Vento largo (24)

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Vento largo (24)
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Vento largo (24)
Tutto è già cominciato prima, la prima riga della prima pagina di ogni racconto si riferisce a qualcosa che è
già accaduto fuori dal libro. (Italo Calvino )
Ringraziando (sempre) Gianni Del Savio, i Gobar e tutti coloro che hanno partecipato al sabato
“beatlesiano”, ricordiamo i prossimi appuntamenti: quello dedicato a Sam Cooke, sabato 7 novembre, e il 21
novembre (piccolo cambio di programma) quello con Mauro Zambellini ospite per raccontare Allman
Brothers e Lynyrd Skynyrd. Per ogni altra evenienza, controllate sul sito (anche Vento largo si è evoluto),
intanto buon ascolto e buona lettura.
(libri) Lance Henson, I testi del lupo, nottetempo
Lance Henson scrive brevissimi appunti, rapidi frammenti lirici che hanno nella loro immediatezza e
nella loro istintività la cifra migliore, essendo capace di cogliere con un flash un attimo, un’emozione,
una storia secolare. L’economia delle parole di non è ottenuta per sottrazione, per sintesi o per
distillazione: i suoi versi sono istantanee che delimitano piccoli graffi della vita, e la sua è una poesia che
dal reale parte e al reale è destinata a tornarci, per vie naturali.
(libri) Cormac McCarthy, Suttree, Einaudi
Esattamente a distanza di trent’anni, arriva la traduzione di Suttree di Cormac McCarthy, uscito (appunto)
nel 1979. Da molti considerato un capolavoro, è sicuramente il libro che ha dato una svolta alla sua vita di
scrittore ed è un capitolo piuttosto distante sia dalla Border Trilogy che dai suoi esordi e non c’è dubbio uno
dei suoi romanzi più personali visto che Suttree (il protagonista) vive isolato e ai margini di un mondo tutto
da scoprire.
(libri) J.L. Borges, Il prisma e lo specchio, (Adelphi)
“Le nostre nullità differiscono così poco, e così tanto influiscono le circostanze sulle anime, che è quasi
una casualità che tu sia il leggente e io lo scrivente, il sospettoso e appassionato scrivente dei miei
versi”: basterebbero queste parole che, ancora una volta, negano la distanza tra scrittura e lettura a
rendere indispensabile questo libro, e l’opera omnia di Borges, qui tra l’altro nella sua forma più spavalda
ed euforica.
(libri) Marcello Fois, Stirpe, Einaudi
La saga di una famiglia sarda nel volgere del ventesimo secolo: “la campagna e la roccia abitavano insieme
agli uomini, che avevano i ritmi dimessi del sole e delle bestie”, ma l’imprevisto della storia, della vita e
della morte è dietro l’angolo di ogni giorno e i drammi si devono risolvere con la stessa durezza delle pietre
“perché non c'è genia, da che mondo è mondo, che sia nata forte e invincibile se nutrita di lacrime”. Da
leggere.
(libri) Muriel Spark, I consolatori, Adelphi
Il primo libro di Muriel Spark, affollato da un’umanità complessa e variegata e intrecciata da una storia che è
in realtà una caleidoscopio di racconti e di colpi di scene, venne tenuto nascosto dalla sua casa editrice per un
anno con l’idea che fosse “troppo difficile”. Un refrain che conosciamo fin troppo bene e che varrebbe la
pena smentire: di facile c’è solo la banalità e con quella non si diventa né scrittori né lettori né niente.
(dischi) Lucero, 1372 Overton Park, Universal
Tutte le strade portano a Memphis, che per i Lucero vuol pure dire a casa, oltre che al luogo natale del
rock’n’roll. L’aria che si respira è quella di Elvis e di tutti i suoi discendenti che i Lucero hanno seguito e
assorbito con entusiamo negli ultimi vent’anni. Da Bruce Springsteen ai Replacements, i riferimenti sono
chiarissimi, ma i Lucero mettono in chiaro una personalità superiore e firmano il oro capolavoro e uno dei
dischi più forti e belli di quest’anno.
(dischi) Miles Davis, All Miles, Prestige
Tutti i dischi incisi da Miles Davis con il leggendario marchio Prestige e con interlocutori che corrispondono
ai nomi di John Coltrane, Sonny Rollins, Thelonious Monk, Horace Silver, Red Garland, J. J. Johnson, Max
Roach e Art Blakey. I quattordici CD non sono soltanto una parte fondamentale della carriera di Miles
Davis, ma rappresentano una bella fetta della storia del jazz e tra l’altro, al prezzo a cui vengono proposti
(che è praticabile, una volta tanto) sono davvero imperdibili.
(dischi) Art Tatum, Centennial Celebration, Concord
Forse un singolo disco non è sufficiente a rendere la grandezza di Art Tatum, uno dei più grandi pianisti di
sempre, nel centenario della nascita, ma è pur sempre un buon punto di partenza. Anche perché provengono
dalle incisioni a denominazione d’origine controllata di Norman Granz, un’autorità leggendaria in questo
campo, che ebbe modo di far incidere Art Tatum in uno dei suoi momenti di maggior ispirazione.
(dischi) David Gray, Draw The Line, Universal
Pur non essendo il capolavoro che ancora manca a David Gray, Draw The Line è un grande disco di ballate
(organizzate attorno alle chitare e, nei casi migliori, sui tasti del pianoforte e con densi richiami al miglior
Van Morrison), senza trucchi o fuochi d’artificio, che s’insinua, ascolto dopo ascolto, con grazia e anche con
una certa eleganza: tanto che è facile lasciarsi intossicare da una piacevole assuefazione.
(dischi) R.E.M., 39 Songs, Warner
I cinque giorni di prove aperte al pubblio all’Olympia di Dublino oltre a partorire Accelerate (il loro miglior
album degli ultimi dieci anni) forniscono adesso il materiale per questo doppio dal vivo (c’è anche una
trascurabile versione con un DVD, tra l’altro) che ripropone i R.E.M. in formissima degli ultimi anni. Molti
ripescaggi dal passato remoto (compreso tutto Chronic Town) e prossimo (l’incantevole I’Ve Been High).
Consigliatissimo.
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