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A WHITE SHADOW IN THE SOUTH SEAS (Un'Ombra Bianca Nei Mari Del Sud) Nel 1767 la nave della marina britannica The Dolphin arrivò a Tahiti. Era la prima volta che il popolo di Tahiti vedeva gli europei. La nave britannica era circondato da centinaia di piccole canoe di Tahiti. I britannici spararono contro di loro con i loro moschetti moschetti temendo il peggio. Come risultato ancora più canoe, alcune più grandi, uscirono e circondarono The Dolphin. Su uno delle più grandi l'uomo vestito di rosso diede un segnale e The Dolphin e il suo equipaggio furono sommersi da migliaia di pietre. Ci furono molti feriti ed ossa rotte quel giorno sulla nave. Sono andato a Tahiti nel 1994, la mia prima visita all'Oceano Pacifico, ma il “benvenuto” fu diverso. Oltre a Tahiti quel viaggio comprese anche visite a Fiji, Nuova Zelanda, Australia e Hawaii, anche se non era la mia prima visita ad un’isola tropicale. Avevo navigato attraverso l'Oceano Indiano da ragazzo undicenne, come un immigrato, per vivere in Australia e mi ero fermato brevemente in quello che allora era conosciuto come Ceylon e ora è chiamato Sri Lanka. Mentre scrivo sto per tornare lì, per una vacanza, 60 anni dopo. Quella prima visita in Sri Lanka è stata per me, come una visita ad un altro pianeta. In Tonga e Samoa la popolazione concepisce le proprie isole come un universo completo di mare e terre comprese dalla cupola celeste. Quando gli europei navigarono verso di loro attraverso l'oceano essi supposero fossero venuti dal cielo e avessero sfondato la cupola del loro paradiso. Li chiamarono 'Papalagi' o 'Caduti dal Cielo'. Un’esperienza equivalente, per noi occidentali, ad un incontro con gli extraterrestri. Tornando in Inghilterra dopo alcuni anni mi fu imposto di leggere “La Tempesta” di William Shakespeare e la “La Spedizione del Kon Tiki” di Thor Heyerdahl. Combinate con una precedente fascinazione che avevo per mappe e francobolli, divenni da allora una vittima di quella che è nota come 'islomania' (un entusiasmo o faziosità ossessiva per le isole ‐Collins Dictionary‐UK). "Il primo amore, la prima alba, la prima isola del Mare del Sud, sono i ricordi lontani... (Nei Mari del Sud ‐. Robert Louis Stevenson) Venti anni e più di viaggi nel sud del mondo e, più recentemente (e più precisamente), nelle isole vicine a Singapore (Pulau Ubin) e Hong Kong (Lamma Island) hanno contribuito a formare i luoghi, i suoni e perfino gli odori qui riuniti per costruire una stanza piena di canzoni dello spirito ed un magico percorso attraverso il fogliame di alcune delle mie isole, reali e, a volte, immaginarie. Quattro dipinti Tiki (§). Sacchetti di plastica di piccole dimensioni contenenti "oggetti per i rituali dimenticati di Blue Sealand” (un luogo immaginario). Una collezione di francobolli dallo stesso luogo immaginario. Tre narrazioni (silenziose) proiettate in sequenza su una zanzariera appesa. Un piccolo televisore (sonoro) dentro un’altra tenda. Una piccola installazione ad angolo formata da vecchie scarpe da spiaggia in gomma e bottiglie di plastica, illuminate con una luce da discoteca. Una piccola tavola da surf. Un tavolo pieno di libri di viaggiatori stranieri nei mari del sud. 40 o 50 camicie hawaiane sospese dal soffitto. Diversi metri di tessuto 'esotico' appeso alle pareti. Un tappeto di seta con la scena di una spiaggia Tahitiana (acquistato in un negozio turco a Monaco di Baviera (!)). Tre fotografie dei miei ukulele decorati realizzati per la mostra triennale “Hula Dreams” di Sydney. Una fotografia di Brent Clough (amico e produttore radiofonico) scattata al suo Tiki Bar a Surfside Avenue (ora chiuso). Una serie di fotografie (scattate da me) della collezione di tazze “Tiki” di Brent Clough. Un’installazione a pavimento composta da una dozzina circa di ventagli fatti di foglie di palma posati su di una stuoia di bambù. Un cumulo di riso asiatico speziato. Incenso. Una collezione di cartoline di tatuaggi. Frutta fresca. Diverse decorazioni di fiori di plastica. Una collezione di cappelli di paglia. Un tavolo di piccole maschere Tiki di legno. Mappe murali dell'Oceano Pacifico . Un certo numero di manifesti cinematografici di «exotica». Un’installazione a parete di 40 copertine di vinili Hawaiani e di 'Exotica'. Un’installazione sonora costituita da un mix del mio CD “White Shadows in the South Seas”, del nuovo LP “New Globe Notes” (la nuova versione in vinile) e di registrazioni effettuate sul campo a Pulau Ubin. Un certo numero di sculture di foglie di palma appese…. (§) Con “Tiki” ci si riferisce a grandi sculture in legno e pietra, dalla forma umanoide, comuni alle culture polinesiane dell'Oceano Pacifico. L'installazione al Teatroinscatola, come parte della serie VISITAZIONI, rimarrà in sito dal 1 al 4 febbraio e sarà aperta dalle ore 19.00 fino alle 23.00. La serata di apertura coinciderà con il lancio di "New Globe Notes", un lp in vinile pubblicato da No‐Fi Records a cui sarà abbinato un All Night Party negli uffici di Nero Art Magazine (proprio accanto al Teatroinscatola). Farò un set musicale che coinvolgerà entrambe le sedi, più un dj‐set di musica “exotica” che si terrà negli uffici di Nero, dove proietteremo anche alcuni miei brevi video. Chiuderò il mio set verso le tre del mattino, ma le persone potranno rimanere tutta la notte negli uffici di Nero, con l'accompagnamento di musica “adatta al sonno”. "Non siate impauriti, l'isola è piena di rumori, suoni e dolci arie che danno gioia e non feriscono. A volte un migliaio di strumenti vibranti faranno ronzare le mie orecchie, e a volte le voci .... (La Tempesta‐WS). Mike Cooper – Roma, dicembre 2013.