anno 12 - n. 4 aPRile 2015 Periodico dell`associazione
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anno 12 - n. 4 aPRile 2015 Periodico dell`associazione
Periodico dell’associazione Culturale albatros anno 12 - n. 4 aPRile 2015 SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com - E-mail: [email protected] Pag. 5 nuova legge elettoRale Pag. 11 CamPioni Regionali Pag. 24 De Simone a tutto CamPo Consulta il sito web “La Piazza” - Aprile 2015 Attualità di ivo Santolamazza Da poco sono venuto a conoscenza di una tela del pittore Pietro Labruzzi (Roma 1739/1805) dal titolo “Ritratto di Architetto” della seconda metà del XVIII secolo, un olio su tela cm 99x73, dove viene ritratto l’architetto romano Pompeo Schiantarelli con in mano il disegno della pianta della chiesa di San Michele Arcangelo di Castel Madama. Ho saputo che una decina di anni fa si parlava dell’acquisto di questa tela da parte del Comune poi non andato a buon fine. Si sapeva, da voci riportate, che era reperibile in una bottega di via Margutta a Roma, forse ancora li, chissà. Sarebbe bello avere un’opera del genere a Castel Madama o meglio all’interno del Castello o della Chiesa stressa. Le prime notizie sulle vicende costruttive riguardanti la chiesa di San Michele Arcangelo risalgono agli inizi del XV secolo quando la popolazione di Castrum Sancti Angeli partecipò alla realizzazione della prima chiesa comunitaria dedicata all’Arcangelo. Ma l’edificio cosi come oggi lo vediamo risale agli anni Settanta del Settecento. Il progetto per il nuovo edificio venne affidato appunto all’architetto romano Pompeo Schiantarelli che giunse a Castel Madama nel giugno del 1771. Dal momento che lo spazio a disposizione era molto ristretto l’architetto progettò un edificio a croce greca con i bracci laterali limitati ottenendo così un ambiente centralizzato in stile fondamentalmente neoclassico, con un’ampia cupola sorretta da alte lesene e colonne con capitelli compositi su cui si innalzeranno quattro pennacchi e al di sopra, a dominare il monumento, pose un lanternino con una croce sovrastante in ferro che conclude il tempio. Il 29 settembre 1775, festa del Santo Patrono, venne celebrata per la prima volta la Santa Messa nella nuova chiesa, pur mancando ancora l’altare e tutte le rifiniture. La cupola dello Schiantarelli fu realizzata nell’estate 1775 contemporaneamente al tiburio ottagonale esterno a protezione di questa. Nello stesso anno venne fatta l’iscrizione posta all’interno del cupolino con la data dell’opera e la dedica da parte del popolo castellano. La cupola misura 18 metri di diametro e circa 35 di altezza. All’interno della cupola lo Schiantarelli fece porre dei pesanti rosoni. Questi, costituiti da un impasto a base prevalentemente di malta e gesso, avevano otto petali ognuno e un pistillo, erano fissati all’interno di ogni lacunare con piccoli cunei di legno, infissi uno per ogni petalo ed uno nel pistillo centrale del fiore. Nei pennacchi sotto la cupola sono affrescati i quattro evangelisti con i loro simboli. All’interno sulla sinistra c’è la Cappella del Sacro Cuore e nella parete opposta c’è la Cappella della Madonna di Guadalupe, costruite nel 1791. Le cappelle successive sono dedicate una a San Michele e l’altra a San Biagio e Sant’Antonio Abate. Quest’ultima situata a sinistra rappresenta i due Santi e al centro, sopra di loro, è raffigurata la Vergine con il Bambino sorretta da due angeli; mentre nella cappella corrispondente sulla destra si conserva la “macchina” di San Michele Arcangelo, risalente al XIX secolo. Le due pale d’altare che si trovano negli altari successivi rappresentano “San Francesco di Paola” (di autore ignoto) e “la Vergine del Rosario”. Nella cappella di destra ai lati della tela con San Francesco ci sono gli stemmi della famiglia Vidaschi che originariamente avevano lo ius altaris della cappella. Nella tela di sinistra è raffigurata la Vergine del Rosario con San Domenico Guzman e Santa Teresa d’Avila anche questa del pittore Pietro Labruzzi, primogenito di Giacomo Romano, fabbricante “La Piazza” - Aprile 2015 la chiESa di San michElE e il suo architetto ritratti dal labruzzi “La Piazza” - Aprile 2015 Attualità di velluti controtagliati, e di Teresa Folli, genovese. Il Labruzzi la cui iniziale formazione artistica resta a tutt’oggi ancora poco chiara per la mancanza di precisi appigli cronologici e documentari fu autore di numerose tele di destinazione chiesastica e prolifico ritrattista. È del 1753 la prima precoce opera documentata raffigurante la Madonna con i ss. Anna e Gioacchino, eseguita per la chiesa romana di S. Maria della Luce, nell’ambito degli interventi di decorazione voluti dai padri minimi e affidati a un gruppo di artisti di cultura napoletana, fra i quali figuravano Sebastiano e Giovanni Conca e Onofrio Avellino. Ciò lascerebbe supporre, vista anche l’affinità stilistica con le contigue opere di S. Conca e Avellino all’interno della chiesa, una giovanile formazione pittorica del Labruzzi nell’alveo della colonia artistica napoletana operante nella capitale pontificia. A partire dagli anni Settanta, in accordo con la riforma classicista dello stile e con il rinnovamento del gusto che a Roma e da Roma venivano diffondendosi capillarmente anche in seno alla pittura sacra, il linguaggio del Labruzzi andò rarefacendosi sul piano stilistico e compositivo. In quest’ottica è paradigmatica, per i toni severi e l’essenzialità dell’impaginazione, la pala con la Morte di S. Scolastica per la chiesa di S. Andrea a Subiaco, firmata e datata 1778. In sintonia con la cerchia di artisti che operarono per la committenza di Papa Pio VI, in particolare Antonio Concioli e Antonio Cavallucci, nel corso degli anni Ottanta la sua pittura venne sempre più drammatizzandosi, aprendosi a una tavolozza dai toni accessi e terrosi e a inquiete fisionomie dagli accenti di enfatico espressionismo. Nella prima metà degli anni Novanta eseguì una serie di dipinti per il duomo di Spoleto. Sono datate 1800 le due tele eseguite per il duomo di Tivoli con il ritratto a figura intera di Pio VII (sacrestia) e con S. Lorenzo condotto al martirio (altare maggiore). Mentre reca la firma e un’indicazione di data parzialmente decifrabile, ma certo degli anni Ottanta, il grande dipinto centinato raffigurante S. Michele a Castel Madama. “la Piazza” Periodico dell’Associazione Culturale Albatros Via Roma, n. 154 00024 Castel Madama (Roma) - tel. 0774/448846 Anno 12, n. 4 - Aprile 2015 Registrazione del Tribunale di Tivoli n. 4/2004 del 14/04/04 Direttore Responsabile: ivo Santolamazza Capo Redazione: Carla Santolamazza pag. 3 • la nuova legge elettorale » 5 • il tasso di cambio dell’Euro » 6 • Segnali di risveglio in Valdaniene » 8 • Fiat lux » 9 Redazione: Ivano Chicca, Ivano Moreschini Cristina Nonni, Roberto Bontempi, Salvatore De Angelis • Play aSd » 11 • i cento anni di Pietro ingrao » 13 Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero italo Carrarini, valentina torella, Federico Fratini, Daniele Ruggeri, Claudia Crocchianti, Rina iori, Bruno testa, maria Sistina Censi, Debora D’errico, luigi enrique Di luca, Dr. antonio lavorato, Roberta moriconi, Francesco Santolamazza • brevi » 14 • cultura » 15 • ricette » 16 • Scuola » 19 • Vicovaro » 23 Per la pubblicità rivolgersi al 3490063355 • Tivoli » 27 • attualità » 29 • noi lilith » 30 • Pro-loco » 33 • centro anziani » 34 • Psicologia » 36 • cultura » 37 • Pallavolo » 38 Grafica ed Impaginazione: Salvatore De angelis Stampa: Abilgraph Tipoffset Roma S.r.l. 00159 Roma - Via P. Ottoboni, 11 Chiuso in redazione il 18/3/2015 - Tiratura 1.500 copie SitoWeb: www.lapiazzacastelmadama.com SOmmariO e-mail: [email protected] [email protected] • la chiesa di S. michele il giornale viene diffuso anche nei paesi di Vicovaro, mandela, Sambuci, Tivoli Politica di ivano moreschini Renzi accelera sulla superare il 60% di nuova legge elettorappresentanti alla rale, e chiede alla Camera. Camera dei DepuPotranno avere tati di approvarla eletti alla Camera entro la fine di aprisolo le liste che le. Il Ministro delle superano il 3% dei riforme Elena Bovoti. schi ha af fermato L’entrata in vigore che non c’è motivo della legge è stata di rinviare ancora, rinviata al 1 luglio vista anche l’ampia 2016, per ridisemaggioranza che gnare i collegi eletsostiene il Governo torali, nonché per alla Camera. attendere la riforDovrebbe giungere ma costituzionale, alla conclusione che dovrebbe apquindi il percorso di provare il nuovo approvazione che è Senato delle Autoiniziato con la bocnomie, con senatori Maria Elena Boschi, Ministro per le riforme istituzionali ciatura della preceeletti dai consigliedente legge elettori regionali piuttorale del 2005 da parte della Corte Costisto che con le elezioni popolari. tuzionale. Il testo approvato a gennaio dal Questi i dati essenziali della nuova legge, che Senato dunque è il testo definitivo, a meno di sulla carta sembrerebbe funzionare meglio sorprese politiche dell’ultima ora. del “Porcellum”, che ha prodotto uno stallo Vediamo allora i punti salienti della riforma. nel 2013, con tre partiti (Movimento 5stelle, Essa si basa su un sistema di premi, che perPartito Democratico e Popolo della Libertà) mette alla lista che ottiene più del 40% dei voti nello spazio di un 1% di differenza. di avere una netta maggioranza alla Camera, Eppure è partito un filone di interventi sulla di 340 voti sui 630 previsti nella Costituzione. stampa, anche vicina al governo Renzi, come Repubblica che paragonano la nuova legge, Nel caso che non ci fosse una lista con più del combinata al nuovo Senato non eletto, ad 40% dei voti si va al ballottaggio tra le prime una Democratura. Con questo nome si defidue liste, senza possibilità di apparentamento niscono le democrazie plebiscitarie e populicon le altre escluse. Le liste non coincideranno ste, con molti aspetti totalitari, indicandone per forza con un solo partito, ma se più particome principale emblema la Russia di Putin. ti confluiscono nella medesima lista ci sarà Basta avere un ferreo controllo della televicomunque un solo simbolo. sione e dei giornali, oltre ad internet, e il conSaranno ridisegnati i collegi elettorali, che fronto democratico viene svuotato: e come si saranno solo cento in tutta Italia. Sulla dibatfa a negare che questo in Italia avviene da tuta questione delle preferenze, la soluzione tempo, tra Mediaset e Rai? A questo si trovata è quella di prevedere un capolista che aggiunge il potere della finanza internazioentra di diritto in Parlamento, mentre sarà nale, che condiziona le scelte di tutti gli Stati, possibile esprimere fino a due preferenze, grandi e piccoli, ed ecco che la democrazia che per essere espresse insieme dovranno diventa una sorta di finzione. Che è quella indicare un uomo ed una donna. Altrimenti che viviamo tutti i giorni, e non dipende una preferenza sola, o nulla se si vuole dare il certo solo da Renzi. voto solo alla lista. Nessuno dei due sessi può “La Piazza” - Aprile 2015 la nuOVa lEggE ElETTOralE E la dEmOcraTura “La Piazza” - Aprile 2015 Economia il TaSSO di cambiO dEll’EurO di daniele ruggeri In questo articolo spieghiamo cos’è il tasso di cambio e vediamo con un grafico l’andamento del tasso di cambio dell’euro. Possiamo così mostrare il vero effetto delle riforme con cui si cerca di uscire dalla crisi. Ultimamente si parla spesso del tasso di cambio dell’euro. Purtroppo non si spiega mai la differenza tra tasso di cambio nominale e tasso di cambio reale, eppure è una differenza interessante e istruttiva per capire perché in questi anni dobbiamo fare i “sacrifici”. Ricordiamo ancora una volta che bisogna avere sempre in mente la bilancia dei pagamenti e il debito pubblico: il problema in Europa stava nella bilancia dei pagamenti squilibrata, non nel debito pubblico da abbassare. E infatti la bilancia dei pagamenti è stata riequilibrata, il debito pubblico è aumentato. IL TASSO DI CAMBIO NOMINALE E REALE Il tasso di cambio è il prezzo di una moneta, ci dice cioè quanta moneta estera possiamo comprare con la nostra moneta, e ci serve quando dobbiamo usare una moneta diversa dalla nostra. Ad esempio con il tasso di cambio euro/dollaro possiamo sapere quanti euro ci servono per comprare un prodotto americano, il cui prezzo è in dollari. Se dobbiamo acquistare un prodotto estero, il prezzo in moneta estera lo trasformiamo nella nostra moneta tramite il tasso di cambio. È chiaro che quando si muove il tasso di cambio dobbiamo spendere di più o di meno di prima. Se il nostro cambio si rivaluta, la nostra moneta vale di più e le merci estere ci costano meno (con gli stessi soldi ne compriamo di più); se il cambio si svaluta, dobbiamo spendere di più di prima per acquistare un bene estero, anche se il suo prezzo è rimasto lo stesso. Questo rapporto tra le monete è il tasso di cambio nominale, ed è quello di cui si parla nelle discussioni in televisione. Quello di cui non si parla è il tasso di cambio reale, che tiene conto anche del prezzo dei beni. Nel tempo può variare il tasso di cambio nominale (che è il prezzo della moneta), ma può variare anche il prezzo dei beni nazionali ed esteri, e questo nel tasso di cambio reale è calcolato. Le merci nazionali costano di più o di meno all’estero a seconda di come varia il loro prezzo e il prezzo della moneta. Vediamo un esempio con una tabella. Partiamo da un tasso di cambio nominale 1 euro = 10 dollari e prezzo 10 euro: per acquistare il nostro bene, un americano deve spendere 100 dollari. Se si passa alla situazione A, il tasso di cambio va a 1 euro = 5 dollari e il prezzo resta fermo: l’americano ora deve spendere solo 50 dollari per acquistare lo stesso bene di prima, che quindi è diventato più conveniente per- Economia Un Paese che deve riequilibrare la sua bilancia dei pagamenti vendendo di più all’estero e comprando di meno dall’estero deve rendere i suoi prodotti più convenienti. Per riuscirci deve far abbassare il prezzo della moneta o il prezzo dei prodotti, o entrambi. Se è in un’unione monetaria con altri Paesi, il prezzo della sua moneta verso questi Paesi non può cambiare, perché non essendoci più le monete nazionali il tasso di cambio nominale tra loro è stato tolto. Rimane perciò il prezzo dei beni. Questa è proprio la situazione dei Paesi che hanno l’euro. I Paesi che sono andati in crisi per lo squilibrio estero (in particolare con la Germania) dovevano riequilibrare e hanno dovuto abbassare i prezzi dei loro prodotti, non essendo possibile la svalutazione della moneta nazionale. “La Piazza” - Aprile 2015 ché si è ridotto il prezzo della nostra moneta. Se si va alla situazione B, il tasso di cambio tra le monete resta fermo mentre il prezzo del bene scende, e per l’americano il prezzo si riduce come prima. In tutti e due i casi il nostro prodotto costa di meno per chi vuole acquistarlo negli Stati Uniti. Abbassando i prezzi in tanti Paesi, si è abbassato il prezzo dei prodotti europei nei confronti del resto del Mondo. L’effetto cioè c’è stato per l’area dell’euro nel suo complesso. Lo dimostra questo grafico pubblicato dalla BCE nel Rapporto Annuale per il 20131. Ci sono il tasso di cambio nominale e il tasso di cambio reale dell’euro verso le altre monete. Il tasso nominale è la linea più scura; il tasso reale è in tre versioni, noi prendiamo quello basato sui prezzi (linea puntinata) e quello basato sul costo del lavoro (linea tratteggiata). Il tasso basato sul costo del lavoro è il punto cruciale del discorso. Se un Paese non ha più il tasso nominale e deve per forza ridurre il prezzo dei beni, deve agire sulla variabile che può controllare, cioè il costo del lavoro. In sostanza, deve tagliare gli stipendi dei lavoratori. Il grafico mostra che è quello che è stato fatto. Si vede bene infatti che la distanza tra la linea scura del tasso di cambio nominale e le altre aumenta. Significa che è sceso il prezzo dell’euro come moneta ma il tasso reale è sceso di più, cioè gli stipendi e i prezzi in tanti Paesi in Europa sono stati ridotti in confronto a quelli all’estero. Ecco a cosa sono servite le tasse e i tagli alla spesa pubblica, ecco l’effetto dei “sacrifici”, altro che rimettere a posto i conti pubblici! A parte le fandonie che ci racconta la televisione sull’obiettivo delle riforme, c’è da dire che il riaggiustamento poteva avvenire anche dall’altra parte facendo aumentare gli stipendi e i prezzi nei Paesi che vendono troppo e comprano troppo poco dall’estero (Germania in primis). Si è preferito invece caricare tutto sui Paesi deboli, Italia compresa, i quali stanno correggendo lo squilibrio di tutta l’area dell’euro. Visto che siamo in un’Unione e non in un Torneo, non sarebbe più giusto correggere lo squilibrio tutti insieme, ognuno per la sua parte? 1 Link al documento: www.ecb.europa.eu/pub/annual SEGNALI DI RISVEGLIO IN VALDANIENE “La Piazza” - Aprile 2015 Valdaniene Tre domande a Luigi Rinaldi, promotore di due incontri avvenuti l’1 febbraio e 7 marzo scorsi presso il ‘Casone’ di Anticoli Corrado per la costruzione di una rete di fiducia e di condivisione in Valdaniene di Italo Carrarini I. C.: Puoi descrivere le ragioni che ti hanno spinto a promuovere quell’incontro avvenuto lo scorso febbraio presso il ‘Casone’ di Anticoli Corrado, dal quale sono emerse proposte interessanti per lo sviluppo nella nostra Valle? Quali secondo te sono i ritardi delle politiche rispetto a quanto emerso in quella prima riunione per la costruzione di una rete di fiducia fra imprese, associazioni e i movimenti di base più sensibili e attenti allo sviluppo di un territorio con radici culturali fortemente omogenee e affini? L. R.: L’incontro dell’1 febbraio nasce per iniziativa di Terre Aeque-Valle dell’Aniene, associazione di imprese costituita per promuovere le imprese locali, i loro prodotti/servizi e nel contempo il territorio in cui esse operano con le innumerevoli risorse storiche, naturalistiche che fanno della Valdaniene, una Valle della Loira in miniatura, una straordinaria risorsa di sviluppo. Terre Aeque aderisce a CNA, Confederazione Nazionale dell’Artigianato e delle PMI, la più rappresentativa tra le Associazioni di categoria del settore. Gli obiettivi dell’incontro sono stati fondamentalmente due: creare una Rete di Associazioni che operano nella promozione e nello sviluppo del territorio capace di elaborare e sviluppare proposte concrete e realizzabili in grado di generare sviluppo e lavoro; superare i diversi localismi autoreferenziali e gettare le basi per la creazione di un “Sistema Territoriale”. I. C.: A proposito di CNA, il Consiglio Regionale del Lazio ha recentemente approvato il T.U. per l’Artigianato, una legge come ha affermato Lorenzo Tagliavanti, direttore della CNA del Lazio - che tutela la grande tradizione italiana dell’artigianato, punto di forza, alla base del made in Italy, e che guarda al futuro tenendo conto delle evoluzioni in corso rendendo attraente il settore per i giovani. A breve il Consiglio Regionale approverà il piano di ripartizione dei 155,5 milioni di euro del Fondo per le piccole e medie imprese. Come e con quali progetti le realtà emergenti in Valdaniene si preparano a queste nuove opportunità? L. R.: L’artigianato è un settore articolato e complesso con grandi potenzialità, ma anche tante problematiche. Come Terre Aeque-Valle dell’Aniene, in concerto con CNA Roma e Camera di Commercio di Roma, stiamo ultimando una ricerca socioeconomica sulle potenzialità di sviluppo del nostro territorio che presenteremo prossimamente. I dati che emergono dalle prime schede analizzate confermano per la nostra Valle un quadro molto critico. C’è molto da fare sul fronte della formazione imprenditoriale e professionale, sull’accesso al credito, sull’utilizzo dei fondi UE, sul fronte delle infrastrutture logistiche e informatiche. Sarà necessario, dunque, che imprese, associazioni di promozione economica, territoriale e di categoria, sindacati ed EE.LL. concordino strumenti ed azioni che favoriscano in primis il superamento delle criticità e gettino le basi per un concreto e duraturo sviluppo rispettoso delle peculiarità territoriali. Come Terre Aeque abbiamo agito su diversi fronti: 1Costruzione di un sito www.valdaniene.it ed una omonima pagina fb (gratuiti per tutte le imprese ed associazioni che ne facciano richiesta per promuovere i loro prodotti/servizi/iniziative). 2- Promozione delle aziende della Valdaniene nell’ambito di manifestazioni come Arti&Mestieri in Fiera di Roma ecc.; 3Animazione territoriale di formazione ed informazione riguardante, tra le altre cose, le opportunità di reperimento di fondi regionali, nazionali ed europei per imprese e start up. I. C.: In quel primo incontro e nel successivo del 7 marzo furono evidenziate non solo le criticità, ma soprattutto propositi e volontà di mettere in rete soggetti che perseguono obiettivi più o meno convergenti, tra cui la centralità della vita rurale come riscoperta delle radici agricole e alimentari che ci accomunano. È un trend in controtendenza che sul panorama nazionale sta producendo una crescita del 9% del vero made in Italy occupando fasce d’età sotto i 40 anni. Hai una particolare proposta che ti sta a cuore per un salto qualitativo e attrattivo di promozione della Valdaniene? L. R.: Le sigle, le appartenenze, dovrebbero essere considerate un valore aggiunto. Le specificità di ognuno, se messe in Rete e operando nella logica dei vasi comunicanti, potrebbero apportare molto di più della loro somma. Il nostro tentativo va proprio verso questa direzione. Le associazioni che hanno partecipato ai due primi incontri, accettando la sfida del confronto e della collaborazione su un’idea condivisa di sviluppo locale hanno posto le basi per un futuro collaborativo e partecipativo. Come Terre Aeque, per quanto concerne la “riscoperta delle nostre radici agricole ed alimentari” abbiamo intrapreso un rapporto di collaborazione con ARM (Azienda Romana Mercati) finalizzata alla valorizzazione e promozione di alcune nostre eccellenze enogastronomiche come il Pane di Vicovaro, la Pera Spadona di Castel Madama, il Pizzutello di Tivoli e potremmo aggiungere la Fagiolina di Arsoli (già Presidio Slow Food nell’Arca del Gusto), il Cesanese di Affile, l’Olio delle Terre Tiburtine e tant’altro, affiancando e potenziando così, proprio nell’ottica del lavoro di Rete, l’eccellente lavoro già svolto dalla Condotta Slow Food di Tivoli e Valle dell’Aniene, guidata dall’instancabile ed insuperabile Gabriella Cinelli. L’idea che vedo vincente per l’intera Valdaniene, proposta da Terre Aeque, è la “riattivazione” ecocompatibile del tracciato ferroviario della ex linea Piatti. Un percorso suggestivo che, costeggiando l’Aniene, attraversa il tratto della Valle da Mandela a Subiaco. Questo tracciato ancora ben evidente e percorribile, ad esclusione di alcuni tratti presso Subiaco, potrebbe trasformarsi in una infrastruttura polifunzionale percorribile sia dai pellegrini del Cammino di San Benedetto che dagli amanti del trekking e cicloturisti. Il progetto, giunto nella fase conclusiva, elaborato con gli amici delle associazioni Territorio&Management, Amici dei Monti Ruffi e Il Casone di Anticoli Corrado, potrebbe offrire una grande opportunità di sviluppo per l’intera Valle sull’esempio delle Voies Vertes francesi attivate lungo le sponde dei fiumi e dei canali. La parola all’esperto di ing. Federico Fratini (www.soluzioni-arking.it) “Fiat lux” è una locuzione latina che significa “sia fatta la luce”, deriva da un passo della Genesi (1,3), ed è la prima azione che si compie appena rientrati a casa, accompagnata dal caratteristico e familiare click dell’interruttore, e grazie all’elettricità la stanza si illumina. Ma quale è la lampadina più adatta alle nostre esigenze? Accendiamo una luce sull’argomento! Definizioni La durata indica il numero di ore dopo il quale, in ben definite condizioni di uso, il 50% delle lampade cessa di funzionare. L’indice di resa cromatica (Ra) esprime in che misura i colori percepiti sotto un’illuminazione artificiale si accostino ai colori reali. La temperatura di colore, espressa in gradi Kelvin (°K), indica la tonalità della luce emessa da una lampada. In commercio troviamo lampade con diverse tonalità di bianco, “calda“ con sfumature tendenti al giallo, “neutra“, e “fredda“ con sfumature tendenti all’azzurro. L’efficienza luminosa dà un’idea della quantità di energia elettrica che è trasformata in luce. Rappresenta il rapporto tra il flusso luminoso emesso dalla lampada (Lumen) e la potenza elettrica che l’alimenta (Watt). È un parametro molto importante per valutare il risparmio energetico. L’illuminamento mostra la quantità di flusso luminoso che colpisce una unità di superficie. Un Lumen su un’area di 1 mq corrisponde ad 1 Lux. Vediamo ora le lampade più comunemente usate nell’ambito domestico. Lampade ad incandescenza Sono realizzate con un filamento di Tungsteno che diventa incandescente quando è attraversato dalla corrente elettrica ed emette una certa quantità di luce. Sono caratterizzate da una bassa efficienza luminosa (10-15 lumen/watt) e da una breve durata di vita (1.000 ore). Emettono luce di tonalità “calda” e l’indice di resa cromatica ha il valore massimo (100). Per i loro alti consumi sono state messa al bando dall’Unione Europea, infatti ne è vietata la produzione dal 2012. Lampade ad incandescenza alogene Le lampade ad incandescenza alogene hanno una migliore efficienza luminosa (15-25 lumen/watt) e durano il doppio di quelle tradizionali (2.000 ore). Le lampade alogene IRC (Infrared coating) sono quelle di ultima generazione a risparmio energetico, durano fino a 4.000 ore ma hanno bisogno di un trasformatore per funzionare. Se confrontate con le alogene tradizionali consumano meno energia, disperdono meno calore, durano di più, hanno un flusso luminoso maggiore e costante nel tempo. Sono utilizzate per l’illuminazione localizzata e decorativa dove serve immediata disponibilità di luce, utilizzo discontinuo, accensioni e spegnimenti frequenti. “La Piazza” - Aprile 2015 FiaT lux Lampade fluorescenti compatte Sono meglio conosciute come le “lampade a risparmio di energia”. Hanno un’ottima efficienza luminosa (50 a 75 lm/W) che è da 3 a 6 volte superiore a quella delle lampade ad incandescenza, ed una lunga durata di vita (10.000 ore). Accensioni e spegnimenti brevi e frequenti riducono sensibilmente il loro tempo di vita. Sono disponibili in diverse tonalità di luce, ed hanno una resa cromatica superiore a 80. Sono adatte per un uso prolungato, senza accensioni e spegnimenti troppo frequenti. LED Light Emitting Diodes significa “diodi che emettono luce”. Questi sono impiegati da anni nell’elettronica (nei telecomandi, nei segnalatori di stand-by, ecc.), ed oggi si stanno diffondendo anche nei semafori e nelle luci delle automobili, nei display di informazione, nell’illuminazione decorativa di piazze, e come lampade a LED per uso domestico. I LED hanno una buona efficienza luminosa (5060 lm/W) e consentono di risparmiare fino all’80% di energia elettrica rispetto ad una normale lampada a incandescenza. Hanno una lunga durata di vita (50.000-100.000 ore) e bassi costi di manutenzione, in quanto una lampada a LED continua a funzionare anche nel caso in cui uno o più elementi si danneggiano. Tra gli svantaggi ci sono un indice di resa cromatica non alto (60-80) ed una tonalità di colore non caldissima. Sono sempre più utilizzate per i bassissimi consumi di energia e la loro lunghissima durata. “La Piazza” - Aprile 2015 Ballo di luigi Enrique di luca (Direttivo Play Asd) È trepidante l’attesa della classifica definitiva di Coppa Lazio, circuito regionale per il settore ballo organizzato dalla Fids, Federazione Italiana Danza Sportiva, e di cui Play A.S.D. detiene attualmente il secondo posto della classifica generale per i balli di coppia. Daniele De Angelis e Verdiana Galli, Emiliano Raffio e Noemi Cencioni, Gianmarco Galli e Stefania Velaj, Andrea Fabiani e Ilaria Capobianchi, le coppie di atleti che hanno contributo a rendere il sogno di Play Asd una realtà. Al secondo anno di partecipazione la scuola di ballo di Castel Madama, diretta dal maestro di ballo e giudice federale Ivo Santolamazza, ha ottenuto risultati stupefacenti portando i ballerini castellani a ricoprire le posizioni più alte del podio, scalando la classifica composta da circa 100 scuole di ballo provenienti da tutto il Lazio. Importanti risultati anche nel comparto delle danze artistiche dove le piccole Angelica Di Pietro, Cristiana Giannacco, Zoe Innocenti, Valentina Iori, Siria Olivieri, Irene Romanzi, Veronica Shkoza, Federica Testa, hanno conquistato ottime posizioni nelle discipline Synchro Latin e Modern. Grandissimi i nostri ragazzi Raffaele Abdulazim, Devis Bagaglini, Mattia Giraldi e Noemi Cencioni per le loro prime performance di breakdance, seguiti dal nostro assistente Gabriele Ranati. Primi posti anche per il Duo Synchro Latin, grazie al profuso impegno delle ragazze Sara Chiara “La Piazza” - Aprile 2015 PlaY aSd porta caSTEl madama sul POdiO dei camPiOni rEgiOnali Piselli e Rachele Piersanti, quest’ultima attiva collaboratrice e assistente di ballo dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Play a cui va il nostro caloroso ringraziamento, unitamente all’insegnante di ballo Desiree Narzisi, preziosa professionista che segue i nostri bambini e ragazzi con amichevole affetto e rigoroso lavoro tecnico. Un forte ringraziamento va infine al maestro nonché Presidente Ivo Santolamazza, per il suo impegno e la sua perseveranza nel portare i nostri ragazzi a livelli sempre più alti, promuovendo la disciplina del ballo sia per i piccolissimi che per gli adulti con prorompente vitalità e spirito di aggregazione. E un grazie come sempre a tutti i nostri atleti, soci e genitori dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Play per il sostegno e la fiducia dimostrata fino ad ora. Non ci resta che attendere il grande saggio/spettacolo di fine anno il 12 Giugno 2015 presso il Parco Oudenaarde a Castel Madama ed assistere all’esibizione dei nostri campioni. PLAY siete voi! “La Piazza” - Aprile 2015 Attualità di ivano moreschini Arrivare alla veneranda età di cento anni non è un traguardo per tutti. Ci è riuscito Pietro Ingrao il 30 marzo 2015, ed a lui sono state dedicate molte iniziative pubbliche. Penso però che per molti, soprattutto per i più giovani, questo nome non significa molto. È un nome troppo legato al secolo scorso per essere conosciuto adesso, e non solo per l’età anagrafica. E’ un nome poco attuale perché la politica in cui ha vissuto da protagonista in Italia non è più attuale, ormai da tempo. Ingrao nasce nel 1915, a Lenola in provincia di Latina. Con la seconda guerra mondiale partecipa alla Resistenza. Alla fine della guerra diventa diretto de L’Unità, il giornale fondato da Antonio Gramsci. Dirigente del Pci, sarà Presidente della Camera nel periodo 1976-1979, quello dei governi di solidarietà nazionale DC-PCI. Fu a lungo l’organizzatore del Centro della Riforma dello Stato, luogo di ricerca e confronto nella sinistra. Sarà infine contrario allo scioglimento del PCI nei primi anni novanta. Come si vede, la sua storia è tutta interna al Partito Comunista Italiano, del quale per tanti anni è stato una sorta di ideologo, pur se quasi sempre minoritario. La sua vocazione al dubbio ed alla ricerca si espresse al suo meglio nella fase degli anni settanta ed ottanta, con alcuni libri che ebbero larga diffusione. Era la fase in cui la sinistra italiana ebbe una egemonia sulla cultura e sulla politica, pur non giungendo mai a governare. Per scrivere questo articolo sono andato a cercare quei libri nei miei scaffali, e mi ha incuriosito il fatto che attraversano quattro decenni. Masse e Potere, scritto nel 1977, è una sorta di elogio della partecipazione di massa alle istituzioni. In quel decennio nascevano le Regioni, i consigli di fabbrica dopo lo Statuto dei Lavoratori, i consigli di Istituto nelle Scuole e via di questo passo. Lo stratega vero di tutto ciò fu proprio Ingrao, e nel libro questo emerge decisamente. Fu un momento di grande sintonia tra quei temi e la realtà sociale ed istituzionale. Tradizione e Progetto, scritto nel 1982, cerca un dialogo con i nuovi soggetti ed i nuovi bisogni che erano in quell’epoca rappresentati dai movimenti per la Pace, in un momento in cui la guerra atomica sembrava possibili, i movimenti per l’ambiente, i movimenti per l’emancipazione delle donne e per i diritti civili. Anche lì c’era uno stretto rapporto tra la teoria e la realtà, sempre nel tentativo di portare quelle domande nelle istituzioni. Appuntamenti di fine secolo, scritto con Rossana Rossanda nel 1995, è già solo riflessione. La sconfitta storica del comunismo si è consumata, e Ingrao non è più un dirigente politico di primo piano. Continua però a cercare di capire il mondo, con l’intenzione, sempre più velleitaria ormai, di cambiarlo. Infine Volevo la luna, scritto nel 2006, è la memoria e la storia del novecento, nel racconto appassionato di un protagonista, come si legge nella controcopertina. Cosa rimane allora di un personaggio come Ingrao, e perché si continua a festeggiarlo nonostante la sua inattualità? Rimane una certa idea di politica, fatta di passioni condivise, contrapposte al professionismo politico corrotto di cui sono piene le cronache. Rimane la voglia di cambiare il mondo, di renderlo più vivibile e più umano. Passioni semplici, che però non sono più all’ordine del giorno. “La Piazza” - Aprile 2015 i cEnTO anni di PiETrO ingraO “La Piazza” - Aprile 2015 Brevi L’Angolo di Bruno ABITUDINE L’abitudine è mezza padrona del mondo. “Così come faceva mio padre” È una delle grandi forze che guidano il mondo. (M. D’Azeglio) L’abitudine è figlia della pigrizia e madre della costanza. (M. J. De Larra) Prendere una abitudine è cominciare a cessare di vivere. (M. De Unamuno) Le qualità dell’animo non si possono acquistare con l’abitudine; si perfezionano solamente. (B. Pascal) La consuetudine è una seconda natura che distrugge la prima. (B. Pascal) L’abitudine è in tutte le cose il miglior maestro. (Plinio il Vecchio) La costanza di una abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità. (M. Proust) L’abitudine è il surrogato della felicità. (A. Puskin) Non nella novità, ma nell’abitudine troviamo i piaceri più grandi. (R. Radiguet) La sola abitudine che si deve lasciar prendere è di non prenderne nessuna. (J. J. Rousseau) Le cose più dolci, divenute ordinarie, perdono il loro grato piacere. (W. Shakespeare) Una cattiva abitudine è come un dente guasto. Toglitelo. (R. R. Powell) L’abitudine è l’abitudine, e non si può sbatterla fuori dalla finestra; bisogna, a forza di persuasione, farle scendere le scale un gradino alla volta. (M. Twain) Ricerca ……… Ricerca e raccolta di idee, pensieri ed opinioni a cura di Bruno Testa Cultura di cristina nonni Boom d’incassi e visitatori! Il Decreto Franceschini in vigore dal 1° luglio ha stabilito l’ingresso gratuito ogni prima domenica del mese per la visita di monumenti, musei, gallerie, scavi archeologici, parchi e giardini monumentali patrimonio dello Stato. Inoltre l’introduzione della rivoluzione tariffaria nei musei dello Stato ha accelerato fortemente la tendenza positiva all’aumento dei visitatori registrata nel 2014. Vediamo quali sono le novità che hanno avuto finalmente successo nella promozione della cultura italiana; ingresso gratuito tutte le prime domeniche del mese per tutti mentre negli altri giorni gratuito per minorenni e docenti. Sopra i 18 anni pagano tutti, scompare infatti la revisione dell’ingresso gratuito per gli over 65. Scelta giustificata dal fatto che sembrerebbe che ad usufruirne sarebbero soprattutto “facoltosi turisti stranieri over 65”. Agevolazioni per chi ha un’età compresa tra i 18 e 25 anni, orari prolungati di due ore il venerdì (saranno aperti fino alle 22), ed almeno due notti all’anno. Queste regole non valgono per tutti i musei, esclusivamente per i musei statali. Tantissime le strutture da poter visitare gratuitamente nei dintorni; Anfiteatro Flavio, Area archeologica di Veio, Santuario etrusco dell’Apollo, Basilica sotterranea di Porta Maggiore, Domus Aurea, Foro Romano, Galleria Borghese, Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Galleria Spada, Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, Museo nazionale etrusco di Villa Giulia, Museo nazionale romano delle Terme di “La Piazza” - Aprile 2015 muSEi iTaliani Diocleziano, Necropoli di Villa Doria Pamphili, Tempio di Minerva Medica, Villa Adriana, Villa d’Este e tantissimi altri musei, ville, giardini e luoghi d’interesse. Finalmente una riforma che valorizza l’arte italiana ed il turismo! Dopo anni d’incuria e indifferenza verso il nostro patrimonio artistico finalmente un pizzico di attenzione alla bellezza che ci circonda! Giriamo il mondo in cerca di qualcosa che ci stupisca ma gira e rigira il panorama più bello lo abbiamo a pochi passi da casa nostra; ad esempio Roma, Caput mundi, città eterna, riassunto d’arte e bellezza! I maggiori luoghi di cultura sono proprio alle nostre spalle ma spesso sono gli ultimi a cui ci interessiamo. Viaggiamo tanto ma la bellezza dell’Italia non si batte, siamo un paese invidiato da tutti per il nostro patrimonio artistico, i più grandi sono nati e morti in questo paese, ospitiamo le più maestose opere architettoniche, siamo noi stessi valore per il nostro paese, testimoni di un’arte che non avrà mai fine! Tramandiamo questi valori, riscopriamo gli antichi, facciamo della curiosità la nostra arma vincente! Approfittiamo di questa fantastica iniziativa, aperta a tutti, ricchi e poveri senza distinzione, affinchè una visita di cultura possa permettersela chiunque! Ogni prima domenica del mese una tappa diversa ti aspetta in tutt’Italia! Inizia da ciò che ti è più vicino! #DOMENICA AL MUSEO, mettilo in agenda, dai valore alla tua domenica!! “La Piazza” - Aprile 2015 Tradizioni Entriamo in casa dei nostri nonni e dei nostri genitori... dal mio libro “Ricette e Ricordi” a cura di Maria Sistina Censi alcune ricette “ERVE” - ERBE MISTE DI CAMPO • “cocozza” (cicci apicali e fiori delle piante di zucchine) Erbe di campo lessate, poi ripassate in olio con aglio e sale, a piacere si poteva aggiungere del peperoncino. • “favi” (foglie tenere e fiori della stessa pianta) In alternativa le erbe di campo potevano essere lessate e condite con il sale e l’olio a crudo. • “papampanu” (papavero) • “pimpinella” (anice verde) • “raperonzoli” (senape selvatica) Nelle campagne, ieri come oggi, c’era una grande ricchezza di erbe spontanee, ognuna con specifiche qualità, molte di queste erbe erano commestibili. • “ramuracci” (ramolacci) La più ricercata e anche più prelibata era la cicoria, le altre erbe erano: • “piscialettu” (tarassaco) • “ruchetta” (rucola selvatica utilizzata anche per insalata) • “sfravi” (aspraggine) • “pizzucari “ (tipo di cicoria) • “ardica” (ortica) • “vuraine “ (borragine) • “ciavari” (erba delle cagne) • “murcilusi” (fiori di borragine). • “caccialepri” • “cicci vitabili” (vitalba) • “crispignu” (crespino) • “crugni” (tipo di cicoria) Curiosità: queste erbe miste permettevano di alimentarsi con cibi ricchi di sali minerali e di prenderne tutte le varie proprietà: diuretiche, digestive, stimolanti per la bile e per il fegato, depurative, disintossicanti, lassative. “ERVE MISTE” - ERBE MISTE Altre erbe venivano usate nelle insalate, condite quindi solo con olio e sale: • mazzocchi • “porcacchia” (porcellana) • “ciccivitabbili” (cicci apicali della vitalba) • Tarassaco (solo le foglie tenere) • rucola (solo le foglie tenere). Tradizioni “La Piazza” - Aprile 2015 Altre erbe venivano utilizzate per fare delle frittate o dei sughi: • “sparaci” (asparagi) • “jupari” (luppoli) • “lafani”. “SPARACI” - ASPARAGI Queste erbe si mangiavano volentieri, ma non tanto per alimentarsi quanto per il piacere di assaporare gusti particolari (amarognoli o dolci): • “Tanni” punte dei tralci della vite a primavera, a questi si toglieva la pellicina e si gustavano crudi • “Rudi” punte tenere del rovo, si preferivano quelle un po’ robuste in modo da trovarne più sapore. • Fiori di 1. “Vuraine” o borragine 2. Glicine 3. “Sammucu” o sambuco 4. “Robinia” o falsa acacia I primi due tipi di fiori venivano succhiati per la loro dolcezza, gli altri venivano utilizzati per le insalate e le frittate. Anche io ricordo di aver assaggiato e assaporato queste erbe e succhiato questi fiori durante la mia infanzia. “BRUCCULITTI SOCCOVATI” - BROCC O LETTI C O TTI NELLA PENTO LA CON IL COPERCHIO Ingredienti: • Broccoletti • Olio • Sale • Peperoncino • Pomodoro I broccoletti, una volta puliti, venivano messi direttamente nella padella con olio, sale e aglio, vi si aggiungeva qualche pomodorino. Dice Maria: “di quelli appesi fuori il balcone o in casa, riposti a corona durante il periodo della raccolta”. Si lasciavano cuocere “soccovati” cioè con la pentola accoperchiata. A fine cottura, a piacere, si poteva aggiungere del peperoncino. CURIOSITA’: i “brucculitti soccovati” erano eccellenti (e lo sono ancora) per tutti coloro ai quali piace l’amarognolo poiché quel tipo di cottura li lasciava più amari. “La Piazza” - Aprile 2015 Scuola “La Piazza” - Aprile 2015 “La Piazza” - Aprile 2015 Scuola Scuola “La Piazza” - Aprile 2015 “La Piazza” - Aprile 2015 Scuola Vicovaro di roberto bontempi Non è vero, come ci vogliono far credere, che la gioventù sia un valore. La vita è un valore, a qualsiasi età. Se si sa vivere con il sorriso sulle labbra, poi, senza prendersi troppo sul serio, allora il valore è raddoppiato. Per questo, lo spettacolo teatrale che la neonata compagnia teatrale “I diversamente giovani” nata in seno al Centro Anziani “Don Angelo Francorsi” di Vicovaro, ha messo in scena il 19, 20 e 21 marzo scorsi, è molto più che un semplice show. È un inno alla vita. L’impegno, la dedizione ma anche la bravura di questi giovanotti, infatti, la loro vitalità, mi hanno fatto venire in mente, per antitesi, le facce svogliate di alcuni giovani ragazzi che conosco, privi di motivazione e desideri. Allora è vero: la vita non coincide con l’età anagrafica. “Che fine ha fatto Cenerentola?” è una piece originariamente scritta in dialetto romanesco che Enrico Riccetelli, aiutato da Roberto Proietti, ha “tradotto” in vicovarese, non solo adattandone la lingua, ma anche i luoghi e i personaggi, facendo rivivere alcuni indimenticati protagonisti della tradizione. La storia ha al suo centro una Cenerentola (Mimma Proietti Panatta) un po’ avanti con l’età, piena di acciacchi e di ricordi, in un castello ormai fatiscente, che richiama una fatina (Annamaria Proietti Mattia) anch’essa invecchiata e un po’ arrugginita nelle sue arti magiche che, prima di esaudire la richiesta di Cenerentola di far tornare il suo Principe ormai morto da anni, ne combinerà di tutti i colori, portando in scena i personaggi più incredibili. Da “Trucco” (Pietro Lori), lo storico banditore pubblico del Comune di Vicovaro, alle sorellastre di Cenerentola, passando per Massimo Zucchi e “Garibaldi” (interpretati da Luigi Ciucci), altri indimenticati personaggi della storia vicovarese, le sorellastre di Cenerentola (Dalila Scardala e Amalia Ziantoni), Biancaneve (ancora Amalia Ziantoni), Cappuccetto Rosso (Quintilina Ciucci), la strega (Margherita Moltoni). Tutto intervallato da alcune canzoni della tradizione vicovarese interpretate dal coro “Don Angelo Francorsi” con Roberto Proietti alla chitarra e Giancarlo De Santis alla voce. Alla fine, dopo tanti tentativi falliti, ci sarà il tanto sospirato lieto fine e tutti vissero felici e contenti ballando sulle note di Jimmy Fontana. I diversamente giovani hanno curato tutto nei dettagli: dalla scenografia ai costumi, cuciti da Rita, la moglie di Enrico Riccetelli, le musiche, per le quali hanno dato una mano le figlie di Enrico Giuseppina e Silvia, mostrando abilità, passione e voglia di divertirsi. Uno spettacolo divertente che trasmette allegria che va assolutamente ripetuto al più presto in una location più adeguata. “La Piazza” - Aprile 2015 chE FinE ha FaTTO cEnErEnTOla? “La Piazza” - Aprile 2015 Vicovaro dE SimOnE a TuTTO camPO di roberto bontempi I L C ON V E N T O ? O R G OG L IO SI D I P OT E R L O G E S T IR E : N ON L O S N A T U RE RE MO. P R EST O I L A V OR I P ER L A P I SC IN A . P E R L E A N T EN N E C’È A N C OR A DA L A V OR A R E. A MAGGIO NUO VA I MPRESA NEL LA GESTIO NE DEI RIFIUTI. MI NOR A NZA ? UN D IS CO R OT T O (26/03/2015) Incontro il Sindaco De Simone nel suo ufficio in un piovoso pomeriggio di inizio primavera. È la prima volta, dalle Primarie dello scorso anno, che mi chiede un’intervista e, da politico esperto qual è, non si è sottratto ad alcuna domanda. Cominciamo dall’inizio: l’8 marzo 2014 ci sono state le Primarie del Centrosinistra a Vicovaro. C’è stata una grande partecipazione e si sono confrontate due linee diverse, inconciliabili, ed oggi il Circolo è diviso con un’opposizione interna piuttosto critica… «Sembra ieri ed invece è passato più di un anno… In quelle elezioni, uniche per partecipazione popolare, non è stata scelta una persona ma un progetto: già in quella sede ho avuto subito una posizione chiara prendendo le distanze dal “doppio fallimento” dell’allora Maggioranza e dell’opposizione della lista Rinnovamento, cosa che il mio avversario non fece. Alla fine la nostra posizione si è confermata quella vincente sia alle Primarie che alle Comunali del 25 maggio. Anche per questa legittimazione chiara, non credo si possa continuare a sostenere ancora la linea uscita sconfitta o quantomeno non si può pretendere di avere ruoli o cariche all’interno del Circolo quando i cittadini hanno scelto un’altra posizione. L’elezione di Luigi Gentili a segretario, alla quale, per la carica che rivesto, non ho partecipato in prima persona astenendomi e che continua ad essere criticata da alcuni all’interno della Sezione, è semplicemente l’evoluzione coerente della linea uscita vincitrice dalle Primarie: non poteva essere altrimenti! Tra l’altro Gentili sta lavorando benissimo e si sta facendo già apprezzare nella federazione provinciale, dove viene spesso chiamato come formatore dei giovani quadri. Stupiscono, pertanto, certi attacchi alla mia persona. Detto ciò, ora bisogna solamente capire se l’opposizione creatasi nel PD vicovarese sia ancora da considerarsi interna al partito o già esterna ad esso…». In questi primi 10 mesi ci sono tante questioni aperte, alcuni argomenti scottanti spesso usati dall’opposizione per criticare il vostro operato… «Un paio di premesse sono d’obbligo: innanzitutto vorrei dire che lo spirito, l’entusiasmo della mia squadra, una squadra con tante donne e tanti giovani alla prima esperienza politica di cui vado fierissimo, è ancora acceso e siamo determinati e carichi al punto giusto per rispondere alle attese di cambiamento che la nostra elezione ha suscitato. Poi bisogna sottolineare che il dibattito sollevato dalla minoranza mi sembra spesso “fuori asse”: di solito ci si confronta, anche duramente, sul merito di ciò che chi governa sceglie di fare o non fare, invece in questo caso siamo in presenza di una minoranza, dentro e fuori il Consiglio, che tira fuori sempre quegli stessi quattro-cinque argomenti, che non sono la priorità del paese, per attaccare la mia persona, come se la campagna elettorale non fosse ancora finita, segno che l’elaborazione del lutto non è ancora conclusa... Ad ogni modo sono pronto a rispondere su ogni questione». Tra gli argomenti “caldi” c’è sicuramente la situazione del Convento di San Cosimato, con la sentenza del TAR che ha ceduto al Comune la struttura… «Non ho la minima intenzione di contraddire una sentenza del TAR! A suo tempo ero convinto che non ci fossero le motivazioni per intraprendere l’azione di ricorso della vecchia maggioranza ma oggi prendo atto della decisione del Tribunale. Tra l’altro, ho talmente un’alta considerazione di quel sito, che considero una delle perle della Valle dell’Aniene, dell’intera Provincia e non solo, che il fatto che tornerà ad essere a disposizione del Comune non può che farmi piacere. Ad ogni modo non voglio inserirmi in una polemica sulla destinazione d’uso del Convento che terminerà non appena il Consiglio di Stato, cui hanno presentato ricorso i Frati Minori, si pronuncerà in modo definitivo. Tra l’altro, non è vero che non stiamo facendo nulla: innanzitutto non paghiamo più il canone d’affitto, poi con l’intervento di 300.000 euro per la messa in sicurezza e la sistemazione degli eremi, abbiamo già intrapreso un percorso chiaro di valorizzazione di un luogo straordinario che si svilupperà tenendo conto della sua vocazione ricettiva, storica e religiosa . C’è un inganno, però, nella polemica della minoranza che voglio sottolineare: deve essere chiaro che, dal momento che la disputa in corso è tra i frati e il Comune, dopo la sentenza definitiva, se, come Vicovaro È ancora aperta la discussione sulle antenne e la delocalizzazione dell’impianto di via Verdi: molti sostengono che è soprattutto grazie ai voti del Comitato che hai vinto le ultime elezioni, per cui una risposta nei confronti di queste persone sembra d’obbligo… «In effetti questo è un argomento importante e delicato. È quasi un assillo per me... Da quando ci siamo insediati ci stiamo muovendo per risolvere nel migliore dei modi una situazione complessa. Abbiamo scelto la strada più lunga ma più efficace: quella della trattativa e della trasparenza. Abbiamo deciso di metterci attorno ad un tavolo con le aziende interessate e comunicato a tutti i cittadini in tempo reale le conclusioni degli incontri avuti finora. Tutti possono leggere tutto. Sapete bene che c’è un Regolamento comunale in materia, approvato in modo trasversale dal Consiglio comunale, che le aziende reputano troppo limitante e che hanno sottoposto all’attenzione del TAR. Era una questione che speravamo di risolvere in tempi più brevi ma, dopo l’imminente approvazione del Bilancio, contiamo di recuperare il tempo perso». In campagna elettorale era spuntato di nuovo fuori il discorso outlet: cosa ci puoi dire a proposito? «In effetti era spuntato un pannello informativo nel luogo dove è destinata a sorgere la struttura, ma è tutta una questione interna alla ex maggioranza: miracoli da campagna elettorale! Di concreto non c’è niente di nuovo da aggiungere: la proprietà ha confermato la volontà di costruire, ormai ostacoli di ordine burocratico non ve ne sono più, deve solo decidersi. Personalmente, se nel 2009 ero convinto che un outlet in quella zona potesse essere una forte occasione di sviluppo, ora, alla luce della crisi maturata in questi ultimi anni, nutro qualche dubbio in proposito. Ma, ripeto, l’amministrazione non è chiamata in causa direttamente per questa questione». Le difficoltà della raccolta differenziata sono, purtroppo, sempre attuali. Ci saranno novità? «L’Unione dei Comuni ha espletato la gara d’appalto e, dai primi di maggio, ci sarà una nuova impresa ad occuparsi del servizio di raccolta differenziata. Mi auguro che la situazione possa migliorare al più presto anche perché negli ultimi anni non sono mancati i problemi e le criticità. Al fine di migliorare il servizio è stata individuata una figura tecnica, all’interno dell’Unione, che avrà il compito, tra gli altri, di occuparsi e vigilare in primis sulla questione dei rifiuti. Voglio precisare qui che la gestione associata dei servizi tra i Comuni è in una fase di evoluzione: il legislatore sta cambiando un assetto degli enti locali che fino a qualche anno fa era piuttosto stabile. In questo senso, dopo la gestione quasi dispotica del mio predecessore, che pensava bastasse ricoprire in pianta stabile la carica di Presidente dell’Unione per dare a Vicovaro quel protagonismo e quella centralità che merita, siamo tornati ad una normalizzazione della situazione che, ne sono certo, permetterà ai comuni dell’Unione di raggiungere insieme nuovi importanti traguardi». Quali sono le cose di cui vai più fiero di questi primi dieci mesi di amministrazione? «Ne cito solo tre. Innanzitutto credo che abbiamo restituito un nuovo clima di fiducia e rispetto tra istituzione comunale e cittadini: la nostra e mia personale presenza quotidiana tra la gente, nelle iniziative di tutte le associazioni ed anche, perché no, questo nuovo modo di comunicare attraverso i social network, che pure alcuni criticano, sono tutti segnali che hanno la finalità di coinvolgere ed informare in modo veloce e limpido i cittadini su quello che accade all’interno dell’amministrazione, renderli protagonisti e mostrare loro vicinanza. Questo non è un aspetto scontato e credo sia importante e addirittura doveroso per chi ricopre un ruolo istituzionale. È certamente una rottura netta rispetto al passato. Mi ha fatto molto piacere, poi, conferire le onorificenze il 25 gennaio scorso, a dei personaggi vicovaresi che si sono distinti nei vari campi della vita del nostro paese. È stato un modo per ricreare uno spirito di comunità, di senso di appartenenza: Vicovaro è ricco di personalità originali, anche oggi ci sono tanti giovani che sono apprezzati anche all’estero: portare alla luce questi esempi e riconoscersi in loro può gettare le basi per rinnovare l’orgoglio di essere vicovaresi. Le polemiche dell’opposizione in questo caso mi sono parse davvero strumentali ed è stato un peccato che la minoranza non abbia nemmeno partecipato al Consiglio comunale in cui si è deciso tutto questo, anche perché le persone scelte non saranno le sole né le ultime, pertanto si è persa un’occasione. I cittadini, però, hanno risposto positivamente, pertanto la strada ci sembra quella giusta. Infine, sono molto orgoglioso di tutto discorso, collegato tra l’altro con il Convento di San Cosimato, sul Cammino di San Benedetto, un argomento di cui avevo una conoscenza solo superficiale ma che mi ha aperto un mondo e che, ne sono certo, può rappresentare davvero un volano di crescita per il nostro territorio». E guardando avanti? Cosa ci dobbiamo aspettare? «Sempre parlando di storia e riscoperta delle radici, siamo tornati ad investire sul nuovo Premio Marcantonio Sabellico ed è in preparazione un progetto con una ventina di studenti universitari vicovaresi di cui parleremo presto; poi c’è tutto il lavoro di Alessandro Mazziotti sui “Suoni dell’Anio” e la tradizione della zampogna vicovarese. Inoltre rinnoveremo la sala consiliare e predisporremo un sistema di videoripresa che consentirà la trasmissione in streaming delle sedute del Consiglio. Infine presto contiamo di sbloccare i lavori per la costruzione della piscina. Non lasceremo da parte nessuna questione». “La Piazza” - Aprile 2015 credo, sarà confermata la decisione del TAR, a non aver più la gestione del Convento saranno i frati, non altri…». “La Piazza” - Aprile 2015 Vicovaro rESidui aTTiVi E PaSSiVi di dr. antonio lavorato (Responsabile Area Economico – Finanziario Comune di Vicovaro (RM)) Con l’avvio dell’armonizzazione delle regole contabili operata con il D.Lgs 118/2011 poi modificato dal D.Lgs 126/2014, si è resa disponibile una importante occasione per rendere leggibili e coerenti con i principi di trasparenza, attendibilità e veridicità i conti degli enti territoriali interessati dalla riforma. In questo senso, ha dato una ulteriore spinta anche la Corte dei conti Sezione Autonomie con la delibera n. 4 dello scorso 17 febbraio 2015, attraverso la quale ha voluto fornire agli enti locali uno strumento di orientamento per affrontare correttamente le operazioni di riaccertamento straordinario dei residui. Il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi va effettuato al 1° gennaio 2015 con delibera di giunta comunale contestualmente, cioè lo stesso giorno, all’approvazione del rendiconto 2014 in consiglio comunale e la cui scadenza è il prossimo 30 aprile. Il procedimento di riaccertamento straordinario è molto importante perché consente di dare piena attuazione al principio della competenza finanziaria cosiddetta potenziata. Cioè rappresenta il vero passaggio alla nuova contabilità proiettando le fasi della programmazione, gestione e rendicontazione dell’ente verso un’ottica di maggiore efficienza nella gestione equilibrata dei flussi di cassa nonché di efficacia nella capacità di soddisfare al meglio le esigenze collettive. Per ciò che riguarda i residui attivi devono essere individuati solo quelli che: Non corrispondono ad obbligazioni perfezionate e scadute alla data del 1° gennaio 2015; Non corrispondono a crediti scaduti ed esigibili negli anni di provenienza e necessitano di una reimputazione ad esercizi successivi, ma antecedenti al 2015, anno in cui si effettua il riaccertamento straordinario; Corrispondono a entrate esigibili nell’esercizio 2015 o in esercizi futuri e successivi a quello in cui si effettua il riaccertamento straordinario; Risultano di dubbia e difficile esazione e necessitano di una determinazione oggettiva e puntuale ai fini del concorso alla definizione del risultato di gestione e di amministrazione e, pertanto, devono essere assoggettati ad una adeguata “svalutazione”. In particolare i crediti di dubbia e difficile esazione trovano compensazione con la costituzione del fondo crediti di dubbia esigibilità collocato nella spesa corrente e almeno pari all’importo derivante dalla valutazione del trend storico del quinquennio precedente sulle entrate con criticità nella riscossione. In questo modo viene impedito l’uso di risorse fittizie per finanziare la spesa determinando una strutturale situazione di deficitarietà dell’ente con effetti sugli equilibri sia di competenza che di cassa. Per ciò che riguarda i residui passivi devono essere individuati solo quelli che: Corrispondono a obbligazioni giuridiche perfezionate ma non scadute ed esigibili; Corrispondono a obbligazioni giuridiche perfezionate che scadono e divengono esigibili in esercizi successivi a quello in cui si effettua il riaccertamento straordinario; Si riferiscono ad accantonamenti di risorse a cui non corrispondono obbligazioni giuridiche perfezionate; Non corrispondono a obbligazioni giuridiche perfezionate perché riferibili a impegni “tecnici o impropri” consentiti dall’ordinamento vigente nel 2014 (art. 183 commi 3 e 5 del D.Lgs 267/2000). Quindi, l’operazione di riaccertamento dei residui attivi e passivi, nel suo complesso, deve rappresentare crediti e debiti effettivi ed esigibili dell’ente nei confronti di terzi e costituire il punto di partenza della nuova programmazione e gestione delle entrate e delle spese pubbliche secondo il principio della competenza potenziata. Questo principio pone l’accento su crediti e debiti scaduti abbandonando la tradizione di una contabilità di diritto fatta di crediti e debiti potenziali. Cioè, questi crediti e debiti devono poter garantire, tra loro, un perfetto equilibrio di flussi finanziari. È del tutto evidente come questo procedimento, lungi dall’essere considerato come un mero esercizio contabile di competenza delle ragionerie, è al contrario un’operazione tesa a riportare piena chiarezza nella reale dimensione degli equilibri di bilancio degli enti locali. Per tale motivo la Sezione Autonomie ha sottolineato più volte la necessità di coinvolgere nel riaccertamento straordinario tutti i responsabili di gestione, in un puntuale e rigoroso lavoro di revisione contabile. Il riaccertamento straordinario deve quindi caratterizzarsi per un percorso di consapevolezza e di responsabilità diffuse, nell’ambito del quale gli organi di revisione e i responsabili finanziari assumono un ruolo di coordinamento e propulsione nei confronti degli altri attori coinvolti nel processo. Tivoli di Valentina Torella È proprio il caso di dirlo... “Happy Birthday” Tivoli. Infatti proprio in questi giorni la nostra beneamata cittadina sta festeggiando il suo 3230° compleanno, meglio conosciuto come “Natale di Tivoli” che si celebrerà con numerose manifestazioni, celebrazioni, concerti, eventi, mostre, spettacoli, visite guidate e incontri. Il tutto si svolgerà fino al 6 giugno mentre il 9 aprile si è già svolta la celebrazione ufficiale in cui è stata anche inserita la cerimonia per il 71° anniversario dei bombardamenti di Tivoli con l’inaugurazione di una lapide alla memoria delle vittime da parte dell’Amministrazione comunale. In tutto le manifestazioni saranno più di 40 e come ha spiegato l’assessore Urbano Barberini, in questo periodo di intensi festeggiamenti si respira in città un’aria di fermento e voglia di partecipare sia ai numerosi eventi inerenti a tale occasione sia a tutte le altre manifestazioni che si sono sovrapposte a quelle di cui sopra; ad esempio la rassegna teatrale, riaperta a Tivoli dopo non si sa quanto tempo, e la riapertura del celebre Santuario di Ercole Vincitore che darà vita ad un polo culturale di enorme importanza anche a livello internazionale. E dopo il freddo invernale, le numerose piogge e la voglia “matta” di poltrire tra le coperte, finalmente il sole, la luce e tanta tanta voglia di andare a passeggio per godere delle gioie e le bellezze che la nostra “Superba”, “mamma” affezionata da sempre a tutti i suoi cittadini, ci offre. E chi vuol esser lieto sia... “La Piazza” - Aprile 2015 3230 ... E nOn SEnTirli “La Piazza” - Aprile 2015 Tivoli Fausto bertinotti e don roberto donadoni parlano del loro libro “Sempre daccapo” di claudia crocchianti La splendida cornice di Villa D’Este martedì 24 è stata protagonista del secondo incontro degli scrittori dove a essere ospitato Fausto Bertinotti. Un incontro emozionante per coloro che lo hanno conosciuto attraverso i racconti dei propri padri e per coloro che hanno vissuto quel periodo politico. Fausto ha presentato il suo libro “Sempre Daccapo”, scritto a quatto mani con Don Roberto Donadoni, ossia un dialogo fra credenti e non credenti. Come ha spiegato Don Roberto questo libro è nato per caso. “Ho incontrato Fausto in un ristorante e gli ho proposto l’idea di questo libro, all’inizio mi ha detto no e poi ha accettato.” Sicuramente Bertinotti è legato alla politica all’importanza dei partiti anche se sa che la sinistra vera quella in cui si riconosceva il popolo non c’è più. Il vero problema, come ha spiegato Bertinotti che abbiamo oggi è ricostruire la democrazia e abbattere le diseguaglianze. Oggi quei pochi che vanno a votare votano i partiti di protesta e questo ci fa capire vera- mente come si sentono i cittadini. Tante le domande rivolte a lui dal giornalista Anversa che ha mediato l’incontro insieme a Pino Strabioli e quella che ha colpito di più è riferita a cosa significhi per lui essere comunista oggi e soprattutto la sua risposta, ossia per il comunista conta il viaggio e cercare l’isola. I giovani soprattutto hanno bisogno di approdare su un’isola dove vengono capiti e compresi e dove possono riconoscersi, se oggi ci sono più movimenti politici o liste civiche un motivo sicuramente c’è. corrado augias ha aperto “Tivoli incontra” di claudia crocchianti Corrado Augias venerdì ventisette ha aperto il tour degli incontri con gli scrittori, organizzato dall’Assessore alla Cultura e Turismo Urbano Barberini, promosso dall’Assessorato alla cultura e al turismo e organizzato con la Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Roma, Frosinone, Latina e Viterbo e con la Direzione della villa per presentare il suo ultimo romanzo “Il alto oscuro del cuore”.Augias,un intellettuale, uno scrittore e un giornalista che riesce a parlare apertamente con il pubblico e come si è potuto notare dall’incontro ha risposto tranquillamente alle persone curiose in sala che gli hanno posto varie domande. Quello che infatti lo rappresenta è la curiosità perché è proprio questa che lo spinge a documentarsi sempre di più per i suoi libri. Naturalmente parliamo di documenti cartacei, con internet come fonte non ha ottimi rapporti. Per lui è importante proprio la psicologia e la psicoanalisi perché attraverso di essa si riesce a trovare il male oscuro, ossia quello che si rimuove della propria vita. Attualità di debora d’Errico Come un essere vivente, anche le parole che oggi utilizziamo per comunicare qualcosa a qualcuno con l’andar del tempo subiscono delle trasformazioni: possono ampliare di significato, essere sostituite da altre, nascere direttamente da un nuovo fenomeno sociale (per esempio la parola femminicidio) o avere diverse sfumature di significato a seconda dell’utilizzo che si fa o del contesto in cui è collocata la parola oppure andare incontro al triste destino di consegnarsi all’oblio. Alcune parole che un tempo erano di uso comune, ormai, sono diventate inutilizzabili e ciò accade per quei termini che indicavano degli oggetti che ad oggi non fanno più parte della nostra quotidianità. La parola “audiocassetta”, per esempio, è stata sostituita dalla parola inglese “cd-rom”, o il termine giovanile ”paninaro” che indicava un modo tipico di vestirsi negli anni ottanta è caduto in completo disuso perché non più necessario. In questi casi quando si ha voglia di ricordare, di condividere un ricordo, è la memoria che riporta a galla alcune parole che rievocano oggetti ormai scomparsi completamente dalla nostra vista. Oggi, la tv, la pubblicità e la stessa politica sono diventati portatori, innovatori, inventori di nuove parole che sono entrate a far parte del nostro lessico quotidiano. Prendiamo la parola “rottamare”: il suo sostantivo “rottame” indica e indicava fin dal cinquecento un ammasso di cose rotte o una persona visibilmente provata sia moralmente sia fisicamente, ancora oggi si usa dire”mi sento un rottame”. Intorno agli anni novanta del novecento l’utilizzo di questa parola (rottamare) entra nel gergo giornalistico con un nuovo significato ossia come volontà di disfarsi di una persona che da troppo tempo cavalca la politica. Oggi questa parola è largamente utilizzata più per indicare la volontà di allontanare un gruppo dirigente considerato antiquato, quindi presente sulla scena politica da troppi anni, che allo sfasciacarrozze. Stessa cosa per il termine “velina”! In un primo momento alla maggior parte delle persone verrebbe in mente di associare tale termine alle ragazze di “striscia la notizia” e non ad una carta sottile, semitrasparente. La simpatica parola “tronista” è entrata a far parte del nostro lessico per opera della televisione, del famoso programma pomeridiano della De Filippi, il termine sta ad indicare una persona di bella presenza. Nel 2014 nella nuova versione del vocabolario Zanichelli sono entrati a far parte circa 1500 parole nuove, figlie della nuova società, dei modi di dire, del politichese come abbiamo detto poco sopra e delle nuove tecnologie. In netto aumento anche l’utilizzo dei termini angloamericani a dimostrazione che l’Italia si conferma un paese esterofilo che guarda all’estero più di quanto dovrebbe guardare in casa sua! Vi ricordate il ministro Fornero quando esortò i giovani ad essere meno “choosy”? Chi sapeva all’istante il significato di questa simpatica parolina? Esortare ad essere meno schizzinosi o meno esigente forse non rendeva bene il concetto. L’inglese risulta sia più conciso, più sintetico dell’Italiano ma un attento osservatore di pubblicità avrà notato che in questi giorni in televisione viene trasmessa un’interessante pubblicità sponsorizzata dalla costa crociera che mette in risalto alcune nostre semplici parole dimostrando che anche con “il modo Italiano” di dire le cose è possibile descrivere situazioni e oggetti senza necessariamente far ricorso ad un idioma che non ci appartiene. L’abuso di termini stranieri nel nostro contesto comunicativo, per alcuni potrebbe rappresentare motivo di prestigio o dare l’impressione di essere a pari passo con la modernità ma potrebbe nello stesso momento rappresentare un ostacolo per la comprensione di un testo scritto o parlato poiché non tutti siamo ferrati o abbiamo dimestichezza con la lingua inglese. E pensare che la nostra lingua è la quarta più studiata al mondo perché perdere questo patrimonio? Ovviamente senza tralasciare la ricchezza del bilinguismo ma perché togliere lo spazio alle nostre radici? Pensa a una frase: “ prepara i file e trova la location giusta, organizza un quick lunch e poi cominciamo lo show” quando si potrebbe dire “prepara i documenti trova il posto giusto e organizza un pranzo veloce e poi cominciamo lo spettacolo”. Risulta troppo complicato da dire? Sicuramente parlare più lingue non può far altro che rappresentare un vantaggio quando ti ritrovi altrove ma impastare la lingua italiana di termini inglesi in un paese che non tanto se la cava con la lingua straniera più che agevolare la comunicazione, la complica! Per fortuna che a far tesoro delle nostre parole ci pensa il “Grande Dizionario della Lingua Italiana” del Battaglia, un’opera monumentale della lessicografia italiana in ventuno volumi che supera per imponenza “l’Oxford English Dictionary”. “La Piazza” - Aprile 2015 #ParlacOmEmangi “La Piazza” - Aprile 2015 Associazione Noi Lilith Associazione Noi Lilith “La Piazza” - Aprile 2015 “La Piazza” - Aprile 2015 Pro-Loco PrOcESSiOnE dEl VEnErdi SanTO “La Piazza” - Aprile 2015 PrO-lOcO caSTEl madama “Si ringraziano tutti i commercianti, gli studi tecnici, commerciali e professionali in genere che con il loro contributo hanno permesso la realizzazione della manifestazione del Venerdì Santo.” “La Piazza” - Aprile 2015 Centro Anziani Centro Anziani “La Piazza” - Aprile 2015 “La Piazza” - Aprile 2015 Psicologia F.O.m.O.: la nuova ansia sociale di roberta moriconi Negli ultimi anni il sopravvento dei social network, come Facebook, Twitter, Instagram ed altri, ci ha permesso di essere quotidianamente aggiornati sulle attività, sugli impegni e sui gusti altrui. Ma al tempo stesso il proliferare dei social network ha portato alcuni studiosi americani, tra cui lo scienziato sociale Andrew Przybylski, insieme a ricercatori dell’Università della California a coniare l’acronimo F.O.M.O., che sta per “Fear of missing out”, cioè paura dell’essere tagliato fuori. Secondo Dan Ariely, docente di psicologia della Duke University, si tratterebbe di una nuova nevrosi, a cui gli utenti dei social network sono esposti. Essa consiste nel sentimento di solitudine che la socialità digitale può, a volte, veicolare. Il termine sta ad indicare un disordine psicologico, causato dall’uso troppo frequente della tecnologia; alla base c’è il pensiero costante che gli altri stanno facendo qualcosa di più interessante rispetto a quello che stiamo facendo noi e pertanto noi ci stiamo perdendo qualcosa. Tutto ciò può generare in noi la cosiddetta F.O.M.O., la paura di non vivere al meglio come gli altri. Prima della comparsa dei social network ad esempio ci si trovava il lunedì mattina al lavoro con i colleghi davanti ad una tazzina di caffè ed ognuno riportava le proprie esperienze vissute nel fine settimana, adesso, con i social network, si ha l’immediatezza dell’istante. Secondo lo studio del centro americano un utente medio guarda lo smartphone circa 150 volte al giorno, una volta ogni 6 minuti. Gli utenti spesso sono consumati dal bisogno ossessivo di controllare ciò che gli altri stanno facendo. In Italia non esistono ricerche sulla FOMO, ma molte persone avvertono lo stesso disagio sociale. In una altra recente ricerca britannica, è emerso, come il numero di ore che le persone trascorrono interagendo faccia a faccia con gli altri si sia ridotto drasticamente dal 1987, parallelamente alla diffusione dei mezzi elettronici. In meno di vent’anni è triplicato il numero di individui che affermano di non avere nessuno con cui discutere di problemi importanti e si rifugiano nei social network, adolescenti in cerca di sconosciuti con cui parlare del proprio disagio adolescenziale, adulti che si costruiscono un mondo virtuale perché quello che c’è fuori, cioè la realtà, li spaventa. Pertanto per non incorrere in questo tipo di disagio è necessario ripristinare un giusto rapporto con la tecnologia e i social network, cercando di capire che, anziché renderci più sociali, questi strumenti tecnologici possono accentuare un senso di solitudine e di opportunità mancate. Contro la sindrome FOMO, una studiosa delle relazioni sociali la Turkle, propone di cominciare con piccoli esercizi quotidiani, come ad esempio imparare a separarci ogni tanto dal nostro smartphone, per riprendere il controllo su noi stessi. Cultura Fino al 21 giugno 2015, con la grande mostra “Matisse. Arabesque” le Scuderie del Quirinale presentano circa 100 opere tra dipinti, disegni e costumi teatrali riferiti all’intero arco della produzione artistica di Henri Matisse. Saranno riuniti capolavori provenienti dai più prestigiosi musei americani ed europei, con un contributo particolarmente rilevante del Museo Pushkin di Mosca e dell’Ermitage di San Pietroburgo le cui collezioni matissiane sono tra le più ricche e importanti al mondo. La mostra racconta la fascinazione dell’Oriente negli occhi occidentali di Matisse, pittore rivoluzionario nella storia del Novecento, autonomo e distinto rispetto alle principali avanguardie storiche, lontano tanto dal rigore prospettico classicista quanto dalla decostruzione formale del cubismo, capace di concepire una nuova idea di spazio ispirandosi a modelli esotici di antica e fiabesca bellezza. L’esposizione ha l’obiettivo di mostrare come il motivo della decorazione coniugato sulle suggestioni orientaliste diventi per l’artista la ragione prima di una radicale indagine sulla pittura. Dai moduli decorativi di civiltà antiche e lontane, Matisse coglierà i principi di rappresentazione di una spazialità nuova che gli consentirà di superare la pittura intimistica di tradizione ottocentesca. Capolavori assoluti come Ragazza con copricapo persiano (1915-16; Gerusalemme, Israel Museum); Zorah sulla terrazza (1912; Mosca, Museo Pushkin); Marocchino in verde (1912; San Pietroburgo, Ermitage); Pervinche-Giardino marocchino (1912; New York, MoMA); Paravento moresco (1917-1921; Philadelphia Museum of Art) descrivono la straordinaria capacità di Matisse di evocare mondi di antica e fiabesca bellezza attraverso l’invenzione di uno spazio pittorico ispirato alla tradizione decorativa nord-africana e medio-orientale. Mentre opere altrettanto celebri come Ritratto di Yvonne Landsberg (1914; Philadelphia Museum of Art) o Fruttiera ed edera in fiore (1941; Torino, Pinacoteca Agnelli) rendono evidente come lo sguardo dell’artista si sia spinto all’osservazione di culture ancor più lontane e misteriose, come quelle dell’Africa centrale o dell’Estremo Oriente. La ben nota fascinazione dell’artista per il mondo della decorazione tessile è raccontata attraverso la sua collaborazione con i Balletti Russi; Matisse ha lavorato infatti ai costumi per il balletto Le chant du rossignol messo in scena nel 1920 dalla compagnia di Diaghilev con musiche di Stravinsky e coreografie di Massine. “Matisse. Arabesque” si presenta come una rassegna completa e articolata di capolavori che con continui rimandi visivi a manufatti di culture figurative esotiche farà rivivere il fasto e l’eleganza di mondi antichi, esaltati dallo sguardo visionario, profondo e straordinariamente contemporaneo di un artista geniale come Henri Matisse. “La Piazza” - Aprile 2015 matisse. arabesque. di ivo Santolamazza Orario: 10.00 - 20.00 da domenica a giovedì; 10.00 - 22.30 venerdì e sabato. Biglietto d’ingresso: intero Euro 12.00; ridotto Euro 9.50 (giovani fino a 26 anni, adulti oltre i 65 anni, insegnanti in attività esclusi professori universitari, gruppi convenzionati, forze dell’ordine e militari con tessera di riconoscimento, gruppi dal lunedì al venerdì Euro 9,50 per persona con prenotazione obbligatoria a pagamento). “La Piazza” - Aprile 2015 Pallavolo Sul FilO di lana!!! di Francesco Santolamazza Quest’anno ci sarà da soffrire e combattere su tutti i campionati fino alla fine, i risultati rimarranno in bilico fino all’ultima giornata! Procediamo con ordine, partendo dai ragazzi della prima divisione maschile, che affrontano dopo una lunga serie di vittorie la Polisportiva Icaro, la squadra che ci precede con soli 3 punti in classifica. La gara nel 1° set è molto combattuta, ma grazie ad una accelerazione nel finale portiamo a casa il set; nel 2° set c’è l’episodio che cambia la gara l’inerzia della gara, siamo in vantaggio 16/10 e Andrea Ferrazzi riceve una gomitata alla nuca, l’avversario riceve il cartellino rosso per comportamento antisportivo (nella pallavolo il cartellino rosso porta solo alla perdita di un punto e della battuta, non determina l’esclusione dalla gara), questo episodio invece di darci la forza per portare a casa il risultato ci spegne; i nostri ragazzi commettono errori sciocchi e consentono agli avversari rimontare e vincere il set, anche grazie ad un comportamento antisportivo e scorretto, che effettuano interrompendo continuamente il gioco, riuscendo a far innervosire i nostri! La situazione prosegue anche nel 3°set, gli avversari proseguono nelle loro “sceneggiate napoletane” e i nostri non reagiscono, l’unico a combattere è Gabriele Cara, che tenta di reagire alle difficoltà, ma nonostante un ottimo prestazione perdiamo anche il 3° set! Nel 4° set reagiamo con la giusta cattiveria e portiamo a casa il set; si arriva al 5° parziale e ci portiamo in vantaggio 6/2, la partita è praticamente finita, ma riusciamo, causa deconcentrazione, a farci rimontare di nuovo, portando la partita ai vantaggi e sul 18/17 per gli avversari, il nostro bomber Salinetti colpisce con il piede un pallone che stava cadendo fuori dal campo è perdiamo la partita! Questo risultato ci lascia con l’amaro in bocca, nonostante una evidente superiorità tecnica in nostro favore, usciamo sconfitti! La successiva partita ci mette davanti i terzi in classifica (noi siamo al 5° posto, distanti solo 4 punti dai nostri avversari). La settimana però non inizia bene, siamo costretti ad allenarci nella palestra delle elementari causa scoperchiamento della copertura delle palestra delle medie, che solo grazie al rapidissimo intervento dell’amministrazione comunale nel sistemare in un sol giorno il problema, evita la sconfitta a tavolino!! Supe- rate le difficoltà tecniche, ci aspettiamo una grande gara dei nostri ragazzi, soprattutto perché si gioca in casa, purtroppo la partita contro il Green Volley termina 3/0 per gli ospti, in circa un ora di gioco, i nostri semplicemente “rimangono negli spogliatoi” e perdiamo l’imbattibilità casalinga dopo tantissimo tempo, soprattutto senza lottare!! Le scorie della partita precedente sono ancora in circolo, ci sarà da lavorare molto durante la pausa pasquale. Le ragazze della 3° divisione femminile proseguono la loro corsa battendo fuori casa il fanalino di coda Marano Equo per 3/1, da sottolineare una bella prestazione, all’esordio stagionale da titolare, per la giovanissima Benedetta Monti! Il trend sembra proseguire bene anche nella gara in casa, contro l’ostico Ascor, ma dopo una buona gara delle nostre sul 1/1 e vantaggio 22/17 per noi, si spegne la luce e riusciamo incredibilmente a perdere il set e la gara per 3/1!! Le ragazze sono toste e non mollano, nella gara successiva battono a Roma il Promotion Games per 3/0, con una buona gara di Marianna Salvatori e dell’esordiente Claudia Solitario, nel ruolo di opposto, al posto dell’assente Dasy Zito; ora le ragazze sono a soli 2 punti dalla 2° in classifica, hanno 3 scontri diretti, in cui decideranno il loro destino... è ancora tutto aperto! Alle squadre della nostra società, piacciono le sfide e i ragazzi della 3° divisione maschile non sono da meno e nella 1° giornata di ritorno battono 3/1 a Roma la capolista Tor Sapienza, con una grande di Simone D’Ulizia, addirittura lasciamo nel 3°set i nostri avversari a solo 9 punti! Nella successiva gara in casa contro Zagarolo vinciamo per 3/0, anche se non ripetiamo la prestazione brillante della gara precedente ed emerge un po’ d’ansia da risultato, comunque siamo incollati ai primi 2 posti dopo la vittoria contro Tor Sapienza. La mancanza di serenità ci gioca un brutto scherzo a Roma, contro il Promotion Games disputiamo una bruttissima gara, perdendo 3/1, fortunatamente anche le prime in classifica perdono punti importanti e il distacco dalla prima rimane invariato, ma ci sarà molto da lavorare per mister Ricci. Concludendo siamo in corsa su tutti i fronti, saranno campionati al fotofinish, avremo bisogno di tutto l’aiuto possibile, vi aspettiamo numerosi, in casa e in trasferta, per sostenere le nostre squadre!!! calEndariO mESE di maggiO “La Piazza” - Aprile 2015