Parrocchia Angeli Custodi V
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Parrocchia Angeli Custodi V
LETTERA DEL PARROCO www.parrocchie.it/milano/angelicustodi [email protected] Via Pietro Colletta 21, Milano Parrocchia Angeli Custodi Anno 2014, numero 9 - mese di settembre Cari fratelli e care sorelle nel Signore, è ancora agosto mentre vergo queste righe e, come molti di voi, mi chiedo che autunno ci attende dopo questa strana estate, almeno qui al Nord. Già…il tempo, così incerto, imprevedibile fino in fondo e per questo tanto simile alla vita umana. Che tempo farà? Che vita sarà? Che succederà? E chi lo può dire!?! Preferisco rivolgere lo sguardo a questi mesi estivi passati e raccogliere qualche frammento di vita: son frammenti, lo so bene, ma a volte son perle preziose. L’inizio sembra dimesso, ma non lo è. Durante la vacanza coi ragazzi a S. Caterina Valfurva, ospiti de La Benedicta, si è spenta serenamente nel sonno la signora Santina, moglie del Sena, figura mitica del Centro Orientamento Educativo voluto da un prete ambrosiano, don Francesco Pedretti. Dopo aver visitato la salma e aver pregato, ho scambiato quattro parole col signor Sena: in realtà ho lasciato che mi guardasse negli occhi e ho ascoltato, soprattutto. Occhi composti, umili e lucidi, pieni di dolore e di affetto, che narravano di una vita insieme iniziata più di sessant’anni fa e dedicata all’accoglienza: loro hanno aperto e mandato avanti “la casa”. Il Sena mi diceva che qui ha voluto tornare a morire, perché qui tutto iniziò e ricordava quel giorno del 1954, quando la Santina si mise in cucina e la casa fu aperta. Un inizio dimesso e banale, verrebbe da dire, ma in realtà molto evangelico: in un villaggio ignoto dell’alta Galilea, Nazareth, un uomo e una donna che si amavano diedero una casa al Figlio di Dio. Tutto s’avviò così e personalmente ne ho ancora di strada da fare per capire e In questo numero: Icona dell’invisibile pag. 3 Scarp, sulle strade di tutta Italia pag. 5 Per inviare suggerimenti, lettere e articoli scrivere a: [email protected] accogliere l’Evangelo di Nazareth. Il profumo del mare e della terra. Dopo la brutta distorsione occorsami alla caviglia destra mentre ero a S. Caterina, non ho potuto andare in montagna per le mie vacanze e ho dovuto rimediare all’ultimo momento una vacanza al mare, dove ho risentito, dopo tanti anni, il profumo del mare e della terra, unito a quello umano di un’ospitalità piacevolissima. Già…vivendo a Milano non manca l’asfalto e lo smog, la terra e il mare li vedi solo in cartolina, l’ospitalità anche qui non manca, ma rischia di essere sempre schiacciata dal tempo in corsa tipico di noi milanesi. Mentre lì il tempo (e lo spazio) si dilata: accolto con discrezione e affetto da una parrocchia e da un paio di famiglie ho trascorso giorni sereni, slow ovvero lenti come si dice oggi. Ho così potuto apprezzare i colori e il sapore del mare, che riceve, porta e custodisce i nostri pensieri e i nostri sogni (e chi non ne ha?). E poi la terra, sabbiosa o fertile che sia, comunque sempre sorprendente nel riversare copiosa i frutti profumati dell’amicizia e per la tavola. E le gite nell’entroterra a scoprire e godere di luoghi unici, carezzati dalla mano dell’uomo. Tutto qui. Ma a me è sembrato molto e prezioso. Religione e patria. In una di quelle gite ho visitato un tempio civico ovvero una piccola chiesa dedicata a coloro che, morti per la patria, vivono in Dio: così recita l’iscrizione in latino posta sopra il portone d’ingresso. Mi aspettavo di trovare la memoria dei caduti nelle due guerre mondiali del secolo scorso (e così è stato), ma non anche il ricordo di altre guerre e caduti. E tutti accomunati da espressioni altisonanti del tipo: morti per la patria, perché diritto libertà e giustizia fossero fondamento di una convivenza civile dei popoli. Certamente un po’ discutibili e retoriche al mio orecchio, sennonché dopo le tragiche notizie che giungono dall’Iraq circa la barbarie perpetrata contro cristiani, e non solo, da parte di folli uomini in nome di Dio, mi rende assorto l’uso delle armi (e quindi della violenza) invocato dall’arcivescovo di Mosul: cosa penserei e farei al suo posto, testimone e vittima della morte di un popolo, di una fede, di una patria? Non è che i quasi settant’anni di pace europea, ottenuti a prezzo della vita di tanti nostri nonni, ci hanno reso pacifisti irresponsabili e poco evangelici operatori di pace visto che i mercanti d’armi abitano per lo più dalle nostre parti? Buon settembre. Don Guido Pagina 2 Icona dell’invisibile Adriano Geroli Da qualche mese una bellissima croce astìle apre la processione delle SS. Messe più solenni. È un dono del nostro parrocchiano Adriano Geroli, cui abbiamo chiesto qualche riga di presentazione e spiegazione per meglio gustare questa icona dell’invisibile. Nell'Italia centrale, durante il periodo compreso tra il XII e la metà del XV secolo fu inventata un tipo di pala d'altare a fondo oro con il profilo a forma di croce. Questa caratteristica viene denominata croce dipinta, perché all'interno della sua tavola sagomata, vediamo disegnata una seconda croce, sorreggente Gesù. Fra il perimetro dipinto e la cornice dipinta rimane uno spazio utilizzato per raffigurare scene cristologiche e testimoni della passione. La superficie eccedente il contorno della croce interna viene distinta in tabelle laterali, poste al fianco all'albero della croce, in tabelle terminali, poste all'estremità dei suoi bracci, in cimasa ovvero l’estensione alta, e infine in suppedaneo su cui appoggiano i piedi del Cristo. Vari documenti testimoniano che tali opere, che ricoprono solamente tre secoli di storia della Chiesa, sono menzionate persino nei testamenti e erano molto venerate: pure San Francesco si convertì, nella chiesa di San Damiano, davanti ad una icona sagomata a forma di croce, la quale si mise a parlare con lui. In quel periodo il rapporto emotivo tra i fedeli e il Crocefisso era vissuto cosi intensamente che vi furono più casi di croci dipinte dialoganti. Di fronte a un’icona, sagomata a forma di croce, una persona dell'epoca era sicura di essere al cospetto di Gesù. Ne consegue che il fedele medievale non era interessato all'aspetto estetico di queste tavole, bensì al significato teologico, che ha una sua storia. Dal IV secolo al Mille, prevalse il lato divino per cui Cristo veniva ritratto come un giudice supremo, re glorioso che governa tutto il creato: è il Cristo in gloria, seduto in trono e circondato da una mandorla che simboleggia i cieli concentrici. Il Cristo trionfante, inoltre, poteva essere reso in mosaico apponendo sulla malta infiniti cubetti di vetro, il cui colore era ottenuto dalla macinazione di pietre semipreziose e foglie d'oro, tecnica costosissima e perciò usata solamente per icone collocate nel presbiterio, allora zona interdetta ai laici, che vedevano i mosaici solamente da lontano. In seguito, al tempo delle Crociate e dopo la presa di Gerusalemme nel 1099, anche i laici rivendicarono il diritto di avere un rapporto diretto con un Dio troppo a lungo inaccessibile. In questo contesto va collocato il gran flusso di reliquie e di icone bizantine che invasero I'Europa. Queste ultime entrarono a far parte della vita domestica occidentale, poiché i vari condottieri al loro ritorno desideravano tenere in casa immagini sacre portate dall’Oriente. Il devoto ricordo divenne anche una moda: vi fu una grande richiesta di tavole dipinte anche da chi non era andato in guerra, tanto che gli artisti latini iniziarono a dipingere pale alla maniera greca. Durante questo periodo in Toscana, Umbria e Emilia Romagna furono create le Croci dipinte per avere, oltre ai Santi, anche il Cristo nelle proprie case e così si avviò la trasformazione dell'immagine del Cristo in gloria nel Cristo crocefisso. Dipingere una Crocefissione è impressionante. Quando sul tavolo di casa mia o sul cavalletto sono davanti alla tavola della croce, un'ondata di inadeguatezza e commozione mi assale. Poi, inizio a mescolare i colori, non pensando troppo al mistero, cosi grande e forte, e pennellata dopo pennellata, prende forma sotto i miei occhi. Sin dall'inizio del mio percorso iconografico ho sempre desiderato voler dipingere Gesù Cristo, ma… non ero pronto: sei colto dall'entusiasmo di voler fare, non ti rendi conto che manca quel pizzico di consapevolezza, per cui tutto sembra facile e problemi non se ne pongono, ma non è cosi. Più frequenti corsi, più apprendi e ciò che prima erano pennellate, ora diventa una passione fatta di preghiera, riflessione e amore. Ogni tanto abbandoni il pennello e contempli la tavola (e lo devi fare), perché guardando ciò che stai creando ti trovi in simbiosi, per cui dialoghi, mediti, preghi… Pagina 3 che pace. Noi iconografi iniziamo i corsi di studio recitando le lodi e la preghiera dell’iconografo: Divino Maestro, fervido artefice di tutto il creato, illumina lo sguardo del tuo servitore, custodisci il suo cuore, reggi e governa la sua mano, affinché degnamente e con perfezione possa rappresentare la tua immagine per la gloria, la gioia e la bellezza della tua santa Chiesa. Amen! Le icone non vengono firmate: il Divino Maestro ne è l’artefice, a Lui solo sia gloria! Per anni ho coltivato il desiderio di voler dipingere un crocefisso, poi finalmente il desiderio si è avverato ad Assisi. In un negozietto, un po’ ma- gazzino, nel quale eravamo entrati io e Marco, ho trovato un crocefisso di doppio compensato grezzo. Dopo 20 giorni era pronto, ma una volta realizzato non ero soddisfatto al 100 %. A settembre iniziai il corso sul Crocefisso e trovai un maestro e per grazia lo feci. Blu, alto cm 60x35, Christus Patiens, bellissimo: me ne ero innamorato immediatamente. La linea del corpo cosi dolce e semplice che subito, finito il corso, ne feci un'altra, questa volta nelle misure dell'originale. Lo mostrai al mio maestro che approvò. Alla domenica solitamente non assisto alla Messa delle ore 11.00, ma vengo espressamente: nel vederlo uscire dalla sacrestia e passare tra la gente mi emoziono tantissimo. Grazie! Scheda tecnica CROCE ASTÌLE (cioè da collocare in cima a un’asta per essere portata in apertura di una processione) in stile tipo bizantino 2014. Cm 82x51 in legno di tiglio gessato con gesso di Bologna e gesso di Meudon con colla di coniglio; colori: pigmenti di terre naturali emulsionati al rosso d’uovo con gocce di lavanda e vino bianco; colori minerali: velature di lapislazzulo; foglia oro libera kt 23¾ su base bolo armeno lucidata con pietra d’agata; vernice protettiva per i colori: olifa; vernice protettiva totale: gommalacca e coppale. L’originale proveniente dalla Basilica di San Francesco (Assisi) è del XIII secolo, opera del Maestro dei Crocefissi Blu e è conservata nel Richartz Museum di Colonia. Pagina 4 Scarp, sulle strade di tutta Italia Fabrizio Favero Scarp de’ tenis è un’avventura editoriale e sociale che ha ormai compiuto un lungo cammino. È un giornale di strada che si occupa di margini metropolitani e di persone ai margini. Offre occasioni di sopravvivenza, riscatto personale, reinserimento sociale. Integra iniziative di accoglienza e accompagnamento rivolte alle persone senza dimora. Svolge una funzione di informazione sui fenomeni, ignorati dai principali media, che conducono tante persone a esperienze di disagio sociale acuto o di grave emarginazione. Scarp de’ tenis, non è solo un’avventura editoriale e sociale, ma è anche il titolo di una famosa canzone di Jannacci del 1964. Enzo Jannacci aveva scritto El purtava i scarp del tennis (unanimemente riconosciuto come uno dei suoi capolavori) insieme a Dario Fo in cui si racconta la storia di un barbone che si era innamorato di una donna «bianca e rossa che pareva un tricolore». Ed esattamente tre decenni dopo Pietro Greppi, pubblicitario milanese, ebbe l’idea di utilizzare l’immagine delle scarpe da ginnastica per dare nome al giornale di strada, scritto e venduto da persone senza dimora, che aveva fondato a Milano. Il riferimento al barbun jannacciano fu quasi obbligato, anche se ne frattempo il “popolo della strada”, all’ombra del Duomo, aveva cominciato a cambiare connotati: niente più personaggi in fuga dalle convenzioni sociali e in cerca di un’anarchica, romantica libertà, niente più spostati o diseredati di quartiere o di paese, ma una schiera sempre più ampia di esclusi dai processi economici, di soggetti segnati da pesanti forme di dipendenza e di disagio psichiatrico, di immigrati in attesa di un inserimento più stabile nella società italiana. Dal 2008 l’editore ha avviato con Caritas Italiana un percorso di lavoro comune, finalizzato al sostegno e allo sviluppo dell’esperienza di Scarp. La diffusione su scala nazionale è stata resa possibile grazie a un progetto triennale (2008-2011) finanziato con fondi otto per mille della Chiesa cattolica attraverso Caritas Italiana. La rete nazionale, già dal 2010, è impegnata a programmare la sostenibilità futura, con azioni condotte dall’editore, che coinvolgono anche le sedi locali. Scarp de’ tenis è presente ormai stabilmente in 12 diocesi italiane: Torino, Genova, Como, Bergamo, Verona, Vicenza, Rimini, Firenze, Napoli, Salerno e Catania, oltre che a Milano (diocesi che comprende anche le province di Varese, Lecco, Monza e Brianza), grazie all’impegno delle Caritas diocesane (che in ogni caso sempre approvano il progetto) o di altri soggetti “gestori” (cooperative, associazioni, fondazioni, ecc). Nell’ultimo anno ha sperimentato la partecipazione al progetto e la diffusione del giornale anche la diocesi di Modena, mentre in estate la diffusione è stata realizzata da venditori milanesi nelle diocesi di Sanremo-Ventimiglia e AlbengaImperia. Natura e obiettivi del progetto Scarp Scarp è diffuso e (in parte) scritto da persone gravemente emarginate e senza dimora, soggetti che conoscono o hanno conosciuto la vita di strada, i dormitori, l’esclusione, la difficoltà di un reinserimento sociale e lavorativo. Per costoro è un’occasione di espressione, di affermazione della propria dignità, di lavoro, di integrazione del reddito, di ricostruzione delle capacità relazionali. Ciascuno dei venditori e molti degli autori sono seguiti, nel percorso di recupero e reinserimento, da operatori e servizi Caritas. Esiste un forte legame tra i contenuti del giornale e il progetto sociale di cui è perno. Scarp si occupa (agli inizi soprattutto in chiave autobiografica, oggi con l’aggiunta di analisi e approfondimenti che presuppongono un lavoro giornalistico professionale) dell’esperienza e della vita degli homeless, ma anche di temi e fenomeni che sono preludio alla caduta “sulla strada”: impoverimento e indebitamento, fragilità e disagio sociale, esclusione e periferizzazione di individui e gruppi, precarietà lavorativa e abitativa, dipendenze. Scarp si sforza anche di offrire una lettura in positivo della realtà della strada, dalle forme di solidarietà che vi si manifestano alle espressioni culturali che essa suscita e ospita. Scarp ha un forte legame anche con la realtà ecclesiale dei territori in cui è diffuso: non solo Pagina 5 le parrocchie ne ospitano la vendita, ma esso da un lato si fa portatore di analisi, convinzioni e valori che scaturiscono dall’esperienza Caritas, d’altro canto si propone alle comunità cristiane come strumento di “alfabetizzazione” rispetto ai temi e ai problemi che contraddistinguono il mondo della grave emarginazione. Struttura del progetto Storicamente, Scarp de’ tenis si è retto su cinque pilastri, che ricoprono altrettante funzioni: redazioni giornalistiche: quella centrale ha sede a Milano e con l’andare del tempo si è andata sempre più professionalizzando. Oggi consta di quattro giornalisti professionisti (direttore incluso, ma tutti part time perché dediti anche ad altri incarichi), che coordinano il lavoro delle redazioni locali, attive nelle varie città; “redazione di strada”: è il luogo organizzativo nel quale convergono le persone senza dimora interessate non solo a vendere il giornale, ma anche a pensarlo e scriverlo. È una sorta di laboratorio di idee o contributi, che vengono poi “filtrati” dalla redazione giornalistica; in alcuni contesti assume la natura di un vero e proprio laboratorio di alfabetizzazione, scrittura e lavoro giornalistico; struttura diffusionale: si occupa di formare e indirizzare i venditori, organizzare i turni di vendita sulle strade, contattare parrocchie e luoghi pubblici di diffusione, gestire le questioni amministrative e burocratiche, individuare occasioni di promozione; rete socio-pastorale: è composta da servizi e operatori Caritas, con funzioni di individuazione e selezione dei venditori, accompagnamento sociale degli stessi (situazione abitativa, sanitaria, relazione con la famiglia), loro inserimento lavorativo in contesti più stabili, cura del rapporto tra parrocchie e venditori; rete sociale: è composta da innumerevoli soggetti (istituzioni ed enti locali, associazioni, cooperative e fondazioni, sindacati e aziende, giornali e teatri, singoli individui e donatori) che in alcuni casi agiscono da Pagina 6 partner nella conduzione dei percorsi di reinserimento sociale degli “utenti” di Scarp, in altri casi da sostenitori e simpatizzanti del progetto. Risultati sociali REINSERIMENTO SOCIALE. L’attività diffusionale è il principale elemento di sostegno ai percorsi di reinserimento sociale dei beneficiari. A essa si aggiunge la collaborazione ad altri aspetti dell’attività del giornale (come autori retribuiti, come partecipanti a laboratori). Inoltre gli staff (centrale e locali) del progetto collaborano con le reti e i servizi dei singoli territori sul fronte dell’accompagnamento sociale dei beneficiari: li sostengono (inviandoli ai servizi competenti, e monitorando il percorso) nell’iscrizione all’anagrafe, nella domanda di alloggi di edilizia residenziale pubblica e altre forme di inserimento abitativo, nella ricerca di lavori più stabili, nella ritessitura dei rapporti con le famiglie d’origine, nella cura della salute, nella soluzione di problemi economici (forme di indebitamento), nella gestione di “carriere” di dipendenza o detenzione… CASA. Tra i risultati principali, si può segnalare che, anche nel 2013, alcuni venditori e collaboratori, seguiti da diverse sedi di Scarp, hanno potuto lasciare dormitori e strutture di accoglienza, avendo raggiunto un grado di autonomia che consente di vivere in affitto, da soli o in convivenza, in un appartamento. LAVORO. Per quanto riguarda i percorsi di reinserimento lavorativo, grazie in particolare a una collaborazione con la Fondazione San Carlo e diversi partner pubblici e privati del territorio ambrosiano, la sede di Milano ha avviato 3 borse lavoro presso altre aziende o realtà, destinate a beneficiari di Scarp (2 sono terminate con un contratto di lavoro; nel 2012 le esperienze erano state 5, di cui 2 andate a buon fine). Attraverso l’associazione Amici di Scarp de’ Tenis, di cui sono soci i venditori del giornale di strada, a Milano sono state svolte alcune attività saltuarie di volantinaggio, piccoli sgomberi e di pulizie, che permettono di assicurare guadagni ulteriori ai beneficiari del progetto. Anche nelle altre sedi locali si stanno avviando o consolidando forme di inserimento lavorativo dei venditori. SELEZIONE DEI BENEFICIARI. Numerose nel 2013 sono state le segnalazioni da parte del territorio (dai servizi Caritas, dai centri di ascolto, dai servizi sociali pubblici e da altre realtà territoriali, ma anche attraverso il “passaparola”) di persone da inserire nel progetto. Questo accade sia a Milano che nelle redazioni esterne: man mano che il progetto si consolida, il turnover di venditori e persone aiutate si fa più intenso. Risultati del progetto Nelle 12 diocesi italiane (Torino, Genova, Como, Bergamo, Verona, Vicenza, Rimini, Firenze, Napoli, Salerno e Catania, Milano ) il totale dei beneficiari del progetto (persone gravemente emarginate o con disagio abitativo e sociale, che vendono, scrivono e/o partecipano a laboratori) sono attorno a 150. I venditori del giornale sono 100, di cui 83 uomini e 17 donne, maggiormente concentrati tra i 30 e i 60 anni, il più alto numero si registra nella fascia 51-60 anni. 70 sono venditori italiani e 30 sono venditori stranieri, principalmente originari della Romania. Le parrocchie raggiunte all’interno delle 12 diocesi, sono in totale 801. ***** Facce da Scarp. Piccoli passi avanti, conquiste di speranza Alessandro (Milano) Nasce in Albania da padre autoctono e madre italiana e si trasferisce bambino a Rovigo dove il padre, in un precedente viaggio in Italia, aveva acquistato un albergo. Fin da bambino cresce nella vita alberghiera: via via (il padre è intanto deceduto) Alessandro apprende il mestiere e, grazie anche agli studi, arriverà ad aprire un suo albergo. Viaggia in Europa e soprattutto in Africa avviando attività di import export. Ha una vita molto benestante, poi il lavoro va in crisi e, per un affare finito male, perde tutto. Arriva a Milano, trova accoglienza in una struttura comunale e conosce Scarp; si propone come venditore e inizia a collaborare vendendo in strada. Oggi Alessandro, grazie anche a Scarp, sogna di ripartire nella vita e chissà, un domani, per qualche altro viaggio. Domenico (Milano) Queste poche righe vogliono essere una testimonianza di una storia di Scarp ma anche un omaggio a un venditore “storico” che ci ha lasciati nel 2012. Domenico inizia a collaborare con Scarp nel 2004. Ha alle spalle anni di lavoro in cooperative di servizi delle Ferrovie dello Stato, quasi tutti a Milano, città che lo ha accolto dopo essere emigrato dalla Puglia. La perdita della moglie, molti anni fa, e l’inizio di una dipendenza da alcool, lo portano a perdere il lavoro e quindi la casa. A Scarp collabora per molti anni come venditore: il giornale diventa per Domenico, oltre che una fonte di reddito, un luogo di affetto e di cura, fino all’ultimo. Lascia un vuoto ma anche il ricordo di tanti bei momenti e del suo sorriso “furbetto”. Massimiliano (Torino) Massimiliano, quarantacinquenne, viveva sulla strada ed è arrivato nella redazione di Scarp de tenis un paio di anni fa, tramite l'associazione “Opportunanda”. È stato subito inserito nel progetto di Scarp scrivendo, inizialmente, articoli elaborati insieme a Giovanni ed è diventato, in seguito un ottimo venditore. Ha instaurato un buon rapporto con la sua Parrocchia di riferimento a Grugliasco, stringendo amicizia con alcuni volontari della parrocchia e con i fedeli. Sempre disponibile a farsi intervistare e raccontare la sua storia, è stato ripreso in un video interno alla redazione. Ha una figlia adolescente che l'ha accompagnato in occasione delle ultime vendite. Pagina 7 Antonio (Genova) Sessantenne, è uno dei primi venditori di Scarp. Il lavoro nella redazione gli è stato utile sia economicamente che da un punto di vista relazionale. È stato molto aiutato anche nelle parrocchie e, dall’anno scorso, ha finalmente ottenuto l’assegnazione di una casa tutta sua. Ha una piccola pensione che viene integrata dalla vendita di Scarp. Federica (Vicenza) Abbiamo conosciuto Federica un anno e mezzo fa alla cena che Scarp e il gruppo di strada della Caritas avevano organizzato per l'ultimo dell'anno. La storia con lei è iniziata tra equivoci che l'hanno portata a dormire in strada per due mesi. Poi, finalmente l'inserimento all'albergo cittadino e la sua partecipazione a Scarp. Oggi Federica è sia venditrice che collaboratrice del giornale e frequentando la redazione si è scoperta appassionata di teatro. Nel reading "8 storie - 8 lacci di vita" non solo legge storie, ma si butta anche a improvvisare in una scenetta a due con Guido. Il nostro "prossimo" sogno è quello di andare ad applaudirla a uno spettacolo teatrale. Franco (Rimini) E’ stato il primo venditore, con Scarp sin dagli esordi del progetto. Il suo può dirsi un percorso compiuto. Difficile da convincere e chiuso di carattere, ha trovato in Scarp de’ tenis un modo per esprimersi e far conoscere la sua storia. Adesso è lui stesso a leggere la lettera di presentazione dal pulpito della chiesa e adora la sua pettorina: è orgogliosissimo quando tutti ormai lo riconoscono come “Franco Scarp”. Oggi è una guida anche per l’altro venditore (Antonio) e si è reso pressoché indipendente. Kalu (Firenze) Nigeriano cinquantenne, è arrivato qualche anno fa con una “borsa lavoro” del’amministrazione comunale e ha iniziato a lavorare come venditore per Scarp. Da novembre a marzo lavora presso un centro di accoglienza invernale facendo le pulizie e, quando può, vende ancora Scarp la domenica mattina. Aldo (Napoli) Sessantenne, è a Scarp da circa 15 mesi. Quando è arrivato dormiva al Centro di accoglienza comunale. Ha una storia come quella di tanti altri che hanno perso, all’improvviso, il lavoro. Ha fatto studi classici, ha frequentato la facoltà di Lettere e Filosofia, scrive benissimo ed è un ottimo venditore. Si presenta bene, è molto educato e dignitoso. Da Scarp ha tratto un grande beneficio. Adesso, finalmente, ha una stanza tutta sua che condivide con altri colleghi ed è molto felice perché, nei ritagli di tempo, può dedicarsi anche alla cucina. Ovviamente è bravissimo anche come cuoco… Grazia (Catania) Grazia proveniva da una situazione di segregazione familiare e dalla conseguente “fuga” dalla famiglia di origine. Dopo un lungo periodo di permanenza al dormitorio, si è iscritta a scuola per conseguire il diploma di maturità: tutto ciò anche grazie all’attivissima collaborazione con la redazione catanese di Scarp e con Telestrada. Autrice di reportage fotografici, alcuni apparsi sul giornale, altri tramutatisi in mostre che hanno riscosso un buon successo di pubblico, oggi è riuscita a diplomarsi ed è tornata in famiglia. Pagina 8 Salvatore (Como) A Como dal 2008, arrivava da Torino, dove era stato chiuso il giornale in cui lavorava. Nell’estate 2009 è stato scelto come primo venditore di Scarp. In poco tempo ha iniziato a scrivere alcuni articoli sulla situazione delle persone senza dimora nella zona di Como ed è diventato anche un bravo venditore. Dal 2010 collabora con Il Settimanale della diocesi, dal 2011 riesce a sostenere le spese di un piccolo appartamento. Dal 2012 ha una “borsa lavoro” in una piccola biblioteca dei comuni sul lago. Per il 2013 si appresta ad espandere la vendita di Scarp anche nelle parrocchie della provincia di Sondrio, che fanno parte della Diocesi di Como. Mustafà (Salerno) Marocchino di trent’anni, è arrivato a Salerno senza permesso di soggiorno. Dopo due anni di lavori saltuari è stato ingaggiato al nero come bagnino. Un giorno ha salvato la vita a una bagnante, ma neppure questo atto gli è valso il rilascio di un documento regolare. Dopo aver dormito per un po’ di tempo sulla strada, ha conosciuto presso un dormitorio alcuni volontari della Caritas di Salerno. Ottenuto il permesso di soggiorno grazie alla sorella, residente in Italia, è ancor oggi ricordato come uno dei migliori venditori di Scarp. Attualmente lavora come falegname, in regola, ad Ascea, nel Cilento. ARRIVEDERCI ROBIN (Robin Williams 1951 - 2014) “Che cos’è la poesia” … e poi strappare le pagine del libro … e salire sui banchi per vedere il mondo da un’altra prospettiva. Saper cogliere l’attimo. Ogni attimo. Succhiare tutto il midollo della vita. Certo: era solo un film. E tu solo un attore… Ma abbiamo tutti immaginato di salire anche noi in piedi sul banco. In un gesto fiero di piena umanità che ci liberasse dalla mediocrità a cui temiamo di rimanere inchiodati. Capitano, mio capitano… Ah… genio ribelle! Volato via senza un pensiero felice. Ancora ancora… ti prego raccontaci ancora: “che cos’è la poesia” Roberta Marsiglia Pagina 9 INCONTRARSI NELLA BIBBIA 2014/2015 I SALMI E I PROFETI - in Oratorio e al pranzo fraterno (ognuno porta qualcosa) Sabato 18 ottobre 2014 h. 10.00 I Salmi, parole di Dio per l’anima Prossimi incontri sabato 29 novembre, 14 febbraio e 21 marzo INCONTRI PARROCCHIALI 2014 LA GIOIA DEL VANGELO: NON CONSOLAZIONE, MA FORZA Don Roberto DAVANZO - Direttore Caritas Ambrosiana Giovedì 25 settembre 2014 - h. 21.00, Sala don Peppino Prossimi incontri lunedì 3 e 17 novembre ORARIO INVERNALE SS. MESSE Domenica 21 settembre riprende l’orario invernale delle sante messe festive (ore 9.00 – 11.00 – 18.00) Lunedì 22 settembre riprende l’orario invernale delle sante messe feriali (ore 8.15 – 18.00) Pagina 10 FESTA PATRONALE 2014 Giovedì 2 ottobre - Santi Angeli Custodi h. 18.00 S. Messa Sabato 4 ottobre h. 21. 00: Caccia al tesoro – The Angel’s Night Domenica 5 ottobre FESTA PATRONALE ANGELI CUSTODI h. 11. 00: S. Messa h. 12.45: Pranzo insieme h. 15.30: Benedizione dei bimbi h. 16. 00: Palio delle contrade Lunedì 6 ottobre 21. 00: S. Messa per tutti i defunti Vi aspettiamo numerosi!!!! Sacerdoti Parroco Don Guido Nava tel. e fax. 0255011912 Residente Don Roberto Davanzo Direttore della Caritas Ambrosiana Ss. Messe festive: 9.00 (inv.) - 11.00 - 18.00 vigilia: 18.00 feriale: 8.15 (inv.) - 18.00 Segreteria tel. 0255011625 Lun. - Ven. 9.30 - 12.00 / 17.00 - 18.00 Lun. - Mer. - Ven. 16.00 - 17.00 (Centro di ascolto) Hanno collaborato a questo numero: Ugo Basso, Carlo Favero, Fabrizio Favero, Roberta Marsiglia, Levia Messina, don Guido Nava, Elisabetta Perego I numeri precedenti sono raccolti nella sezione “La Parrocchia” del sito internet parrocchiale www.parrocchie.it/milano/angelicustodi Pagina 11 CALENDARIO PARROCCHIALE DOM 31 AGOSTO LUN 1 MAR 2 MER 3 GIO 4 VEN SAB 5 6 16. 00: Nozze II dopo il martirio di S. Giovanni 7 LUN 8 MAR 9 MER 10 Beato Giovanni Mazzucconi GIO 11 VEN 12 S. Nome di Maria SAB DOM 13 S. Giovanni Crisostomo 14 Esaltazione della S. Croce LUN 15 Beata Vergine Addolorata MAR 16 SS. Cornelio e Cipriano MER GIO 17 S. Satiro 18 S. Eustorgio VEN 19 SAB 20 Prima Domenica Natività Beata Vergine Maria LUN 22 MAR 23 Inizio anno pastorale 11. 00: Nozze 10. 30: Battesimi Inizio Catechismo 21. 00: Commissione liturgica 18. 30: Incontro catechisti 10. 30: Nozze 19. 00: Incontro PREADO - ADO 9. 00: Consiglio Pastorale Parrocchiale Nocetum IV dopo il martirio di S. Giovanni 21 XXXI anniversario della morte di Marcello Candia S. Gregorio Magno DOM DOM SETTEMBRE 2014 Riprende Orario Completo 10. 30: Battesimi Messe Festive 9.00 – 11.00 – 18.00 Riprende Orario Completo Messe Feriali 8.15 – 18.00 18.00: S. Messa nel XIX anniversario della morte di don Peppino MER 24 18. 30: Commissione missionaria GIO 25 S. Anatalo e vescovi milanesi 21. 00: Commissione famiglia 21. 00: Incontri parrocchiali – don Roberto Davanzo VEN 26 SAB 27 S. Vincenzo de Paoli DOM 28 LUN MAR 29 SS. Michele, gabriele e Raffaele 30 S. Gerolamo V dopo il martirio di S. Giovanni 11. 00: Festa dell’Oratorio - Mandato Educativo - Fiaccolata 15. 00: Gran Premio di Formula Uno 18. 30: Consiglio affari economici parrocchiale CALENDARIO PARROCCHIALE MER 1 GIO VEN SAB 2 3 4 S. Teresa di Gesù Bambino Ss. Angeli Custodi S. Francesco d’Assisi FESTA PATRONALE DOM 5 ANGELI CUSTODI Prima domenica LUN 6 OTTOBRE 2014 18. 00: S. Messa Angeli Custodi 17. 00: Adorazione eucaristica 21. 00: Caccia al tesoro – The Angel’s Night 11. 00: S. Messa 12. 45: Pranzo insieme 15. 30: Benedizione dei bimbi 16. 00: Palio delle contrade 21. 00: S. Messa per tutti i defunti