cs_start up - Politecnico di Milano

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cs_start up - Politecnico di Milano
Notizie per la Stampa
Milano, 5 luglio 2012
Start up - A comparison between Israeli and Italian Experience
L’esempio israeliano come stimolo per le imprese innovative italiane
Ambasciata
di Israele
Oggi, al Politecnico di Milano, si è svolto il convegno Start up - A comparison between
Israeli and Italian Experience organizzato dal Politecnico di Milano con la Fondazione
Politecnico di Milano e l’Ambasciata di Israele, un’occasione di confronto fra Italia e
Israele nel campo dell’innovazione e delle start up.
Hanno aperto i lavori il Rettore del Politecnico Giovanni Azzone e l’Ambasciatore
d’Israele Naor Gilon.
Israele è oggi il paese con la più alta densità di start up al mondo (una ogni 1.844 cittadini),
un livello d’investimenti in venture capital che, nel 2008, era due volte e mezzo più alto di
quello registrato negli Stati Uniti, 30 volte maggiore del livello europeo e 80 volte di
quello cinese.
Secondo, solo agli Stati Uniti, per numero d’imprese quotate al Nasdaq, Israele ha saputo
attirare l’interesse e gli investimenti dei grandi nomi dell’high-tech mondiale - Intel,
Microsoft, Google, Cisco, Motorola, tanto per citarne alcuni- che lo hanno scelto come
sede dei loro centri R&S all’estero.
Questi risultati sono stati favoriti dalla creazione d’incubatori tecnologici che hanno
facilitato l’incontro tra le idee e il mondo dell’impresa e da un sistema d’istruzione
superiore orientato all’eccellenza. Non si tratta dunque di un successo “casuale”, ma di un
obiettivo perseguito con lucidità attraverso una politica che ha fatto della Ricerca e
Sviluppo una leva fondamentale della crescita del paese e che ha impegnato i governi nel
sostegno economico della Ricerca e dello Sviluppo industriale nelle fasi iniziali dei
progetti: Israele è, con il 4,8% del proprio PIL (per un valore di 5 miliardi di dollari), il
paese che investe di più al mondo, in Ricerca e Sviluppo.
Del panorama israeliano hanno parlato 3 esperti di Innovazione, attivi in 3 diversi settori:
Ishay Green, imprenditore giovane, ma con già una lunga esperienza nel campo del
Computer sciences, ha dato consigli agli studenti e agli imprenditori italiani intervenuti
oggi, su cosa fare e non fare per garantire il successo delle proprie iniziative
imprenditoriali.
Astorre Modena, italiano trasferitosi in Israele, ha presentato gli ultimi 20 anni di successi
di Israele nel campo dell’High Tech, soffermandosi in particolare sul modello di Venture
Capital e la sua evoluzione nel tempo. Il Dott. Modena ha anche fatto riferimento alle
nuove tendenze e ha concluso il proprio intervento parlando della possibile introduzione, in
Italia, dei fattori chiave del successo israeliano.
Politecnico di Milano
Ufficio Relazioni con i Media
Piazza Leonardo da Vinci, 32
20133 Milano
Tel
02 2399 2229/2443/2441
Fax
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E-mail [email protected]
Web
www.polimi.it
Il Prof. Shlomo Maital, tra i maggiori esperti mondiali di management applicato
all’innovazione, ha invece parlato del processo di Trasferimento tecnologico come di un
pericoloso viaggio attraverso una “Death Valley” - inteso come il gap tra la ricerca di base
nelle università e il successo commerciale- e ha suggerito il percorso che l’Italia potrebbe
fare per attraversare questa “Death Valley”.
Il panorama italiano nel campo delle start up e delle spin off è in costante crescita.
Il numero delle start up dal 2006 al 2010 è più che raddoppiato passando da 113 a 271
finanziate da private equity players e business angels (fonte AIFI). Due aziende su tre
operano nel campo dell’high tech dal biotech (23%) all’informatica (21%) dal settore
medico (20%) all’elettronica (6,7%). Gli investimenti maggiori nel 2011 hanno riguardato
le regioni centro settentrionali con un investimento nel 2010 più che doppio rispetto al
2009 di 2,7 milioni di euro.
Per quanto riguarda invece le spin off secondo il IX Rapporto Netval sulla valorizzazione
della Ricerca Pubblica in Italia circa l’82% delle 990 imprese spin-off rilevate al 31
dicembre 2011 e attive nel territorio nazionale è stato costituito nel corso dell’ultimo
decennio. In particolare, nel 2010 sono state costituite 117 unità (pari all’11,8% del
numero complessivo di imprese spin-off ad oggi identificate nel nostro Paese). Il tasso di
sopravvivenza è particolarmente elevato. Il fenomeno è tuttora concentrato e consolidato
principalmente al Centro-Nord, ma in recente espansione anche al Sud e nelle Isole: oltre il
50% delle spin-off identificate è localizzato nell’Italia Settentrionale, il Centro ne ospita il
26,9%, mentre nella parte meridionale ed insulare del Paese risiede il residuo 22,9%.
Dal 2001 il Politecnico di Milano ha creato al suo interno un ufficio per il trasferimento
tecnologico (Servizio Valorizzazione Ricerca-TTO) con lo scopo di valorizzare la ricerca
che nasce all’interno dell’Ateneo. Ad oggi sono oltre 360 le invenzioni brevettate (per un
totale di circa 580 brevetti attivi) di cui oltre il 50% trasferite e in utilizzo e 23 le società
spin-off costituite (21 attualmente attive come spin off del Politecnico) per un valore di
circa 1,5 milioni di euro del portafoglio brevetti, di circa 3,6 milioni di euro di ritorni
dall’attività di valorizzazione della proprietà industriale.
Oltre al trasferimento tecnologico, il Politecnico si è proposto di agevolare lo sviluppo
dell'imprenditoria innovativa attraverso la creazione nel 2001 dell'Acceleratore
d'Impresa, dal 2007 gestito dalla Fondazione Politecnico di Milano.
L'Acceleratore d’Impresa conta oggi 3 sedi: Milano, Como e Lecco. Le aziende
attualmente incubate sono 18.
Le aziende incubate dal 2001 sono in totale 65 (di cui 12 gli spin-off incubati), con 600
nuovi posti di lavoro creati, per personale altamente qualificato, e un’età media dei
neoimprenditori di 32 anni. Il fatturato cumulato delle imprese durante il periodo di
incubazione è di circa 54 milioni di euro.
L’autofinanziamento del Politecnico di Milano è di 85 milioni di euro all’anno. Circa la
metà proviene da bandi competitivi, metà dal trasferimento dei risultati della ricerca
dell’Ateneo. Se si considerano anche gli apporti della Fondazione Politecnico, dei consorzi
e delle società di spin-off partecipate dal Politecnico si arriva quasi a 130 milioni di euro
all’anno.
Fabio Violante ha illustrato il caso di Neptuny, una delle storie di successo di start-up
italiane in ambito IT. Neptuny, uno dei più importanti casi di successo internazionale
dell'Acceleratore d'Impresa, affonda le sue radici nella ricerca accademica presso il
Politecnico di Milano. In circa dieci anni, l'azienda è passata da 2 a circa 85 dipendenti,
fornendo software e servizi nell'ambito dell'ottimizzazione e della pianificazione dei
sistemi informatici ad una clientela internazionale.
Ultima nata è Empatica, sviluppatasi sin dal 2010 con il supporto dell'Acceleratore
d'Impresa e costituitasi nel 2011. Empatica ha sviluppato un prodotto composto da un
bracciale indossabile sul polso e un’applicazione per smartphone integrata in un sistema di
cloud computing in grado di misurare vari parametri fisiologici e di interpretarli per
ricavare gli stati emotivi dell’utente.
La prima sessione The experience of the Entrepreneurs è stata moderata dal Prof.
Giovanni Azzone, Rettore del Politecnico di Milano.
La seconda sessione The contextual Factors and the VC è stata moderata dal Prof.
Giampio Bracchi, Presidente della Fondazione Politecnico di Milano.