FIRENZE 05/05/2555, DAL DISCORSO DI UNA GUIDA

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FIRENZE 05/05/2555, DAL DISCORSO DI UNA GUIDA
FIRENZE 05/05/2555, DAL DISCORSO DI UNA GUIDA TURISTICA DELLA CITTA’: Gentili signore e signori volevo a questo punto mostrarvi una macchina davvero strabiliante, esistita nel passato, che oggi possiamo ammirare in tutta la sua sfolgorante bellezza nel nostro museo dei mezzi di trasporto pubblico del xxi secolo. Questo parallelepipedo, all’apparenza ingombrante e goffo, era in realta’l’unico mezzo davvero popolare che permetteva lo spostamento in citta’ di tutta una varia umanita’, piuttosto disgraziata, a dire il vero. Pensate che conteneva al suo interno persino duecento persone, anche se la capienza max ne consentiva la meta’; potenza dell’elasticita’ dei corpi umani direte voi, ebbene si’, ma vorrei farvi notare che fosse stato solo questo il problema sarebbe stato niente. Provate ad immaginare gli odori che quivi si potevano assaporare, nelle diverse stagioni e nelle diverse ore della giornata, provate ad immaginare le prime corse mattutine, quando la maggior parte si era appena svegliata, magari di fretta, non facendo neanche in tempo a rinfrescarsi. Beh, se si deve uscire presto al mattino, e si sa gia’ dalla sera precedente, ci si può fare la doccia, ci si puo’ lavare, più o meno approfonditamente, le estremita’ o le pudenda, per dirla elegantemente, ma la bocca, serrata tutta la notte, al mattino ha gli odori pestilenziali, che tutti hanno avuto la possibilita’ di sperimentare. Odori pestilenziali che non decantano neanche con un rapido gargarisma col colluttorio, neanche con uno sciacquo di aceto balsamico di modena, e neppure con cloro diluito in acqua e limone , e che quindi restano impastati al fiato almeno per un’ ora, prima di cominciare, si spera, a dileguarsi. Orbene immaginate signore e signori lo sguardo di terrore che potevano assumere questi individui, a fronte di un vicino un po’ loquace che li braccava, per parlare immancabilmente del fatto che non esistono piu’ le mezze stagioni! Una soluzione poteva essere ad esempio indossare occhiali da sole,benche’ ridicolo alle cinque del mattino, ancora buio, e che fungevano sostanzialmente da barriera antifiato. Oppure, altro piano strategico, far finta di dormire ancora, a mo’ di cavalli, pero’, poiche’ trovare un posto a sedere era come vincere una lotteria. Infine si poteva optare per la soluzione più efficace, anche se quest’ultima necessitava di un certo allenamento: restare in apnea durante tutta la durata del tragitto, in modo da evitare tutto il pacchetto di aromi, compreso nel prezzo del biglietto. Altro momento critico di questi viaggi doveva essere l’estate. quando l’afa in citta’ diventava soffocante e l'afrore di ascelle e piedi sudati, debitamente mixato con profumi pressurizzati in bombolette di alluminio, esalava dai corpi grondanti sudore, che si ammassavano durante le ore di punta, ad appestare l’aria di questo eroico mezzo di locomozione. Non si deve dimenticare, inoltre, che tragedia quando saltavano le corse! Si narra che talora, nei periodi di freddo intenso o di caldo esagerato, siano stati ritrovati aspiranti passeggeri o perfettamente surgelati, come merluzzi, o completamente disciolti sotto il sole, come ghiaccioli abbandonati sull’asfalto. Diciamo che quest’ultima era sicuramente la situazione migliore, dal momento che le statue di ghiaccio proprio per la loro ingombrante presenza, creavano certo piu’ imbarazzo all’amministrazione ed alla gestione tutta, mentre evidentemente una macchiolina appena percettibile sull’asfalto poteva essere più facilmente ignorata. L’inconveniente della stagione fredda invece riguardava il sovraffollamento da ufficio e da scuola. Il mattino alle otto e il giorno alle tredici si assisteva a scene talora raccapriccianti. I passeggeri si ammassavano così tanto, pressati ciascuno da orari comuni, che spesso qualcuno di loro era costretto a sacrificare qualche arto tra le porte automatiche pur di starci dentro e di arrivare puntuale. La parola d’ordine era “io devo salire sull’autobus”, e per raggiungere tale obiettivo si era disposti davvero a tutto. Le categorie destinate a non soccombere erano gli anziani. Al contrario di quello che si potrebbe immaginare riscoprivano di colpo un’agilita’ sorprendente, quasi olimpionica, anche perche' cio’ che non riuscivano ad ottenere fidando nell’educazione degli altri, erano ormai avvezzi ad ottenerlo diversamente. Sovente sguainavano bastoni, ombrelli, borsette, o semplicemente mostravano ai rivali dentiere mobili, che avevano il potere, non indifferente ,di paralizzare gli avversari. Sono consapevole di narrarvi fatti stupefacenti, lo vedo dai vostri sguardi, certo e’ difficile comprendere per noi moderni, che siamo abituati a viaggiare col teletrasporto e rigorosamente da soli, come monadi, nel nostro involucro magnetico, efficiente, sterile, veloce e non ci possiamo capacitare di come facessero a quei tempi a viaggiare in queste condizioni. Eppure, fosse anche per strappare questi increduli sorrisi oggi,fosse anche per incontrare un viso umano, fosse anche per cedere un posto a chi sembrava piu’ debole, valeva la pena prendere un autobus del xxi secolo.