5/ educazione del cliente e dell`animale

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5/ educazione del cliente e dell`animale
Indice
2/ Obesità
2/ Ridurre l’assunzione di energia
3/ Calcoli per un programma di dimagrimento
4/ Felini
5/ Educazione del cliente
e dell’animale: corretta
impostazione e gestione del
colloquio.
5/ Introduzione
5/ La relazione uomo - animale: la dimensione di cura
6/ Il cliente: lo stadio del cambiamento
6/ Il Medico Veterinario ed il cliente: l’alleanza terapeutica
7/ L’attitudine all’attenzione
7/ L’attitudine al rilancio
7/ L’attitudine alla ripetizione
8/ La resistenza: il Pet, il Cliente ed il Medico
9/ Conclusioni
9/ Bibliografia
10/ Il comportamento fa dimagrire?
10/ Introduzione
10/ L’obesità: il cane, il gatto e l’essere 13/ L’obesità, il gioco e la collaborazione
13/ L’obesità ed il Medico Veterinario
14/ Conclusioni
14/ Bibliografia
umano
15/ Displasia dell’anca nel gatto: cosa fare e cosa non fare.
15/ Il gatto obeso e le patologie
ortopediche correlate.
15/ Bibliografia
16/ Soprappeso e obesità negli animali da compagnia: dimensioni del problema, fattori di rischio, possibili rimedi.
16/ Premessa
16/ Materiali e metodi
16/ Risultati
17/ Conclusioni
17/ Bibliografia
18/ La visita Ortopedica di base nel cane
11/ L’obesità ed il comportamento
11/ L’obesità e la relazione
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Obesità
Giuseppe Febbraio,
Medico Veterinaro,
PhD,
Master Universitario Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva
tico, ma esistono molte cause responsabili dello squilibrio, primo
dei quali l’errata convinzione da parte dei proprietari che somministrare molto cibo ai propri beniamini sia la forma più efficace e
diretta per dimostrare il loro affetto e che, viceversa, l’introduzione di una dieta controllata viene vissuta come una incomprensibile cattiveria. I clienti possono sovra alimentare il proprio animale
perché un buon appetito è percepito come segno di buona salute, possono sostituire gli esercizi col cibo, possono usare il cibo
come un agente palliativo quando li lasciano soli, possono favorire comportamenti impropri, come il mendicare, perché li trovano
irresistibili. I clienti tendono a somministrare gli stessi quantitativi
di cibo a dispetto della diversa spesa energetica giornaliera. Infatti
i fabbisogni giornalieri variano in base alla temperatura esterna,
allo stile di vita dell’animale, al livello di attività. È necessario aggiustare la quantità di cibo in base a tutti questi fattori.
Gli alimenti molto appetibili possono incoraggiare il consumo
di troppo cibo. Senza considerare il contributi di snack, treats e
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Tel: 335 433608
pane. Lo stile di vita sedentario o lo stato di obesità del proprietario sono altri fattori che possono contribuire alla mancanza di
esercizio o al consumo di alimenti troppo appetibili e calorici, o al
mancato riconoscimento del problema.
L’obesità è la forma più comune di malnutrizione in medicina
A causa delle differenze genetiche, alcuni animali hanno un fab-
veterinaria. Le indagini suggeriscono che il 25-45% dei cani e
bisogno calorico significativamente più basso e quindi richiedo-
gatti presentati nelle cliniche veterinarie sono in soprappeso o
no meno calorie per mantenere il peso corporeo ideale. Queste
obesi. L’obesità viene definita come una condizione patologica
differenze genetiche possono essere la causa per cui certe razze
caratterizzata da un accumulo di grasso in eccesso rispetto a
tendono a mettere peso più facilmente. Le razze comunemente
quello necessario per la funzione corporea ottimale. Il significato
riconosciute a rischio di obesità includono Golden Retriever, La-
dell’obesità è connesso al suo ruolo nella patogenesi di una va-
brador R., Cocker Spaniel, Collie, Bassotti, Cairn Terrier, Beagle,
rietà di patologie, nella sua capacità di esacerbare patologie pre-
Cavalier King Charls, Basset Hound. Altri fattori che sembrano
esistenti e ridurre la durata di vita. L’obesità è stata associata con
associati all’obesità sono la sterilizzazione, l’età avanzata, la dieta
una aumentata incidenza di artrite, diabete mellito, lipidosi epati-
fatta in casa. Alcuni cani (meno del 5%) sono obesi per la conco-
ca, patologie delle basse vie urinarie, incontinenza nelle femmine
mitanza di una malattia endocrina quale ipotiroidismo, iperadre-
sterilizzate, costipazione, dermatite, problemi cardiovascolari e
nocorticismo, ipo o iperinsulinismo, acromegalia.
aumentato rischio anestetico e chirurgico. Gli animali obesi vivono in media due anni in meno rispetto ai soggetti magri nel corso
dell’intera vita. A parte le malattie che possono essere associate
Ridurre l’assunzione di energia
all’eccesso fisico o meccanico di tessuto adiposo, è stato dimo-
Far dimagrire un animale è più facile a dirsi che a farsi. Gli stili
strato che gli adipociti hanno una funzione secernente endocrina,
alimentari sviluppati nel corso di un’intera vita sono di solito
con effetti su numerosi sistemi organici. Molti di questi fattori
difficili da cambiare, sia per gli animali d’affezione che per noi.
o adipocitochine hanno funzioni infiammatorie e attualmente si
L’animale farà di tutto per convincere il proprietario - colui che
ritiene che l’obesità sia caratterizzata da uno stato infiammatorio
dà da mangiare - che con il programma di dimagramento a cui
cronico. Nell’uomo queste adipocitochine, sono state correlate
è sottoposto sta subendo la punizione più crudele del mondo.
allo sviluppo di condizioni come sindrome metabolica, insulino
Il successo di un programma di dimagramento dipende dal
resistenza, ipertensione e trombosi ed è probabile che esistano
fatto che il proprietario si convinca che deve essere cambiata
molti parallelismi con i disordini degli animali da compagnia.
una complessa e consolidata routine di abitudini, che non
L’incremento del peso corporeo si verifica quando si ha un bi-
muterà così facilmente dal giorno alla notte. Tutte le persone
lancio energetico positivo, dove l’energia introdotta è maggiore
coinvolte devono essere consce che occorre cambiare un modello
dell’energia spesa, conseguenza di una maggiore introduzione,
comportamentale. I proprietari di animali devono essere coinvolti
di una riduzione del consumo o di una combinazione delle due.
nella programmazione del piano di dimagramento di cui saranno
Il problema sembra molto semplice in termini di bilancio energe-
responsabili, ma perché esso abbia successo l’intera famiglia deve
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aderirvi. I cambiamenti di abitudini dell’animale e della famiglia
zione dell’assunzione giornaliera d’energia riducendola al fabbi-
devono inoltre essere realistici.
sogno energetico a riposo (FER), pari a 70kcal/kg0.75. I fabbiso-
Il concetto alla base del trattamento dell’obesità è semplice: il
gni energetici vanno calcolati su base individuale su ogni singolo
peso diminuisce quando la spesa energetica supera il consumo
cane. Alcuni animali possono già mangiare molto poco quando
giornaliero di calorie.
portati alla visita, di conseguenza è bene calcolare la loro assun-
Esistono 5 fattori chiave nel trattamento dietetico per la riduzione
zione di energia al momento della prima visita. Se questa è pari o
del peso:
prossima al FER bisogna ridurla ulteriormente.
• Diminuire l’assunzione di energia;
La maggior parte dei proprietari, tuttavia, sostiene che il loro
• Ridurre il grasso corporeo e, contemporaneamente mantenere
la massa corporea magra;
• Stimolare la sazietà;
animale mangia pochissimo; quando si effettua il calcolo delle
calorie in genere sembra che i cani mangino più di quanto non
sia loro necessario.
Durante le visite di follow up se non si è ottenuta alcuna perdita
• Assicurare un’alimentazione bilanciata nel lungo periodo;
di peso riducendo l’assunzione energetica al FER, è possibile ef-
• Trovare un equilibrio funzionale fra l’aumento del dispendio
fettuare delle correzioni. Gli studi hanno dimostrato che, quando
energetico giornaliero e la riduzione nel consumo quotidiano
vengono alimentati con una dieta ricca di proteine, i cani tendono
di calorie. L’esercizio stimola la perdita di grasso senza aumen-
a perdere più peso e che il contributo del grasso corporeo risulta
tare l’assunzione di cibo e contribuisce a mantenere la massa
maggiore. La concentrazione proteica delle diete destinate al trat-
corporea magra.
tamento nutrizionale dell’obesità deve, per coprire i fabbisogni in
aminoacidi essenziale e non, essere superiore a quella delle ra-
Sebbene esistano numerosi metodi, la valutazione del peso cor-
zioni consigliate per il mantenimento. Considerato che l’apporto
poreo, il calcolo della condizione corporea (BCS), e le misurazioni
energetico è fortemente ridotto, occorre aumentare in proporzio-
morfometriche rimangono le tecniche clinicamente utili per rico-
ne inversa la concentrazione proteica per prevenire la riduzione
noscere l’obesità nella pratica clinica.
dell’apporto proteico al di sotto dei fabbisogni fisiologici.
Una volta determinato che il paziente è in soprappeso o obeso,
Inoltre, indipendentemente dall’assunzione proteica, l’aumen-
il clinico deve ottenere una completa storia alimentare per calco-
to dell’assunzione della Lisina stimola la ritenzione azotata e la
lare la reale assunzione di calorie del paziente. Gli animali obesi
sintesi proteica esitando nel mantenimento della massa corporea
dovrebbero essere sottoposti ad una visita clinica completa prima
magra nel cane e nel gatto.
di essere destinati ad un programma di controllo del peso. Il peso
La sazietà è un fenomeno complesso che coinvolge la distensione
corporeo deve essere registrato e l’esame obiettivo generale es-
gastrica, i meccanismi neuroendocrini e l’assunzione di principi
sere finalizzato a verificare se le costole e le vertebre dorsali si
nutritivi. La combinazione di elevati livelli proteici ed elevato te-
apprezzano con facilità, a valutare l’entità del cuscinetto di grasso
nore di fibra aumenta la sazietà, sollecitando la secrezione di co-
a livello lombare e nelle parti declivi dell’addome in modo da as-
lecistochinina, più delle alte concentrazioni di fibra o di proteine
segnare un punteggio per il BCS.
da sole.
Data la necessità di un lungo periodo di trattamento è imperativo
stabilire l’obiettivo principale e stabilire obiettivi più piccoli in un
periodo di tempo più breve.
Una perdita di peso compresa tra l’1 e il 2% del peso corporeo è
Calcoli per un programma di
dimagrimento
auspicabile e raccomandato per parecchie ragioni. Una perdita di
• Registrare il peso corporeo e il BCS in presenza del proprietario;
peso maggiore richiede che il paziente riceva una gratifica mol-
• Valutare il peso corporeo ottimale;
to piccola di cibo. Questo può incoraggiare comportamenti poco
• Calcolare il Fabbisogno energetico a riposo:
graditi come il mendicare o il cercare tra la spazzatura con conse-
70 + ( 30 x Kg di peso corporeo ottimale) =
guente perdita della compliance del cliente. Una perdita di peso
oppure
superiore al 2% la settimana di peso corporeo è stata associata
70 x (peso corporeo ottimale)0.75=
a una maggiore perdita di massa magra rispetto la massa grassa
e ad un accentuato rischio di lipidosi epatica nel gatto. La rapida
perdita di peso può poi risultare in un più facile recupero del peso
una volta sospeso il programma dietetico.
I fabbisogni vanno calcolati sulla base del peso corporeo ottimale
• Raccomandare la dieta selezionata ed illustrare le ragioni per
cui passare a questa dieta;
• Calcolare la quantità giornaliera di cibo da somministrare (FER:
Kcal/100g sul tal quale);
stimato.
• Dividere il cibo in 3-4 pasti giornalieri;
Nel cane un buon punto di partenza è quello di attuare la restri-
• Stabilire se necessario offrire dei bocconcini;
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• Sottrarre le calorie dei bocconcini dal fabbisogno energetico
totale prima di calcolare la quantità di dieta da somministrare;
• I bocconcini vanno offerti immediatamente dopo il pasto, non
fra i pasti;
• Calcolare quanto lungo sarà il trattamento, basandosi su una
perdita di peso settimanale pari all’1% del peso corporeo
iniziale;
• Spiegare ai proprietari come introdurre la nuova dieta e come
superare eventuali difficoltà iniziali;
• Fotografare l’animale.
La visite di controllo inizialmente ogni due settimane al fine di
stabilire il giusto apporto di calorie, finché il programma funziona
bene, poi ogni 2 o 3 mesi.
Ogni volta bisogna rilevare il peso corporeo e il BCS.
Stabilire se la quantità di cibo va corretta.
Una volta raggiunto il peso desiderato, l’assunzione di calorie
deve essere aggiustata al fine di mantenere il peso raggiunto.
La dieta può essere cambiata a una formulata per il mantenimento del peso.
Felini
Nel gatto sterilizzato possiamo utilizzare anche delle formule lineari:
• 50 kcal x kg di peso corporeo ideale = FER
Per ottenere una perdita di peso, di solito il FER è ridotto del 20%.
Usando il fattore 0.8 x, è possibile calcolare le calorie necessarie.
Data la grande variazione nelle richieste energetiche individuali, il
miglior metodo per determinare la quantità di calorie da fornire
per indurre una perdita di peso è analizzare con attenzione la
dieta del paziente e confrontare con il FER.
Alcuni gatti che vivono in appartamento hanno un consumo di
calorie giornaliero molto più basso (36-42 Kcal/kg). Il valore calorico calcolato deve essere sempre confrontato con quello assunto
normalmente dal paziente.
Il gatto è un carnivoro stretto e il livello proteico di una dieta
per la perdita di peso è un fattore importante da considerare per
mantenere la massa magra e prevenire i rischio di lipidosi epatica.
Per un gatto obeso, un cibo terapeutico con il 40-60% di proteine (espresse come percentuale di kcal di energia metabolizzabile)
e meno del 30% di carboidrati rappresenta una scelta adeguata.
È importante garantire almeno 4 g di proteina per kg di peso
ottimale.
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Educazione del cliente
e dell’animale: corretta
impostazione e
gestione del colloquio.
gler and Anja Mandernach) ha reclutato 60 coppie proprietario/
Sabrina Giussani,
ministra un numero elevato di pasti e spuntini al cane, considera
Medico Veterinario Comportamentalista,
cane obeso e ad altrettante formate da proprietario/cane normale. Dall’elaborazione dei dati raccolti con l’aiuto di un questionario, è emerso che il legame tra proprietario/cane obeso è più
stretto rispetto a quello esistente tra proprietario/cane normale:
il proprietario ha meno paura di contrarre malattie, affronta con
l’animale un gran numero di argomenti di discussione, dorme
spesso con il cane, osserva a lungo il pet mentre mangia, sompoco importante l’esercizio fisico ed il lavoro collaborativo. Que-
Master in Etologia applicata e Benessere animale
ste osservazioni indicano che la somministrazione del cibo è una
Diplomato Medico Veterinario Comportamentalista ENVF
piacevole forma di comunicazione e d’interazione con il cane: il
Consigliere SISCA
proprietario di un cane obeso interpreta ogni esigenza dell’animale come una richiesta di cibo. Inoltre, appare poco attento alla
propria salute e trasferisce non solo le proprie abitudini alimentari all’animale ma anche la mancanza di apprezzamento per una
buona condizione fisica.
E. Kienzle e R. Berglery hanno osservato che solo una piccola
percentuale di gatti obesi riesce a perdere peso utilizzando diete
dimagranti. Tuttavia, studi clinici controllati eseguiti in laboratorio
hanno mostrato che la restrizione alimentare consente ai gatti
coinvolti di raggiungere una riduzione del peso. È, dunque, possibile ipotizzare una mancanza di compliance (alleanza terapeutica)
[email protected]
da parte dei proprietari di gatti obesi. Un recente studio (Human-
Tel: 333 1861226
Animal Relationship of Owners of Normal and Overweight Cats,
Ellen Kienzle and Reinhold Berglery) ha coinvolto 120 proprietari
Introduzione
Le informazioni sui possibili rischi per la salute dell’animale, legati ad un’alimentazione non corretta, sono spesso ignorate dal
proprietario. Questo ultimo, infatti, sostiene di amare così tanto il
proprio pet da non potergli negare l’affetto sotto forma di cibo!
L’inadeguata alleanza terapeutica tra Medico Veterinario, Cliente
e Pet è un problema di primaria importanza nella prevenzione e
nel trattamento dell’obesità del cane e del gatto. È opportuno
ricordare che alcuni stati patologici conseguenti a malattie del
comportamento, possono essere alla base dell’obesità. La bulimia
è, infatti, un sintomo presente nello stato ansioso permanente e
nella depressione cronica. Inoltre, la restrizione alimentare può
peggiorare la sintomatologia di malattie dl comportamento preesistenti o indurne la nascita. Durante la progettazione di un piano
di restrizione alimentare è necessario eseguire un’accurata valutazione comportamentale.
La relazione uomo - animale:
la dimensione di cura
di gatti, 60 animali normali e 60 in sovrappeso. L’inchiesta ha
esaminato il rapporto uomo - animale, alcuni aspetti del comportamento del gatto ed alcune caratteristiche personali del proprietario (come ad esempio la salute e le abitudini alimentari).
Dall’elaborazione dei dati raccolti con l’aiuto di un questionario
è emerso che il legame tra proprietario/gatto obeso è più stretto
rispetto a quello esistente tra proprietario/gatto normale: il proprietario parla con l’animale affrontando un gran numero di argomenti (lavoro, famiglia, amici e conoscenti), la convivenza con
il gatto lo ha rassicurato e consolato, l’animale è considerato non
solo un membro della famiglia ma anche un bambino da accudire. La maggior parte dei proprietari di gatti obesi guarda il proprio animale mentre mangia. Inoltre, i proprietari di gatti normali
utilizzano il gioco come premio mentre i proprietari di gatti obesi
offrono all’animale il cibo preferito. L’alimentazione ad libitum è
un fattore di rischio controverso. Infatti, soltanto in alcuni studi
è emerso che la possibilità di avere libero accesso al cibo è correlata all’obesità. La maggior parte dei proprietari di gatti obesi
percepisce il proprio animale più magro di quanto non sia in realtà. Una possibile spiegazione può essere che il gatto non appare
Al fine di valutare l’importanza della relazione uomo – animale
quasi mai in pubblico e, di conseguenza, le persone commentano
nella genesi dell’obesità, un recente studio pilota (A Comparison
saltuariamente la condizione fisica dell’animale. A differenza dei
of the Feeding Behavior and the Human–Animal Relationship in
dati ottenuti dalla ricerca svolta sui proprietari di cani la maggior
Owners of Normal and Obese Dogs, Ellen Kienzle, Reinhold Ber-
parte dei proprietari di gatti obesi è di sesso femminile.
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Le osservazioni raccolte mostrano che la somministrazione del
atto per produrre un cambiamento. Young nel 1992 ha proposto
cibo potrebbe essere una piacevole forma di comunicazione e
un modello semplificato in quattro stadi che ben si adatta alle
d’interazione con il gatto: il proprietario di un gatto obeso inter-
nostre esigenze.
preta ogni esigenza dell’animale come una richiesta di cibo. Gli
Nel primo stadio, detto di pre – intenzione, il cliente non è co-
Autori hanno interpretato le differenze evidenziate nella relazione
sciente della situazione problema e si mostra completamente reti-
tra proprietario/cane – gatto obeso come indicatori di eccessiva
cente verso qualsiasi tentativo di presa in carico. Il cambiamento,
umanizzazione dell’animale.
secondo il cliente, comporta conseguenze negative rispetto alla
Secondo l’approccio zooantropologico, la relazione si differen-
persistenza dello stato di difficoltà in cui si trova. Nello stadio
zia dalla semplice interazione. Nella relazione è riconosciuta la
successivo, di intenzione, il cliente è cosciente dell’esistenza della
soggettività dell’animale: il cane è una controparte sociale, un
situazione problema ma ne sminuisce l’importanza, nega il biso-
interlocutore, una referenza. L’accreditamento del pet compor-
gno di aiuto o ritiene che nessuno possa assisterlo. Fa seguito la
ta un interscambio non solo sulla base dei contenuti ma anche
fase di azione in cui il cliente desidera il cambiamento e comincia
sulla base dei ruoli sociali che vengono negoziati. La negoziazio-
a cambiare o a cercare un aiuto esterno. Il progetto terapeutico
ne dei ruoli sociali comporta la definizione di dimensioni o livelli,
può, quindi, essere messo in opera. Infine, la fase di mantenimen-
ciascuna caratterizzata da una specifica funzione di transazione.
to consiste nel mantenere i risultati ottenuti e permette ulteriori
Una delle dimensioni di base della relazione uomo – animale è
progressi del cliente. In questo stadio gli Autori collocano la possi-
quella affettiva: l’interscambio è basato sulla protezione, sulla
bile ricaduta. È necessario che il terapeuta annunci la possibilità di
rassicurazione, sull’offerta/richiesta di aiuto, sulla condivisione
una recrudescenza della sintomatologia, così che la fidelizzazione
emozionale. L’area affettiva mostra differenze d’espressione che
del cliente sia ancor più importante. Infatti, quando un evento è
variano a seconda del ruolo assunto dal fruitore: epimeletico (of-
previsto ed annunciato, viene più facilmente affrontato e supera-
fre protezione, cura, sicurezza, alimento), et – epimeletico (chie-
to dalla coppia cliente – terapeuta.
de protezione, conferme, sicurezza, alimento). Il partner umano
Secondo il modello presentato, il Medico Veterinario, per rag-
mostra un comportamento protettivo nei confronti dell’animale
giungere l’obiettivo terapeutico, dovrà adattarsi al livello di moti-
assumendo il ruolo del genitore e mostra l’atteggiamento tipico
vazione ed allo stadio di cambiamento del cliente. Solo nella fase
dell’accudimento parentale. Un eccesso epimeletico può provo-
di azione è possibile realizzare una terapia volta alla soluzione
care lo sbilanciamento della relazione e, di conseguenza, una
della situazione problema.
deriva proiettiva nel rapporto. Nel caso di tendenze surrogatorie
Questo concetto è riportato anche da Malarewicz (1996). Esiste
dove il pet assume il ruolo di animale – bambino o animale – figlio
una profonda differenza tra domanda e processo terapeutico.
è necessario integrare la dimensione affettiva con le altre dimen-
Quando il cliente fissa un appuntamento con il Medico Veterina-
sioni di relazione (ludica, epistemica, edonica, sociale, affiliativa)
rio, effettua una domanda terapeutica e spesso il procedimento si
(R. Marchesini). Un approccio psicologico, come la sostituzione
arresta a questo livello. Infatti, il cliente si accontenta di aver pre-
di un comportamento associato all’alimentazione con un com-
so contatto con il professionista e rimette nelle mani di quest’ul-
portamento di gioco può migliorare la compliance dei proprietari
timo il suo destino. Il Medico Veterinario dovrà, durante il collo-
di gatti che partecipano a programmi di riduzione del peso (E.
quio, trasformare la domanda in processo terapeutico valutando
Kienzle e R. Berglery).
lo stadio di cambiamento in cui si trova il cliente ed adattando il
proprio intervento terapeutico. È necessario, quindi, lasciare al
Il cliente: lo stadio del cambiamento
La reticenza del cliente ad intraprendere un percorso terapeutico
dovrebbe essere interpretata come un problema di motivazione al
cliente il tempo necessario per far proprie le informazioni ricevute
e prepararsi al cambiamento.
piuttosto che come una resistenza incosciente, un tentativo di
Il Medico Veterinario ed il cliente:
l’alleanza terapeutica
sabotare gli sforzi del terapeuta. Questa differente visione appare
La prima tappa della relazione terapeutica consiste nello stabilire
quando si pensa al cliente in funzione del suo livello di motivazio-
un’alleanza terapeutica con il cliente. Lo scopo dell’interazione
ne, di coscienza o di preparazione al cambiamento. L’attitudine,
è suscitare un’impressione positiva attraverso l’empatia, il calore
le aspettative e gli interventi del terapeuta devono, quindi, adat-
umano, la sincera preoccupazione e l’assenza di giudizio/pregiu-
tarsi. Prochaska e Diclemente (1983) hanno proposto una teoria
dizio. L’alleanza terapeutica implica la percezione di un lavoro in
del cambiamento psicoterapico composta di cinque stadi. Ogni
comune, della collaborazione tra i partecipanti.
stadio mostra la percezione del cliente di fronte alla situazione
Per favorire una corretta interazione è necessario condurre la visi-
problema. Secondo gli Autori esiste un legame tra lo stadio del
ta all’interno di un setting ben definito (ad esempio la sala visite).
cambiamento ed i processi psicologici indispensabili da mettere in
Il setting è l’insieme delle condizioni metodologiche entro le quali
cambiamento e di consapevolezza dell’esistenza di un problema,
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si può osservare, descrivere, comprendere l’oggetto di conoscen-
Gli inviti
za, che ne permette l’obiettivazione (B. Alessio).
L’invito indica la disponibilità all’ascolto del Medico. Abitualmen-
Le attitudini elementari di ascolto, di attenzione, di rilancio e di
te avviene durante la prima fase del colloquio e lascia trasparire
ripetizione sono alla base della nascita dell’alleanza terapeutica.
l’assenza di giudizio. Il terapeuta può formulare osservazioni che
invitano il cliente a parlare ad libitum come ad esempio “Mi può
L’attitudine all’attenzione
dire qualche cosa di più a questo proposito?”.
Consiste nel mostrare attenzione (soprattutto utilizzando la co-
Gli incoraggiamenti
municazione non verbale) in modo che il cliente percepisca l’interesse del terapeuta.
Mantenere il contatto visivo
Il contatto visivo è il più importante indizio d’ascolto e di coinvol-
Sono risposte verbali molto brevi che comunicano l’interesse ed
il coinvolgimento lasciando libera scelta al cliente per quanto riguarda la direzione che prenderà il colloquio. Sono spesso accompagnate da uno scuotimento d’approvazione del capo. Ad
esempio “Vedo”, “Si”, “Certo”, “D’accordo”, “Capisco”.
gimento. È opportuno evidenziare che un contatto mantenuto
troppo a lungo può essere inappropriato. È necessario interrom-
Le domande aperte
pere il contatto visivo di quando in quando, in modo naturale.
È possibile formulare due tipi di domande: aperte e chiuse. Le
domande chiuse hanno lo scopo di chiedere un’informazione
Mantenere una distanza adeguata
specifica e comportano una risposta breve (spesso un semplice
La distanza fisica può essere più o meno grande ma, quando il
Si o No). Le domande aperte consentono una maggiore libertà
terapeuta ed il cliente sono l’uno di fronte all’altro, è consigliabile
d’espressione e permettono di ricevere un gran numero di infor-
rimanere a circa 1,50 m.
mazioni senza interrompere il processo di ascolto (Ad esempio:
“Il suo cane mangia cibo secco?” è una domanda chiusa mentre
La postura
“Che cosa mangia il suo cane?” è una domanda aperta). Inoltre,
È necessario assumere una postura detta “di coinvolgimento”: un
spesso sono formulate sotto forma di frase affermativa o impera-
atteggiamento rilassato ma vigile che comunica la disponibilità
tiva per evitare di dare la sensazione al cliente di essere sottoposto
all’ascolto. Inclinare leggermente il busto in avanti in occasione
ad un interrogatorio.
dei “punti critici” del colloquio, carichi di emozione, trasmettono
l’interesse del terapeuta e la volontà di venire in aiuto al cliente.
Inoltre, una postura aperta, senza braccia e gambe incrociate,
sembra incoraggiare il cliente ad aprirsi.
I gesti e l’espressione facciale
L’espressione del viso del Medico deve essere adeguata alle emozioni mostrate dal cliente durante il colloquio. Inoltre, alcuni gesti
(ad esempio mangiarsi le unghie, tamburellare con le dita, giocare con la penna, cambiare frequentemente posizione) possono
disturbare l’interazione facendo trasparire disinteresse o impazienza.
Toccare il cliente
Il contatto fisico può essere un importante fattore di coinvolgi-
Il silenzio attento
I momenti di silenzio permettono, sia al Medico che al cliente, di
riflettere. Inoltre il silenzio è spesso la risposta più appropriata a
rivelazioni dolorose che riguardano la vita del cliente (ad esempio
un lutto). È bene che il terapeuta rimanga in silenzio in modo da
essere presente senza interferire. Inoltre, il silenzio incita il cliente
ad esprimere le proprie emozioni.
L’empatia
È uno degli strumenti più importanti a disposizione del Medico.
Consiste nella capacità di immergersi nel mondo di un altro essere umano: comprendere il punto di vista e le emozioni dell’altro e
far sì che l’interlocutore percepisca tutto ciò. L’empatia non deve
essere confusa con la simpatia, sentimento connesso alla partecipazione e alla comunicazione degli stati affettivi.
mento emozionale. È necessario valutare attentamente la disponibilità del cliente, quale tipo di contatto realizzare ed in quale
momento del colloquio.
L’attitudine al rilancio
L’attitudine alla ripetizione
Questa attitudine trasmette al cliente una sensazione di comprensione. Il termine ripetizione significa riformulare i pensieri e
le emozioni del cliente con termini differenti, in modo da comuni-
Questa attitudine, aiuta il cliente a parlare di sé, all’interno di una
care la reale comprensione delle parole dette. La ripetizione è un
situazione non coercitiva, senza manipolazioni.
mezzo per trasmettere l’empatia a livello verbale ed agisce come
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uno specchio che permette al cliente di confermare o invalidare
ambientale per il gatto (fontanella per l’acqua, giochi in elevazio-
l’impressione trasmessa al Medico.
ne, graffiatoio, tunnel).
Nella progettazione di un programma di restrizione alimentare,
La parafrasi
è opportuno ricordare le caratteristiche etologiche delle specie
Questa tecnica riformula il messaggio di base e lo trasmette con
in esame. Ad esempio, il comportamento alimentare del gatto
le parole utilizzate da colui che ascolta. L’informazione di ritorno
presenta numerose differenze rispetto al cane. Numerosi Auto-
si basa sul contenuto del messaggio più che sulle emozioni tra-
ri definiscono il gatto un animale sbocconcellatore poiché nelle
smesse dalla persona: l’accento è posto sui fatti, sui pensieri e sul-
24 ore effettua da 8 a 16 piccoli pasti. Questo animale, infatti,
le conclusioni del cliente. La parafrasi è utilizzata sia per eliminare
è un cacciatore solitario che cattura numerose prede di piccole
la confusione che può provare il Medico sia per ripetere alcuni
dimensioni. Somministrare il cibo ad orari può costituire un fat-
pensieri o comportamenti importanti contenuti nelle parole del
tore di rischio per l’insorgenza di patologie del comportamento
cliente.
come l’Ansia da Luogo Chiuso (caratterizzata dalla comparsa di
un comportamento di aggressione predatoria e per irritazione
La ripetizione dei sentimenti
a carico dei proprietari), la Sindrome della Tigre (caratterizzata
È una tecnica identica alla precedente ma l’accento è posto sulle
dalla comparsa di un comportamento di aggressione predatoria
emozioni/ sentimenti più che sui contenuti. Così facendo il Me-
a carico dei proprietari all’ora della somministrazione del pasto),
dico comunica la comprensione dei sentimenti di collera, colpa o
l’Ansia da Coabitazione (caratterizzata da un comportamento
tristezza legittimandone l’esistenza senza esprimere un giudizio.
di aggressione per irritazione a carico del gatti conviventi) e nel
Il riassunto
gatto anziano alcune demenze senili. Inoltre il disagio legato alla
dieta può indurre il peggioramento delle malattie del comporta-
Il riassunto focalizza l’attenzione del Medico e del cliente sui pun-
mento preesistenti. Il cane è un predatore che caccia in gruppo e
ti principali del colloquio, sintetizza il contenuto e le emozioni/
cattura animali di grandi dimensioni. Inoltre, il pasto assume per
sentimenti espressi. Può essere realizzato all’inizio, a metà o alla
questa specie, un significato sociale. La restrizione alimentare può
fine della visita. È opportuno impiegare le stesse parole utilizzate
provocare un peggioramento delle patologie del comportamento
dal proprietario durante il colloquio. Questa tecnica conferma al
già in atto a causa dell’aumento dello stato ansioso legato alla
cliente che il Medico ha ascoltato con attenzione il dialogo e che
sensazione di disagio indotta dalla fame. Ad esempio un cane
è riuscito a comprendere tutto ciò che è stato detto.
affetto da squilibrio gerarchico (alterazione del ruolo e del rango
all’interno del gruppo uomo – cane/cane – cane) potrebbe svilup-
La resistenza: il Pet, il Cliente ed il
Medico
pare una Sociopatia stadio 1 (patologia caratterizzata dalla pre-
Il termine resistenza si riferisce “all’opposizione inconscia al Me-
di aggressione per irritazione e gerarchico a carico dei proprietari
dico da parte del soggetto sottoposto ad analisi, ad accedere alle
o dei cani conviventi). È opportuno, quindi, eseguire un’attenta
proprie dinamiche profonde” (U. Galimberti). L’approccio alla re-
valutazione comportamentale in modo da prevenire l’insorgenza
sistenza del paziente è stato descritto la prima volta da Freud e
di alcune malattie del comportamento o il peggioramento delle
dai suoi successori. In seguito, numerosi Autori hanno apportato
patologie presenti.
senza di numerosi sintomi tra i quali anche un comportamento
il proprio contributo.
È opportuno evidenziare che la resistenza può essere messa in
Per affrontare al meglio la resistenza, è opportuno:
atto da tutti i protagonisti del processo terapeutico: il Pet, il Clien-
• Eseguire un’attenta valutazione comportamentale;
te ed il Medico. La resistenza è un elemento normale all’interno
• Utilizzare la terapia feromonale per ridurre il disagio legato alla
della terapia poiché il cambiamento che il Medico vorrebbe indurre provoca l’alterazione dell’omeostasi del sistema cliente/ pet.
La resistenza del pet
Anche il Cane ed il Gatto possono mostrare resistenza. Durante
dieta (Feliway diffusore ambientale per il gatto, DAP diffusore
ambientale per il cane);
• Ridurre progressivamente la quantità di alimento o modificarne
gradualmente la qualità;
la messa in atto del processo terapeutico, infatti, la restrizione
• Integrare nel cane la dimensione affettiva (et - epimeletica) con
alimentare può essere alla base dell’opposizione del paziente al
altre dimensioni di relazione (ad esempio ludica – cognitiva o
cambiamento. È necessaria una negoziazione tra ciò che il Medi-
sociale – collaborativa);
co ed il Cliente desiderano ottenere e ciò che piace all’animale:
• Integrare nel gatto la dimensione affettiva (et - epimeletica) con
al esempio la dieta in cambio di passeggiate nei luoghi graditi
altre dimensioni di relazione (ad esempio ludica – performativa
al cane (area cani, parco, centro città) oppure dell’arricchimento
o ludica – comica).
8
La resistenza del Cliente
mentazione a richiesta, con lo scopo di proteggere la relazione
Il Cliente, nella fase di azione, desidera cambiare ma, poiché il
madre - figlio, così a lungo trascurata.
processo è doloroso, viene rifiutato a livello inconscio. Ogni azio-
Il Medico Veterinario, durante la progettazione di un piano di
ne, infatti, implica una reazione: il cambiamento induce inizial-
restrizione alimentare, deve tenere in considerazione numerosi
mente un evitamento ed un’opposizione.
fattori: la presenza di patologie del comportamento, le esigenze etologiche del pet e la dimensione prevalente nella relazione
Per affrontare al meglio la resistenza, è opportuno:
uomo – animale. Così facendo il processo terapeutico andrà a
• Chiedere che l’intera famiglia partecipi alla visita poiché gli as-
buon fine.
senti possono ostacolare il cambiamento;
• Osservare la postura del corpo del cliente (ad esempio braccia e
gambe incrociate indicano resistenza);
Bibliografia
• B. Alessio, “Setting e dintorni: il significato del primo colloquio
• Chiedere al cliente il più piccolo cambiamento possibile;
nella terapia comportamentale”, Veterinaria, monografia SI-
• Proporre al cliente di mettere in atto il cambiamento solo per
SCA;
una settimana, a titolo di esperienza;
• Integrare la dimensione affettiva (di cura) con le altre dimensioni di relazione (ad esempio ludica o sociale).
• O. Chambon, M. Marie – Cardine, “Les bases de la psychothérapie”, Dunod, Paris 1999;
• R. Colangeli, S. Giussani, “Medicina del comportamento del
cane e del gatto”, Poletto Editore, Gaggiano, 2005;
La resistenza del Medico
Anche la resistenza opposta dal Medico fa parte del processo terapeutico. Generalmente, l’opposizione nasce dalla frustrazione
di fronte alla previsione dell’insuccesso terapeutico. La resistenza
può essere indotta da numerosi fattori: la motivazione (il terapeuta cerca di convincere il cliente a realizzare la terapia non tenendo conto del suo stadio del cambiamento), il pregiudizio (il
terapeuta sospetta che il cliente non seguirà le indicazioni date
ed adotta una comunicazione verbale e posturale che induce alla
chiusura), l’incompetenza (il terapeuta ritiene di non essere competente in quel settore ed adotta una comunicazione sbrigativa
che genera nel cliente confusione). Inoltre, quando un Cliente è
particolarmente simpatico, il Medico corre il rischio di annullare la
distanza terapeutica necessaria alla messa in opera del processo
terapeutico.
• U. Galimberti, “Dizionario di psicologia”, UTET, Torino 2000;
• E. Kienzle, R. Berglery, “Human-Animal Relationship of Owners
of Normal and Overweight Cats”, American Society for Nutrition. J. Nutr. 136: 1947S–1950S, 2006;
• E. Kienzle, R. Bergler, A. Mandernach, “A Comparison of the
Feeding Behavior and the Human–Animal Relationship in Owners of Normal and Obese Dogs”, American Society for Nutritional Sciences. J. Nutr. 128: 2779S–2782S, 1998;
• R. Marchesini, “Canone di zooantropologia applicata”, Apèiron
Editoria e Comunicazione S. r. l., Bologna 2004;
• R. Marchesini, “L’identità del cane”, Apèiron Editoria e Comunicazione S. r. l., Bologna 2004;
• R. Marchesini, “Fondamenti di zooantropologia”, Alberto Perdisa Editore, Bologna 2005.
Per affrontare al meglio la resistenza, è opportuno:
• Pensare di essere al “posto del Cliente”;
• Mostrare empatia;
• Spiegare in modo comprensibile la diagnosi e la terapia senza
cercare di convincere il Cliente;
• Mantenere il contatto visivo, una distanza adeguata e adottare
una postura corretta.
Conclusioni
Anche in Medicina Umana, il concetto di dimensione di relazione
(madre – figlio) assume una sempre maggior importanza. Negli
anni passati le madri sono state “educate” a concentrarsi soprattutto sulla dimensione dietetica (qualità e quantità degli alimenti)
a scapito della dimensione relazionale. Ai giorni nostri la tendenza sembrerebbe piuttosto opposta, in quanto basata su un’ali-
9
Il comportamento fa
dimagrire?
Sabrina Giussani,
Medico Veterinario Comportamentalista,
Master in Etologia applicata e Benessere animale
Diplomato Medico Veterinario Comportamentalista ENVF
Consigliere SISCA
portare nel gatto a lipidosi epatica idiopatica ed aumentare la
probabilità di sviluppare un diabete mellito. La risposta alle infezioni nel cane, invece, diminuisce incrementando, ad esempio,
l’incidenza di piodermiti. Inoltre, l’obesità comporta non solo un
aumento delle difficoltà in sede di intervento chirurgico ma anche
dei rischi anestesiologici.
Le informazioni sui possibili rischi per la salute dell’animale, legati ad un’alimentazione non corretta, sono spesso ignorate dal
proprietario. Questo ultimo, infatti, sostiene di amare così tanto
il proprio cane/gatto da non potergli negare l’affetto sotto forma
di cibo. L’inadeguata alleanza terapeutica tra Medico Veterinario,
Cliente e Pet è un problema di primaria importanza nella prevenzione e nel trattamento dell’obesità del cane e del gatto.
L’obesità: il cane, il gatto e l’essere
umano
Una ricerca condotta da Hill’s presso i Medici Veterinari italiani
nel 2008 ha evidenziato che la specie felina mostra una maggiore
propensione all’eccesso di peso rispetto alla specie canina. Fattori
[email protected]
di rischio per il sovrappeso e l’obesità sono la castrazione/steri-
Tel: 333 1861226
lizzazione e lo stile di vista domestico che interessa la maggior
parte degli animali visitati ed in particolare i gatti. L’alimentazione
Introduzione
L’obesità può essere definita “un incremento del peso corporeo
ad un livello superiore al normale per una determinata taglia e
corporatura dell’animale” (W. R. Fenner). Un valore del peso corporeo pari o superiore al 20% rispetto al normale è generalmente
considerato indice di obesità. L’obesità può essere secondaria a
patologie organiche concomitanti oppure legata ad un apporto
calorico eccessivo. Le principali cause di obesità patologica sono
imputabili a lesioni/ disfunzioni ipotalamiche o ipofisarie ed a
squilibri endocrini (iperadrenocorticismo, ipotiroidismo, insulinoma). Inoltre, è possibile evidenziare una forma definita pseudo –
obesità secondaria ad edema, versamento peritoneale e notevole
epatomegalia/splenomegalia. L’obesità fisiologica è attribuibile
ad un eccesso di assunzione di energia rispetto a quella utilizzata
in un animale per il resto sano. Lo squilibrio tra l’apporto ed il
consumo energetico provoca un’eccedenza energetica persistente: l’energia in eccesso si accumula principalmente sotto forma di
lipidi, determinando un incremento ponderale ed un’alterazione
della composizione corporea. È opportuno ricordare che alcuni
stati patologici conseguenti a malattie del comportamento, possono essere alla base dell’obesità. La bulimia è, infatti, un sintomo presente nello stato ansioso permanente e nella depressione
cronica.
Numerosi studi hanno dimostrato che l’obesità può avere effetti
dannosi sulla salute e sulla longevità di cani e gatti. Gli individui
industriale, somministrata in modo equilibrato e nelle giuste dosi,
sembra prevenire in modo efficace sovrappeso ed obesità rispetto
all’alimentazione casalinga e mista.
Il sovrappeso e l’obesità sono diventati un importante problema
per la salute pubblica che interessa tra il 20 ed il 40% della popolazione mondiale al di sopra dei 18 anni. Il quadro si instaura a
partire dell’età scolare e l’incidenza nella popolazione adulta è più
elevata tra i 20 e i 40 anni. La prevalenza della malattia aumenta
progressivamente con l’età fino a stabilizzarsi intorno ai 60 anni.
Uno stile di vita sedentario, un modello alimentare a elevata densità energetica e l’elevata disponibilità di alimenti rappresentano i
principali fattori di rischio per la genesi della condizione. Sono fattori di rischio individuale per lo sviluppo dell’obesità, l’incremento
ponderale precoce (nei primi 5 anni di vita), la presenza di obesità
nei parenti di primo grado per i bambini, l’ingresso nel mondo
del lavoro, la gravidanza e la menopausa. La strategia di prevenzione primaria, riguardo alle azioni che possono essere realizzate
nell’ambito educativo, deve avere un inizio precoce nella prima
infanzia, indipendentemente dal livello di rischio. Gli interventi
preventivi devono favorire l’incremento dell’attività motoria ed
un’educazione ad un’alimentazione sana ed equilibrata. L’eziologia dell’obesità ha componenti non solo genetiche ma anche
sociali, culturali e psicologiche, quindi si intuisce come lo stile di
vita e in particolare l’abitudine alimentare possa essere motivo di
salute o di malattia per l’individuo.
obesi possono essere affetti da malattie ortopediche e problemi
cardiopolmonari. L’obesità seguita da anoressia prolungata, può
10
L’obesità ed il comportamento
Le ricerche effettuate sul Dna mitocondriale da C. Vilà et al (1999)
posizionano il processo di domesticazione del cane circa 135.000
anni fa mentre P. Savolainen et al (2002) lo collocano intorno ai
40.000 anni fa. La presenza del cane ha favorito la crescita della
sicurezza del gruppo famigliare: la notte è una sentinella, il giorno
collabora nella caccia e nella difesa del gruppo durante gli spostamenti. Il cane, nel periodo Paleolitico, ha influenzato lo stile di vita
dell’uomo tanto che Allmann sostiene che la presenza di questo
animale abbia contribuito a favorire l’affermazione dei sapiens rispetto ai neandertaliani. Gli effetti della co – evoluzione riguardano il miglioramento delle tecniche di caccia, un’alimentazione più
ricca, un incremento riproduttivo a cui fa seguito un’espansione
sia dell’uomo che del cane.
Il cane è un animale sociale e tale carattere spicca su tutti gli altri al
punto tale che da sempre l’uomo, quando ha voluto tratteggiare
la fedeltà e l’immedesimazione nel gruppo, ha utilizzato il codice
lupo – cane (R. Marchesini). Essere fortemente portato alle relazioni di gruppo significa molto di più della semplice affermazione
che il cane ama stare in compagnia. È un po’ come se riferendoci al bisogno dell’uomo di realizzarsi noi liquidassimo il discorso
nella frase “l’uomo desidera lavorare” (R. Marchesini). La socialità
del cane è la sua dimensione di vita: essere un animale sociale e
socio – riferito significa prima di tutto costruire dei rapporti molto
stretti e delle assonanze, vale a dire che il cane cerca continuamente delle concertazioni e lì definisce il proprio posizionamento.
La socio - referenza del cane lo porta ad interessarsi al gruppo:
il cane è interessato a tutto ciò che facciamo, non ci perde d’occhio, capta ogni variazione del nostro umore o nel nostro stile di
vita, se conosce le nostre abitudini ed i nostri gesti. Il cane impara
nella quotidianità e per fare questo deve azzerare le distanze fisiche tra noi e lui: riusciremo a costruire un rapporto completo e
articolato solo a patto di vivere il più possibile con lui. Per questo
molto spesso le persone pur sforzandosi di dare al cane tutti i
confort possibili si ritrovano a fallire il loro rapporto: per il cane la
situazione ottimale è fare il maggior numero di attività insieme,
poterlo accompagnare ovunque. Non c’è giardino, non ci sono
datata 6000 a.c. dove un essere umano si trova in compagnia
di un gatto di taglia abbastanza importante. Il gatto, così come
l’uomo, è stato ricoperto di conchiglie, piante, pietre preziose.
Questo particolare testimonia il carattere intimo della relazione.
Tra le civiltà che avevano un rapporto particolare con il gatto è
importante quella egiziana ma molto probabilmente il gatto è arrivato da zone più orientali, dove non è presente il Felis sylvestris
libica ma il Felis sylvestris ornata. Secondo alcuni Autori si tratta
di un mélange tra le due sottospecie.
Le osservazioni effettuate negli ultimi anni in relazione al comportamento del gatto hanno messo in evidenza che l’immagine
di un animale solitario non corrisponde alla realtà. La convivenza
con gli esseri umani spinge il gatto a creare una o più relazioni sociali con i componenti della famiglia, anche se la relazione
preferenziale (che comporta ad esempio la condivisione del luogo di riposo) spesso è diretta nei confronti di un solo individuo.
Se paragoniamo il modo di porsi di fronte ad un problema del
cane e del gatto notiamo immediatamente una importante differenza di approccio. Il gatto tende a cercare delle soluzioni a
pronto consumo rispetto ad un particolare nodo da sciogliere e
successivamente cerca di produrre una risposta sulla base di un
confronto dei requisiti strutturali del problema. Il cane, viceversa,
cerca tempestivamente e prioritariamente il milieu collaborativo
(R. Marchesini). Mentre il gatto sta lavorando sulla base di rapporti tra oggetti e di reciproco posizionamento spaziale e causale, il
cane diversamente sta ragionando sulla base di rapporti tra soggetti in riferimento alle possibili dimensioni di relazioni sociali (R.
Marchesini). Il gatto assaggia il problema con le mani, lo studia
cercando una strategia da solista da approntare mentre il cane la
prima cosa che fa è guardare il suo proprietario. Il cane è concentrato cognitivamente sulla concertazione e non sulla soluzione.
Se il gatto eccelle come solutore di problemi il cane è un virtuoso
delle relazioni sociali portato a ragionare in termini di rapporti intersoggettivi. Parleremo quindi di intelligenza enigmistica quando
ci riferiamo al gatto e di intelligenza sociale quando ci riferiamo
al cane (R. Marchesini).
giocattoli, non ci sono affettuosità che possano controbilanciare
L’obesità e la relazione
la mancanza della vita in comune (R. Marchesini).
Alla base della convivenza con il cane ed il gatto si pone
Per quanto riguarda il gatto, numerosi Autori sono concordi nel
la creazione di una corretta relazione fondata sul pieno
ritenere il Felis sylvestris lybica l’antenato del piccolo felino dome-
riconoscimento delle rispettive diversità. La figura del Medico
stico. Nei siti archeologici risalenti all’Antico Impero (4000 – 5000
Veterinario è fondamentale in questo processo. La consapevolezza
a.c.) i gatti hanno grosse dimensioni, in seguito la taglia si ridu-
di appartenere a specie diverse comporta la conoscenza delle
ce. La mummificazione di questi animali compare nel periodo del
necessità dei nostri compagni. Il cibo, l’acqua ed un riparo
Medio Impero (3000 – 2500 a.c.). In Turchia in siti archeologici
sono considerati fabbisogni fisiologici, primari per tutti gli esseri
risalenti al 10000 a.c., sono stati rinvenuti scheletri di gatti in
viventi. Gli animali possiedono anche fabbisogni di sicurezza e
prossimità di zone abitate da esseri umani. Nessuna traccia della
comportamentali poiché il cane ed il gatto sono soggetti dotati
relazione uomo – gatto ad eccezione di una statuetta raffigurante
di una mente, con attitudini ed emozioni capaci di costruire la
una donna con in braccio una sagoma che potrebbe rappresen-
propria esperienza nel mondo. Riconoscere una identità sulla
tare un gatto. Nel 2004 a Cipro è stata rinvenuta una sepoltura
base del concetto simile/diverso significa attribuire all’animale
11
una cittadinanza, riconoscergli cioè un ruolo ed uno statuto nella
Owners of Normal and Obese Dogs, Ellen Kienzle, Reinhold Ber-
relazione con l’uomo non sulla base del concetto di uguaglianza
gler and Anja Mandernach) ha reclutato 60 coppie proprietario/
ma su quello di alterità (R. Marchesini).
cane obeso e ad altrettante formate da proprietario/cane normale. Dall’elaborazione dei dati raccolti con l’aiuto di un questio-
Secondo l’approccio zooantropologico, la relazione si differenzia
nario, è emerso che il legame tra proprietario/cane obeso è più
dalla semplice interazione. La relazione è data dall’incontro/con-
stretto rispetto a quello esistente tra proprietario/cane normale:
fronto tra due soggetti basata su processi di interscambio, capace
il proprietario ha meno paura di contrarre malattie, affronta con
di costruire un legame, che determina delle modificazioni nello
l’animale un gran numero di argomenti di discussione, dorme
stato dei due partner. L’animale è accreditato come controparte
spesso con il cane, osserva a lungo il pet mentre mangia, som-
sociale, come interlocutore, come soggetto, come diverso. L’ani-
ministra un numero elevato di pasti e spuntini al cane, considera
male partecipa alle situazioni relazionali poiché è in grado di as-
poco importante l’esercizio fisico ed il lavoro collaborativo. Que-
sumere un ruolo e di comunicare nuovi contenuti: il pet non deve
ste osservazioni indicano che la somministrazione del cibo è una
essere trasformato in un oggetto o in una macchina (reificazione)
piacevole forma di comunicazione e d’interazione con il cane: il
e non deve essere letto attraverso una proiezione dell’uomo (an-
proprietario di un cane obeso interpreta ogni esigenza dell’ani-
tropomorfizzazione). Da questo discende l’idea che la relazione
male come una richiesta di cibo. Inoltre, appare poco attento alla
con l’animale non può essere considerata intuitiva, ovvero rag-
propria salute e trasferisce non solo le proprie abitudini alimenta-
giungibile attraverso un semplice processo proiettivo. La relazione
ri all’animale ma anche la mancanza di apprezzamento per una
va costruita con pazienza, umiltà, voglia di conoscere, capacità di
buona condizione fisica.
mettersi sotto critica, disposizione all’ascolto ed all’osservazione
E. Kienzle e R. Berglery hanno osservato che solo una piccola
(R. Marchesini).
percentuale di gatti obesi riesce a perdere peso utilizzando diete
Uomo e animale si incontrano “su specifiche frequenze” chiama-
dimagranti. Tuttavia, studi clinici controllati eseguiti in laboratorio
te dimensioni di relazione. Tra queste è possibile evidenziare:
hanno mostrano che la restrizione alimentare consente ai gatti
• La dimensione affettiva (è caratterizzata da un interscambio di
coinvolti di raggiungere una riduzione del peso. È, dunque, possi-
affettuosità, dalla valenza di protezione e di sicurezza, dal sentirsi accreditati e riconosciuti);
• La dimensione ludica (è caratterizzata da una cornice di interscambio basata sul gioco, sulla finzione, sulla fluidità dei ruoli,
sul divertimento, sulla distrazione);
• La dimensione epistemica (è caratterizzata dalla priorità delle
bile ipotizzare una mancanza di compliance (alleanza terapeutica)
da parte dei proprietari di gatti obesi. Un recente studio (HumanAnimal Relationship of Owners of Normal and Overweight Cats,
Ellen Kienzle and Reinhold Berglery) ha coinvolto 120 proprietari
di gatti, 60 animali normali e 60 in sovrappeso. L’inchiesta ha
esaminato il rapporto uomo - animale, alcuni aspetti del comportamento del gatto ed alcune caratteristiche personali del pro-
direttrici di conoscenza, per la presenza di interesse, di atten-
prietario (come ad esempio la salute e le abitudini alimentari).
zione, riflessione, interscambio di sapere);
Dall’elaborazione dei dati raccolti con l’aiuto di un questionario
• La dimensione sociale (riguarda il piacere di condividere, di non
è emerso che il legame tra proprietario/gatto obeso è più stretto
essere solo e di sentirsi aiutato, di costruire una performance
rispetto a quello esistente tra proprietario/gatto normale: il pro-
in coppia, dalla capacità di agire in modo sincrono e di colla-
prietario parla con l’animale affrontando un gran numero di ar-
borare).
gomenti (lavoro, famiglia, amici e conoscenti), la convivenza con
Una delle dimensioni di base della relazione uomo – animale è
il gatto lo ha rassicurato e consolato, l’animale è considerato non
quella affettiva: l’interscambio è basato sulla protezione, sulla
solo un membro della famiglia ma anche un bambino da accudi-
rassicurazione, sull’offerta/richiesta di aiuto, sulla condivisione
re. La maggior parte dei proprietari di gatti obesi guarda il pro-
emozionale. L’area affettiva mostra differenze d’espressione che
prio animale mentre mangia. Inoltre, i proprietari di gatti normali
variano a seconda del ruolo assunto dal fruitore: epimeletico (of-
utilizzano il gioco come premio mentre i proprietari di gatti obesi
fre protezione, cura, sicurezza, alimento), et – epimeletico (chie-
offrono all’animale il cibo preferito. L’alimentazione ad libitum è
de protezione, conferme, sicurezza, alimento). Il partner umano
un fattore di rischio controverso. Infatti, soltanto in alcuni studi
mostra un comportamento protettivo nei confronti dell’animale
è emerso che la possibilità di avere libero accesso al cibo è cor-
assumendo il ruolo del genitore e mostra l’atteggiamento tipico
relata all’obesità. La maggior parte dei proprietari di gatti obesi
dell’accudimento parentale. L’obiettivo della relazione è il bilan-
percepisce il proprio animale più magro di quanto non sia in real-
ciamento delle diverse componenti (equilibrio della relazione).
tà. Una possibile spiegazione può essere che il gatto non appare
Al fine di valutare l’importanza della relazione uomo – animale
quasi mai in pubblico e, di conseguenza, le persone commentano
nella genesi dell’obesità, un recente studio pilota (A Comparison
saltuariamente la condizione fisica dell’animale. A differenza dei
of the Feeding Behavior and the Human–Animal Relationship in
dati ottenuti dalla ricerca svolta sui proprietari di cani la maggior
12
parte dei proprietari di gatti obesi è di sesso femminile.
in ostacoli da aggirare, da saltare o da esplorare: salire sopra o
Le osservazioni raccolte mostrano che la somministrazione del
passare sotto una sedia od una panchina, fare lo slalom tra i pali
cibo potrebbe essere una piacevole forma di comunicazione e
della luce, saltare un muretto, passare sopra ad una grata e così
d’interazione con il gatto: il proprietario di un gatto obeso inter-
via. Inoltre, il nostro corpo può diventare una palestra dove brac-
preta ogni esigenza dell’animale come una richiesta di cibo. Gli
cia e gambe diventano ostacoli da aggirare e saltare per il cane
Autori hanno interpretato le differenze evidenziate nella relazione
ed il gatto. È possibile sottoporre al pet semplici rompicapo per
tra proprietario/cane – gatto obeso come indicatori di eccessiva
stimolare l’acquisizione di strumenti cognitivi che l’animale potrà
umanizzazione dell’animale.
utilizzare nella vita quotidiana per imparare, ad esempio, a gestire
La sensibilità della nostra specie verso i segnali giovanili emes-
le emozioni senza esserne sopraffatto, riducendo l’eccitazione e
si dai cuccioli provoca nei loro confronti un comportamento di
favorendo la calma e la tranquillità.
adozione, di protezione e di cura. La dimensione affettiva, basata
sulla somministrazione del cibo e di affetto, non solo predispone
all’aumento di peso del pet ma è insufficiente per soddisfare i
fabbisogni del cane e del gatto. Il cibo, le carezze, il gioco, la
collaborazione, la condivisione di esperienze e l’incontro con cospecifici sono alcuni tra i principali elementi di interscambio all’interno della relazione. Per raggiungere un legame equilibrato ed
appagante è necessario integrare la dimensione affettiva con le
altre dimensioni di relazione (ludica, epistemica, sociale): il partner umano deve proporre numerose attività al pet in modo da
creare su di sé un polo di interesse (R. Marchesini).
L’obesità, il gioco e la collaborazione
L’obesità ed il Medico Veterinario
Il Medico Veterinario svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione e nella terapia dell’obesità. Le tabelle nutrizionali, il Body
Condition Score e la visita comportamentale sono gli strumenti
che il professionista possiede. Uno studio realizzato negli USA
presso i Medici Veterinari ha quantificato la compliance (alleanza
terapeutica) in sei aree differenti: test e prevenzione della filariosi
cardiopolmonare, profilassi dentale, diete terapeutiche, esami di
screening per anziani, vaccinazioni di base per cane e gatto e
screening preanestetico. I risultati mostrano che le più alte percentuali di mancata compliance sono in relazione alle diete terapeutiche per gatti (82%) e per cani (81%).
E. Kienzle e R. Berglery hanno evidenziato che un approccio psi-
Durante la messa in atto del processo terapeutico la restrizione
cologico, come la sostituzione di un comportamento associato
alimentare può essere alla base dell’opposizione del Cliente, del
all’alimentazione con un comportamento di gioco, può migliora-
Cane e del Gatto al cambiamento. È necessaria una negoziazione
re la compliance dei proprietari di cani e gatti che partecipano a
tra ciò che il Medico ed il Cliente desiderano ottenere e ciò che
programmi di riduzione del peso.
piace all’animale: al esempio la dieta in cambio di passeggiate
Il partner umano deve coinvolgere il pet nel gioco, lasciandosi
nei luoghi graditi al cane (area cani, parco, centro città) oppure
trasportare a propria volta: l’attività scelta deve essere piacevole
dell’arricchimento ambientale per il gatto (fontanella per l’acqua,
ed interessante per entrambi. Le emozioni coinvolte devono es-
giochi in elevazione, graffiatoio, tunnel). Inoltre, è fondamentale
sere positive (come ad esempio la gioia) in modo da favorire la
aprire nuove dimensioni di relazione in modo da ridimensionare
partecipazione dell’animale, legando il ricordo ad un’esperienza
il volume della dimensione affettiva al fine di bilanciare le diverse
gradevole. I giochi proposti devono stimolare la capacità collabo-
componenti. Nella progettazione di un programma di restrizione
rativa (fare qualche cosa insieme) e cognitiva (riflettere e trovare
alimentare, è opportuno ricordare le caratteristiche etologiche
una soluzione) aumentando allo stesso tempo le abilità motorie (il
delle specie in esame. Ad esempio, il comportamento alimentare
movimento e la coordinazione) del cane e del gatto.
del gatto presenta numerose differenze rispetto al cane. Numero-
È necessario scegliere l’attività più adatta in base all’età ed alle ca-
si Autori definiscono il gatto un animale sbocconcellatore poiché
pacità del pet: ogni gioco deve essere di facile soluzione in modo
nelle 24 ore effettua da 8 a 16 piccoli pasti. Questo animale, in-
che la corretta esecuzione dell’esercizio aumenti nell’animale
fatti, è un cacciatore solitario che cattura numerose prede di pic-
l’autostima e la fiducia in se stesso. È opportuno ricordare che il
cole dimensioni. Somministrare il cibo ad orari può costituire un
cane ed il gatto non sanno che cosa desideriamo quando propo-
fattore di rischio per l’insorgenza di patologie del comportamen-
niamo un’attività o un gioco: è necessario procedere per gradi,
to come l’Ansia da Luogo Chiuso (caratterizzata dalla comparsa
con pazienza iniziando dall’esercizio più semplice per arrivare al
di un comportamento di aggressione predatoria e per irritazione
più complesso. Un bocconcino appetitoso è la migliore ricompen-
a carico dei proprietari), la Sindrome della Tigre (caratterizzata
sa per il pet poiché motiva ed incentiva l’apprendimento.
dalla comparsa di un comportamento di aggressione predatoria
I giochi possono essere realizzati a casa e, per quanto riguarda
a carico dei proprietari all’ora della somministrazione del pasto),
il cane, anche durante la passeggiata. Le sessioni devono essere
l’Ansia da Coabitazione (caratterizzata da un comportamento di
brevi (pochi minuti) e terminare con un esercizio eseguito con
aggressione per irritazione a carico del gatti conviventi) e nel gat-
successo. È possibile trasformare gli oggetti che ci circondano
to anziano alcune demenze senili. Inoltre, il disagio legato alla
13
dieta può indurre il peggioramento delle malattie del comporta-
• R. Marchesini, “Canone di zooantropologia applicata”,
mento preesistenti. Il cane è un predatore che caccia in gruppo e
Apèiron Editoria e Comunicazione S. r. l., Bologna 2004;
cattura animali di grandi dimensioni. Inoltre, il pasto assume per
• R. Marchesini, “L’identità del cane”, Apèiron Editoria e
questa specie, un significato sociale. La restrizione alimentare può
Comunicazione S. r. l., Bologna 2004;
provocare un peggioramento delle patologie del comportamento
già in atto a causa dell’aumento dello stato ansioso legato alla
sensazione di disagio indotta dalla fame. Ad esempio un cane
affetto da squilibrio gerarchico (alterazione del ruolo e del rango
all’interno del gruppo uomo – cane/ cane - cane) potrebbe svilup-
• R. Marchesini, “Fondamenti di zooantropologia”, Alberto
Perdisa Editore, Bologna 2005;
• W. B. Saunders, “Managing a veterinary practice”, 2° ed.
Elsevier, Ltd 2008;
pare una Sociopatia stadio 1 (patologia caratterizzata dalla pre-
• W. R. Fenner, “Manuale pratico di medicina veterinaria”,
senza di numerosi sintomi tra i quali anche un comportamento
UTET, Torino, 1996.
di aggressione per irritazione e gerarchico a carico dei proprietari
o dei cani conviventi). È opportuno, quindi, eseguire un’attenta
valutazione comportamentale in modo da prevenire l’insorgenza
di alcune malattie del comportamento o il peggioramento delle
patologie presenti.
Conclusioni
Anche in Medicina Umana, il concetto di dimensione di relazione (madre – figlio) assume una sempre maggior importanza.
Negli anni passati le madri sono state “educate” a concentrarsi
soprattutto sulla dimensione dietetica (qualità e quantità degli
alimenti) a scapito della dimensione relazionale. Ai giorni nostri
la tendenza sembrerebbe piuttosto opposta, in quanto basata su
un’alimentazione a richiesta, con lo scopo di proteggere la relazione madre-figlio, così a lungo trascurata. Il Medico Veterinario,
durante la progettazione di un piano di restrizione alimentare,
deve tenere in considerazione numerosi fattori: la presenza di
patologie del comportamento, le esigenze etologiche del pet e
la dimensione prevalente nella relazione uomo – animale. Così
facendo il processo terapeutico andrà a buon fine.
Bibliografia
• B. Alessio, “Setting e dintorni: il significato del primo colloquio
nella terapia comportamentale”, Veterinaria, monografia
SISCA;
• O. Chambon, M. Marie – Cardine, “Les bases de la
psychothérapie”, Dunod, Paris 1999;
• R. Colangeli, S. Giussani, “Medicina del comportamento del
cane e del gatto”, Poletto Editore, Gaggiano, 2005;
• U. Galimberti, “Dizionario di psicologia”, UTET, Torino 2000;
• E. Kienzle, R. Berglery, “Human-Animal Relationship of
Owners of Normal and Overweight Cats”, American Society
for Nutrition. J. Nutr. 136: 1947S–1950S, 2006;
• E. Kienzle, R. Bergler, A. Mandernach, “A Comparison of
the Feeding Behavior and the Human–Animal Relationship
in Owners of Normal and Obese Dogs”, American Society for
Nutritional Sciences. J. Nutr. 128: 2779S–2782S, 1998;
14
Displasia dell’anca nel
gatto: cosa fare e cosa
non fare.
Gian Luigi Manara,
Medico Veterinario, Libero Professionista,
Past-President SITOV
(Società Italiana di Traumatologia ed Ortopedia Veterinaria)
precoce di sintomi clinici ed il sovrappeso: ne consegue che la modificazione dello stile di vita dell’animale, le sue abitudini alimentari
ed il calo di peso sono elementi indispensabili nella terapia di questa
patologia che, a differenza di quanto avviene nel cane, prevede un
range di opzioni chirurgiche assai più limitato.
Anche in questa specie quindi l’approccio terapeutico all’osteoartrosi
deve essere necessariamente multimodale: chirurgia, fisioterapia riabilitativa e controllo del peso vanno combinati fra loro in modo tale
da ottenere un miglioramento della qualità di vita dell’animale.
Il gatto obeso e le
patologie ortopediche
correlate.
L’obesità nel gatto domestico è una condizione sempre più diffusa soprattutto in Europa e nel Nord America.
Tale patologia si associa spesso ad altre, come dimostrato da recenti studi, quali diabete mellito, tumori mammari, ipotiroidismo
ed altre ancora.
Anche l’apparato muscolo-scheletrico risente in maniera importante del sovrappeso.
Studi internazionali dimostrano infatti che nei gatti obesi l’incidenza
[email protected]
di patologie osteoarticolari è notevolmente aumentata con partico-
Tel: 0461 982061 - 347 2400965
lare riferimento a lesioni a carico del legamento crociato craniale,
dell’articolazione coxofemorale e della colonna vertebrale.
La displasia dell’anca nel gatto è ancor oggi ritenuta una patolo-
Il sovrappeso condiziona negativamente in oltre il trattamento e
gia poco rilevante da un punto di vista clinico.
la guarigione di fratture poiché le dimensioni dei mezzi di sintesi
I motivi di ciò sono numerosi: lo stile di vita del gatto e la sua se-
sono proporzionate al segmento osseo interessato e non al reale
dentarietà possono rendere difficile una diagnosi precoce.
peso del soggetto.
Dobbiamo inoltre ricordare che, a differenza del cane in cui la
Il trattamento dell’obesità risulta quindi importante per garan-
zoppia è un sintomo comune nelle patologie ortopediche, nel
tire una buona qualità di vita all’animale e prevenire eventuali
gatto la comparsa di tale sintomo è più subdola mentre sono
patologie ortopediche. Tale trattamento si basa essenzialmente
assai frequenti le modificazione comportamentali che vengono
sulla modificazione dello stile di vita dell’animale, sul correggere
erroneamente interpretate come “pigrizia”.
l’alimentazione, aumentare il movimento ed eventualmente uti-
Recenti ricerche però dimostrano come l’artrosi ed in particolare
lizzare la fisioterapia.
la displasia dell’anca siano significativamente presenti nella popo-
Risulta inoltre fondamentale motivare il proprietario facendo
lazione felina, in particolar modo nei soggetti anziani.
In base a questi studi almeno il 20% dei gatti presenta segni di
osteoartrosi rilevabili radiologicamente.
Dobbiamo però tener presente che questi studi sottovalutano la
reale incidenza dell’ OA poiché si basano su controlli radiografici
parziali dello scheletro.
I criteri di valutazione di H.D. nel gatto prevedono una visita ortopedica e l’esecuzione di studi radiografici atti a evidenziare la
presenza di lussazione o sublussazione coxofemorale, alterazione
della testa e/o del collo femorale, o presenza di D.J.D. della articolazione coxofemorale.
Nei gatti affetti da H.D. vi è uno stretto rapporto fra la comparsa
comprendere che il raggiungimento del peso corporeo ideale del
proprio gatto coincide con un miglioramento della qualità della
vita dello stesso ed una aspettativa di vita più lunga.
Bibliografia
• Clarke S.P. Bennet D. (2006) Feline Osteoarthritis: a prospective
study of 28 cases, J.Small Anim. Pract. , 47: 439-445;
• Clarke S.P.,Mellor D.,Clements D.N. et all.,(2005) Prevalance of radiographic sings of degenerative joints desease in
hospital population of cats, Veterinary Record,157:793-799;
• Keller G.G.,Reed A.L.,attimer J.C. et all.,(1999), Hip dyspasia:
a feline population study,Vet .Radiol.Ultrasound,40:460-464.
15
Soprappeso e obesità
negli animali da
compagnia: dimensioni
del problema, fattori di
rischio, possibili rimedi.
Pier Paolo Mussa* e Pet Obesity Task Force
*Professore Ordinario – Dipartimento di Produzioni animali, epidemiologia ed ecologia – Facoltà di Medicina Veterinaria – Università di Torino via Leonardo da Vinci 44 10195 Grugliasco (TO)
sponente all’obesità in entrambi i sessi.
In carenza di dati relativi alla situazione italiana, abbiamo predisposto un’indagine finalizzata ad accertare quale fosse la sua incidenza sulla popolazione canina e ad identificarne le principali cause.
Materiali e metodi
L’indagine è stata condotta dalla Pet Obesity Task Force con il
supporto di Hill’s Pet Nutrition e la collaborazione di 144 Veterinari. È stata predisposta una scheda di raccolta dati, che è stata
compilata dai Veterinari.
La classificazione dello stato di nutrizione è stata effettuata utilizzando il sistema a cinque categorie (magrissimo, sottopeso, peso
ideale, soprappeso, obeso). Il tipo di alimentazione è stato indagato mediante 3 variabili: casalingo, industriale, misto. Il sesso degli animali è stato suddiviso in quattro categorie: maschio intero,
maschio sterilizzato, femmina intera, femmina sterilizzata. I locali
in cui erano tenuti gli animali sono stati suddivisi in: appartamento, box, giardino.
Risultati
Sono state restituite 5.521 schede; di esse il 70% riguardava i
cani ed il 28% i gatti.
Il 57% dei cani aveva un peso normale, il 6% era magro, il 28%
era soprappeso ed il 7% obeso. Questi dati hanno confermato in
[email protected]
pieno quelli di una precedente indagine italiana.
Tel 011 6709210 - Fax 011 6709240
I gatti hanno riservato notevoli sorprese, infatti solo il 43% ha
fatto riscontrare un peso normale; il 10% è risultato magro, il
33% soprappeso ed il 13% obeso.
Premessa
Il 67% dei cani era intero, il 27% sterilizzato; il 54% dei soggetti
L’obesità costituisce la patologia nutrizionale maggiormente dif-
sterilizzati era soprappeso o obeso; l’incidenza dell’obesità è risul-
fusa tra gli uomini ed i carnivori domestici delle società benestan-
tata leggermente più elevata nelle femmine.
ti, superando di gran lunga quelle dovute a fenomeni carenziali
Nei gatti la situazione era diversa: il 75% erano sterilizzati, il 20%
. Si stima che, in dette società, il 25% circa degli individui
interi; di questi ultimi solo il 21% è risultato soprappeso o obeso,
adulti e il 24-44% dei cani siano obesi, mentre soltanto il 2-3%
mentre gli animali sterilizzati erano per il 52% soprappeso o obe-
dei cani è magro
si, con una incidenza leggermente superiore per i maschi.
(1,2,5,6,9)
.
(1,6)
Alcune ricerche, svolte in Gran Bretagna, hanno dimostrato che
L’alimentazione dei cani era per il 16% di tipo casalingo, per il
il 33% dei cani si trova in condizioni di soprappeso, prodromo
51% industriale e per il 28% mista. Quest’ultima si è rivelata la
dell’obesità (10). Uno degli studi più recenti, condotto negli Stati
maggior responsabile di induzione di soprappeso e obesità (46%),
Uniti, indica che il 25% di 23.000 cani visitati in 60 ambulatori
seguita dalla casalinga (39%) ed infine dalla industriale (30%).
veterinari privati è soprappeso od obeso . In Italia è stata con-
L’alimentazione dei gatti era per il 4% di tipo casalingo, per il
dotta una ricerca in merito, che ha evidenziato una percentuale
71% di tipo industriale e per il 17% mista. Quest’ultima è risulta-
di soprappeso e obesità del 35% .
ta responsabile del 52% dei casi di soprappeso e obesità, seguita
Il numero di cani obesi è in aumento a causa della sovralimenta-
da quella industriale 46% e da quella casalinga 38%.
zione, della crescente disponibilità di alimenti molto appetibili e
L’alimentazione mista (casalinga + industriale) presenta almeno
di uno stile di vita più sedentario
. L’incidenza dell’obesità
due problemi: in genere è molto appetibile ed è difficile da dosa-
aumenta con l’età. Nei cani, così come negli esseri umani, l’accu-
re. Questi due fattori, che spesso si sommano tra di loro, compor-
mulo di grasso aumenta durante tutto l’arco della vita, dal 15%
tano una maggior assunzione di alimento; la situazione diventa
in fase di pubertà sino al 30% circa nei maschi e al 40% nelle
particolarmente critica quando si utilizzano alimenti secchi, che
femmine adulte (1,6). La sterilizzazione è un ulteriore fattore predi-
hanno una concentrazione energetica quasi quadrupla, a parità
(1)
(3)
(1,4,5,6,7)
16
di peso, rispetto a quelli umidi o casalinghi.
Il 58% dei cani viveva in appartamento, il 4% in box ed il 40%
Bibliografia
HAND H.S., THATCHER C.D., REMILLARD R.L., ROUDEBUSH
(1)
disponeva di un giardino. La maggior incidenza di soprappeso
P. (2000) Small animal clinical nutrition IV, MARK MORRIS IN-
obesità è stata rilevata nei cani che vivevano in appartamento
(38%), seguita a breve distanza da quelli che vivevano in giardino
STITUTE, USA.
SUNVOLD G.D., BOUCHARD G.F. (2000) Recent advances in
(2)
(33%) e infine da quelli che vivevano in box (25%).
canine and feline nutrition 2° vol., REINHART G.A., CAREY
D.P., ORANGE FRAZER PRESS, USA.
Il numero di gatti che vivevano in box è risultato trascurabile (2 su
1630); la maggior parte di essi (71%) viveva in appartamento e
MUSSA, P.P., BANCHE, L., CURA, E.. Proceedings of “Con-
(3)
gresso Nazionale Scivac – Rimini (Italy) – May 2003
soffriva di una maggior incidenza di soprappeso (34%) ed obesità
(16%). I gatti che disponevano anche di un giardino rappresentavano il 29% del campione ed accusavano un 30% di soprappeso
e un 6% di obesità.
Conclusioni
GROGAN N. (1995) Obesity in the dog and cat, IRISH VETERI-
(4)
NARY JOURNAL, 48: 287-288.
HAND M.S. (1989) Obesity: occurrence, treatment and pre-
(5)
vention, VETERINARY CLINICS OF NORTH AMERICA, 19:
447-469.
VOLTER R. (1990) Alimentation et obésité des carnivores, RE-
(6)
Le principali indicazioni scaturite da questa indagine sono le seguenti:
VUE MED.VET., 141: 443-451.
MORAILLON R., DUMON C. (1989) L’obésité du chien: origine
(7)
et contrôle diététique, RECUEIL DE MEDECINE VETERINAIRE,
• le percentuali di soprappeso e obesità riscontrate sui cani sono
identiche a quelle scaturite da una precedente indagine condotta in Piemonte;
165, (6-7), 607-612.
LAFLAMME D.P., KUHLMAN G., LAWLER D.F. (1997) Eva-
(8)
luation of weight loss protocols for dogs, JOURNAL OF THE
• i dati sul tipo di alimentazione e sullo stile di vita confermano
quelli riscontrati nell’indagine di cui sopra; essi indicano an-
AMERICAN ANIMAL HOSPITAL ASSOCIATION, 33: 253-259.
KIENZLE E., BERGLER R., MANDERNACH A. (1998) A compa-
(9)
che che una alimentazione equilibrata nelle giuste dosi ed un
rison of the feeding behaviour and the humananimal relation-
corretto stile di vita sono in grado di prevenire soprappeso ed
ship in owners of normal and obese dogs, THE JOURNAL OF
obesità;
• la sterilizzazione è un fattore di rischio, ma il 29% di soggetti
sterilizzati con peso normale sta ad indicare che una buona gestione alimentare e comportamentale può evitare il problema;
NUTRITION, 128: 2779S-2782S.
(10)
EDNEY A.T., SMITH P.M. (1986) Study of obesity in dogs visiting veterinary practices in the United Kingdom, VET. REC.,
118(14): 391-396.
• particolare attenzione dovrebbe essere dedicata ai gatti di appartamento, in cui soprappeso ed obesità stanno assumendo
dimensioni allarmanti. I dati che li riguardano rappresentano,
dal nostro punto di vista, una novità degna di grande considerazione da parte dei veterinari, da comunicare ai proprietari
ignari dei pericoli in cui i loro beniamini possono incorrere.
Peraltro non va dimenticato che un terzo abbondante dei cani
corre gli stessi rischi.
L’elevata incidenza del soprappeso e dell’obesità nell’ambito delle
popolazioni canina (36%) e felina (46%) italiane e la gravità delle
conseguenze che ne derivano dovrebbero stimolare una sistematica azione preventiva da parte dei Veterinari. Essa dovrebbe
riguardare prioritariamente la formulazione di un corretto piano
di razionamento (8) e la sua conferma mediante periodiche pesate
di controllo dell’animale. In tale ambito non vanno dimenticati
gli altri fattori di rischio: la sterilizzazione, le condizioni di vita,
l’eccessiva accondiscendenza del proprietario verso i capricci del
proprio animale.
17
La visita Ortopedica di
base nel cane
Massimo Petazzoni
Medico Veterinario
Clinica Veterinaria Milano Sud
Peschiera Borromeo (Mi)
di taglia grossa (anche meno per un paziente di piccola taglia o
toy). L’area dedicata all’esame della deambulazione potrà essere
anche un ambiente interno alla clinica purché con pavimento non
scivoloso, ben illuminato ed adeguato in dimensioni a seconda
della taglia del paziente da esaminare. Il pavimento in piastrelle
o in marmo per esempio risulta poco adeguato in quanto troppo
scivoloso. Suggerisco di documentare con una videocamera la deambulazione del paziente e di documentare con delle fotografie
i segni e gli atteggiamenti riscontrati. La documentazione videofotografica consentirà di poter rivalutare in modo obiettivo il decorso del segno zoppia e di altri segni ed atteggiamenti. L’esame
della deambulazione dovrà essere eseguito al passo e al trotto
osservando il paziente di fronte, di dietro e di fianco, su entrambi
i fianchi. Chi scrive suggerisce di far mantenere il paziente al guinzaglio con guinzaglio corto.
L’esame del galoppo può, in alcuni casi, essere utile ma disagevole in quanto costringe il proprietario a delle corse ad alta velocità soprattutto quando oggetto dell’esame sono cani di taglia
grossa o gigante. L’analisi della deambulazione ha l’obiettivo di
identificare l’arto “affetto” da zoppia. In generale i proprietari
tendono ad attribuire la zoppia a carico dell’arto anteriore all’arto
[email protected]
Tel: 02 55305568
Lo scopo della visita ortopedica è quello di identificare la sede
di dolore o la causa meccanica che portano a zoppia per successivamente indirizzare il percorso diagnostico che porterà alla
diagnosi definitiva. La visita ortopedica dovrebbe essere sempre
accompagnata da una accurata visita neurologica. In linea di massima le zoppie ortopediche sono zoppie sincrone ossia zoppie in
cui il passo è il medesimo rispetto al precedente ed al successivo.
Le zoppie neurologiche sono prevalentemente zoppie asincrone
anche se esistono alcune eccezioni a questa semplice regola. Le
zoppie ortopediche appartengono a due sole categorie: le zoppie
algiche, caratterizzate dal sintomo dolore e le zoppie meccaniche,
caratterizzate dal segno della disfunzione meccanica deambulatoria. Per esempio una zoppia secondaria ad una frattura ossea
appartiene alla categoria delle zoppie algiche (Fig 1) mentre una
importante dismetria a carico degli arti oppure una anchilosi articolare potrebbero essere causa di zoppia meccanica ossia di una
zoppia non necessariamente associata a dolore ma comunque
causa di disfunzione meccanica (Fig 2).
Generalmente la lamentela del proprietario del paziente in esame si riferisce ad una zoppia o ad una alterata deambulazione a
che sembra cedere sotto il peso del carico mentre la zoppia è da
attribuire all’arto anteriore che costringe il capo a spostare il baricentro verso il bipede posteriore. In altri termini, se la zoppia è
a carico dell’arto anteriore sinistro osserveremo la testa sollevarsi
e spostarsi leggermente caudalmente durante il carico del peso
mentre la testa scenderà vistosamente sull’arto sano destro durante il passo successivo.
Per quanto riguarda l’arto posteriore, l’attenzione del clinico
veterinario dovrà concentrarsi sulle tuberosità ischiatiche che
fungeranno da metro per l’arto posteriore, come la testa lo è per
l’arto anteriore. La tuberosità ischiatica si solleva maggiormente
quando il peso corporeo grava sull’arto portatore di dolore mentre
sembra cedere o abbassarsi durante il carico del peso sull’arto
controlaterale sano. Le zoppie che segnano contemporaneamente
il bipede anteriore o posteriore o una diagonale o che addirittura
coinvolgono tre o quattro arti sono difficilmente apprezzabili con
l’analisi della deambulazione da un occhio non esperto. In caso di
zoppia su più arti il riscontro anamnestico di un paziente svogliato,
pigro, o facilmente stancabile potranno indurre il sospetto.
Le zoppie algiche possono essere classificate in gradi.
Chi scrive preferisce classificare la zoppia in 5 gradi secondo il
seguente schema:
• zoppia di grado 0 = zoppia assente, deambulazione normale;
carico di uno o più arti. La visita ortopedica dovrebbe, secondo
• zoppia di I grado = zoppia appena percepibile dal clinico
l’autore, cominciare con l’analisi della deambulazione che dovrà
con lieve movimento oscillatorio del capo o della tuberosità
essere eseguita in un ambiente idoneo quale, ad esempio, un cor-
ischiatica. Il carico è mantenuto ma leggermente diminuito;
tile in modo tale da consentire al proprietario con il cane al guin-
• zoppia di II grado = zoppia evidente per il clinico con carico
zaglio di percorrere almeno una decina di metri per un paziente
parziale;
18
• zoppia di III grado = zoppia con assenza di carico ponderale.
agio sul tavolo visita per il tempo necessario. Prima di procedere
In questo caso il paziente appoggia l’arto solo per mantenere
con la visita ortopedica vera e propria il clinico dovrà aver ese-
l’equilibrio ma senza caricare il peso;
guito l’esame clinico obiettivo generale. Lo stato di nutrizione, lo
• zoppia di IV grado = si assiste alla mancanza assoluta di carico
e l’arto rimane sollevato in atteggiamento antalgico.
stato del sensorio, segni ed atteggiamenti a carico dello scheletro assiale e appendicolare, asimmetrie e tumefazioni, la tonicità
muscolare e i linfonodi esplorabili a carico degli arti dovranno
In generale le zoppie di IV grado portano successivamente alla
essere presi in maggior considerazione. Il clinico dovrà procedere
diagnosi di frattura, rotture muscolari o legamentose o di neopla-
con l’esame di tutti i segmenti ossei, distretti articolari, strutture
sia ossea o articolare. Le zoppie possono essere anche classificate
tendinee, legamentose e muscolari. La palpazione è il senso che
secondo la loro insorgenza che può essere improvvisa (frattura,
restituisce insieme alla vista il maggior numero di informazioni al
rottura legamentosa, rottura muscolare) oppure progressivamen-
clinico ortopedico. La palpazione profonda a carico di strutture
te ingravescente (osteoartrosi, neoplasia ossea). La zoppia può
ossee o miotenolegamentose e la flesso estensione articolare po-
essere classificata in base al proprio decorso che può essere acuto
tranno indurre dolore e quindi rivelare la sede algica per le ulterio-
(recente) o cronico (datato nel tempo). Anche la caratteristica del-
ri eventuali indagini. Il goniometro a bracci può misurare l’escur-
la continuità può essere d’aiuto durante la raccolta anamnestica.
sione articolare in gradi sessagesimali che potrà essere rapportata
La zoppia può risultare continua (rottura del legamento crociato
ai valori fisiologici per l’identificazione della giuntura ammalata o
craniale) come intermittente (lussazione mediale ricorrente della
per verificare eventuali successi o insuccessi terapeutici.
rotula di II grado o zoppia cosiddetta del Jack Russel). Una volta identificato l’arto colpito da zoppia la visita ortopedica dovrà
procedere con la palpazione e la manipolazione degli arti per localizzare la sede di dolore. Una volta identificata la sede di dolore
il clinico potrà orientarsi verso l’esame complementare che più si
addice per la diagnosi definitiva o per la lista della diagnosi differenziale a seconda dell’organo o tessuto che viene sottoposto
ad indagine. Qualora la visita localizzi il dolore in corrispondenza
di un segmento osseo, ad esempio, in linea di massima l’esame
complementare d’elezione potrà essere, a seconda delle situazioni, lo studio radiografico o l’indagine TAC, mentre se il tessuto
sede di dolore dovesse essere ad esempio un muscolo, l’esame
più indicato potrebbe essere l’ecografia o la risonanza magneti-
(Fig 1) paziente affetto da zoppia algica secondaria
a frattura distale di radio e ulna.
ca. In caso il dolore provenisse da una articolazione, l’artroscopia
potrebbe restituire le migliori informazioni. In alcuni casi specifici anche il laboratorio analisi può giocare un ruolo importante.
L’esame citologico del liquido sinoviale, l’esame istopatologico,
l’esame colturale con antibiogramma ed altri esami di laboratorio
possono aiutare fortemente il clinico nell’identificazione della diagnosi certa a partenza dal sospetto diagnostico. La visita ortopedica in ambulatorio potrà essere svolta sul tavolo visita o per terra
a seconda delle preferenze del clinico. Chi scrive preferisce visitare
i pazienti fino a 30 Kg sul tavolo visita ed i pazienti di taglia grossa
e gigante per terra. Le ragioni di una tale scelta sono semplici:
primo, il paziente con peso maggiore di 30 Kg è più difficilmente
sollevabile e ragioni che sono contemplate dalle discipline antin-
(Fig 2) paziente affetto da zoppia meccanica secondaria
a deformità di radio e ulna distali.
fortunistiche (D.Lds 81/08) prevedono di non sollevare più di 15
Kg per un operatore di sesso femminile e più di 20 Kg per un
operatore di sesso maschile. Quindi sempre e comunque il suggerimento è quello di sollevare il paziente almeno con l’aiuto di un
altro operatore qualora il cane superasse relativamente i 15 o i 20
Kg. La seconda ragione è che pazienti di taglia grossa o gigante
potrebbero essere troppo ingombranti per poter rimanere proprio
19
Per sensibilizzare proprietari e veterinari sull’emergenza obesità Hill’s Pet Nutrition ha istituito una Task
Force internazionale composta da esperti in medicina umana e animale, veterinari, nutrizionisti,
comportamentalisti, associazioni per la tutela e
Dott.ssa Maria Cristina Crosta,
Medico Veterinario
la salute degli animali da compagnia.
In Italia opera dal mese di febbraio 2008 una Task
Force di sei Medici Veterinari che svolgono la loro
attività in diversi settori specialistici con l’obiettivo di: definire strategie e azioni per far com-
Dott. Giuseppe Febbraio,
Medico Veterinario, PhD,
Master Universitario
Gastroenterologia ed Endoscopia
Digestiva
prendere ai proprietari che l’obesità è una vera
e propria malattia; incoraggiarli a riconoscere il
problema e a rivolgersi al Medico Veterinario;
fornire linee guida e indicazioni pratiche ai Me-
Dott.ssa Sabrina Giussani,
Medico Veterinario
Comportamentalista
dici Veterinari per la prevenzione ed il trattamento dell’obesità.
La Task Force è composta da: Maria Cristina Crosta,
Medico Veterinario; Giuseppe Febbraio, Medico Veterinario PhD, Consulente nutrizionale; Sabrina Gius-
Gian Luigi Manara,
Medico Veterinario,
Libero Professionista,
Past-President SITOV
(Società Italiana di Traumatologia
ed Ortopedia Veterinaria)
sani, Medico Veterinario Comportamentalista; Gian
Luigi Manara, Medico Veterinario; Pier Paolo Mussa, Ordinario di Nutrizione e Alimentazione Animale
presso L’Università degli Studi di Torino; Massimo Petazzoni, Medico Veterinario, Libero Professionista.
Pier Paolo Mussa,
Ordinario di Nutrizione e
Alimentazione Animale presso
l’Università degli Studi di Torino
Tra le attività promosse dalla Task Force c’è la realizzazione di un’importante indagine statistica che ha
l’obiettivo di raccogliere dati e informazioni sulla situazione in Italia al fine di far conoscere e comprendere appieno il problema.
Massimo Petazzoni,
Medico Veterinario,
Libero Professionista