il Museo di Storia Naturale

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il Museo di Storia Naturale
Museo
di Storia
Naturale
il
La sua storia e le sue sedi
.111!
ra i più antichi di Italia, fondato nel
1771, il Museo di Storia Naturale conserva un patrimonio naturalistico di elevato valore scientifico e
storico comprendente quasi 400 mila reperti suddivisi tra le raccolte di zoologia, anatomia comparata
e paleontologia. Nel corso della sua storia il Museo
ha contribuito a dare lustro all'Università di Pavia
grazie all'operato dei suoi direttori, conservatori e
studiosi, da Lazzaro Spallanzani e Giovanni Antonio
Scopoli a Leopoldo Maggi, Pietro Pavesi e Torquato
Taramelli.
Il primo vero allestimento del museo fu al primo
piano della sede del palazzo centrale dell'Università. La collezione di anatomia comparata fu trasferita
nel 1905 nella sede di palazzo Botta, seguita nel
1935 da quella di zoologia. Tra il 1957 e il 1961 le
varie collezioni furono spostate al Castello Visconteo nell'intento di allestire in quella sede civica un
grande museo aperto al pubblico. Dopo un lungo
periodo di abbandono e degrado, nel 1995 iniziò
una paziente opera di restauro delle delicate collezioni zoologiche. Allo scopo di garantire una migliore conservazione i reperti vennero trasferiti presso
un deposito climatizzato sito in via Guffanti 13 a
Pavia. La sede fu aperta al pubblico il 16 ottobre
2000.
Il Museo di Storia naturale ha oggi formalmente
sede presso Palazzo Botta dove oltre agli uffici e laboratori, conserva altre notevoli raccolte zoologiche
e la ricca biblioteca.
* ».
Museo
di Storia
Naturale
Il Università di Pavia *j
SEDE
Ingresso
Sui cartellini dei reperti potresti trovare un nome
differente da quello indicato dal bollino rosso. Si
tratta del cartellino originale con l'antica denominazione scientifica.
ESPOSITIVA
' Palma fossile
%p
Base del fusto di una palma fossile completamente silicizzata; proveniente dalla Libia, è stata donata al Museo nel 2 0 0 1 .
t^^C_>/envenuto alla sede
espositiva prowisoria del Museo
di Storia Naturale dell'Università
di Pavia.
Gli esemplari sono raccolti negli
storici armadi ottocenteschi.
La loro disposizione è stata
pensata in origine per assicurare
la conservazione in ambiente
protetto e per l'utilizzo a scopi di
studio.
Solo successivamente le stanze
sono state aperte al pubblico
per permettere una visione
dell'importante raccolta,
patrimonio dell'Università e della
città.
Questo pieghevole ti aiuterà ad
orientarti nelle sale.
L a t i m e r i a (Latimeria
chalumnae)
Considerato un fossile vivente questo raro esemplare di celacanto fu
pescato nel Canale di Mozambico nel 1963 e donato per interessamento dell'Aga Khan IV Karim. Il reperto è stato oggetto di maldestri
tentativi di conservazione immediatamente dopo la cattura ed è attualmente conservato in formalina neutralizzata al 10%.
A ricordare il nucleo originario del museo di Spallanzani nelle due antiche vetrine sono esposti alcuni reperti citati nel poema "L'Invito. Versi
sciolti di Dafni orobiano a Lesbia Cidonia" scritto nel 1793 da Lorenzo Mascheroni, matematico, poeta e docente dell'Ateneo pavese. Il
Museo infatti può vantare una vera e propria "guida in versi". I reperti
mostrati sono stati preparati nel corso dell'Ottocento (rombo chiodato, pesce martello, bradipo, istrice, due castori, pavone, argo, fenicottero, galletto di roccia) in sostituzione dei pezzi originali andati consunti.
Esemplari sicuramente riconducibili al tardo Settecento sono:
©
O
S
a
l
a
d
i
niversità di Pavia. Padre della biologia sperimentale, fu un grande fisiologo. Si occupò anche di geologia, mineralogia, chimica e fisica. Ai
temi di natura generale, affiancò un'ampia produzione di ricerche e
© L e " m o s t r u o s i t à " Due vitelli siamesi, un vitello affetto da
ciclopia, due agnelli siamesi e un agnello privo del tronco e del
capo. Questi reperti inconsueti erano preparati ed esposti per
scopi didattici e scientifici.
osservazioni, squisitamente zoologiche, botaniche e antropologiche.
truncatus)
"Delfino" acquisito da Spallanzani nel 1781 durante il viaggio a Marsiglia. Sul fianco sono ancora visibili le cicatrici lasciate dalla fiocina
usata per catturarlo.
I p p o p o t a m o (Hippopotamus
amphibius)
Pervenne al Museo nel 1783 proveniente dalla Celeste Galleria dei
B a c h e c h e dedicate a l baco d a seta
Nove teche contenenti la riproduzione ingrandita, in cera, del ciclo di
sviluppo del baco da seta (Bombyx mori), della sua anatomia e delle
patologie delle larve; furono realizzate a metà Ottocento da Angelo
Maestri, medico e ceroplasta pavese.
Gonzaga di Mantova. È una preparazione molto antica, attuali studi
Collezione di coralli
la datano al XVII secolo: è uno dei più antichi animali tassidermizzati
presente nei musei europei.
C o c c o d r i l l o (Crocodylus
niloticus)
Giovane esemplare conser-
T u c a n o b e c c o r o s s o (Rhamphastos tucanus)
Presente
in collezione già al momento della redazione dell'Invito a Lesbia di Lorenzo Mascheroni. Si tratta verosimilmente dell'uccello tassidermizzato più antico del nostro Museo.
Fondò e diresse per trentanni anni il Museo di Storia Naturale dell'U-
T u r s i o p e (Tursiops
O r a n g o (Pongo pygmaeus)
vato in alcool, fu acquistato nel 1783 in Olanda.
L a z z a r o S p a l l a n z a n i (1729-1799)
Armadio originale della fine del Settecento, contiene una raccolta di
coralli, gorgonie e madrepore tra cui reperti acquisiti alle Isole Eolie
direttamente da Lazzaro Spallanzani durante il suo viaggio nelle Due
Sicilie.
Esemplare del Nilo donato dal conte GiacoCollezione ornitologica 1
mo Sannazzari nel 1782. Per l'occasione fu
consegnata al nobiluomo una delle medaglie
Sono visibili milleduecento esemplari di uccelli di vari ordini, pro-
di ringraziamento appositamente coniate per i
venienti dalle acquisizioni ottocentesche in Italia e in varie parti del
mondo ad opera di viaggiatori ed esploratori italiani dell'epoca.
Si segnalano in particolare il gruppo degli u c c e l l i d e l p a r a d i s o ©
della Nuova Guinea donati dal marchese Giacomo Doria, fondatore
del Museo di Storia Naturale di Genova, e il k a k a p o (Strigops habroptilus) © , pappagallo notturno non volatore della Nuova Zelanda
attualmente in via di estinzione.
benefattori del Museo.
S q u a l o m a k o (Isurus
oxyrinchus)
Catturato nello stretto di Messina, fu acquista-
e rea il numero:
i reperti più interessanti
e le stanze sono indicati
da un bollino rosso %
con un numero.
Vetrine spallanzaniane
to da Spallanzani nel 1790. All'apice del muso
è visibile uno dei ferri della preparazione originale.
B a l e n a d i G r o e n l a n d i a (Balaena mysticetus)
Mandibola, vertebra e scapola, unici reperti ossei di questa specie
presenti in un museo italiano. Furono donati nel 1793 dal protochirurgo imperiale Giovanni Alessandro Brambilla che li aveva ricevuti
dall'imperatore Giuseppe II.
O
1
Collezione ornitologica 2
Nella raccolta di rapaci diurni e notturni si segnalano oltre a varie
specie presenti in Italia come il g i p e t o (Gypaetus barbatus) © e il
g u f o r e a l e (Bubo bubo) © , anche specie nord europee c o m e la
c i v e t t a d e l l e n e v i (Nyctea scandiaca) © o di altri continenti tra
cui l ' a q u i l a c r e s t a t a a f r i c a n a (Lophaetus occipitalis) © e il f a l c o
g i o c o l i e r e (Terathopius ecaudatus) © , anch'esso diffuso in Africa.
pecore e cani domestici (Canis familiaris) tra cui il b u l l d o g © appartenuto alla zooioga Rina Monti, che fu direttrice del museo e prima donna in cattedra in Italia.
Statue miologiche
Preparazioni anatomiche di cervo e cavallo realizzate per uso didattico nella seconda metà del Settecento e utilizzate per evidenziare
l'apparato muscolare. La più sofisticata preparazione del cavallo evidenzia anche i sistemi circolatorio e nervoso; le due "statue" sono
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1
collocate nelle vetrine originali dell'epoca.
Coppia di l e o n i d i B a r b e r í a (Panthera
leo leo) © ,
sottospecie
un tempo diffusa in nord Africa e Medio Oriente, oggi estinta. La
preparazione, particolarmente riuscita, fu curata all'inizio Ottocento
M o d e l l i in cera
Trecento preparazioni in cera realizzate a scopo didattico da Angelo
da Mauro Rusconi, zoologo nonché padre dell'embriologia. Il piccolo
Maestri, in massima parte fedeli riproduzioni di funghi utili al loro
t i g o n e © è un raro esempio di ibrido fra leone e tigre, nato in
un serraglio e sopravvissuto per pochi giorni. Volpi, k a o n i e sciacalli
completano la vetrina.
riconoscimento
e all'accertamento del loro uso commestibile. I car-
tellini originali riportano il nome scientifico, il nome comune e quello
dialettale.
Collezione ornitologica 3
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Raccolta di anseriformi (anatre, oche, smerghi)
in massima parte italiani oltre a specie di altri
ordini tra cui fenicotteri, cigni e la p a l a m e d e a
c o r n u t a (Anhima cornuta) © , dotata di speroni sulle ali c o m e organi di difesa.
©
1
Collezione ornitologica 4
Uccelli di vari ordini prevalentemente di a m biente acquatico; tra le specie osservabili localmente si possono citare la s t e r n a c o m u n e
(Stema hirundo) © , il c o m b a t t e n t e (Phylomachus pugnax) ©
dalla livrea variabile e
l ' a i r o n e c e n e r i n o (Ardea cinerea) © , tipico
abitante delle risaie pavesi.
Collezione ittiologica
Comprende circa trecento esemplari di pesci provenienti dalle acque
dolci e dai mari del mondo. Si segnalano in particolare un t o n n o
r o s s o © del Mediterraneo (Thunnus thynnus) di grande taglia, un
p e s c e i s t r i c e (Diodon hystrix) © diffuso nei mari tropicali, un p e s c e s a n P i e t r o (Zeus faber) © , oggetto di molte leggende, e un
grosso s t o r i o n e c o m u n e (Acipenser sfurio) © ormai estinto nel
fiume Po.
©
1
Collezione teriologica 1
La vetrina contiene mammiferi di diversi gruppi tra cui carnivori (tasso, e r m e l l i n o Mustela erminea ©
puzzola), insettivori (riccio, talpa, toporagno e il raro d e s m a n d e i P i r e n e i Galemys pyrenaicus
© ) , chirotteri rappresentati da specie diurne frugivore di grande taglia ( v o l p e v o l a n t e Pteropus vampyrus © ) e da specie notturne e
insettivore diffuse anche nelle nostre città ( p i p i s t r e l l o a l b o l i m b a t o Pipistrelli
kuhlii © ) , roditori (ratti, topi e scoiattoli) e marsupiali.
Tra le specie dell'Oceania sono da segnalare l ' e c h i d n a (Tachyglossus aculeatus) © e l ' o r n i t o r i n c o (Ornithorhynchus
gli unici mammiferi esistenti a deporre le uova.
anatinus)
©,
O
Vetrina
Da notare: una grande spugna marina dell'Oceano Indiano, denominata c o p p a d i N e t t u n o (Cliona patera) © , l ' a n a c o n d a g i a l l a
(Eunectes murinus) © e il p e s c e l u n a (Mola mola)
©.
0 , Collezione erpetologica
0
La serie annovera molti esemplari di rettili e anfibi. Spiccano la t a r t a r u g a m a r i n a (Caretta caretta) © , il b i a c c o (Hierophis viridiflavus) © , specie assai diffusa in tutta Italia, il r o s p o m a r i n o (Bufo
marinus) © con ghiandole velenose nel capo e il v a r a n o d e l N i l o
(Varanus niloticus)
©.
© i Collezione teriologica 2
1
Gruppo di mammiferi marini, con differenti gradi di adattamento alla
vita acquatica. L'otaria (Otaria jubata) © è munita di piedi rivolti
in avanti adatti alla deambulazione mentre la f o c a m o n a c a (Monachus monachs) © , detta anche "bue marino", utilizza le zampe
posteriori esclusivamente per il nuoto.
© , Collezione teriologica
1
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Mammiferi artiodattili. Il m u f l o n e (Ow's orientalis) © originario della Sardegna è stato introdotto dall'uomo in varie zone della nostra
penisola. Gli s t a m b e c c h i (Capra ibex) © nell'Ottocento erano presenti solo nella riserva reale del Gran Paradiso. L'esemplare indicato
fu abbattuto proprio in questa riserva dal re d'Italia Umberto I di
Savoia. Uno dei due esemplari di r e n n a (Rangifer tarandus)
©
esibisce un largo palco caduco.
Collezione teriologica 4
Gruppo eterogeneo di erbivori e carnivori. Tre i grandi felini dal manto maculato, il g i a g u a r o (Panthera
onca) ©
diffuso in America
latina, il l e o p a r d o (Panthera pardus) © attualmente presente in
vaste zone di Africa e Asia e il g h e p a r d o (Acinonyx jubatus)
©
riconoscibile dal vello puntinato. Tra gli animali non selvatici, capre,
Avvoltoi
Esemplari del Nuovo e del Vecchio Mondo caratterizzati dalla testa
e dal collo privi di piume. Da notare un g r i f o n e (Cyps fulvus) © , il
più grande uccello italiano.
Collezione ornitologica 8
Ampia raccolta di struzioniformi provenienti da diversi continenti tra
cui una coppia di s t r u z z i africani (Struthio camelus) © , un casuario, un nandù e un e m ù . Il k i w i © , uccello non volatore, è una
specie endemica della Nuova Zelanda: depone un uovo di dimensioni eccezionalmente grandi rispetto alla taglia corporea. La coppia
di c o n d o r (Vulturgryphus) © sudamericani fu donata al Museo dal
lombardo Gaetano Osculati, primo esploratore italiano a compiere la
traversata transamazzonica (1846-1848).
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Vetrina
L'oritteropo (Orycteropus afer) © è l'unico rappresentante dei
mammiferi tubulidentati. L ' a l b a t r o u r l a t o r e (Diomedea
exulans)
© vola negli oceani meridionali del Pianeta. Il manichino ottocentesco in legno, unica traccia rimasta del piccolo cervo detto m o s c o
(Moschus moschiferus) © , con cranio originale, mostra la sagoma
in legno utilizzata dai tassidermisti per le preparazioni. Tra gli ursidi
spicca un enorme o r s o b i a n c o (Thalarctos maritimus) © che reca
erroneamente occhi da esemplare albino.
Sala degli alcoli
Collezione teriologica 6
Università degli Studi di Pavia
Sistema Museale di Ateneo
Collezione di artiodattili (gazzella, camoscio, capriolo, una capra con
quattro corna e un becco ovvero maschio di capra dal vello nero).
L'argali (Ovis ammon) (J), detta anche pecora di Marco Polo, deve
questo nome al famoso veneziano che nei suoi viaggi ne osservò il
Museo
di Storia
Naturale
corno utilizzato come "scodella", riferendolo nel Milione.
La stanza contiene centinaia di vasi patologici
in vetro con tappo smerigliato che ospitano
una ingente raccolta di reperti in alcol etilico
al 70%. I preparati risalgono tutti all'Ottocento, frutto del lavoro di docenti dell'Ateneo e
direttori del Museo, di esploratori e di studio-
Collezione teriologica 7
Il f o r m i c h i e r e g i g a n t e (Myrmecophaga
tridactyla) ©
è un grande
mammifero sdentato sudamericano. Nella vetrina sono presenti
numerosi ungulati tra cui un'orice (Oryx leucoryx) (J) di antica pre-
Piazza Botta 9-10
tel. 0382 986308
27100 Pavia PV
[email protected]
http://musei.unipv.it/storianat
parazione e vissuta in un serraglio come denunciano le sue unghie
©
eccessivamente lunghe.
Neonati di torpedine occhiuta risalenti al Settecento e oggetto
di una nota sull'elettricità animale scritta da Lazzaro Spallanzani.
©
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Collezione teriologica 8
Il c h i r ù (Pantholops hodgsoni)
©
è un'antilope tibetana oggetto di
caccia spietata per il suo morbido vello considerato particolarmente
pregiato. Delle due z e b r e (Equus burchelli) © , dal manto sbiadito
Gli uffici, i laboratori e la biblioteca del Museo di
Storia Naturale sono situati a Palazzo Botta, in Piazza
Botta, 9-10 con accesso dal lunedì al giovedì dalle
8.00 alle 17.00 e il venerdì dalle 8.00 alle 13.00.
*"*"«««*
La sede espositiva della sezione di Zoologia si
trova in via Guffanti, 13 (zona via Riviera) a Pavia. È
visitabile un sabato al mese (calendario disponibile
sul sito internet) o su prenotazione (telefonica o
via mail).
dalle ingiurie del tempo, una risale all'epoca di Spallanzani: fu inviata
da Vienna nel 1783. L ' a n t i l o p e r o a n a (Hippotragus
equinus)
(J),
una delle specie africane di taglia maggiore, sul piedistallo è erroneamente indicata come "antilope azzurra", estinta a inizio Ottocento. Il
*•*
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si dell'epoca. Gli scaffali sul lato sinistro della
sala sono dedicati ai pesci, sulla parete centrale a rettili e anfibi e sul lato destro a reperti di
altri gruppi animali.
b u e m u s c h i a t o (Ovibos moschatus)
©
delle zone artiche è così
chiamato per il forte odore di muschio emesso dai maschi nel periodo dell'accoppiamento.
Collezione primatologica
Comprende circa ottanta esemplari di scimmie del Nuovo e del Vecchio Mondo. Risaltano un g o r i l l a (Gorilla gorilla) (J), acquistato a fine
Ottocento per l'enorme cifra di 1800 lire e tra i primissimi esemplari di
auesta specie a giungere in Europa, e un g u e r e z a (Colobus guereza)
© presente sia come reperto tassidermizzato sia sotto forma di pelli
conciate, lascito dell'esploratore pavese Luigi Robecchi Bricchetti.
1
C o l l e z i o n e t e r i o l o g i c a 10
Il t a p i r o (Tapirus terrestris) (J) è il più grande erbivoro del Sud
America. L'esemplare di l u p o (Canis lupus) (J) è una delle ultime
acquisizioni della collezione; fu ucciso per errore da un pastore sulle
colline di Nibbiano, nel piacentino, nel 2006 e testimonia il ritorno
della specie nell'Appennino settentrionale dopo gli ultimi avvistamenti risalenti agli anni Settanta.
Armadi delle cere
I tre armadi della sala contengono modelli in cera realizzati a scopo
didattico tra Ottocento e Novecento per illustrare agli studenti dei corsi di Anatomia comparata il sistema circolatorio di vari gruppi animali
e l'embriologia di anfibi e anfiossi. Parte dei modelli furono creati da
Angelo Maestri; tra di essi da notare la pregiata fattura delle teste di
serpenti.
T o r p e d i n e o c c h i u t a (Torpedo
torpedo)
( D M a r a s s o (Vipera berus)
Esemplare proveniente da Ariano Ferrarese ( F E ) appartenente
a una popolazione che nell'Ottocento era diffusa nella pianura
padana, successivamente estintasi per i cambiamenti climatici
o per le alterazioni ambientali dovute agli sviluppi urbanistici
moderni.
©
E t e r o c e f a l o (Heterocephalus
glaber)
Talpa senza pelo che vive in Africa orientale. Presenta particolari adattamenti per la vita sotterranea. L'esemplare indicato è
stato raccolto dall'esploratore italiano Vittorio Bottego durante
la sua prima campagna africana del 1891.
Stanza Collezione Verri
Collezione formata da uccelli e mammiferi, donata all'Università
dalla famiglia Verri nel 2000. Gli esemplari sono ottimamente preparati e rappresentano una buona rassegna dell'ornitofauna pavese.
Bello e sgargiante ma poco conosciuto è il r i g o g o l o (Oriolus oriolus)
©
una specie che nidifica nei pioppeti e che è difficile osservare, a causa dei suoi costumi schivi, malgrado sia alquanto comune. Tra le poche specie non locali si distinguono il p o l l o s u l t a n o
(Porphyrio porphyrio) © dagli squillanti colori blu e alcune anatre
cubane. Completano la raccolta mammiferi di piccola taglia c o m e
faina, donnola e s c o i a t t o l o r o s s o (Sciurus europaeus) © , tutti di
provenienza pavese.