“un” colpevole e non

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“un” colpevole e non
Editoriale
Voci dal Sud
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Anno V° nr. 3 Marzo 2009
Ormai sembra sia urgente trovare “un” colpevole
e non “il” colpevode di un delitto
Franz Rodi-Morabito
La notizia diffusa dai mass media è sconvolgente: i due rumeni arrestati perchè accusati di stupro
alla ragazazzina del parco della Caffarella a Roma e sbattuti in prima pagina quale “i mostri” pare
siano innocenti!
Ed allora l’opinione pubblica si è chiesto e si chiede con apprensione quale giorno qualcuno
bussa alla nostra porta e veniamo arrestati per un delitto di cui siamo completamente estranei.
Come è potuto succedere? come hanno fatto a fallire così platealmente i sofisticatissimi strumenti e gli
“scienziati in divisa” che li utilizzano?
La rispsosta a denti stretti del Ris è stata: “La politica ci ha messo fretta e siamo forse caduti in
errore”.
E no! questo non ci piace assolutamente! come può la politica interferire con le indagini di un corpo tanto
specializzato di polizia fino a renderli responsabili di un errore tanto grave?
Ci rendiamo conto che una volta sbattuto un uomo in prima pagina come “il mostro” non potrà mai più
riappropriarsi della sua sicura verginità? chi crederà mai che non è stato lui?, rimarrà ampio margine di
dubbio tanto più che, trattandosi di un rumeno, etnia oggi nell’occhio del ciclone, la maggior parte della
popolazione crederà che l’errore sia non l’averlo indiato come responsabile, bensì di averlo ritenuto innocente.
E se la folla lo avesse linciato come sava per succedere in altri casi simili? e se domani uscito libero ed
assolto dall’inchiesta nel vivere la normale vita quotidiano qualcuno lo ritenesse ancora colpevole e lo
aggredisse? di chi la colpa in quel caso?
Certo gli faremo un bel funerale di Stato con tanti bei discorsi, ma lui sarà stato ucciso non dalla folla o
da un folle, bensì dall’errore iniziale di propagandare il suo arresto e mostrarne il viso prima ancora che le
èprove fossero certe ed inoppugnabili.
Non dimentichiamo poi che altri rumeni vivono onestamente e lavorano e sono ritenute a “rischio rappresaglia” come avvenne all’interprete del ragazzo che uccise la donna a Roma.
L’interprete, una donna rumena che vive ormai estabilmente a Roma e che lavora collaborando quale
interprete con il Tribunale è stata aggredita e selvaggiamente percossa.
Oggi la donna ha paura di uscire, ha paura di continuare il suo onesto (ed utile) lavoro e questo terrore
è fatto proprio anche dalla figlia.
Ed allora non sarebbe il caso che si fosse più seri e ponderati? che prima di mostrare il volto di un uomo
incolpato di un così ture reato, si fosse sicuri di quanto si afferma?
E poi ... la Giustizia italiana prevede che si rimanga “presunti colpevoli” fino alla condanna definitiva che
avviene SOLO dopo avere esperito i tre gradi di giudizio (primo grado, appello, Corte di Cassazione) per
cui fino a quel momento “il mostro” è solamente un cittadino sospettato di essere un mostro, per cui ha
diritto alla sua privacy.
Mostrarlo a viso scoperto nei telegiornali e nelle foto sui giornali della carta stampata non è una violazione della privacy?
Si sono fatte tante Leggi assurde ed eccessive per il rispetto dei colpevoli, come mai non si è operato in
difesa di questi “presunti”? non vorremmo fosse ritenuto di una razza inferiore perchè rumeno, sarebbe
veramente triste e disonorevole per l’Italia.