sermone - La maestà di Dio - Chiesa Cristiana della Grazia

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La maestà di Dio
CHIESA CRISTIANA DELLA GRAZIA
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La parola “maestà” deriva dal latino maiestas, che significa grandezza. Maestà è una parola che la
Bibbia usa per esprimere il pensiero della grandezza di Dio, nostro Creatore e Signore.
Leggiamo il Salmo 93:1-2: “Il Signore regna; egli s’è rivestito di maestà; il Signore s’è
rivestito, s’è cinto di forza; il mondo quindi è stabile, e non sarà scosso. Il tuo trono è saldo
dai tempi antichi, tu esisti dall’eternità”.
Leggiamo il Salmo 154:5: “Mediterò sul glorioso splendore della tua maestà e sulle tue opere
meravigliose”.
L’apostolo Pietro, ricordando la visione della gloria regale del Cristo nella Trasfigurazione, dice:
“Siamo stati testimoni oculari della sua maestà” (II Pietro 1:16).
In Ebrei, l’espressione “la maestà” sta per due volte al posto di “Dio”; è detto che Cristo, dopo la
Sua ascensione, si pose a sedere “alla destra della maestà nei luoghi altissimi … Alla destra del
trono della maestà nei cieli” (Ebrei 1:3; 8:1).
La parola “maestà”, in riferimento a Dio, è sempre una dichiarazione della Sua grandezza e un
invito all’adorazione.
Lo stesso discorso vale quando la Bibbia parla di Dio che sta “nei luoghi altissimi” e “nei cieli;
non significa che Dio sia così lontano da noi nello spazio, ma piuttosto che Egli è infinitamente al
di sopra di noi per grandezza, ed è per questo che deve essere adorato.
Leggiamo il Salmo 48:1: “Grande è in Signore e degno di lode nella città del nostro Dio, sul suo
monte santo”.
Leggiamo il Salmo 95: 3-6: “Perché il Signore è un Dio grande, un gran re sopra tutti gli déi.
Nelle sue mani sono le profondità della terra, e le altezze dei monti sono sue. Suo è il mare,
perch’egli l’ha fatto, e le sue mani hanno plasmato la terra asciutta. Venite, adoriamo e
inchiniamoci, inchiniamoci davanti al Signore, che li ha fatti”.
Fratelli, gli impulsi di fiducia e di adorazione del cristiano sono potentemente stimolati dalla
conoscenza della grandezza di Dio.
Ma i cristiani di oggi mancano in larga misura di questa conoscenza: e questa è una delle ragioni
per cui la nostra fede è così debole e la nostra adorazione così fiacca.
Siamo uomini moderni, e gli uomini moderni hanno un grande concetto dell’uomo e un piccolo
concetto di Dio.
Quando il cosiddetto uomo di chiesa, per non parlare di quello della strada, usa la parola “Dio”, il
pensiero che ha in mente è raramente quello della maestà divina.
Fratelli, abbiamo un’idea di Dio ancora piccola!
Su questo punto siamo agli antipodi dei nostri antenati evangelici, anche quando confessiamo la
nostra fede secondo le loro parole.
Quando cominciamo a leggere Lutero, Edwards o Whitefield , arriveremo ben presto a chiederci se
abbiamo effettivamente familiarità con il potentissimo Dio che essi conoscevano così intimamente.
Oggi si sottolinea ampiamente il pensiero che Dio è un Dio personale, ma questa verità è espressa
in modo tale da dare l’impressione che Dio sia un po’ come noi: debole, inadeguato, incapace, un
po’ patetico.
La nostra vita personale è una cosa finita: è limitata in ogni direzione. E’ limitata nello spazio, nel
tempo, nella conoscenza, nel potere.
Ma Dio è eterno, infinito e onnipotente; ci tiene nelle Sue mani, mentre noi non avremo mai Lui
nelle nostre.
E’ vero che, come noi, Dio è personale; ma, a differenza di noi, Egli è infinitamente grande.
La Bibbia, nel mettere continuamente in risalto la realtà dell’interesse personale di Dio per il Suo
popolo, e la dolcezza, la tenerezza, la comprensione, la potenza e l’ardente compassione che Egli
manifesta verso i Suoi, non ci permette mai di perdere di vista la Sua maestà e il Suo illuminato
dominio su tutte le Sue creature.
Il Dio con cui abbiamo a che fare non è un mero principio cosmico, impersonale e indifferente, ma
è una Persona vivente, attiva, che pensa, sente, approva il bene, disapprova il male e s’interessa
continuamente delle Sue creature.
Il Dio della Genesi è il creatore, che trae ordine dal caos, che chiama alla vita mediante la Sua
parola, che forma Adamo dalla polvere della terra ed Eva dalla costola di Adamo.
Egli è il Signore di tutto ciò che ha creato. Egli maledice la terra e sottopone l’umanità alla morte;
fa venire il diluvio sulla terra come un giudizio, distruggendo ogni forma di vita, tranne quella
all’interno dell’Arca; confonde le lingue umane e disperde i costruttori di Babele; distrugge
Sodoma e Gomorra. Abraamo, giustamente, Lo chiama “il giudice di tutta la terra, e a ragione
adotta per Lui il nome di Melchisedec: “Dio altissimo, padrone dei cieli e della terra”.
Egli è presente ovunque, e osserva ogni cosa: l’assassinio a opera di Caino, la corruzione del genere
umano, l’allontanamento di Agar.
Egli è El-Shaddai, “Dio onnipotente”.
Egli promette un figlio ad Abraamo e a sua moglie, già novantenni, e rimprovera Sara per la sua
risata d’incredulità, che in seguito si sarebbe dimostrata ingiustificata.
Leggiamo Genesi 18:14: “Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il Signore? Al tempo
fissato, l’anno prossimo, tornerò e Sara avrà un figlio”.
Tutta la storia è sotto il dominio dell’Eterno.
Come possiamo farci un’idea corretta della grandezza di Dio?
Fratelli, la Bibbia ci insegna a fare due cose.
La prima è quella di rimuovere dalla nostra idea di Dio quei limiti che Lo renderebbero piccolo.
La seconda è quella di metterLo a confronto con potenze e forze che noi consideriamo grandi.
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Leggiamo il Salmo 139:1-10: “Signore, tu mi hai esaminato e mi conosci. Tu sai quando mi
siedo e quando mi alzo (tutte le mie azioni, tutti i miei movimenti), tu comprendi da lontano il
mio pensiero. Tu mi scruti quando cammino e quando riposo, e conosci a fondo tutte le mie
vie (tutte le mie abitudini, i miei piani, le mie aspirazioni, i miei desideri). Poiché la parola non è
ancora sulla mia lingua, che tu, Signore, già la conosci a pieno. Tu mi circondi, mi stai di
fronte e alle spalle, e poni la tua mano su di me. La conoscenza che hai di me è meravigliosa,
troppo alta perché io possa arrivarci. Dove potrei andarmene lontano dal tuo Spirito, dove
fuggirò dalla tua presenza? Se salgo in cielo tu vi sei; se scendo nel soggiorno dei morti, eccoti
là. Se prendo le ali dell’alba e vado ad abitare all’estremità del mare, anche là mi condurrà la
tua mano e mi afferrerà la tua destra”.
Posso nascondere il mio cuore, i miei progetti passati e futuri, a chi mi sta accanto, ma non posso
nascondere nulla all'Eterno.
Posso parlare in modo da trarre in inganno i miei simili intorno a quella che in effetti è la mia
natura, ma niente di ciò che dico e faccio può ingannare Dio.
Un Dio alla cui presenza e al cui vaglio io potessi sottrarmi sarebbe una divinità piccola e
insignificante.
Il Dio che vede ogni cosa è anche il Dio onnipotente, e la sua potenza ci è già rivelata dalla
sorprendente complessità del nostro stesso corpo fisico.
Di fronte a tutto questo, le meditazioni del salmista diventano adorazione.
Leggiamo il Salmo 139:14: “Io ti celebrerò, perché sono stato fatto in modo stupendo”.
Ecco il primo passo da fare nell’apprendimento della grandezza di Dio: rendersi veramente conto di
quanto infinite siano la Sua saggezza e la Sua potenza.
Dio è incomparabile! Egli è l'Altissimo!
Leggiamo Isaia 40:12-13: “Chi ha misurato le acque nel cavo della sua mano o preso le
dimensioni del cielo con il palmo? Chi ha raccolto la polvere della terra in una misura o
pesato le montagne con la stadera e i colli con la bilancia? Chi ha preso le dimensioni dello
Spirito del Signore o chi gli è stato consigliere per insegnargli qualcosa?”
Guardate alle nazioni, continua il profeta, alle grandi potenze nazionali alla cui mercé voi vi sentite
di essere.
E continua a dire: “Ecco, le nazioni sono come una goccia che cade da un secchio, come la
polvere minuta delle bilance; ecco, le isole sono come pulviscolo. Il Libano non basterebbe a
procurare il fuoco e i suoi animali non basterebbero per l’olocausto. Tutte le nazioni sono
come nulla davanti a lui; egli le valuta meno che nulla, una vanità” (Isaia 40:15-17).
Guardiamo al mondo: consideriamone le dimensioni, la varietà, la complessità.
Pensiamo ai sei miliardi di persone che popolano la terra, e all’immenso cielo che la sovrasta.
Che figure minuscole siamo, io e voi, in confronto all’intero pianeta in cui viviamo!
Eppure che cos’è mai questo grande, potente pianeta, se paragonato a Dio?
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Leggiamo Isaia 40:22: “Egli è assiso sulla volta della terra, da lì gli abitanti appaiono come
cavallette; egli distende i cieli come una cortina e li spiega come una tenda per abitarvi”.
Il mondo ci fa sembrare molto piccoli, ma Dio fa sembrare molto piccolo il mondo.
La terra è lo sgabello dei suoi piedi.
Tutta la febbrile attività dei suoi formicolanti miliardi di abitanti non ha effetto su di Lui più di
quanto il canto e il saltellio dei grilli al sole estivo ne abbiano su di noi.
“Ecco il nostro Dio!”
Guardiamo ai “grandi uomini”, le cui leggi e la cui politica determinano il benessere o il malessere
di milioni di persone.
Guardiamo agli aspiranti dominatori del mondo, ai dittatori, ai fondatori di imperi, che hanno il
potere di scatenare la guerra in tutto il globo.
Pensiamo a Sennacherib e a Nebucadnetsar (Nabucodonosor).
Pensiamo ad Alessandro, a Napoleone, a Hitler.
E oggi a Putin, a Obama e ai capi dell’Islam.
Se crediamo che siano veramente questi “grandi” a decidere quale strada il mondo debba prendere,
è segno che abbiamo capito ben poca cosa.
E’ Dio che ridurrà tutti questi “grandi” dominatori della terra a nulla.
Guardiamo, infine, alle stelle.
L’esperienza universale più sconvolgente che l’umanità conosca è quella di fermarsi a contemplare
le stelle in una notte serena. Null’altro è in grado di darci il senso di una distanza più remota; nulla
è in grado di farci sentire più fortemente la nostra piccolezza e inconsistenza: miliardi di stelle in
numero, miliardi di anni-luce in distanza.
La nostra immaginazione non riesce a cogliere questa immensità.
Ma, per il Creatore, che cos’è tutto questo?
Leggiamo Isaia 40:26: “Levate gli occhi in alto e guardate: Chi ha creato queste cose? Egli le
fa uscire e conta il loro esercito, le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo potere e
per la potenza della sua forza, non ne manca una”.
Fu Dio, l’Eterno Padre, che per primo le collocò nello spazio; Egli è il loro Signore: esse sono tutte
nelle sue mani, sottoposte alla sua volontà. Tali sono la sua potenza e la sua maestà.
“Ecco il nostro Dio!”
Leggiamo Isaia 40:25: “A chi dunque mi vorreste assomigliare, a chi sarei io uguale? Dice il
Santo”.
Fratelli,
questa domanda è un rimprovero ai pensieri sbagliati su Dio.
“I tuoi pensieri su Dio sono troppo umani”, disse Lutero a Erasmo.
E’ qui che molti di noi vanno fuori strada.
I nostri pensieri su Dio non sono grandi abbastanza; non riusciamo a tenere conto della realtà della
sua saggezza e potenza senza limiti.
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Siccome noi stessi siamo limitati e deboli, immaginiamo che in certi aspetti anche Dio lo sia, e ci
viene difficile credere il contrario.
Il concetto che abbiamo di Dio è un po’ troppo a nostra misura.
Fratelli, impariamo a riconoscere la piena maestà del nostro incomparabile Dio e Salvatore.
Leggiamo Isaia 40:27: “Perché dici tu, Giacobbe e perché parli così Israele: <La mia vita è
occulta al Signore e al mio diritto non bada il mio Dio?>”.
Questa domanda è un rimprovero ai pensieri sbagliati su noi stessi.
Dio non ci ha abbandonato, così come non aveva abbandonato Giobbe.
Egli non abbandona mai nessuno su cui ha posto il Suo amore.
E neanche Cristo, il Buon Pastore, perde mai le tracce delle sue pecore.
Leggiamo Isaia 40:28: “Non lo sai tu? Non l’hai mai udito? Il Signore è Dio Eterno, il creatore
degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca; la sua intelligenza è
imperscrutabile”.
Questa domanda è un rimprovero alla nostra lentezza a credere alla maestà di Dio.
Fratelli, siamo molti a meritare questo rimprovero.
Siamo molto lenti a credere in Dio come Dio, sovrano, onniveggente e onnipotente.
Quanto poco consideriamo la maestà di Cristo, nostro unico Signore e Salvatore!
Abbiamo molto bisogno di meditare sulla maestà di Dio.
Gloria al Padre, all'Unigenito Figlio Cristo Gesù e allo Spirito Santo, un solo Dio!
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