Postini contro l`azienda «Non siamo dei robot»
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Postini contro l`azienda «Non siamo dei robot»
L'AGITAZIONE Postini contro l'azienda «Non siamo dei robot» TRENTO—Marco Ravanelli ha 47 anni e vive a Trento, da 25 fa il portalettere e da 15 consegna la posta lungo tutto Corso 3 Novembre, via Milano, via Malfatti e nelle vie limitrofe; Ogni giorno recapita buste, raccomandate, biglietti d'auguri, bollette a oltre 500 famiglie e a circa 200 impiegati e negozianti. «Questo lavoro lo faccio con l'anima . C'è una vecchina di 96 anni che mi aspetta tutte le mattine alla finestra, sa che con la posta le porterò il giornale che lei non può prendersi, avendo difficoltà di deambulazione». Ravanelli è uno di quei postini che se glielo chiedi ti da anche qualche consiglio: «Piccole cose, che però ti fanno amare il tuo lavoro. Senza la possibilità d'instaurare rapporti umani un postino diventa un numero, proprio quello che temiamo accada con la riorganizzazione». Partita a Riva ed Arco, nei prossimi giorni approderà anche a Trento nonostante ì sindacati stiano puntando i piedi(Cgil,Uil e dopo un iniziale tentennamento si è allineata anche la Cisl) perché improvvisamente tagliati fuori dalla concertazione. Per gli utenti, per il momento, non ci sono grossi cambiamenti (la vera rivoluzione avverrà nel 2009 con l'ingresso di altre compagnie nel mercato, fino ad ora gestito quasi esclusivamente da Poste Italiane), magari qualche disguido nella fase di transizione, ma nulla più. A mutare invece sarà l'area di riferimento dèi portalettere che ne avranno di nuove e diverse. Insomma la prima vittima della riorganizzazione sarà quindi il rapportò umano. «Ci sono persone a cui consegno la posta, che hanno visto nascere mio figlio» confida Ravanelli che aggiunge: «L'azienda ci vuole automi, portatori di corrispondenza impersonali, a me piace questo mestiere e non ho voglia di ricominciare da capo in una zona diversa, senza che nessuno abbia chiesto il mio parere, l'azienda ci taglia sempre fuori dalle decisioni importanti». Non la pensa così Poste italiane secondo la quale la riorganizzazione serve ad offrire nuovi servizi all'utente: come il pick up dedicato. Si tratta di un servizio di raccolta lettere a domicilio, un take away della posta grazie al quale sempre un portalettere non solo consegnerà la posta, mala ritirerà a domicilio. Secondo Poste Italiane poi, la riorganizzazione del recapitò è stata approvata dalle parti sociali con l'accordo sindacale di settembre e quello provinciale di novembre. Cgil, Uil e Cisl trentine hanno chiesto una nuova discussione a livello regionale, perché escluse non dal ragionamento sulla riorganizzazione ma dalla fase due di questa: l'applicazione territoriale. Ma. Bo. __