Due grandi multinazionali hanno in mano i produttori di caffè
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Due grandi multinazionali hanno in mano i produttori di caffè
LA JORNADA 13 de marzo de 2010 Número 30 Directora General: CARMEN LIRA SAADE Director Fundador: CARLOS PAYAN VELVER Suplemento Informativo de La Jornada Traduzione in italiano a cura di Maria Moretti, Ctm Altromercato I produttori di caffè nelle mani di Nestlè e AMSA Due grandi multinazionali hanno in mano i produttori di caffè messicani. Sono la svizzera Nestlé – leader globale negli alimenti, presente con 500 fabbriche da 8500 prodotti in più di 70 paesi – e Agroindustrias Unidas de México (AMSA), che controlla circa il 50% delle esportazioni del prodotto del paese, calcolate in un milione di sacchi da 60 kgs, e che in molte regioni è la unica cliente che opera senza concorrenza. Nestlé ha fatto investimenti per 600 milioni di dollari in Messico negli ultimi 5 anni nei suoi diversi rami di azienda e nello scorso febbraio, a Davos, Svizzera, il presidente Felipe Calderon ha annunciato con il DG della multinazionale, Paul Bulcker, nuovi investimenti per 400 milioni per il 2010-13, la maggior parte dei quali serviranno per ampliare la fabbrica di caffè di Toluca, e convertirla nella più grande del mondo. E AMSA, dicono i produttori, è strettamente legata a Nestlé giacché la prima fa la selezione di alcuni tipi di caffè (per esempio il Ixhuatlán del Café Veracruz, che richiede Nestlé per il Nespresso), fornisce servizi come il beneficiamento, e anche alcune certificazioni (come la Rainforest) con le quali queste compagnie stanno inglobando il concetto di caffè biologico, originariamente pensato per premiare i contadini che non utilizzano agrochimici. Alcuni contadini che hanno chiesto di rimanere anonimi, spiegano i danni che queste imprese – al momento impegnate nel rafforzamento della produzione di solubili da esportazione (soprattutto per gli USA) – provocano, tra i quali: Reclutano funzionari federali e statali per spingere progetti d’impresa e raccolta di fondi pubblici (anche provenienti dalle tasche dei produttori). Su questo punto si fa il nome di Rodolfo Trampe, coordinatore nazionale del Sistema Producto Café (SPC), il quale ha chiesto ai produttori che “vendano più caffè a Nestlé”. Dentro al SPC gli industriali stanno cercando il modo di imporre ai produttori un versamento di 1 o 2 pesos per sacco, da utilizzare per assoldare tecnici per progetti speciali, come quello dei “Caffè naturali” in cui Nestlé ha un particolare interesse. Le imprese stanno interferendo anche nella rappresentanza dei produttori. Ultimamente Gabriel Barreda, conosciuto compratore di Nestlé è stato “scelto” come dirigente dell’ Unión Nacional de Productores de Café de la Confederación Nacional Campesina (CNC), e Aristeo Ortega, altro compratore per conto dell’impresa, è rappresentante del Sistema Producto Café di Puebla. Félix Martínez, del direttivo di Nestlé, è oggi presidente del consiglio direttivo di AMECAFE il braccio giuridico di SPC. Attraverso cooperative fantasma o formate grazie a produttori soci, AMSA sta trasferendo sussidi del Programa de Trópicos Húmedos de la Secretaría de Agricultura, mentre i contadini caficultores stanno cercando da anni appoggi pubblici senza successo. “L’impresa inserisce nomi di produttori nelle sue cooperative senza chiedere il permesso agli stessi, e raccolgono il denaro. I compagni non li denunciano perché AMSA è l’unico compratore qui, nessun altro. Temono rappresaglie” , segnala un produttore Ixhuatlán del Café, che ha aggiunto che li il dominio di AMSA è assoluto; al punto che alcuni anni fa c’erano anche delle imprese a conduzione famigliare che compravano, ma sono fallite, como fallirono anche molti produttori di caffè, soprattutto di grandi dimensioni, a causa della crisi mondiale dei prezzi del coloniale del 1989. I 4000 produttori che sopravvivono li hanno appezzamenti di 1 – 5 ettari ciascuno, però l’effetto sociale è molto grande giacché 40000 persone dipendono direttamente o indirettamente da questa attività. La promozione – con l’appoggio di funzionari e sussidi – di Nestlé per far si che Messico produca caffè robusta e naturale (meno cari) disincentiva l’interesse delle organizzazioni di produttori di caffè per la qualità del caffè in grano messicano arabica, e così anche la possibilità di ricevere migliori prezzi dal mercato internazionale. Il caffè messicano è tradizionalmente sottostimato. “Il caffè in ciliegia (non trasformato) ce lo pagano al momento 6 pesos al kg e il quintal di pergamino (45,36 kg di caffè non totalmente lavorato) a 1600, quando sappiamo che si dovrebbero ricevere 9 pesos per il primo e 2000 per il secondo, considerando che c’è scarsità di prodotto a livello mondiale, e conoscendo i prezzi che si paga per il caffè colombiano (arabica anch’esso)” dice un produttore di Coatepec, che commenta anche che la regione è riuscita a resistere alle pressioni di AMSA per il cambio del tipo di caffè verso varietà tecnologicamente più produttire per ettaro ma che garantiscono minore qualità . “5 anni fa il rappresentante di AMSA qui, Francisco Faos, ci ha proposto di unire le terre, e di darle in affitto,(…) ci sono compagni che ci dicono che AMSA gli chiede di cambiare le varietà coltivate, che l’impresa gli fornirà assistenza tecnica, fertilizzanti, e che nel pacchetto sono inclusi i sussidi. Qui abbiamo resistito ma in Chiapas si sono infiltrati più profondamente e hanno più controllo non solo sul caffè convenzionale, ma anche sul biologico”. Un fattore fondamentale è che AMSA finanzia i produttori, fenomeno che appare soprattutto in Chiapas, e con questo si assicura la raccolta del caffè ai prezzi che impone. La incapacità dei coltivatori di caffè di accedere a fonti di finanziamento formali (per la chiusura che le banche hanno verso questo tipo di attività) li pone alla mercé delle imprese. Produttori di Veracruz hanno realizzato delle mobilitazioni continue per manifestare la loro rabbia contro le pratiche di AMSA e Nestlé, “per il grave sfruttamento che operano, manipolando i prezzi per farli scendere sotto il parametro del prezzo di Borsa” Produttori di Ixhuatlán del Café riportano che AMSA induce ribassi arbitrari nei prezzi con la scusa che il suo centro di raccolta è pieno anche – come è successo alcune settimane fa – quando piogge costanti hanno fatto si che ci fosse pagato il caffè di meno per problemi che ci hanno detto essere di qualità; recentemente si è creata una commissione di produttori e funzionari di Veracruz per osservare la situazione dei prezzi che pagano compratori (che, si dice, sono tutti impiegati AMSA perché qui l’unico coyote è quest’impresa, “ed è un coyote grande”) però non ha funzionato, perché “c’è paura di AMSA” . Oltre alle attività nel settore del caffè, iniziate nel 1979, AMSA opera in Messico dal 1948 con acquisti di cotone (leader del settore) . è anche associata con Smithfield nell’azienda di allevamento di suini Carroll de Perote di Veracruz, e finanziatrice di affari nel campo dell’agricoltura, si occupa anche di acquisti di cacao e di cerali. (Lourdes Edith Rudiño).