leggi tutto - Quaderni della Ginestra

Transcript

leggi tutto - Quaderni della Ginestra
Meditazioni filosofiche
L’AMORE COME VIA D’ACCESSO ALL’ESSERE
menti la chiave per la comprensione delle altre persone: in particolare, è
l’amore la via d’accesso all’essenza altrui. Il sentimento d’amore è vera-
‹‹L’amore è il movimento in cui ogni oggetto concretamente individuale
e portatore di valori perviene ai valori superiori possibili per esso e in
base alla sua determinazione ideale; ovvero è quel movimento attraverso
il quale tale oggetto raggiunge l’essenza del suo valore ideale, del valore
che gli è proprio››.
mente tale quando è ‹‹amore della persona per la persona stessa››, quando riesce a cogliere l’essenza più intima e profonda dell’altro, il suo Io
più vero, penetrando negli aspetti più reconditi e nascosti della personalità altrui.
Max Scheler, Essenza e forme della simpatia, Franco Angeli, Milano, 2010,
Un amore di tal tipo non muta in conseguenza di un dolore o di una
pag.224.
I
gioia provocati dalla persona oggetto del nostro sentimento, ma rimane
sentimenti intersoggettivi sono da sempre materia caotica e oscura
costante e non è condizionabile da elementi esterni. Di certo non si può
per l’uomo, che spesso, lungi dall’attribuire loro una rilevanza etica
negare, però, che l’oggetto amato sia per noi fonte di enorme gioia o
o cognitiva, li ha considerati piuttosto alla stregua di mere passioni, net-
enorme dolore: da parte nostra non c’è comportamento razionale nei
tamente contrapposte alla sfera razionale e, quindi, da controllare e re-
suoi confronti, ma questo non significa che l’amore sia un atteggia-
primere. Solo ultimamente si è assistito a una rivalutazione della vita
mento assolutamente istintivo. Al contrario, esso è un atto privilegiato,
emotiva, soprattutto per ciò che riguarda la sua valenza cognitiva. Pio-
grazie al quale riesco a conoscere la vera essenza altrui, ovvero ciò che
niere di questo processo di riabilitazione è sicuramente stato Max Sche-
caratterizza l’amato nel profondo, le sue peculiarità più intime, di cui a
ler, che nella sua opera Essenza e forme della simpatia, risalente al 1913, de-
volte egli stesso può anche non avere consapevolezza, ma che lo ren-
scrive la logica insita nella vita emozionale, che per lui non deve essere
dono unico e insostituibile. Gli atti di amore sono i più importanti per-
considerata semplicemente a-razionale, ma irrazionale, ovvero dotata di
ché connotano la persona in profondità, e essendo caratterizzati da im-
una forma di razionalità differente da quella canonica.
mediatezza e originarietà, sono la chiave d’accesso al nucleo originario
È la sfera emotiva, infatti, che a volte ci guida nelle nostre scelte, e
degli oggetti verso cui si volgono. Grazie all’amore riesco perciò a co-
che ci fa intuire cose inaccessibili alla ragione. Scheler considera i senti-
gliere l’essenzialità altrui, intesa come nucleo assiologico (ogni persona,
1
Quaderni della Ginestra
secondo Scheler, infatti, ha in sé una sorta di scala di valori), e a cogliere
timento non fissa un valore davanti a noi, ma è intenzionato verso valo-
anche quei valori che non sono stati ancora attuati dal loro portatore.
ri superiori possibili, anticipando un’immagine ideale del valore
Non sono quindi i valori o disvalori presenti nell’oggetto amato o odia-
dell’oggetto amato, immagine che però non è frutto di invenzioni o de-
to a ‘regolare’ l’attuazione dell’amore; al contrario è grazie all’amore
sideri, ma che rispecchia in modo autentico l’essenza dell’amato. In altre
stesso che ci è possibile la conoscenza delle qualità assiologiche altrui,
parole, grazie all’amore riesco a intuire tutte le qualità dell’amato, anche
anche quelle di cui la persona in questione è ancora del tutto all’oscuro.
quelle che egli non ha ancora messo in atto, ottenendo così una cono-
È così che gli atti d’amore possono rivolgersi anche alla nostra stessa
scenza completa, seppur irrazionale. Inoltre, proprio per il fatto che non
persona: grazie all’amore per me stesso, posso imparare a conoscermi,
tutte le qualità altrui sono già in atto, ma esistono solo potenzialmente,
cogliendo veramente i miei valori positivi; così come posso avere amore
l’amore, riuscendo comunque a coglierle, assume una valenza creativa,
nei confronti di una comunità, basta che io la consideri come un og-
oltre che conoscitiva, intendendo con creativo il fatto che l’amore pone di
getto portatore di valori. L’amor proprio e l’amore dell’altro hanno quindi
fronte all’amante valori non ‘affiorati’ prima, valori dei quali a volte non è
uguale dignità etica. Scheler ha inoltre una visione dell’amore come mo-
consapevole nemmeno
to intenzionale, che parte da un valore e realizza il valore ad esso su-
il loro portatore.
periore: ci si trova per-
Tuttavia, peculiarità
ciò di fronte a un vero e
dell’amore è anche il fat-
proprio movimento. La
to di non influire sulla
natura dell’amore come
realizzazione del valore
movimento era già stata
superiore che percepi-
individuata da Platone,
sce: in realtà tale valore scaturisce da sé, in modo spontaneo, dall’oggetto a-
che nel Convito lo de-
mato, e non dall’amante. Questo avviene perché l’amore non implica at-
scrive come un ‹‹movimento dal non-esistente all’esistente››. Tale sen-
teggiamenti di benevolenza, ma piuttosto di accettazione dell’altro, por-
2
Meditazioni filosofiche
tando alla luce i suoi valori più alti. Grazie all’amore si ha una vera e
que la mera accettazione dell’essenza altrui, con tutti i suoi pregi, ma an-
propria valorizzazione dell’altro, un’apertura alla sua essenza, la scoperta
che i suoi limiti: anzi, si può dire che è soprattutto nell’accettazione in-
del suo valore superiore e la relativa accettazione di questo. Prendersi
condizionata dei limiti altrui che sta l’amore più autentico. Ovviamente
cura dell’amato, volerne il bene… sono solo conseguenze dell’amore,
se amo una persona ne voglio anche il bene, ma questa deve essere con-
che non va invece confuso con simili atteggiamenti. L’amore ha un im-
siderata solo una conseguenza dell’atto d’amore, che non coincide con
perativo del tipo lascia essere, non devi essere: non è un sentimento pedago-
l’amore in sé.
gico, che vuole nell’oggetto amato la realizzazione di determinati valori
È dunque necessario guardarsi dalle illusioni con le quali viene spes-
ritenuti positivi dall’amante. L’altro è valorizzato nella sua alterità, nella
so scambiato l’atto d’amore: la costruzione fantasiosa di un oggetto da
sua diversità rispetto a noi, rispettando anche i suoi potenziali limiti: il
amare, come capita quando si ama una persona solo perché proiettiamo
movimento dell’amore, infatti, ‹‹non va verso valori più alti di quelli che
in essa valori che appartengono a noi e che desidereremmo lei avesse,
la persona altrui ha […] ma verso l’esser più alto del suo stesso valore››.
ma che in realtà non ha affatto; l’avvertire come propri i valori
L’amore non ha nulla a che vedere, quindi, con atteggiamenti educa-
dell’amato (esatto contrario del primo caso); amare perché si è faticato
tivi, né nasconde i difetti dell’amato, piuttosto li accetta, fa vedere, in
tanto ad ottenere l’affetto dell’altro; l’abitudine a sentirsi legati a una de-
modo autentico, senza andare alla ricerca di valori che piacciono solo
terminata persona; il bisogno di avere qualcuno d’amare poiché si è in-
all’amante ma che non corrispondono all’essenza dell’amato. La posi-
capaci di stare soli; una semplice comunione di interessi tra l’ipotetico
zione di tale atto, quindi, non è né prettamente passiva ed empirica, né
amante e l’ipotetico amato; la ricerca patologica di una specifica caratte-
imperativo-pedagogica: la formula lascia essere si può trasformare piutto-
ristica in tutti gli oggetti da amare; o infine una semplice comunione di
sto in diventa ciò che sei, in quanto si coglie l’essenza più caratteristica e in-
destini. Contrariamente a questi atti, l’amore è l’unico che permette
tima della persona amata, essenza che solo un atto d’amore può rivelare,
all’essenza individuale altrui (o nostra, nel caso dell’amor proprio) di ve-
sia nella forma dell’amore per gli altri che nella forma dell’amore pro-
nire alla luce nella sua pienezza. Per questo motivo, è davvero difficile
prio, in modo da dirci chi veramente siamo. Il valore dell’amore è dun-
amare in senso proprio: normalmente si ricade in una delle sopra citate
3
Quaderni della Ginestra
illusioni, illusioni che non hanno nulla a che fare con l’amore autentico.
del sentimento sia comunque importante (lo sperimentiamo nella vita di
L’amore vero è accettazione dell’altro, del diverso in quanto tale; questo
tutti i giorni) e che spesso l’oggetto amato sia per noi fonte di grande
tipo di amore è scevro da slanci di benevolenza perché non impone
dolore, ma tale dolore non riguarda l’amore in sé, che è piuttosto cono-
cambiamenti all’amato, nemmeno se potessero farlo ‘migliorare’: quan-
scenza, accettazione, apertura all’altro.
do si ama, si amano anche i difetti altrui, poiché questi difetti fanno par-
La visione di amore che Scheler ci offre nella sua definizione è forse
te della sua essenza. La descrizione scheleriana di amore è tanto com-
un po’ azzardata, ma sicuramente coglie l’importanza che l’esperienza
plessa quanto incredibilmente semplice nella sostanza; non consiste in
emozionale assume nei rapporti intersoggettivi, soprattutto da un punto
articolate tesi psicologiche, non descrive patologie o tendenze a sfondo
di vista cognitivo. Certo, amare così è davvero difficile: spesso non riu-
sessuale: l’amore non è nient’altro che la comprensione e la relativa ac-
sciamo a cogliere certi aspetti della persona amata, spesso la tentazione
cettazione dell’altro e della sua particolare essenza, nulla di più. Quello
di ricadere in una delle tante illusioni (come cambiare l’altro “per il suo
dell’amore è un compito ben delineato, che non si spinge oltre se stesso,
bene” o invaghirci di una caratteristica in particolare ma non della per-
altrimenti si ricadrebbe in mere illusioni (cambiare l’altro, imitare
sona in sé) è molto forte. Tuttavia, è proprio il sentimento d’amore che
l’altro...). È per questo che compiere un atto d’amore è allo stesso tem-
ci apre le porte della conoscenza dell’altro nella sua individualità più in-
po così semplice e così difficile: nell’amore il mio Io si apre all’altro
tima: considerando l’amore come la via d’accesso all’essere, Scheler ha
mentre l’altro mi si dà, e le due peculiari individualità rimangono perfet-
rivoluzionato la concezione negativa da sempre attribuita alla vita emo-
tamente distinte proprio nel momento in cui si direbbero tanto confuse.
zionale, e ha dimostrato che è proprio grazie alla sfera ‘sentimentale’ che
In questa concezione di amore, inoltre, il fatto che tale sentimento sia
è possibile un’autentica conoscenza intersoggettiva.
corrisposto o meno è irrilevante ai fini della sua valenza cognitiva: infat-
VALERIA BIZZARI
ti, intuisco l’essenza dell’altro a prescindere che egli mi ami o meno.
L’amore, poi, è accompagnato sempre da grande gioia, in quanto si rivolge a valori positivi. Non si può certo negare che la corrispondenza
4