Cicatrice ipertrofica o cheloide

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Cicatrice ipertrofica o cheloide
Cicatrice ipertrofica o cheloide
Un fattore che si è dimostrato cruciale al fine di migliorare una cicatrice è una corretta valutazione della
sua maturità.
Qualsiasi danno che coinvolga il derma e la giunzione dermo-epidermica comporta inevitabilmente una
cicatrice. Solo in una minoranza di pazienti il processo di cicatrizzazione può alterarsi generando cicatrici
patologiche e conseguentemente modificazioni di carattere estetico e funzionale.
Possiamo distinguere 4 tipologie di cicatrice patologica:
Cicatrice ipertrofica
Si manifesta come un’alterazione rossa, dura e rilevata che normalmente non oltrepassa i limiti della
cicatrice iniziale. Compare dopo circa 1-2 mesi dalla guarigione completa ed è associata a dolore e
prurito di diversa intensità; dopo un tempo variabile (nell’ordine dei mesi o anni) l'ipertrofia comincia
spontaneamente a modificarsi portando alla “maturazione” della cicatrice caratterizzata dalla scomparsa
del rossore acceso, ammorbidimento e appiattimento.
Cheloide
Il cheloide è la forma estrema della cicatrice ipertrofica con un’intensa reazione difficilmente reversibile
che interessa anche i tessuti vicini invadendoli.
Cicatrice retraente
E' caratterizzata da una retrazione cutanea con riduzione della superficie ed ha come sede tipica le aree
articolari sottoposte a olessione o estensione. Essa provoca un deficit funzionale soprattutto quando
interessa regioni come il collo, l’arto superiore, la mano e l’arto inferiore.
Cicatrice atrofica
Ha aspetto sottile e rugoso con scarso tessuto sottocutaneo e solitamente si sviluppa su patologie
cutanee quali l’acne, sulle sedi delle vaccinazioni e si verifica dopo innesti cutanei posizionati in diretto
contatto con aponeurosi, periostio e fascia muscolare.
Una grave complicanza della cicatrice atrofica che interessa in particolare le cicatrici da ustione di
vecchia data (30 anni o più) è la possibile insorgenza di neoplasia con istotipo a cellule squamose.
Fattori di rischio
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I fattori di rischio si dividono in intrinseci, cioè legati al paziente, ed estrinseci, cioè legati alla procedura
chirurgica.
Fattori legati al paziente:
• Sedi corporee: spalla, regione scapolare, regione toracica anteriore e lobo dell'orecchio.
• Razza africana e caraibica.
• Genetica (precedenti cicatrici ipertrofiche/cheloidee).
• Giovane età.
Fattori legati alla procedura chirurgica:
• Tensione cutanea della sutura (è preferibile posizionarla lungo le linee naturali di minor
resistenza).
• Ritardo di guarigione (ematoma/diastasi della ferita).
• Infiammazione e infezione della sutura.
Prevenzione
La prevenzione della cicatrizzazione patologica mira a ridurre al minimo i fattori di rischio estrinseci e
utilizza presidi medici che vengono anche raccomandati per il trattamento di eventuali esiti negativi (gel
di silicone e iniezione di corticosteroidi).
Trattamento
Il trattamento della cicatrice patologica si fonda in larga misura sull’esperienza dei clinici (chirurghi
plastici e dermatologi) pur in assenza di forti evidenze scientifiche presenti in letteratura e prevede la
scelta tra diverse alternative a seconda delle caratteristiche della cicatrice e del paziente.
Un fattore che si è dimostrato cruciale al fine di migliorare una cicatrice è una corretta valutazione della
sua maturità; infatti quando una cicatrice ipertrofica è ancora in fase attiva si predilige il trattamento
medico e non quello chirurgico che trova invece indicazione al raggiungimento di una completa
stabilizzazione (in media un anno).
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