e-leari tecnologie innovazione formazione e-learning e
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e-leari tecnologie innovazione formazione e-learning e
Autore: Stasi Francesca Maria A partire dai diversi profili di “adottatore” descritti all’interno del modulo, individuare a quale tipologia si ritiene di appartenere e riflettere sulla propria modalità di approccio nei confronti delle tecnologie che vengono di volta in volta immesse sul mercato. In che modo tale approccio può influire, positivamente o negativamente, sul proprio modo di fare didattica? Arricchire, eventualmente, la propria esposizione con riferimenti ad esperienze. Leggendo e ponderando il materiale del corso per questa settimana, mi sono subito soffermata a inquadrarmi e riconoscermi come una immigrata digitale (secondo quanto scritto da Prensky), piuttosto che nativa digitale, ma con notevoli interrogativi e differenze: cerco subito un’informazione in internet quando utilizzo un software, lavoro subito sul campo non stampo le mail prima di leggerle per far vedere un sito a un collega gli invio il link non telefono mai per sapere se la mia mail inviata è giunta a destinazione. Quindi come definirmi in conclusione? Leggendo un post di Pier Cesare Rivoltella, ho ragionato convincendomi sempre di più che sono una adulta diventata digitale, per cui ho potuto verificare come la tecnologia avvicina sempre più le generazioni, che la stessa è utile per far riflettere, e rendere critici i nativi digitali. Dal 2001, Prensky ha rivisto i suoi scritti, riconoscendo tre figure: saggio digitale smanettatore digitale stupido digitale e ha riconosciuto che il vero problema era ed è quello di tendere verso la saggezza digitale in modo che tutti possano essere accompagnati verso la tecnologia. In questa ottica si aggancia il discorso della diffusione delle innovazioni perché non si può parlare di innovazione senza tecnologia e la formazione non può esistere senza innovazione e senza tecnologia. FORMAZIONE EARI E-LEARNING E-LEARNING E-L E-LEARNING INNOVAZIONE TECNOLOGIE Ogni elemento tecnologico si presenta come innovazione fino a quando non viene integrato dalla società che lo accetta e lo fa proprio fino a renderlo indispensabile a livello operativo e comunicativo. Ognuno di noi reagisce in modo diverso rispetto all’introduzione e all’adozione di nuovi fattori o prodotti tecnologici: ci sono alcuni che rispondono immediatamente, altri che impiegano più tempo. Rogers e Shoemaker idearono un modello di diffusione e adozione da parte degli utenti delle innovazioni: in esso si riscontrano cinque tipi di utenti/consumatori che possono essere rappresentati con una curva di frequenza a forma di campana(Gauss): Questi tipi sono basati sugli scarti quadratici medi dalla media della curva normale : la parte centrale corrispondente alla media aritmetica e gli utenti prossimi alla media sono più numerosi di quelli lontani, mentre gli scarti più piccoli sono più numerosi di quelli grandi. Il numero degli adottatori maggiori della media aritmetica è all’incirca uguale a quello degli adottatori inferiori alla stessa media. Per adottare un'innovazione, gli utenti debbono partire dalla loro consapevolezza, interesse, valutazione, prova ed approvazione. Gli utenti/consumatori potrebbero entrare nelle categorie differenti per le innovazioni differenti; per esempio un coltivatore potrebbe essere un primo adattatore per un cereale ibrido, ma risultare come un adattatore della tarda maggioranza per un videoregistratore. VALORI CARATERISTICHE SOCIO-ECONOMICHE VARIABILI DELLA PERSONALITA’ INNOVATORI Amanti del rischio Giovani Alto livello d'istruzione Elevato status sociale ed economico Meno dogmatici Meno fatalisti Più razionali Più cosmopoliti Contatti con altri innovatori PRIMI ADATTATORI Visionari Pionieri Meno pragmatici Meno fatalisti Più razionali Rivolti ai risultati Alto livello di istruzione Leadership nelle opinioni Indirizzati ad attività più specializzate Discreti nelle scelte dell’adozione Aperti ai cambiamenti Aperti alla scienza Rimangono in posizione centrale Contatti con vari elementi PRIMA MAGGIORANZA Pragmatica Sopra la media dello status sociale Leadership nei pareri Lenti nelle scelte dell’adozione Contatti medi TARDA MAGGIORANZA Scettica Sotto la media dello status sociale Molto limitati come leadership Molto oculati nelle scelte Contatti limitati Rimangono a guardare gli altri per tanto tempo RITARDATARI Tradizionalisti Più maturi in età Può avere uno status sociale basso Nessuna leadership Bassa redditività Non amano disfarsi delle vecchie cose Contatti solo con familiari o con pochissimi amici intimi Critici verso le novità COMPORTAMENTI COMUNICATIVI sociali Per passare da un settore ad un altro è necessario superare il “burrone”, in quanto c’è una divisione tra una fetta di mercato e l’altra, in termini di numeri, che sicuramente decreta il successo di una innovazione. Molto spesso l’innovatore non è sempre il vincitore ma può essere il tester per un prodotto che non giunge al suo apice, per esempio per errori commessi al momento dell’immissione sul mercato. Riflettendo su che tipo di adottatore sono, e guardando la schematizzazione nella tabella costruita, mi sono scoperta: innovatrice per quanto riguarda le tecnologie come cellulari, notebook, stampanti laser e a colori, Lim prima adottatrice o anticipatrice per software maggioranza anticipatrice per tv, lettori DVD, fotocamere digitali. La mia storia di adulta diventata digitale nasce nel 1999, quando dopo tanto sospirare, ho avuto a disposizione il primo pc in casa (prima di quella data lo utilizzavo solo a scuola). E’ stato il mio debutto ufficiale nella tecnologia! Da quel momento in poi il mio iter di utente/consumatore è progredito e ancora (per fortuna) non si ferma. A quell’epoca riuscivo a fare tanti di quegli errori che a ripensarci ci rido su: quasi subito ho fatto installare la connessione ad internet e da lì ho iniziato a frequentare corsi online o meglio a scegliere corsi a distanza, master e così via. Subito dopo ho sostenuto gli esami per conseguire l’ECDL e poi per diventare esaminatore per ECDL: sempre nel giro di un paio d’anni. Oggi sono in grado di installare la connessione, di scaricare e installare programmi e mi metto subito in gioco perché voglio capire come funziona un software; ritrovo informazioni in internet , compro diversi oggetti online e altro. Innovatrice La mia passione per la tecnologia è nata con i cellulari perché è stato forse il primo passo per raggiungere i miei alunni che hanno un’età compresa tra i 14 e 20 anni e mi sono ritrovata ad essere accettata da loro per il mio nuovo piccolo Nokia (nel 2000) che era uno schianto per la velocità con cui si poteva messaggiare, inviando anche disegni. Nel 2004, solo perché mi era sfuggito di mano il cellulare, sono passata al Nokia 6600 e quindi è nata la passione per i video e le foto: ho iniziato a trasferire foto e video sul pc tramite gli infrarossi, usandolo anche con gli alunni per occasioni come visite d’istruzione, pranzi prima degli esami di stato. Un paio di anni fa pur non dismettendo quello vecchio, sono passata ad un N97mini. Molto spesso lo uso come calcolatrice, agenda ecc… Purtroppo non sono stata per nulla innovatrice per quanto riguarda la connessione: i miei cellulari non sono abilitati (per mia scelta) alla connessione internet: ho sempre avuto paura di virus. Altro oggetto del mio contendere è stato il notebook: nel 2004 avevo e ho tuttora il Vaio FN315M: è stato il top! Non ho mai accettato che qualcuno potesse usarlo: ero io la sua padroncina e con questa tattica sono riuscita a salvarlo da mia figlia fino alla sua tesi di laurea. Insomma, alle mie nuove tecnologie tengo troppo: rimangono nuove persino troppo a lungo se sono solo io a usarle. Oggi visito spesso il sito della Sony perché il Vaio rimane sempre il mio primo amore come notebook: ne rimango troppo affascinata per la grafica, per la compattezza, per le sue prestazioni, per la velocità, per la mobilità, per la sua Ram di circa 8 GB, per il nuovo Windows 7. In pratica, se fosse possibile (il suo prezzo si aggira intorno ai €2200,00) comprerei volentieri l’ultimo modello della serie Z: in questo mi ritrovo ad essere come mi ha sempre definito mia figlia, una “mamma molto tecnologica”. Mi informo in merito a tutti i nuovi prodotti digitali di questo tipo: in questo momento più che mai dobbiamo competere con alunni che sono all’avanguardia e che ci mettono alla prova ogni giorno. Sicuramente sono più bravi di noi per alcuni versi, ma sono smanettatori digitali e non ponderano bene che per diventare saggi digitali ci vuol ben altro. Il mio lavoro di insegnante mi ha aiutato ad essere all’avanguardia e la mia formazione logico-matematica-economica mi aiuta a valutare i pro e i contro per l’acquisto di un prodotto. Non sempre una innovazione è la scelta più giusta per tutti noi: infatti abbiamo bisogno di essere consapevoli e quindi avere informazioni complete sul prodotto innovativo mostrare interesse nei confronti del prodotto valutare l’usabilità del nuovo prodotto, nella nostra situazione attuale e futura e quindi decidere se provarlo o meno sperimentare il nuovo prodotto per determinarne l’utilità adottare l’uso pieno dell’innovazione. Un messaggio pubblicitario può aiutarci nelle prime due fasi, mentre gli incontri con chi è più edotto in nuove tecnologie, con amici e colleghi, possono essere indispensabili per la riuscita delle tre fasi finali per giungere all’adozione di una innovazione. Prima adattatrice o anticipatrice Per quanto riguarda i software, in generale mi ritrovo ad essere meno amante del rischio: perché cambiare se mi trovo bene ad usare un programma in particolare? Ho bisogno dei miei tempi per lasciarmi tentare dall’innovazione: forse ho avuto ragione a decidere di aspettare per Windows Vista perché molti adattatori non sono rimasti entusiasti, mentre sto facendo un pensierino per Windows 7. Ho invece adottato abbastanza presto Office 2007, cosi come nel 2005 ho adottato il pacchetto 2003. Tutto questo mi ha aiutato nella mia didattica perché l’approccio alla tecnologia e all’innovazione rende più positiva, più fluida la comunicazione e per un docente formatore ciò è fondamentale. Saper comunicare con un linguaggio abbastanza vicino a quello dei giovani può essere l’elemento fondamentale per agganciarli, per rendere più accettabili discipline che non sono molto amate (come la matematica). Usare software come excel o powerpoint per i grafici, o per la presentazione di una visita didattica, sviluppa la creatività di ciascun ragazzo e la collaborazione tra gli stessi coetanei aumenta la voglia di apprendere con più facilità e più velocemente. Il computer è un elemento che unisce generazioni diverse come gli immigrati digitali, i nativi digitali e gli adulti diventati digitali. Le indagini Istat multiscopo 2010 riscontrano una crescita, rispetto al 2009, della quota delle famiglie che possiedono il personal computer, l'accesso ad internet e la disponibilità di una connessione a banda larga. Secondo i dati Istat, infatti, nel primo caso passano da 54,3% a 57,6% le famiglie italiane che posseggono un Pc, così come salgono rispettivamente al 52,4% (accesso ad internet) e al 43,% (disponibilità di una connessione) rispetto al 47,3% e 34,4% del 2009 dei due parametri presi in esame. Le famiglie con almeno un figlio al di sotto dei 18 anni d'età sono le più tecnologiche. L'81,8% di esse possiede un Pc, il 74,7% ha l’accesso ad internet e il 63% possiede una connessione a banda larga. All’estremo opposto si collocano le famiglie di soli anziani di 65 anni e più che continuano ad essere escluse dal possesso di beni tecnologici. Qui ci rifacciamo alla schematizzazione degli adottatori di tecnologie. Maggioranza anticipatrice Accetto più rapidamente di altri il cambiamento, ma molto spesso - anche per questioni economiche - devo prendere decisioni importanti come “è meglio cambiare il pc o la stampante, piuttosto che il televisore”; in questo rientro in quella categoria che, avendo il computer a casa, usa meno la tv. Con un pc si può socializzare, tramite social networking, inviare messaggi tramite chat, blog, newsgroup oppure instant messaging nei forum di discussione. Il 67% delle persone che si sono connesse ad internet hanno utilizzato la rete per apprendere, il 78,5% per inviare o ricevere mail: questo è un mondo in cui prevalentemente si comunica. L’ultimo spot Telecom fa riferimento proprio al differente modo di comunicare negli ultimi 50 anni: dal telefono a muro alla videochiamata con pc webcam, usando magari un programma come skype. I tempi sono cambiati, ma la comunicazione, la tecnologia e l’innovazione ci hanno resi più maturi e consapevoli, contribuendo a formarci con prodotti all’avanguardia. Noi insegnati abbiamo il dovere e il piacere di cambiare con i tempi perché gli studenti hanno la necessità di scoprire le potenzialità delle attuali tecnologie come mezzo efficace per il loro apprendimento. Per esempio la Lim (anche se la mia scuola non ne possiede una) è uno strumento che migliora e facilita sicuramente il processo di apprendimento, è un supporto efficace sia alla didattica che allo studio personale degli alunni, implementa le competenze e genera ( secondo me) un ambiente di apprendimento gratificante. In generale è un indicatore di modifica dell’approccio degli studenti con tutto l’ambiente scolastico e quest’ultimo può mostrare una maggiore sensibilità e capacità verso i bisogni dei suoi utenti. Pertanto la scuola, con una didattica basata sulle nuove tecnologie, deve porre la sua centralità sull’utente primario, cioè lo studente. Sitografia: http://piercesare.blogspot.com/2010/10/da-marc-prensky-marc-prensky.html http://www.key4biz.it/News/2010/12/23/Tecnologie/Istat_banda_larga_Internet_social_networ king_facebook_Twitter_Myspace_blog_Dvd_decoder_digitale.html http://it.wikipedia.org/wiki/Distribuzione_normale http://dipastro.pd.astro.it/ciroi/spfis1/part_8.pdf