CONTRO IL RISCHIO SCORBUTO. La cavia è l

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CONTRO IL RISCHIO SCORBUTO. La cavia è l
GINGER MENTRE GUSTA DELLA FRUTTA FRESCA (PROPR. MARIANGELA DEGENNARO)
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CONTRO IL RISCHIO SCORBUTO. La cavia è l’unico roditore
che non riesce a sintetizzare la vitamina C. Per sopperire al
proprio fabbisogno deve dunque ricavarla dal cibo, altrimenti rischia una patologia molto grave e spesso mortale
chiamata scorbuto.
La carenza di quest’importantissima sostanza determina
depressione del sistema immunitario, gonfiore delle articolazioni, dimagrimento e problemi di occlusione fino alla
caduta dei denti. Alla cavia servono 30-50 g di vitamina C
al giorno, ricordando che questo elemento è estremamente labile e quindi, per un corretto apporto, è necessario
somministrare alimenti sempre freschissimi.
Tra i vegetali che ne sono più ricchi ricordiamo i peperoni rossi, il prezzemolo, il cavolo e gli spinaci, tra i frutti il kiwi, la
papaia, la fragola e l’arancia; ovviamente nessuno vieta di somministrare altri tipi di frutta, evitando però cocco e avocado perché eccessivamente grassi.
Qualora la cavia non gradisse questi alimenti, la vitamina C dovrà essere somministrata direttamente in bocca utilizzando appositi integratori ed evitando invece di aggiungerla all’acqua da bere, e questo per due ottime ragioni: punto
primo, non possiamo essere sicuri di quanta acqua l’animale assumerà nel corso della giornata; punto secondo, come
abbiamo già detto la vitamina C si deteriora molto rapidamente (per via della luce e dell’ossigeno), quindi l’integrazione potrebbe non essere più efficace nel giro di poche ore.
I mangimi in pellet per cavie sono arricchiti di vitamina C (la quantità giusta dovrebbe essere di 1 g per ogni chilogrammo di mangime), ma anche in questo caso non possiamo fare affidamento sulla sua durata, una volta aperta la
confezione. Il mangime pellettato, prodotto a partire da farine di foraggi compresse, rappresenta un’ottima integrazione poiché è molto concentrato, tuttavia non deve mai e poi mai essere considerato l’alimento principale. La sua composizione media deve contenere un minimo del 16-17% di fibra e un massimo del 16% di proteine.
L’IMPORTANZA DEL FIENO. Contrariamente al pellet, il fieno è il vero pilastro dell’alimentazione del porcellino d’India. Contiene fibra lunga, indispensabile per il corretto funzionamento dell’apparato digerente, ed è alla base della buona salute della flora microbica intestinale.
Il fieno deve essere di ottima qualità, profumato, mai polCHANEL E LA SUA CIOTOLA DI FIENO (PROPR. VICTORIA RICCI)
veroso e privo di odori fastidiosi. Molto importante è la sua
conservazione: in caso di umidità, infatti, può sviluppare
muffe e micotossine altamente tossiche, che sono poi
quelle che gli conferiscono un odore sgradevole.
Siccome i foraggi per cavie e conigli vengono commercializzati di solito in buste di nylon sigillate, è sempre bene
verificare l’integrità dell’involucro e, dopo l’apertura, togliere
il contenuto dalla plastica e riporlo in sacchi traspiranti, di
cotone o iuta, in luoghi areati e non umidi.
La mancanza di fieno nell’alimentazione della cavia predispone a problemi di stasi intestinale e stipsi con conseguente meteorismo, spesso molto grave, nonché all’abnorme crescita dei denti e alla formazione di punte dentali.
VERDURE E ACQUA. I vegetali freschi sono un altro importantissimo capitolo dell’alimentazione del porcellino, poiché apportano vitamine e sali minerali. La cavia può mangiare
una gran varietà di verdure, basta che siano sempre ben lavate e mai somministrate a temperatura di frigorifero.
Comunque, è sempre bene introdurre gradualmente i nuovi alimenti per evitare fastidiosi fenomeni diarroici. Attenzione
a non eccedere con le brassicacee (tipo broccolo e verza) e con le verdure a foglia verde scura (bieta, spinacio,
cime di rapa e cicoria): contengono molto calcio e ossalati e il loro consumo eccessivo può predisporre a calcoli urinai.
Altamente tossiche sono invece le parti verdi di pomodori, patate, melanzane e peperoni che, insieme a latte, cioccolato, alimenti lievitati e cereali, rappresentano quanto di più vietato e pericoloso ci sia.
Infine, un piccolo accenno all’acqua. L’acqua è alla base della vita e una cavia in salute deve bere spesso per evitare
la disidratazione. L’acqua di abbeverata deve essere microbiologicamente pura e non deve contenere eccessive
quantità di sali e metalli, quindi non dovrà essere troppo dura e nemmeno addizionata di disinfettanti, come spesso
avviene per le acque degli acquedotti; in caso di dubbio sulla sua salubrità, meglio ricorrere alle acque minerali (non
frizzanti).
E attenzione al beverino, dove spesso si annidano germi e alghe: va ispezionato, lavato e disinfettato almeno una volta
ogni due o tre giorni in modo da garantire una sana “bevuta”...
Una cavia correttamente alimentata defeca palline asciutte e compatte, non presenta diarrea e ha l’aspetto di un animale sano, con masse muscolari adeguatamente sviluppate, poco grasso e pelo lucido. Non dimentichiamoci che la
salute inizia a tavola. In questo caso, dalla ciotola!