Magia del Caos, Discordianesimo, Anarchia Spirituale: psiconauti
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Magia del Caos, Discordianesimo, Anarchia Spirituale: psiconauti
Magia del Caos, Discordianesimo, Anarchia Spirituale: psiconauti dell’era post – fantascientifica tra letteratura, esoterismo e introspezione meditativa. Rapporti, sovrapposizioni & chiarificazioni iniziali. Gli antichi paradigmi della Magia cerimoniale, della Teurgia, della celebrazione misterica e di ogni iniziazione prettamente “esoterica” sono rimasti in pratica immutati, nell’immaginario del celebrante e dell’Adepto, dai primordi ancestrali della pratica magica stessa fino al moderno occultismo, dal Rinascimento all’Età Moderna. Escludendo le pratiche cadute in disuso per l’inarrestabile mutamento sociale, come i Misteri Antichi, il moderno sincretismo dell’Occultismo pratico e teorico non ha intaccato le radici profonde dell’esercizio magico in sé: la pratica di uno specifico potere su una determinata porzione della Realtà, intesa a livello globale, ma non spinoziano, come “Natura”, o anche, nei casi più estremi, nella sua totalità. Nel corso di millenni, dalla preistoria fino ai giorni nostri, l’esercizio di tale potere è sempre rimasto un’esclusiva d’individui particolarmente dotati, che avessero cioè sviluppato i sensi adeguati a metterlo in pratica; nella fattispecie, lo sciamanismo rappresenta forse il primo contatto e il primo esempio “pratico” di magia connesso alla comunità umana. In seguito, la casta sacerdotale rivendicò per sé tale potere, dopo un lunghissimo e profondo studio sulla natura e sui suoi più intimi segreti, questa ristretta ed elitaria cerchia di uomini arrivò a manovrare il completo monopolio dell’“informazione magica”, con la quale era possibile controllare le menti di una grande massa d’individui particolarmente superstiziosi e proni alle potenze naturali. Nacque pertanto il “sigillo del silenzio”, il “patto di segretezza” che escludeva la massa del volgo, inadatta ad apprendere tali insegnamenti, che avrebbero perso, nelle sue mani, tutto il loro valore esoterico intrinseco. Un intervallo evidente, che non esiteremmo a definire “libertario”, poiché antinomista, fu costituito, da un punto di vista cristiano, dalle eresie cosiddette “gnostiche”; sebbene tale corrente altamente sincretica, filosofica, iniziatica e spesso mistica, possa essere considerata anteriore alla rivelazione del Profeta di Nazareth, e sostanzialmente onnipresente nella pratica magico-esoterica, è innegabile che definiti gruppi, spinti da un senso di estrema ribellione alla riservatezza elitaria della “rivelazione divina”, si formarono in un periodo storico più o meno preciso, in particolare dal II-I secolo a.C. fino al loro definitivo debellamento (o presunto tale), dopo il Consiglio di Nicea del 325 d.C. che stabilì i dogmi della già sviluppata religione dominante nel bacino del Mediterraneo. Un’altra parentesi, sempre nell’ambito di un esoterismo “occidentale”, ferme restando le evidenti contaminazioni orientali che esulerebbero però dalla presente trattazione, è stata rappresentata, nell’età moderna, dal sistema auto-iniziatico proposto da Rudolf Steiner, già Presidente della Società Teosofica ed in seguito fondatore della nota “Antroposofia”. Il suo testo “Come si conseguono conoscenze dei mondi superiori?”, tradotto in italiano con il titolo “L’Iniziazione”, è forse l’opera più rivoluzionaria in questo senso. Successivamente alla “rivisitazione” del moderno occultismo, operata in gran parte grazie all’opera del noto, e notoriamente “famigerato”, mago inglese Aleister Crowley (1875-1947), una nuova ondata di culti più o meno “trasgressivi” incendiò l’Europa e l’America, unendosi alla corrente orientaleggiante che, grazie a studiosi del calibro di Max Muller, dell’Istituto isMEO, fondato da Giovanni Gentile e Giuseppe Tucci e, non ultima, dalla Società Teosofica fondata da H.P. Blavatsky e da H.S. Olcott, proprio in quei tempi iniziava a essere conosciuta. Dopo l’espulsione dall’Ordine Ermetico dell’Alba Dorata, a causa dei ripetuti scontri (anche magici, si dice) con il suo stesso Maestro ed iniziatore Mc Gregors Mathers, Aleister Crowley fondò una società segreta propria, l’A.A. (Argentinum Astrum) e, proprio durante quel periodo, artisticamente e socialmente assai burrascoso e colmo d’iniziative e possibilità, il mago inglese 1 venne a conoscenza del lavoro di un singolare ed oscuro pittore, Austin Osman Spare, i cui precisi riferimenti occulti e l’attenta simbologia, nonché in particolar modo lo studio e l’utilizzo di nuovi sigilli, catturarono la sua attenzione. Spare non venne mai iniziato all’A.A., e perfino Crowley, che la stampa mondiale non esitava a definire l’“Uomo più malvagio del mondo”, mentre lui stesso definiva se stesso la “Bestia 666”, arrivò a considerare Spare come un “Fratello Nero”, fatto decisamente sconcertante. Sebbene il termine “Chaos Magick” sia stato coniato soltanto molto più tardi da Peter J. Carroll nel suo “Liber Null”, è innegabile che Austin Osman Spare fu il primo occultista moderno a praticare tale nuovo esercizio del potere sovrannaturale, o presunto tale. Crowley fu un grande innovatore e molti ancor oggi, dichiarandosi suoi discepoli, si fanno chiamare “Thelemiti”, seguaci cioè della religione del Nuovo Eone di Horus, considerando la rivelazione del “Liber AL vel Legis” l’“Ultimo Tantra” donato all’umanità per innalzarla a più alte vette di consapevolezza. Ciononostante, il suo esoterismo risultava ancora, in buona parte, legato alla Tradizione (egli stesso affermò di essere la reincarnazione di Eliphas Levi) e ai suoi riti, alle cerimonie teurgiche i cui paradigmi, come accennato sopra, rimasero sostanzialmente immutati. Con l’avvento delle avanguardie, della psicanalisi, della conoscenza delle dottrine orientali, nonché con il decisivo mutamento dell’assetto politico-sociale, nuove tendenze esoteriche, altamente sincretiche, presero il sopravvento. Non dimentichiamo inoltre l’enorme peso dato dalla letteratura fantascientifica a tale “nuova ondata” esoterica: autori come H.P. Lovecraft, Algernon Blackwood, Arthur Machen ecc. erano sempre stati legati o comunque vicini ad ordini occulti. Nuove divinità nascevano, l’universo, anche grazie alle nuove scoperte scientifiche, si rivelava nell’immensità di mondi, di uomini e di dei (spesso oscuri) che il martire Bruno aveva già, a sue spese, ipotizzato; teorie in seguito riabilitate dall’avvento dell’Illuminismo. Pertanto, il disprezzo e il rifiuto per gli antichi dogmi magici, da parte di Spare e dei suoi successori, portarono alla nascita di movimenti variegati, cangianti e privi di qualsivoglia organizzazione, perciò, va da sé, difficilmente classificabili. Il “Caote”, o praticante della Magia del Caos, risente profondamente delle impressioni letterarie della moderna fantascienza, del particolare utilizzo dei sigilli portato all’attenzione da Spare, ma soprattutto tenta di apportare significativi (o, al contrario, del tutto nulli) mutamenti nella realtà manifestata, attraverso l’utilizzo di disparate tecniche che possono chiamare in causa le più diverse entità, le divinità più astruse ed obsolete, spesso inventandone delle nuove, e un nuovo linguaggio per adorarle o costringerle al volere del Magus. La “Caosfera”, il simbolo ricorrente nella Magia del Caos, rappresenta appunto tale decentramento: mentre un tempo si tendeva a raggiungere un Centro Iniziatico, nella simbologia ben nota dell’Agharttha, la sede del Re del Mondo, dove i Maestri Superiori, con i quali H.P. Blavatsky affermava d’essere in contatto telepatico, avevano sede, ora è la dispersione ad avere il sopravvento, il Caos, appunto. Al “Fa ciò che vuoi sarà l’intera Legge” della religione Thelemitica di Crowley, ripreso dalla celebre Abbazia di Rabelais, subentra il “Nulla è vero, Tutto è permesso”, ipotetico motto della Setta degli Assassini di Hasan I. Sabbah; nel suo significato più esoterico, cioè “non esiste una realtà nell’ambito della percezione, di conseguenza ogni cosa è possibile e reale”. In letteratura, “Argonauti degli spazi Interiori” come W.S. Burroughs, fecero proprie tali affermazioni per utilizzarle in un nuovo ambito di poiesi letteraria, tesa a sfaldare la consequenzialità logico-temporale di fatti ed eventi. Se si ammette, come in effetti la scienza odierna, pur cautamente, ammette, una specularità tra il cervello umano e il cosmo, ci si può rendere conto facilmente di come, essendo la mente replicabile ed espandibile ad infinitum, anche l’universo stesso lo è certamente; pertanto il viaggio interiore della meditazione si trasforma, nel nuovo psiconauta, nel viaggio spaziale stesso, con la possibilità di raggiungere tanti mondi quante neuro cellule possono essere “contenute” nel cervello, ed essendo 2 replicabili all’infinito, non possono essere numerate né tanto meno cessare il loro processo di replicazione. Abbiamo dunque compreso come alla “rivoluzione” magica Crowleyana sia seguita un’altra rivoluzione, che ha sterzato, di pari passo alla trasformazione sociale, su basi molto più eclettiche o, nel più estremo dei casi, su nessuna base. Correnti di pensiero come il Discordianesimo, che implica la credenza nel Caos come principio motore della Realtà, basata quindi su un continuo stato di opposizione, vengono accettate dalle menti più vicine, socialmente e politicamente parlando, all’eversione e all’insurrezionalismo; il loro concetto primario è essenzialmente anarchico, non però ad un livello di liberazione dal condizionamento psicologico, bensì creando un ulteriore condizionamento: l’associazione, quanto mai nefasta, tra Anarchia & Caos che, in fondo, è alla base dio ogni opposizione governativa ad un corretto vivere libertario. Crowley considerava Austin Osman Spare un “Fratello Nero” e non a torto: con lui, che ha avuto senz’alcun dubbio il grande merito di rompere i legami con il dogmatismo magico tradizionale, la “Magia del Caos” (per quanto il termine sia ante litteram; abbiamo visto che fu coniato soltanto in seguito da Peter J. Carroll) sterza su un’impronta ancor più sensuale e “fisica”, se comparata al culto Thelemitico, ancora legato a divinità ben precise e a tradizioni consolidate da millenni (Horus, Arpocrate, il culto stellare di Ankh-af-na-Khonsu, reincarnatosi come Aleister Crowley). Per non dire demoniaca: basta dare uno sguardo ai disegni del misconosciuto artista ed occultista inglese per rendersene conto. La deriva “oscura” di tali nuove correnti, passando per la fantascienza e il cyberpunk, per il linguaggio e l’ambiente Hacker, attraverso le sperimentazioni psichedeliche e lisergiche di Leary, o letterarie di Burroughs, il situazionismo, ideali anarchici e laboratori artistici, fino alle pseudofilosofie come la Patafisica e il Discordianesimo, sfocia nel “satanismo gnostico”, fortemente dualista, del “Misathropic Luciferian Order” (ora divenuto “Temple of the Black Light”), incentrato sulla contrapposizione Caos-Cosmo, che vede implicate pratiche qlippothiche e sethiane, rituali eminentemente connessi con la “luce nera” e con la primordialità del Caos rispetto all’ordinazione della luce bianca che edifica il cosmo. Questo, attualmente, è forse il punto d’arrivo più “abissale” che gli iniziatori Crowley e Spare non avrebbero, evidentemente, né previsto né ovviamente accettato. Tuttavia, un esempio così “estremo” ed innaturale è certamente utile per comprendere, come cercheremo di fare in seguito, le differenze tra simili concezioni gnostico-filosofiche e l’Anarchia Spirituale propriamente detta. Il satanismo, la stregoneria, ogni e qualsivoglia filosofia “oscura”, sia essa gnostica o puramente teorica, è, senz’ombra di dubbio, temporale, rientra cioè nel campo della contrapposizione e quindi, se il Caote afferma “Caos” in opposizione a “Cosmo”, egli afferma in realtà anche il contrario, poiché ogni dicotomia è puramente mentale, quindi consequenziale, su ciò non può sussistere il benché minimo dubbio. Qualsiasi “eversione mistica” è quindi un’involuzione, che mira a liberare dal condizionamento del pensiero del tempo ma che in realtà segue la stessa via: rituali, l’autorità mentale da essi imposta, uno stile di vita, un modo di agire o di pensare. Il tutto pre-registrato come lo stesso ordine macrocosmico che si voleva precedentemente abbattere. Arriviamo quindi a discostarci moltissimo, nell’ultimo esempio citato, dal motto “Nulla è vero, Tutto è permesso” mutuato dagli Assassini di Hasan I. Sabbah; una realtà oggettiva “destinata”, quindi pre-registrata, implica evidentemente un registrante, un’entità o Causa Prima, responsabile della catena di eventi che il Mago può mutare, ma sempre nell’ambito di un tessuto la cui trama è precedentemente ipotizzata. Da questo punto di vista, il Mago opera sempre in un contesto possibilista: la teoria dei sigilli dello Zos Kia ed il Culto di Thelema, passando per le infinite sfaccettature, più o meno “sataniche” e oscure che poi, a nostro avviso, sfociano nel culto anti-cosmico del Temple of the Black Light, rimangono comunque legate ad una realtà appunto cosmica, cioè ordinata, per quanto con la loro 3 complessità cultuale e rituale tentino d’estraniarsi da essa. Dimenticando che sono proprio il culto e il rito a riportare il Mago in un contesto strutturato, pre-registrato e, infine, cosmico. Non abbiamo, finora, esaminato una teoria, che non sia né filosofica né religiosa, che abbia il potere di liberare la mente umana dai suoi condizionamenti spazio-temporali-verbali per riportarla all’originario stato di pace. In sostanza, è lecito affermare che l’autorità, sia essa conscia o meno, insita in qualsiasi tecnica, culto, religione, filosofia, sistema o paradigma magico-esoterico finisca, per quanto “assolutistici” e positivi siano i suoi esordi, a “finalizzare” la ricerca dell’essere umano, rendendo pertanto la Liberazione un punto d’arrivo, di conseguenza ancora e sempre uno stato temporale-verbale in cui conchiudere il processo cognitivo. Considerate tali premesse, l’unico pensatore davvero “rivoluzionario” dell’epoca moderna è Jiddu Krishnamurti (1895-1986), il quale non diede mai a coloro che lo ascoltavano alcun mezzo, nessun “sistema” per liberare la mente dal cumulo del conosciuto nozionistico che, troppo spesso, sta alla base di ogni condizionamento, di un vivere ed interagire sociale pre-registrato sulla scorta delle conoscenze acquisite, il cui effetto è sfortunatamente, una ricaduta nello stato soggettivante di dicotomia divisoria tra il percettore e l’oggetto percepito. Per chi abbia letto i “Capitoli Fondamentali sull’Anarchismo Spirituale”, la presente trattazione potrà sembrare contraddittoria: una realtà strutturata e gerarchizzata come quella presente nel cosmo, o continuum spazio-temporale in cui l’uomo terrestre attualmente vive, non sembra dissimile, in fondo, dall’illusione causale-cosmica che alcune branche della “nuova magia” si propongono di combattere e superare. In effetti, se si esclude il fatto (non certo secondario) che l’Anarchismo Spirituale non propone alcun metodo per raggiungere alcun fine, ma si pone soltanto come studio libertario della realtà cosmica, il discorso potrebbe essere, in senso lato, equiparabile. Postulando però una realtà multiversale di silenzio in cui il pensiero umano, nella sua originaria non-verbalità, non interagisce con la vibrazione macrocosmica del Logos, strutturando gerarchicamente il reale e il manifestato, l’Anarchismo Spirituale pone la base della differenza tra esso e i variegati rami che sono figli della Magia del Caos. In altre parole, le ultime di questa trattazione, ammettendo una realtà manifestata “cosmicamente”, nella quale gli eventi sono pre-registrati, sia a livello microcosmico (dal pensiero umano), sia a livello macrocosmico (dall’Intelletto Divino o Logos), l’Anarco-Spiritualismo può operare modifiche sostanziali su un piano materiale-fisico o spirituale, in ciò potendo, a ragion veduta, essere accostata alla Magia del Caos et similia. Nel far penetrare il Silenzio extra-cosmico in tale realtà gerarchicamente manifestata onde far risvegliare la base silenziosa dell’essere umano, lo stato meditativo ancestrale e pre-verbale, in ciò si mostra la principale caratteristica che differisce dalle tesi succitate. Così come il Verbo “cosmico” interagisce con il pensiero “verbale” nell’uomo, così il Silenzio “extra-cosmico” interagisce con lo stato meditativo-silente che sta alla base dell’originaria natura umana stessa. In ciò forse, si manifesta infine la precipua differenza tra tali stati di consapevolezza: nell’Anarchismo Spirituale l’uomo compartecipa contemporaneamente di due nature, che può utilizzare a piacimento a seconda dell’utilità e del bisogno; e dove vi è contemporaneità non può, necessariamente, esservi dualità; né il tempo stesso, poiché, in caso contrario, l’utilizzo stesso dell’avverbio “contemporaneamente” costituirebbe di per sé dicotomia e contraddizione. Fabio Todeschini, Gennaio 2011 4