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MARTEDÌ 29 GIUGNO 2010
MARTEDÌ 29 GIUGNO 2010
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e alla vigilia della partenza per le vacanze
estive i pneumatici sono
da buttare e la quattordicesima se ne è già volata via,
c’è ancora una via d’uscita, una
soluzione responsabile che
permette di risolvere il problema tenendo conto delle esigenze del portafoglio e della sicurezza. Oggi è infatti possibile risparmiare sull’acquisto dei
pneumatici senza perdere in
qualità. Come nel caso delle automobili, basta rinunciare al
marchio famoso, fare una scelta alternativa ed indirizzarsi
verso quelli che gli addetti ai lavori chiamano “second brand”.
La cosa, a dire il vero, comporta un piccolo “studio di mercato” da parte dell’automobilista visto che – oltre ai 7-8 fabbricanti più famosi (i “premium
brand”) – ci sono qualcosa come cento differenti marche di
pneumatici che, proprio in
virtù della minore notorietà dei
loro marchi, offrono i loro prodotti a prezzi mediamente più
convenienti di un buon 30%.
Se lasciamo da una parte per
ragioni di affidabilità e sicurezza i cosiddetti “budget brand”
(ovvero tutti quei marchi che
S
Quando le corse
fanno strada
PAOLO FERRINI
P
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Debuttano i marchi “no logo”
qui il risparmio è sicuro
Passano gli anni ma il mondo
delle competizioni
nonostante tutto rimane
il banco di prova più severo
e l’unico vero laboratorio
per tirare fuori nuove idee
assano gli anni e la 24 Ore di Le Mans
si conferma un banco di prova assolutamente unico al mondo — o
quantomeno una grande passerella
internazionale — per l’innovazione tecnologica applicata all’automobile. Ormai lontani nel tempo i primi grandi successi dei
freni a disco e del motore Wankel, spianata
la strada ai turbodiesel, l’edizione 2010 della grande classica della Sarthe ha detto ancora una volta qualcosa di nuovo. Anche dal
punto di vista della tecnologia.
Quest’anno Michelin si è infatti presentata al via della 24 Ore più famosa del mondo
con una nuova gamma di pneumatici racing
a basso impatto ambientale realizzati — come vuole del resto la normativa in vigore da
quest’anno per i nostri pneumatici di tutti i
giorni — con una mescola “zero oil” priva di
oli aromatici. Senza dubbio una complicazione in più per i tecnici di Bibendum, che
già dovevano conciliare prestazioni e durata, ma anche una sfida di grande attualità!
La fortuna, si sa, aiuta gli audaci e — anche perché, elenco degli iscritti alla mano,
Michelin equipaggiava la maggioranza delle vetture che potevano aspirare alla vittoria
assoluta — il tredicesimo successo consecutivo della Casa di Clermont Ferrant a LeMans è coinciso con il primo di un pneumatico a basso impatto ambientale. Un bel risultato, non c’è che dire, per Michelin, ma
anche per l’Automobile Club de l’Ouest, organizzatore della grande maratona della
Sarthe, che oggi ha una gemma in più ad aggiungere al già splendente blasone della
corsa francese.
I pneumatici ecocompatibili nelle competizioni non sono però una novità. Tutte le
vetture che partecipano al campionato
mondiale turismo WTCC sono infatti equipaggiate con gomme Yokohama che utilizzano una mescola composta da gomma naturale e da un olio ricavato dalla buccia degli agrumi, anziché da inquinanti oli aromatici. La stessa tecnologia super-nano-power
che la casa giapponese offre al pubblico con
il nuovo Eco dB super E-Spec, un pneumatico studiato appositamente per automobili ibride come Honda Insight e Toyota Prius.
Niente di nuovo sotto il sole, potrebbe dire un osservatore superficiale visto che di
pneumatici “verdi” si cominciò a parlare
probabilmente per la prima volta già nel
1992 quando, dopo lunghe ricerche sui materiali, Michelin mise a punto una nuova serie di mescole in grado di ridurre del 35% la
resistenza al rotolamento senza perdere in
fatto di prestazioni e di durata. La minore
energia assorbita dal rotolamento permetteva di ridurre i consumi di carburante e
quindi le emissioni inquinanti.
Nasceva così la qualifica “verde” per i
pneumatici Michelin Energy, i primi al
mondo ad integrare silice nella mescola del
battistrada. Una qualifica che negli anni a
seguire sarebbe stata fatta propria, più o
meno a ragione, da prodotti di tutti fabbricanti. La strada era stata, per così dire, aperta.
Una svolta altrettanto importante si ebbe
nel 2000 quando Goodyear, in collaborazione con l’italiana Novamont, sostituì parte
del nerofumo e della silice contenuti nella
mescola del pneumatico con un polimero
biologico derivato dall’amido di mais.. Con
Goodyear GT3 nasceva così il biopneumatico, un prodotto cioè realizzato, sia pure parzialmente, utilizzando una fonte rinnovabile. Su una strada analoga si è incamminata,
come detto, la giapponese Yokohama che
all’ultimo Salone di Ginevra ha presentato
un pneumatico con una mescola composta
dalle bucce degli agrumi. Di questo passo finirà che compreremo i pneumatici dal fruttivendolo.
PER SAPERNE DI PIÙ
www.yokohama.it
www.conti-online.com
Se la
Usano comunque
una tecnologia
moderna e costano
molto meno dei
modelli famosi
fanno scontare un prezzo talvolta irrisorio con un livello di
qualità davvero minimo), possiamo guardare con ragionevole tranquillità ai prodotti dei
“second brand” ovvero marchi
come Firestone, Fulda, Kleber e
Sava che fanno parte di grandi
gruppi industriali del settore
oppure di costruttori indipendenti come GT Radial,
Hankook, Kumho e Marangoni. Costruttori che peraltro godono di una buona considerazione, visto che, ad esempio, un
marchio come GT Radial (quasi 2 milioni di pneumatici prodotti) vanta negli Stati Uniti
molte applicazioni in primo
equipaggiamento.
«In Italia, dove GT Radial è
presente dal 1995 le nostre vendite sono salite dell’11,2% nel
primo trimestre dell’anno»,
spiega Roberto Pizzamiglio di
Magri Gomme, «merito del progressivo ampliamento della
gamma che ora comprende
prodotti e misure per ogni genere di autovettura, Suv compresi, ma anche di una crescente considerazione del pubblico
nei nostri confronti». Nella
gamma GT Radial, completamente rinnovata all’inizio del
2010 con l’introduzione di
pneumatici tutti con mescole
“zero oil” per un minore impatto ambientale, spicca il nuovo
Champiro HPY, un asimmetrico per alte prestazioni (omologato per velocità massime di
300 km/h) con battistrada caratterizzato da 4 larghe scanalature longitudinali e da spalle laterali personalizzate. La carcassa a strati di nylon senza giunture migliora la robustezza e la resistenza della struttura del
pneumatico. È disponibile in 28
misure diverse per ruote da 17 a
20 pollici, anche in versioni ribassate Serie 35-50.
Anche nel caso dei pneumatici è possibile trovare un buon
compromesso tra qualità e
prezzo: basta guardare bene
cosa offre realmente il mercato.
(p.f.)
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gomma
è
ecologica
I griffati
ondi, neri e puzzolenti. Contrordine. I
pneumatici non sono
solo così. Anzi. C’è che
anche chi ha pensato di “farli
strani” come direbbe Carlo
Verdone. Kumho, per esempio, si prepara a lanciare sul
mercato un pneumatico al
profumo di lavanda.
L’idea nasce da un’indagine
di mercato secondo la quale il
pubblico femminile preferirebbe guidare una vettura
profumata invece di una che
diffonde i soliti cattivi odori,
specialmente quando si sposta nel traffico cittadino. La casa coreana ha quindi deciso di
affiancare alla sua gamma di
pneumatici anche quelli al
profumo di lavanda (sia pure
nella sola misura 205/55
R16W) al prezzo tutto sommato abbastanza concorrenziale
di 75 Euro.
T
Parola d’ordine: sponsorizzare
ora tutti puntano sul calcio
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A qualcuno piace colorata
ecco tutte “le stranezze”
Per due specialissime showcar Marangoni ha invece colorato rispettivamente di rosso e
di blu i suoi pneumatici ad alte
prestazioni. Un modo come
un altro per rimarcare con i
primi il temperamento sporti-
Il mercato è a
caccia di proposte
per risvegliare
l’attenzione del
grande pubblico
vo della vettura e per ricordare
con i secondi il colore del marchio della casa italiana.
L’esperimento non era però
del tutto nuovo dal momento
che già nel corso dell’edizione
2003 della Settimana della
Moda la stessa Marangoni
aveva mostrato una specialis-
sima Mercedes CLK con pneumatici color verde militare
realizzata in collaborazione
con Giorgio Armani. Si tratta,
come detto, di “esemplari uni-
e un mese fa aveste
chiesto ad un amico,
magari poco esperto,
di citarvi le prime cinque marche di pneumatici
che gli venivano in mente,
forse non vi avrebbe fatto il
nome di Continental. Senza
sapere magari che anche la
sua vettura monta pneumatici della casa tedesca, visto
che questa è uno dei maggiori fornitori dell’industria automobilistica mondiale.
Oggi invece, nel pieno dei
mondiali di calcio in Sud Africa, il marchio Continental è
sulla bocca di tutti. “Fermare
l’attimo è magia. Fermarsi in
attimo è tecnologia vincente”, recita la campagna pubblicitaria che lo lega alla Coppa del Mondo. Se avete visto
almeno una partita non vi
può essere sfuggito.
Assente dalle competizioni automobilistiche Continental ha scelto di legare il
suo nome al calcio e di sponsorizzare in esclusiva Champions League (1995-2000),
Fifa World Cup 2006 in Germania, Uefa Euro 2008 in Austria e Svizzera e FIFA World
Cup 2010 in Sudafrica. «Fin
ci per prototipi”, ma che, come
spiega Mario Apolloni di Marangoni Group, sono «facilmente realizzabili in qualsiasi
momento su ordinazione,
grazie alla nuova isola di produzione automatica MTM in
funzione nello stabilimento di
Rovereto, per essere utilizzati
su strada». L’importante, aggiungiamo noi, è ovviamente
mettersi d’accordo sul prezzo
dell’operazione!
Ad uno stilista si è rivolta anche l’olandese Vredestein che,
per festeggiare i suoi primi
cento anni di attività, ha fatto
disegnare a Giorgetto Giugiaro il battistrada del suo Ultrac
Cento. «La filosofia del design
italiano alla base dello svilup-
po di questo nuovo profilo è
stata quella del “less is more”»,
spiega Alberto Malucchi di
Vredestein. «Ciò significa che
è stato scelto un design volutamente minimalista, di grande
stile ma assolutamente funzionale che va a sottolineare
fortemente il carattere del
pneumatico».
Risultato: un originale tratteggio sulle due costolature
longitudinali sottolinea il carattere del pneumatico. Sempre sul tema “anche l’occhio
vuole la sua parte”, Dunlop ha
fatto disegnare da Pininfarina
la spalla del nuovo SP SportMAXX.
Sfatati così i miti del colore,
dell’odore e dell’aspetto dei
pneumatici, non ci resta che
attendere gomme di forma diversa da quella rotonda.
(p.f.)
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La Continental
ha scelto i mondiali
di calcio in Sud
Africa per farsi
conoscere
dal 2003 l’immagine del
“pneumatico con lo stadio” è
stata utilizzata con successo
in tutto il mondo per le campagne di comunicazione
pubblicitaria», spiega Alberto Bergamaschi di Continental Italia. «È stato così possibile aumentare il livello di conoscenza di Continental come “premium brand” nei più
importanti mercati europei».
Una strategia a lungo termine che proseguirà con la
sponsorizzazione della prossima edizione dei mondiali
di calcio in Brasile del 2014.
«Come base per la comunicazione» prosegue Bergamaschi «il calcio professionistico si è dimostrato estremamente utile per aumentare la conoscenza e la presenza del marchio sul mercato,
contribuendo al tempo stes-
so a rafforzarne la posizione
di mercato».
Oggi Continental è il quarto produttore mondiale di
pneumatici per autovettura
e trasporto leggero con circa
6,5 milioni di pezzi venduti
all’anno ed un fatturato di
circa 20 milioni di euro, ma
soprattutto equipaggia il 30
per cento delle nuove automobili prodotte in Europa.
A questo punto gli obiettivi
di marketing sono rendere il
marchio Continental il più
conosciuto e desiderabile
possibile, creare una proposta di vendita unica e persuasiva rispetto a quella dei concorrenti, fornire il miglior
supporto possibile ai distributori ed ai punti vendita,
aumentare le entrate nel lungo termine. «Per ottenere
questo» spiega Bergamaschi
«le caratteristiche tecniche
ed i vantaggi dei prodotti devono essere associati ad un
messaggio chiaro, sia per i
venditori sia per gli utenti».
Come dire: se il pubblico conosce il marchio, i pneumatici si vendono da soli.
(p.f.)
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