Sicurezza alimentare –Aspetti normativi
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Sicurezza alimentare –Aspetti normativi MANLIO DELLA CIANA AUSL RAVENNA [email protected] HTTP://GROUPS.GOOGLE.IT/GROUP/PACCHETTO-IGIENE/ PARMA 19 OTTOBRE 2012 La presenza di insetti e di infestanti in genere nel settore della produzione alimentare rappresenta sempre e comunque un pericolo per la salute pubblica? La risposta non è semplice proprio perché il problema della Sicurezza Alimentare è complesso e deve essere considerato non solo da un punto di vista settoriale ma anche globale. Vi sono insetti come le api senza i quali non sarebbe possibile la produzione del miele e l’impollinazione ed altri la cui presenza in determinati alimenti rappresenta una fatto non evitabile, come ad esempio gli sfarinati e le farine che utilizziamo nei prodotti da forno, vi sono poi altri che sono loro stessi CIBO. Tuttavia quando parliamo di insetti accettiamo generalmente che la loro presenza sia di pregiudizio per la Salute pubblica. 1 Insetti ed alimenti? Alkermes Casu marzu Prodotti simili al “casu marzu” fanno parte anche della tradizione di altre località in Italia, come il cacio marcetto (Abruzzo), il salterello (Friuli), il furmai nis (Piacenza,Emilia Romagna), e all’estero, come il rotten cheese (Croazia) ed il milbenkäse (Germania). Le norme igieniche comunitarie non ne permettono più la produzione, anche se ne rimangono delle piccole produzioni familiari che permettono ai ghiottoni di continuare a gustare questa leccornia. Per gli emiliano-romagnoli come poi non ricordare che il famoso Alkermes della zuppa inglese è un colorante, detto appunto “rosso cocciniglia” (E120) proviene da insetti? 2 Alimenti ed insetti? La Mosca era invidiosa Dio sa come d'una Farfalla ricca di colori. - Tu - le diceva - ti sei fatta un nome perché svolazzi tra i fiori: ma ogni volta che vedo le ali tue con tutto quel velluto e quel ricamo non posso scordare quando eravamo povere larve tutte due ...- Già - disse la farfalla - ma bisogna che ti ricordi pure un'altra cosa: io nacqui tra le foglie di una rosa mentre tu su una carogna.C.A. Trilussa) La presenza di insetti, particolarmente durante le fasi di lavorazione quando il prodotto è esposto deve essere vista con particolare severità anche in base alla tipologia di insetto (ed alimento) coinvolto. Mosche e blatte, ad esempio, per loro tropismo frequentano ovviamente “substrati” decisamente contaminanti con germi patogeni. 3 Aspetti normativi La presenza di insetti o di altri parassiti negli alimenti rientra nel tema della rilevanza penale della “non conformità” della composizione di una sostanza alimentare quando “il fatto”, ovvero la modificazione dello stato di un alimento ad opera degli infestanti è dovuto ad una azione o ad una omissione umana e ne comporta una degradazione, con riguardo alla nozione di “comune pericolo” (sia esso inteso come remoto – possibilità – che prossimo –probabilità), proprio perché destinati all’alimentazione umana. Insetti e Sicurezza Alimentare Insetti ed Alimenti: •Contaminazione batterica •Contaminazione fungina •Contaminazione virale •Allergizzazione •Residui pesticidi •Diminuzione della shelf life •Ripulsione nel consumatore Aspetti normativi Pacchetto Igiene: Reg.CE 178/2002 Reg. CE 852/2004 Reg. CE 853/2004 Reg. CE 183/2005 Reg. CE 882/2004 Legge 283/1962, art. 5 ,lett. d) DPR 327/1982, art. 35 Normative speciali (esempi) R.D. 3298/1928, art. 61 (lavorazione carni) L. 580/1967, art.2 (disciplina lavorazione e commercio cereali) Aspetti normativi Standard volontari UNI 1381:2010 ISO 16002:2004 (per cereali in grani) ISO 6639-1-2-3-4-:1986/1987 (magazzinaggio) Norma USA 9 CFR 416 Codex Alimentarius 7 Aspetti normativi Rilevanza penale dell’infestazione applicazione dell’ articolo 5, lettera d) della Legge 283/1962: “E’ vietato impiegare nella preparazione di alimenti e bevande, vendere, detenere per vendere o somministrare come mercede ai propri dipendenti, o comunque distribuire per il consumo, sostanze alimentari: b) in cattivo stato di conservazione d) insudiciate, invase da parassiti, in stato di alterazione o comunque nocive, ovvero sottoposte a lavorazioni o trattamenti diretti a mascherare un preesistente stato di alterazione” 8 Aspetti normativi La fattispecie della lettera d) è sanzionata più gravemente delle altre previste dalla L.283/62 nel minimo edittale per effetto dell’art. 6 del D.lgs 507/99 e si articola in una serie di possibilità alternative che possiamo distinguere : un gruppo a cui appartengono le specifiche dell’insudiciamento, dell’invasione da parassiti e delle alterazioni degli alimenti; il caso delle sostanze “comunque nocive”; le ipotesi di trattamento volto a mascherare un preesistente stato di alterazione, che contiene una idea di fraudolenza che lo diversifica dalle altre infrazioni. un gruppo a cui appartengono le specifiche dell’insudiciamento, dell’invasione da parassiti e delle alterazioni degli alimenti; il caso delle sostanze “comunque nocive”; le ipotesi di trattamento volto a mascherare un preesistente stato di alterazione, che contiene una idea di fraudolenza che lo divers ifica dalle altre infrazioni. 9 Aspetti normativi La nocività dell’alimento viene considerata in via preferenziale comunque autonoma rispetto ai diversi casi enunciati nella lettera d) – C.,Sez.VI,6.7.1993 – per cui sia l’insudiciamento (del prodotto quanto dell’involucro), sia il riscontro di corpi estranei e l’invasione dei parassiti danno luogo a procedere per la violazione del citato articolo. Si consideri comunque che l’art. 5 della Legge 283/62 è una norma sussidiaria rispetto ai delitti contro la salute pubblica del codice penale, nei quali resta assorbita allorché l’alimento abbia reali capacità di recare nocumento alla salute (ex multis C.,Sez.I, 16.10.1996; C.,Sez. IV, 24.9.1996. 10 Aspetti normativi La nocività di un alimento è legata al concetto di guasto Nocività comunque nel settore alimentare legata al concetto di “guasto”, “indesiderabile” che non evoca una dannosità del prodotto ma piuttosto una sua “inadeguatezza igienica”: si tratterebbe quindi di una nocività formale o presunta, che ricorrerebbe quando vengono superati i limiti prudenziali di contaminazione fissati dalla normativa (Pacileo, Reati alimentari, 24-27). 11 Aspetti normativi L’invasione da parassiti consiste nell’infestazione da insetti/parassiti e si riportano anche alcuni casi di condanna ai sensi degli artt. 444 e 452 del c.p. (per presenza di insetto in un panino); 12 per alcuni il termine “invasa da parassiti” intenderebbe la fattispecie dell’infestazione massiva, ovvero farebbe riferimento al grado di infestazione (ciò non toglie che il fatto rimarrebbe punibile ai sensi della lettera b)). Aspetti normativi . Relativamente alla “nocività potenziale” è necessario rilevare che la recente giurisprudenza ha mutato in parte la propria interpretazione richiedendo che nel caso concreto sussista effettivamente una situazione di pericolo che permetta l’applicazione della norma, ovvero non basterebbe più l’enunciazione di principio di violazione della norma, ma il perché averla violata nella circostanza concreta abbia determina un pericolo! Esempio: il riscontro di alimenti con parassiti o comunque mal conservati, benché rappresenti una violazione del citato articolo deve comunque essere circostanziata con una valutazione del pericolo effettivo (seppur potenziale) che poteva comportare se si accerta che gli stessi erano destinati ad esempio al consumo diretto …. ad esempio che si trovassero nel locale di vendita o attiguo senza alcuna indicazione diversa relativamente alla loro effettiva destinazione 14 Aspetti normativi Il codex alimentarius ed i requisiti da soddisfare Gli obblighi per gli OSA nei confronti degli infestanti devono soddisfare le norme del pacchetto igiene che a loro volta discendono dal Codex alimentarius (6.3) che rappresenta il testo di riferimento anche per gli scambi internazionali (WTO). Mentre nel CA gli infestanti sono trattati in un unico capitolo (6.3 Sistemi di controllo degli infestanti), nel pacchetto Igiene questi sono esplicitati in diversi punti degli allegati. 15 Aspetti normativi & Sicurezza Alimentare . L’adozione dei manuali di autocontrollo e la responsabilità incolpevole La novità introdotta ora con il pacchetto igiene (e prima con il d.lgs 155/97) sta nella necessità per gli OSA di adottare un autocontrollo efficace per la prevenzione delle contaminazioni, comprese quelle da infestanti. Tale novità si riflette da un punto di vista di applicazione della norma su un aspetto legato alla responsabilità dell’imprenditore alimentare, prendendo in considerazione il caso di forza maggiore o fortuito o, detto in parole semplici della responsabilità incolpevole 16 Aspetti normativi & Sicurezza Alimentare L’OSA ha fatto tutto il possibile? Tra le diverse sentenze riporto la n. 236 del 28.3.2011 del Tribunale di Terni per la quale non può essere “ascritto a responsabilità colpevole il rinvenimento di un insetto all’interno di una bottiglia di acqua minerale allorchè la società imbottigliatrice adotti un protocollo standard di costanti controlli di tipo qualitativo, mirati a monitorare la qualità del prodotto da un punto di vista microbiologico e chimico fisico dalla origine fino al prodotti finito, nonché ulteriori e continui controlli lungo la linea di produzione, e, da ultimo, anche controlli visivi e olfattivi del prodotto finito.” 17 Aspetti normativi & Sicurezza Alimentare Responsabilità penale NO, ma responsabilità civile SI. Quindi penalmente se l’OSA mette in atto tutte le azioni possibili a prevedere e prevenire un pericolo non è punibile penalmente, anche se non si può escludere una qualche forma di responsabilità civile 18 Aspetti normativi & Sicurezza Alimentare Il passo logico successivo riguarda quindi il valore legale degli atti compiuti dall’ OSA per garantire una conformità igienica e sanitaria del proprio prodotto. Gli atti che viceversa non possono essere certificati dall’ OSA sono i certificati medici, veterinari, sanitari,di origine, di conformità CE, di marchi, di brevetti. Aspetti normativi & Sicurezza Alimentare GMP SPS HACCP SSOP Autocontrollo e HACCP non sono sinonimi: il concetto di autocontrollo, infatti, ha una valenza più ampia che discende dalla responsabilizzazione dell’ OSA e corrisponde all’obbligo della tenuta sotto controllo delle proprie produzioni. Il sistema HACCP è obbligatorio per il settore post-primario ed è un sistema che consente l’applicazione dell’autocontrollo in maniera più razionale ed organizzata. 20 Aspetti normativi & Sicurezza Alimentare Nelle imprese alimentari l’obiettivo principale è quello di istituire un sistema documentato con cui l’impresa sia in grado di dimostrare di avere operato in modo da minimizzare il rischio. Scrivo quello che faccio e faccio quello che scrivo! Aspetti normativi & Sicurezza Alimentare Standard di processo Standard di prodotto: sicurezza alimentare Il Pacchetto Igiene non rappresenta comunque nulla di nuovo sul piano dei doveri in quanto determina solamente gli standard igienico-sanitari obbligatori e rappresentano i principali riferimenti normativi in materia d’igiene per chiunque operi nel comparto alimentare, mentre gli standard di prodotto sono contenuti in parte nel Regolamento 2073/2005, ma soprattutto nel concetto di non nocività rappresentano dalla ancora valida Legge 283/62 e, se vogliamo, dagli articoli 444 e seg. del c.p. 22 Aspetti normativi & Sicurezza Alimentare Farina di frumento – tolleranza: Per 50 grammi fino a 50 frammenti di insetti ed 1 pelo di topo!(nelle norme USA) 1-non è possibile diluire farine con valori di tolleranza superati 2-non è possibile macinare farine con lievi infestazioni per rientrare nei parametri Nello standard di prodotto in alcuni casi è prevista la tolleranza (non in Italia ma in paesi come gli USA) per insetti ed altri infestanti: Nel caso della farina e degli sfarinati in genere la tolleranza è relativa a frammenti di insetti e non a insetti interi o corpi di insetti: è una differenza importante poiché la presenza dei frammenti indica che gli insetti erano presenti prima della macinazione (quindi derivano dalla coltura in campo o da una piccola contaminazione durante il trasporto o lo stoccaggio delle granaglie). La presenza invece di corpi è chiaro indice di una contaminazione avvenuta nelle farine ovvero dopo la macinazione e raffinazione e questa deve essere non tollerata. In Italia comunque molte ditte garantiscono valori inferiori ai 20 frammenti per 50 g effettuati al filth test. D’altronde a dispetto della norma lo stesso rapporto dell’ Istituto di Sanità ripropone questo riscontro negli sfarinati. L’assenza totale è un requisito difficilmente raggiungibile 23 Aspetti normativi & Sicurezza Alimentare L’obbligatorietà dell’autocontrollo era stata sancita inizialmente con il d.lgs 155/97 (recepimento della direttiva CEE n°43/93) ed è stata perfezionata dal pacchetto igiene e la sua non applicazione è sanzionata dall’articolo 6 del d.lsg 193/07. Sono possibili 3 situazioni: Mancanza di autocontrollo Autocontrollo non soddisfacente al raggiungimento obtv Autocontrollo presente ma non attuato correttamente. La norma quindi istituisce l’obbligo del controllo di processo e non solo lo standard (“non deve essere nocivo per la salute pubblica”, “non deve essere diverso dal dichiarato”, “non deve essere adulterato”) 24 Aspetti normativi & Sicurezza Alimentare ASSENZA AUTOCONTROLLO Nel caso di un autocontrollo mancante la norma prevede: 6 . - L'operatore del settore alimentare operante ai sensi dei regolamenti (CE) n. 852/2004 e n. 853/2004, a livello diverso da quello della produzione primaria, che omette di predisporre procedure di autocontrollo basate sui principi del sistema HACCP, comprese le procedure di verifica da predisporre ai sensi del regolamento (CE) n.2073/2005 e quelle in materia di informazioni sulla catena alimentare, e' punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.000 a euro 6.000;” 25 Aspetti normativi & Sicurezza Alimentare Non completa efficacia dell’autocontrollo Se l’autocontrollo è inadeguato: “7. Nel caso in cui l'autorita' competente riscontri inadeguatezze nei requisiti o nelle procedure di cui ai commi 4, 5 e 6 fissa un congruo termine di tempo entro il quale tali inadeguatezze devono essere eliminate. Il mancato adempimento entro i termini stabiliti e'punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1.000 a euro6.000;” 26 Aspetti normativi & Sicurezza Alimentare Si dispone dell’autocontrollo ma non lo si osserva Se la ditta dispone di un autocontrollo che però non osserva, allora: “8 - La mancata o non corretta applicazione dei sistemi e/o delle procedure predisposte ai sensi dei commi 4, 5 e 6 e' punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 1000 a euro 6.000.” 27 Standard di processo:Controllo Sistemico degli Infestanti Integrated Pest Management (IPM) È un approccio sistemico al problema degli infestanti e consiste nel raccogliere ed utilizzare tutte le informazioni atte a minimizzare il rischio di contaminazioni, anticipando e prevenendo i danni provocati dagli infestanti L’approccio integrato per il contenimento degli insetti e dei parassiti in una industria /filiera alimentare e tiene conto ad esempio: Umidità del prodotto: insetti diversi e tipi di muffa hanno esigenze diverse .Il punteruolo del riso, ad esempio, tende a diventare infestante per grani con percentuale di umidità superiori al 13%. La maggior parte dei prodotti trasformati sono basso contenuto di umidità, e questo aiuta a contenere moltiplicazioni di questo tipo di insetto. Temperatura: ambienti a temperatura inferiore i 18°C sono dissuasivi nel confronto degli infestanti delle granaglie. Nelle aree di immagazzinaggio tenere delle temperature sotto l’ottimale per gli insetti è un sistema importante per ridurne lo sviluppo e minimizzare i danni o le semplici alterazioni esterne. 28 Standard di processo:Controllo Sistemico degli Infestanti In questa tabella si evidenziano le risposte alle alte e basse temperature e la relazione tra il tempo e la temperatura per portare a morte o fermare lo sviluppo degli infestanti. La zona letale è compresa tra 5 e 15,56°C o tra 50 e 60°C. Gli insetti hanno buone capacità di adattamento per cui se si vogliono ottenere effetti di massima mortalità è necessario non dare loro il tempo di abituarsi alle variazioni di temperature, ma piuttosto favorirne il brusco abbassamento o rialzo. Gli insetti e le muffe nei magazzini di granaglie, ad esempio, hanno crescite molto prevedibili con crescite esponenziali dopo la trasformazione del prodotto: nell’approccio al problema bisogna tenerne conto attraverso le misure igieniche o anche solamente aerando il prodotto, per favorire l’abbassamento della umidità e delle temperature. 29 Standard di processo:Controllo Sistemico degli Infestanti Il controllo degli accessi ai locali di lavorazione è un altro punto critico che se regolato consente di minimizzare il problema “Keeping insect movement to a minimum is a key component to sound management.” L’allegato II del regolamento 852/2004 in più punti ribadisce il concetto di progettazione delle strutture in un’ottica di riduzione dei pericoli di contaminazione diretta ed indiretta e di gestione delle lavorazioni allo stesso scopo finalizzata 30 Standard di processo:Controllo Sistemico degli Infestanti E’ comunque il monitoraggio lo strumento per la misura del controllo Gli strumenti del monitoraggio sono molteplici: L’ispezione visuale L’esame degli impianti di illuminazione L’esame delle trappole attrattive 31 Monitoraggio Il monitoraggio degli insetti negli ambienti delle industrie alimentari viene utilizzato al fine di predisporre la documentazione per la sua successiva valutazione per poter intraprendere le opportune azioni e strategie di lotta agli insetti (UNI 11381:2010). Ogni monitoraggio prevede diverse fasi applicative integrate tra loro: Progettazione del monitoraggio Realizzazione del monitoraggio Documentazione del monitoraggio Verifica del monitoraggio Determinazione dei requisiti dei prodotti usati per il monitoraggio* Riesame dei requisiti relativi al prodotto* Comunicazione degli esiti del monitoraggio* *punti della ISO 9901:2008 che si integrano con la UNI 11381:2010 Le norme contenute nella UNI 11381:2012 Requisiti minimi Lepidotteri: per ogni ambiente si prevedono almeno 2 trappole per specie o per gruppi di specie richiamate dallo stesso attrattivo. Le trappole sono collocate ad altezza di ca.2,5 m; Coleotteri: si prevede la collocazione di trappole vicino ai punti ritenuti critici e dove sia prevedibile la loro presenza a circa 2,5 m da dove si suppone l’infestazione. Ditteri: le trappole sono messe all’interno o all’esterno degli ambienti, in relazione alla tipologia e alle specifiche del fabbricante. Il numero di trappole è variabile in funzione delle caratteristiche di attrattività delle stesse e comunque entro ciascun ambiente devono essere collocate almeno 2 trappole ad altezza di 1,5 m per quelle con attrattivi e di 2,0 m per quelle (UV) Blattodei: per ciascun ambiente deve essere prevista la collocazione di trappole nei luoghi più favorevoli allo sviluppo di questo insetto o nei quali sia prevedibile la loro presenza. In generale la trappola va posizionata a 1,5-2 m da dove si suppone l’infestazione. 32 Monitoraggio Limiti del monitoraggio: Non esiste un dato certo di correlazione tra le catture e gli insetti presenti; Non è possibile una valutazione della reale infestazione negli impianti e l’impatto che ha sul prodotto; È necessario stabilire catture specifiche a seconda del tipo di infestante (rischio specifico) che si vuole monitorare (non è detto che sia sempre disponibile) Il monitoraggio non è di per sé un sistema sufficiente per la cattura degli insetti, ma un sistema per quantificarne la presenza. Frequenza dei rilievi e superfici d’attenzione delle catture variano di volta in volta. L’efficacia del monitoraggio con trappole attraenti deve essere confrontato con il monitoraggio scaturito dalla osservazione diretta. * Ogni 30 giorni almeno o con maggior frequenza se vi sono condizi oni che favoriscono l’infestazione (UNI) Alcuni principi base del monitoraggio: in relazione agli alimenti presenti, si deve prevedere il monitoraggio di tutti gli insetti per i quali sussiste un rischio di infestazione e sia disponibile un sistema di cattura; per la collocazione si devono privilegiare i punti critici; le trappole devono essere collocate in modo da assicurare una buona copertura degli ambienti in relazione alla capacità attrattiva, rispettando le specifiche del produttore/fornitore; il monitoraggio deve prevedere almeno un rilievo ogni 30 giorni, frequenza incrementabile in caso di condizioni ambientali in grado di favorire lo sviluppo degli infestanti Un buon monitoraggio si basa quindi: sull’individuazione di TUTTE le specie potenzialmente infestanti l’azienda; sulla tipologia dei prodotti-substrati disponibili; sull’osservazione delle zone/aree maggiormente critiche dell’edificio; sulla conoscenza della filiera, del processo e delle fasi di lavorazione prima e dopo il sito considerato; sul tipo e sul numero di trappole per il monitoraggio degli infestanti individuati. 33 I regolamenti CE nel dettaglio: 852/04 Allegato II - CAPITOLO IX Requisiti applicabili ai prodotti alimentari 1. Un’impresa alimentare non deve accettare materie prime o ingredienti, diversi dagli animali vivi, o qualsiasi materiale utilizzato nella trasformazione dei prodotti, se risultano contaminati, o si può ragionevolmente presumere che siano contaminati, da parassiti, microrganismi patogeni o tossici, sostanze decomposte o estranee in misura tale che, anche dopo che l’impresa alimentare ha eseguito in maniera igienica le normali operazioni di cernita e/o le procedure preliminari o di trattamento, il prodotto finale risulti inadatto al consumo umano. 4. Occorre predisporre procedure adeguate per controllare gli animali infestanti e per impedire agli animali domestici di accedere ai luoghi dove gli alimenti sono preparati, trattati o conservati (ovvero, qualora l’autorità competente autorizzi tale accesso in circostanze speciali, impedire che esso sia fonte di contaminazioni). Nella produzione primaria, Allegato I: PARTE A REQUISITI GENERALI 4. Gli operatori del settore alimentare che allevano, raccolgono o cacciano animali o producono prodotti primari di origine animale devono, se del caso,adottare misure adeguate per: f) Per quanto possibile, evitare la contaminazione da parte di animali e altri insetti nocivi; 5. Gli operatori del settore alimentare che producono o raccolgono prodotti vegetali, devono, se del caso, adottare Misure adeguate per: e) Per quanto possibile, evitare la contaminazione da parte di animali e insetti nocivi; Parte B RACCOMANDAZIONI INERENTI AI MANUALI DI CORRETTA PRASSI IGEINICA h) Le procedure, le prassi e i metodi per garantire che l’alimento sia prodotto, manipolato, imballato, immagazzinato E trasportato in condizioni igieniche adeguate, compresi la pulizia accurata e il controllo degli animali infestanti; 34 I regolamenti CE nel dettaglio: 852/04 Allegato II - CAPITOLO I, punto 1 Requisiti applicabili alle strutture 2. Lo schema, la progettazione, la costruzione,l ’ubicazione e le dimensioni delle strutture destinate agli alimenti devono: c) consentire una corretta prassi di igiene alimentare, compresa la protezione contro la contaminazione e, in particolare, la lotta contro gli animali infestanti; 35 I regolamenti CE nel dettaglio: 852/04 Allegato II - CAPITOLO II, punto 1 Requisiti applicabili ai locali d) le finestre e le altre aperture devono essere costruite in modo da impedire l’accumulo di sporcizia e quelle che possono essere aperte verso l’esterno devono essere, se necessario, munite di barriere antinsetti facilmente amovibili per la pulizia; qualora l’apertura di finestre provochi contaminazioni, queste devono restare chiuse e bloccate durante la produzione; CAPITOLOIII Requisiti applicabili alle strutture mobili e/o temporanee (quali padiglioni, chioschi di vendita, banchi di vendita autotrasportati),ai locali utilizzati principalmente come abitazione privata ma dove gli alimenti sono regolarmente preparati pe ressere commercializzati e ai distributori automatici 1. Le strutture e i distributori automatici debbono, per quanto ragionevolmente possibile, essere situati, progettati e costruiti, nonché mantenuti puliti e sottoposti a regolare manutenzione in modo tale da evitare rischi di contaminazione, in particolare da parte di animali e di animali infestanti. 36 I regolamenti CE nel dettaglio: 852/04 CAPITOLO VI Rifiuti alimentari 3. Si devono prevedere opportune disposizioni per il deposito e la rimozione dei rifiuti alimentari, dei sottoprodotti non commestibili e di altri scarti. I magazzini di deposito dei rifiuti devono essere progettati e gestiti in modo da poter essere mantenuti costantemente puliti e, ove necessario, al riparo da animali e altri animali infestanti. 37 Crediti 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. Fogliazza Daniele, Il monitoraggio degli infestanti nelle industrie alimentari – La norma UNI 11381:2010, Certiquality del 24.3.2011, Piacenza UCSC Facoltà Agraria Guerra Paolo, La legislazione, le tecniche di monitoraggio e i risvolti della norma UNI 11381:2010 ,Cesena, 24.11.2011; Hopkins J.D.-McPeake B., Food Manifacturing Processing and Storage Pest Control, Traiing Manual, University of Arkansas Musella C.,Testa A, e Altri, Linee guida per un corretto controlle delle infestazioni da insetti ed animali indesiderati, CEIRSA, 2007; Khoury C.-Bianchi R., Artoprodi delle derrate alimentari: chivi di identificazione e procedure operative per la determinazione dei principali infestanti entomatici, Rapporti Istisan 10/18, 2010; Martini Simone, Insetticidi e topicidi impiegati nel controllo degli infestanti, Verona, 8.4.2009 Howard M., Haccp and foog hygiene law in England: the implications for pest control strategies, 3rd Internationa Conference on Urban Pests, Londra, 1999. 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Sassari, A.I.V.I. n.7, marzo 2010. www.icup.org.uk (sito della Internationa Conference of Urban Pests)