PDF: FARE18WEB - Unindustria Bologna

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PDF: FARE18WEB - Unindustria Bologna
FARE 1
Logistica di magazzino:
• e-commerce
• doganale iva
• fiscale vini
• a temperatura controllata
• editoriale
Logistica distributiva
• network dedicato al biomedicale e farmaceutico
• trasporto a temperatura controllata
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2 FARE
RIVISTA TRIMESTRALE DI UNINDUSTRIA BOLOGNA
numero 18 dicembre 2012
Direttore Responsabile
Carlo Rossini
Editore
FARE S.r.l.
via Serlio 26 - 40128 Bologna
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UNINDUSTRIA BOLOGNA
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Impaginazione
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Stampa
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www.poligraficiprinting.it
05 FOCUS
Di fronte al 2013
Alberto Vacchi
06 VITA INDUSTRIALE
Carlo Rossini - Anna Merloni
42 ARTICOLO DI COPERTINA - Aziende che crescono, strumenti per crescere
42 Innovazione, efficienza, mercati
Elena Boromeo
50 Si scrive AEO, si legge affidabile
Pubblicità
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52 Un bollino blu targato Europa
PUBBLI’concessionaria editoriale S.r.l.
corso Vittorio Emanuele 113
41100 Modena
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58 La spina dorsale del fare impresa
Foto
Studio Fn, archivio Unindustria Bologna
Giacomo Ruggero
Francesca Rizzi
64 Quarantacinque aziende che fanno crescere Bologna
72 Quale Finanziaria per le imprese
Presidente
Alberto Vacchi
Direttore Generale
Tiziana Ferrari
74 NEWS UNINDUSTRIA
Carlo Rossini
Sedi operative
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Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni di Unindustria Bologna che comunque li ritiene un
contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione
FARE 3
Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana
4 FARE
FOCUS
Di fronte al 2013
E’ passato di corsa, questo 2012. Di cui ci ricorderemo soprattutto per
la grande fatica delle nostre aziende, nel mezzo di una crisi drammatica, su mercati imprevedibili, caotici, ingovernabili.
Una fatica nella quale l’Associazione ha cercato di essere al fianco di
ciascuno di noi, con tutte le sue forze. Alcuni numeri: 4,6 milioni di
euro per contributi alla formazione; mezzo milione di euro per progetti
di internazionalizzazione; 10 Bandi Europei a cui abbiamo fatto accedere dieci nostre piccole imprese. A marzo ne conosceremo gli esiti,
che potrebbero valere diverse decine di milioni di euro, ma è già una
vittoria essere parte del network internazionale che, ne sono certo,
aprirà per queste imprese nuovi mercati.
Sono molte le attività svolte dalla Nostra Associazione, impossibile in
poche righe ripercorrerle tutte, ma mi piace ricordarne alcune.
Il 2012 è stato l’anno delle Assise delle Piccole Imprese; a maggio a Palazzo Albergati, in un confronto all’americana, abbiamo detto in faccia a banche ed enti pubblici che cosa non funziona più. E’ stato l’anno in cui
abbiamo ricordato un amico come Paolo Mascagni attraverso un Premio che ha valorizzato ed esaltato le doti
di quarantacinque imprese che nonostante tutto si sono distinte per la crescita.
Ed è stato l’anno della straordinaria partecipazione di tantissimi di noi (più di 7 mila persone) ad un momento
inedito ma fortemente voluto di conoscenza reciproca come Farete. E’ stato anche l’anno in cui si sono unificati i nostri consorzi per l’energia. Oggi, dopo questa unificazione, CBEG è per dimensioni il secondo consorzio
nazionale. E ciò ci aiuterà nell’unico vero obiettivo: fare risparmiare le imprese sul costo della bolletta elettrica
e del gas.
Certo, il 2012 è stato anche l’anno terribile di chi ha perso in pochi minuti la propria impresa e la propria casa.
A loro esprimo ancora una volta la vicinanza di tutti gli imprenditori bolognesi. Per dimostrare la nostra solidarietà e tenere i riflettori accesi sul tema del terremoto abbiamo lanciato l’iniziativa RicostruiAmo! Tra poche
settimane verrà definita la destinazione dei fondi raccolti che ad oggi hanno raggiunto la cifra di 258.815 euro.
In questo anno abbiamo voluto avviare anche azioni concrete rivolte ai bisogni dei nostri collaboratori, che
sono il vero, insostituibile patrimonio delle nostre imprese e del nostro territorio. Per questo sono stati rilasciati, negli ultimi tre mesi dell’anno, buoni sconto per trenta euro complessivi, sulla spesa alimentare e non,
a ciascuno degli oltre 90 mila dipendenti delle nostre aziende.
Concludo ricordando il nostro impegno per i giovani, veri attori del futuro. Oltre alle fabbriche aperte per la
Giornata dell’Orientamento (che hanno comunque interessato più di 3000 studenti), da gennaio abbiamo
viaggiato di scuola in scuola, per sostenere con fermezza i percorsi tecnici nella cultura e nella formazione dei
nostri figli e dei figli dei nostri collaboratori.
Tutto ciò è stato possibile grazie alla partecipazione, all’impegno personale, alle idee di tanti imprenditori, di
tanti di noi.
Lo stesso impegno lo richiediamo al mondo della politica ed alle istituzioni per costruire insieme a noi un 2013
diverso.
Buon 2013, un 2013 di lavoro, a tutti voi, ai vostri collaboratori, alle vostre famiglie.
Alberto Vacchi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Presidente di Unindustria Bologna
FARE 5
ACEM
La ricerca e lo studio volti a creare le
migliori condizioni di lavoro, soprattutto in termini di efficienza visiva,
per medici, chirurghi e personale di
sala operatoria è per Acem Medical
vita
industriale
Carlo Rossini
Anna Merloni
Invitiamo le aziende della provincia di Bologna
a segnalare notizie su attività, iniziative od avvenimenti che le riguardino, dandone comunicazione all’Ufficio Stampa di Unindustria Bologna
(riferimento Dott. Carlo Rossini, responsabile
della comunicazione dell’Associazione:
[email protected]). La scelta sarà poi
compiuta dalla redazione di FARE.
6 FARE
Le ultime novità nella produzione Acem
sono state presentate a Medica, la principale fiera mondiale di tecnologia medicale,
a Düsseldorf
Company (divisione di Acem Spa)
fondamentale. Gli interventi chirurgici rappresentano una delle sfide
più esigenti per il personale medico
e paramedico e per questo il Reparto Ricerca e Sviluppo di Acem è alla
costante ricerca di nuove soluzioni.
I risultati sono prodotti sempre più
all’avanguardia, a basso consumo
energetico, a basso impatto ambientale grazie all’utilizzo di elementi di
facile smaltimento e con alti livelli
tecnologici e di prestazione, tanto
da reggere e vincere il confronto con
aziende concorrenti di fama mondiale . Le novità dei prodotti Acem sono
state presentate a Düsseldorf a MEDICA, la più grande fiera al mondo
di medicina e tecnologia medicale.
Di particolare rilevanza, è stato presentato in tale contesto il Sistema
per Sala Operatoria Integrata che
consente il controllo e l’automatizzazione delle procedure chirurgiche e
la gestione integrata di tutti i dispositivi presenti nella sala operatoria.
Gestione quindi mediante un unico
pannello di controllo dei segnali video, delle luci di sala, dei dispositivi
elettromedicali e l’integrazione con il
sistema informativo aziendale ospedaliero. “E’ un progetto importante
e ambizioso quello che abbiamo realizzato ma è ciò che il mercato medicale mondiale ora richiede”, sono le
parole dell’Amministratore Delegato
Pier Paolo Tacconi che vede nella
ricerca e sviluppo le chiavi di volta
per continuare a crescere e rimanere
competitivi. “Fondamentale è anche
sviluppare un forte processo di internazionalizzazione che punti ad aprire
nuovi mercati e presenze sempre più
importanti all’estero. Per questo la
comunicazione e la partecipazione a
fiere di settore nel mondo è indispensabile”.
Acem da sempre opera nel rispetto
delle norme internazionali, è infatti
certificata Uni En Iso 9001:2008 e
Uni En Iso 13485:2004, certificazione relativa al settore dei dispositivi
medici che garantisce qualità nella
progettazione e produzione degli
stessi.
Nasce in questi giorni una nuova
importante referenza: Acem è stata
scelta come partner dal Ministero
della Salute dell’Iraq per la ricostruzione dei più importanti ospedali nel
paese.
Un ulteriore segnale di apprezzamento del Made in Italy nel mondo.
ANT
La più ampia esperienza al mondo
di assistenza socio-sanitaria domiciliare gratuita ai sofferenti di tumore,
la Fondazione ANT Italia Onlus, si
conferma una realtà in crescita già
FARE 7
ASSALONI.COM
Anche Assaloni.Com, azienda storica dell’Appennino bolognese, leader
italiano nella progettazione e costruzione di lame sgombraneve, come
già successo con la tedesca Gmeiner,
entra a far parte del gruppo piemontese Giletta Spa, integrando e completando la gamma dei prodotti del
gruppo, che con queste acquisizioni
pone così le basi per diventare leader
nel mercato europeo nella produzione di macchine spargisale e lame
sgombraneve.
Assistiti ANT in Italia: dicembre 1985 - giugno 2012 (Fonte: Fondazione ANT)
dal primo semestre del 2012. In base
a quanto divulgato dal Centro Raccolta Dati (CRD) ANT, nel primo
semestre 2012 la Fondazione ha assistito gratuitamente a domicilio in 9
regioni d’Italia oltre 6.500 sofferenti
di tumore in fase avanzata e avanzatissima, con un incremento pari al
3,9% rispetto ai primi sei mesi dello
scorso anno.
“Dai dati riportati - ha dichiarato
Raffaella Pannuti, Presidente della
Fondazione ANT - si evince come
sia aumentata la consapevolezza delle
persone del loro diritto a essere assistite a domicilio. Del resto le cure
palliative a casa rappresentano la sfida della moderna sanità per dare risposte a tutti i sofferenti cronici. Per
noi si apre invece un grave problema:
le donazioni sono sempre di più in
calo e le istituzioni in alcune regioni,
quali per esempio il Lazio, si dimostrano completamente indifferenti a
questi problemi dei pazienti in fase
avanzata e avanzatissima. Sottolineo
infine che ANT, con i suoi 132 medici, 83 infermieri, 24 psicologi e con
8 FARE
i suoi 20 Ospedali Domiciliari Oncologici rappresenta, se non l’unico,
uno dei più importanti ammortizzatori sanitari, a compensazione dei tagli nelle capienze ospedaliere in atto
nel nostro Paese”.
A livello regionale, la Puglia si conferma nuovamente la regione con il più
alto numero di assistiti ANT con un
incremento pari al 6,2% rispetto al
primo semestre 2011, seguita dall’Emilia-Romagna con un aumento del
6,1%. I servizi forniti da ANT vanno
ben oltre l’ambito strettamente sanitario, coinvolgendo anche gli aspetti
più sociali: cure igieniche, cambio
biancheria, servizio di biblioteca e cineteca domiciliare, trasporto gratuito
del malato alle strutture ospedaliere
per svolgere esami strumentali, ricoveri. ANT offre anche la più ampia
rete di assistenza psicologica gratuita
a domicilio per i sofferenti e i loro
familiari, ed è inoltre fortemente impegnata nella prevenzione oncologica
con progetti di diagnosi precoce del
melanoma, delle neoplasie tiroidee,
ginecologiche e mammarie.
Con l’ingresso di Assaloni.com, il gruppo Giletta si candida alla leadership europea
Con queste due ultime acquisizioni
e con la prossima apertura di uno
stabilimento di produzione di 3.500
mq a 150 km da Mosca, prevista per
luglio 2013 nella città di Kaluga, si
sancisce la definitiva trasformazione dell’azienda con base a Revello
(Cn) in un gruppo multinazionale
con una forte vocazione “glocal”,
che mantiene la “testa” in Italia, ma
che può contare su stabilimenti produttivi oltre che in Italia, anche in
Francia, Germania, Spagna e presto
in Russia. Non a caso, questa serie di
avvenimenti, ha portato ad affidare
alla Giletta tutte le attività relative
alla manutenzione invernale della
svizzera Bucher Municipal trovando
il favore delle Bucher Industries AG,
che hanno visto nel gruppo la capa-
AUTOMOBILI LAMBORGHINI: CINQUANT’ANNI FORMIDABILI
Automobili Lamborghini e Aeroporto Marconi di Bologna insieme per celebrare il 50° Anniversario della Casa del Toro. Fino a maggio lo scalo
bolognese ospita a rotazione i più bei modelli che hanno segnato la storia dell’automobilismo targato Lamborghini, esempi unici di potenza,
velocità, design, innovazione.
Da sempre il mondo delle supersportive Lamborghini si ispira con successo
al mondo aeronautico, e questo legame è oggi ulteriormente suggellato da
questa esposizione davvero unica all’interno degli spazi più prestigiosi dell’aeroporto. Dai modelli del passato che hanno iniziato a creare il mito, fino alle
supercar più recenti, ogni auto contiene evidenti collegamenti e richiami al
mondo aeronautico: la 350 GT, il cui abitacolo ricorda il cupolino di un aereo,
la Miura, con i fanali retrattili e i cerchi in lega di magnesio, l’Espada, vettura
che ha introdotto nell’automobilismo i condotti NACA, la Countach, con l’apertura delle portiere verso l’alto, la Diablo, con l’alettone posteriore di ispirazione aeronautica, e la Murciélago, dotata di aperture mobili dei radiatori
posteriori, come i caccia.
La collaborazione con l’Aeroporto Marconi include anche servizi offerti ai
partecipanti al Grande Giro Lamborghini 50° Anniversario. Chi arriva o parte
dallo scalo bolognese potrà usufruire, a condizioni favorevoli, del servizio
YouFirst, che consente all’ospite di essere “coccolato” dall’aerostazione
Tra le manifestazioni per festeggiare i 50 anni di Lamborghini, il “Grande Giro
fino all’aeromobile e viceversa. L’Aeroporto infine faciliterà la gestione
Lamborghini 50° Anniversario” dal 7 all’11 maggio 2013, con arrivo a Bologna.
di eventuali vetture Lamborghini che dovessero transitarvi in occasione
dell’evento. Le celebrazioni della casa del Toro, infatti, che avranno luogo nel corso del 2013 in Italia e all’estero, raggiungeranno il culmine
nel mese di maggio: nella stessa settimana in cui, 50 anni addietro, l’azienda venne iscritta
nel registro delle imprese e venne posata la prima pietra dello stabilimento a Sant’Agata
Bolognese. Lungo la penisola italiana si muoverà il “Grande Giro Lamborghini 50° Anniversario”, atteso come il più grande raduno Lamborghini della storia a cui saranno chiamati a
partecipare proprietari e concessionari da tutto il mondo con le proprie Lamborghini.
Dal 7 all’11 maggio 2013, oltre 1.200 km dei più bei paesaggi italiani saranno teatro per centinaia di Lamborghini, dalle indimenticabili GT storiche alle avveniristiche supercar attuali,
che arriveranno da ogni parte del pianeta per sfilare tra le più belle città italiane.
Da Milano le vetture Lamborghini raggiungeranno Forte dei Marmi, quindi Roma e successivamente, passando per Orvieto, arrivernno a Bologna. Ogni sosta cittadina offrirà al
pubblico degli appassionati la possibilità di ammirare le vetture.
Sabato 11 maggio, poi, sarà la giornata celebrativa di chiusura: le auto partiranno in parata
da Bologna per raggiungere la sede storica di Sant’Agata Bolognese, dove i partecipanti
Stephan Winkelmann, Presidente e AD di Auto- potranno visitare il museo storico e lo stabilimento produttivo.
mobili Lamborghini, riceve il premio IACC della In attesa di celebrare l’anniversario del 2013, l’azienda ha chiuso un altro anno memorabile,
Camera di Commercio Italiana in USA
ricco di riconoscimenti e novità. Stephan Winkelmann, Presidente e AD di Automobili Lamborghini, è infatti entrato nella Hall of Fame di Concorso Italiano, l’evento che celebra lo stile italiano durante la Classic Car Week di Monterey.
Sempre in occasione dell’evento californiano, è stato assegnato alla Lamborghini Aventador LP 700-4 il trofeo “Best of the Best Sports Car”. Ma
ricordiamo anche il successo ottenuto al Salone dell’Auto di Parigi, dove Automobili Lamborghini ha presentato le nuove Gallardo LP 560-4 e
Gallardo LP 570-4 Edizione Tecnica, reinterpretazioni del modello più venduto della sua storia con un design aggiornato, ancora più aggressivo
ed estremo. Lo stesso Stephan Winkelmann, poi, ha ricevuto il premio IACC Camera di Commercio italiana in Usa a Chicago lo scorso mese.
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FARE 9
IL GELATO MUSEUM CARPIGIANI ENTRA NELLA “WORLD RECORD ACADEMY”
L’Accademia dei Record Mondiali ha stabilito un nuovo primato: il Carpigiani Gelato Museum è stato riconosciuto primo centro culturale d’eccellenza per la comprensione e l’approfondimento di storia, cultura e tecnologia del gelato e delle professionalità di coloro che lo hanno trasformato nel corso dei secoli. Con oltre 20 macchine originali, numerose postazioni multimediali, 10.000 fotografie e documenti storici, preziosi
strumenti ed accessori d’epoca, inedite video-interviste e diversi laboratori didattici, si tratta del più importante e completo museo al mondo per
la diffusione della cultura del gelato.
Riconvertendo una porzione dello stabilimento Carpigiani, gli architetti
Matteo Caravatti e Chiara Gugliotta ne hanno valorizzato il carattere industriale inserendo un patio giardino, generatore di nuovi collegamenti
tra gli ambiti dell’edificio, spazio di rappresentanza e fulcro intorno al
quale si snoda il Gelato Museum Carpigiani.
“Dalle origini ad oggi, si tratta di un percorso interattivo su 3 livelli di lettura – spiegano i curatori Luciana Polliotti e Andrea Barbieri - evoluzione
del gelato nel tempo, storia della tecnologia produttiva, luoghi e modi di
consumo del gelato”.
“Siamo orgogliosi di tale riconoscimento - dice Andrea Cocchi, Direttore generale di Carpigiani Group e fondatore della Fondazione Bruto
Taglio del nastro per il Carpigiani Gelato Museum. Da sinistra: il Sindaco di Anzola dell’Emilia Loris Ropa, il Sottosegretario Elena Ugoe Poerio Carpigialini, l’Assessore Regionale Giancarlo Muzzarelli, la Presidente della
ni - e ci auguriamo
Provincia Beatrice Draghetti
possa contribuire a
far conoscere al mondo intero la storia, la cultura e la tecnologia di un alimento fresco e di
alta qualità, che rappresenta l’eccellenza e la creatività italiana”.
“Il Gelato Museum Carpigiani si propone come punto di riferimento per il settore, vuole dare
radici e valorizzare storicamente questo alimento fresco e di alta qualità ed il mestiere del
gelatiere, diffondendone nel mondo eccellenza, creatività e gusto” spiega Romano Verardi,
Presidente della Fondazione Bruto e Poerio Carpigiani. “Siamo felici, inoltre, che questa nascita avvenga proprio nell’anno dell’istituzione ufficiale della Giornata Europea del Gelato,
fissata per il 24 marzo”.
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cità di conciliare l’organizzazione e la
struttura di una grande multinazionale con la passione ed il dinamismo
di un’impresa familiare.
“Le tre operazioni che ci stiamo accingendo a concludere hanno un
valore di 20 milioni di euro e rappresentano il più grande investimento
della nostra storia” spiegano Enzo e
Guido Giletta, amministratore delegato e presidente della Giletta Spa.
“A Revello manterremo gran parte
dell’attività produttiva e potenziere-
10 FARE
mo i settori ricerca, sviluppo, innovazione, acquisti, sviluppo prototipi,
subforniture e componentistica, garantendo una fondamentale collaborazione con i fornitori storici. Il
gruppo, infatti, si rifornisce in Italia
per l’85% della subfornitura, circa
16 milioni di euro nel 2011, con la
quale alimenta anche gli stabilimenti
produttivi all’estero. Grazie alle nuove acquisizioni il numero dei dipendenti salirà a quota 300 ed il fatturato
si attesterà sugli 80 milioni di euro,
facendo salire l’export consolidato
ad un valore dell’80% del fatturato e
portando le nostre macchine in oltre
40 mercati. Proprio questa forte propensione all’internazionalizzazione ci
sta spingendo sempre più a cercare
e formare giovani figure di manager
con una vocazione industriale e non
finanziaria, da coinvolgere nei nostri
progetti con un livello di responsabilizzazione notevole”.
L’acquisizione Assaloni.com significa per l’intero gruppo Giletta inno-
FESTEGGIA I QUARANT’ANNI DATALOGIC
LEADER MONDIALE NELL’IDENTIFICAZIONE AUTOMATICA
Sono trascorsi 40 anni da quando, nella prima sede in una canonica di Quarto Inferiore, un
giovane ingegnere, Romano Volta, ebbe l’intuizione di introdurre alcuni sistemi di controllo
ottici elettronici. Con oltre 2.400 dipendenti nel mondo, distribuiti in 30 Paesi tra Europa, Nord
America, Sud America, Asia e Oceania, il Gruppo Datalogic è oggi leader mondiale nell’identificazione automatica e tra le principali realtà del tessuto economico e industriale emilianoromagnolo. L’azienda ha festeggiato il quarantesimo compleanno con una mostra e un libro
fotografico
dal titolo
Romano Volta, fondatore e Presidente di Datalogic
“People
in
progress”, realizzato appositamente dall’artista americano Evan
Baden che nei mesi scorsi ha visitato le più importanti sedi Datalogic ritraendone i dipendenti.
“L’aver trasformato Datalogic da azienda padronale in un’azienda con un team di manager e una struttura di governance organizzata penso sia il mio merito maggiore” racconta il creatore
della società, Romano Volta. “Certo, sono anche orgoglioso di
aver fondato Datalogic perché quella del fondatore è un’impresa difficile, si crea
un’azienda che prima
Le immagini della mostra “People in Progress” esposte a Bologna in Piazza Re non c’era e per questo
si deve combattere
Enzo per i 40 anni di Datalogic
contro tutti e tutto. Ancora più difficile però è creare le condizioni per poter traghettare la struttura dell’impresa oltre lo
stesso fondatore, in particolare nel nostro Paese” spiega Volta. “La cosa di cui più vado fiero è che la
mia Datalogic si è evoluta nel tempo, non è stata sempre la stessa. Agli inizi ero orgoglioso di vincere
la sfida che mi ero dato e, successivamente, del mio venire a contatto con tanti paesi e realtà diverse,
sostenuto dalla stima e dall’affetto che avvertivo nei miei collaboratori, dai quali ho preteso tanto, ma
sempre sentendo di dare anche loro tanto. Tutto questo è sfociato poi in ciò di cui più vado fiero oggi,
ovvero riuscire a dare occupazione, ma soprattutto la motivazione a realizzarsi ad oltre duemila persone, accompagnate dalle loro famiglie. Anche a tutti loro Datalogic deve i suoi successi”.
L’azienda compie i suoi primi 40 anni forte di risultati economici eccellenti e con prospettive di crescita
e espansione ancora più entusiasmanti. Datalogic ha saputo ottenere performance superiori alle
L’AD del Gruppo, Mauro Sacchetto
attese, con ricavi oltre i 425 milioni di Euro, cresciuti a un tasso dell’8%. Il risultato operativo lordo
ha superato i 59 milioni, con un incremento del 19% e una marginalità che ha sfiorato il 14%, con un
utile netto positivo per 26 milioni di Euro, in crescita del 44%. Per il futuro si prevede un forte sviluppo internazionale e consistenti investimenti
in R&D, focalizzati in particolare sulle nuove tecnologie di Imaging e Vision. Per Mauro Sacchetto, Ad del Gruppo, “il segreto è da sempre la
capacità di puntare lo sguardo sul futuro e di riuscire ad anticipare i tempi e i concorrenti. Tutto questo è stato possibile grazie alla scommessa
sull’innovazione, una sfida costante che sprona tutte le aree di business e le nostre decisioni. I risultati sono sotto gli occhi di tutti”.
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FARE 11
vare, progettare e brevettare nuove
soluzioni mantenendo un’assistenza
capillare attraverso Officine Autorizzate in Italia come all’estero.
Assaloni oltre a mantenere il proprio
sito produttivo, diverrà inoltre centro di Ricerca e Sviluppo dell’intero
gruppo Giletta per le lame sgombraneve, usufruendo e potenziando
l’ormai consolidata esperienza nel
settore, con lo scopo non solo di offrire soluzioni innovative nel mercato
interno, ma anche di proporre nuovi
prodotti a livello internazionale implementando il portafoglio brevetti.
Dal punto di vista del prodotto Assaloni.com continuerà a distinguersi
come marchio d’eccellenza fortemente orientato al mercato italiano
e, con l’appoggio del gruppo, sempre
più anche verso quello internazionale, ponendo estrema attenzione nel
recepire le informazioni dai clienti
con l’intento di creare nuove soluzioni attraverso idee vincenti.
Per mantenere un elevato standard
di qualità sui prodotti e sui servizi
offerti, Assaloni.com è da sempre
impegnata nella ricerca continua di
innovazioni tecniche, nel sostenere
continui test per garantire il massimo
livello di affidabilità e sicurezza oltre
a mantenere la certificazione ISO
9001 che detiene dal 1995, ormai
importante asset aziendale.
L’ingresso in questo importante
gruppo è di fondamentale importanza anche per dare all’azienda emiliana la possibilità di accedere alla rete
commerciale estera del gruppo Giletta, attraverso la tedesca Gmeiner
per il mercato tedesco, l’Arvel per il
mercato francese, la Maquisfalt per la
Spagna e la Russia con il polo produttivo a Kaluga. Inoltre grazie anche alla gamma ancora più completa
12 FARE
dei prodotti Giletta + Assaloni, il
gruppo sarà in grado di offrire combinazioni tali da coprire le esigenze
del mercato di riferimento non solo
in Europa, ma anche in Nord America ed Asia.
È stata intitolata a Gustavo Trombetti, fondatore e primo Presidente
di Camst, l’area verde di via Sebastiano Serlio a Bologna. Trombetti
- rimane ancora oggi una figura importante perché ha sempre dimostrato di mantenere integri i propri
principi democratici sia durante il
periodo della resistenza, pagando anche col carcere la coerenza alle proprie idee, sia quando fondò e diresse
la Camst, dimostrando sempre come
fosse possibile trasformare le difficoltà e gli svantaggi in opportunità di
crescita e sviluppo. Finalmente – ha
proseguito Genco - Bologna gli rende quel merito che spetta all’uomo al
quale si deve la nascita di Camst, che
Il Sindaco Virginio Merola inaugura l’area
verde intitolata a Gustavo Trombetti
Gustavo Trombetti, fondatore e primo Presidente di CAMST
comprese il senso della democrazia
già quando, ancora adolescente, faceva il cameriere in un albergo a Bologna. Pochi anni dopo fu condannato al confino nel carcere di Turi,
dove ebbe come compagno Antonio
Gramsci, da lui assistito per molti
mesi. Gramsci affidò i suoi “Quaderni del Carcere” a Trombetti che riuscì
a trafugarli, consegnandoli alla storia. Nel dopoguerra Trombetti partecipò attivamente alla ricostruzione
della società bolognese; la sua capacità carismatica di raccogliere intorno
a sé persone legate da valori comuni
di civiltà e progresso ha prodotto la
fondazione della Camst nel 1945.
“Trombetti – ha ricordato Paolo
Genco, attuale Presidente di Camst
oggi conta quasi 11.000 dipendenti e
che rappresenta per il territorio bolognese un’importante realtà sociale ed
economica”.
Oggi probabilmente la Camst non
sarebbe una delle maggiori cooperative di lavoro d’Europa e la maggiore
impresa di ristorazione a capitale italiano, se non ci fosse stata la ferma
volontà, supportata da scelte importanti, di Gustavo Trombetti, che ha
sempre mantenuto saldi i principi
che coniugano gli interessi collettivi
con quelli del singolo, la redditività
dell’impresa con i principi cooperativi per gli aspetti sociali e di solidarietà verso i soci lavoratori. Per questo
anche la sede legale di Camst a Villanova di Castenaso è stata dedicata
CAMST
FARE 13
ELSA SOLUTIONS, SPECIALIZZATI NEL MOTION CONTROL DAL 1982
Compie 30 anni la ex Commerciale Elsa, che dal 2011 è stata ribattezzata Elsa Solutions per sottolineare la filosofia aziendale: per ogni applicazione, la giusta soluzione.
Il core business dell’azienda, nata grazie all’impegno dei 2 soci fondatori, Enzo e Deanna, è costituito dalla distribuzione di prodotti per l’automazione industriale, motori elettrici AC/DC Sicmemotori, azionamenti ed inverter Control Techniques e dalla fornitura di servizi System Integrator
quali installazione, programmazione e messa in servizio. Questi servizi sono stati sviluppati con il passare degli anni, grazie al sostanziale
contributo dei collaboratori che nel frattempo sono entrati a far parte del team e che sono cresciuti professionalmente da un punto di vista tecnico, e oggi possono annoverare una specifica esperienza di campo
nell’ambito del Motion Control, vero punto di forza dell’azienda.
Così l’obiettivo è diventato quello di soddisfare le esigenze del mercato offrendo soluzioni personalizzate di automazione per impianti, e di
service e assistenza rivolta a quell’ambito, notoriamente impervio, di
azionamento e controllo del moto.
Privilegiando la qualità dei contenuti tecnici nei rapporti con i suoi
interlocutori, adattando e modificando il proprio assetto alle naturali
evoluzioni del mercato, la società si propone oggi con una struttura
snella organizzata su tre linee specifiche di prodotti – motori elettrici,
azionamenti industriali e dispositivi di retroazione – strettamente connesse tra loro allo scopo di servire un pacchetto di prodotti di grande
qualità quali Sicmemotori, Emerson Control Techniques, Precilec Radio Energie ed Hengstler.
Il tutto arricchito dall’importante servizio di pronta consegna, grazie ad un magazzino di riferimento a livello nazionale disponibile sempre (24/7),
per soddisfare le esigenze dell’utente finale ma anche del costruttore di macchine automatiche che ricercano sempre la massima efficienza e
la massima prontezza per i ricambi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
a Gustavo Trombetti, i cui principi
ispiratori rimangono un segno storico indelebile nelle attuali scelte strategiche.
CUBO
Cubo, società bolognese di consulenza aziendale, ha deciso di lanciare
workshops sinottici della durata di 4
ore, al fine di rispondere alle richieste
del mercato di conoscere i principi
guida di alcune tecniche innovative
con le quali ottenere forti riduzioni
14 FARE
Elena Cuppini, responsabile marketing e sviluppo commerciale di Cubo
di costi.
In base alle consolidate esperienze
maturate e alla continua collaborazione con il Centro di Formazione
e Consulenza di Ford Weiterbildung
di Colonia (Germania), Cubo ritiene sia suo compito, partendo da
esempi reali, far conoscere e valutare
tali principi guida in base ai quali le
aziende potranno decidere se, come,
quando approfondirli per una loro
introduzione in azienda.
Gli incontri sono programmati di
pomeriggio dalle 15,30 alle 19,30,
e saranno seguiti da una cena conviviale, durante la quale discutere dei
temi presentati e introdurre eventuali
approfondimenti.
Gli workshops già programmati
GLI IMPRENDITORI CINESI DELLA MODA AL CENTERGROSS
PER L’ “EMILIA-ROMAGNA CHINA FASHION ROUNDTRIP”
Gran finale per le celebrazioni del 40° anniversario del Centergross di Argelato. L’evento “Emilia-Romagna China Fashion Roundtrip” ha ospitato
una missione incoming di operatori cinesi del settore moda e distribuzione, coinvolgendo sette primari marchi di produzione di moda Made in
Italy. Tra i presenti le bolognesi Grant, produzione di abbigliamento da bambino, e Hettabretz, ammiraglia della produzione di capi spalla in pelli
pregiate e tessuti di lusso, oltre chiaramente allo stesso Centergross, la piattaforma aggregativa e distributiva del pronto moda, tessile, accessori e commercio più grande d’Italia ed una delle più famose in Europa. Lo scopo del progetto Emilia-Romagna China Fashion Roundtrip, alla sua
prima edizione e che già prevede una replica per il 2013, è stato totalmente raggiunto con la visita ufficiale della Camera di Commercio Cinese
Import Export di Tessile ed Abbigliamento (CCCT) con ben 25 operatori del settore al seguito, alla ricerca di accordi commerciali, distributivi e
finanziari con gli omologhi italiani.
Il progetto, elaborato dalla bolognese KF&F, segue altri eventi già
svolti a seguito della presenza del gruppo di aziende emiliano-romagnole alla passata Fiera Chic di Pechino, e rappresenta il consolidamento di un’asse continuativo di interscambio fra il territorio
emiliano-romagnolo e la Repubblica Popolare Cinese.
All’interno della manifestazione anche il Forum Italia-Cina 2012,
evento introdotto da un messaggio del Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano e che ha coinvolto figure eminenti quali il Ministro del lavoro Elsa Fornero, il Direttore Rai Emilia-Romagna Fabrizio
Binacchi, , il Consigliere commerciale del Consolato Generale della
Repubblica Popolare Cinese in Milano Li Bin, il Segretario generale
del CCCT, Zhang Xi An e molti altri.
Il Ministro del lavoro Elsa Fornero nel suo intervento al Forum Italia-Cina
Durante il Forum sono stati assegnati i Premi Giovani per il Futuro
2012 al Centergross
di Centergross, rivolto ai giovani che hanno creato nuove imprese o
che si sono impegnati nel passaggio generazionale e i giovani lavoratori dipendenti segnalati dalle aziende. “Con questo evento, promosso dal
Centergross e dalla China Chamber of Commerce for Import & Export of Textiles, si intende sottolineare un aspetto importante dell’imprenditoria: i nuovi talenti che da soli e in modo innovativo sono entrati nel settore per sviluppare le attività del distretto, la specializzazione delle imprese
e realizzare in tal modo il bene comune del territorio” ha rilevato Lucia Gazzotti, Presidente del Centergross.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
sono:
• DOE – Metodologia per ridurre
i costi della sperimentazione;
• SPC – Utilizzo e vantaggi dei
metodi statistici di controllo;
• G8D – La soluzione dei problemi;
• MMOG – Material Management Operation Guideline/Logistics Evaluation;
• Introduzione all’uso della metrologia basata su MSA;
• I processi lean e l’analisi dei
tempi e dei metodi;
• Design to Cost;
• FMEA – Analisi sistemica dei
rischi di guasto;
• Le metodologie per innovare –
prepararsi per il domani;
• Lean Office.
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DNV BUSINESS ASSURANCE
illycaffè è la prima azienda ad essere certificata da DNV Business As-
surance “Green Coffee Responsible
Supply Chain Process”, lo standard
che attesta la capacità della struttura
aziendale di porre in atto un approccio sostenibile nei processi e nelle
relazioni con gli stakeholder lungo
tutta la filiera, in particolare lungo la
catena di fornitura. Un modello innovativo in quanto assegna un ruolo
cruciale alla qualità e alla creazione e
condivisione di valore.
“Siamo orgogliosi di avere ottenuto questa certificazione, un riconoscimento al modus operandi che
FARE 15
HELPDESK: QUANDO LE IMPRESE DEL TERZIARIO INNOVATIVO FANNO NETWORK
Fare network nella consulenza, per condividere competenze, professionalità ed esperienze e per offrire i propri servizi in maniera omogenea e
coordinata, creando maggior valore per il sistema imprenditoriale e migliorando la competitività dei singoli componenti.
E’ questa l’idea alla base di Helpdesk, il nuovo progetto di aggregazione di società di consulenza presentato in occasione di “Farete”, che vede
protagoniste sette imprese - Cubo Società di Consulenza Aziendale srl, Genia Business srl, I.D.S.C. Investimenti Direzione Servizi e Consulenza
srl, InTeam srl, Meliora Consulting srl, Mondaini Partners srl, Roncucci & Partners Group - appartenenti al Settore Terziario Innovativo di Unindustria Bologna.
Le aree tematiche coinvolte vanno dallo sviluppo business alla logistica, dall’innovazione dei prodotti e dei processi al marketing, dall’internazionalizzazione
alla finanza e controllo, dal risk management alle risorse umane. L’obiettivo ambizioso è integrare le specializzazioni ed i limiti dimensionali delle singole società, unendo le forze per allargare il raggio di azione a tutto il territorio nazionale.
L’auspicio è aver gettato le basi per un modello di consulenza che regga il confronto con le maggiori realtà nazionali ed internazionali sotto il profilo dell’organizzazione, e che risulti vincente grazie ai legami indissolubili con il territorio
bolognese.
Le Pmi bolognesi necessitano infatti di supporto specialistico a tutto campo per
affrontare una crisi economica epocale che sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di interi comparti produttivi.
Per aiutare le imprese a sviluppare la cultura d’impresa necessaria ad orientarsi tra termini tecnici ed obblighi normativi sempre nuovi, Unindustria Bologna
ha promosso anche la pubblicazione del manuale Helpdesk, un documento che affronta più di 50 diverse problematiche tipiche delle Pmi, nelle
diverse aree aziendali, spiegando con un linguaggio chiaro e semplice di cosa si tratti.
Il documento Helpdesk è scaricabile gratuitamente dal sito internet di Unindustria Bologna http://www.unindustria.bo.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/71829.
I mesi di elaborazione di questo documento sono stati il presupposto che ha consentito alle sette società di giungere ad una profonda condivisione di obiettivi e modalità operative, rendendo oggi Helpdesk una proposta realmente innovativa nel panorama della consulenza di direzione.
Cristiano Cobianchi
Presidente del Settore Terziario Innovativo
di Unindustria Bologna
© RIPRODUZIONE RISERVATA
da venti anni caratterizza la nostra
azienda ed è alla base dell’eccellenza
del nostro prodotto”, ha commentato Andrea Illy, Presidente e Amministratore Delegato illycaffè. “illycaffè è
da sempre una stakeholder company
fondata sull’etica e ha come obiettivo
il miglioramento della qualità della
vita. Il concetto di qualità è centrale
16 FARE
nella filosofia dell’impresa. E proprio
la ricerca continua della qualità mette in moto un circuito virtuoso che
crea valore per tutti gli interlocutori
coinvolti, dal coltivatore di caffè fino
al consumatore della tazzina. ”
DNV Business Assurance, ente di
certificazione internazionale leader
di mercato, è stato lo sviluppatore di
questo nuovo standard, prendendo
in considerazione proprio il modello
della catena di fornitura di illycaffè,
integrandolo con le linee guida attuali ed emergenti in tema di sostenibilità e responsabilità d’impresa,
nonché gli standard di riferimento
per le attività di certificazione e di
accreditamento.
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diversi
da
tutti
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come nessun altro.
FARE 17
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“La Certificazione Responsible Supply Chain dimostra che è possibile
migliorare la qualità dei prodotti
coniugando al tempo stesso orientamento alla sostenibilità e creazione di
valore. Illycaffè ha intrapreso questo
nuovo percorso con impegno e senso di responsabilità, consapevole che
per modificare i comportamenti della
filiera produttiva occorre adottare un
approccio strategico e sistemico che
non si limita a richiedere il rispetto di
requisiti aggiuntivi ai propri fornitori
ma che mira a un’azione di sensibilizzazione e coinvolgimento di tutti
gli attori della filiera in un’ottica di
creazione e condivisione del valore.
Ci auguriamo che altre aziende seguano l’esempio di illycaffè ponendosi come attori del cambiamento
rivedendo, in questa ottica, i loro
processi di selezione e sviluppo dei
fornitori” ha affermato Renato Grottola, VP & Chief Operating Officer
di DNV Business Assurance.
Il processo di certificazione è durato un anno, durante il quale DNV
Business Assurance ha dato luogo
agli audit e l’azienda si è impegnata
a perfezionare i propri processi interni per soddisfare i requisiti richiesti,
coinvolgendo tutte le funzioni di il-
18 FARE
lycaffè: Consiglio di Amministrazione, management e risorse operative.
calibrazione del software della centralina, ottimizzano le accelerazioni
DUCATI
In occasione di Eicma, il Salone internazionale della moto a Milano,
è stata presentata la gamma Ducati
2013. A polarizzare l’attenzione la
nuova Hypermotard, caratterizzata
da prestazioni sempre più “Hyper”,
un design inconfondibile e tecnologie “user-friendly” per esaltare il
piacere di guida. La nuova gamma
è composta da 3 modelli: l’entusiasmante Hypermotard, l’estrema
Hypermotard SP e una nuova pratica
tourer, adatta all’uso quotidiano: la
Hyperstrada.
Nuovissima in termini di componentistica, l’intera famiglia Hypermotard
viene equipaggiata dal motore di ultima generazione Ducati Testastretta
11° 821cc da 110 CV e un telaio a
traliccio rivisto che incorpora elementi della ciclistica al vertice della
gamma. L’ergonomia dell’intera famiglia è stata completamente rinnovata così come la dotazione di serie
che prevede l’adozione del Ducati
Safety Pack con Abs a 3 livelli, Ducati Traction Control a 8 livelli e Riding Mode integrati.
Altra novità la nuova versione della
supersportiva per eccellenza. Dopo
il successo della 1199 Panigale, nel
2013 la gamma Superbike Ducati
si completa con la nuovissima 1199
Panigale R, preparata e sviluppata
dall’esperienza Ducati Corse per essere omologata la prossima stagione
nel campionato World Superbike.
Bielle in titanio, volano alleggerito, bilancieri con trattamento DLC
(Diamond Like Carbon) e l’ultima
Inconfondibile la nuova Hypermotard della
Ducati
dell’albero motore e le prestazioni
del motore Superquadro. Numerosi i
componenti in fibra di carbonio, che
permettono alla versione R lo straordinario peso di 165Kg.
Inatteso e altrettanto piacevole l’inedito Diavel Strada, nuova versione disegnata specificatamente per i
lunghi viaggi ed equipaggiata con
componenti ed accessori di chiara
ispirazione turistica: nuovo parabrezza, manubrio leggermente allungato
e riposizionato, nuova sella touring,
manopole riscaldate, ampie borse la-
La nuovissima 1199 Panigale R
terali di serie.
La presentazione della gamma 2013
è stata anche l’occasione per Gabriele
FARE 19
QUARANTACINQUE CANDELINE PER LA NUOVA STAR
Un 45° anniversario denso di aspettative per la Nuova Star, che continua nel trend di crescita vicino alla doppia cifra ottenuto nel 2011 e prepara l’ingresso in azienda della terza
generazione.
Nel 1967, data di fondazione, la prima cerniera per forni e cucine prodotta dalla Star (Stampaggi Artigiani) era sul mercato da una decina d’anni e le richieste dal mercato degli elettrodomestici erano diventate preponderanti rispetto alle minuterie metalliche fino ad allora
prodotte. Per questo i soci fondatori Angelo Vanini ed Augusto Zanetti decisero di innoIl manifesto per i 45 anni della Nuova Star
vare l’azienda e dedicarsi con passione alle sole cerniere per tutti gli elettrodomestici.
Viene così fondata la Nuova Star, e da allora la crescita è stata vertiginosa: nel 1972 ha conquistato il mercato tedesco con la prima cerniera a fulcro variabile, nel 1986 è sbarcata nel mercato nord americano con cerniere per porte
pesanti. Nel 1988 c’è stato il primo cambio generazionale, che ha portato la piccola azienda
artigiana ad essere la realtà industriale oggi riconosciuta come leader mondiale nelle cerniere
per il mercato del caldo.
Nel frattempo il mercato si è sviluppato nei cinque continenti raggiungendo oggi mercati che
vanno dalla Nuova Zelanda al Brasile a tutto il Nord America, arrivando anche nei mercati asiatici con una produzione che supera i 30 milioni di pezzi l’anno.
Di pari passo Nuova Star ha sviluppato un catalogo di componenti sempre più ricco, dedicato
alle più svariate applicazioni, la cui punta di diamante sono oggi soluzioni di cerniere soft-close
per forni e cucine, lavatrici e frigoriferi, nonché soluzioni d’avanguardia per lavastoviglie.
Su un totale di 89 addetti, ben 12 unità sono dedicate alla ricerca e sviluppo di progettazione
fornendo un servizio aggiunto ai propri clienti. A testimoniare la continua attività di ricerca, basti
pensare che sono oltre 20 i brevetti attualmente attivi.
L’automazione spinta, l’utilizzo di isole robotizzate, tecniche di produzione lean hanno consentito alla Nuova Star di essere più competitiva rispetto ad aziende simili che producono in mercati
low cost, ma contemporaneamente di garantire un elevato standard qualitativo utilizzando unicamente materiali di provenienza europea.
Grazie all’impegno del CdA, dei dirigenti, delle maestranze tutte, si stanno acquisendo nuovi
La sede dell’azienda a Zola Predosa
clienti, con l’obiettivo di mantenere alto il significato di Made in Italy e con l’orgoglio di chi ha
saputo creare con il proprio impegno un’impresa di successo internazionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La nuova Ducati Diavel Strada
20 FARE
Del Torchio, AD di Ducati Motor
Holding, di fare il punto della situazione. Malgrado una condizione
di mercato e di economia difficile in
tutto il mondo, Ducati prosegue la
sua fase di crescita e di miglioramento. “Prevediamo di chiudere il 2012
con un 20% in più sul fatturato record del 2011 - ha detto Del Torchio
– e oltre 44.000 moto immatricolate.
Oggi Ducati è diventata ancora più
‘globale’, circa nove moto su dieci
prodotte a Borgo Panigale sono destinate all’estero.
Gli Usa rappresentano il nostro primo mercato, dove stiamo registrando una costante crescita a due cifre,
e ci sono aree che ancora non hanno espresso il loro intero potenziale,
come l’estremo oriente e l’America
sts italiana
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FARE 21
DA OLTRE 35 ANNI IL CONTRACT CUSTOM
SI CHIAMA PAOLO CASTELLI SPA
La Paolo Castelli Spa, con più di 35 anni di attività nel campo del contract custom, è diventata
una delle aziende italiane di riferimento del settore.
Tra gli obiettivi aziendali vi è quello di mettere al servizio della clientela la propria esperienza
nel saper combinare la sapiente maestranza artigianale italiana con le più moderne tecniche
di produzione.
L’azienda si avvale del lavoro di architetti, ingegneri, designers, graphic designers e tecnici
altamente qualificati, e vanta un portafoglio di clienti fidelizzati di primissima importanza, spaziando in realizzazioni che vanno dalla fornitura esclusiva a più grandi installazioni in Italia e
all’estero.
Il progetto dell’ingresso della nuova sede della
La Paolo Castelli Spa è in grado di fornire un servizio nelle fasi di progettazione, prototipizzaPaolo Castelli SpA
zione, installazione, implementazione, assicurando un eccellente servizio, anche realizzando
pezzi d’arredo di design e prodotti creati ad hoc, a seconda delle esigenze del caso.
Le immagini illustrano i rendering dell’intero complesso dove sorgerà la nuova, prestigiosa sede della Paolo Castelli Spa, all’interno degli spazi
del Polo di Ozzano dell’Emilia, a pochi chilometri dal centro di Bologna.
La struttura, denominata “Sistema Ozzano”, di nuovissima progettazione e realizzazione, ospita già l’eccellenza
nel panorama imprenditoriale bolognese.
La Paolo Castelli Spa trova quindi il suo giusto spazio negli gli ambienti realizzati con la collaborazione di uno dei
migliori studi di architettura.
Per gli arredi esterni, alcuni pezzi icona della collezione
Domodinamica, tra cui l’artistica seduta Queen, realizzata in piuma cemento.
La futura sede della Paolo Castelli SpA sorgerà ad Ozzano Emilia
Latina”.
Ufficializzati inoltre i programmi
sportivi Ducati per il 2013, confermando i quattro piloti per la MotoGP (Andrea Dovizioso e Nicky
Hayden per il Ducati Team e Ben
Spies e Andrea Iannone per il Team
satellite) ma anche annunciando il
nuovo Team Ducati Alstare, coordinato dalla struttura belga di Francis
Batta, che la prossima stagione parteciperà al Campionato Mondiale SBK
con Carlos Checa e Ayrton Badovini
sulla nuova 1199 Panigale.
22 FARE
ESPANSIONE MARKETING
La PDT – Photodynamic Therapy
potrebbe costituire la chiave anche
per la prevenzione dei tumori epiteliali nei soggetti a rischio, non solo
per la cura. Una scoperta che potrebbe cambiare drasticamente il mondo
dell’oncologia dermatologica. Sono
ancora pochi i centri al mondo che
stanno sperimentando questa tecnica, la cui tecnologia è tutta italiana
ed è stata sviluppata da Espansione
Marketing, azienda di Bologna le-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ader nel settore medicale, e portata
avanti da un team di medici esperti,
tra i quali il Dottor Paolo Mezzana,
Specialista in Chirurgia Plastica e responsabile del Servizio di Dermatologia Oncologica della Casa di Cura
Monospecialistica Oncologica U.S.I.
Marco Polo di Roma, un centro all’avanguardia per la prevenzione, la
diagnosi e la cura dei tumori, anche
quelli della pelle.
“I risultati ottenuti fin’ora sono eccellenti. – Ha commentato il dottor
Mezzana. – Si tratta di una tecnica
FARE 23
ARTE E SCIENZA IN PIAZZA™ A BOLOGNA DAL 19 GENNAIO AL 10 FEBBRAIO
Dal 19 gennaio al 10 febbraio 2013 torna a Bologna “Arte e Scienza in Piazza™”, la manifestazione di diffusione della cultura scientifica organizzata da Fondazione Marino
Golinelli in collaborazione con il Comune di Bologna.
Oltre 100 eventi tra mostre, spettacoli, incontri con personalità del panorama scientifico e culturale, film, giochi e laboratori creativi tra arte e scienza. Il centro storico
di Bologna, da Palazzo Re Enzo alla Biblioteca Sala Borsa, dal Voltone del Podestà a
Piazza Nettuno, si trasformerà per 3 settimane in un grande Art + Science Center che
coinvolgerà il pubblico di ogni età.
“Arte e Scienza in Piazza™” fa parte del programma pluriennale (2011-2015) di Fondazione Marino Golinelli dal titolo “La Cultura nutre il Pianeta”. Obiettivo: stimolare e migliorare il rapporto con la scienza, la tecnologia, l’innovazione e la ricerca, contribuire
Alcune immagini dell’edizione 2012 di “Arte e Scienza
alla crescita culturale del Paese, educando i futuri cittadini alla consapevolezza e alla
in Piazza” (Foto di Michele Famiglietti)
responsabilità per guardare con fiducia al futuro.
Cuore dell’edizione 2013 sarà la mostra di arte e scienza “Benzine. Le energie della tua mente”, un progetto di Giovanni Carrada, a cura dello
stesso Giovanni Carrada e Cristiana Perrella. E’ una mostra di arte e scienza promossa e prodotta dalla Fondazione Marino Golinelli in partnership con La Triennale di Milano. L’esposizione sarà a Bologna a Palazzo Re Enzo dal 19 gennaio al 10 febbraio e successivamente a Milano
presso La Triennale dal 19 febbraio al 24
marzo.
Tema della mostra: quale risposta ciascuno di noi può dare alla crisi, caratterizzata
dal difficile passaggio del nostro paese
a un’economia basata sull’innovazione?
Il successo di persone, imprese e paesi
dipende sempre più direttamente da ciò
che le persone sono in grado di “inventare”. In Italia, la consapevolezza di questo
passaggio – nella vita, nella scuola, ma
soprattutto nel lavoro – è rimasta finora
un fatto piuttosto elitario, e ancora meno diffusa è la conoscenza delle risorse mentali da mettere in moto.
L’obiettivo della mostra è quindi quello di imparare a conoscere le energie della mente, e capire in che modo possano servire per creare qualcosa di nuovo, in qualsiasi campo. Nei sette ambienti espositivi, dedicati ad altrettante forme di “energia” (l’arte, le idee, la creatività, gli altri,
il nuovo, il saper imparare, la passione), le intuizioni di alcuni grandi artisti contemporanei saranno affiancate da exhibit che toccano temi di
attualità, economia, scienze sociali, ma soprattutto con le scoperte scientifiche sul funzionamento del nostro cervello. Concept dell’allestimento: Iosa Ghini Associati.
Molti saranno poi i dibattiti e le conferenze, a partire da i “dialoghi”, un ciclo di incontri di approfondimento culturale e divulgativo, in relazione ai
temi affrontati dalla mostra di arte e scienza, con importanti ospiti del panorama culturale e scientifico per parlare delle “benzine” che muovono
il mondo. E poi le agorà della ricerca, gli incontri con l’autore e gli spettacoli della scienza.
Al Science Center, invece, percorsi espositivi e laboratori interattivi per tutte le età faranno sperimentare in prima persona le meraviglie della
scienza: tre mostre interattive, altrettante aree sperimentali con laboratori hands-on e il Planetario.
Start Laboratorio di Culture Creative (il progetto del Comune di Bologna e della Fondazione Marino Golinelli) ospiterà il Children Center energetico di Arte e Scienza in Piazza che proporrà iniziative dedicate a bambini e ragazzi dai 2 ai 13 anni: animazioni, giochi, quiz e video per capire a
cosa serve e cosa è l’energia. www.artescienzainpiazza.it [email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
24 FARE
non invasiva che utilizza una fonte
di luce monocromatica a bassa intensità applicata a breve distanza dalla
cute. In questo modo, si riescono a
distruggere selettivamente le cellule
mutate che per l’aumentata velocità
di replicazione assorbono e trasformano più rapidamente un farmaco,
l’acido aminolevulinico, che funge
da marcatore biologico”.
Nata come terapia per la cura delle
cheratosi attiniche e degli epiteliomi basocellulari, negli ultimi anni la
PDT sta trovando applicazione anche per la cura di altre patologie della
pelle, dall’acne alle verruche volgari,
ai disordini dell’apparato pilosebaceo, fino al fotoringiovanimento. La
cheratosi attinica rappresenta un indicatore di eccessiva esposizione cumulativa al sole e, nello stesso tempo,
costituisce un possibile precursore
del carcinoma spinocellulare invasivo. La sua incidenza è in aumento
in tutto il mondo. Un recente studio
condotto in Italia, effettuato su oltre
12.000 soggetti sopra i 45 anni, ha
stimato una prevalenza della patolo-
gia pari all’1,4% della popolazione
(Naldi 2006). In una percentuale tra
il 5 e il 20% le cheratosi attinniche
possono evolvere, per una mutazione UV-indotta, verso un carcinoma
invasivo a cellule squamose. Il team
del Dr.Mezzana sta sperimentando la
metodica anche a scopo preventivo.
“Sono stati finora arruolati più di 30
soggetti, con fototipo chiaro e una
spiccata predisposizione allo sviluppo
di neoformazioni epiteliali precancerose, come le cheratosi attiniche o di
veri e propri tumori cutanei, che in
passato erano stati più volte trattati
con altre terapie. La sostanza foto
sensibilizzante utilizzata è il 5-ALA
(acido 5 aminolevulinico), che applicato sulla cute circa un’ora prima del
trattamento, si lega selettivamente
alle cellule malate rendendole bersaglio di un fascio luminoso, che ne
determina la distruzione selettiva. Si
tratta di una metodica particolarmente innovativa, non solo perché sfrutta
Led ad elevata potenza (>100Mw/
cmq), ma soprattutto perché, agendo
ad una distanza minima dai tessuti
(circa 5-10 mm), garantisce l’assenza
di dispersione energetica, garantendo
risultati apprezzabili già dalle prime
sedute. La tecnica utilizzata è l’unica PDT brevettata in cui la distanza
tra la cute e i Led non supera i 10
mm, ciò ottimizza l’assorbimento da
parte delle cellule alterate, riducendo
i tempi di esposizione e diminuendo la convalescenza del paziente”
ha spiegato il dottor Mezzana. “Nei
14 mesi di follow-up i pazienti non
hanno sviluppato lesioni precancerose o vere e proprie neoplasie epiteliali
nelle aree trattate, mostrando peraltro anche miglioramenti a livello del
danno da foto invecchiamento – ha
continuato il Dottor Paolo Mezzana
-. Se confermati, i dati sperimentali finora raccolti, permetteranno la
diffusione su scala mondiale di una
metodica di semplice esecuzione,
pressocché priva di complicanze, per
il trattamento di pazienti con la tendenza a sviluppare tumori cutanei di
tipo epiteliale, con una forte riduzione della morbilità e della mortalità”.
La tecnologia di riferimento è oggetto
sia di CE Medicale (CE0476) sia di
validazione FDA USA e CMDCAS
Canada. Inoltre la particolarità applicativa del trattamento è coperta da
diversi Brevetti internazionali.
GONDRAND
Nel cuore dell’Emilia, a due passi da
Bologna, sorge la sede Gondrand di
Anzola Emilia. Un magazzino di ampia metratura, dotato di cancello carrabile con doppio ingresso sia in entrata che in uscita, video sorvegliato e
Il nuovo magazzino Gondrand di Anzola
dell’Emilia
sicuro anche ermeticamente, perché
totalmente protetto da ogni fonte di
umidità. L’area si estende fino a 954
mq, di cui una parte scaffalata (per
un totale di circa 150 pallets) e una
parte, di 277 mq, attrezzata con 72
contenitori per traslochi da 14 mc
ciascuno, (impilati a gruppi di 3), e 3
FARE 25
contenitori da 10 mc ciascuno.
Numeri importanti e una sistemazione ideale per merci e attrezzature di
ogni tipo: materiale cartaceo, arredi,
abbigliamento, e in generale per tutti
quei beni che necessitano di un ambiente asciutto. Costruito secondo
le norme antisismiche, la sede Gondrand di Anzola Emilia è la soluzione
ideale per chi cerca un deposito affidabile, funzionale e personalizzato,
in linea con una storia di grande professionalità che dura dal 1866.
Aperto ad orari ufficio, offre soluzioni diversificate a costi competitivi: a
disposizione dei clienti, soluzioni su
misura e box riservati per traslochi
liberi. [email protected]
GRAFICHE DELL’ARTIERE
Dopo aver ottenuto la Certificazione
di Catena
di Custodia
FSC
nel 2010,
e successivamente la UNI
EN
ISO
9001:2008,
Grafiche
dell’Artiere
ha conseguito anche
la prestigiosa Certificazione
Ambientale
UNI EN
ISO 14001:2004. Questo riconoscimento, che certifica il “Ciclo di
lavorazione completo del prodotto
stampato mediante lito-offset e digitale”, si pone quale obiettivo pri-
26 FARE
mario il rispetto e la salvaguardia
dell’ambiente, ma consente anche
di ridurre i costi, di migliorare l’efficienza, di accedere a finanziamenti
pubblici e di migliorare l’immagine
aziendale attraverso una maggiore
visibilità e credibilità. La principale
caratteristica della certificazione ISO
14001 è che non attesta una particolare prestazione ambientale in base a
livelli predeterminati, ma dimostra
che l’azienda ha un sistema di gestione adeguato a tenere sotto controllo
gli impatti ambientali delle proprie
attività, e ne ricerca sistematicamente il miglioramento in modo coerente, efficace e soprattutto sostenibile.
La gestione ambientale è un fattore
che sta diventando sempre più importante anche nella competizione
commerciale, grazie a orientamenti
legislativi comunitari che premiano
le imprese che adottano una politica aziendale rispettosa dell’ambiente.
Per Grafiche dell’Artiere questa certificazione rappresenta un traguardo
importante ma anche un nuovo punto di partenza, che conferma l’impegno e la dedizione di un’azienda che
ha saputo trasformare il proprio mestiere in arte.
GRUPPO CIEMME
Il 28 Settembre, presso la prestigiosa
cornice del Teatro Comunale di Bologna, Gruppo Ciemme, in collaborazione con IBM Italia, ha presentato
alle aziende presenti, come le nuove
tecnologie ed il cloud computing
possano entrare a far parte delle diverse realtà IT.
Nella prima parte della mattinata IBM, con Alessandro Chinnici
e Maja Barel, ha mostrato come si
compone l’offerta SmartCloud, e
cosa significhi essere nel cloud: la tecnologia deve soddisfare esigenze diverse e, allo stesso tempo, consentire
un controllo dei costi e della qualità
dei servizi, garantendo apertura, sicurezza ed espansioni future. La proposta IBM risponde completamente
a questi requisiti, apertura ed integrazione verso qualsiasi altro sistema,
qualità e sicurezza ai massimi livelli,
ed una scelta di funzionalità ampia
e completa, che non si limitano alla
sola posta, ma offre anche solidi e
utili strumenti di collaboration &
social computing.
Nella seconda parte Gruppo Ciemme ha raccontato come alcuni propri clienti, in settori diversi e con
dimensioni di ogni tipo, già oggi
sfruttino le tecnologie cloud, anche
in ambienti misti, per risolvere problematiche di natura diversa. Dalla
gestione di applicazioni e soluzioni
dipartimentali, alla gestione totale
dei sistemi informativi.
Al termine dell’incontro, i partecipanti hanno potuto prendere parte
ad una visita guidata del Teatro, scoprendone anche alcuni segreti visibili
a pochi.
Ancora una volta Lotus ha dimostrato di essere un buon investimento in
un piattaforma tecnologica che riesce
a stare al passo dei tempi ... sia con il
sole che con le “nuvole”....
MAYA BEAUTY
ENGINEERING
È stato inaugurato a Casalecchio di
Reno il nuovissimo Medical Beauty
Clinic, il primo centro medico che si
avvale esclusivamente di macchinari di alta tecnologia Made in MBE.
CON POSTE ITALIANE UN NEGOZIO ONLINE PER L’E-COMMERCE DELLE IMPRESE
Poste Italiane ha maturato negli anni una grandissima esperienza in tutti gli ambiti dell’e-Commerce lavorando con le più grandi aziende italiane che vendono online. Adesso si è deciso di creare l’offerta Poste e-Commerce per mettere la nostra esperienza anche a disposizione delle
imprese più piccole ed essere partner perchè il business cresca insieme a noi.
Poste e-Commerce è infatti la soluzione che Poste Italiane offre alla piccola e media impresa italiana: una concreta possibilità di sviluppare le
proprie vendite online, migliorando le tipiche offerte presenti sul mercato e mettendo a disposizione tutto quello che serve per far decollare il
business online.
Poste Italiane offre due soluzioni, Smart e Master, con servizi opzionali pensati appositamente per venire incontro alle specifiche necessità
dell’impresa.
Un negozio e-Commerce “chiavi in mano” - Per fare e-Commerce non basta avere un sito internet. Questo Poste Italiane lo sa bene. E infatti non
è interessata a fornire soltanto un sito, ma con Poste e-Commerce vuole diventare partner e far veramente vendere su internet. Per questo ha
preparato un prodotto “chiavi in mano”, con un altissimo livello di integrazione fra il proprio nuovo sito e i servizi offerti dal Gruppo Poste Italiane
(logistica, spedizioni, pagamento e molto altro). Inoltre con la crescita del proprio negozio online e il raggiungimento di determinate soglie di
vendita si riceveranno riduzioni progressive del canone fino al suo azzeramento.
Perchè Poste Italiane per il tuo e-Commerce – L’e-Commerce richiede un sito efficace e accattivante, ben realizzato e semplice da usare, ma
anche - e soprattutto - servizi e competenze che permettano davvero di vendere.
Per questo Poste Italiane offre:
• soluzioni integrate di logistica, spedizione e pagamento;
• assistenza per supportarti nella gestione quotidiana del tuo sito e-Commerce.
Per un e-Commerce “tutto compreso”, offriamo:
• un interlocutore unico per realizzare la copertura completa di tutte le attività;
• un’offerta semplice, completa e integrata per accrescere il valore del tuo e-Commerce;
• un prezzo tra i più competitivi del mercato;
• la possibilità di azzerare il canone raggiungendo determinati volumi di vendita;
• una ricchezza funzionale data dall’evoluta piattaforma tecnologica.
Per contattarci: Natascia Gelli (cell. 3771614993 - Prevendita PosteImpresa); Claudia Cioni
(cell. 3771614998 - Prevendita Poste Impresa)
Doriano Bolletta, Responsabile dell’Area Territoriale Centro Nord di Poste Italiane
Doriano Bolletta
Responsabile Area Territoriale Centro Nord
Poste Italiane
Nato dall’idea di tre soci, Giulia
Boccanera, figlia del Prof. Luciano
Boccanera, noto ortopedico bolognese, Simone Civolani e il Dott.
Vito Melito, il centro si avvale di uno
staff altamente qualificato grazie alla
consulenza di dermatologi, angiologi
e nutrizionisti. Ma il centro non si
esaurisce solo nella tecnologia Maya
Beauty Engineering: propone trattamenti di medicina estetica di va-
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Marina Guillaume
ria natura, dalla chirurgia plastica a
quella ricostruttiva, dalle metodiche
dolci e non invasive come la propulsione di ossigeno e la radiofrequenza.
Ambiente raffinato ma dove ci si può
sentire a proprio agio, consigliati e
guidati da medici e professionisti in
un percorso di salute, bellezza e benessere.
Maya Beauty Engineering è oggi una
delle società leader nelle metodolo-
FARE 27
40 ANNI DI SACA VISSUTI CON .... TRASPORTO
Attenzione all’ambiente, al territorio ed alla mobilità: questo il focus su cui poggia la Cooperativa Saca specializzata nei servizi di autonoleggio
con conducente.
Nata nel lontano 1972 Saca, specializzata nei servizi di autonoleggio con conducente, grazie ad innovazione ed investimenti, ha saputo raggiungere traguardi di eccellenza che l’hanno collocata al top in Emilia Romagna e non solo.
Una realtà dinamica, che da un’operatività specifica di noleggio di autovetture con autista, nel 1982 ha compiuto una grande svolta, passando
al noleggio di pullman turistici e scuolabus, per poi iniziare nel 1994 l’avventura del trasporto pubblico locale.
In questo scenario aziendale, il principale motore è dato da diversi fattori: l’intermodalità è stato l’elemento principale che è entrato nella “mission aziendale” della Saca, con sedi a Bologna, Modena, Reggio Emilia e depositi sparsi sul territorio; molte le tratte da e per i centri strategici
e aeroporti, passando per le stazioni ferroviarie.
Contestualmente a tale “rete” si muove il TPL (trasporto pubblico locale) servito con un totale di oltre 10 milioni di km all’anno.
Le 204 imprese associate, escluso l’indotto, hanno
permesso a Saca di possedere un servizio di logistica e trasporto all’avanguardia, dove le marginalità
sono state reinvestite per rispondere sempre più ad
un mercato difficile ed in via di costante evoluzione.
Non solo una finalità commerciale, ma anche sociale che si collega ad una filosofia più spiccatamente
di concreta sostenibilità: all’interno dell’azienda vi
sono sistemi di produzione di energia pulita, con impianti fotovoltaici che non rifornisco di energia solo
gli uffici, ma anche i mezzi elettrici in dotazione alla
società.
Il parco bus della SACA
L’innovazione si è, poi, spostata verso progetti pilota, che hanno dato ottimi esiti, anche in termini di
minor impatto ambientale, come il tr@nsitpoint.
La Saca ha organizzato, infatti, un servizio di trasporto merci e logistica che permette ai camion di allocare il proprio carico in depositi fuori dal
centro urbano di Bologna, dove professionisti prendono in consegna i vari carichi, diversificandoli per tratte e zone urbane, e consegnandoli al
domicilio desiderato grazie anche a veicoli elettrici, arrivando a ben 100.000 consegne/anno.
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Isabella Guillaume
28 FARE
gie d’intervento, prime fra tutte la
Propulsione di Ossigeno, il Collagen
Calling e la Radiofrequenza. Fondata
nel 1988 da un’intuizione di Alberto
Guillaume e amministrata oggi anche dalle figlie Isabella e Marina, si è
evoluta costantemente sempre all’insegna della qualità dei macchinari
realizzati (tutti rigorosamente Made
in Italy) e testati da prestigiosi istituti
internazionali. Se in una fase iniziale
la Maya Beauty si è rivolta soprattutto al settore estetico, oggi si avvicina
sempre più al mondo medico con apparecchiature medicali di grande efficacia nella cura di inestetismi quali
cellulite, adiposità localizzate, smagliature, acne, cicatrici. Nell’ultimo
periodo Maya Beauty ha organizzato
presentazioni e workshop prima in
Libano poi in Arabia, riscuotendo un
grandissimo successo. Quello arabo è
A TDL, IL CARAVAN DI DOMANI TARGATO TECNOFORM,
I “CARAVANNING DESIGN AWARD 2012 / 2013”
E’ tornata dal Caravan Salon di Düsseldorf portando con sè non uno,
ma addirittura due premi del “Caravaning Design Award 2012/2013”,
il concorso di design più prestigioso al mondo (al quale concorrevano quest’anno 92 aziende di nove paesi). Davvero un successo,
per la Tecnoform, l’importante rassegna tedesca. Merito del progetto
TDL, al quale sono appunto andati i due ambiti riconoscimenti: “Best
Interior Design” e “Best Practice”. Il primo ha premiato l’estetica e lo
stile dell’ambientazione interna e sottolinea la crescente importanza
dell’azienda nel caravanning. “Best Practice” premia invece quelle soluzioni che si distinguono per funzionalità e stabiliscono nuovi
standard di riferimento.
TDL (Tecnoform Design Lab), promosso dallo stesso direttore generale di Tecnoform, Roberto Kerkoc, è il risultato di un progetto complesso e ambizioso: creare una caravan, unica per raffinatezza delle
soluzioni di arredo, completezza delle dotazioni e innovazioni tecno- Roberto Kerkoc (al centro) premiato con i “Caravanning Design Award”
logiche, che tenesse conto delle esigenze di produzione in serie e vinti da Tecnoform per il 2012/2013
creasse sul mercato una domanda nuova. «Abbiamo raccolto tutto
dentro un guscio di prestigio - spiega Roberto Kerkoc - coinvolgendo gli specialisti mondiali del settore e dando vita a un progetto che ha vinto
i premi più prestigiosi e verrà addirittura lanciato sul mercato il prossimo anno. L’interesse concreto dimostrato da molti visitatori a Düsseldorf,
che cercavano una suite di lusso con le ruote e hanno individuato in TDL il prodotto che
mancava nel settore, ci dimostra che la strada è quella giusta».
L’obiettivo di Tecnoform è stato trasferire in un ambiente caravanistico non solo finiture di
pregio, ma anche soluzioni innovative, che tenessero conto delle esigenze stilistiche senza
perdere di vista funzionalità e leggerezza dei materiali. E per la scocca ha scelto un partner
d’eccellenza: Airstream, un vero e proprio fenomeno di culto, caravan americane caratterizzate da grandi dimensioni, ambienti interni curati e una scocca esterna dalle forme
stondate, rivestita da inconfondibili pannelli di alluminio “a specchio”.
TDL, inoltre, adotta legni provenienti da foreste gestite secondo i rigorosi standard del Forest Stewardship Council (FSC), l’organizzazione internazionale che opera per migliorare
l’aspetto gestionale delle foreste di tutto il mondo. Per questo TDL è la prima caravan al
mondo certificata FSC, a garanzia della sua piena sostenibilità ambientale.
Un grande risultato per un’azienda che già aveva saputo rispondere alla crisi introducendo un sistema di just in time e di produzione flessibile
(“preziosa è stata la consulenza di Porsche” ricorda ancora Roberto Kerkoc “che ci ha permesso di introdurre su tutte le nostre linee un concetto molto preciso di lean sia nella programmazione sia nella produzione”) e soprattutto nuove tecniche di produzione che hanno permesso
un notevole risparmio di peso sugli arredi, sia nel settore nautico che nei caravan e autocaravan (“vogliamo in questo modo dare il nostro
contributo concreto alla riduzione dei consumi di combustibile” sottolinea Kerkoc).
A due anni dal suo cinquantesimo anniversario insomma Tecnoform, forte di 200 collaboratori di elevato profilo professionale e una storia ricca
di successi imprenditoriali nella conquista dei grandi mercati, ha saputo sfidare la crisi con l’innovazione. Oggi produce 75.000 arredi su un
mercato, quello europeo, che conta una produzione totale di circa 120.000 veicoli ricreazionali. In Australia detiene circa l’80% del mercato,
negli Stati Uniti fornisce aziende leader come Winnebago e Airstream. E quei Caravaning Design Award conquistati a Düsseldorf stanno lì a
confermare, ancora, la sua leadership internazionale.
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FARE 29
un infatti mercato che si sta interessando sempre di più alle tecnologie
estetiche. “Con l’ausilio del dott.
Giovanni Posabella abbiamo presentato la tecnica del Gas Contouring racconta Roberto Bernardini, export
manager di MBE - l’utilizzo combinato della Venusian Carboxytherapy
unit , iniezione di CO2 e dell’Oxy
Xtra MED, con la Propulsione d’ossigeno”.
MG2
MG2 ha presentato una grande novità al Salon de l’Emballage di Parigi:
la nuova GTF60, una formatrice, riempitrice e chiuditrice di espositori,
scatole e vassoi completamente elettronica, caratterizzata da una grande
flessibilità e da ottime performance
produttive con applicazioni in ambito farmaceutico, cosmetico e alimentare.
Un dettaglio della nuova Hasta presentata
da MG2 a Parigi
GTF60 impiega motori brushless,
per garantire un funzionamento otti-
30 FARE
male ed elevate prestazioni, offre una
gamma di formato molto ampia e la
possibilità di utilizzare diversi tipi di
cartone pressato o cannettato. Questa macchina particolarmente innovativa vanta una velocità di funzionamento che può arrivare a 60 cicli/
minuto, mentre l’utilizzo di sistemi
chainless riduce le necessità e i tempi di pulizia e manutenzione. Infine
il design a balcone consente la totale
accessibilità su ogni lato e ottimizza
la conduzione della macchina.
ci. Il risultato è una macchina dal layout notevolmente ridotto e compatto
che vanta numerosi vantaggi, tra cui
una velocità di produzione molto elevata, una concezione modulare che
permette numerose configurazioni e
un sistema di avvitamento dell’asta
sul “plunger stopper”, corredato da
un dispositivo di controllo coperto
da una domanda di brevetto.
MINERVA EDIZIONI
La nuova GTF60 presentata da MG2 al Salon
de l’Emballage
“Amo gli scritti brevi, anzi, brevissimi
e i frutti piccoli ma deliziosi che maturano a giugno. Le amarene, aspre
e gustose e le ciliegie, dolci, rosse e
sensuali come un bacio.”
Essenziale. Un aforisma racchiude in
una manciata di parole un pensiero,
un’emozione, un concetto che sa arrivare senza fronzoli, senza sbavature,
senza sovrastrutture. Un aforisma è
MG2 è da sempre legata a concetti quali flessibilità ed innovazione e
lavora a pieno ritmo per sviluppare
soluzioni all’avanguardia, che consentano un alto livello di personalizzazione e possano al contempo consentire impieghi in settori differenti
da quello farmaceutico, che rappresenta il tradizionale core business.
Integra l’offerta della Packaging Division di MG2 un’altra importante novità presentata dall’azienda di
Pianoro: l’astinatrice Hasta. Questa
macchina inserisce lo stantuffo nella
siringa pre-riempita basandosi su una
tecnologia completamente nuova:
MG2 ha infatti applicato i principi
meccanici del movimento rotativo
continuo che contraddistingue la
produzione di macchine opercolatri-
l’essenza della pulizia stilistica. Chi
meglio di Giulio Rapetti, in arte Mo-
CENTO ANNI DI ALIAV: L’ORGOGLIO
DI QUELLI CHE HANNO FATTO L’ALDINI
Un istituto d’eccezione come l’Aldini Valeriani non poteva non avere al proprio fianco
un’associazione d’eccezione: l’Aliav (Associazione dei licenziati delle Aldini Valeriani), la
più antica e longeva associazione di ex allievi esistente in Italia, che proprio nei mesi scorsi
ha festeggiato un secolo di vita, essendo stata fondata nel 1912. Per l’occasione, anche i
festeggiamenti sono stati fuori dell’ordinario: infatti, gli “aldiniani” hanno realizzato un ricco
volume che ripercorre meticolosmente la storia non solo della loro scuola, ma più in generale di tutta la formazione tecnica a Bologna.
Il risultato, il volume “Aldini Valeriani. Storia di una grande scuola bolognese”, è semplicemente meraviglioso. In oltre trecento pagine di grande eleganza viene ripercorso un pezzo
tutt’altro che secondario della storia economica e sociale di questa città. Dal periodo d’oro
della seta alle figure di Giovanni Aldini e Luigi Valeriani, dalla nuova Bologna industriale a cavallo fra
ottocento e novecento alla stagione di Santa Lucia,
La formella in cotto commemorativa per i 100 anni dell’Aliav,
fino ai giorni nostri. Il tutto con grande ricchezza l’Associazione dei licenziati delle Aldini Valeriani
di immagini e documenti: sfogliandolo si possono
incontrare (citiamo alla rinfusa) una lettera di Lazzaro Spallanzani a Luigi Galvani, domande di ammissione alla scuola datate 1871, il calendario delle lezioni nell’anno scolastico 1848-49, e tantissime foto.
Di pagine dei libri di testo, di modelli, di aule, di laboratori con gli allievi al lavoro. Ma anche della Coppa
Florio 1908 di automobilismo, della liberazione di Bologna il 21 aprile 1945, o delle tante squadre che
hanno fatto parte della Polisportiva Aldini Valeriani nelle diverse discipline.
Un volume prezioso, che testimonia in profondità il grandissimo contributo della formazione tecnica
allo sviluppo economico, sociale e culturale di Bologna. E che trabocca dell’amore e dell’orgoglio degli
aldiniani per gli anni passati in Santa Lucia o in via Bassanelli. Ha scritto per l’occasione il Presidente
di Unindustria Bologna, Alberto Vacchi: “l’Aldini Valeriani per intere generazioni ha rappresentato un
luogo di disciplina, di sacrificio, di valorizzazione rigorosa dell’attività umana come prospettiva per la
costruzione di una società futura. Non c’era un disegno preordinato: c’era amore per il proprio lavoro,
rispetto per l’esperienza, coraggio di fronte al nuovo, spirito di collaborazione”.
Non a caso, si direbbe, nel corso della serata celebrativa del centenario dell’Aliav, al Museo del Patrimonio Industriale, è stato distribuito
un gadget sicuramente appropriato: una formella in cotto con le date fatidiche 1912-2012. “Il mattone di partenza” lo ha definito il Presidente
dell’associazione, Andrea Zanotti “sul quale si basa l’inizio del secondo secolo Aliav”. (c.r.)
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gol, ha saputo negli anni racchiudere
in poche manciate di parole le più
belle emozioni, i pensieri profondi, il
disincanto della realtà vista con occhi
lucidi ed attenti? E questo suo viaggio nella vita è raccontato attraverso
poche manciate di parole, aforismi
e pensieri. Un viaggio che tocca le
mete più disparate: l’anima, l’amore, Dio, la morte, il destino… ma
anche la vita quotidiana, i viaggi, la
tecnologia. Così nasce “Le ciliegie e
le amarene. Aforismi, pensieri e parole”, un libro che chiama la lentezza
di sapersi godere un aforisma al giorno, da leggere e da portare con sé per
riflettere, sorridere o semplicemente
farlo proprio. Ma chiama anche la
voracità con la quale ci si lascia tentare dalle ciliegie… per una scorpacciata di parole. Un’opera unica che
racchiude la spontaneità del pensiero, la profondità dell’analisi, il sorriso dell’ironia. Un caleidoscopio di
FARE 31
colori e sfumature che porteranno il
lettore a conoscere meglio il mondo
e l’essenza di Mogol. Giulio Rapetti da 50 anni è l’autore italiano più
noto presso il grande pubblico con lo
pseudonimo di Mogol. Quasi sempre
è ricordato per il fortunato sodalizio
artistico con Lucio Battisti, sebbene
il suo contributo alla musica leggera
italiana sia stato di respiro più largo,
come testimoniano i contributi, fra i
tanti, per Mina, Adriano Celentano,
Riccardo Cocciante, Gianni Morandi, Mango, Rino Gaetano e molti
altri.
La presentazione del libro, edito dalla
bolognese Minerva Edizioni, è stata
accompagnata da una bella serata
lo scorso 26 ottobre al Teatro delle
Celebrazioni tra racconti, memorie
e musica fortemente voluta da Mogol ad offerta libera, il cui ricavato
(quasi 12.000 euro dal Centergross
di Bologna) è stato interamente devoluto al progetto di ricostruzione
post terremoto per il centro sociale
anziani “Galuppi-Ramponi” di Pieve
di Cento.
Altri 2.000 euro sono stati donati
al Comune di San Pietro in Casale
per un analogo progetto di recupero
di un centro per giovani anch’esso
gravemente danneggiato dal recente
sisma che ha colpito e devastato la
nostra Emilia.
REGLASS
Tutta bolognese l’invenzione che
consente di intervenire per la messa
in sicurezza delle strutture prefabbricate non progettate con criteri antisismici, senza modificare lo schema
statico originario. Reglass di Minerbio ha infatti presentato Sismocell,
32 FARE
un tubo cilindrico in metallo e fibra
di carbonio che, applicato in corrispondenza del nodo trave pilastro,
consente di dissipare l’energia dell’azione sismica annullandone, entro
certi limiti, gli effetti distruttivi.
Ha finalità prettamente antisismiche il nuovo
dispositivo Sismocell di Reglass
Reglass si occupa da 35 anni di prodotti per applicazioni strutturali ma
è stato proprio il terremoto emiliano a spingere Luca Pirazzini, che
oggi guida l’azienda di famiglia, a
concentrarsi sul collegamento travepilastro. L’idea si fonda su “principi
già conosciuti ed utilizzati in altri
settori come l’automotive e quello
ferroviario”, spiega Pirazzini. “Spero
possa servire a risolvere un problema
molto importante anche dal punto
di vista economico”, dato che rispetto agli interventi di tipo tradizionale,
che “costano dieci volte di più e sono
molto complessi”, il nuovo sistema
“può essere una risposta sicura, economica e di facile applicazione” per
le quasi 4.000 imprese che aspettano
un intervento di messa in sicurezza.
Tra questi imprenditori, “ne ho sentiti molti dire che, visti i costi - continua Pirazzini - conviene loro demolire e ricostruire, magari migrando
altrove”.
L’invenzione, presentata al Saie di
Bologna e al Made di Milano, è già
brevettata in Italia, ed è stata messa
a punto in collaborazione con il Ciri
– Edilizia e Costruzioni dell’Università di Bologna, laboratorio presso il
quale sono state effettuate le prove
sperimentali.
Rispetto alle tradizionali tecniche di
intervento, con collegamenti travepilastro rigidi, Sismocell aggiunge la
fondamentale funzione di assorbimento dell’energia: grazie alla combinazione metallo-fibre di carbonio,
permette alla trave di avere uno
spostamento controllato rispetto al
pilastro sul quale è appoggiata. Ciò
consente anche di avere alla base dei
pilastri sollecitazioni di entità ben
definita, ed inferiori rispetto a quelle che si avrebbero qualora il collegamento trave-pilastro fosse rigido.
Il sistema consente sia di realizzare
interventi di rafforzamento locale,
sia di essere inserito in interventi definitivi di adeguamento sismico della
struttura, permettendo in certi casi di
non dover intervenire per rinforzare
le fondazioni del fabbricato, con evidenti risparmi in termini economici
e di tempi richiesti per gli interventi.
Secondo Claudio Mazzotti, docente
di Tecnica delle costruzioni alla facoltà di Ingegneria dell’Alma Mater, si
tratta di un esempio molto brillante
di dove si può arrivare con la collaborazione tra Università e imprese
e, se ben progettata, “l’applicazione
di Sismocell è in grado di far fronte
sia alla fase immediata della messa in
sicurezza che a quella successiva, di
carattere permanente”.
SIRA INDUSTRIE
Continua il programma di potenziamento ed internazionalizzazione
di Sira Industrie, gruppo leader nel
ABBIAMOUN
SOLOOBIETTIVO:
NONFERMARCIMAI.
// servizi di logistica integrata
// trasporti terrestri, marittimi ed aerei
// spedizioni groupage e full load import ed export
da e per tutte le maggiori destinazioni europee
// servizio giornaliero groupage import/export da/per:
Barcellona, Madrid, Parigi, Colonia e Düsseldorf,
Stoccarda
// distribuzione e ritiri in Italia con un proprio network
// deposito doganale allo stato estero
// magazzini di temporanea custodia doganale
// consulenza e assistenza doganale
// fashion service: trasporto, ricondizionamento,
stoccaggio e gestione del magazzino di capi appesi,
dal campionario alla distribuzione
®
ITALSEMPIONE S.p.A. Spedizioni Internazionali
Filiale di Campogalliano
Viale Italia, 1 // 41011 Campogalliano (MO)
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FARE 33
studiodiade.com
Percorriamo ogni giorno migliaia di
chilometri e raggiungiamo ogni destinazione.
settore radiatori per riscaldamento e
pressofusioni in alluminio. Valerio
Gruppioni, Presidente della società,
ha recentemente siglato l’accordo fra
Sira Industrie e la bresciana Industrie
Valerio Gruppioni, Presidente di Sira Group
Pasotti relativo all’acquisto del marchio IPS Industrie Pasotti radiatori.
Sira Industrie ha concluso questa
operazione in un’ottica di strategia
di potenziamento del proprio ruolo di leadership mondiale nel settore
dei radiatori: l’operazione completa
infatti un percorso di acquisizioni
italiane e di internazionalizzazione,
che ha portato all’operatività di 8 stabilimenti produttivi in Italia, Repubblica di San Marino, Romania e Cina
e alla proprietà di alcuni tra i marchi
più referenziati al mondo.
Per Industrie Pasotti, si tratterà della
possibilità di riconvertire lo stabilimento di Prevalle (Bs), ampliando
notevolmente il proprio potenziale
nel mercato dei getti pressofusi in
alluminio di grandi dimensioni per
l’industria manifatturiera italiana ed
estera, già oggi servita dagli stabilimenti di Sabbio Chiese e Slovacchia.
L’accordo segna anche l’inizio di un
nuovo modello di business denominato “mutual exchange”, che consiste
nella creazione di una vera e propria
rete di imprese che interscambiano
fra di loro competenze e lavorazioni
in quanto operanti nel medesimo
34 FARE
settore seppure con un differente
core business.
Questa nuova formula condivisa dai
due gruppi di sinergie commerciali
e industriali, rappresenta un segnale
evidente di evoluzione e progresso
verso nuove forme di approccio ai
problemi che il mercato globale propone oggi alle imprese, sempre più
impegnate a ripensare e riprogettare
il proprio modello di business. La
commistione della conoscenza del
settore sui mercati mondiali derivante dall’accordo, porta alla realizzazione di un fortissimo potenziamento
di placement dei prodotti trattati,
così come ad una capacità e flessibilità produttiva di grande rilievo, fattori utili e decisivi nell’approccio delle
difficili sfide future attese sui mercati
internazionali.
Il Gruppo Sira Industrie , nato in Italia oltre 50 anni fa, è attore in piena
espansione soprattutto sui mercati a
più alto tasso di sviluppo. Si compone di due divisioni: produzione
di stampi e di getti pressofusi in alluminio e produzione di radiatori in
alluminio e bimetallici. All’interno
del Gruppo - circa 700 addetti in
due continenti, Europa ed Asia - le
quote della divisione pressofusioni in
alluminio sono attualmente al 40%
del fatturato e la produzione di termosifoni al 60%. Il fatturato consolidato del gruppo, con le recenti
acquisizioni di Faral (radiatori) nel
modenese e di Sirpress (pressofusioni
alluminio) in Irpinia, si è sviluppato
dai 37 milioni del consolidato 2011
agli attesi circa 70 milioni del 2012,
prefissandosi di superare la soglia dei
100 milioni nel prossimo anno con
l’inserimento dei radiatori a marchio
Pasotti. Le esportazioni rappresentano circa l’80% del fatturato.
TELEIMPIANTI
I furti nelle aziende e nella abitazioni
sono in costante aumento, cosi come
le intrusioni a scopo di rapina.
Per far fronte a tutto ciò, grazie alla
quarantennale esperienza nel settore
della sicurezza e con l’ausilio delle
più moderne tecnologie, Teleimpianti SpA ha presentato una nuova soluzione che permette di tenere
sempre sotto controllo la propria attività e i propri cari.
Tramite smarthphone o tablet,
dall’iPhone al Samsung , dal
BlackBerry all’iPad, è possibile visualizzare le immagini live o regi-
strate delle proprie telecamere. Con
la velocità di un click, tramite l’app
specifica, è possibile monitorare le
porte d’accesso, i carrabili, le zone
esterne, le aree produttive, ecc.
La soluzione Teleimpianti è integrata
con il sistema di allarme anti-furto
per una sicurezza completa a 360°.
In tempo reale si può verificare se
l’impianto è inserito o meno, attivare delle protezioni specifiche, capire
quale sensore è stato allarmato; in
questo modo si può agire prontamente ed evitare spiacevoli intrusioni.
FESTEGGIATI CON UNINDUSTRIA
I CINQUANT’ANNI DI CITIEFFE
Il Presidente di Unindustria Bologna, Alberto Vacchi, ha consegnato al presidente di Citieffe, Franco Mingozzi la speciale
targa dell’Associazione per il mezzo secolo di attività festeggiato dall’azienda. “Arrivare all’anniversario dei 50 anni - ha
detto il presidente Mingozzi - è stato un successo in sé,
considerate le difficoltà che incontrano le aziende in Italia.
Arrivarci poi con rinnovato slancio, quasi come una sturt-up,
aprendo nuovi mercati e registrando un significativo aumento di fatturato non può che rendermi orgoglioso. Io, che Citieffe l’ho vista nascere, sono convinto che la forza di ogni
impresa sia nelle persone che vi lavorano e perciò dedico
questo riconoscimento a tutti i collaboratori e ai dipendenti
dell’azienda”.
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Tutto questo disponibile gratuitamente 24 ore 24, 365 giorni all’anno.
Per ogni informazione: [email protected]
TERME DI PORRETTA
Nuovi trattamenti per una patologia
di cui si parla poco, ma che affligge
quasi due milioni di italiani. In occasione di un convegno organizzato
dalle Terme di Porretta, un team di
massimi esperti ha discusso le problematiche delle ulcere cutanee di
origine vascolare, in particolare gli
aspetti scientifici, sanitari e socioeconomici. Questa malattia cronica
e recidivante può compromettere
gravemente la qualità di vita delle persone e si pone tra le prime 5
voci di spesa sanitaria. Purtroppo è
una patologia spesso considerata, a
torto, minore, in quanto non gra-
Consegnata a Citieffe la targa di Unindustria Bologna per i 50 anni di attività.
Da sinistra Alberto Scoccianti, Franco Mingozzi, Alberto Vacchi, Daniele Salati
Chiodini e Tiziana Ferrari
vata da un’alta mortalità. Tuttavia le
ulcere cutanee recidivanti di origine
vascolare, venosa o arteriosa, hanno
effetti molto rilevanti sulla qualità
della vita per la presenza di dolore,
inabilità al lavoro, limitazione della
mobilità ecc. Inoltre i pazienti affetti
da tali lesioni ulcerative sono spesso
disorientati dalla varietà e difformità delle cure praticate nei vari reparti
competenti in tale affezione.
“Questa patologia finora non ha trovato terapie risolutive – spiega l’organizzatore del convegno, il prof.
Sergio Coccheri, professore ordinario di Malattie Cardiovascolari e
Angiologia all’Università di Bologna
– costringendo spesso i pazienti a
faticose ed improduttive migrazioni
da un ambulatorio all’altro ricevendo cure non sempre uniformi. Ora
siamo vicini ad una svolta storica, e
il convegno è servito per informare
l’opinione pubblica sulle novità in
questo campo e ad aggiornare medici
chirurgi, fisioterapisti ed infermieri”.
Nel convegno sono stati affrontati i
temi più significativi con un approccio multidisciplinare; dall’epidemiologia, l’eziopatogenesi e la fisiopatologia delle ulcere per poi entrare
nel vivo della diagnostica clinica, di
Un momento del convegno organizzato dalle Terme di
Porretta
laboratorio e strumentale. Quindi il
tema della terapia con dimostrazioni
FARE 35
di elastocompressione e di preparazione del letto dell’ulcera, senza dimenticare la terapia chirurgica. Nella
realizzazione dell’iniziativa ricordiamo anche l’importante apporto delle
società scientifiche Aiuc (Associazione Italiana Ulcere Cutanee), Siapav (Società Italiana di Angiologia e
Patologia Vascolare) e Cif (Collegio
Italiano di Flebologia).
TIPOGRAFIA ALTEDO
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di esperienza nella stampa offset e
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non implica necessariamente scelte
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Academy, la nuova divisione aziendale specializzata nella stampa di lusso
e nel digital publishing. Lo studio di
lavorazioni esclusive ed all’avanguardia e l’opportunità di comunicare
attraverso il mondo digitale compartecipano al raggiungimento di
un unico obiettivo: seguire il cliente
a 360 gradi.“Un’azienda storica e al
contempo dinamica che non si ferma
mai, che invita a ‘Guardare Oltre...’;
(il titolo del catalogo di presentazione di Tipografia Altedo, ndr).
Tipografia Altedo non si limita ad
accontentare i propri clienti ma intende stupirli”. Queste sono le parole
del responsabile commerciale Mattia
Trentini.
UMANA
I vertici della Tipografia Altedo. Da sinistra: Mattia
Trentini, Pina Lazzari e l’AD Roberto Trentini
36 FARE
L’assemblea dei soci di Umana SpA
ha eletto Maria Raffaella Caprioglio
Presidente della società. Alla luce della forte crescita dell’azienda e dei fu-
turi ulteriori sviluppi, Luigi Brugnaro, che resta alla guida del Gruppo
come Presidente di Umana Holding,
ha voluto così dare nuovo impulso
al percorso di crescita manageriale
dell’azienda, una valorizzazione interna per un nuovo, ulteriore passo
in avanti.
Un percorso iniziato nel 1997, all’indomani dell’introduzione del lavoro
interinale in Italia (legge Treu), e
continuato proponendo quella “buona flessibilità” che ha portato Umana
Maria Raffaella Caprioglio, Presidente di
Umana
ad essere oggi la settima realtà del
suo settore nel mercato italiano del
lavoro. Umana è presente sul territorio nazionale con 113 filiali, per un
totale di oltre 13.000 lavoratori impiegati ogni giorno presso le aziende
clienti ed oltre 200.000 inseriti dalla
propria fondazione. L’impresa, che
ha la sua sede legale e direzione generale a Venezia, ha chiuso il bilancio
2011 con un fatturato pari a 288 milioni di euro.
Umana offre alle imprese i servizi
di somministrazione di lavoro, sia a
tempo determinato che indeterminato-staff leasing (oggi utilizzabile
anche per inserire in azienda giovani
in apprendistato), ricerca e selezio-
ne del personale, intermediazione,
formazione (attraverso la sua società
Umana Forma) ed outplacement (attraverso la sua società Uomo e Impresa). L’offerta di una dimensione di
“buona flessibilità” del lavoro, valore
da sempre sostenuto da Umana nella
propria attività, è stato recentemente
valorizzato anche dalla Riforma Fornero e riconosciuta da tutte le parti
sociali.
Maria Raffaella Caprioglio, dal 2007
vice presidente della Società, è stata
tra i protagonisti della sua crescita.
Entrata a far parte dell’azienda nel
1998, Maria Raffaella Caprioglio è
sposata con due figli, ed ha alle spalle
una lunga storia anche nell’associazionismo industriale: è stata infatti la
prima donna funzionario di Confindustria Venezia, dove ha operato per
17 anni. Tra le altre cariche, è membro di Giunta di Assolombarda e di
Confindustria Venezia. Membro della Giunta della Camera di Commercio di Venezia, ne presiede l’azienda
speciale Venezi@Opportunità.
VARVEL
Obiettivo raggiunto per Varvel, che
ha inaugurato il nuovo magazzino
a Settimo Milanese conquistando il
numeroso pubblico presente. La storica azienda bolognese, specializzata
dal 1955 nella produzione di riduttori e variatori meccanici di velocità,
ha infatti riscontrato il consenso di
autorità e addetti ai lavori, ma anche
della clientela che potrà usufruire dei
benefici derivanti dall’apertura del
nuovo centro logistico.
L’investimento, a poco più di due
anni dalla creazione della joint venture Mgm-Varvel Power Transmis-
Il nuovo magazzino di Varvel a Settimo Milanese
sion con sede a Chennai (ex Madras)
nel sud est dell’India, dimostra la visione strategica dell’azienda che mira
a consolidare ed estendere il proprio
mercato. Qualità, Made in Italy e innovazione hanno permesso a Varvel
di mantenere un trend positivo e una
crescita costante. Anche il servizio si è
dimostrato un punto di forza prezioso, ora ancora più attento e puntuale
grazie all’apertura del nuovo centro
logistico che risponde alle richieste di
un mercato esigente e desideroso di
ricevere forniture sempre più rapide
non solo in Lombardia, ma anche in
tutto il nord Italia.
Grande soddisfazione anche delle autorità locali, tra cui l’Assessore all’Industria della Provincia di Milano Del
Nero, il Sindaco di Settimo Milanese
Sacchi e l’Assessore alle Attività Produttive Nardi che, alla cerimonia di
inaugurazione, hanno sottolineato
come per il comprensorio milanese
sia motivo di orgoglio poter annoverare un’azienda virtuosa come Varvel
Spa, esempio di capacità industriale
ma anche di grande coerenza etica,
plaudendo il gesto di un’impresa che
continua ad investire, creare posti di
lavoro e ponendosi in maniera positiva e dinamica. Dalle certificazioni
alla riduzione dell’impatto ambientale, dall’impegno nel sociale alla politica di inserimento in organico di
personale femminile e stagisti, Varvel
SpA si distingue infatti non solo per
il valore dei prodotti, ma anche per
la concretezza e la trasparenza, che
emergono dall’annuale bilancio di
sostenibilità.
Molto soddisfatto anche Mauro Cominoli, Direttore generale di Varvel
Spa che, ricordando la lungimiranza
del Presidente Francesco Berselli, da
sempre convinto che la creazione di
una rete d’impresa e il legame col territorio siano punti fondamentali per
la solidità di un’impresa, ha sottolineato come “Il consolidamento passa
anche attraverso presidi che favoriscano il flusso nei mercati locali, velocizzando e migliorando il servizio,
Un momento dell’inaugurazione del magazzino milanese di Varvel
per essere competitivi e andare incontro alle esigenze dei diversi paesi”.
WE PROMO
We Promo è un’agenzia di promozione e comunicazione che punta sulla
forza dell’entertainment per il raggiungimento di obiettivi commer-
FARE 37
ciali e di marketing. Contenuti dal
forte impatto emotivo, come cinema, videogiochi e musica, rendono
più efficace la comunicazione sia per
attività b2c che b2b, consentendo il
raggiungimento di importanti risultati per i progetti promozionali.
Lo sviluppo di programmi incentive
e format promozionali in-store che
facciano leva sull’appeal dei contenuti cinematografici attualmente sono
Marco Monsurrò, amministratore di We
Promo
il focus di We Promo: chi si affida
all’agenzia può contare sulla collaborazione dei principali player del mercato della distribuzione theatrical ed
home video come Universal Pictures, Twentieth Century Fox, Warner
Bros. Pictures, Dreamworks Animation. We Promo, grazie ad una profonda conoscenza dell’entertainment
communication, si propone come
l’interlocutore ideale per la scelta e la
valorizzazione di grandi property cinematografiche per tutti i target. La
mission di We Promo è quella di costruire progetti promozionali su misura, calibrati sulle effettive necessità
delle aziende e sulle peculiarità del
settore merceologico in cui operano,
affiancandole in ogni fase dell’attività
promozionale: dall’analisi delle meccaniche promozionali più idonee alla
realizzazione delle creatività, dalla
produzione dei materiali di comu-
38 FARE
nicazione alla consulenza logistica
fino alla reportistica conclusiva.We
Promo ha anche un team dedicato
allo sviluppo di progetti educational, che consentono alle aziende di
valorizzare il proprio impegno nel
sociale, attivando iniziative didattiche e formative nelle scuole su temi
quali ambiente, sostenibilità e salute. L’agenzia, tra i suoi tanti servizi,
offre inoltre consulenze sul product
placement, con un attento lavoro di
scouting e valutazione di soggetti e
sceneggiature dei principali produttori italiani ed internazionali, positioning del brand dal set al final cut e
valorizzazione del placement in tutte
le windows del film (dal cinema alla
free tv).Tra le aziende che si affidano
a We Promo, spicca Euronics Italia
(gruppo leader nella distribuzione
di elettrodomestici ed elettronica di
consumo), per cui l’agenzia bolognese segue in esclusiva la pianificazione
delle attività promozionali cinema.
Marco Monsurrò, amministratore
di We Promo, commenta: “Ci auguriamo che cresca sempre di più il
numero di realtà del nostro territorio
interessate ad approfittare delle competenze di We Promo e ad apprezzare
i benefici dell’entertainment communication. Vestire la propria comunicazione con contenuti dal forte
impatto emozionale, come quelli cinematografici - conclude Monsurrò
- può avere effetti importanti sia in
termini commerciali che di brand reputation”.
DEDAGROUP
Dedagroup Ict Network, realtà leader per le soluzioni tecnologiche per
banche, pubblica amministrazione
e imprese, ha acquisito Piteco spa,
principale realtà in Italia per dimensioni, numero di risorse, gamma di
servizi offerti e clienti gestiti tra le
società Ict specializzate in area tesoreria e finanza. Il recente investimento,
realizzato da Dedagroup insieme alla
propria controllante Sequenza spa,
arricchisce il gruppo dell’elevato livello di competenze raggiunto nell’area gestione finanziaria e tesoreria
d’impresa da Piteco, partner dei più
importanti istituti bancari e di oltre
2.500 aziende clienti, che da anni
confermano la fiducia nella qualità e
competitività del Sistema Informativo Piteco – acronimo di Pianificazione tesoreria computerizzata – da cui
l’azienda prende il nome.
Con questa operazione Piteco - 11
milioni di euro di fatturato 2011 e
oltre 80 collaboratori - mantiene la
propria identità societaria e industriale: la gestione rimane affidata ai
soci storici che conservano una partecipazione di minoranza e le attuali
funzioni manageriali in azienda.
«Si tratta di un importante investimento che si inserisce nel percorso di
crescita del Gruppo e lo arricchisce
di una realtà leader, con esperienza
trentennale, altamente specializzata
in un esclusivo settore di mercato,
che si integra a pieno titolo nel modello di federazione delle competenze, diretto a valorizzare il patrimonio
di expertise e di valore umano presente in ogni azienda del Network»,
ha dichiarato Marco Podini, presidente di Dedagroup spa e Sequenza
spa e nuovo presidente di Piteco spa.
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SaaS / PaaS i nuovi paradigmi
dei servizi informatici
Così come il mondo dei media si è dematerializzato (libri, musica
e film sono ormai dei file) e la telefonia è passata da un numero
connesso ad un luogo a uno legato alla persona, altrettanto sta
succedendo per la fruizione dei servizi IT, sempre più indipendente dalla fisicità dei sistemi che li gestiscono.
Infatti, dietro gli acronimi SaaS e PaaS (Software as a Service
- Platform as a Service) vi è una nuova concezione dei servizi
informatici. Si passa da un’immagine dei CED con operatori in
camice bianco alla disponibilità di un servizio informatico come
capacità intrinseca dell’azienda, senza che questa debba forzatamente dotarsi di infrastrutture fisiche.
Vediamo meglio cosa si intende: con PaaS si definisce una piattaforma IT, cioè un’architettura composta da capacità computazionali (la CPU), RAM, storage, un network IP per connettersi e
un sistema operativo; il fruitore del PaaS vede le proprie risorse
come uniche e riservate seppur facciano parte di una più vasta
e complessa architettura fisica.
Per il SaaS il cambiamento è ancora più radicale. In questo caso
si è guardato all’essenza del servizio software, cioè quella di
erogare applicazioni in tempi e modi in linea con le esigenze
dei fruitore: questo vale sia per il semplice foglio Excel che per i
complessi gestionali aziendali; il SaaS apre la possibilità di fruire del servizio software senza doversi preoccupare del sistema
su cui si opera, ma solo focalizzandosi sulle informazioni che si
intendono ottenere.
I servizi PaaS/SaaS si caratterizzano per alcuni plus evidenti:
•
Su misura: ovvero la possibilità di acquisire le risorse
del sistema IT secondo le proprie necessità, calibrando
la RAM, lo spazio storage, la potenza del processore, la
disponibilità di banda; in questo modo si utilizzano solo
le risorse che servono nella quantità necessaria, senza i
vincoli che pone una infrastruttura fisica, e pagando solo
•
per esse.
Aggiornamento: gli aspetti di aggiornamento sia del software che eventualmente dell’hardware sono compresi
nei servizi; l’aggiornamento riguarda anche la formazione
delle risorse tecniche sull’evoluzione delle piattaforme
•
hardware e software su cui poggiano i servizi.
Performance: il problema della adeguatezza delle risorse
informatiche non è più tale; le prestazioni sono garantite
(in termini tecnici sono i quality of services) e questo di-
•
viene evidente nei servizi SaaS.
Gestione: il governo delle componenti hardware e software non è più un problema per le aziende essendo incluso
nel servizio; l’attività di gestione e risoluzione dei problemi
•
(24 su 24) è un ulteriore aspetto qualificante.
Sicurezza: la disponibilità di svariati livelli tecnologici di sicurezza con team professionisti dedicati, rende le soluzioni altamente sicure rispetto ai livelli ottenibili in azienda.
40 FARE
ICT, motore per l’innovazione
rubrica a cura di ReteICT
•
Affidabilità: i servizi PaaS/SaaS essendo erogati in ottica “datacenter” hanno livelli di altissima disponibilità, in
quanto l’intera catena tecnologica è posta in modalità di
ridondanza e non vi sono punti singolari che potrebbero
creare un disservizio non rapidamente ripristinabile.
Ma le aziende sono pronte per il passaggio PaaS/SaaS?
Le risorse fisiche di un sistema IT sono oggi completamente virtualizzabili. I vendor e i provider offrono ormai una vasta gamma
di servizi, riuscendo a definire piattaforme virtuali perfettamente equivalenti a quelle aziendali.
Questa evoluzione, oltre che tecnologica, è di business: non si
vendono più infrastrutture ma si instaura una relazione di servizio con il cliente attraverso un canone, passando quindi dall’aspetto episodico della vendita a una partnership continuativa
per ottimizzare e allineare il servizio con le esigenze dell’azienda.
Adeguare la soluzione informatiche allo sviluppo del proprio
business - sino ad arrivare per le realtà in startup a soluzioni
a consumo - è la nuova frontiera, che trasforma il servizio IT in
bene a consumo.
Quest’aspetto innovativo è anche rafforzato dalla presenza di un
rimane presso l’azienda e viene replicata e sincronizzata nel
datacenter; la seconda è di poter disporre di piattaforme per i
test dei servizi, attivabili e incrementabili in base alle esigenze.
Il SaaS/PaaS è un grande cambiamento nel mondo dell’informatica, emergeranno nuovi IT provider e alcuni già presenti si
evolveranno; sicuramente migliorerà per le aziende la capacità
di disporre di servizi IT che siano sempre più driver di innovazione e non solo tecnologie a supporto.
canone unico che, oltre ad includere tutti gli aspetti del servizio,
prevede anche un solo fornitore con cui decidere la possibilità
di crescita o di modulazione del servizio in termini di prestazioni
Emilio Galavotti
Acantho S.p.A
e di SLA.
Ma come si entra nel mondo dei servizi SaaS/PaaS?
La via principale è quella di migrare la propria infrastruttura IT
o i propri software sulle piattaforme PaaS/SaaS; ma vi sono anche altri due approcci molto interessanti: il primo è prevedere
soluzioni di disaster recovery per la propria infrastruttura IT che
FARE 41
ARTICOLO
DI
copertina
42 FARE
AZIENDE
CHE CRESCONO,
STRUMENTI
PER CRESCERE
FARE 43
INNOVAZIONE,
EFFICIENZA,
MERCATI
Come sta cambiando
la subfornitura: ricerche,
testimonianze, strategie
messe a confronto da
Unindustria Bologna.
ARTICOLO DI copertina
di Elena Boromeo
44 FARE
1
P
rodurre si può. Ma a patto di
essere innovativi, efficienti, e
di saper alzare lo sguardo oltre i confini della propria filiera, per
esplorare anche i mercati più lontani.
Nell’era globale, infatti, davanti alle
piccole e medie imprese della subfornitura si sono spalancate le porte del
mondo. Come fare per non perdere
la rotta, è stato l’oggetto del workshop organizzato da Unindustria
Bologna che si è tenuto lo scorso
19 novembre presso la Fondazione
Aldini Valeriani, dedicato proprio al
tema “sfide, modelli e strumenti per
la subfornitura del futuro”. Nell’incontro è stata presentata l’indagine
condotta da Intesa San Paolo e illustrata dal direttore dell’istituto per
Emilia Romagna, Adriano Maestri,
sulle imprese della subfornitura in sei
distretti industriali della regione. Ad
aprire i lavori è stata la presidente del
settore Metalmeccanico di Unindustria Bologna, Sonia Bonfiglioli, che
poi ha lasciato la parola agli esperti
per i “focus on” sulle strategie competitive, e agli imprenditori protagonisti di due “case histories”.
“Ci aspetta un anno molto complesso. Ma questa situazione di difficoltà
economica ha avuto il merito di far
riemergere l’importanza del produrre. Ha fatto capire finalmente che
è impossibile avere un’economia di
soli servizi - dichiara Bonfiglioli - e
noi abbiamo dimostrato che in Italia
esiste un sistema sano che ha voglia
di fare. Oggi dobbiamo rimettere al
centro la manifattura, valorizzando la
tecnologia e l’innovazione”. La ricetta, secondo la numero uno degli imprenditori metalmeccanici bolognesi
è “guardare avanti, lasciando alle
spalle anche modelli che in passato
erano considerati di successo”.
crescere
Un modello da mettere in discussione? Il legame esclusivo con il proprio
distretto, ad esempio. Oggi, la quota di fatturato che un subfornitore
normalmente realizza con i committenti della propria regione continua
a mantenersi elevata (oltre il 70% in
media). “Il territorio è una ricchezza,
ma non deve diventare una gabbia”,
osserva Mauro Marini di Opta srl,
durante il suo focus su punti di forza
e criticità nell’era globale. Il primo
passo è impostare una strategia sulla “competence core” dell’azienda,
cioè capire quali sono le leve su cui
investire. Il secondo è uno studio
dei mercati: “magari mentre noi arranchiamo sul territorio, in un altro
continente ci sono aziende che hanno bisogno di ciò che faccio io. Bisogna capire dove sono e come entrarci
in contatto”, spiega Marini. Terzo
aspetto sono le “operations”, in altre
parole l’essere in grado di “mantenere
ciò che prometto e diventare sempre
più efficiente. L’efficienza genera cassa. Su questo nella subfornitura c’è
molto da fare”.
A differenza di quanto si tende a credere, il prezzo non deve essere il primo elemento di competitività. “Bisogna avere una forte attenzione al
valore creato per il cliente, che è una
cosa diversa. Il prezzo, da un punto
di vista commerciale, è l’ultima cosa
di cui parliamo se non abbiamo altro
da raccontare sul nostro prodotto”, fa
sapere Claudio Pitilino di Apricot srl,
nella sua relazione su “differenziazione competitiva, costruire un ‘oceano
blu’ per le imprese di subfornitura”.
Secondo Pitilino, “bisogna essere
pronti a seguire i clienti negli spostamenti internazionali, e a rendersi
estremamente flessibili nella gestione
degli accordi e delle relazioni”.
FARE 45
Sonia Bonfiglioli
Impossibile
un’economia di soli
servizi. Dobbiamo
rimettere al centro
la manifattura.
Mauro Marini
Magari in un altro
continente
aziende hanno
bisogno di ciò che
faccio io. Bisogna
capire dove sono e
come entrarci
in contatto.
46 FARE
Da questo punto di vista, la disponibilità e la preparazione del personale è fondamentale. Uno dei freni
all’internazionalizzazione delle pmi è
rappresentato dai timori di limitato
controllo e perdita di know-how, ma
anche dalla mancanza di figure tecniche e manageriali. A spiegarlo è Paolo
Barbieri del dipartimento di Scienze
aziendali dell’Università di Bologna,
che in occasione del workshop ha
presentato uno studio sui processi di
internazionalizzazione della subfornitura, realizzato assieme a Giorgio
Prodi dell’Osservatorio Asia. Troppe
volte, nel processo di elaborazione
strategica, c’è un accentramento delle
decisioni, che vengono assunte senza
un quadro completo di informazioni. “La famiglia Brambilla ha avuto
il coraggio di aprire le porte a dei
manager esterni, per accompagnare
la terza generazione, che oggi occupa
dei ruoli chiave nell’azienda”, racconta Gabriele Bonfiglioli, general
manager della Modelleria Brambilla,
un’impresa che produce conchiglie e
casse d’anima per alluminio e ghisa, e
che conta 55 dipendenti nello stabilimento di Correggio. La stima di fatturato per il 2012 è di 13 milioni di
euro, contro gli 8,5 dell’anno scorso.
“Nel momento della crisi, la famiglia
ha capito di avere pochi clienti, e ha
investito su un processo di internazionalizzazione, di cui oggi stiamo
raccogliendo i frutti”, aggiunge Bonfiglioli. Tra i tanti ostacoli, “abbiamo
dovuto superare quello della disponibilità finanziaria, lavorando con
le banche per cercare gli strumenti
adatti. Oggi gli istituti di credito
sono fornitori chiave della nostra
produzione”, fa sapere. Se quello della Modelleria Brambilla è stato un
processo di internazionalizzazione
Claudio Pitilino
Essere pronti a
seguire i clienti
negli spostamenti
internazionali.
Gabriele Bonfiglioli
Nel momento
della crisi abbiamo
investito su un
processo di
internazionalizzazione.
ARTICOLO DI copertina
Francesca Magelli
Il nostro ruolo
è passato da fornitori
di componenti
meccanici a
fornitori di servizi
con piccoli gruppi
di monitoraggio.
spontaneo, il caso di Laco, azienda
meccanica di Ozzano, invece, rappresenta un esempio di processo trainato dal cliente. “Ima ci ha chiesto
di seguire un progetto in Cina. Noi
abbiamo raccolto la sfida, e oggi il
nostro ruolo è passato da quello di
fornitori di componenti meccanici a
fornitori di servizi con piccoli gruppi
di monitoraggio”, racconta Francesca
Magelli dell’area Acquisti, citando
anche l’apertura di uno stabilimento
in Serbia.
I Paesi dove oggi conviene investire sono più di uno. “Io consiglierei
la Polonia, perché è un paese facile
dove si lavora bene”, osserva Alberto Peyrani, presidente di Olsa spa,
un’azienda di Torino che si occupa
di componentistica, e che fin da prima della crisi era “consapevole che lo
spazio in Italia era limitato”, quindi
ha provveduto ad avviare un processo
di internazionalizzazione sostenuto
principalmente con risorse proprie.
“Il nostro è un settore dove il prodotto viene azzerato ogni tre o quattro
anni. Per restare sul mercato bisogna
essere molto bravi – conclude – il futuro è avere una capacità ingegneristica elevata”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Alberto Peyrani
Il nostro prodotto
viene azzerato
ogni quattro anni.
Il futuro è avere
una capacità
ingegneristica elevata.
FARE 47
ECCO CHI CE LA FA: COSA DICE LA RICERCA
DI INTESA SAN PAOLO SULLA SUBFORNITURA
Cosa chiedono le imprese capofila alla subfornitura
locale per rafforzare il legame di filiera? In sei casi su
dieci più efficienza e flessibilità, ma anche un aumento
del rapporto tra qualità e affidabilità.
È uno degli aspetti emersi dalla ricerca condotta dalla Direzione regionale Emilia Romagna e dal Servizio
Studi e Ricerche di Intesa San Paolo su sei distretti
industriali della Regione (macchine per l’imballaggio di
Bologna, food machinery di Parma, piastrelle di Sassuolo, imbottito di Forlì, calzature di San Mauro Pascoli,
maglieria e abbigliamento di Carpi).
La ricerca, che è stata presentata lo scorso 19 novembre dal direttore regionale di Intesa San Paolo, Adriano Maestri, in occasione del workshop organizzato da
Unindustria Bologna, ha coinvolto 70 imprese capofila
e 180 subfornitori.
Adriano Maestri, Direttore regionale di Intesa San Paolo per l’Emilia-Romagna
L’indagine dimostra che “chi ha una bassa quota di ricavi in conto terzi (e quindi riesce ad andare sul mercato con un proprio prodotto), ha superato meglio gli anni di crisi, anche grazie alle esportazioni”, osserva Maestri. La variazione del fatturato tra
il 2008 e il 2011 è stata del +8,2% per la subfornitura più autonoma, e del +2,4% per quella con alta incidenza di ricavi in conto terzi.
Per quanto riguarda le esportazioni, nel
2012, le imprese che hanno registrato
un aumento degli ordinativi esteri sono il
35,3% di quelle con bassa incidenza di ricavi in conto terzi, e solo il 6,7% di quelle
con alta incidenza.
Fondamentale è innovare: lo dimostrano i
numeri. Dai grafici costruiti da Intesa San
Paolo, infatti, si evince che la variazione
del fatturato tra il 2008 e il 2011 è stata del
+12,8% per le imprese con innovazione
di prodotto e di processo, e del -0,3% per
quelle non innovative.
Inoltre, chi innova ha un rapporto di filiera
privilegiato: il 63% della subfornitura innovativa vanta un rapporto di collaborazione
e progettazione con la committenza, contro il 35% di quella che non fa ricerca.
La buona notizia è che quasi il 70% delle
imprese capofila dichiara di non aver in-
48 FARE
tenzione di ridurre il ricorso alla subfornitura
locale nei prossimi anni e un 8,8% dichiara
addirittura di voler riportare in Italia parte
della produzione precedentemente delocalizzata a causa della scarsa qualità e affidabilità riscontrate all’estero.
Infine, per quanto riguarda il ruolo degli
istituti di credito, Maestri sottolinea come
“la banca possa avere un ruolo importante
nel mantenere alta la competitività del territorio e delle filiere produttive, non solo attraverso un supporto finanziario, ma anche
divenendo partner nei processi di internazionalizzazione e di innovazione e favorendo
le aggregazioni”. Un’opportunità che oggi è
già presa in considerazione dal 33% delle
imprese innovative. (e.b.)
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FARE 49
SI SCRIVE AEO,
SI LEGGE
AFFIDABILE
ARTICOLO DI copertina
50 FARE
2
crescere
Sono sempre di più, soprattutto in Emilia-Romagna,
le imprese che conseguono lo status di Operatore
Economico Autorizzato (AEO) e apprezzano i vantaggi
che ne derivano sulle operazioni a rilevanza doganale.
D
al 1° gennaio 2008 nei 27
Stati membri dell’UE sono
entrate in vigore le novità
introdotte nel Codice Doganale e
sue Disposizioni di applicazione con
i Regolamenti (CE) n° 648/2005 e
n° 1875/2006 in merito al rilascio,
agli operatori economici che ne fanno richiesta, di un certificato AEO/
Semplificazioni doganali, o AEO/Sicurezza, o AEO/Semplificazioni doganali e Sicurezza, tutti con valenza
comunitaria.
Un’opportunità che due imprese bolognesi, la Cesab Carrelli Elevatori
Spa e la G.D Spa, hanno colto subito, prime a Bologna ad avere ottenuto il Certificato AEO.
Il programma di certificazione comunitaria si applica agli operatori economici ed ai loro partner commerciali che intervengono nella catena di
approvvigionamento internazionale,
ossia ai fabbricanti, agli esportatori,
alle imprese di spedizione, ai doganalisti, ai vettori, agli importatori che,
nel corso delle loro attività commerciali, prendono parte ad attività disciplinate dalla regolamentazione doganale e si qualificano positivamente
rispetto agli altri operatori, in quanto
ritenuti affidabili e sicuri nella catena
di approvvigionamento.
I requisiti richiesti per ottenere lo
status di AEO sono calibrati per tutti
i tipi di imprese, indipendentemente dalla loro dimensione, così come
peculiari criteri sono previsti per le
altre figure interessate, ad es.: per gli
intermediari ed i rappresentanti in
dogana. Tali caratteristiche variano
e dipendono dalle dimensioni e dalla
complessità delle attività svolte, dal
tipo di merci trattate nonché da altri fattori specifici di cui terrà conto
l’Autorità doganale.
L’affidabilità comunitaria e lo status
di AEO/doganale sono riconosciuti,
a seguito di apposito accertamento dell’Autorità doganale nazionale
(per l’Italia è l’Agenzia delle Dogane), a chi comprova il rispetto degli obblighi doganali, il rispetto dei
criteri previsti per il sistema contabile, la solvibilità finanziaria. Per il
riconoscimento dello status di AEO/
sicurezza si deve dimostrare, oltre al
possesso dei predetti requisiti, anche
quello relativo alla rispondenza ad
adeguate norme di sicurezza.
L’operatore economico non è obbligato a divenire Operatore Economico Autorizzato: si tratta di una scelta
individuale, che dipende dalle condizioni operative di ciascun soggetto.
Il riconoscimento dello status di
AEO consente, comunque, agli
operatori economici di avvalersi di
vantaggi ed agevolazioni di natura
diretta ed indiretta relativamente alle
operazioni a rilevanza doganale poste
in essere.
Per ottenere il riconoscimento dello
status di AEO è necessario richiedere
all’Ufficio delle dogane competente
l’attivazione di una specifica azione
di audit che terrà anche conto delle
eventuali informazioni e dei dati già
in proprio possesso (autorizzazioni rilasciate per le procedure semplificate
/ domiciliate, audit doganali) nonchè
di altri elementi, quali certificazioni
ottenute dal richiedente, conclusioni
di esperti nei settori pertinenti, possesso di certificazioni riconosciute a
livello internazionale, esibite dalla
parte. Ciò faciliterà il processo di autorizzazione AEO.
Perché conviene diventare AEO?
Perché si acquisisce uno status di affidabilità e di sicurezza con validità
illimitata e comunitaria: riduzione
dei controlli; semplificazioni doganali; facilitazioni nel settore della
sicurezza; migliori relazioni con le
autorità doganali; maggiore velocità nelle operazioni doganali; mutuo
riconoscimento con altri programmi
di affidabilità e sicurezza di Paesi terzi
(certificati AEOS e AEOF).
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FARE 51
UN BOLLINO
BLU
TARGATO
EUROPA
ARTICOLO DI copertina
Tempi, burocrazia, controlli.
Pasquale Dioguardi (Agenzia delle
Dogane) spiega cosa cambia,
in meglio, per le aziende AEO.
di Giacomo Ruggero
U
na rivoluzione. Per tutti: per
gli operatori del settore, per
le imprese e ancora più per
l’Agenzia delle Dogane che da “organismo di controllo diventa anche un
ente di certificazione continuando la
precedente esperienza tutta italiana
dell’audit d’impresa”.
Senza, tuttavia, derogare alla sua mission: favorire il commercio legale e
far emergere quelle realtà che le leggi
non le rispettano.
L’AEO vista dalle Dogane, osserva
Pasquale Dioguardi direttore della
sede bolognese dell’Agenzia, è un
52 FARE
“indubbio vantaggio” declinabile in
molteplici aspetti. Non ultimo quello burocratico perchè, forte “degli
standard europei, altra indiscutibile
agevolazione”, presuppone “procedure certe e tempi certi”.
Non meno importanti sono poi i benefici indotti dal fattore economico
e da quello temporale. Nel primo
caso, fatti salvi eventuali costi interni all’impresa, l’AEO è gratuita. Nel
secondo, è sine die. A patto di non
commettere “errori” insormontabili.
Ecco perchè il termine “rivoluzione”
3
a cui è ricorso Dioguardi per sintetizzare il cambiamento burocraticoorganizzativo, provocato da questa
certificazione europea, è il più appropriato.
Ancora più evidente (e con effetti
immediati) è la metamorfosi compiuta dalla stessa Agenzia. Perchè il
passaggio da organismo di controllo
ad anche di certificazione presuppone il fatto che, in relazione all’Aeo,
“noi non parliamo più di attività
ispettive bensì di audit (termine inteso alla latina) e quindi riconducibile alla dimensione conoscitiva”. A
questo punto, prosegue Dioguardi,
“il nostro compito diventa conoscere
l’organizzazione dell’azienda”.
E’ ovvio che, in questa logica, “la nostra attenzione più che sulle imprese
che si sono fatte certificare, si focalizzerà su coloro che ‘stanno nell’ombra’. E la riprova risiede nel fatto che
le imprese AEO vedono diminuire i
controlli che li riguardano”. Per non
parlare “del trattamento prioritario
nelle verifiche delle merci o la possibilità di scegliere il luogo in cui fare i
controlli”. Atout che valgano sì per i
paesi europei, ma anche per chi riconosce la validità dell’AEO quali Usa,
Giappone, Svizzera e Norvegia. In
corso, invece, il via libera per la Cina.
In sintesi l’AEO è una certificazione
di affidabilità, una sorta di bollino
blu di affidabilità rilasciato dall’Agenzia delle Dogane entro 90 giorni
dalla richiesta. Timing che Bologna
ha sempre rispettato ed anzi cercato
di abbattere , marciando su tempi
ben più stretti. “Spesso bastano poche settimane” a patto che la documentazione necessaria sia “completa
e richieda un nostro intervento minimo”.
Cardine dell’AEO è, dunque, l’affi-
crescere
Pasquale Dioguardi, Direttore dell’Agenzia delle Dogane
dabilità che, concessa sulla base di un
rating europeo, poggia su alcuni pilastri: gestione doganale delle merci,
solvibilità verso le dogane e sicurezza
contabile e logistica (sia interna sia a
livello di gestione fisica delle merci).
A “strutturare” l’AEO è l’Unione europea che ha “fissato regole valide per
tutte”, spiega Dioguardi. Una novità
per molti Stati membri, ma non per
tutti. Di certo non per l’Italia dove
l’Agenzia delle Dogane, in tempi non
sospetti, aveva già messo a punto “audit di imprese”. Insomma, una certificazione tricolore che anticipa quella
a 27 stelle.
In virtù di questa cultura della certificazione preesistente, l’Agenzia della
Dogane “ha investito molto sull’Aeo,
creando e formando figure ad hoc”,
precisa il direttore.
Tre le tipologie di AEO: la prima
connessa con la semplificazione delle
questioni doganali (AEO C dove la
c sta per customs); la seconda con la
sicurezza dei depositi (AEO S, dove
la s sta per security) e infine quella
Full (appunto AEO F).
Questo mix di fattori positivi è alla
base del fatto che nella nostra provincia “una buona parte di grandi,
medie e piccole imprese, ma anche di
CAD, di case di spedizione o di doganalisti è già in possesso dell’AEO”.
Gli operatori certificati, continua
Dioguardi, si sono col tempo dichiarati molto soddisfatti del nuovo istituto europeo.
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FARE 53
L’AEO? E’ UN INVESTIMENTO
«La certificazione AEO? E’ senza dubbio un beneficio: è un’ulteriore apertura dell’apertura delle frontiere perché ha
un impatto doganale pressoché mondiale». Al punto che dopo Europa, Giappone e Usa, «ci aspettiamo che presto vi
aderiscano altri Paesi come la Cina o quelli del Sud America».
Guarda in prospettiva Cristiano Cobianchi, amministratore delegato di Mec-Moduli Elettronici e Componenti che fonda la sua ragione sociale nell’essere importatore dal Sol Levante ed esportatore in Europa (40% del peso specifico
dell’azienda) e in Italia (40%), ma anche al di là dell’Atlantico e verso il Sud-Est asiatico (20%), «di componenti che
nessuno produce più in Europa».
Guardare oltre, e quindi ai benefici, perché solo con questa logica «si riescono a superare gli inevitabili ostacoli» che
il conseguimento di una simile certificazione inevitabilmente comporta. «Deve essere una scelta consapevole – osserva Cobianchi -, la cui utilità si rivela nel medio e lungo periodo poiché comporta il dover mettere mano ai processi
interni». Insomma «bisogna mettere in discussione la tua organizzazione, le tue procedure, ma questa scelta porta
e, nello specifico, ci ha portato enormi vantaggi». Sul fronte interno «aiuta a standardizzare le procedure doganali»,
mettendo a punto (oliando o mettendo in moto) meccanismi arrugginiti, alcune volte vaghi o addirittura inesistenti.
Per contro, sul fronte esterno, abbatte i tempi e, quindi i costi. «Avere questo riconoscimento, ad esempio in Usa e in
Giappone, ci permette una maggiore flessibilità e una migliore efficienza» tanto a livello di import quanto di export.
Alleggerisce la burocrazia, richiede meno necessità di magazzino, abbatte i costi, garantisce sicurezza e semplifica
le procedure doganali. In estrema sintesi, la certificazione AEO va considerata come «un investimento vero e
Cristiano Cobianchi, AD di Mec
proprio. Forma e sostanza qui sono unite e concorrono a perfezionare aspetti gestionali inerenti l’attività logistico
commerciale».
Oltretutto, tra i suoi atout, rivela l’imprenditore, ve ne è uno quasi insospettabile e riguarda proprio il rapporto, anzi il dialogo con la Pubblica
amministrazione. Per l’Aeo rappresentata dall’Agenzia delle Dogane con cui si instaura «un rapporto di vera collaborazione». E così accade che
le Dogane non siano più viste «come un ente che dà lavoro in termini di aggravio, bensì come un interlocutore. Risultato: – conclude Cobianchi
- la Pubblica amministrazione finalmente fa un passo verso le imprese! ».
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CHE MERAVIGLIA I TEMPI CHE SI ABBATTONO
Velocissimi nell’intuire l’opportunità, afferrandola al volo. «Cesab è stata una delle prime società in Italia e la prima in Europa nel gruppo Toyota
ad avere implementato la certificazione AEO. Tanto da ottenerla fin dall’ottobre del 2008».
Esportatore in tutto il mondo di carrelli elevatori prodotti nello stabilimento di Bologna, la Cesab fa parte del gruppo Toyota Material Handling
Europe. Un’eccellenza del nostro tessuto economico-produttivo che, spiega Stefania Martelli, Finance Administration & Control Director dell’azienda bolognese, «esporta il 15% del fatturato complessivo realizzato in tutti i paesi (Italia esclusa) e importa il 42% del fatturato complessivo in
acquisto in tutti i paesi (Italia esclusa)». Un movimento che, negli ultimi anni, «ha integrato anche importanti flussi di import dal Giappone e Cina.
In questo scenario, la possibilità di implementare un percorso privilegiato e un abbattimento dei tempi nei flussi di import ed export è risultato
un fattore chiave ed immediatamente valutato dal management».
La certificazione AEO F (custom e sicurezza) nasce qui, «da una cultura della certificazione presente in azienda da diversi anni. Inoltre l’applicazione della policy Toyota ha ulteriormente rafforzato in questi anni tale cultura». Indubbi i vantaggi ottenuti, «uno dei principali – specifica
Martelli - è sicuramente l’abbattimento dei tempi derivato dall’applicazione di un percorso privilegiato e prioritario nell’espletamento di tutte le
pratiche doganali. Possiamo evidenziare tale vantaggio con una serie di parametri oggettivi: dal 2008 ad oggi sono stati effettuati in export 15
controlli su un volume di circa 750 documenti doganali mentre in import negli ultimi due anni sono stati effettuati 6 controlli. Consideriamo che
Cesab, con il supporto di un Doganalista, gestisce diverse pratiche import alla settimana. Inoltre è opportuno evidenziare che la certificazione
AEO ha permesso a Cesab di instaurare un rapporto diretto e fiduciario con l’Agenzia delle Dogane».
54 FARE
FARE PRESTO A COSTI BASSI
Per sè: «perchè essere l’anello virtuoso di una catena altrettanto virtuosa che, oltretutto, garantisce sicurezza, è un valore». Per gli altri, le aziende: «perchè abbatte i tempi e dunque i costi, rendendo le procedure più
veloci e sicure».
L’AEO visto da Stella Operazioni Doganali che di questa certificazione ha intuito tutte le potenzialità sia in
termini di ‘colpo d’ala’ per il proprio lavoro quotidiano sia come opportunità da diffondere tra i suoi clienti.
Ovvero imprese che bussano alle sue porte per movimentare prodotti e merci ad ogni latitudine e longitudine,
dovendo rispettare i relativi adempimenti doganali.
Essere, dunque, l’anello di una catena di valore, per Tauro Stella, patron dell’omonima impresa, assieme a
Giorgio Magnani, «era un imperativo: non volevo esserne escluso». Al punto da essere tra i primi a ottenere
questa sorta di ‘bollino blu’. «Era il 2008», ricorda il doganalista. E, fiutando le ricadute positive sulle industrie
che macinano import ed export, sceglie di diffondere questa cultura. «Cedo la mia quota di sicurezza alle
imprese che rappresento, convincendole dell’importanza e del valore di questa certificazione che riduce i
controlli (quasi azzerandoli) e quindi i tempi, rendendo il tutto più veloce. Nel contempo con il mutuo riconoscimento, ai fini della security, da parte di alcuni stati terzi (Usa, Giappone ed altri in un prossimo futuro),
le merci saranno considerate sicure anche dalle Autorità Doganali estere, con conseguente beneficio nei
confronti dei partners commerciali delle aziende italiane, divenendo pertanto più appetibili».
Insomma, il segreto dell’AEO è riassumibile in una formula cara agli imprenditori: fare presto e tenere i costi
Tauro Stella, titolare di Stella Operazioni Dobassi. E, avendo anche la domiciliazione doganale, si evita lo spostamento delle merci perché i controlli sono ganali
fatti direttamente in casa. «Questa certificazione va vista come un investimento che produce benefici».
Se ottenere l’AEO è un indubbio vantaggio, ciò richiede, audit con l’Agenzia delle Dogana a parte, una certa inclinazione alla cultura della certificazione. «Noi siamo già certificati ISO 9001:2008 e l’AEO è stata l’occasione per migliorare alcune procedure interne», ammette Stella. Ma
se guardiamo alle imprese, l’AEO può essere il motivo «per rendere più efficaci ed efficienti alcuni processi» che potrebbero configgere con il
mondo doganale che è «pieno di insidie».
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E se da un lato, questo ‘certificato’ ha procurato indubbi vantaggi ai clienti e finanche ai fornitori. «Attualmente tale certificazione è riconosciuta da Usa, Giappone e a breve termine anche il
Canada. Il mutuo riconoscimento tra gli Stati che applicano la certificazione crea un vantaggio
di percorso prioritario per entrambi. Una filiera certificata (includendo anche la Società che
espleta tutte le procedure doganali) ottiene un abbattimento dei tempi estremamente importante».
Minimo l’impatto «in termini di revisione dei processi e di costi» causato dall’AEO poiché «Cesab è certificata ISO 9001, ISO 14000 e OHSAS 18001. Inoltre dal 2010 la società ha introdotto
e implementato il modello organizzativo della L.231. Di conseguenza la mappatura dei processi
aziendali era già presente ed il suo aggiornamento costante. L’audit in fase di certificazione è
stato effettuato con il supporto della società che ci segue da anni nell’espletamento di tutte le
operazioni doganali in import ed export». Un sistema «completamente integrato nei principali
processi della società, nella gestione del ciclo attivo e nei processi decisionali relativi a strategie di prodotto e fornitura».
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Stefania Martelli, Finance Administration & Control Director di Cesab
FARE 55
CI GUADAGNA TUTTA LA FILIERA
Clienti über alles. Sono stati proprio loro, sparsi in ogni angolo del globo, il propellente che ha spinto Cogefrin Group, che tra i suoi molteplici rami di imprese
vanta quello legato alla logistica e alle spedizioni internazionali, ad accendere i motori della certificazione di Operatore Economico Autorizzato (AEO). E’ lo
stesso general manager del gruppo, Mauro Bottura a rivelarlo. «Per noi, era di
fondamentale importanza rispondere alle richieste di alcuni dei nostri clienti
principali che ci chiedevano di adeguarci acquisendo la certificazione AEO».
Una scelta di strategia imprenditoriale, dunque che ha portato indubbi vantaggi
su entrambi i fronti: quello dell’azienda e quello di chi ogni giorno bussa al quartiere generale a Castel Maggiore. «Migliorandoci – spiega Bottura - possiamo
rendere un servizio migliore e più sicuro ai nostri clienti e in tutta la filiera quindi
anche i processi che riguardano i fornitori ne sono influenzati positivamente».
Nel complesso, «il vantaggio principale è stato quello di adeguarci alle richieMauro Bottura, general manager di Cogefrin
ste dei nostri clienti i quali hanno così continuato ad affidarci le loro merci. Ma
– prosegue il general manager - ha anche significato intervenire sulle nostre
procedure (doganali, operative, amministrative) che ci hanno consentito di ottimizzare le risorse e diminuire i possibili errori nostri e dei nostri
fornitori e sulle nostre strutture (magazzini) dove le merci entrano, escono o rimango in deposito nella massima sicurezza possibile». Una novità
non del tutto nuova, però. In quanto, in nuce, questa certificazione all’avanguardia alla Cogefrin aveva già allignato. Ancorché sotto un’altra
forma. «In effetti, in parte l’Aeo era già contenuta all’interno della “Qualità ISO 9001:2000”, una certificazione che ci è stata molto utile e ci ha
consentito di proseguire spediti su alcuni temi». E così, dopo aver conseguito, «in un primo tempo AEO/semplificazioni doganali», il Gruppo è
passato «alla certificazione AEO/Sicurezza».
In termini di processi, ciò ha comportato un lavoro intenso che ha avuto come controparte «i funzionari della dogana che si sono messi a nostra
disposizione con grandissima competenza e professionalità sia nella prima che nella seconda fase». Quanto ai costi, sono riconducibili «al tempo che alcuni di noi hanno dedicato ai vari procedimenti (per l’ottenimento della certificazione e per adeguarci alle normative) e all’adeguamento dei magazzini in termini di investimenti sulla sicurezza». E comunque, «essendo una delle nostre principali attività connessa alle spedizioni
internazionali “Mondo”, è evidente che il sistema doganale “incide” in modo sensibile. E’, infatti, una delle attività sulle quali abbiamo investito
buona parte delle risorse». Come è appunto la certificazione AEO.
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56 FARE
FARE 57
LA SPINA DORSALE
DEL FARE
IMPRESA
ARTICOLO DI copertina
58 FARE
4
crescere
Quarantacinque “imprese che crescono”
hanno preso parte al Premio Paolo Mascagni
di Unindustria Bologna e del Resto del Carlino.
Nel ricordo dell’Imprenditore e dell’Amico.
di Francesca Rizzi
FARE 59
Le immagini di queste pagine sono di Gianni Schicchi
G
ettano il cuore oltre l’ostacolo ogni mattina quando
scelgono di aprire i loro capannoni e accendono la luce. Sono
quaranticinque capitani coraggiosi
che hanno saputo (e sanno) navigare in mezzo ad un uragano che non
ha paragoni. Mantengono la rotta
nonostante tutto, domando venti a
forza dodici e approdando in porti
(talvolta ignoti) sicuri dove mietono
successi. E crescono.
Sono le 45 piccole, medie e grandi
imprese del nostro territorio che hanno partecipato alla prima edizione
del Premio Paolo Mascagni voluto
strenuamente da Unindustria Bologna – insieme al Resto del Carlino
- per non dimenticare «un amico e
un collega come Paolo, persona che –
ricorda il presidente degli industriali
di via Serlio, Alberto Vacchi - ha tracciato un importante percorso umano
e imprenditoriale nella nostra città».
Un uomo al quale «tutti, imprenditori e non, siamo legati da affetto e
stima».
Aziende «un po’ lontane dalle luci
60 FARE
della ribalta – osserva Vacchi, parlando alla platea di industriali riuniti nell’Aula Biagi del Carlino -, ma
che costituiscono la spina dorsale del
fare impresa nel nostro territorio».
Quaranticinque realtà economicoproduttive «tutte meritevoli di essere
premiate» tra cui la giuria composta
da Unindustria Bologna, Carlino,
Alma Mater e l’arch. Elena Zacchi-
roli Mascagni ha dovuto scegliere.
Una valutazione difficile di fronte a
tale ricchezza di eccellenze; tanto è
vero che si è arrivati ad un ex aequo:
Faac e Reglass, differenti, ma uguali
nell’etica del fare impresa e nell’investire sui giovani e sulla ricerca.
Uomini e donne che danno ricchezza
alla nostra provincia, creando opportunità di lavoro e che il premio incorona «come esempi a cui guardare» e
magari da «imitare» come prospetta il
direttore del QN - il Resto del Carlino, Giovanni Morandi.
Eredi virtuali del Mascagni uomo e
imprenditore, mentre quelli per albero genealogico sono seduti in prima
fila, insieme ad Elena Zacchiroli Mascagni: i figli Giulia, Tommaso e Pietro, e il fratello di Paolo, Michele. Ed
è a loro che si rivolge Roberto Kerkoc, vicepresidente vicario di Unindustria con delega alla media impresa, nel momento forse più toccante
della cerimonia dopo il minuto di
silenzio chiesto dal direttore del quotidiano. «Paolo era un amico e in lui,
noi della filiera del legno, vedevamo
ARTICOLO DI copertina
il nostro capo. Mascagni a Bologna
rappresentava l’azienda del legno con
la a maiuscola. E’ allora che nacque
la nostra amicizia». Un ricordo personalissimo, quello di Kerkoc, che
non dimentica «le nostre idee» per le
quali «abbiamo sempre combattuto».
Idee, ma ancor più sfide che i quarantacinque raccolgono e rilanciano.
Quotidianamente. «Le aziende che
hanno partecipato al Premio Mascagni – spiega Vacchi – hanno in
comune la caratteristica di essere in
crescita». Una constatazione che si
trasforma nel valore del riconoscimento all’imprenditore scomparso.
«Bologna – prosegue il uno di Unindustria Bologna – ha, di base, un
tessuto dinamico con aziende che riescono a crescere nonostante tutto e
competono su mercati internazionali». Perché questa «base imprenditoriale deve essere considerata la spina
dorsale di una realtà economica che
può crescere». Ecco perché, pur nello
sconforto generale, «ci conforta sapere di poter ripartire da un tessuto
produttivo così dinamico».
Radici solide che trovano nutrimento in quello che Paolo chiamava
«amore» per la propria impresa. Un
amore che, per Morandi, «assume un
significato etico preciso, non astratto
perché produce valori e ha effetti sul
sociale».
Il Premio Mascagni affonda qui la
sua origine. «In una situazione diffi-
cile come quella
attuale, parlare
di personalità
positive (come
ha fatto il Carlino per un anno
inter vistando
una ad una le
aziende in gara,
ndr) che vanno
controcorrente
ha il significato
di incoraggiamento che non
si esaurisce in
questo episodio, ma ha l’effetto di
imitazione». Questi «imprenditori
con fatturati in crescita a due cifre
sembrano marziani - rileva Morandi
-. Sono uomini che battagliano ogni
giorno e per questo sono un esempio.
Per il Carlino parlare di loro è stata
una grande opportunità e un’occasione di grande interesse».
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FARE 61
FAAC: COMPETITIVITA’ ED ETICA D’IMPRESA
«Di Paolo Mascagni mi ha colpito il fatto che il suo nome sia sempre associato ai concetti di generosità e disponibilità verso gli altri. E questo,
credo, sia la ragione principale per cui abbia avuto un’intensissima vita associativa. Contribuendo così profondamente al motivo per cui siamo
qui» nell’aula Biagi del Carlino. Dove alla Faac, colosso della domotica ramificato nel mondo, ma con il cervello a Zola Predosa, va un premio
per essere «riuscita a crescere, mantenendo una leadership mondiale, nonostante gli anni difficili – spiega il presidente di Unindustria Bologna,
Alberto Vacchi -. Divenendo così emblema dell’eccellenza del nostro territorio».
Andrea Marcellan, ad di Faac, riceve «orgoglioso», dalle mani dell’architetto Elena Zacchiroli Mascagni, la targa di un premio al quale hanno
partecipato «45 meravigliose aziende, veri esempi di imprenditoria». E tutti associati ad Unindustria Bologna che «ha dato una casa comune
alle imprese del territorio».
Come la Faac, realtà produttiva la cui ragion d’essere ha un nome: Michelangelo Manini il quale, ricorda l’ad, «aveva, in comune con Mascagni, l’onestà cristallina e un senso abbastanza feroce dell’etica d’impresa». Valori
fondanti che, in particolare per quanto riguarda Manini, diventano parte
integrante del fare impresa; saldandosi con un «rispetto rigoroso del libero
mercato e della competitività e uno maniacale della meritocrazia».
Scomparso nel marzo scorso, Manini «ci ha lasciato un sogno: un piano di
crescita, condiviso dagli eredi e che, forse, è la ragione prima» che sollecita
la Faac ad andare avanti, crescendo. Un incremento dato anche «dall’Università che ci alimenta con i suoi laureati interessati al fare impresa e senza
i quali non andremmo avanti». (f.r.)
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Andrea Marcellan AD di Faac, riceve il Premio Mascagni dal Direttore del QN Resto del Carlino, Giovanni Morandi, l’arch. Elena
Zacchiroli Mascagni e il Presidente di Unindustria Bologna Alberto
Vacchi
LUCA PAOLAZZI: LA FORZA DEL CAMBIAMENTO
Mai come ora «sono necessari gli esempi positivi a cui appendere le nostre speranze e la voglia di fare per apprendere». E’ un’iniezione di
ottimismo l’intervento del direttore del centro studi nazionale di Confindustria. «Le imprese italiane sono andate a prendere la crescita laddove
c’è», esordisce Luca Paolazzi, puntellando le sue parole con Focus Group, il progetto che ha carpito i segreti del successo in barba alla crisi delle realtà produttive. Cercatori di successo che «hanno saputo fare dell’innovazione il loro elemento di forza, indipendentemente dalla loro dimensione». Ecco
perché «possiamo pensare al futuro con una certa fiducia. Per di più possiamo
prendere ad esempio le imprese raccontate da il Resto del Carlino». Ovvero chi
è andato avanti, inanellando segni positivi, nonostante tutto. Poiché, se piccolo,
ha fatto del «cambiamento una necessità; se grande, una sorta di prevenzione
dei pericoli».
Certo la situazione è complessa proprio nel mercato di riferimento, rendendo più
difficile il salto oltre confine, osserva Paolazzi. Ma le «isole in cui si cresce ci
sono». Fondamentale è proporre «prodotti di qualità, il meglio del nostro Paese».
Insomma «cauto ottimismo in uno scenario variegato dove differenza significa
opportunità». Una visione un po’ meno grigia e, dunque, un po’ più rosea che
62 FARE
REGLASS: RICERCA ED INNOVAZIONE
«Era capace, appassionato nel fare impresa. Insieme a lui e ad altri dodici, fondammo il gruppo giovani dell’Api. Per questo ci vedevamo spesso,
anche fuori dall’associazione, per discutere le strategie future, per scambiarci idee: eravamo giovani e volevamo cambiare qualcosa, volevamo
portare innovazione. E Paolo ci ricordava come l’innovazione, nel fare
impresa, fosse molto importante». Si commuove Luca Pirazzini, fondatore e amministratore delegato di Reglass, azienda che nella ricerca e
nell’innovazione ha il cuore del suo business. Si commuove Pirazzini nel
ricordare Mascagni e nel ricevere, dal presidente di Unindustria Bologna, Alberto Vacchi, il premio intitolato all’amico. Un riconoscimento che
affonda la sua ragion d’essere sia «nei 20 milioni fatturati sia – spiega
Vacchi -, ancora più, nell’aver vinto, negli ultimi otto mesi, due bandi europei per la ricerca, portando così a Bologna il baricentro della ricerca».
Una stella di prima grandezza, dunque, ma che, per Pirazzini, ha il suo
La consegna del Premio Mascagni a Luca Pirazzini, AD e fondatore
di Reglass
valore nell’essere «un’azienda bonsai, con una piccola dimensione, ma
con tanti rami quanto un’impresa di grandi dimensioni». Un centro di
ricerca produttivo il cui segreto è da scovarsi «nella massima attenzione per ogni ramo che va curato perché un imprenditore deve amare la sua
impresa». Solo così «si aiutano i giovani ad entrare nella nostra azienda». Giovani, ma anche «cambiamento» perché la stabilità non produce
crescita. «Bisogna cambiare i settori di riferimento, approfondire la ricerca di materiali, introdurre nuove competenze e nuove tecnologie»,
avverte Pirazzini. Una ricetta che, in Reglass, ha prodotto un impasto unico tale da competere a livello europeo, partecipando ai bandi di ricerca
a 27 stelle dove vince la crema della crema dell’intelligenza. «Sono bandi molto difficili», rivela Pirazzini che si definisce un «inventore creativo»,
ma capace «di razionalizzare» perché «ci sono idee che devono correre e poi ci vogliono persone che le realizzano». Ecco perché, esorta, «devo
incoraggiare tutti a fare ricerca, tentando strade nuove davanti a tutti e indirizzandoli a fare ricerca nel modo corretto». (f.r.)
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poggia su cinque pilastri, analizzati dal direttore. Si comincia con l’economia mondiale che «continua a crescere anche se a ritmi relativamente
meno sostenuti a quelli della fase pre-crisi». Si espandono non tanto i mercati vicini, con l’eccezione di Polonia, Repubblica Ceca e Romania (da
+ 1% a +5%), quanto Cina, India che da sole «assorbono l’80% della domanda», osserva Paolazzi. E a tirare non è il made in Italy classico, per
intenderci quello riconducibile alla moda o al mobile (-8% da 21% a 13%), bensì quello ad alto tasso di tecnologia: chimico, meccanico, metallurgico o farmaceutico. In pratica «tutti settori legati all’innovazione e alla ricerca» dove le intelligenze italiane sono al top, come riconosciuto
universalmente.
Questo fiutare il mercato favorevole, per il direttore del centro studi, presuppone però «un cambiamento di strategia in seno alle imprese»,
allontanandosi dal modello di riduzione dei costi fissi. Perché delocalizzare, per essere più flessibili, ha depauperato le competenze, a loro volta
delocalizzate. E ciò che «rende un’unica un’impresa, il suo vero patrimonio è proprio quello della conoscenza, appunto delle competenze che
possono condurre alla crescita». Ecco perché la delocalizzazione è stata scalzata dalle partnership lungo la filiera produttiva. «Essere partner e
non più un anello incolore della catena», sintetizza Paolazzi. Di pari passo, si è agito anche sulle funzioni aziendali, investendo su quelle riconducibili alla parte commerciale. Per stare sul mercato, «bisogna anche saper vendere». Tutti questi fattori hanno poi alimentato un terreno fertile
per la nascita di «start up soprattutto nel settore dell’Ict». Da ultimo, Paolazzi non dimentica il tema riforme, «un processo lungo e graduale che
va implementato e non smontato da un governo all’altro». Se si facessero le riforme, «il nostro tasso di crescita, ora inchiodato a percentuali
da prefisso telefonico, può triplicare fino a due cifre». (f.r.)
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FARE 63
5
crescere
QUARANTACINQUE
AZIENDE CHE FANNO
CRESCERE BOLOGNA
DUE TORRI
Tutte le imprese
che hanno partecipato
al Premio
Paolo Mascagni 2012.
GALLETTI
20 mila
Il fatturato previsto
nel 2011, in crescita
costante rispetto ai
10,8 del 2008, agli
11 del 2009 e agli
11,7 del 2010
La superficie dei
magazzini coperti.
Ci lavorano 26
dipendenti diretti
più 120 addetti di
cooperative
milioni
metri quadrati
Claudio Franceschelli
OFFICINA MECCANICA ELMI
430
80
1,650
12
Sono gli addetti
delle dieci società
che formano il
gruppo. Una sola
si trova all’estero,
in Belgio. Le altre
sono italiane
E’ il fatturato del
gruppo,
in costante crescita
dal 2000,
quando toccava
quota 20 mlioni
di euro
E’ il fatturato
previsto per il 2011,
tornato ai tempi
precedenti alla crisi
del 2008 dopo due
anni di flessione
Anche il numero
degli addetti
è in aumento dopo
un calo nel 2009 e
2010, anni molto
duri per tante
piccole aziende
dipendenti
milioni
milioni
Luca Galletti
Manuela Elmi
CAFFITA SYSTEM
CORAZZA
dipendenti
60
186
2,5
500
E’ il fatturato del
2011 ma la previsione per il 2012
è di arrivare a
toccare quota 100
milioni di euro
Lo stabilimento di
Gaggio Montano
occupa 119 persone, mentre in
quello di Rozzano
lavorano 67 persone
E’ il fatturato del
2010.
La Corazza è
leader del mercato
italiano,di cui copre
una quota vicina
all’80 per cento
E’ il numero di
plantari ortopedici
prodotti ogni anno
dall’azienda
nello stabilimento
da 3000 metri
quadrati
milioni
Giovanni Zaccanti
64 FARE
12
dipendenti
milioni
Violetta Corazza
mila
ARTICOLO DI copertina
ZACCANTI
LUIS.IT
1,1
milioni
E’ la previsione
di fatturato per il
2011.
ln crescita costante
a partire dal secondo anno di attività,
il 2002
130 mila
10
30
Sono gli euro dedicati alla ricerca
su progetti e attività
sperimentali.
Costituiscono
più del 10 % del
fatturato
E’ il fatturato del
2012, in crescita a
due cifre dal 2009.
Un milione di euro
viene dal mercato
estero
L’ultima riorganizzazione ha portato
all’assunzione di
tre nuove figure nei
ruoli individuati
dall’ad
milioni
dipendenti
Luigi Zanolio
Salvatore Bocchetti
ATS-MICROFOUND
MECCANICA NOVA
9
milioni
Il fatturato del
2011, basato sulla
realizzazione di particolari meccanici
con forme complesse
25 mila
Metri quadrati
costituiscono la
superficie totale
dello stabilimento
di Pontecchio
140
40
Oltre agli addetti
assunti l’azienda ha
in formazione dieci
tecnici e laureati in
ingegneria
E’ il fatturato del
2011, che quest’anno dovrebbe
aumentare del 25
per cento, fino a
quota 50 milioni
dipendenti
Carlo Novarese
Marco Bigliardi
M.T. MOTORI ELETTRICI
CMI
8,88
50
21
Il fatturato del
2011, più che raddoppiato rispetto
all’anno peggiore
della crisi, il 2009
E’ l’incidenza
dell’export sul
fatturato. La Mt
ha clienti in Germania, Inghilterra e
Finlandia
E’ il fatturato del
2011, previsto in
crescita nel 2012.
Su 21 milioni, 13 e
mezzo vengono dal
mercato estero
milioni
milioni
per cento
milioni
100 mila
Sono gli euro che
ogni anno vengono
dedicati a ricerca
e sviluppo per
brevettare nuovi
tipi di cerniere
Virgilio Rende
Eros Gherardi
MINERVA EDIZIONI
RENNER ITALIA
3
10
62
1,3
E’ il fatturato previsto per il 2011
in crescita costante
del 25-30 per cento
annuo dal 2006,
quando era di un
milione
Le persone che
lavorano nella
sede di Argelato,
dove l’azienda si è
trasferita
definitivamente nel
2005
È il fatturato del
2011, in crescita di
otto milioni
rispetto al 2010 e
previsto oltre i 70
milioni entro la fine
del 2012
Gli investimenti
in ricerca e sviluppo
nel 2011.
E’ circa il 2,1 per
cento del fatturato
totale dell’azienda
milioni
dipendenti
Roberto Mugavero
milioni
milioni
Lindo Aldrovandi
FARE 65
EURORICAMBI
TMC
53
2
650
4,5
Il fatturato del
2011, a cui vanno
aggiunti i 12 milioni di una società
spin off creata per le
attività post vendita
Costituiscono l’investimento annuo
in ricerca e sviluppo, oscillante tra il
5 e il 7 per cento
del fatturato
Sono quelli
impiegati in tutte le
aziende del gruppo,
per un fatturato
complessivo di oltre
120 milioni di euro
Sono gli euro spesi
in ricerca e sviluppo, che nel 2011
hanno permesso
l’acquisto di nuovi
macchinari: il 4%
del fatturato
milioni
milioni
milioni
Matteo Gentili
Pierluigi e Orazio Taddei
PLASTIFUR
S.E.F.A.
920
12 presse
E’ il fatturato in
euro del 2011,
destinato a crescere
nel 2012 per effetto
dell’avvio della
fusione con Ompa
Sono le macchine
aziendali
per 7 dipendenti.
Le macchine
diventano 24
aggiungendo la
dotazione di Ompa
mila
23,8
60
E’ il fatturato della
holding che oltre
a Sefa comprende
la Tig.
E’ in crescita di
5,5 milioni di euro
rispetto al 2010
Impegnati nelle
varie aziende del
gruppo, nato nel
2007.
La prima società
che ne fa parte è
sorta nel 1978
milioni
dipendenti
Alessandro Furini
Bruno Conti
GAZZOTTI
WEGAPLAST
16,4
105
19,7
142
E’ il fatturato in
euro riferito al
2011. Il quindici
per cento viene
dalle esportazioni
in Cina, Corea,
Russia, Turchia
La maggior parte
lavora nello stabilimento di Trebbo
di Reno
che occupa 45 mila
metri quadrati
È il fatturato in
euro del 2011,
in crescita costante
rispetto al 2009 e
al 2010.
Il 70 per cento
viene dall’estero
Lavorano nello
stabilimento
di Toscanella di
Dozza che occupa
25 mila metri quadrati dopo diversi
ampliamenti
milioni
dipendenti
milioni
dipendenti
Carlo Comani
Carlo Stancari
ADVIHAIR
CERVELLATI
5
80
5,5
50
Il fatturato annuo.
L’azienda ha cambiato proprietà
ed è stata rilevata da
Advicorp solo nel
luglio del 2011
Divisi tra la sede di
Zola Predosa e il
centro bolognese.
I centri in franchising sono 36 e
l’indotto occupa
200 persone
E’ il fatturato in
euro del 2011.
Il venti per cento è
costituito dall’export, specialmente
nei paesi dell’Unione Europea
Lavorano nei due
stabilimenti di San
Lazzaro, su 12 mila
metri quadri.
Il 5% del fatturato
è investito in ricerca
milioni
dipendenti
Andrea Mandel Mantello
66 FARE
dipendenti
milioni
dipendenti
Stefano Cervellati
BERTOLINI
FAAC
214
1055
290
41,3
E’ il fatturato in
euro del 2011,
in crescita di 34
milioni rispetto
all’anno precedente.
Il 2% viene investito in ricerca
Divisi nelle varie
sedi aziendali.
Nel quartier
generale di Zola,
che occupa 26mila
metri quadri, gli
addetti sono 238
E’ il fatturato
aggregato di gruppo
del 2011,
in crescita di 52
milioni rispetto
all’anno precedente
E’ l’impegno economico necessario
per far rinascere
il polo chimico
di Torviscosa con
gruppo Bracco e
Regione
milioni
dipendenti
milioni
milioni
Andrea Marcellan
Francesco Bertolini
VARVEL
GRAN BOLOGNA
30,5
2,5
3
62
E’ il fatturato del
gruppo, comprese
le aziende associate
così suddiviso:
40 per cento Italia,
40 Ue, 20 mondo
Gli investimenti in
ricerca e sviluppo
rispetto al fatturato
su nuovi prodotti
e collaborazioni con
l’Università
E’ l’ultimo fatturato
nel bilancio
dell’azienda,
cresciuto complessivamente del 7 per
cento nel triennio
E’ la quantità del
fatturato legata alle
esportazioni.
L’azienda vende in
15 paesi, tra cui
Germania e Olanda
milioni
per cento
milioni
per cento
Francesco Berselli
Franco Testoni
NOEMALIFE
VENTURI ARTE
48,5
700
E’ il fatturato del
2011, in crescita
del 13 per cento
rispetto al 2010,
quando aveva superato i 41 milioni
All’inizio i soci
fondatori erano tre
con tredici dipendenti.
Dal ‘96 ad oggi
la crescita è stata
continua
milioni
dipendenti
30
mila
chilogrammi
È la quantità di
bronzo necessaria
a produrre 2.300
sculture all’anno e
otto opere monumentali
80
per
cento
È la quota di
fatturato legata alle
vendite all’estero
e al mercato
delle decorazioni
verso Russia, Cina
e Arabia
Francesco Serra
Gabriella Venturi
SAYERLACK
DERMAL INSTITUTE
110
2,8
38
550
E’ il fatturato del
2011,
formato da 45
milioni di euro
sul mercato italiano
e 65 sui mercati
esteri
E’ l’investimento in ricerca e
sviluppo del 2011,
corrispondente al
2,5% del fatturato
complessivo
È il fatturato in
euro del 2011,
che comprende
tutte le società del
gruppo. Il 5 per
cento viene dalle
vendite all’estero
Sono divisi tra
gli stabilimenti
bolognesi, quello
di Bergamo e le
strutture di vendita
delle aziende del
gruppo
milioni
milioni
Alessandro Pirotta
milioni
dipendenti
Federico Montanari
FARE 67
POGGIPOLINI
8
10
2,9
45
È il fatturato del
2011, in crescita
del 20 per cento,
con previsione di
un’uguale, ulteriore
crescita nel 2012
Un decimo del
fatturato viene
investito in ricerca
e sviluppo perché
l’azienda progetta
i pezzi in leghe
speciali
Rappresentano il
fatturato estero,
e i paesi balcanici
costituiscono il
mercato principale
dell’azienda
Sono divisi tra i
due stabilimenti
italiani,
uno a Bologna e
uno in Romagna,
e quello serbo
milioni
per cento
milioni
dipendenti
Stefano Poggipolini
Gianluigi Baccolini
ARTECH
F.lli CINOTTI
25
15
3,9
18
È la quota degli
investimenti
destinati alla ricerca
e sviluppo. Negli
anni non è mai
scesa sotto il 15 per
cento
È la quota di
fatturato dovuta
alle attività estere.
Infatti Artech ha
clienti in Francia,
Germania e
Bulgaria
E’ il fatturato del
2011, prodotto da
22 dipendenti.
E’ previsto in crescita di oltre il 20 per
cento nel 2012
E’ la quota del
fatturato che dipende dalle vendite
all’estero, destinata
ad aumentare nei
prossimi anni
per cento
per cento
milioni
per cento
Renato Estri
Antonella Cinotti
MELO
NATISOFT
5,8
36
730
7
E’ il fatturato in
euro del 2011,
tornato a livelli
superiori rispetto
al 2008, dopo due
anni di calo dovuto
alla crisi
Lavorano nello
stabilimento
di Zola Predosa,
che occupa quasi
8mila metri quadri
compreso uffici e
terreno
E’ il fatturato in
euro del 2011,
quasi triplicato
rispetto al 2009.
La previsione per il
2012 è di 850 mila
euro
Due dei quali sono
amministratori,
tre collaboratori
e due a tempo
indeterminato
milioni
dipendenti
mila
dipendenti
Graziella Gigli
Andrea Mongelli e Alessandro Calvo
IMS
ICA
85
5
24
1,2
E’ la quota di
produzione
venduta all’estero:
le macchine Ims
sono distribuite in
cinquanta paesi
E’ la quota sul
fatturato annuo
investita in ricerca,
per incrementare
lo sviluppo del
prodotto Giotto
Tomo
E’ il fatturato del
2011, prodotto da
150 lavoratori.
Oltre il 70 per
cento dipende dalle
vendite all’estero
E’ la quota che
l’azienda
destina alla ricerca e
rappresenta il 5 per
cento del fatturato
totale
per cento
Bruno Toniolo
68 FARE
RENOGRAFICA
per cento
milioni
Cesare Rapparini
milioni
REGLASS
ALFACOD
25,9
60
20
8
E’ il fatturato in
euro del 2011.
Nel 2012 è previsto
un aumento
col raggiungimento
di quota 28 milioni
di euro
Sono divisi tra la
sede di San Lazzaro,
la filiale di Milano e
le business unit,
una delle quali a
Lugano
E’ il fatturato in
euro del 2011, in
crescita costante,
reso possibile da
un aumento della
produzione
E’ la quota del
fatturato destinato a
ricerca e sviluppo,
settore vitale
per un’azienda
innovativa come la
Reglass
milioni
dipendenti
milioni
per cento
Luca Pirazzini
Giorgio Solferini
BASCHIERI & PELLAGRI
CESARI
1885
8
medaglie
d’oro
2,7
15
È la data di
fondazione della
Baschieri & Pellagri
che da allora ha
occupato sempre
lo stesso sito a
Castenaso
E’ il bottino olimpico della B&P,
a cui si aggiungono
68 ori mondiali,
75 europei e 9 in
Coppa del Mondo
Sono le bottiglie
prodotte nei vigneti
dell’azienda, 130
ettari di proprietà e
150 in affitto,
da 30 dipendenti
E’ l’incremento minimo del fatturato
dell’azienda in tutti
gli anni a partire dal
2005 grazie al 75%
di estero
anno
milioni
per cento
Paolo Pederzoli
Umberto Cesari
CERELIA
CEA ESTINTORI
1,6
1,5
10
66
E’ il fatturato in
euro del 2011,
stabile dopo la crisi
del 2009, realizzato
con 13 dipendenti,
di cui tre amministrativi
E’ la quota di fatturato impegnata
per ricerca e investimenti,
legati alle certificazioni Emas e Epd
E’ il fatturato in
euro del
gruppo Cea. Un
milione e mezzo
viene dagli estintori,
il resto dai servizi
Lavorano nella
sede storica della
Cea, a Castenaso, e
nello stabilimento
di Mordano, dove
si producono gli
estintori
milioni
per cento
milioni
dipendenti
Ernesto Rinaldi
Patrizia e Rossella Amadesi
CAMORAK
PULSAR
25
272
5,5
70
E’ l’incremento del
fatturato aziendale
nel corso del biennio 2009-2011,
a dispetto della crisi
economica
E’ il numero dei
pezzi venduti
dalla Camorak nel
2011 contro i 171
mila del 2010
e i 144 mila del
2009
E’ il fatturato del
2011, in crescita di
oltre il 20% rispetto
al 2010. E’ tornato
a salire dopo
il calo del 2008.
E’ la quota del
fatturato 2011
proveniente dalle
vendite all’estero,
soprattutto nei
paesi europei
e Nord America.
per cento
mila
Francesca e Eugenia Palumberi
milioni
per cento
Massimo Franzaroli
FARE 69
70 FARE
Le imprese che crescono sono un patrimonio di tutti
FARE 71
6
crescere
Quale FINANZIARIA
PER LE IMPRESE
Gli imprenditori bolognesi
a confronto con il governo
sulla manovra economica per il 2013.
72 FARE
ARTICOLO DI copertina
Daniele Salati Chiodini
R
iduzione del cuneo fiscale,
revisione degli studi di settore, ma soprattutto norme più
semplici e certe. E’ questo che gli imprenditori bolognesi hanno chiesto al
governo in materia fiscale, nel convegno di Unindustria Bologna “2013:
Politica Fiscale con e per le imprese”
che si è tenuto a I Portici Hotel. “L’incertezza normativa assieme alla burocrazia rendono poco attraente per gli
investitori esteri il nostro Paese.” ha
sottolineato, di fronte ad una platea
di oltre duecento imprenditori e professionisti, il Vice Presidente dell’Associazione, Daniele Salati Chiodini.
“E le differenze con i sistemi fiscali
degli altri Paesi europei sono un ulte-
Il professor Adriano Di Pietro
Il sottosegretario Vieri Ceriani
riore taglio alla nostra competitività”.
Tante le proposte messe sul tavolo: la
deducibilità dell’Imu, l’eliminazione
dell’Irap sul costo del lavoro e, per le
aziende colpite dal sisma di maggio,
la rateizzazione per almeno 24 mesi
delle imposte.
Due, nel dibattito, i relatori di spicco: Adriano Di Pietro, professore
ordinario di Diritto Tributario e Direttore della Scuola Europea di Alti
Studi Tributari, che ha messo a confronto il sistema fiscale italiano con
gli altri paesi europei. Ed il Sottosegretario all’Economia ed alle Finanze
Vieri Ceriani, che ha invece illustrato
in particolare la Delega Fiscale, attualmente al centro della discussio-
ne in Parlamento. “La priorità delle
legge-delega in materia fiscale è la
certezza del diritto” ha assicurato Ceriani, che ha, inoltre, insistito anche
sul tema dell’evasione. “Dobbiamo
fare in modo che il reato tributario
sia una cosa seria – ha detto il Sottosegretario- ma limitato a fattispecie
precise”. E quanto ad attrarre capitali stranieri, la certezza normativa in
materia fiscale è fondamentale. “E’
fondamentale – ha affermato - per
rilanciare la crescita; è più importante questo che non ridurre di cinque
punti le aliquote”.
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FARE 73
A BOLOGNA 150 DIRETTORI
DEL SISTEMA
CONFINDUSTRIA
NEWS
unindustria
Carlo Rossini
Oltre centocinquanta Direttori di
tutte le associazioni territoriali e di
categoria, provenienti da ogni regione d’Italia, si sono riuniti per due
giorni a Bologna per il Seminario
Residenziale dei Direttori del Sistema Confindustria.
I lavori – che sono stati aperti dal saluto di benvenuto di Alberto Vacchi,
Presidente di Unindustria Bologna –
sono stati dedicati a “Una finestra sul
futuro: quale politica industriale per
governare il cambiamento”.
Nel corso delle due giornate, i vertici
dell’organizzazione imprenditoriale
si sono confrontati, attraverso una
serie di sessioni, sui temi più attuali che il sistema economico ha di
fronte: “Rilanciare la crescita: sfide
e prospettive”; “Oltre la crisi: quali
trasformazioni sociali e sviluppi per
il territorio italiano”; “Situazioni
e prospettive politico-economiche
dell’Italia”; “I nuovi orizzonti degli
scenari industriali”.
Marcella Panucci, Direttore Generale di
Confindustria, nella sua relazione al Seminario bolognese
Numerosi gli esperti che hanno preso
parte al dibattito con i Direttori delle
associazioni: Marco Fortis, Vice Presidente della Fondazione Edison, docente di Economia industriale e commercio estero all’Università Cattolica
di Milano; Aldo Bonomi, Presidente
del Consorzio Aaster; Alberto Orioli,
Vice Direttore del Sole 24 Ore con
Stefano Folli e Guido Gentili, editorialisti del quotidiano; Paolo Pom-
Una fase dei lavori del Seminario dei Direttori di Confindustria
74 FARE
BUONI SCONTO COOP E CONAD AI 130 MILA DIPENDENTI
DELLE AZIENDE ADERENTI A UNINDUSTRIA BOLOGNA E LEGACOOP BOLOGNA
E’ partito il progetto “Sconto 10%” promosso da Legacoop Bologna e Unindustria Bologna, in collaborazione con Coop Adriatica, Coop Reno e Conad. Tre
buoni spesa, del valore di 10 euro ciascuno, sono stati consegnati a circa 130
mila lavoratori bolognesi, dipendenti delle aziende e delle cooperative aderenti
alle due associazioni.
Obiettivo del progetto, partito ad ottobre in via sperimentale, è quello di mettere in campo uno strumento territoriale di contrasto alla crisi che possa andare
incontro alle esigenze delle famiglie e dei lavoratori, in un momento di forte difficoltà generale dell’economia.
L’iniziativa si inserisce nello spirito di collaborazione istituzionale tra le due associazioni, che hanno deciso di trasformare in un gesto concreto la preoccupazione delle imprese per il potere di acquisto dei lavoratori; e si rivolge a tutti i
lavoratori dipendenti inquadrati con qualsiasi forma contrattuale delle aziende
aderenti a Legacoop Bologna o Unindustria Bologna, purché abbiano la loro sede di lavoro all’interno della provincia di Bologna.
I buoni sconto sono stati consegnati alle imprese che, a loro volta, li hanno girati ai propri
dipendenti. Ogni buono dà diritto ad uno sconto del 10% su una spesa massima di 100 euro.
Lo sconto massimo che si può ottenere con ogni buono è di 10 euro e considerata la platea
di occupati coinvolti, il risparmio potenziale massimo per i lavoratori è di 3,9 milioni di euro.
Il primo buono Coop è stato utilizzato nel mese di ottobre, gli altri due buoni – uno Coop e
l’altro Conad - hanno invece un periodo di validità dal 1 al 31 dicembre.
I buoni Coop sono spendibili direttamente nei punti vendita di Coop Adriatica e Coop Reno
presenti in Emilia-Romagna, Veneto, Marche e Abruzzo. Il buono Conad è valido nei supermercati Conad e ipermercati Leclerc della rete Nordiconad presenti nelle province di
Bologna, Modena, Ferrara e Mantova città, Moglia (Mn), Levata di Curtatone (Mn) e Porto
Mantovano (Mn).
«Questa è un’iniziativa pilota che ci auguriamo abbia una continuità, nei prossimi anni» commenta Tiziana Ferrari, Direttore generale di Unindustria Bologna «in accordo con le parti sociali e possibilmente allargando la platea dei potenziali fruitori e dei possibili partner commerciali».
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beni, professore ordinario di Storia
contemporanea e Direttore dell’Istituto di Studi Avanzati dell’Università
di Bologna; Cesare Pozzi, docente di
Economia applicata presso l’Università di Foggia e di Economia dell’impresa presso la Luiss Guido Carli.
Le conclusioni del seminario sono
state di Marcella Panucci, Direttore
generale di Confindustria.
SETTORE TURISMO
E SEZIONE ARREDO:
ACCORDO PER FAVORIRE
SCAMBI COMMERCIALI
TRA LE AZIENDE
Le aziende bolognesi sempre più
spesso “fanno rete” e business fra di
loro. Va in questo senso l’Accordo
quadro che il Settore “Turismo, Cultura, Sport e Wellness” e la Sezione
“Arredo, Mobili e Legno” di Unindustria Bologna hanno sottoscritto
tra di loro, per favorire scambi commerciali tra le aziende che ne fanno
parte.
“Il nostro Settore è composto da
alberghi, agriturismi, residences, dimore storiche, catering, ristorazione
FARE 75
TREMILA STUDENTI DELLE SCUOLE MEDIE
ALLA GIORNATA DELL’ORIENTAMENTO DI UNINDUSTRIA
Tremila studenti dell’ultimo anno delle scuole medie inferiori di Bologna e della provincia hanno partecipato il 23 novembre alla Giornata dell’Orientamento promossa da Unindustria Bologna.
L’iniziativa, organizzata con il sostegno della Cassa di Risparmio di Cento, si è svolta in coincidenza la Giornata nazionale delle Piccole e Medie
Imprese organizzata in tutta Italia dalla Piccola Industria di Confindustria.
28 sono le scuole di tutta la provincia che hanno aderito all’iniziativa: Istituto Comprensivo n. 4 di Bologna; I.C. Marzabotto; I.C. n. 9 di Bologna;
I.C. San Pietro in Casale; I.C. Pianoro; I.C. Rastignano; I.C. Crespellano; I.C. Malalbergo-Baricella; I.C. 7 di Bologna; I.C. 16 di Bologna; I.C. di
Argelato; I.C. Sant’Agata Bolognese; I.C. Borgonuovo; I.C. di Monte San Pietro; I.C. “Francesco Francia” di Zola Predosa; I.C. 13 di Bologna; I.C.
Minerbio; I.C. Loiano; I.C. 12 di Bologna; I.C. 5 di Bologna; I.C. Budrio; I.C. San Giorgio di Piano - Bentivoglio
e, nel Circondario imolese: I.C. Castel San Pietro Terme; I.C. Dozza Imolese – Castel Guelfo; I.C. 5 di Imola;
I.C. Medicina; I.C. 2 di Imola.
Per loro si sono aperte le porte di 41 aziende di tutto il territorio provinciale: Automobili Lamborghini; Basf;
Calzoni; Carpigiani; Cesab; Cineca; Coswell; Euroricambi; Fatro; Gammarad Italia; G.D; Gea Refrigeration
Italy; Gima; Ima; Macron; Marchesini Group; Mg2; Montenegro; Museo del Patrimonio Industriale; Nobili;
Ovako; Rolland Eley; Samo Medica; Samor; Samp; Specialtrasporti; Tecnoform; Titanium International
Group; Vrm. E, nel Circondario imolese: Aepi Costruzioni Elettromeccaniche; Farma; Bergami Fratelli; Profilati; Officina meccanica Dozzese; Lualma Anodica; Wegaplast; Wienerberger; PRB; Omgm - Meccanica
Imolese; Hydrocontrol; Elettrotecnica Imolese.
Nel corso delle visite aziendali, gli studenti hanno avuto modo di visitare gli stabilimenti e di ascoltare
direttamente da imprenditori e collaboratori delle aziende le loro testimonianze sulla propria esperienza
41 aziende di tutta la provincia hanno aperto le loro professionale e formativa all’interno dell’azienda stessa.
porte agli studenti nella Giornata dell’Orientamento Insieme alla Giornata dell’Orientamento, peraltro, l’impegno di Unindustria per mettere in contatto diretto
i giovani, le loro famiglie e gli insegnanti con imprenditori e figure del mondo del lavoro, per conoscere ed
apprezzare la cultura tecnica e d’impresa prevede numerose ulteriori iniziative nel corso dell’anno scolastico 2012-2013: incontri di orientamento nelle scuole, incontri con i genitori per una scelta consapevole. E l’iniziativa “La tua idea di impresa”, rivolta alle scuole superiori, progetto
di diffusione della cultura d’impresa tra i giovani coordinato da Sistemi Formativi Confindustria in collaborazione con i Giovani Imprenditori e
con il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: i
gruppi di studenti partecipanti elaborano idee di impresa, le strutturano compilando il business plan disponibile online e le raccontano in video pubblicati su
www.latuaideadimpresa.it per essere valutati e votati dagli imprenditori delle
Associazioni Industriali partecipanti.
Sei gli Istituti superiori bolognesi che parteciperanno al concorso: ITCS Rosa
Luxemburg; Liceo Ginnasio Galvani; ITIS O. Belluzzi; Liceo Scientifico E. Renzi;
ISI Caduti della Direttissima; ITCS G. Salvemini.
“L’impegno di Unindustria Bologna mira, in questo momento più che mai, a
suscitare l’interesse dei giovani verso percorsi formativi di carattere tecnico.”
sottolinea Sandra Samoggia, Consigliere delegato di Unindustria Bologna alla
formazione “E’ indispensabile che le industrie bolognesi possano nuovamente
fare affidamento su giovani dotati di quelle competenze tecniche ad esse indi- Sandra Samoggia, Consigliere delegato di Unindustria Bologna
spensabili. E lo è ancor di più in questo momento così delicato per l’economia, alla Formazione
mentre le imprese sono impegnate a ridisegnare le proprie strategie, a volte anche a reinventarsi completamente, e la preparazione dei loro
collaboratori ne è una delle risorse chiave”.
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76 FARE
collettiva; agenzie di viaggi e tour
operator; centri benessere e termali;
teatri, fondazioni teatrali ed organizzatori di eventi culturali.” spiega
Marianna Di Giansante, Presidente
del Settore Turismo, Cultura, Sport
e Wellness “Sono tutte aziende che
possono necessitare periodicamente
di rinnovare o ristrutturare le proprie
sedi, ovvero di realizzarne di nuove,
ed in tal caso necessitano di materiali
ed arredi per il completamento degli
immobili. L’obiettivo del nostro Accordo è, appunto, intensificare la col-
Gianmarco Biagi, Presidente della sezione
Arredo, Mobili e Legno di Unindustria Bologna
laborazione per valorizzare gli scambi
commerciali tra le aziende associate”.
“La nostra Sezione riunisce le aziende
che producono componenti ed arredi
per l’edilizia in modo da completare
‘chiavi in mano’ gli immobili a destinazione sia commerciale che industriale, sportiva, ricreativa, culturale:
tutte aziende che necessitano periodicamente di organizzare incontri,
riunioni, eventi di rappresentanza
e quindi possono avere bisogno di
location, ospitalità, catering ed altri
servizi che possono essere forniti dalla aziende del Settore Turismo. Ecco
perchè ci proponiamo, con questo
Accordo, di favorire ed implementare le reciproche occasioni di lavoro e
di fornitura di servizi, prodotti e opere di qualità in condizioni di maggior
economicità” sottolinea Gianmarco
Biagi, Presidente della Sezione Arredo, Mobili e Legno.
Le aziende di Unindustria Bologna
che aderiscono all’Accordo si impegnano ad offrirsi reciprocamente
sconti preferenziali ed esclusivi sul
prezzo di vendita; particolari modalità di pagamento; periodo di garanzia
prolungato; prezzo di listino bloccato; supporto alla progettazione a
prezzo competitivo.
Inoltre, i due Settori si informeranno reciprocamente delle rispettive
opportunità (ovvero, ogni qualvolta un’azienda intenda realizzare una
nuova sede, o ampliare, ristrutturare,
rinnovare una struttura già esistente, oppure avvalersi di servizi offerti
dall’altro Settore) nonchè di prodotti
o realizzazioni innovative di interesse
specifico del Settore.
MARIANNA DI GIANSANTE
NELLA GIUNTA
DI FEDERTURISMO
Marianna Di Giansante, titolare
e direttore dell’Hotel Al Cappello
Rosso di Bologna, è stata chiamata
a far parte della Giunta di Federturismo Confindustria – la Federazione
Nazionale Industria dei Viaggi e del
Turismo - per il biennio 2012-2014.
Bolognese, laureata in storia dell’arte,
Marianna Di Giansante è impegnata
fin dal 2003 nel gruppo alberghiero
di famiglia.
Dal giugno 2010 è Presidente del
Settore Turismo, Cultura, Sport e
Wellness di Unindustria Bologna e fa
parte del Consiglio Direttivo dell’Associazione.
E’ stata nel 2010 tra i fondatori di
Artù Bologna - Associazione Realtà Turistiche Unindustria - il Club
di Prodotto promosso dal Settore
Turismo, Cultura, Sport e Wellness
di Unindustria Bologna: consorzio
costituito da una ventina di aziende
del turismo, della ristorazione, del
wellness e della cultura associate ad
Unindustria, per valorizzare e pro-
Marianna di Giansante, Presidente del Settore Turismo,
Cultura, Sport e Wellness di Unindustria Bologna
muovere insieme l’offerta turistica di
Bologna, proponendosi ai visitatori
con una immagine unitaria (ne fanno parte, tra gli altri, realtà quali la
Fondazione Teatro Comunale di Bologna e Palazzo Albergati).
Ha ripetutamente organizzato mostre d’arte all’interno di alberghi in
collaborazione con gallerie d’arte,
fondazioni bancarie e fondazioni
culturali quali il Teatro Comunale di
Bologna.
“Mi metto a disposizione dei colleghi di Federturismo con grande
FARE 77
NOVE PRESIDENTI DI ASSOCIAZIONI INDUSTRIALI:
PROCEDERE SPEDITI VERSO LE CITTA’ METROPOLITANE
“L’istituzione delle Città metropolitane è una delle grandi riforme di cui
il Paese ha bisogno per ripartire e per orientare una crescita dell’economia a costo zero partendo proprio dalle grandi aree urbane”. Lo hanno affermato in una nota i presidenti della Rete associazioni industriali
metropolitane di Confindustria collegate alle città metropolitane di Bari,
Bologna, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia. Tra
i firmatari, naturalmente, il Presidente di Unindustria Bologna, Alberto
Vacchi.
“Abbiamo avviato da più di due anni una Rete che, nel riunire le associazioni industriali metropolitane di Confindustria- sottolineano i Presidenti - ha reso possibile un’attività di confronto ed analisi sul valore
delle aree metropolitane per le prospettive di sviluppo del sistema industriale e per la competitività del Paese nel suo complesso. Mentre e’
stato avviato il percorso amministrativo che porterà all’istituzione delle
Città metropolitane e in virtù del fatto che la competizione economica internazionale oggi si misura soprattutto sulla capacità dei grandi centri
urbani di essere motori di sviluppo, chiediamo con cognizione e convinzione a Governo, Parlamento, Regioni, Upi, Anci - e a tutte le altre realtà
istituzionali o associative coinvolte nel dibattito - di procedere speditamente affinchè le aree metropolitane divengano presto realtà”. I territori
rappresentati dalle Associazioni insieme concentrano il 35% del Pil, il 32% delle unità locali e il 31% degli addetti e “costituiscono snodi economici nazionali con forti legami con l’estero, poichè detengono ben un terzo degli scambi nazionali” e “le loro strutture aeroportuali, prese
nell’insieme, movimentano più del 60% dei passeggeri e circa il 90% delle merci”.
Le aree delle città metropolitane “concentrano, inoltre - spiegano ancora i Presidenti - l’industria finanziaria del Paese, con il 33% delle banche,
circa il 50% di depositi e impieghi, un terzo delle unità locali del settore finanziario e quasi il 45% dei relativi addetti. Ospitano i principali centri
fieristici italiani, con circa la metà delle manifestazioni internazionali che avvengono in Italia, per oltre il 70% dei visitatori. Infine sono sede dei
maggiori centri di istruzione universitaria terziaria, con oltre il 40% degli atenei e dei relativi studenti a livello italiano.
I Presidenti delle associazioni chiedono perciò “una decisa svolta
della qualità del dibattito in corso su precise
questioni”. Che sono:
più attenzione ai fattori
di sviluppo (densita’ industriale, infrastrutture,
governance dei servizi
pubblici locali, poteri e funzioni, risorse) anche in fase di decisione circa la perimetrazione delle Città metropolitane; meno avvitamento politicistico su sistemi elettorali, sul ruolo dei “super sindaci” e su possibili ulteriori evoluzioni istituzionali e amministrative. “Valorizzando i principi
e la cultura sussidiaria di autonomia territoriale -pur all’interno di una cornice strategica nazionale- e partendo dai temi dello sviluppo locale,
possiamo davvero provare ad imprimere, a costo zero, un’accelerazione vera all’economia reale del nostro Paese”.
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piacere, perché credo nell’esperienza
associativa.” ha affermato Marianna
Di Giansante commentando la propria elezione “L’impegno ed il lavoro
svolto in questi anni in Unindustria
mi hanno arricchita come persona e
professionista, dandomi l’opportunità di contribuire allo sviluppo del
nostro territorio. Inoltre, e non per
ultimo, credo sia importante lavorare
per una politica unitaria sul turismo
a livello nazionale in termini di regolamentazione, organizzazione e promozione”.
PARTNERSHIP TRA
DEUTSCHE BANK
ED UNINDUSTRIA BOLOGNA
Deutsche Bank ed Unindustria Bologna hanno siglato un accordo di
partnership, che permette alle piccole e medie imprese aderenti all’Associazione di avere accesso ad un’offerta di prodotti e linee di credito a
condizioni competitive. Numerose
le soluzioni di finanziamento targate
Deutsche Bank messe a disposizione
delle imprese bolognesi: db PMI Ipotecario con/senza garanzia e db PMI
Investimenti con/senza garanzia finalizzati al finanziamento delle spese
per investimenti produttivi; db PMI
Flexi Plus per sostenere le esigenze di liquidità nell’attività ordinaria
d’impresa; db PMI Trade Flow per
coprire le esigenze di liquidità legate
ai flussi export e db PMI Seasonal per
finanziare soggetti che presentano un
fabbisogno ciclico di liquidità.
“Questo accordo – ha commentato
alla firma Daniele Salati Chiodini,
Vice Presidente di Unindustria Bologna con delega al credito - dimostra
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che un grande gruppo finanziario
europeo può essere in grado di interpretare le esigenze del territorio,
mettendo a disposizione delle imprese prodotti di sicuro interesse a condizioni indubbiamente competitive.
Non possiamo che esserne molto
soddisfatti, considerando le attuali
tensioni sia sulle disponibilità di credito che sul suo costo”.
142 MILIONI
IL FATTURTO 2012
DELLE IMPRESE DI RACEBO
Le imprese di RaceBo, il primo
“Contratto di Rete” costituito in
Italia tra aziende manifatturiere nel
2009 e promosso da Unindustria Bologna, anche quest’anno si sono presentate insieme a novembre all’Eicma
di Milano, l’Esposizione internazionale del ciclo e motociclo, la più importante rassegna mondiale del settore, raccogliendo ancora una volta un
notevole interesse sia nel numero dei
visitatori, sia soprattutto in termini
di contatti con i grandi produttori
internazionali. A dispetto della crisi
diffusa che ha caratterizzato l’economia del 2012, peraltro, le imprese di
RaceBo sono arrivate a Milano con
risultati di grande soddisfazione: il
fatturato complessivo per il 2012
è infatti previsto in 142 milioni di
euro, + 15% sul 2011 e + 40% sul
2010. In controtendenza rispetto ai
trend negativi esterni anche l’occupazione, in crescita inequivocabile: le
imprese di RaceBo occupano infatti
oggi complessivamente 830 persone,
a fronte delle 750 di fine 2011.
“RaceBo ha conseguito risultati importanti pur in un anno decisamen-
te non semplice.” commenta l’Ing.
Florenzo Vanzetto, Presidente di RaceBo e della VRM di Zola Predosa
“L’incremento medio di fatturato è
stato del 15% per tutte le imprese
della Rete. Ma soprattutto i rapporti interni fra le imprese stesse hanno
costituito un nostro deciso punto
di forza. Siamo riusciti a sconfiggere perfino il terremoto, quando una
di noi, la Fonderia Scacchetti di San
Felice sul Panaro (Mo), praticamente
rasa al suolo dal sisma di maggio, è
risorta grazie al sostegno ed alle sinergie di tutti i colleghi di RaceBo”.
“Nel 2012 inoltre” aggiunge Vanzetto “le imprese di RaceBo hanno effettuato forti investimenti in ricerca &
sviluppo ed in innovazione di processo. Ed i risultati si vedono: penso in
particolare ai procedimenti innovativi nel campo della pressofusione che
sono stati introdotti, unica in Italia,
dalla Rifimpress di Castel San Pietro
Terme (Bo)”.
Costituita inizialmente da 11 piccole
e medie imprese, tutte subfornitrici
delle case dell’automotive ed operanti nei diversi comparti della meccanica, RaceBo oggi si compone di 12
aziende: 2 A Pulitura Metalli; Cav.
Leo Balestri; Fonderia Scacchetti Leghe Leggere; FXT ; Icos di Leonelli
Marino; S.A.I.FRA; Rifimpress; Siderit; Verniciatura Bolognese; VRM;
S.M.; Forgialluminio.
RETE ICT
E L’AGENDA DIGITALE
Agenda Digitale e aziende: cosa
occorre sapere. Se ne è parlato al
MAMbo (il Museo d’Arte Moderna
di Bologna) in un convegno organizzato da ReteICT, l’Associazione di
FID “FARE IMPRESA IN DOZZA”: UN’AZIENDA DENTRO AL CARCERE
CREATA DA G.D, IMA E MARCHESINI GROUP
Si chiama FiD-Fare Impresa in Dozza srl. È un’impresa sociale ed è stata inaugurata a novembre a Bologna presso la Casa Circondariale Dozza. Si tratta di un’esperienza, unica in Italia, di creazione di una
vera e propria impresa all’interno del carcere – a seguito di un percorso di formazione tecnica a cura
della Fondazione Aldini Valeriani – nell’ambito della produzione di tre aziende: G.D, IMA e Marchesini Group. Il progetto nasce da una proficua collaborazione fra formazione professionale, mondo delle
istituzioni e aziende, ed è caratterizzato da una forte integrazione con il territorio, in quanto si propone
di formare professionalità che potranno essere inserite sul mercato del lavoro, caratterizzato da una
rilevante specializzazione nel settore del packaging e dell’automazione industriale.
Cosa è avvenuto, in pratica? Le tre aziende sostenitrici del progetto si sono costituite in società con
la Fondazione Aldini Valeriani e hanno fondato l’impresa sociale “Fare Impresa in Dozza”, presieduta
dal prof. Italo Giorgio Minguzzi. Oggetto sociale dell’azienda è l’ ”esecuzione di lavori di carpenteria,
assemblaggio e montaggio di componenti meccanici da eseguirsi all’interno della Casa Circondariale di
Taglio del nastro al carcere bolognese per la nascita
Bologna, al fine di fornire ai detenuti una opportunità di lavoro stabile e duraturo, recuperabile nella vita
di FiD- Fare Impresa in Dozza
successiva al compimento del periodo detentivo”.
FiD funziona come qualsiasi altra piccola impresa, con trattamenti in linea con il contratto nazionale, concordato con le organizzazioni sindacali
del settore, e il vantaggio di avere un mercato relativamente assicurato in quanto di fatto costituito dagli stessi committenti dell’operazione. La
sede dell’impresa è l’ex palestra del carcere, ristrutturata per renderla idonea all’attività produttiva.
I partecipanti al programma di formazione necessario per intraprendere il lavoro sono stati individuati da FiD insieme alla Direzione della Casa
Circondariale di Bologna. Il percorso formativo si è articolato in contenuti tecnici finalizzati all’acquisizione delle conoscenze ed abilità professionali necessarie per il montaggio e l’assemblaggio di pezzi meccanici e la costruzione di semplici componenti . A completamento della
formazione sono stati erogati anche contenuti in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Le attività formative e produttive hanno visto
un forte e volontario coinvolgimento di tutor provenienti dal mondo aziendale, con il compito di guidare i partecipanti e monitorare il processo di
apprendimento, grazie ad una forte competenza tecnica abbinata ad una predisposizione al “coaching” e alla sensibilità sociale.
L’idea di costruire un’azienda nel carcere della Dozza a Bologna, allo scopo di agevolare il reinserimento nella società civile di persone in condizioni di oggettivo svantaggio, applicando concretamente i principi di “solidarity sourcing”, muove i primi passi nel 2008. Il progetto è il frutto
di un lavoro che ha visto i vari soggetti confrontarsi più volte nel tempo, anche con le istituzioni, ed è stato costantemente monitorato da un
Comitato, costituito da rappresentanti dei partner dell’iniziativa. L’iniziativa è in linea con gli indirizzi della Legge Regionale n.3 del 19 febbraio
2008 “Disposizioni per la tutela delle persone ristrette negli istituti penitenziari della Regione Emilia Romagna”, nella quale la Regione esprime
la volontà di tutelare “i diritti e la dignità delle persone adulte e minori ristrette negli Istituti di pena presenti sul territorio regionale, ammesse a
misure alternative alla detenzione o sottoposte a procedimento penale”.
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Imprese dell’Information & Communication Technology promossa da
Unindustria Bologna.
Il Convegno, patrocinato dal Comune di Bologna, si è focalizzato sulle
opportunità e i vantaggi che si potrebbero creare per l’imprenditoria
dopo l’introduzione, con il decreto
“Crescita 2.0”, di importanti orien-
tamenti sui temi del rinnovamento
tecnologico e della cultura digitale.
Da tempo si parla infatti di Agenda
Digitale Italiana, un percorso di rinnovamento della Pubblica Amministrazione, delle infrastrutture e della
società che dovrebbe portare l’Italia a
ridurre il gap tecnologico che la separa dai paesi più evoluti, ritardo che è
una delle principali cause della bassa
crescita degli ultimi 15 anni.
Dopo il benvenuto di Paolo Angelini, Presidente di ReteICT, è seguito
l’intervento del Presidente di Assinform, Paolo Angelucci, concentrato
sul decreto legge Crescita 2.0 come
strumento di politica industriale per
rilanciare l’efficienza economica del
FARE 81
ALESSANDRO VARINO E LE RELAZIONI INDUSTRIALI
Non si contano le aziende che, dalla metà degli anni settanta ad oggi, rivolgendosi all’Associazione per
un’assistenza nelle proprie relazioni industriali, hanno potuto avvalersi della collaborazione di Alessandro Varino. Dirigente e direttore del servizio sindacale all’Api prima e in Unindustria poi, la sua competenza, la sua esperienza e, non ultima, la sua disponibilità ne hanno fatto un punto di riferimento sia
nelle trattative aziendali sia, per moltissimi anni, nei rinnovi di importanti contratti nazionali, quello dei
metalmeccanici per primo.
Trentatre anni di lavoro e impegno continuato meritano una standing ovation per Alessandro Varino, che
continuerà ad essere vicino ad Unindustria Bologna! (c.r.)
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Paese.
Successivamente, il Professor Maurizio Gabbrielli dell’Università di Bologna ha focalizzato l’attenzione sulle
opportunità che l’Agenda Digitale
apre per Università e Imprese. E’ seguito un approfondimento da parte
di Unindustria Bologna circa le esperienze avviate sul territorio in tema di
innovazione digitale.
A chiudere il convegno un intervento
di ReteICT finalizzato a sottolineare
quale impatto l’Agenda Digitale possa avere sugli operatori dell’Information Technology e come favorire una
reale efficacia delle imprese tecnologiche, protagoniste nel trasferire concretamente innovazione al tessuto
economico.
FUSIONE DELLA
VALSAMOGGIA:
GLI IMPRENDITORI
INCONTRANO I SINDACI
Unindustria Bologna ha organizzato
due incontri, a Savigno ed a Bazzano,
tra le proprie aziende e tutti i Sindaci
dei Comuni della Val Samoggia che
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hanno intrapreso il cammino per
giungere alla fusione in un unico
Comune.
Gli imprenditori hanno posto all’attenzione degli amministratori locali
soprattutto tre questioni: la pressione
della fiscalità locale; lo snellimento
delle procedure e l’erogazione diffusa
dei servizi; le questioni attinenti l’infrastrutturazione del territorio, con
particolare riferimento agli insediamenti produttivi.
Per quanto riguarda la fiscalità locale
che grava pesantemente sulle aziende, a giudizio dei Sindaci il progetto
di fusione può rispondere con un’ipotesi di unificare verso il basso (allineandosi quindi con il Comune che
ha le tariffe più basse) l’Imu e l’Irpef,
compensando le minori entrate con
parte delle economie prodotte dalla
fusione.
Sullo snellimento della burocrazia e
la specializzazione delle funzioni, i
Sindaci hanno ribadito che la Pianta
Organica che deriverà al nuovo Comune consentirà di specializzare le
risorse umane presenti in modo da
avere maggiore celerità nel rilascio di
autorizzazioni e pratiche. E senza disagi per spostamenti, in quanto ogni
Municipio (simile, in sostanza, ad un
Quartiere) manterrà l’erogazione dei
servizi.
E’ stato, infine, annunciato il probabile inizio nella prima metà del 2013
dei lavori di realizzazione del nuovo
casello Autostradale in località Muffa
e delle due bretelle di collegamento
con la Via Emilia e la Bazzanese. Ed
i Sindaci hanno ribadito che il nuovo
Comune, potendo contare su maggiori risorse (sarà esente per due anni
dal rispetto del Patto di Stabilità),
potrà svolgere interventi di qualificazione delle zone produttive. Inoltre,
potendo contare su un unico territorio e su una viabilità più efficace,
nella pianificazione verranno consolidate le aree produttive che sono facilmente raggiungibili dalla viabilità
sovracomunale e autostradale.
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