Populismo e nuove forme di partecipazione politica

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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
Maria Elisabetta Lanzone
1. Introduzione
Lo scopo di questo lavoro1 è quello di mettere in luce gli aspetti più rilevanti che caratterizzano il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo2 e di far emergere come essi possano essere accostati alla
“famiglia” delle teorie populiste, attraverso l’individuazione di un “nocciolo” comune che ha storicamente caratterizzato il controverso fenomeno populista all’interno dei sistemi politici a democrazia rappresentativa.
In primo luogo, verranno quindi individuate le maggiori teorie che descrivono il “populismo”
considerato a pieno titolo come una componente dei sistemi a governo democratico3. Gli aspetti salienti di queste teorie permettono di individuare un nucleo “operativo” che porta a definire il populismo come un concetto che da una parte resta variegato e controverso, ma che dall’altra riesce ad
isolare alcuni tratti comuni a tutti quei fenomeni – anche molto distanti tra loro nel tempo e nello
spazio – che sono stati “etichettati” come populisti4. Successivamente, questi aspetti saranno comparati come le condizioni e le caratteristiche che hanno portato all’emergere del Movimento 5 Stelle
e al suo recente successo elettorale durante le elezioni amministrative del 6 e 7 maggio 2012.
Su queste basi e con queste premesse, la parte centrale del lavoro si svilupperà, invece, intorno alle tecniche di mobilitazione utilizzate dal Movimento 5 Stelle ed in particolare alla partecipazione politica, che avviene tramite la rete, il web, e attraverso nuovi mezzi di comunicazione come i
blog e i meetup.
Tre saranno gli elementi che emergeranno dall’analisi di tali pratiche di partecipazione politica: in primo luogo l’elemento che rende innovativo il M5S è l’utilizzo della rete quale duplice strumento di comunicazione e partecipazione politica, che ha lo scopo di coinvolgere i cittadini nelle
decisioni prese dal Movimento e fornire la possibilità di partecipare alla stesura di liste e programmi. La rete è anche il canale per fornire messaggi forti e diretti da parte del M5S ai suoi simpatizzanti e ai potenziali elettori; in secondo luogo, si vedrà come la partecipazione politica avvenga so1
Il presente contributo rappresenta il primo estratto di un lavoro più ampio sul Movimento 5 Stelle che è stato
avviato alla fine del 2011 e che sta proseguendo nell’ambito di un progetto di ricerca e di tesi di dottorato. Alcuni dati
inediti relativi al monitoraggio della pagina Facebook di Beppe Grillo (gennaio-luglio 2012) sono frutto della collaborazione con Epoké-Ricerche Sociali Applicate. Nella seconda parte del lavoro verranno anche effettuati ed elaborati questionari tra gli utenti del web che seguono il M5S e Beppe Grillo.
2
Da questo momento il Movimento 5 Stelle potrà essere citato anche come “M5S”, in forma abbreviata.
3
Cfr. in Y. Mény, Y. Surel, Populismo e democrazia, Il Mulino, Bologna 2000; pp. 35-38. Chi scrive condivide
l’idea secondo la quale il fenomeno del populismo non deve essere ritenuto come un “nemico” della democrazia, ma un
sintomo di malessere del sistema vigente e del malfunzionamento – avvertito dai cittadini – dei meccanismi di
rappresentanza democratica. Esso deve quindi essere considerato come un aspetto rilevante per lo studio dei sistemi
democratici, intesi lato senso.
4
Storicamente sono stati individuati tratti populisti anche in fenomeni molto diversi tra loro. Basti pensare a figure
come Achille Lauro, Marco Pannella e Silvio Berlusconi. Cfr. in M.Tarchi, L’Italia populista, Il Mulino, Bologna 2003,
pp. 7-11.
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prattutto a livello locale e su tematiche territoriali: il M5S sembra, infatti, mancare di
un’organizzazione centrale e nazionale, in grado, per ora, di organizzarsi in vista di una tornata elettorale politica di carattere nazionale; infine, si vedrà come al centro degli obiettivi del M5S rimarrà
sempre quello di riportare i cittadini al centro della politica, rendendoli protagonisti delle scelte in
agenda, sia a livello locale, che nazionale. Emergerà anche come il “nemico” numero uno del M5S
resti il sistema tradizionale dei partiti, ritenuto non più in grado di rispondere alle esigenze dei “comuni cittadini”.
In ultima analisi sarà necessario – per comprendere al meglio come avviene la partecipazione
all’interno del movimento – analizzare la sua organizzazione (o non organizzazione)5 e mettere in
relazione altri tre aspetti: i comportamenti degli attivisti ed elettori, anche potenziali (espressi attraverso blog e social network); le posizioni e le politiche portate avanti dagli ormai numerosi consiglieri comunali e regionali eletti nelle liste a 5 Stelle tra il 2008 e il 2012 in tutta Italia; la linea dettata dal fondatore del M5S, Beppe Grillo e il problema della leadership all’interno dello stesso
“non-partito”6. Analizzando i rapporti tra queste tre “anime” del M5S emergeranno forti divergenze,
che lasciano nell’incertezza il futuro del nuovo soggetto politico, che presto si troverà a fare i conti
con le elezioni politiche, con la scelta del candidato premier e con l’eventuale entrata in Parlamento
di un numero significativo di propri esponenti.
La prima parte teorica – che ripercorrerà le più rilevanti posizioni sul “populismo” – verrà
messa quindi in connessione con la seconda che analizzerà lo sviluppo del Movimento 5 Stelle,
compreso attraverso l’utilizzo innovativo che viene fatto della comunicazione politica. Il M5S fa,
infatti, della partecipazione politica anche un elemento centrale delle sue strategie di comunicazione. E sarà proprio attraverso le dinamiche di partecipazione che sarà possibile mettere in luce gli
aspetti centrali che caratterizzano il M5S e il suo recente successo. Tutto questo sarà supportato
dall’analisi dei commenti lasciati sul blog di Beppe Grillo7 da attivisti e consiglieri a 5 Stelle sulle
varie tematiche proposte dal programma. Anche l’analisi del linguaggio e dei messaggi dell’ex comico genovese sono stati analizzati a fondo tramite il monitoraggio costante del blog e della sua pagina Facebook8.
5
È lo stesso Movimento a definirsi più volte un “non partito”, con un “non-statuto” e con una quasi assente rete di
organizzazioni a livello nazionale. L’aspetto è rimarcato come differenza con i “partiti tradizionali”. I 5 Stelle vogliono,
infatti, essere una “libera associazione di cittadini”, come si legge sulla pagina del Movimento al link
<http://www.beppegrillo.it/movimento/iscriviti.php?nome=&cognome=&x=40&y=15>.
6
Cfr. in nota 5 sulla dicitura di “non partito”.
7
Il Blog è consultabile all’indirizzo web <www.beppegrillo.it>.
8
L’analisi dei “post” apparsi sulla pagina – all’indirizzo <www.facebook.com/beppegrillo> – e il monitoraggio
delle statistiche legate agli utenti che li seguono è stata effettuata dal 9 gennaio al 12 luglio 2012. I dati relativi ai “mi
piace” e cioè il numero di utenti iscritti alla pagina è, invece, aggiornato al 29 agosto 2012.
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Infine, l’analisi sarà accompagnata da alcuni dati emersi da tabelle comparative di sondaggi
statistici e di opinione effettuati dall’inizio dell’anno 2012 al mese di luglio sempre di quest’anno.9
2. La rete contro i partiti: il messaggio populista del Movimento 5 Stelle
Premesso che fare riferimento al termine “populismo” significa anche accostarsi ad un territorio della scienza politica che per decenni è rimasto controverso, sfuggendo spesso a classificazioni e
definizioni univoche, si cercherà qui di isolare un “nocciolo” comune in grado di delineare i tratti
salienti che caratterizzano il fenomeno connotato come “populismo”, in accordo con il lavoro di
Yves Mény ed Yves Surel10, che inseriscono a pieno titolo il populismo all’interno del funzionamento del sistema democratico.
Considerato il “populismo” non come un’ideologia, ma piuttosto come uno “schema ideologico” o un “registro discorsivo”, alla base di esso vi sta la convinzione che “il popolo è, politicamente, un’entità sovrana a cui spetta il monopolio della legittimità, che le classi dirigenti hanno tradito e
che
è
pertanto
dovere
del
popolo
restaurare
direttamente
il
proprio
primato”11.
Interessante al fine dell’analisi del M5S è anche l’elemento innovativo introdotto dagli studi di
Margaret Canovan, la quale riconosce nel populismo l’espressione di un “pathos dell’uomo comune, un apprezzamento per le virtù civiche dei semplici cittadini, contrapposte ai vizi coltivati dai loro governanti”12. Posizione arricchita da Hans Georg Betz, che parla del populismo come di “un appello all’uomo ordinario e al suo buonsenso ritenuto superiore”13. Si vedrà, infatti, come questi
messaggi ricorrano più volte all’interno del M5S, sia attraverso le dichiarazione degli eletti, sia nei
post di Beppe Grillo, espressi attraverso il suo blog.
A questo nocciolo definitorio, Mény e Surel aggiungono tre elementi – tre condizioni – che
storicamente avrebbero favorito – lo sviluppo del populismo. Essi sono: il progressivo indebolimento degli apparati di mediazione tradizionali ed in particolare dei partiti politici attorno ai quali la
democrazia rappresentativa si era strutturata; la continua crescita della personalizzazione del potere
(prevalenza di partiti personali); lo sviluppo dell’influenza dei media (per Sartori “videopolitica”)14.
Si può quindi osservare che nel contesto in cui si sviluppa il M5S sono presenti tutti e tre gli
9
Nel corso della trattazione verranno presentati alcuni grafici riassuntivi, relativi alla crescita del M5S negli ultimi
sei mesi ed analizzati e commentati alcuni dati estrapolati dai più importanti sondaggi effettuati sino a luglio 2012 e
cioè dopo le elezioni amministrative.
10
Cfr in Y. Mény, Y. Surel, p. 10.
11
Cfr. in Y. Mény, Y. Surel, p. 18.
12
Cfr. in M. Canovan, Populism, p. 7.
13
Cfr. in Y. Mény, Y. Surel, p. 19.
14
Cfr. in Y. Mény, Y. Surel p. 9. Per approfondire l’argomento si veda anche G. Sartori, Homo videns, Editori
Laterza, Roma-Bari 1999 e G. Sartori, Democrazia. Cosa è, Rizzoli, Roma 2007. In quel caso parlava dell’uso populista
dei media e in particolare della tv in occasione dell’ascesa di Forza Italia e di Silvio Berlusconi.
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elementi: “cavallo di battaglia”, infatti, del Movimento è la “guerra” contro i partiti tradizionali, ritenuti ormai in crisi e non più in grado di fornire risposte adeguate alle esigenze dei cittadini e non
si tratta certo di un aspetto solamente utilizzato come slogan del nuovo soggetto politico, ma di un
elemento supportato dalla continua frammentazione degli attuali sistemi di partito; dal calo degli
iscritti ai maggiori partiti politici italiani e alla perdita di consensi evidenziata sia in sede di previsioni (sondaggi) che di tornate elettorali, con un conseguente successo di nuovi soggetti e liste civiche15. Presente anche la continua crescita della personalizzazione del potere – che tra la prima e la
seconda Repubblica – ha visto il formarsi quasi esclusivamente di “partiti personali”, spesso anche
mediatici (secondo la classificazione di Sartori)16 e ai quali, talvolta nel corso della loro evoluzione,
è stata anche appiccicata l’etichetta “populista”17. Infine, emerge anche la forte influenza dei media
e, come la televisione era riuscita a veicolare al meglio i messaggi che nel 1994 lanciava la “Forza
Italia” di Silvio Berlusconi, oggi è la rete – utilizzata con tutte le sue potenzialità da Beppe Grillo e
dai suoi consulenti di comunicazione (Casaleggio Associati) – per lanciare messaggi in grado di
mobilitare i cittadini, “quelli stanchi della vecchia politica e che ne vogliono una nuova, fatta direttamente da loro. E per portare a votare quelli che non votavano da anni”18.
Ovviamente, lo sviluppo del M5S e la scelta del web come principale strumento di comunicazione-partecipazione politica è stato favorito dal fatto che in tutte le democrazie occidentali si sta
assistendo ad un processo di ridefinizione profonda delle pratiche di partecipazione politica e che i
media digitali stanno modificando i modi con cui i cittadini si informano ed entrano in contatto con
istituzioni, partiti e movimenti e sembrano offrire loro nuove opportunità per far sentire la propria
voce. Ma ciò che occorre comprendere è quali sono le modalità attraverso cui si sviluppa la partecipazione online del M5S, chi se ne avvantaggia e con quali conseguenze per la sfera pubblica, la
rappresentanza e la democrazia19.
Ed è proprio attraverso le dinamiche di partecipazione politica del M5S – e l’uso che viene
fatto del web e delle sue potenzialità – che sarà possibile comprendere sia i caratteri che avvicinano,
15
All’ultime elezioni amministrative c’è stato un proliferare di liste civiche e di fenomeni – anche se più circoscritti
rispetto a quello di Grillo – nuovi, come quello del Partito dei Pirati, che hanno raccolto il malcontento dei cittadini
rispetto ai partiti tradizionali.
16
Cfr. in G. Pasquino, Nuovo corso di Scienza Politica, p. 169. Il declino degli iscritti viene evidenziato tra gli anni
Ottanta e Novanta in quasi tutti i Paesi europei, con punte significative in Italia.
17
Tra questi Marco Tarchi in L’Italia populista fa riferimento, in particolare, all’Idv di Antonio Di Pietro, all’ex
Forza Italia di Silvia Berlusconi.
18
A gestire la comunicazione del M5S e a fare da consulente per il blog di Beppe Grillo è la società Casaleggio
Associati, che fa capo a Gianroberto Casaleggio. La pagina della società di strategie in rete è disponibile all’indirizzo
<http://www.casaleggio.it>.
19
Cfr. in L. Vaccari, C. Mosca, Nuovi media, nuova politica?, Franco Angeli, Milano 2011. Il libro affronta il tema
delle nuove forme di partecipazione politica nate grazie alla diffusione del web e fa anche riferimento al fenomeno del
M5S e dei meetup.
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sia quelli che allontanano il M5S dal fenomeno del populismo e dai casi più importanti che si sono
storicamente verificati, soprattutto in Italia, che Marco Tarchi20 ha definito un vero e proprio “laboratorio” del populismo.
3. Leader e seguaci: il populismo di Grillo e i messaggi di attivisti, elettori ed eletti
Nell’analisi del M5S è importante distinguere tre piani che corrispondono ad altrettante “anime” del nuovo soggetto politico che consentono di individuare i differenti messaggi che vengono
lanciati, da una parte dai militanti-elettori; dai consiglieri eletti e dall’altra parte dal leader Beppe
Grillo, attraverso il suo blog personale.
E l’analisi delle dinamiche di partecipazione politica all’interno di questi tre livelli permette di
individuare ancora alcune caratteristiche riconducibili a fenomeni populisti in ambito nazionale.
Prima di tutto al livello dei militanti-elettori si pone al centro la discussione tramite il blog e i meetup21 che servono come strumenti per riportare la discussione politica tra i cittadini. Innanzitutto,
quindi, il profilo del “grillino doc” è quello di una persona che frequenta il web per informarsi. Il
modo di informarsi è, infatti, il tratto fondamentale: “I cittadini a 5 Stelle insieme si informano in
rete cercando di bypassare i media tradizionali, tradizionalmente asserviti al potere temporaneo,
cercano la fonte delle notizie, formandosi un pensiero personale e approfondiscono, studiano, guardano alle esperienze positive di altre amministrazioni italiane e non solo. I cittadini a 5 Stelle attivano le proprie capacità intellettive e di analisi e le mettono in rete con altri cittadini. Sembra difficile, ma in realtà è semplicissimo, basta essere vivi nell’accezione più bella di questi aggettivo”22.
E sul sito del Movimento 5 Stelle di Parma appare anche questa descrizione su che cosa è il Movimento: “Un’efficiente caotica organizzazione di cittadini informati, che forse hanno capito una cosa
semplice ma più complicata da attuare, basta delegare ad altri ciò che ognuno di noi ha il dovere
morale di fare: controllare i dipendenti eletti e partecipare direttamente alla politica”23.
Da questi messaggi appare prima di tutto che lo strumento centrale del M5S è partecipazione diretta
da parte dei cittadini, prima attraverso il web (quale strumento di mobilitazione e di condivisione di
idee, rete, appunto) e poi attraverso strumenti “reali”24. Altro cavallo di battaglia degli attivisti è
20
Cfr. in M. Tarchi p. 7.
I meetup sono piattaforme di discussione online, che riuniscono a livello territoriale i militanti del M5S. Si tratta
di una sorta di social network che permette agli attivisti di incontrarsi, di programmare iniziative ed eventi e di discutere
di tematiche relative al programma. Al seguente link si trova la mappa di tutti i meetup che sono stati creati sino al 29
agosto 2012: <http://beppegrillo.meetup.com>. Il funzionamento dei meetup verrà brevemente – per ragioni di spazio –
spiegato in seguito analizzando le varie forme di partecipazione politica del M5S.
22
Intervento disponibile al link <www.beppegrillo.it/listeciviche/forum/2012/05/cosa-non-e-il-movimento-5stelle.html>.
23
Così si definiscono sulla loro pagina web i 5 Stelle di Parma: <http://parma5stelle.it/wp/chi-siamo>.
24
La creazione di un meetup ha, infatti, lo scopo di far incontrare “faccia a faccia” i componenti della comunità nata
21
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quello della “trasparenza” e anche questo elemento viene “esaltato” dalla rete che permette di condividere tutte le scelte (stesura del programma, candidature).
Ma chi e perché voterebbe o ha votato M5S? Secondo il Barometro Politico di Demopolis,
che ha presentato una ricerca pochi giorni prima dei ballottaggi delle ultime amministrative25, più di
sette italiani su dieci si sentivano “poco” o “per niente” rappresentati dal partito che avevano votato
alle elezioni politiche del 2008. E le motivazioni degli elettori che sceglierebbero di mandare il
M5S in Parlamento sembrano essere le stesse che hanno dato vita al “non partito”: il 43 per cento
voterebbe Movimento per cambiare radicalmente la classe politica, il 28 per cento perché non si
sente più rappresentata dai partiti tradizionali, il 19 per cento per cancellare la politica economica
dell’Unione Europea e del governo Monti. A votare 5 Stelle alle elezioni Politiche sarebbero soprattutto elettori sotto i 50 anni, laureati ed abituali navigatori della rete, residenti al Centro-Nord. Inoltre, il M5S sembra essere in grado di togliere consensi a tutte le forze politiche. Infatti, di quelli che
dichiarano di avere intenzione di votare il M5S alle prossime elezioni, il 19 per cento sono elettori
di centro-sinistra, il 18 per cento di sinistra, il 17 per cento di destra, l’11 per cento di centro-destra
e il 14 per cento di centro. Ma – come mostra il grafico sotto – la “fetta” più importante, il 21 per
cento, arriva dall’astensione cioè dal partito del “non voto”. E, prima di fare stime future, rimangono da considerare gli indecisi (circa il 40 per cento, un’area vastissima dell’elettorato e un terreno
fertilissimo per il M5S)26.
come “virtuale” e ha l’obiettivo di organizzare eventi di “democrazia diretta” sul territorio dove sono attivi i 5 Stelle e
dove sono stati eletti sindaci e consiglieri comunali e regionali.
25
Barometro Politico di Demopolis <http://www.demopolis.it/news.php?subaction=showfull&id=1338742079
&archive=&start_from=&ucat=39&template=HomeDemo&category=39&sortby=5&PHP_SELF=news.php>, cfr. in A.
Di Majo, Grillo for President, Editori Internazionali Riuniti, Roma 2012, p. 34.
26
Sondaggio effettuato da Swg e diffuso dalla trasmissione televisiva Agorà il 25 maggio 2012, subito dopo
elezioni. Cfr. in Epokè Ricerche, disponibile tabella in dettaglio <http://www.epokericerche.it>.
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E a questi dati i consiglieri comunali eletti rispondono così: “Scelgono noi perché siamo cittadini qualsiasi che stanno fuori dal sistema In effetti sembra una cosa naturale, ma in realtà è rivoluzionaria”27. Qui emerge, quindi, nuovamente l’aspetto del richiamo alla “gente comune” (cittadini
qualsiasi), sostenuto da Canovan e Betz28.
Ma alle ultime elezioni amministrative le liste a 5 Stelle hanno portato alle urne anche numerosi italiani che non avrebbero votato e che non lo facevano da tempo e molti hanno espresso la loro
posizione sempre tramite la rete, come Francesca Merito che ha lasciato il suo commento sul blog
di Beppe Grillo: “Sono anni che non voto più. Credo che nel Parlamento quando si riuniscono aprano la scatola del Risiko e comincino a giocare tra di loro sulla nostra pelle. Come se rendere poveri
noi e ricchi loro possa portare ad aumentare il loro potere. Il problema è che noi affonderemo, ma
loro si troveranno a governare un paese di extracomunitari… Grillo ha fatto tanto e sta facendo tanto. I giovani fanno bene a seguirlo. Mi chiedo: tutto ciò porterà a sradicare tutto il marciò in cui
siamo finiti?”29. E c’è chi aggiunge: “Sono tornato a votare! (Voto M5S ovvio), non è un voto di
protesta, è un voto con entusiasmo! Ma chi immaginava che dopo trent’anni avrei votato con entusiasmo?” (Renato Vaccaro30).
Ma se chi partecipa – tramite il web – al M5S è “fuori dal sistema” o così si proclama, volenti
o nolenti, nello stesso sistema ci sono entrati quegli attivisti del Movimento che hanno deciso di
candidarsi e che da semplici attivisti sono diventati consiglieri regionali o comunali.
Sono ormai molti, infatti, i consiglieri comunali presenti nelle maggiori città italiane (concentrati al Centro-Nord): oltre cento, tra Genova, Torino, Milano, Roma, Parma, Bologna, Modena e
Reggio Emilia. E poi ci sono i consiglieri regionali in Piemonte e in Emilia Romagna e i 4 neo sindaci a 5 Stelle.
Lo scopo degli eletti resta quello di portare i cittadini (i 5 stelle) all’interno delle istituzioni:
una presenza per “controllare” il potere. Senza alleanza e senza compromessi. Queste sono regole
del “non-statuto”31 e la linea dettata dal fondatore del M5S. Ma un conto è la teoria e un conto è la
prassi e così qualche problema arriva. Da una parte continua l’impegno degli eletti che cavalcano le
battaglie della trasparenza, chiedendo di incentivare la partecipazione dei cittadini, per esempio, attraverso la pubblicazione online delle sedute dei consigli comunali e il successo elettorale di Parma
ne è l’esempio più eclatante: “Parma può diventare un laboratorio per la democrazia diretta, per co27
Dichiarazione di Chiara Appendino, consigliere comunale a Torino, cfr. in A. Di Majo, p. 34.
Cfr. prima, p. 3.
29
Cfr in A. Di Mjao p. 27.
30
<http://www.beppegrillo.it/comments>.
31
Cfr. in “non-statuto” del M5S all’indirizzo <http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/
Regolamento-Movimento-5-Stelle.pdf>.
28
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struire un rapporto diverso tra l’amministrazione e i residenti… Noi 5 Stelle non dobbiamo difendere alcun potere, parleremo con tutti, ci confronteremo, avremo un approccio diverso rispetto alla
vecchia politica. Parma diventerà il simbolo della democrazia diretta” (Federico Pizzarotti32).
L’idea di fondo resta quindi quella che i cittadini possano davvero governare senza la mediazione dei partiti che per i 5 Stelle sarebbero interessati soltanto alla sopravvivenza dei loro dirigenti.
Stessi progetti per il nuovo primo cittadino di Sarego, Roberto Castiglion: “Uno dei nostri intenti è
far partecipare maggiormente i cittadini alla vita politica del paese. Ci attiveremo quindi per pensare
alle modalità per permettere ai cittadini di dire la propria sulle scelte del Comune”33.
Ma dall’altra parte arriva la preoccupazione dei simpatizzanti, come Francesco Solimene: “Quando
si inizia a fare politica dopo un po’ si dimentica il motivo per cui ci si era impegnati. Che cosa succederà se qualche grillino cederà alla tentazione di scendere a compromessi con qualche lobbista di
turno?”34. E in effetti, da parte loro i nuovi sindaci a 5 Stelle ammettono: “Grillo è come un aratro
che muove la terra, noi invece la seminiamo”.
Il sindaco Pizzarotti evidenzia, poi, la distanza tra il M5S e il suo fondatore: “Non bisogna
confondere i due piani. Lui è il megafono, in Comune ci siamo noi”35.
E Federica Salsi, consigliere comunale a Bologna aggiunge: “Lui incarna il Movimento, ma
non è il Movimento. Beppe dà una scossa alle coscienze, noi siamo nelle istituzioni e ovviamente
usiamo linguaggi diversi”36.
Ed infine c’è l’ultimo livello: quello del fondatore del Movimento, l’ex comico genovese
Beppe Grillo. Grillo funziona da “megafono” per l’intero M5S, da collante per gli altri due livelli e
talvolta i problemi nascono proprio qui. A livello di leadership. Di certo quella che non può essere
messa in discussione è la sua popolarità, elevata dall’uso strategico che il comico e i suoi consulenti
hanno fatto e stanno facendo di internet. Da una parte c’è il blog ultrapersonale di Grillo:
www.beppegrillo.it, e dall’altra ci sono i social network, Twitter, ma soprattutto Facebook. Una pagina che dall’inizio dell’anno ha continuato a crescere facendo registrare costanti – con un solo rilevante picco registrato a cavallo della tornata elettorale di maggio – incrementi di “mi piace”37. In
particolare, nel periodo da gennaio a luglio 2012 la pagina è cresciuta andando di pari passo con la
crescita rilevata nei sondaggi effettuati nello stesso arco di tempo (con percentuali di crescita che
32
Cfr. in A. Di Majo, p. 247.
Cit. da A. Di Majo, p. 246.
34
Cfr. in Di Majo p. 32.
35
Cfr. in A. Di Majo, p. 248.
36
Cfr. in A. Di Majo , pag. 248.
37
Vengono definiti “mi piace” le iscrizioni ad una pagina Facebook da parte di utenti che decidono di seguire un determinato personaggio pubblico oppure un ente, un’associazione, un prodotto o un’organizzazione.
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sono variate tra il 2 per cento di gennaio a quasi il 20 per cento di luglio38). A dimostrazione anche
che la popolarità di Grillo è in grado di crescere in base alle “scelte” mediatiche che vengono fatte
all’interno dei social network da lui utilizzati.
I numeri parlano di 912.818 “fans” al 13 luglio 2012, considerando che i click su “mi piace”
alla pagina di Grillo il 9 gennaio 2012 erano 750.221. L’incremento in sei mesi è stato pari al 21,67
punti percentuali.
Un grado di popolarità confermato anche dai sondaggi e rispetto ad altri leader politici:
nell’indagine realizzata il 9 e 10 maggio dalla Swg la fiducia in Beppe Grillo era al 35 per cento, la
più alta tra quella di tutti i leader politici e soltanto di tre punti inferiore a quella del premier Mario
38
Si veda grafico “Andamento sondaggi M5S gen-lug 2012” di Epoké Ricerche. I sondaggi che sono stati presi in
considerazione sono oltre cento e sono stati effettuati dalle maggiori società italiane per trasmissioni tv e giornali. Tabella dettagliata disponibile e ceduta da Epokè.
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Monti. A confermarlo anche una ricerca di Datamonitor39 (del 16 e 17 maggio), che indicava al 39
per cento Grillo, 38 per cento per Bersani, 36 per cento a Casini e 36 per cento per Di Pietro. Ma se
il leader raccoglie consensi e popolarità la fiducia nel M5S non è la stessa: secondo un sondaggio
dell’Ispo per il “Corriere della Sera” (23-24 maggio 2012), infatti, per il 63 per cento degli italiani i
parlamentari a 5 Stelle non sarebbero in grado di governare l’Italia, considerando il grillismo come
un fenomeno passeggero40.
L’istogramma sotto visualizza i valori indicati e mostra come la popolarità di Grillo abbia
toccato valori più elevati rispetto ad altri tre leader.
E se i consiglieri a 5 Stelle stanno diventando talvolta dei “mediatori” ormai all’interno delle
istituzioni, non si può certo dire che Grillo usi mezzi termini nei suoi messaggi al popolo: “Il cittadino di fronte alla crisi economica vuole più democrazia, più partecipazione. In Italia il vuoto lasciato dai partiti, che sta spostando l’Europa verso un neofascismo, è stato riempito, per ora, da cittadini incensurati, sinceri democratici, da boy scout e volontari di Ong, ingegneri ed operai, studenti
e pensionati. Un Movimento di popolo che ha deciso di tirarsi su le maniche ed occuparsi della cosa
pubblica”41.
Ma c’è di più: quella di Beppe Grillo appare come una vera e propria guerra. Una guerra della
“rete contro i partiti. Dei cittadini contro la politica tradizionale”42. E allora gli slogan sono legati ai
temi della corruzione della casta lanciando un altro “messaggio populista”: “Il populismo si identifica con la denuncia della corruzione come pratica generalizzata, universale, sistematica di tutti gli
39
<http://www.lademocrazia.it/sondaggi-politico-elettorali-4-15-maggio-2012-3662>.
<http://www.clandestinoweb.com/sondaggi-da-tutto-il-mondo/66679-sondaggio-ispo-1-su-3-ha-simpatia-per-ilmovimento-5-stelle-ma-per-il-63-non-saprebbe-governare>.
41
Si veda <http://www.beppegrillo.it/2012/05/o_nikos_o_beppe.html>.
42
Cfr in B. Grillo, Siamo in guerra, Chiare Lettere, Milano 2011.
40
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uomini politici e alla quale nessuno sfugge. Si identifica con il rifiuto della democrazia rappresentativa e dei corrotti”43.
Ma i partiti e la casta non sono gli unici “nemici di Grillo: ci sono anche i media, quelli tradizionali: i giornali, in particolare e la televisione. Secondo il fondatore del M5S, infatti, gli old media
– contrariamente ai new media e al web – sarebbero parte integrante del sistema, asserviti al potere
di turno, ai partiti. Di qui una battaglia centrale del M5S: quella contro i finanziamenti pubblici ai
giornali e quella per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti. Battaglie che si affiancano a quelle sul
“Parlamento pulito”, oggetto del primo V-Day44.
Così i post lasciati quotidianamente da Beppe Grillo sul suo blog diventano “infuocati” e il Pd
diventa il “Pd meno elle”; la Fornero la “Frignero” e il premier Monti è “Rigor Montis”: “L’estate
sta finendo insieme al caldo torrido. Le balle governative invece resistono. Un tempo c’era più pudore. Se il Governo ti massacrava di tasse, non ti veniva a spiegare che erano troppo alte, come se
lui non ne fosse la causa. Se faceva chiudere o fuggire le imprese all’estero non ti prendeva per il
culo con l’apertura dell’azienda con un euro. E dopo che l’ho aperta con un euro che ci faccio? Incomincio a pagare le tasse per lo studio di settore a cui appartengo? Ci invito gli amici per una partita a carte? L’Irpef a Ferragosto è scesa, ma il giorno dopo è rimasta dov’era: nel punto più alto
d’Europa, ma a Ferragosto ogni scherzo del governo vale. Alla Frignero, a Rigor Montis e all’ovetto
kinder Passera non manca il senso del macabro, dell’umorismo nero, da novella Santa Inquisizione.
Balla su balla, tassa su tassa, taglio su taglio, l’Italia è allo stremo, inferocita e disillusa, come un
lupo affamato tenuto alla catena. L’italiano finora ha digerito tutto, anche questo governo di pseudo
tecnici,
ma
non
può
essere
schernito
a
lungo
mentre
precipita
nella
miseria.
(venerdì 24 agosto, 350 commenti e 3630 mi piace)45.
È quindi dalla connessione tra questi tre piani che si articola la partecipazione politica
all’interno del M5S, che ora sarà analizzata più nel dettaglio, attraverso i principali strumenti partecipativi che vengono utilizzati sia da attivisti-elettori, che dai consiglieri ed in prima persona dallo
stesso Beppe Grillo.
4. Dentro e fuori la rete: la partecipazione dei cittadini, tra blog, meetup e liste civiche
Una volta individuati gli “attori” del Movimento 5 Stelle, occorre entrare più da vicino nelle
pratiche di partecipazione politica utilizzate a tutti e tre i livelli analizzati appena sopra.
Punto centrale della partecipazione politica nel M5S resta la “rete”, nella sua duplice accezione di
43
Cit. da Y. Mény,Y. Surel, p. 153.
<http://www.repubblica.it/2007/08/sezioni/cronaca/grillo-v-day/grillo-v-day/grillo-v-day.html>.
45
<http://www.facebook.com/beppegrillo.it>.
44
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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
Maria Elisabetta Lanzone
web e di connettore tra le persone. E proprio con la convinzione che con la rete si possano cambiare
le cose, superare la crisi e il declino dei partiti tradizionali, nasce nel 2005 il blog di Beppe Grillo –
ormai lontano dai suoi spettacoli in tv che lo hanno portato alla popolarità tra anni Ottanta e Novanta – che in poco tempo è entrato a far parte della classifica dei blog più letti al mondo.
Poi, insieme ai primi attivisti, è arrivata l’idea dei meetup, una piattaforma digitale nata per mettere,
appunto, in rete i cittadini, per farli dialogare tra loro e condividere esperienze. Due anni dopo, nel
2007, c’è stato il primo V-Day che è stato dedicato all’iniziativa “Parlamento pulito” e nel 2008, il
secondo V-Day per l’informazione libera46. Una mobilitazione che è nata dalla rete, ma che è stata
di piazza, che ha aggregato gruppi di persone che hanno poi deciso di dar vita alle liste civiche, gli
“Amici di Beppe Grillo”, quelle “sponsorizzate” dal comico genovese, che si sono presentate alle
elezioni comunali, portando ai primi eletti, per esempio, a Roma.
Nel 2009 è nato, così, il Movimento 5 Stelle (le cinque stelle del nome rappresentano i cinque
temi al centro dell’ideologia del movimento, che sono acqua pubblica, trasporti, sviluppo, connettività, e ambiente), che nel 2010 ha organizzato a Cesena l’evento Woodstock, confermando la forza
del progetto che stava nascendo.
Ad annunciare la nascita del M5S è stato lo stesso Beppe Grillo tramite il suo blog (comunicato politico numero 25): “Il 4 ottobre 2009 nascerà il nuovo Movimento nazionale a Cinque Stelle.
Nascerà in rete. Ogni cittadino italiano incensurato e non iscritto a un partito potrà aderire. Sono
passati due anni dall’8 settembre 2007, dal primo V-Day di Bologna e poco più di un anno dal secondo V-Day di Torino. In quelle giornate milioni di persone informate dalla rete hanno chiesto due
cose: un Parlamento espressione dei cittadini senza condannati e con la possibilità di scegliere il
candidato e una libera informazione. Queste persone informate sono state derise dai partiti, dalle televisioni e dai giornali47.
E da quel momento ad oggi il M5S ha continuato a crescere – a dimostrarlo sono i sondaggi
prima e i risultati alle elezioni regionali e comunali poi – portando soltanto lo scorso maggio, alla
conquista di quattro comuni: Parma (Federico Pizzarotti), Comacchio (Marco Fabbri), Mira (Alvise
Maniero) e Sarego (Roberto Castiglion). La cartina d’Italia che si trova sotto mostra la collocazione
dei sindaci a 5 Stelle e mostra come siano concentrati al Nord e in particolare tra Veneto ed Emilia
Romagna.
46
47
Secondo V-day, 8 settembre 2007.
<http://www.beppegrillo.it/2009/09/comunicato_politico_numero_venticinque.html>.
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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
Maria Elisabetta Lanzone
Alle regionali e amministrative del 2010 Il Movimento 5 Stelle ha presentato propri candidati
in cinque regioni su tredici (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Campania), sempre
non alleati a nessun’altra forza politica ed ha eletto due consiglieri in Emilia-Romagna, con il 7 per
cento dei voti per il presidente e il 6 per cento di quelli di lista, e altrettanti in Piemonte, dove ha ottenuto quasi il 4 per cento. Affermazioni più modeste e nessun seggio sono stati, invece, ottenuti
nelle altre regioni. Candidati sindaco del Movimento si sono presentati anche in dieci comuni, tra i
quali i capoluoghi Bolzano, Venezia e Matera, eleggendo così eletti otto consiglieri comunali, tutti
nell’Italia settentrionale.
Alle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio 2011, il Movimento si è presentato in 75 dei
1.177 comuni al voto, tra i quali 18 dei 23 capoluoghi di provincia. Al primo turno il Movimento ha
fatto entrare i propri rappresentanti in 28 comuni (per un totale di 34 consiglieri eletti) risultando
spesso decisivo in alcuni importanti ballottaggi. I risultati migliori sono arrivati ancora al centronord, soprattutto in Emilia-Romagna, dove la lista ha ottenuto tra il 9 e il 12 per cento a Bologna,
Rimini e Ravenna, e in Piemonte; mentre nel Mezzogiorno raramente è stato superato il 2 per cento
dei consensi. Alle elezioni regionali in Molise del 16 e 17 ottobre 2011 il M5S ha presentato un
proprio candidato alla presidenza e una propria lista, che ha ottenuto il 2,27 per cento dei voti e il
candidato presidente il 5,60 per cento dei voti, ma non nessun seggio48.
E si arriva, così, alle amministrative del 6 e 7 maggio 2012, dove il Movimento si è presentato
48
<http://www.polisblog.it/post/11997/elezioni-molise-il-pd-incolpa-beppe-grillo-per-la-riconferma-di-iorio-cui-
prodest>.
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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
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in 101 dei 1.012 comuni al voto, tra i quali 21 dei 28 capoluoghi di provincia impegnati nella tornata elettorale, ottenendo i seguenti risultati: 19,8 per cento a Parma; il 14 a Genova, l’11,7 per cento
ad Alessandria; l’11 a Carrara, il 10,3 a Belluno e La Spezia; il 10,1 a Monza; il 9,5 a Verona e l’8
per cento a Cuneo. Ballottaggi nei comuni di Budrio e Garbagnate Milanese e anche dove il M5S
non è riuscito a superare lo sbarramento ha ottenuto risultati positivi sfiorando il 5 per cento a Palermo e il 2,6 per cento a Lecce. Particolarmente significativo il caso di Alessandria, dove il candidato a 5 Stelle ha sfiorato il ballottaggio e dove tra il 2010 e il 2012 i voti del Movimento sono quasi quadruplicati49.
Dai dati emerge inoltre una maggiore diffusione del M5S al Nord e una delle principali ragioni sembra essere quella legata al declino della Lega Nord: a Parma, infatti, il 38,5 per cento degli
elettori che avevano votato il Carroccio nel 2010, a maggio 2012 hanno scelto Federico Pizzarotti, il
candidato del Movimento (da una ricerca dell’Istituto Cattaneo di Bologna)50.
Ma come funziona la partecipazione all’interno del M5S? Ovviamente anche in questo caso
bisogna separare i piani, che più che tre possono essere addirittura quattro: ci sono i “semplici”
simpatizzanti, i “cittadini comuni”, che seguono quotidianamente il blog di Beppe Grillo, oppure la
pagina Facebook ufficiale del comico e quella ufficiale del M5S che conta attualmente 211.684 “mi
piace” (29 agosto 2012), rispetto ai 211.502 di soli tre giorni prima (26 agosto 2012)51 con un picco
di popolarità avuto il 6 maggio (in occasione delle elezioni). La maggior parte degli utenti del social
network che seguono il M5S vivono nella capitale, Roma, e hanno un’età compresa tra i 25 e i 34
anni, ad indicarlo sono le statistiche disponibili sulla pagina.
In questo caso partecipare significa commentare le scelte a 5 Stelle tramite gli strumenti messi
a disposizione dalla rete; fare proposte e poi scegliere di votare Movimento alle elezioni.
Poi ci sono gli “attivisti”, quelli che partecipano più da vicino alle riunioni del M5S, agli incontri
organizzati dai gruppi locali e quelli che si sono iscritti sul sito del M5S, ospitato sul blog di Grillo52 o ai meetup locali53. Sulla home page è infatti possibile compilare una scheda con nome e cognome cliccando su “iscriviti al Movimento” e avere l’accesso al sito come utente registrato, che
riceve aggiornamenti dal forum sulle iniziative organizzate sui territorio, dove non sono presenti sedi e nemmeno tessere (come tengono a sottolineare i 5 Stelle, che si vogliono distanziare il più possibile dai partiti tradizionali); esiste, infatti, soltanto un “portavoce locale”, che mantiene i contatti
con il M5S e organizza iniziative sul territorio (la mobilitazione avviene sempre tramite il web).
49
<http://www.beppegrillo.it/movimento/elenco_liste.php>.
<http://www.cattaneo.org/index.asp?l1=seminari&l2=convegni>.
51
<http://www.beppegrillo.it/movimento>.
52
<http://www.beppegrillo.it/movimento>.
53
Con più di 80 mila iscritti.
50
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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
Maria Elisabetta Lanzone
Per iscriversi basta “abbracciare” le idee del M5S, aderire al “non-statuto” e diffondere il programma (scaricabile online54).
Poi ci sono i meetup che rappresentano il vero strumento di comunicazione-partecipazione innovativo utilizzato dal Movimento: si tratta di una piattaforma – raggiungibile sempre tramite il
blog di Grillo – che funziona in maniera simile ad un classico social network. Una comunità virtuale, insomma, dove persone, accomunate da alcuni obiettivi, si ritrovano per discutere e condividere
idee e soprattutto per darsi appuntamenti sul territorio, per partecipare ad iniziative locali o per condividere le scelte dei consiglieri a 5 stelle. Uno strumento, quindi, utilizzato sia dagli attivisti, che
dagli eletti.
I gruppi che sono stati sino ad ora costituiti sulla piattaforma web sono 470 e non si trovano
soltanto in Italia55. I meetup servono, infatti, agli attivisti a 5 Stelle anche per raggruppare persone
con diverse competenze che si trovano in giro per il mondo e che decidono di mettere a disposizione parte del loro tempo per fare proposte ed aiutare il M5S ad organizzare eventi. Ma la maggior
parte dei gruppi sono locali e hanno un forte richiamo al territorio e solitamente ogni gruppo nasce
con una “battaglia” precisa da combattere. Ci sono, infatti, meetup che si impegnano contro
l’installazione di inceneritori, altri contro i treni ad alta velocità e altri che abbracciano le politiche
locali e le proposte dei consiglieri delle maggiori città italiane dove sono stati eletti i cittadini a 5
Stelle. In totale, gli iscritti ai gruppi sono 80.476; sparsi in 381 città e in 11 Paesi del mondo, soprattutto negli Stati Uniti ed uno in Australia. A essere interessati agli argomenti trattati dai gruppi sono, invece, 31.351 persone.
E – come si è detto – alcuni attivisti decidono di diventare “candidati”: anche in questo caso la
procedura di candidatura avviene tramite il web. Prima c’è la proposta, quella di dar vita al M5S su
proprio territorio; per questo esiste un apposito spazio per proporsi all’interno del sito del M5S:
“crea la tua lista”. Poi c’è la creazione delle liste per le comunali: “All’atto della propria candidatura, la lista provvederà a pubblicare in Rete, in un apposito e adeguato spazio web, l’elenco dei componenti e il loro curriculum vitae, con il proprio programma di governo e istituirà contemporaneamente un blog aperto a tutti i cittadini che consenta il libero scambio di opinioni e critiche con i
componenti della lista civica”56.
A certificare la lista – ad esaminarla – sembra essere lo stesso Beppe Grillo, tramite lo spazio
“certifica la tua lista”, presente sempre sul sito e in accordo con le linee guida contenute nel “non-
54
<http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf>.
<http://beppegrillo.meetup.com>.
56
Cit. da A. Di Maio, p. 30.
55
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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
Maria Elisabetta Lanzone
statuto”57.
Poi ci sono gli eletti – i consiglieri comunali e regionali - che da una parte sono entrati a far
parte delle istituzioni e dall’altra devono continuare a mantenere il contatto diretto con gli elettori, i
cittadini che hanno scelto di votare il M5S.
La loro partecipazione avviene ad un duplice livello: il primo livello è quello istituzionale –
dove le parole d’ordine sono “nessuna alleanza, nessun compromesso”.
In questo caso lo scopo è quello di portare la “trasparenza” all’interno del “Palazzo” e alcuni
consiglieri spiegano di aver fatto qualche passo avanti: “A Bologna stiamo portando avanti alcuni
progetti per incentivare la partecipazione, come la diretta sul web delle sedute del consiglio, stabilita nel 2011, con il sindaco Merola. Significa che abbiamo seminato bene, visto che nel 2009 eravamo noi del Movimento a pagare ed effettuare le riprese” (Federica Salsi)58.
Il secondo livello è, invece, quello del mantenimento costante dei contatti con il cittadini e
questo avviene tramite il web e i meetup: sul sito del M5S i consiglieri pubblicano i verbali delle
sedute, i loro interventi e le loro proposte (mozioni, interpellanze, ecc) e poi c’è la decisione di “rimettere il mandato” e cioè di chiedere – ogni sei mesi di “governo locale” – ai cittadini di esprimere
il loro grado di soddisfazione. Qualora, infatti, dalla rete – o dalle assemblee locali convocate dai
meetup – arrivasse il dissenso dal consigliere potrebbero anche arrivare le dimissioni. Già diversi i
casi di convocazione di assemblee da parte dei consiglieri che hanno nuovamente chiesto la fiducia
ai cittadini, ma nessuno è ancora stato revocato, se dovesse accadere, a subentrare sarebbe il primo
dei non eletti nelle liste a 5 Stelle. A Pomezia è stato Fabio Fucci a rimettere il mandato nelle mani
dei cittadini e anche il gruppo “Roma 5 Stelle” ha fatto la stessa procedura. Anche a livello regionale, in Emilia Romagna, i due consiglieri hanno organizzato l’incontro con i cittadini affermando
“Sul nostro operato decidano i nostri sostenitori”59.
Infine, c’è Beppe Grillo che comunica con i cittadini in due modi: da una parte attraverso il
suo blog personale pubblicando quotidianamente “comunicati politici” dove annuncia la linea del
M5S e attacca – senza mezzi termini – i partiti tradizionale e l’intero sistema politico vigente. E poi
c’è la pagina Facebook che raccoglie i comunicati – attraverso un link che rimanda al blog – e ne
sintetizza i contenuti attraverso un “post” che viene cliccato dagli utenti. Si tratta di interventi che
raccolgono in media 5483 “mi piace” e 557 commenti (il valore medio è calcolato sulla base dei
numeri fatti registrare dai post dal 9 gennaio al 12 luglio 2012.
57
<http://www.beppegrillo.it/movimento/crea-la-tua-lista.html>.
Cit. da A. Di Maio, p. 215.
59
<http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/01/5-stelle-i-consiglieri-regionali-si-dimettono-gli-elettori-decidano-seconfermarci/108331>.
58
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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
Maria Elisabetta Lanzone
E il post più cliccato – nel periodo da gennaio a luglio – è stato quello del 13 luglio 2012 che
faceva riferimento alla Rai e all’idea di televisione pubblica di Beppe Grillo. Il post ha raccolto, infatti, 17.438 “mi piace” ; è stato commentato 1.112 volte e condiviso da 17.976 utenti.
La tabella di Epokè sotto mostra i risultati del monitoraggio della pagina Facebook dei maggiori leader, che hanno un profilo attivo sul social network, durante la settimana di maggior popolarità di Grillo, durante gli ultimi sei mesi. Picchi di utenti sulla sua pagina ci sono stati anche a maggio 2012, il giorno precedente alle elezioni e quello dei ballottaggi. Il secondo post più cliccato –
dopo quella sulla Rai – è stato, infatti, quello sui risultati elettorali del 12 maggio – con 17009 “mi
piace” e con il maggior numero di commenti: 2.687 e 6.955 condivisioni.
Infine, c’è il suo rapporto, da una parte, con gli elettori – che rimane quasi esclusivamente
dentro la “rete” – e dall’altra, con gli eletti – i consiglieri. Un rapporto che appare controverso per
diversi aspetti, ma che anche in questo caso, per molti rimane soltanto via web. Diversi consiglieri –
come ricorda Alberto Di Majo – hanno, infatti, dichiarato di non aver mai incontrato personalmente
Beppe Grillo; alcuni hanno avuto soltanto qualche contatto telefonico con il comico e soltanto pochi
lo hanno incontrato di persona, magari in occasione dei suoi comizi e del suo lungo tour elettorale,
che la primavera scorsa ha toccato quasi tutte le maggiori città italiane impegnate nella tornata elettorale amministrativa.
Ed è proprio dal fondatore del M5S che occorre partire per analizzare l’ultima parte, quella
che riguarda l’organizzazione interna del “non-partito”, il suo futuro in vista delle elezioni politiche
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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
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e il suo “destino” come fenomeno populista.
5. Grillo for president? Il futuro del M5S tra elezioni politiche e problemi di leadership
Per comprendere in maniera più completa il messaggio populista del Movimento 5 Stelle occorre analizzare ancora un aspetto, forse il più controverso e il più articolato60 e cioè quello
dell’organizzazione interna e della leadership, che sta già creando alcuni dissidi tra i militanti, gli
eletti e il fondatore, Beppe Grillo.
Da una parte ci sono, infatti, i consiglieri regionali e comunali che sono ormai all’interno delle
istituzioni e dall’altra c’è il messaggio di Grillo, la sua linea politica, quella che ha dato l’impulso al
Movimento e che continua a portare consensi. Consensi che arrivano però dall’elettorato, per così
dire, ancora “esterno” al M5S, al livello degli elettori simpatizzanti, quelli che vengono attirati dalla
rete e dal messaggio dell’ex comico che propone la “rivoluzione” della politica61. Ma dall’interno il
M5S ha già perso alcuni pezzi importanti, proprio a causa del rapporto tra i militanti eletti e il fondatore Grillo.
A Roma – dove è rimasto soltanto uno dei quattro consiglieri eletti nel 2008 tra gli “Amici di
Grillo” – i problemi non sono stati pochi e c’è chi ha deciso di cedere al “fascino” dei partiti tradizionali. Lo ha fatto Andrea Maggi, eletto consigliere nel 2008, nel Sesto Municipio di Roma (quasi
130mila abitanti). Ora Maggi fa parte dell’Idv: lui ha cominciato a fare politica con i pionieri del
M5S, ma poi si è reso conto che era meglio entrare in un partito tradizionale: “All’inizio tutto bene.
Poi, facevamo riunioni in cui si discuteva tanto, ma non si arrivava a niente. I partecipanti erano
troppo diversi tra loro: i nostalgici del ’68, quelli di sinistra estrema, i superideologizzati che volevano imporre le loro idee”62. Ma il vero punto di rottura c’è stato quando per Maggi è arrivata la
possibilità di diventare presidente della Commissione Bilancio: “Voleva dire mettere il naso in tutte
le spese dell’Ente. Un’occasione per far contare di più il Movimento”63. Così è arrivata da Grillo
l’accusa di “tradimento” perché una delle regole base del M5S è “non si fanno alleanze con i partiti,
nessun compromesso”. Così nel 2009 Maggi ha deciso di uscire dal M5S: “Condividevo l’idea di
non diventare propriamente un partito, ma facendo politica in una grande città avvertivo il bisogno
di avere una struttura alle spalle, proprio per competere, per battere i partiti… la debolezza che hanno è di pensare che loro sono i buoni e tutti gli altri sono cattivi”64.
60
Questo tema per ragioni di spazio non potrà essere trattato in maniera completa e sarà oggetto di una futura ricerca
che concentrerà l’attenzione sul fondatore del M5S.
61
Consensi di voto alle elezioni amministrative; di utenti sui social network.
62
Cit. da A. Di Majo, p. 272.
63
Cit. da A. Di Majo, p. 272.
64
Cit. da A. Di Majo, p. 272-274.
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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
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E poi ci sono gli altri consiglieri: tre eletti su quattro a Roma hanno, infatti, deciso di passare
ai partiti tradizionali. Lo ha fatto anche Giancarlo Balsamo, eletto nell’XI Municipio e che ora fa
parte dell’Udc. La sua delusione è stata soprattutto per la gestione centralizzata del M5S da parte di
Grillo, ma anche da parte della Casaleggio Associati, la società che gestisce l’intera comunicazione
del soggetto politico e dell’ex comico.
Infine, nel 2011, il caso di Andrea Defranceschi, consigliere regionale in Emilia Romagna.
Defranceschi è stato infatti coinvolto in una lunga vicenda, che è stata ampiamente seguita dalle pagine emiliane del Fatto Quotidiano. Il consigliere, il 27 dicembre 2011 ha presentato una risoluzione per portare all’attenzione del consiglio regionale la situazione del quotidiano L’Unità, che aveva
rischiato di sparire. “Una risoluzione – si leggeva nel testo – per i lavoratori e per la pluralità
dell’informazione, prima di tutto”65. Ma per Grillo non è stato accettabile che il M5S sia speso per
una testata giornalistica “tradizionale” e così Defranceschi si è affrettato a precisare: “Siamo ancora
contro il finanziamento pubblico ai giornali, ma siamo dalla parte dei lavoratori che rischiano il posto, senza avere colpa di lavorare per un quotidiano in un Paese le cui leggi sovvenzionano la carta
stampata. Chiediamo alla giunta di attivarsi affinché vengano salvaguardati gli attuali posti di lavoro e le professionalità da questi rappresentate”.
A Grillo, però, la risoluzione di Defranceschi ha continuato a non piacere e così è arrivato il
suo intervento tramite il blog: “Il 2012 non sarà del tutto negativo. Porterà in dono anche la chiusura
di molti giornali finanziati con soldi pubblici, veri cani da guardia dei partiti. Giornali che hanno attaccato il Movimento 5 Stelle prima ancora che esistesse o che, nel migliore dei casi, ne hanno taciuto le iniziative. Il V-2Day del 2008 fu un atto di accusa contro la disinformazione dei giornali assistiti e legati a filo doppio ai partiti e venne chiesta l’abolizione dei finanziamenti pubblici. Tra le
testate che attaccò l’iniziativa, prima, dopo e durante, spiccò L’Unità. Ora è in crisi, si metta sul
mercato, si faccia pagare dai lettori come Il Fatto Quotidiano e, se non vende, chiuda i battenti. Se
qualche esponente del Movimento 5 Stelle la pensa diversamente non è un problema. Il Pd meno elle lo accoglierà subito tra le sue braccia”66.
Un post che ebbe i suoi effetti – qualche critica in rete da alcuni attivisti sulla linea “dura” di
Grillo67 – e poi la reazione di Defranceschi, che ha sostituito la risoluzione che aveva preparato per
chiedere un impegno della giunta emiliana a favore dei lavoratori dell’Unità, con un altro testo molto più generico – sulla “crisi del mondo dell’informazione” – definendolo un documento molto più
65
<http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/05/defranceschi-pensato-dimettermi-delusione-rimane/181817>.
<http://www.beppegrillo.it/2011/12/la_fine_del_fin.html>.
67
<http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/01/03/news/bologna_resa_dei_conti_online_per_il_movimento_cinqu
e_stelle-27516292>.
66
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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
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vasto, “frutto dei contributi ricevuti in Rete”68.
Da questa analisi emergono, quindi, due elementi: il primo riguarda l’esigenza da parte di alcuni attivisti – soprattutto dove il M5S si è esteso in maniera consistente – di chiedere una maggiore
organizzazione interna, una struttura – anche minima – di cui dotarsi, a fini operativi, una sorta di
coordinamento anche in vista della tornata elettorale che potrebbe portare in Parlamento i cittadini a
5 Stelle. Esigenze che, però, non sono tali anche per il fondatore Beppe Grillo: ancora a Roma, Serenetta Monti, nel 2008, incontrò Grillo cercando di sollecitarlo a creare un minimo di coordinamento tra i componenti delle liste civiche, ma per Grillo il M5S deve “essere oltre”69 e intanto – circolando in rete sul blog e sulle piattaforme utilizzate dal M5S – non esiste ancora un piano per le
elezioni politiche. Si parla dell’apertura di una procedura di candidature online, da far votare ai cittadini. Un sistema simile a quello per le liste civiche. Nulla di più: “Per le elezioni Politiche 2013
non c’è ancora un piano preciso. Non so come ci organizzeremo, siamo in evoluzione. I candidati
alle politiche saranno scelti online. Probabilmente Grillo e Casaleggio inventeranno un blog specifico. Daremo un’altra scossa al sistema. Di certo nel Movimento non ci saranno mai dei capi. Continueremo sempre ad incontrarci su internet e ad organizzare riunioni sul territorio70”.
Il secondo aspetto che emerge è quello legato alla leadership e alla figura del fondatore del
Movimento: per gli attivisti e i militanti, Grillo non e non deve essere un leader: “Beppe Grillo non
è il proprietario del M5S. Lo siamo noi. Non può permettersi di cacciare nessuno. Questa è una cosa
degna del peggior leader di partito” (Luca Vozza, commento lasciato sul blog)71. Questo uno dei
commenti in merito al post sulla risoluzione presentata dal consigliere regionale Defranceschi, in
Emilia.
A pensare che Grillo non sia un leader è anche Marco Giustini, rimasto l’unico consigliere a 5
Stelle a Roma: “Grillo non è un leader, ma un attivatore. Tra l’altro su alcuni punti nel Movimento
ci sono posizioni differenti da quello che pensa il comico”72.
Una leadership che viene negata anche dallo stesso Grillo che ha annunciato la sua non candidatura alle prossime elezioni politiche, anche perché su di lui pende una condanna in un ultimo grado, dopo un incidente stradale avuto nel 1981 e quindi la sua discesa in campo non rispetterebbe
uno dei principi base del M5S73. “Non voglio candidarmi. Voglio che abbiano spazio gli altri. I cittadini. Che devono votare un programma, non una faccia. La storia è piena di leader che sono finiti
68
Si veda nota 65.
Cit. da A. Di Majo, p. 13.
70
Cit. da A. Di Majo, p. 35.
71
<http://www.beppegrillo.it/2011/12/la_fine_del_fin/index.html#comments>.
72
Cit. da A. Di Majo, p. 246.
73
Sulle regole per la candidatura nel M5S si veda il “non-statuto” (nota 31).
69
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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
Maria Elisabetta Lanzone
appesi a gambe in su. I cittadini devono dire: voglio questo programma, questo progetto, fatto da
queste persone. Voglio gli asili nido, voglio i parchi, non voglio gli inceneritori, voglio l’acqua
pubblica”74.
Considerando la sua popolarità – confermata dai sondaggi e dai consensi registrati dai suoi
post sul web75 – il M5S senza Grillo rischia di avere un futuro incerto. La questione che riguarda la
leadership all’interno del M5S e le caratteristiche del “leader” Beppe Grillo non possono – per ragioni di spazio e di tempo – essere oggetti di questo lavoro, ma saranno campo di indagine di una
più ampia ricerca sul Movimento che è stata avviata lo scorso anno e che sta proseguendo, con
l’intento di comparare Beppe Grillo con altri leader che sono stati classificati da Marco Tarchi e da
altri studiosi come “populisti”.
La figura di Grillo sembra, infatti, avere tratti in comune prima di tutto con Guglielmo Giannini e il suo Fronte dell’Uomo Qualunque, al quale il M5S è stato già paragonato da diversi cronisti,
tra cui Alberto Di Majo, il quale si chiede se il Movimento avrà la stessa breve sorte del “qualunquismo” di Giannini, che scomparve – per essere assorbito dai partiti tradizionali – dopo aver ottenuto oltre il 5 per cento dei consensi, mandando 32 parlamentari all’assemblea costituente del
194676.
Il confronto può essere fatto anche con altri leader politici di più recente formazione: il primo
è Umberto Bossi, leader della Lega Nord, che nel 1989 ha unificato e coordinato l’azione di una serie di formazioni autonomiste, che si erano formate alla fine degli anni Ottanta soprattutto in Veneto
e in Lombardia77.
Un parallelo, quello tra Grillo e Bossi che non dispiace neanche allo stesso fondatore del
M5S, che durante i suoi comizi pre-elettorali ha ricordato: “Se vengo paragonato a Bossi non mi offendo perché Bossi era un combattente in mezzo alla strada in canottiera. A quei tempi gridava Berlusconi sei un mafioso. Diceva cose clamorose. Poi è entrato anche lui nel sistema e il sistema è
marcio. E allora è entrato nelle banche, nelle quote latte, nel sogno di questa Padania, che confina
con Paperopoli. Bossi ha perso il senso delle cose”78.
E in effetti, il linguaggio utilizzato da Grillo sembra avvicinarsi a quello utilizzato dal “primo” Bossi e anche alcuni temi portati avanti dal M5S potrebbero essere considerati “leghisti”: le
battaglie contro i costi della politica, contro gli sprechi e contro la televisione e la stampa. E poi c’è
74
<http://www.corriere.it/politica/12_giugno_01/intervista-grillo-stella_e0c2e754-abc8-11e1-b908-fbecd0c99c06b.s
html>.
75
Si vedano grafici precedenti su popolarità leader e su pagina Facebook.
76
Cfr. in S. Setta, L’Uomo Qualunque 1946-1948, Editori Laterza, Roma-Bari 1995, pp. 58-59.
77
Cfr. in M. Tarchi, p. 135. Per maggiori approfondimenti sulla Lega Nord si veda I. Diamanti, La Lega. Geografia,
storia e sociologia di un nuovo soggetto politico, Donzelli, Roma 1993.
78
<http://www.youtube.com/watch?v=pM9XTOR4MzU>.
21
Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
Maria Elisabetta Lanzone
anche la posizione presa da Grillo sullo ius soli che dovrebbe portare la cittadinanza ai figli di cittadini stranieri nati in Italia. Una presa di posizione, che aveva portato alcuni attivisti del M5S a criticare Grillo scrivendo sul blog un commento che suonava così: “Grillo cambia il nome in Lega a 5
Stelle”79. Come ricorda Il Fatto Quotidiano, infatti, Grillo aveva definito un’iniziativa “inutile e soltanto volta a distrarre dai veri problemi del Paese” la campagna “L’Italia sono anche io” promossa
da alcuni associazioni e supportata anche dal Pd, su una proposta di legge per i diritti di cittadinanza
agli immigrati di seconda generazione80.
Poi c’è Antonio Di Pietro: quella con l’Idv appare, però, più che una comparazione tra leader,
una “guerra” di consensi: dall’analisi è infatti emerso che due consiglieri su quattro a Roma sono
passati all’Idv e poi c’è Sonia Alfano, parlamentare Europeo, che ha iniziato la sua carriera politica
con gli “Amici di Beppe Grillo” e poi è passata all’Italia dei Valori. E chi ha scelto l’Idv non ha
bocciato le idee del Movimento, ma soltanto la sua “non-organizzazione” ed ha preferito un partito
tradizionale, ma che è stato costruito intorno alla leadership di Antonio Di Pietro, uno tra i più famosi pubblici ministeri appartenenti al gruppo investigativo della Procura di Milano, che ha portato
alla luce la corruzione della politica italiana: una sorta di simbolo della lotta alla partitocrazia
all’epoca dello scandalo di “Tangentopoli”, come ricorda Tarchi81.
Infine, ci sono i Radicali di Marco Pannella, il quale sul Fatto Quotidiano di pochi mesi fa
(12 maggio 2012) ha dichiarato: “Beppe ti aspetto da sempre!”. E il segretario radicale Mario Staderini aveva aggiunto: “Grillo e Pannella insieme sarebbero un portento, così come l’incontro tra a
scuola radicale e le energie dei 5 Stelle”82. Sottolineata anche la comunanza di alcuni temi, di alcune “battaglie”, come quella che non intende portare avanti nessun alleanza con gli altri partiti, quella sulla trasparenza in politica e quella su un maggiore partecipazione, soprattutto tramite una forte
promozione degli strumenti referendari.
Si è accennato ad un confronto tra quattro leader populisti che possono avere tratti in comune
con Beppe Grillo, ma in tutti i casi si sta parlando di fenomeni che sono scomparsi in breve tempo –
come è accaduto a Giannini – oppure di partiti che sono ormai entrati a far parte del sistema politico
“tradizionale”, quello stesso sistema contro cui oggi si scaglia un “nuovo” populismo, quello di
Grillo che in mano, però, ha uno strumento nuovo, internet, e propone quindi ciò che potrebbe essere definito come “Web-populism”83. Anche se, il M5S deve ancora superare una prova: quella delle
79
<http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/25/grillo-contro-cittadinanza-figli-dimmigrati-bufera-rete-cambia-nomelega-stelle/186370>.
80
<http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/01/24/grillocittadinanza-nasce-italiae-senza-senso/186201>.
81
Cfr. in M. Tarchi, p. 183.
82
Cit. da A. Di Maio, p. 260; sull’argomento si veda anche M. Tarchi, pp. 109-110.
83
A usare l’espressione “Web-populism” per definire le strategie di comunicazione di Beppe Grillo era stato, già nel
22
Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
Maria Elisabetta Lanzone
elezioni politiche. Storicamente, quindi, e inserendo ancora il M5S nel quadro dei fenomeni populisti contemporanei, si può evidenziare un aspetto comune ad altre ondate populiste e si possono poi
intravedere due strade possibili per il futuro del nuovo soggetto politico.
L’aspetto è quello di aver scelto – per nascere – la struttura del “Movimento” e di volerla rivendicare anche ora che di fatto il M5S è diventato un partito che sembra avvicinarsi alla classificazione di “partito personale mediatico” (dove il media utilizzato è appunto il web)84 – con tutte le
conseguenze da esaminare e valutare – con un simbolo, dei candidati, dei rappresentanti all’interno
delle istituzioni e con alle spalle ormai più di una tornata elettorale e l’obiettivo delle elezioni Politiche85.
Una scelta – quella del M5S – comune ad altri fenomeni populisti, come ricordato da Mény:
“Nella definizione delle dinamiche strutturali proprie delle organizzazioni cosiddette populiste si è
spesso preferito parlare di movimento, anziché di partito”. E questo perché “il populismo è portatore di un discorso e di schemi ideologici antielitari, antisistema, che sceglie modi di organizzazione e
di mobilitazione che si orientano verso strutture flessibili e non è un caso se l’aggregazione delle rivendicazioni e la mobilitazione dei militanti ruoti attorno alla figura carismatica del leader” 86.
Le due strade possibili – indicate sempre da Mény e Surel – riguardano, invece, il destino che
è toccato sino ad ora a tutti i fenomeni che sono stati studiati come “populisti”: da una parte c’è
possibilità di scendere a compromessi con quello stesso sistema che si era deciso di contestare
all’inizio e dall’altra c’è quella di portare avanti il proprio “progetto di popolo” rischiando anche in
questo caso di avere un breve destino, come accadde all’Uomo Qualunque di Giannini:
“Secondo l’esperienza storica, nei sistemi democratici nessun populismo è riuscito ad insediarsi in
modo stabile e ad istituzionalizzarsi. Le ragioni di questo fallimento sono semplici: il populismo
trae spesso il suo successo dal fatto di essere overpromising. Una volta arrivato al potere o mantiene
le sue promesse, ed è quindi destinato al fallimento, o rivede immediatamente i suoi impegni elettorali e rientra nei ranghi nella speranza che i suoi elettori avranno memoria corta. Il populismo, infatti, come movimento politico, anche quando riesce a far vacillare le vecchie élite in nome di una certa spontaneità popolare, è comunque rapidamente costretto a riconoscere la necessità di affidarsi alla competenza e alla capacità professionale. E anche qui la scelta è tra il rapido fallimento o il compromesso-compromissione con le élite tradizionali”87.
2008, Sergio Splendore in occasione del convegno Sisp di Pavia.
84
Si veda la classificazione dei partiti proposta in G. Pasquino pp. 151-152 secondo il modello del “partito pigliatutto/i” di Kirchheimer, che fa riferimento alla personalizzazione e al rafforzamento della leadership.
85
Cfr. in G. Pasquino, p. 146 e in G. Sartori p. 63.
86
Cit. da Y. Mény, Y. Surel, p. 249.
87
Cit. da Y. Mény, Y. Surel, p. 12.
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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
Maria Elisabetta Lanzone
Il Movimento 5 Stelle dovrà, però, ancora affrontare la prova delle elezioni amministrative e
dovrà dare la sua prova di efficacia sul campo anche l’amministrazione dei nuovi sindaci a 5 Stelle,
come a Parma.
6. Conclusioni
Questo contributo è stato il primo tentativo di inserire in una classificazione teorica il Movimento 5 Stelle che rappresenta oggi uno dei fenomeni politici più controversi ed allo stesso tempo
innovativi che siano apparsi in Italia nell’ultimo decennio.
Esso è stato analizzato in relazione a due fattori: quello del populismo e quello della partecipazione politica. Il M5S può essere, infatti, considerato un esempio di neopopulismo che ha fatto
della partecipazione politica la sua maggiore risorsa di mobilitazione e di aggregazione di persone e
consensi. Ed è proprio dall’analisi delle forme di partecipazione utilizzate dagli “attori” del M5S
che emergono aspetti che possono essere classificati come populisti, seguendo le analisi dei maggiori teorici in materia.
Ciò che appare, invece, come totalmente nuovo è il mezzo di comunicazione utilizzato dal
M5S per partecipare e far partecipare i cittadini: è, infatti, il web a funzionare da duplice strumento
di mobilitazione di attivisti e militanti e di comunicazione politica. E, forse, potrebbe essere proprio
la rete a cambiare le dinamiche di partecipazione politica e a far emergere ancora di più la crisi dei
partiti tradizionali.
I meetup rappresentano, infatti, lo strumento più innovativo utilizzato dal M5S, accompagnato, ovviamente, dagli latri strumenti partecipativi che sono stati analizzati nel corso della trattazione.
Da una parte, i gruppi territoriali costituiti dal M5S dovranno essere ancora monitorati a fondi, per
comprendere la loro evoluzione, le loro attività e soprattutto la loro organizzazione in vista delle
elezioni politiche. Non va, infatti, dimenticato, che la maggior parte del meetup sono territoriali e si
occupa della gestione di politiche locali. Il sistema potrebbe quindi non funzionare al meglio in occasione della tornata politica nazionale.
La domanda da porsi ora è, perciò, la seguente: “Potrebbe essere la forza del web a far sopravvivere il M5S distaccandolo dal destino degli altri fenomeni populisti a lui precedenti? Oppure
potrebbe essere la stessa comunicazione online ad uccidere il nuovo soggetto politico, una volta che
si troverà a fare i conti con la politica reale e con tematiche di carattere nazionale?”88.
In conclusione, però, il Movimento 5 Stelle può essere considerato a pieno titolo come un fenomeno populista che ha – per il momento – tre caratteristiche comuni ad altri casi: quella di avere
88
Il monitoraggio proseguirà, infatti, in questo senso.
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Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
Maria Elisabetta Lanzone
avuto la capacità di interpretare un sentimento di malcontento popolare nei confronti del funzionamento degli attuali strumenti di rappresentanza presenti nel sistema politico italiano e cioè i partiti:
essere stato in grado di rompere gli schemi, cercando – tramite la rete – di aggregare persone accomunate dallo stesso obiettivo “cambiare la politica”; avere costruito un forte soggetto politico nato
intorno alla figura mediatica – e carismatica – di un ex comico, Beppe Grillo, che ha guadagnato un
elevato grado di popolarità facendo parlare di sé sia dai media tradizionali (anche se contestati), sia
da internet89.
Non è, però, al momento possibile stabilire quale sarà il futuro del M5S: due dovranno, infatti, essere gli oggetti di un analisi successiva sul fenomeno del grillismo: da una parte si dovrà guardare alle politiche messe in campo dai nuovi amministratori a 5 Stelle a livello locale; dall’altra sarà
necessario seguire gli sviluppi nazionali del M5S legati soprattutto alla scelta dei candidati – alla
Camera e al Senato – e alla Presidenza del Consiglio – che accompagneranno il Movimento al momento delle elezioni politiche. In questo ambito occorrerà verificare se gli strumenti innovativi, partecipativi e multimediali messi in campo dal M5S saranno in grado di funzionare in vista di una sfida nazionale.
89
Sulla leadership carismatica si vedano le tipologie sull’autorità di Max Weber in Economia e Società, Edizioni di
Comunità, Milano, 1961 (edizione originale 1922).
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2009,
post
di Beppe Grillo che annuncia la nascita del M5S (30 agosto 2012)

Massimo Falcioni, Polis Blog, 18 ottobre 2011, <http://www.polisblog.it/post/11997
/elezioni-molise-il-pd-incolpa-beppe-grillo-per-la-riconferma-di-iorio-cui-prodest>, articolo
sulle elezioni regionali in Molise, dopo la sconfitta del Pd (30 luglio 2012)

Istituto Cattaneo di Bologna, 30 luglio 2012, <http://www.cattaneo.org/index.asp?
l1=seminari&l2=convegni>, pagina relativa ai seminari, convegni e ricerche dell’Istituto (30
agosto 2012)

Giulia Zaccariello, Il Fatto Quotidiano, 1° maggio 2011, <http://www.ilfattoquotidiano.it
/2011/05/01/5-stelle-i-consiglieri-regionali-si-dimettono-gli-elettori-decidano-se-confermarc
i/108331>, articolo sulla remissione del mandato dei consiglieri a 5 Stelle (30 luglio 2012)

Blog
di
Beppe
Grillo,
28
dicembre
30
2011,
<http://www.beppegrillo.it/2011/12/
Populismo e nuove forme di partecipazione politica
Il caso del Movimento 5 Stelle
Maria Elisabetta Lanzone
la_fine_del_fin/index.html#comments>, commento utente su espulsioni (30 agosto 2012)

Gian Antonio Stella, Corriere della Sera, “Voglio processi pubblici per i politici”, 1° giugno
2012, <http://www.corriere.it/politica/12_giugno_01/intervista-grillo-stella_e0c2e754-abc811e1-b908-fbecd0c99c06b.s html>, intervista di Gian Antonio Stella a Beppe Grillo (30
agosto 2012)
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