valutazione - Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica
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VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA SCIENTIFICA, SVILUPPO TECNOLOGICO E ALTA FORMAZIONE 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY A cura di: ISMERI EUROPA UNIONE EUROPEA Ministero dell’Università e della Ricerca VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY INDICE 1 INTRODUZIONE 3 2 RISULTATI PRINCIPALI 4 2.1 2.2 2.3 3 PROGETTI DI LIVELLO TECNOLOGICO ALTO E MEDIO-ALTO 5 2.1.2 Livello tecnologico e finalizzazione dell’innovazione 5 2.1.3 Competenze in gioco 7 2.1.4 Tempo di sviluppo dei progetti 8 PROGETTI DALL’ELEVATO POTENZIALE INDUSTRIALE E CAPACITÀ DI ARRIVARE SUL MERCATO 10 2.2.1 Risultati della ricerca e proprietà intellettuale 11 2.2.2 Industrializzazione dell’output della ricerca: modalità e tempi per arrivare al mercato 13 2.2.3 Tempi di industrializzazione 15 2.2.4 Gli investimenti per l’industrializzazione: le imprese reperiscono in prevalenza risorse finanziarie all’interno e sul mercato 18 L’IMPATTO SULL’OCCUPAZIONE, SULL’EXPORT E SULLA CATENA DEL VALORE DELLE IMPRESE BENEFICIARIE 19 2.3.1 Dove avviene l’attività di industrializzazione 20 2.3.2 Gli effetti occupazionali della ricerca applicata all’innovazione 21 2.3.3 Effetti sulla esportazione 24 2.3.4 Ricadute sulla catena del valore 26 2.3.5 Le nuove reti di collaborazione 28 2.3.6 Performance finanziaria dei progetti di ricerca: una innovazione nel metodo di valutazione 29 RACCOMANDAZIONI 34 APPENDICE 37 APPROCCIO E METODOLOGIA D’ANALISI 37 Impostazione e obiettivi della valutazione 37 Attività dell’intero processo valutativo 38 Strumenti 39 Limiti del processo di valutazione 39 QUESTIONARI DELLE INDAGINI ON LINE 40 MODELLO DI ANALISI ECONOMICA E FINANZIARIA 42 ISMERI EUROPA SRL 1 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 ISMERI EUROPA SRL EXECUTIVE SUMMARY 2 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY 1 INTRODUZIONE La valutazione delle misure a sostegno dei progetti di ricerca industriale finanziati nell’ambito del PON “Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico e Alta Formazione” è stata svolta secondo un processo a più fasi, che ha seguito la realizzazione del programma. L’attività di valutazione, in tutte le fasi, ha rigorosamente considerato il singolo progetto come unità elementare di riferimento e ha utilizzato dati e informazioni di prima mano, acquisiti direttamente presso le imprese beneficiarie. I progetti analizzati (Bottom up e Strategici) sono stati complessivamente 262 per un valore totale di 1.182 MEuro1. L’attività valutativa è stata intensa, ampia ed articolata e lungo il suo corso uno stesso progetto è stato talora esaminato più volte, in stadi differenti della sua evoluzione, per verificare il passaggio dalla esecuzione dell’attività di ricerca alla effettiva valorizzazione commerciale dell’output. Il presente documento riassume i risultati del complesso delle attività di valutazione. Queste ultime sono state effettuate con due precisi obiettivi: estendere l’esame valutativo all’intero parco progetti, così da disporre di risultati robusti e definitivi; accertare in quale misura gli output dei progetti ricerca sono stati effettivamente industrializzati e stimare allo stesso tempo il ritorno per l’impresa beneficiaria e gli effetti di ricaduta sul sistema esterno. Formattato: Rientro:Sinistro: 0 cm, Sporgente 0,63 cm, Puntato + Livello:1 + Allinea a: 0,63 cm + Tabulazione dopo: 1,27 cm + Rientra di: 1,27 cm, Tabulazioni: 0,63 cm, Tabulazione elenco + Non a 1,27 cm Il presente documento, come detto, intende offrire un quadro sintetico dei risultati conseguiti e contemporaneamente i suggerimenti ritenuti utili a migliorare la performance di futuri programmi per lo stimolo e il sostegno della attività ricerca e innovazione industriale. Il testo, oltre alla introduzione, è organizzato in tre sezioni: risultati principali; raccomandazioni; appendice, che descrive l’approccio metodologico, illustra il modello di calcolo messo a punto per l’analisi finanziaria dei progetti e riporta la struttura dei questionari utilizzati per i rilievi sul campo. 1 Il dato si riferisce al costo complessivo della ricerca fornito dalle imprese durante le indagini dirette, considerando anche le attività fuori Obiettivo 1 non co-finanziate dal PON ISMERI EUROPA SRL 3 Formattato: Rientro:Sinistro: 0 cm, Sporgente 0,63 cm, Puntato + Livello:1 + Allinea a: 0,63 cm + Tabulazione dopo: 1,27 cm + Rientra di: 1,27 cm, Tabulazioni: 0,63 cm, Tabulazione elenco + Non a 1,27 cm VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY 2 RISULTATI PRINCIPALI Le relazioni precedenti danno conto dettagliatamente delle risultanze, quantitative e qualitative, dell’analisi valutativa. Qui si riportano sinteticamente i risultati conclusivi in ordine a tre questioni principali: qualità dell’output e potenziale per la competitività; sfruttamento industriale dell’output; esito per le imprese e ricadute esterne, sul sistema produttivo e sul territorio. Va sottolineato che i risultati conclusivi consentono di esprimere giudizi positivi in ordine alla tipologia di innovazione, ed al Valore Aggiunto dell’intervento, così come è inteso dalla Commissione europea (coesione, priorità comunitarie, scambio di esperienze, partnership e rigore della gestione). Nel quadro di progetti classificati in larga misura ad Alto/Medio-Alto livello tecnologico, va comunque rilevata l’assenza di ricerca “break-through”, ossia di quella finalizzata a conquistare la predominanza di imprese e strutture produttive nella competizione internazionale/globale. Formattato: Rientro:Sinistro: 0 cm, Sporgente 0,63 cm, Puntato + Livello:1 + Allinea a: 0,63 cm + Tabulazione dopo: 1,27 cm + Rientra di: 1,27 cm, Tabulazioni: 0,63 cm, Tabulazione elenco + Non a 1,27 cm Positivo è anche l’elevato grado di sfruttamento industriale del trovato, a conferma della corrispondenza tra output dell’attività di ricerca e strategia aziendale. Il dato definitivo indica, in effetti, che l’industrializzazione interessa nove iniziative su dieci e viene effettuata entro un tempo dell’ordine di 2 anni per una cifra consistente di progetti. Un’altra conclusione incoraggiante deriva dalla partecipazione della PMI, che almeno sotto il profilo numerico manifesta un’apprezzabile adesione al PON (come risulta dai dati riportati nel riquadro dedicato al profilo delle imprese beneficiarie). Infine due risultati, di diversa natura, che postulano interventi correttivi per il futuro. Appare negativo il dato riguardante il tempo di produzione della ricerca, incompatibile con la corsa della innovazione e il ritmo che l’impresa deve sostenere per tenere il passo con i concorrenti. E’ evidente la pesante influenza esercitata da cause esterne come la chiusura dello sportello per indisponibilità di risorse ma anche l’impatto del “tempo amministrativo”, che frena di fatto il pieno sfruttamento del potenziale dell’output. In secondo luogo la negligenza mostrata da larga parte delle imprese/referenti aziendali quanto alla fornitura dei dati necessari a valutare, su basi solide, l’entità degli investimenti previsti e del ritorno finanziario atteso, a seguito dello sfruttamento industriale dell’output della ricerca. Questo comportamento, in quanto si tratta di progetti conclusi e prossimi alla industrializzazione, merita di essere stigmatizzato e tenuto presente per il futuro, posto che la variabile finanziaria deve costituire in linea di principio uno degli indicatori di misura degli effetti dell’impiego di risorse pubbliche. Profilo delle imprese beneficiarie GI e PMI si ripartiscono uniformemente i progetti di ricerca esaminati (262, per un costo complessivo di 1.182 milioni di euro: 51% GI e 49% PMI). Questo equilibrio tuttavia non si riscontra in termini di risorse, con la Grande Impresa che assorbe circa i ¾ del monte finanziario; ISMERI EUROPA SRL 4 Formattato: Rientro:Sinistro: 0 cm, Puntato + Livello:1 + Allinea a: 0,63 cm + Tabulazione dopo: 1,27 cm + Rientra di: 1,27 cm, Tabulazioni: 0,63 cm, Tabulazione elenco + Non a 1,27 cm VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Le imprese manifatturiere realizzano il 60% circa dei progetti. Per il comparto dei servizi una larga quota di progetti è svolta da consorzi e centri di ricerca privati appartenenti a gruppi industriali. Le imprese operanti nell’ambito di settori di attività economica classificati ad Alta e Medio-Alta Tecnologia e Conoscenza detengono il 76% dei progetti. In particolare: - imprese altamente specializzate, con un grado modesto di differenziazione produttiva, che traggono più del 50% del fatturato da un unico prodotto; imprese prevalentemente “business to business” (90%), che ricavano il 60% o più del fatturato vendendo ad altre imprese; imprese che ottengono il grosso del fatturato sul mercato nazionale (con una quota inferiore al 20% sui mercati esteri) Le imprese, per la quasi totalità, investono in ricerca solo a livello locale o al massimo in Italia. Gli investimenti in R&S sono ingenti anche al di fuori del Mezzogiorno solo nel caso di alcune note multinazionali attive nell’elettronica, nelle comunicazioni e nell’automotive Le imprese stimano, nel futuro, di dovere investire in R&S, in addetti e competenze per rimanere competitive. 2.1 PROGETTI DI LIVELLO TECNOLOGICO ALTO E MEDIO-ALTO Rilevanti sono il numero di progetti valutati ad Alto e Medio-Alto livello tecnologico e il grado di sfruttamento industriale dell’output. Dati che rassicurano circa il contributo dei progetti del PON al miglioramento della posizione delle imprese beneficiarie nel mercato. 2.1.2 Livello tecnologico e finalizzazione dell’innovazione Il livello tecnologico dei progetti, valutati ad uno ad uno con l’assistenza specialistica di tecnologi, è risultato Alto e Medio-Alto nel 69% dei casi. Modesta la presenza di progetti a bassa tecnologia, intorno al 7% del totale esaminato. Tav. 1 - Distribuzione dei progetti per livello tecnologico 7% 32% 24% 37% ISMERI EUROPA SRL Alta Tecnologia Medio‐Alta Tecnologia Medio‐Bassa Tecnologia Bassa Tecnologia 5 Formattato: Rientro:Sinistro: 0 cm, Puntato + Livello:1 + Allinea a: -1,54 cm + Tabulazione dopo: -0,9 cm + Rientra di: -0,9 cm Formattato: Rientro:Sinistro: 0 cm, Sporgente 0,63 cm, Puntato + Livello:1 + Allinea a: -1,54 cm + Tabulazione dopo: -0,9 cm + Rientra di: -0,9 cm VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Per quanto riguarda la finalizzazione dell’attività di ricerca, la quota relativamente più importante dei progetti esaminati, pari al 44%, ha riguardato la innovazione congiunta di prodotto-processo. Il risultato non sorprende, poiché l’azione di innovazione coinvolge spesso, in misura difficilmente distinguibile e con effetti di reciprocità, sia l’uno sia l’altro pilastro dell’attività aziendale. Al seguito, con una quota del 35%, risultano i progetti finalizzati alla innovazione del solo prodotto. Infine, i progetti finalizzati alla innovazione del solo processo, che contano per il 21% circa del totale esaminato. Tav. 2 - Distribuzione dei progetti per tipologia d’innovazione 35% 44% 21% PRODOTTO PROCESSO PRODOTTO+PROCESSO L’analisi che segue è basata su un esame di contenuti tecnologici dei singoli progetti effettuata dal valutatore e non va assimilata alla classificazione statistica OCSE/Eurostat basata sull’intensità tecnologica “teorica” del settore e quindi non su una verifica puntuale sul livello delle tecnologie oggetto del singolo progetto. Tav. 3 - Valutazione del livello tecnologico dei progetti per classificazione OCSE del settore di attività economica dell’impresa Edilizia e servizi relativi Agricoltura, caccia, silvicoltura, pesca, estrazione di minerali Servizi per il Mercato a Bassa Conoscenza Altri servizi ad Alta conoscenza Servizi per il Mercato ad Alta Conoscenza Servizi ad Alta Conoscenza ed Alta Tecnologia Bassa Tecnologia Medio‐Bassa Tecnologia Medio‐Alta Tecnologia Alta Tecnologia 0% 10% 20% 30% 40% A ISMERI EUROPA SRL 50% MA 60% MB 70% 80% 90% 100% B 6 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY I progetti di ricerca industriale finanziati dal PON sono diretti al conseguimento degli obiettivi strategici delle imprese, che possono insistere su “Punti di Forza”2 e/o su “Punti di Debolezza”3, per accrescere il vantaggio o ridurre il gap rispetto alla concorrenza. I progetti esaminati insistono prevalentemente sui punti di debolezza delle imprese (61%) e aiutano a perseguire strategie aziendali centrate prevalentemente sulla differenziazione produttiva, sull’incremento delle competenze e sulle tecnologie di processo. Tav. 4 - Distribuzione dei progetti sui punti di forza o debolezza e legame con le strategie aziendali OBIETTIVI STRATEGICI DELLE IMPRESE: PUNTI DI FORZA E PUNTI DI DEBOLEZZA STRATEGIA DI BASE 39% 61% Punti di Debolezza 2.1.3 PdF (%) PdD (%) Differenziazione di prodotto 40,2 25,2 Competenze e conoscenze tecnologiche 33,3 23,7 Tecnologia di processo 19,5 16,3 Interazione con fornitori, clienti, strutture esterne di ricerca 4,6 9,6 Posizione nel mercato 2,3 12,6 Costi ‐ 12,6 Punti di Forza Competenze in gioco Le imprese beneficiarie ricorrono in modo significativo a competenze esterne nel corso della preparazione e dello svolgimento delle attività di ricerca (48% e 64%). In generale, il bisogno di risorse esterne aumenta dalla fase di preparazione a quella di esecuzione del progetto sia per la GI sia per la PMI. In particolare le competenze esterne sembrano cruciali per la PMI, visto che rappresentano il 59% del fabbisogno in fase di preparazione per salire al 73% in fase di svolgimento del progetto. Tav. 5 - Ricorso a competenze esterne/interne per tipologia di impresa e fase di attività 100% 13% 37% 80% 59% 26% 55% 73% 60% Esterne 87% 40% 63% 41% 20% 74% Interne 45% 27% 0% GI PMI PREPARAZIONE 2 3 GI PMI SVOLGIMENTO GI PMI INDUSTRIALIZZAZIONE vedere questionario Fase A in allegato. vedere questionario Fase B in allegato. ISMERI EUROPA SRL 7 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY La principale fonte di approvvigionamento delle competenze mancanti per l’esecuzione della ricerca è l’Università, a cui si ricorre nella metà circa dei casi. Ed è indubbiamente un buon segnale, se le risorse pubbliche rese alla ricerca industriale sono in grado si produrre l’effetto collaterale di avvicinamento tra impresa, specie quella minore, è Università. 2.1.4 Tempo di sviluppo dei progetti Il tempo è un’importante variabile che va considerata nella valutazione dei progetti, in quanto il potenziale sfruttabile dipende anche dai tempi con cui le attività vengono realizzate. In media la durata dei progetti di ricerca è superiore ai 3 anni (1.445 giorni). L’analisi non rileva differenze apprezzabili in relazione alla dimensione aziendale dell’impresa titolare. Tav. 6 - Durata procedurale e tecnica della ricerca e dell’industrializzazione dei risultati CICLO DI VITA DEL PROGETTO INDUSTRIALIZZAZIONE SOVRAPPOSIZIONE TMEDIO= 552 gg 89% FASE PROCEDURALE TMEDIO= 826 gg FASE APPLICAZIONE TMEDIO= 733 gg t FASE TECNICA TMEDIO= 1185 gg L’iter procedurale occupa mediamente il 70% del tempo tecnico complessivo di realizzazione della ricerca. I tempi procedurali risultano legati allo strumento di intervento: da 561 giorni dei progetti strategici, finanziati con procedura a “ bando”, a 920 giorni dei progetti Bottom-Up, finanziati con procedura a “sportello”. Per questi ultimi la lunghezza dei tempi è in parte imputabile ai mancati trasferimenti al Ministero a seguito delle difficoltà del bilancio nazionale sui parametri del patto di stabilità. Ciò si ripercuote in uno slittamento dell’industrializzazione valutato dalle imprese in circa due anni. ISMERI EUROPA SRL 8 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Tav. 7 Frequenza ritardi nei progetti di ricerca per tipologia di beneficiario TOTALE PMI 28% 72% 26% 74% 32% GI 0% 20% 68% 40% 60% NO 80% 100% SI Sulla base delle osservazioni disponibili, la conclusione dei progetti di ricerca industriale è avvenuta in ritardo rispetto alle previsioni iniziali nel 72% dei casi, con maggiore frequenza per le PMI. In media il ritardo nella conclusione delle attività di ricerca è quantificabile in circa 300 giorni. I risultati di dettaglio indicano che: la maggioranza delle imprese (57%), pur avendo iniziato la ricerca alla data inizialmente stabilita, accumula ritardo durante l’esecuzione materiale del progetto. In questi casi i ritardi possono essere imputati in prevalentemente a questioni di natura tecnica, considerate fisiologiche alla attività di ricerca. Queste hanno portato le imprese a richiedere proroghe sulla chiusura delle attività e, in alcuni casi, a rimodulare in corso d’opera il progetto; il 23% delle imprese registra invece ritardo già in fase di avvio. Tra queste, solo l’8% riesce a colmare il ritardo iniziale; le restanti imprese o chiudono la ricerca con un ritardo uguale (7%) o maggiore (8%) in tal caso ai problemi iniziali si sommano quelli registrati durante lo svolgimento materiale del progetto. Questo ultimo gruppo è composto quasi esclusivamente da PMI, a dimostrazione delle maggiori difficoltà dell’impresa minore a 4 far fronte alle criticità solite della fase di avvio della ricerca . Tav. 8 Distribuzione dei progetti per fasi in cui si sono manifestati ritardi per tipologia di beneficiario Dimensione Aziendale GI PMI TOTALE Fasi in cui si registra ritardo rispetto alla tempistica pianificata Avvio Svolgimento Avvio + Svolgimento 0% 59% 9% 11% 55% 8% 7% 57% 8% Totale 68% 74% 72% Fonte: Ismeri Europa su dati raccolti tramite questionario Il principale aspetto critico, come evidenziato nei rapporti, è legato alla necessità dell’impresa di anticipare le attività di ricerca rispetto alla stipula del contratto di finanziamento. Ciò costituisce un problema per l’impresa di piccole dimensioni che ha difficoltà nel reperire le risorse necessarie ad avviare in totale autofinanziamento il progetto. 4 ISMERI EUROPA SRL 9 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Nonostante i ritardi registrati, per la totalità delle imprese il progetto risulta in linea con le attese iniziali e l’output dei progetti conservano validità dal punto di vista tecnico-scientifico, salvo conseguenze negative su sfruttamento industriale e commercializzazione. Tale aspetto viene esaminato nei paragrafi successivi. 2.2 PROGETTI DALL’ELEVATO POTENZIALE INDUSTRIALE E CAPACITÀ DI ARRIVARE SUL MERCATO L’elevato grado di industrializzazione conferma la rispondenza dell’output della ricerca agli obiettivi strategici aziendali: l’industrializzazione interessa 9 iniziative su 10 ed è a carico prevalentemente dell’azienda capogruppo, titolare del progetto. Tav. 9 - Quota di progetti che arriva sul mercato per soggetto che industrializza 11% 18% 71% Azienda capogruppo (titolare del progetto) Altro soggetto Non industrializza Il tempo previsto per la concreta applicazione dell’output è di 2 anni dalla conclusione della ricerca per una consistente quota di progetti (circa 2/3). L’intervallo medio di tempo che intercorre tra la conclusione dell’attività di ricerca e l’applicazione industriale del trovato è sensibilmente più lungo (di circa 200 giorni) per l’impresa di grandi dimensioni (tale intervallo è indicato con Δ nella tavola successiva). Tav. 10 - Distribuzione dei progetti in base all’intervallo di tempo tra conclusione della ricerca e applicazione industriale del risultato 60 50 40 55 30 59 34 35 20 10 0 Δ(RI;APPL) ≤365 ISMERI EUROPA SRL 365< Δ(RI;APPL) ≤730 730< Δ(RI;APPL) ≤1095 Δ(RI;APPL) >1095 10 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY A giudizio delle imprese beneficiarie, l’86% dei progetti genera ricadute sulla catena del valore. Queste sono prevalentemente locali e riguardano in particolar modo i clienti ed i fornitori (indotti ad adeguarsi all’upgrading tecnologico). Tav. 11 - Ricaduta dei progetti di ricerca Partner Distretto/Filiera Clienti Fornitori 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% Si è sottolineato in precedenza come le imprese ricorrano in modo significativo a competenze esterne nel corso della preparazione e dello svolgimento delle attività di ricerca. Nella fase di industrializzazione, il ricorso a competenze esterne è sensibilmente minore, 19%, e anche in questo caso, come per la ricerca, le PMI risultano maggiormente dipendenti dall’esterno. Tav. 12 - Frequenza del ricorso a competenze esterne e fonti da cui si attinge Realizzazione del progetto di ricerca Fonte di acquisizione Competenze 1 7% Ricorso a competenze esterne: Ricorso a competenze esterne preparazione progetto 48% realizzazione progetto 64% industrializzazione trovato 19% 47% 36% Centri di Ricerca 2.2.1 Altro (altra im presa, consule nti,..) Università Risultati della ricerca e proprietà intellettuale I brevetti industriali costituiscono di fatto un indicatore sul buon esito della ricerca, dal momento che il ricorso alla brevettazione è un indice delle aspettative da parte delle imprese di ottenere ritorni economici dalla applicazione industriale e sfruttamento commerciale dei risultati raggiunti. Inoltre, non vanno trascurati a livello di programma le importanti ricadute o effetti indiretti legati alla sfera della proprietà brevettuale: i brevetti sono infatti non solo depositari di un’utilità tangibile derivante dallo sfruttamento proprietario dell’innovazione che ISMERI EUROPA SRL 11 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY proteggono, ma anche di un’utilità indiretta legata al fatto che la loro registrazione implica la pubblicazione delle soluzioni tecniche individuate e la divulgazione della conoscenza. Tuttavia, la mancata brevettazione non deve essere considerata un sinonimo di non validità dal punto di vista tecnico-scientifico e commerciale dei risultati ottenuti. Questo è ad esempio il caso di ricerche che, pur costituendo un salto tecnologico per l’impresa, si caratterizzano per il fatto che il ricorso alla protezione brevettuale non è conveniente (ad esempio per la ragione che il brevetto comporta un costo importante per l’impresa). Le stesse imprese, inoltre, potrebbero decidere di proteggere l’invenzione attraverso altri mezzi (ad esempio affidandosi al segreto industriale o puntando sulla velocità e modalità di introduzione del prodotto sul mercato) che presentano tra l’altro il vantaggio di non rendere pubbliche le informazioni relative all’invenzione. Alla luce di queste considerazioni, l’analisi ha verificato: i risultati delle ricerche in termini di proprietà intellettuale (esaminando la propensione da parte delle imprese a brevettare i risultati dei progetti del PON); la concessione (o l’ intenzione di concedere in futuro) licenze sui brevetti registrati. Il risultato, relativamente ai rispondenti, è che circa un progetto su cinque ha comportato la registrazione di brevetti, per un totale di 22 titoli. Con la cautela legata al basso numero di osservazioni, l’86% dei brevetti è relativo ad imprese operanti in settori a Alta e Medio-Alta tecnologia e conoscenza. Soltanto tre brevetti sono invece relativi a settori tradizionali, quali l’agroindustria. In numero, i brevetti registrati risultano più o meno equamente distribuiti tra ufficio italiano e uffici esteri (europeo, americano). Tuttavia, solo 4 imprese hanno depositato i brevetti al di fuori dei confini nazionali, dove la loro registrazione non è semplicemente un processo amministrativo ma comporta un esame tecnico relativo all’anteriorità. Le PMI hanno registrato in media più brevetti rispetto alle grandi imprese, nonostante queste siano più avvezze alla brevettazione, come dimostra il numero di brevetti detenuti. Per alcune PMI, si è trattato della prima esperienza di brevettazione. Tav. 13 Progetti che hanno prodotto brevetti, per dimensione aziendale 19% TOTALE 26% PMI GI 81% 74% 8% 0% 92% 20% 40% 60% SI ISMERI EUROPA SRL 80% 100% NO 12 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY La concessione in licenza dei brevetti appare un tema ancora alieno alla gran parte delle imprese, nonostante la crescente importanza che il licensing e lo scambio dei titoli di proprietà intellettuale riveste nei mercati high-tech mondiali. Solo 3 imprese hanno concesso in licenza (o manifestato l’intenzione di concedere in futuro) i brevetti registrati in seguito al progetto realizzato. 2.2.2 Industrializzazione dell’output della ricerca: modalità e tempi per arrivare al mercato Il “core” della valutazione della capacità di sfruttare industrialmente e commercialmente il risultato dei progetti consiste nell’appurare se l’intenzione/previsione di industrializzare il trovato del progetto di ricerca, manifestata dai beneficiari all’inizio della valutazione intermedia, si è concretata e di misurare il susseguente ritorno per l’impresa nonché le ricadute esterne. I tre anni trascorsi dalla verifica in itinere sembrano un tempo congruo per passare dalla “ricerca” al “mercato” e dunque appropriato per avere risposte definitive circa i risultati effettivamente ottenuti e gli effetti delle risorse impiegate. La conclusione della fase di ricerca e lo stato di avanzamento dell’applicazione industriale permettono di disporre di dati certi per valutare questo specifico punto di analisi: entro il biennio 2008-09 la fase di industrializzazione risulterà conclusa per l’86% delle iniziative in esame, e comunque in corso per la totalità dei progetti5. Tav. 14 Distribuzione dei progetti in base all’anno di avvio e conclusione attesa delle attività di industrializzazione6 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 1998‐99 2000‐01 2002‐03 2004‐05 2006‐07 2008‐09 2010‐11 2012‐13 2014‐15 2016‐17 Conclusione Avvio Per i progetti per cui la fase di applicazione industriale è ancora in corso si è considerata la data di conclusione ricalcolata dalle imprese, che può differire da quella inizialmente programmata a seguito di eventuali ritardi registrati nelle fasi precedenti (accesso ai finanziamenti e svolgimento della ricerca) e durante la preparazione della attività di industrializzazione (reperimento partner, risorse, ecc.). 6 L’analisi fa riferimento a 43 progetti. Dal campione sono stati ovviamente esclusi i 12 progetti che non danno vita all’applicazione industriale dei risultati e ulteriori 8 iniziative che non hanno fornito risposte che permettessero l’elaborazione sui tempi. 5 ISMERI EUROPA SRL 13 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Con maggiore dettaglio, i risultati esposti in questo paragrafo riguardano: grado di applicazione industriale dell’output delle ricerche (confrontando i risultati con le previsioni delle imprese fornite all’inizio della valutazione intermedia del Programma); motivi della mancata industrializzazione ; tempo della fase di industrializzazione; investimenti per l’applicazione industriale e impiego di risorse private. Nell’82% dei casi i progetti hanno dato origine all’industrializzazione dei risultati. Ciò rassicura sulla rispondenza dell’output della ricerca agli obiettivi strategici fissati dalle imprese. Il dato è di poco inferiore a quello previsionale fornito dalle imprese all’inizio della valutazione intermedia. La tavola successiva riporta con maggiore dettaglio il confronto tra i progetti i cui risultati sono effettivamente industrializzati e la propensione ad industrializzare e commercializzare l’output delle ricerche registrata nel corso dell’indagine 2004-05. Tav. 15 industrializzazione prevista ed effettiva dell’output dei progetti Industrializzazione Totale Effettiva No Si Progetti % No 4 6 10 16% Industrializzazione Prevista Si 7 44 51 84% Progetti 11 50 611 Totale % 18% 82% 100% 1Dall’analisi sono stati esclusi 2 progetti per cui non è stato possibile effettuare il confronto (compreso il progetto di ricerca ancora in corso di realizzazione per cui non si hanno dati certi sulla industrializzazione effettiva dei risultati) Fonte: Ismeri Europa su dati raccolti tramite questionario La mancata industrializzazione, come risulta dalle risposte delle imprese, è riconducibile alle seguenti ragioni: “industrializzazione non contemplata da vision aziendale”; “risultati raggiunti non competitivi sul mercato”; “assenza di risorse interne necessarie all’investimento”; “applicazione esclusivamente interna del know-how” . ISMERI EUROPA SRL 14 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Tav. 16 Ragioni della mancata industrializzazione dei risultati della ricerca 8% 38% 23% 31% Risultati raggiunti non competitivi Industrializzazione non contemplata da vision aziendale Assenza di risorse necessarie all'investimento Applicazione esclusivamente interna del know‐how La motivazione principale della mancata industrializzazione è costituita dalla non competitività dei risultati raggiunti e/o da cambiamenti strategici che hanno portato l’impresa ad orientarsi verso altri progetti (38% dei progetti non industrializzati): l’applicazione industriale dei risultati della ricerca, pur validi dal punto di vista scientifico, non è al momento economicamente vantaggiosa a causa dei costi di prodotto troppo elevati. All’interno della prima categoria “industrializzazione non contemplata da vision aziendale” (31%), ricadono alcuni consorzi di ricerca che per statuto eseguono esclusivamente attività di ricerca e sviluppo tecnologico ma non attività industriali. In tal caso sono le società consorziate (o imprese terze) che possono procedere all'industrializzazione acquisendo i risultati delle ricerche. Altra motivazione importante è l’assenza di risorse interne da investire nell’industrializzazione (23%); in questo caso l’applicazione industriale è subordinata al reperimento di adeguati finanziamenti pubblici nell'ambito dei progetti finanziabili a livello europeo e/o nazionale. Va infine sottolineato che una quota significativa di progetti “non industrializzati” ha permesso all’impresa di acquisire know-how necessario per applicazioni future, quasi sempre già programmate. Ed è evidente che l’acquisizione di nuova conoscenza rappresenta un valore positivo ancorché lo sfruttamento risulti differito. 2.2.3 Tempi di industrializzazione Il tempo necessario all’industrializzazione è, una variabile strategica che condiziona la forza di impatto del progetto sulla strategia competitiva dell’azienda in quanto determina direttamente l’obiettivo di ritorno degli investimenti realizzati. Nel complesso, le attività di industrializzazione e commercializzazione dei risultati della ricerca industriale presentano una durata media di 770 giorni, equivalenti ad oltre 2 anni. Escludendo le iniziative che non danno seguito all’applicazione industriale dei risultati e i progetti per cui non si hanno informazioni omogenee, l’analisi individua in oltre il 53% i progetti che hanno concluso l’industrializzazione con ritardo rispetto ai tempi inizialmente programmati dall’impresa. Per tali iniziative, lo slittamento è pari in media a circa 550 giorni. ISMERI EUROPA SRL 15 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Tav. 17 Slittamento della conclusione della fase di industrializzazione rispetto alla data inizialmente prevista dalle imprese 10% 38% 33% 19% Dato non disponibile Nessun ritardo Non industrializza Ritardo Sia la durata della fase di industrializzazione che il ritardo nel portarla a termine sono legate alla dimensione dell’impresa beneficiaria. Le PMI del campione infatti impiegano quasi 2 anni e mezzo ad industrializzare (circa un anno in più rispetto all’impresa di maggiori dimensioni), con un ritardo medio di oltre 300 giorni (110 giorni in più rispetto alla GI). Tali differenze vanno ricercate nella maggiore necessità (e difficoltà) delle imprese di piccole dimensioni di reperire all’esterno le risorse (quali competenze e mezzi finanziari) occorrenti allo sfruttamento industriale del potenziale della ricerca e alla capitalizzazione delle ricadute del progetto. Tav. 18 Tempi medi di industrializzazione dei risultati Industrializzazione Durata Effettiva (gg) Ritardo rispetto ai tempi di conclusione previsti (gg) GI 534 192 Dimensione Beneficiario PMI Totale 887 770 302 266 Fonte: Ismeri Europa su dati raccolti tramite questionario Con maggiore dettaglio, per più dei 2/3 delle iniziative considerate la fase di industrializzazione non solo ha subito dei rallentamenti che ne hanno posticipato la conclusione ma ha avuto inizio con ritardo. Anche in questo caso vi sono sensibili differenze legate alla dimensione aziendale. Le ragioni che hanno determinato lo slittamento delle attività di industrializzazione rispetto ai piani aziendali, possono essere distinte in due categorie: “cause interne” e “cause esterne” all’attività imprenditoriale. Nella maggioranza dei casi (83%), i ritardi, sia in fase di avvio che di conclusione, sono riconducibili a “cause interne” e quindi dipendenti dalla condotta aziendale. In particolare si segnalano: ritardi dovuti essenzialmente a ragioni tecniche, quali ad esempio: la complessità di trasferimento dei risultati ottenuti su scala industriale e a livello di processo produttivo; l’esigenza di adattare, durante la fase di sviluppo precompetitivo, i risultati della ricerca a ISMERI EUROPA SRL 16 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY specifiche richieste dei clienti; le difficoltà negli acquisti degli impianti necessari; le problematiche relative alla protezione brevettuale dei risultati e nei rapporti con partner/clienti; ritardi dovuti al prolungamento delle analisi di fattibilità e sostenibilità tecnico/economica e al reperimento delle risorse finanziarie necessarie alla fase di industrializzazione; ritardi legati all’allungamento della precedente fase di ricerca con conseguente slittamento della data di avvio dell’industrializzazione rispetto a quanto inizialmente 7 programmato . Solo il 17% delle imprese riconduce i ritardi a motivi “esterni” all’attività imprenditoriale, non controllabili direttamente dall’impresa. Tra questi i più frequenti sono legati all’andamento e ai mutamenti strutturali del mercato e delle tecnologiche, che richiedono una revisione del progetto inizialmente pensato dall’impresa per adattare i risultati alle nuove condizioni imposte. Tav. 19 Ragioni dei ritardi nella conclusione dell’industrializzazione 17% 20% 5% 55% 20% 83% "Cause Esterne" "Cause Interne" Fattibilità ND Ritardi nella ricerca Tecnici Alla luce di questi ritardi, la quasi totalità delle imprese ritiene ancora validi dal punto di vista scientifico e commerciale i risultati della ricerca. Tuttavia, lo slittamento della fase di industrializzazione, e conseguentemente della fase di commercializzazione, influisce negativamente sulla strategia aziendale in quanto causa della riduzione dei margini attesi e dell’aumento dei tempi previsti sul ritorno economico, e in generale dell’incremento dei costi di investimento sostenuti. Questi punti sono analizzati con dettaglio nel corso dell’analisi economico-finanziaria che consente di avere indicazioni sulla redditività dei singoli progetti finanziati. Nel complesso, l’estensione complessiva del ciclo di vita del progetto di ricerca e delle attività ad esso collegate è superiore ai 6 anni e mezzo, durata che appare incompatibile con la corsa all’innovazione, e che rischia di essere superiore alla “finestra temporale” entro la quale, e non oltre, è possibile cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. La maggior parte (80%) delle imprese che hanno terminato la ricerca in ritardo hanno subito uno slittamento della fase di applicazione industriale dei risultati rispetto ai piani aziendali. 7 ISMERI EUROPA SRL 17 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 2.2.4 EXECUTIVE SUMMARY Gli investimenti per l’industrializzazione: le imprese reperiscono in prevalenza risorse finanziarie all’interno e sul mercato L’investimento per le attività di industrializzazione è in media pari a circa 1,7 milioni di Euro8. L’analisi non registra sensibili differenze in relazione alla dimensione aziendale, con le GI che sostengono un costo di industrializzazione leggermente superiore a quello della impresa minore (1,9 e 1,5 milioni di Euro rispettivamente). Ad ogni euro speso per attività di ricerca corrispondono 57 centesimi investiti per l’applicazione industriale dei risultati ottenuti. Tav. 20 Costo complessivo delle fasi di ricerca e industrializzazione per dimensione di impresa Dimensione aziendale Costo Medio (€) Ricerca Industrializzazione Complessivo GI 5.707.480,0 1.891.466,7 7.598.946,7 PMI 1.435.750,0 1.555.721,4 2.991.471,4 Totale 2.925.888,3 1.672.841,9 4.598.730,2 Fonte: Ismeri Europa su dati raccolti tramite questionario In media l’industrializzazione conta per il 95% su risorse private (tav. 24). Tale quota cresce nel caso delle GI e diminuisce nel caso delle PMI che fanno quindi maggiore affidamento sulle risorse pubbliche per l’industrializzazione. L’apporto privato è sensibilmente superiore nella fase dello sfruttamento industriale rispetto a quello caratterizzante le attività di ricerca, che naturalmente hanno potuto contare sui finanziamenti del PON. Considerando il costo complessivo dei progetti di ricerca (incluse le attività non finanziabili dal programma), tale quota è pari infatti a circa il 59%. Tav. 21 Quota pubblica e privata degli investimenti per la ricerca e l’industrializzazione dei risultati, rispetto al costo complessivo dei progetti Media Quota Dimensione aziendale Ricerca Industrializzazione Complessivo Pubblica Privata Pubblica Privata Pubblica Privata GI 55,4% 44,6% 2,0% 98,0% 40,6% 59,4% PMI 60,4% 39,6% 13,5% 86,5% 46,5% 53,5% Totale 58,7% 41,3% 9,1% 94,9% 44,4% 55,6% Fonte: Ismeri Europa su dati raccolti tramite questionario Il 21% del totale delle imprese analizzate ha ottenuto il contributo pubblico in fase di industrializzazione. Tale valore può essere confrontato con quello dei progetti per cui le imprese che avevano manifestato l’intenzione di usufruire di risorse pubbliche per la fase di industrializzazione, solo la metà ha ottenuto un contributo. La restante quota ha comunque industrializzato i risultati della ricerca con risorse proprie. Il valore medio è stato calcolato su 43 progetti di ricerca che proseguono all’applicazione industriale dei risultati. Sono stati esclusi dall’analisi 8 progetti che non hanno risposto esaustivamente alle domande sugli investimenti sostenuti. 8 ISMERI EUROPA SRL 18 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY In generale, le imprese sembrano quindi poter contare per la fase applicazione industriale su un livello di sostegno pubblico inferiore alle attese. Le informazioni ricavabili dai casi studio sull’applicazione industriale confermano gran parte dei risultati dell’analisi statistica. I casi studio permettono per definizione di andare in profondità relativamente a determinate questioni. Da essi si ricavano interessanti informazioni aggiuntive; in questa sede riassumiamo i seguenti elementi: il ricorso alla registrazione di brevetti, a valere sui risultati della ricerca o parte di essa, è di per se un importante indicatore di qualità ed una garanzia che il supporto pubblico abbia raggiunto gli obiettivi fissati. Tuttavia, alcuni casi esemplari mostrano come non vi sia consequenzialità tra la brevettazione e lo sfruttamento industriale e commerciale nel senso che il brevetto non è una condizione sufficiente. Va però sottolineato che, trattandosi di incentivi per la ricerca industriale, è probabilmente preferibile il brevetto di idee forti piuttosto che la commercializzazione di innovazioni deboli. Quando vi sono chiare difficoltà nell’individuazione del possibile campo di applicazione dei risultati e delle modalità per il loro sfruttamento commerciale, spesso la causa va ricercata nell’assenza, in fase preparatoria, di solide analisi di mercato e delle condizioni di contesto in cui l’azienda si trova ad operare. In alcuni casi infatti, il valutatore si è trovato di fronte a progetti esemplari dal punto di vista dell’ambizione e delle soluzioni perseguite ma assolutamente senza speranza di poter essere applicati, per lo meno nello spazio/tempo in cui l’impresa è in grado di operare. Tutto ciò, lo sottolineiamo nuovamente, non intacca la qualità potenziale del progetto che, ove abbia condotto ad uno o più brevetti, comunque ha il merito di favorire la costruzione di una base di conoscenze probabilmente utile nel futuro. La presenza di imprese utilizzatrici finali nello schieramento degli attori è una condizione importante per lo sfruttamento industriale. Quando questa situazione non è verificata o decade a causa per esempio dell’uscita di questa tipologia di beneficiario dal team di progetto, questo ultimo cambia rotta rispetto alle previsioni mentre i piani di sfruttamento decadono o divengono meno immediati. 2.3 L’IMPATTO SULL’OCCUPAZIONE, SULL’EXPORT E SULLA CATENA DEL VALORE DELLE IMPRESE BENEFICIARIE L’analisi considera gli effetti dei progetti sulle imprese e la loro capacità di generare impatti di più lungo termine sul sistema esterno e sui territori in cui le imprese operano. La capacità dei progetti di incidere sulla competitività aziendale e al contempo di generare effetti “esterni” costituisce difatti una delle principali giustificazioni dell’impiego di risorse pubbliche. Nello specifico, l’analisi intende: verificare in quali territori le imprese investono per la fase di industrializzazione degli output della ricerca; analizzare la crescita occupazionale nelle imprese direttamente collegabile ai progetti e alle altre attività ad essi collegate; verificare gli esiti dei progetti sull’impresa in termini di aumentata capacità di esportazione e conquista di “nuovi” mercati; ISMERI EUROPA SRL 19 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY verificare le ricadute dei progetti sulla filiera, in particolare sulle categorie dei fornitori, partner e clienti; verificare la capacità dei progetti di contribuire alla creazione di reti di cooperazione tra imprese e altri attori pubblici, quali Università e Centri di Ricerca. 2.3.1 Dove avviene l’attività di industrializzazione Per la maggior parte dei progetti (circa il 69%) l’industrializzazione dei risultati ha luogo in maniera esclusiva all’interno di stabilimenti localizzati nella stessa regione di svolgimento della ricerca. Ciò è vero in particolare nel caso delle PMI. Nel 14% dei casi, l’industrializzazione avviene in parte nella regione della ricerca e in parte in altre. Nel 10% dei casi, esclusivamente in stabilimenti ubicati al di fuori della regione di svolgimento della ricerca. Tav. 22 Distribuzione dei progetti per luogo di industrializzazione Localizzazione degli stabilimenti in Dimensione di impresa cui avviene lo sfruttamento GI PMI industriale dei risultati della ricerca Stessa Regione di svolgimento 11 24 della ricerca Regione diversa da quella di 4 1 svolgimento della ricerca Sia nella regione di svolgimento 3 4 della ricerca che in altre 1 3 Informazione non disponibile 16 31 TOTALE Totale % 35 69% 5 7 10% 14% 4 8% 51 100% Fonte: Ismeri Europa su dati raccolti tramite questionario I dati sull’industrializzazione per area obiettivo confermano la prossimità di questa attività con quella di ricerca industriale. Nel complesso, per l’84% dei progetti, lo sfruttamento industriale dei risultati avviene in stabilimenti nelle regioni dell’Obiettivo 1. È un dato significativo, dal momento che proprio nella fase di applicazione industriale si registrano le principali ricadute sui territori (ad esempio in termini di effetti occupazionali) e, in particolare, sull’indotto (subfornitura, materie prime e semilavorati). Infine va sottolineato come l’attività di industrializzazione fuori Obiettivo 1 avvenga generalmente, e a volte esclusivamente, nella stessa regione della sede legale dell’impresa beneficiaria. Questo comportamento appare prerogativa delle imprese di grandi dimensioni ubicate fuori obiettivo e che hanno usufruito degli incentivi del PON per svolgere la ricerca. ISMERI EUROPA SRL 20 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Tav. 23 Distribuzione dei progetti per area obiettivo in cui viene realizzata l'industrializzazione 8% 18% 8% 66% Obiettivo 1 2.3.2 Obiettivo 2 Obiettivo 1 e 2 ND Gli effetti occupazionali della ricerca applicata all’innovazione La crescita occupazionale è stata analizzata considerando l’effetto complessivo del progetto legato sia alla fase propria di ricerca co-finanziata dal PON, sia alle eventuali attività successive di industrializzazione e commercializzazione dell’output. I risultati sono rilevanti, dal momento che le imprese stimano una crescita nel numero di addetti come conseguenza delle attività esaminate nell’83% dei casi, per un valore complessivo di 569 addetti. La crescita occupazionale riguarda in particolar modo le PMI (per circa il 92% dei progetti), e in misura minore l’impresa di dimensione maggiore (per oltre i 2/3). Tav. 24 Progetti ed effetti occupazionali per dimensione di impresa 5% 92% PMI 3% 67% GI 33% 3% 83% TOTALE 0% 20% 40% SI ISMERI EUROPA SRL NO 14% 60% 80% 100% Info non disponibile 21 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Come evidenziato nella tavola successiva, tale incremento è in media di circa 10 addetti, corrispondente ad una crescita del 15% sul totale: 11 addetti per le PMI (crescita media del 23%) e 6 addetti per le GI (4%). Tav. 25 Effetto occupazionale delle attività di ricerca e industrializzazione Effetti sull’occupazione Incremento medio addetti (% sul totale addetti) Dimensione di impresa PMI GI Totale 23% 4% 15% Fonte: Ismeri Europa su dati raccolti tramite questionario Alla luce dell’incremento occupazionale, l’analisi passa a considerare le modalità di acquisizione delle competenze per lo svolgimento della ricerca e di tutte le altre attività ad esso collegate. L’analisi sul fabbisogno di competenze è un tema centrale alla valutazione del Programma. La tavola seguente mostra per le imprese esaminate un ricorso a competenze esterne che va aumentando dalla fase di preparazione a quella di svolgimento della ricerca, mentre risulta minore per le attività di commercializzazione e industrializzazione dei risultati. Il ricorso a contributi specialistici esterni è un’esigenza particolarmente sentita per l’impresa di minore dimensione. Dall’analisi delle informazioni ottenute nel corso dell’indagine sono state individuate due principali modalità di reperimento dei profili necessari: attraverso assunzione e/o training all’interno dell’azienda; attraverso il ricorso a collaborazioni esterne. ISMERI EUROPA SRL 22 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Tav. 26 Ricorso a competenze esterne per lo svolgimento del progetto Dimensione di impresa GI PMI TOTALE Preparazione Progetto SI 33% 44% 40% Realizzazione Ricerca NO 67% 56% 60% SI 75% 64% 68% NO 25% 36% 32% Applicazione Industriale SI NO 4% 96% 18% 82% 13% 87% Fonte: Elaborazione Ismeri Europa su dati valutazione intermadia I risultati individuano nella assunzione e formazione interna la modalità principale di acquisizione delle competenze, in particolare per la fase di sfruttamento industriale dei risultati: a questa modalità ricorre l’82% delle imprese esaminate. Minore il ricorso a collaborazioni esterne che interessano soprattutto i partner di progetto, qualora presenti, Università e Enti pubblici di ricerca. Non si rilevano sostanziali differenze in relazione alla dimensione aziendale. Tav. 27 Modalità di reperimento delle competenze necessarie a realizzare il progetto e le attività collegate 18% 82% Assunzione e/o training ISMERI EUROPA SRL Collaborazioni esterne 23 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 2.3.3 EXECUTIVE SUMMARY Effetti sulla esportazione La tavola successiva presenta le quote medie di fatturato delle imprese beneficiarie dei progetti analizzati sui diversi mercati (nazionale, comunitario ed extra-comunitario). Il mercato nazionale rappresenta lo sbocco più importante. L’Unione Europea (esclusa Italia) conta in media il 12%; gli altri paesi extra-comunitari circa il 9%. Complessivamente, quindi, poco più di 1/5 del fatturato delle imprese considerate è ottenuto su mercati esteri, dove sembra contare la dimensione di impresa. La grande impresa ottiene infatti una quota di fatturato sui mercati internazionali superiore a circa 8 punti rispetto all’impresa minore. Tav. 28 Ricorso a competenze esterne per lo svolgimento del progetto DIIMENSIONE ITALIA UE (esclusa Italia) UE (inclusa Italia) EXTRA UE ESTERO (UE + extra UE) Grande Impresa Piccola e Media Impresa TOTALE 74,8 18,1 92,9 7,1 25,2 82,2 8,4 90,6 9,4 17,8 79,4 12,0 91,4 8,5 20,5 Considerando il 20% del fatturato come quota minima indicativa del posizionamento anche sui mercati esteri, poco più del 37% dei progetti esaminati fa riferimento ad imprese attive nei mercati internazionali. Questo riguarda circa la metà delle grandi imprese considerate e a meno di un terzo delle piccole e medie imprese del campione. L’innovazione appare uno strumento necessario per lo sbocco sui mercati esteri dove evidentemente è richiesta una maggiore qualità dei prodotti e concorrenzialità dei prezzi. Per le iniziative con ricaduta industriale, l’incremento medio delle esportazioni viene stimato complessivamente al 5,3%. Tale aumento è maggiore nel caso delle PMI (7,5%), più contenuto per le grandi (1,4%). L’incremento delle attività di esportazione riguarda circa il 30% delle imprese, il 36% delle PMI e il 22% delle GI del campione. Le PMI, quindi, non solo stimano un incremento maggiore delle esportazioni in termini percentuali legato alla industrializzazione e commercializzazione dei risultati della ricerca, ma sono anche più interessate da questo aspetto rispetto alla impresa maggiore. ISMERI EUROPA SRL 24 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Tav. 29 Stima della circostanza che vi sia o meno un incremento dell’export 37% PMI 63% SI 22% GI 78% 31% TOTALE 0% NO 20% 69% 40% 60% 80% 100% Il 40% dei progetti i cui risultati hanno determinato un incremento delle esportazioni appartiene a imprese operanti prevalentemente sul mercato nazionale con una quota di fatturato inferiore al 20% ottenuta sui mercati esteri. In questi casi il progetto di ricerca e la successiva fase di industrializzazione e commercializzazione dei risultati contribuiscono a superare una posizione di debolezza determinata dall’assenza sui mercati esteri, considerata come uno dei vincoli più importanti alla competitività aziendale. Questi risultati configurano un risultato incoraggiate anche se va preso con cautela dal momento che riguarda un numero ancora limitato di imprese. Un secondo aspetto rilevante è legato all’eventualità che il progetto svolto possa aver consentito ai beneficiari del PON di penetrare nuovi mercati. Le informazioni fornite dalle imprese sono state classificate in tre differenti categorie: impatto nullo; impatto positivo: nuove nicchie nei mercati geografici “soliti” delle imprese; impatto positivo: nuovi mercati geografici raggiunti. Considerando solo le iniziative con ricaduta industriale, il 46% delle imprese rileva un effetto positivo direttamente legato alla industrializzazione e commercializzazione dei risultati: di queste il 25% e il 21% in termini di conquista di nuove nicchie e nuovi mercati geografici rispettivamente. Sia per le PMI che per le GI, i progetti consentono di perseguire una strategia espansiva nella metà dei casi, facilitando l’accesso a nuovi mercati geografici o la conquista di nuove nicchie. ISMERI EUROPA SRL 25 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Tav. 30 Effetti dei progetti in termini di conquista di nuovi mercati PMI GI 55% TOTALE 54% 0% NO 22% 25% 53% 20% 25% 21% 25% 20% 40% 60% Nuove nicchie nei mercati geografici attuali 80% 100% Nuovo mercato geografico La conquista di nuove nicchie di mercato può essere visto come il coronamento di una strategia che utilizza il progetto di ricerca al fine di differenziare la produzione aziendale. Queste evidenze hanno dimostrato infatti come la differenziazione di prodotto, sia uno dei primi obiettivi aziendali, sia per ridurre il gap con la concorrenza, sia per ulteriormente rafforzare una posizione di vantaggio rispetto ai principali competitor. Questo dato appare rilevante e coerente con il profilo delle imprese dal momento che circa il 60% di queste è composto da aziende altamente specializzate, con un grado modesto di differenziazione produttiva, che traggono più della metà del fatturato da un unico prodotto. 2.3.4 Ricadute sulla catena del valore Le ricadute sulla catena del valore sono un aspetto rilevante per una valutazione dell’impatto della ricerca e delle attività ad esso collegate (applicazione industriale dei risultati conseguiti e commercializzazione) sulle imprese e, di riflesso, sulla competitività dei territori. La capacità del progetto di generare effetti esterni su un complesso più ampio di attività rappresenta uno dei principali risultati che giustifica l’intervento pubblico. L’analisi ha così accertato che se i risultati dei progetti abbiano prodotto effetti di ricaduta su fornitori, partner, altri soggetti della filiera. La tavola seguente riporta i risultati per dimensione di impresa. Tav. 31 Ripercussioni dei progetti, sia nella fase di ricerca che in quella di commercializzazione dei risultati su altri attori della catena del valore Dimensione di impresa Tipo ricadute Fornitori Fornitori/Partner Partner Nessuna Non rilevabile GI 13% 29% 4% 13% 41% PMI 18% 5% 5% 21% 51% TOTALE 16% 14% 5% 17% 48% Fonte: Ismeri Europa su dati raccolti tramite questionario ISMERI EUROPA SRL 26 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Il 35% delle iniziative hanno effetti di ricaduta. La restante quota di progetti non hanno prodotto effetti (17%), o tali effetti non sono al momento rilevabili (48%). L’impatto maggiore sulla catena del valore è quello sui fornitori soprattutto per le GI (45% dei casi contro 30%) Le imprese indicano effetti diretti del progetto sui fornitori, classificabili in due categorie: creazione di nuovi canali di fornitura: l’impatto del progetto sulla produzione, il livello tecnologico, le modalità organizzative aziendali ha “costretto” l’impresa a rivedere la rosa dei fornitori, selezionandoli fra quelli specializzati nella fornitura delle nuove tecnologie o know-how. In questi casi l’impresa ha aperto nuovi canali di fornitura; in altri casi le soluzioni sviluppate hanno richiesto alla azienda di avvalersi di fornitori più qualificati che in precedenza; upgrading tecnologico dei fornitori: i “vecchi” fornitori sono stati “costretti” ad adeguarsi alle nuove condizioni imposte dall’evoluzione dell’impresa cliente, modificando le loro tecniche di produzione. I fornitori “crescono” insieme alle iniziative industriali dell’azienda titolare del progetto. Per circa il 20% delle imprese, il progetto ha prodotto effetti di ricaduta sui partner. In particolare, la condivisione dei risultati della ricerca ha comportato un aumento del knowhow delle aziende partner, così come l’innovatività dell’output realizzato ha portato l’impresa beneficiaria a ricercare partner maggiormente qualificati, con cui siglare, ad esempio, nuovi accordi commerciali per lo sfruttamento dei risultati conseguiti. Tav. 32 Tipologie di ricadute su fornitori e partner FORNITORI PARTNER 44% 46% 54% 56% Nuovi canali di fornitura Upgrading tecnologico Incremento know‐how Nuovi partner Ulteriori ricadute sono quelle che riguardano i clienti. Il dato che individua il 90% dei beneficiari come imprese prevalentemente business to business, può essere considerato in questo caso molto indicativo. Infine, non va sottaciuta la capacità del progetto di incrementare il valore per il consumatore finale (“altre imprese”) attraverso un’offerta di prodotti innovativi, con un ritorno misurabile in termini di competitività. In conclusione, la cessione di prodotti/servizi ad alto contenuto di tecnologia e di prestazioni ad altre imprese-clienti comporta in definitiva un effetto di contaminazione innovativa lungo tutta la filiera. ISMERI EUROPA SRL 27 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 2.3.5 EXECUTIVE SUMMARY Le nuove reti di collaborazione Un altro fattore per valutare gli impatti dei progetti è la loro capacità di creare collaborazione/cooperazione tra imprese e tra queste e il sistema della ricerca pubblica. Non solo momentanee relazioni coalitive tra imprese, università e centri di ricerca finalizzate alla sola esecuzione della ricerca in esame; condizione di successo è che tali forme di cooperazione possano durare e crescere nel tempo. Le informazioni evidenziano un impatto estremamente positivo sulla creazione di reti: l’86% dei progetti di ricerca, e delle attività ad essi collegate, ha contribuito alla creazione e/o consolidamento di alleanze tra le imprese titolari dei progetti e altri attori pubblici e privati. In particolare è molto positivo il dato sulla impresa di dimensione minore. Per le PMI il progetto ha contribuito a far nascere/consolidare relazioni stabili con altri soggetti nel 90% dei casi. La prossimità dei “produttori di conoscenza” con le imprese appare un aspetto importante, soprattutto per le PMI: per tale tipologia circa la metà delle alleanze avviene esclusivamente con altri soggetti pubblici e privati localizzati nella stessa regione della sede legale dell’azienda proponente. I risultati dell’analisi hanno permesso di risalire a tre principali campi di collaborazione: ulteriori iniziative di ricerca, a finanziamento pubblico; attività di collaborazione per l’analisi e lo sviluppo di ulteriori soluzioni volte alla sostenibilità industriale dei risultati della ricerca; collaborazioni stabili e durature per lo sfruttamento dei risultati conseguiti attraverso il PON, anche attraverso la creazione di partnership con aziende specializzate. L’Università occupa la prima posizione tra i soggetti esterni con cui l’impresa beneficiaria stabilisce alleanze e relazioni durature, per l’80% delle iniziative esaminate. Per le PMI è interessante sottolineare anche come i progetti abbiano dato un impulso importante alla creazione di legami con altre imprese nel 38% dei casi. Tav. 33 Nascita/consolidamento di alleanze tra le imprese titolari dei progetti e altri soggetti esterni Dimensione di impresa Università Relazioni stabili con: Enti pubblici di Altra impresa Ricerca 40% 25% Altro Totale 5% 83% GI 80% PMI 78% 31% 38% 12% 87% TOTALE 79% 35% 33% 10% 86% Fonte: Ismeri Europa su dati raccolti tramite questionario La prossimità dei “produttori di conoscenza” con le imprese appare un aspetto importante, soprattutto per le PMI: per tale tipologia, circa la metà delle alleanze avviene esclusivamente con altri soggetti pubblici e privati localizzati nella stessa regione della sede legale dell’azienda proponente (cfr. Tav. 37). Ragionando per area obiettivo, appare positivo il dato che vede la partecipazione di soggetti pubblici e privati dell’Obiettivo 1 all’87% delle reti di collaborazione nate dal progetto di ricerca finanziato dal PON. ISMERI EUROPA SRL 28 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Tav. 34 Distribuzione delle istituzioni di ricerca con le quali si costruiscono relazioni stabili Dimensione di impresa GI PMI TOTALE Relazioni stabili con Università e Centri di Ricerca Altra Regione Stessa Regione Stessa Regione e altre 40% 30% 30% 28% 50% 22% 33% 42% 25% Fonte: Ismeri Europa su dati raccolti tramite questionario 2.3.6 2.3.6.1 Performance finanziaria dei progetti di ricerca: una innovazione nel metodo di valutazione Valutazione finanziaria dell’esito dei progetti di ricerca Si dà conto nel seguito dell’esperimento compiuto per valutare sotto il profilo finanziario l’esito derivante dall’applicazione industriale dell’output dei progetti di ricerca. A questo scopo è stato formulato il modello di calcolo qui descritto brevemente e riportato integralmente in appendice (Allegato B). E’ sembrato necessario analizzare anche sotto il profilo finanziario il risultato finale dell’impiego di risorse pubbliche. In altri termini verificare, a fronte del valore certo dell’input, la capacità dei progetti di generare con l’innovazione anche nuovo valore. L‘indicatore finanziario può inoltre contribuire a rendere più robusta la valutazione per la ragione che, per sua natura, può essere applicato indistintamente a livello di progetto (unità elementare di riferimento dello studio valutativo), a grappoli di progetti, ad una misura o all’Asse del Programma. Sotto il profilo del metodo si ritiene che siano presenti tutte le condizioni tecnicamente necessarie per affrontare l’analisi: si tratta di progetti di ricerca industriale, per i quali a differenza della ricerca di base (volta all’ampliamento delle conoscenze scientifiche e tecniche non connesse ad obiettivi industriali e commerciali) è necessario presumere la capacità del management di calcolare le ricadute delle scelte strategiche aziendali; l’applicazione del modello adottato coglie di fatto il progetto nella fase di conclusione dell’attività di ricerca (della quale considera tuttavia i costi e gli apporti sia pubblici sia privati per ragioni di calcolo). Ne consegue che l’incertezza associata all’attività di ricerca (per taluni ostacolo non facilmente valicabile) risulta superata dal conseguimento, accertato dal valutatore, dell’output atteso. L’analisi è circoscritta alle aziende che hanno superato le prime due fasi (ricerca e applicazione industriale del risultato) e stanno per intraprendere la terza (lancio sul mercato); il modello accetta il rischio del successo dell’innovazione sul mercato, assumendo allo stesso tempo la capacità dell’impresa di valutare le prospettive e di formulare ipotesi di ritorno nel momento della decisione, ugualmente accertata dal valutatore, di sfruttare industrialmente il trovato; le domande di valutazione, somministrate specificamente per alimentare il modello, sono limitate all’essenziale: poche, mirate e semplici. ISMERI EUROPA SRL 29 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 2.3.6.2 EXECUTIVE SUMMARY Caratteristiche distintive del modello di analisi finanziaria Il modello è impostato secondo le seguenti linee: in prima istanza, i progetti vengono analizzati individualmente, valutando i flussi finanziari stimati sia degli attori privati sia dell’attore pubblico; si è ritenuto di distinguere tre fasi, alle prime due delle quali è possibile attribuire una probabilità di fine ossia di mancato passaggio alla fase successiva: - Fase 1, Ricerca; Fase 2, Applicazione industriale del risultato; Fase 3, Lancio sul mercato. la valutazione del progetto può essere effettuata in corrispondenza a tre importanti scadenze: - all’istante zero, prima dell’inizio della fase 1 alla fine della prima fase, prima di iniziare la seconda; alla fine della seconda fase, prima di iniziare la terza; vengono considerate separatamente le probabilità di mancato passaggio alle fasi 2 e 3 si calcola un profilo di rientri finanziari derivanti dai risultati del progetto, articolato su un arco temporale pari al ciclo di vita della fase 3, che consenta all’investitore, privato o pubblico, di recuperare gli esborsi sostenuti e i costi finanziari di opportunità, denotato come condizione di equilibrio finanziario; si calcola il guadagno atteso per l’operatore privato in base alle aspettative di rientri finanziari, in termini di valore attuale netto a un certo tasso di interesse prefissato. 2.3.6.3 Analisi aggregata di più progetti Al fine di giungere a considerazioni complessive, hanno rilevanza anche indicatori non tecnicamente finanziari, che servono a fotografare il livello di informazione disponibile: quante sono le aziende che non hanno risposto al questionario e quanto pesano i contributi loro erogati sul totale; quante, tra le aziende che hanno risposto, hanno dichiarato di non avere intenzione di proseguire nella fase 3, e, fra queste, quante hanno dichiarato di non aver raggiunto risultati interessanti. Dopo aver ristretto il campo di indagine alle aziende che hanno risposto al questionario e che proseguiranno nella fase 3, i dati di sintesi significativi su più progetti/cluster di progetti sembrano essere: numero di progetti che prospettano convenienti ritorni; numero di progetti che prospettano ritorni così elevati da meritare la qualifica di “primi della classe”; limitatamente ai progetti andati a buon fine, valore complessivo dei ritorni finanziari ed economici per il pubblico sufficiente a garantire l’equilibrio economico finanziario del sistema, sotto l’ipotesi che il privato raggiunga il proprio equilibrio finanziario; somma dei valori attuali netti calcolati all’inizio della fase 3 per i privati, in base alle stime fornite dalle aziende sui maggiori margini attesi dallo sfruttamento commerciale dei risultati della ricerca e dell’industrializzazione. ISMERI EUROPA SRL 30 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 2.3.6.4 EXECUTIVE SUMMARY Risultanze della valutazione finanziaria I risultati vanno esaminati sulla base dei dai dati ottenuti dalle aziende attraverso i questionari somministrati on-line 9. E’ stato chiesto di: 10 indicare per quanti anni dal lancio sul mercato il risultato del progetto garantisce : una leadership innovativa sul mercato un “conveniente” ritorno per l’azienda indicare in quanti anni è misurabile l’obiettivo di ritorno dell’investimento indicare l’entità complessiva dei margini attesi attribuibili allo sfruttamento dei risultati del progetto12. 11 Pur avendo ricevuto più di un invito: hanno fornito risposte esaustive a tutti i precedenti punti solo 25 delle 50 aziende che, avendo terminato le fasi 1 e 2, erano potenzialmente in grado di rispondere. Queste ultime hanno un “peso” finanziario misurabile in questi termini: l’investimento complessivo in ricerca è stato di circa 146 MEuro, dei quali poco più di 88 MEuro di contributo pubblico (60,4%); l’investimento complessivo in industrializzazione è stato di circa 71,9 MEuro, dei quali 12,1 MEuro di contributo pubblico13. Le aziende che hanno risposto coprono le seguenti quote: l’investimento complessivo in ricerca è stato di circa 82,6 MEuro, dei quali 50,1 MEuro di contributo pubblico, con un’incidenza percentuale, rispettivamente, del 56,6% e del 56,9% sul bacino potenziale; l’investimento complessivo in industrializzazione è stato di 39,4 MEuro, dei quali solo 3,1 MEuro di contributo pubblico, con un’incidenza percentuale, rispettivamente, del 54,8% e del 25,6% sul bacino potenziale. Passando all’analisi dei dati, le aziende sono state classificate in base alla loro capacità di rientrare degli investimenti effettuati con risorse proprie, coprendo anche gli oneri finanziari impliciti, valutati al tasso del 6%, relativamente alto, ma appropriato per questo genere di valutazioni, dividendole in 3 gruppi: Al primo gruppo appartengono aziende (il 48% del campione utilizzato per l’analisi finanziaria) che, stando alle loro stime, non saranno in grado di recuperare gli investimenti effettuati con le proprie risorse. Una prima considerazione va fatta sul basso tasso di risposta delle imprese alla tre domande essenziali ad acquisire i dati necessari al funzionamento del modello. 10 Si è chiesto alle imprese di stimare il numero di anni del previsto ciclo di vita del risultato del progetto che si esaurirà quando non sarà più economico restare sul mercato con tale innovazione, nel momento in cui non solo sarà persa la leadership innovativa, ma non saranno più garantiti volumi e margini soddisfacenti. 11 Si è chiesto alle imprese di stimare il numero di anni ritenuti necessari a recuperare i costi sostenuti dall'inizio del progetto di ricerca, con gli oneri finanziari impliciti, mediante i maggiori margini ottenibili grazie all'innovazione 12 I margini attesi attribuibili allo sfruttamento del risultato sono da intendersi i "maggiori margini" ottenibili grazie all'innovazione. Poiché è parso non realistico richiederne il profilo temporale per l'intero ciclo di vita dal lancio sul mercato, si è chiesto alle imprese di stimarne grossolanamente l'entità complessiva, ossia la stima della somma di tutti i margini annui ottenibili durante l'intero ciclo di vita. 13 Il dato sull’investimento in fase di industrializzazione fa riferimento a 43 delle 50 imprese potenzialmente in grado di rispondere. 7 imprese non hanno fornito risposta a questa specifica domanda. 9 ISMERI EUROPA SRL 31 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Le aziende del secondo gruppo (il 28% del campione) stimano rientri che dovrebbero permettere loro di realizzare un guadagno rispetto agli investimenti effettuati con le risorse finanziarie proprie. Le aziende del terzo gruppo (il 24% del campione) stimano rientri che dovrebbero permettere loro di realizzare un guadagno rispetto agli investimenti effettuati con le risorse finanziarie proprie e pubbliche. Le tavole riportate di seguito evidenziano i valori attribuiti alle singole aziende, nonché i dettagli analitici di ogni azienda14. In generale si nota che i tempi previsti sono tutti lunghi e poco consoni alla tipologia di progetti: in più di un caso è stato previsto un periodo di circa 10 anni per poter sfruttare il risultato della ricerca che, essendo di non elevato livello tecnologico, fa nascere qualche dubbio in merito alla coerenza di fatti ed aspettative. Le risultanze complessive dell’analisi finanziaria e la stessa difficoltà delle imprese in grado di fornire risposte centrate suggeriscono l’impiego ex-ante dell’indicatore finanziario. Il suggerimento per il futuro è che, per una gestione orientata al risultato, si debbano richiedere previsioni di tipo finanziario, confortate da analisi convincenti sulle cause dei flussi di cassa futuri, sin dalla fase di proposta. Ciò nell’interesse dell’Amministrazione e delle stesse aziende proponenti. Il caso dei progetti che presentano margini inferiori ai recuperi degli investimenti effettuati con risorse proprie sembra in effetti dimostrare l’utilità per le stesse aziende proponenti che, affrontando più consapevolmente onerosi investimenti, potrebbero trarre maggiori vantaggi dalle opportunità giudicate importanti per la competitività e il posizionamento nel mercato. Tav. 35 Insieme aziende con margini inferiori all'equilibrio per il privato (valori in euro) ID Prog. Dimensione azienda .1 .2 .3 .4 .5 .6 .7 .8 .9 .10 .11 .12 GI GI PMI PMI PMI GI PMI GI PMI GI PMI GI 14 Valutazione del contenuto tecnologico C A C A A B C B B C C A TOTALE Finalità progetto pd+ps pd+ps ps ps pd ps ps pd pd pd pd+ps pd Margini equilibrio sistema 7.602.620,0 6.683.260,0 2.425.360,1 22.646.983,1 1.827.612,0 7.150.342,0 2.596.999,0 25.070.574,0 15.880.887,0 23.858.834,0 5.755.586,0 25.763.065,0 147.262.122,2 Margini equilibrio per privato 3.948.600,0 2.625.450,0 1.316.934,0 6.404.853,2 745.300,0 5.545.871,0 1.016.258,0 11.301.483,0 11.358.289,0 11.504.080,0 4.074.781,0 17.900.045,0 77.741.944,2 Margini stimati dall'impresa 2.300.000,0 1.800.000,0 900.000,0 5.000.000,0 600.000,0 3.000.000,0 200.000,0 3.000.000,0 5.200.000,0 10.000.000,0 2.800.000,0 10.000.000,0 44.800.000,0 Per ciascuna azienda è stata compilata un’apposita scheda (si veda allegato al rapporto di valutazione – Fase B). ISMERI EUROPA SRL 32 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Tav. 36 Insieme aziende con margini compresi fra l'equilibrio per il privato e quello di sistema ID Prog. Dimensione azienda Valutazione contenuto tecnologic o Finalità prog. .1 .2 .3 .4 .5 .6 .7 PMI PMI GI GI PMI PMI PMI C B C B C B B ps pd+ps pd+ps pd pd+ps pd pd TOTALE Margini di equilibrio sistema Margini di equilibrio per privato Margini stimati dall'impresa 685.363,0 2.674.702,0 3.322.501,0 9.483.305,0 4.276.740,0 3.465.508,0 6.240.546,0 30.148.665,0 301.932,0 1.141.243,0 1.752.313,0 7.327.072,0 1.522.831,0 2.177.990,0 2.435.669,0 16.659.050,0 300.000,0 1.500.000,0 3.000.000,0 7.539.000,0 2.461.000,0 2.382.000,0 4.063.000,0 21.245.000,0 Tav. 37 Insieme aziende con margini superiori all'equilibrio per il sistema Valutazione contenuto tecnologic o C A B C C C TOTALE ID Prog. Dimensione azienda Finalità prog. .1 .2 .3 .4 .5 .6 PMI PMI PMI PMI PMI PMI pd+ps pd+ps pd ps pd+ps pd+ps ISMERI EUROPA SRL Margini di equilibrio sistema Margini di equilibrio per privato Margini stimati dall'impresa 6.823.292,0 2.638.040,0 996.997,0 1.563.299,0 793.208,0 10.701.416,0 23.516.252,0 2.511.963,0 2.378.527,0 567.417,0 698.028,0 368.407,0 8.678.266,0 15.202.608,0 11.000.000,0 10.000.000,0 3.000.000,0 3.000.000,0 10.000.000,0 12.000.000,0 49.000.000,0 33 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY 3 RACCOMANDAZIONI L’attività di valutazione ha permesso di raccogliere sufficienti risultati per indicare alcune innovazioni strategiche, procedurali ed operative che possono incrementare l’efficacia del PON ed orientare la gestione al risultato. a. Ridurre il tempo di produzione della ricerca Una delle questioni riguarda il tempo eccessivo richiesto dall’iter procedurale per la valutazione dei requisiti di ammissione dei progetti ai benefici previsti dal PON. I dati risultanti quantificano la durata media dell’iter procedurale nell’ordine del 70% del tempo tecnico impiegato mediatamente per portare a compimento l’attività di ricerca (561 giorni è la durata per i progetti “strategici” e 920 giorni per i progetti “bottom up”). Le imprese, in non pochi casi, hanno tentato di anticipare i tempi rispetto alla conclusione delle procedure di rito. Questo comportamento, se da un lato rassicura sulla rilevanza della ricerca proposta rispetto al fabbisogno di innovazione, va affrontato per migliorare l’efficacia dello strumento. L’imperativo è allora quello di operare sul tempo, a cominciare dalla adozione di correttivi che consentano di abbreviare l’iter procedurale. L’introduzione da parte del MIUR del nuovo sistema informativo Sirio è un buon primo passo. In termini quantitativi si può assumere come termine di riferimento il tempo impiegato per la valutazione di ammissibilità dei progetti ai programmi di ricerca europei, e non oltre 6 mesi dalla data di presentazione. b. Un monitoraggio reale: effettuare il controllo “in linea” dei progetti di ricerca Un’altra importante questione è la necessità di introdurre un controllo sulla evoluzione materiale dei progetti di ricerca, ed il condizionamento delle erogazioni al raggiungimento dei target intermedi fissati dal beneficiario. I progetti vanno condizionati al risultato per elevare l’efficacia-efficienza dello strumento Allo stato il “monitoraggio” dei progetti consiste in maniera pressoché esclusiva nella vigilanza dell’andamento della spesa. Questo compito, tra l’altro, è in larga misura affidato a soggetti esterni, gli istituti di credito, che hanno interessi e metodiche assai lontani dalla finalità propria del programma. Il suggerimento del valutatore, fermo restando l’obbligo della verifica contabile, è quello di introdurre nel processo di gestione del programma un’attività di “servizio alla produzione” che assuma il compito di eseguire il controllo “in linea” dell’evoluzione fisica dei progetti e di produrre il flusso parallelo di informazioni che servono a segnalare tempestivamente l’insorgenza di complicazioni e la necessità di interventi correttivi. Ed è su questa base che si ritiene possibile instaurare con le imprese un rapporto sistematico teso al raggiungimento di risultati concreti, di reciproco interesse. A titolo di esempio, si consideri la possibilità di verificare in corso d’opera l’emergere di fatti imprevisti che presuppongono un riaggiustamento significativo del progetto e di concordare in piena trasparenza e in tempi rapidi le soluzioni più convenienti. Fino alla eventualità di decidere concordemente della interruzione di un progetto che dimostri di avere poche speranze di successo e di dirottare rapidamente le risorse rese disponibili su progetti di ricerca più promettenti. Il contributo dell’attività proposta sembra evidente: risparmio di tempo ottimizzazione dell’uso delle risorse ISMERI EUROPA SRL 34 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY trasparenza delle decisioni informazione continua e conoscenza puntuale dello stato di evoluzione “effettiva” dei progetti/programma c. Aumentare il potenziale competitivo dei progetti di ricerca La questione va posta in relazione al carattere distintivo che la politica del MIUR deve assumere e rendere visibile. Tanto più dal momento che le Regioni hanno acquisito piena competenza in materia di evoluzione innovativa dei propri territori e dispongono dei mezzi idonei a sostenere la formazione/rafforzamento di agglomerazioni complesse (imprese, centri di ricerca e università, enti di trasferimento e diffusione, portatori di capitali e così via) portatrici di nuove conoscenze e tecnologie. L’intervento del Governo centrale può “alzare il tiro” e mirare a progetti di ricerca strategici, focalizzati su poche aree tecnologiche che a fronte della maggiore incertezza prospettano risultati “dirompenti”, in grado di modificare le regole della competizione. Questa impostazione, che ci sembra inevitabile nella nuova fase programmatica e che è motivata dai successi raggiunti nella precedente programmazione 2000-2006, presuppone l’introduzione di un’innovazione organizzativa, volta a rendere disponibili le competenze capaci di assicurare il flusso di informazioni necessarie ad alimentare le decisioni di policy, evitando -come accade ogni volta- di muovere da un retroterra troppo debole per dare solidità alle scelte. Sotto il profilo operativo si tratta di : svolgere con sistematicità “survey tecnologici”, scenari di settore o di filiera al fine di comprendere per tempo i processi di cambiamento e intercettare le tecnologie che influenzano le attività economiche esistenti e generano opportunità per nuove iniziative produttive; instaurare rapporti sistematici con le imprese, in specie con quelle maggiori e quelle più aperte alla innovazione. L’uso di benchmark e altre attività di assessment tecnologico rappresentano una pratica comune per l’impresa e la sua disponibilità a cooperare non manca quando vi è la percezione dell’utilità generale ricavabile da una migliore informazione della politica pubblica; valutare misure di intervento specifiche per evitare l’esclusione dell’impresa minore dalle opportunità dell’evoluzione tecnologica; introdurre la pratica della esplorazione preventiva, al fine di individuare il fabbisogno delle imprese, delimitare con precisione il perimetro della ricerca davvero strategica e definire i possibili target-obiettivo. d. Accrescere Le conoscenze tecnologiche delle imprese E’ possibile con la nuova generazione di progetti creare nuova occupazione di tecnici di alto livello e ricercatori. La nuova generazione di progetti può infatti condizionare il finanziamento dei progetti alla assunzione a tempo indeterminato di profili professionali che garantiscono le capacità dell’azienda di incorporare le innovazioni e di renderle sostenibili nel tempo sotto il profilo del know-how interno. E’ questa un’occasione per cambiare la struttura professionale interna delle PMI in particolare, per consentire loro una innovazione “permanente” e per dialogare meglio con Università e competenze esterne di eccellenza. Allo stesso tempo si crea un mercato nelle regioni convergenza per profili professionali alti ma funzionali allo sviluppo regionale, elevandone il livello delle conoscenze tecnologiche applicative ISMERI EUROPA SRL 35 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY e. Capitalizzare l’esperienza accumulata Uno dei mezzi utilizzabili per impostare il programma futuro in direzione della misura dei risultati è lo sfruttamento delle molte informazioni disponibili, riguardanti sia il contenuto dei progetti sia il profilo delle imprese. In definitiva tutta l’esperienza accumulata in passato per costruire una solida base di conoscenza per il futuro che costituisce un bene pubblico di cui potranno godere altri soggetti diversi dai singoli beneficiari. L’impressione dell’analista è che, per molte ragioni, questo “valore” sia stato sottovalutato e che le informazioni acquisite possano essere maggiormente valorizzate dopo l’uso per il quale erano state richieste. Il suggerimento è allora quello di ricostruire la “memoria” dei progetti finanziati, a partire da quelli che riguardano i settori di attività giudicati strategici, per avere un riferimento dei traguardi raggiunti e gli elementi per valutare il gap/vantaggio che i nuovi progetti intendono colmare/conseguire. In termini operativi si tratta di condurre un’operazione di recupero delle informazioni riguardanti, in prima approssimazione, gli aspetti seguenti: obiettivi strategici e potenziale del progetto per la competitività ; baseline e target obiettivo del progetto; indicatori e misura delle caratteristiche fisiche dell’output; indicatori e misura della performance economica del risultato; profilo delle imprese beneficiarie e dei soggetti che partecipano alle reti di cooperazione; dettagli geografici dei progetti (di importanza crescente alla luce del ruolo svolto dalle Regioni e delle opportunità di collaborazione tra territori) In conclusione, le raccomandazioni espresse mirano ad estrarre dall’esperienza realizzata ed in corso, che è “unica” nel panorama degli strumenti e delle esperienze fatte dalle regioni dell’Obiettivo Convergenza in Europa, un rilevantissimo bagaglio di conoscenze sulla catena del valore, sugli usi possibili di nuove tecnologie nelle produzioni e nelle filiere, sui profili professionali necessari, sulle contaminazioni e spillover tra attori e tra produttori di tecnologia ed imprese. Tutto questo può dare origine ad un intervento la cui efficacia potrebbe crescere in modo cumulativo e, finalmente, rompere gli equilibri di stagnazione della competitività e produttività di queste regioni. ISMERI EUROPA SRL 36 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY APPENDICE APPROCCIO E METODOLOGIA D’ANALISI L’impostazione del processo di valutazione, le fasi di attività e le metodiche utilizzate sono descritte brevemente nel seguito. Impostazione e obiettivi della valutazione La logica cumulativa del processo valutativo, che si è voluto adottare, è mutuata dallo schema con cui la Commissione Europea rappresenta i criteri di valutazione dei programmi15. Tav. 38 - Criteri di valutazione e componenti programmatiche Lo schema raffigurato si caratterizza per la presenza di tre aree separate da due linee tratteggiate: L’area centrale rappresenta le relazioni tra problemi/bisogni, obiettivi, risorse, realizzazioni del programma a cui corrispondono, a livello di progetto, i fabbisogni di innovazione delle imprese e gli obiettivi dell’attività di ricerca; la corrispondenza tra gli obiettivi dei progetti e i risultati materiali conseguiti. L’area inferiore dello schema mostra i criteri di valutazione che attengono alla misura della rilevanza, dell’efficacia e dell’efficienza, quest’ultima intesa in particolare in termini di compatibilità del tempo di realizzazione dell’attività di ricerca con le scadenze imposte dalla competizione. Ulteriori criteri sono stati introdotti per valutare il livello tecnologico dei progetti, il grado di autosufficienza delle competenze richieste sia per l’impostazione sia per l’esecuzione dell’attività di ricerca, nonché l’apprezzamento del disegno e della funzionalità dello strumento pubblico di sostegno. L’area superiore dello schema riguarda lo sfruttamento industriale dell’output dei progetti, la stima degli esiti per le imprese e la verifica dell’impatto di più lungo termine sul sistema esterno. La misura dei fenomeni investigati è affidata, in parte, a un modello 15 EC, Indicative Guidelines on Evaluation Methods, Working Document No.1, August 2006. ISMERI EUROPA SRL 37 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY di calcolo formulato allo scopo, che considera i tre momenti principali del ciclo evolutivo del progetto: attività di ricerca; attività di industrializzazione; valorizzazione commerciale della innovazione. Il presupposto del modello è che i primi due periodi comportino solo costi, con l’apporto certo di risorse pubbliche quanto all’attività di ricerca. Il terzo è posto a totale carico delle aziende, tanto più che ci si aspetta che esse guadagnino abbastanza da ricuperare quanto investito in precedenza. Attività dell’intero processo valutativo Nel corso della valutazione intermedia del PON, avviata nel maggio 2004 e conclusa nel dicembre 2005, sono stati valutati 196 progetti, a fronte di un “universo” di riferimento di 265 unità. I progetti esaminati sono quelli per i quali sono state fornite dalle imprese beneficiarie risposte esaustive ai quesiti posti nel documento di rilevazione. Il tasso di copertura è stato decisamente elevato e pari al 74%. Alla valutazione intermedia ha fatto seguito un ulteriore passaggio, intrapreso nel luglio 2007 e concluso nel giugno 2008. La finalità di tale passaggio è stata duplice: 1) Estendere l’esame degli effetti della spesa pubblica al maggiore numero possibile dei progetti, con l’intenzione di esaminare tutti gli interventi di ricerca industriale sostenuti finanziariamente dal Programma. Sono stati dunque coinvolti i progetti non inclusi nella prima tornata in quanto non ancora avviati o ad uno stadio iniziale e poco significativo ai fini degli obiettivi del lavoro. Allo stesso tempo si è tentato di “richiamare” anche i progetti per i quali non era stata data alcuna risposta o erano state fornite risposte non utilizzabili nel corso della prima fase di valutazione. I progetti coinvolti sono stati 133, con una raccolta di 68 unità corrispondente a un tasso di copertura del 51%. 2) Valutare lo sfruttamento dell’output della ricerca, il suo esito ed impatto. L’obiettivo di questa fase è stato, in altri termini, quello di appurare se l’intenzione/previsione di industrializzare l’output della ricerca, manifestato dai beneficiari in corso di valutazione intermedia, è andato a segno e di misurare il susseguente ritorno per l’azienda nonché l’effetto di ricaduta sul sistema. In caso di esito negativo (mancata industrializzazione), l’intento della valutazione è stato quello di conoscere le ragioni di una decisione opposta alle previsioni e di dare conto delle implicazioni che conseguono alla rinuncia/mancata valorizzazione del trovato. In questa fase sono stati analizzati 63 progetti, a fronte di una popolazione di 125 unità. Si ritiene che le informazioni di dettaglio raccolte su circa la metà della popolazione coinvolta in questa fase ed i “Casi Studio” consentano una buona interpretazione del fenomeno e autorizzino, sia pure con la dovuta prudenza, a formulare un giudizio complessivo. I casi studio riguardano 25 progetti e sono analisi condotte in profondità, riguardanti imprese operanti in settori di rilevanza strategica anche per il corso di programmazione 2007-2013. Tra i temi centrali di questa analisi figurano naturalmente gli aspetti legati ai risultati dell’attività di ricerca, allo sfruttamento industriale dell’output, al ciclo di vita dell’innovazione, al ritorno per l’impresa beneficiaria e all’impatto esercitato sul sistema esterno. Elementi distintivi dell’analisi sono il livello di approfondimento dei temi di interesse e l’accuratezza delle misure, resi possibile dallo scambio diretto e reiterato con i responsabili dei progetti coinvolti. L’approccio adottato mira ad appurare da un lato il grado di soddisfazione effettivamente conseguito a fronte del fabbisogno determinato ex ante e degli scenari prefigurati; dall’altro a pesare il potenziale che l’incremento di know-how acquisito può esprimere in uno scenario strategico disegnato per il futuro. ISMERI EUROPA SRL 38 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Strumenti Le attività svolte lungo l’intero processo di valutazione hanno fatto uso di dati e informazioni ottenuti direttamente dalle imprese beneficiarie, riguardanti i singoli progetti finanziati. Allo scopo sono state effettuate: indagini on-line, servite da questionari strutturati messi a punto per ottenere risposte mirate agli obiettivi di valutazione e ai temi propri di ciascuna fase di attività; consultazione di esperti e tecnologi, per la valutazione del livello tecnologico dei progetti e del potenziale esprimibile per il compimento delle strategie di innovazione delle imprese. casi studio, come precedentemente accennato, realizzati integrando i dati primari raccolti attraverso i questionari con colloqui diretti con i responsabili dei progetti coinvolti. I principali criteri adottati per l’analisi rispondono alla valutazione della: rilevanza, efficacia, efficienza. La valutazione dei risultati e dell’impatto è realizzata tramite un modello di analisi finanziaria ed economica, formulato allo scopo16. Va sottolineato che la metrica di valutazione sottesa all’intero lavoro si caratterizza, al di là dei criteri più sopra richiamati, per l’attenzione costante alle categorie del “tempo” e delle “risorse finanziarie”, considerate anche qui determinanti per almeno due ragioni: il tempo diventa sempre più “breve”. Il time to market di molte categorie di prodotto si è infatti contratto enormemente negli ultimi decenni (si consideri per esempio il caso dei prodotti farmaceutici, per i quali si è passati da oltre 20 anni a circa 6-7, e quello dei prodotti alimentari, che si è ridotto da due decenni a non più di 3-4 anni). Se questo è lo “scenario”, è del tutto evidente che la ricerca industriale deve adattarsi a rispondere alle esigenze di competitività delle imprese in tempi congrui, crescendo sia in efficienza sia in efficacia; le risorse finanziarie, tipicamente scarse, richiedono una gestione sempre più attenta e tesa a massimizzare il ritorno sia per le imprese sia, particolarmente nel caso specifico, per il sistema. Limiti del processo di valutazione I limiti più evidenti associati allo svolgimento dell’attività di valutazione sono riconducibili a: discrezionalità delle imprese quanto alla adesione al processo di verifica dell’uso delle risorse pubbliche. È intuibile che il grado di partecipazione delle imprese coinvolte nelle diverse indagini e l’accuratezza delle risposte costituiscono la condizione fondamentale per il raggiungimento di informazioni esaustive e di dati robusti, utilizzabili anche come base di riferimento per le politiche future; difficoltà ad ottenere indicatori di misura degli output dei progetti di ricerca in termini sia di performance funzionali, sia di parametri tecnici, sia di performance economica. In questo caso può avere influito, insieme con la difficoltà talora oggettiva, la riservatezza delle imprese beneficiarie a comunicare dati ritenuti sensibili; indisponibilità e imprecisione dimostrate dalle imprese quanto alla fornitura di dati. Ciò si è verificato in particolare relativamente allo sfruttamento dell’output: investimenti effettuati, stima dei rientri finanziari, stima delle durata del ciclo di vita delle innovazioni 16 Il modello è riportato per esteso in allegato. ISMERI EUROPA SRL 39 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY tecnologiche introdotte. Questi comportamenti non possono non suscitare perplessità: trattandosi di ricerca industriale è difficile ritenere che queste informazioni (poche e semplici) non siano comunicabili, sia pure a livello di accettabile stima; trattandosi di risorse pubbliche è francamente sorprendente che i beneficiari non avvertano l’impegno di darne conto con la dovuta serietà. QUESTIONARI DELLE INDAGINI ON LINE QUESTIONARIO – FASE A Il questionario inviato ai beneficiari delle misure 1.1 e 1.3 del PON combina domande aperte e in forma chiusa, a scelta obbligata e a scelta multipla a seconda dell’oggetto specifico di ciascun item. Si tratta di un questionario piuttosto articolato che richiede la compilazione da parte di una persona con funzioni direzionali e/o responsabilità relative alla produzione. Il questionario comprende complessivamente 67 item, organizzati in 8 sezioni principali costruite sulla base delle domande specifiche di valutazione elencate nel §. 1.1. Le sezioni del questionario possono essere descritte come segue: 1. Dati anagrafici relativi all’azienda ed alla persona rispondente. Questa sezione è dedicata a raccogliere informazioni sull’impresa, il settore d’attività, la regione in cui è ubicata la sede operativa che ha realizzato il progetto, il nome e i recapiti della persona rispondente. 2. Profilo dell’impresa. Tale sezione è finalizzata a raccogliere informazioni sui principali prodotti, la loro incidenza sul fatturato, la tipologia di clientela, i mercati di sbocco ed infine la rilevanza della R&S nelle attività aziendali. 3. Progetto di ricerca. Questa parte del questionario focalizza sul costo, gli obiettivi, i risultati attesi, le finalità, le soluzioni tecnologiche utilizzate, i punti di forza e di debolezza su cui il progetto fa leva. Il questionario raccoglie inoltre informazioni sui tempi procedurali di finanziamento e quelli tecnici di completamento dei progetti. 4. Composizione del team di progetto. Si tratta di una parte dedicata ad esplorare l’apporto specifico degli eventuali partner in modo da mappare le reti di conoscenza di cui i beneficiari del PON fanno parte. Tali reti rappresentano uno degli elementi più importanti sui cui contare per competere sui mercati globalizzati. 5. Competenze tecniche. Questa è una sezione strettamente collegata alla precedente ma focalizza sulla natura delle competenze esterne eventualmente necessarie per lo svolgimento dei progetti piuttosto che sui soggetti con cui instaurare collaborazioni. 6. Applicazione dell’output del progetto. Tale parte è dedicata a raccogliere informazioni sulla volontà imprenditoriale di industrializzare i risultati dei progetti, l’entità degli investimenti necessari, le modalità attese di reperimento dei fondi. Nella presente sezione si intende inoltre comprendere il valore implicito che l’azienda assegna al progetto chiedendo ai beneficiari l’entità degli effetti di ricaduta sulla catena del valore e se si intende brevettare i risultati conseguiti con il progetto. 7. Informazioni aggiuntive. Questa sezione del questionario focalizza sul grado di soddisfacimento dei beneficiari relativamente allo strumento di agevolazione oggetto di analisi. Si cerca inoltre di comprendere se le imprese hanno considerato ISMERI EUROPA SRL 40 Formattato: Rientro:Sinistro: 0,63 cm, Sporgente 0,63 cm, Numerazione automatica + Livello:1 + Stile numerazione: 1, 2, 3, … + Comincia da:1 + Allineamento:A sinistra + Allinea a: 0,63 cm + Tabulazione dopo: 1,27 cm + Rientra di: 1,27 cm VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY strumenti diversi da quello utilizzato e se in passato sono hanno già beneficiato di incentivi pubblici. 8. Attività di ricerca nella strategia aziendale e nel territorio. Quest’ultima sezione del questionario vuole far luce sull’importanza che le imprese intervistate attribuiscono in generale alle attività di R&S e conseguentemente, quali sono gli strumenti, le modalità e le risorse a cui si intende far ricorso per sostenere lo sforzo innovativo necessario per essere competitivi. . QUESTIONARIO - FASE B Il questionario sull’applicazione industriale dei risultati dei progetti di ricerca combina domande aperte e in forma chiusa, a scelta obbligata e a scelta multipla a seconda dell’oggetto specifico di ciascun item. Si tratta di un questionario piuttosto articolato che richiede la compilazione da parte di una persona con funzioni direzionali e/o responsabilità relative alla produzione. Il questionario comprende complessivamente 38 item, organizzati in 5 sezioni principali costruite sulla base delle domande specifiche per la valutazione d’impatto elencate nel §.2: 1. Dati generali relativi all’azienda ed al progetto. Questa sezione è dedicata a raccogliere informazioni sull’impresa, il nome e i recapiti della persona rispondente, il costo totale del progetto e la misura dell’investimento privato. 2. Risultati del progetto di ricerca ed eventuali modifiche apportate. Tale sezione è finalizzata a raccogliere informazioni sulla conclusione delle attività di ricerca, sulla corrispondenza tra risultati effettivamente conseguiti e risultati attesi, sulle ragioni delle eventuali discrasie e le conseguenze delle stesse. 3. Risultati del progetto di ricerca in termini di proprietà intellettuale. Questa parte del questionario focalizza sulla eventuale registrazione di brevetti da parte delle imprese in relazione ai progetti realizzati. Le imprese sono state interpellate relativamente all’ufficio brevetti di riferimento, alla intenzione di concedere i brevetti in licenza, al numero di brevetti già in loro possesso. 4. Industrializzazione dei risultati del progetto di ricerca. Tale sezione vuole mettere in evidenza se le imprese hanno industrializzato ed in caso negativo quali sono state le ragioni di questa scelta. Si chiede inoltre se si sono verificati ritardi e se questi hanno avuto ripercussioni sugli obiettivi aziendali e sui ritorni attesi. 5. Sfruttamento industriale dei risultati. Questa è una sezione che intende verificare dove e in quali stabilimenti produttivi avviene l’industrializzazione dei risultati e come è strutturata la parabola del ciclo di vita atteso dell’innovazione che si immette sul mercato. In particolare, alle aziende si chiede di stimare per quanto tempo dal lancio sul mercato il risultato del progetto garantisce la leadership innovativa, un conveniente ritorno. Inoltre si domanda alle imprese di stimare dopo quanti anni è previsto il recupero dell’investimento e quali i margini attesi totali. 6. Impatto del progetto. Questa sezione intende verificare gli esiti dei progetti di ricerca e delle attività di industrializzazione dei risultati ottenuti per le imprese e gli effetti/impatto sul sistema esterno e sui territori. Ciò è analizzato in termini di: effetti occupazionali diretti, competenze esterne acquisite, crescita dell’export e conquista nuovi mercati, ripercussioni sugli altri soggetti della filiera e, infine, ISMERI EUROPA SRL 41 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY creazione/rafforzamento di relazioni e collaborazioni con altri soggetti pubblici e privati. MODELLO DI ANALISI ECONOMICA E FINANZIARIA Il modello è impostato secondo le seguenti linee: in prima istanza, i progetti vengono analizzati individualmente, valutando i flussi finanziari stimati sia degli attori privati sia dell’attore pubblico; si è ritenuto di distinguere tre fasi, alle prime due delle quali è possibile attribuire una probabilità di “morte”, di mancato passaggio alla fase successiva: o o o Fase 1, Ricerca; Fase 2, Applicazione industriale del risultato; Fase 3, Lancio sul mercato. la valutazione del progetto può essere effettuata in corrispondenza a tre importanti scadenze: o o o all’istante 0, prima dell’inizio della Fase 1 alla fine della prima fase, prima di iniziare la seconda; alla fine della seconda fase, prima di iniziare la terza; vengono considerate separatamente le probabilità di mancato passaggio alle fasi 2 e 3 si calcola un profilo di rientri finanziari derivanti dai risultati del progetto, articolato su un arco temporale pari al ciclo di vita della fase 3, che consenta all’investitore, privato o pubblico, di recuperare gli esborsi sostenuti ed i costi finanziari di opportunità, denotato come condizione di equilibrio finanziario; si calcola il guadagno atteso per l’operatore privato in base alle aspettative di rientri finanziari, in termini di valore attuale netto ad un certo tasso di interesse prefissato. Analisi all’istante 0. Con riferimento alle fasi del progetto, le prime due fasi comportano esborsi, la prima da parte del pubblico e del privato, la seconda, generalmente, solo da parte del privato e la terza introiti a favore del privato e del pubblico, per quest’ultimo almeno sotto forma di benefici economici. Si formulano ipotesi relativamente semplici sui flussi di cassa onde poter gestire agevolmente dati e risultati. Le variabili rilevanti del modello sono: ISMERI EUROPA SRL 42 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY n1 : n.ro flussi annui della fase 1 {a s }s =1,2,..., n 1 : flussi di cassa < 0 della fase 1 n2 : n.ro flussi annui della fase 2 {bs }s =1,2,..., n 2 : flussi di cassa < 0 della fase 2 p1 : probabilità di passare dalla fase 1 alla fase 2, rinnovando l' interesse ad investire n3 : n.ro flussi annui della fase 3 {cs }s =1,2,..., n 3 : flussi di cassa > 0 della fase 3 p2 : probabilità di passare dalla fase 2 alla fase 3, con rientri positivi e recpero degli investimenti fatti i : tasso di interesse per il calcolo del valore attuale netto. Il modello fissa le condizioni di equilibrio finanziario e, sotto ipotesi molto semplici, traduce le condizioni generali in vincoli sui valori dei flussi di cassa della terza fase. Le ulteriori ipotesi sono: as = − A , essendo A il costo totale della ricerca nella fase1 , s = 1,2 ,...,n1 n1 bs = − B , essendo B il costo totale della fase2, s = 1,2 ,...,n 2 n2 c s = ρ s C , essendo C la somma di tutti maggiori margini durante il ciclo di vita della terza fase, n3 0 < ρ s < 1 un parametro tale che ∑ ρ s = 1 s =1 I valori dei parametri ρs definiscono il profilo dei flussi positivi e C è la somma di tali flussi. Una possibilità di assegnare i parametri in forma chiusa ρs è la seguente: ρs = sα (n3 − s + 1) β n3 ∑ sα (n s =1 3 − s + 1) β Essendo α e β due parametri aventi le seguenti proprietà: - se α = β il profilo dei flussi è simmetrico - se α < β il massimo flusso si ha in corrispondenza di un indice s < n3/2 - se α > β il massimo flusso si ha in corrispondenza di un indice s > n3/2 In base a tali proprietà è possibile disporre dei valori di α e β per far assumere al profilo una forma più o meno asimmetrica. Può essere d’aiuto la rappresentazione grafica dei flussi di cassa nelle tre fasi in un esempio con α<β: ISMERI EUROPA SRL 43 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Flussi del progetto in equilibrio 100000 80000 60000 M€ 40000 20000 0 -20000 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 -40000 -60000 anni E’ importante chiarire preliminarmente l’aspetto probabilistico, precisando quali flussi di cassa si hanno con quali probabilità, in base alle informazioni disponibili all’istante 0: - il progetto di ricerca si arresta al termine della fase 1, dando luogo ai soli flussi di cassa {as}con probabilità 1-p1; - il progetto di ricerca dà luogo alle fasi 1 e 2, ma non alla fase 3, generando i flussi di cassa {as} e {bs}, con probabilità p1(1-p2); - il progetto di ricerca completa tutte e tre le fasi, dando luogo ai flussi di cassa {as} e {bs} e {cs}, con probabilità p1p2. Si osservi che le tre eventualità si escludono a vicenda, prova ne sia che la somma delle probabilità è 1=1-p1+ p1(1-p2)+ p1p2. Il valore attuale netto dei flussi delle singole fasi, denotate con VA, VB, VC, si ottiene mediante le formule: n1 V A = ∑ a s (1 + i ) s =1 −s VB = (1 + i ) − n1 n2 ∑ b (1 + i ) s =1 −s s VC = (1 + i ) − ( n1 + n2 ) n3 ∑ c (1 + i ) s =1 −s s Il valore attuale netto atteso VAN = W(0,i) dell’intero progetto pesando con le opportune probabilità gli opportuni valori attuali è il seguente: W (0, i ) = (1 − p1 )V A + p1 (1 − p 2 )(V A + VB ) + p1 p 2 (V A + VB + VC ) = V A + p1VB + p1 p 2VC Affinché l’intero progetto abbia convenienza finanziaria occorre che W(0,i) > 0, che si traduce nella condizione: W (0, i ) = V A + p1VB + p1 p2VC > 0 ⇒ VC > − ISMERI EUROPA SRL V A + p1VB p1 p2 44 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY Avendo assegnato, attraverso i parametri α e β, un opportuno profilo dei flussi di cassa, è agevole calcolare per via numerica il valore C della somma dei flussi di cassa positivi previsti nella fase 3. Analisi alla fine della fase 1 prima di iniziare la fase 2 Immaginiamo che un certo progetto sia pervenuto al termine della fase 1 dopo n1’ anni, con n1’ ≥ n1, e si voglia aggiornare la valutazione alla luce delle informazioni ora disponibili: i flussi { } ' effettivi della fase 1 siano stati a s s =1, 2 ,..., n1' , segnando uno scostamento rispetto alle previsioni ex ante, con la prospettiva di intraprendere le successive fasi 2 e 3, la prima con certezza e la seconda con probabilità p2’. Un aggiornamento interviene anche sulle previsioni dei flussi: {b } e {c s' }s =1, 2,...,n3' . Quanto al passato, in luogo della probabilità a priori p1, si ha ' s s =1, 2 ,..., n2' l’informazione sulla statistica di tutti i progetti del piano, dei quali sappiamo quanti continueranno la fase 2 e quanti sono terminati senza nulla di fatto. Nell’addebitare al progetto in esame i costi passati occorre far intervenire un “principio di mutualità”, per cui il montante degli esborsi passati va moltiplicato per un coefficiente correttivo maggiore di 1 che tenga conto di questa “mortalità dei progetti”: sia γ > 1 tale coefficiente, senza considerare, in questa fase di analisi, quale valore sia appropriato per tener conto anche degli scostamenti fra previsioni e spesa e di quei progetti che non hanno ancora concluso la fase 1. La valutazione all’istante n1’ si può effettuare nel modo seguente: si sommano il montante dei flussi di cassa passati moltiplicato per il coefficiente γ ed il valore attuale atteso dei flussi futuri. {b } e {c s' }s =1, 2,...,n3' : ' s s =1, 2 ,..., n2' ( ) W n1' , i = γM A + VB' + p2' VC' , dove n1' M A = ∑ a (1 + i ) s =1 ' s n1' − s n2' V = ∑ b (1 + i ) ' B s =1 ' s −s V = (1 + i ) − n2' ' C n3' ∑ c (1 + i ) s =1 −s ' s In questo caso la condizione di convenienza finanziaria si ha per VC' > − γM A + VB' p2' Analisi alla fine della fase 2 prima di iniziare la fase 3 Un certo progetto sia pervenuto al termine della fase 2 dopo n1’+ n2” anni, con n1’ ≥ n1, n2” ≥ n2’, e si voglia aggiornare la valutazione alla luce delle informazioni ora disponibili: i flussi effettivi delle fasi 1 e 2 siano stati {a } ' s s =1, 2 ,..., n1' ,e {b } " s s =1, 2 ,..., n2" segnando uno scostamento rispetto alle previsioni ex ante, con la prospettiva di intraprendere la successiva fase 3 con certezza. Un aggiornamento interviene anche sulle previsioni dei flussi: {c } " s s =1, 2 ,..., n3" . Quanto al passato, in luogo della probabilità a priori p1, si ha l’informazione sulla statistica di tutti i progetti del piano, dei quali sappiamo quanti continueranno la fase 3 e quanti sono terminati senza nulla di fatto, perché interrotti nella fase 1 o nella fase 2, avendo superato la fase 1. Nell’addebitare al progetto in esame i costi passati si fa intervenire un “principio di ISMERI EUROPA SRL 45 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY mutualità”, analogo a quello seguito in precedenza, calcolando un coefficiente correttivo δ > 1. La valutazione all’istante n2” si può effettuare nel modo seguente: si sommano i montanti dei flussi di cassa passati moltiplicati per i coefficienti γ e δ ed il valore attuale dei flussi futuri {c } " s s =1, 2 ,..., n3" : ( ) W n1' + n2" , i = γM A' + δM B" + VC" , dove n1' M = ∑ a (1 + i ) ' A s =1 ' s n1' + n2" − s n2" M = ∑ b (1 + i ) " B s =1 ' s n2" − s n3" V = ∑ cs" (1 + i ) " C −s s =1 In questo caso la condizione di convenienza finanziaria si ha per VC" > −γM A' + δM B" Dati per alimentare il modello nell’analisi alla fine della fase 2 Il modello calcola la somma dei flussi di cassa della Fase 3 che permetterebbero di raggiungere l’equilibrio, avendo a disposizione i seguenti dati: costo totale e durata della fase 1 di ricerca; costo totale e durata della fase 2 di industrializzazione dei risultati della ricerca; mortalità dei progetti; profilo dei flussi della fase 3 tramite i coefficienti ρs’ , s=1,…, n3’ C’è da osservare che tale profilo non è facile da stimare correttamente, ma un’approssimazione anche grossolana consente già di ottenere buone indicazioni sul valore di C’ che faccia raggiungere l’equilibrio finanziario. Osservazione. I flussi di cassa delle tre fasi sono da considerarsi complessivi, ossia nelle Fasi 1 e 2 si conteggiano sia il contributo pubblico sia l’impegno finanziario sostenuto dal privato, mentre i flussi della Fase 3 includono sia i ritorni per il privato sia i ritorni per il pubblico. Successivamente, si scompongono analiticamente i costi e i benefici del pubblico e del privato, in modo da vedere qual è l’incentivo che il privato può trovare, tenendo conto della rischiosità insita nel progetto. Analisi al termine della fase 2 senza considerare i progetti interrotti E’ possibile effettuare una prima analisi impiegando pochi dati, senza tener conto di tutti i dettagli proposti nel modello generale, ma con l’indubbio pregio della semplicità e di una più immediata interpretazione dei risultati. Le ipotesi sottostanti sono le seguenti: i progetti che non hanno superato le fasi 1 e 2 sono esclusi dall’analisi finanziaria di dettaglio, non ritenendo di poter valutare finanziariamente gli eventuali risultati positivi in termini di know-how acquisito, da “riporre nel cassetto” in attesa di poter competere per cogliere nuove opportunità che si prospettano in un futuro più o meno lontano; in realtà, vi possono essere anche progetti che non raggiungono effettivamente dei risultati , tuttavia, il modello, in questa formulazione, non può effettuare tale distinzione;possiamo ISMERI EUROPA SRL 46 VALUTAZIONE DEI PROGETTI DI RICERCA INDUSTRIALE CO-FINANZIATI DAL PON RICERCA 2000-2006 EXECUTIVE SUMMARY perciò ipotizzare ottimisticamente, fino a prova contraria, che in questi progetti arenati i risultati scientifici siano stati raggiunti e si sia verificata la fattibilità tecnica delle innovazioni proposte, ma i costi di produzione siano ancora elevati o il mercato e la legislazione non siano ancora pronti a recepirle (ad esempio energie rinnovabili o motori e produzioni a basso livello di inquinamento); come conseguenza degli assunti precedenti, nell’analisi al termine delle fasi 1 e 2 non si correggono i montanti dei costi sostenuti per tener conto della mortalità rilevata dei progetti ed i coefficienti moltiplicativi γ e δ sono posti eguali ad 1; le durate delle Fasi 1 e 2 sono arrotondate a numeri interi di anni ed i flussi negativi si ipotizzano distribuiti uniformemente in tali anni; il profilo dei flussi di cassa della Fase 3 assume 5 possibili configurazioni, quella simmetrica e le altre quattro con diversi gradi di asimmetria. Le approssimazioni introdotte non inficiano la sostanza dei risultati. Il modello per ogni singolo progetto recepisce i dati raccolti con i questionari e sviluppa l’analisi nel modo seguente: 1. seleziona uno dei cinque profili dei flussi di cassa della fase 3 in base alla relazione riscontrata fra l’anno in cui ci si attende il massimo margine e la durata del ciclo di vita del lancio dell’applicazione del risultato sul mercato; 2. calcola la somma dei flussi positivi per l’intero sistema (pubblico e privato) che nella fase 3 permetterebbero di ripagare i costi sostenuti nelle fasi precedenti; 3. analogamente al punto precedente, calcola la somma dei flussi positivi di equilibrio finanziario per il privato; 4. si calcola il guadagno previsto per il privato sulla base delle sue aspettative di margini nella fase 3; 5. per differenza rispetto ai calcoli precedenti, si calcola la somma dei flussi per il pubblico. Tali flussi possono essere maggiori imposte sulle attività imprenditoriali di successo, nel qual caso sono da considerarsi flussi di cassa reali, o benefici economici in termini di maggiore competitività del sistema grazie alle competenze acquisite, nuove professionalità e posti di lavoro, creazione di nuove imprese. 6. Si pongono a confronto la somma calcolata al punto 2 con la somma rilevata nei questionari. Vi sono tre possibilità: la somma attesa dall’operatore privato è superiore a quella di equilibrio, segnalando la possibilità di guadagno e non solo di equilibrio; la somma è inferiore, nel qual caso si tratta di verificare se i vantaggi per il privato siano da ricercarsi in future ricadute; la somma attesa differisce così tanto da quella di equilibrio da far nascere il fondato sospetto che l’interpretazione data ad alcune domande del questionario non sia esattamente quella attribuita dal gruppo di lavoro. 7. In coerenza con i valori dei margini forniti dall’azienda, si calcola il tempo di recupero finanziario e si confronta con il valore fornito dall’azienda in risposta al questionario. ISMERI EUROPA SRL 47 Formattato: Rientro:Sinistro: 0 cm, Numerazione automatica + Livello:1 + Stile numerazione: 1, 2, 3, … + Comincia da:1 + Allineamento:A sinistra + Allinea a: 0,63 cm + Tabulazione dopo: 1,27 cm + Rientra di: 1,27 cm, Tabulazioni: 0,63 cm, Tabulazione elenco + Non a 1,27 cm + 1,9 cm