Effetti sugli organismi non bersaglio

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Effetti sugli organismi non bersaglio
IL CORRETTO IMPIEGO DEI PRODOTTI FITOSANITARI
Guida al patentino per l’acquisto e l’impiego dei prodotti fitosanitari in Emilia-Romagna
MODULO 3
I rischi e le precauzioni per l’ambiente
UNITÀ 2
Effetti sugli organismi non bersaglio
(documento aggiornato al 31/01/2016)
OBIETTIVI
Al termine di questa unità sarai in grado di:
conoscere gli effetti sugli organismi non bersaglio e le misure di precauzione da
adottare per la loro tutela
TEMPI
Per studiare questa unità didattica ti occorrerà un tempo di circa 1 ora
CONTENUTI
In questa unità didattica affronterai i seguenti argomenti:
Gli effetti dei prodotti fitosanitari sugli organismi non bersaglio e le misure di
precauzione
La tutela di organismi acquatici e di piante non bersaglio
Frasi di precauzione inserite in etichetta
MODULO 3
I rischi e le precauzioni per l’ambiente
UNITÀ 2
Effetti sugli organismi non bersaglio
Gli effetti dei prodotti fitosanitari sugli organismi
non bersaglio e le misure di precauzione
RICORDA!
Quando si esegue un trattamento fitosanitario
soltanto una parte esigua della miscela contenente
la sostanza attiva raggiunge il “bersaglio”, mentre il
resto viene disperso nell’ambiente
I prodotti fitosanitari possono determinare effetti tossici,
acuti e a lungo termine, sugli organismi “non bersaglio”
(ossia che non sono il target del trattamento fitosanitario)
terrestri e acquatici, animali e vegetali.
Per organismi non bersaglio si intendono le specie
animali e vegetali, terresti o acquatiche, che
possono subire, in modo diretto o indiretto,
qualsiasi forma di condizionamento a seguito della
distribuzione di un prodotto fitosanitario.
Gli organismi “non bersaglio” possono quindi essere
mammiferi, uccelli, pesci, invertebrati acquatici, alghe,
organismi del sedimento, piante acquatiche, api, artropodi
non bersaglio e macro o micro-organismi del suolo.
Rientrano in questa tipologia anche le piante non
bersaglio ovvero specie spontanee presenti ai margini dei
campi coltivati da tutelare sia a beneficio della biodiversità
sia in quanto costituiscono aree di rifugio per gli ausiliari o
per organismi superiori quali ad esempio piccoli
mammiferi e uccelli.
Gli organismi non bersaglio sono
le specie animali e vegetali,
terresti o acquatiche, che possono
subire, in modo diretto o
indiretto, qualsiasi forma di
condizionamento a seguito della
distribuzione di un prodotto
fitosanitario
I prodotti fitosanitari si
disperdono nell’ambiente per
deriva, volatilità, ruscellamento e
lisciviazione
Le modalità attraverso le quali i prodotti fitosanitari si
disperdono nell’ambiente sono:
• la deriva: quando la miscela viene irrorata sulla
coltura, si forma una massa nebbiosa, formata da
piccole goccioline che vengono trasportate più o meno
lontano dal punto di applicazione principalmente per
influenza del vento o del tipo di macchina irroratrice. In
questo modo una parte della miscela irrorata può
ricadere sul terreno e sulla vegetazione circostanti la
coltura o su un eventuale corpo d’acqua che si trova
nelle vicinanze.
• la volatilità: la miscela, durante il trattamento o dopo
aver raggiunto la coltura o il terreno, può evaporare in
aria ed essere trasportata lontano con il vento;
• il ruscellamento: la miscela, una volta raggiunto il
suolo dopo il trattamento, può essere trasportata lungo
la superficie del terreno, disciolta nell’acqua di
ruscellamento, a seguito di un evento piovoso o con
l’irrigazione. Allo stesso modo, la sostanza attiva
fitosanitaria presente nella miscela può aderire
fortemente alle particelle di terreno ed essere
trasportata con esse quando, durante piogge intense,
si verificano fenomeni di erosione del terreno a causa
delle acque di ruscellamento. In questo modo la
sostanza attiva fitosanitaria può raggiungere un corpo
d’acqua superficiale.
Il corretto impiego dei prodotti fitosanitari
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I rischi e le precauzioni per l’ambiente
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• la lisciviazione: a seguito di una pioggia la sostanza
attiva fitosanitaria che ha raggiunto il terreno, può
penetrare attraverso il suolo, disciolta nell’acqua di
percolazione, e per questa via raggiungere le acque di
falda.
L’intensità di ciascuno di questi fenomeni dipende dalle
caratteristiche proprie della sostanza attiva (es. struttura
della molecola, solubilità in acqua, tendenza a legarsi al
terreno ecc.), ma anche dalle caratteristiche dell’ambiente
(es. tessitura del suolo, conformazione del terreno,
presenza di corpi d’acqua, eventi climatici ecc.).
Gli effetti tossici (acuti e cronici) che si possono
determinare nei confronti degli organismi non bersaglio in
seguito al trattamento saranno quindi determinati dalla
pericolosità intrinseca della sostanza attiva e dai suoi
prodotti di degradazione, nonché dai livelli di esposizione
e di concentrazione che verranno raggiunti nel tempo nei
diversi comparti ambientali (acqua, suolo, aria) e sulla
catena alimentare.
Le sostanze attive fitosanitarie possono, in alcuni casi,
anche penetrare e concentrarsi negli organismi attraverso
i processi di “bioaccumulo” e “biomagnificazione”.
Il bioaccumulo è il processo attraverso il quale le
sostanze tossiche persistenti si accumulano all'interno di
un organismo, in concentrazioni superiori a quelle
riscontrate nell'ambiente circostante.
La biomagnificazione è il fenomeno di concentrazione
delle sostanze attive negli organismi man mano che si
procede dai livelli più bassi a quelli più alti della catena
alimentare. Tali processi vanno attentamente valutati in
quanto costituiscono vie importanti di esposizione e quindi
di eventuali effetti tossici.
La valutazione del rischio ecotossicologico è indispensabile
ai fini della autorizzazione all’impiego di un prodotto
fitosanitario. Essa serve a prevedere il rischio che si può
determinare in seguito al loro impiego e, qualora il rischio
non dovesse essere accettabile, a definire specifiche
misure di mitigazione a carico degli organismi non
bersaglio.
La registrazione potrà pertanto prevedere una serie di
limitazioni d’uso (ad esempio: epoche di intervento,
numero massimo di applicazioni all’anno, divieto di
impiego in prossimità di corsi d’acqua o di aree naturali
ecc.).
Le misure di mitigazione del rischio sono quindi le azioni
in grado di ridurre gli apporti di prodotto fitosanitario al di
fuori della coltura (o in generale fuori bersaglio) e,
conseguentemente, l’esposizione degli organismi e piante
non bersaglio.
In generale gli effetti negativi dei prodotti fitosanitari nei
confronti degli organismi non bersaglio possono essere
mitigati se si adottano alcune soluzioni come ad esempio
la realizzazione di siepi o barriere artificiali, di aree
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naturali di rifugio, di fasce o di bordure inerbite. Queste
ultime possono ad esempio essere realizzate con diverse
specie selvatiche attrattive per gli impollinatori e costituire
quindi un rifugio ed una fonte alimentare per questi
indispensabili ausiliari.
Anche l’uso di soluzioni che riducono la deriva (es. ugelli
antideriva) o il ruscellamento (es. un piccolo fosso
parallelo ad un canale) consentono di limitare i possibili
effetti negativi dei prodotti fitosanitari nei confronti degli
organismi non bersaglio.
RICORDA!
Occorre rispettare la fascia di
rispetto dai corpi idrici riportato in
etichetta come misura di
mitigazione del rischio
Quando sono obbligatorie le misure di mitigazione
del rischio per l’ambiente sono riportate in etichetta
ed indicano le appropriate precauzioni da attuare
per un uso sicuro del prodotto. La loro inosservanza
determina infatti rischi non accettabili a carico
dell’ambiente. È quindi molto importante leggere
attentamente le indicazioni riportate in etichetta.
La tutela di organismi acquatici e di piante non
bersaglio
LE FASCE DI RISPETTO
La principale misura di precauzione (o di mitigazione) che
viene indicata nelle etichette per tutelare gli organismi
acquatici, e le piante non bersaglio è rappresentata
dall’obbligo di lasciare una fascia di rispetto non trattata
fra la coltura e l’ambiente nel quale vivono gli organismi
da tutelare.
Se
le
caratteristiche
tossicologiche
fitosanitario richiedono la tutela di:
del
prodotto
• organismi acquatici, la fascia di rispetto non trattata
sarà quella compresa fra la coltura ed il corpo idrico
superficiale eventualmente presente ai margini del
campo coltivato. La figura sotto riportata evidenzia il
modo corretto per calcolare la fascia di rispetto fra la
coltura ed il corpo idrico superficiale.
Fascia di rispetto non trattata. La
dimensione della fascia si calcola dal limite
esterno della coltura al punto in cui il pelo
dell’acqua, abitualmente presente nel
corpo idrico, incontra l’argine verso il
campo coltivato.
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• piante non bersaglio, la fascia di rispetto non trattata
sarà fra la coltura e le aree di vegetazione spontanea
eventualmente presenti ai margini del campo coltivato.
Ampiezza della fascia
Può variare a seconda della coltura. Più la coltura si
sviluppa in altezza più la fascia da rispettare sarà ampia.
Ad esempio un prodotto può richiedere il rispetto di una
fascia di 20 metri per le colture frutticole e di 10 metri per
il pomodoro e la patata. È quindi opportuno leggere
l’etichetta e rispettare la distanza riportata per la coltura
oggetto del trattamento.
Tipologie di fasce
Fascia di rispetto non trattata:
• è la porzione che separa fisicamente l’area trattata con
prodotti fitosanitari
dal corpo idrico o dall’area
sensibile da proteggere;
• può comprendere: un’area non coltivata (bordo,
capezzagna ecc.); una porzione di campo coltivato non
trattato; una zona mista che comprende sia una
porzione di campo non trattato che un’area non
coltivata;
• la finalità prevalente della fascia di rispetto non trattata
è il contenimento dei fenomeni di deriva e
secondariamente del ruscellamento
I corsi d’acqua presenti in prossimità di
campi coltivati potrebbero risentire degli
effetti dei trattamenti fitosanitari. Sulle
etichette è possibile trovare indicazioni
relative alle fase di rispetto a cui attenersi
rigorosamente.
(Foto Cons. Fito. Modena)
Fascia vegetata non trattata
• è una fascia ricoperta da un manto erboso che separa
fisicamente l’area trattata dal corpo idrico o da un’area
sensibile da proteggere;
• la copertura vegetale deve essere uniforme e senza
interruzioni;
• non può essere conteggiata come tale un’area al bordo
del campo coltivato dove transitano le macchine
agricole in quanto il compattamento del terreno
ostacola l’infiltrazione dell’acqua e ne vanifica pertanto
l’efficienza.
• la finalità prevalente della fascia vegetata non trattata
è il contenimento dei fenomeni di ruscellamento e
secondariamente di deriva.
Corpi idrici superficiali da considerare per
l’applicazione delle fasce
Tutti i corpi idrici superficiali, naturali
permanenti o temporanei ad eccezione di:
o
artificiali,
• scoline (intese come fossi situati lungo i campi coltivati
per la raccolta delle acque in eccesso) e altre strutture
idrauliche artificiali prive di acqua propria e destinate
alla raccolta ed al convogliamento di acque meteoriche
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presenti temporaneamente,
• adduttori d’acqua per l’irrigazione (si tratta di corpi
idrici utilizzati esclusivamente per portare l’acqua ai
campi coltivati in periodi molto brevi);
• pensili (sono corpi idrici in cui la quota del fondo risulta
superiore di almeno 1 metro rispetto alla coltura
trattata).
ALTRE MISURE DI PRECAUZIONE
Le fasce non trattate, di rispetto o vegetate, non sono le
uniche misure di precauzione (mitigazione). Esistono
ulteriori misure di mitigazione dei fenomeni di deriva e di
ruscellamento.
Per quanto riguarda la deriva ulteriori misure sono
costituite da:
• l’uso di ugelli antideriva;
• la realizzazione di barriere, naturali o artificiali, che si
interpongono fra la coltura e, ad esempio, il corpo
idrico superficiale (es. siepe);
• la realizzazione del trattamento nell’ultima porzione del
campo coltivato adiacente al corpo idrico solo
dall’esterno verso l’interno;
• l’uso di coadiuvanti antideriva.
Rispetto ai fenomeni di ruscellamento le ulteriori misure
sono rappresentate da:
• solchi che si interpongono fra il bordo del campo
coltivato e il corpo idrico da proteggere realizzati
parallelamente a quest’ultimo;
• interramento dei prodotti da applicare al terreno
mediante leggera fresatura o con un intervento irriguo
per aspersione di 5-10 mm;
• riduzione, laddove possibile, delle dosi di diserbanti
(es. tecnica delle microdosi nel diserbo della
barbabietola da zucchero);
• localizzazione del trattamento, in questo caso il
trattamento interessa solo una porzione dell’intero
campo coltivato come ad esempio i trattamenti lungo la
fila.
Il ricorso a queste ulteriori misure di mitigazione
consentire di ridurre l’ampiezza della fascia.
può
Alcune etichette di prodotti fitosanitari indicano l’entità di
questa riduzione in funzione del tipo di misura (es. utilizzo
di ugelli antideriva, esecuzione del trattamento nell’ultima
porzione del campo coltivato solo dall’esterno verso
l’interno).
Per alcuni prodotti è obbligatorio rispettare sia il vincolo
della fascia che le ulteriori misure di precauzione (ad
esempio utilizzo ugelli antideriva)
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Organismi non bersaglio di interesse agricolo
Diversi organismi non bersaglio hanno anche un interesse
agricolo molto importante. Fra questi ad esempio gli
impollinatori come le api, gli insetti utili come gli
antocoridi, gli acari utili come i fitoseidi, i lombrichi del
terreno, gli uccelli insettivori ecc..
Le Api
RICORDA!
Per tutelare gli organismi non
bersaglio di interesse agricolo è
necessario rispettare
scrupolosamente i vincoli
applicativi riportati in etichetta
Le api contribuiscono in modo determinante alle
produzioni agricole grazie alla loro attività impollinatrice e
sono inoltre un indicatore biologico molto importante per
la biodiversità.
È quindi indispensabile tutelarle e minimizzare i possibili
effetti negativi derivanti dall’uso dei prodotti fitosanitari.
Le etichette dei prodotti fitosanitari riportano le misure di
mitigazione per le api che prevedono sostanzialmente il
rispetto di alcuni vincoli applicativi .
Tali vincoli riguardano principalmente i prodotti insetticidi
ma occorre prestare attenzione anche ad alcuni fungicidi
come ad esempio dodina e thiram.
I principali vincoli in etichetta sono:
• non effettuare i trattamenti né in fioritura, né in
immediata prefioritura (almeno n. giorni prima);
• non effettuare trattamenti quando le api sono in
attività;
• trattare dopo l’impollinazione; per proteggere le api
trattare esclusivamente nelle ore serali quando le api
non sono in attività.
• effettuare lo sfalcio delle eventuali infestanti fiorite
prima dell’applicazione del prodotto;
• non applicare se abbondante melata di afidi è presente
nell’area da trattare.
Esempi di effetti negativi su organismi non bersaglio di
diretto interesse agricolo
• Interventi insetticidi contro la psilla del pero---> possibili
•
effetti su Antocoride, suo predatore naturale
Interventi rameici contro alcune malattie fungine (es.
peronospora)--->possibili effetti sulla microflora e microfauna
•
del terreno
Interventi con insetticidi neonicotinoidi---> possibili effetti su
•
api e pronubi
Interventi con
insetticidi-acaricidi--->
possibili
effetti
su
fitoseidi e problemi di acaroinsorgenza
La tutela della fauna selvatica
Tale pericolosità riguarda principalmente uccelli e piccoli
mammiferi. Alcuni prodotti utilizzati in forma granulare o
come esche possono prevedere specifici vincoli affinché il
prodotto non venga a contatto o ingerito da uccelli,
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I rischi e le precauzioni per l’ambiente
UNITÀ 2
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roditori o altri piccoli animali.
Ad esempio alcuni prodotti riportano il seguente vincolo:
“deve essere localizzato nel solco della semina e subito
interrato; per proteggere gli uccelli incorporare il prodotto
uscito accidentalmente”.
Organismi non bersaglio terresti e
acquatici
Frasi di precauzione inserite in etichetta
Durante la fase di registrazione di un prodotto
fitosanitario viene effettuata anche la valutazione dei
rischi a carico dell’ambiente. Tale valutazione si basa sul
confronto fra le concentrazioni della sostanza attiva attese
nei diversi comparti ambientali e le concentrazioni che
determinano danni rilevanti a carico degli organismi non
bersaglio.
Qualora da questo confronto emergesse un rischio non
accettabile per determinati organismi non bersaglio è
possibile
introdurre
delle
cosiddette
misure
di
mitigazione del rischio, queste misure hanno lo scopo
di ridurre l’esposizione a carico di questi organismi fino a
rendere accettabile il rischio e permettere di conseguenza
la registrazione del formulato. Si tratta di misure che si
concretizzano essenzialmente in vincoli di carattere
applicativo.
Il Decreto 21 luglio 2004 del Ministero della salute
(recepimento della Direttiva 2003/82/CE), indica le frasi
relative alle precauzioni da adottare per assicurare la
tutela dell’ambiente che devono essere inserite nelle
etichette dei formulati autorizzati.
Frasi relative alle precauzioni da adottare per assicurare la
tutela dell’ambiente:
- Per proteggere [le acque sotterranee/gli organismi del
suolo] non applicare questo o altri prodotti contenenti
(specificare la sostanza attiva o la classe di sostanze,
secondo il caso) più di (indicare la durata o la frequenza).
Le precauzioni
limitare i rischi
lombrichi o su
del terreno)
sotterranee.
contenute in questa frase tendono a
di accumulo nel suolo (effetti negativi sui
altri organismi terricoli o sulla microflora
e/o di contaminazione delle acque
In questo caso il vincolo prevede una limitazione del
numero di applicazioni nel corso dell’annata (con
eventuale definizione degli intervalli fra i trattamenti).
Il numero massimo di trattamenti e l’intervallo minimo fra
di essi in rapporto alla coltura ed eventualmente
all’organismo da combattere deve sempre essere
rispettato in quanto è una delle condizioni perché il rischio
per l’ambiente sia accettabile.
A volte la frequenza potrebbe riguardare il numero di anni
consecutivi per i quali il prodotto può essere utilizzato al
fine di limitare l’accumulo nel suolo e/o la percolazione
nella falda.
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(Foto Cons. Fito. Modena)
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MODULO 3
I rischi e le precauzioni per l’ambiente
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A volte sulle etichette è riportato il numero di trattamenti
per stagione: si deve sempre intendere per annata
agricola.
- Per proteggere [le acque sotterranee/gli organismi
acquatici] non applicare su suoli (indicare il tipo di suolo o
la situazione).
Le precauzioni contenute in questa frase tendono ad
evitare potenziali contaminazioni delle acque
sotterranee o delle acque superficiali in condizioni
vulnerabili (ad esempio legate al tipo di suolo). Il vincolo
riguarda quindi un divieto di impiego del formulato in un
determinato ambito territoriale od in una determinata
tipologia di suolo.
Le misure di mitigazione potrebbero inoltre prevedere
l’introduzione di vincoli legati alla pendenza dei suoli o la
presenza di fasce di rispetto vegetate.
In questo caso la frase di rischio può essere legata a
determinati valori di pendenza o alla struttura del suolo
(sabbioso ecc.) o a fasce vegetate.
Una “fascia tampone vegetata” è in pratica una zona
cuscinetto, fra la coltura e il corpo d’acqua superficiale,
inerbita di X metri (la distanza è precisata di volta in volta
in etichetta). Il tappeto erboso deve essere presente già
al momento dell’applicazione del prodotto e deve risultare
fitto ed omogeneo (non deve presentare solchi o depositi
di terra).
È opportuno evitare il passaggio di mezzi meccanici che
possono compattare il terreno sottostante e se necessario
è opportuno sfalciare prima dell’applicazione in modo da
evitare l’allettamento della vegetazione. In sostanza la
fascia tampone vegetata agisce da filtro intrappolando le
particelle di terreno presenti nell’acqua e una quantità più
o meno rilevante di sostanza attiva riducendo quindi il
rischio di inquinamento delle acque.
- Per proteggere [gli organismi acquatici/gli insetti/le
piante non bersaglio/gli artropodi non bersaglio] rispettare
una zona cuscinetto non trattata di (precisare la distanza)
da [zona non coltivata/corpi idrici superficiali].
Le prescrizioni contenute in questa frase tendono a
limitare i rischi a carico di piante terrestri, insetti e
artropodi utili e/o organismi acquatici. In questo caso il
vincolo prevede una zona cuscinetto non trattata dai
corpi idrici superficiali o da un’area non coltivata.
Le misure che riguardano le acque superficiali prevedono
quindi fasce di rispetto non trattate fra la coltura ed il
corpo idrico. In questo caso la fasce di rispetto non
trattate non devono necessariamente essere inerbite
come
le
“fasce
tampone
vegetate”
illustrate
precedentemente.
Per quanto riguarda la distanza dal corpo idrico questa va
presa fra la coltura e il bordo superiore della riva del
corpo d’acqua.
- Per proteggere [gli organismi acquatici/le piante non
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I rischi e le precauzioni per l’ambiente
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Effetti sugli organismi non bersaglio
bersaglio] non applicare su superfici impermeabili quali
bitume, cemento, acciottolato, [binari ferroviari] e negli
altri casi ad alto rischio di deflusso superficiale.
Le norme precauzionali contenute in questa frase hanno lo
scopo di proteggere gli organismi acquatici o le piante non
bersaglio in relazione a trattamenti realizzati in ambiti
extra-agricoli.
- Per proteggere [gli uccelli/i mammiferi selvatici] il
prodotto deve essere interamente incorporato al terreno;
assicurarsi che il prodotto sia completamente incorporato
all'estremità dei solchi.
La frase deve essere utilizzata per i prodotti fitosanitari in
forma granulare che devono essere incorporati al terreno
allo scopo di proteggere uccelli e mammiferi selvatici. Le
attrezzature attualmente disponibili ed utilizzate ad
esempio sulle coltivazioni di mais, barbabietola da
zucchero, sorgo, pomodoro e patata consentono di
assicurare una ottimale incorporazione del prodotto nel
terreno.
- Per proteggere [gli uccelli/i mammiferi selvatici]
recuperare il prodotto fuoriuscito accidentalmente.
Anche in questo caso la frase deve essere utilizzata per i
prodotti fitosanitari in forma granulare ed ha lo scopo di
evitare che siano ingeriti da uccelli o mammiferi selvatici.
- Non applicare nel periodo di riproduzione degli uccelli.
Le norme precauzionali contenute in questa frase hanno lo
scopo di tutelare la fase di riproduzione degli uccelli.
- Pericoloso per le api./Per proteggere le api e altri insetti
impollinatori non applicare alle colture al momento della
fioritura./Non utilizzare in presenza di api./Rimuovere o
coprire gli alveari durante l'applicazione e per (indicare il
periodo) dopo il trattamento./Non applicare in presenza di
piante infestanti in fiore./Eliminare le piante infestanti
prima della fioritura./Non applicare prima di (indicare il
periodo).
I vincoli contenuti in questa frase hanno lo scopo di
proteggere le api e altri insetti impollinatori. La normativa
vigente prevede da tempo divieti relativi all’esecuzione di
trattamenti insetticidi e acaricidi nel periodo della fioritura
delle colture.
Gli stessi provvedimenti, prima dell’esecuzione del
trattamento, prevedono inoltre anche lo sfalcio e la
successiva asportazione delle piante spontanee fiorite e
sottostanti le coltivazioni.
Frasi tipo per
rodenticidi:
le
precauzioni
specifiche
relative
ai
- Le esche devono essere disposte in modo da
minimizzare il rischio di ingerimento da parte di altri
animali. Fissare le esche in modo che non possano essere
trascinate via dai roditori.
- Durante il trattamento la zona interessata deve essere
chiaramente segnalata. Occorre menzionare il pericolo di
avvelenamento
(primario
o
secondario)
dovuto
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I rischi e le precauzioni per l’ambiente
UNITÀ 2
Effetti sugli organismi non bersaglio
all'anticoagulante nonché il relativo antidoto.
- I roditori morti devono essere rimossi quotidianamente
dalla zona del trattamento per tutta la durata dello stesso.
Non devono essere gettati nei rifiuti o nelle discariche.
Queste frasi evidenziano comportamenti specifici che gli
utilizzatori devono adottare nell’impiego dei prodotti
rodenticidi.
Esempi di frasi relative alle precauzioni da adottare per
assicurare la tutela dell’ambiente presenti in alcune
etichette di prodotti fitosanitari:
“Per proteggere gli organismi acquatici rispettare una
fascia di sicurezza non trattata dai corpi idrici superficiali
di: 10 metri per vite; 10 metri per pomodoro allevato con
tutore; 5 metri per pomodoro allevato a terra, 5 metri per
patata.”
ATTENZIONE: Per proteggere gli organismi acquatici
rispettare una fascia di sicurezza non trattata di 16 metri
dai corpi idrici superficiali.
AVVERTENZE: per proteggere gli organismi acquatici
rispettare una fascia di sicurezza non trattata dai corpi
idrici superficiali di 10 metri per frutteti e di 5 metri per
vite.
Per proteggere le api e altri insetti impollinatori impiegare
il prodotto a partire dalla post-fioritura. Effettuare lo
sfalcio delle infestanti fiorite prima dell’applicazione del
prodotto.
RISCHI DI NOCIVITÀ
“Tossico per le api. Il prodotto può provocare un
temporaneo effetto di riduzione delle popolazioni di acari
predatori.
Divieto d’impiego in fioritura. Adoperare ad una distanza
non inferiore ai 40 metri da corpi idrici.”
RISPONDI ALLE DOMANDE
Segna le risposte e poi controlla il risultato nel documento SOLUZIONI AI TEST
186.
187.
Cosa si intende per organismi non bersaglio?
a)
tutti gli insetti che muoiono a seguito di un trattamento insetticida
b)
sono gli organismi raggiunti dai prodotti con attività sistemica
c)
le specie animali e vegetali, terresti o acquatiche, che possono subire, in modo
diretto o indiretto, qualsiasi forma di condizionamento a seguito della
distribuzione di un prodotto fitosanitario
Quali sono le modalità attraverso le quali i prodotti fitosanitari si
disperdono nell’ambiente?
a)
deriva, volatilità, ruscellamento e lisciviazione
b)
contatto, asfissia e ingestione
c)
solo con la bruciatura dei contenitori vuoti non bonificati
Il corretto impiego dei prodotti fitosanitari
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I rischi e le precauzioni per l’ambiente
UNITÀ 2
Effetti sugli organismi non bersaglio
188.
189.
Quando in etichetta è riportata una fascia di rispetto di 30 metri dai corpi
idrici occorre:
a)
non avere un pozzo con acqua potabile nel raggio di 30 metri rispetto al punto
di preparazione della miscela
b)
rispettarla scrupolosamente come misura di mitigazione del rischio, lasciando
una fascia non trattata di almeno 30 metri fra la coltura e un corpo idrico
c)
eseguire il trattamento solo con vento in direzione opposta al corpo idrico
Per tutelare gli organismi non bersaglio di interesse agricolo (es. api) è
necessario:
a)
rispettare scrupolosamente eventuali vincoli applicativi riportati in etichetta
b)
utilizzare i prodotti insetticidi alla dose più bassa riportata in etichetta durante
la fioritura
c)
dare la preferenza ai prodotti di copertura
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