,,::;; SL:il1Ci Cjlk]1e pm:, ,:'cn, 1 :.r i.L L'i.,JUdl.'. CUI, cl ,~ ;(.1 SI, del:; ,'fT" rnaggicc:"','ij;(' cla1J eSC'fClzio dr) i' implilnLn m ;iggUlcl ,,; 1:1 L'l1~lbicnti11i dClvE:":;se~(\ ri5Ulldle CUrllpr (',i!C,'",e i'mcJ1e:;(:'111DlIllr 'n Ore assDluw poircbi'cro f'I:':;U ': ,;,j I L.;:', ixcvcde 11 c:un1cnimcrJ,') ,icHc: e;"JL;;;C'1l.1 m atmu:;;",'T:; i ,>:" d~ '-;"P'~:Tlj:-'C g21llcggiaUl ';ullc "!Clschc di ilCCtanUl') dei "'d' ,; '''1'.',,/';) j";i ; ::1"' i'l '.L.L,; J,11cate Ie C2T,'ltlcrisfiche ::tnn1U;all e di .'.11;-;;:,i"fl;:n,e'li l:lJlicUcnd(ll'aer(tL:lOn::: c!cI:-;;:uti ;,o[rchhClu fave'n'l:, ':: ':~ .;,:::,can:::c ociongel')('; cl!(~ ;:CDP,l!' C()r:ten~<te;~ llvf';Hu de;iic \·d.',C;I~' Iii nun venis:.;ero deg:rariate c!ai':'J.cce<;c;~"vo ;Jroc:c;ssu cLJ':lj;;u Ii~,I;:I' i:~t:: !1c:21u,iti O;x'Ta~~,'it i I'TTl[)iEml(~' tWIlog;cn) ';~d 1\"1 ;n jM_. , " J ':1 , ,' • .L :... - ~ , :'ll'.•.....,.,~~ in1p~~tt() 1.n I-=-!~'\d L-. (:,r_~~ L'; Ii e:l S lA. non 80n(\ Clt;ntemc:nte C!JITe; ;dt. ,[' :';,;C'ti(.:. ia, C111d:rr~si!JIJe n ':::,-nblcnL:; C' st~-8t~aEKr:tl': :<lli~\1 Tel Ii ;JLTIlOc;iCIl(:i a La] prnl',:><:irc, Sl ri leva lic1I1C Sud-iJve:;'S"UdCh:cs~ic In'JS,C;;C;il1 lLL::; (1.cULipu, ~>~J"lld (1, Sucl de:!: ttrJpJjqtu ell 'rL:a d il)JjJ v(',1~eta'Ll01le: erLLicea a jt"-LJ. dc; '~uuli h~~Tpos:a {J2l Lmpi:JJliu c!i:.j(I[' uCuc.Tente::l ::rattencre ie (TLU.c;S1C"iIll C d.ircu:c ~~L,~~t(j prc",-.l;)t.u ;..tn S1.SlC,illa ell \"erltLJaz,l()n:~:~,perd. l.:):~~a,! ! U;-, :dl ·~Jl~ ;','(1 l""""" ".... II ~. I ';'.1; cf "Ii. ~;l.l11a CclpaC-lLl t::ffct~l1V(i di tr;ll.Lt~J-ic.n.Tu llcJ.1 'l!nr~;dl"!l DT<IC"SSiHe i rjnu'i ;-tIn:I]li, dell 'impl::nro di ; ,'-\ ~ J ~ ',.' (". '1.1 .-< I cl~;\~,~OJ.G ii, l U I d 1 accurn n] n 15 ":' i ,. 11tL c.~ :'. , Il~:.J U ~~-: L,--:t j--j ~1 L ! , ( ~ , -, I" L' ':.~ :,el CO:ltf;Ilimento degl1 j Tf(:l !: )n l.!gIll C.~~SI.)':'CCUi',,~ GU~Lb.\/}e.nc eff"eni~atCJ .t;_ [-J~5 Slc3.J1r:1 c(}~let~;:'~h ',-c. __ ,__ i I,:::,., prClj(Jtt7 df~~_-i·e (:'S~,'ei'~r)r-eCl~-~aL(-~ se g11 $Uf:lJ.:~cc'_no n (i(~pcsjLu p_~--e~ t~nll-:!_arc (IJi , e,k,e l":n 'area ldonca al: Oro e n;Lte Je rn'i."l:rc rc•.'lil'<i. e p~zmsibile aime'Jo In C'~1TI:;Jde;:a2icJT)c de:'! Lt~Il:;XI ;Jtc.le.,:'8:-1Cli'" c·n'·· 2U1d.1.~.1.1cadel ri f7.UtC , 52.(idct.i. dC\"C'-;J(1 S,:~'~,CIC; prOCCSStJ Ch1l1l1CO di ~"rD'/CIllfr:Z::C ;n n":'.H:k'Jd ::\, . "" ,_'i~-Ot~_n:L,lOT!e (:! f ! ';\ ·!j"'<'L JU:I di a_;rp~jca/~ion.e del del 1 :o.E:',J~()ro cc'nte.T.~illorl =-i..' \." C~JJ traspO.lto I10!1 [lrc.T-e.:_i c ,i i-j~:~ '~~ 'It,:) 1 :tjrn.pi~.i..n_:olion e ste.~JJl~)T:(~~~\,rj~it(l'',CF~'II'; Juro nencn,OSJ!;'; 1';dcn:1.e;til ,-'d css~re :ratt~1.2-)rc,;;t,c" ";,,: cCfi:"~~e]ljtC)l'"(~ I)res~)o '- - . - - J.- - e, 11, L '.~ ; ( " I I "1.1. .• ,,', 1"' II Consorzio Parco delle Groane Sede Solaro (MI) Piano Territoriale del Parco Groane (APPRO VATO CON DEUBERAZIONE GIUNTA RIX;!ONALE 30 LUGLfO 2004 N°7/18476 _ BURL 3l/8/(4) VARIANTE PARZIALE AL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DEL PARCO DELLE GROANE Relazione tecnica Progettisti o Arch. Fabio Lopez Nunes, coordinatore di progetto o Dr. Luca Frezzini, responsabile dell 'area tecnica o Arch. Maria Teresa Gosparini, urbanista, consulente estemo o Dr.Claudio Febelli, agronomo, consulente estemo o Dr. Mauro Belardi, zoologo, consulente estemo o Dr. Stefano Scali, zoo logo, consulente estemo o Dr. Luca Gariboldi, botanico, consulente estemo consuIenza legale Avv. Gian Maria Menzani Conson:io Parco Groane Relazione aHa variante parziale al PTC ~ 2005 ___ pag.2 Relazione tecnica 1. Introduzione La presente variante parziale e espressione di una volonta espressa dall' Amministrazione consorti Ie, mediante il verbale dell' 8 ottobre 2004 delIa Conferenza programmatica costituita ai sensi dell a legge 394/91 in materia d'aree naturali protette, nonche della deliberazione dell'Assemblea consortile 28 febbraio 2005 n07 avente per oggetto uno specifico atto d'indirizzo. La conferenza programmatica ha insediato una commissione di studio composta da Walter Cattaneo, Sindaco del Comune di Cogliate, Antonio D. Romeo, Sindaco del Comune di Limbiate, Renzo Moretti, Sindaco del Comune di Solaro, Roberto Della Rovere, Sindaco del Comune di Cesate, Fabrizio Sala, Sindaco del Comune di Misinto, Gianni Rossetti, Assessore del Comune di Senago, assieme al Consiglio d' Amministrazione. E' stato costituito un gruppo di lavoro tecnico per la redazione del presente documento, composto da: o o o o o o o Arch. Fabio Lopez Nunes, coordinatore di progetto Dr. Luca Frezzini, responsabile dell 'area tecnica Arch. Maria Teresa Gosparini, urbanista, consulente estemo Dr. Claudio Febelli, agronomo, consulente estemo Dr. Mauro Belardi, zoologo, consulente estemo Dr. Stefano Scali, zoologo, consulente estemo Dr. Luca Gariboldi, botanico, consulente estemo Per gli aspetti legali ci si e avvalsi della consulenza dell' Avv. Gian Maria Menzani Per gli aspetti geologici, sono stati confermati gli studi gia effettuati e allegati al PTC. La presente variante prende origine dalla approvazione della variante generale al PTC da parte della Regione Lombardia (BURL 31 agosto 2004), dopo quasi dieci anni dalla sua adozione da parte della Assemblea consortile (deliberazione AC 39/94). Durante questa lunga gestazione da parte della Giunta regionale il documento originale ha subito modificazioni talmente rilevanti, da stravolgeme il significato originale. Inoltre, nel frattempo, numerose leggi approvate dal Parlamento e dal Consiglio Regionale hanno modificato il contesto giuridico originario, obbligando a tortuose revisioni, che hanno contribuito a creare un documento non sempre chiaro, e soprattutto privo di quegli elementi attivi e propositi vi, sia in merito ai rapporti con I'urbano, sia agli ampliamenti, tali per cui I' Assemblea consortile ha ritenuto di dover procedere ad un'immediata revisione. Le stesse amministrazioni comunali, che compongono l' Assemblea, hanno ritenuto di pronunciarsi direttamente, chiedendo al Consorzio e alla Regione di adottare modi fiche attc a rendere il PTC del parco maggiormente coerente con Ie politiche territoriali locali, nello spirito dell'integrazione fra i diversi livelli di pianificazione che la legge auspica e prevede. Dalle amministrazioni comunali sono pervenute Ie seguenti deliberazioni, che si conservano agli atti del consorzio, senza obbligo d' allegazione alla presente variante: LJ o o Barlassina: deliberazione CC n° 14 del 8 marzo 2005 Garbagnate Milanese: deliberazione CC n° 64 del 29 novembre 2004 Salam: deliberazione CC nO 18 del 25 febbraio 2005 Consor/io Parco Groanc RcLvione alia variantc par/iale ill PTC - 2005 ------- o o l',~lg·_l Senago: deliberazione CC n. 87 del 30 novembre 2004 Ceriano Laghetto: deliberazione CC n° 5 del 17 gennaio 2005-07-20 Sona inoltre pervenute: o o Seveso: nota n. 12321 del 23 maggia 2005 a finna del Sindaco Cesano Mademo: nota n. 24886 del 27 maggio 2005 dell 'Urbanistica a fimla del Responsabile o Cesano Mademo: dell' Urbanistica a finna del Responsabile o Cesano Mademo: nota n. I 9645 del 28 aprile 2005 a firma del Sindaco nota n. 24166 del 24 magglo 2005 Le proposte avanzate dai comuni sono state verificate e tradotte, per quanto compatibili, documento unitario di cui trattasi. nel Esse sono riepilogate nelle schede puntuali, allegate alIa presente deliberazione, cui si fa rinvio, dove Ie moditlche cartografiche richieste sono descritte e identificate in stralci delle tavole parte integrante del PTC pubblicato il 3 I agosto 2004. Da questo lavoro sono emerse questioni di carattere generale. 1. Conjini del parco: nella sostanza, tutti i Comuni, che avevano territorio protetto, hanno confermato la volonta di estendere aggiomando il confine nel dettaglio, come indicato pili avanti; 2. Perimetro del Parco naturale: deve essere reperito l'equilibrio provinciale; in linea di massima, si dovra cercare di individuare interessi i siti d'importanza comunitaria, il parco ospedale Castellazzo e, a parte, ]' oasi di Cesano. individuato ampliamenti del il perimetro, eventualmente con il piano agri-faunistico un corridoio ambientale che di Garbagnate, la zona di 3. Nuove normative: si rende necessario aggiomare il PTC aile nuove norme di recente promulgazione, in particolare in materia di foreste (LR 27/04) e in coerenza con la nuova legge 12/05 di govemo del territorio; 4. Adeguamento dell 'art.7 del PTC: occorre rendere piu chiaro e fluido il percorso stabilito per i processi di pianificazione negoziata, affinche, in particolare, sia ineludibile ancorare ogni intervento ad una rilevante opera di mitigazione ambientale, i cui benefici indotti ricadano nella riqualificazione e nel conseguimento degli obiettivi del parco regionale, stabilito dal PTC e dai piani di settore; 5. Applicazione normative: si rende necessario, pili in generale, rivedere alcuni passaggi delle norme tecniche, che sono risultati di non facile applicazione e lettura; 6.Settore produttivo: si propone di riproporre maggiori agevolazioni (maggiore densita e possibilita d'incrementi delle pertinenze) al settore produttivo, purche gli interventi avvengano mediante adeguate mitigazioni ambientali e siano favorite Ie imprese che si dotino di certiticazione 0 registrazione ambientale; 7. Programmazione negoziata: si propone di reinserire gli ambiti soggetti a programmazione negoziata, con particolare riferimento aIle aree di trangia fra tessuto urbano e area protetta; 8. Attivita estrattiva: viene avanzata la richiesta (del comune di Ceriano Laghetto) di vietare l' attivita estrattiva; la questione assume cogenza reale esclusivamente nelle aree che saranno inteme al perimetro del Parco naturale, poiche per quelle esteme la tonte prevalente del diritto e il piano provinciale cave; 9. Piano fornaci: per quanto attiene alle tomaci, viene espressa la volonta di attribuire al relativo piano di settore Ia possibilita di detinire i carichi e Ie destinazioni d'uso ammissibili, Consorzio Parco Groanc Relazione alia variante parziale al PTC - 2005 pagA di concerto con i comuDl mteressati, utilizzando i processi di pianificazione previo Ie idonee mitigazioni suI parco; negoziata e 10. Servizi di interesse pubb/ico: i Comuni chiedono la possibilita di detenninare indici piu bassi rispetto a quelli indicati, per Ie arce destinate a servizi d'interesse pubblico locale; J J. Mobilita sostenibile: viene proposto I'inserimento di un tracciato per una metrotranvia da Milano Roserio ad Arese, lungo la "Varesina" e via Kennedy, atta al soddisfacimento della domanda di mobilita pubblica sostenibile; 2. Confini del Parco regionale La definizione del perimetro del Parco e stata integralmente ripresa, con la revisione del perimetro del parco regionale e la individuazione, al suo interno, di un perimetro di parco naturale, nelle aree di maggior pregio. Per quanto riguarda il parco regioonale, il perimetro attualmente vigente c stato ampliato, sulla base anche delle proposte del J 994, tenendo conto di quanto gia identificato nel vigente PTCP (Piano territoriale di coordinamento delia Provincia di Milano). Qua1che modesta area marginale, totalmente edificata, e stata tolta dal parco, in quanto non pertinente all' area protetta; si riporta a seguito un prospetto comparativo con la quantificazione dimensionale: Comune descrizione N° Arese Barlassina Bollate inelusione dell 'angolo di VIa Luraghi, in fase d'acquisizione al patrimonio comunale, per formare una cintura verde attorno all 'A!fa Romeo eselusione dal parco di una fascia introdotta nel 1994, injimzione di un piano attuativo sujornace Ceppi inelusione area Traversagna in linea con il PTCP giG approvato e vigente; trattasi del corridoio ambientale verso Cascina del Sole e Milano, da tutelare per evitare fiJture urbanizzazioni; nell'azzonamento si prevede gran parte destinata a riqualificazione ambien/ale ad indirizzo naturalistico e agricola, una zona per servizi, la tutela dell Cavo Ruggerino di proprie/G provinciale (giG oggello di recupero da parte del Consorzio) e il recupero del giacimento estrattivo di sabbieghiaie a verde ambientale, in coerenza con il PTCP eselusione di un lotto edificato erroneamente ineluso nella delibera d'approvazione del PTC 2004, lungo la ex SS dei Giovi inelusione area orto botanico e centro parco Alex Langer, per coerenza di destinazione inelusione area ex baracche SNIA, parle basco di la/ifoglie autoc/one, parte da destinare a nuova jermata FNAI Cesano Snia, quale accesso all'Oasi inelusione quadrila/ero di rispello indus/riale area Bracco Fa via Magenta e via Alarconato, in coerenza can il PTCP Cesate I I I Cogliate I r I 1 I I ! Garbagnate Milanese Ettari in aumento Are05 3,00 Bar02 1,37 BolO1 I I 141,8 CSM01 0,1 Csm02 3,5 Csm03 3,8 Csm04 inelusione area del corridoio ambien/ale Biule, gia oggetto d'imerventi }ji1anziati dafondazione Cariplo, in coerenza can il PTCP eselusione di un lotto edificato a margine del parco fungo via Gramsci, per pari condizioni con i lotti adiacenti Csm08 inelusione del corridoio ambien/ale e agricolo fra Cesa/e e Sola1'O,in coerenza can il PTCP CesO1 eselusione di un lotto di terreno in via delle Dalie, erroneamente ineluso nella tavola appro va/a nel 2004 CgIO] inelusione di un lotto di /erreno comul/ale in via Robolotti, ajjinche ad un sol corpo con la rimanente propriet(1 sia des/ina/o ad una riqualzjicazione quale porta del parco, cemro sportivo ine/usione dell 'area des/ina/a dal PTC a jrJre,l/a di pial/ura, Cfllllie eimum "erde nord dell Alfa Romeo Inelusione area della "Bischl " /ra la /errovia e Cesa/e, quale /il/ro (~'ieolo allo ad ev!tare nel /empo la sald(J[uradell 'urbal/O Inelusione del corridoio an/hien/ale Villoresi i' delle aree che costi/uiscono cin/ura verde attorno aII 'AIjil Romeo sui lall) nord orientale dello s/ahilimenlo Ettari in riduzione scheda ! 17,2 Csm05 25,4 0,33 --1__~~I 0,31 CgI03 Gar 01 Gar 02 I I 1 t-----L~~ I 1~ I I I Gar 03 I I 33.]01--'-----j 28,00 ! I I I 35,271 Consorzio Parco Groanc Rclazionc Lazzate Lentate s. Seveso Limbiate Misinto Senago alia variantc parziale aIf)TC_'_-_2_(_J(_J5 eselusione dol parco di duc semi 101li e(hlicali, lagliali diagonllimenle dal pcrimclro Inc!usione arCa agricola Ji'a CoprClIO c la zon(/ inchlslriale, OIulc IlIlelare il co rridoio amhicnlale verso nord. anche 11/ visla dclla evenlllille rClllizzllzione delia "Pedemonillno " I Ese/usione dal parco di IIn 'aliquola del piazzale inferno all 'ex slahilimel1/O A Illex, a mon:;ine parco I ESc!lIsione dill pllrco di IIn 'arell oggi occllpala da sede slmdllle delill varianle Slid all 'ohillllO ESc!lIslOnc dol parco di 11/1 10110 rilaglialo dal/a llZlova varianle Slid SP 119 IIl1golo via de Gmperi, con conlesiliale ampliamel1/o del coniine lid oveSI delia slrada. in demonio provinciale. qllale jClscia di iniligazione I Inc!lIsione del corridoio ambienlale verso Slid, in linea con il PTCP e il PRG vigel1/e, alia a consolidare la IUlela lerriloriale delle aree lihcre di cinillra melropolilana; parle dell 'ampliamenlo verdi inleressalo da un progello d 'area a serVIZl induslriali, per realizzarvi un campo sperimenlale di leSI per la sicurezza pag.5 ~ LazOI r I Len 01 I I I I ' I Lim 05 i I I Seveso Solam T otale modi fiche 40,81 0,44 I --JI Mis01 1,35 I -----i I I 1,9 Sen 05 I 1,2 I ~ i I I I 37,5/ Sev 01 I Sev 04 ~ ') fascia a confine con 10 zona residenziale del/'allopiano, in quanto giG deslinata a slandard per verde pubblico e carallerizzala da un bosco avenle Ie sfesse carallerisfiche di queI/o inferno al parco ine/usione del corridoio ambienfale e agricolo fra Cesale e So!aro,' in coerenza con if PTCP, nonchti del! 'area de! Parco Vila, giG realizzafo da! Comune e da! Consorzio I T----i Sen 03 Sev 07 ') -',-' ],9 Sol01 52 sa/do 467,2 9,23 I I I I ...-. inc!lIsione area del corridoio ambientale Biule, giG oggello di il1/erventi '}inanziali dafondazione Cariplo, in coerenza con il PTCP Ese/usione di 10lli ormai gia integralmenle IIrbanizzali, sull 'allopiano di Seveso, dove la presenza del parco regionale non assllme alclll1 valore a.r:;giunto ---------, 0,14 i ---t-------! 476,~ Posto che il Parco regionale risultante dalla variante 2004 misura ha 3323,6 (poligono misurato al CAD), a seguito di questa operazione, andra a misurare complessivamente ha 3790,8, con un saldo positivo di 467,2, pari a1 14% d'incrcmento. Consorzio Porco Groane Relazione alla variante parziale al PTC - 2005 3. Differenza provinciale fra Parco naturale e Parco regionale - coerenza con il piano faunistico venatorio E' questo un adempimento previsto dalla Iegge regionale 32/96 nonche dalla Iegge regionalc in ossequio ai dettati della legge statalc quadro sulle aree protette n. 394/91. I 110 1, II legislatore regionale, con Ie citate norme, ha ritenuto di ripartirc Ie aree protette in parchi d'interesse squisitamente regionale, non riferibili alla normativa statale, individuando all'intemo di essi Ie aliquote di maggiore pregio naturalistico, non in conflitto con la pianificazione provinciale nel settore agro-faunistico, da assoggettare a "parco naturale" riconosciuto dallo Stato. La differenza fra Ie due istituzioni concentriche nei livelli di vincolo e nelle gerarchie. In linea generale si pOSsono affermare Ie seguenti distinzioni: e Finalita . - Gerarchia del Piano: Piano territoriale provinciale - PTCP di coordinamento Parco rf!KJonale Prevalentemente urbanistica e di riassetto territoriale _ paesaggistico piano di settore prevalente solo quanto a caratteri ambientali e paesaggistici e prevalente sui PCT comunali Redatto d'intesa con I'ente gestore del parco, recepisce i contenuti ambientali dello stesso, ma prevalente negli altri settori Sempre realizzabili d'intesa con I 'ente gestore del parco, in difetto decide la Regione Decide la Regione e Opere pubbliche di livello provinciale Opere pubbliche I statale di livello regionale e Opere pubbliche 10cali Governa il Piano del Parco _ Occorrefare una deroga in difetto Pubblico 0 privato Patrimonio del Parco Esercizio venatorio Cave Vincol0 ex Codice Beni ambientali 42/04 I Inclusione nell'elenco nazionale delle I aree protette I Ammesso secondo piano provinciale agri j'aunistico Ammesse in base al piano .E!!0vh1cialedi settore Vige I I i No Parco naturale Prevalentemente naturalistica ambientale e paesaggistica Piano territoriale prevalente su ogni difforme pianificazione di scala vasta (escluso il Piano Territoriale R~ional~ Recepisce il Piano del Parco in ogni sua parte; qual ora vi siano scelte che confliggono fra i due livelli di pianificazione, decide la R~ione realizzabili solo se previste nel piano del parco In caso di mancata intesa decide la Re~one Govema il Piano del Parco _ occorre fare una deroga in difetto Tendenzialmente deve essere prevalentemente pubblico, almeno nel teIIlQo Vietato I Vietate Vige I I ----1 Si ------------.J Da questo prospetto si dimostra come Ie differenze siano assai significative, in ordine ai risultati che si pOSsono ottenere suI territorio. La individuazione del perimetro del Parco naturale per Ie Groane rimasta bloccata sinora dall'accavallarsi di modifiche al quadro nonnativo nel corso del procedimento e dalla difficoita di reperire una soluzione di compromesso con il piano agrifaunistico e I Consorzio Parco Groanc Rclazionc alia variantc parziale al PTC -_2_()(_)5 __ . _ provinciale, legato a preclsl vincoli dimensionali per coerenza con la legislazione caCCla. In materia di Proprio questo aspetto govema jl dimensionamento massimo dell 'area destinabile a parco naturale. Infatti, la legislazione vigente stabilisce che ciascuna provincia non possa precludere alia caccia una superficie superiore al 30% del tenitorio agrosilvopastorale, e non inferiore al 20%. Posto che la superficie complessiva provinciale e in progressiva riduzione, a causa dell'espansione urbana, si crea un meccanismo perverso, in base al quale Ie aree riconoscibili a parco naturale pOssono solo ridursi nel tempo, ma difficilmente ampliarsi. Nel Parco delle Groane, fin dal 1984, e stata riconosciuta una zona di silenzio venatorio di circa 1.300 ettari. Ad una verifica con gli uffici provinciali preposti, si e pervenuti a ritenere possibile il mantenimento di una dimensione simile, ma non superiore, onde non pone in discussione I' equilibrio della programmazione di livello provinciale. La proposta di perimetro non puo tuttavia rica1care I' area di silenzio venatorio, poiche essa non e coerente con gli obiettivi del parco naturale e non corrisponde alle esigenze di tutela naturalistica. In tale area, infatti, insisteva un intero campo di golf e numerose aree edificate, che non avrebbe senso collocare nel parco naturale. Per contro, I'analisi territoriale ha evidenziato I' esigenza di tutelare i seguenti ambiti ad alta valenza naturale e paesaggistica, partendo da nord: o o o o o o o Stagno di Lentate suI Seveso Boschi di Lazzate e Lentate Boschi di Sant' Andrea Boschi di Ceriano, Polveriera e Ca del Re Gasi di Cesano Mademo Pineta di Cesate e parco ospedale di Garbagnate Castellazzo II perimetro del parco naturale e stato individuato raccordando il pili possibi1e ad un sol corpo tali nuclei, al fine di recuperare una unitarieta ambientale in guisa di rete; solo 1'oasi di Cesano e rimasta al momento isolata, in quanto non e stato possibile trovare un corridoio ambientale compatibile con Ie quantificazioni assegnate dalla Provincia di Milano. Si fomiscono di seguito a1cune caratteristiche perimetro cosi come proposto. ambientali che sostengono I'individuazione del 4. Quadro conoscitivo dell'area 4.1 Componente fisica L'area oggetto del presente studio e rappresentata dal Parco Regionale delle Groane che e situato a nord-ovest di Milano, in una delle aree pili urbanizzate e industrializzate del suo hinterland; si estende infatti per circa 15 km in direzione sud-nord, da Bollate a Lentate suI Seveso. Il territorio e ncl complesso pianeggiante e presenta una lieve escursione altitudinale che va ela circa 152 m s.l.m. del comune di Bollate a circa 262 m s.l.m. del comune di Lentate suI Seveso. II parco ricade entro i limiti amministrativi dei comuni eli: Arese, Boll ate, Garbagnate Milanese, Senago, Cesate, Limbiate, Solam, Bovisio Masciago, Ceriano Laghetto, Cesano Maelemo, Cogliate, Seveso, Barlassina, Misinto, Lentate sui Seveso e Lazzate, tutti in provincia eli Milano. Consorzio Parco Groane Relazionc aJia variante parziale al PTC - 2005 pag.x Il c1ima del tenitorio in base ai dati climatici cstratti dagli Annuari ISTA T, riferiti alla stazione di Milano Malpensa (q. 22] m. s.l.m.) e di Milano (q.121 m. s.l.m.), in circa un ventennio di osservazioni meteorologiche, dal 1959 al ] 982, puo essere definito "tendenzialmente suboceanico", Si tratta cioe di un clima che, sia dal punto di vista termico sia della piovosita, risente notevolmente dell'azione mitigatrice delle masse d'aria caldo-umida provenienti dall'area insubrica, limitando cosi il grado di continentalita, generalmente piu elevato, tipico della bassa pianura padana e delle Alpi interne. A differenza di quest'ultime, infatti, nel territorio si hanno inverni piu miti, estati meno calde (di conseguenza Ie escursioni termiche sono piu basse) e piu elevate precipitazioni medie mensili. Secondo la classificazione del c1ima di Koppen & Geiger (1954) la zona studiata ricade nel clima di tipo "Cf' ossia nel clima temperato umido senza stagione seeca, dove "C" e la cIasse, che riunisce i climi miti e umidi (mesotermici), in cui la temperatura del mese piu freddo e compresa tra i -3°C e i 18°C, ed a]meno un mese ha una temperatura superiore ai ] 0 0C, ed "f' e il sottogruppo che indica che Ie precipitazioni, abbondanti in tutti i mesi, nel mesc piu secco (dicembre 0 gennaio) sono in media superiori a 30 mm (Casati, 1992). II Parco delle Groane si estende in quell a zona della Pi anura Padana denominata "pianalto" 0 "aHa pianura", costituita da un -sistema di terrazzi fluviog1aciali a lieve pendio che si dipartono dagli anfiteatri morenici pedemontani degradando verso la pi anura con la quale si raccordano piu 0 meno bruscamente. Studi effettuati sugli anfiteatri morenici e sui terrazzi fluvioglaciali, nel tenitorio che si estende a nord di Milano tra i fiumi Adda e Olona, hanno evidenziato come i depositi fluvioglaciali attribuiti ad una g]aciazione, prendono origine, a monte, nell' area delle fronti glaciali di quella stessa glaciazione, ovvero tra Ie morene frontali della stessa eta (CastigIioni, 1991). Si evince cosi che il Parco delle Groane si estende principalmente soprc i piu :1ntichi depositi fluvioglaciaIi del Mindel e solo per qualche tratto comprende anche quelli piu 1 v <in del Riss e del Wurm. Le vicissitudini geologiche nella formazione delIa Pianura Padana e in particolare dei pianalti fluvioglaciali, rendono comprensibile la giacitura nei ripiani piu elevati dei depositi piu antichi (mindel1iani e rissiani), con una evidente inversione dell' eta geologica in rapporto all'altimetria. Una stratificazione cronologicamente piu rego]are si incontra invece in profondita, nelle prospezioni oppure negli affioramenti sui fianchi dei solchi valli vi. Le principali formazioni geologiche dei pianalti lombardi sono: II "Ceppo" - cong]omerato poligenico a cemento calcareo. Costituisce ]a piu antica formazione continentale del Quaternario che affiora ne] tenitorio e rappresenta il basamento su cui poggiano ]e formazioni fluvioglaciali dei terrazzi. Diluvium Antico (Fluvioglaciale del Mindel) - ghiaie poligeniche, superficia]e argilloso-ocraceo (Ferretto). Diluvium medio (Fluvioglaciale del Riss) - ghiaie poligeniche (loess) superficiale di colore gial1o-arancio. con strato di alterazione con strato limoso-argilloso Diluvium recente (Fluvioglaciale del Wurm) - e un deposito di materiale fluviog]aciale che costituisce il "livello principale delIa pi anura" (0 piano generale diluviale) su cui poggia anche la citta di Milano. Alluvium - costituisce i depositi delle valli (0 alvei) fluviali e torrentizie che incidono Ie unita geologiche precedentemente descritte. 4.2. Componente fisica - Substrato pedogenetico e suolo L'alta pianura lombarda, costituita da formazioni geologiche di eta diversa, anche da un punta di vista pedo10gico risulta tutt'altro che uniforme. In generale, questi suoli sono tipologicamente Consorzio Parco Groanc Rclazione alia variantc parziale al PTC_-_2_0(_J_5 "__ -11u!,!') inquadrabili nel complesso dei suoli bruni acidi, pili 0 meno Iiscivati ed oligotrofi (Ugolini ed OrombelIi, 1968). L 'elemento forse pili tipico e per molti versi il carattere distintivo che ha determinato la specificit't floristica e ambientalc del Parco delle Groane, e la presenza del "ferretto"; un suolo argillificato di notevole spessore, compatto, poco penneabile, fortemente acido e povero cli nutrienti. Si tratta di un paleosuolo dal tipico colore giallo-rossastro rugginoso dovuto ad una profonda pedogenesi, avvenuta suI terrazzo mindelliano durante pili fasi interglaciali caratterizzate da un clima caldo-umido, consistente in processi di dilavamento dei carbonati, ossidazionc e di idratazione dei sali ferrosi. Di qui appunto il nome di "ferretto" e di "ferrettizzazione" il processo pedogenetico che I'ha generato. Tale processo ha portato alia formazione di un suolo nettamente di tipo microporoso, da cui dipende la bassa capacita di infiltrazione, con la conseguenza che si satura d' acqua in breve tempo e la difficolta nel rilasciarla, nei periodi asciutti, a causa dell' elevata capacita di ritenzione igrica. Questi suo Ii risultano inoltre poveri di ossigeno, fattore che limita l' attivita dei microrganismi, la mineralizzazione delIa sostanza organica, la formazione di un'adeguata struttura e la presenza di elementi nutritivi facilmente assorbibili. Ricordiamo infine che la notevole acidita di questi suo Ii (pH 3-5), limita la decomposizione della sostanza organica con formazione di humus di tipo mol' 0 moder che mal s'incorpora al suolo. Nel parco si trovano anche suoli pili addolciti 0 arricchiti, in corrispondenza dei settori a conduzione agricola, delle zone prossime agli abitati, dei declivi presso i fondovalle e presso Ie boscaglie di robinia. Si trovano inoltre suoli subacquei che si formano in corrispondenza degli stagni da cava. 4.3. Componente fisica - ldroiogia Numerosi sono i corsi d'acqua a regime sostanzialmente torrentizio che attraversano il territorio del parco, in direzione prevalente nord-sud, come: il Torrente Guisa, Nirone, Cisnara, Lombra, Pudiga e Garbogera. Citiamo anche il Canale Villoresi, un corso d'acqua artificiale costruito nella seconda meta del secolo scorso (1885) allo scopo di estcndere la rete irrigua ai pianalti asciutti a nord di Milano, derivando e distribuendo Ie acque del Ticino lungo tutto il suo percorso fino all' Adda. 11 suolo compatto ed impenneabile e Ie abbondanti precipitazioni soprattutto nel periodo primaverile ed autunnale, hanno favorito nel territorio la presenza di numerosi stagni di origine naturale 0 artificiale, alcuni dei quali piuttosto ampi, tra i quali ricordiamo: 10 stagno dell a Cava di Lentate, 10 stagno Mirabello, la Foppa di San Dalmazio, 10 stagno della Ca' del Re, 10 stagno Manue, gli stagni di Ceriano Laghetto e dell 'Oasi di Cesano. Altri stagni di minore dimensione sono sparsi in depressioni del suolo su tutto il territorio del parco, talvolta ben nascosti da una copertura vegetale quasi impenetrabile fonnata prevalentemente da rovi; ricordiamo ad esempio 10 stagno della Brescianella e 10 stagno in localita Brollo. 4.4. Componente biologica - flora e vegetazione II territorio del Parco Regionale delle Groane nonostante la marcata manipolazione dell' ambiente naturale a cui e stato ed e tuttora soggetto ad opera dell 'uomo (a seguito prima di una plurisecolare gestione agro-silvo-pastorale e paleoindustriale del territorio e poi della recentc urbanizzazione ed industrializzazione dello stesso), mostra ancora notevoli valenze naturalistiche e paesaggisticoambientali. Persiste infatti in tutto il territorio una componente floristica-vegetazionale originale e quindi di alto valore bio-ecologico, naturalistico e conservazionistico. Tra Ie specie individuate alcune per motivi biosistematici, corologici, autoecologici e spesso, anche estetico-economici, Consorzio Parco Groane Relazione alia variante parziale al PTC- 2005 rappresentano punti di interesse particolare (emergenze) nei confronti del suddetto territorio. Fra queste sono degne di nota: -)a genziana mettimborsa (Gentiana pneunomanthe L.) Pianta erbacea perenne con areale incentrato nelle zone fredde dell' Europa e dell' Asia (eurosiberiana). In Italia e rara e presente sulle Alpi, nella Padania, sull' Appennino settentrionale ed in Abruzzo al Piano delle Cinquemiglia (Pignatti,1982). La rarita delIa genziana mettimborsa e dovuta alla quasi totale scomparsa, per la bonifica operata dall'uomo, degli ambienti palustri, prati e pascoli igrofili (da umidi a bagnati), in cui la specie trova il suo optimum ecologico. Nel territorio del parco si rinviene soprattutto nelle zolle umide di brughiera. La specie e protetta ai sensi della L.R. n. 33 del 1977 ed e segnalata nella categoria lUCN per la Lombardia come specie vulnerabile "VU" (Conti et AI, 1997). -iJ salice rosmarinifoglio (SaiL\:rosmarinifolia L.) Piccolo arbusto distribuito nelle zone temperate dell 'Europa e dell' Asia (eurasiatica). In Italia e raro a causa delI'indiscriminata bonifica delle zone umide, particolarmente di quelle retrodunali, che ne rappresentano uno degli habitat di elezione (Martini e Paiero, 1988). La diffusione in Italia del salice rosmarinifoglio appare frammentata in nuclei isolati localizzati in Piemonte, Lombardia, Veneto, Alto Adige e nel tratto costiero tra Ie foci dell'Adige e del Tagliamento. Nel parco si rinviene nei siti piu umidi delle brughiere. La specIe e segnalata nella categoria IUCN per la Lombardia come specie minacciata "EN" (Conti et Al,1997). -Ia poracchia dei fossi (Ludwigia palustris (L.) Elliott) Pianta erbacea annuale a larga distribuzione (subcosmopolita) ed in particolare diffusa in Europa, America ed Africa. In Italia e quasi ovunque estinta, per la quasi totale scomparsa dei sui habitat prediletti quali gli ambienti piu 0 meno umidi temporaneamente inondati 0 esondati, con fluttuazione dell'umidita spesso ampie (stagni, fossi, rive, vicinanze dei corsi d'acqua, fanghi, ghiaie e greti, anche in condizioni di maggiore nitrofilia del suolo). E' presente in Italia settentrionale, Toscana, Umbria, Lazio, Calabria (Sila), in Sardegna e Corsica (Pignatti, op.cit.). La poracchia dei fossi nel parco e presente nello stagno la Ca' del Re (Solaro). La specie e segnalata nella categoria IUCN per la Lombardia come specie minacciata "EN" (Conti et AI, 1997). -Ia listera maggiore (Listera ovata (L.) R.Br.) Pianta erbacea perenne con areale incentrato nelle zone temperate dell 'Europa e dell' Asia (eurasiatica). E' presente su tutto il territorio italiano, ma e rara suIla penisola, isole e nella Padania. 11 suo habitat preferito sono i boschi di latifoglie mesofile 0 meso-igrofile (pioppeti, ontaneti, frassineti, saliceti arborei e faggeti) 0 gli arbusteti meso-termofili. La specie e protetta ai sensi deIla L.R. n. 33 del 1977 e dalla Convenzione di Washington (CITES B). Tra Ie altre peculiarita floristiche rinvenute nel territorio, protette come specie di importanza comunitaria secondo la Direttiva 92/43/CEE "Habitat", Ie Convenzioni di Bema, Washington e Barcellona, la 1.r. 33/1977 e/o appartenenti aIle liste rosse regionali, ricordiamo inoltre: Ie specie di ambienti umidi piu 0 meno igrofili e palustri come Eleocharis palustris, Eleocharis carniolica, Juncus bulbosus, Thypha latifolia, Nuphar luteum, Nymphaea alba, Potamogeton crispus, Potamogeton natans, Utricularia vulgaris, Lindernia procumbens, Ranunculus flammula, Rorippa palustris, Pilularia globulzlera (la cui presenza e da verificare), Iris pseudacorus, Mentha acquatica, Lythrum portula e Selinum carv~lolia. Ie specie nemorali e dei margini boschivi quali Anemone nemorosa, Cephalanthera longifolia, Epipactis helleborine, Platanthera b~folia, Dactylorhiza fuchsii, flex aqu~(olium e Rosa gallica (margini dei boschi). Ie specie dei prati aridi 0 pingui come Narcissus radi~(lorus,Dianthus seguirei. Altre specie ancora, vengono menzionate come degne rappresentanti di ambienti rari sui telTazzi ferrettizzati su cui e impostato il parco, ma che, al di fuori di esso, sono comuni; oppure anche solo per motivi estetico-economici. Ricordiamo: Dryopteris(i!ix-mas, Polygonatum mulllflorum, Ornithogalum umbellatum, Pizegopteris polypodioides, Thelypteris limbosperma, Vinca mznor, Consnr/io Parco Groanc RcL1/ionc alia variante par;:ialc al pre 2005 !Jag.! ) Scilla hijalia, Prunlls padlls subsp.padus, /ovfalussylvestris, Calamintha svlvatica subsp.svlvatica, Genista pilosa, Ajuga genevensis, Gnaphalililn uliginosllln, Hypericum mutilum e Galiu111palustre. Interessante e anche la presenza di specie relitte (testimoni di periodi piu heddi, tardiglaciali) quali Arnica montata, Polvgala chamaehuxus, Dryopteris carthusiana: 0 dealpinizzate (specie discese al di fuori del loro ambicnte nonnale, in stazioni dal microclima favorcvole per la loro sopravvivenza), quali ad esempio: Vaccinium myrtillus, Nardus stricta, Apilobiu111 angustijalium, Senecio jilcllSii. Molto suggestiva e inoltre la presenza nel territorio di alberi monumentali (Quercus robur), la rovere (Quercus petraea) e il carpino bianco (Carpinus bosehi del Curato, di S. Andrea e del Caste]]azzo. quali la famia osservati nei betulus), Per quanta riguarda Ie eomunita vegetali individuate ne]] 'area di studio (Banfi, 1983; AA.VV., 1995; Del Favero, 2000) particolannente interessanti sana: i boschi acidofili e Ie brughiere pili terrazzi pili antiehi, mindelliani. 0 meno alberate; ultimi lembi di vegetazione tipiea dei i bosehi mesofili; ultimi relitti della vegetazione naturale potenziale della pianura padana. Ie praterie pili 0 meno igrofile ed i popolamenti palustri; ultimi relitti delIa vegetazione igrofila, quasi seomparsa a seguito de]]e opere di bonifiea operate dall'uomo in tutta la pianura pad ana. 4.4.1 Componente biologica - Boschi acidofili Questi bosehi rappresentano la tipologia forestale dominante nel territorio del parco sui terrazzi pili antichi mindelliani. Da un punto di vista fisionomico-strutturale si distinguono nei: Querceti misti di rovere e farnia; , . yueste formazioni oltre a]]a dominanza delle querce, troviamo secondariamente Castanea sativa, Populus tremula, Betula pendula e Pinus sylvestris. Questi ultimi presenti come residui di precedenti fasi evolutive, dove talora il pino era prevalente grazie agli impianti eseguiti fin dalla fine del XVIII secolo. Si tratta di formazioni forestali evolute, impostate su un suolo in cui la ferrettizzazione e meno spinta (quindi un suolo pili arricchito e con un humus migliore) e dove mancano Ie zone a prolungato ristagno idrico, in cui e invece presente la tipica vegetazione di brughiera. Peculiarita di questi boschi e la struttura semplice e la poverta di specie che si ritrovano; scarsita ehe e ancora pili evidente nelle aree interessate dal fuoco dove, successivamente, si sviluppa un fitto tappeto di Molinia arundinacea e Pteridium aquilinum e rovi. La presenza del carpino bianco puo essere considerata I' elemento che mette questi boschi in collegamento con il quercocarpineto dell'alta pianura diluviale recente (wiinniana). 11 quereeto misto e presente un po' ovunque nel Parco delle Groane: Cesate, Ceriano, Misinto, Lazzate, Lentate, Cogliate eec .. Dal punto di vista fitosoeiologico i querceti misti di rovere e famia possono essere attribuiti all'alleanza Quercion robori-petraeae. In base al progetto europeo denominato Natura 2000 Network, realizzato in attuazione de]]a Direttiva UE 92/43 detta "Habitat", il querceto misto di rovere e famia del pianalto corrisponderebbe all 'unita tipologica "HABITAT 9190". Pinete; Si tratta di formazioni quasi mai total mente pure dove, alla presenza di uno strata arboreo dominato dal pino silvestre, in subordine troviamo Betula pendula e talora, Ie specie tipiche dei boschi a cui sono in stretto contatto: 1a rovere (la cui penetrazione nella pineta e favorita nelle zone eli maggiore elrenaggio del suo10), la famia (che entra nella pineta nelle aree a maggiore disponibi1ita idrica) e il castagno. La composizione f10ristica dello strata arbustivo ed erbaceo e molto simile a que]]a dei querceti acidofili troviamo ad esempio: Frangula alnus, Cornus sanguinea, Agrostis tenuis, Festuca tenuifolia, Molinia arundinacea e Pteridium aquilinum. Nel territorio del parco, 1a pin eta di pino Consorzio P3rCO Gr03nC Relazione 3113 variante parziale 31 PTC - 2005 e silvestre principal mente legata a suoh meno fertih e meno evoluti rispetto ai boschi prima descritti ed favorita, nella sua genesi e nel suo mantenimento, dai disturbi diretti 0 indiretti provocati dall 'uomo (incendi, movimenti del terreno, tagh su ampie superfici). Per quanto riguarda la naturahta delle pinete, innegabile che in passato la loro diffusione sia stata favorita dai rimboschimenti, nelle aree piu povere non destinabih alle colture agrarie (Sulli, 1939). 11 pi no silvestre fu una delle specie considerate adatte per rimboschire Ie aree di brughiera. Tuttavia attualmente la loro naturalita, salvo impianti recenti, altrettanto innegabile, poiche Ie pinctc presenti oggi, derivano per diffusione spontanea (naturale) delIa specie e si possono considerare Ie eredi natura1i di quelli che furono gh impianti eseguiti in passato. Non detto poi che il pino silvestre potesse gia essere presente nel territorio in modo spontaneo, magari con singoli soggetti sparsi, come Susmel (1963), ha ipotizzato considerando le aree delle cerchie moreniche occidentali. Dal punto di vista fitosociologico Ie pinete del Parco delle Groane fanno capo ai boschi acidofili del Quercion robori-petraeae. E' da verificare l'appartenenza di queste formazioni all'associazione Pino-Quercetum roboris, descritta da Pignatb (1998), per i terrazzi recenti (wiirmiani), dell' alta pI anura. e e e e 4.4.2 Componente biologic a - Boschi mesofili I boschi di latifog1ie mesofile riconducibili ai querco-carpineti. del parco, da un punto di vista fisionomico-strutturale, sono Querco-Carpineti In questi boschi la famia ed il carpino bianco dominanti, sono accompagnati da Quercus petraea, Prunus. avium, Fraxinus excelsior, Acer pseudoplatanus e nelle aree pili umide Ulmus minor e Alnus glutinosa. Lo strato arbustivo e composto da Corylus avellana, Euonymus europaeus, Comus sanguinea e Crataegus monogyna, mentre nello strato erbaceo troviamo diverse specie nemora1i qua1i Polygonatum multiflorum, Vinca minor, Anemone nemorosa e Brachypodium sylvaticum. 11 querco-carpineto e prevalentemente legato a suoli profondi e freschi con una buona concentrazione di nutrienti; condizioni queste che sono comuni sui terrazzi del diluvium recente, mentre nel territorio del parco si osservano solo negli impluvi oppure nei pressi delle aree agricole 0 degli abitati. Dal punto di vista fitosociologico questi boschi si collocano nell' ambito del Carpinion betuli. Secondo il progetto "Natura 2000 Network", il querco-carpineto corrisponderebbe all 'unita tipologica "HABITAT 9160". 4.4.3 Componente biologica -la Brughiera e La brughiera 0 landa a brugo (Calluna vulgaris) una forma di vegetazione bassa con arbusti, cespugli, erbe, muschi e licheni. Nelle brughiere del parco, oltre al brugo che ne impr6nta la fisionomia, si rinvengono; Genista tinctoria, Genista germanica, Frangula alnus, Potentilla erecta, Pteridium aquilinum e Molinia arundinacea. Talora sono presenti anche alberi sparsi come Betula pendula, Populus tremula, Pinus sylvestris e altre specie (erbacee 0 arbustive) dei boschi acidofi1i limitroti, ad indicare la loro tendenza evolutiva. A second a del prevalere dell 'una 0 dell'altra specie, fermo restando la costante presenta del brugo, la brughiera assume diversi aspetti. Per questo motivo la mig1iore definizione della brughiera viene data dall' espressione "Brughiere alberate 0 arbustate", che Ie definisce al tempo stesso dal punto di vista fisionomico e dinamico. La brughiera si insedia su suo1i poco evoluti dei pianori a ferretto, sia nei tratti a forte drenaggio, in cui prevale il brugo, sia nei tratti a maggiore ristagno idrico dove Ie specie meso-igrofile (Molinia arundinacea e talora Juncus conglomeratus), tendono a prendere if sopravvento. In condizioni di maggior umidita edafica, nella brughiera si rinvengono specie di importanza comunitaria quali Salix rosmarinzfo/ia (Seveso e Cesate) c Gentiana pneunomanthe (Cesale e Solaro). Le brughiere del parco, ITa Ie pili Consorzio Parco Groanc Rclazionc alia variantc par_z_ia_lc_d_1 _PT_C_. _-_2_0(_)5 ~ __ )_)a_g~ meridionali d'Europa, da un punto di vista fitosociologico sono attribuibili alia classc NardoCalilinetea. In base aI progctto Natura 2000 Network, Ie brughiere del parco appartengono all 'unita tipologica "HABIT AT 4030". 4.4.4 Componente biologica - Praterie piu 0 meno igrofile E' la vegetazione di prato umido pili diffusa nelle Groane, improntata fisionomicamente dai grossi cespi di Molinia arundinacea (Molinieti) nei tennini pili asciutti e da Juncus conglomeratus (0 Juncus effusus) nei termini pili igrofili. SuI determinismo di queste formazioni giocano sicuramente i caratteri del suolo, pesante, acido ed impenneabile, tale da trattenere pili a lungo I' acqua piovana nelle depressioni del ten-eno. Troviamo inoltre Lysimachia vulgaris, Lycopus europaeus, Mentha arvensis e Lythrum salicaria. Dal punto di vista fitosociologico, Ie praterie umide sono inquadrabili nell' ordine dei Molinietalia caeruleae. 4.4.5 Componente bioIogica - PopoIamenti paIustri Si tratta delia vegetazione igrofila presente nelle zone umide del parco (10 stagno delia Cava di Lentate, 10 stagno Mirabello, Ia Foppa di San Dalmazio, 10 stagno la Ca' del Re, 10 stagno Manue, gli stagni di Ceriano Laghetto e dell 'Oasi di Cesano), dove I'acqua piovana si mantiene permanentemente 0 almeno per la maggior parte dell' anno. Le tipologie vegetali che si incontrano seguono marcatamente il gradiente idrico, in particolare risulta determinante la durata del periodo di sommersione. Si distinguono cosi dal punto di vista fisionomico-strutturale Ie seguenti fitocenosi: A) Comunita vegetali legate a lunghi periodi di sommersione. Tifeti; formazioni floristicamente povere a struttura piuttosto compatta e chiusa a dominanza di Typha latifolia, quasi sempre accompagnata da Alisma plantago-acquatica. Si sviluppano su suoli fangosi con acqua stagnante presente tutto I'anno 0 quasi. La loro presenza indica una fase avanzata di interramento dello stagno. Fragmiteti; formazioni pauciflore a struttura molto compatta e chi usa, improntate da Phragmites australis. Si trova in prossimita delle bordure fangose delle ex-cave, su suoli sommersi tutto I'anno 0 quasi. Come il tifeto anche il fragmiteto indica aree di contatto tra terra e specchi d'acqua, piu 0 meno grandi, in fase di interramento. Con il procedere dell'interramento il "canneto" si sposta verso il centro dello specchio d' acqua mentre aile sue spalle cede il posto, in successione, a formazioni palustri via via meno legate all' acqua quali il cariceto, 10 junceto ed il molinieto. Formazioni a Glyceriafluitans; sono presenti nelle aree a maggiore profondita dell' acqua. Le foglie di questa graminacea si riconoscono perche galleggianti sull' acqua, nei mesi di piena delle cave (aprile, giugno). Da un punto di vista fitosociologico queste formazioni sono inquadrabili nelle alleanze Phragmition australis e Glycerio-Sparganion, dell' ordine Phragmitetalia. B) Comunita vegetali periodicamente sommerse. Aggruppamenti a Juncus bulbosus e Juncus gr. articulatus. Sono formazioni caratteristiche delle acque torbose acide cd oligotrofc. In queste si osserva inoltre la scomparsa delle specie che non tollerano la sommersione; quindi generalmente presenti nella fascia pili esterna delle zone umide (specie dci Molinietalia). Formazioni a Eleocharis acicularis. Rappresentano la vegetazione propria delle bordure fangose sommerse, in particolare, durante i periodi piovosi. Presentano ecologia simile alIa _C_OIl_S'O _rz__i(_JP_a_rc .(J _C_JI_-_Oa_ll _C. R_c_'I,_lZ_io_ll_c_al_la_v_a_ri_antcparzialc al PTC _ 2005 pag.l) rendimento come Lolium multi/lorum ed i suoi ibridi. r prati sfaIciati si presentano dunque, come una mcscolanza di piante introdotte e di piante originali; tra quest'ultime ricordiamo ancora Silcnc vulgaris, Anthoxanthlln1 odoratllm, Poa trivialis, Poa pratcnsis, Silcne .IloS-cllculi, Centallrca nigrescens. Da un punto di vista fitosociologico Ie pratcrie secondarie gravitano nell' alleanza A rrhcnatherion elatioris. Incolti erbacei Sono Ie formazioni erbacee di specie perennanti e nitrofile dei margini boschivi disturbati, di ambienti ruderali (alla base dei muri, margini stradali, su calcinacci) e dei tappeti erbosi calpestati. Tali vegetazioni non forniscono alcun interesse in termini conservativi, ma sono un indice per valutare il grado di antropizzazione del territorio. Un discorso a parte puo essere fatto per Ie comunita a Juncus tenuis, presente sulle superfici denudate delle ex-cave, interpretabili come uno degli stadi iniziali delIa successione dinamica della vegetazione sui terrazzi ferrettizzati. Da un punto di vista fitosociologico gli incolti erbacei gravitano nelle classi Artemisietea vulgaris e Plantaginetea 4.5 majoris. Componente biologica - erpetofauna Le conoscenze sull' erpetofauna del Parco Groane sono basate principalmente sugli studi effettuati a partire dall'inizio degli anni '90 da Stefano Scali. Gli unici dati disponibili per il periodo precedente sono quelli derivanti da una pubblicazione di Massa et a1. (1988) sui vertebrati del Parco, ma tale lavoro riguardo principalmente I' ornitofauna, fornendo informazioni parziali ed incomplete sulle altre classi. In questa prima pubblicazione Ie specie citate sonG 13, di cui cinque anfibi e otto rettili; tra queste, tuttavia, mancavano alcune specie molto comuni all'interno del Parco, come Rana dalmatina e Triturus vulgaris. Gran parte dei dati allora riportati erano frutto di segnalazioni indirette 0 di avvistamenti casuali. Negli anni successivi fu effettuato un censimento biennale dell'erpetofauna nel Parco Groane durante il quale furono individuate otto specie di anfibi e nove di rettili (Scali, 1993; Scali, 1995). Tra questi ultimi si segnala la presenza di una testuggine alloctona, Trachemys scripta, mentre la testuggine palustre europea, Emys orbicularis, allora indicata sulla base di vecchie segnalazioni e da considerarsi attualmente estinta. AIcuni anni fa e stato avviato un progetto di reintroduzione della specie nel Parco, all'interno dell'Oasi LIPU di Cesano Maderno, in collaborazione con il Centro Carapax di Massa Marittima (Ballasina & Lopez-Nunes, 1999), il cui esito e pero da approfondire. II prospetto sistematico completo delle specie finora accertate nel Parco Groane e riportato nella tabella seguente. Consorzio Parco Groane ReJazionc alia variante parziale al PTC - 2005 pag.16 Classe I I Ordine I Urodela FamigJia Genere i I Triturus I carnzlex- I I I Salamandridae i i Bufonidae I Amphibia Specie I Hylidae Bufo Hyla Anura -~ vu Igarzs. Rana I I I i I I viridis interm edia dalmatina Ranidae I .~--------: I/atastei I I I I synklepton esculenta Testudines Emydidae orbicularis! Emydidae -Trachemys scripta Anguidae Anguis fragilis Lacerta bilineata Podarcis muralis Hierophis viridiflavus Coronella austriaca Natrix natrix Lacertidae Reptilia Emys Squamata Colubridae Viperidae Vipera I aspis A questi lavori si sono aggiunte alcune ricerche sull'ecologia del biacco (Hierophis viridiflavus), svolte grazie anche ad alcune tesi di laurea coordinate da Stefano Scali (Springolo, 1997; Bonardi, 1 200 ; Mangiacotti, 2001). Infine, la LIPU ha provveduto alIa redazione di un Atlante delIa Biodiversita dell 'Oasi di Cesano Mademo, ancora non pubblicato (Be1ardi, 2002). Per quanto riguarda i livelli di tutela delle specie presenti, nella tabella seguente sono riportati gli allegati delIa Direttiva Habitat e delIa Convenzione di Bema in cui esse sono incluse ed i punteggi di priorita riportati nella Deliberazione della Giunta Regionale n. 7/4345 del 20.4.2001 della Regione Lombardia (Approvazione del programma regionale per gli interventi di conservazione e gestione delIa fauna selvatica nelle aree protette e del protocollo di attivita per gli interventi di reintroduzione di specie faunistiche nelle aree protette della Regione Lombardia). Secondo quest' ultima normativa i punteggi di priorita van no da 1 a 14 e Ie specie con punteggi uguali 0 superiori a 8 devono essere considerate prioritarie per Ie strategie di conservazione. I lntroduzione all' oasi di Cesano Mademo Consorzio Parco Groanc Relazionc alia variante parziale 31 PTC - 2005 pag.18 Diverso appare 10 stato di conservazione degli habitat residuali importanti per l'avifauna, per i quali, dopo anni di degrado c di gestione conservativa passiva, vi so no stati negli ultimi decenni esempi di miglioramenti grazie a gestione attiva e control1o, soprattutto delle aree boscate e delle aree umide. I primi dati omitologici strutturati per I'area sono quelli di Massa (1988), che sintetizza osservazioni storiche, dati originali e alcuni risultati di una stazione di inanel1amento. In seguito, si segnalano, per lungo tempo, solo molte osservazioni non pubblicate, se non per alcune aree parziali (Belardi et a1., 2001). Al 2003 risalgono il primo tentativo di Atlante bibliografico-compilativo (Biasioli et a1., 2003), che presenta tuttavia alcune imprecisioni e include alcune aree esteme al Parco, e una pubblicazione con la sintesi di alcune nuove nidificazioni per il nord milanese (Belardi e Biasioli, 2003). Contemporaneamente si assiste ad un certo interesse da parte di appassionati omitologi e birdwatchers verso l'area. Un censimento, in seguito sospeso, sui Piciformi nel 2003 (Belardi et a1., 2004) rappresenta I'ultimo lavoro intrapreso nell' area, prima delIa revisione dei formulari dei pSIC, seguita per l' Avifauna da Garibaldi e Belardi, nella stagione riproduttiva 2004. Molti sono i dati non pubblicati relativi a omitologi, birdwatchers, GEV, piccoli gruppi locali, WWF, che portano a molteplici osservazioni non standardizzate, che sono state in questa occasione raccolte, riviste e riassunte per la compilazione del1a seguente check-list; in particolare, vi e una conoscenza esaustiva relativamente all'area delI'Oasi LIPU di Cesano Mademo, che ha realizzato un Resoconto omitologico 1997-2000 (Belardi, 2000) e un Atlante delIa biodiversita (Belardi, 2002). Oltre a questo esistono Ie schede e Ie sintesi relative all' area delle indagini a spettro pili ampio relative all' Atlante lombardo dei nidificanti (Brichetti e Fasola, 1990), a quello degli svemanti (Fomasari et e1., 1992), al progetto Strigiformi regionale, coordinato da Galeotti nella seconda meta degli anni '90 (dati non pubblicati), in alcuni casi consultabili, in altri i cui risultati sono deducibili dai riassunti e, infine, alcune schede di censimento effettuate nel Parco relative a1 progetto MITO, Monitoraggio Italiano Omitologico, relative all'anna 2000 (Fomasari et aI., 2002) e della stagione in corso 2005 (Belardi, com. pel's.). Di seguito, viene riportata una Check list del Parco (176 specie) riferita al periodo 1985-2004, secondo 10 schema proposto da Brichetti e Massa (Brichetti e Massa, 1984 e successive modifiche). In grassetto Ie specie in Allegato 1 delIa Direttiva 79/409 UE. SPECIE Tuffetto Svasso ma iore Svasso collorosso Svasso iccolo Cormorano Tarabuso Tarabusino Nitticora Garzetta Airone bianco ma Airone cenerino Airone rosso , Cicogna nera FENOLOGIA SB, M, Wirr. Mirr., Wirr. CONSISTENZA 5c . Al Al M,W M,W B,M r M M M,W M,W Birr., Mirr. A2 Max 4 indo \V Max. 5 c . ---j , J I ~ I Consorzio Pareo Groane Relazione Cico~na bianca Casarca Fischione Alzavola Germano reale Cod one Marzaiola Mestolone Moriglione Moretta Falco ~ecchiaiolo Nibbio bruno Nibbio reale Falco dipalude AlbanelIa reale AlbanelIa minore Astore Sparviere Poiana Poi ana calzata Falco ~escatore Gh~io Falco cuculo Smer!g!io Lodolaio PelI~rino Stama Qu~ia FaEiano COllune Porciglione Voltolino Schiribilla GaIlineIla d'acqua Folaga Gru Cavaliere d'ltalia Corriere ~ccolo Corriere uosso Piviere dorato Pavoncella Piovanello 2ancianera Frullino Beccaccino Croccolone Beccaccia Pett~ola Albastrello Pantana Pira Era culbianco alia variante parziale al P_T_C_'_ -20_0_5 Ciconia alba Mirr. Tadorn al!!rruj{jnea Al AnasJ}!?nclopc Mirr. Anas crccca SBirr., M, W Anasylatvrhynchos 'SB,M, W Anas acuta Mirr. Anas JjJlcrr[uedula Birr?, M Anas c~ata M Avthya [erina Mirr., Wirr. Aythva jidigula Mirr., Wirr. Pernis apjvorus B,M Milvus mi/(rans M Milvus milvus A1 Circus aerl!ginosus M, Wirr. Circus Cjlaneus Mirr., Wirr. Circus l!J!ga':Kus Mirr. A ccfpjtei"Kentilis M,W Accipiter nisus SB,M,W Buteo buteo SB,M,W Buteo Iqgc;~us A2 Pandion haliaetus M Falco tinnunculus SB,M,W Falco vespertinus A3 Falco columbarius Mirr., Wirr. Falco subbuteo B'1,M Falco perelJ!'inus M,W Perdix J}!?rdix SB,M,W Coturnix coturnix B,M Phasianus colchicus SB Raffus aguaticus SBirr., Mirr., Wirr. Porzana l!!Jrzana M Porzana ]2arva A1 Gaffinula chloroyus SB,M,W Fulica atra SB,M,W Grus 1J!us Mirr. Himantopus himantopus A1 Charadrius dubius B,M Charadrius hiaticula Al Pluvialis apricaria A1 Vaneflus vaneffus Mirr. Calidris alpina Al Lymnocryptes minimus Al Gallinago zallinago M,W Gallinllj{o media A1 Scolopax rtlsticola Birr., M, W Tringa totanus Mirr. Tringa stagnatilis Al Tringa nebula ria M Tringp ochropus M _ ________ I I I -1x1g.19 I i j -J I i i I --! r -- I cpo ? 1-2 cpo ---- lntradotta -~ --- u~~ I -------j -- Consorzio Parco Groanc Relazione ana variante parziale al PTC- 2005 pag.20 I Piro piro boschereccio TrinKagJareola M Piro piro piccolo Actitis hvpoleucos M, Wirr. Gabbiano comune Larus ridibundus M,W ' Gabbiano reale I Larus arf!:entatus M,W I Mignattino I Chlidonias njg§r Mirr. IPiccione domestico Columba livia dom. SB Colombella Columba oenas Mirr., Wirr. Colombaccio Columba palumbus SB,M,W Tortora dal collare StrepJOJ!_eliadecaocto SB,M Tortora StrepJopelia turtur B,M Parrocchetto dal collare Psittacula krameri SB? Cuculo Cuculus canorus B,M Barba~anni TEo alba A2 Assiolo Otus scops Min. Civetta Athene noctua SB,M,W Allocco Strix aluco SB,M Gufo comune Asia otus SB,M.W Gufo di 'palude Asio flammeus Al Succiacajlre C~rimu~useur~aeus B,M Rondone 4£...ust!lZ.us B,M Rondone pallido Apus pallida M Rondone m~iore Apus melba B,M Martin ..e.escatore Alcedo atthis SB,M Gruccione Merops apiaster B?,M U~l!2..a UEupa qJoI!§ B,M Torcicollo .l.Y....nx to'!l.uilla B,M Picchio verde Picus viridis SB Picchio rosso m~iore Picoides major SB Picchio rosso minore Picoides minor SB?,M C'!Qpellaccia Galerida cristata Mirr. Tottavilla Lullula arborea Mirr. Allodola Alauda arvensis SB, M, wirr. Te>pino J?£oariarij7aria Birr., M Rondine montana P!y'onoprogne ngzestris Mirr. Rondine Hirundo rustica B,M Rondine rossiccia Hirundo daurica Al Balestruccio Delichon urbica B,M Calandro Anthus ca"p"'estris Min. Pri~olone Anthus trivia lis M Pi~ola Anthusp!atensis M,W Spioncello I Anthus spJnoletta M Cutrettola Motacilla (lava M Ballerina .Kiana A10tacilla cinerea SB,M,W Ballerina bianca Motacilla alba SB,M,W ! Scricciolo Trof!:lodvtes trof!:lodvtes ISB ! Passcra scojJaiola I Prunella modularis M,W I Pettirosso Erithacus rubecula SB,M, W Usignolo Luscinia megarhvncos IB,M Codirosso ~azzacamino Phoenicurus ochruros SB,M, W i I i I ---j i j i ---I ! i JI , i J Min. 40 cpo I Min. 3 <:E. Min. 8 92. 3-4 cpo Min. 2 cpo -.-r---I I ! ~ I I --- -- Consorzio Parco Groane Passera mattugia Frif!guello P~ola Verzellino Verdone Cardellino Lucherino Fanello Organetto Croci ere Ciuffolotto Frosone Zigolo giallo Zigolo nero Zigolo muciatto Ortolano Migliarino di palude Strillozzo - Rclazione alIa variante parziale al PTC -- 2005 Passer montanus Fringilla coelebs Fringilla monti(ringilla Serinus serinus Carduelis chloris Carduelis carduelis Carduelis !pinus Carduelis cannabina Carduelisflammea Loxia recurvirostra Pyrrhula pyrrhula Coccothraustes coccothraustes Emberiza citrinella Emberiza cirlus Emberiza cia Emberiza hortulana Emberiza schoenielus Miliaria calandra SB,M,W SB,M,W M,W SB,M, W SB,M,W SB,M,W M,W M,W Wirr. Mirr. M, Wirr. SB?, M, W I ---r I I I -~r--- u J ~ ~ =1 Tra queste, escludendo quelle accidentali e la Starna (introdotta), vi sono: Airone bianco maggiore, Airone cenerino, Sparviere, Poi ana, Lodolaio, Porciglione, Beccaccia, Mignattino, Allocco, Gufo comune, Rondone maggiore, Gruccione, Picchio verde, Picchio rosso maggiore, Picchio rosso minore, Cappellaccia, Tottavil1a, Rondine montana, Codirosso, Stiaccino, Tordela, Forapaglie, Cannaiola verdognola, Canapino, Bigiarella, LUI verde, Cincia bigia, Cincia dal ciuffo, Picchio muratore, Rampichino, Organetto, Frosone, Zigolo giallo, Zigolo nero, Zigolo giallo, Ortolano. In sintesi, sono da segnalare, in particolare: • La presenza di ] -2 coppie di Falco pecchiaiolo Perm's apivorus, specie decisamente poco comune in ambienti di pianura, presente daIla fine degli anni '80 e certamente nidificante da meta anni '90. • La presenza di altre specie "dealpinizzate", frutto di spostamenti invernali (Cincia da] ciuffo Pants cristatus, Organetto Carduelis .flammea, Croci ere Loxia recun)irostra, Ciuffolotto Pyrrhula pyrrhula), recenti colonizzazioni (Cincia mora Parus ateI', Rondone maggiore Apus melba) 0, anche, probabilmente, eli popolazioni residuali (Frosone, Zigolo nero). Nel I ---J Le specie prioritarie per il Parco sono, oltre a quelle contenute nell' Allegato 1 della Direttiva Uccelli (indicate in grassetto nella check-list), anche quelle considerate prioritarie dalle politiche regionali, elencate nel "Programma regionale per gli Interventi di Conservazione e Gestione della Fauna Selvatica nelle Aree Protette e del Protocollo di Attivita per gli Interventi di Reintroduzione di Specie Faunistiche nelle Aree Protette della Regione Lombardia", pubblicato con DGR del 20 aprile 2001, n. 7/4345 e classificate in questo elenco con n punteggio superiore ad 8. Altri riferimenti sono Ie categorie riferite aIle SPEC e allo stato di conservazione dell' avifauna su scala globale ed europea (Tucker et aI., 1994; BirdLife International 2000 e 2004). I -----j M, Wirr. Birr., M, Wirr. M,W Mirr. SBirr., M, W SB?, Mirr. Tra Ie specie citate, ve ne sono alcune la cui irregolarita puo essere spiegata con il recente ripristino di alcune tipologia ambientali, in particolare zone umide, ma si tratta di presenze potenzialmente regolari. I i I Consorzio • Parco Groane Relazione alia variante parziale ell PTC ::: 2()()5 pag.23 caso del Rondone maggiore si tratta dcllc uniche nidificazioni (min. 8 COppIC,1!1Palazzo BOlTomeo Aresc a Cesano Mademo) delia provincia di Milano. La nidificazione, nel 2002, di una coppia di Airone rosso Ardca purpurea in un'area umida ripristinata in comune di Cesano Mademo, risultata I'unica coppia nidificante de!!a prOVI!1Cla. • L'estivazione rcgolare di Marzaiola Anas qucrquedula, con tentativi di nidificazioni relativi a pili anni, compresa la stagione riproduttiva in corso (2005) nell'area umida di Cesano Mademo. • La presenza, dall 'anno 2000, di una piccola garzaia di Airone cenerino Ardea cinerea, nel Bosco dell 'Ospedale di Garbagnate. • La presenza di una abbondante popolazione di Tortora Streptopelia turtur (min. 40 coppie nidificanti) e di Codirosso Phoenicurus phoenicurus (non sono disponibili stime), specie in declino demografico a livello europeo • La presenza di una buona popolazione di Piciformi, con una popolazione di Picchio rosso maggiore Picoides major abbondante e stabile, una popolazione di Picchio verde Picus viridis largamente aumentata negli ultimi 15 anni e probabilmente stabile, una presenza recente e da quantificare di Picchio rosso minore Picoides minor e una popolazione apparentemente in salute di Torcicollo .lynx torquilla. • La nidificazione regolare dell' Averla piccola Lanius collurio, anche se presumibilmente larga diminuzione demografica nel Parco. 4.7 in Componente bioIogica - mammaIofauna I Mammiferi del Parco sono storicamente poco studiati, in particolare micromammiferi e Chirotteri. Le fonti relative a studi specifici locali si Iimitano al lavoro di Massa (1988), ai lavori di Fomasari (1997), ad alcuni lavori effettuati da gruppi locali (trappolaggi, analisi delle borre di Strigifom1i), all'Atlante delia Biodiversita dell'Oasi LIPU di Cesano Mademo (2002) e, infine, aile uscite effettuate durante l'anno 2004 per l'aggiomamento dei formulari dei pSIC da Farina e De Carli, che rappresentano ad oggi I'unico lavoro standardizzato, sebbene non esaustivo. Altri dati si riferiscono ad Atlanti e lavori su scala pili ampia (Fomasari e Villa, 2001; Prigioni et aI., 2001). Di seguito, una check-list (30 specie), che deve tuttavia essere considerata esaustiva: sicuramente non SPECIE Volpe Faina Donnola Tasso Vespertilio maggiore Pipistrello albolimbato Pipistrello nano Pipistrello di Savi 1 -l Vulpes vulpes l Martes foina Mustela nivalis I Meles meles Myotis myotis Pipistrellus khulii Pipistrellus pipistrellus Hypsugo savii "-'-- l j Consorzio Parco Groane Relazione alia variante parziale al PTC - 2005 pag.24 Riccio europeo Crocidura ventrebianco I Croci dura minore --------------1 I Erinaceus europae_u_s Crocidura leucodon i I Crocidura i Toporagno comune i r= IToporagno nano I Lepre comune Coniglio selvatico Nutria Quercino Moscardino Ghiro Scoiattolo rosso Ratto delle chiaviche Ratto nero Topo selvatico ---.j I !j suaveolens I Sorcx arancus I Sorcx minutus I ------------1 Lepus europacus ~ O,yctolagus cuniculus --..i Myocastor coypus I ---1 i Eliomys qucrcinus Muscardinus avcllanarius .-- Myoxus glis SClurus vulgaris Rattus rattus Apodemus sylvaticus Topo collogiallo Apodemus jlavicollis Arvicola rossastra Arvicola di Savi Arvicola di Fatio Arvicola terrestre Topolino delle risaie Topolino delle case j Rattus norvegicus Clethrionomys I i glareolus Microtus savi Microtus multiplex Arvicola terrestris Micromys minutus Mus musculus La situazione dello Scoiattolo rosso, a 15 anni dalla sua reintroduzione, appare soddisfacente, in quanto la specie e ben distribuita cd ha colonizzato anche aree distanti dalle aree di rilascio c biogeograficamente isolate (Oasi di Cesano Mademo). Preoccupante appare la probabile presenza di Scoiattolo grigio. Certa e altrettanto preoccupante e invece la presenza di Nutria nell' area est del Parco, preveniente, probabilmente, dal fiume Seveso. La specie di maggiore interesse e sicuramente il Vespertilio maggiore, legata alle arce forestali e in declino in tutto il suo areale (Farina e De Carli, 2004). Esistono alcune segnalazioni di Tasso, rare, ma distribuite uniformemente dagli anni '80 ad oggi. Interessante e apparentemente ben distribuito il Moscardino. Composizione specifica, distribuzione e densita dei Mammiteri del Parco sono certamente aspetti da approtondire meglio in futuro. --j Consol7io Parco Groane Relazione alia variantc parziale al PIC - 2005 pag.25 4.8 Breve descrizione degli studi previsti Entro la fine del 2005, il Parco ha previsto di effettuare i seguenti studi, finalizzati alIa redazione dei un piano di gestione per i SIC e per Ie altre aree di maggior tutela del Parco. • • Aggiomamento delIa situazione dell 'avifauna nidificante, migratrice e svemante, con particolare riferimento alle specie di interesse comunitario e agli Strigifonni. Aggiomamento delIa situazione delIa mammalofauna, attraverso la raccolta dei dati pregressi finora non reperiti e alcune uscite a campionamento, per la redazione di una checklist • Aggiomamento delIa situazione dell' erpetofauna, con particolare riferimento alle specie di interesse comunitario • Aggiomamento delle conoscenze vegetazionali e floristiche, con un'attenzione specie e habitat di interesse comunitario particolare a 4.9 Valutazione delle esigenze ecologiche di habitat e specie Flora e vegetazione II Parco delle Groane racchiude indubbi e1ementi floristici e paesaggistico-ambientali di pregio e quindi di alto valore bio-ecologico, naturalistico e conservazionistico; questo soprattutto per quanto riguarda gli habitat principali individuati quali i boschi acidofili, i boschi mesofili, la brughiera, Ie praterie pili 0 meno igrofile e i popolamenti palustri. Tali ambienti tuttavia, ncl contesto altamente urbanizzato e industriaIizzato in cui sono insentl, presentano delle vulnerabilita 0 dei disturbi, operati dall'azione passata e/o recente dall'uomo, che potrebbero mettere a serio rischio il loro valore naturale e persino, in casi limite, la lora esistenza. Un intervento antropico pesante, infatti, porterebbe alIa banalizzazione e alIa monotonizzazione del paesaggio che diventerebbe esasperatamente unifonne e ridotto a praterie e lande con intercalati radi brandelli di vegetazione arborea privi delia loro individualita (frammenti di bosco). Questi disturbi sono evidenti daWarricchimento, nella composizione floristica delle tipologie vegetali individuate, delle specie cosidette "banali"; ossia Ie sinantropiche, nitrofile e ruderali (Solanum nigrum, Urtica dioica, Galium aparine, Artemisia vulgaris), quelle legate al calpestio (Poa annua, Plantago major) ed in particolar modo Ie specie esotiche (Robinia pseudoacacia, Quercus rubra, Prunus serotina, Spiraea japonica, Bidens frondosa, Phytolacca americana, Solidago gigantea, Reynoutria japonica e Rosa mult(f/ora), alcune delle quali introdotte a scopo di coltura. Tra i principali fattori "antropici" di disturbo (0 vulnerabiIita) individuati nel territorio i maggiori sono: la presenza di strade e di alcuni elettrodotti che attraversano i1 parco, interrompendo la continuita delIa vegetazione. Questo sicuramente ha compromesso in parte la naturalita delle delle fitocenosi del parco ed in particolar modo delle cenosi forestali pili evolute (boschi mesofili ed acidofili), consentendo alle specie "banali" di aprirsi un varco in questi ambicnti, favorite dalle migliori condizioni edafiche su cui queste vegetazioni sono impostate. Ie piste ciclabiIi ed i numerosi sentieri e pcrcorsi equestri che attraversano I' area in oggetto (si tratta di un elemento di vulnerabilita inevitabile per un sito il cui valore consiste anche nella possibilita di una fruibilita pubblica). II disturbo in questo caso per Ie fitocenosi del parco dovuto alia facilita di accesso dell'uomo in queste aree, che oltre a fungere da ignaro e Consorzio Parco Groanc Relazione alia variante parziale al PTC - 2005 _Eag26 disseminatore, portando all'intemo del parco semi di qualsiasi ongme, provoca anche un aumento del costipamento del suolo, gia di suo "ingrato", a causa del continuo afflusso e quindi calpestio del territorio. la presenza di abitazioni private all'intemo del parco. Queste contribuiscono ad aumentare il disturbo antropico sia legato al calpestio sia all'introduzione di specie esotiche. Si e infatti osservata nei pressi di alcune ville la spontaneizzazione di Magnolia sp. e Prunus Iaurocerasus. Ie discariche abusive, che degradano I'ambiente soprattutto da un punto di vista paesaggistico. Il fenomeno e comunque in forte riduzione, grazie all'azione repressiva delia vigilanza. la presenza di impianti per Ie attivita amatoriali come: il motocross, un'area di addestramento cani con sparo 0 "quagliodromo", una zona per l' aereomodellismo, impianti per la pesca sportiva, maneggi, un impianto di tiro al piattello ecc .. Oltre al forte afflusso dell'uomo, attirato da queste attivita, il disturbo all'ambiente in questo caso e dato anche dai "rifiuti inerti" lasciati suI territorio come ad esempio, pezzi di piattelli e bossoli dei colpi sparati. Per queste componenti, il piano di gestione del parco naturale e dei SIC dovra prevedere Ie opportune attivita di mitigazione. la presenza di un grande frutteto privato, che sottrae sicuramente spazio e continuita alle fitocenosi del parco. Questo frutteto tuttavia costituisce un elemento storico che caratterizza il territorio ed e ben accetto dalla popolazione locale. Non solo, ma non si puo escludere che la presenza del pecchiaiolo sia fortemente legata all'abbondanza di insetti (api, vespe e calabroni) di cui si nutre, che sonG attratti dalla fioritura del pero; resta da prevedere nei piani di gestione Ie modalita di riduzione d'uso dei biocidi e pesticidi; Altri fattori di disturbo che possono condizionare la struttura ed il tipo di vegetazione del territorio sono quelli naturali quali: gli eventi meteorologici eccezionali (al di fuori della normalita). Ad esempio lunghi periodi di siccita metterebbero a rischio Ie biocenosi umide del parco. la presenza di patologie nelle piante dovuta all' azione di funghi 0 virus; 0 I' attacco di insetti parassiti come per esempio: il coleottero Anoplophora chinensis, importato dalla Cina, dannoso per numerose piante arboree 0 arbustive tra cui la famia, il nocciolo, il carpino bianco, gli aceri, i pioppi, i platani e Ie rose. 4.9.1 - valutazioni puntuali in materia vegetazionale e faunistica Nella trattazione seguente, per ogni habitat principale del parco, vengono elencati qua1i sono i "valori di pregio" (0 valori naturalistici) e quali g1i elementi di disturbo a cui sono soggetti, ferme restando Ie vulnerabi1ita principa1i gia precedentemente elencate. Prima di tutto Occorre pero evidenziare che un valore di pregio valido per tutti g1i habitat del parco e il substrato stesso su cui essi sono impostati, formato dal "ferretto" che e un elemento geologico di sicuro interesse conservazionistico e di tutela. Boschi acidofiIi Valori di pregio Rappresentano gli ultimi lembi di vegetazione naturale tipica dei terrazzi mindelliani. Presentano un buon grado di natura1ita, anche se si tratta di fitocenosi floristicamente povere, poiche Ie specie che si trovano sono soprattutto autoctone. Principali elementi di disturbo G1i incendi; in particolar modo sono fortemente esposti a rischio d'incendio le pinete can betulla. L'elevata infiammabilita e dovuta ai resiclui clissecati di ivfolinia arundinacca e Pteridium aquilinum, nonche della presenza del pino silvestre. Cotlsor/io Parco Groatlc Rclaziotlc alia variatltc parziale al PTC - 2005 pag.27 Ditfusione di specie esotiche, soprattutto dell a quercia rossa che appare I'unica capacc di insediarsi stabilmente in queste cenosi. L'invadenza di altre specie "banali" e limitata dalle condizioni edafiche sfavorevoli. Boschi mesofiJi (querco-carpineti) Valori di pregio Rappresentano gli ultimi relitti delia vegetazione climacica tipica delia pianura lombarda. Sono cenosi floristicamente ricche e rappresentano dei buoni serbatoi di specie nemorali, nonostante la presenza limitata di queste fitocenosi alle sale aree di impluvio 0 ne pressi di aree agricole 0 degli abitati. Principali elementi di disturbo II degrado antropico; che consiste nella sostituzione di questi boschi con i robinieti. La diffusione di specie esotiche. La brughiera Valori di pregio Rappresenta gli ultimi lembi di vegetazione naturale tipica dei terrazzi del Mindel. Ha un e1evato val ore estetico-paesaggistico. Fisionomicamente infatti, possiamo ritenerla la vegetazione pili rappresentativa dei terrazzi mindelliani tanto da considerarla vegetazione simbolo di questi territori. E' formata da un buon contingente di specie autoctone, tra cui la rara Gentiana pneunomanthe e i1raro Salix rosmarinifolia. Principali elementi di disturbo Gli incendi e i1 transito. La diffusione di specie esotiche, in partico1are della quercia rossa. I popolamenti palustri e Ie praterie igrofiJe Valori di pregio Rappresentano comunitario. ambienti di rifugio per numerose specie di particolare interesse floristico Diversificano la copertura vegetale del territorio in cui sono inseriti. In tali ambienti si trova una flora specializzata e rara a causa delle opere di bonifica delle zone umide operate dall 'uomo in tutta 1a Pianura Padana. Principali elementi di disturbo L'incendio e un fattore di disturbo che puo riguardare il molinieto. II fattore idrico e invece I' elemento principa1e di disturbo per tutte Ie fitocenosi dipendenti dall'acqua. In particolare quello che rende questi habitat vulnerabili sono: 1a qualita delle acque (fenomeni di eutrofizzazione dell' acqua permettono I' insediarsi di cenosi di piante sinantropiche, nitro file ed esotiche quali Bidens ssp e Solidago gigantea) e la quantita (ossia il regime di umidita stagionale del suo10). Un val ore di pregio, seppur scarso, puo essere attribuito anche aile vegetazioni quali: antropogene i robinieti; perche interpretabili come una fase rigenerativa dei boschi originali, ed in cui possiamo trovare Ie specie tipiche dei boschi mesotlli a acidofili di interesse comunitario. Ie praterie e gli incolti erbacei, che contribuiscono a tenere alta la biodiversita del territorio. Erpetofauna Di seguito sono riportate Ie principali esigenze ecologiche delle specie incluse ncgli allegati della Oirettiva Habitat. rr e IV Consorzio Parco Groanc Relazione alia variante parziale 31 PTC - 2005 Allegato II Triturus camifex - Tritone crestato italiano 11Tritone crestato italiano frequenta zone umide can acque stagnanti, spesso ricche di vegetazione acquatica, pur prediligendo le zone con acque relativamente prafonde. La vegetazione sommersa e usata sia per travare rifugio dai predatori sia per ancorare 1c uova al momento della deposizione. Utilizza acque non inquinate e prive di pesci. Questi ultimi sono la principale minaccia alIa sopravvivenza delle sue popolazioni, in quanto l'immissione di specie predatrici, come salmonidi, pesci gatto, persici sole 0 persici trata puo portare all' estinzione dei tritoni in pochi anni (Barbieri, 1992; Bressi & Dolce, 1992; Mazzotti, 1993; Aransson & Stenson, 1995; Brafia et al., 1996). Dopo il periodo riproduttivo spesso abbandona Ie zone umide, frequentando i boschi maturi di latifoglie ricchi di lettiera (Lanza, 1983). Rana latastei - Rana di Lataste E una specie endemica della Pianura Padana. Appartiene al cosiddetto gruppo delle rane rosse, anfibi prevalentemente legati ad ambienti forestali di latifoglie ben conservati, anche se puo occasionalmente frequentare ambienti aperti come prati stabili e brughiere (Scali, 1993; Bernini et al.,2004). Utilizza per la deposizione zone umide medio-piccolecon acque stagnanti e pulite, come pozze e canali, spes so situate all'intemo dei boschi. Necessita di vegetazione 0 di rami sommersi a cui ancorare gli ammassi di uova. Dopo la deposizione si allontana di poche centinaia di metri dalle zone di riproduzione, frequentando soprattutto i boschi di latifoglie e i margini dei prati stabili. La sua scarsa mobilita rende prablematica Ia frammentazione degli habitat elettivi, interrompendo Ie strutture di metapopolazioni e causando una ridotta variabilita genetica (Bernini et al., 2004). Allegato IV Buro viridis - Rospo smeraldino E un anura colonizzatore di ambienti umidi effimeri, come pozze temporanee e prati allagati, soprattutto se caldi e ben assolati. 1 rischi principali derivano dal prosciugamento di questi ambienti a seguito delle attivita antropiche di modi fica ambientale, a causa dello scarso val ore paesaggistico che spesso questi ambienti rivestono. Inoltre, la tendenza a trasformare Ie zone umide temporanee in permanenti per scopi di conservazione di altre specie di anfibi rende spesso impossibile la sua riproduzione (Bonini & Bressi, 2004). Dopo il periodo riproduttivo frequenta prati, campi coltivati, orti e giardini. Hvla intermedia - Raganella italiana Come la specie precedente colonizza spesso ambienti umidi temporanei, dove si reca dopo i primi temporali primaverili per deporre piccole masserelle di uova ancorate ai fili d'erba. Predilige Ie zone calde e assolate a margine dei boschi e delle boscaglie, dove si reca dopo la deposizione in virtu delle sue abitudini arboricole. E in grado di coprire grandi distanze spostandosi sulle chiome degli alberi e degli arbusti. Rana dalmatina - Rana agile E una rana rassa molto simile nell'aspetto e nelle abitudini a R. latastei, con la quale condivide gran parte degli habitat ripraduttivi e post-riproduttivi. Le due specie sono spesso sintopiche anche nel Parco delle Groane (Scali, 1995). Pur apparendo meno minacciata rispetto alla rana di Lataste, condivide i medesimi problemi di conservazione legati soprattutto alla scomparsa degli habitat elettivi e alla lora frammentazione. Lacerta bilineata - Ramarro occidentale Questa specie, recentemente riconosciuta specie distinta rispetto a Lacerta viridis, e legata prevalentemente agli ambienti ecotonali ricchi di siepi e arbusti, caldi e ben assolati. Questa sua Consorzio Parco Groane Rclazionc 311avariante parzi3le 31 PTC - 2005 pagJO Tarabuso, Tarabusino, Airone rosso e altre specie legate ai canneti Per la conservazione occorre sottoporre alia maggior tutela tutte Ie aree a canncto (fragmiteti e tifeti) del Parco. Per esse sono da prevedere manutenzioni degli habitat attente alle esigenze delle specie, una gestione delle acque molto attenta ai relativi periodi di riproduzione, Iimitazione del disturbo (anche qucllo derivante da attivita venatoria in periodo invemale per il Tarabuso), elevata disponibilita di prede (Antibi in particolare). Garzaia di Airone cenerino La specie non presenta esigenze particolari, se non I'inclusione dell' area in zona di maggior tutela e la limitazione del disturbo al nido in periodo riproduttivo. Falco pecchiaiolo Per la specie e necessaria una gestione forestale attenta alia conservazione di boschi ad alto fusto disetanei, la conservazione delle conifere, l' assenza completa di disturbo al nido, la conservazione di grossi insetti, vespai e alberi da frutto, tra cui il frutteto di Ceriano Laghetto. Succiacapre Nel Parco la specie nidifica in brughiere, sia aperte, sia alberate. La conservazione di questa tipologia ambientale e l'assenza di disturbo sono essenziali per questa specie, cosi come la conservazione dei grossi insetti. Come per tutte Ie specie nidificanti a terra, la regolamentazione delle aree a brughiera attraverso una fruizione limitata ai percorsi segnati e un divieto di accesso ai cani e essenziale. Martin pescatore La presenza della specie e legata agli invasi di acqua e alla presenza di pesci 0 anfibi. La presenza di pareti stabili in argilla e l' assenza di disturbo sono importanti per la nidificazione. La piccola popolazione del Parco e parzialmente isolata e pertanto la creazione di altre aree umide (attrattive per nuove colonizzazioni) e la conservazione di corridoi di collegamento tra aree umide e tra iI Parco e Ie altre aree protette, saranno essenziali a lungo termine. Occorre privilegiare un equilibrio della fauna ittica (da considerarsi completamente estranea alla fauna autoctona del Parco), evitando almeno introduzioni sconsiderate e incontrollate di specie alloctone 0 comunque predatrici di grandi dimensioni e, in ogni caso, non dove esistono popolazioni importanti di anfibi. Piciformi La conservazione di questo gruppo e garantita da un buona gestione forestale, che favorisca boschi maturi, ma anche aree disetanee, la permanenza di legna morta in piedi e a terra, la conservazione delle piante di maggiore dimensione, la conservazione dei formicai. E' necessario conservare e favorire la continuita ambientale tra Ie aree boscate. Averla piccola Le specie e legata alla conservazione di aree aperte e agricole di qualita, con la presenza di incolti, siepi, altra concentrazione di macroinvertebrati e bassa concentrazione di prodotti chimici in agricoltura. Vista la sua situazione demografica nel Parco, la conoscenza e la conservazione diretta dei siti di nidificazione appare prioritaria. Avifauna migratrice e svcmante L'importanza quantitativa del Parco come area di sosta, alimentazione c svemamento per l'avifauna, in particolare di specie legate alla presenza di arec umidc, acque bassc e arce aperte, c ancora da sondare. Tuttavia, la recente creazione di aree umide, ha portato ad un aumento esponenziale della check-list del Parco e alla sosta regolare di molte specie interessanti, come Consorzio Parco Groanc Rclaziollc alia varialltc parziale al PTC - :!005 Nitticora, Garzetta, Piro piro boschereccio, Voltolino, Prispolone, Spioncello, Pispola, Cutrettola, Passcra scopaiola, Staccino, Forapaglie, Pendolino, Fanello, Zigolo muciatto, Luchcrino. Per garantire questo ruolo, il Parco ha bisogno di tutelare al mcglio Ie aree umide, in particolare quclle ad acquc basse, Ie brughiere e Ie aree apcrte incolte e, laddove e possibile, di aumentarne il numero e la dimensione, regolalllentandone severalllente la tr-uizione in primavera e inizio autunno. Vespertilio maggiore La specie necessita di ampie aree di caccia aperte gestite in modo tradizionale, con bassa concentrazione di pesticidi, la conservazione dei corpi idrici e una gestione forestale che privilegi boschi maturi e disetanei, con presenza di fasce ecotonali. La tutela diretta delle colonie, se conosciute, diventa ovviamente una priorita. Moscardino La specie e legata alla presenza di aree ecotonali cd arbusteti, di sottobosco. Essendo tipicamente una specie poco mobile, e essenziale il mantenimento ed eventualmente la creazione di biocorridoi di collegamento tra Ie aree idonee. Scoiattolo rosso Si ritiene che 1'intervento di reintroduzione abbia avuto successo. II mantenimento della popolazione e possibile attraverso una corretta gestione forestale, che mantenga boschi disetanei, privilegiando Ie pi ante di grandi dimensioni e i collegamenti tra Ie aree forestali limitrofe, interne ed esteme al Parco, vista l' elevata sensibilita della specie rispetto alIa frammentazione ambientale. 5. Obiettivi delia nuova perimetrazione del Parco Naturale 5.1 Flora e vegetazione Primo obiettivo e la tutela e conservazione delle specie floristiche di interesse comunitario 0 comunque rare, che puo avvenire solo tutelando e conservando i principali habitat individuati nel territorio. Queste considerazioni giustificano la grandezza delIa superficie proposta come Parco Naturale all'interno del Parco Regionale delle Groane. I conflni che delimitano Ie aree proposte a parco naturale, infatti, non solo comprendono tutti gli habitat principali individuati suI territorio, ma mostrano una soluzione di continuita, da sud a nord, evidenziando un continuum bio-ecologico che favorira la conservazione e una ripresa delIa componente biologica (flora e fauna) autoctona, del territorio. In queste aree rientrano anche diversi robinieti (soprattutto nella zona meridionale del parco), che nonostante la loro origine antropica, mostrano tuttavia una tendenza a favorire la ricostituzione spontanea della vegetazione forestale originaria. Non mancano anche Ie praterie secondarie e gli incolti erbacei importanti per il mantenilllento di un'alta biodiversita del territorio. Secondo obiettivo e la riqualificazione ambientale; intesa sia nel senso di una gestione degli habitat principali del parco al fine di aumentarne il valore naturalistico (0 di pregio), sia nel senso di una gestione piu ampia "territoriale", come ad esempio progettare la costituzione di nuove zone umide. Terzo obiettivo e la gestione delia fruizione pubblica. Non si puo prescindere clal fatto che il Parco clelle Groane sia un luogo ricreativo utilizzato clalla cittaclinanza: una sua corretta truizione riclurrebbe il disturbo sull' ambiente naturale, contribuendo alia sua conservazione. Questo si puo ottenere ottimizzando il controllo suI territorio e migliorando i sentieri pedonali, ciclabili ed equestri Consorzio Parco Groane Relazione alia variante parziale al P"C(.~· _--_2_0(_)5 pag_3~ con la manutenzione periodica e numerose segnaletiche infonnative sui progetti Life in corso e sulle peculiarita naturalistiche presenti. 5.2 Erpetofauna Come gia detto, il fine pnmario del Parco deve essere la tutela delIa biodiversita, garantendo la presenza di un mosaico ambientale ed evitando la banalizzazione degli habitat. Quest'obiettivo si puo raggiungere con un'adeguata pianificazione degli interventi di tutela e con la difesa del territono nei confronti di pratiche agricole, industriali ed edilizie troppo invasive. Per quanto riguarda I' erpetofauna tali strategie di conservazione devono prendere in considerazione tre aspetti principali: la conservazione delle zone umide, la conservazione dei boschi e la diversificazione ambientale. Conservazionedelle zone umide Le zone umide del parco sono quasi esc1usivamente temporanee 0 derivanti da attivita antropiche abbandonate (ad es. ex cave di argilla). La presenza di un suolo argilloso garantisce la rapida formazione di pozze e canali naturali spes so utilizzati da anfibi e invertebrati acquatici; la prossimita di queste piccole zone umide all'intemo dei boschi e delle brughiere e la migliore garanzia di mantenimento delle metapopolazioni, per cui e necessario provvedere alla periodica pulizia dalla lettiera e dalla vegetazione igrofila in eccesso per impedire il naturale interramento e monitorare periodicamente i principali corpi d'acqua. Nelle zone pili interessate dalla presenza umana e opportuno anche provvedere sorveglianza per evitare 1'introduzione di rifiuti inerti e inquinanti negli invasi. La natura temporanea di gran parte delle zone umide e la mancanza di territorio del Parco rendono improbabile la presenza naturale dei dell'ittiofauna attualmente presente e da ritenersi frutto di introduzioni evitate e adeguatamente sanzionate, a causa dell' effetto devastante possono avere sugli anfibi. Nel caso di introduzioni gia avvenute, e pesci e il ripristino della situazione pre-esistente. ad un'attenta corsi d'acqua importanti nel pesci, per cui gran parte abusive che devono essere che alcune specie ittiche opportuna la rimozione dei Conservazione dei boschi I boschi presenti nelle porzioni centrali del parco sono di notevole interesse naturalistico e paesaggistico, presentando arp.pie porzioni di fustaia matura. Questi boschi sono utilizzati da molte specie di anfibi e garantiscono la presenza delle specie di rettili piu esigenti. E necessario provvedere alla tutela di queste aree, in alcuni casi anche regolandone la fruizione mediante la canalizzazione degli utenti per scopi turistici-ricreativi nelle porzioni meno interessate dalla presenza delle specie piu sensibili. Divers~ficazione amhientale E tondamentale che il Parco gestisca Ie aree protette creando un mosaico di habitat tipici dell' area delle Groane, come la brughiera, i boschi di conifere, i boschi di latifoglie e Ie zone umide. Ci() garantisce la presenza contemporanea in zone limitrofe di habitat idonei alla sopravvivenza di molte Consorzio Parco Groanc Relaziollc alI<I variante parziale specie che usano siti diversi per i diversi aspetti delia rifugio, svemamcnto, ecc.). al PTC- ]ora 200S ___________ bio]ogia (ripraduzione, ~__~lg.J3 foraggiamento, In partico]are, e fondamenta]e i] mantenimento delle fasce ccotonali, cioe delle zone di transizione tra un ambiente e un a]tra, perche questi ambienti sono utilizzati dalla maggior parte dei rapprescntanti delia piccola fauna (anfibi, rcttili, uccelli e mammiferi, oltre a numerosi invertebrati). In tal senso e necessario evitare ]a distruzionc delle fasce arbustive e, anzi, favorime la prcsenza con adeguati progetti di rimboschimento e riqualificazione paesaggistica del territorio. 5.3 Avifauna I confini del nuovo Parco Naturale devono tenere conto delle esigenze a lungo termine delle specie prioritarie. A questo proposito, si ritengono essenziali i seguenti punti: • Conservazione delIa continuit~l territoriale del Parco, anche attraverso la tutela di corridoi naturalistici di e]evato pregio all'intemo delle aree a Parco Regionale • Inclusione sostanziale nelle aree a Parco Naturale di tutte Ie zone di maggior pregio naturalistico (Riserve N aturali, brughiere, aree umide, aree forestali di maggior pregio, Oasi di Cesano). • Inclusioni nelle aree a Parco Naturale dei siti importanti per Ie specie prioritarie (nidificazioni note, roost di svemamento, altre aree di svemamento regolare, aree import anti di alimentazione) • Eventuali esclusioni di aree ambienta]mente omogenee riguardanti zone che si intendono concedere all'attivita venatoria possono essere valutate solo nell'ambito di un compromesso che preveda accordi con il mondo venatorio e che porti, in bilanciamento, ad escludere la caccia da aree faunisticamente pili delicate dove e attualmente permessa. Questo e ipotizzabile dal momenta che la maggior parte delle specie prioritarie paiono escluse da impatti significativi di questa attivita, esclusivamente se tale attivita non pregiudichera la conservazione degli habitat e se saranno previste mitigazioni, compensazioni, percorsi che evitino calpestio e costipazione dei suoli. Nel caso in cui queste aree coincidano in parte con SIC, l' attivita venatoria dovra comunque essere regolamentata in tutti i suoi aspetti in un Piano di Gestione e sottoposta a Valutazione di incidenza. • Le aree a Parco Regionale dovranno essere gestite conservando una qualita e una continuita tali da permettere un adeguato ruolo di connessione tra Ie aree a Parco Naturale, soprattutto in quei siti dove la continuita di queste ultime e limitata a stretti biocorridoi 0 dove vi e disgiunzione. La presente proposta di confini del Parco Naturale tiene conto sostanzialmente delle eSlgenze e degli obiettivi citati per habitat e specie. Essa garantisce una continuita ambienta]e, pur se sottoposta a situazioni biogeograficamente critiche, a] limite delia connettivita. Questi corrispondono ai punti in cui ]a connettivita e limitata a stretti biocorridoi e alia disgiunzione dell 'Oasi di Cesano (vedi mappa). I confini proposti contengono tutte Ie aree di maggior pregio e i] 100% dei siti fondamentali noti delle specie animali prioritarie per ]e Oirettive Habitat e Ucce]1i (nidi, siti di rilevamento, ecc.), per cia che riguarda Mammiferi e Uccelli, ]e aree pili importanti per ]a sosta migratoria (area umida Oasi di Cesano e Brughiera di Castellazzo), per]' alimentazione (frutteto di Ceriano laghetto) e per ]a nidificazione dei Piciformi (aree boscate). L'unica parte di brughiera esc]usa da] Parco Natura]e, si ritiene possa essere ugualmentc mantenuta attraverso un buon piano di gestione del SIC che la comprende. L'inclusione nell'area a divieto di Consorzio Parco Groanc Rclazionc alla variante parziale al PTC - 2005 pag.34 caccia e di maggior tutela di tutta l'area del Castellazzo costituisce un bilancio positivo da un punto di vista degli equilibri venatori e conservazionistici generali. La redazione dei piani di gestione dei SIC e delle Riserve, sulla base di un'aggiomata indagine conoscitiva, rappresenta attualmente un punto urgente e irrinunciabile per una corretta conservazione della biodiversiU:1 del Parco e per una proficua messa a punto gestionale derivante dalla nuova perimetrazione e dagli equilibri in essa rappresentati. 6 Aree di maggior pregio per l'inclusione nel perimetro del parco naturale Le valutazioni di carattere naturalistico succi tate portano ad individuare taluni luoghi quali prioritari ai fini della tutela, la cui inc1usione nel peri metro del parco naturale diventa indispensabile. o Stagno di Lentate suI Seveso o Stagno di proprieta del Consorzio, frutto della rinaturalizzazione di una vecchia cava, con fragmiteto e angoli a tipha latifoglia; zona di nidificazione del tarabusino; angoli di querceto a margine nord; o Boschi di Lazzate e Lentate o Due lembi separati fra loro da Cascina Vago, coperti da un bosco in gran parte autoctono, con interessanti particelle a carpino bianco, in parte cosi pervenuti a noi, per evoluzione spontanea di due roccoli abbandonati; presente anche una fra Ie poche stazioni residuali di Prunus padus, ciliegio selvatico no strano minacciato dalla avanzata esuberante del Prunus serotina alloctono nord americano; area di nidificazione del picchio rosso maggiore e del picchio verde; o Boschi di Sant' Andrea o E la compresa forestale pili consistente del parco, di oltre 200 ettari, con i lembi meglio conservati ed evoluti dell 'habitat "querco-stellario-carpineto", ricompreso nella direttiva DE "Habitat"; particolare menzione merita il bosco del Curato, con Ie famie pili longeve del Parco; notevoli scorci di qual ita paesaggistica, in vicinanza dell a cascina omonima; la presenza di due linee Enel ad alta tensione che tagliano in diagonale il sito crea un rilevante impatto paesaggistico (ma non e ipotizzabile una loro deviazione, per mancanza di alternative); sull' Altopiano di Seveso si osserva una estesa brughiera e steppa a Salix rosmarinifolia, rara specie del suo genere, presente ormai soltanto in pochissimi pianalti alto padani; i pantani sono popolati da Triturus carnifex, specie d'interesse comunitaria. o Boschi di Ceriano, Polveriera e Ca del Re o Tratti di boschi circostanti un grande frutteto, di elevato interesse naturalistico, caratterizzati da una notevole biodiversita. Oltre al querco carpineto, si osservano lembi di pineta silvestre e anche una particella a frassino maggiore. Di grande interesse scientifico Ie brughiere attomo alla Polveriera e in localita Ca del Re, entrambe contrassegnate dalla presenza vivida della rara Gentiana pneumonathe, a cui si associ a la an cor pili rara farfalla Maculinea alcon, la cui ecologia e del tutto particolare e di nicchia. 11sito recintato della Polveriera e molto interessante sotto il profilo paesaggistico, in quanto rappresenta un caso di rinaturalizzazione spontanea di un'area gia soggetta ad una intensa attivita antropica (deposito di munizioni), nel cuore di un'area metropolitana; la presenza in tale sito di un bosco a quercia rossa americana deve essere tenuta sotto controllo, onde evitare la eccessiva propagazione di tale specie alloctona, anche se paesaggisticamente notevole. Sotto il profilo faunistico, si scgnala la nidificazione del falco pecchiaioJo Pemis apivorus, specie comunitaria, probabilmente attratto dal frutteto, unitamente ad altre specie comunitarie quale Rana latastei e Triturus camifex. Cansor/io Parco (Jroanc Rch1/.ionc alia variantc par/ialc al PTC -- 2005 pag.3) o Oasi di Cesano Mademo o Si tratta di un'area isolata dall'urbano, in parte coperta da boschi di latifoglic e cedui di robinia, in parte a cava d'argilla, recentemente trasfonnata dai Comuni e dal Consorzio in zona umida, con stagni a diversa connotazione ecologica. Si tratta di uno fra i piu significativi esempi di rilevante investimento ambientale degIi enti locali a recupero naturalistico di un sito, tra I' altro adiacente ad un' area molto inquinata, quale quella ex ACNA-SNIA. Questi nuovi stagni stanno mostrando una importante ripresta ecologica, can un sorprendente aumento di biodiversita; solo a titolo d'esempio, nel sito e stato osservato, fra gli altri, I'airone bianco, I'airone rosso, il tarabuso, il tarabusino, il fa1co di palude, il martin pescatore e altri ancora. o Pineta di Cesate e parco ospedale di Garbagnate o La pineta di Cesate e il sito d'importanza comunitaria piu prossimo alla citta di Milano, e rappresenta un bosco seminaturale di pino silvestre e famia, con ampie radure a molinieto e brughiera; I'habitat prosegue anche all'intemo del parco che cingc I' ospedale di Garbagnate, anche se con diverse presenze esotiche, frutto di attivita florovivaistiche dei giardinieri intemi; la Pineta e stata in gran parte acquistata dal Consorzio Parco Groane, mentre il parco ospedale e del Comune di Milano. In questo habitat e regolarmente censita la Rana di Lataste e il Tritone crestato, mentre di recente e statu reperito niditicante il succiacapre. Presente sia il picchio rosso maggiore che il picchio verde. In questo luogo fu reintrodotto dal parco 10 scoiattolo europeo, con ampio successo, tanto che oggi e distribuito in tutti boschi del parco. o Castellazzo o 11compendio di Castellazzo, alle porte di Milano nel territorio di Bollate, rappresenta un unicum storico e paesaggistico di val ore eccezionale, poiche conserva una straordinaria villa barocca con il suo giardino alia francese, villa Arconati, assieme al borgo villaggio agricolo, alle sue campagne frammiste ai boschi, sostanzialmente integro nella sua originaria conformazione vecchia di secoli. A sud della villa c'e anche la brughiera piu meridionale delia pianura padana (forse quindi anche d'Europa), ad immediato contatto con i palazzoni della periferia urbana. Villa Arconati e stato il "luogo del cuore d' ltalia" maggiormente votato nel 2004 in base a un sondaggio popolare promosso dal FAI - Fondo Ambiente Italiano. La sua collocazione nel cuore delia metropoli, quale unico grande squarcio verde nel grigiore cittadino, il suo paesaggio incredibilmente agreste, la qualita architettonica del complesso, I'importanza storica dei suoi monumenti, ne fanno un luogo irripetibile che urge fondamentali lavori di restauro e recupero nel rispetto dell'ambiente. 11vincolo monumentale riguarda esclusivamente la villa e il viale dei Leoni; la istituzione del parco naturale non potra che valorizzame Ie qual ita ambientali e paesaggistiche. Per quanto riguarda la documentazione storica su villa Arconati di Castellazzo, si fa rinvio in particolare allo studio compiuto dalla d.ssa Patrizia.Ferrario "La Regia Villa Arconati di Castellazzo" edita dal Rotary Club Garbagnate Groane, che, per qualita e accuratezza del lavoro, e sicuramcnte la migliore fonte di informazioni suI complesso monumentale. Questi ambiti sono stati raccordati insieme in un peri metro ad un solo corpo, salvo I'Oasi di Cesano, che non e statu possibile, al momento, raccordare al resto del parco naturale, per la forte soluzione di continuita naturalistica attualmente esistente: Ie attivita del parco regionale atte al rccupero ambicntale suI corridoio potranno indurre a rivedere nel tempo tale situazione. La proposta di perimetro esclude quasi tutti i lotti editicati, con la sola eccezione di qua1chc villa 0 cascina isolata, e soprattutto del Castellazzo, in quanta borgo e villa sono il polo attrattore di tutto il sistema ambientale e paesaggistico unico nel suo genere per la provincia di Milano. Consorzio Parco Groanc Rclazionc al]a variantc parziale al PTC - 2005 La coerenza con gli altri strumenti di pianificazione urbanistica e stata verificata. Non sussistono contrasti con i PRG comunali, non sussiste contrasto, anzi pieno completamento, con il Piano territoriale di coordinamento provinciale. Non risultano agli atti previsioni di opere d'interesse statale, regionale 0 provinciale che possano in qualche modo interagire con ii Parco naturale. Vi era stata una proposta di itinerario per I' autostrada Pedemontana Lombarda attraverso Solaro; dopo ampie discussioni che hanno coinvolto tutte Ie amministrazioni locali, il progetto preliminare e in via di approvazione presso il ClPE su un tracciato a nord del parco, che lambisce esclusivamcntc il territorio di Lentate suI Seveso, ma in area estema al parco naturale. 7. Procedimento di individuazione del perimetro del parco naturale Per la determinazione del perimetro e stato redatto un documento d'inquadramento, che e stato preliminarmente approvato dalla conferenza programmatica degli enti locali interessati, in altre parole dal Presidente della Provincia di Milano e dai Sindaci dei 16 comuni del Parco 0 loro delegati, che si e svolta presso il Centro Parco Polvenera in Solaro in data , il cui verbale e allegato parte integrante del presente atto. 8. Le regole del parco naturale Per quanto riguarda Ie nuove regole collegate all'istituto del parco naturale, all'art. 22 sono stati aggiunti taluni commi, che prevedono, fra I' altro: a) II divieto d'esercizio venatorio e alieutico (la pesca), salvi i prelievi faunistici e gli abbattimenti selettivi da autorizzarsi sulla base di indagini tecnico-scientifiche approvate dal Consorzio e, ove occorrente, previo valutazione d'incidenza sui siti comunitari; dal divieto d' attivita alieutica sono esclusi i laghetti destinati alla pesca sportiva; b) II divieto d' estrazione dell' argilla, salvo quella strettamente occorrente per I'attuazione di progetti di riqualificazione ambientale, idrogeologica e naturalistica approvati dal consorzio, ivi comprese Ie vasche di laminazione idraulica; c) l'inedificabilita, salvo quanto ammesso dalle specifiche destinazioni di zona del presente piano; d) e vietata la realizzazione di nuove strade, ad esclusione di quelle di cui all 'art.42, elettrodotti ad alta tensione ed altre reti di trasporto energetico di grande distribuzione; e) il divieto di sorvolo da parte di deltaplano a motore e altri velivoli a motore superleggeri; f) il divieto di qualsiasi attivita sportiva e edonistica con I'uso di motori a combustione intema; g) i cani devono essere tenuti al guinzaglio 0 all'intemo dei recinti attomo aIle abitazioni; Consorzio 9. Rc]azionc Parco Groanc Aggiornamento ;)11;)v;)ri;)ntc parziale a] PTC - 2005 pag.37 ~-~--~- giuridico Le nonne tecniche d'attuazione sono state aggiomate aile nuove nomle regionali recentemente promulgate, in particolare la L.R.27/04 in materia forcstale e la L.R.12/05, di govemo del territorio. Per quello che riguarda la materia forestale, e stato introdotto 10 strumento del Piano d'inquadramento forestale (PIF), che integra il piano di settore boschi, assumendo quindi i contenuti previsti dalla nuova nonnativa. L'aggiomamento alIa nuova legge di govemo del territorio ha comportato un intervento piu rilevante, poiche numerose leggi richiamate dal PTC sono state abrogate e i contenuti ivi assorbiti. Ma l'operazione non ha riguarda esclusivamente una operazione di doveroso raceordo, bensi e stata l' occasione per meglio precisare alcuni passaggi nel profilo dei rapporti fra pianificazione locale e PTC del Parco. Un aspetto chiave ha riguardato la rifonnulazione dell 'art.4 delle n.t.a., posto che al concetto di standard urbanistico rigidamente definito (DM 1444/68 e L.R.51/75) il legislatore ha sostituito il piano dei servizi, quale strumento d'identificazione del fabbisogno locale, avuto riguardo del contesto territoriale in cui un comune s'inserisce. L'art.9 delIa LR 12/05 riporta che i comuni redigono e approvano il piano dei servizi al fine di assicurare una dotazione globale di aree per attrezzature pubbliche e di interesse pubblico 0 generale, Ie dotazioni a verde, i corridoi ecologici e il sistema del verde di connessione tra territorio rurale e quello edificato ed una loro razionale distribuzione suI territorio comunale, a supporto delle funzioni insediate e previste. Per questo motivo la nuova nonna del PTC qualifica il parco quale servizio a tale fine, nello spirito gia tracciato dal primo PTC del 1984 e da quello del 2004, nonche dalla LR 1/2001 oggi abrogata. Non solo, ma Ie zone parco attrezzato, per servizi, edificata e di irangia, possono essere utili anche per altre dotazioni di servizi, in annonia con Ie specifiche nonne tecniche. Questa scelta apre orizzonti valutativi assai ampi, nel tentativo di legare inscindibilmente il parco di cintura metropolitana al rinnovo del tessuto urbano. Chi operera, soprattutto nell' ambito dei processi di pianificazione negoziata, non potra cosi prescindere dal considerare il parco regionale quale risorsa per il reperimento dello standard qualitativo e quindi investire in esso. L'obiettivo e di creare Ie condizioni giuridiche affinche possa il parco attrarre risorse economiche anche dagli operatori privati, per attuare Ie finalita conservative previste dal PTC. 10. Interventi sui territorio e mitigazione ambientale II territorio del Parco Groane e accerchiato dall'urbanizzazione, che esercita una pressione notevolissima sull'area protetta. Occorre mettere in campo politiche specifiche, atte ad evitare che i fenomeni di accerchiamento insediativo provochino danni irreversibili. D'altra parte, il parco rappresenta I'ultima e pressoche unica area non edificata di una certa rilevanza nel nord-ovest e nella Brianza milanese. Per questo motivo essa e indispensabile per la conservazione di minimi standard qualitativi di scala vasta e per evitare la totale impenneabilizzazione dei suoli, una delle principali cause delle inondazioni delle zone poste a valle. Nello stesso tempo, in quanto area apparentemente libera, c vistosamente appetibile per operazioni immobiliari, cosi come per la localizzazione di inirastrutture che altrimenti non si saprebbe dove collocare. Questa visione, tutt'altro che ipotetica, impone di govemare i processi di trasfonnazione del territorio, soprattutto nelle aree marginali, affinche ad ogni azione che, in qualche modo, alteri 0 limiti la funzione ambientale del parco, corrisponda una reazione che compensi 0 almeno limiti gli COllsorzio Parco Groanc Rclaziollc alia variantc pclrzialc al PTC._-_2_()_05~~~~_. ~~ __ ~~pclg.39 a) pianifica clascuna zona mediante ]a propria strumentazione urbanistica e mediante i procedimenti negoziali, avendo cura di raccordare gli intervcnti possibili con Ie aree esteme al perimetro del parco e Ie aree urbane in modo organico e coordinato; b) gli interventi devono essere accorpati preferibilmente in comparti attuativi, soggetti al procedimento di cui all'articolo 7, al fine di costituire un idoneo fronte fra urbanizzato e area protetta, che si caratterizzi per l'elevata qualita ambientale e paesaggistica; possono derogare dalla pianificazione attuativa esclusivamente gli interventi di ristrutturazione edilizia e di completamento di singoli fabbricati, giusto per agevolare talune situazioni consolidate frammiste ai lotti Iiberi; c) individua e tutela i beni culturali e coordina Ie previsioni urbanistiche con la tutela delle zone di interesse naturalistico; d) prevede la realizzazione dei corridoi a verde e percorsi ciclopedonali di continuita tra i settori del Parco interrotti dall'edificazione; e) prevede, all'occorrenza, servizi comunali e sovraccomunali, parcheggi e accessi a] Parco dotati dei relativi servizi. f) prevede Ie mitigazioni, compensazioni e recuperi ambientali, quale presupposto essenziale qualitativo, in assenza del quale il progetto non avrebbe alcuna conform ita con il parco. I siti destinati alia zona di pianificazione comunale sono frutto di una concertazione con i Comuni e indicati dagli stessi, in coerenza con Ie scelte gia operate nel 1994 e verificate nel corso di questi ultimi anni. Si tratta in ogni caso di aree marginali e a ridosso dell 'urbano, spesso intercluse fra barriere fisiche bene definite, se non anche gia urbanizzate, da lungo tempo (spesso prima dell' entrata in vigore del Parco). 13. Estrazione dell'argilla I comuni del parco non ritengono opportuno e con forme alla concezione dell' area protetta la possibilita di attivare nuovi giacimenti estrattivi d'argilla; tale scelta viene sollecitata soprattutto per l'impatto che essi creerebbero, nella fase dell' esecuzione. SuI territorio risultano attive esclusivamente due fomaci e pertanto il fabbisogno locale si e ridotto notevolmente rispetto al passato; e ragionevole ritenere quindi che i tempi di estrazione possano dilatarsi, prolungando il disagio a lungo. II divieto e assoluto all'intemo del parco naturale, mentre e atto d'indirizzo per l'esprcssione di una incompatibilita, in sede di fonnazione del piano provinciale cave. Fa eccezione esclusivamente l'attivita necessaria per i progetti di bonifica 0 riqualificazione ambientale autorizzati 0 approvati dal Consorzio. 14. Recupero delle fornaci E stato rimodulato I' art.36, comma 2 relativo alle fomaci, in quanto risultato non aderente alle necessita di recupero ambientale, urbanistico e edilizio emerse negli anni e nel dibattito fra p.a. e soggetti interessati. La nuova fonnulazione confem1a che Ie funzioni ammesse siano quclle residenziali, artigianali, agricole e terziarie, can la sola esclusione delle destinazioni commerciali di grande distribuzione; I'intesa can i comuni potra escludere talune ulteriori funzioni non ritenute compatibili con il contesto urbano. E' stata ammessa la prosecuzione dell'attivita produttiva e commerciale del laterizio (facolta che il PTC 2004 non aveva espressamente citato, con Consorzio Parco Groane Relazione al]a variante parziale a] PTC - 2005 pag.40 comprensibile disagio degli imprenditori interessati), nonche altre attivita produttive e di stoccaggio, che si dotinG di certificazione e/o registrazionc ambicntale. L'cdificabilita massima ammissibile e individuata da] piano di settore, al fine di tutelare il contcsto paesaggistico e ambientale, tenuto conto delia densitl cdilizia esistente e del contesto in cui si inserisce; questa scelta demanda allivello attuativo la tODnulazione del corretto carico insediativo d'intesa fra parco e comune e non a meccanismi di calcolo sulle volumetrie pili 0 menu esistenti, sovente oggetto di disquisizioni anche davanti al giudice amministrativo. L'intervento deve prcvedere sempre Ie idonee opere di mitigazione inserimento e compensazione ambientale, ai sensi dell'articolo 7. Il piano di settore puo anche prevedere, d'intesa con i Comuni interessati, la traslazione di volumetric esistenti nelle aree di pianificazione comunale e/o in localita esteme al parco. In assenza di piano attuativo i soli interventi ammessi sono quelli di manutenzione ordinaria e straordinaria, consolidamento statico e restauro conservativo, non la ristrutturazione edilizia, che potrebbe precludere un attento govemo delle trasformazioni. 15. Trasporto sostenibile e metrotranvia del parco In attuazione dei principi di Rio de Janerio 1992 sulla sostenibilita e dell' accordo di Kioto sulla riduzione dei gas serra, il parco si propone quale luogo dove offrire alternative al traffico privato. Per questo motivo gia nella tavola di PTC viene avanzata un'ipotesi progettuale di prolungamento delia tranvia ATM oggi attestata davanti all'ospedale Sacco, fino ad Arese e all'Alfa Romeo (futuro polo della sostenibilita), possibilmente in sede propria e con automazione semaforica atta a gestirla quale metropolitana leggera. Sono state ipotizzate fermate nel Parco a Ospiate via Verdi, Arese Castellazzo, Garbagnate Siolo e Valera Alfa Romeo. Studi di settore potranno anche valutare un'ipotesi alternativa che qui viene soltanto accennata, poiche merita approfondimenti tecnici rilevanti, che prevedrebbe la realizzazione di un percorso ad anello, che, dopo la fermata Arese Castellazzo, raggiungesse questi luoghi: Serenella FNM (con interscabio sulle linee del sistema regional e), Ospedale di Garbagnate, Senago Mascagni, Citta Satellite, Villaggio del Sole, MombeIlo. Da qui, potrebbe rientrare in citta sui vecchio tracciato limbiatese, gia previsto in riqualificazione. L'ipotesi ad anello renderebbe il sistema pili efficace, su itinerari interamente in sede propria, con una interrelazione funzionale su FNM nel punta di maggiore capacita (i quattro binari delIa Bovisa - Saronno). 16. Modifiche cartografiche. Per quanto attiene aIle modi fiche cartografiche si fa riferimento alia planimetria di piano allegata alla presente relazione e aIle schede cartografiche; non sono riportate nelle schede cartobJTafiche due modiche: una riguardante il Comune di Lazzate di modifica di un'area azzonata in Zona di riqualificazione ambientale ad indirizzo agricolo in area a Parco attrezzato ad assetto definito e una riguardante il Comune di Cesano Mademo di modifica di un'area azionata in Zona di riqualificazione ambientale ad indirizzo naturalistico in area a Yerde privato vincolato 17. Valutazione d'incidenza sui Siti d'importanza Comunitaria (SIC) Una buona parte del perimetro del parco naturale ricade nei SIC "Pineta di Cesate" e "Boschi delle Groane", come e evidenziato nella cartografia di supporto al prcsente documento. L'inclusione di tali territori in un'arca soggetta al vincolo di parco naturalc non puo che rafforzame la conservazione e la perpetuazione. Le nonnative gia vigenti, unitamente a quelle aggiuntive succi tate Cansorzio Parco (Jroanc Relazione alia variante parziale al PTC - 2005 pag.4 I e ai combinati disposti delIa ]egge regiona]e ] I marzo 2005 n° 12 di go verno de] territorio, per quanto attiene la prevalenza del parco naturale su altre t()[Jne di pianiticazione, offrono buone garanzie di regole rigorase circa la salvaguardia dei luoghi. In aggiunta gli stessi SIC saranno soggetti a tempi brevi ad uno specitico piano di gestione, che individuera Ie metodiche di governo e ]e forme di mitigazione degli etfetti nocivi eventualmente incidenti sugli stessi, per attivita insistenti in zona da prima delIa ]ora istituzione. Per quanto attiene aile a]tre modi fiche che vengono introdotte dalla variante parziale, esse non incidono e non riguardano direttamente i SIC, con Ie eccezioni a seguito descritte. Per Ie modifiche che riguardano aliquote esterne agli stessi, si puo evidenziare come nessuna interferisca direttamente 0 indirettamente con Ie componenti biotiche descritte nelle schede istitutive degli stessi, riguardando ampliamenti del parco regionale, 0 i] riconoscimento di talune situazioni d'urbanizzazione consoli data, che nulla hanno ache vedere con ]e esigenze di tutela. Va speciticato, in aggiunta, che ciascuna opera che possa direttamente 0 indirettamente interessare la tutela dei SIC, sara soggetta, in base al PTC, a specifica valutazione d'incidenza. Le modi fiche che attengono all 'azzonamento con 10 studio degli effetti a fianco indicati N° Comune Descrizione modifica di PTC interno del SIC 0 adiacente sono Ie seguenti, Analisi incidenza scheda MisO 1 Misinto I Mis02 Misinto Mis03 Misinto CglO6 Cogliate CglO7 Cogliate Sev07 Seveso Ces02 Cesate Riduzione perimetro, a seguito di costruzione di variante stradale, a margine SIC Modifica azzonamento area S.Andrea per realizzazione attrezzature sportive Area per porta del parco in localita via Pusterla Previsione di attrezzatura pubblica di connessione con il parco e I'area produttiva esistente - opera prevista un parcheggio Recupero di un ex campo di go-kart abbandonato per una porta del parco di accesso al SIC Campo di tiro al piattello esistente, da destinare a parco attrezzato ad assetto definito Presa d'atto dello stato di fatto, precedente de] SIC - ininf1uente- l'istituzione I L'intervento dguarda arec ,"cchillse fra gli insediamc~J esistenti, senza intaccare a]cuna area natura]evi sara specifica valutazione suI progetto Presa d'atto attrezzatura consortile esistente, gia recupero di una piccola cava abbandonata Intervento su terreno privo di copertura arborea, estemo al SIC - specifica valutazione suI progetto Intervento per favorire una fruizione eguilibrata specifica valutazione d'incidenza suI progetto - I I trattasi un campo di tira al piattelo esistente da decenni, c~ richiede un intervento di riqualificazione e di miglior I inserimento nel contesto ambientale; poiche trattasi di una attrezzatura di rilevante importanza sociale locale, se ne I prapone la destinazione a parco attrezzato ad assetto dejinito, affinche diventi obbligo redigere una convenzione Fa parco e operatori per if migliore utilizzo, compatibifmente can la presenza del SIC; il piano di gestione relativo indicherel Ie attivilcl e Ie opere di mitigazione e c::ompensazione. .---separata dal contesto Dovra essere redatto uno specifico progeffo, da due strade, che assoggettare a valutazione d'incidenza Area I da I'amminstrazione comunale chiede di nnVlare alia pianificazione locale - - Consorzio Parco Groanc Per questi motivi, SIC. Rclazionc alia variante si csprime una valutazione parziale al PTC - 2005 positiva d'incidenza _____________ del provvcdimento pag.-l~ in esame SUl Consor/io Parco Groanc Rela/ionc alia variantc par/iale al PTC - 2005 Bibliografia AA.VV., 1995. Studio idrobiologico delle zone umide del Parco delle Groane. Relazione inedila per il Pareo Groane. Aronsson S. & Stenson lA.E., 1995. Newt-fish interactions in a small forest lake. Amphibia-Reptilia, 16: 177- 184. Ballasina D. & Lopez-Nunes F.. 1999. Reintroduction de Emys orbicularis dans Ie Parco delle Groane, Vallee du Po. d Italie. In: Proceedings of the 2/l Symposium on Em)'s orbicularis. Chelonii, 2: 120-122. Banli E & Costalonga S., 1984. Spontaneizzazione nelle groane milanesi di due vistose Rosaceae: Rosa mulrijlora Thunb. e Crataegus sp. della serie Molles. Pagine Botaniche, Milano, 2:3-9. Banfi E, 1977. Appunti di flora esotica lombarda. H~pericum mwi/um L. nella groana milanese. Atti Soc. It. Scienze Nat. Milano 118(3-4):367-370. 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Lomb., Milano, A, 102:767-799 glaciali e ·OTTENERE ILPERMESSO 01 ESEc-OZIt>NE LA VORl Add't -- ~::.~~J J_9. __ 197 f?_ ~~~~~~~~~m_m l~. .Ai (-'signor ~Sindaco del Comune di CESANO REGISTRAZIONE DI ARRIVO OGGETTO: Oenuncia EO'ILI MADERN~ di opere edili al protocollo I sottoscritti presentano vigente -regolamento per l'approvazione, comunale edilizio, a sensi di legge e del il progetto di m~---------h-----. -_~R~~~:~ __~~~_~_~_~~_~_~ __~~_~_ ~~~~~~ __El: __ ~~?-~~'R?__!_~_~ _ OPERE EDILI ___ -- -- _h __ h_nh ------- -------- -- h 1__-------- -----. - _ IX DATI RELATIVI AllA -~ u - - COSTRUZIONE DA ESEGUIRE -_--_-.- ':::-_- -_- __-_- __-__-=--_-.- -_.-_-_-___ -==-::-:=__-_._=-==·::·-- __ -_-. -..._-.-_._-.- -~-_.- __-_-_-~.-_- NATURA o ,Nuo~o Ja~brica.t!i< , h delia costruzione .del·I'~t:cdstt\:tzlp.nif! ,,-, ,.;<:; ..:'}"}:'l,~ o Piccole e sopralzi m~:1 __m_m foglio __ sito in localita _ G~P~ opere Mappale m __..7. N. Via F()r-n.a.0e. .. ~I_~ m _ N. __ m_ Signo::::~t::;~~~~g~ ...\.:~~~~~~,::... c;~,,, ... :••~•. Proprietcirio ;.qj o Ampliamenti h_ -Catasto UllicazfOne :';,;'-'-1 __ in:;;.; ,-,j in .cESANQ __KADERlH.L domiciliato m_Via __~~~~i: ~ N. __ (1) Progettista delle opere residente in .. ~ Via _ . .. .. N. ~ , Esecutore del favorl Direttore del lavori (I) Direnore Cfpere in c; a. residente Disegni ......... Via In delle opere in triplice copia - Favole .n_ N. 3 e relazione Documenti allegati alia presente Frazionamenti ,------------------------ e Documentazione •• Proprietd ---------------------------- N. tecnica _ La costruzione sara in __.__ a) Strutture verticali __ b) Strutture orizzontali c) Natura e tipo delle scale . d) Tipo della copertura _ e) Materiali di gronda __ Pavimenti f) _ g) Pavimentazione cortile h) Materiali e tinta delle fronti RIPARTIZIONE DEI LOCAL! La costruzione .. domanda sara costruita ' TOTALE N, access. Vanl Vani utili (stanze) N. Appartamenti N PIANI di cui alIa presente N, complessivamente ,., vahi- •.• Altri come segue: N TOTAlE GENERAlE N. 0 T E . Conllnala ." T erreno •• u __ ... __ .u ____ _______ u __ ____ __ n ________ ______ n. ___ •• __ H _ n 0 2 _.- 3° •• 4° _ h. -p-------- ... n_.- .'0'."' ___ " "u ___ "---- ------, .-.-_. _____ ••• -- ___ u __ ' • _______ __ •• _______ ~ .- __ • ____ o.~ ___ __ • ____ u •• n_ --------- _.~ .. ----- ... -------- ------___ _ .o o_ _______ o. ___ ~n __ .n __ • __ u ..--- __ .h • _ ___ H __ .n •• .- _ nn __ • _________ ... uo u •••••• __ ..- .. ·_ l ------ .--.--- ____ • __ •••• o.u. __ • __ o ~ __ _______ ••• unnn __ • .---._-- ___ ..---._--- ..-_ .. ----. ~_dn ____ .h ___ ----.-- _~~.. ... ~--_._- .. • ___ • ___ ._n. _______ ··_ ••• __ • da non- soicui AlTRI VAN': Sl intendono quelll ehe essendo compresi nel labbrlcato non fa~~ no parte integrante dell. abltazlonl' (botteghe, autorimesse, cantina, magl!lZzlnl, stalle, lIenill, ecc.). , __________ vanl luce ! v8nl VANI ACCES~ORI: Sl intendcno ecc . de'stirfati al servlzi, ai disimpegnl, (latrine, bagnl. anticamere, ripostlgll, corecc), nonehe lngressl, I. cuclna rldol, sopraquando manchl uno del requlsltl stanza. citat! per essere conslderata ............................... _._h. ________ '. _ _______ o ________ ._ - . --." , Totale __ ... -..-- .... -.-.---- -_ .._._.~---_ ... _-----_. __ u~ n _."--.---------- .... .............. __ ••• _ --.- •• n . _.u ___ ._u_o on VAN) UTILI (Stanz. ): 5i Intendono I compresi nel11abl tazione ehe abblano ed ampiez:z;a sufficlente ed aria diretta un letto (camere con tenere almena letto, da pranzo studl, salotti, eee.) dalle ehe la eucina ed I vanl rlcavati dl i requisitJ IItte quando abblano sopra . .... ... -"-------------- --- .. ---- ------- ---- --00-- - ---- ..... uo. ..... - ..---- ...................... --- ......... -- ...... 0 1 -.-_ ----- --------- n_ .~ - INDICE DI FABBilICABILITA Sup. abbandonata a sede Bli-adale mq:_ volume Rllpporto aBservimento volumetdco indice Zona previllta Superticie dal P.R.G. nelta 0 iudice .Ii P.F ... mq, m_m . ..Iodice vol. area coperta E = mq .... area coperta N mq .... . Volume maBS.edificabile Are. ) fabbr. E mc . ) N mc . .. ................ Total •• E= V , mc. LUNGHEZZA del cortile dei singoli Iati - N nuovo - A A 8ullotto m3 .. = mq are parcheggio mq .. mq •................ V mc ... S --VOI.1II1 INDICAZIONE esialente __ . LV. -Tolale m A I.C. -SVolume __ cope;tur~ . mq = IMPORTANTE Per sopraizi. ampllamentl. 0 modlflche Indlcare gll estreml dl costruzlime delfabbrlcllto esl8tente. Nulla-osta N. __~ del sup •. c'W.e,di6c,:,p,da di Iluperficie ) edificando volume.trico . area ALTEZZA delle pareti corrispondenti total I comprllo IIlIlnternu .C. _ CONSISTENZA VANI Dr ABITAZIONE -. Totale AbitAZloni I Stanze I 2 1 Accessori 3 I I Locall destinati ad aItro uso TOTALE 4=2+3 DELL'OPERA ABITAZIONI Totale generale van! e locall 5 1 7 6=4+5 2 I I [ I 8 COMPOSTE I 3 I 4 I 10 I 9 I I DI STANZE I 9 I ~~l;\~!; 15 I I 5 II 6 11 I 12 I 7 I 8 I 13 I 14 ! I I 16 17 I I I Scarieo aeque chiare e lorde e delle materie nere (indicare I I I I Allegare progetto di fognatura rete di distribuzione 1: 100 del piano in pianta dei dettagli relativi I I I , I I I I aile immissioni I terreno nella con l'indicazione I ! I I I I della fogna. col1:!~si provvede) Fornitura acqua potabile (indicare come si provvede) Demmcia presentata al Genio Civile in data _ (oppllre dichiarazione che non esistono opere Opere 0 strllttura Data di presentazione di cemento armato) in cemento·armato Quale materiale verra usato per 10 slato appena affioranti dal tareno .. coibente della umidita da porsi " ... aIle fondamenta , Coibentazione Denunda ai Vigili del Fuoco I sottoscritti'dichiarano Data di presentazione . __._. che l'accluso progetto e ._... __ c •• .. u. __ • __ • _ compilato in piena conformita aIle norme dei vigenti regolamenti edilizio, d'igiene,di fognatura ecc., nei riguardi pure delle proprieta confinanti e do ad ogni effetto auche di fronte, ai terzi e cioe con assoluto sollievo da ogni responsahilita del Comune. II richiedente la licenza edilizia, il direttore dei lavori, il progettista nonche il costruttore, sono corresponsa- hili di ogni e qualslasi inosservanza aIle nonne general1 di legge e di regolamento comunale. Analogamente sono responsahili, per quanto concerne l'osservanza degli elahorati grafici e la corrispondenza dl quanto dichia- rata nella presente .domanda di costruzione. Ogni comunicazione relativa alIa presente pratica va indirizzata al Sig... ___ .__ .~~~~.~.~~.~'!l.1?-.~.? ._._residente in ,~ ... : ': .._.. :.. I l 9.~~_~9._~~~<? Via . i ' , Cesa:nol4aderno - - - - - - - - -.::. -_ -.- - - -~ - - -.- - - - - - - - - - - -- - - - - - - - - - - - --I ') SNIA CESANO OffiCIO VISCOSA MADERNO SNIA VISCOSA Stabil. di C NO MADERNlJ TECNIGO Frr'm!"M~lsla ---~-·-~L(-,-~---.u{-~-~.q./-U.0v 14-2..'(IQ;0 Tltolo dl .tudlo I•• rlzlooe pOlSeduto _L~_~_~_l::-.~_~.2~_'::;_ In jl~n~_l'!_!o._~_:u2_?_:L_ 6) I~Lj8 .;7l.{Q ell'llbo \ (0 X FIRM~D di chi I o . el)J 0 I ~E resenta) t neo h~.~.~~~~ u •• ~}.~ __ • Y:~.~~.<?~.~.... .. .__. • ._ •• •• N. h_ I ~ Parere motivato dell'ufficiale data sanitario .~..~?.~.~~1.~.~.ir& Parere motivato dell'ufficio tecnico comunale data 8 HAR.1979 3- Decisione delia ..c()/Tl/Tlis'sione edilizia Osservazioni E / Predisporre~patti··per AddiLB/5/1~8() ~ rilascio :.;;.~:,~-l.,P.ii\.;r.. (? __ -...... n- •• ~.: ••• :: _n •• .+;~~ ... :~':'C:"-'" con essioneedificatoria. l~Edilili~..~,~r{J~~ta ni Carlo) NORME PER LA COMPILAZIONE DI I disegni si devono presentare in triplicc copia su carta bianca 0,. su tela di superficie non maggiore di 1 mq., piegati nelle dimensioni di 0,20 x 0,30 in iscala metrica nel rapporto di almeno I : 100 per l'insieme e di almena 1 : 20 per i dettagli. ~ ldisegni devono contenere tutte Ie pi ante dei va-Ii pia'ni, quando non siano ideritiche tra di loro; tutte ie facciate esteme, nonche queUe interne, quando possono essere vedute in tutia ad in parte da1!a' pubblica via; una sezione trasver'sale fatta secondo un. piano che piu particolarmente manifesti il sistema di costruzione; una planimetria generale delIa 1ocalita del rapporto di r ;SOOoppure ill 1: 1000, ove siano identificate oItre.,aUe costrnzioni.d? eseguirsi anch.~ quelIe&ia esistenti, con la illdica r zione.cmara. dei limiti dhproprieta,: del numero di mappa· del terreno che interessa, degli spazi liberi circostanti ant:he se 'di' proptieta di terzi, e delle vie e piazze. Con lel;;ifre n,l-!JTIerichesi dovranno indicare specialmente: .4)le_al~ezze~:cJeL.singoli piani da.pavimento a pavimento, oltre alIe aItezze interne d~ ogni~sjngolo piano; .,~d~J!';+~ll~~~eJ~~L~uJjf;r;:QI:lt~licljfabbrica e di cinta verso gli spazi scoperti sia pubbliciche<privati, misurate in confonnita al Regolamenh VIgentl;' ' ~ cl,.tu,tteJe·nimpn~i()ninl~nimp"'T';"''h,:a "'.;~ ,",0'; l •.....••..•.•.• H .•.... "1-. ~ .; .................•.. .:1: ":"_';;:':-'_'.oJ': ..;.-'--...;.__ ..••.•• r' SNIA VISGOSA 25/9/1978 Cesano Maderno OPERE EDILI PER IMPIANTO ])I ST ABILIMEN'l'0 Elementi componenti 1) Vasca di emergenza Vol. profondita pianta = utile () .~l\ r-:---- 2,2 m. dimens/ =' alle pareti bia,.e ai bordi ancorato Il I .~ 15 m. x 30 m. con scavo in terra compattata bile appoggiato (posiz. GE~iANO M. DI • rettangolare ottenuta LlqJIDI : 1000 me. = 'I'RAT:i'ANENTO SCARIGHI e posato superiori e rivestita con telo irnpennca== suI fondo soprc un letto della vas~a di sab== stessa. 2) Bacini 10 dis. ·10158/C) di ossidazione e chiarificazione Vol •. = 1000 me/cad. Dimensioni in alzato Profondita Vasche unitarie sezione superiore l'acqua. trapezia rettangolare come da dis. 40 m. x 8 m. '10321. == 4 m. costruite gi tudinali : pianta completamente in c.a., in c.a. per incanalare e di ogni vasca (posiz, con setti di separazione lon== i1 flu:::sodel liqua;ne ; ad un bordo sistemato un ca.naletto per 10 sfioro del== 2 dis. 10158/C) 3) Vasche per addensamento Vol. = 150 me/cad. Dimensioni h == sez. cilindrica con diametro ¢ 6 m., cltezza 5 m. parte in unitarie inferiore cO:1ica CO:1 c. a.; 1Jordo superiore al tezza cono h == 1m. costrui te intera;llcntc con canaletta di raccolta aCC[Lladi sfioro • ./. l / / ( - Nella parte centrale ] e 2 - sistemata una torretta di alimentazione con fi nestre di diffusione liquame (posiz. 4 e 6 dis. 10158/C). !, I, 1 I 4) Vasca di staoilizzazione fanghi Vol. = 2000 me. I I I I I I I I I Pianta rettangolare dimens. 22 m. x 22 m. Profondita = 4,2 m. costruita in c.a., con pozzetto d'invaso sull'uscita per alimentazio= • ne stadio successivo. (posiz. 5 dis. 10158/C). 5) Letti di essiccamento fanghi N°.5 vasche in terra battuta con lati compattati, e fonda impermeaoi= le in cemento can canaletti di raccolta acque di.scolo, sopra il quale sono sistemati due strati di ghiaia a diversa pezzatura per drenaggio. Vol. tot. vasche = 5000 me. Profondita- = 1 m. Dimensioni unitarie : pianta rettangolar€ 35 m. x 30 m. (posiz. 8 dis. 10158/C). 6) Discarica fanghi 2 Area tot. = 35 m. x 60 m. = 2100 m Zona di deposito costituita da area di piazzale spianata e comp2.ttata. (posiz. 9 dis. 10158/C). 7) Locale quadri di controllo e apparecchiature Pianta dimens. 12 m. x altezza locale 4 m. 7 m. = 84 m 2 copertura con eternit I 1 pareti in mattoni forati. , (posiz. 7 dis. 1015S/C). j 1 j \ j ./. -.3 f: 8) Vasca di sterilizzazione Vol. == 200 me. profondita = 4 m. 10 m. x 5 m. pianta rettangolare dimens. costruita in c.a. con setti rompiflusso. (posiz. 3 dis. 10158/C). Le opere sopra indicate serviranno per l'impianto di trattamento degli scarichi liquidi dello stabilimento·che funzionera con un sistema biolo= '-.-- . -- ~::::-" '---': ..• gico a'fanghi attivi, secondo il seguente schema. Dopo la neutraliz~azione chimica delle acque reflue gia esistente, i li= quami verranno ossigenati per insufflaggio di aria al fine di consent ire l'azione depuratrice dei batteri. La fase successiva consistera nella decantazione delle acque depurate in bacini di chiariflocculazione. Da queste vqsche per sfioro uscira l'acqua bonificata, mentre dal fondo si estrarranno i fanghi che, previa addens~lento, verranno stabilizzati mediante ossigenazione in un altro bac±no a lungo tempo di permanenza. La disidratazione dei fanghi avverra in letti di essiccamento tramite la evaporazione naturale ed il drenaggio dei letti stessi con riciclo del liquido percolato a fasi precedenti. Quando il grado di secco dei fanghi biologici sara giunto ad un valore taleda pennetterne la movimentazione, si tra.• sferira il fango al piazza= Ie di deposito adibito a discarica. .~ ~' ·C0 M U N E DI •••• A /1 /" ! , MADERNO CESANO PROVINCIA DI MILANO 26" MAR."1979·· Add 1-, UFFTCIO.,.T-BCNICG- ~D .PRI VAT A 21104 ,if ~ Pro t • N •• 0•0..•.. t .\.fJ • ~ • 0 1 g"e S·· 06·.".", . I o . V la G G E Tv T 0 Prat .. Edilizia N. ~J? ... del~{?{J?7S, • e •••••••••• :e ••• e 8' 0 sxavtsCOSA ..St'ft,a, a 0 • 0 e.o 0 0 e P'r11111 0 ClO ••.•• 0 CI • 0 ••• a • o ••... 0 •• dI 6 "', ••• 0 ••••• It • "" • 0 • D . , , , , .. CBSAlfO 'MAJ>IJUlO .. 1;/~SlfIA· 'nSC08A S. P.A. Premesso • • 0 D •• che i sig~'::~·~.7~ 01,-'#~;~J'. 0"0 ,J;'-'" .., II ••• 0 •••• '0 • "~ 0 .•• -. o~-~.i","" • \','~~'~. ell '0 • 0 6 .-0 6 ••• CI •• •• 0 0 \I ••••••••••• ••••• 0 ••••• 0, 0 ••• 0 0 •• eo. 0 •• 0 0 ••••• e - •••••••••• • • hannQ.-present~tG--i'~;:':9-aia4tt~1'1f •••••·.-demanda:·per'·il· ri:l·d:.sc'io di 'concessione edificat~H-a~:,~redata dai dati tecnici illustrati in allegati alla domanda medesima. _ • .i~_ h • 1 ••••• • • d d .o~~~~1~i Of •• d' )ii~.aven t e ogge o~". ~.;. ""'ti~.t'7ts·. · · ....· ·.... Of tt 0 • ,i1llftiantotrattuento ac-•• o •••••• ooo.o.~- o ••~"' ..••..• oo 0 i i.;6.4 • ~1' . ••••••• 0 • 0 • • • • ~ • • • ~ • • pervenuta 11 •••••• 0.·••••..••••00•••·•• 0.prot.N ..•••••••o. ed lscr1tta nel registro delle-Costruzioni Edilizie al N •• - Vista la Pratica - Visto il parere N' • '0 0 •••• Doe ••• Edilizia sopracitata; ... 26/9/1978 E d1l1 Z 1 a del •..••••·o~ della Commissione • 0 6 ••••••••• 0 , 0 - considerato che sussistono violazioni e/o difformita rispetto alii~i~ie,nti di~pos:i.zj.9n}che cosi ve/igaono motivateoo~~it~~~t • •• . ".~ .."1.U u.u.lU~lo •.•. "lPlU'QQ 41 interes.e 0•..•..•• 0.'•... 0.000 ••..••0'000.'.00•• 00 b" •• h~~"l. " .~"l;''''·"·o'"f "aelt.:.~_•...... • 0.0 •• 0 ••••• eo. 0 Q • ~ 0 GOO. 0 ••••• Q _ •• ~ *-& : 0 0 Q - ritenuto che la concessione edificatoria trata non puo essere autorizzata; •• 0 •• ~:-. e 090.0 •• 0 o •• 0 di cui alla domanda - Vista la Legge 17 Agosto Agosto 1967 n.765; 1942, n.1150 modificata - Vista la Legge Regionale n .. 51 del 15/4/1975; - Vista Ia Legge n.10 del 18/1/1977 dalla Legge e_. ~ 0 inol6 D E C IDE di non autorizzare i relativa concessione CUl alIa domanda diniegando i motivi in narrativa. po IL SINDACO la RELAZIONE A r~eh:i,est'<? d~l Sig" ' ~critto •.... '., I die . '., 1lf-<5 (~~~ Addi, " ••.•••.••.• IL Sindaco di sione"~~~n~. . DINOTIFICA notificato ~,o ~nS~~'ila del "". _~, ~ 4~ II ~/\~, io.sotto a,l 5ig •........ .~- .... , .' ..•. _ '.C !/ ~~.F:; delIa., _." ?R~r. 5,7;nn}e copia lOH'a 1naniSl~ .. ! ?(:.3.:.?;f ..... RICEVENTE di·. Ce5ano' Maderno, c cli .... " di CESANO m:DERNO Oggetto : Pratica edilizia nO 519/78 del 26/9/1978 Richiesta per un riesame delIa decisione di cui a nota Proto nO "21104/6924- 26/3/1979 dell'Amministrazione Comunale. Lasottoscri tta SNIAVISCOSA S.p.A. (Societa Nazionale IridustriaApplicazioni Viscosa - Sede in iulano, Via Montebel 10 nO 18 - Capitale £. 64.674.426.000 - Tribunale di~lano, Registro Societa nO 40257), Stabilimento di Cesano ~derno, PREMETTE: 1) In data 26 Settembre u.s. la scrivente inoltra a codesta Amministrazione domanda per il rilascio di concessione edlizia per le opere relative ad un impianto di trattamento scarichi idrici ed annesso deposito fanghi • .2) Scopi di tale iniziativa erano sia l'ottemperanza al~e pr scrizioni contenute nell'ordinanza nO 1092 - 2~ Luglio 78 del Sig. Sindaco di Cesano, sia l'adeguamento ai disposti delIa legge 10 ~gio 1976 nO 319, recante norme per la tutela delle acque dall'inquinamento. 3) A seguito dell'inoltro della citata domanda e dei relativ' progetto e relazione tecnica, codesta Arnministrazione chi deva - sentito il parere del Consorzio Provinciale di de= __"__ I purazione delle acque del Nord ~lano ~~---I - ulteriori raggua= gli in ordine alla qualita degli scarichi, al cicIo dei - --j I previsti fanghi ed agli accorgimenti 2 - per evi tare inquina= -~--- -- .. - -- (nota nO 27254 In e dell'ambiente menti del sottosuolo -- --- --- -- data 12/12/1978) • -- - ragguagli I predetti ampiamente venivano forniti - ------- vente - Dr.SC/vl 6081 con lettera Prot. --.---- dall a s crli !- in data 20/12/19781- - . 4) Con la sua nota richiamata ci notificQ i lavori in questione, l'Amministrazione in oggetto, -- la sua decisione Comunale ------ diniegando - ---_.---- ddi non autorizzare 1 concessione la relativa - - motivo per il seguente edificatoria, terno della delimitazione : "parztalmenteall'i del Parco di interesse ~ regionale delle Groane. E S P ON quanta segue Societa la sottoscritta 'futto cia premesso, - E : 1) Si ritiene interventi che le opere in questione siano assenti ti 1).ell'ambito del Parco. conforrni agli 1nfatti 1 art ~ I ------_.- 3 - lettera - ..-- ___________ -1 (Deliberazione del Consiglio regionale de:1 , --------- 20 Lug 1i 0 1978 sonia - nO 11/812) indica, "promuovere, coordinare schimento, di pianturnazione, ecologica, di risanamento _t_~_~tesso_.:ta~_~:~_stab~:_~:=~ !I per il Parco --------- delle Groane" I del Consorzio c) delle "Statuto iniziative possono essere •••••• tra gli s copi del Con - interventi di salvaguardia igienico •••••.• di rimb9.~ ambientale, " ~:1'.:.~_~ -__ pO~__ attuate comma ~) anche da privati -----------~--------------------------------------j------ li 0 ------- t------ 1-! che _~1 (singo i I I associati). i I ./ . ._ I j _ I Ii - 3 - Ii I j 9 _ ! Le e opere per cui stata richiesta autorizzazione sono --------.----~----------------------~-~--~~- nalizzate ad un ulteriore rente Garbogera miglioramento che interessa i f" delle acque del tOT + il comprensorio ------~--,._-- del Parco. -------- -------- - Per quanto precisa concerne la discarica che essa sarebbe funzionali, attrezzata costituita, da una serie di settori che verrebbero realizzati dei fanghi, si anche per esigenze di limitate progressivamente. dimensioni Ad esaurimento > d.ias cun settore piantumato, I ! verrebbe ricoperto come chiaramente con terra di coltivo indicato nella gia citata e let - tera del 20/12/1978. In conclusione; infestata 1' area interessata da sterpaglie, diverrebbe . ,: formemente . dal deposito fanghi, una zona alberata, or con - agli scopi del Parco • 2) A te~ini Art. 3 interventi - comma nell'ambito 7° del predetto statuto, tutti gl dell' area delparco\Ldovrebbero esse - - re autorizzati strazione (e quindi eventualmente negatijt-dall·"Ammini - --~ Consorziale. I! i Come accennato in premessa, ne chiese a questa Societa nella scorso Dicembre (e prontamente ottenne) il Comu= pili am= ~---------+-l-------------------------------+-! I I pi ragguagli ! si deve presumere 1 di carattere ------------~----- tecnico ed ecologico, ------ di modo ch -----------+----------------------------- che non sussistessero motivi per il di= ----------------------+------ L__~:ego ~e_~la_~~_ncessione_ed~~_~=_:.t_~.:ia. i ------------------~t-------tA-------! !4) Si fa, infine, presente che l'ubicazione -~~~--+---------------~---------- vista dal progetto e situare le costruende determinata dell'impianto pr~l ------~----------------+------4 dall'esigenza opere immediatamente tecnica di a valle del prl ! r 1\ _ \ ---~ __ ~ _ RegioneLombardia 2 B \-fQ\j. ,Sfi Giunta RegionaIe Assessorato all'Ecologia e ai Beni Ambientali Via Porlezza, 12 Milano Tel. 875746/7/8/9 Pfc"-,,,c~\i~~:. Ill. - i~ .u;' -- ~ 'M lano, Comune di GE ANO MADERNO (MI) Servizio Tutela Ambiente Naturale e Parchi Ufficio Zone Protette Prot.n.,Ss, LR/ma Oggetto: Impianto trattamento acque di scarico e deposito di fanghi delIa Societa Snia Viscosa nel Parco delle Groane. Con riferimento alIa Vostra richiesta di parere dell'11-10-1979 n.22975 in merito alIa prati ca di concessione edilizia di cui all'oggetto, si richiama la Vostra attenzione suI disposto dello art.6, 2° comma, e dell'art.7, punto 1b), delIa L.R. 20 agosto 1976 n.31. L'opera in oggetto, da quanto si puo dedurre dalla documentazione in nostro possesso, e ubicata per Ie vasche n. 2-4-5-10 nel pre-parco, zona y ed·~ quindi subordinata al parere di questa Giu~ ta Regionale, ai sensi dell'art. 6 delIa citata L.R. L'intervento relativo aIle vasche n. 3-6-7-8 -9 ricade invece all' interno del Parco ed e consentito in quanto "adeguamento igienico" di edifi ci esistenti, ai sensi dell'art. 7 delIa stessa legge. In considerazione di quanto disposto dalla normativa regionale sopracitata, e prescindendo da ogni considerazione s~lle disposizioni urbanistiche locali, che debbono comunque essere rispe! tate, si ritiene che il progetto non contrasti con Ie esigenze ditutela ambientale del parco-e 2. si esprime parere Distinti favorevole. Saluti .. .---------------------------------------------------Pratlca Ed"" N. Concessione Edi!. N.. :S1!V'18. . !.I.}Qle.9.. . COMUNE C ONC ES8 01 C ES.ANO PROVINCIA 01 MILANO E PER ESE CUll 0 N E L AV DR lED I L I ION IL residente 0 .In d at a . II 1ft,••.• t8.ta.'HDta __ b.~_.lt. SINDACO ""1.•• 1 .1 Vista la domanda del" ~. MAOERNO con sede legale a .~ Via If'" ~~ N . . d'I esegUlre . con Ia qua 1e c h"Ied e. Ia concessIone •••.•••••••••. to • ..,ld. - ................................................................................................................................................................................................................................................................................................ . . •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• n inquesto Comune al mapp. N ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• u 1 Fg ••• nn ~~ ••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• _ •••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••• in via n ~ ~.~~ n ••••••••••••••••••••••• Visti i disegni e il tipo allegati alia domanda stessa; Sentito iI parers favo~ev~l~ delia ~ommissione ~diliZia in data ~.;~.'; •................ ; Sentito iI referto dell UfflCIO Teemco comunale In data Sentito iI parere favorevole dell'Ufficiale Visti i Regolamenti comunali di Edilizia, ; sanitaria; Igiene, Polizia locale e tutela delle strade comunali; Visto iI Capo IV del Titolo II delia Legge 17 agosto 1942,N. 1150, e successive modiliche ed integrazlonl, nonchil la Legge 6 agosto 1967, N. 765; Vista la Legge comunale e provinciale; Visto iI Cod. Civ. Libro Terzo, proprietA edilizia; Visto II Regol~mento gen. per I'lglene del lavoro. apP(OvlltOcon D. 14 aprile 1927,N. 530; Vista la legge 28 gennaio 1977,N. 10; •• Visto che gli O.U. sono stati pagati con bollelta n.............•...... _ Vlsto che II C.C. e In data slato pagato con bollella n In data .......•............................................... m •••••• mmm •• nu_u.mmm. •••• n CONCEDE al-m~ribL;I~: ~.~.~ ~.~~~ ••ltI~~~.SNIA 01 ESEGUIRE I LAVORI di cui sl tralla, 'sollo ~.~~~.~.~~!.!!.~~.~~~ . FIBRE S.p.A. (02969220157) I'osservazione delle vigenll dlsposlzionl in materia di edllizia, di iglene e dl pollzia locale in conlormltA al progello presentato secondo Ie migllorl norme dell'arte, pen;ha riesca solida, iglenlca, decorosa ed alia alia sua desll- nazione tanto per I materiali usati quanta per il sistema costrullivo adottato, nonchil sotto I'osservanza delle prescrizloni. II proprietario, II direttore del lavori e I'assuntore del lavori sono responsablli di ogni eventuale inosservanza aile norme general I di leggi e di regolamenll comunali come delle modal itA esecutive lissate nella presente concessione dl costruzione. Alia presente sl allega in restituzione. debitamente vislato, un esemplare di clascuno del dlsegnl presentatl che lanno parte integrante e sostanzlale delia presente concessione. "Volturato come da provvedimento 2 3 LUG. 1980 Ii del Sindaco nO 2185 del 10/2/81" Ll As,s~S~~~ ...~..cJ ~i8~Zia .Privata (Terr i C rlo) ..... 1YV Dott. ALBERTO VENEGONi GEOLOC;C) SOCIETA BTEs.R.L. IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI ACQUE REFLUE INDUSTRIALI IN COMUNE DI CESANO MADERNO AMPLIAMENTO DELLA SEZIONE CHIMICQ-FISICA - VERIFICA DI IJJPATTO AA1BIENTALE- MAGGIO 2005 COMM. 15.05 Uff. Via P rv!icca, 11 ·20023 Cerro ore (Mi) tel. 03311421.978 fax. 0331/421.977 - Emall sWd,o@aibertovenegon:.19l:t Don: Fisc. Via de! Chisso 18/4·21052 Busto ArslzlO p lVii, 02047640129 C F. VrJG LRT 53P22 B300H INDICE pREMESSA, SCOPO DEL LAVORO E METODOLOGIA Dr INDAGINE QUADRO AMBIENTALE DI RIFERIMENTO 6 8 2.1. 2.2. 2.3. 9 10 11 INQUADRAMENTO CARA TIERISTICHE 2.3.1. 2.3.2. 2.3.3. 2.3.4. 2.4. CAPAC ITA D'USO 2.6. CAPAClTA 2.7. INQUADRAMENTO GEOMORfOLOGICO E GEOPEDOLOGICO 21 21 22 23 25 DEL SUOLO PROTETIIVE 26 DEI SUOLI PER ACQUE PROFONDE.. IDROGEOLOGICO 27 27 28 29 30 30 32 33 34 ED IDROGRAfICO Caratterizzazione idrogeologica Censimento pozzi Piezometria Classificazione dei terreni in classi di permeabilita Caratteristiche qualitative delle acque sotterranee Vulnerabilita idrogeologica Caratterizzazione idrografica Fattori antropici 2.8. INQUADRAMENTO 2.8.1. GEOLITOLOGICO, 12 13 14 16 Caratterizzazione geolitologica Caratterizzazione geomorfologica Caratterizzazione geopedologica 2.5. 2.7.1. 2.7.2. 2.7.3. 2.7.4. 2.7.5. 2.7.6. 2.7.7. 2.7.8. METEOCLIMA TICHE Precipitazioni Temperatura Caratteristiche anemologiche Caratteristiche qualitative dell'aria INQUADRAMENTO 2.4.1. 2.4.2. 2.4.3. 2.9. TERRITORlALE RETE VlABILISTICA FLORlSTICO, VEGETAZIONALE 35 E FAUNISTICO Caratteristiche degli habitat naturali ASPETII 38 40 STORlCO-CULTURALI.. 2.9.1. Presenza di beni Storico architettonici 2.10. RELAZIONI CON GLI STRUMENTI DI PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE TERRlTORlALE 2.10.1. Vincoli di natura Fisico- Ambientale - Piano Territoriale del parco delle Groane 2.10.2. Azzonamento P.R.G. vigente: destinazione urbanistica dell'area ESCRIZIONE DEL PROGETTO .1. PREMESSA .2. UBICAZIONE 3.2.1. .3.3. J " .~. .. DELL'IMPlANTO : DI DIMENSIOI\AMENTO STRUTIURE 50 51 ESISTENTE Vasca di accumulo Opera di presa e partizione della portata Trituratore Stadio di trattamento biologico A. Sedimentazione Linea di ossidazione B Disinfezione finale Ispessimento fanghi Disidratazione meccanica Linea di trattamento fanghi VERIFICA 3.5.1. 3.5.2. 3.5.3. 3.5.4. 3.5.5. 49 50 - STATO DI FATIO DEL SlTO Modalita di accesso all'area DESCRlZIONE 3.3.1. 3.3.2. 3.3.3. 3.3.4. 3.3.5. 3.3.6. 3.3.7. 3.3.8. 3.3.9. 3.3.10. DELL'IMPlANTO 42 44 44 47 48 DELL'IMPIANTO , , 52 52 52 52 52 53 53 53 53 53 54 56 56 56 56 56 56 ACCESSORlE Viabilita intema strade e piazzali Aree verdi Edificio servizi Recinzione Sistemi di custodia dell'impianto 2 Dott. Aiberto Venegoni Geologo 3.6. DESCRIZIONE DELLE OPERE IN PROGETTO 3.6.1. Carichi depurativi e dati assunti per il dimensionamento delle opere 3.6.2. Descrizione dell' ampliamento di trattamento 3.6.3. Scheda riassuntiva dei dati tecnici dell'impianto 3.6.4. Ripristino ambienta1e a fine esercizio 3.7. DESCRIZIONE DEGLl INTERVENTI IN PROGETTO E TEMPISTICA DI RIFERIMENTO ANALISI DELLE CRITICITA' DEL PROGETTO 4. 5. 6. 7. 8. ················· 4.1. PREMESSA ······················································ 4.2. F ASE DI CANTIERE ························· 4.3. FASE DI ESERCIZIO ······.············ INDIVIDUAZIONE DEI RICETTORI SENSlBILI. IMPATTI POTENZIALI CORRELABILI CON LA REALIZZAZIONE DELL'IMPIANTO 6.1. PREMESSA ······················································· 6.2. FASE D1CANTIERE 6.3. F ASE DI ESERCIZIO INTERVENTI Dl MITIGAZ10NE 7.1. PREMESSA ···· ········································· 7.2. F ASE DI CANTIERE RELATIVA ALL' AMPLlAMENTO IN PROGETTO 7.3. FASE DI ESERCIZIO RELATIVA ALL' A,\1PLlAMENTOIN PROGETIO VERIFICA Dl IMPATTO AMBIENT ALE ~ CONCLUSIONI 57 57 59 64 65 66 68 69 69 73 82 :87 .. 88 88 97 112 .. ···· .. 113 113 115 118 ALLEGA TI 1. Corografia e rete viabilistica (Scala 1:20.000) 2. Carta litologica e geomorfologica con elementi geopedologici (Scala 1:10.000) 3. Carta idrogeologica con elementi idrografici (Scala 1:10.000) 4. a) Carta della capacita d'uso del suoli (Scala 1:10.000) b) Carta della capacita protettiva dei suoh per acque profonde (Scala 1:10.000) 5. Carta d'uso dei suoh (Scala 1:10.000) 6. Vincoli Fisico - Ambientah (Scala 1:10.000) 7. Carta degli elementi antropici (Scala 1:10.000) 8. Planimetria catastale (Scala 1:2.000) 9. Azzonamento P.R.G. vigente (Scala 1:2.000) 10. Impianto esistente - Planimetria (Scala 1:500) 11. Impianto in progetto - Planimetria (Scala 1:500) 12. Impianto di progetto - Rete viabilistica e rete fognaria (Scala 1:500) 13. Indagine fonometrica della ditta B.T.E. S.d. - Studio Consulenza A. CATTANEO - MOZZO -Bg 3 Dott. Alberto Venegoni Geologo ---_._---~---_ ..._-------~._-~-~._----------_ .._._---------------------- 3.4 Verifica di dimensionamento dell'impianto - Al fine di verificare i1 corretto dimensionamento dell'impianto nei confronti dei carichi da trattare, vengono messi a confronto i seguenti parametri: a) dati di progetto; b) dati esercizio; La comparazione tra i dati di progetto e quelli di esercizio effettivi consente di verificare l'esistenza della potenzialita residua che, a sua volta, permette di quantificare i carichi di rifiuti speciali trattabi1i. I dati di progetto sono i seguenti: ~ portata media in ingresso: 7000 m3/giomo; ~ Abitanti Equivalenti: 46000; .~ BODs: 2760 kglgiomo (calcolati supponendo 60 glgiomo di BODs/A.E.); ~ COD: 5520 kglgiomo (caicolati supponendo 120 glgiomo di COD/A.E.); I dati effettivi di esercizio sono i seguenti: ~ portata media in ingresso: 2000 m3/ giomo ~ BODs: 335 kglgiomo; ~ COD: 660 kglgiomo; ~ Abitanti Equivalenti: 5584 (caicolati in base a1 carico effettivo di BODs) Risulta quindi che l'impianto biologico asservito alla ditta Nylstar residua pari a 40416 AE. Sulla base di questi dati e e dotato di una potenzialita possibi1e calco1are la effettiva potenzialita residua dell'impianto bio1ogico, che risulta pari a: 3 ~ portata media in ingresso: 5000 m /giomo; ~ abitanti equiva1enti: 40416; ~ BODs: 2424 kglgiomo (calcolati supponendo 60 glgiomo di BODs/A.E.); ~ COD: 4849 kglgiomo (calcolati supponendo 120 glgiomo di COD/A. E.); Devono essere inoltre fatte alcune considerazioni anche in merito alla rimozione dei nutrienti (Azoto, Fosforo). Infatti e necessario verificare la potenzialita residua anche per questi parametri. 54 -------- Dott. Alberto Venegoni Geoiogo I dati di progetto sono i seguenti: >- TKN: 690 kglgiomo (calcolati supponendo 15 glgiomo di TKN/A.E.); 92 kglgiomo (calcolati supponendo 2 glgiomo di Ptot/A.E.). I dati effettivi di esercizio sono i seguenti: >- TKN: 15 kglgiomo; 3 kglgiomo. Ne consegue che l'effettiva potenzialita residua >- TKN: e: 675 kglgiomo; 89 kglgiomo. Vista l'analisi dei dati si puo capire che questo impianto risulta oggi ampiamente sovradimensionato per il t.rattamento delle acque provenienti dallo stabilimento produttivo Nylstar; la gestione di un impianto cosi sovradimensionato risulta poco agevole e 10 mette a repentaglio di possibili malfunzionamenti. Allo scopo di poter far funzionare questo impianto al meglio si intende chiedere autorizzazione, ai sensi degli articoli 27 e 28 del decreto legislativo 22/97, alla realizzazione e successiva gestione di un impianto di trattamento di rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi che nel proseguo chiameremo unita operativa II, questo permetterebbe di poter far funzionare l'impianto alIa sua vera potenzialita di targa. Nell'ottica dello smaltimento dei rifiuti speciali, non ha molta rilevanza la portata residua, bensi principal mente Ie potenzialita residue di rimozione dei carichi organici e di nutrienti. Partendo dai valori di potenzialita residua ca1colati e considerando i rendimenti di rimozione conseguibili nell 'unita operativa II, e possibile stimare il quantitativo di rifiuti speciali trattabile nell 'unita medesima. Dai dati che si possono reperire in letteratura si e verificato che Ie concentrazioni di BODs, COD, TKN, Ptot nei rifiuti grezzi subiscono, nell'Unita Operativa II, una riduzione che puo essere quantificata mediamente ed in via cautelativa, pari almeno alSO %. Conse entemente la iattaforma di trattamento rifiuti s eciali ha una otenzialita di ricezione ari a: >>- BODs: 4858 kglgiomo; COD: 9718 kglgiomo; ~ TKN: 1350 kglgiomo; >- Ptot: 178 kglgiomo. Gli schemi e i flussi di processo sono riportati nei disegni allegati. 55 , Dott. Alberto Venegoni Geologo • In sede di gestione straordinaria sulla base delle espenenze dall' Azienda, si possono verificarsi Ie seguenti situazioni: gestionali maturate 1. Disservizio delIa piattaforma di trattamento reflui speciali. In questa circostanza, l'effluente dell'unita operativa II puo rappresentare un sovraccarico per la successiva Unita Operativa 1. 2. Sversamento accidentale di rifiuti e/o reattivi. Un evento di questo genere si puo verificare solamente durante Ie operazioni di scarico degli automezzi che conferiscono i rifiuti e/o i reattivi presso l'impianto. Infatti tutti i serbatoi di stoccaggio di rifiuti e reattivi sono a perfetta tenuta idraulica e collocati negli appositi bacini di contenimento realizzati in cementa armato impermeabilizzato. Durante 10 svuotamento degli automezzi invece si possono verificare delle perdite di materiale, attribuibili sia ad errori di manovra sia a rotture dei dispositivi di scarico. II materiale che si disperde sulla pavimentazione, realizzata in cementa armato impermeabilizzato, confluisce nella rete di fognatura intema e giunge cosi nel bacino di accumulo rifiuti biologici. 3. Disservizio del processo di depurazione biologic a, causato da problemi di natura tecnica aIle apparecchiature elettromeccaniche installate (compressori soffianti, pompe di sollevamento iniziale, etc.). In questo caso l'efficienza depurativa dell'impianto puo subire un rapido decadimento che, nelle situazioni peggiori, conduce ad un progressivo peggioramento delle caratteristiche qualitative dell'effluente finale. La non conformita dello scarico puo perdurare per un periodo di tempo variabile in funzione dell'entita e della natura del disservizio (guasto al sistema di ricircolo dei fanghi, all'insufflazione e distribuzione dell' ossigeno, etc.). 4. Disservizio del processo di depurazione biologica causato dalla situazione meteoclimatica. La temperatura dell'ambiente estemo svolge un molo molto importante ai fini delIa svolgimento dei processi biologici. Bassi valori (prossimi allo zero) di temperatura che perdurano per periodi di tempo abbastanza lunghi (da qualche giomo a qualche decina di giomi, in funzione del val ore di temperatura) possono causare un rapido decremento ciell'attivita batterica can ripercussioni, anche significative, sui rendimenti depurativi. Un altro fattore climatico che puo incidere sull'andamento dei processi depurativi e rappresentato dalle precipitazioni, Ie quali, se abbondanti intense e/o prolungate possono eccessivamente "diluire" illiquame fognario in arrivo all'impianto. 5. Superamento dei limiti di legge in ingresso. 8i verifica nel momenta in cui Ie caratteristiche qualitative del refluo in ingresso, proveniente dalla rete di fognatura industriale, non sono conformi ai limiti di legge (tab. 3 - colonna relativa allo scarico in pubblica fognatura - allegato 5 - D .Lgs. 152/99), situazione imputabile a sversamenti accidentali e/o parassiti, comunque non autorizzati, di sostanze (rifiuti liquidi, etc.) all'intemo dei collettori fognari. Poiche la rete di fognatura confluisce pres so 1'impianto di depurazione, anche Ie sostanze trasportate dai liquami pervengono al depuratore medesimo causando effetti pili 0 meno rilevanti. L'entita dell'impatto che si genera e funzione dei seguenti parametri: 78 Dott. Alberto Venegoni Geo!ogo ._-------~----------_._---_._--.- It _ .._-_."-_.--------------------_ .. _--~-------- -------------- a. tipologia delIa sostanza immessa nella rete di fognatura (ad esempio: solventi, acque di lavorazione, etc.); b. consistenza quantitativa dello scarico (m3 scaricati); c. modalita di effettuazione dello scarico, con particolare riferimento al rapporto durata dello scarico/portata scaricata, inteso come rapporto tra l'ampiezza dell'intervallo di tempo lungo il quale avviene 10 scarico ed il volume scaricato nell 'unita di tempo. Le situazioni anomale che si possono verificare sono pertanto Ie seguenti: - liquame con concentrazioni molto elevate di sostanze nonnalmente presenti nel liquame medesimo in quantitativi sensibilmente inferiori; - liquame fognario con concentrazioni pili 0 meno elevate di sostanze che, in condizioni ordinarie, non sono presenti, neppure a bassa concentrazione, nelliquame stesso. -combinazioni tra i casi precedenti. 6. Interruzione della fornitura di energia elettrica. Se l'interruzione di fomitura di energia elettrica si protrae per un intervallo di tempo superiore a qualche ora, si possono avere ripercussioni anche significative in tennini di rese depurative dell'impianto biologico di depurazione. ASPETTI IDRAULICI DELLE ACQUE REFLUE L'altro aspetto da considerare nella valutazione delle criticita indotte dalle opere in progetto relativamente al recettore AMBIENTE IDRICO ACQUE SUPERFICIALI, con particolare riferimento al Torrente Garbogera, riguarda la modificazione dell' assetto idraulico indotto dal potenziamento delIa linea di depurazione. Sulla base delle indicazioni fomite dal Committente, si considera quanto segue: • il depurare nella configurazione attuale scarica in corso d'acqua (Torrente Garbogera) circa 2000 mc/ gg. • I reflui dell'impianto di depurazione si uniscono a valle ad un ulteriore scarico proveniente d(jJ comparto industriale Nylstar stimato in circa 10.000 mc/gg, determinando una portata compiessiva di afflusso al Torrente Garbogera stimata in circa 12.000 mc/gg. • Al tennine degli interventi di ampliamento e di messa a regime dell'impianto, si prevede che il depuratore scarichera circa 2500 mc/gg con un incremento pari al 25% rispetto alIa portata di deflusso attuale e pari al 5% se si considerano anche gli scarichi provenienti dal comparto Nyistar. I;·~ Alla luce di quanto sopra, si ritiene che Peffetto dello scarico dei reflui di depurazione in corso d'acqua superficiale in condizioni ordinarie risulti BASSO. 79 Dott. Alberto Venegoni rI l:JeOiogo • AMBIENTE mRlco ACQUE SOTTERRANEE Nello schema di seguito riportato vengono riassunti gli effetti collegati alla realizzazione del progetto e i ricettori sensibili collegati al quadro ambientale di riferimento: Relativamente agli effetti indotti dal cantiere sulla componente AMB/ENTE /DRlCO ACQUE SOTTERRANEE NON SONO STATI Relativamente ai ricettori SOTTERRANEE INDIVIDUATI EFFETTI DI RILIEVO. sensibili ascrivibili alla componente AMB/ENTE /DRlCO ACQUE si considera quanta segue: si tratta del corpo idrico sviluppato in corrispondenza della Litozona A _ Ghiaioso _ Sabbiosa Conglomeratica (cfr. Par. 2.7). L'acquifero e assimilabile ad un unico acquifero monostrato in quanto i differenti livelli permeabili sono generalmente fra loro FALDA ACQUIFERA: comunicanti. Tenuto conto che tale acquifero e tradizionalmente utilizzato per l'approvvigionamento idrico industriale e che non esistono pozzi ad uso idropotabile filtranti il medesimo acquifero posti a valle dell' area di previsto insediamento, unitamente all'alto grado di protezione dei suoli superficiali "ferrettizzati" in relazione alle acque profonde (cfr. All 4b - Carta dell a capacita protettiva dei suoll per Ie acque profonde - Tratto da "I suoli della pianura milanese settentrionale" Ersal1999), e stato attribuito un valore qualitativo BASSO. Sulla base di quanto sopra, cosi come evidenziato nello schema riassuntivo di seguito riportato,l'impatto generato dalla fase di esercizio dell'impianto di depurazione sulla componente AMBIENTE IDRICO ACQUE SOTTERRANEE e da considerarsi, NULLO. EFFETTI NULLO • NESSUNO AMBIENTE mRlco I I I I I RICETTORI SENSIBILI Valore qualitativo • Falda Valore qualitativo BASSO IMPATTO Valore qualitativo NULLO ACQUE SUPERFICIALI Nello schema di seguito riportato vengono riassunti gli effetti collegati alla realizzazione del progetto e i ricettori sensibili collegati al quadro ambientale di riferimento: Gli effetti indotti dall'esercizio del depuratore a seguito degli interventi di ampliamento sulla componente AMB/ENTE /DR/CO ACQUE SUPERFIC/AL! sono stati messi in relazione allo scarico delle acque depurate nel Torrente Garbogera presente a ovest dell'impianto oggetto di valutazione. Relativamente ai ricettori SUPERFICIAL! sensibili ascrivibili alla componente AMB/ENTE /DR/CO ACQUE si considera quanta segue: 102 Datt. Alberto Venegoni Geologo TORRENTE GARBOGERA: Gli impatti suI corso d'acqua saranno variabili in relazione alle condizioni di esercizio del depuratore e valutati TRASCURABILI in condizioni di ESERCIZIO ORDINARIO dell'impianto, potranno assumere vari gradi di criticita in relazione a condizioni di ESERCIZIO STRAORDINARIO. In relazione alla rilevanza e specificita degli impatti per un impianto di depurazione sulle caratteristiche qualitative dell'effluente depurato e restituito all'ambiente (recapito in corso d'acqua superficiale - Torrente Garbogera) e relativamente a solo tale recettore, si e proceduto introducendo dei parametri quantitativi per operare una valutazione d'impatto il pili oggettiva possibile. Su tale base si e proceduta alla caratterizzazione quali - quantitativa degli impatti c1assificandoli in positivi, negativi e nulli (assenza di scarico nel corpo idrico superficiale) come indicato nella tabella di seguito riportata. Impatti positivi Acque superficiali Impatti negativi Alto [1 ~ 6] Medio [1 - 5] Trasc. [1 - 4] 0 Trasc Medio Alto. [1 ~ 0] [1 - 1] [1-2] [1 - 3] Per la determinazione dell'impatto viene adottata la metodologia di seguito riportata. I valori limite dei vari parametri sono quelli indicati nella Tabella 3, allegato 5 del D.Lgs .. n0152/1999 con Ie modifiche apportate dal D.Lgs. 18 agosto 2000 n0258. In allegato 3 e riportata la procedura di riferimento per 1a determinazione dello stato di rischio ambientale. Definizioni: Allo scopo vengono introdotte Ie seguenti definizioni: • Parametri del Gruppo I: BOD5, COD, SS • Parametri del Gruppo II: tutti quei parametri, diversi da quelli appartenenti al gruppo I, aventi valori limite per il recapito in corpo idrico superficiale inferiori ai valori limite per il recapito in rete fognaria (esempio: NH4, olii e grassi, tensioattivi, etc.) • Parametri del Gruppo III: parametri aventi gli stessi valori limite sia per il recapito in corpo idrico superficiale sia in rete fognaria (esempio: Azoto nitroso, Cloruri, Pesticidi, etc.) Quantificazione dell 'imoatto [1 - 0] Imoatto nullo: assenza di scarico [1 _ 1] Impatto negativo trascurabile: i parametri del Gruppo I sono superiori a 1,5 volte i corrispettivi valori limite della tabella 3 - colonna relativa allo scarico in corso d' acqua, fermo restando la conformita alia medesima tabella dei rimanenti altri parametri (gruppi II e III). In altri termini, si ha un impatto negativo trascurabile se: 103 Dott. Alberto Veneaoni "" Geologo a) concentrazione rilevata di COD> 160 mg/l e S; 1,5 x 160 mg/l b) concentrazione rilevata di BODS> 40 mg/l e S; 60 mg/l c) concentrazione rilevata di SS > 80 mg/l e S; 120 mg/I. (1 _ 2] Impatto negativo medio: e verificata = 240 mg/l e/o e/o una sola delle due condizioni: a) concentrazioni uno 0 pili parametri del Gruppo I compresi tra 1,5 volte i limiti delIa tabella 3 per il recapito in corso d'acqua ed i limiti per il recapito in rete fognaria (esempio: concentrazione rilevata di COD> 140 mg/l e < 500 mg/l) b) concentrazione uno 0 pili parametri del Gruppo II compresi tra i valori limite per 10 scarico in corso d'acqua ed i valori limite per la rete fognaria (esempio: concentrazione rilevata di NH4 > 15 mg/l e < 30 mg/l) (1 - 3] Impatto negativo alto: si verifica quando a) sono verificate entrambe Ie condizioni a) e b) di cui al precedente punto (1 - 2] b) concentrazioni uno I I I I I I I I I I I I 0 e/o pili parametri Gruppo I ~ limiti per il recapito in rete fognaria e/o (esempio: concentrazione rilevata di COD ~ 500 mg/l) c) concentrazione uno 0 pili parametri Gruppo II ~ limiti per il recapito in rete fognaria e/o (esempio: concentrazione rilevata di NH4 ~ 30 mg/l) d) concentrazione uno 0 pili parametri Gruppo III ~ limite di tabella 3 (esempio: concentrazione rilavata di Azoto nitroso ~ 0,60 mg/l) (1 _ 4] Imoatto positivo trascurabile: si verifica quando sussiste il rispetto dei limiti di tabella 3 da parte di tutti i parametri (gruppo I, II, III). (1 _ 5] : Impatto oositivo medio: si verifica quando sono verificate entrambe Ie condizioni: • tutti i parametri, ad eccezione di quelli del gruppo I, sono pienamente confonni (minore • stretto) dei limiti di tabella 3; i parametri del gruppo I sono inferiori del 20% rispetto ai limiti di tabella 3 (1 _ 6] : Impatto positivo alto: si verifica quando sono verificate entrambe le condizioni: • tutti i parametri, ad eccezione di quelli del gruppo I, sono pienamente confonni (minore • stretto) dei limiti di tabella 3; i parametri del gruppo I inferiori ai valori di cui al precedente punto (1 - 5] Descrizione degli imoatti L'impatto che assume maggiore rilevanza e specificita per un impianto di depurazione e costituito dalle caratteristiche qualitative dell' effluente depurato e restituito all' ambiente (recapito in corso d'acqua superficiale). 104 Dott. Alberto Venegoni Geologo e are Per questo motivo nel pres paragrafo viene dedicata particol attenzione sia alia descrizion ente dei vari imparti, generati dall'immissione dei refiui depurati nel corpo idrico ricettore, sia alle misure di sa1vaguardia da adottare in sede di prevenzione e correzione. I contributi allo scarico in corpo idrico superficia1e possono essere cost riassunti: zali a) acque meteoriche, di prima pioggia e successive, provenienti dalle strade e dai piaz intemi; b)acque di process : perco1ati da filtropressatura, sum atanti da ispessitori, etc. o c)acque di 1avaggio piazzali, aree di manovra e scarico rifiuti, etc.; d)acque reflue domestiche provenienti dall'edificio servizi (acque nere); e)effluente in uscita dall'unita di trattamento rifiuti speciali (U.O. II); ica f)effluente depurato in uscita dall'unita di depurazione bio1og (U .0. 1); Per quanto i contributi di cui dal punto a) sino al punto d), questi conlluiseono tutte nella mOOesima rete di foguatura che, a sua volta, adduce i liquami in testa all'unita operativa 1 (impianto ssi bio1ogico [ rellui in). uscita dall'Unita !l (piattaforma rifiuti speejali) giungono anch'e in testa all'impianto biologico ove si mesco[ano con il liquame proveniente dalla rete di foguatura industriale proveniente dallo stabilimento Le cararteristiche qualitative Ny1star. di questi refiui sono determinanti ai fini del rendimento globale dell'impianto bio[ogico e quindi delia qualita delle aeque immesse nel corpo idrico rieettore; l'entita rma degli impatti che si generano dipendono dunque anehe dall'emissioni derivanti dalla piattafo e trattamento rifiuti speciali. poiche i limiti di legge fanno riferimento aile acque in uscita dalla sezion terminale dell'impianto e inviate a[ recapito finale, nella valutazione degli impatti viene tenuto conto delia conformita di tali effluente ai limiti qualitativi previsti da1 decreto 1egislativo 152/99. Per quanto eonceme invcee [a definizione degli interventi finalizzati alia mitigazione degli aimpatti, e stata esaminata nel dettaglio anche la correlazione efficienza trattamento piattaform rifiuti ico specia1i _ efficienza trattamento depuratore bio1og . Infatti: • in condizioni di esereizio ordinario, con Ie unila operative I e !l funzionanti a regime, etri l'effluente depurato e tale da risultare pienamente conforme ai param qualitativi indicati nella tabella 3 _ colonna relativa al recapito in corpo idrieo superficia[e - allegato 8 5 D.Lgs. [I maggio [ 999 nOIS 2 come modi fieato dal D .Lgs. I 8 agosto 2000 n025 . L' impatto derivante in queste condizioni puo variare da positivo trascurabi1e a positivo medio . • In sede di gestio straord inaria, gli impatti possono divenire, a seconda dei cast, da ne negativi trascurabili a negativi alti. Sulla base delle esperienz gestionali maturate dall' Azienda, Ie situazioni di gestione straordinaria e che possono verificarsi sono 1e seguenti: 1. Dlsservizlo dena pialtaforma di traltamento reflni speciali. In questa circostanza. l'effluente dell'unita operativa !l puo rappresentare un sovraccarico per 1a suceessiva Unita Operativa 1. L'impatto derivaote puo esscre ne~ativo ed assumer< valori anehe clevati (impalto ne~ativo alto), ma solo in eventualita molto remote; in pratiea il disservizio deve essere "grave" e perdurare nel tempo. Dott. Alberto Venegoni Geo\ogo 105 Legenda Confine r~.~,"~,lIi"'~ ..~ It··· .. ~' ~.~~., ,,· del Parco reg:ionale delle Groane Sito d'interesse comunitario 7/ - rete l'iatura 2000 \ .. Pro posta perimetro Zona di riserva Parco naturale naturale """-../ / orientata Zona di ri'lualificazione ambientale a indirillo naturalistico Zona di ri'lualificazione ambientale a indirizzo agricoJo Zona per servizi alia agricoltura Zona di parco attrezzato - asserto delinito L - laghetti per la pe"casportiva Zona di parco attrezzato - ambito delia trasformazione Zona a verde privato vincolato Zon a edilicata Zona fomad Zona di interesse storieo ambientale Ambito per i .\'erviz; Zona per servi:Li comprensoriali SPG - .rtterviz; per il Parco Grollllc Zona per servizi di intere-sse comunale P - parch egg; T - ,Ii;ervizi tecnoJogici Zona di frangia lmmobili e aree incompatibili Tracdato collegamenti con iI parco; dcJopedonali siti contaminati da bonilicare 0 bonilicati PIANO FAUNISTICO-VENATORIO 2004-2009 Proyi ncia di Milano Superficie (ha): Perimetro (m): Comuni inclusi: Oasi di protezione Servizio Gestione Attivitl Venatoria e Piscatoria Tavola numero: 28 Data di Progetto: Maggio 2005 :artografia di ba.e: Scala di Restituzione: C.T.R. agg. 1994 1:10.000 Cesano Maderno A. T. C. di appartenenza: LEGENDA Ism ZONE Dl TUTELA AD INIZIA TIV A PRIVATA ~'=';-dAree a parco nanrrale dei Parchi regionali _ Riserve naturali _ Oasi di prolezione _ Grandi foresle di pianura ~~ Zone di ripopolamento e cattura {;~="""'- Siti di Imponanza Comunitaria ~ FAUNlSl1CO-VENATORl -- Aziende faunistico-venatorie t~~:"KI Aziende agrituristico-venatorie 102 5179 Cesano Mademo, Limbiate, Bovisio Masciago 2 SERVIZI COLLATERAL! AlL'A TfIVIT A' FAUNISTICo-VENA TORIA ~ Osscrvatori ornitologici • Punti di inanellamento Stazione di ricerca sull'avifauna Zone addestramenlo cani tipo C G EB lmpianti di cattura Allevamenti di selvaggina di categoria A @ Centro pubblico di produziolle selvaggio Zone addesLramento cani tipo B Zone di Protezione Speciale (esistenti) Zone di Prolezione Speciale (in progetto) ~+~ o o .t ~'t.~Ratte CACCIA PROGRAMMATA CONFTNl AMMlNTSTRA 11VT di migrazione Fondi chiusi Contini degli Ambiti Territoriali di Caccia Confini provinciali Centro di rccupcro tmma ,c1vatiea Appostamenti fissi Sllterraterma Contini eomunali Zone militari Apposramenti fissi agli acquatiei Contini provincia di Monza e Brian, Articolo Dorrne teenicht' Legend Confine del Parcn feginnalc Sito d'intercsse comunitario Pro posta perimetro Zona di riserva delle Groane ~ rete Natura "7 I 2000 \ Parco naturale naturale orient.ata Zona di riqualificazione ambientale a indiriTlO naluralistico Zona di riqualificazione ambientale a indirillo agricolo Zona per scrvizi alia agricoltura Zona di parco attrezzato ~assetto definito L ~ laghetti per la pe,ca'portiva Zona di parco attrenato ~ ambito delia trasformazione Zona a verde privato vincolato Zon a edificata Zona fornaci Zona di interesse storico ambientale Ambito per j ••ervizi Zona per servi:Li comprensoriali SPG - .\'erviti per iJ Parco GrOll/ii! Zona per ser\'izi €Ii inter~se p ~parcheggi T - ~ervizj tecnoJogici comunale Zona di frangia ++++ r---~~/I '. -' I lmmobili e aree incompatibili Tracciato collcgamenti con iI parco; ciclopedonali siti contaminati da bonificarc 0 bonificati