[11/06/2010]-Rassegna stampa
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[11/06/2010]-Rassegna stampa
Rassegna stampa 11 Giugno 2010 "Basta paura!”: il Consiglio d’Europa porta in Italia la cultura rom Il vicesegretario generale Maud de Boer-Buquicchio lancia la campagna “Dosta!”: mostre, spettacoli, premi, seminari. “La gente comune non ammetterebbe mai di essere razzista, ma protesta quando una famiglia rom va a vivere nel proprio quartiere” ( Fonte: www.redattoresociale.it ) ROMA – 07.06.2010 - “Basta ignoranza, basta pregiudizi e basta paura!” con queste parole Maud de Boer-Buquicchio, vicesegretario generale del Consiglio d’Europa ha lanciato questa mattina a Roma presso la presidenza del Consiglio dei Ministri, la campagna europea “Dosta!”, per sensibilizzare i cittadini europei contro i pregiudizi e gli stereotipi nei confronti di rom e sinti. Un’iniziativa promossa dal Consiglio d’Europa e coordinata e finanziata in Italia dall’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar) del ministero per le Pari Opportunità. Campagna che prevede diverse iniziative che si svolgeranno in diverse città italiane lungo tutto il 2010 puntando sulla conoscenza della cultura rom e del suo contributo nella storia europea attraverso mostre, spettacoli, premi, seminari e conferenze, ma anche campagne pubblicitarie e programmi televisivi. Eventi pensati per coinvolgere tutti, dai cittadini ai giornalisti, dai ragazzi delle scuole agli imprenditori. “Molte persone hanno paura dei rom e non parlo di estremisti – ha spiegato de Boer-Buquicchio -. Parlo della gente comune che non ammetterebbe mai di essere chiamata razzista, tuttavia protestano quando una famiglia rom va a vivere nel proprio quartiere o si lamentano se ci sono bimbi rom a scuola. Queste persone pensano di non essere razziste, ma si sbagliano. Le loro reazioni stanno contribuendo ad alzare un muro di intolleranza e discriminazione. Sono proprio queste persone, vittime degli stereotipi e dell’ignoranza, il principale target della campagna Dosta! che in italiano significa Basta!”. Dopo essere stata realizzata in Albania, Bosnia e Herzegovina, Montenegro, Serbia, Slovenia e Macedonia, la campagna giunge in Italia e presto verrà presentata anche in Francia e Bulgaria. Un vero e proprio festival contro i pregiudizi con l’esibizione di musicisti e artisti rom e sinti. Un progetto ambizioso che verrà realizzato proprio grazie alla stessa 2 Ad uso interno collaborazione di associazioni rom presenti in Italia. Per la gestione del progetto è nato, infatti, un Tavolo di coordinamento presieduto dall’Unar, ma che vede tra i partecipanti anche le associazioni rom come l’Opera Nomadi, la Federazione rom e sinti insieme, le Federazione romanì e Unirsi. “Stiamo lavorando non solo per i rom – ha aggiunto de BoerBuquicchio -, ma con i rom. Le società hanno la responsabilità di combattere il pregiudizio e garantire il pieno rispetto dei diritti umani, ma una forte responsabilità per una buona integrazione spetta ai rom stessi”. “I rom sono in Europa prima delle istituzioni europee – ha affermato Fanny Ardant, attrice e regista francese testimonial europeo della Campagna -. Hanno una cultura e tradizioni che hanno costruito un filo rosso attraverso tutta l’Europa e ha arricchito tutte le nostre culture attuali e passate”. Per Ardant, che oggi ha presentato un suo cortometraggio sul tema, oggi non si tratta più di fare iniziative di informazione sui diritti dei rom, ma di metterli in pratica. “All’epoca dei diritti dell’uomo e dell’importanza date alle minoranze dalle istituzioni – ha spiegato -, i diritti dei rom non hanno più bisogno di essere dichiarati, ma di essere difesi. Quello che rimane da fare è più difficile, occorre cambiare le mentalità, essere di buona volontà nella pratica. Basta con la teoria, basta ragionare con i pregiudizi. La paura è la più brutta consigliera, la migliore arma per certe politiche che la storia ha già conosciuto”. Un aspetto caratterizzante della campagna, infine, è quello della formazione giornalistica. Oltre alla diffusione del materiale informativo in tutte le scuole di giornalismo italiane, è previsto anche un premio giornalistico nazionale rivolto a professionisti e praticanti per servizi che avranno contribuito ad una positiva conoscenza delle problematiche delle comunità rom e sinte in Italia. La premiazione è prevista per il 29 novembre a Roma. Ma non sarà l’unico premio. Verranno premiate anche le scuole, con il premio Creatività che selezionerà 6 audiovisivi, temi poesie o fotografie sulla rimozione dello stereotipo. Concorso che verrà lanciato a Roma il 10 dicembre prossimo, in occasione della giornata nazionale dei diritti umani. Infine un premio anche per quegli Enti locali che si distingueranno per esperienze positive di inclusione sociale e socio-lavorativa delle comunità rom e sinti, un premio promosso in collaborazione con la Regione Puglia e la Provincia di Lecce. Anche in questo caso i progetti premiati saranno sei. 3 Ad uso interno Sì al piano d'integrazione: c'è obbligo dello studio della lingua Roma - (DIRE) 10.06.2010 Si' al piano per l'integrazione degli immigrati in Consiglio dei ministri. Dal 2011 coloro che entreranno in Italia con regolare permesso di soggiorno dovranno sottoscrivere un "patto" con lo Stato che prevede, fra l'altro, l'apprendimento obbligatorio della lingua e dell'educazione civica. Lo hanno annunciato a Palazzo Chigi i ministri Roberto Maroni (Interno) e Maurizio Sacconi (Lavoro). Le novità, secondo Maroni, "potrebbero entrare in vigore già dal prossimo anno". Destinatari dell'accordo, sono gli stranieri che entrano per la prima volta in Italia e che avranno un pacchetto di crediti (il monte iniziale e' di 16), il cosiddetto permesso a punti, che si potranno perdere in caso di condanna penale, mancata frequenza ai corsi di educazione civica, commissione di illeciti amministrativi o tributari, sottoposizione a misure di sicurezza personali. I punti, però, si possono anche aumentare se l'immigrato acquisisce livelli alti di conoscenza nella lingua e nell'educazione civica, se consegue titoli di studio, se si impegna nel volontariato, se acquista una abitazione. Il patto viene stipulato presso lo sportello unico o la questura insieme alla presentazione della domanda di permesso di soggiorno, dura due anni e coinvolge gli stranieri nella fascia 16-65 anni. Per i minorenni serve anche la firma dei genitori. Sono esclusi dal patto coloro che chiedono un permesso inferiore ad un anno, hanno patologie o handicap tali da limitare la loro autosufficienza, le vittime di tratta, violenza, grave sfruttamento. Lo straniero si impegna ad acquisire una conoscenza basica dell'italiano e dell'educazione civica. "Non serve un livello- ha detto Sacconi- da Accademia della Crusca o da esame di diritto pubblico". Un mese prima della scadenza del soggiorno si verifica l'accordo: lo straniero presenta la documentazione che certifica la sua formazione e le attività svolte. L'operazione si conclude con l'attribuzione finale dei crediti. Se questi sono pari a zero viene decretata l'espulsione (tranne nei casi dove sono previste deroghe). Se sono meno di trenta l'accordo e' prorogato per un anno, se sono trenta o più lo straniero passa l'esame e riceve un attestato. Il si' del Cdm e' in prima lettura. Dopo ulteriori passaggi tecnici entro fine anno si dovrebbe arrivare all'approvazione definitiva. 4 Ad uso interno DIRITTI. Dall'Europa è allarme razzismo Presentato il rapporto annuale dell'Agenzia europea dei diritti fondamentali. (Fonte: www.vita.it) 10.06.2010 “Per un cittadino su due dell’UE la tutela dei diritti fondamentali è il valore più importante da difendere”, sono queste le parole pronunciate oggi dal direttore della dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali (FRA) Morten Kjaerum davanti al Parlamento europeo. “Il trattato di Lisbona apre la strada a un iter legislativo più orientato ai diritti fondamentali. Nel 2009 sono state sviluppate iniziative in numerosi Stati membri per garantire la tutela dei diritti fondamentali. In questi tempi economicamente difficili, l’UE deve garantire più che mai che non si facciano passi indietro nell’ambito della tutela dei diritti fondamentali. In particolare, gli Stati membri dell’UE devono garantire che gli organismi istituiti per tutelare e promuovere i diritti fondamentali siano realmente in grado di svolgere effettivamente la propria funzione facendo così diventare tali diritti una realtà per chiunque nell’UE”. La relazione annuale 2010 contiene dati concreti e comparativi relativi alla situazione vigente nei 27 Stati membri dell’UE. Contiene inoltre pareri indirizzati alle istituzioni dell’UE e agli Stati membri basati sui riscontri trovati. In particolare, le indagini e gli studi svolti nel 2009 dall’Agenzia mostrano che molti organismi paritari, istituzioni nazionali per i diritti umani e autorità per la protezione dei dati hanno scarsità di risorse, non sono abbastanza indipendenti e spesso hanno mandati molto deboli. Numerosi bambini non accompagnati richiedenti asilo scompaiono nel corso dell’esame del loro caso. Le persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) sono vittime di discriminazioni nella vita quotidiana, ad esempio sul luogo di lavoro o al bar. Per molti immigranti e minoranze che vivono nell’UE il razzismo continua ad essere una componente della vita quotidiana, e nella maggior parte degli Stati membri dell’UE non esistono archivi ufficiali per i crimini a sfondo razzista. 5 Ad uso interno "Bonus bebè anche agli immigrati" Il tribunale bacchetta un comune nel bergamasco. "Discriminatorio" darlo solo ai genitori italiani (Fonte: www.stranieriinitalia.it )Roma – 7 giugno 2010 - La "cittadinanza italiana di almeno un genitore" era fino a qualche giorno fa uno dei requisiti per incassare un bonus bebè da duecentocinquantotto euro e ventitre centesimi a Palazzago , comune di quattromila anime nel bergamasco. Un paletto con cui l’amministrazione guidata dal leghista Umberto Bosc sperava forse di risparmiare, anche se lo stesso primo cittadino diceva che i figli di immigrati esclusi sarebbero stati "solo due". Era invece "una discriminazione" secondo le associazioni Anolf e l’Asgi, che hanno portato il caso in tribunale. La scorsa settimana il giudice ha bocciato il regolamento di Palazzago, come i suoi colleghi avevano già fatto in passato con altri bonus bebè "solo per italiani", ad esempio a Brescia. "Il provvedimento è discriminatorio nella distinzione del tutto arbitraria tra cittadini italiani e stranieri" si legge nella sentenza . Ora il comune di Palazzago dovrà ammettere anche gli immigrati al contributo, e pagare le spese processuali sostenute da Anolf e Asgi. Bosc annuncia che farà ricorso, ma se con quel regolamento voleva far risparmiare ai contribuenti cinquecento euro, non sembra che l’affare sia stato poi così conveniente. “Non affittate agli immigrati”, attesa per la sentenza Terza udienza senza esiti per la causa contro il Comune promossa da alcuni cittadini dopo le dichiarazioni pubbliche dell’assessore Borghi ( Fonte: www.veresenews.it ) Gerenzano (Va). 7/06/2010 Attesa per la sentenza del giudice di pace sulle dichiarazioni dell’assessore Cristiano Borghi di Gerenzano. Borghi aveva scritto sul giornalino comunale un appello ai cittadini di non affittare le proprie case agli stranieri presenti in città. Quest’uscita aveva destato l’indignazione di diversi gerenzanesi che si sono uniti in un comitato, chiamato Gerenzano Accoglie, e che ha presentato 6 Ad uso interno una causa contro l’amministrazione chiedendo una rettifica o un risarcimento danni, ritenendo le frasi di carattere “razzista”. Dopo le prime due udienze i cittadini hanno chiesto all’assessore di avanzare le proprie scuse, ma questi ha confermato la propria linea. La terza udienza si è svolta nei giorni scorsi e ora il giudice di pace dovrà depositare la sentenza. «Comunque vadano le cose, e presto lo sapremo - spiegano dal Comitato Gerenzano Accoglie -, la differenza è sostanziale in quanto mentre gli avvocati dei cittadini che hanno promosso la causa patrocinano gratuitamente la causa, non così per la esosa parcella degli avvocati Orelli e Mascetti il cui lavoro grava sulle casse comunali e quindi sui cittadini Gerenzanesi. Una minore intemperanza da parte dell'assesore Borghi sarebbe stata vantaggiosa per tutti». L’Ucoii: “Necessario che Milano si doti di una moschea” (Fonte: www.redattoresociale.it )9.06.2010 MILANO - “È necessario che anche Milano si doti di una moschea che possa fungere da centro religioso e culturale per i cittadini di fede islamica, le moschee e le scuole di stato possono essere istituzioni fondamentali per aiutare l’integrazione. Ma, purtroppo, la moschea non c’è ancora e la scuola sta abbandonando il suo ruolo educativo”. Lo ha affermato il presidente dell’Ucoii (Unione Comunità Islamiche d’Italia), Izzedine El Zir, intervenendo al convegno sul dialogo interreligioso organizzato dal Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl). “I giovani, specialmente gli immigrati di seconda generazione, si trovano di fronte a un bivio identitario - ha proseguito El Zir - si sentono allo stesso tempo di nazionalità italiana e di religione islamica. Il nostro compito è quello di fargli capire che non c’è conflitto tra queste due identità, ma senza una moschea, intesa come centro polifunzionale, è molto difficile poter seguire la loro educazione. Allo steso tempo un ruolo fondamentale spetta alla scuola, che deve recuperare il suo ruolo educativo, ma idee come quella di istituire classi separate vanno in tutt’altra direzione e porterano solo alla costruzione di nuovi muri culturali”. Il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori, Claudio Costalli, si è detto complessivamente favorevole: “Noi, che come movimento pretendiamo che nei paese islamici sia permesso alla minoranza cristiana di avere dei luoghi di culto, non possiamo 7 Ad uso interno certamente essere contrari alla costruzione di moschee in Italia. Siamo per la reciprocità dei diritti, per questo siamo favorevoli a concessioni ragionate, che possano aiutare un percorso di integrazione”. All’incontro, intitolato “Cittadinanza: legalità, giustizia, sicurezza, dialogo”, è intervenuto anche il responsabile del dipartimento per il dialogo interreligioso dell’Ucoii, Samir Khaldi, che ha fatto il punto sulla condizione dei musulmani in Italia: “Ormai i musulmani in questo paese sono oltre 1,5 milioni -ha affermato- di questi un terzo sono giovani con meno di vent’anni che si sentono italiani a tutti gli effetti e non hanno intenzione di tornare nei paesi d’origine, per questo è importante che le istituzioni inizino a considerarli cittadini a tutti gli effetti, stabilendo dei percorsi per una vera integrazione”. (Andrea Legni) Ambulatori per irregolari: un immigrato su 4 ha il permesso di soggiorno Sono regolarmente residenti nel nostro paese, ma utilizzano i servizi a bassa soglia: i risultati del “Progetto Osi” dell’Iss che ha coinvolto 43 strutture nel Lazio, in Calabria e a Foggia. Baglio: “Non esercitano il diritto di iscriversi al Ssn". (Fonte: www.redattoresociale.it ) ROMA – 09.06.2010 - Un quarto degli immigrati che si rivolgono ai servizi di bassa soglia per gli stranieri irregolari in realtà è residente con permesso di soggiorno. Il dato emerge dal programma per l’implementazione di una rete informativa sull’assistenza sanitaria di primo livello agli immigrati irregolari (Stp – Straniero temporaneamente Presente), realizzato nell’ambito del “Progetto Osi” dall’Iss. Al programma hanno aderito 43 ambulatori: 17 nel Lazio (64% di copertura sulla casistica complessiva), 7 in Calabria (100% di copertura) e 19 nella Asl di Foggia (98% di copertura). In sei mesi, sono stati raccolti dati relativi a 7.332 accessi, pari a 4.327 pazienti. Il “Progetto Osi” si inserisce nell’ambito del più ampio progetto “Migrazione e Salute Migrazione: sistema di accoglienza verso la popolazione immigrata dei servizi sanitari e verifica dell’osservanza del diritto alla salute di queste popolazioni”, finanziato dal ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità. Al progetto “Migrazione e Salute” è dedicato il convegno in programma domani a Roma, dalle 9 alle 17 nella sede dell’Iss. 8 Ad uso interno Giovanni Baglio, medico del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute dell’Iss, presenterà la relazione sul “Progetto Osi”. “Negli ambulatori per Stp che abbiamo preso in esame – spiega Baglio - , nel Lazio, in Calabria e a Foggia è emerso che in media, il 25% degli utenti ha un regolare permesso di soggiorno. Il dato ci ha colpito molto, perché mette in evidenza una criticità. Gli immigrati regolari hanno infatti il diritto di iscriversi al Sistema sanitario nazionale, ma evidentemente questo diritto non viene esercitato”. “Bisogna quindi interrogarsi sulle cause – continua l’esperto - , in molti casi può trattarsi del fatto che l’immigrato non ha consapevolezza di avere questo diritto, o di problemi burocratici legati all’iscrizione al Ssn, o ancora del fatto che l’immigrato, nonostante l’acquisizione del permesso di soggiorno, continua a utilizzare i servizi sanitari che ha conosciuto quando era irregolare”. In ogni caso, puntualizza Baglio, “ci siamo resi conto che c’è ancora un gran lavoro da fare per far sì che i diritti degli immigrati non siano diritti ‘di carta’, e quindi per togliere quell’alone di fragilità che ancora circonda questa popolazione”. “Progetti come questo – sottolinea l’esperto – mettono in luce le criticità e si rivelano ottimi strumenti di governo del sistema. Per evitare l’uso improprio degli ambulatori Stp, servono risposte a livello locale”. Sulla paura degli immigrati di rivolgersi alle strutture mediche dopo il pacchetto sicurezza, Baglio osserva: “L’impressione è che la flessione dell’accesso alle cure ci sia stata, pesa la minaccia del reato di clandestinità”. L’obiettivo del “Progetto Osi” è estendere la Rete Osi in diverse regioni/Asl italiane, anche attraverso il coinvolgimento dei network regionali sulla salute degli immigrati (GrIs), facenti capo alla Società italiana di medicina delle migrazioni (Simm). Oltre al Lazio, alla Calabria e a Foggi, della Rete Osi fanno già parte altri 3 ambulatori presenti a Bolzano, Bergamo e Trieste. La regione Umbria, che non dispone di ambulatori Stp ma garantisce l’assistenza sanitaria di base agli immigrati irregolari attraverso i medici di medicina generale, ha adottato la sezione socio-demografica della scheda Osi come parte integrante delle informazioni da raccogliere al momento dell’iscrizione al Servizio sanitario regionale. La regione Piemonte – in cui esiste già una rete informativa diversa da Osi sull’assistenza agli immigrati Stp – ha contribuito con un proprio referente allo sviluppo degli strumenti di raccolta dati, in modo da garantire la massima confrontabilità tra i due sistemi informativi. Il Progetto ha confermato la sostenibilità della raccolta dati in tutti i contesti in cui è stato implementato. Per quanto riguarda le ricadute pratiche, il nuovo flusso informativo 9 Ad uso interno costituisce uno strumento efficace per il monitoraggio di un ambito assistenziale che quasi sempre sfugge ai sistemi di rilevazione corrente e si dimostra in grado di offrire informazioni utili alla programmazione sanitaria regionale e aziendale. Istat, popolazione in aumento grazie "solo" alle migrazioni Al 31 dicembre 2009 risiedono in Italia 60.340.328 persone: l'incremento di 295.260 unita' (+0,5%) rispetto alla fine del 2008 è dovuto esclusivamente alle migrazioni dall'estero secondo l'istituto di ricerca ( Fonte: www.redattoresociale.it ) Roma - Al 31 dicembre 2009 risiedono in Italia 60.340.328 persone, con un incremento di 295.260 unita' (+0,5%) rispetto alla fine del 2008, dovuto esclusivamente alle migrazioni dall'estero. Lo comunica l'Istat in una nota. Il movimento migratorio, sia interno sia dall'estero, e' indirizzato prevalentemente verso le regioni del Nord e del Centro. Il saldo naturale risulta positivo soltanto nelle regioni del Sud. Di particolare rilievo rispetto al movimento dell'anno precedente sono la contenuta diminuzione delle nascite, la significativa diminuzione delle migrazioni dall'estero e la flessione dei trasferimenti di residenza interni. Le famiglie anagrafiche sono 24 milioni e 905 mila: il numero medio di componenti per famiglia e' pari a 2,4 e stabile rispetto al 2008. (DIRE) Istat: Sud ripopolato dagli stranieri, ma gli italiani se ne vanno Il Centro è l’area con il maggiore tasso migratorio interno ed estero. Nel 2009 iscritte in anagrafe 442.940 persone provenienti dall’estero, 90 mila in meno rispetto al 2008. 1 milione e 350 mila spostati dal Sud al Nord, 100 mila in meno del 2008 ( Fonte: www.redattoresociale.it ) ROMA – Già da diversi anni, l’incremento demografico del nostro Paese (vedi lancio precedente) deriva da un saldo migratorio con l’estero positivo (6,0 per mille), mentre quello interno è pari a 0,3 per mille. E’ quanto emerge da una nota dell’Istat. La somma dei tassi migratori interno ed estero indica il Centro come l’area più 10 Ad uso interno attrattiva, con un tasso pari al 9,7 per mille; segue il Nord-est (8,8 per mille). Il Sud acquista popolazione a causa delle migrazioni con l’estero, ma ne perde a causa delle migrazioni interne, con il risultato di un tasso migratorio appena superiore all’1 per mille. A livello regionale, l’Emilia-Romagna risulta essere la regione più attrattiva (11,8 per mille), seguita dall’Umbria (10,2 per mille), dal Lazio (10,0 per mille). Tra le regioni del Mezzogiorno solo l’Abruzzo si stacca nettamente dalle altre con un tasso pari a 6,5 per mille. Migrazioni con l’estero. Nel corso del 2009 sono state iscritte in anagrafe 442.940 persone provenienti dall’estero. Il numero di iscritti dall’estero è inferiore di più di 90 mila unità rispetto a quello del 2008. La significativa diminuzione del flusso di iscritti dall’estero, che rimane comunque molto elevato, è prevalentemente imputabile al progressivo esaurimento dell’effetto congiunturale indotto dall’allargamento dell’Ue del maggio 2007. In seguito all’entrata nell’Unione, infatti, e al contestuale decreto sulla libera circolazione e il soggiorno dei cittadini comunitari, un numero molto elevato di cittadini neo-comunitari – in particolare romeni – si è avvalso della possibilità di iscriversi nelle anagrafi italiane senza più l’obbligo di esibire il permesso di soggiorno. Tale effetto si è progressivamente affievolito già nel corso del 2008 e ancor più del 2009. Tra gli iscritti, gli italiani che rientrano dopo un periodo di permanenza all’estero rappresentano solo l’8,2%, pari a poco più di 35 mila persone. La larga maggioranza è costituita da cittadini stranieri, soprattutto nelle regioni del Nord e del Centro. Le cancellazioni dalle anagrafi di persone residenti in Italia trasferitesi all’estero ammontano a 80.597 unità. Tra i cancellati per l’estero prevalgono gli italiani (circa il 60% del totale). Tuttavia, va notato che la maggior parte degli stranieri che lasciano il nostro Paese sono conteggiati tra i cancellati per altri motivi, poiché cancellati per irreperibilità. Complessivamente, il bilancio migratorio con l’estero, pari a +362.343, è dovuto a un saldo fortemente positivo per gli stranieri, superiore a 370 mila unità, che compensa il saldo lievemente negativo relativo alla sola componente italiana (-12 mila unità circa). Il bilancio con l’estero risulta positivo per tutte le regioni e il corrispondente tasso varia dal 2,2 per mille della Sardegna al 9,3 per mille dell’Emilia Romagna, rispetto a una media nazionale del 6,0 per mille. Le regioni del Nord (ad eccezione della Valle d’Aosta, della provincia autonoma di Bolzano e del Friuli Venezia Giulia) e del Centro presentano tassi migratori con l’estero superiori alla media nazionale. Viceversa, tutte le regioni del Mezzogiorno presentano valori ben inferiori a quello medio. 11 Ad uso interno Migrazioni interne. Nel corso del 2009 i trasferimenti di residenza interni hanno coinvolto circa 1 milione e 350 mila persone e, secondo un modello migratorio ormai consolidato, sono caratterizzati prevalentemente da uno spostamento di popolazione dalle regioni del Mezzogiorno (eccettuato l’Abruzzo) a quelle del Nord e del Centro. Il tasso migratorio interno oscilla tra il -3,9 per mille della Basilicata e il 2,6 per mille della provincia autonoma di Trento, seguito dal 2,5 per mille dell’Emilia-Romagna. Tuttavia, rispetto al 2008, si è registrato un apprezzabile flessione del numero di trasferimenti interni, pari a circa 100 mila unità. Le migrazioni interne sono dovute anche agli stranieri residenti nel nostro Paese, che seguono una direttrice simile a quella delle migrazioni degli italiani, ma presentano una maggior propensione alla mobilità. Infatti, i cittadini stranieri, pur rappresentando il 7,0% della popolazione, contribuiscono al movimento interno per più del 16%. Il razzismo fa male, riduce l'empatia Emerge da uno studio di esperti dell'universita' di Bologna (ANSA) - ROMA - Il razzismo fa male: riduce l'empatia e quindi la capacita' di immedesimarsi nel dolore dell'altro se e' di razza diversa. E' quanto emerso da uno studio coordinato da Alessio Avenanti dell'Universita' di Bologna pubblicato sulla rivista Current Biology. E' emerso che se siamo preda di un pregiudizio razziale, nella mente si forma una sorta di 'filtro' che rende piu' difficile sentire il dolore dell'altro se e' di pelle diversa dalla nostra 12 Ad uso interno Scuola: gli studenti stranieri “lasciano” più dei coetanei italiani. Studio della Fondazione Cariplo: i figli degli immigrati hanno una percentuale di ritardo scolastico maggiore (il 40% ha perso almeno un anno, contro il 6% degli italiani). ( Fonte: www.immigrazioneoggi.it ) Gli studenti stranieri, a parità di condizioni con i propri coetanei italiani, sono spesso portati a rivedere al ribasso i propri percorsi formativi al termine della scuola media per il semplice fatto di essere stranieri. Hanno infatti maggiori probabilità di interrompere il percorso scolastico dopo la scuola media (oppure di iscriversi ad un istituto professionale) e hanno una percentuale di ritardo scolastico maggiore (il 40% degli stranieri ha perso almeno un anno, contro il 6% degli italiani). Inoltre, accumulare una o più bocciature aumenta le probabilità di abbandonare la scuola. È quanto si legge nello studio Differenziali nelle scelte scolastiche tra giovani italiani e stranieri che la Fondazione Cariplo presenterà il prossimo 9 giugno. La ricerca considera sia lo status socio-economico dei genitori (titolo di studio e tipo di occupazione svolta) che percorso scolastico dei figli. A parità di status culturale ed economico, gli stranieri hanno una maggiore possibilità di interrompere il percorso scolastico dopo la scuola media (circa l’8%) e di iscriversi ad un istituto professionale (1-3%). Anche gli anni di scuola persi incidono pesantemente e aumentano la possibilità che il ragazzo straniero interrompa il proprio percorso scolastico: una probabilità che aumenta del 13% per chi è in ritardo di un anno e del 40% per chi è in ritardo di due o più anni. “La condizione di straniero – si legge – a parità di status culturale ed economico e di ritardo scolastico, è associata ad un aumento della probabilità di abbandonare il percorso scolastico di circa 5 punti percentuali”. 13 Ad uso interno Francia: Il ministro Hortefeux condannato per razzismo 750 euro di multa per una frase su magrebini E' la prima condanna di un ministro francese per insulti razziali da oltre 50 anni. L'avvocato ha già annunciato ricorso: le frasi sarebbero state oggetto "di un'interpretazione totalmente inesatta" (Fonte: www.repubblica.it ) PARIGI - Era stato ripreso da una telecamera 1 proprio nel momento in cui diceva degli immigrati magrebini: "Quando ce n'è uno ancora ancora, quando sono molti iniziano i problemi". Per questo il ministro degli Interni francese Brice Hortefeux è stato condannato per "insulti privati di natura razzista": dovrà pagare una multa di 750 euro e versare inoltre 2 mila euro al movimento contro il razzismo e per l'amicizia tra i popoli (Mrap). Si tratta della prima condanna di un ministro francese per insulti razziali da oltre 50 anni. Dopo la diffusione del commento e del video di Hortefeux - collaboratore oltre che amico personale di lunga data del capo dello Stato Nicolas Sarkozy - l'opposizione ne aveva chiesto le dimissioni, richiesta che il Ps ha rilanciato anche oggi: dovrebbe avere la "dignità" di dimettersi, ha affermato il portavoce del Ps Benoit Hamon. I fatti risalgono al 5 settembre 2009, durante una 'Summer school' dei giovani di destra dell'Ump. In quell'occasione, una militante dell'Ump aveva presentato al ministro il giovane Amine descrivendolo come "il nostro piccolo arabo", che però "mangia carne di maiale e beve birra". Immediata la replica di Hortefeux: "Ma allora non va bene, non corrisponde per nulla al prototipo". E ancora: "Certo, uno ne serve sempre, quando è uno solo va bene. E' quando sono tanti che scoppiano i problemi". Il siparietto aveva scatenato un vespaio di polemiche in Francia. In passato, Hortefeux aveva già espresso il suo "rimorso", aggiungendo però di essere vittima "di un'interpretazione totalmente inesatta". Per lui, nelle sue affermazioni non c'era "alcun riferimento all'origine etnica, maghrebina, africana e via dicendo". Il portavoce dell'Ump, Dominique Paillè, ha difeso il ministro dicendo di "non capire" la condanna. L'avvocato di Hortefeux ha immediatamente annunciato il ricorso in appello. Il fedelissimo di 14 Ad uso interno Sarkozy era stato decorato con il premio per la lotta al razzismo e all'antisemitismo lo scorso 13 dicembre da un'associazione che riunisce l'imprenditoria ebraica di Francia. Londra dà il via a piano espulsione minori verso Afghanistan Stanziati 4 milioni di sterline per "centro reintegrazione" a Kabul Roma, 8 giu. (Apcom) - L'Agenzia per l'Immigrazione britannica dispone di 4 milioni di sterline per creare un "centro reintegrazione" in Afghanistan dove accogliere i minori espulsi dalla Gran Bretagna. Il nuovo governo conservatore non intende infatti - rivela oggi il Guardian - fare favori a nessuno e vuole rispedire a Kabul i minori non accompagnati richiedenti asilo. Il progetto iniziale prevede l'espulsione verso l'Afghanistan di 12 ragazzi sotto i 18 anni ai quali viene assicurata una "assistenza alla reintegrazione" oltre che di 120 adulti ogni mese. In totale saranno circa 150 i teenager "riallocati" in Afghanistan in un anno, che resteranno nel centro fino al raggiungimento della maggiore età. I dati dell'Agenzia registrano 4.200 minori non accompagnati richiedenti asilo in Gran Bretagna, in gran parte sostenuti dai servizi sociali. Quelli provenienti dall'Afghanistan costituiscono il gruppo più numeroso. Il piano britannico rientra nel quadro più ampio di quello europeo, ricorda il Guardian. La Norvegia ha da poco annunciato un centro accoglienza a Kabul; Svezia, Danimarca e Norvegia stanno anche loro preparando il rientro di decine di ragazzini nella capitale afgana. I ministri degli Interni e della Giustizia Ue hanno da poco approvato un piano per la creazione di centri di accoglienza "che possano assicurare l'assistenza dei minori per i quali non è stato possibile ritrovare la famiglia". 15 Ad uso interno Interruzione attività UNHCR in Libia: preoccupazione del CIR ( Fonte: www.cir-onlus.org ) 7 giugno 2010 - Il CIR è molto preoccupato per l’interruzione delle attività dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) in Libia. Il CIR è partner dell’UNHCR Tripoli per l’attuazione di un importante progetto triennale, iniziato nell’aprile 2009, e che ha già prodotto notevoli passi in avanti nella direzione della protezione di rifugiati e migranti in Libia e della gestione dei flussi migratori. Le attività includono visite regolari a 16 centri di detenzione per migranti, la fornitura di aiuti umanitari, un programma di rimpatrio volontario assistito nonché iniziative di capacity building delle istituzioni libiche, anche attraverso scambi di esperienze nella gestione dei flussi migratori tra Libia e Italia e l’organizzazione di missioni di studio. La decisione del Ministro degli Affari Esteri Libico di chiudere la delegazione dell’UNHCR è stata già oggetto di una lettera indirizzata lo scorso 1° giugno al Ministro degli Esteri Franco Frattini a firma del Presidente del CIR Savino Pezzotta e del Direttore Christopher Hein. Il CIR ha chiesto l’intervento di Frattini affinché l’UNHCR possa immediatamente riprendere le proprie attività e ottenga dal governo libico formale riconoscimento diplomatico. Analoga richiesta è stata avanzata dal CIR assieme con l’International Centre for Migration Policy Development (ICMPD), l’altro partner del progetto, nei confronti della Commissaria Europea Responsabile per gli Affari Interni e Giustizia Cecilia Malmström. Il CIR si augura che sia superato al più presto questo momento critico che rischia di deprivare rifugiati, richiedenti asilo e migranti in Libia di quel minimo di protezione che in questi ultimi tempi si è potuta fornire soprattutto alle persone trattenute nei centri. Inoltre il CIR confida che comunque grazie al suo partner operativo in Libia l'International Organisation for Peace, Care and Relief (IOPCR) nel frattempo le attività sul campo non subiscano interruzioni. 16 Ad uso interno Francia. Ecco il libro anti-immigrazione Scritto dal giornalista Zemmour, ha rischiato il licenziamento per le sue rubriche ( Fonte: http://www.immigrazione.biz/3154.html ) Martedì, 8 Giugno 2010 .La Francia è ormai diventata un paese multietnico e multiculturale. A rimpiangere un paese abitato da veri francesi, tutti chiari e biondi è, non tanto il politico Jean Marie Le Pen, presidente del partito di estrema destra Fronte Nazionale, famoso per le forti restrizioni sull'immigrazione e sulle sue affermazioni considerate razziste e antisemite, ma il giornalista Eric Zemmour. Il suo libro è andato a ruba e ha fatto il giro del paese transalpino in pochissimi giorni. SI chiama “Melancolie francaise” e ha creato non poche polemiche, proprio per la sua maniera certosina di esprimere il suo pensiero sull’immigrazione e sulla nascita di bambini meticci. “La gente mi ama – spiega Zemmour – perchè solo io ho il coraggio di dire, e in televisione, quello che tutti pensano”. “I francesi dell’immigrazione vengono fermati dalla polizia e controllati più degli altri perchè la maggioranza dei trafficanti di droga sono neri e arabi…è un fatto”. E ancora, sull’aborto: “L’interruzione di gravidanza ha impedito di nascere a 7 milioni di francesi”. Un accanimento mediatico che gli ha procurato non pochi guai, a cominciare dallo sfiorato licenziamento dal famosissimo quotidiano Le Monde, evitato solo per aver chiesto scusa pubblicamente ai lettori in una sua rubrica. E se qualcuno pensa che il neo-reazionario sia un vero francese si sbaglia di grosso: i nonni sono ebrei di origine algerina e Zemmour, in berbero infatti vuol dire “olivo”. 17 Ad uso interno 12 Giugno 2010 – Sala Consiliare Palazzo dei Celestini (Lecce) h. 10,30 Convegno “Le nuove politiche del welfare: tra integrazione, multiculturalità e accesso ai servizi” h. 12,30 Protocollo d’intesa INMP, INTEGRA, REGIONE PUGLIA, PROVINCIA DI LECCE e AUSL Lecce Sabato, 12 Giugno 2010, INMP, INTEGRA, REGIONE PUGLIA, PROVINCIA DI LECCE e AUSL Lecce, in occasione di una giornata di formazione e di riflessione sulla salute dei migranti dal titolo “Le nuove politiche del welfare: tra integrazione, multiculturalità e accesso ai servizi”, firmeranno a Lecce un protocollo d’intesa al fine di realizzare congiuntamente azioni per la tutela del diritto alla salute ed integrità fisica delle popolazioni migranti a livello provinciale, regionale, nazionale ed europeo per richiamare l’attenzione di istituzioni e cittadinanza sulle caratteristiche del fenomeno immigrazione e bisogni di intervento ed integrazione dei cittadini stranieri coinvolti. Da alcuni anni INTEGRA Onlus (Associazione per l’integrazione degli Immigrati) e INMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie e delle Povertà) hanno avviato una proficua e intensa collaborazione, nata sui progetti dedicati alla ricerca e alla formazione sul tema delle mutilazioni genitali femminili, e consolidata con attività di convegnistica, programmazione e progettazione sui temi legati più in generale alla salute dei migranti. Tale collaborazione ha consentito di presentare per la prima volta sul territorio salentino una serie di attività di promozione in materia di salute dei migranti e di associazionismo migrante, fino al progetto PASS, tuttora in corso, realizzato in stretta collaborazione con la AUSL di Lecce e che ha coinvolto anche i territori delle ASL di Brindisi e Taranto, che vedrà l’impiego dei mediatori interculturali presso le ASL. L’incontro si terrà alle ore 10,30 presso la sala Consiliare della Provincia di Lecce a Palazzo dei Celestini. 18 Ad uso interno Programma: Saluti: Loredana Capone*, Vicepresidente della Regione Puglia Antonio Gabellone, Presidente della Provincia di Lecce Apertura dei lavori: • • • • • Francesco Bux, INMP Puglia Maria Santorufo*, Dirigente Sportello Unico Immigrazione Prefettura di Lecce Sonia Giausa, Ausl Lecce, il Progetto PASS (Progetto per la promozione dell’accesso delle popolazioni immigrati servizi socio – sanitari e lo sviluppo delle attività di informazione ed orientamento socio sanitario nelle ASL italiane Giuseppe Colafati, Presidente Consorzio per la realizzazione del Sistema Integrato di Welfare dell’Ambito – Zona di Poggiardo (Le) Don Elvi De Magistris, Vice Presidente Caritas Migrantes Lecce Conclusione dei lavori: • Aldo Morrone, Direttore generale INMP Modera: • Klodiana Çuka, Presidente Integra Onlus 19 Ad uso interno Convegno: Immigrazione e lavoro Percorsi lavorativi, Centri per l'impiego, politiche attive 17 giugno 2010, ore 9:30 Auditorium Via Veneto Via Veneto, 89 - Roma Programma: Ore 9:30 Introduce e modera: Giuseppe Roma - Direttore Generale del Censis Aprono i lavori: Francesco Verbaro - Segretario Generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Angelo Malandrino - Autorità responsabile per la gestione del Fei Introduce: Natale Forlani - Direttore Generale Dg Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Presentazione della ricerca: Vincenzo Cesareo - Università Cattolica di Milano, Segretario Generale della Fondazione Ismu-Iniziative e Studi sulla Multietnicità Raffaele Bracalenti - Presidente dell'Iprs-Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali Tavola rotonda Elena Donazzan - Assessore Istruzione, Formazione e Lavoro della Regione Veneto Alberto Bombassei*- Vice Presidente per le Relazioni industriali, affari sociali e previdenza della Confindustria Cesare Fumagalli - Segretario Generale della Confartigianato Franco Pasquali - Segretario Generale della Coldiretti e Coordinatore Retinopera Giovanni Bocchieri - Vice Presidente Assolavoro Liliana Ocmin - Segretaria confederale Cisl, Responsabile del 20 Ad uso interno Coordinamento nazionale Donne Cisl e Vice Presidente del Comitato nazionale per l'attuazione dei principi di parità di trattamento e uguaglianza di opportunità tra lavoratori e lavoratrici Conclude: Maurizio Sacconi - Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Ore 15:00 I centri per l'impiego e l'utenza immigrata: un confronto tra territori Alcune questioni emerse dalla ricerca: una sintesi dei 18 casi di studio Rita Bichi - Università Cattolica di Milano Anna Italia - Responsabile settore Sicurezza e cittadinanza del Censis Presentazione di alcuni modelli operativi Oretta Puccini* - Direzione lavoro della Provincia di Firenze per i servizi alle persone e per i servizi alle imprese Simone Cappelli - Responsabile servizio orientamento e lavoro della Provincia di Prato Dario Manna - Dipartimento Servizi per la formazione e il lavoro della Provincia di Roma Tatiana Giorgetti* - Responsabile del Cpi di Rimini e Riccione Patrizia Barberi - Responsabile del Cpi di Vicenza e Coordinatrice provinciale dell'ufficio Disabilità e svantaggio sociale Pino Mafrica* - Responsabile del Cpi di Schiotiene Teresa Cresci - Responsabile del Centro per l'impiego di Maddaloni (Caserta) Pierluigi La Spada - Coordinatore Cinformi-Centro Informativo per l'Immigrazione del Servizio Politiche Sociali e Abitative di Trento Conclude: Natale Forlani - Direttore Generale Dg Immigrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali In attesa di conferma 21 Ad uso interno L'utente tipo dei Centri per l'impiego: lavoratore straniero, operaio, in Italia da 10 anni. I servizi per l'impiego italiani ottengono la sufficienza: al primo posto Rimini. Il nuovo volto dei Centri per l'impiego: non più canali di collocamento, ma strumenti di integrazione e crescita professionale. A Padova oltre il 50% degli stranieri ha più di 13 anni di studi alle spalle. Questi sono alcuni dei dati che emergono dalla ricerca sui percorsi lavorativi dei cittadini stranieri e i servizi per l'impiego realizzata da Censis, Ismu e Iprs per conto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. La ricerca comprende un'indagine su un campione di circa 16.000 lavoratori stranieri e un approfondimento sui servizi per l'impiego in 18 casi di studio su altrettanti territori provinciali (Milano, Brescia, Torino, Roma, Palermo, Napoli, Trento, Vicenza, Padova, Parma, Bologna, Ancona, Firenze, Prato, Perugia, Caserta, Rimini, Ragusa). Sono state approfondite le carriere lavorative degli stranieri e il funzionamento dei sistemi di orientamento, formazione e matching di domanda e offerta di lavoro, valutando il ruolo svolto dai Centri per l'impiego e individuando casi esemplari di politiche attive per l'occupazione. Il convegno, che vedrà anche la partecipazione dell'On. Maurizio Sacconi, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, è l'occasione per sviluppare una riflessione comune a partire dai risultati della ricerca. Si prega di confermare la partecipazione alla segreteria organizzativa via fax allo 06 35340213 o via email all'indirizzo [email protected] 22 Ad uso interno Seminario "Soggetti di cittadinanza e percorsi di inclusione sociale: famiglie e donne immigrate tra fragilità e opportunità" Roma, 17 giugno 2010 ore 10.00, via di Ripetta 231 Promosso dalle ACLI e Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in collaborazione con Patronato ACLI, Acli Colf, Enaip, CTA, Iref. Seminario conclusivo del progetto “Spazio e tempo per l’inclusione sociale”. Il progetto Spazio e tempo per l’inclusione sociale è stato finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali attraverso il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati e ha sperimentato nelle province di Napoli, Roma e Udine un percorso di inclusione sociale e formazione per donne immigrate, impegnate nel lavoro di cura. ore 10:00 INTRODUZIONE - Lidia Borzì, Responsabile nazionale della Funzione progettazione, innovazione sociale e politiche della famiglia delle Acli SALUTI - Gianluigi de Palo, Presidente delle Acli Provinciali Roma RELAZIONI IMMIGRAZIONE E ACCESSO AL WELFARE IN UN PAESE CHE CAMBIA - Maurizio Ambrosini, Docente di Sociologia dei processi migratori e Sociologia urbana presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Statale di Milano LAVORO DI CURA E INTEGRAZIONE FAMILIARE - Cristina Mazzacurati, Docente Master in Studi Interculturali, Università di Padova 23 Ad uso interno INTERVENTI - Antonio Russo, Responsabile nazionale Area Immigrazione delle Acli - Maria Grazia Fasoli, Responsabile nazionale Funzione Studi delle Acli - Raff aella Maioni, Responsabile nazionale Acli Colf IL FONDO PER L’INCLUSIONE SOCIALE DEGLI IMMIGRATI - Alessandro Lombardi, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direzione Generale dell’Immigrazione CONCLUSIONI - Andrea Olivero, Presidente Nazionale Acli ore 13:30 - Pranzo SECONDA SESSIONE ore 14:30 - SPAZIO E TEMPO PER L’INCLUSIONE SOCIALE - Marco Turri, Funzione Progettazione e innovazione sociale delle Acli ESPERIENZE A CONFRONTO - Lorenza Vidal, Sperimentazione di Udine - Maura Murgia, Sperimentazione di Roma - Enzo Cirillo, Sperimentazione di Napoli RISULTATI DEL MONITORAGGIO - Gianfranco Zucca, IREF, Istituto di Ricerche Educative e Formative TESTIMONIANZE STORIE ED ESPERIENZE DI DONNE IMMIGRATE, FAMIGLIE E ANZIANI COINVOLTI NEL PROGETTO MOMENTO DI SCAMBIO E CONDIVISIONE con la partecipazione di Acli Colf ore 17:00 - FINE LAVORI 24 Ad uso interno