Oggetto: I Paesaggi di Manfredo D`Urbino

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Oggetto: I Paesaggi di Manfredo D`Urbino
Circ. n. 72
Del 17 novembre 2016
AI SIGNORI DOCENTI
AGLI ALUNNI E LORO FAMIGLIE
A TUTTO IL PERSONALE
SEDE HAJECH/SEDE PAPA GREGORIO/SITO
Oggetto: I Paesaggi di Manfredo D’Urbino
MOSTRA
I Paesaggi di Manfredo D’Urbino
TESTO IN CATALOGO
Carlo Franza
INAUGURAZIONE
Martedì 22 novembre 2016, ore 18.00
Ingresso da Via Marcona, 55
DURATA MOSTRA
Dal 22 novembre al 19 dicembre 2016
Ingresso da Via Hajech, 27
Da lunedì a venerdì 9.30/13.00
Sabato 9.30/12.00
Il Dirigente Scolastico
Emilia Ametrano
Spazio Hajech
Liceo Artistico di Brera
Via Camillo Hajech, 27 - Milano
Tel. 02.713443
Scrive Emilia Ametrano: “Nella fabbrica delle Arti il capitolo delle tecniche ha offerto spunti sempre nuovi e diversi, occasioni di
sperimentazioni vivaci, ma anche testimonianza di estetiche legate al proprio tempo. Quest'anno il nostro storico Liceo Artistico di
Brera ha voluto rendere omaggio con una mostra di rilievo a Manfredo D’Urbino, architetto di chiara fama e artista di significativo
spessore che ha trovato nel “paesaggio” il credo più consono alla realtà osservata nei grandi viaggi compiuti in Italia e in Europa.
Paesaggi che sono stati appuntati con la tecnica dell’acquerello in cui si è fattivamente dimostrato maestro esemplare. La scelta di
questo campionario di carte colorate, in cui si leggono città e paesi, monumenti e angoli storici, fornisce un'alta lezione ai nostri
studenti liceali, che attraverso l’apprendimento di tecniche vecchie e nuove costruiscono il loro bagaglio artistico. Manfredo D’Urbino
è stato non solo architetto, della cui arte conserviamo preziose testimonianze, ma si è dimostrato maestro impareggiabile nella pittura,
in questa raffinata forma dello schizzare, dell’appunto, del colorare con l’acquerello carte grandi e piccole. Ecco il senso di questa
mostra, in parte didattica e in parte storica, espressione del desiderio dell'artista, costretto a emigrare in Svizzera a seguito delle leggi
razziali, di ritrovare nel paesaggio d’Italia e d’Europa, di città e campagne, memoria, speranza e futuro”.
Scrive Carlo Franza: “Paesaggi, architetture, luoghi d’Italia, d’Europa e del mondo, scorci meravigliosi, profili e forme ricavate da
un disegno netto con un senso di quasi fisica presenza. La meraviglia di toni che lievitano di intensità rendono ogni paesaggio dipinto
da Manfredo D’Urbino, rurale o cittadino, storico e architettonico, un sovrapporsi di piani scenografici che raccontano in modo
vibrante passato e presente. E’ nel clima di Milano che si compie tutta l’arte colorata del nostro artista, ed è con la pittura su carta
che Manfredo D’Urbino non smarrisce mai la sua identità d’architetto, pur accettando il necessario passaggio della sua immagine
attraverso la sintassi formale che domina la cultura milanese sia tra le due guerre che subito dopo gli anni Cinquanta. L’artista mostra
pienamente una sua forte tempra di pittore e le campiture larghe delle distese di colore, gli incastri robusti tra colore e segno, non
hanno mai nei suoi lavori un effetto decorativo. C’è da dire che è forte l’umanità con cui ha a cuore la materia viva del suo dipingere,
del suo acquerellare, la natura sembra lievitare la sua crescita dentro la libertà dei mezzi espressivi…
Breve Biografia dell’Artista
Manfredo D’Urbino, architetto e pittore, nasce a Firenze il 16 novembre del 1892. Nel 1904 consegue la licenza elementare
superiore a Milano e nel 1907 la Licenza della Scuola Tecnica. Nel 1908 frequenta l’Istituto di Belle Arti di Modena, e nel 1914
consegue la licenza di Professore di Disegno Architettonico alla Regia Accademia di Belle Arti di Milano. Con la prima Guerra
mondiale è in servizio militare a Roma. Nel 1922 inizia la sua attività di pittore e architetto libero professionista in Milano. Nel 1924
è Socio Onorario della Regia Accademia di Belle Arti. Nel periodo 1943-1945 si rifugia in Svizzera a seguito delle leggi razziali. Nel
1944 consegue in Svizzera, a un Concorso per l’acquerello, il Primo Premio. A guerra finita nel 1945 inizia una intensa attività di
architetto libero professionista, impegnato nella ricostruzione postbellica, nel campo dell’edilizia civile e religiosa, proseguita poi per
tutta la vita accanto all’attività di pittore acquerellista. Partecipa anche attivamente alla vita culturale che anima la città di Milano. Nel
1949 è in Collettiva alla Galleria Ranzini che poi diverrà l’Ars Italica in Piazza del Duomo all’Arengario, nel 1950 in Collettiva alla
Famiglia Artistica di Milano, nel 1958 personale sia alla Galleria Ranzini che alla Famiglia Meneghina in Milano. Nel 1964 è in
Collettiva alla Permanente e all’Adei di Milano. Nel 1965 è in Collettiva a Le Grazie, centro internazionale d’Arte di Milano. Nel
1969 tiene una personale a Il nostro Club a Milano e una Collettiva alla famiglia Meneghina. Nel 1972 ha una personale alla storica
Galleria Barbablù a Milano e una collettiva all’Arengario di Milano. Muore a Milano il 14 agosto del 1975.