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la Repubblica la Repubblica MARTEDÌ 29 GIUGNO 2010 MARTEDÌ 29 GIUGNO 2010 @ ■ 44 e alla vigilia della partenza per le vacanze estive i pneumatici sono da buttare e la quattordicesima se ne è già volata via, c’è ancora una via d’uscita, una soluzione responsabile che permette di risolvere il problema tenendo conto delle esigenze del portafoglio e della sicurezza. Oggi è infatti possibile risparmiare sull’acquisto dei pneumatici senza perdere in qualità. Come nel caso delle automobili, basta rinunciare al marchio famoso, fare una scelta alternativa ed indirizzarsi verso quelli che gli addetti ai lavori chiamano “second brand”. La cosa, a dire il vero, comporta un piccolo “studio di mercato” da parte dell’automobilista visto che – oltre ai 7-8 fabbricanti più famosi (i “premium brand”) – ci sono qualcosa come cento differenti marche di pneumatici che, proprio in virtù della minore notorietà dei loro marchi, offrono i loro prodotti a prezzi mediamente più convenienti di un buon 30%. Se lasciamo da una parte per ragioni di affidabilità e sicurezza i cosiddetti “budget brand” (ovvero tutti quei marchi che S Quando le corse fanno strada PAOLO FERRINI P © RIPRODUZIONE RISERVATA ■ 45 Debuttano i marchi “no logo” qui il risparmio è sicuro Passano gli anni ma il mondo delle competizioni nonostante tutto rimane il banco di prova più severo e l’unico vero laboratorio per tirare fuori nuove idee assano gli anni e la 24 Ore di Le Mans si conferma un banco di prova assolutamente unico al mondo — o quantomeno una grande passerella internazionale — per l’innovazione tecnologica applicata all’automobile. Ormai lontani nel tempo i primi grandi successi dei freni a disco e del motore Wankel, spianata la strada ai turbodiesel, l’edizione 2010 della grande classica della Sarthe ha detto ancora una volta qualcosa di nuovo. Anche dal punto di vista della tecnologia. Quest’anno Michelin si è infatti presentata al via della 24 Ore più famosa del mondo con una nuova gamma di pneumatici racing a basso impatto ambientale realizzati — come vuole del resto la normativa in vigore da quest’anno per i nostri pneumatici di tutti i giorni — con una mescola “zero oil” priva di oli aromatici. Senza dubbio una complicazione in più per i tecnici di Bibendum, che già dovevano conciliare prestazioni e durata, ma anche una sfida di grande attualità! La fortuna, si sa, aiuta gli audaci e — anche perché, elenco degli iscritti alla mano, Michelin equipaggiava la maggioranza delle vetture che potevano aspirare alla vittoria assoluta — il tredicesimo successo consecutivo della Casa di Clermont Ferrant a LeMans è coinciso con il primo di un pneumatico a basso impatto ambientale. Un bel risultato, non c’è che dire, per Michelin, ma anche per l’Automobile Club de l’Ouest, organizzatore della grande maratona della Sarthe, che oggi ha una gemma in più ad aggiungere al già splendente blasone della corsa francese. I pneumatici ecocompatibili nelle competizioni non sono però una novità. Tutte le vetture che partecipano al campionato mondiale turismo WTCC sono infatti equipaggiate con gomme Yokohama che utilizzano una mescola composta da gomma naturale e da un olio ricavato dalla buccia degli agrumi, anziché da inquinanti oli aromatici. La stessa tecnologia super-nano-power che la casa giapponese offre al pubblico con il nuovo Eco dB super E-Spec, un pneumatico studiato appositamente per automobili ibride come Honda Insight e Toyota Prius. Niente di nuovo sotto il sole, potrebbe dire un osservatore superficiale visto che di pneumatici “verdi” si cominciò a parlare probabilmente per la prima volta già nel 1992 quando, dopo lunghe ricerche sui materiali, Michelin mise a punto una nuova serie di mescole in grado di ridurre del 35% la resistenza al rotolamento senza perdere in fatto di prestazioni e di durata. La minore energia assorbita dal rotolamento permetteva di ridurre i consumi di carburante e quindi le emissioni inquinanti. Nasceva così la qualifica “verde” per i pneumatici Michelin Energy, i primi al mondo ad integrare silice nella mescola del battistrada. Una qualifica che negli anni a seguire sarebbe stata fatta propria, più o meno a ragione, da prodotti di tutti fabbricanti. La strada era stata, per così dire, aperta. Una svolta altrettanto importante si ebbe nel 2000 quando Goodyear, in collaborazione con l’italiana Novamont, sostituì parte del nerofumo e della silice contenuti nella mescola del pneumatico con un polimero biologico derivato dall’amido di mais.. Con Goodyear GT3 nasceva così il biopneumatico, un prodotto cioè realizzato, sia pure parzialmente, utilizzando una fonte rinnovabile. Su una strada analoga si è incamminata, come detto, la giapponese Yokohama che all’ultimo Salone di Ginevra ha presentato un pneumatico con una mescola composta dalle bucce degli agrumi. Di questo passo finirà che compreremo i pneumatici dal fruttivendolo. PER SAPERNE DI PIÙ www.yokohama.it www.conti-online.com Se la Usano comunque una tecnologia moderna e costano molto meno dei modelli famosi fanno scontare un prezzo talvolta irrisorio con un livello di qualità davvero minimo), possiamo guardare con ragionevole tranquillità ai prodotti dei “second brand” ovvero marchi come Firestone, Fulda, Kleber e Sava che fanno parte di grandi gruppi industriali del settore oppure di costruttori indipendenti come GT Radial, Hankook, Kumho e Marangoni. Costruttori che peraltro godono di una buona considerazione, visto che, ad esempio, un marchio come GT Radial (quasi 2 milioni di pneumatici prodotti) vanta negli Stati Uniti molte applicazioni in primo equipaggiamento. «In Italia, dove GT Radial è presente dal 1995 le nostre vendite sono salite dell’11,2% nel primo trimestre dell’anno», spiega Roberto Pizzamiglio di Magri Gomme, «merito del progressivo ampliamento della gamma che ora comprende prodotti e misure per ogni genere di autovettura, Suv compresi, ma anche di una crescente considerazione del pubblico nei nostri confronti». Nella gamma GT Radial, completamente rinnovata all’inizio del 2010 con l’introduzione di pneumatici tutti con mescole “zero oil” per un minore impatto ambientale, spicca il nuovo Champiro HPY, un asimmetrico per alte prestazioni (omologato per velocità massime di 300 km/h) con battistrada caratterizzato da 4 larghe scanalature longitudinali e da spalle laterali personalizzate. La carcassa a strati di nylon senza giunture migliora la robustezza e la resistenza della struttura del pneumatico. È disponibile in 28 misure diverse per ruote da 17 a 20 pollici, anche in versioni ribassate Serie 35-50. Anche nel caso dei pneumatici è possibile trovare un buon compromesso tra qualità e prezzo: basta guardare bene cosa offre realmente il mercato. (p.f.) © RIPRODUZIONE RISERVATA gomma è ecologica I griffati ondi, neri e puzzolenti. Contrordine. I pneumatici non sono solo così. Anzi. C’è che anche chi ha pensato di “farli strani” come direbbe Carlo Verdone. Kumho, per esempio, si prepara a lanciare sul mercato un pneumatico al profumo di lavanda. L’idea nasce da un’indagine di mercato secondo la quale il pubblico femminile preferirebbe guidare una vettura profumata invece di una che diffonde i soliti cattivi odori, specialmente quando si sposta nel traffico cittadino. La casa coreana ha quindi deciso di affiancare alla sua gamma di pneumatici anche quelli al profumo di lavanda (sia pure nella sola misura 205/55 R16W) al prezzo tutto sommato abbastanza concorrenziale di 75 Euro. T Parola d’ordine: sponsorizzare ora tutti puntano sul calcio S A qualcuno piace colorata ecco tutte “le stranezze” Per due specialissime showcar Marangoni ha invece colorato rispettivamente di rosso e di blu i suoi pneumatici ad alte prestazioni. Un modo come un altro per rimarcare con i primi il temperamento sporti- Il mercato è a caccia di proposte per risvegliare l’attenzione del grande pubblico vo della vettura e per ricordare con i secondi il colore del marchio della casa italiana. L’esperimento non era però del tutto nuovo dal momento che già nel corso dell’edizione 2003 della Settimana della Moda la stessa Marangoni aveva mostrato una specialis- sima Mercedes CLK con pneumatici color verde militare realizzata in collaborazione con Giorgio Armani. Si tratta, come detto, di “esemplari uni- e un mese fa aveste chiesto ad un amico, magari poco esperto, di citarvi le prime cinque marche di pneumatici che gli venivano in mente, forse non vi avrebbe fatto il nome di Continental. Senza sapere magari che anche la sua vettura monta pneumatici della casa tedesca, visto che questa è uno dei maggiori fornitori dell’industria automobilistica mondiale. Oggi invece, nel pieno dei mondiali di calcio in Sud Africa, il marchio Continental è sulla bocca di tutti. “Fermare l’attimo è magia. Fermarsi in attimo è tecnologia vincente”, recita la campagna pubblicitaria che lo lega alla Coppa del Mondo. Se avete visto almeno una partita non vi può essere sfuggito. Assente dalle competizioni automobilistiche Continental ha scelto di legare il suo nome al calcio e di sponsorizzare in esclusiva Champions League (1995-2000), Fifa World Cup 2006 in Germania, Uefa Euro 2008 in Austria e Svizzera e FIFA World Cup 2010 in Sudafrica. «Fin ci per prototipi”, ma che, come spiega Mario Apolloni di Marangoni Group, sono «facilmente realizzabili in qualsiasi momento su ordinazione, grazie alla nuova isola di produzione automatica MTM in funzione nello stabilimento di Rovereto, per essere utilizzati su strada». L’importante, aggiungiamo noi, è ovviamente mettersi d’accordo sul prezzo dell’operazione! Ad uno stilista si è rivolta anche l’olandese Vredestein che, per festeggiare i suoi primi cento anni di attività, ha fatto disegnare a Giorgetto Giugiaro il battistrada del suo Ultrac Cento. «La filosofia del design italiano alla base dello svilup- po di questo nuovo profilo è stata quella del “less is more”», spiega Alberto Malucchi di Vredestein. «Ciò significa che è stato scelto un design volutamente minimalista, di grande stile ma assolutamente funzionale che va a sottolineare fortemente il carattere del pneumatico». Risultato: un originale tratteggio sulle due costolature longitudinali sottolinea il carattere del pneumatico. Sempre sul tema “anche l’occhio vuole la sua parte”, Dunlop ha fatto disegnare da Pininfarina la spalla del nuovo SP SportMAXX. Sfatati così i miti del colore, dell’odore e dell’aspetto dei pneumatici, non ci resta che attendere gomme di forma diversa da quella rotonda. (p.f.) © RIPRODUZIONE RISERVATA La Continental ha scelto i mondiali di calcio in Sud Africa per farsi conoscere dal 2003 l’immagine del “pneumatico con lo stadio” è stata utilizzata con successo in tutto il mondo per le campagne di comunicazione pubblicitaria», spiega Alberto Bergamaschi di Continental Italia. «È stato così possibile aumentare il livello di conoscenza di Continental come “premium brand” nei più importanti mercati europei». Una strategia a lungo termine che proseguirà con la sponsorizzazione della prossima edizione dei mondiali di calcio in Brasile del 2014. «Come base per la comunicazione» prosegue Bergamaschi «il calcio professionistico si è dimostrato estremamente utile per aumentare la conoscenza e la presenza del marchio sul mercato, contribuendo al tempo stes- so a rafforzarne la posizione di mercato». Oggi Continental è il quarto produttore mondiale di pneumatici per autovettura e trasporto leggero con circa 6,5 milioni di pezzi venduti all’anno ed un fatturato di circa 20 milioni di euro, ma soprattutto equipaggia il 30 per cento delle nuove automobili prodotte in Europa. A questo punto gli obiettivi di marketing sono rendere il marchio Continental il più conosciuto e desiderabile possibile, creare una proposta di vendita unica e persuasiva rispetto a quella dei concorrenti, fornire il miglior supporto possibile ai distributori ed ai punti vendita, aumentare le entrate nel lungo termine. «Per ottenere questo» spiega Bergamaschi «le caratteristiche tecniche ed i vantaggi dei prodotti devono essere associati ad un messaggio chiaro, sia per i venditori sia per gli utenti». Come dire: se il pubblico conosce il marchio, i pneumatici si vendono da soli. (p.f.) © RIPRODUZIONE RISERVATA