Rough Song of Animals Dying (Lawrence Ferlinghetti) In a dream

Transcript

Rough Song of Animals Dying (Lawrence Ferlinghetti) In a dream
Rough Song of Animals Dying
(Lawrence Ferlinghetti)
Cruda canzone degli animali che muoiono
In a dream within a dream I dreamt a dream
of the reality of existence
inside the ultimate computer
which is the universe
in which the Arrow of Time
flies both ways
through bent space
In a dream within a dream I dreamt a dream
of all the animals dying
all animals everywhere
dying & dying
the wild animals the longhaired animals
winged animals feathered animals
clawed & scaled & furry animals
rutting & dying & dying
In a dream within a dream I dreamt a dream
of creatures everywhere dying out
in shrinking rainforests
in piney woods & high sierras
on shrinking prairies & tumbleweed mesas
captured beaten strapped starved & stunned
cornered & traded
species not meant to be nomadic
wandering rootless as man
In a dream within a dream I dreamt a dream
of all the animals crying out
in their hidden places
in the still silent places left to them
slinking away & crawling about
through the dense underbrush
the last Great Thickets
beyond the mountains
crisscrossed with switchbacks
beyond the marshes
beyond the plains & fences
(the West won with barbed-wire machines)
in the high country
in the low country
crisscrossed with highways
In a dream within a dream I dreamt a dream
of how they feed & rut & run & hide
In a dream within a dream I saw
how seals are beaten on the ice-fields
the soft white furry seals with eggshell skulls
the Great Green turtles beaten & eaten
exotic birds netted & caged & tethered
rare wild beasts & strange reptiles & weird woozoos
hunted down for zoos
by bearded blackmarketeers
who afterwards ride around Singapore
in German limousines
In a dream within a dream I dreamt a dream
of the earth heating up & drying out
in the famous Greenhouse Effect
under its canopy of carbon dioxide
breathed out by a billion
infernal combustion engines
mixed with the sweet smell of burning flesh
In a dream within a dream I dreamt a dream
of animals calling to each other
in codes we never understand
The seal and steer cry out
in the same voice
as they are clubbed
in Chicago stockyards & Newfoundland snowfields
It is the same cry
The wounds never heal
in the commonweal of animals
We steal their lives
to feed our own
and with their lives
our dreams are sown
In a dream within a deam I dreamt a dream
of the daily scrimmage for existence
in the wind-up model of the universe
the spinning meat-wheel world
in which I was a fish who eats his tail
in which I was a claw upon a beach
in which I was a snake upon a tree
in which I was a serpent's egg
a yin-yang yolk of good and evil
about to consume itself
In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
sulla realtà dell'esistenza
dentro il computer più grande
cioè l'universo
in cui la freccia del tempo
vola in entrambi i sensi
attraverso lo spazio curvo
In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
tutti gli animali che muoiono
tutti gli animali dappertutto
e muoiono & muoiono
gli animali selvatici gli animali pelosi
alati animali piumati animali
con gli artigli squamosi animali impellicciati
in calore & muoiono & muoiono
In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
di creature dappertutto che si estinguono
nelle foreste che si riducono
nei boschi coperti e nelle alte sierre
su prati ristretti & mesas di cespugli rotolanti
catturati battuti legati affamati & storditi
intrappolati e venduti
specie che non erano fatte per essere nomadi
che vagano senza radici come l'uomo
In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
tutti gli animali che piangono
nei loro nascosti luoghi
in posti ancora silenziosi lasciati per loro
sgattaiolando via e strisciando via
attraverso il denso sottobosco
l'ultimo dei grandi boschetti
al di là delle montagne
incrociati con le ferrovie
al di là delle paludi
al di là delle pianure e le staccionate
(l’Ovest ha vinto con macchine di filo spinato)
nell'alta campagna
nella bassa campagna
intersecate dalle autostrade
In un sogno dentro un sogno ho sognato
di come mangiano & sono in calore & corrono & si nascondono
In un sogno dentro un sogno ho visto
come sono battute le foche sulle distese ghiacciate
le bianche morbide pelose foche con crani a guscio d’uovo
le grandi verdi tartarughe uccise & mangiate
esotici uccelli nelle reti & nelle gabbie & legati
rare bestie selvatiche & strani rettili & bizzarri woozoos
cacciati per gli zoo
da neri e barbuti mercanti
che guidano per Singapore
dentro limousine tedesche
In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
della terra che si riscalda e asciuga
nel famoso Effetto Serra
sotto una cappa di biossido di carbonio
espirato da un miliardo
di infernali motori a scoppio
mescolato col dolce odore di carne che brucia
In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
degli animali che si chiamano l’un l’altro
in codici che non conosceremo mai
le foche e i vitelli che urlano
con la stessa voce
mentre sono bastonati
nei grandi recinti di Chicago e nelle distese innevate di Newfoundland
è lo stesso urlo
Le ferite non guariscono mai
nella comunità degli animali
Noi rubiamo le loro vite
per aumentare le nostre
e delle loro vite
i nostri sogni sono seminati
In un sogno dentro un sogno ho sognato un sogno
del quotidiano tafferuglio per l’esistenza
nel modello a carica dell’universo
il mondo ruota-di-carne
in cui ero un pesce che si mangia la coda
in cui ero un granchio sulla spiaggia
in cui ero un serpente su un albero
in cui ero l'uovo di un serpente
una ruota di yin-yang del bene e del male
sul punto di consumarsi
Frammenti da testi di Franz Kafka
“Può accadere che due carrozze si fermino in un boulevard affollato di un quartiere elegante. Con serietà i servi
aprono le portiere. Otto eleganti cani lupi siberiani saltano giù e a salti, abbaiando, vanno a caccia sulla carreggiata. E
si dice che sono dei giovani bellimbusti parigini travestiti.”
“Presi a girare intorno alla stanza: dal passo mi misi al trotto, dal trotto al galoppo. Sempre, tutte le volte che passavo
davanti all'uomo, gli levavo il pugno contro. (...) Mi sentivo molto libero, la respirazione andava in modo
straordinario, il mio torace solo nei vestiti trovava un ostacolo a una dilatazione gigantesca.”
“Un avvoltoio a beccate mi assaliva ai piedi. (...) Un signore che passava lì vicino stette a guardare un poco, poi mi
chiese perché tolleravo l'avvoltoio. (...) -E' stato sul punto di saltarmi al viso e ho preferito sacrificargli i piedi.- (...)
L'avvoltoio aveva ascoltato tranquillo la conversazione guardando ora me ora il signore.”
“E' l'animale dalla lunga coda... Mi piacerebbe molto prendere in mano una volta questa coda, ma non è possibile,
l'animale è continuamente in movimento, la scaglia di continuo da tutte le parti. (...) Qualche volta sento che questo
animale vuole ammaestrarmi. Se no, non capisco perché ritira la coda ogni volta che voglia afferrarla e perché si mette
tranquillamente ad aspettare che io ripeta il gesto per sfuggirmi di nuovo con un salto.”
“Talvolta sono preso da una tale ripugnanza degli esseri umani che ho qualche difficoltà a non vomitare.”
“ - Possa essere nato da un cane se tollero tutto questo!- Poi, prendendo le proprie parole alla lettera, si mise a correre
in tutte le direzioni a quattro gambe. Di tempo in tempo si rimetteva su, si strappava per così dire da terra, si
appendeva al collo di uno dei due signori, gridava piangendo: -Perché deve succedermi questa cosa? Proprio a me?- E
tornava velocemente alla fossa.”
“Ma in verità il condannato aveva un'aria sottomessa da cane, tanto da far pensare che lo si sarebbe potuto liberare
dalle catene e farlo correre in libertà per i pendii circostanti e che sarebbe poi bastato un fischio per richiamarlo nel
momento dell'esecuzione.”
“L'animale strappa la frusta al suo padrone e si frusta da solo per diventare padrone, e non sa che è solo una fantasia,
che nasce da un nuovo nodo nel cuoio della frusta del padrone.”
“Ma dove sono andato a correre? Prima nella Piazza del Mercato. Poi nella stradella incassata che sale su alla collina.
Poi in lungo e in largo tante volte per il lungo altopiano. Poi sono ridisceso giù per la scarpata. Poi, per un tratto, sulla
grande strada. Poi a sinistra, verso il ruscello. Poi lungo tutto il viale dei pioppi. Poi davanti alla chiesa, e adesso
eccomi qua.
In tutto questo mi sentivo disperato. Una fortuna che sono di nuovo tornato. Mi viene paura di questo vagare senza
scopo, di questi grandi spazi incolti. (...) E poi non c'è assolutamente nulla che mi attiri lontano da qui; il mio posto è
in questa fattoria, ecco il mio canile, ecco la mia catena per quando, capita qualche volta, comincio a mordere. Qui ho
tutto e mangio quel che voglio. Quindi tutto è a posto.”
“Lei cercava qualcosa e lui cercava qualcosa, erano smaniosi, l'espressione dei volti si contraffaceva, le teste
cercavano di penetrare nei petti, si cercavano, e i loro abbracci e i corpi eccitati impedivano l'abbandono, solo si
ricordavano, come di un dovere, di cercare ancora; come cani disperati che raspano nella terra, così loro raspavano nei
loro corpi; impotenti, delusi, alla ricerca ancora dell'ultima gioia, si davano ogni tanto larghe linguate sulla faccia.”
“Un uovo. Ma è enorme! Se è della famiglia delle cicogne, il pesce gli piacerà certamente. Va bene. Gli procurerò il
pesce. Ma non gratis. Se faccio dei sacrifici, intendo ricevere un giusto compenso. Se gli salvo la vita voglio che mi
ripaghi con qualcosa di eguale valore. E' una cicogna: quando sarà adulto e sazio di pesci, mi dovrà portare nei paesi
del sud. E' da molto che desidero andarci e se non lo ho fatto finora è solo perché non sono provvisto delle ali della
cicogna. (...)
Io, uccello della specie delle cicogne, mi obbligo a portarti sulla schiena nei paesi del sud, e tu dovrai in compenso
nutrirmi di pesce, di ranocchi e di vermi fino a quando avrò la forza necessaria al volo.”
“Un vecchio grande dalla barba bianca era il pilota. Esitai un momento sulla banchina. Lui sorrise e io m'imbarcai
guardandolo. (...) Mi sedetti, ma subito saltai su esclamando: -Ma qui avete grandi pipistrelli!- (...) -Sta calmo- disse,
già con le mani sulla pertica (...) Invece di dire al pilota dove volevo andare, gli chiesi solo se lo sapesse e, dal modo
in cui annui con la testa, dedussi che lo sapeva.”
“-Morto?- disse la signora Samsa (...) -Lo credo bene- disse la serva, e per dimostrarlo spinse ancora un bel po' da
parte con la scopa il cadavere di Gregorio. (...) -Ora- disse il signor Samsa- ora possiamo ringraziare Dio- e si segnò.
Le due donne seguirono il suo esempio.
Tout va très bien, Madame la Marquise
(Misaki-Bach-Laverne / Ray Ventura)
Allô, allô James !
Quelles nouvelles ?
Absente depuis quinze jours,
Au bout du fil
Je vous appelle ;
Que trouverai-je à mon retour ?
Tout va très bien, Madame la Marquise,
Tout va très bien, tout va très bien.
Pourtant, il faut, il faut que l'on vous dise,
On déplore un tout petit rien :
Un incident, une bêtise,
La mort de votre jument grise,
Mais, à part ça, Madame la Marquise
Tout va très bien, tout va très bien.
Allô, allô James !
Quelles nouvelles ?
Ma jument gris' morte aujourd'hui !
Expliquez-moi
Valet fidèle,
Comment cela s'est-il produit ,
Cela n'est rien, Madame la Marquise,
Cela n'est rien, tout va très bien.
Pourtant il faut, il faut que l'on vous dise,
On déplore un tout petit rien :
Elle a péri
Dans l'incendie
Qui détruisit vos écuries.
Mais, à part ça, Madame la Marquise
Tout va très bien, tout va très bien.
Allô, allô James !
Quelles nouvelles ?
Mes écuries ont donc brûlé ?
Expliquez-moi
Valet modèle,
Comment cela s'est-il passé ?
Cela n'est rien, Madame la Marquise,
Cela n'est rien, tout va très bien.
Pourtant il faut, il faut que l'on vous dise,
On déplore un tout petit rien :
Si l'écurie brûla, Madame,
C'est qu'le château était en flammes.
Mais, à part ça, Madame la Marquise
Tout va très bien, tout va très bien.
Allô, allô James !
Quelles nouvelles ?
Notre château est donc détruit !
Expliquez-moi
Car je chancelle
Comment cela s'est-il produit ?
Eh bien ! Voila, Madame la Marquise,
Apprenant qu'il était ruiné,
A pein' fut-il rev'nu de sa surprise
Que M'sieur l'Marquis s'est suicidé,
Et c'est en ramassant la pell'
Qu'il renversa tout's les chandelles,
Mettant le feu à tout l'château
Qui s'consuma de bas en haut ;
Le vent soufflant sur l'incendie,
Le propagea sur l'écurie,
Et c'est ainsi qu'en un moment
On vit périr votre jument !
Mais, à part ça, Madame la Marquise,
Tout va très bien, tout va très bien.