martello 2013-13

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martello 2013-13
FOGLIO VOLANTE EDITO A PESCINA DA FRANCO MASSIMO BOTTICCHIO – DIRETTORE ANGELO VENTI – REGISTRAZIONE TRIBUNALE AVEZZANO N. 176/2004 – ANNO X - NUMERO 13 (AGOSTO 2013)
REDAZIONE VIA DANTE 3, PESCINA (67057) AQ E-MAIL: [email protected] – http://www.site.it – CICLINPROP LOCALITÀ PETOGNA 15 LUCO DEI MARSI – DISTRIBUZIONE GRATUITA
PERICOLOSA DERIVA (DI POCHI) A MARRUVIUM
a molto tempo – ed in ultimo, nelle recenti
uscite, costantemente, con un’acribia
degna forse di peggior causa – andiamo
lamentandoci di come le Autorità preposte abbiano trattato, negli anni, diversi episodi di incendi
dolosi appiccati a proprietà ed autovetture di questa parte di Fucino.
D
Accadimenti che, distribuiti nel tempo, hanno certamente responsabili diversi, e scopi e obiettivi –
più o meno confessabili – difficilmente riconducibili ad un disegno, ad unità. Senonché, i recentissimi fatti accaduti in pieno paese, in estate, testimoniano che a San Benedetto dei Marsi la questione
va facendosi veramente seria. Innanzitutto perché
la sfida al destino portata dagli “incendiari”, ce lo
dice la statistica, tra poco, perseverando, farà il
morto. Poi, per la ragione che tale attività – delinquenziale pura, e posta in essere, al contrario che
in passato, da giovinastri che possiamo ritenere
dotati di fosforo (quello che sfrigolano per accendere la benzina) e di freni (quelli delle loro autovetture) – si va saldando, onde conseguire un’aura/schermo di rispettabilità (che assolutamente
non merita), con la politica e con la questione
immigrazione. Uno schema già visto (e persino collaudato), in tante altre realtà, più evolute e (persino) più disgregate della nostra, quello di vellicare e
tollerare (giustificare) certi comportamenti contrari alle norme (giuridiche, e prima ancora, del vivere
civile, del buonsenso) onde (illudersi di) dare la
stura ad un disagio sociale ritraendone, con l’esercizio-sfogo di pochi (generalmente non titolati ad
esprimere alcuna insoddisfazione), un preciso tornaconto politico da parte di altri.
Calcolo miope, che pure è piuttosto in voga, ed è
approdato persino da noi (i casi di Luco dei Marsi
ne sono il collaudo), che potrà andare avanti sin
quando il guaio combinato sarà troppo grosso per
essere sottaciuto. A quel punto (di non ritorno), i
fessi prenderanno la via delle patrie galere mentre
ispiratori e beneficiati dal movimento si trincereranno nel silenzio, continuando ad amminestrare
come hanno sempre fatto, senza guardare in faccia
a uomini razze religioni (dettagli buoni ad ammantare le vere questioni dell’egemonia locale e verso
i quali i nostri nutrono una sovrana indifferenza)
ma con un solo obiettivo: il potere (e l’interfaccia
del danaro, che molti equivocano quale potere). Lo
stesso centro di potere che in questi anni ha dettato le politiche dell’immigrazione e dei flussi, nonché degli arrivi (talvolta smisurati, ed inspiegabili)
presso le aziende agricole fucensi, senza che i
fenomeni deteriori – innescati dai colletti bianchi –
venissero minimamente repressi, per quanto di
pubblico dominio e facile verifica (delle pratiche).
Che proprio costoro, che hanno ritratto, dall’immigrazione tout court e grazie alla forza lavoro a
basso costo, ingenti guadagni, ne siano gli avversari, sia pure occultati dietro le quinte, è cosa cui
può far fede solo qualche inguaribile credulone.
E’nostra modesta opinione – non da oggi, senza la
pretesa di voler fare la lezione ad alcuno – che gran
parte delle Autorità non detenga gli opportuni
strumenti innanzitutto culturali per arginare questa deriva. Per certi versi, un simile andazzo è
anche idoneo a giustificare le tante manchevolezze di un apparato statuale che fa acqua da tutte le
parti, legittimandone di converso il fondamentale
gogiche di chi oggi ascende a qualsivoglia poltrona, e che si connota per la caratteristica di dire
peste e corna delle Istituzioni i cui scranni si vanno
a riempire. Nel caso di specie, si è ricondotta una
competizione per il municipio in un confuso nondibattito sul ripristino dell’ordine pubblico asseritamente violato (ma quanti di coloro che si dolgono hanno mai fatto qualcosa di congruo finalizzato a modificare realmente gli eventi?) dall’immigrazione clandestina (e non). Ecolalie dai tratti razzistici e siderali al contempo che sarebbero di scarso momento – essendo del tutto sprovviste di
raziocinio formale e sostanziale – se non costituissero invece un segnale allarmante, ed il brodo di
necessitato ruolo per il controllo del territorio. Un coltura (non di gallina: di birra) dal quale certi epipoco come quei forestali dei quali si favoleggia sodi possono germogliare. Ed immancabilmente
appicchino il fuoco per farsi riassumere l’anno suc- accadono.
cessivo, delle Autorità è certo che più esse latitano
e più vi sia e si avverta il bisogno. Se si riesce a Molti sono dimentichi del fatto che lo stesso San
mantenere la fiamma sottovento (ché una volta Benedetto, in centocinquant’anni, si è popolato
accesa potrebbe incendiare tutto), trattasi di un infinite volte di persone provenienti da mezzo
Abruzzo ed anche oltre, che l’anarchico Ippoliti
ottimo investimento.
definiva “cavallette” ma che alla fine non hanno
La macchina a fuoco dell’altra sera è diventata tale fatto sì malvagia riuscita.
dopo un tempo infinito nel corso del quale si sono
verificati un fracco di eventi: la stazione dei carabi- Ora che cotanto ordine pubblico viene perturbato
nieri di San Benedetto è distante, dalla parte bassa da chi immigrato non è, subentra il silenzio, coperdel paese, ad esagerare, due minuti di macchina, to dalle alte grida delle feste in piazza di questo
ma per ragioni imperscrutabili (e che saranno per- agosto (lodevoli iniziative, per quanto a chi scrive
sino ineccepibili, sotto il profilo burocratico e feria- abbiano ricordato il passaggio di Guy Debord sui
le) le prime forze dell’ordine sono giunte a cose prodotti nella società dello spettacolo, per i quali il
ampiamente fatte, pare da un paese vicino. Non sistema «ha conservato il nome e buona parte deloccorre essere dei giganti del pensiero per indurre l’apparenza, ma ritirandone il gusto e il contenuche sarebbe bastato il semplice innesco da lonta- to» / ma questo è problema unicamente di chi scrino della sirena dell’auto dei carabinieri per far ve, evidentemente / anche se in tale frangente il
interrompere, diverse decine di minuti prima, ritorno dei secchioni onestamente proprio non ci è
quella indegna giostra. La domanda nostra è: e se piaciuto). Qualche mente esaltata potrebbe scamci fosse scappato il morto? Possibile che una stazio- biare questa mancanza di reazione civica della
ne dei carabinieri non riesca, una sera di piena popolazione per accondiscendenza, se non per
estate, ad erogare un servizio minimo come quello adesione. Sarebbe compito delle Autorità porre un
che sarebbe occorso per spegnere gli animi senza freno “serio” a questo andazzo ma siamo molto
ritrovarsi nella condizione di dover spegnere le scettici sul fatto che assisteremo a questo evento,
fiamme? E la sera dopo dov’erano? E in caso di un probabile che i fatti ancora una volta vadano
tentativo di ritorsione, sempre possibile, o di reite- dispersi in quel porto delle nebbie che è la Procura
della Repubblica di Avezzano. D’altronde a manrazioni? E dare un’occhiata alla Villa, ogni tanto?
dare in confusione qualche testimone o qualche
Per carità: l’attività di chi è investito del compito di poveraccio non occorre poi molto, in specie quangarantire e tutelare l’ordine pubblico è molto com- do il torto è ovunque ed equamente distribuito.
plessa (sia detto: in parecchi altri luoghi d’Italia lo è
anche di più) ma occorrerà che chi di dovere entri Passato Ferragosto, alla prima pioggia, si entra nel
nell’ordine di idee che tale preservazione fisica lungo inverno di Fucino: i lavoratori della terra del
trova la propria necessità più di notte che di gior- Nord Africa se ne ripartono (almeno) per qualche
no, e dunque sarà bene che ci si provveda conve- mese, e noi qui, concluse quarteriadi, corride,
nientemente (si glissa sull’attività dispiegata il gior- sagre, dovremo industriarci per ascendere ad un
no, almeno quella recentemente da noi molto con- grado superiore di civiltà (che non contempla e
testata: la sospetta partecipazione del comandan- prevede violenze fisiche o morali in danno di alcute la stazione di San Benedetto dei Marsi alla con- no) mettendo mano ai tanti e gravi problemi che
sultazione di una lista amministrativa per le prima- angustiano la nostra terra, problemi ai quali nessurie; l’attività di polizia giudiziaria in ordine al proce- no pare voler realmente porre mente. Una simile
dimento penale per abuso d’ufficio nei confronti inazione, lungi dal lasciare tutto com’è, fa in realtà
del passato sindaco di Marruvium [oggetto del aumentare il gap che già ci distanzia da tante altre
Martello fluorescente di quindici giorni fa: un plaghe italiane ed europee, avviandoci a quel triste
destino di distretto energetico-minerario al quale
autentico capolavoro di insensatezza], ecc.).
coloro che ci invitano subdolamente a litigare con
Tornano alla mente molte delle elucubrazioni pro- i marocchini ci ha già destinati, progettando di utidotte e lette in occasione delle recenti elezioni lizzare sia noi che loro, come complici del disegno
amministrative. Una volta, anche i peggiori espo- e quale forza lavoro a basso prezzo.
nenti della politica locale, e persino quelli militanti
nei partiti estremi, mai si sarebbero sognati di eser- Ogni ulteriore “ammiccamento” agli incendiari è
citarsi in quella attività predicatoria di sovversivi- dunque, soprattutto, una grande perdita di tempo.
smo becero che connota spesso le posizioni dema- (fmb)
[ 14 08 13 500 ]
LA TERRA
DEI
FUOCHI
numero 13 - agosto 2013
il martellod
delfucino
CONSORZIO PUGILISTICO MARSICANO: MODELLO PASTIFICIO DELVERDE? MODELLO VILLA PINI?
a settimana scorsa, nell’ennesima riunione
dei soci del Cam S.p.A. chiamati ad approvare il bilancio (passo dai contorni proditori,
che i municipi non si risolvono né a fare né a rifiutare) e a cercare una via d’uscita ad una situazione
che non pare averne, per l’ennesima volta sono
volate parole forti – e qualcuno sostiene non ci si
sia fermati lì – tra alcuni dei protagonisti della
vicenda: il povero presidente Ziruolo, chiamato al
capezzale di un Consorzio che ormai non è in
grado neppure di assicurare gli stipendi ai lavoratori, ne ha sorbite di tutti i colori da parte del vicesindaco di Avezzano, il commercialista Boccia,
mentre non se le sono mandate a dire il nuovo
entrato di Carsoli con il capistrellano Lusi. Per una
serie di fattori (riduzione del personale e abbattimento delle consulenze e dei costi fissi) e di contingenze (marcato ribasso del prezzo dell’energia),
per la prima volta nella sua lunga storia il
Consorzio ha mostrato, in questi primi mesi del
2013, di poter operare senza determinare le voragini del passato, che adesso però nessuno vuole e
può riempire (e nemmeno rischiare di perpetuare).
In questa prima metà di agosto è stato il sindaco di
Avezzano a fare l’uscita più interessante (del 6 agosto, che certo ha influenzato anche l’assemblea dei
soci, e maggiori riverberi avrà in futuro):
L
L’attuale management aziendale – argomenta il
sindaco Giovanni Di Pangrazio – non ha voluto né
saputo dimostrare discontinuità rispetto alla precedente opaca gestione. Le decisioni sul Cam non
sono più rinviabili – aggiunge – per questo la stragrande maggioranza dei Comuni, in sintonia con
le forze politiche rappresentative, aveva avallato il
ricorso al concordato in continuità non ammesso
dal Tribunale’‘. Lo stop della Sezione fallimentare
ha aperto una fase complicata e difficile per la
gestione del servizio idrico integrato nella Marsica.
Operazione da realizzare in sintonia con la
Regione e l’ex Ato 2. Per Di Pangrazio ‘’in quest’ottica abbiamo già avviato contatti ai massimi livelli
con i vertici della Regione e delle forze politiche
mirati a realizzare quella che, ad oggi, resta l’unico
approdo possibile: la costituzione di new-co‘’.
Avezzano dunque è per costituire una nuova
società. Ma con chi? E come? Coincide con quella
che va patrocinando Celano?
non sia più ricompreso nel novero degli amministratori del Cam S.p.A., avrebbe potuto rammentare al paternese Di Pangrazio che l’azione di responsabilità che oggi costui si riserva, egli e il passato
sindaco, Floris (un autentico gigante al cospetto di
Gianni), l’avevano già avanzata, a tempo debito.
Detta azione, come avemmo modo di narrare
anche noi, era poi risultata improcedibile ai primordi della sciagurata era Di Pangrazio (slim & fat)
per una questione procedurale di termini: non ci
risulta che il sindaco avezzanese all’epoca abbia
fatto rimostranze all’avvocato o a chicchessia e
d’altronde quest’azione non l’ha riproposta sino ad
Comune contrario alla ricapitalizzazione, quindi, oggi, segno che non era così convinto di compiere
che metterebbe a serio rischio la tenuta del bilan- un simile passo (o non ne era convinto qualcun
cio dei Comuni marsicani soci, vietata anche dal altro, o chissà quale partito). Ci vuole una bella facpatto di stabilità, poiché il Consorzio presenta per- cia tosta adesso, a riservarsi: se la gestione era
dite in bilancio da almeno un triennio, per rifonda- «opaca», forse dovevi muoverti prima…
re un servizio essenziale e primario, qual è quello
dell’acqua, secondo principi di efficienza, efficacia, L’analisi del valore e delle condizioni del Consorzio
trasparenza, buona gestione e rinnovamento avrebbe dovuto essere, per i vertici del Cam S.p.A.
totale della ‘’governance’‘. Tre le richieste del come per i singoli soci, un onere da disbrigare molto
Comune di Avezzano, che si riserva l’azione di tempo fa, se non un vero e proprio dovere giuridico:
responsabilità nei confronti degli amministratori: d’altro canto, se i passati responsabili assumono che
‘’Revoca immediata della convenzione del servizio il buco del Consorzio sia stato originato dalla manidrico integrato al Cam, in considerazione dello cata remuneratività delle tariffe e non da mala gestio
stato di insolvenza della società e dell’incapacità dovrebbe essere anche una loro preoccupazione
del management di mettere in atto strategie credi- farlo svolgere, questo accertamento sui trascorsi
bili di risanamento societario; riaffidamento della comportamenti di chi agiva in nome e per conto del
convenzione a una nuova società, che il Comune Cam S.p.A., in modo da sgravarsi da sospetti e accudi Avezzano intende costituire insieme e d’intesa se. Ma da questo orecchio stranamente
con i Comuni marsicani che vorranno aderire; sal- Gianfrancone non ci sente (perché?).
vaguardia degli interessi dei lavoratori e dei credi- Anche l’accenno alle criticità sui depuratori, lungi
tori attraverso la new company che dovrà assorbi- dal segnare un’assunzione di responsabilità di
re tutti i dipendenti a tempo indeterminato e ono- Avezzano verso il Fucino, nel passaggio del Di
rare il debito con i creditori nell’ambito di un piano Pangrazio significa, tradotto, una sola cosa: forza a
di rientro concordato’‘. La municipalità avezzanese fare l’impianto Avezzano-Ovindoli, del resto non ci
vuole chiarezza anche sul fronte del servizio depu- interessa niente. Il Fucino può rimanere sotto una
ratori, dove si registrano una lunga serie di criticità mare di merda.
che non giovano all’ambiente.
Come si nota, nulla di buono sotto il sole. Di certo,
La sensazione di trovarsi, nell’ambito di questo solo un aumento delle tariffe per gli utenti, con
autentico dramma, ad una sorta di OPA ostile da degli scatti persino “retroattivi”. Ma di questo si
parte di Avezzano è molto forte. Sensazione già curano in pochi, il problema della politica è deterprovata all’atto dell’insediamento alla presidenza minare chi, alla fine della fiera, uscirà vincitore alla
del Cam S.p.A. di Lorenzo De Cesare, messo lì pro- plancia della corazzata dell’acqua, che è sempre
prio da Di Pangrazio e dallo stesso rapidamente una signora corazzata, soprattutto quando verrà
abbandonato alla sua sorte. Peccato che De Cesare sgravata dei debiti della bad company (Cam S.p.A.).
Mesto(lo)
finale
di+partita
Avezzano. Un albero è un albero
ono volati gli stracci nella vicenda del taglio degli
alberi in piazza Orlandini e dintorni: perché? Tutto
deriva da un annoso rapporto poco o affatto fluido tra
associazioni, cittadini e Comune; non è semplice scarsa
fiducia nell’istituzione. Bisogna cercare indietro, nella
vita amministrativa degli ultimi vent’anni, per capirne
qualcosa.
La rotatoria da costruire è stata ripescata dallo studio
dell’«anello a senso unico» [via Montello / Stazione - via
Monte Velino - via Roma - via XX Settembre] (2009), un
oggetto odiatissimo – a larga maggioranza – dagli
avezzanesi e dai partiti politici. L’«anello a senso unico»
è stato accusato di alcune nefandezze, come il far chiudere i negozi presenti lungo il suo tracciato e addirittura, lo stimolare velocità da Gran premio di F1 agli automobilisti. Si smantella a tappe il senso unico, ma si
costruisce la rotonda. Un europeo trova tutto ciò almeno incongruente, contraddittorio. (Ci vorranno ancora
decenni prima che gli avezzanesi si rendano conto d’aver buttato per puro capriccio alle ortiche una tangenziale interna).
Hanno fatto imbufalire gli ambientalisti più che annoiare le prevedibili reazioni del Comune alle prime rimostranze. «Gli alberi erano quasi tutti malati e li ripianteremo al più presto». A forza di ascoltare questo ritornello da decenni – e da persone diverse –, ci ritroviamo
un centinaio d’alberi in meno, solo nel Quadrilatero.
(Vanno aggiunte – nella stessa area – anche alcune
S
decine di piante danneggiate o malandate da anni, né
curate né eliminate).
Le città fondate o ricostruite dopo il Settecento, sono
caratterizzate dai marciapiedi e dagli alberi, nel senso:
essi appaiono al momento della costruzione e non
sono aggiunti, come succede per tutti gli altri agglomerati, sorti in epoca precedente. E’ stato faticoso e
complicato finora, far comprendere ai miei compaesani che i nostri marciapiedi non sono semplice asfalto e
che i nostri alberi, non è ordinario verde pubblico. E’
ancora vivo in molti il ricordo del Piano parcheggi
(1996), che ridusse la sezione dei marciapiedi del centro per diversi chilometri. Quell’intervento ha prodotto
la situazione d’ingorgo che abbiamo oggi sotto gli
occhi. (Vi sono strade in città i cui marciapiedi sono stati
ristretti ben due volte, nel giro di una dozzina d’anni).
Fa scattare i nervi oggi, vedere una semplice ruspa
presso un marciapiede.
Infine. Ci si comincia a rendere conto che gli allagamenti del sottopasso di via don Minzoni, sono essi
dovuti in buona parte alla quantità di cemento sparsa
un po’ovunque, lungo quella strada e nei suoi dintorni:
una fissazione non solo avezzanese, purtroppo. La città
comincia ad aver bisogno di liberarsi di tante superfici
impermeabili.
Qualche pianta di troppo segata lungo via G. Garibaldi,
è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Giuseppe Pantaleo
«Se non lo misuri, non sai di cosa parli» (ISAAC NEWTON)
Ecco alcuni dati quantitativi circa gli effetti ecologici-ambientali dovuti
all’abbattimento degli alberi lungo via Garibaldi e piazza Orlandini:
+ 10% di assorbimento di energia solare da parte della pavimentazione
stradale, delle costruzioni in calcestruzzo e calcestruzzo armato adiacenti;
- 5% mancato assorbimento della radiazione solare incidente per il processo fotosintetico della pianta;
- 65% mancato assorbimento della radiazione solare incidente per il
processo di evapotraspirazione;
+ 10,8 g/m2a d’inquinanti (CO, PM10, NO2, SO2 e O3) nell’aria per il
mancato assorbimento da parte della superficie fogliare;
+ 4,5 kg per albero/annui di CO2 nell’aria per mancato assorbimento e
stoccaggio;
+ 2° C innalzamento della temperatura per il mancato abbattimento
dell’isola di calore urbana;
+ 3 dB percezione del rumore dovuto principalmente al traffico veicolare;
+ 18 kg/annui per albero aumento nell’utilizzo di combustibili fossili per
le azioni di riscaldamento e di raffreddamento delle abitazioni circostanti;
+ 400 kWh per albero aumento di energia richiesta per contrastare i
mancati effetti mitigativi sul microclima urbano in seguito all’abbattimento;
+ 10-30% tasso di mortalità delle alberature stradali nei primi cinque
anni dalla piantumazione.
L’ufficio tecnico preposto al rilascio dell’autorizzazione necessaria all’opera ne ha tenuto conto nella valutazione d’incidenza dell’opera?
/ ldp /
(BIBLIOGRAFIA: McPherson, 1999; Nowak et al., 2002; Rosenfeld et al., 1998)