anno 12 - n. 4 aPRile 2015 Periodico dell`associazione

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anno 12 - n. 4 aPRile 2015 Periodico dell`associazione
Periodico
dell’associazione
Culturale albatros
anno 12 - n. 4
aPRile 2015
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com - E-mail: [email protected]
Pag. 5
nuova
legge elettoRale
Pag. 11
CamPioni
Regionali
Pag. 24
De Simone
a tutto CamPo
Consulta il sito web
“La Piazza” - Aprile 2015
Attualità
di ivo Santolamazza
Da poco sono venuto a conoscenza di una tela del pittore Pietro Labruzzi (Roma 1739/1805) dal titolo “Ritratto di Architetto” della seconda metà del XVIII secolo, un
olio su tela cm 99x73, dove viene ritratto l’architetto
romano Pompeo Schiantarelli con in mano il disegno
della pianta della chiesa di San Michele Arcangelo di
Castel Madama. Ho saputo che una decina di anni fa si
parlava dell’acquisto di questa tela da parte del Comune poi non andato a buon fine. Si sapeva, da voci riportate, che era reperibile in una bottega di via Margutta a
Roma, forse ancora li, chissà. Sarebbe bello avere un’opera del genere a Castel Madama o meglio all’interno
del Castello o della Chiesa stressa.
Le prime notizie sulle vicende costruttive riguardanti la
chiesa di San Michele Arcangelo risalgono agli inizi del
XV secolo quando la popolazione di Castrum Sancti
Angeli partecipò alla realizzazione della prima chiesa
comunitaria dedicata all’Arcangelo. Ma l’edificio cosi
come oggi lo vediamo risale agli anni Settanta del Settecento. Il progetto per il nuovo edificio venne affidato
appunto all’architetto romano Pompeo Schiantarelli che
giunse a Castel Madama nel giugno del 1771. Dal
momento che lo spazio a disposizione era molto ristretto l’architetto progettò un edificio a croce greca con i
bracci laterali limitati ottenendo così un ambiente centralizzato in stile fondamentalmente neoclassico, con
un’ampia cupola sorretta da alte lesene e colonne con
capitelli compositi su cui si innalzeranno quattro pennacchi e al di sopra, a dominare il monumento, pose un
lanternino con una croce sovrastante in ferro che conclude il tempio. Il 29 settembre 1775, festa del Santo
Patrono, venne celebrata per la prima volta la Santa
Messa nella nuova chiesa, pur mancando ancora l’altare e tutte le rifiniture.
La cupola dello Schiantarelli fu realizzata nell’estate
1775 contemporaneamente al tiburio ottagonale esterno a protezione di questa. Nello stesso anno venne
fatta l’iscrizione posta all’interno del cupolino con la
data dell’opera e la dedica da parte del popolo castellano. La cupola misura 18 metri di diametro e circa 35 di
altezza. All’interno della cupola lo Schiantarelli fece
porre dei pesanti rosoni. Questi, costituiti da un impasto
a base prevalentemente di malta e gesso, avevano otto
petali ognuno e un pistillo, erano fissati all’interno di
ogni lacunare con piccoli cunei di legno, infissi uno per
ogni petalo ed uno nel pistillo centrale del fiore. Nei
pennacchi sotto la cupola sono affrescati i quattro evangelisti con i loro simboli. All’interno sulla sinistra c’è la
Cappella del Sacro Cuore e nella parete opposta c’è la
Cappella della Madonna di Guadalupe, costruite nel
1791. Le cappelle successive sono dedicate una a San
Michele e l’altra a San Biagio e Sant’Antonio Abate.
Quest’ultima situata a sinistra rappresenta i due Santi e
al centro, sopra di loro, è raffigurata la Vergine con il
Bambino sorretta da due angeli; mentre nella cappella
corrispondente sulla destra si conserva la “macchina” di
San Michele Arcangelo, risalente al XIX secolo. Le due
pale d’altare che si trovano negli altari successivi rappresentano “San Francesco di Paola” (di autore ignoto)
e “la Vergine del Rosario”. Nella cappella di destra ai lati
della tela con San Francesco ci sono gli stemmi della
famiglia Vidaschi che originariamente avevano lo ius
altaris della cappella. Nella tela di sinistra è raffigurata
la Vergine del Rosario con San Domenico Guzman e
Santa Teresa d’Avila anche questa del pittore Pietro
Labruzzi, primogenito di Giacomo Romano, fabbricante
“La Piazza” - Aprile 2015
la chiESa di San michElE e il
suo architetto ritratti dal labruzzi
“La Piazza” - Aprile 2015
Attualità
di velluti controtagliati, e di Teresa Folli, genovese. Il
Labruzzi la cui iniziale formazione artistica resta a tutt’oggi ancora poco chiara per la mancanza di precisi
appigli cronologici e documentari fu autore di numerose tele di destinazione chiesastica e prolifico ritrattista.
È del 1753 la prima precoce opera documentata raffigurante la Madonna con i ss. Anna e Gioacchino, eseguita per la chiesa romana di S. Maria della Luce, nell’ambito degli interventi di decorazione voluti dai padri
minimi e affidati a un gruppo di artisti di cultura napoletana, fra i quali figuravano Sebastiano e Giovanni
Conca e Onofrio Avellino. Ciò lascerebbe supporre,
vista anche l’affinità stilistica con le contigue opere di S.
Conca e Avellino all’interno della chiesa, una giovanile
formazione pittorica del Labruzzi nell’alveo della colonia artistica napoletana operante nella capitale pontificia. A partire dagli anni Settanta, in accordo con la riforma classicista dello stile e con il rinnovamento del
gusto che a Roma e da Roma venivano diffondendosi
capillarmente anche in seno alla pittura sacra, il linguaggio del Labruzzi andò rarefacendosi sul piano stilistico e compositivo. In quest’ottica è paradigmatica,
per i toni severi e l’essenzialità dell’impaginazione, la
pala con la Morte di S. Scolastica per la chiesa di S.
Andrea a Subiaco, firmata e datata 1778. In sintonia
con la cerchia di artisti che operarono per la committenza di Papa Pio VI, in particolare Antonio Concioli e
Antonio Cavallucci, nel corso degli anni Ottanta la sua
pittura venne sempre più drammatizzandosi, aprendosi a una tavolozza dai toni accessi e terrosi e a inquiete fisionomie dagli accenti di enfatico espressionismo.
Nella prima metà degli anni Novanta eseguì una serie
di dipinti per il duomo di Spoleto. Sono datate 1800 le
due tele eseguite per il duomo di Tivoli con il ritratto a
figura intera di Pio VII (sacrestia) e con S. Lorenzo condotto al martirio (altare maggiore). Mentre reca la firma
e un’indicazione di data parzialmente decifrabile, ma
certo degli anni Ottanta, il grande dipinto centinato raffigurante S. Michele a Castel Madama.
“la Piazza”
Periodico dell’Associazione Culturale Albatros
Via Roma, n. 154
00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/448846
Anno 12, n. 4 - Aprile 2015
Registrazione del Tribunale di Tivoli
n. 4/2004 del 14/04/04
Direttore Responsabile: ivo Santolamazza
Capo Redazione: Carla Santolamazza
pag.
3
• la nuova legge elettorale
»
5
• il tasso di cambio dell’Euro
»
6
• Segnali di risveglio in Valdaniene
»
8
• Fiat lux
»
9
Redazione: Ivano Chicca, Ivano Moreschini
Cristina Nonni, Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis
• Play aSd
»
11
• i cento anni di Pietro ingrao
»
13
Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero
italo Carrarini, valentina torella, Federico Fratini,
Daniele Ruggeri, Claudia Crocchianti, Rina iori,
Bruno testa, maria Sistina Censi, Debora D’errico,
luigi enrique Di luca, Dr. antonio lavorato,
Roberta moriconi, Francesco Santolamazza
• brevi
»
14
• cultura
»
15
• ricette
»
16
• Scuola
»
19
• Vicovaro
»
23
Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355
• Tivoli
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27
• attualità
»
29
• noi lilith
»
30
• Pro-loco
»
33
• centro anziani
»
34
• Psicologia
»
36
• cultura
»
37
• Pallavolo
»
38
Grafica ed Impaginazione: Salvatore De angelis
Stampa: Abilgraph Tipoffset Roma S.r.l.
00159 Roma - Via P. Ottoboni, 11
Chiuso in redazione il 18/3/2015 - Tiratura 1.500 copie
SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com
SOmmariO
e-mail: [email protected]
[email protected]
• la chiesa di S. michele
il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, mandela, Sambuci, Tivoli
Politica
di ivano moreschini
Renzi accelera sulla
superare il 60% di
nuova legge elettorappresentanti alla
rale, e chiede alla
Camera.
Camera dei DepuPotranno
avere
tati di approvarla
eletti alla Camera
entro la fine di aprisolo le liste che
le. Il Ministro delle
superano il 3% dei
riforme Elena Bovoti.
schi ha af fermato
L’entrata in vigore
che non c’è motivo
della legge è stata
di rinviare ancora,
rinviata al 1 luglio
vista anche l’ampia
2016, per ridisemaggioranza che
gnare i collegi eletsostiene il Governo
torali, nonché per
alla Camera.
attendere la riforDovrebbe giungere
ma costituzionale,
alla
conclusione
che dovrebbe apquindi il percorso di
provare il nuovo
approvazione che è
Senato delle Autoiniziato con la bocnomie, con senatori
Maria Elena Boschi, Ministro per le riforme istituzionali
ciatura della preceeletti dai consigliedente legge elettori regionali piuttorale del 2005 da parte della Corte Costisto che con le elezioni popolari.
tuzionale. Il testo approvato a gennaio dal
Questi i dati essenziali della nuova legge, che
Senato dunque è il testo definitivo, a meno di
sulla carta sembrerebbe funzionare meglio
sorprese politiche dell’ultima ora.
del “Porcellum”, che ha prodotto uno stallo
Vediamo allora i punti salienti della riforma.
nel 2013, con tre partiti (Movimento 5stelle,
Essa si basa su un sistema di premi, che perPartito Democratico e Popolo della Libertà)
mette alla lista che ottiene più del 40% dei voti
nello spazio di un 1% di differenza.
di avere una netta maggioranza alla Camera,
Eppure è partito un filone di interventi sulla
di 340 voti sui 630 previsti nella Costituzione.
stampa, anche vicina al governo Renzi, come
Repubblica che paragonano la nuova legge,
Nel caso che non ci fosse una lista con più del
combinata al nuovo Senato non eletto, ad
40% dei voti si va al ballottaggio tra le prime
una Democratura. Con questo nome si defidue liste, senza possibilità di apparentamento
niscono le democrazie plebiscitarie e populicon le altre escluse. Le liste non coincideranno
ste, con molti aspetti totalitari, indicandone
per forza con un solo partito, ma se più particome principale emblema la Russia di Putin.
ti confluiscono nella medesima lista ci sarà
Basta avere un ferreo controllo della televicomunque un solo simbolo.
sione e dei giornali, oltre ad internet, e il conSaranno ridisegnati i collegi elettorali, che
fronto democratico viene svuotato: e come si
saranno solo cento in tutta Italia. Sulla dibatfa a negare che questo in Italia avviene da
tuta questione delle preferenze, la soluzione
tempo, tra Mediaset e Rai? A questo si
trovata è quella di prevedere un capolista che
aggiunge il potere della finanza internazioentra di diritto in Parlamento, mentre sarà
nale, che condiziona le scelte di tutti gli Stati,
possibile esprimere fino a due preferenze,
grandi e piccoli, ed ecco che la democrazia
che per essere espresse insieme dovranno
diventa una sorta di finzione. Che è quella
indicare un uomo ed una donna. Altrimenti
che viviamo tutti i giorni, e non dipende
una preferenza sola, o nulla se si vuole dare il
certo solo da Renzi.
voto solo alla lista. Nessuno dei due sessi può
“La Piazza” - Aprile 2015
la nuOVa lEggE ElETTOralE
E la dEmOcraTura
“La Piazza” - Aprile 2015
Economia
il TaSSO di cambiO dEll’EurO
di daniele ruggeri
In questo articolo spieghiamo cos’è il tasso di cambio e vediamo con un grafico l’andamento del
tasso di cambio dell’euro. Possiamo così mostrare il vero effetto delle riforme con cui si cerca di
uscire dalla crisi.
Ultimamente si parla spesso del tasso di cambio dell’euro. Purtroppo non si spiega mai la differenza tra tasso di cambio nominale e tasso di cambio reale, eppure è una differenza interessante e istruttiva per capire perché in questi anni dobbiamo fare i “sacrifici”. Ricordiamo ancora una volta che bisogna avere sempre in mente la bilancia dei pagamenti e il debito pubblico:
il problema in Europa stava nella bilancia dei pagamenti squilibrata, non nel debito pubblico
da abbassare. E infatti la bilancia dei pagamenti è stata riequilibrata, il debito pubblico è
aumentato.
IL TASSO DI CAMBIO NOMINALE E REALE
Il tasso di cambio è il prezzo di una moneta, ci dice cioè quanta moneta estera possiamo comprare con la nostra moneta, e ci serve quando dobbiamo usare una moneta diversa dalla nostra.
Ad esempio con il tasso di cambio euro/dollaro possiamo sapere quanti euro ci servono per
comprare un prodotto americano, il cui prezzo è in dollari.
Se dobbiamo acquistare un prodotto estero, il prezzo in moneta estera lo trasformiamo nella
nostra moneta tramite il tasso di cambio. È chiaro che quando si muove il tasso di cambio dobbiamo spendere di più o di meno di prima. Se il nostro cambio si rivaluta, la nostra moneta vale
di più e le merci estere ci costano meno (con gli stessi soldi ne compriamo di più); se il cambio
si svaluta, dobbiamo spendere di più di prima per acquistare un bene estero, anche se il suo
prezzo è rimasto lo stesso. Questo rapporto tra le monete è il tasso di cambio nominale, ed è
quello di cui si parla nelle discussioni in televisione. Quello di cui non si parla è il tasso di cambio reale, che tiene conto anche del prezzo dei beni. Nel tempo può variare il tasso di cambio
nominale (che è il prezzo della moneta), ma può variare anche il prezzo dei beni nazionali ed
esteri, e questo nel tasso di cambio reale è calcolato.
Le merci nazionali costano di più o di meno all’estero a seconda di come varia il loro prezzo e il
prezzo della moneta. Vediamo un esempio con una tabella.
Partiamo da un tasso di cambio nominale 1 euro = 10 dollari e prezzo 10 euro: per acquistare il nostro bene, un americano deve spendere 100 dollari. Se si passa alla situazione A, il tasso
di cambio va a 1 euro = 5 dollari e il prezzo resta fermo: l’americano ora deve spendere solo
50 dollari per acquistare lo stesso bene di prima, che quindi è diventato più conveniente per-
Economia
Un Paese che deve riequilibrare la sua bilancia dei pagamenti vendendo di più all’estero e comprando di meno dall’estero deve rendere i suoi prodotti più convenienti. Per riuscirci deve far
abbassare il prezzo della moneta o il prezzo dei prodotti, o entrambi. Se è in un’unione monetaria con altri Paesi, il prezzo della sua moneta
verso questi Paesi non può cambiare, perché
non essendoci più le monete nazionali il tasso
di cambio nominale tra loro è stato tolto.
Rimane perciò il prezzo dei beni. Questa è proprio la situazione dei Paesi che hanno l’euro. I
Paesi che sono andati in crisi per lo squilibrio
estero (in particolare con la Germania) dovevano riequilibrare e hanno dovuto abbassare i
prezzi dei loro prodotti, non essendo possibile
la svalutazione della moneta nazionale.
“La Piazza” - Aprile 2015
ché si è ridotto il prezzo della nostra moneta. Se si va alla situazione B, il tasso di cambio tra
le monete resta fermo mentre il prezzo del bene scende, e per l’americano il prezzo si riduce
come prima. In tutti e due i casi il nostro prodotto costa di meno per chi vuole acquistarlo negli
Stati Uniti.
Abbassando i prezzi in tanti Paesi, si è abbassato il prezzo dei prodotti europei nei confronti
del resto del Mondo. L’effetto cioè c’è stato per
l’area dell’euro nel suo complesso. Lo dimostra
questo grafico pubblicato dalla BCE nel
Rapporto Annuale per il 20131. Ci sono il tasso
di cambio nominale e il tasso di cambio reale
dell’euro verso le altre monete. Il tasso nominale è la linea più scura; il tasso reale è in tre versioni, noi prendiamo quello basato sui prezzi
(linea puntinata) e quello basato sul costo del
lavoro (linea tratteggiata).
Il tasso basato sul costo del lavoro è il punto
cruciale del discorso. Se un Paese non ha più il
tasso nominale e deve per forza ridurre il prezzo dei beni, deve agire sulla variabile che può
controllare, cioè il costo del lavoro. In sostanza,
deve tagliare gli stipendi dei lavoratori. Il grafico mostra che è quello che è stato fatto. Si vede
bene infatti che la distanza tra la linea scura del
tasso di cambio nominale e le altre aumenta. Significa che è sceso il prezzo dell’euro come
moneta ma il tasso reale è sceso di più, cioè gli stipendi e i prezzi in tanti Paesi in Europa sono
stati ridotti in confronto a quelli all’estero.
Ecco a cosa sono servite le tasse e i tagli alla spesa pubblica, ecco l’effetto dei “sacrifici”, altro
che rimettere a posto i conti pubblici! A parte le fandonie che ci racconta la televisione sull’obiettivo delle riforme, c’è da dire che il riaggiustamento poteva avvenire anche dall’altra parte
facendo aumentare gli stipendi e i prezzi nei Paesi che vendono troppo e comprano troppo poco
dall’estero (Germania in primis). Si è preferito invece caricare tutto sui Paesi deboli, Italia compresa, i quali stanno correggendo lo squilibrio di tutta l’area dell’euro. Visto che siamo in
un’Unione e non in un Torneo, non sarebbe più giusto correggere lo squilibrio tutti insieme,
ognuno per la sua parte?
1
Link al documento: www.ecb.europa.eu/pub/annual
SEGNALI DI RISVEGLIO IN VALDANIENE
“La Piazza” - Aprile 2015
Valdaniene
Tre domande a Luigi Rinaldi, promotore di due incontri avvenuti l’1 febbraio e 7 marzo scorsi
presso il ‘Casone’ di Anticoli Corrado per la costruzione di una rete di fiducia e di condivisione in Valdaniene
di Italo Carrarini
I. C.: Puoi descrivere le ragioni che ti hanno spinto a promuovere quell’incontro avvenuto lo scorso febbraio presso il
‘Casone’ di Anticoli Corrado, dal quale sono emerse proposte
interessanti per lo sviluppo nella nostra Valle? Quali secondo te
sono i ritardi delle politiche rispetto a quanto emerso in quella
prima riunione per la costruzione di una rete di fiducia fra imprese, associazioni e i movimenti di base più sensibili e attenti allo
sviluppo di un territorio con radici culturali fortemente omogenee e affini?
L. R.: L’incontro dell’1 febbraio nasce per iniziativa di Terre
Aeque-Valle dell’Aniene, associazione di imprese costituita per
promuovere le imprese locali, i loro prodotti/servizi e nel contempo il territorio in cui esse operano con le innumerevoli risorse storiche, naturalistiche che fanno della Valdaniene, una Valle
della Loira in miniatura, una straordinaria risorsa di sviluppo.
Terre Aeque aderisce a CNA, Confederazione Nazionale
dell’Artigianato e delle PMI, la più rappresentativa tra le
Associazioni di categoria del settore. Gli obiettivi dell’incontro
sono stati fondamentalmente due: creare una Rete di
Associazioni che operano nella promozione e nello sviluppo del
territorio capace di elaborare e sviluppare proposte concrete e
realizzabili in grado di generare sviluppo e lavoro; superare i
diversi localismi autoreferenziali e gettare le basi per la creazione di un “Sistema Territoriale”.
I. C.: A proposito di CNA, il Consiglio Regionale del Lazio ha
recentemente approvato il T.U. per l’Artigianato, una legge come ha affermato Lorenzo Tagliavanti, direttore della CNA
del Lazio - che tutela la grande tradizione italiana dell’artigianato, punto di forza, alla base del made in Italy, e che guarda
al futuro tenendo conto delle evoluzioni in corso rendendo
attraente il settore per i giovani. A breve il Consiglio Regionale
approverà il piano di ripartizione dei 155,5 milioni di euro del
Fondo per le piccole e medie imprese. Come e con quali progetti le realtà emergenti in Valdaniene si preparano a queste
nuove opportunità?
L. R.: L’artigianato è un settore articolato e complesso con
grandi potenzialità, ma anche tante problematiche. Come Terre
Aeque-Valle dell’Aniene, in concerto con CNA Roma e Camera
di Commercio di Roma, stiamo ultimando una ricerca socioeconomica sulle potenzialità di sviluppo del nostro territorio che
presenteremo prossimamente. I dati che emergono dalle prime
schede analizzate confermano per la nostra Valle un quadro
molto critico. C’è molto da fare sul fronte della formazione
imprenditoriale e professionale, sull’accesso al credito, sull’utilizzo dei fondi UE, sul fronte delle infrastrutture logistiche e
informatiche. Sarà necessario, dunque, che imprese, associazioni di promozione economica, territoriale e di categoria, sindacati ed EE.LL. concordino strumenti ed azioni che favoriscano in primis il superamento delle criticità e gettino le basi per un
concreto e duraturo sviluppo rispettoso delle peculiarità territoriali. Come Terre Aeque abbiamo agito su diversi fronti: 1Costruzione di un sito www.valdaniene.it ed una omonima pagina fb (gratuiti per tutte le imprese ed associazioni che ne facciano richiesta per promuovere i loro prodotti/servizi/iniziative).
2- Promozione delle aziende della Valdaniene nell’ambito di
manifestazioni come Arti&Mestieri in Fiera di Roma ecc.; 3Animazione territoriale di formazione ed informazione riguardante, tra le altre cose, le opportunità di reperimento di fondi
regionali, nazionali ed europei per imprese e start up.
I. C.: In quel primo incontro e nel successivo del 7 marzo furono evidenziate non solo le criticità, ma soprattutto propositi e
volontà di mettere in rete soggetti che perseguono obiettivi più
o meno convergenti, tra cui la centralità della vita rurale come
riscoperta delle radici agricole e alimentari che ci accomunano.
È un trend in controtendenza che sul panorama nazionale sta
producendo una crescita del 9% del vero made in Italy occupando fasce d’età sotto i 40 anni. Hai una particolare proposta
che ti sta a cuore per un salto qualitativo e attrattivo di promozione della Valdaniene?
L. R.: Le sigle, le appartenenze, dovrebbero essere considerate un valore aggiunto. Le specificità di ognuno, se messe in
Rete e operando nella logica dei vasi comunicanti, potrebbero
apportare molto di più della loro somma. Il nostro tentativo va
proprio verso questa direzione. Le associazioni che hanno partecipato ai due primi incontri, accettando la sfida del confronto
e della collaborazione su un’idea condivisa di sviluppo locale
hanno posto le basi per un futuro collaborativo e partecipativo.
Come Terre Aeque, per quanto concerne la “riscoperta delle
nostre radici agricole ed alimentari” abbiamo intrapreso un rapporto di collaborazione con ARM (Azienda Romana Mercati)
finalizzata alla valorizzazione e promozione di alcune nostre
eccellenze enogastronomiche come il Pane di Vicovaro, la Pera
Spadona di Castel Madama, il Pizzutello di Tivoli e potremmo
aggiungere la Fagiolina di Arsoli (già Presidio Slow Food
nell’Arca del Gusto), il Cesanese di Affile, l’Olio delle Terre
Tiburtine e tant’altro, affiancando e potenziando così, proprio
nell’ottica del lavoro di Rete, l’eccellente lavoro già svolto dalla
Condotta Slow Food di Tivoli e Valle dell’Aniene, guidata dall’instancabile ed insuperabile Gabriella Cinelli. L’idea che vedo
vincente per l’intera Valdaniene, proposta da Terre Aeque, è la
“riattivazione” ecocompatibile del tracciato ferroviario della ex
linea Piatti. Un percorso suggestivo che, costeggiando l’Aniene,
attraversa il tratto della Valle da Mandela a Subiaco. Questo
tracciato ancora ben evidente e percorribile, ad esclusione di
alcuni tratti presso Subiaco, potrebbe trasformarsi in una infrastruttura polifunzionale percorribile sia dai pellegrini del
Cammino di San Benedetto che dagli amanti del trekking e
cicloturisti. Il progetto, giunto nella fase conclusiva, elaborato
con gli amici delle associazioni Territorio&Management, Amici
dei Monti Ruffi e Il Casone di Anticoli Corrado, potrebbe offrire
una grande opportunità di sviluppo per l’intera Valle sull’esempio delle Voies Vertes francesi attivate lungo le sponde dei
fiumi e dei canali.
La parola all’esperto
di ing. Federico Fratini (www.soluzioni-arking.it)
“Fiat lux” è una locuzione latina che significa “sia
fatta la luce”, deriva da un passo della Genesi
(1,3), ed è la prima azione che si compie appena
rientrati a casa, accompagnata dal caratteristico e
familiare click dell’interruttore, e grazie all’elettricità la stanza si illumina. Ma quale è la lampadina
più adatta alle nostre esigenze? Accendiamo una
luce sull’argomento!
Definizioni
La durata indica il numero di ore dopo il quale, in
ben definite condizioni di uso, il 50% delle lampade cessa di funzionare.
L’indice di resa cromatica (Ra) esprime in che
misura i colori percepiti sotto un’illuminazione
artificiale si accostino ai colori reali.
La temperatura di colore, espressa in gradi Kelvin
(°K), indica la tonalità della luce emessa da una
lampada. In commercio troviamo lampade con
diverse tonalità di bianco, “calda“ con sfumature
tendenti al giallo, “neutra“, e “fredda“ con sfumature tendenti all’azzurro.
L’efficienza luminosa dà un’idea della quantità di
energia elettrica che è trasformata in luce. Rappresenta il rapporto tra il flusso luminoso emesso
dalla lampada (Lumen) e la potenza elettrica che
l’alimenta (Watt). È un parametro molto importante per valutare il risparmio energetico.
L’illuminamento mostra la quantità di flusso luminoso che colpisce una unità di superficie. Un
Lumen su un’area di 1 mq corrisponde ad 1 Lux.
Vediamo ora le lampade più comunemente usate
nell’ambito domestico.
Lampade ad incandescenza
Sono realizzate con un filamento di Tungsteno che
diventa incandescente quando è attraversato dalla
corrente elettrica ed emette una certa quantità di
luce. Sono caratterizzate da una bassa efficienza
luminosa (10-15 lumen/watt) e da una breve durata di vita (1.000 ore). Emettono luce di tonalità
“calda” e l’indice di resa cromatica ha il valore
massimo (100). Per i loro alti consumi sono state
messa al bando dall’Unione Europea, infatti ne è
vietata la produzione dal 2012.
Lampade ad incandescenza alogene
Le lampade ad incandescenza alogene hanno una
migliore efficienza luminosa (15-25 lumen/watt) e
durano il doppio di quelle tradizionali (2.000 ore).
Le lampade alogene IRC
(Infrared coating) sono
quelle di ultima generazione a risparmio energetico,
durano fino a 4.000 ore ma
hanno bisogno di un trasformatore per funzionare.
Se confrontate con le alogene tradizionali consumano meno energia, disperdono meno calore, durano
di più, hanno un flusso luminoso maggiore e
costante nel tempo. Sono utilizzate per l’illuminazione localizzata e decorativa dove serve immediata disponibilità di luce, utilizzo discontinuo,
accensioni e spegnimenti frequenti.
“La Piazza” - Aprile 2015
FiaT lux
Lampade fluorescenti compatte
Sono meglio conosciute come le “lampade a
risparmio di energia”. Hanno un’ottima efficienza
luminosa (50 a 75 lm/W) che è da 3 a 6 volte
superiore a quella delle lampade ad incandescenza, ed una lunga durata di vita (10.000 ore).
Accensioni e spegnimenti brevi e frequenti riducono sensibilmente il loro tempo di vita. Sono
disponibili in diverse tonalità di luce, ed hanno
una resa cromatica superiore a 80. Sono adatte per
un uso prolungato, senza accensioni e spegnimenti troppo frequenti.
LED
Light Emitting Diodes significa “diodi che emettono luce”. Questi sono impiegati da anni nell’elettronica (nei telecomandi, nei segnalatori di
stand-by, ecc.), ed oggi si stanno diffondendo
anche nei semafori e nelle luci delle automobili,
nei display di informazione, nell’illuminazione
decorativa di piazze, e come lampade a LED per
uso domestico.
I LED hanno una buona efficienza luminosa (5060 lm/W) e consentono di risparmiare fino
all’80% di energia elettrica rispetto ad una normale lampada a incandescenza. Hanno una lunga
durata di vita (50.000-100.000 ore) e bassi costi di
manutenzione, in quanto una lampada a LED continua a funzionare anche nel caso in cui uno o più
elementi si danneggiano. Tra gli svantaggi ci sono
un indice di resa cromatica non alto (60-80) ed una
tonalità di colore non caldissima. Sono sempre più
utilizzate per i bassissimi consumi di energia e la
loro lunghissima durata.
“La Piazza” - Aprile 2015
Ballo
di luigi Enrique di luca (Direttivo Play Asd)
È trepidante l’attesa della classifica
definitiva di Coppa Lazio, circuito
regionale per il settore ballo organizzato dalla Fids, Federazione Italiana
Danza Sportiva, e di cui Play A.S.D.
detiene attualmente il secondo posto
della classifica generale per i balli di
coppia. Daniele De Angelis e Verdiana
Galli, Emiliano Raffio e Noemi Cencioni, Gianmarco Galli e Stefania
Velaj, Andrea Fabiani e Ilaria Capobianchi, le coppie di atleti che hanno
contributo a rendere il sogno di Play
Asd una realtà. Al secondo anno di
partecipazione la scuola di ballo di
Castel Madama, diretta dal maestro di
ballo e giudice federale Ivo Santolamazza, ha ottenuto risultati stupefacenti portando i ballerini castellani a
ricoprire le posizioni più alte del
podio, scalando la classifica composta
da circa 100 scuole di ballo provenienti da tutto il Lazio.
Importanti risultati anche nel comparto
delle danze artistiche dove le piccole
Angelica Di Pietro, Cristiana Giannacco, Zoe
Innocenti, Valentina Iori, Siria Olivieri, Irene
Romanzi, Veronica Shkoza, Federica Testa, hanno
conquistato ottime posizioni nelle discipline
Synchro Latin e Modern. Grandissimi i nostri
ragazzi Raffaele Abdulazim, Devis Bagaglini,
Mattia Giraldi e Noemi Cencioni per le loro prime
performance di breakdance, seguiti dal nostro
assistente Gabriele Ranati.
Primi posti anche per il Duo Synchro Latin, grazie
al profuso impegno delle ragazze Sara Chiara
“La Piazza” - Aprile 2015
PlaY aSd porta caSTEl madama
sul POdiO dei camPiOni rEgiOnali
Piselli e Rachele Piersanti, quest’ultima attiva collaboratrice e assistente di ballo dell’Associazione
Sportiva Dilettantistica Play a cui va il nostro
caloroso ringraziamento, unitamente all’insegnante di ballo Desiree Narzisi, preziosa professionista che segue i nostri bambini e ragazzi con
amichevole affetto e rigoroso lavoro tecnico. Un
forte ringraziamento va infine al maestro nonché
Presidente Ivo Santolamazza, per il suo impegno e
la sua perseveranza nel portare i nostri ragazzi a
livelli sempre più alti, promuovendo la disciplina
del ballo sia per i piccolissimi che per gli adulti
con prorompente vitalità e spirito di aggregazione.
E un grazie come sempre a tutti i nostri atleti, soci
e genitori dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Play per il sostegno e la fiducia dimostrata
fino ad ora.
Non ci resta che attendere il grande saggio/spettacolo di fine anno il 12 Giugno 2015 presso il
Parco Oudenaarde a Castel Madama ed assistere
all’esibizione dei nostri campioni. PLAY siete
voi!
“La Piazza” - Aprile 2015
Attualità
di ivano moreschini
Arrivare alla veneranda età di cento anni non è un
traguardo per tutti. Ci è riuscito Pietro Ingrao il 30
marzo 2015, ed a lui sono state dedicate molte iniziative pubbliche.
Penso però che per molti, soprattutto per i più giovani, questo nome non significa molto. È un nome
troppo legato al secolo scorso per essere conosciuto adesso, e non solo per l’età anagrafica. E’ un
nome poco attuale perché la politica in cui ha vissuto da protagonista in Italia non è più attuale,
ormai da tempo.
Ingrao nasce nel 1915, a Lenola in provincia di
Latina. Con la seconda guerra mondiale partecipa
alla Resistenza. Alla fine della guerra diventa
diretto de L’Unità, il giornale fondato da Antonio
Gramsci. Dirigente del Pci, sarà Presidente della
Camera nel periodo 1976-1979, quello dei governi di solidarietà nazionale DC-PCI. Fu a lungo
l’organizzatore del Centro della Riforma dello
Stato, luogo di ricerca e confronto nella sinistra.
Sarà infine contrario allo scioglimento del PCI nei
primi anni novanta.
Come si vede, la sua storia è tutta interna al Partito Comunista Italiano, del quale per tanti anni è
stato una sorta di ideologo, pur se quasi sempre
minoritario.
La sua vocazione al dubbio ed alla ricerca si
espresse al suo meglio nella fase degli anni settanta ed ottanta, con alcuni libri che ebbero larga diffusione. Era la fase in cui la sinistra italiana ebbe
una egemonia sulla cultura e sulla politica, pur
non giungendo mai a governare.
Per scrivere questo articolo sono andato a cercare
quei libri nei miei scaffali, e mi ha incuriosito il
fatto che attraversano quattro decenni.
Masse e Potere, scritto nel 1977, è una sorta di elogio della partecipazione di massa alle istituzioni.
In quel decennio nascevano le Regioni, i consigli
di fabbrica dopo lo Statuto dei Lavoratori, i consigli di Istituto nelle Scuole e via di questo passo. Lo
stratega vero di tutto ciò fu proprio Ingrao, e nel
libro questo emerge decisamente. Fu un momento
di grande sintonia tra quei temi e la realtà sociale
ed istituzionale.
Tradizione e Progetto, scritto nel 1982, cerca un
dialogo con i nuovi soggetti ed i nuovi bisogni che
erano in quell’epoca rappresentati dai movimenti
per la Pace, in un momento in cui la guerra atomica sembrava possibili, i movimenti per l’ambiente, i movimenti per l’emancipazione delle donne e
per i diritti civili. Anche lì c’era uno stretto rapporto tra la teoria e la realtà, sempre nel tentativo
di portare quelle domande nelle istituzioni.
Appuntamenti di fine secolo, scritto con Rossana
Rossanda nel 1995, è già solo riflessione. La sconfitta storica del comunismo si è consumata, e
Ingrao non è più un dirigente politico di primo
piano. Continua però a cercare di capire il mondo,
con l’intenzione, sempre più velleitaria ormai, di
cambiarlo.
Infine Volevo la luna, scritto nel 2006, è la memoria e la storia del novecento, nel racconto appassionato di un protagonista, come si legge nella
controcopertina.
Cosa rimane allora di un personaggio come
Ingrao, e perché si continua a festeggiarlo nonostante la sua inattualità? Rimane una certa idea di
politica, fatta di passioni condivise, contrapposte
al professionismo politico corrotto di cui sono
piene le cronache. Rimane la voglia di cambiare il
mondo, di renderlo più vivibile e più umano. Passioni semplici, che però non sono più all’ordine
del giorno.
“La Piazza” - Aprile 2015
i cEnTO anni di PiETrO ingraO
“La Piazza” - Aprile 2015
Brevi
L’Angolo di Bruno
ABITUDINE
L’abitudine è mezza padrona del mondo. “Così
come faceva mio padre” È una delle grandi forze
che guidano il mondo. (M. D’Azeglio)
L’abitudine è figlia della pigrizia e madre della
costanza. (M. J. De Larra)
Prendere una abitudine è cominciare a cessare di
vivere. (M. De Unamuno)
Le qualità dell’animo non si possono acquistare con
l’abitudine; si perfezionano solamente. (B. Pascal)
La consuetudine è una seconda natura che distrugge la prima. (B. Pascal)
L’abitudine è in tutte le cose il miglior maestro. (Plinio il Vecchio)
La costanza di una abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità. (M. Proust)
L’abitudine è il surrogato della felicità. (A. Puskin)
Non nella novità, ma nell’abitudine troviamo i piaceri più grandi. (R. Radiguet)
La sola abitudine che si deve lasciar prendere è di
non prenderne nessuna. (J. J. Rousseau)
Le cose più dolci, divenute ordinarie, perdono il loro
grato piacere. (W. Shakespeare)
Una cattiva abitudine è come un dente guasto.
Toglitelo. (R. R. Powell)
L’abitudine è l’abitudine, e non si può sbatterla fuori
dalla finestra; bisogna, a forza di persuasione, farle
scendere le scale un gradino alla volta. (M. Twain)
Ricerca ………
Ricerca e raccolta di idee, pensieri ed opinioni
a cura di Bruno Testa
Cultura
di cristina nonni
Boom d’incassi e visitatori!
Il Decreto Franceschini in vigore dal 1° luglio ha
stabilito l’ingresso gratuito ogni prima domenica
del mese per la visita di monumenti, musei, gallerie, scavi archeologici, parchi e giardini monumentali patrimonio dello Stato.
Inoltre l’introduzione della rivoluzione tariffaria
nei musei dello Stato ha accelerato fortemente la
tendenza positiva all’aumento dei visitatori registrata nel 2014.
Vediamo quali sono le novità che hanno avuto
finalmente successo nella promozione della cultura italiana; ingresso gratuito tutte le prime domeniche del mese per tutti mentre negli altri giorni gratuito per minorenni e docenti.
Sopra i 18 anni pagano tutti, scompare infatti la
revisione dell’ingresso gratuito per gli over 65.
Scelta giustificata dal fatto che sembrerebbe che
ad usufruirne sarebbero soprattutto “facoltosi turisti stranieri over 65”. Agevolazioni per chi ha
un’età compresa tra i 18 e 25 anni, orari prolungati di due ore il venerdì (saranno aperti fino alle 22),
ed almeno due notti all’anno.
Queste regole non valgono per tutti i musei, esclusivamente per i musei statali.
Tantissime le strutture da poter visitare gratuitamente nei dintorni; Anfiteatro Flavio, Area archeologica di Veio, Santuario etrusco dell’Apollo,
Basilica sotterranea di Porta Maggiore, Domus
Aurea, Foro Romano, Galleria Borghese, Galleria
Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini,
Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Galleria Spada, Museo Nazionale di Castel
Sant’Angelo, Museo nazionale etrusco di Villa
Giulia, Museo nazionale romano delle Terme di
“La Piazza” - Aprile 2015
muSEi iTaliani
Diocleziano, Necropoli di Villa Doria Pamphili,
Tempio di Minerva Medica, Villa Adriana, Villa
d’Este e tantissimi altri musei, ville, giardini e luoghi d’interesse.
Finalmente una riforma che valorizza l’arte italiana ed il turismo! Dopo anni d’incuria e indifferenza verso il nostro patrimonio artistico finalmente
un pizzico di attenzione alla bellezza che ci circonda! Giriamo il mondo in cerca di qualcosa che
ci stupisca ma gira e rigira il panorama più bello lo
abbiamo a pochi passi da casa nostra; ad esempio
Roma, Caput mundi, città eterna, riassunto d’arte e
bellezza! I maggiori luoghi di cultura sono proprio
alle nostre spalle ma spesso sono gli ultimi a cui ci
interessiamo. Viaggiamo tanto ma la bellezza dell’Italia non si batte, siamo un paese invidiato da
tutti per il nostro patrimonio artistico, i più grandi
sono nati e morti in questo paese, ospitiamo le più
maestose opere architettoniche, siamo noi stessi
valore per il nostro paese, testimoni di un’arte che
non avrà mai fine!
Tramandiamo questi valori, riscopriamo gli antichi, facciamo della curiosità la nostra arma vincente! Approfittiamo di questa fantastica iniziativa, aperta a tutti, ricchi e poveri senza distinzione,
affinchè una visita di cultura possa permettersela
chiunque!
Ogni prima domenica del mese una tappa diversa
ti aspetta in tutt’Italia! Inizia da ciò che ti è più
vicino!
#DOMENICA AL MUSEO, mettilo in agenda,
dai valore alla tua domenica!!
“La Piazza” - Aprile 2015
Tradizioni
Entriamo in casa dei nostri
nonni e dei nostri genitori...
dal mio libro
“Ricette e Ricordi”
a cura di Maria Sistina Censi
alcune ricette
“ERVE” - ERBE MISTE DI CAMPO
• “cocozza” (cicci apicali e fiori delle piante di zucchine)
Erbe di campo lessate, poi ripassate in olio
con aglio e sale, a piacere si poteva aggiungere del peperoncino.
• “favi” (foglie tenere e fiori della stessa
pianta)
In alternativa le erbe di campo potevano
essere lessate e condite con il sale e l’olio a
crudo.
• “papampanu” (papavero)
• “pimpinella” (anice verde)
• “raperonzoli” (senape selvatica)
Nelle campagne, ieri come oggi, c’era una
grande ricchezza di erbe spontanee, ognuna
con specifiche qualità, molte di queste erbe
erano commestibili.
• “ramuracci” (ramolacci)
La più ricercata e anche più prelibata era la
cicoria, le altre erbe erano:
• “piscialettu” (tarassaco)
• “ruchetta” (rucola selvatica utilizzata
anche per insalata)
• “sfravi” (aspraggine)
• “pizzucari “ (tipo di cicoria)
• “ardica” (ortica)
• “vuraine “ (borragine)
• “ciavari” (erba delle cagne)
• “murcilusi” (fiori di borragine).
• “caccialepri”
• “cicci vitabili” (vitalba)
• “crispignu” (crespino)
• “crugni” (tipo di cicoria)
Curiosità: queste erbe miste permettevano di
alimentarsi con cibi ricchi di sali minerali e di
prenderne tutte le varie proprietà: diuretiche,
digestive, stimolanti per la bile e per il fegato, depurative, disintossicanti, lassative.
“ERVE MISTE” - ERBE MISTE
Altre erbe venivano usate nelle insalate, condite quindi solo con olio e sale:
• mazzocchi
• “porcacchia” (porcellana)
• “ciccivitabbili” (cicci apicali della vitalba)
• Tarassaco (solo le foglie tenere)
• rucola (solo le foglie tenere).
Tradizioni
“La Piazza” - Aprile 2015
Altre erbe venivano utilizzate per fare delle
frittate o dei sughi:
• “sparaci” (asparagi)
• “jupari” (luppoli)
• “lafani”.
“SPARACI” - ASPARAGI
Queste erbe si mangiavano volentieri, ma
non tanto per alimentarsi quanto per il piacere di assaporare gusti particolari (amarognoli o dolci):
• “Tanni” punte dei tralci della vite a primavera, a questi si toglieva la pellicina
e si gustavano crudi
• “Rudi” punte tenere del rovo, si preferivano quelle un po’ robuste in modo da
trovarne più sapore.
• Fiori di
1. “Vuraine” o borragine
2. Glicine
3. “Sammucu” o sambuco
4. “Robinia” o falsa acacia
I primi due tipi di fiori venivano succhiati per
la loro dolcezza, gli altri venivano utilizzati
per le insalate e le frittate.
Anche io ricordo di aver assaggiato e assaporato queste erbe e succhiato questi fiori
durante la mia infanzia.
“BRUCCULITTI SOCCOVATI” - BROCC O LETTI C O TTI NELLA PENTO LA
CON IL COPERCHIO
Ingredienti:
• Broccoletti
• Olio
• Sale
• Peperoncino
• Pomodoro
I broccoletti, una volta puliti, venivano messi
direttamente nella padella con olio, sale e
aglio, vi si aggiungeva qualche pomodorino.
Dice Maria: “di quelli appesi fuori il balcone
o in casa, riposti a corona durante il periodo
della raccolta”.
Si lasciavano cuocere “soccovati” cioè con la
pentola accoperchiata. A fine cottura, a piacere, si poteva aggiungere del peperoncino.
CURIOSITA’: i “brucculitti soccovati” erano
eccellenti (e lo sono ancora) per tutti coloro
ai quali piace l’amarognolo poiché quel tipo
di cottura li lasciava più amari.
“La Piazza” - Aprile 2015
Scuola
“La Piazza” - Aprile 2015
“La Piazza” - Aprile 2015
Scuola
Scuola
“La Piazza” - Aprile 2015
“La Piazza” - Aprile 2015
Scuola
Vicovaro
di roberto bontempi
Non è vero, come ci vogliono far credere, che la
gioventù sia un valore. La vita è un valore, a qualsiasi età. Se si sa vivere con il sorriso sulle labbra,
poi, senza prendersi troppo sul serio, allora il
valore è raddoppiato.
Per questo, lo spettacolo teatrale che la neonata
compagnia teatrale “I diversamente giovani” nata
in seno al Centro Anziani “Don Angelo Francorsi” di Vicovaro, ha messo in scena il 19, 20 e 21
marzo scorsi, è molto più che un semplice show.
È un inno alla vita.
L’impegno, la dedizione ma anche la bravura di
questi giovanotti, infatti, la loro vitalità, mi
hanno fatto venire in mente, per antitesi, le facce
svogliate di alcuni giovani ragazzi che conosco, privi di motivazione e desideri. Allora è vero: la vita non
coincide con l’età anagrafica.
“Che fine ha fatto Cenerentola?” è una piece originariamente scritta in dialetto romanesco che
Enrico Riccetelli, aiutato da Roberto Proietti, ha
“tradotto” in vicovarese, non solo adattandone
la lingua, ma anche i luoghi e i personaggi,
facendo rivivere alcuni indimenticati protagonisti della tradizione. La storia ha al suo centro
una Cenerentola (Mimma Proietti Panatta) un
po’ avanti con l’età, piena di acciacchi e di ricordi, in un castello ormai fatiscente, che richiama
una fatina (Annamaria Proietti Mattia) anch’essa invecchiata e un po’ arrugginita nelle sue arti
magiche che, prima di esaudire la richiesta di
Cenerentola di far tornare il suo Principe ormai morto da anni, ne combinerà di tutti i colori, portando in
scena i personaggi più incredibili. Da “Trucco” (Pietro Lori), lo storico banditore pubblico del Comune
di Vicovaro, alle sorellastre di Cenerentola, passando per Massimo Zucchi e “Garibaldi” (interpretati da
Luigi Ciucci), altri indimenticati personaggi della storia vicovarese, le sorellastre di Cenerentola (Dalila Scardala e Amalia Ziantoni), Biancaneve (ancora Amalia Ziantoni), Cappuccetto Rosso (Quintilina
Ciucci), la strega (Margherita Moltoni). Tutto intervallato da alcune canzoni della tradizione vicovarese
interpretate dal coro “Don Angelo Francorsi”
con Roberto Proietti alla chitarra e Giancarlo De
Santis alla voce. Alla fine, dopo tanti tentativi
falliti, ci sarà il tanto sospirato lieto fine e tutti
vissero felici e contenti ballando sulle note di
Jimmy Fontana.
I diversamente giovani hanno curato tutto nei dettagli: dalla scenografia ai costumi, cuciti da Rita,
la moglie di Enrico Riccetelli, le musiche, per le
quali hanno dato una mano le figlie di Enrico
Giuseppina e Silvia, mostrando abilità, passione e
voglia di divertirsi. Uno spettacolo divertente che
trasmette allegria che va assolutamente ripetuto
al più presto in una location più adeguata.
“La Piazza” - Aprile 2015
chE FinE ha FaTTO cEnErEnTOla?
“La Piazza” - Aprile 2015
Vicovaro
dE SimOnE a TuTTO camPO
di roberto bontempi
I L C ON V E N T O ? O R G OG L IO SI D I P OT E R L O G E S T IR E : N ON L O S N A T U RE RE MO.
P R EST O I L A V OR I P ER L A P I SC IN A . P E R L E A N T EN N E C’È A N C OR A DA L A V OR A R E.
A MAGGIO NUO VA I MPRESA NEL LA GESTIO NE DEI RIFIUTI.
MI NOR A NZA ? UN D IS CO R OT T O
(26/03/2015) Incontro il Sindaco De Simone nel suo
ufficio in un piovoso pomeriggio di inizio primavera. È la
prima volta, dalle Primarie dello scorso anno, che mi
chiede un’intervista e, da politico esperto qual è, non si
è sottratto ad alcuna domanda.
Cominciamo dall’inizio: l’8 marzo 2014 ci sono
state le Primarie del Centrosinistra a Vicovaro. C’è
stata una grande partecipazione e si sono confrontate due linee diverse, inconciliabili, ed oggi il
Circolo è diviso con un’opposizione interna piuttosto critica…
«Sembra ieri ed invece è passato più di un anno… In
quelle elezioni, uniche per partecipazione popolare,
non è stata scelta una persona ma un progetto: già in
quella sede ho avuto subito una posizione chiara prendendo le distanze dal “doppio fallimento” dell’allora
Maggioranza e dell’opposizione della lista
Rinnovamento, cosa che il mio avversario non fece.
Alla fine la nostra posizione si è confermata quella vincente sia alle Primarie che alle Comunali del 25 maggio. Anche per questa legittimazione chiara, non credo
si possa continuare a sostenere ancora la linea uscita
sconfitta o quantomeno non si può pretendere di avere
ruoli o cariche all’interno del Circolo quando i cittadini
hanno scelto un’altra posizione. L’elezione di Luigi
Gentili a segretario, alla quale, per la carica che rivesto,
non ho partecipato in prima persona astenendomi e
che continua ad essere criticata da alcuni all’interno
della Sezione, è semplicemente l’evoluzione coerente
della linea uscita vincitrice dalle Primarie: non poteva
essere altrimenti! Tra l’altro Gentili sta lavorando benissimo e si sta facendo già apprezzare nella federazione
provinciale, dove viene spesso chiamato come formatore dei giovani quadri. Stupiscono, pertanto, certi
attacchi alla mia persona. Detto ciò, ora bisogna solamente capire se l’opposizione creatasi nel PD vicovarese sia ancora da considerarsi interna al partito o già
esterna ad esso…».
In questi primi 10 mesi ci sono tante questioni
aperte, alcuni argomenti scottanti spesso usati dall’opposizione per criticare il vostro operato…
«Un paio di premesse sono d’obbligo: innanzitutto vorrei dire che lo spirito, l’entusiasmo della mia squadra,
una squadra con tante donne e tanti giovani alla prima
esperienza politica di cui vado fierissimo, è ancora
acceso e siamo determinati e carichi al punto giusto
per rispondere alle attese
di cambiamento che la
nostra elezione ha suscitato. Poi bisogna sottolineare che il dibattito sollevato dalla minoranza mi
sembra spesso “fuori
asse”: di solito ci si confronta, anche duramente,
sul merito di ciò che chi
governa sceglie di fare o
non fare, invece in questo caso siamo in presenza di
una minoranza, dentro e fuori il Consiglio, che tira fuori
sempre quegli stessi quattro-cinque argomenti, che
non sono la priorità del paese, per attaccare la mia persona, come se la campagna elettorale non fosse ancora finita, segno che l’elaborazione del lutto non è ancora conclusa... Ad ogni modo sono pronto a rispondere
su ogni questione».
Tra gli argomenti “caldi” c’è sicuramente la situazione del Convento di San Cosimato, con la
sentenza del TAR che ha ceduto al Comune la
struttura…
«Non ho la minima intenzione di contraddire una sentenza del TAR! A suo tempo ero convinto che non ci
fossero le motivazioni per intraprendere l’azione di
ricorso della vecchia maggioranza ma oggi prendo
atto della decisione del Tribunale. Tra l’altro, ho talmente un’alta considerazione di quel sito, che considero una delle perle della Valle dell’Aniene, dell’intera
Provincia e non solo, che il fatto che tornerà ad essere a disposizione del Comune non può che farmi piacere. Ad ogni modo non voglio inserirmi in una polemica sulla destinazione d’uso del Convento che terminerà non appena il Consiglio di Stato, cui hanno
presentato ricorso i Frati Minori, si pronuncerà in
modo definitivo. Tra l’altro, non è vero che non stiamo
facendo nulla: innanzitutto non paghiamo più il canone d’affitto, poi con l’intervento di 300.000 euro per la
messa in sicurezza e la sistemazione degli eremi,
abbiamo già intrapreso un percorso chiaro di valorizzazione di un luogo straordinario che si svilupperà
tenendo conto della sua vocazione ricettiva, storica e
religiosa . C’è un inganno, però, nella polemica della
minoranza che voglio sottolineare: deve essere chiaro che, dal momento che la disputa in corso è tra i frati
e il Comune, dopo la sentenza definitiva, se, come
Vicovaro
È ancora aperta la discussione sulle antenne e la
delocalizzazione dell’impianto di via Verdi: molti
sostengono che è soprattutto grazie ai voti del
Comitato che hai vinto le ultime elezioni, per cui
una risposta nei confronti di queste persone sembra d’obbligo…
«In effetti questo è un argomento importante e delicato. È quasi un assillo per me... Da quando ci siamo
insediati ci stiamo muovendo per risolvere nel migliore
dei modi una situazione complessa. Abbiamo scelto la
strada più lunga ma più efficace: quella della trattativa
e della trasparenza. Abbiamo deciso di metterci attorno
ad un tavolo con le aziende interessate e comunicato a
tutti i cittadini in tempo reale le conclusioni degli incontri avuti finora. Tutti possono leggere tutto. Sapete bene
che c’è un Regolamento comunale in materia, approvato in modo trasversale dal Consiglio comunale, che
le aziende reputano troppo limitante e che hanno sottoposto all’attenzione del TAR. Era una questione che
speravamo di risolvere in tempi più brevi ma, dopo l’imminente approvazione del Bilancio, contiamo di recuperare il tempo perso».
In campagna elettorale era spuntato di nuovo fuori
il discorso outlet: cosa ci puoi dire a proposito?
«In effetti era spuntato un pannello informativo nel
luogo dove è destinata a sorgere la struttura, ma è tutta
una questione interna alla ex maggioranza: miracoli da
campagna elettorale! Di concreto non c’è niente di
nuovo da aggiungere: la proprietà ha confermato la
volontà di costruire, ormai ostacoli di ordine burocratico non ve ne sono più, deve solo decidersi.
Personalmente, se nel 2009 ero convinto che un outlet
in quella zona potesse essere una forte occasione di
sviluppo, ora, alla luce della crisi maturata in questi ultimi anni, nutro qualche dubbio in proposito. Ma, ripeto,
l’amministrazione non è chiamata in causa direttamente per questa questione».
Le difficoltà della raccolta differenziata sono, purtroppo, sempre attuali. Ci saranno novità?
«L’Unione dei Comuni ha espletato la gara d’appalto
e, dai primi di maggio, ci sarà una nuova impresa ad
occuparsi del servizio di raccolta differenziata. Mi
auguro che la situazione possa migliorare al più presto anche perché negli ultimi anni non sono mancati i
problemi e le criticità. Al fine di migliorare il servizio è
stata individuata una figura tecnica, all’interno
dell’Unione, che avrà il compito, tra gli altri, di occuparsi e vigilare in primis sulla questione dei rifiuti.
Voglio precisare qui che la gestione associata dei servizi tra i Comuni è in una fase di evoluzione: il legislatore sta cambiando un assetto degli enti locali che fino
a qualche anno fa era piuttosto stabile. In questo
senso, dopo la gestione quasi dispotica del mio predecessore, che pensava bastasse ricoprire in pianta
stabile la carica di Presidente dell’Unione per dare a
Vicovaro quel protagonismo e quella centralità che
merita, siamo tornati ad una normalizzazione della
situazione che, ne sono certo, permetterà ai comuni
dell’Unione di raggiungere insieme nuovi importanti
traguardi».
Quali sono le cose di cui vai più fiero di questi primi
dieci mesi di amministrazione?
«Ne cito solo tre. Innanzitutto credo che abbiamo restituito un nuovo clima di fiducia e rispetto tra istituzione
comunale e cittadini: la nostra e mia personale presenza quotidiana tra la gente, nelle iniziative di tutte le
associazioni ed anche, perché no, questo nuovo modo
di comunicare attraverso i social network, che pure
alcuni criticano, sono tutti segnali che hanno la finalità
di coinvolgere ed informare in modo veloce e limpido i
cittadini su quello che accade all’interno dell’amministrazione, renderli protagonisti e mostrare loro vicinanza. Questo non è un aspetto scontato e credo sia
importante e addirittura doveroso per chi ricopre un
ruolo istituzionale. È certamente una rottura netta
rispetto al passato.
Mi ha fatto molto piacere, poi, conferire le onorificenze
il 25 gennaio scorso, a dei personaggi vicovaresi che
si sono distinti nei vari campi della vita del nostro
paese. È stato un modo per ricreare uno spirito di
comunità, di senso di appartenenza: Vicovaro è ricco
di personalità originali, anche oggi ci sono tanti giovani che sono apprezzati anche all’estero: portare alla
luce questi esempi e riconoscersi in loro può gettare le
basi per rinnovare l’orgoglio di essere vicovaresi. Le
polemiche dell’opposizione in questo caso mi sono
parse davvero strumentali ed è stato un peccato che la
minoranza non abbia nemmeno partecipato al
Consiglio comunale in cui si è deciso tutto questo,
anche perché le persone scelte non saranno le sole né
le ultime, pertanto si è persa un’occasione. I cittadini,
però, hanno risposto positivamente, pertanto la strada
ci sembra quella giusta.
Infine, sono molto orgoglioso di tutto discorso, collegato tra l’altro con il Convento di San Cosimato, sul
Cammino di San Benedetto, un argomento di cui
avevo una conoscenza solo superficiale ma che mi
ha aperto un mondo e che, ne sono certo, può rappresentare davvero un volano di crescita per il nostro
territorio».
E guardando avanti? Cosa ci dobbiamo aspettare?
«Sempre parlando di storia e riscoperta delle radici,
siamo tornati ad investire sul nuovo Premio
Marcantonio Sabellico ed è in preparazione un progetto con una ventina di studenti universitari vicovaresi di cui parleremo presto; poi c’è tutto il lavoro di
Alessandro Mazziotti sui “Suoni dell’Anio” e la tradizione della zampogna vicovarese. Inoltre rinnoveremo la sala consiliare e predisporremo un sistema di
videoripresa che consentirà la trasmissione in streaming delle sedute del Consiglio.
Infine presto contiamo di sbloccare i lavori per la
costruzione della piscina. Non lasceremo da parte
nessuna questione».
“La Piazza” - Aprile 2015
credo, sarà confermata la decisione del TAR, a non
aver più la gestione del Convento saranno i frati, non
altri…».
“La Piazza” - Aprile 2015
Vicovaro
rESidui aTTiVi E PaSSiVi
di dr. antonio lavorato (Responsabile Area Economico – Finanziario Comune di Vicovaro (RM))
Con l’avvio dell’armonizzazione delle regole contabili operata con il D.Lgs 118/2011 poi modificato dal D.Lgs
126/2014, si è resa disponibile una importante occasione per rendere leggibili e coerenti con i principi di trasparenza, attendibilità e veridicità i conti degli enti territoriali interessati dalla riforma.
In questo senso, ha dato una ulteriore spinta anche la Corte dei conti Sezione Autonomie con la delibera
n. 4 dello scorso 17 febbraio 2015, attraverso la quale ha voluto fornire agli enti locali uno strumento di orientamento per affrontare correttamente le operazioni di riaccertamento straordinario dei residui.
Il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi va effettuato al 1° gennaio 2015 con delibera di giunta comunale contestualmente, cioè lo stesso giorno, all’approvazione del rendiconto 2014 in consiglio comunale e la cui scadenza è il prossimo 30 aprile.
Il procedimento di riaccertamento straordinario è molto importante perché consente di dare piena attuazione al
principio della competenza finanziaria cosiddetta potenziata. Cioè rappresenta il vero passaggio alla nuova contabilità proiettando le fasi della programmazione, gestione e rendicontazione dell’ente verso un’ottica di maggiore efficienza nella gestione equilibrata dei flussi di cassa nonché di efficacia nella capacità di soddisfare al
meglio le esigenze collettive.
Per ciò che riguarda i residui attivi devono essere individuati solo quelli che:
Non corrispondono ad obbligazioni perfezionate e scadute alla data del 1° gennaio 2015;
Non corrispondono a crediti scaduti ed esigibili negli anni di provenienza e necessitano di una reimputazione ad esercizi successivi, ma antecedenti al 2015, anno in cui si effettua il riaccertamento straordinario;
Corrispondono a entrate esigibili nell’esercizio 2015 o in esercizi futuri e successivi a quello in cui si effettua il riaccertamento straordinario;
Risultano di dubbia e difficile esazione e necessitano di una determinazione oggettiva e puntuale ai fini del
concorso alla definizione del risultato di gestione e di amministrazione e, pertanto, devono essere assoggettati ad una adeguata “svalutazione”.
In particolare i crediti di dubbia e difficile esazione trovano compensazione con la costituzione del fondo crediti di dubbia esigibilità collocato nella spesa corrente e almeno pari all’importo derivante dalla valutazione del
trend storico del quinquennio precedente sulle entrate con criticità nella riscossione. In questo modo viene
impedito l’uso di risorse fittizie per finanziare la spesa determinando una strutturale situazione di deficitarietà
dell’ente con effetti sugli equilibri sia di competenza che di cassa.
Per ciò che riguarda i residui passivi devono essere individuati solo quelli che:
Corrispondono a obbligazioni giuridiche perfezionate ma non scadute ed esigibili;
Corrispondono a obbligazioni giuridiche perfezionate che scadono e divengono esigibili in esercizi successivi a quello in cui si effettua il riaccertamento straordinario;
Si riferiscono ad accantonamenti di risorse a cui non corrispondono obbligazioni giuridiche perfezionate;
Non corrispondono a obbligazioni giuridiche perfezionate perché riferibili a impegni “tecnici o impropri”
consentiti dall’ordinamento vigente nel 2014 (art. 183 commi 3 e 5 del D.Lgs 267/2000).
Quindi, l’operazione di riaccertamento dei residui attivi e passivi, nel suo complesso, deve rappresentare crediti e debiti effettivi ed esigibili dell’ente nei confronti di terzi e costituire il punto di partenza della nuova programmazione e gestione delle entrate e delle spese pubbliche secondo il principio della competenza potenziata.
Questo principio pone l’accento su crediti e debiti scaduti abbandonando la tradizione di una contabilità di
diritto fatta di crediti e debiti potenziali. Cioè, questi crediti e debiti devono poter garantire, tra loro, un
perfetto equilibrio di flussi finanziari.
È del tutto evidente come questo procedimento, lungi dall’essere considerato come un mero esercizio contabile
di competenza delle ragionerie, è al contrario un’operazione tesa a riportare piena chiarezza nella reale dimensione degli equilibri di bilancio degli enti locali. Per tale motivo la Sezione Autonomie ha sottolineato più volte
la necessità di coinvolgere nel riaccertamento straordinario tutti i responsabili di gestione, in un puntuale e rigoroso lavoro di revisione contabile. Il riaccertamento straordinario deve quindi caratterizzarsi per un percorso di
consapevolezza e di responsabilità diffuse, nell’ambito del quale gli organi di revisione e i responsabili finanziari assumono un ruolo di coordinamento e propulsione nei confronti degli altri attori coinvolti nel processo.
Tivoli
di Valentina Torella
È proprio il caso di dirlo...
“Happy Birthday” Tivoli.
Infatti proprio in questi giorni la nostra
beneamata cittadina sta festeggiando il
suo 3230° compleanno, meglio conosciuto come “Natale di Tivoli” che si celebrerà con numerose manifestazioni, celebrazioni, concerti, eventi, mostre,
spettacoli, visite guidate e incontri.
Il tutto si svolgerà fino al 6 giugno mentre
il 9 aprile si è già svolta la celebrazione
ufficiale in cui è stata anche inserita la
cerimonia per il 71° anniversario dei
bombardamenti di Tivoli con l’inaugurazione di una lapide alla memoria delle vittime da parte dell’Amministrazione comunale.
In tutto le manifestazioni saranno più di
40 e come ha spiegato l’assessore Urbano
Barberini, in questo periodo di intensi
festeggiamenti si respira in città un’aria di
fermento e voglia di partecipare sia ai
numerosi eventi inerenti a tale occasione
sia a tutte le altre manifestazioni che si
sono sovrapposte a quelle di cui sopra; ad
esempio la rassegna teatrale, riaperta a
Tivoli dopo non si sa quanto tempo, e la
riapertura del celebre Santuario di Ercole
Vincitore che darà vita ad un polo culturale di enorme importanza anche a livello
internazionale.
E dopo il freddo invernale, le numerose
piogge e la voglia “matta” di poltrire tra le
coperte, finalmente il sole, la luce e tanta
tanta voglia di andare a passeggio per
godere delle gioie e le bellezze che la
nostra “Superba”, “mamma” affezionata
da sempre a tutti i suoi cittadini, ci offre.
E chi vuol esser lieto sia...
“La Piazza” - Aprile 2015
3230 ... E nOn SEnTirli
“La Piazza” - Aprile 2015
Tivoli
Fausto bertinotti e don roberto donadoni
parlano del loro libro “Sempre daccapo”
di claudia crocchianti
La splendida cornice di Villa D’Este martedì
24 è stata protagonista del secondo incontro degli scrittori dove a essere ospitato Fausto Bertinotti. Un incontro emozionante per
coloro che lo hanno conosciuto attraverso i
racconti dei propri padri e per coloro che
hanno vissuto quel periodo politico. Fausto
ha presentato il suo libro “Sempre Daccapo”,
scritto a quatto mani con Don Roberto
Donadoni, ossia un dialogo fra credenti e
non credenti. Come ha spiegato Don Roberto questo libro è nato per caso. “Ho incontrato Fausto in un ristorante e gli ho proposto l’idea di questo libro, all’inizio mi ha
detto no e poi ha accettato.” Sicuramente
Bertinotti è legato alla politica all’importanza dei partiti anche se sa che la sinistra vera
quella in cui si riconosceva il popolo non c’è
più. Il vero problema, come ha spiegato Bertinotti che abbiamo oggi è ricostruire la
democrazia e abbattere le diseguaglianze.
Oggi quei pochi che vanno a votare votano i
partiti di protesta e questo ci fa capire vera-
mente come si sentono i cittadini. Tante le
domande rivolte a lui dal giornalista Anversa che ha mediato l’incontro insieme a Pino
Strabioli e quella che ha colpito di più è riferita a cosa significhi per lui essere comunista oggi e soprattutto la sua risposta, ossia
per il comunista conta il viaggio e cercare
l’isola. I giovani soprattutto hanno bisogno
di approdare su un’isola dove vengono capiti e compresi e dove possono riconoscersi,
se oggi ci sono più movimenti politici o liste
civiche un motivo sicuramente c’è.
corrado augias ha aperto “Tivoli incontra”
di claudia crocchianti
Corrado Augias venerdì ventisette ha aperto il tour
degli incontri con gli scrittori, organizzato dall’Assessore alla Cultura e Turismo Urbano Barberini, promosso
dall’Assessorato alla cultura e al turismo e organizzato
con la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Roma, Frosinone, Latina e
Viterbo e con la Direzione della villa per presentare il
suo ultimo romanzo “Il alto oscuro del cuore”.Augias,un
intellettuale, uno scrittore e un giornalista che riesce a
parlare apertamente con il pubblico e come si è potuto
notare dall’incontro ha risposto tranquillamente alle
persone curiose in sala che gli hanno posto varie
domande. Quello che infatti lo rappresenta è la curiosità perché è proprio questa che lo spinge a documentarsi sempre di più per i suoi libri. Naturalmente parliamo
di documenti cartacei, con internet come fonte non ha
ottimi rapporti. Per lui è importante proprio la psicologia
e la psicoanalisi perché attraverso di essa si riesce a
trovare il male oscuro, ossia quello che si rimuove della
propria vita.
Attualità
di debora d’Errico
Come un essere vivente, anche le parole che oggi utilizziamo
per comunicare qualcosa a qualcuno con l’andar del tempo
subiscono delle trasformazioni: possono ampliare di significato, essere sostituite da altre, nascere direttamente da un nuovo
fenomeno sociale (per esempio la parola femminicidio) o
avere diverse sfumature di significato a seconda dell’utilizzo
che si fa o del contesto in cui è collocata la parola oppure
andare incontro al triste destino di consegnarsi all’oblio.
Alcune parole che un tempo erano di uso comune, ormai, sono
diventate inutilizzabili e ciò accade per quei termini che indicavano degli oggetti che ad oggi non fanno più parte della
nostra quotidianità. La parola “audiocassetta”, per esempio, è
stata sostituita dalla parola inglese “cd-rom”, o il termine giovanile ”paninaro” che indicava un modo tipico di vestirsi negli anni ottanta è caduto in completo disuso perché non più necessario. In questi casi quando si ha voglia di ricordare, di condividere un ricordo, è la memoria che riporta a galla alcune parole che
rievocano oggetti ormai scomparsi completamente dalla nostra vista. Oggi, la tv, la pubblicità e la stessa
politica sono diventati portatori, innovatori, inventori di nuove parole che sono entrate a far parte del
nostro lessico quotidiano. Prendiamo la parola “rottamare”: il suo sostantivo “rottame” indica e indicava
fin dal cinquecento un ammasso di cose rotte o una persona visibilmente provata sia moralmente sia fisicamente, ancora oggi si usa dire”mi sento un rottame”. Intorno agli anni novanta del novecento l’utilizzo
di questa parola (rottamare) entra nel gergo giornalistico con un nuovo significato ossia come volontà di
disfarsi di una persona che da troppo tempo cavalca la politica. Oggi questa parola è largamente utilizzata più per indicare la volontà di allontanare un gruppo dirigente considerato antiquato, quindi presente
sulla scena politica da troppi anni, che allo sfasciacarrozze. Stessa cosa per il termine “velina”! In un primo
momento alla maggior parte delle persone verrebbe in mente di associare tale termine alle ragazze di “striscia la notizia” e non ad una carta sottile, semitrasparente. La simpatica parola “tronista” è entrata a far
parte del nostro lessico per opera della televisione, del famoso programma pomeridiano della De Filippi,
il termine sta ad indicare una persona di bella presenza. Nel 2014 nella nuova versione del vocabolario
Zanichelli sono entrati a far parte circa 1500 parole nuove, figlie della nuova società, dei modi di dire, del
politichese come abbiamo detto poco sopra e delle nuove tecnologie. In netto aumento anche l’utilizzo dei
termini angloamericani a dimostrazione che l’Italia si conferma un paese esterofilo che guarda all’estero
più di quanto dovrebbe guardare in casa sua! Vi ricordate il ministro Fornero quando esortò i giovani ad
essere meno “choosy”? Chi sapeva all’istante il significato di questa simpatica parolina? Esortare ad essere meno schizzinosi o meno esigente forse non rendeva bene il concetto. L’inglese risulta sia più conciso,
più sintetico dell’Italiano ma un attento osservatore di pubblicità avrà notato che in questi giorni in televisione viene trasmessa un’interessante pubblicità sponsorizzata dalla costa crociera che mette in risalto
alcune nostre semplici parole dimostrando che anche con “il modo Italiano” di dire le cose è possibile
descrivere situazioni e oggetti senza necessariamente far ricorso ad un idioma che non ci appartiene.
L’abuso di termini stranieri nel nostro contesto comunicativo, per alcuni potrebbe rappresentare motivo di
prestigio o dare l’impressione di essere a pari passo con la modernità ma potrebbe nello stesso momento
rappresentare un ostacolo per la comprensione di un testo scritto o parlato poiché non tutti siamo ferrati o
abbiamo dimestichezza con la lingua inglese. E pensare che la nostra lingua è la quarta più studiata al
mondo perché perdere questo patrimonio? Ovviamente senza tralasciare la ricchezza del bilinguismo ma
perché togliere lo spazio alle nostre radici? Pensa a una frase: “ prepara i file e trova la location giusta,
organizza un quick lunch e poi cominciamo lo show” quando si potrebbe dire “prepara i documenti trova
il posto giusto e organizza un pranzo veloce e poi cominciamo lo spettacolo”. Risulta troppo complicato
da dire? Sicuramente parlare più lingue non può far altro che rappresentare un vantaggio quando ti ritrovi
altrove ma impastare la lingua italiana di termini inglesi in un paese che non tanto se la cava con la lingua
straniera più che agevolare la comunicazione, la complica! Per fortuna che a far tesoro delle nostre parole ci pensa il “Grande Dizionario della Lingua Italiana” del Battaglia, un’opera monumentale della lessicografia italiana in ventuno volumi che supera per imponenza “l’Oxford English Dictionary”.
“La Piazza” - Aprile 2015
#ParlacOmEmangi
“La Piazza” - Aprile 2015
Associazione Noi Lilith
Associazione Noi Lilith
“La Piazza” - Aprile 2015
“La Piazza” - Aprile 2015
Pro-Loco
PrOcESSiOnE dEl VEnErdi SanTO
“La Piazza” - Aprile 2015
PrO-lOcO caSTEl madama
“Si ringraziano tutti i commercianti, gli studi
tecnici, commerciali e professionali in genere che con il loro contributo hanno permesso la realizzazione della manifestazione
del Venerdì Santo.”
“La Piazza” - Aprile 2015
Centro Anziani
Centro Anziani
“La Piazza” - Aprile 2015
“La Piazza” - Aprile 2015
Psicologia
F.O.m.O.: la nuova ansia sociale
di roberta moriconi
Negli ultimi anni il sopravvento dei social network, come Facebook, Twitter, Instagram ed altri,
ci ha permesso di essere quotidianamente aggiornati sulle attività, sugli impegni e sui gusti altrui.
Ma al tempo stesso il proliferare dei social network ha portato alcuni studiosi americani, tra cui
lo scienziato sociale Andrew Przybylski, insieme
a ricercatori dell’Università della California a
coniare l’acronimo F.O.M.O., che sta per “Fear of
missing out”, cioè paura dell’essere tagliato fuori.
Secondo Dan Ariely, docente di psicologia della
Duke University, si tratterebbe di una nuova
nevrosi, a cui gli utenti dei social network sono
esposti. Essa consiste nel sentimento di solitudine
che la socialità digitale può, a volte, veicolare.
Il termine sta ad indicare un disordine psicologico, causato dall’uso troppo frequente della tecnologia; alla base c’è il pensiero costante che gli altri
stanno facendo qualcosa di più interessante rispetto a quello che stiamo facendo noi e pertanto noi
ci stiamo perdendo qualcosa. Tutto ciò può generare in noi la cosiddetta F.O.M.O., la paura di non
vivere al meglio come gli altri.
Prima della comparsa dei social network ad esempio ci si trovava il lunedì mattina al lavoro con i
colleghi davanti ad una tazzina di caffè ed ognuno
riportava le proprie esperienze vissute nel fine settimana, adesso, con i social network, si ha l’immediatezza dell’istante.
Secondo lo studio del centro americano un utente
medio guarda lo smartphone circa 150 volte al
giorno, una volta ogni 6 minuti. Gli utenti spesso
sono consumati dal bisogno ossessivo di controllare ciò che gli altri stanno facendo.
In Italia non esistono ricerche sulla FOMO, ma
molte persone avvertono lo stesso disagio sociale.
In una altra recente ricerca britannica, è emerso,
come il numero di ore che le persone trascorrono
interagendo faccia a faccia con gli altri si sia ridotto drasticamente dal 1987, parallelamente alla diffusione dei mezzi elettronici.
In meno di vent’anni è triplicato il numero di individui che affermano di non avere nessuno con cui
discutere di problemi importanti e si rifugiano nei
social network, adolescenti in cerca di sconosciuti
con cui parlare del proprio disagio adolescenziale,
adulti che si costruiscono un mondo virtuale perché quello che c’è fuori, cioè la realtà, li spaventa.
Pertanto per non incorrere in questo tipo di disagio è necessario ripristinare un giusto rapporto
con la tecnologia e i social network, cercando di
capire che, anziché renderci più sociali, questi
strumenti tecnologici possono accentuare un
senso di solitudine e di opportunità mancate.
Contro la sindrome FOMO, una studiosa delle
relazioni sociali la Turkle, propone di cominciare
con piccoli esercizi quotidiani, come ad esempio
imparare a separarci ogni tanto dal nostro smartphone, per riprendere il controllo su noi stessi.
Cultura
Fino al 21 giugno 2015, con la grande mostra “Matisse. Arabesque” le Scuderie del Quirinale presentano
circa 100 opere tra dipinti, disegni e costumi teatrali riferiti all’intero arco della produzione artistica di
Henri Matisse. Saranno riuniti capolavori provenienti dai più prestigiosi musei americani ed europei, con
un contributo particolarmente rilevante del Museo Pushkin di Mosca e dell’Ermitage di San Pietroburgo le
cui collezioni matissiane sono tra le più ricche e importanti al mondo.
La mostra racconta la fascinazione dell’Oriente negli occhi occidentali di Matisse, pittore rivoluzionario nella storia del
Novecento, autonomo e distinto
rispetto alle principali avanguardie storiche, lontano tanto dal
rigore prospettico classicista
quanto dalla decostruzione formale del cubismo, capace di concepire una nuova idea di spazio
ispirandosi a modelli esotici di
antica e fiabesca bellezza. L’esposizione ha l’obiettivo di
mostrare come il motivo della decorazione coniugato sulle suggestioni orientaliste diventi per l’artista la
ragione prima di una radicale indagine sulla pittura. Dai moduli decorativi di civiltà antiche e lontane,
Matisse coglierà i principi di rappresentazione di una spazialità nuova che gli consentirà di superare la pittura intimistica di tradizione ottocentesca.
Capolavori assoluti come Ragazza con copricapo persiano (1915-16; Gerusalemme, Israel Museum);
Zorah sulla terrazza (1912; Mosca, Museo Pushkin); Marocchino in verde (1912; San Pietroburgo, Ermitage); Pervinche-Giardino marocchino (1912; New York, MoMA); Paravento moresco (1917-1921; Philadelphia Museum of Art) descrivono la straordinaria capacità di Matisse di evocare mondi di antica e fiabesca bellezza attraverso l’invenzione di uno spazio pittorico ispirato alla tradizione decorativa nord-africana
e medio-orientale. Mentre opere altrettanto celebri come Ritratto di Yvonne Landsberg (1914; Philadelphia
Museum of Art) o Fruttiera ed edera in fiore (1941; Torino, Pinacoteca Agnelli) rendono evidente come lo
sguardo dell’artista si sia spinto all’osservazione di culture ancor più lontane e misteriose, come quelle dell’Africa centrale o dell’Estremo Oriente.
La ben nota fascinazione dell’artista per il mondo della decorazione tessile è raccontata attraverso la sua
collaborazione con i Balletti Russi; Matisse ha lavorato infatti ai costumi per il balletto Le chant du rossignol messo in scena nel 1920 dalla compagnia di Diaghilev con musiche di Stravinsky e coreografie di
Massine.
“Matisse. Arabesque” si presenta come una rassegna completa e articolata di capolavori che con continui
rimandi visivi a manufatti di culture figurative esotiche farà rivivere il fasto e l’eleganza di mondi antichi,
esaltati dallo sguardo visionario, profondo e straordinariamente contemporaneo di un artista geniale come
Henri Matisse.
“La Piazza” - Aprile 2015
matisse. arabesque. di ivo Santolamazza
Orario: 10.00 - 20.00 da domenica a giovedì; 10.00 - 22.30 venerdì e sabato.
Biglietto d’ingresso: intero Euro
12.00; ridotto Euro 9.50 (giovani
fino a 26 anni, adulti oltre i 65
anni, insegnanti in attività esclusi professori universitari, gruppi
convenzionati, forze dell’ordine
e militari con tessera di riconoscimento, gruppi dal lunedì al
venerdì Euro 9,50 per persona
con prenotazione obbligatoria a
pagamento).
“La Piazza” - Aprile 2015
Pallavolo
Sul FilO di lana!!!
di Francesco Santolamazza
Quest’anno ci sarà da soffrire e combattere su tutti i
campionati fino alla fine, i risultati rimarranno in bilico
fino all’ultima giornata! Procediamo con ordine, partendo dai ragazzi della prima divisione maschile, che
affrontano dopo una lunga serie di vittorie la Polisportiva Icaro, la squadra che ci precede con soli 3 punti in
classifica. La gara nel 1° set è molto combattuta, ma
grazie ad una accelerazione nel finale portiamo a casa
il set; nel 2° set c’è l’episodio che cambia la gara l’inerzia della gara, siamo in vantaggio 16/10 e Andrea Ferrazzi riceve una gomitata alla nuca, l’avversario riceve
il cartellino rosso per comportamento antisportivo
(nella pallavolo il cartellino rosso porta solo alla perdita
di un punto e della battuta, non determina l’esclusione
dalla gara), questo episodio invece di darci la forza per
portare a casa il risultato ci spegne; i nostri ragazzi
commettono errori sciocchi e consentono agli avversari rimontare e vincere il set, anche grazie ad un comportamento antisportivo e scorretto, che effettuano
interrompendo continuamente il gioco, riuscendo a far
innervosire i nostri! La situazione prosegue anche nel
3°set, gli avversari proseguono nelle loro “sceneggiate
napoletane” e i nostri non reagiscono, l’unico a combattere è Gabriele Cara, che tenta di reagire alle difficoltà, ma nonostante un ottimo prestazione perdiamo
anche il 3° set! Nel 4° set reagiamo con la giusta cattiveria e portiamo a casa il set; si arriva al 5° parziale e
ci portiamo in vantaggio 6/2, la partita è praticamente
finita, ma riusciamo, causa deconcentrazione, a farci
rimontare di nuovo, portando la partita ai vantaggi e sul
18/17 per gli avversari, il nostro bomber Salinetti colpisce con il piede un pallone che stava cadendo fuori dal
campo è perdiamo la partita! Questo risultato ci lascia
con l’amaro in bocca, nonostante una evidente superiorità tecnica in nostro favore, usciamo sconfitti! La
successiva partita ci mette davanti i terzi in classifica
(noi siamo al 5° posto, distanti solo 4 punti dai nostri
avversari). La settimana però non inizia bene, siamo
costretti ad allenarci nella palestra delle elementari
causa scoperchiamento della copertura delle palestra
delle medie, che solo grazie al rapidissimo intervento
dell’amministrazione comunale nel sistemare in un sol
giorno il problema, evita la sconfitta a tavolino!! Supe-
rate le difficoltà tecniche, ci aspettiamo una grande
gara dei nostri ragazzi, soprattutto perché si gioca in
casa, purtroppo la partita contro il Green Volley termina
3/0 per gli ospti, in circa un ora di gioco, i nostri semplicemente “rimangono negli spogliatoi” e perdiamo l’imbattibilità casalinga dopo tantissimo tempo, soprattutto
senza lottare!! Le scorie della partita precedente sono
ancora in circolo, ci sarà da lavorare molto durante la
pausa pasquale. Le ragazze della 3° divisione femminile proseguono la loro corsa battendo fuori casa il
fanalino di coda Marano Equo per 3/1, da sottolineare
una bella prestazione, all’esordio stagionale da titolare,
per la giovanissima Benedetta Monti! Il trend sembra
proseguire bene anche nella gara in casa, contro l’ostico Ascor, ma dopo una buona gara delle nostre sul 1/1
e vantaggio 22/17 per noi, si spegne la luce e riusciamo
incredibilmente a perdere il set e la gara per 3/1!! Le
ragazze sono toste e non mollano, nella gara successiva battono a Roma il Promotion Games per 3/0, con
una buona gara di Marianna Salvatori e dell’esordiente
Claudia Solitario, nel ruolo di opposto, al posto dell’assente Dasy Zito; ora le ragazze sono a soli 2 punti dalla
2° in classifica, hanno 3 scontri diretti, in cui decideranno il loro destino... è ancora tutto aperto! Alle squadre
della nostra società, piacciono le sfide e i ragazzi della
3° divisione maschile non sono da meno e nella 1°
giornata di ritorno battono 3/1 a Roma la capolista Tor
Sapienza, con una grande di Simone D’Ulizia, addirittura lasciamo nel 3°set i nostri avversari a solo 9 punti!
Nella successiva gara in casa contro Zagarolo vinciamo per 3/0, anche se non ripetiamo la prestazione brillante della gara precedente ed emerge un po’ d’ansia
da risultato, comunque siamo incollati ai primi 2 posti
dopo la vittoria contro Tor Sapienza. La mancanza di
serenità ci gioca un brutto scherzo a Roma, contro il
Promotion Games disputiamo una bruttissima gara,
perdendo 3/1, fortunatamente anche le prime in classifica perdono punti importanti e il distacco dalla prima
rimane invariato, ma ci sarà molto da lavorare per
mister Ricci. Concludendo siamo in corsa su tutti i fronti, saranno campionati al fotofinish, avremo bisogno di
tutto l’aiuto possibile, vi aspettiamo numerosi, in casa e
in trasferta, per sostenere le nostre squadre!!!
calEndariO mESE di maggiO
“La Piazza” - Aprile 2015