MANUALE DI ETICA PER IL TERZO MILLENNIO

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MANUALE DI ETICA PER IL TERZO MILLENNIO
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TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA
ASSOCIAZIONE CONTRO LA CORRUZIONE
MANUALE DI ETICA
PER IL TERZO MILLENNIO
3° millennio
2° millennio
1° millennio
di Angela Leuci Porfirione
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MANUALE DI ETICA
PER IL TERZO MILLENNIO
testi e testimonianze elaborate da
Angela Leuci Porfirione
con la collaborazione del
Settore Educazione di Transparency International Italia TI-It
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La pubblicazione è stata possibile grazie al contributo di:
RINGRAZIAMENTI
La seconda parte del Manuale è una sintesi delle memorie presentate dai vari relatori intervenuti ai corsi “Valori etici in una società responsabile”, organizzati
dal 1997 da Transparency International Italia per i docenti e gli studenti delle
scuole superiori in diverse città italiane.
Transparency International Italia ringrazia i sottoelencati relatori per il tempo, la
professionalità e per l’impegno da loro offerti, a titolo gratuito, e che sono risultati determinanti per la buona riuscita dell’iniziativa.
A cura di Transparency International Italia TI-It
via Zamagna 19, 20148 Milano, Italy
tel +39 02 40093560, fax +39 02 406829
[email protected], www.transparency.it
Presidente: Maria Teresa Brassiolo
Responsabile del settore educazione: Lina Esposito Marafon
Responsabile del settore etica: Angela Leuci Porfirione
Progetto grafico e realizzazione: de’Flumeri Mariani, Giussano (MI)
Edizione Settembre 2002
Agostino ABATE, Sandro ALDISIO, Elio ALLARIO, Anna ALVAZZI DEL
FRATE, Michelangelo ANDERLINI, Carlo ANGELINO, Maria Teresa ANNOVAZZI, Gemma ASCHERO TESTORI, Gabriele BAGNASCO, Giuseppe BATTARINO, Gualtiero BEOLCHI, Alberto BERNARDI, Mirella BERSANI CALLERI, Bartolo BERTA, Stefano BIAVASCHI, Mario BOSONETTO, Roberto
BUDA, Elisabetta CALCATERRA, Enzo CALIA, Giovanni CAPELLUZZO,
Luigi CARLI, Virginio CARNEVALI, Massimo CHIZZOLI, Renata CITTADINI, Paola Valeria CLIMACO, Gherardo COLOMBO, Angelo COLUSSI,
Roberto COTA, Nando DALLA CHIESA, Simone DA COLLE, Piercamillo
DAVIGO, Antonio DI ROSA, Mario D’ONOFRIO, Pietro DULCETTA, Maria
Cristina FAILLA, Fabio FIORENTIN, Mario FURLAN, Jole GUARUTI,
Riccardo GHIO, Filippo GRISOLIA, Giorgio LAGANÀ, Lucio LAMI, Franco
MACCIONE, Marcello MADDALENA, Giancarlo MALVESTITO, Caterina
MARCHETTI, Franco MARCHIARO, Marcello MARESCA, Rosa MASSARI
PARATI, Alessandra MIELI, Alessandra MORANDINI, Roberto NASTRI,
Maria Teresa OLIVERO, Ferruccio PALLAVERA, Giulio PANDINI, Nicoletta
PARISI, Roberto PROVERA, Marcello PUPPI, Antonino RAINERI, Mario
REMUS, Giuseppe ROSSETTO, Lorenzo SACCONI, Adriano SANSA, Ernesto
SAVONA, Giorgio SCHIANO DI PEPE, Vincenzo SCOLASTICO, Armando
SELVA, Riccardo SOTTANIS, Giovanni TERZUOLO, Corrado TOMASSINI,
Maurilio VERNA, Umberto ZAMPETTI.
Si ringraziano inoltre Agostino e Franco ORIGONE per le vignette concesse
gratuitamente per l’arricchimento di questo manuale.
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Da “L’Età dei comuni” di de Sismondi.
“Non appena si entrava in uno Stato libero si poteva contare di trovarvi la lealtà nei negoziati e nei trattati, lo zelo per il bene di tutti nelle alleanze, il coraggio e la costanza nelle avversità, la liberalità dei più ricchi verso i più poveri
nelle calamità, l’energia del popolo per reprimere le ingiustizie e le violenze. Al
contrario entrando negli stati dei tiranni, vi si trovava un governo che si sosteneva mediante il crimine, la perfidia e la corruzione; delle spie sorvegliavano e
denunciavano i sentimenti generosi, abusavano dei legami familiari e di vicinato per trasformarli in trappole, insegnavano che la prudenza del suddito consiste nel diffidare di tutti e nel non immischiarsi negli affari altrui. L’assassinio,
l’avvelenamento e la corruzione vi erano mezzi comuni di governo”.
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INDICE
pag
Prefazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9
PARTE PRIMA ETICA O CAOS
La corruzione fenomeno globale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .13
Allergia alla responsabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15
Dimensione etica del profitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .17
La coscienza civica antidoto alla corruzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .19
Termini e definizioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .21
Un’etica per il terzo millennio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .23
Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .25
Per un approfondimento degli argomenti trattati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .27
Intervallo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28
PARTE SECONDA ETICA E ...
Etica e valori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33
Etica e politica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35
Etica e pubblica amministrazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .37
Etica e informazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .41
Etica e magistratura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .43
Etica e impresa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .45
Etica e scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .49
Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .51
Intervallo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .52
PARTE TERZA INDICI, STATISTICHE E SONDAGGI
Indici di TI sulla corruzione mondiale 2002 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .57
Caso Milano. I risultati della lotta contro la corruzione . . . . . . . . . . . . . . . .63
Forme di corruzione e regole per contrastarle . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .64
Gli atteggiamenti degli italiani verso la corruzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . .67
Intervallo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .72
PARTE QUARTA CHI È TRANSPARENCY INTERNATIONAL?
Chi è Transparency International? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .76
Rendiconto attività anno 2001 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .78
Codice etico di Transparency International Italia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .87
Salva le mele buone, aiuta T.I.! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .88
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PREFAZIONE
La CORRUZIONE non è un destino ineluttabile ma un sistema culturale:
accettare il sistema corruzione significa barattare la cultura del giusto, del rispetto, della solidarietà partecipe, dei diritti e dei doveri con la cultura del privilegio e dell’arbitrio.
Il cerchio che inizia dalla corruzione porta ineluttabilmente alla violazione dei
diritti umani. Ovunque si elargiscono o si tollerano privilegi di qualsiasi natura
si creano i presupposti per lo sviluppo del “virus” della corruzione, che infetterà in breve tempo tutta la società, distruggendo e rendendo impossibile qualsiasi forma di civile convivenza.
Se la corruzione non viene aspramente combattuta e condannata essa tende a
contaminare la società: gli onesti si sentiranno abbandonati e frustrati dallo Stato
a cui avevano affidato la loro tutela e i loro diritti e la piaga della corruzione diventerà pervasiva. A questo punto si imporranno le forze peggiori della società.
I migliori cittadini, i coraggiosi, i competenti, i colti, i generosi non potranno che
abbandonare il Paese impoverendo del loro talento tutta la collettività.
La migliore assicurazione contro la corruzione è rendere la collettività cosciente degli svantaggi e dei costi enormi che essa comporta. Occorre quindi diffondere l’idea che l’illegalità ed i comportamenti illeciti causano danni incalcolabili alla società civile e debbono essere sanzionati nell’interesse di tutti.
Con la realizzazione di questo sintetico manuale Transparency International
Italia vuole contribuire a stimolare e sviluppare un ampio dibattito sul tema dell’etica nei rapporti sociali, economici e politici ed a sensibilizzare le nuove generazioni sul grave problema della corruzione, con la speranza che il “virus”
possa essere definitivamente debellato.
COME LEGGERE QUESTO MANUALE?
Lo scopo è quello di suscitare riflessioni e considerazioni sul problema trattato,
che possibilmente sfocino in discussioni o dibattiti sempre più allargati. Nella
seconda parte di questo manuale tutte le frasi, che talvolta sembrano slegate,
sono concetti espressi dai diversi oratori durante i seminari di TI-It dal 1997.
Maria Teresa Brassiolo
Presidente Transparency International Italia
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PARTE PRIMA
ETICA O CAOS
Principi generali di etica
per il III millennio
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LA CORRUZIONE FENOMENO GLOBALE
La corruzione è un fenomeno globale. Non esistono nazioni, povere o ricche che
siano, che possano affermare di esserne totalmente esenti.
Nei paesi in via di sviluppo e nelle nazioni che stanno vivendo una fase di transizione dopo il crollo di sistemi politici centralisti, la corruzione è una delle principali cause di povertà e di disagio in larghi strati della popolazione. Essa è diffusa anche nelle nazioni industrializzate dove la ricchezza e le salde tradizioni
democratiche riescono però, in una certa misura, a limitarne i danni economici e
umanitari.
La corruzione è anche causa di spreco di risorse economiche, del deterioramento dei rapporti economici, sociali e politici, contribuisce all’abbassamento del livello di legalità, facilita il malgoverno e pone in serio pericolo l’esistenza stessa
del Patto Sociale.
In una società corrotta si riducono le libertà personali, vengono violati i diritti civili e in particolare le regole della libera competizione in un libero mercato, garanzie tutte di un ordinato progresso economico e sociale.
I valori o i punti di riferimento culturali dell’epoca contemporanea tendono ad
essere fortemente egoistici, individualistici e strettamente collegati al denaro.
Per molti individui il valore principale è il privilegio, a cui si può sacrificare
qualsiasi altro principio.
Questa cultura del privilegio, unita alla smodata ingordigia di denaro e potere,
genera una predisposizione alla corruzione (ed una capacità di convivere con
essa) ed alla criminalità sia comune che organizzata.
Tali fattori fanno sì che la corruzione si sia sviluppata in un sistema molto ramificato ed estremamente capillare, dal quale è difficile uscire senza un forte impegno collettivo.
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ALLERGIA ALLA RESPONSABILITÀ
L’analisi comparata dei paesi occidentali evidenzia che il comportamento etico
si è maggiormente sviluppato nei paesi in cui prevale il concetto di autoregolazione sul concetto di etero-regolazione. Ma l’autoregolazione si fonda sul principio di responsabilità, il quale a sua volta attinge ad un quadro di valori in cui
l’etica è in posizione preminente rispetto alla politica e alla norma.
Dunque si può concludere, l’etica è una pianta che cresce in un clima ed in un
ambiente particolari, nei quali le scelte di valore sono a monte dei comportamenti politici e della legge.
L’Italia è uno stato di diritto, una democrazia pluralistica, un’economia libera e
mista, privata e pubblica. Ciò nonostante, alcuni tratti della sua storia l’hanno,
per così dire, marcata: c’è una sorta di “imprinting” antropologico/culturale che
gli italiani si portano dentro nell’immaginario e nel concreto collettivo, e che potremmo definire “allergia alla responsabilità”.
Le origini di tutto ciò si possono ricondurre a tre fattori condizionanti:
1. nella cultura civica e politica italiana è presente l’influenza cattolica che non
ha favorito un dibattito laico su temi etici, dal momento che la morale è percepita come argomento assimilato alla religione ed alle regole di questa; ciò
potrebbe essere un ostacolo allo sviluppo di una cultura civica o, meglio, di
una cultura pubblica basata sulla responsabilità;
2. l’influenza della cultura politica marxista si risolve in un analogo impedimento, questa volta imputabile al cosiddetto “centralismo democratico”, in
vista del quale la responsabilità delle decisioni è del vertice ed i militanti ne
sono esenti;
3. cento anni di unità nazionale non sono bastati per formare una cultura civica
ed un senso diffuso dello Stato; permane nei riguardi di ciò che è pubblico la
diffidenza combinata alla dipendenza, la richiesta di protezione combinata al
rifiuto di pagarne il costo.
Il capitalismo italiano non poteva sottrarsi a questi tre fattori condizionanti.
Troppo debole quando il fascismo inventò l’intervento dello Stato in economia,
e ancora debole quando il sistema politico democratico lo fece proprio amplian14
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dolo ulteriormente con le Partecipazioni Statali, giustificate dal solidarismo cristiano e dal dirigismo marxista, si è venuta sviluppando un’economia divisa in
sfere di influenza, una sorta di bipolarismo privato-pubblico.
Comune alle due sfere è stata per molto tempo la concezione del rapporto con lo
Stato, inteso come ammortizzatore delle conseguenze sociali degli errori manageriali, come erogatore di risorse destinate, e non di rado spesso bruciate, alla solidarietà sociale dei partiti.
E spesso fra le due sfere si sono stipulate delle alleanze improprie sacrificando
il concetto di rischio e di responsabilità al concetto di connivenza e di rendita.
Nell’ultimo ventennio l’Italia ha vissuto ristrutturazioni e riconversioni industriali e più in generale ha visto emergere un nuovo profilo del mondo degli affari. Il processo è stato caratterizzato da accordi, fusioni, concentrazioni industriali e finanziarie, nazionali ed internazionali.
Il costo di questa crescita del capitalismo italiano è sotto gli occhi di tutti. Le ristrutturazioni hanno avuto un costo sociale pagato dai lavoratori e dalle imprese; la nuova frontiera degli affari ha offerto occasione di protagonismo a uomini
non sempre corretti, spesso spregiudicati; la politica ha allungato la sua influenza nei nuovi ambiti degli affari portandovi collusione e corruzione.
Ma sull’altro piatto della bilancia dobbiamo mettere i meriti del nuovo modo di
concepire e di fare gli affari, che hanno trasformato il nostro paese in una società industrialmente matura, in avanzata transizione verso il modello post-industriale.
DIMENSIONE ETICA DEL PROFITTO
Il nostro secolo ha conosciuto:
•
•
•
•
il relativismo, rifiuto di assoluti etici;
il pragmatismo, la convinzione cioè che una cosa è giusta se funziona;
il positivismo, che riduce la conoscenza all’esperienza osservabile;
il determinismo, che interpreta le azioni umane come completamente
determinate e prevedibili.
Il filo conduttore di tutto ciò è la riduzione di tutto quello che è considerato vero
e significativo alla realtà materiale o all’esperienza fisica.
All’interno di questa struttura ideologica hanno trovato sviluppo le scienze ed il
materialismo, mentre l’etica ed i valori sono stati considerati come espressione
delle sole emozioni, degli atteggiamenti individuali e dei sentimenti.
Un’ideologia di questo tipo non consente di stabilire un livello oggettivo dei significati e della realtà che permetta lo sviluppo di dimensioni non materiali e non
misurabili della nostra esistenza quali la libertà, la moralità, la spiritualità.
I valori o i punti di riferimento culturali in questo periodo storico appaiono,
come già detto, spesso egoistici, individualistici e strettamente rivolti al denaro.
La sete di ricchezza e l’affievolirsi dei valori etici, unitamente alla perdita del
“senso della misura”, hanno causato un conseguente aumento dei fenomeni di
corruzione e di criminalità.
Il concetto del “giusto profitto”, derivante da iniziative comunque rispettose
delle norme di una civile convivenza, è stato soppiantato dal desiderio di arricchimenti rapidi e senza regole di cui la corruzione è diventata la massima espressione.
Il “giusto profitto” si è trasformato in “profitto da perseguire ad ogni costo”.
Quali possono pertanto essere definite le dimensioni morali del profitto? Le iniziative intraprese dagli esseri umani sono di norma stimolate dall’idea dei vantaggi che ne possono derivare.
Ma il sistema economico, di cui ogni uomo fa parte, ha come scopo non solo
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quello del profitto fine a se stesso, ma anche quello di realizzare attraverso di
esso il soddisfacimento delle necessità umane e di fornire beni e servizi che aiutino e migliorino il tenore di vita collettivo.
Tutto ciò definisce le corrette dimensioni morali del profitto all’interno del sistema complessivo e nello stesso tempo ne riconosce il ruolo subalterno agli altri
scopi sociali più ampi.
Ma il bene collettivo, scopo primario di ogni società civile, può essere raggiunto solo se i suoi membri si attengono a comportamenti etici, se sono dotati di un
elevato senso civico.
LA COSCIENZA CIVICA ANTIDOTO ALLA CORRUZIONE
Per affrontare questo problema con metodo bisognerebbe risalire alle nostre esigenze di socialità e quindi all’esigenza dell’uomo di vivere in comunità organizzate.
Da qui deriva la necessità di una sempre maggiore diffusione dei valori etici e
della formulazione di regole indispensabili ad una civile convivenza.
Solo attraverso una costante azione di sensibilizzazione si può sperare di formare dei cittadini con una coscienza civica non imposta dalle regole, ma condivisa.
Ma la prima domanda che si pone affrontando quest’argomento è: “È possibile
insegnare l’etica o la virtù?”. La risposta non può essere né totalmente positiva,
né totalmente negativa.
Se da un lato si ritiene che i valori o le norme etiche si acquisiscano già nel grembo materno e consolidino nei primi anni di vita (e quindi ogni tentativo successivo di insegnare i principi etici sarebbe privo di risultato), dall’altro è anche
vero che, anche se i valori si formano in modo determinante nei primi anni di
vita, essi si modificano e si sviluppano durante l’intero corso della vita per l’influenza dei rapporti familiari e sociali (amici, scuole, ambiente professionale,
tempo libero, ecc.).
Perché una approfondita e riflessiva discussione etica di natura accademica non
dovrebbe contribuire a questo processo?
L’uomo, infatti, come sostenuto da Montaigne, non nasce “educato” ma “educabile” e cioè dotato di facoltà che gli consentono di capire ed apprendere qualsiasi
disciplina.
Nell’insegnamento dell’etica si possono perseguire cinque principali obiettivi:
•
•
•
•
•
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stimolare l’immaginazione morale;
riconoscere gli argomenti etici ed i valori;
far emergere il sentimento dell’obbligo morale e della responsabilità;
sviluppare le capacità analitiche;
ridurre dissensi e ambiguità.
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Il primo punto è anche il più importante ed è quello che lega insieme tutti gli
altri.
TERMINOLOGIA E DEFINIZIONI
Gli studenti realizzeranno che le nostre vite, sia nel campo del lavoro e degli affari che al di fuori di essi, sono intrecciate in relazioni sociali che saranno necessariamente morali; comprenderanno che le decisioni morali possono essere
anche dolorose ma arricchiscono la personalità; gli si insegnerà che è difficile
isolare i problemi etici ma che le scelte morali sono inevitabili per le persone.
Trattando di etica, moralità, valori ed anche di norme, principi e doveri, termini
che ricorrono sovente nel contesto di cui trattiamo, a volte si può creare una certa
confusione. Il rimedio migliore per fare chiarezza consiste nel richiamare esplicitamente il significato che si attribuisce a queste parole. Ciò permette di far riferimento ad una terminologia ormai consolidata e convenzionale sia nel linguaggio ordinario che in quello specializzato.
Se ciò non viene ben compreso dagli studenti ogni insegnamento tende a diventare un astratto esercizio intellettuale.
Etica e filosofia morale si riferiscono spesso ad un campo di indagine, una disciplina, in cui si esaminano questioni riguardanti ciò che è giusto e ciò che è ingiusto, il bene e il male, la virtù e il vizio.
Una volta che l’immaginazione morale fosse stimolata gli studenti dovrebbero
essere in grado di far emergere il loro stimolo morale, cioè di giudicare la correttezza delle loro risposte emozionali in relazione alla loro responsabilità nella
società ed essere in grado di riconoscere la richiesta interiore del pensiero etico;
questo ci porta ad agire alla luce di ciò che percepiamo come giusto e buono.
Il termine moralità, invece, viene spesso usato per indicare non una disciplina
ma un modello di riflessione ed azione di un individuo, un gruppo o un’intera
società. In questo senso la moralità è l’oggetto di studio della disciplina etica.
Per fare ciò agli studenti saranno forniti gli strumenti dell’etica, i concetti, le regole ed i principi di razionalità.
Per quanto riguarda il termine valori, l’uso consolidato non ci è di grande aiuto.
Non esiste un altro termine nella lingua italiana, ma anche in quella anglosassone, più attraente e sovrautilizzato di questo.
Agli studenti sarà insegnato che, come in tutti gli altri campi, i pareri sull’etica
possono essere diversi e che bisogna imparare ad affrontare queste differenze di
opinione discutendo senza rancori o intolleranza.
Si possono anche organizzare esercitazioni pratiche in cui far agire lo studente il
quale dovrebbe indicare le sue scelte decisionali, tenendo conto anche degli
obiettivi etici.
I casi forniti per esame saranno situazioni complesse, ricche di spunti emozionali ed esposte in dettaglio.
Lo studente dovrà in grado di capire i fatti presentati, le loro implicazioni, le appropriate scelte alternative da prendere ed essere in grado di immedesimarsi con
gli aspetti caratteriali presenti nelle diverse situazioni.
Possiamo dire, a grandi linee, che i valori sono condizioni o situazioni ideali o
reali cui gli esseri umani aspirano, individualmente o collettivamente, da un
certo punto di vista o da un altro (politico, economico, religioso, scientifico o artistico). Si può comunque utilizzare il termine “valori” in senso ampio, riferendosi alle aspirazioni e agli ideali degli individui o delle organizzazioni. L’etica
ha attinenza con questi valori sia nell’aiutare a risolvere i conflitti che sorgono
tra di essi, sia nell’indirizzare l’attenzione su quelli che rivestono un’importanza particolare.
La norma è una regola o un criterio di giudizio. La norma si distingue dalla
legge perché può mancare del carattere costrittivo della legge stessa; per esempio una norma del costume diventa legge quando viene resa coattiva da una pubblica sanzione.
Il principio è il punto di partenza e il fondamento di un processo qualsiasi. I due
significati di “punto di partenza” e di “fondamento” o “causa” sono strettamente connessi nella nozione di questo termine, che fu introdotto in filosofia da
Anassimandro.
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Il dovere è definito in svariati modi a seconda delle epoche e dei pensatori che
ne hanno trattato. Possiamo comunque accettare la definizione adottata dalla filosofia contemporanea e cioè che “il dovere è un’abitudine di comportamento
dei membri di un gruppo sociale. Tali abitudini possono variare, ma il loro insieme, cioè l’abitudine di contrarre abitudini, ha stessa intensità e regolarità di
un istinto” (Bergson).
UN’ETICA PER IL TERZO MILLENNIO
Nella scelta tra uomo e natura, nella lotta per la sopravvivenza, l’uomo è sempre
venuto per primo. La natura appariva, nel suo insieme, invulnerabile e perciò disponibile in ogni sua singola parte all’uso indiscriminato da parte dell’uomo.
Solo più recentemente si è preso atto della comunanza fra i destini dell’uomo e
della natura. Ciò ha portato a riscoprire anche la dignità propria della natura, imponendoci di conservarne l’integrità andando al di là di un rapporto puramente
utilitaristico.
La novità e la dimensione dell’agire umano nell’attuale epoca tecnologica esige
un’etica nuova di estesa responsabilità, proporzionata alla portata del nostro potere.
Essa richiede, proprio in nome di quella responsabilità, anche un nuovo genere
di umiltà: un’umiltà indotta, a differenza che nel passato, non dalla limitatezza,
ma dalla grandezza abnorme del nostro potere, che si manifesta negli eccessi del
fare rispetto alla capacità di prevedere, di valutare e di giudicare.
Risulta pertanto evidente che, in un’epoca in cui maggiore è il potere di azione
dell’uomo rispetto agli equilibri della natura, tanto più indispensabile appare la
necessità che ogni essere umano, nell’ambito delle sue funzioni, sia dotato, oltre
che di un adeguato bagaglio professionale, anche di un elevato senso di responsabilità e di una forte integrità morale. La corruzione poteva, in epoche passate,
causare danni limitati essendo limitata la sfera d’azione ed i mezzi tecnologici di
cui l’uomo disponeva.
Con i mezzi di cui l’uomo dispone nel nuovo millennio è facilmente intuibile a
quali rischi di catastrofe l’umanità può oggi andare incontro a causa di comportamenti irresponsabili di singoli individui moralmente corrotti.
Non si tratta più, infatti, di opportunità finite di guadagno e di perdita, ma del
pericolo di una perdita infinita contro le chances di guadagni finiti.
Il futuro dell’umanità costituisce il primo dovere del comportamento umano collettivo nell’era contemporanea.
L’etica si trova quindi, più che mai, nella necessità di esistere. E deve esistere
perché gli uomini agiscono e l’etica mette ordine nelle azioni e regola il potere
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di agire.
CONCLUSIONI
La dura legge dell’ecologia (che Malthus fu il primo a riconoscere) previene
ogni smodato saccheggio dell’insieme da parte delle singole forme di vita, ogni
prevaricazione del “più forte”. La corruzione si pone in netto contrasto con questo principio in quanto consente illeciti arricchimenti di individui senza principi
morali a danno dell’intera collettività.
Anche se non si possono nutrire eccessive illusioni circa i risultati di azioni volte
a modificare eventuali comportamenti scorretti di persone già “adulte”, siamo
convinti che le coscienze dei giovani possano, invece, più facilmente assimilare
l’insegnamento dei valori etici.
La corruzione è un fattore altamente “inquinante” che si oppone, compromettendolo, al progresso civile ed economico di qualsiasi società.
Corsi di studio appropriati e una costante azione di sensibilizzazione possono
contribuire in modo efficace a porre le basi per una società moralmente più consapevole.
Ogni essere umano deve pertanto impegnarsi in forma singola od associata per
un’azione di denuncia e di contrasto di qualsiasi fenomeno di corruzione.
Proprio in questa luce appare l’etica del nuovo Millennio.
La cultura e lo studio sono sempre stati i fattori determinanti per il progresso dell’umanità. Terminiamo pertanto questa parte del manuale con le seguenti parole
di Dewey:
“Education is the foundamental method of social progress and all reforms which
rest simply upon the enactment of law of the threathening of certain penalties, or
upon changes in mechanical or outward arrangements, are transitory and futile”.
“L’istruzione è il fondamento del progresso sociale ed ogni riforma che si basi
esclusivamente sulla minaccia di sanzioni previste dalle leggi, su innovazioni
tecnologiche o su modifiche formali, è transitoria e vana.”
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PER UN APPROFONDIMENTO DEGLI ARGOMENTI TRATTATI
Archivi di Transparency International - Berlino e Milano
D.Callahan
“Goals in the teaching of Ethics”, in “Ethics Teaching in Higher Education”,
pp.61-80
Ed. Daniel Callahan and Sissela Book (The Plenum Press, New York)
H.Jonas
“Il Principio Responsabilità - Un’etica per la civiltà tecnologica”
Ed. Einaudi 1990
N. Abbagnano
Dizionario di Filosofia, 1971, Unione Tipografica
Editrice Torinese
Mario Unnia
“L’Etica degli Affari in Italia: Colmare un ritardo e rispondere ad un’esigenza”,
in “Etica degli Affari”, II, 1988
Ed. Prospecta
Gherardo Colombo
Intervento al Corso di Aggiornamento
per Docenti e Capi di Istituto delle Scuole Superiori,
Milano, Museo della Scienza e della Tecnica, 12-19 Novembre 1997
J.Dewey
“1940, Education Today”
New York, Van Rees Press.
Donatella della Porta, Alberto Vannucci
“Un paese anormale”
Ed. Laterza.
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Parte prima Etica e caos
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PARTE SECONDA
ETICA E ...
Sintesi delle memorie presentate dai
vari relatori intervenuti
al ciclo di incontri
“Ruolo attivo dell’educazione civica e morale
nel rafforzamento della società civile
per resistere al crimine e alla corruzione”
con la collaborazione del
Settore Scuola di Transparency International Italia
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ETICA E VALORI
“L’esistenza di un ordine razionale e naturale delle cose e la nozione di bene,
come accordo pieno dell’individuo con tale ordine, è il principio che coniuga
etica e valori”. (Zenone di Cizio - Cipro 333 a.C. - Atene 273 a.C.).
Per garantire i diritti della persona non bastano trattati filosofici, come non sono
sufficienti le migliori leggi. Occorre che i principi siano incorporati in istituzioni degne di essere ricordate nel tempo. A creare e a rendere stabili queste istituzioni occorre un robusto senso dello Stato, al quale però non si perviene senza
una vigile coscienza morale.
Esistono dei valori di riferimento che vengono rispettati anche se non codificati
da una legge scritta che li imponga. Sono valori popolari ed etici, che trovano
origine nella coscienza comune della collettività.
In qualsiasi realtà questi principi finiscono per imporsi, in tempi più o meno lunghi nella realtà politica e sociale di un Paese: sono i valori della libertà, del rispetto reciproco, del diritto di sopravvivenza propria e della propria famiglia, del
proprio lavoro, del patrimonio onestamente acquisito, delle tradizioni legate a
quanto ci è stato tramandato dai genitori e dal gruppo familiare.
Un’azione ha un valore morale solo se non viene compiuta in vista di qualche
interesse o per paura di una punizione. La persona morale agisce in base al puro
senso del dovere, non ha bisogno di controlli esterni.
Per riflettere:
“...mentre durò la Repubblica incorrotta [il popolo romano] non servì mai umilmente né mai dominò superbamente; anzi con li suoi ordini e magistrati tenne il
suo grado onorevolmente. E quando era necessario ubbidire a’ Dittatori ed a’
Consoli per la salute pubblica lo faceva...” (Niccolò Machiavelli - I Discorsi).
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ETICA E POLITICA
“La vera saggezza consiste (...) nell’equilibrio fra vita privata e vita pubblica:
“Avrete cura e diligenza delle vostre cose domestiche quando a bisogno sarà
debito, e alle cose publiche vi darete non quanto l’ambizione e l’arroganza
v’aletterà, ma quanto la virtù vostra e grazia de’ cittadini vi darà luogo” (Leon
Battista Alberti - I primi tre libri della famiglia).
Per una adesione razionale ai principi dell’etica pubblica democratica e alle istituzioni che incarnano questi principi non ricorreremo all’etica della virtù di
ascendenza aristotelica e neo aristotelica per cui si dà per acquisito che in una
comunità ci siano dei valori. Per queste teorie i valori sono un modello di eccellenza riconosciuto dalla tradizione della comunità.
La virtù significa perciò essere coerenti con questo modello di eccellenza.
L’essere conforme a questa virtù è fonte di soddisfazione, addirittura di felicità:
essere virtuosi non è un problema di costi o opportunità, si è virtuosi e si è contenti perché è ciò che si vuole fare.
Si inciterà perciò il giovane o il cittadino in generale ad essere virtuoso perché
questo influirà sul suo carattere e avrà efficacia pratica dato che la virtù è un tratto del carattere ed è un bene riconosciuto.
Questa strada però può non essere condivisa per affrontare l’argomento poiché
non è affatto scontato che esista qualcosa come una comunità, che esista un modello di eccellenza del cittadino democratico e che questa comunità sia abbastanza estesa da inglobare tutti coloro che sono cittadini.
Bisogna tenere conto di due aspetti complementari: da un lato bisogna avere fiducia nel fatto che si può convincere con ragioni morali ma è necessaria anche
la consapevolezza che c’è un secondo momento in cui prevalgono altre ragioni
compresenti a quelle morali.
Una buona tesi circa il modo per indurre ad aderire ai valori deve tenere conto
anche di queste altre motivazioni adottando una sorta di criterio “realistico” circa
la prescrizione di una condotta: oltre ad essere “giusto” deve essere “credibile”
o deve essere in accordo con motivazioni reali.
I due criteri devono andare assieme perché se ci si limita all’incentivo e si di34
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mentica la giustificazione si avranno incentivi a fare cose sbagliate; se ci si limita alla giustificazione e si dimentica l’incentivo o la motivazione si creeranno
delle utopie.
ETICA E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
L’ideale sarebbe essere in grado di giustificare moralmente una condotta ed essere consapevoli delle motivazioni per le quali si agisce in tal senso.
L’esperienza storica italiana ci fa osservare che, intorno agli anni 50, c’è stato un
passaggio dalla piccola borghesia rurale alla piccola borghesia della pubblica
amministrazione.
Bisogna comunque risolvere il problema della motivazione: cioè creare motivazioni concrete, enfatizzare i benefici dal punto di vista degli interessi dei cittadini in termini di reputazione e di accettazione sociale per coloro che si conformano a codici di comportamento basati sui valori di etica pubblica.
Per riflettere:
“... Vattene dalla città Catilina, libera lo Stato dal terrore... Non senti il loro silenzio (n.d.r. dei senatori)? Lasciano che parli io, loro tacciono... Se io avessi
detto le stesse cose a uomini di grande coraggio, il senato avrebbe reagito...
Invece, trattandosi di te approvano col silenzio, lasciandomi parlare, pronunciando giudizi: Tacendo gridano!... A fatica tengo lontano da te le loro armi e i
loro colpi.”. (Marco Tullio Cicerone - Catilinarie)
“Felice e fiorente è la città virtuosa” (Aristotele)
Il mito della terra caratterizzava la piccola borghesia rurale. Il ceto medio o la
borghesia contemporanea difficilmente si caratterizza o si qualifica per il fatto di
possedere qualcosa, ma molto più spesso si caratterizza per il fatto di avere una
professionalità. Coloro che arrivano dalla piccola borghesia rurale, in pochissimo tempo cambiano lo status della generazione successiva, entrando in massa
nella piccola borghesia della pubblica amministrazione, e lì vi trasferiscono l’idea che la propria identità sociale è legata al possesso di qualche cosa, nel caso
specifico “il posto”.
Spesso si accede al nuovo ruolo sociale attraverso una concessione che è di tipo
politico clientelare.
È evidente che con queste premesse la lealtà non può certo essere verso le istituzioni ma verso chi ha fornito il posto: nel momento in cui gli atti affidati sono
da gestire conformemente al proprio referente, l’istituzione viene usata piegandola alle necessità di soggetti che con le istituzioni non si identificano.
La situazione in cui opera la democrazia in Italia presenta caratteristiche peculiari quali, tra l’altro:
• l’affievolirsi di una diffusa tradizione di corretta gestione della cosa pubblica
nella pubblica amministrazione e nella classe politica
• un diffuso atteggiamento della società civile che guarda alla cosa pubblica
esclusivamente come oggetto di diritti e non anche di doveri
• l’espansione dell’intervento pubblico non solo come conseguenza dell’affermarsi del cosiddetto stato sociale ma soprattutto nei campi dell’economia con
conseguente attribuzione alla classe politica di un enorme potere riguardante
in primo luogo la spesa, essendo essa stessa controllore e controllato
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• l’elefantiasi che ha sinora caratterizzato la pubblica amministrazione (vista
tradizionalmente come mezzo finalizzato a risolvere il problema della disoccupazione piuttosto che non a garantire servizi) e l’ha resa generalmente inadatta a far funzionare una complessa macchina amministrativa verso la quale
si rivolgono le pressanti attese dei cittadini
• la diffusione della criminalità organizzata a livelli superiori a quelli di altri
paesi occidentali e dei suoi legami con la Pubblica Amministrazione e con la
politica.
Le caratteristiche sopra sommariamente descritte hanno innescato nel nostro
paese un perverso “circolo non virtuoso” intorno alla cosa pubblica caratterizzato, in basso, dall’arte di arrangiarsi e, in alto, dall’arte di approfittare, elementi
che - seppur in percentuale molto diversa tra loro - hanno entrambi provocato,
con gli anni, un espandersi a macchia d’olio della corruzione a tutti i livelli e
l’aumento esponenziale del debito pubblico nazionale.
Su questo sfondo hanno mostrato di non funzionare o di bloccarsi i meccanismi
di controllo amministrativo e politico.
I cittadini vivono la relazione con gli uffici della Pubblica Amministrazione
come un fattore estremamente negativo, nell’ambito di un sistema che viene percepito come intralcio, come elemento burocratico, come ritardo dell’attività dei
privati. Questo tipo di rapporto viene percepito con insoddisfazione e disagio
perciò si cercano le “scorciatoie”.
5. fare in modo che il servizio pubblico non assolva solamente i compiti
istituzionali ma venga incontro per quanto possibile ai bisogni del
cittadino per migliorarne la qualità della vita
Sarà bene in ultima analisi che l’operato della Pubblica Amministrazione venga
regolarmente monitorato e valutato a misura del servizio che rende ai cittadini.
Per riflettere:
“Niun male è tanto male, quanto quello che nasce dal seme corrotto del bene”.
(B. Castiglione - Il Cortigiano)
“Quando un popolo, divorato dalla sete della libertà, si trova ad avere a capo
dei coppieri che gliene versano quanto ne vuole, fino ad ubriacarlo, accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi,
sono dichiarati dei tiranni. E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei
confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, servo; che il padre
impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non più rispettato, che il
maestro non osa rimproverare gli scolari e costoro si fanno beffe di lui, che i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e che questi per non parere troppo severi, danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà, nel nome del medesimo non vi è più riguardo né rispetto per nessuno. In
mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia”.
(Platone)
Per dare maggiore efficienza e trasparenza alla Pubblica Amministrazione si
dovrà:
1. riorganizzare la struttura pubblica in modo da poter incrementare
l’efficienza, l’economicità e l’efficacia degli interventi
2. provvedere alla separazione della funzione politica (giunta/governo)
da quella di gestione (funzionari pubblici)
3. formare funzionari aziendali e burocrati al servizio dei cittadini
4. dare ai cittadini accesso all’informazione per un controllo costante e
capillare delle azioni intraprese dalla Pubblica Amministrazione
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ETICA E INFORMAZIONE
“Disapprovo quello che dite ma difenderò fino alla morte il vostro diritto a
dirlo” (Voltaire).
I giornali possono giocare un ruolo pubblico importante per dare “voce” e contrastare la corruzione ed aumentare la consapevolezza critica.
La capacità critica va insegnata. Bisogna abituare i giovani a leggere più giornali, a confrontare fra di loro le notizie, a leggere “fra le righe”.
Il giornalista può dare notizie trasmettendo le proprie idee in modo subliminale.
Talvolta questo è fatto intenzionalmente per plagiare il lettore, altre volte viene
fatto in buona fede. Basta la scelta di verbi, avverbi, aggettivi per influenzare il
lettore.
Occorre molta coscienza critica, correttezza morale ed ideologica per esporre le
notizie in modo imparziale.
L’oggettività dell’informazione è difficile da sostenere perché al di là di tutti i
buoni propositi e di tutte le volontà sbandierate, essere indipendenti ed obiettivi
costa molto caro sia a livello professionale che a livello personale.
Il giornale può far crescere un clima di condanna nei confronti della corruzione
e dei privilegi, indipendentemente dall’orientamento del giornale e dei lettori.
Combattere la corruzione con qualsiasi mezzo anche con la carta stampata è un
dovere civico per ogni cittadino e soprattutto per un giornalista.
Talento, coraggio e imparzialità sono le doti indispensabili per fare del buon
giornalismo.
Per riflettere:
“Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza” (Immanuel Kant)
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ETICA E MAGISTRATURA
“Senza una moralità civica le comunità periscono; senza una moralità personale la loro sopravvivenza non ha alcun valore” (Bertrand Russell - Un’etica
per la politica).
La credibilità delle leggi è strettamente collegata al funzionamento della giustizia penale, civile, amministrativa.
Occorre che l’emanazione di ogni legge preveda anche il controllo della sua applicazione e consenta l’immediata applicazione di sanzioni a tutti e non solo ad
alcuni trasgressori. Lo svolgimento dei processi in Italia arriva invece in media
con 15 anni di ritardo e solo il 5% dei reati penali viene sanzionato.
In particolare colpisce il cittadino che, proprio per i crimini più gravi, il sistema
giudiziario non riesca a portare a termine istruttorie, processi e rei confessi non
scontino le pene per decorrenza dei termini o pretestuosi annullamenti delle sentenze.
Delle 250.000 leggi italiane quante sono quelle conosciute e che vengono rispettate? In Francia ne sono sufficienti 7.000, in Germania 6.000. Negli USA vi
sono solo 24 leggi fiscali contro le nostre 17.000.
Con una tale pletora di leggi che pretendono di controllare ogni settore, spesso
in modo contraddittorio o di difficile interpretazione, la loro stessa applicazione
può tradursi in arbitrio.
L’eccesso di leggi e la loro reiterazione confermano l’incapacità dello Stato di
far valere la propria autorità.
È lo stesso complesso sistema normativo italiano che facilita la corruzione, perché più un sistema è complesso più è soggetto ad interpretazioni.
È significativo che la sentenza n. 364 del 1988 della Corte Costituzionale abbia
fissato il diritto del cittadino di non rispettare leggi formulate in modo oscuro.
Lo Stato esiste solo in quanto è in grado di far valere il rispetto delle sue leggi.
Esistono invece interi settori ed aree geografiche in Italia, in cui lo Stato non è
in grado o non vuole imporre la propria autorità: ne è prova l’immigrazione clan42
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destina, il peso della criminalità organizzata e quello del 35% di economia sommersa non controllata dallo Stato è di fatto gestita da altri poteri, spesso criminali.
Ognuno deve fare la sua parte: istituzioni e singoli possono contribuire a creare
una comunità in cui vivere con soddisfazione e sicurezza.
Per riflettere:
“[Socrate] preferirei morire restando fedele alle leggi anziché vivere violandole” (Senofonte - Memorabili)
ETICA E IMPRESA
“... migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli,
scoraggiarli. È la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di denaro.
Il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia, a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno.
Se così non fosse non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella
propria azienda prodigano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali
per ritrarre spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi”. (Luigi Einaudi)
Per creare una società civile in un paese moderno vi sono alcuni elementi determinanti con ruoli ben precisi:
1. lo Stato che legifera, governa, fornisce i servizi e crea le infrastrutture
2. la famiglia che forma moralmente l’individuo, gli dà affetto, sicurezza ed
equilibrio
3. la scuola che deve dare cultura ed una preparazione adeguata per
l’inserimento nel mondo del lavoro
4. i settori produttivi quali l’agricoltura e l’industria che debbono
creare sviluppo e ricchezza da distribuire.
Se tutti questi fattori funzionano al meglio avremo paesi avanzati e civili.
Esiste però un elemento, purtroppo molto diffuso, che può squilibrare tutto il sistema, ed è la corruzione.
Questa è particolarmente grave quando inquina la Pubblica Amministrazione e
il mondo produttivo, eliminando di fatto la competizione leale che si ottiene con
la libera concorrenza.
Tutti sappiamo che un paese tanto più si sviluppa quanto più produce, pertanto
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se il settore industriale ed il settore agricolo sono adeguatamente stimolati creano lavoro e risorse, consentono anche al settore terziario di crescere e produrre
a sua volta nuovi posti di lavoro, contribuendo all’incremento del benessere collettivo.
no essere sempre protetti.
Molta parte del lavoro dell’industria e soprattutto dell’edilizia è procurato dallo
Stato tramite i lavori pubblici. Uno Stato deve operare in modo oculato, logico
ed efficiente, realizzando quelle infrastrutture ed opere civili necessarie allo sviluppo di un paese progredito.
L’etica non è un lusso per virtuosi ma una necessità economica.
Se invece nei pubblici appalti si inseriranno interessi di parte anziché dell’intera
collettività e le decisioni non saranno finalizzate alla scelta del miglior prodotto
ma al vantaggio di un particolare concorrente, si avrà sicuramente un aumento
dei costi per coprire le richieste dei corrotti, con grande sperpero del denaro dei
contribuenti. I lavori saranno protratti ad arte per anni e talvolta neanche finiti.
Le aziende devono essere selezionate tramite la libera concorrenza per la loro
qualità, per non rischiare di diventare esse enti da sovvenzionare, anziché una fucina di idee e di sviluppo quale deve essere l’imprenditoria quando è condotta da
persone capaci e corrette, cosa tanto più importante oggi in un mercato globale
in cui ci si misura con il mondo.
La storia ci insegna che il potere corrotto ed il lassismo generale accelerarono il
processo di decadenza di tutte le grandi civiltà del passato.
Per riflettere:
“Non si dimanda ricchezza quella che si può perdere. La virtù è vero nostro bene
ed è vero premio del suo possessore: lei non si può perdere, lei non ci abbandona, se prima la vita non ci lascia. Le robe e le esterne devizie sempre le tieni con
timore, ispesso lasciano con iscorno e sbeffato il loro possessore, perdendo lor
possessione”. (Leonardo da Vinci - Ashburnhamiano 2038.)
“La grandezza e il miracolo dell’uomo sta nell’essere artefice di se medesimo,
auto-costruttore” (Pico della Mirandola - Discorso sulla dignità dell’uomo)
Non dimentichiamo che le industrie e le imprese hanno la funzione sociale di
motore del benessere a differenza di altri settori che non producono ricchezza ma
si limitano a distribuirla.
Anche nei concorsi pubblici la corruzione, ove esiste, è un male che procura
gravi problemi perché non solo impedisce che avanzino i migliori (che ne subiscono un danno immediato) ma soprattutto perché porta al potere una classe
dirigente inadeguata che gestirà male il paese.
Determinante è la scuola che, oltre a dare cultura e preparazione, deve premiare
i migliori in base ai loro meriti ed al loro impegno, per formare i futuri responsabili in tutti i settori.
Solo con una classe dirigente di elevata professionalità e di comprovata integrità morale il paese potrà progredire e se tutti saranno selezionati con trasparenza
e correttezza avremo ovunque i grandi vantaggi di una gestione oculata e corretta e sarà impedito ai corrotti di asportare ricchezza per interessi individuali, permettendo di accantonare risorse per i più deboli che in una società civile debbo46
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ETICA E SCUOLA
“Attraversare la vita solo con l’aiuto di ciò che ci è trasmesso è come avviarsi
su una corda oscillante tesa sopra ad un abisso (...) senz’altro sussidio che un
consiglio: tienti ben dritto!” (Robert Musil - “L’uomo senza qualità”).
L’art. 1 dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti recita: “La scuola è luogo
di formazione e di educazione mediante lo studio, l’acquisizione delle conoscenze e lo sviluppo della coscienza critica”.
Non ci soffermeremo sull’importanza dell’apprendimento perché appare ovvia:
la conoscenza è visione e forza, l’ignoranza è cecità e debolezza.
Parleremo invece della formazione di una coscienza critica. Come raggiungere
questo obiettivo? Sviluppando la personalità dei giovani, il loro senso di responsabilità, la loro autonomia di pensiero e quindi la loro capacità di valutazione e
di decisione.
In questo modo i giovani disporranno della necessaria preparazione morale per
un corretto inserimento nella vita attiva e potranno portare un contributo positivo nell’evoluzione della società.
Nello svolgimento dell’attività didattica gli insegnanti dovranno impegnarsi particolarmente su questo aspetto della formazione perché da essa dipende il livello qualitativo dei futuri cittadini, ossia di tutta la collettività.
Per il conseguimento di un ottimale processo formativo della personalità degli
studenti, gli insegnanti dovranno valorizzare i loro talenti e le inclinazioni individuali cercando di stimolare in ugual misura la collaborazione e la competizione.
Purtroppo, nonostante l’impegno personale, non sempre è possibile per un insegnante raggiungere dei risultati soddisfacenti, senza la collaborazione della famiglia, della società e delle regole. Ogni studente presenta, infatti, delle caratteristiche individuali spesso frutto di educazione anche molto diversificata.
In alcuni casi di manifesto comportamento non ricettivo è previsto che gli insegnanti possano anche ricorrere allo strumento della sanzione (ad es. per ottenere la frequenza regolare alle lezioni, il dovuto rispetto con il quale il docente
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deve essere trattato, il mantenimento di un comportamento corretto e coerente
con i principi dello Statuto). In tal modo, infatti, sarà possibile trasmettere ai giovani la capacità di valutare la differenza tra un comportamento corretto (utile per
tutta la società) ed uno scorretto (dannoso per tutta la società).
L’insegnate agevolerà la libera espressione di opinioni correttamente manifestate per abituare i giovani a pensare in modo autonomo, a giudicare ed anche a
poter rifiutare ciò che non condividono.
Non si insisterà mai abbastanza sull’importanza del ruolo formativo dell’insegnante che va ben oltre quello dell’insegnamento delle regolari materie di studio.
CONCLUSIONI
Come si può osservare dalla lettura di questa sintesi di interventi tutti i relatori
concordano nel considerare il fenomeno della corruzione come il fattore maggiormente destabilizzante e di più alto rischio per lo sviluppo di una società civile.
Affinché i valori democratici non vengano calpestati e non aumentino i rischi di
una disgregazione sociale ed economica, lo Stato dovrà contrastare la corruzione e predisporre opportuni programmi che già in età scolastica educhino i futuri cittadini ai valori di integrità morale indispensabili per l’esistenza stessa di
qualsiasi collettività organizzata.
Un percorso didattico che comprenda l’educazione civica e morale porterà le future generazioni, nel momento delle inevitabili scelte, ad inserire - istintivamente - nei parametri di valutazione anche il fattore etico.
Per riflettere:
“Gli è rade volte che la fortuna un bene o un male con altro bene o con altro
male non accompagni”(Niccolò Machiavelli - Istorie fiorentine)
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PARTE TERZA
INDICI, STATISTICHE
E SONDAGGI
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TRANSPARENCY INTERNATIONAL
ASSOCIAZIONE CONTRO LA CORRUZIONE
INDICI DI TI SULLA CORRUZIONE MONDIALE 2002
TRANSPARENCY INTERNATIONAL Italia, nel suo impegno di costante contrasto della corruzione quale fattore di disgregazione sociale, di disagio morale
e di alterazione del processo economico, promuove la divulgazione degli indici
per coinvolgere la collettività in un patto di integrità tra le varie parti sociali che
contribuirà a migliorare la qualità della vita di ognuno ed a eliminare colpevoli
privilegi a danno dei più deboli.
Per cercare di valutare la corruzione, o meglio la percezione della corruzione,
Transparency International elabora due differenti indici: il CPI (indice di percezione della corruzione) e il BPI (indice del pagamento di tangenti).
Il CPI è un “poll of polls” (rilevazione sulle rilevazioni) e viene elaborato dal dr.
Johann Graf Lambsdorf dell’università di Gottinga sulla base delle ricerche sulla
corruzione effettuate da 10 organizzazioni indipendenti in 102 paesi.
ANDAMENTO DEL CPI DAL 1996 AL 2002
6
5,5
CPI SCORE
MANUALE 19
5,5
5,03
5
5,3
4,7
4,5
4,6
4,6
4
3,5
3,42
3
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
ANNI
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
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INDICE DI PERCEZIONE DELLA CORRUZIONE 2002
Classifica Nazione
1
2
4
5
7
10
11
12
14
15
16
17
18
20
23
24
25
27
28
29
Finlandia
Danimarca
Nuova Zelanda
Islanda
Singapore
Svezia
Canada
Lussemburgo
Paesi Bassi
Regno Unito
Australia
Norvegia
Svizzera
Hong Kong
Austria
USA
Cile
Germania
Israele
Belgio
Giappone
Spagna
Irlanda
Botswana
Francia
Portogallo
Slovenia
Namibia
Estonia
Taiwan
Voto
CPI
9.7
9.5
9.5
9.4
9.3
9.3
9.0
9.0
9.0
8.7
8.6
8.5
8.5
8.2
7.8
7.7
7.5
7.3
7.3
7.1
7.1
7.1
6.9
6.4
6.3
6.3
6.0
5.7
5.6
5.6
Ricerche
Utilizzate
8
8
8
6
13
10
10
5
9
11
11
8
9
11
8
12
10
10
9
8
12
10
8
5
10
9
9
5
8
12
Deviazione
Standard
0.4
0.3
0.2
0.4
0.2
0.2
0.2
0.5
0.3
0.5
1.0
0.9
0.9
0.8
0.5
0.8
0.9
1.0
0.9
0.9
0.9
1.0
0.9
1.5
0.9
1.0
1.4
2.2
0.6
0.8
>>
Devianza
8.9 - 10.0
8.9 - 9.9
8.9 - 9.6
8.8 - 10.0
8.9 - 9.6
8.9 - 9.6
8.7 - 9.3
8.5 - 9.9
8.5 - 9.3
7.8 - 9.4
6.1 - 9.3
6.9 - 9.3
6.8 - 9.4
6.6 - 9.4
7.2 - 8.7
5.5 - 8.7
5.6 - 8.8
5.0 - 8.1
5.2 - 8.0
5.5 - 8.7
5.5 - 7.9
5.2 - 8.9
5.5 - 8.1
5.3 - 8.9
4.8 - 7.8
5.5 - 8.0
4.7 - 8.9
3.6 - 8.9
5.2 - 6.6
3.9 - 6.6
31
Italia
5.2
11
1.1
3.4 - 7.2
32
Uruguay
Ungheria
Malesia
Trinidad & Tobago
Belarus
Lituania
Sud Africa
5.1
4.9
4.9
4.9
4.8
4.8
4.8
5
11
11
4
3
7
11
0.7
0.5
0.6
1.5
1.3
1.9
0.5
4.2 - 6.1
4.0 - 5.6
3.6 - 5.7
3.6 - 6.9
3.3 - 5.8
3.4 - 7.6
3.9 - 5.5
33
36
58
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
Classifica Nazione
40
44
45
50
51
52
57
59
62
64
66
67
68
70
71
Tunisia
Costa Rica
Giordania
Mauritius
Sud Corea
Grecia
Brasile
Bulgaria
Giamaica
Perù
Polonia
Gana
Croazia
Rep. Ceca
Lettonia
Marocco
Rep. Slovacca
Sri Lanka
Colombia
Messico
Cina
Rep. Dominicana
Etiopia
Egitto
El Salvador
Tailandia
Turchia
Senegal
Panama
Malawi
Uzbekistan
Argentina
Costa d’Avorio
Honduras
India
Russia
Tanzania
Zimbabwe
Voto
CPI
4.8
4.5
4.5
4.5
4.5
4.2
4.0
4.0
4.0
4.0
4.0
3.9
3.8
3.7
3.7
3.7
3.7
3.7
3.6
3.6
3.5
3.5
3.5
3.4
3.4
3.2
3.2
3.1
3.0
2.9
2.9
2.8
2.7
2.7
2.7
2.7
2.7
2.7
Ricerche
Utilizzate
5
6
5
6
12
8
10
7
3
7
11
4
4
10
4
4
8
4
10
10
11
4
3
7
6
11
10
4
5
4
4
10
4
5
12
12
4
6
Deviazione
Standard
0.8
0.9
0.7
0.8
1.3
0.7
0.4
0.9
0.4
0.6
1.1
1.4
0.2
0.8
0.2
1.8
0.6
0.4
0.7
0.6
1.0
0.4
0.5
1.3
0.8
0.7
0.9
1.7
0.8
0.9
1.0
0.6
0.8
0.6
0.4
1.0
0.7
0.5
Devianza
3.6 - 5.6
3.6 - 5.9
3.6 - 5.2
3.5 - 5.5
2.1 - 7.1
3.7 - 5.5
3.4 - 4.8
3.3 - 5.7
3.6 - 4.3
3.2 - 5.0
2.6 - 5.5
2.7 - 5.9
3.6 - 4.0
2.6 - 5.5
3.5 - 3.9
1.7 - 5.5
3.0 - 4.6
3.3 - 4.3
2.6 - 4.6
2.5 - 4.9
2.0 - 5.6
3.0 - 3.9
3.0 - 4.0
1.7 - 5.3
2.0 - 4.2
1.5 - 4.1
1.9 - 4.6
1.7 - 5.5
1.7 - 3.6
2.0 - 4.0
2.0 - 4.1
1.7 - 3.8
2.0 - 3.4
2.0 - 3.4
2.4 - 3.6
1.5 - 5.0
2.0 - 3.4
2.0 - 3.3
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
59
MANUALE 19
24-09-2002
10:08
Pagina 60
>>
INDICE DELLA PERCEZIONE DEI PAESI CORRUTTORI BPI 2002
Classifica Nazione
77
81
85
88
89
93
95
96
98
101
102
Pakistan
Filippine
Romania
Zambia
Albania
Guatemala
Nicaragua
Venezuela
Georgia
Ucraina
Vietnam
Kazakhistan
Bolivia
Cameroon
Ecuador
Haiti
Moldavia
Uganda
Azerbaijan
Indonesia
Kenya
Angola
Madagascar
Paraguay
Nigeria
Bangladesh
Voto
CPI
2.6
2.6
2.6
2.6
2.5
2.5
2.5
2.5
2.4
2.4
2.4
2.3
2.2
2.2
2.2
2.2
2.1
2.1
2.0
1.9
1.9
1.7
1.7
1.7
1.6
1.2
Ricerche
Utilizzate
3
11
7
4
3
6
5
10
3
6
7
4
6
4
7
3
4
4
4
12
5
3
3
3
6
5
Deviazione
Standard
1.2
0.6
0.8
0.5
0.8
0.6
0.7
0.5
0.7
0.7
0.8
1.1
0.4
0.7
0.3
1.7
0.6
0.3
0.3
0.6
0.3
0.2
0.7
0.2
0.6
0.7
Devianza
1.7 - 4.0
1.7 - 3.6
1.7 - 3.6
2.0 - 3.2
1.7 - 3.3
1.7 - 3.5
1.7 - 3.4
1.5 - 3.2
1.7 - 2.9
1.7 - 3.8
1.5 - 3.6
1.7 - 3.9
1.7 - 2.9
1.7 - 3.2
1.7 - 2.6
0.8 - 4.0
1.7 - 3.0
1.9 - 2.6
1.7 - 2.4
0.8 - 3.0
1.7 - 2.5
1.6 - 2.0
1.3 - 2.5
1.5 - 2.0
0.9 - 2.5
0.3 - 2.0
Note esplicative:
Una descrizione più dettagliata del CPI 2002 è disponibile sul sito www.transparency.org/cpi/index.html#cpi oppure
www.gwdg.de/~uwvw/2002.html
Il punteggio del CPI 2002
Si riferisce alla percezione del grado di corruzione come vista da uomini politici e analisti, e ordina con punteggi che vanno
da 10 (molto corretto) a 0 (altamente corrotto).
Ricerche utilizzate
Ci si riferisce al numero di ricerche che hanno valutato il rendimento di un paese. È stato usato un totale di 15 indagini da 9
istituzioni indipendenti, ed è richiesto di risultare almeno in 3 di queste indagini perché un paese compaia sul CPI.
Deviazione standard
Indica le differenze nei valori delle fonti: più alta è la deviazione standard, più alte sono le differenze di percezione di un
paese fra le fonti.
Devianza
Fornisce il maggiore e il minor valore delle differenti fonti.
60
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
Indice dei Corruttori 2002 (BPI)
Elenca i 21 maggiori esportatori
Classifica
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
Nazione
Voto
Australia
Svezia
Svizzera
Austria
Canada
Paesi Bassi
Belgio
Regno Unito
Singapore
Germania
Spagna
Francia
Stati Uniti
Giappone
Malesia
Hong Kong
Italia
Corea del Sud
Taiwan
Cina (Rep. Pop.)
Russia
8.5
8.3
7.7
8.2
8.1
7.8
7.8
6.9
6.3
6.3
5.8
5.5
5.3
5.3
4.3
4.3
4.1
3.9
3.8
3.5
3.2
Note:
Rileva i maggiori esportatori che pagano tangenti ai funzionari pubblici.
La votazione va da 0 a 10:
10: nazione che non corrompe
0: nazione altamente propensa a corrompere
La ricerca condotta in 14 mercati emergenti ha posto domande a più di 770 dirigenti senior delle maggiori società, delle
Camere di Commercio, delle società di auditing, Banche e studi legali. Sono stati inclusi i dirigenti delle multinazionali residenti nei rispettivi paesi. Le domande vertevano sulla propensione a corrompere funzionari pubblici.
La ricerca è stata condotta nei seguenti mercati che rappresentano il 60% del totale delle importazioni delle economie emergenti:
Africa: Marocco - Nigeria - Sud Africa
America Latina: Argentina - Brasile - Colombia
Asia/Pacifico: India - Indonesia - Filippine - Sud Corea - Tailandia
Europa: Ungheria - Polonia - Russia
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
61
MANUALE 19
24-09-2002
10:08
Pagina 62
ELENCO DEI SETTORI INDUSTRIALI
MAGGIORMENTE PROPENSI A CORROMPERE
CASO MILANO
I RISULTATI DELLA LOTTA CONTRO LA CORRUZIONE
Corruzione nei vari settori di attività
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
Lavori pubblici e edilizia
Industria armi e difesa
Petrolio e gas
Beni immobili/proprietà
Telecomunicazioni
Energia e trasmissioni
Settore minerario
Trasporti
Farmaceutici e sanità
Industria pesante
Banca e finanza
Aviazione civile
Silvicoltura
IT
Pesca
Industria leggera
Agricoltura
1.3
1.9
2.7
3.5
3.7
3.7
4.0
4.3
4.3
4.5
4.7
4.9
5.1
5.1
5.9
5.9
5.9
Grazie all’azione della Magistratura milanese e al forte coinvolgimento dell’opinione pubblica, proprio a Milano, i dati che seguono dimostrano i risultati benefici per i cittadini della lotta alla corruzione – Dati rilevati nel 1994 – 1995*
Nella città corrotta
Indice di costo
opere pubbliche
100
opere di manutenzione
100
Costo opera (Lit.)
passante ferroviario
1994 mld
metropolitana (al Km)
300-350/mld/km
aeroporto Malpensa 2000 4220 mld
Dopo la lotta alla corruzione
60-80
60-80
1452 mld
150-250 mld/Km
1990 mld
I risparmi consentono maggiori investimenti per la città e per i cittadini a
parità di costo per la collettività.
I risparmi possono anche tradursi in minori tasse!
Il carico fiscale in Italia è tra i più alti in Europa mentre i servizi sono ad un
livello bassissimo: la tabella dimostra dove andavano a finire parte dei soldi
pagati dai contribuenti.
La corruzione costa a tutti i cittadini, impedisce uno sviluppo libero della società, costituisce i fondi per distorcere e minare le regole della democrazia. La corruzione rende disponibili fondi per far emergere personaggi corrotti.
* Fonti: Comune di Milano – Ragioneria – Società municipali.
62
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
63
MANUALE 19
24-09-2002
10:08
Pagina 64
FORME DI CORRUZIONE E REGOLE PER CONTRASTARLE
Con il Nobel Oscar Arias Sanchez proviamo a elencare alcune tra le molteplici
forme di corruzione, oltre a quella venale e grezza per ciò stesso più facilmente
identificabile e perseguibile. Queste, spesso tollerate o non rilevate in quanto
tali, sono più subdole e aprono la strada alla corruzione sistemica o ambientale:
• corruzione è distribuire privilegi e sinecure per far dimenticare i
principi morali o “comprare” l’avversario
• corruzione è premiare i vizi anziché incentivare le virtù
• corruzione è non fare giustizia in tempi brevi
• corruzione è tollerare le illegalità senza tutelare i cittadini inermi
• corruzione è partecipare alla vita politica senza averne i talenti e le virtù
necessarie, né la volontà di mettersi a servizio dei cittadini
• corruzione è votare un politico corrotto per ottenerne privilegi
• corruzione è votare irresponsabilmente senza accertarsi dell’onestà
morale e intellettuale del candidato
• corruzione è fornire informazioni falsate o partigiane
• corruzione è non chiamare le cose col proprio nome per confondere
gli animi
• corruzione è utilizzare i servizi pubblici mediatici per trasmettere
programmi che privilegiano l’interesse di pochi a scapito
dell’interesse dell’intera società.
L’esperienza di TI ci insegna che ci sono comunque delle regole base che ci aiutano a contrastare la corruzione impedendo la contaminazione della Società:
• insegnare i vantaggi sociali dei comportamenti onesti e gli svantaggi dei
comportamenti corrotti sin dall’inizio della scolarizzazione
• evidenziare il minor costo per la società intera quando il
comportamento onesto è l’atteggiamento abituale
• evidenziare il costo dei privilegi e il peso delle ingiustizie sui cittadini
• condannare pubblicamente e vigorosamente la corruzione e il
privilegio a tutti i livelli, rendendone evidenti i costi materiali e morali
• rendere l’apparato pubblico e lo Stato quanto più snello possibile e
quanto più vicino ai cittadini evitando sempre e comunque che lo
Stato sia contemporaneamente controllore e controllato.
Esistono situazioni politico-ambientali che favoriscono la diffusione della corruzione sistemica:
• alta concentrazione di potere senza adeguata responsabilizzazione
• basso coinvolgimento della società civile e delle loro associazioni nelle
decisioni pubbliche
• burocrazia potente e non responsabilizzata
• pesante influenza dei governi nei processi economici
• situazioni di monopolio/oligopolio o comunque situazioni di privilegio
all’interno del sistema economico
• limitata indipendenza della Magistratura o di altre Istituzioni
super partes
• conformismo culturale epidemico
• conformismo dell’informazione
• regolamenti oscuri e complicati
• imposizioni ingiustificate o non pertinenti all’interesse primario
dei cittadini.
64
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
65
MANUALE 19
24-09-2002
10:08
Pagina 66
TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA
ASSOCIAZIONE CONTRO LA CORRUZIONE
GLI ATTEGGIAMENTI DEGLI ITALIANI
VERSO LA CORRUZIONE
(Ricerca effettuata con la collaborazione dell’Istituto CIRM - Market Research)
SCHEDA DI RICERCA
Numero ricerca
21301
Committente
Transparency International Italia
Universo di riferimento
Circa 48 milioni di italiani di almeno 18 anni
Interviste
827 interviste telematiche con tecnologia Eurotop
Ricercatori
Dott.ssa Laura Castelnuovo
Dott. Matteo Tessera
Dott.ssa Diletta Cicoletti
Periodo esecuzione field
9 marzo - 11 marzo 2001
Contenuti del documento
Rapporto conclusivo e grafici
La ricerca è stata effettuata nel rispetto delle norme deontologiche fissate dal
Codice Internazionale ICC/ESOMAR per le ricerche sociali e di marketing, e del
manuale di qualità ISO 9001
Milano, 12 marzo 2001
Laura Castelnuovo
Project Leader
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
67
MANUALE 19
1
24-09-2002
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Pagina 68
Alcuni sostengono che “intimidazione e corruzione sono le armi che
la criminalità usa per impossessarsi dello stato”. Secondo lei le
istituzioni difendono adeguatamente il cittadino da questo pericolo?
Il cittadino è difeso
14
3
Secondo lei, il sistema della corruzione in Italia è stato totalmente
scoperto o vi sono ancora delle zone di corruzione inesplorate?
È stato totalmente scoperto
3
5
20
Il cittadino non è difeso
Vi sono ancora zone di corruzione inesplorate
76
76
Senza opinione
Senza opinione
4
2
10
4
2
93
93
Alcuni sostengono che “l’illegalità è raramente punita e che quasi
tutti i reati contro il patrimonio restano impuniti”. Secondo lei
questa affermazione è:
Vera
4
Secondo lei, per i cittadini, la corruzione:
È un costo economico molto elevato
46
66
52
85
In parte vera, ma un po’ esagerata
È un costo non particolarmente elevato
12
49
43
11
Falsa
Non è un costo economico
10
1
2
3
Senza opinione
3
2
Anno di riferimento:
68
Senza opinione
12
3
1998
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
2001
Anno di riferimento:
1998
2001
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
69
MANUALE 19
5
24-09-2002
10:08
Pagina 70
Secondo lei, in quale dei seguenti settori è più presente il sistema
della corruzione? (Domanda posta solo al 93% che ritiene “vi siano
ancora zone di corruzione inesplorate”)
Nella politica
34
38
Nella Pubblica Amministrazione
27
25
Nel mondo degli affari
21
16
Nella società civile
9
7
Nella magistratura
5
9
Senza opinione
4
5
Anno di riferimento:
70
1998
Parte terza Indici, statistiche e sondaggi
2001
MANUALE 19
24-09-2002
10:08
Pagina 72
INTERVALLO © Agostino e Franco Origone
72
Intervallo
INTERVALLO © Agostino e Franco Origone
Intervallo
73
MANUALE 19
24-09-2002
10:08
Pagina 74
PARTE QUARTA
CHI È
TRANSPARENCY
INTERNATIONAL?
MANUALE 19
24-09-2002
10:08
Pagina 76
CHI È TRANSPARENCY INTERNATIONAL?
Transparecy International è una organizzazione non governativa, non-profit, fondata nel maggio 1993 a Berlino. Scopo privilegiato di TI è quello di sviluppare
un approccio globale contro la corruzione, lottando in modo particolare contro
la grande corruzione sia a livello internazionale che nazionale.
TI da allora si è rapidamente diffusa in tutto il mondo, attualmente è operativa in
oltre 80 nazioni.
In Italia, anche sull’onda della forte indignazione pubblica nei confronti della
corruzione provocata dalla vicenda di Mani Pulite, persone di diversa estrazione
sociale e professionale (imprenditori, accademici, funzionari e privati), sensibili
al problema hanno dato impulso alla creazione della sezione italiana di TI.
Che cosa si propone TI:
• frenare la corruzione attraverso la cooperazione internazionale, per spingere
i governi a promuovere e ad attuare leggi efficaci, linee politiche e programmi
anti-corruzione
• consolidare il sostegno dell’opinione pubblica ai programmi anti-corruzione
e accrescere il livello di trasparenza e responsabilità nelle relazioni economiche
e commerciali nazionali e internazionali e ad operare al più alto livello possibile di integrità, favorendo l’applicazione dei Patti di Integrità
• TI non vuole ergersi a giudice dei particolari sistemi politici, economici o sociali, ma mira a rafforzare le regole e le procedure di comportamento più corrette e trasparenti a livello globale, nell’interesse della collettività.
Come agisce TI:
• facendo convergere gli sforzi di associazioni, organizzazioni e semplici cittadini, allo scopo di collaborare con i governi e di stimolarli allo sviluppo e alla
realizzazione di programmi anti-corruzione
• avviando centri di informazione e conducendo ricerche con finalità pratiche
sulle strategie per combattere la corruzione
• stimolando pubblici dibattiti e lanciando campagne di informazione per accrescere la consapevolezza civile del danno causato dalla corruzione, della necessità di opporvisi e dei mezzi per ridurla
• costituendo sedi nazionali di TI, che promuovano nei loro Paesi programmi
anti-corruzione in conformità con i valori e l’approccio di TI.
corruzione non è un male inevitabile? Come poter cambiare questa mentalità distorta? Come fare per raggiungere il maggior numero di persone possibili e sensibilizzarle al problema?
Convinti come siamo che i giovani debbano essere consci che il loro avvenire è
nelle loro mani di cittadini consapevoli, tentiamo di offrire una serie di punti di
riferimento morali e istituzionali in grado di rafforzare le loro coscienze.
La Sezione italiana di Transparency International è capofila del Progetto
Educazione “Ruolo attivo dell’educazione civica e morale nel rafforzamento
della società civile contro il crimine e la corruzione” all’interno dell’organizzazione internazionale sia per l’esperienza accumulata che per la partecipazione
che abbiamo potuto riscontrare sia nelle Scuole che nelle Istituzioni.
Ben consci del problema, dell’utilità e della valenza sociale del progetto, ogni
anno sia il Ministero della Pubblica Istruzione che i rispettivi Uffici Scolastici
Provinciali hanno aderito al nostro progetto. I corsi si stanno svolgendo con regolarità dal 1997 nelle Province autorizzate annualmente.
Le lezioni vengono svolte da magistrati, docenti , imprenditori, liberi professionisti, che gratuitamente portano la loro esperienza dando vita ad un interessante
dibattito, avvicinando altresì la Scuola e gli allievi alle istituzioni che rappresentano.
TI-It crede che uno dei migliori modi per combattere il fenomeno corruzione sia
sensibilizzare e rendere consapevoli i cittadini e le forze vive della società contro questo malcostume, in qualsiasi forma esso si presenti.
Quale migliore occasione che quella di spingere i giovani cittadini alla riflessione sui vantaggi collettivi di comportamenti etici?
TI per la scuola:
Che fare per combattere la corruzione? Come poter convincere la società che la
76
Parte quarta Chi è Transparency?
Parte quarta Chi è Transparency?
77
MANUALE 19
24-09-2002
10:08
Pagina 78
RENDICONTO ATTIVITÀ ANNO 2001
UNIVERSITÀ
SEMINARI
Direzione: Presidenza
Milano
14-20-22.02.2001
ASERI (Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali)
Master in mercati e istituzioni del sistema globale
Università Cattolica Milano
Relatori: M.Anderlini (Caux Junior Roundtable Moral
Rearmament Foundation) - G.Bonino (Shell Italia) M.T.Brassiolo (TI-It) - V.Carnevali (TI-It) - L.Campese (Decision
Italia) - L.Lami (Giornalista, scrittore)
Organizzato da ASERI
Piacenza
14.05.2001
Milano
08.06.2001
Milano
24.10.2001
Politecnico di Piacenza
Seminario: Integrità aziendale come motore di progresso e di
successo - la responsabilità sociale dell’azienda e dei suoi
attori nell’era della globalizzazione
Relatori: R.Manigrasso (Politecnico di Milano) - M.Anderlini
(Caux Junior roundtable Moral Rearmament Foundation) - G.
Tavaroli (Pirelli SpA) - V.Carnevali (TI-It) - M.T.Brassiolo (TI-It)
Organizzato dal Politecnico di Piacenza
Università degli Studi Milano - Scienze Politiche
Lotta alla corruzione: esperienze locali e internazionali
Relatori: G.Venturini (Università) - M.T.Brassiolo (TI-It) A.Leuci (TI-It) - P.Magrini (Consulente Presidenza del Consiglio
dei Ministri)
Interventi di: R.De Corato (Vice-sindaco MI) - L.Lami
(Giornalista, scrittore)
Organizzato dall’Università degli Studi di Milano
Università degli Studi
Master in diritto e finanza negli scambi internazionali
Relatori: M.T.Brassiolo - V.Carnevali
EDUCAZIONE
RUOLO ATTIVO DELL’EDUCAZIONE CIVICA E
MORALE NEL RAFFORZAMENTO DELLA SOCIETÀ
CIVILE PER RESISTERE AL CRIMINE E ALLA
CORRUZIONE.
Direzione: L.Esposito Marafon
Coordinamento Liguria: A.Leuci - Coordinamento Cuneo, Alba,
Asti: PolEtica
I seminari sono realizzati grazie al sostegno di Shell Italia S.p.A.
Piacenza
15.01.2001
Relatori: M.D’Onofrio (Magistrato) - M.T.Brassiolo (TI-It) E.Calcaterra (Giornalista) - M.Puppi (Assessore LL PP BG) V.Carnevali (TI-It)
Savona
21.02.2001
Relatori: B.Berta (Vice-sindaco SV) - M.T.Brassiolo (TI-It) R.D’Onofrio (Il Secolo XIX) - V.Scolastico (Magistrato) R.Provera (TI-It)
Imperia
28.02.2001
Relatori: M.T.Brassiolo (TI-It) - L.Carli (Magistrato) - A.Colussi
(Imprenditore) - R.Provera (TI-It) - G.Schiano di Pepe (Università
GE-IM)
Alessandria
05.03.2001
Relatori: F.Calvo (Sindaco AL) - G.Aschero (Imprenditrice) M.Maresca (Magistrato) - P.Dulcetta (Emergency) M.T.Brassiolo (IT-It)
La Spezia
21.03.2001
Torino
27.04.2001
Cuneo
26.10.2001
Alba
27.10.2001
78
Parte quarta Chi è Transparency?
Relatori: M.C.Failla (Magistrato) - G.Pagano (Sindaco SP) R.Provera (TI-It) - R.Nastri (Comitato Prov. Piccola Industria) R.Sottanis (Il Secolo XIX)
Relatori: A.Alvazzi Del Frate (UNICRI) - R.Cota (Presidente
Consiglio Regione Piemonte) - M.Maddalena (Magistrato) E.Calcaterra (Giornalista) - M.Anderlini (Caux Junior roundtable
Moral Rearmament Foundation ) - M.T.Brassiolo (TI-It) - Liceo
L.Des Ambrois (Testimonial)
Relatori: M.T.Brassiolo (Presidente TI-It) - E.Allario (Assessore
all’ambiente) - A.Berbardi (Magistrato) - M.Verna (Imprenditore)
- M.Bosonetto (Giornalista - LA STAMPA)
Relatori: M.T.Brassiolo (Presidente TI-It) - G.Rossetto (Sindaco
di Alba) - R.Ghio (Magistrato) - M.Verna (Imprenditore) M.T.Olivero (Giornalista Gazzetta d’Alba)
Parte quarta Chi è Transparency?
79
MANUALE 19
24-09-2002
Treviglio
19 e 26.11.2001
TEATRO
Lombardia
da 01.2001
10:08
Pagina 80
Nuovo progetto - Seminario pilota
Seminario per rappresentanti di classe e d’istituto sul tema:
Ruolo della legge e dell’etica nella scuola
Relatori: S.Aldisio - G.Beolchi - A.Leuci - M.T.Brassiolo L.Marafon
PROGETTO TEATRO DI TI-IT
Direzione: L.E.Marafon - O.Ziccardi
Elaborazione e presentazione progetto
Evento teatrale per il circuito scolastico sul tema della
corruzione
In collaborazione con Istituzioni e Accademie teatrali
O.Ziccardi - L.E.Marafon - M.T.Brassiolo - M.Robecchi
Il progetto è realizzato grazie al sostegno della Regione
Lombardia
IMPRESA
PROGETTO IMPRESA
Direzione: Presidenza
Integrità aziendale come motore di progresso e di successo - la
responsabilità sociale dell’azienda e dei suoi attori nell’era della
globalizzazione
Erba
10.05.2001
API, Lecco:
Convenzione OCSE - Responsabilità figura giuridica
Relatori: M.Anderlini (Imprenditore-Caux Junior roundtable
Moral Rearmament Foundation ) - V.Carnevali (TI-It) L.Campese (DECISION Italia) - M.T.Brassiolo (TI-It)
Brescia
28.05.2001
Partecipazione all’incontro organizzato dall’AIB (Associazione
Industriale Bresciana):
Criminalità organizzata ed economia criminale - Un pericolo
per la libera impresa
M.Vitale - M.T.Brassiolo - M.Anderlini
Milano
da 15.05.2001
Progetto Confindustria:
Convenzione OCSE - Responsabilità figura giuridica
Una opportunità irripetibile
M.T.Brassiolo - A.Cerreta - B.Cova - U.Draetta - L.Giannitrapani
- R.Provera - E.Savona
PATTI DI
INTEGRITÀ
PROGETTO T.I. PATTI DI INTEGRITÀ
Direzione: Presidenza
Follow-up e promozione Patti di Integrità
Bergamo-Roma
10.01.2001
Controdeduzioni per l’Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici
P.Notari - M.Anderlini
Genova
da 01.2001
Follow-up (R.Provera)
Varese
da 2000
M.T.Brassiolo - V.Carnevali
Lecco
10.05.2001
Seminario presso API (Associazione Piccole Imprese) di Lecco
(organizzato da API Lecco - GiovaniImprenditori )
Bergamo
da 2000
M.T.Brassiolo - V.Carnevali - P.Notari
Bergamo
30.10.2001
Incontro preliminare sul tema:
Ente pubblico - Impresa Privata - L.300 - Responsabilità della
figura giuridica. Una opportunità.
M.Anderlini - M.T.Brassiolo - V.Carnevali - M.Puppi L.Giannitrapani - ACEB
Savona-BresciaPromozione Patti di Integrità
Avigliana
M.T.Brassiolo - A.Leuci - M.Puppi - V.Carnevali
Regione Piemonte e
Provincia di Milano
da 2001
80
Parte quarta Chi è Transparency?
Parte quarta Chi è Transparency?
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MANUALE 19
24-09-2002
ETICA
Milano
09.2000 - 09.2001
Castellanza
17.12.2001
10:08
Pagina 82
PROGETTO ETICA
Direzione: A.Leuci
Elaborazione Codice Etico per l’Associazione Donne
Imprenditrici e Dirigenti d’Azienda
In collaborazione con AIDDA, SODALITAS e Università LUIC
F.Ghizzoni - E.Sacconi - M.T.Brassiolo
Partecipazione al progetto Q-RES
Promosso da CELE Università LIUC
A.Leuci - M.T.Brassiolo
PUBBLICAZIONI A.Leuci
R.Provera
R.Provera
INCHIESTE
Milano
17.03.2001
Etica o Caos (edizione italiana e inglese)
Fighting corruption in development aid
Impresa e corruzione
INCHIESTE E SONDAGGI
Direzione: Comitato Esecutivo
2001: Gli italiani e la corruzione - Sondaggio biennale
sull’interesse degli italiani al tema della corruzione
Promosso da TI-It - Elaborato da CIRM Research
Follow-up iter legislativo di ratifica
VARIE NAZIONALI
Milano-Roma
10.01.2001
Convenzione OECD: follow-up iter legislativo di ratifica
Milano
da 06.2000
Incontri per la formazione dei gruppi di lavoro TI-It Toscana
Milano
da 10.2000
Incontri per la formazione dei gruppi di lavoro TI-it Roma
M.Anderlini - M.T.Brassiolo - V.Carnevali - Guadalupi G.Pandini - M.Puppi
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Parte quarta Chi è Transparency?
VARIE INTERNAZIONALI
Roma-MilanoParigi
01.04.2001
Rapporto sull’implementazione della Convenzione OCSE
P.Magrini - L.Borlini
Roma
28.05.2001
Visita di studio dei delegati delle Istituzioni Lituane: Metodi
di rilevamento del riciclaggio - Organizzato da IDLI
G.Laganà
Slovacchia
03-07.09.2001
01-05.10.2001
Supporto della Commissione europea alla Repubblica
Slovacca nel campo della lotta alla corruzione e al crimine:
Seminari per Funzionari Corte dei Conti: Etica e corruzione.
I codici etici. Cooperazione internazionale nella lotta alla
corruzione
A.Leuci
Genova
31.08.2001
Intervento presso Ministero Affari Esteri, Ministero delle
Attività Produttive, Istituto Commercio Estero,Confindustria
per lotta alla corruzione nella cooperazione industriale e aiuti
allo sviluppo
R.Provera
Praga
07.10.2001
Assemblea Generale Annuale TI
M.T.Brassiolo - L.Giannitrapani - L.Konigsman - A.Leuci L.E.Marafon - R.Provera
10^IACC International Anti-Corruption Conference
M.T.Brassiolo - L.Giannitrapani - L.Konigsman - A.Leuci L.E.Marafon - R.Provera
Praga
09.10.2001
Praga
10.10.2001
Workshop: Rompere gli schemi - Programma Educazione TIIt
M.T.Brassiolo - L.E.Marafon
Milano-Berlino
11.2001
Istituzione di un network internazionale sul progetto
educazione
L.E.Marafon - M.T.Brassiolo - L.Møller
Genova
da 12.2001
Ministero Affari Esteri-Ministero di Grazia e Giustizia
Sellecito adesione Italia a GRECO
R.Provera
Parte quarta Chi è Transparency?
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MANUALE 19
24-09-2002
10:08
Pagina 84
CONVEGNI
U.S.A.-Genova
01-03.2001
Partecipazione al: Forum telematico Banca Mondiale - DEBT
RELIEF
R.Provera
Milano
15-20.01.2001
Partecipazione agli: Stati Generali di Milano, promossi dal
Comune di Milano
M.T.Brassiolo - L.Konigsman - L.E.Marafon
Milano
23-24.01.2001
Conferenza regionale dell’associazionismo
(A.Galbani)
Milano-KeniaBerlino
07.2001
Consultazione telematica mondiale di TI su “DEBT RELIEF”
M.T.Brassiolo - M.Anderlini
Milano
17.03.2001
Convegno: 2001: Milano è ancora la città simbolo della lotta
alla corruzione?
Promosso da TI-It - Osservatorio per la legalità - Per una Torino
vivibile - PolEtica - I responsabili
Roma
28.03.2001
Partecipazione 2° Conferenza nazionale sull’organizzazione
mondiale del commercio OMC/WTO
R.Provera (TI-It)
Saint Vincent
29.03.2001
Partecipazione al Forum: GOVERNANCE MONDIALE
M.T.Brassiolo - L.Konigsman
Courmayeur
13-16.09.2001
Seminario: Verso la ratifica della convenzione delle Nazioni
Unite contro il crimine transnazionale
Organizzato da ISPAC - UN
M.T.Brassiolo - Consigliere ISPAC
Milano
30.10.2001
Partecipazione incontro: Da Durban alle Torri Gemelle:
razzismo, schiavitù, tirannia
Organizazione: Comitato R.Mieli - Comitato T.Jefferson
M.T.Brassiolo
Genova
23.11.2001
Partecipazione: La trasparenza nel mondo economico - Ruoli e
procedure delle recenti leggi
Organizzato dalla Commissione Costituzionale (A.Leuci)
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Parte quarta Chi è Transparency?
Milano
01.12.2001
Partecipazione alla presentazione della ricerca OMICRON
Comunità Europea
Influenza della criminalità straniera sulle strutture sociali
nazionali
L.E.Marafon
Milano-Roma
01.12.2001
10 anni di Premi Nobel a Milano a beneficio dell’umanità
M.T.Brassiolo - M.Anderlini - M.Calleri - M.Bedoni
Parte quarta Chi è Transparency?
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Pagina 86
CODICE ETICO DI TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA (TI-It)
“Tutto l’oro nascosto sotto terra, tutto l’oro serbato sopraterra, tutto l’avere del mondo non
è da comparare con la virtù” (Leon Battista Alberti, (1404-1472), “I libri della Famiglia”,
pag. 180.)
Preambolo dello Statuto del capitolo italiano TI It, del 19.07.96
“Considerando l’importanza dei problemi etici, sociali, economici, finanziari e politici
posti dal problema della corruzione; considerando la dimensione internazionale e i molteplici aspetti che la corruzione può assumere; considerando che la lotta contro la corruzione
riguarda l’insieme dei cittadini e delle forze vive di tutte le Nazioni; considerando che la
corruzione è una malattia mortale della democrazia e dei diritti umani, perché altera e distrugge i rapporti di convivenza civile, sociale, economica e politica”.
Transparency International Italia (TI-It) si dà questo codice di etica che i soci sottoscriveranno e si impegnano a realizzare.
1. Trasparenza in tutti i campi, in ogni azione individuale, collettiva, privata e pubblica in
modo che ne discenda un comportamento etico.
2. Trasparenza per divulgare a tutti i cittadini questi principi.
3. Trasparenza nelle decisioni degli affari pubblici, in modo che da ogni spesa si ottenga
il massimo valore nell’interesse dei cittadini.
4. Trasparenza affinché gli acquisti di beni e gli investimenti vengano realizzati nei tempi
previsti evitando comportamenti dilatori allo scopo di realizzare illeciti vantaggi.
5. Trasparenza nella redazione di leggi e regolamenti evitando che siano al servizio di
interessi corporativi.
6. Trasparenza nella assegnazione di cariche pubbliche onde evitare scambi di favori tra
chi nomina ed è nominato.
7. Trasparenza nel denunziare pratiche che comportino lo spreco del denaro pubblico.
8. Trasparenza per evitare conflitti di interesse e posizioni di controllori che si
autocontrollano.
9. Trasparenza nelle informazioni attraverso qualunque mezzo in modo che i fruitori
siano correttamente edotti e non coartati.
Firma per accettazione _______________________________
MANUALE 19
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10:08
Pagina 88
SALVA LE MELE BUONE, AIUTA T.I. !
PER RAFFORZARE
LA SOCIETÀ CIVILE
CONTRO LA CORRUZIONE.
Con la presente desidero:
C.F. 971862 FARE UNA DONAZIONE MA NON ASSOCIARMI A TI-It
La richiesta di adesione a TI-It deve avvenire al contestuale versamento della quota associativa.
Inoltre dichiaro di essere a conoscenza dei sottoelencati articoli dello statuto di TI-It:
art.6.2 - La richiesta di adesione deve essere accompagnata dalla accettazione in forma scritta del Codice Etico.
art.6.3 - L’adesione è preclusa a chi sia stato condannato per reati di corruzione e di concussione o per altri illeciti penali che
comportino incompatibilità sostanziale con le finalità dell’Associazione, valutata di volta in volta dal Collegio dei Probiviri.
DATI ANAGRAFICI
Cognome
Indirizzo
Nome
Professione
Città-Provincia
C.A.P.
Tel. abitazione
Fax abitazione
Tel. ufficio
Fax ufficio
Eventuale ulteriore recapito per invio corrispondenza
Indirizzo
Città-Provincia
Tel
Fax
C.A.P.
ULTERIORI INFORMAZIONI
* I dati forniti sono soggetti alla legge n. 675 del 31 dicembre 1996 per la “Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al
trattamento di dati personali”
* Dall’anno 2000 la quota associativa a TI-It sarà per le persone non meno di 40 euro, mentre per le società, fondazioni ed
associazioni non meno di 150 euro.
* Le modalità di versamento della quota associativa e delle donazioni sono:
- invio assegno bancario o circolare intestato a TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA non trasferibile
- bonifico bancario a favore di TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA presso INTESA BCI Cariplo Ag. 21 di Milano
conto corrente n° 171901/43
- versamento sul conto corrente postale n° 14192249 intestato a TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA
Data di compilazione____________________________
TRANSPARENCY INTERNATIONAL ITALIA
ASSOCIAZIONE CONTRO LA CORRUZIONE
Sezione Italiana di TRANSPARENCY INTERNATIONAL (TI)
Via Zamagna, 19 - (I) 20148 - Milano
tel: +39-02-40093560 - fax: +39-02-406829
e-mail: [email protected] - www.transparency.it
Angela Leuci Porfirione
DESIDERO ASSOCIARMI A TI-It PER L’ANNO 20___
MANUALE DI ETICA PER IL TERZO MILLENNIO
Pregasi compilare egualmente la scheda per il rilascio della ricevuta di versamento.
MANUALE 19
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10:08
Pagina 90