Il.Secolo.XIX.09.04.2013 assalto al portavalori
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Il.Secolo.XIX.09.04.2013 assalto al portavalori
IL SECOLO XIX cronache MARTEDÌ 9 APRILE 2013 11 COMMANDO SIMULA UN INCENDIO, BLOCCA L’AUTOSTRADA CON UN CAMION E DÀ L’ASSALTO AL PORTAVALORI Assaltodafilmalblindatocaricod’oro A bordo del mezzo anche del denaro. Rapinatori in fuga con un bottino milionario CHARLEY VARRICK non avrebbe saputo fare di meglio. L’assalto al portavalori andato in scena ieri nel comasco sembra rubato alla sceneggiatura delvecchiofilmdiDonSiegelconWalter Matthau, grande classico del cinemad’azione.Unpianostudiatoneiminimi dettagli, con grande dispiego di mezzi - tre camion, armi d’assalto - e realizzazione perfetta. Sono le sette del mattino, un furgone blindato del Gruppo Battistolli sta viaggiando sull’A9 Lainate-Como-Chiasso, diretto al confine con la Svizzera. A bordo ha uncaricomilionario,dicuiancoranon si conosce l’entità esatta, compreso tra i 2 e i 10 milioni in parte in lingotti d’oro. Al suo seguito ha un furgone identico ma vuoto, di scorta. Tutto accade in pochi minuti, tra gli svincoli di Saronno e Turate. Alle 7.05 arriva la prima chiamata al 118 di un automobilista, che segnala un camion in fiamme all’altezza di Saronno. Ne arrivano poi molte altre, qualcuno sente dei colpi passando dalla carreg- giata opposta, verso Milano. Davanti al portavalori un camion comincia a prenderefuocoebloccailtraffico.Alle loro spalle un secondo camion si mette di traverso e impedisce il passaggio delle auto. Da un terzo camion scendono uomini armati, con indosso le pettorine della polizia. Circondano i portavalori e cominciano a sparare raffiche ad altezza d’uomo, almeno una cinquantina di colpi contro il parabrezza di uno dei blindati, ma senza ferire nessuno. Poi mettono un fumogeno sotto lo stesso blindato, forse per simulareunincendioefaruscireivigilantes. Ignorano l’altro mezzo, sanno quasi certamente che è vuoto. I vigilantes escono, le mani in alto, i rapinatori trasferiscono contatti e lingotti d’oro su tre auto e fuggono attraverso un varco che si sono aperti nel guardrail. La polizia arriva troppo tardi, ancheperchéprimadiinscenareilfinto incendio di un camion e di chiudere l’autostrada con un altro mezzo pesante,irapinatoriavevanodisseminato di chiodi a tre punte sia la rampa di accesso di Turate che la carreggiata La dinamica della rapina VARESE COMO COMO 6 A9 Cantù Gallarate Turate Saronno A8 Saronno A. Legnano Erba Ieri ore 7, autostrada A9 Milano-Como, carreggiata Nord 3 Altri complici distendono bande chiodate lungo CO MI le rampe di accesso allo svincolo di Turate per impedire l'arrivo di soccorsi O COM ANO Carnate MIL Monza Una prima squadra di rapinatori 1 incendia un camion e lo mette di traverso sulla carreggiata bloccando il traffico dietro due furgoni portavalori blindato di scorta 4 Da auto che precedono i furgoni, scendono banditi che aprono il fuoco con armi automatiche e costringono l'equipaggio a scendere SARONNO Un secondo camion viene messo di traverso davanti ai blindati (uno, di scorta, non è assaltato) 2 6 Le vetture sono poi abbandonate in un casolare nei pressi di Turate e i banditi si dileguano su altri mezzi "puliti" 5 Il portello posteriore del portavalori è scardinato e il carico è svuotato in pochi minuti. I rapinatori disseminano la carreggiata di chiodi, risalgono su tre auto e ripartono in direzione nord GRAFICI IL SECOLOXIX /CENTIMETRI FRANCESCO MARGIOCCO «NON SAPEVO NULLA DEL FURTO» DICE L’EX CALCIATORE. AVEVA ACQUISTATO IL DIPINTO PER 175.000 EURO Chagall, il quadro rubato ritrovato a casa di Bettega Nel 2002 era sparito da uno yacht a Savona: valore 1,2 milioni IL CASO LORENZA CASTAGNERI TORINO. Pochi sapevano che Roberto Bettega, giocatore prima, dirigente poi, una bandiera del calcio italiano con la maglia della Juventus, vincitore di sette campionati e di una Coppa Uefa,fosseunappassionatod’arte.Pochi. Forse nessuno. Fino a ieri. Quando si è scoperto che della collezione di opere dell’ex attaccante per 11 anni c’è stato anche “Le nu au Bouquet” di Marc Chagall. Un olio su tela, un capolavoro del maestro russo naturalizzato francese. Valore stimato: 1 milione e 200mila euro. Una fortuna. Peccato che fosse rubato. “Scomparso”,sifaperdire,undicianniprima dallo yacht di un miliardario americano ancorato nel porto di Savona. E poi, al termine di un giro vorticoso tra gallerie d’arte straniere e italiane, arrivato nelle mani di Bettega. Ignaro di tutto, l’ex calciatore lo aveva acquistato nel 2003 a Bologna staccando un assegno di 175mila euro. «Una truffa ai danni del mio cliente» dice Luigi Chiappero, il suo avvocato. Aggiungendo: «Senza dubbio ci costituiremo parte civile. Speriamo di recuperare almeno una parte della somma spesa peracquistareildipinto».Èallegale,lo stessodellaJuventus,lasocietàincuiè stato “di casa” fino al 2010 quando rescisse il contratto come vicedirettore generale, che Bettega affida il suo pensiero. Lui, protagonista suo malgrado, della vicenda, sta in disparte. «Preso da impegni personali» commenta chi gli sta vicino. Che storia quella del quadro di Chagall. Inizia nel 2002. All’epoca, ormeggiatanelportodiSavona,c’èl’Islander, yacht di proprietà di un americano, Edward Cantor. Anche lui grande amante dell’arte, Cantor fa sistemare del salottino dell’imbarcazione “Le nu au Bouquet”, dipinto da Chagall nel 1920. L’imbarcazione rimane ancora- NrXsasuHDFHXm+mOyjFBse2auajc9SpxDPFKsbhnNkY= SEMPRE JUVENTUS, DAL CAMPO ALLA DIREZIONE Il nome di Roberto Bettega, 62 anni, torinese, è da sempre legato alla Juventus, con cui giocò 13 stagioni da professionista e di cui poi divenne anche vicepresidente e direttore generale. DA LEONARDO A VAN GOGH MOLTI grandi artisti hanno subito, dopo la morte, furti clamorosi. Fra questi, quello della “Gioconda” di Leonardo, sottratta al Louvre nel 1911 e ritrovata nel 1913. Ma anche i “Girasoli” di Van Gogh o “L’urlo” di Munch. “Le nu au bouquet”, il quadro di Marc Chagall rubato nel 2002 IN PORTO PER UN ANNO L’opera, sistemata sull’imbarcazione di un americano, l’Islander, venne sostituita con un falso ANSA talìperoltreunanno.Sonoincorsodei lavori di ristrutturazione. È proprio mentre gli operai sono al lavoro che il dipinto scompare. Nessuno si accorge di nulla. Al posto dell’originale i ladri sistemano una copia. Impossibile distinguerle per un occhio non esperto. Nel frattempo, Cantor muore. Qualche tempo dopo, il figlio Michail, l’erede, arrivato in Italia per riappropriarsi dei beni del padre, decide di far valutare l’opera appesa in quel salottino. Il responso degli esperti è inequivocabile: «Un falso». Cantor si precipita dall’autorità portuale di Genova. Scattaladenuncia.“LenuauBouquet”viene inserito nella Banca dati dei Beni rubati. Iniziano le ricerche. Indagini lunghe e complicate. Poi, qualche mese fa, la svolta. I carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino,guidatidalcapitanoGuidoBarbieri e coordinati dal pm Giuseppe Ferrando, individuano la tela di Chagall. Si trova a Torino, nella casa di un collezionista. Bettega. È appeso lì da dieci anni, pochi mesi dopo la scomparsa dalloyachtdiSavona.Primadiarrivarci,perunpo’èstatoespostoinFrancia, in una galleria di Nizza, poi in un’altra salaaMonaco.Chil’hatrafugatariesce ancheafarsirilasciaredallaFondazioneChagallun’autenticazionenuovadi zecca. Infine l’opera è giunta nella galleria Marescalchi, pieno centro di Bologna. Che tratta la vendita definitiva all’exbianconero.Pernascondereisospetti, viene addirittura creata una dichiarazione di vendita fasulla. Il finto venditore viene individuato in un collezionista di Bergamo, altro cliente della galleria. Tutta una finzione. Lui con il Chagall scomparso non c’entra nulla. Bettega firma l’atto. Firma e si porta a casa l’opera del maestro russo più alcuni quadri in conto vendita. Valore complessivo dell’affare: 175 mila euro. Dubbi? Sospetti? Neanche l’ombra.Ilcompratoredisolitononsachiè il precedente proprietario. «È normale, si tratta di una questione di privacy. Nella transazione interviene soltanto il gallerista che fa da garante» spiega il capitano Barbieri. Cosìnell’elencodegliindagatièfinito anche il nome di Italo Spagna, ex titolare della Marescalchi. Un volto non nuovo agli inquirenti. Perché non è la prima volta che l’esperto d’arte viene coinvolto in inchieste. I casi sono tanti: nel 2006 Spagna finisce nei guai a seguito delle denunce di alcuni privati che avevano comprato da lui alcune opere. Erano risultate false. Due anni dopo, patteggia una pena a tre anni e sei mesi per la bancarotta fraudolenta della sua attività, poi dichiarata fallita. Attualmente è sotto processo per appropriazione indebita e falso. Non basta. Nel 2011 cerca di piazzare sul mercatounfalsoPicasso,un“Bustodidonna”: un’altra denuncia. Adesso anche la storia de “Le nu au Bouquet”. Un altro colpo. Tra i suoi presunti complici, gli investigatori hanno individuato un cittadino rumenodi39annichesisarebbepresentato alla Fondazione Chagall spacciandosi perilnipotedelproprietarioperritirarelanuovaexpertise,eunconnazionale quarantunenne che nel 2002 aveva fatto parte dell’equipaggio dell’Islander. Per tutti e tre l’ipotesi è di furto e ricettazione. Ma un colpo, forse ancora più duro, è proprio per Bettega. Nel 2006, c’era anche lui tra le “vittime” di Spagna, che avevano acquistato dei quadri poi risultati falsi. © RIPRODUZIONE RISERVATA autostradale opposta, verso Milano. Col risultato di isolare completamente il portavalori. La polizia ha trovato le tre automobili su cui sono scappati, un’Audi A3 bianca, un’Alfa 159 grigia e una 156 blu, di fronte a un casolare, a Turate. I duefurgonidellaBattistollieranopartiti dalla sede di Paderno Dugnano, provinciadiMilano,ederanodirettial confine con la Svizzera. Commentando la cifra presunta di 10 milioni di euro, il responsabile dell’ufficio stampa della ditta, Marco Meletti, ha detto alla Reuters che la cifra «non risponde a verità» dato che «stiamo ancora effettuando i conteggi». [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA PERICOLO GUERRA NUCLEARE Corea, Putin evoca Chernobyl «Il rischio c’è» BERLINO. Un conflitto con la Co- rea del nord farebbe apparire il disastro nucleare avvenuto nel 1986 nella centrale di Chernobyl come una favola per bambini. Lo ha detto ieri il presidente russo Vladimir Putin alla Fiera di Hannover, in conferenza stampa. «Se, e Dio non voglia, succedesse qualcosa lì - ha sostenuto il leader russo, che ha rivolto un appello generale alla calma - Chernobyl, che noi conosciamo così bene, apparirebbe al confronto come una favola per bambini». A ISLA NEGRA IN CILE Neruda, salma riesumata: fu omicidio? SANTIAGO DEL CILE. È stata rie- sumata a Isla Negra, 100 chilometri da Santiago, la salma di Pablo Neruda. Il poeta sudamericano, Nobel per la letteratura nel 1971, morì il 23 settembre 1973, ufficialmente per un cancro alla prostata. Ma, già subito dopo la sua scomparsa, in molti dissero che in realtà era stato ucciso dagli uomini di Augusto Pinochet con una misteriosa iniezione nell’addome. Così, per risolvere il mistero, il suo cadavere è stato rimosso dalla tomba e sarà analizzato. CON INCISA UNA SVASTICA Shoah, trovato il violino della vergogna TEL AVIV. Dal 1936 quel violino nascondeva un segreto: una svastica incisa con forza sulla cassa interna, insieme alla scritta “Heil Hitler”. L’ha scoperta Amnon Weinstein, un liutaio e collezionista di violini di Tel Aviv, che ha anche suggerito una sua teoria su come sarebbero andati i fatti: nel 1936 un violinista ebreo tedesco porta lo strumento a riparare. Nella bottega qualcuno apre lo strumento e incide la svastica e la scritta. Quel violino, ha detto Weinstein, «rimarrà come simbolo della vergogna per i tedeschi».