La chirurgia ambulatoriale
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La chirurgia ambulatoriale
ECM / Modulo 1 Marco Dal Canton1 Federico Semeraro2 Manrico Gianolio3 Specialista in dermatologia Componente del consiglio direttivo Sidco 2 UO di anestesia e terapia intensiva Ospedale Maggiore, Bologna 3 Specialista in anestesia e rianimazione Responsabile Dea Grandi Traumi, Ospedale Cto di Torino Vicepresidente Italian Resuscitation Council 1 La chirurgia ambulatoriale Selezione e preparazione dei pazienti, criteri Asa e linee guida Siaarti LA PROSPETTIVA DEL DERMOCHIRURGO di Marco Dal Canton Con questo primo modulo prende avvio il corso di formazione a distanza (Fad) sulle emergenze in chirurgia dermatologica, reso possibile grazie alla proficua interazione tra la Società italiana di dermatologia chirurgica e oncologica (Sidco), che si è occupata di delineare le esigenze formative del dermochirurgo come prototipo di specialista che effettua interventi di bassa e media invasività in regime ambulatoriale, e l’Italian Resuscitation Council (Irc), associazione a carattere scientifico che coinvolge medici di diverse discipline e infermieri attivamente impegnati nel settore della rianimazione cardiopolmonare, intra ed extra ospedaliera, che si è impegnata a fornire una informazione proporzionata allo specifico contesto della chirurgia ambulatoriale nelle sue accezioni, dal day surgery all’ambulatorio chirurgico. Il modello operativo della cosiddetta “chirurgia di giorno” (1) è un tema attuale, essendosi avviate, nella maggior parte delle Regioni, politiche volte a trasferire in regimi assistenziali più leggeri (chirurgia diurna e chirurgia ambulatoriale) prestazioni precedentemente eseguite in regime di degenza ordinaria: si tratta pertanto di modelli operativi destinati realisticamente a essere considerati sempre più appropriati. Questo primo modulo del corso si divide in due parti. La prima è una disamina delle raccomandazioni della Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) per la gestione in sicurezza del paziente nel contesto specifico e privilegiato del day surgery, tipologia di struttura di assistenza sanitaria in regime di ricovero solo diurno, i cui requisiti strutturali, impiantistici, tecnologici e organizzativi sono idonei per l’effettuazione di procedure chirurgiche che contemplano anche la sedazione profonda e l’anestesia generale. In questo caso l’organizzazione deve garantire obbligatoriamente la presenza e la reperibilità di un anestesista a supporto delle attività chirurgiche, anche le più semplici e meno invasive. La seconda parte mira a estrapolare gli aspetti operativi salienti delle raccomandazioni applicabili alla realtà del day surgery e a trasferirli nel contesto organizzativo, intra o extraospedaliero che sia, della chirurgia ambulatoriale in senso stretto, ovvero quella che si esplica nelle strutture in cui è previsto che si operi prevalentemente, se non esclusivamente, in assenza dell’anestesista, e in nessun caso in regime di ricovero, nemmeno diurno (ambulatorio con sala chirurgica) (2). Si tratta di un modello operativo che limita il grado di invasività 13 ECM / Modulo 1 delle procedure effettuabili ed è indubbiamente meno privilegiato dal punto di vista della gestione della sicurezza del paziente, ma si dimostra diffuso nel concreto quanto previsto e regolamentato dalla normativa sanitaria nazionale (3). È specialmente in questo ambito che l’operatore, indipendentemente dalla sua estrazione specialistica, è chiamato a effettuare valutazioni specifiche in merito alla selezione o all’esclusione del paziente da trattare chirurgicamente, al grado di invasività delle procedure effettuabili e, in proporzione a questo, al tipo e grado di anestesia richiesta, alla gestione delle informazioni e del consenso, alla gestione della circuitazione dei pazienti, della fase di dimissione del paziente, fino all’assistenza nella fase postoperatoria. Dove non è prevista o non è condizionante la presenza dell’anestesista, è il medico operatore stesso, segnatamente ma non specificamente il dermochirurgo, che si fa carico, in concerto con il suo staff, di gestire, automatizzare e periodicamente aggiornare routine organizzative e procedurali che si incentrano quindi non solo sul programma operatorio, ma anche sull’ottimizzazione della sicurezza del paziente, non corollario ma parte integrante se non cardinale di ogni procedura. L’obiettivo di questo primo modulo è fornire al dermochirurgo, ma non solo, quanto meno le basi per un approfondimento culturale specifico su aspetti importanti e non eludibili della gestione del paziente chirurgico in senso lato, sia nell’ambiente protetto del day surgery sia nelle strutture autorizzate alla chirurgia ambulatoriale decentrate. 14 LINEE GUIDA SIAARTI PER LA CHIRURGIA AMBULATORIALE E CRITERI ASA PER LA SELEZIONE DEI PAZIENTI di Federico Semeraro La chirurgia ambulatoriale consiste in un modello organizzativo e assistenziale che consente di effettuare interventi diagnostici e terapeutici sul paziente nell’arco di una sola giornata, con l’esecuzione di un’anestesia (generale, loco-regionale, sedazione profonda) che permette al paziente di ritornare a casa nella stessa giornata dell’intervento (4). Revisioni di ampie casistiche confermano, innanzitutto, che la mortalità e le complicanze maggiori sono estremamente rare in questo ambito. In uno studio pubblicato da Warner e colleghi (5) su un totale di 38.598 pazienti operati in day surgery e controllati sino al 30° giorno postoperatorio, si registrano soltanto 4 decessi (di cui 2 dovuti a incidente automobilistico) e 31 casi di complicanze maggiori. Altri studi, che prendevano in considerazione anche eventi avversi minori, segnalano percentuali di complicanze inferiori al 10% (6, 7), mentre studi condotti in Canada, di cui uno multicentrico, non hanno evidenziato casi di decesso (8). Tra gli eventi avversi, quelli cardiovascolari sono più frequenti di quelli respiratori. La maggior parte si identifica con alterazioni pressorie e turbe del ritmo, che si verificano nell’immediato periodo postoperatorio e che possono comportare allungamento della permanenza postoperatoria (7). Sono più frequenti nei pazienti con pregresse patologie cardiovascolari e nei pazienti anziani (8); estremamente rari sono i casi di complicanze cardiache maggiori, come l’infarto miocardico (2). Gli eventi respiratori si collocano in seconda posizione e sono più frequenti nei pazienti obesi, asmatici e fumatori (8, 9). Il dolore postoperatorio intenso è uno degli eventi avversi più frequenti; è correlato al tipo di chirurgia e cresce con il grado di invasività e con la durata dell’intervento (10). Nausea e vomito postoperatori risultano essere più frequenti dopo anestesia generale, sia inalatoria che endovenosa, e in caso di necessità di farmaci analgesici (11). Diversi studi confermano che nausea e vomito postoperatori costituiscono la prima causa di assistenza postoperatoria prolungata (9, 10, 12); la loro genesi multifattoriale rende assai difficile accertare il ruolo dei diversi fattori implicati. La percentuale di ricoveri notturni non pianificati è considerata un buon indicatore della frequenza di complicanze maggiori. I dati riportati in letteratura quantificano la ricorrenza di questo evento tra lo 0,3 e l’1,4% (13). La maggior parte di queste complicanze è legata al tipo di chirurgia (dolore, sanguinamento), ma non mancano anche cause di natura anestesiologica (quali nausea e vomito postoperatori e sonnolenza) e di natura medica (prevalentemente cardiovascolare). Due studi, di cui uno prospettico, evidenziano che i pazienti sottoposti a interventi caratterizzati da forte stimolazione algogena sono a maggior rischio di ricovero notturno non pianificato e che i pazienti operati in anestesia generale lo sono da 2 a 5 volte di più di quelli operati in anestesia locale o loco-regionale (14, 15). Tuttavia, è assai difficile trarre da metanalisi su questi studi indica- zioni universalmente applicabili, a causa del fatto che, oltre a quelli menzionati, diversi fattori possono influenzare il tasso di complicanze, per esempio i criteri di selezione preoperatoria adottati, il case mix e il modello organizzativo dell’unità di day surgery (autonoma o integrata). I criteri Asa per la selezione dei pazienti Riportiamo di seguito i contenuti principali delle raccomandazioni emesse dall’American Society of Anesthesiologists sulla day surgery (15). La struttura (autonoma o integrata) è organizzata primariamente per l’esercizio della day surgery. Durante tutto l’orario di funzionamento deve essere presente nella struttura un medico, preferibilmente un anestesista. Gli standard minimi di cura contemplano: istruzioni preoperatorie e preparazione all’intervento, anamnesi ed esame obiet- tivo raccolti da un anestesista, test preoperatori come indicato dallo stato clinico del paziente, anestesia somministrata da anestesisti, dimissione sotto responsabilità medica, necessità di un accompagnatore per i pazienti operati, istruzioni scritte postoperatorie, cartelle cliniche accurate e tutelate dalla riservatezza. Le raccomandazioni Siaarti per l’anestesia in day surgery Raccomandazione 1 È raccomandato che durante l’attività di day surgery tutte le esigenze di sicurezza proprie della chirurgia ordinaria siano mantenute e rispettate (raccomandazione di grado III) (vedi tab. 2). Raccomandazione 2 Riduzione dei costi È raccomandato che la destinazione delle risorse anestesiologiche umane e strumentali sia rapportata al grado di complessità e al tipo di interventi praticati, allo scopo di far tendere a zero il CLASSE ASA CARATTERISTICHE I Nessuna alterazione organica, biochimica o psichiatrica II Modesto disturbo sistemico che può o no essere correlato alla causa dell'intervento III Grave malattia sistemica correlata o no alla regione dell'intervento IV Grave malattia che pregiudica la sopravvivenza indipendentemente dall'intervento chirurgico V Paziente moribondo con scarse possibilità di sopravvivenza che viene sottoposto all'intervento come ultima possibilità E Ogni intervento non dilazionabile e che pertanto non consente una completa valutazione del paziente e la correzione di ogni squilibrio. La lettera E viene aggiunta alla corrispettiva classe Asa Tab. 1: i criteri dell’American Society of Anesthesiologists (Asa) permettono di valutare il rischio operatorio in funzione dello stato di salute del paziente numero delle complicanze e i costi relativi (raccomandazione di grado IV). Raccomandazione 3 Riduzione del disagio È raccomandato che l’organizzazione delle attività sia focalizzata sulla riduzione del disagio connesso all’intervento, con particolare riguardo alla tipologia del gesto chirurgico praticato, all’analgesia e anestesia praticate, all’opera di informazione pre e postoperatoria e al mantenimento del contatto tra il paziente e la struttura (raccomandazione di grado II). Raccomandazione 4 Sicurezza È raccomandata l’adozione di procedure documentate per le fasi di selezione, trattamento, dimissione e follow up, elaborate di concerto con le équipe chirurgiche e con il personale infermieristico (raccomandazione di grado II). È raccomandato l’utilizzo di brochure informative e di istruzioni scritte per i pazienti, di un modello di cartella clinica che faciliti la registrazione delle informazioni e la documentazione degli atti compiuti e di un regolamento dell’unità che precisi i compiti e le responsabilità dei diversi operatori (raccomandazione di grado II). È raccomandato che gli operatori destinati alla day surgery possiedano provata esperienza professionale e adeguata capacità organizzativa (raccomandazione di grado II). Raccomandazione 5 Chirurgia senza anestesisti È tassativo che siano eseguite in anestesia locale e in assenza di anestesisti soltanto procedure 15 ECM / Modulo 1 chirurgiche minimali su pazienti perfettamente sani e collaboranti, all’interno di strutture che garantiscano la presenza di un anestesista disponibile (raccomandazione di grado III). Raccomandazione 6 Aree di pertinenza anestesiologica È necessario che un medico anestesista esegua sui pazienti afferenti alla day surgery i seguenti atti medici: visita anestesiologica di selezione, scelta ed esecuzione della tecnica di anestesia e controllo delle condizioni intraoperatorie, trattamento delle eventuali complicanze postoperatorie di interesse anestesiologico, con particolare riguardo al dolore e alla nausea e vomito, autorizzazione alla dimissione dal punto di vista anestesiologico, anche nei casi in cui l’anestesia locale non sia stata eseguita da medici anestesisti (raccomandazione di grado II). È necessario (per congruenza con il punto precedente) che i servizi di anestesia operanti in attività di day surgery pongano in essere misure organizzative finalizzate all’espletamento di quanto sopra specificato (raccomandazione di grado IV). Raccomandazione 7 Programma operatorio È raccomandato che il programma operatorio sia approntato congiuntamente da chirurgo e anestesista, sulla base di criteri finalizzati a garantire una durata dell’osservazione postoperatoria consona alle esigenze dei singoli casi (raccomandazione di grado III). Raccomandazione 8 Selezione dei pazienti È raccomandato che i pazienti per la day surgery siano selezionati preoperatoriamente in base a 16 criteri clinici che tengano conto delle possibili interrelazioni terreno-chirurgia, e a criteri socioanagrafici finalizzati a garantire la continuità assistenziale (raccomandazione di grado II). È raccomandato che la visita anestesiologica per la day surgery sia effettuata secondo criteri specifici e in coerenza con le esigenze di questo tipo di organizzazione (raccomandazione di grado II). Raccomandazione 9 Conduzione e sorveglianza dell’anestesia È raccomandato che l’anestesia sia condotta nel rispetto del requisito della pronta reversibilità e con l’obiettivo di ridurre al minimo la fenomenologia postoperatoria (raccomandazione di grado II). È consigliata l’adozione di scale a punteggio per la valutazione dei pazienti prima di autorizzarne l’uscita dai reparti operatori (raccomandazione di grado II). Raccomandazione 10 Fase di recupero e dimissioni È raccomandato che l’assistenza postoperatoria sia orientata al precoce ripristino delle condizio- ni di autonomia del paziente e al suo ritorno a domicilio (raccomandazione di grado II). È raccomandato che la dimissione avvenga solo dopo valutazione anestesiologica e formalizzazione scritta sulla cartella del giudizio di dimissibilità anestesiologica (raccomandazione di grado III). È raccomandato che al paziente e al suo accompagnatore siano fornite istruzioni scritte sulle prescrizioni e sul comportamento postoperatorio (raccomandazione di grado II). È raccomandato che le strutture riservino ai pazienti che non sono in condizioni di essere dimessi dopo la day surgery un numero di posti letto adeguato al volume dell’attività svolta (raccomandazione di grado II). Gestione clinico-organizzativa dal punto di vista anestesiologico Le aree di criticità del processo si situano a livello di selezione preoperatoria, assistenza anestesiologica all’intervento, controllo postoperatorio, fase di dimissione e contatti con il paziente nella fase domiciliare del postoperatorio. Raccomandazione di grado I: evidenze supportate da almeno uno studio clinico controllato randomizzato (livello non rappresentato, in quanto non sono stati reperiti studi con tali caratteristiche) Raccomandazione di grado II: supportate da studi clinici osservazionali Raccomandazione di grado III: non vi sono studi clinici che le supportino; esse sono pertanto basate sulle opinioni dei componenti del gruppo di lavoro e concordano con linee guida o altre raccomandazioni formulate da organismi professionali autorevoli o con considerazioni di palese opportunità Raccomandazione di grado IV: non vi sono né studi clinici, né linee guida o raccomandazioni che le supportino; esse sono pertanto basate unicamente sul consenso raggiunto tra le diverse opinioni degli operatori che hanno fatto parte di questo gruppo di lavoro Tab. 2: forza delle raccomandazioni Siaarti Selezione preoperatoria I criteri di selezione nella scelta dei pazienti possono essere di due tipi: clinici e sociali. Per quanto riguarda i criteri clinici va ricordato anzitutto lo stato di salute: Asa I, Asa II e Asa III. I pazienti Asa III trovano un’indicazione qualora la patologia di base sia ben stabilizzata sotto idoneo trattamento, non vi sia interferenza tra questa e l’intervento e vi sia un accordo preliminare tra chirurgo e anestesista. Vi è poi l’età del paziente: essa non rappresenta una controindicazione assoluta e la decisione va presa in base alle condizioni generali del paziente. Per quanto riguarda i criteri sociali, il paziente deve essere in grado di comprendere e accettare la terapia proposta; di osservare le prescrizioni mediche; di garantire condizioni igieniche domiciliari compatibili con le prescrizioni postoperatorie indicate; disporre di una persona capace e responsabile che lo accompagni e lo assista durante la notte successiva all’intervento; poter effettuare il pernottamento in un luogo che non disti più di un’ora dall’ospedale; avere la disponibilità di un telefono. Per contro i pazienti generalmente ritenuti non idonei all’anestesia ambulatoriale si identificano in pazienti Asa III e IV (sale la frequenza di necessità di ricovero postoperatorio); pazienti potenzialmente suscettibili di sviluppare ipertermia maligna, rara sindrome correlata alla somministrazione di anestetici generali e miorilassanti; pazienti con obesità patologica, nei quali sia presente almeno una patologia conclamata associata all’obesità. Il singolo caso deve essere comunque preso in considerazione poiché la letteratura riporta che l'obesità di per sè (pazienti con BMI >30) provoca un aumento delle complicanze respiratorie legate all’anestesia, non accompagnato però da un’incrementata necessità di ospedalizzazione dopo chirurgia ambulatoriale; ovviamente, nel paziente obeso, il ricorso all’anestesia loco-regionale è sempre auspicabile, ove possibile, nonostante essa possa risultare tecnicamente più complessa da realizzare. Un altro fattore che rende il paziente non idoneo all’anestesia ambulatoriale è il suo diretto rifiuto dell’approccio ambulatoriale, con richiesta quindi di degenza per almeno una notte. Nel corso della valutazione preoperatoria il medico anestesista verifica in base ai criteri di selezione l’idoneità del paziente all’anestesia in day hospital e compila insieme al paziente il foglio di consenso all’intervento in anestesia ambulatoriale; il questionario preoperatorio per la chirurgia e l’anestesia ambulatoriale (tab. 3); la dichiarazione di avvenuta informazione e consenso all’anestesia, verificando la comprensione delle istruzioni per l’acquisizione del suo consenso (tab. 4). Consegna inoltre al paziente una brochure con “informazioni e istruzioni all’anestesia”. Assistenza anestesiologica all’intervento L’anestesia ambulatoriale deve possedere le caratteristiche di efficacia, sicurezza, semplicità (i metodi semplici sono in genere i più sicuri), rapidità (intesa come velocità di esecuzione, breve latenza d’azione e tempestività di recupero), comfort e riproducibilità (intesa come costanza di risultato). In regime di day hospital possono essere effettuate anestesie gene- rali, loco-regionali, “blended” e sedazioni profonde. La scelta dei farmaci utilizzati per l’anestesia generale deve cadere su quelli che possiedono una breve emivita, elevata clearance, metabolismo ed eliminazione rapidi. Per quanto riguarda le anestesie loco-regionali, i più adatti sono i blocchi di plesso e i blocchi tronculari, perché il blocco simpatico e motorio che segue all’anestesia spinale/peridurale può compromettere la precoce assunzione della stazione eretta e la deambulazione; vi è inoltre il rischio di cefalea e di ritenzione urinaria. L’anestesia non deve mai risultare più complessa della chirurgia e l’obiettivo principale delle diverse tecniche di anestesia ambulatoriale è quello di ridurre il più possibile la frequenza di effetti collaterali nel postoperatorio immediato e tardivo (la nausea e il vomito postoperatori sono la prima causa di mancata dimissione dei pazienti ambulatoriali): è pertanto preferibile intervenire in via profilattica, piuttosto che trattare il disturbo una volta che questo si è instaurato. Il medico anestesista effettuata un’anestesia con tecnica adeguata, secondo modalità definite. Controllo postoperatorio Il medico anestesista verifica il recupero immediato del paziente e valuta l’efficacia della terapia antalgica postoperatoria impostata; essa deve essere adeguata all'intensità prevista del dolore postchirurgico, deve essere realizzata con tecniche multimodali che combinino l'utilizzo di farmaci per via sistemica e anestetici locali ove possibile, in modo tale da massimizzarne l'efficacia e diminuire l'incidenza di effetti indesiderati. 17 ECM / Modulo 1 Cognome e nome Età (anni) Peso (kg) Altezza (cm) Domicilio (via) Città, provincia, CAP Recapito telefonico 1) Si sente malato? si no 2) Se sì, perché? 3) Ha avuto una malattia seria in passato? si no 4) Se sì, quale? 5) Ha affanno dopo sforzo? si no 6) Ha tosse? si no 7) Ha sibili respiratori? si no 8) Ha dolore al petto dopo sforzo? si no 9) Ha gonfiore alle caviglie? si no 10) Ha o ha avuto malattie di cuore? si no 11) Ha o ha avuto malattie dei polmoni? si no 12) Ha o ha avuto malattie del fegato? si no 13) Ha o ha avuto malattie dei reni? si no 14) Ha o ha avuto malattie muscolari? si no 15) Ha o ha avuto malattie cerebrali? si no 16) Ha assunto farmaci negli ultimi 3 mesi? si no 17) Se sì, quali? 18) Prende gocce nasali o oculari? si no 19) È allergico a qualche medicinale? si no 20) Se sì, quale? 21) Ha subito interventi o anestesie negli ultimi 3 mesi? si no 22) Se sì, quali? 23) Ci sono state storie familiari di problemi insorti durante o dopo intervento/anestesia? si no 24) Se sì, quali? 25) Porta occhiali o lenti a contatto? si no 26) Porta protesi dentali o ponti mobili? si no 27) Beve più di un bicchiere di vino o di un superalcolico al giorno? si no 28) Fuma? si no 29) Se sì, quanto? 30) Ci sono stati dei problemi di salute o mentali non compresi in questa lista? Tab. 3: esempio questionario preoperatorio per chirurgia e anestesia ambulatoriale 18 si no Io sottoscritto: sono stato informato dal dott. seguenti disposizioni: dell’opportunità di attenermi alle 1) di non assumere alcun cibo o liquido dalle ore 24 del giorno precedente l'intervento 2) di non guidare alcuna automobile, motocicletta o bicicletta o utilizzare qualsiasi macchinario nelle 24 ore seguenti l'anestesia 3) di non prendere decisioni importanti, per esempio comprare o vendere immobili o fare testamento, nelle 24 ore seguenti l'anestesia 4) di non assumere alcolici nelle 24 ore seguenti l'anestesia 5) di farmi riaccompagnare alla mia residenza da un adulto responsabile 6) di rimanere 24 ore in compagnia di un adulto responsabile una volta tornato a domicilio 7) di vestirmi in modo pratico così che il vestiario possa essere facilmente rimosso e indossato, e riposto in un armadietto 8) di non portare con me gioielli o altri oggetti di valore 9) in caso di complicanza postoperatoria di rivolgermi immediatamente per telefono al reparto di chirurgia dal quale sono stato dimesso, il quale, in caso di problematiche di pertinenza anestesiologica, provvederà a mettermi in contatto con l'anestesista di guardia Tab. 4: esempio dichiarazione di avvenuta informazione e consenso all’anestesia Il/La Sig/Sig.ra sottoposto/a a intervento di presenta segni vitali stabili da almeno 1 ora si no è orientato nel tempo e nello spazio si no è capace di tollerare liquidi si no è in grado di urinare si no è capace di vestirsi da solo si no è capace di camminare senza aiuto si no lamenta nausea e/o vomito si no lieve accusa dolore si no lieve presenta sanguinamento si no lieve Sussistono controindicazioni anestesiologiche alla dimissione? si no Se sì, specificare perché Rivedere tra …….. ore Tab. 5: valutazione della dimissibilità postoperatoria per chirurgia e anestesia ambulatoriale 19 ECM / Modulo 1 Fase di dimissione e contatti con il paziente nella fase domiciliare del postoperatorio La dimissione del paziente è di pertinenza dell’anestesista in accordo con il chirurgo e va effettuata in presenza delle seguenti condizioni: recupero completo dell’orientamento temporo-spaziale; confermata stabilità cardiocircolatoria; confermato recupero dei riflessi di protezione delle vie aeree; assenza di problemi respiratori; minzione spontanea; assenza di sanguinamento; sensazione di dolore e nausea compatibili con una gestione domiciliare; capacità di assumere liquidi; capacità di deambulazione. Vanno inoltre consegnate chiare norme di comportamento in caso di disturbi, sintomi abnormi e complicanze e deve essere garantita una reperibilità telefonica anestesiologica e chirurgica 24 ore su 24. Il medico anestesista, in accordo con il chirurgo, verifica le condizioni di dimissibilità del paziente (tab. 5). Il medico anestesista verifica inoltre la comprensione da parte del paziente delle istruzioni fornite e garantisce la reperibilità telefonica. Conclusioni La chirurgia ambulatoriale, se rispetta il modello organizzativo e assistenziale raccomandato dalle linee guida nazionali e internazionali, consente di effettuare interventi diagnostici e terapeutici sul paziente nell’arco di una sola giornata, con l’esecuzione di un’anestesia (generale, loco-regionale, sedazione profonda) che permette al paziente di ritornare a casa nella stessa giornata dell’intervento. 20 QUALI INSEGNAMENTI E QUALE APPLICABILITÀ NELLA REALTÀ OPERATIVA DEL DERMOCHIRURGO? di Manrico Gianolio Nella maggioranza dei casi il dermochirurgo, in ambito intra ed extra ospedaliero, esegue procedure a bassa o media invasività in anestesia locale o tronculare periferica, occasionalmente in sedazione, raramente in anestesia generale. La rapida evoluzione delle tecniche chirurgiche e anestesiologiche negli ultimi anni ha comportato il trasferimento di alcuni settori dell'operatività chirurgica al di fuori degli ospedali. Si è così realizzata la distinzione tra quegli interventi che per loro natura e complessità possono essere eseguiti solo in regime ospedaliero e interventi chirurgici o procedure diagnostiche, a bassa complessità o invasività, praticabili senza ricovero, in studi medici e ambulatori in anestesia locale, loco-regionale o in sedoanalgesia. Per questa seconda categoria d’interventi nell’ambulatorio chirurgico e negli studi medici autorizzati a eseguire attività chirurgica non è prevista la presenza di un medico anestesista. Il dermochirurgo esegue autonomamente, nella maggior parte dei casi, anestesie locali con ridotte quantità di anestetico e anestesie tronculari periferiche. L’uso di sostanze anestetiche per infiltrazioni locali e loco-regionali è una tecnica consentita a tutti i laureati in medicina e chirurgia, pur se non specialisti in anestesia e rianimazione e, a maggior ragione, a tutti gli specialisti di area chirurgica (16). L’assenza della figura dell’anestesista non deve tuttavia comportare una riduzione degli standard di sicurezza per i pazienti e per gli operatori. In quest’ottica riper- corriamo alcuni concetti importanti delle linee guida Siaarti, formulate per l’attività di strutture di day surgery, che non rappresentano la realtà operativa comune del dermochirurgo, ma che possono offrire a chi opera in autonomia elementi di crescita professionale in tema di conoscenza e sicurezza, indicazioni sulle procedure da seguire e un approccio mentale che dovrebbe essere gradualmente acquisito. Modello organizzativo Il dermochirurgo ha la possibilità di realizzare un assetto clinico organizzativo della propria attività chirurgica che tenda a ridurre a zero il rischio di incidenti. Questo obiettivo è raggiungibile mediante la conoscenza dei rischi, la cultura della prevenzione e mediante la predisposizione di una risposta strutturata in termini di formazione, procedure e materiali, nel caso in cui un evento avverso, correlato o indipendente dall’intervento chirurgico, debba verificarsi. Almeno nelle prime fasi di una situazione di emergenza la competenza non è del rianimatore o del cardiologo o del medico d’urgenza. È di chi si trova a gestirla. Il fatto di essere in grado o meno di farlo può determinare la differenza per il paziente. È un pezzo di cultura medica di base che deve essere trasversale e patrimonio di tutti, indipendentemente dal tipo di attività che si svolge. Le situazioni di emergenza correlabili all’attività chirurgica ambulatoriale non sono frequenti e, quando accadono, sono per il 90% episodi lievi, risolvibili rapidamente, mentre per il 10% si tratta di situazioni più serie. I dati disponibili in letteratura sono parziali e riguardano attività ambulatoriali comparabili. L’emergenza medica di più frequente riscontro è la sincope vaso vagale, con il 60% dei casi. Seguono le reazioni allergiche lievi, l’iperventilazione, l’angina, le crisi ipo o ipertensive, le crisi epilettiche, l’asma, le alterazioni glicemiche e l’anafilassi. L’infarto miocardico e l’arresto cardiaco sono riportati come eventi rari se si considera la probabilità per ogni singolo professionista (17). Escludendo la sincope vaso vagale, la prevalenza totale delle emergenze è di 0,7 casi per ambulatorio per anno. Ai fini di una gestione adeguata di questi eventi dovrebbero essere presenti e chiare nell’ambulatorio chirurgico le procedure per una rapida richiesta di aiuto in caso di necessità (118), le competenze in rianimazione cardiopolmonare di base e di defibrillazione semiautomatica (Blsd) estese al personale di supporto, la capacità di valutare le funzioni vitali, coscienza, respiro e circolo secondo lo schema Abcde e di supportarle con manovre e strumentazioni di base in attesa dei soccorsi (18). Questi aspetti, analogamente a quelli che riguardano la predisposizione del carrello di emergenza, saranno affrontati in dettaglio nei moduli successivi di questo corso. Selezione dei pazienti La corretta selezione dei pazienti da sottoporre a procedure chirurgiche in ambito ambulatoriale rappresenta il primo importante passo in termini di prevenzione e sicurezza degli interventi. L’anamnesi documentata ed eventuali contatti con il medico curante e/o con consulenti consentono di ottenere le informazioni idonee a classificare i pazienti in una determinata categoria di rischio e definirne, di conseguenza, l’idoneità per l’intervento in ambulatorio chirurgico, la necessità di supporto specialistico o l’invio in strutture adeguate. La classificazione Asa dello stato di salute è stata formulata nel 1941, ha subito una revisione nel 1963 (19) (tab. 1) e rappresenta, in tutto il mondo, un importante strumento che permette di valutare il rischio operatorio in funzione dello stato di salute del paziente. Numerosi studi hanno dimostrato una correlazione tra classe Asa, complicanze e mortalità perioperatorie (20). Asa I I pazienti in classe uno sono quelli in buona salute o con problemi che non rappresentano alterazioni organiche, biochimiche o psichiatriche; sono in classe uno, per esempio, i pazienti senza alcuna malattia portatori di un’ernia inguinale. Possono essere inseriti in un programma chirurgico ambulatoriale. Asa II I pazienti in classe due soffrono di una malattia sistemica stabilizzata correlata o meno con il motivo dell’intervento chirurgico. Rientra in questa categoria, ad esempio, chi è affetto da ipertensione controllata, diabete controllato, infarto di vecchia data o patologia cardiaca stabile, obesità. I pazienti non hanno limitazioni funzionali. Possono essere inseriti in un programma chirurgico ambulatoriale. Asa III Maggiore prudenza è richiesta per i pazienti in classe tre. Questi soggetti soffrono di una malattia sistemica severa, ad esempio cardiopatia ischemica con angor, ipertensione non controllata, insufficienza respiratoria, insufficienza renale, epatica o endocrina di grado avanzato. In questi casi è necessario che, per la sicurezza del paziente e per la propria tutela, il dermochirurgo si avvalga di un supporto specialistico ed effettui l’intervento in strutture protette. Asa IV e V Le categorie quattro (grave malattia che pregiudica la sopravvivenza indipendentemente dall'intervento chirurgico) e cinque (paziente moribondo con scarse possibilità di sopravvivenza e sottoposto all'intervento come ultima possibilità), sono citate per completezza ma non rientrano evidentemente negli scopi di questo corso. Consenso all’intervento e all’anestesia È importante che il consenso informato all’intervento, formalizzato in un documento firmato, contenga informazioni specifiche relative all’anestesia. La somministrazione di anestetici locali è considerata attività ausiliaria distinta da quella chirurgica (16) e quindi deve essere sottoposta a consenso da parte dei pazienti. Le complicazioni possibili in seguito a somministrazione di anestetici locali, che saranno oggetto di trattazione dedicata, non sono frequenti ma devono far parte di una corretta informazione. Esecuzione dell’anestesia Allo scopo di rispettare le caratteristiche di efficacia, sicurezza, semplicità, rapidità, comfort e riproducibilità dell’anestesia e di 21 ECM / Modulo 1 effettuare una scelta coerente con il tipo di intervento chirurgico, il dermochirurgo deve conoscere la farmacologia degli agenti anestetici utilizzati: tempo di onset, durata dell’effetto anestetico, dosaggi massimi consentiti e complicazioni possibili. Questi argomenti saranno estesamente trattati nel secondo modulo del corso. Controllo post operatorio, fase di dimissione e periodo domiciliare postoperatorio Nel setting dell’ambulatorio chirurgico la responsabilità del Bibliografia 1. Conferenza Stato-Regioni 1 agosto 2002. Oggetto:Accordo tra il Ministro della salute, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano sul documento di “Linee guida per l’organizzazione delle attività di Day surgery”. 2. L.R. n. 22 del 16 agosto 2002, “Autorizzazione e accreditamento delle strutture sanitarie e socio-sanitarie” – Regione Veneto. 3. Decreto Legislativo 19 giugno 1999, n. 229 “Norme per la razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale, a norma dell'articolo 1 della legge 30 novembre 1998, n. 419” GU n. 165 del 16 luglio 1999 - Supplemento Ordinario n. 132. 4. Solca M, Bettelli G, Leucci M, Mattia C, Peduto VA, Recchia E, Ruju P, Salvo I, Terrevoli A. Clinical-organizational recommendations for anesthesia in day surgery of the SIAARTI/AAROI Commission on Day Surgery. Minerva Anestesiol 2000 Dec;66(12):915-26. 5.Warner MA, Shields SE, Chute CG. Major morbidity within 1 month of ambulatory surgery and anesthesia. Jama 1993;270:1437-41. 22 controllo postoperatorio, della dimissione e delle istruzioni al paziente è del medico che ha eseguito l’intervento chirurgico e l’anestesia. In relazione al modello organizzativo dell’ambulatorio chirurgico, al paziente devono essere fornite chiare istruzioni sul comportamento da tenere in caso di disturbi e complicanze, distinguendo eventuali sintomi abnormi, non correlati all’intervento, che richiedono un rapido accesso al sistema 118, senza perdite di tempo nel ricercare il contatto con la struttura che ha eseguito l’intervento chirurgico. Conclusioni 6. Osborne GA, Rudkin GE. Outcome after day-case surgery in a major teaching hospital.Anesth Intens Care 1993;21:822-7. 7. Chung F, Mezici G. Intraoperative adverse events during ambulatory surgical procedures. Can J Anaesth 1997;44: A70A. 8. Duncan PG et al. The canadian four-centre study of anesthetic outcomes: III. Are anaesthetic complications redictable in day surgery practice? Can J Anaesth 1992;39:440-6. 9. Chung F, Mezei G, Tong D. Adverse events in ambulatory surgery: a closer look at the elderly. Anesthesiology 1997;87:A40. 10. Chung F, Ritchie E, Su J. Postoperative pain in ambulatory surgery. Anesth Analg 1997;86:808-16. 11. Green G, Jonsson L. Nausea: the most important factor determinig length of stay after ambulatory anesthesia. A comparative study of isoflurane and/or propofol. Acta Anaesthesiol Scand 1993;37:742-6. 12. Chung F, Gabor M. Adverse outcome in ambulatory anesthesia: what can we improve? Ambulatory Surgery 2000;8:73-8. 13. Fortier J, Chung F, Su J. Unanticipated admission after ambulatory surgery. A prospective study. Can J Anaesth 1998;45:612-9. 14. Gold BS, Kitz DS, Lecky JH, Nenhaus JM. Unanticipated admission to the hospital following ambulatory surgery. Jama 1989;262:3008-10. 15. ASA, American Society of Anesthesiologists. Guidelines for ambulatory anesthesia and surgery (rev.1998). ASA, 520 N. Northwest Highway, Park Ridge, Illinois 600682473. 16. Cassazione sentenza sezione penale VI 11004 depositata il 12 marzo 2009. 17. Fader DJ, Johnson TM. Medical issues and emergencies in the dermatology office. J Am Accad Dermatol 1997 Jan; 36 (1):1-16. 18. Hugh M, Gloster J. Complications in cutaneous surgery. 2008, Springer Science. 19. American Society of Anestesiologists. New classification of physical status. Anaesth 1963;24:111. 20. Wolters U et al. ASA classification and perioperative variables as predictors of postoperative outcome. British Journal of Anesthesia 1996;77:217222. Riassumendo, l’attività chirurgica ambulatoriale, accompagnata dall’esecuzione di anestesia locale o tronculare periferica, deve prevedere un modello organizzativo orientato alla prevenzione e alla sicurezza mediante la corretta selezione dei pazienti, il rispetto delle procedure di consenso informato, la conoscenza dei farmaci utilizzati, la capacità di gestione delle emergenze con adeguate dotazioni di base, il rispetto dei criteri di dimissione e le istruzioni per il periodo postoperatorio. QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE 1. Secondo le raccomandazioni Siaarti, durante l’attività di day surgery tutte le esigenze di sicurezza proprie della chirurgia ordinaria devono: Essere mantenute e rispettate Non devono essere mantenute e rispettate Essere mantenute e rispettate soltanto per i pazienti Asa III Essere mantenute e rispettate soltanto per i pazienti Asa IV Essere mantenute e rispettate soltanto per i pazienti Asa V 2. Quante sono le classi di classificazione American Society of Anesthesiologists (Asa)? 2 3 4 5 6 3. Un paziente di 55 anni affetto da ipertensione in trattamento farmacologico deve essere sottoposto a un intervento di biopsia cutanea presso il vostro ambulatorio. La pressione arteriosa misurata in fase di valutazione preoperatoria è 120/70. In quale categoria Asa classificate questo paziente? Asa II Asa I Asa III Non è classificabile Asa IV 4. Quali sono gli eventi avversi più frequenti in day surgery? Metabolici Respiratori Cardiovascolari Endocrini Neurologici 5. Un paziente può essere sottoposto a intervento chirugico in sedazione profonda: In studio chirurgico dal medico in assenza dell’anestesista In studio o ambulatorio chirurgico da parte dell’anestesista In sala operatoria intra o extrospedaliera o in ambulatorio con sala chirurgica autorizzata da parte esclusivamente dell’anestesista Purché in sala operatoria, anche in assenza dell’anestesista 6. Al momento della dimissione un paziente lamenta una sensazione di nausea senza altri sintomi, come vi comportate? Inviate il paziente a domicilio poiché può essere una situazione normale dopo un intervento Inviate il paziente a domicilio se è presente una persona che lo accompagna Inviate il paziente al più vicino pronto soccorso Trattenete il paziente e lo rivalutate periodicamente Chiamate immediatamente il 118 7. Un paziente sta per essere sottoposto a una procedura chirurgica presso il vostro ambulatorio, con quale modalità chiedete il consenso all’intervento? Se conoscete il paziente non chiedete il consenso: è implicito Chiedete che firmi un consenso scritto in cui sono illustrate la procedura chirurgica, la tecnica anestesiologica e le possibili complicanze Chiedete un consenso verbale: è sufficiente Chiedete che firmi un consenso generico per l’intervento chirurgico Non chiedete il consenso 8. Quale paziente ha le caratteristiche classificate come Asa II? Modesto disturbo sistemico che può o no essere correlato alla causa dell'intervento Nessuna alterazione organica, biochimica o psichiatrica Grave malattia sistemica correlata o no alla ragione dell'intervento Paziente moribondo con scarse possibilità di sopravvivenza e che è sottoposto all'intervento come ultima possibilità Grave malattia che pregiudica la sopravvivenza indipendentemente dall'intervento chirurgico 23