Programma - Dipartimento di Storia dell`Arte e Spettacolo

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Programma - Dipartimento di Storia dell`Arte e Spettacolo
NUOVE DRAMMATURGIE IN SCENA Palladium Piazza Bartolomeo Romano 8 ‐ Roma martedì 26 e mercoledì 27 febbraio – ore 20.30 STERILI di Maria Teresa Berardelli, regia Fabrizio Arcuri Una stazione della metropolitana. Cinque personaggi s’incontrano, si raccontano, si svelano l’un l’altro. Cinque personaggi attendono senza fine. Due sorelle da un lato, una coppia e un uomo dall’altro. Due sorelle divise e al tempo stesso unite da un’ombra. E’ l’ombra di un abuso, un abuso che il corpo non cancella, che la mente non dimentica. E poi la coppia, chiusa in un’assoluta incomunicabilità, bloccata nel ricordo di un tempo che fu. E l’Uomo, ancora, proiezione di tale incomunicabilità, proiezione di un amore sofferto, di un amore non possibile. Cinque personaggi fermi. Cinque personaggi soli. Cinque personaggi sterili, legati da un destino. Un destino che porta loro ad una terra riarsa, ad una terra di nessuno. Maria Teresa Berardelli Fabrizio Arcuri Regista, autore, coreografo, ha fondato e guida tutt' oggi la compagnia Accademia degli Artefatti. Esplosa nella scena romana anni Novanta e capace di esprime linguaggi raffinatissimi ed efficaci, per attraversamenti immaginifici e visionari, salvo approdare ‐ in anni recenti ‐ all'essenzialità di parole contemporanee e interpretazioni attorali originali. Per Fabrizio Arcuri l’importanza delle sue creazioni è data dal rapporto tra i vari elementi interni ed esterni ad uno spettacolo, perché è questo che cerca di sviluppare. "Penso che tutto quello che faccio e che facciamo si possa sintetizzare in questa parola. Il rapporto che noi abbiamo con il testo che decidiamo di rappresentare, il rapporto che il testo ha con il momento sociale e politico e il rapporto che lo spettacolo ha con lo spettatore. Credo che l’arte, in generale, abbia come compito principale quello di mettere in relazione dialettica gli accadimenti e la realtà e di fornire piani di lettura possibili di questa relazione". Ciò che Arcuri cerca è la rivalutazione del teatro come mezzo di riflessione della società su se stessa. In questo senso lo spettacolo deve essere un dialogo continuo tra chi lo vede e chi lo mette in scena. Maria Teresa Berardelli diplomata nel 2008 presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, vince nel 2009 il Premio Riccione/Tondelli per la drammaturgia con “Sterili”, presentato poi in forma di studio al Parma Teatro Festival con la regia di Nicoletta Robello. Nel 2010 vince il Premio letterario Città di Chieri e Colline Torinesi ‐ Bando Inedito 2010 con “Altrove”, e il Premio Fersen VI edizione con “Studio per un teatro clinico”. Per EVENTEATRO nel 2011 scrive “Il Paese delle ombre” e nello stesso anno, in collaborazione con Parkinzone, scrive “Signor P. Storia della discesa di un Uomo e dell’ascesa di un altro Uomo”. giovedì 28 febbraio e venerdì 1 marzo – ore 20.30 RADICI di Niccolò Matcovich, regia di Massimiliano Civica “Radici” parte dall’immagine reale, quotidiana e concreta di una fetta di pane divisa in due metà, di cui una più grande dell’altra, dimenticate sul tavolo di cucina di una famiglia qualunque; da questo fotogramma nasce e si sviluppa la storia di un ritorno, un ritrovarsi di un uomo e una donna dopo chissà quanti anni, nella cornice di una casa di montagna, lontana dalla civiltà degli uomini, dimenticata, autosufficiente, il cui “ingranaggio autarchico” è un meccanismo quasi perfetto che rende la donna, ormai unica abitante di quel luogo, indipendente e solitaria. Partendo da una situazione dialogica che assume le forme dell’interrogatorio “informale”, o quanto meno dell’indagine, il testo prende improvvisamente una piega brusca, inaspettata, che sprofonda nell’inquietudine di un rapporto sepolto dal tempo ma imprescindibile, ancestrale e mitico, oggettivato nella presenza‐assenza di una capra, che non si vede mai e che soltanto lui sente belare. Sono radici che affondano nel binomio intrinseco donna‐uomo e madre‐figlio, contorte e complesse, e per questo ben nascoste sotto una terra che in superficie lascia vedere altro. Niccolò Matcovich Massimiliano Civica reatino, classe 1974, dopo una Laurea in Storia del Teatro alla Facoltà di Lettera dell'Università La Sapienza, Civica svolge un percorso formativo composito che passa dal teatro di ricerca (seminari in Danimarca presso l’Odin Teatret di Eugenio Barba) alla scuola della tradizione italiana (si diploma in Regia presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico) per poi compiere un apprendistato artigianale presso il Teatro della Tosse di Genova (a contatto con il magistero di Emanuele Luzzati e il sapere scenico di Tonino Conte). I suoi primi spettacoli (Andromaca, Grand Guignol, La Parigina, Farsa) sono ospitati nei più importanti teatri e festival italiani. Sempre nel 2007, a soli 33 anni, diventa Direttore Artistico del Teatro della Tosse di Genova, dando vita al progetto triennale Facciamo Insieme Teatro, che vince il Premio ETI Nuove Creatività. Nel 2008 per lo spettacolo Il Mercante di Venezia, prodotto dalla Fondazione Teatro Due di Parma, vince il Premio UBU per la miglior regia. Nel 2009 gli viene assegnato il Premio Vittorio Mezzogiorno. Nel 2010 dirige Un sogno nella notte dell'estate di Shakespeare, prodotto dal Teatro Stabile dell'Umbria e dal RomaEuropa Festival. Come studioso ha collaborato con la cattedra di Metodologia della Critica dello Spettacolo dell’Università La Sapienza di Roma, e, nel biennio 2007‐2009, ha tenuto la cattedra di Regia presso l’Accademia di Belle Arti di Genova. Niccolò Matcovich nasce a Roma il 17/10/1989. Dopo un breve percorso universitario presso il DAMS della Sapienza, dove frequenta un Laboratorio di un anno a cura di Carlo Quartucci e Carla Tatò, decide di dedicarsi interamente al teatro. Nel 2009/10 frequenta l’Officina di drammaturgia a cura di Rodolfo di Giammarco e Laura Novelli, con messa in scena dei corti scritti al Teatro Belli, anche all’interno della rassegna “Garofano verde”; nel 2010‐2011 entra a far parte della compagnia dell’autore‐regista Alessandro Fea come attore, (“7 sogni”; “5x4”; “Anna e altre storie” ). Nel 2010 mette anche in scena il primo testo da lui scritto, “Rabarbaro o Del riso e del pianto”, al Teatro Manhattan, ed è del 2011 l’ideazione del Progetto/Concorso “Diversamente stabili” rivolto ad attori e drammaturghi. Nel 2011 viene ammesso alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, indirizzo Drammaturgia, di cui è ora al secondo anno del percorso formativo. Nel 2012 il suo monologo “Grumi (Memorie del cazzo)” fa parte del “Garofano verde” con regia di Marco Maltauro. E sempre nel 2012 il suo corto teatrale “Incubo”, battezzato l’anno prima al Teatroinscatola nell’ambito de “La mia poetica”, appare nella raccolta pubblicata da Editoria&Spettacolo. sabato 2 ore 20.30 e domenica 3 Marzo ore 17.00 PELI di Carlotta Corradi, regia Veronica Cruciani Scoprire carte. Scoprire circostanze. Scoprire carenze. Scoprire corpi. Due donne giocano a carte sedute a un tavolo, l’una di fronte all’altra. Grandi sorrisi. Una tazza di tè. “Alza”. Una distribuisce le carte. L’altra le raccoglie. “Ho delle carte orrende”. Dice sempre così – pensa l’altra. Un gioco educato, una conversazione formale, quella confidenza propria dei rapporti adulti appesantiti da una vita di non detti. Finché qualcosa interrompe il meccanismo di un dialogo borghese per aggiungere altri sensi ai sensi. L’una è vedova. Ha perso il suo uomo, il suo amore. L’altra è vedova pur non essendolo. Ha un marito accanto che è morto da sempre. Il passato e il presente gettano le due donne – interpretate da due uomini ‐ in un continuo scambio di potere. Domina una e l’altra soccombe, poi viceversa. Le carte seguono, bilanciano, enfatizzano gli attriti. Un segreto è per la vedova pretesto di scontro. Per entrare finalmente nella dimensione del sentire, dell’emozione e dell’istinto. Prima dell’altra, riesce a spogliarsi di ingombranti sovrastrutture e mentre più scompostamente s’aggiusta sulla sedia e s’allenta la camicetta, spuntano dei peli dal torace, da un braccio, da una caviglia. Il linguaggio è cambiato. Le nuove fattezze umane – non di uomo e non di donna ma d’umanità e d’animale – la spingono a trascinare con sé l’amica, ad aiutarla a svelare un’epidermide altrettanto ispida, per provare quello che ha dimenticato di cercare, di volere. Un contatto fisico che va al di là dei generi. La scelta di far interpretare i due personaggi femminili a due uomini, chiave espressamente richiesta dall’autrice, è resa dalla regia con un gioco meta teatrale. La messa in scena segue il ritmo suggerito dal testo. Valorizza il passaggio da un linguaggio formale a un dialogo autentico costringendo il personaggio a spogliarsi completamente per arrivare alla sua essenza. Carlotta Corradi Veronica Cruciani attrice e regista teatrale ha fondato e dirige dal 2004 la Compagnia Veronica Cruciani, con la quale si occupa di sviluppare un’indagine sul rapporto fra tradizione orale, memoria e drammaturgia contemporanea. In questi anni ha elaborato una pedagogia teatrale finalizzata alla costruzione di una drammaturgia dei nostri tempi, che a partire dalla conoscenza del reale, attraverso interviste, incontri, laboratori teatrali, sia capace di offrire uno sguardo "altro" rispetto agli orizzonti dell'epoca sociale in cui viviamo. Carlotta Corradi nasce a Roma nel 1980. È autrice teatrale, regista e documentarista. Laureata al DAMS e diplomata alla New York Film Academy, debutta come regista nel 2006 con A Porte Chiuse di Sartre. Nel 2008 fonda l’Associazione Culturale Quattroquinte con la quale produce, con Dazzle Communication, The Women di Clare Boothe Luce, di cui cura la traduzione, l’adattamento e la regia. Durante varie riedizioni dello spettacolo interpretato da dodici attrici, mette in scena Piccoli Crimini Coniugali di Eric‐Emmanuel Schmitt. Come autrice debutta nel 2010 con la commedia Lipstick e nel 2011, con l’atto unico Via Dei Capocci, entra a far parte dei drammaturghi under 35 selezionati per La Mia Poetica. Collabora per il Garofano Verde all’allestimento e alla drammaturgia dei reading di Peter Stein, Maddalena Crippa, Isabella Ferrari, Maria Paiato e Iaia Forte. Continua con la realizzazione di documentari sul Festival della Letteratura Le Conversazioni diretto da Antonio Monda, e con l’attività di consulente letteraria per le sceneggiature di serie e film tv della Rai.