166 Curare la malattia

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Curare la malattia
Risposta al prete laico Toki
Nichiren
H
o ricevuto l’abito sfoderato che mi
hai inviato per mezzo di Saemon1.
Per favore riferisci a tutti gli altri che ho
ricevuto ogni offerta elencata nella sua lista. Ho anche ricevuto le varie offerte inviate dal prete laico Ota e riportate nella
tua lista. L’altra parte dell’argomento che
tratterò qui è spiegata nella lettera2 che ho
inviato a Saemon. Spero che gli chiederai
di fartela leggere.
Nella tua lettera dici che le epidemie
infuriano sempre più. Le malattie degli
esseri umani possono suddividersi in due
categorie generali: la prima, quella delle
malattie del corpo, comprende i centouno
disordini dell’elemento terra, i centouno
dell’elemento acqua, i centouno dell’elemento fuoco e i centouno dell’elemento
vento3, per un totale di quattrocentoquattro malattie. Per guarirle non è necessario
un Budda; possono benissimo guarire con
le medicine prescritte da abili medici come Detentore d’Acqua e Portatore d’Acqua4, Jivaka o Pien Ch’üeh5.
Alla seconda categoria appartengono le
malattie della mente. Queste sorgono dai
tre veleni e ne esistono ottantaquattromila
varietà. Tali malattie non possono essere
curate neanche dalle due divinità6 e dai tre
asceti [del Brahmanesimo] o dai sei maestri
non buddisti e tanto meno dalle medicine
prescritte da Shen Nung e Huang Ti7.
Le malattie della mente differiscono
grandemente per gravità. Le ottantaquattromila malattie della mente che originano
dai tre veleni e affliggono le persone comuni dei sei sentieri, possono essere curate dal
Budda dello Hinayana e dai suoi insegnamenti nei sutra Agama, o dagli eruditi e
maestri delle scuole del Tesoro dell’Abhidharma, dell’Affermazione della verità e
dei Precetti. Ma se questi praticanti hina-
1. Saemon è un altro nome di Shijo Kingo.
2. La lettera a Saemon è probabilmente I due
tipi di malattia (p. 817), datata ventiseiesimo giorno del sesto mese, 1278.
3. Terra, acqua, fuoco e vento: erano considerati gli elementi costitutivi fondamentali di ogni
cosa, secondo le antiche credenze indiane. Nel caso del corpo umano, la terra rappresenta i muscoli, le ossa, la pelle e i peli; l’acqua, il sangue e altri
fluidi corporei; il fuoco, la temperatura corporea e
il vento, la respirazione. “Centouno” in questo caso non indica un numero preciso, ma una grande
quantità.
4. Detentore d’Acqua e Portatore d’Acqua:
padre e figlio, entrambi eccellenti medici, vissuti,
secondo il Sutra della Luce dorata, infiniti kalpa
fa. Quando scoppiò un’epidemia che si diffuse
in tutto il paese, Detentore d’Acqua era troppo
vecchio per esercitare la sua professione, ma Portatore d’Acqua prese il posto del padre e salvò la
popolazione.
5. Pien Ch’üeh: medico cinese del periodo di
Primavera e Autunno (770-403 a.C.). Apprese le
arti mediche da ragazzo e si dice che sapesse curare qualsiasi malattia.
6. Due divinità: Shiva e Vishnu.
7. Shen Nung e Huang Ti: due dei Tre sovrani, leggendari governanti ideali dell’antica Cina.
Si dice che fossero abili nell’arte della medicina
e, secondo Cronache dello storico, erano venerati
come divinità protettrici e inventori di alcuni medicinali.
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yana, nel seguire i propri insegnamenti, si
oppongono al Mahayana oppure, anche se
loro stessi non si oppongono al Buddismo
mahayana, se i paesi hinayana ritengono di
essere sullo stesso piano dei paesi mahayana, allora la popolazione di quel paese sarà afflitta da numerose malattie. Se si cerca
di curare tali malattie con il Buddismo hinayana, invece di guarire esse si aggraveranno.
Possono essere curate solo dai devoti dei
sutra mahayana. E anche nell’ambito del
Mahayana, quando i seguaci dei sutra della Ghirlanda di fiori, dei Profondi segreti,
della Saggezza e di Mahavairochana o degli
altri sutra mahayana provvisori, confondono l’inferiore con il superiore e sostengono
che gli insegnamenti delle loro scuole sono
uguali o persino superiori al Sutra del Loto,
e il sovrano e le altre autorità accettano le
loro affermazioni, allora si manifesteranno
i tre veleni e le ottantaquattromila malattie.
Se costoro tentano di curare tali malattie
con i sutra mahayana provvisori in cui credono, esse peggioreranno. E anche se applicassero il Sutra del Loto, non avrebbero
alcun risultato perché, sebbene il sutra sia
supremo, i praticanti sono persone dalle
idee distorte.
Inoltre anche il Sutra del Loto si divide in insegnamento transitorio e insegnamento originale. L’uno differisce dall’altro
come il fuoco dall’acqua o il cielo dalla
terra. La differenza è ancor più grande
di quella esistente fra il Sutra del Loto e i
sutra precedenti. I sutra precedenti e l’insegnamento transitorio del Sutra del Loto,
per quanto differenti, hanno tuttavia dei
punti in comune. Fra gli otto insegnamenti esposti dal Budda, l’insegnamento
perfetto dei primi sutra e quello dell’insegnamento transitorio sono simili8: benché
il Budda dell’insegnamento transitorio
differisca dai Budda dei sutra precedenti
per il corpo manifesto inferiore, il corpo
manifesto superiore, il corpo di retribuzione e il corpo del Dharma, essi hanno in
comune l’ottenimento dell’illuminazione
per la prima volta in questo mondo.
La differenza fra l’insegnamento transitorio e quello originale è che nel primo
si afferma che il Budda ottenne l’illuminazione per la prima volta durante la sua
vita [in India], mentre nel secondo egli è
il Budda che ottenne l’illuminazione nel
remoto passato. Fra i due vi è la stessa differenza che passa fra un vecchio di cento
anni e un bambino di un anno. Anche i
discepoli di questi due Budda differiscono
come il fuoco dall’acqua, per non parlare
della differenza fra le sue terre9. Chi confonde l’insegnamento originale con l’insegnamento transitorio non sa distinguere il
fuoco dall’acqua. Il Budda tracciò una netta distinzione fra i due insegnamenti nella
sua predicazione, ma nei duemila anni e
più dalla sua morte, nessuno, nei tre paesi dell’India, Cina e Giappone e neppure
nell’intero paese di Jambudvipa, ne ha
compreso chiaramente la differenza. Solo
T’ien-t’ai in Cina e Dengyo in Giappone,
tracciarono una generica distinzione fra
i due, ma rimaneva ancora da chiarire il
precetto della perfetta e immediata illuminazione, con il quale l’insegnamento ori-
8. Il perfetto insegnamento dell’insegnamento transitorio è più vicino a quello degli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto che a quello
dell’insegnamento originale. I primi due insegnamenti spiegano, come l’insegnamento originale,
che le persone possono diventare Budda in questa
esistenza, ma, a differenza dell’insegnamento originale, non rivelano il seme della Buddità. Inoltre,
il Budda che predicò i primi due insegnamenti è il
Budda che ottenne l’illuminazione nella sua vita in
India, mentre il Budda che espose l’insegnamento
originale è quello che ottenne l’illuminazione innumerevoli kalpa fa.
9. Questi due Budda sono il Budda dell’insegnamento transitorio e quello dell’insegnamento
originale. Sebbene entrambi si riferiscano a Shakyamuni, esprimono i due differenti ruoli che egli
assume nell’insegnamento transitorio e in quello
originale, come viene esposto in questo paragrafo.
Si ritiene che la terra del Budda dell’insegnamento transitorio sia separata dal mondo di saha e che
il Budda appaia temporaneamente nel mondo di
saha per predicare la Legge e salvare la gente. L’insegnamento originale invece rivela che il mondo di
saha è la terra ove il Budda ha sempre dimorato sin
dal tempo della sua illuminazione originale.
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ginale si distingue dall’insegnamento transitorio10. In sostanza, T’ien-t’ai e Dengyo
lo percepirono nei loro cuori ma non lo
rivelarono per tre ragioni: non era il tempo giusto, la gente non aveva la capacità di
accettarlo e non era stata affidata loro la
missione di rivelarlo. È oggi, nell’Ultimo
giorno della Legge, che i Bodhisattva della
Terra appariranno e lo propagheranno.
L’Ultimo giorno della Legge è il tempo
adatto per propagare l’insegnamento originale e perciò i seguaci dello Hinayana, del
Mahayana provvisorio e dell’insegnamento
transitorio del Sutra del Loto non otterranno benefici dalle loro dottrine, anche se non
hanno commesso alcuna colpa. Questi insegnamenti sono come le medicine preparate
per essere usate in primavera, che sono inefficaci in autunno o quanto meno non hanno
la stessa efficacia che avrebbero in primavera o in estate. Quel che è peggio è che queste persone hanno le idee confuse riguardo
alla superiorità relativa dello Hinayana e del
Mahayana, o degli insegnamenti provvisori e dei veri insegnamenti. Inoltre, poiché i
sovrani delle epoche passate credettero in
questi sutra, eressero templi e donarono
campi e risaie alle scuole che li predicavano,
se i seguaci di questi insegnamenti oggi ammettessero la verità della mia asserzione che
il loro sutra è un insegnamento inferiore,
non avrebbero alcun modo di giustificarsi
e di conseguenza perderebbero l’appoggio
del sovrano. Perciò si infuriano, insultano
il sutra del vero insegnamento e odiano il
suo devoto. Inoltre anche il governante del
paese, o perché vuole avere l’appoggio della
maggioranza, o perché non se la sente di ab-
bandonare gli insegnamenti onorati dai sovrani del passato, o semplicemente perché è
ignorante, o perché disprezza il devoto del
vero insegnamento, accetta le accuse prive
di fondamento dei seguaci di queste scuole
e perseguita il devoto del Sutra del Loto.
Come risultato, le divinità che proteggono il vero insegnamento come Brahma,
Shakra, gli dèi del sole e della luna e i
quattro re celesti, puniscono il paese che
viene colpito dalle tre calamità e dai sette disastri con violenza senza precedenti.
Questa è la causa delle epidemie scoppiate
quest’anno, e di quelle dello scorso anno e
dell’era Shoka11.
Domanda: Se, come tu affermi, le divinità benevolenti infliggono punizioni a questo paese perché offende il devoto del Sutra
del Loto, le epidemie dovrebbero colpire
solo i denigratori. Perché invece anche i
tuoi discepoli si ammalano e muoiono?
Risposta: La tua domanda sembra ragionevole. Ma tu vedi solo un lato della
questione. Il bene e il male sono inerenti
alla vita12 sin dal tempo senza inizio. Secondo gli insegnamenti provvisori e le varie scuole [che si basano su di essi], il bene
e il male rimangono nella vita attraverso
tutti gli stadi della pratica di bodhisattva
fino allo stadio di illuminazione quasi perfetta, per cui in questo o negli stadi inferiori, tutte le persone hanno qualche colpa
[ma non coloro che si trovano allo stadio
supremo]. Al contrario, il cuore della
scuola del Loto è il principio dei tremila
regni in un singolo istante di vita che rivela
che bene e male sono presenti anche in coloro che si trovano al supremo stadio della
10. Il termine “insegnamento originale” ha due
significati: 1) l’insegnamento originale della vita di
Shakyamuni, ovvero gli ultimi quattordici capitoli del Sutra del Loto, che il Budda espose nella
sua veste di Budda illuminato nel remoto passato,
contrapposto all’insegnamento transitorio costituito dai primi quattordici capitoli; 2) l’insegnamento originale dell’Ultimo giorno della Legge,
ossia il Buddismo di Nam-myoho-renge-kyo di
Nichiren Daishonin. Secondo quest’ultima accezione, tutti i ventotto capitoli del Sutra del Loto
sono considerati insegnamento transitorio. Qui e
nei paragrafi seguenti il Daishonin usa il termine
insegnamento originale per indicare Nam-myohorenge-kyo. Come viene spiegato nella Scelta del
tempo, Dengyo stabilì il precetto della perfetta e
immediata illuminazione basato sul Sutra del Loto
di Shakyamuni. Il precetto che rimane ancora da
chiarire, secondo il Daishonin è la Legge di Nammyoho-renge-kyo.
11.Nel 1259.
12.Lett.: «…sono la legge della sinistra e della
destra», cioè sono i due lati di cui ogni fenomeno
è originariamente dotato.
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perfetta illuminazione. La natura fondamentale dell’illuminazione si manifesta
come Brahma e Shakra, mentre l’oscurità
fondamentale si manifesta come re demone del sesto cielo. Le divinità benevolenti
odiano gli uomini malvagi, gli spiriti maligni odiano gli uomini buoni. Dato che siamo entrati nell’Ultimo giorno della Legge,
è naturale che gli spiriti maligni riempiano
il paese, numerosi come cocci e pietre, alberi e piante, mentre gli spiriti benevoli
sono pochi perché in questo mondo i santi
e i saggi sono rari. Ci si dovrebbe perciò
aspettare di trovare più vittime dell’epidemia fra i discepoli di Nichiren che fra
i credenti Nembutsu o i preti delle scuole
della Vera parola, Zen e dei Precetti. Per
qualche ragione invece, il dolore e la morte sono minori fra i discepoli di Nichiren.
Sarà perché siamo pochi di numero o perché la nostra fede è forte?
Domanda: In Giappone ci sono mai
state epidemie terribili come queste in
passato?
Risposta: Durante il regno dell’imperatore Sujin, il decimo sovrano dopo l’imperatore Jimmu, le epidemie devastarono il
Giappone mietendo le vite di più di metà
della popolazione. Ma quando l’imperatore introdusse in tutte le regioni del paese
il culto della Dea del Sole e altre divinità,
l’epidemia cessò completamente. Perciò
venne chiamato Sujin [“colui che venera
gli dèi”]. Ciò accadde prima che il Buddismo fosse introdotto nel paese. Il trentesimo, il trentunesimo e il trentaduesimo
sovrano della dinastia imperiale, insieme
a vari ministri e altri, morirono di vaiolo e
di altre malattie epidemiche. Ancora una
volta si offrirono preghiere alle stesse divinità ma questa volta fu inutile.
Durante il regno dell’imperatore Kimmei, il trentesimo sovrano, vennero inviati,
dallo stato di Paekche al Giappone, sutra,
trattati, preti buddisti e anche una statua
di bronzo dorato del Budda Shakyamuni,
il signore degli insegnamenti. Il gran ministro Soga13 insistette che si doveva venerare tale statua, ma il primo ministro
Mononobe e altri ministri, insieme alla
gente comune, si opposero tutti insieme
al culto del Budda, affermando che tributargli onore avrebbe mandato in collera le
divinità native che avrebbero portato la
rovina nel paese. L’imperatore stava ancora cercando di decidere quale delle due
opinioni seguire, quando le tre calamità e
i sette disastri colpirono il paese con maggior violenza di quelli delle epoche precedenti e gran parte della popolazione morì
a causa delle malattie.
Il primo ministro Mononobe colse quest’occasione per appellarsi all’imperatore e
non solo non si onorarono più i monaci e le
monache buddisti, ma la statua di bronzo
dorato del Budda fu distrutta ponendola
sui carboni ardenti e anche i templi buddisti furono incendiati. In quel periodo il
primo ministro Mononobe contrasse una
malattia e morì e anche l’imperatore scomparve. Anche il gran ministro Soga, che
aveva venerato il Budda, si ammalò.
Il ministro Moriya, figlio del primo
ministro, dichiarò che i tre imperatori
e suo padre erano morti nell’epidemia,
soltanto perché era stato reso omaggio al
Budda. «Sia noto − dichiarò − che il principe Shotoku, Soga no Umako e gli altri
che riveriscono il Budda, sono tutti nemici
di mio padre e dell’imperatore!». Udendo
ciò, i principi imperiali Anabe e Yakabe14,
insieme ai loro ministri e a migliaia di sud-
13.Soga no Iname (m. 570): funzionario di
corte che combatté per la supremazia contro il
gran ministro Mononobe no Okoshi, capo della
fazione conservatrice.
14.Anabe e Yakabe (m. 587): Anabe (o Anahobe) era figlio dell’imperatore Kimmei e sua madre era la figlia di Soga no Iname. Secondo Cronache del Giappone e altre fonti, Anabe, non essendo
riuscito a salire al trono alla morte dell’imperatore
Bidatsu, fece un altro tentativo con l’appoggio di
Mononobe no Moriya alla morte dell’imperatore
Yomei, ma si dice che Soga no Umako, che sosteneva un altro principe ereditario, Hatsusebe
(imperatore Sushun), lo fece uccidere insieme al
suo migliore amico Yakabe.
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diti, si unirono a Moriya. Non solo incendiarono le immagini e i templi del Budda,
ma vi fu una battaglia e Moriya fu ucciso
in combattimento. Per un periodo di trentacinque anni dall’introduzione del Buddismo in questo paese, non un solo anno
passò senza che si verificassero epidemie o
una delle tre calamità e i sette disastri. Ma
dopo che Mononobe no Moriya fu ucciso
da Soga no Umako e gli dèi furono soppiantati dal Budda, i disastri e le calamità
cessarono immediatamente.
Le tre calamità e i sette disastri che si
manifestarono in seguito furono dovuti
per lo più alla confusione creatasi in seno
al Buddismo stesso e in questi casi furono
colpite solo una o due persone, una o due
province, uno o due clan, una o due regioni. Si verificarono o a causa dell’ira degli
dèi o a causa delle offese alla Legge o a
causa della miseria del popolo.
Le tre calamità e i sette disastri di questi
ultimi trent’anni e più, invece, sono dovuti
unicamente al fatto che l’intero paese del
Giappone odia me, Nichiren. In ogni singola regione del paese, in ogni provincia,
in ogni villaggio, tutti, dal governante alla
gente comune, nutrono per me un odio
feroce quale non si era mai visto prima.
Questa è la prima volta che l’oscurità fondamentale si è manifestata nella vita delle
persone ordinarie prese nelle illusioni di
pensiero e desiderio15. Anche se pregassero gli dèi, il Budda o il Sutra del Loto, [i
disastri e le calamità] non farebbero che
aumentare. Ma è diverso quando il devoto
del Sutra del Loto offre preghiere all’insegnamento originale del Sutra del Loto:
in definitiva a meno che non riusciamo a
dimostrare che questo è l’insegnamento
supremo, i disastri e le calamità continueranno inesorabilmente16.
Il Gran Maestro T’ien-t’ai in Grande
concentrazione e visione profonda descrisse i dieci oggetti di meditazione e le dieci
meditazioni, ma nessuno dopo di lui le ha
praticate. Al tempo di Miao-lo e di Dengyo alcuni le praticarono parzialmente, ma
incontrarono poche difficoltà perché non
avevano potenti avversari. I tre ostacoli e
i quattro demoni di Grande concentrazione e visione profonda non sorgeranno per
ostacolare coloro che praticano i sutra
provvisori, ma ora, al tempo di Nichiren,
sorgono tutti quanti. Essi sono ancora più
potenti dei tre ostacoli e quattro demoni
che dovettero affrontare T’ien-t’ai, Dengyo e altri.
Vi sono due modi di percepire i tremila regni in un singolo istante di vita, uno è
teorico, l’altro è concreto. Quello di T’ient’ai e Dengyo era teorico, quello che io
pratico adesso è concreto e, poiché ciò che
pratico è superiore, anche le difficoltà che
lo accompagnano sono molto maggiori. La
dottrina di T’ien-t’ai e Dengyo era quella
dei tremila regni in un singolo istante di
vita dell’insegnamento transitorio, mentre
la mia è quella dell’insegnamento originale. Sono differenti come il cielo e la terra.
Tienilo bene a mente quando sarà tempo
di affrontare la morte.
Con profondo rispetto,
Nichiren
15.Si dice che l’oscurità fondamentale emerga
nella vita di coloro che hanno superato le prime
due delle tre categorie di illusioni, cioè le illusioni
del pensiero e del desiderio e le illusioni numerose
come granelli di polvere e sabbia. In questo caso
però il Daishonin fa notare che, in maniera piutto-
sto insolita, l’oscurità fondamentale è emersa nella
vita di persone ordinarie prigioniere della prima
categoria di illusioni.
16.Lett.: «…senza decidere la vittoria o la
sconfitta sarà difficile fermare queste calamità e
disastri».
Il ventiseiesimo giorno del sesto mese
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CENNI STORICI – Si pensava che questa lettera risalisse al 1282, ma attualmente
sembra più probabile che sia stata scritta
nel 1278. Il mese e il giorno coincidono
esattamente con quelli di un’altra lettera
inviata dal Daishonin a Shijo Kingo sullo
stesso argomento, verosimilmente la stessa lettera alla quale fa qui riferimento il
primo paragrafo.
In questo caso si tratta di una risposta
a Toki Jonin, che aveva esposto al Daishonin la sua preoccupazione per il dilagare
di un’epidemia. Il Daishonin classifica
tutte le malattie in due categorie, quelle fisiche e quelle mentali. Le prime, sostiene, possono essere guarite da un abile
medico. Ma le malattie della mente differiscono molto per gravità e necessitano
di un’ulteriore distinzione: quelle causate
dai tre veleni possono essere curate anche
con gli insegnamenti hinayana, mentre
quelle causate dall’offesa all’insegnamento corretto, all’insegnamento “originale”,
possono essere guarite solo con l’insegnamento originale stesso. Con questo termine il Daishonin indica la Legge di Nam-
myoho-renge-kyo celata nella profondità
del capitolo “Durata della vita” del Sutra
del Loto.
Nell’Ultimo giorno della Legge, egli
afferma, demoni malvagi prenderanno il
sopravvento e attaccheranno i devoti del
Sutra del Loto. «Ci si dovrebbe perciò
aspettare di trovare più vittime dell’epidemia fra i discepoli di Nichiren che fra
i credenti Nembutsu o i preti delle scuole della Vera parola, Zen e dei Precetti.
Per qualche ragione invece, il dolore e la
morte sono minori fra i discepoli di Nichiren».
In chiusura il Daishonin spiega l’unico
modo di porre fine alle epidemie: «dimostrare che questo [Nam-myoho-rengekyo] è l’insegnamento supremo». Si sta riferendo alla necessità di vincere i dibattiti
pubblici in cui si discute sulla superiorità
dei vari insegnamenti buddisti. Egli spiega infine la differenza tra il principio dei
tremila regni in un singolo istante di vita
esposto da T’ien-t’ai e Dengyo, e quello
che egli espone, che identifica in Nammyoho-renge-kyo.
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