“I Lusiani”, chiusura in bellezza
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“I Lusiani”, chiusura in bellezza
14 .ROVIGO CULTURA E SPETTACOLI ... Giovedì 7 Aprile 2016 La Voce LA RASSEGNA Immortalati anche i bambini siriani che vivono in un campo profughi in Giordania Maratona di scatti in Polesine La speciale rassegna sulla fotografia domenica apre ufficialmente i battenti in villa Badoera ROVIGO - Sarà la “Maratona fotografica” in programma domenica ad aprire anche quest’anno a Fratta Polesine la terza edizione della rassegna “Polesine fotografia” realizzata in collaborazione con la Provincia, il Comune di Fratta Polesine, Aqua srl, Radio Company, Rovigo Banca Credito Cooperativo e Rce foto Rovigo. Un’anteprima dove gli obiettivi potranno sbizzarrirsi per 4 ore dalle 10 alle 14 su tre temi assegnati, in attesa dell’inaugurazione del 23 aprile in Villa Badoera della rassegna nata come raduno dei circoli fotografici, che ha saputo dare spazio anche a singoli. E fino all’8 maggio sarà nutrito il numero di autori in mostra: da Veronica Croccia, di Pisa, con Facciamo pistole che sparino caramelle, che raccoglie scatti ai bambini siriani che vivono in un campo profughi della Giordania alla mostra "in scatola" Mare Nostrum di Maurizio Chieregato. “E’ un incontro fra appassionati” ricordava Roberto Giannese, fra gli ideatori e promotori della rassegna ed il titolo di quest’anno "Fotocresciamo" vuole essere uno stimolo a crescere. “L'immagine sulla copertina del depliant – prosegue Roberto Giannese non a caso ritrae proprio una bambina con in mano una macchina fotografica, significativa dell'approccio: curiosità, voglia di crescere, entusiasmo, spirito di avventura, Racconti polesani Chicchi di granoturco ranocchie e braciole mille modi di curare i pori di Adriano Romagnolo La splendida Villa Badoera ospiterà la prestigiosa rassegna fotografica gioco, ingenuità”. L’occasione il workshop fotografico di Sara Munari, docente di Storia della fotografia all'istituto nazionale di Fotografia di Milano, in programma domenica 24 aprile in Villa, incentrato sulla lettura delle immagini e sulla costruzione di un portfolio fotografico. L’inaugurazione delle mostre e la premiazione dei partecipanti alla Maratona fotografica si terranno sabato 23 aprile alle 16 in Villa Badoer. Gli espositori: Veronica Croccia, da Pisa, con la mostra molto toccante su un tema di grande attualità Facciamo pistole che sparino caramelle, nella quale sono raccolte foto che lei stessa ha scattato ai bambini Siriani che vivono in un campo profughi della Giordania. Sempre sul filone dei luoghi abbandonati, si colloca la presentazione del libro Luoghi abbandonati (ed. Giacché) curato dalla giovane fotografa e giornalista ligure Maggy Bettolla, in programma il 23 aprile alle 18. I polesani: Roberta Ferlin, in arte Robyola Von Wunsch con la mostra Il mondo non quadra perché è tondo e Sara Vistosi, con la sua personale Avantgarde. Un fotografo naturalista di lunga esperienza come Paolo Gambaro che proporrà le sue Visioni Naturali. Originale anche l’idea di Maurizio Chieregato con la mostra "in scatola" Mare Nostrum. Un ritorno è quello di Andrea Barasciutti che quest'anno presenterà la novità Città ideali. Ed ancora Fabio Crivellaro, fotografo di Adria, che all'interno del Caffè Commercio esporrà Le tentazioni del colore. Devid Penguti ed Alessandro De Luca che presso Ex Mulino Pizzon proporranno Frattaland. I sette Fotoclub: Fotoclub '85 di Villanova del Ghebbo, Fotoclub Adria, Click and Flash di Costa di Rovigo, la new entry Scatto Matto di Tribano, l'Adeseto di Villadose; a Palazzo Dolfin, sede del Manegium: Fotoclub Cavarzere, Branco Ottico e all'Oratorio di San Liberato la Camera Chiara di Vescovana. © RIPRODUZIONE RISERVATA TEATRO Lo spettacolo “Belo o bruto col ga i schei el ga tuto... “ El pòro è la verruca, quella escrescenza dura che si manifesta sulla pelle, specialmente delle mani. Secondo il Corrain 'non esiste (forse) anomalia morbosa, che abbia suscitato tante pratiche terapeutiche quanto questa'. I pori si curavano con l'erba da pori, la Verrucaria e la Celidonia (chelidonium majus) che si pensava avere la proprietà di corroderli e seccarli. Una cura più empirica consisteva nel prendere l'ultimo chicco della punta di una pannocchia di granoturco, ricco di lattice. Con quello in mano si doveva andare al pozzo e, stando di spalle, con la mano da curare buttarvelo dentro. La caduta nel pozzo di quel chicco avrebbe trascinato con sé anche le verruche. Ma quel particolare chicco fresco di granoturco non si può avere tutto l'anno, allora le verruche si potevano bruciare con il lattice di fico e questo per diverse volte. Secondo Dino Coltro ciò accadeva soltanto se nel contempo si recitava poro poreto/ sta in do te meto/ sta in do te cazo/ poro porazo. Al malcapitato si poteva anche fare contare tanti oggetti (sassi, fagioli, cristalli di sale...) in numero pari alle fastidiose escrescenze. Oppure si doveva fare un cartoccio di tanti cristalli di sale quante erano le verruche e poi lasciarlo cadere lungo un viottolo di campagna. E ancora: a Bosaro si passava sopra i pori una braciola di maiale che poi si buttava sul tetto a marcire; a Stienta si strofinavano con della cotica quasi fradicia; ancora a Stienta si colpivano con delle ranocchie vive finché non erano morte; a Castelmassa si spalmavano con della pomata fatta di poltiglia di rospo ed escrementi vari. Un rimedio un po’ meno empirico consisteva nel legare stretto il poro con un filo sottile di reve o di seta, in modo che dopo qualche tempo cadesse spontaneamente. A queste cure qualcuno ci crede ancora, ma forse è meglio ormai rivolgersi ad un buon dermatologo. © RIPRODUZIONE RISERVATA “I Lusiani”, chiusura in bellezza LUSIA - Arriva lo spettacolo "Belo o bruto col ga i schei el ga tuto...". La rassegna teatrale, che finora ha riportato grande successo di pubblico e di consensi, si concluderà sabato alle 21, con replica domenica alle 16. Al teatro parrocchiale gli spettatori potranno assistere ad una commedia in dialetto veneto, in due atti di Delfina Sgobbi, messa in scena dalla compagnia "I Lusiani”. La contessa Eleonora Morosini, vedova con due figli: Gastone e Beatrice, cerca di far fronte alle difficoltà economiche in cui l'ha lasciata la "Bonanema" e che la lunga guerra ha acuito. Visto che Gastone, risoluto com'è tornare alla brillante carriera di attore, non ha nessuna attitudine a occuparsi dell'economia familiare, donna Eleonora decide di dare in sposa la figlia Beatrice ad un nobile e ricco, quanto poco attraente, Barone della Bergamasca. Ma nella situazione entrano quelli che saranno i veri motori della vicenda Toni e Cesira i due domestici "quasi di famiglia" che riescono con l'aiuto di Vittorio, il loro amato figlio tornato dopo tanti anni, di Beatrice, di Gastone, del misterioso Valente e di due sedicenti principesse, a manovrare gli eventi e a risolvere brillantemente la situazione tra equivoci, colpi di scena ed esilaranti battute. “La commedia che proponiamo in occasione del quindicesimo anniversario della compagnia ‘I Lusiani’ vuole essere un omaggio alle genti venete del secolo scorso, per lo più povere, ma ricche di buoni sentimenti, tenaci, forti e schiette, capaci di superare, nonostante le avversità, situazioni molto difficili uscendone sempre a testa alta. La vicenda è di fantasia, ma molti dei fatti accennati, delle battute, dei modi di vivere sono raccolti dalla realtà. Si ringraziano il Comune di Lusia, il circolo Noi e Bancadria” spiegano gli stessi attori. © RIPRODUZIONE RISERVATA El pòro una volta si curava anche con il mais